Hospice di Busca verso la chiusura?
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Hospice di Busca verso la chiusura?
8 VENERDÌ 30 OTTOBRE 2015 CUNEO La Guida L’ospedale saluzzese è quasi vuoto e dunque avrebbe posto per le cure palliative ma il territorio difende Busca La val Roja definita per le proteste la “valle della collera” Hospice di Busca verso la chiusura? La prima tv tedesca Sarà declassato a struttura semplice ma si parla di un trasferimento a Saluzzo Segue da pag. 1 Per ora la notizia sostanzialmente confermata è quella della trasformazione dell’Hospice di Busca da struttura complessa, dunque autonoma nella gestione, a struttura semplice. Farà parte della struttura complessa di oncologia dell’ospedale di Saluzzo, insieme all’oncologia di Mondovì, e per ora a guidarla sarà Paolo Bruna, responsabile del reparto di Mondovì e facente funzione anche a Saluzzo, il cui posto da primario è rimasto vacante. L’ipotesi di accorpamento in un’unica struttura sembra dunque strada ormai intrapresa senza possibilità di marcia indietro, anche perché le indicazione della Regione a proposito sembrano non lasciare spazio di manovra al territorio. Quello che invece non è ancora chiaro è se l’Hospice rimarrà a Busca o se, sempre per accorpamenti e ventilati risparmi, il servizio di cure palliative sarà trasferito all’Ospedale Civile di Saluzzo che nel piano Saitta è stato rideinito come ospedale di base se- de di Pronto Soccorso con soltanto due specialità affidate, medicina e chirurgia generale, e dunque molto ridimensionato rispetto a prima con conseguenti spazi vuoti. Due le motivazioni principali che determinerebbero la scelta del trasferimento: una di carattere “politico” cioè la necessità di riempire Saluzzo, e l’altra di tipo economico con un presunto risparmio di afitti, utenze e personale. Sempre che un trasferimento di una stuttura di questo tipo porti davvero a un reale risparmio. Oggi l’Hospice si trova al primo piano di quello che era l’Ospedale Civile di Busca, nei locali di proprietà dell’Ipab omonimo, dove l’Asl Cn1 paga in parte un affitto; ha undici posti letto e conta una ventina di operatori tra medici, infermieri e oss. L’ediicio al secondo e terzo piano ospita una casa di riposo, una Rsa con una cinquantina di posti per anziani non autosuficienti. L’Hospice ha però una caratteristica unica, di essere un centro residenziale per le cure palliative, spesso dei mala- ti terminali ma anche dei cronici, unico Hospice presente sul territorio cuneese integralmente gestito dal Servizio Sanitario Nazionale. È una struttura davvero unica in Piemonte, che ha saputo negli anni conciliare l’aspetto medico professionale con quello “familiare”, un luogo nato per garantire supporto al malato se i suoi bisogni sono incompatibili con un’assistenza domiciliare, oppure se il sostegno familiare è fragile o manca del tutto. “In Hospice il paziente e la sua famiglia possono trovare sollievo per un periodo circoscritto - scrive l’Asl Cn1 nella sua presentazione - e poi fare ritorno a casa o “trovare una casa” per vivere nel conforto un momento dificile della vita, grazie alle competenze professionali e le particolari attitudini di un’équipe composta da infermieri, medici, specialisti, operatori socio-sanitari, isioterapisti, psicologi e volontari, speciicamente e continuativamente formati in cure palliative”. Un ambiente dunque unico che difficilmente si potrebbe integrare in una vera e propria struttura ospedaliera. “Faremo di tutto per difendere l’Hospice - dice il sindaco di Busca, Marco Gallo - che è un iore all’occhiello dell’Asl e che è struttura perfettamente integrata con il territorio”. Massimiliano Cavallo sulla Cuneo-Nizza Cuneo - Non più soltanto valle delle meraviglie ma valle della collera: lo sostiene a proposito della Roya il documentario che il primo canale televisivo tedesco Ard ha trasmesso sabato 24 ottobre alle 16,30 nella serie Reportage im Ersten. Fin da titolo e sottotitolo: Tal des Zorns. Widerstand in Frankreichs Alpenwelt, e cioè, appunto: Valle della collera. Resistenza nelle Alpi francesi. Perché alle pendici del monte Bego, nell’immediato entroterra della costa più mondana del Mediterraneo dove le frontiere si sono spostate al punto da rendere abbastanza aleatorio cos’è di qua e cos’è di là, proprio lì ormai traballa il prodigio di una valle unica che in neanche quaranta chilometri s’innalza dal mare ino a quasi tremila metri. E traballa perché l’Europa è lontana, tutt’altro che unita nel difendere la ferrovia internazionale Torino-Nizza, nonostante le ripetute direttive sulla priorità dei trasporti su ferro. “I cittadini devono guardarsi dai loro stessi sindaci ca- Sarà aperto in via sperimentale a Mondovì dal 7 novembre e ogni primo sabato del mese per consulenze e consigli Sportello amianto per la salute e per “togliercelo dalla testa” Mondovì - Insieme per difendersi dall’amianto e per “togliercelo dalla testa” ricevendo risposte a tutti gli interrogativi attraverso l’istituzione di un apposito sportello. L’iniziativa è stata proposta al Comune di Mondovì dall’Arasis, l’associazione monregalese costituitasi una ventina di anni fa per dare voce ad una storia ancora irrisolta, quella dell’Eternit, perpetrata a danno di lavoratori e popolazione inconsapevole. Una richiesta fatta a Mondovì ma che ha ampiamente una valenza provinciale. L’amministrazione del sindaco Stefano Viglione e l’assessore Emanuele Rossi, dimostrando sensibilità in tema ambientale, hanno abbracciato la causa dando una risposta concreta in linea con il Piano Regionale Amianto 2015. Lo sportello amianto sarà attivo dal 7 novembre con apertura in via sperimen- tale dal primo sabato di ogni mese dalle 9 alle 12 (o previo appuntamento 3403953527, [email protected]) con la presenza di Ivano Guglielmotto e di un volontario Arasis. “Un punto di riferimento - spiega Sebastiano Sampò, presidente Arasis - avente la funzione di informare ed assistere sull’applicazione delle normative in materia di amianto e sull’adozione di misure preventive era una necessità che la nostra associazione sentiva da tempo”. La prima grande sentenza Eternit ebbe inizio grazie all’impegno di operai monregalesi che uscendo allo scoperto diressero le loro voci alla politica, esortati dal deputato Natale Carlotto. Prima di essere messo definitivamente al bando, il minerale ibroso era impiegato praticamente ovunque ed elogiato per le innumerevoli qualità. “L’obiettivo primario - continua il vice presidente Arasis Elio Sartorio - è quello di informare sui rischi per la salute e indicare le normative che regolano la corretta bonifica e lo smaltimento. L’invito è di segnalare anche la presumibile presenza di Eternit”. “Il Comune - aggiunge l’assessore Rossi - non esclude che si possano reperire fondi per incentivare la boniica e lo smaltimento, individuandoli anche a livello regionale. Per le imprese, individuali e non, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura è possibile partecipare ad un bando Inail, che prevede un contributo a fondo perduto pari al 65% dell’investimento per un importo massimo di 130.000 euro”. Le consulenze che possono richieste allo sportello amianto prevedono anche i casi di tutela della salute dei lavoratori e dei possibili esposti o ex espo- sti, la sicurezza sui luoghi di lavoro segnalando allo Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) eventuali situazioni a rischio. In campo previdenziale aiutando i lavoratori a conoscere la normativa in tema di malattia professionale, indirizzandoli ai patronati, indicare gli obblighi di rimozione, facilitazioni, pratiche edilizie e costi. Silenzioso, mortale, strisciante questo è l’amianto, un killer, un nemico che procede in sordina avanzando tra l’indifferenza di tutti per poi sferrare il suo attacco mortale. L’emergenza asbesto purtroppo non è ancora superata, si farà ancora sentire per decenni, e proprio per questo motivo occorre chiedere a chiare lettere l’intervento da parte del Governo e della politica afinché intervengano in maniera decisa e con leggi ad hoc. Sandra Aliotta paci di attrarre cospicui finanziamenti per il raddoppio del tunnel stradale”, afferma Mathias Werth, regista del documentario in trasferta da Parigi, “chi sta a Tenda, a Fontan, a San Dalmazzo teme che la route nationale diventi una pista per i camion”. Mentre la ferrovia agonizza. Ecco dunque la resistenza, e la collera. Termine, questo, che già un anno fa usarono gli estensori francesi di un comunicato contro le Sncf, riluttanti ad accettare i vincoli del decreto Sblocca Italia – quello dei ventinove milioni per la manutenzione straordinaria. E poi ancora, sempre un anno fa: “Roya en colère”, striscione esposto sotto le finestre del municipio di Breil durante l’incontro tra gli assessori ai trasporti di Piemonte, Liguria e Paca. “Azioni di resistenza così decise non si vedevano da molto tempo tra queste montagne”, prosegue Werth. Con tutta probabilità da quando, nel 1945, le truppe tedesche le abbandonavano minando i viadotti e le gallerie della ferrovia. Per realizzare i 29 minuti di documentario, la troupe tedesca dell’Ard (alla macchina da presa Frank Schulte, assistente tecnico Leonie Meyer) ha girato in dodici giorni, dall’8 al 19 giugno scorso. E s’è mostrata assai empatica con gli indigeni e con i non pochi forestieri nordici che nei paesi della Roya, Airole su tutti, hanno preso residenza o fanno regolare villeggiatura. Sul sito dell’Ard il documentario ha ricevuto dai telespettatori valutazioni comprese tra “sehr gut” (molto buono) a “hervorragend” (straordinario). Non se ne stupisce il regista: “Abbiamo indagato una ricchezza culturale fuori dal comune - dice - una storia franco-italiana peculiare, e le proteste a favore di una linea ferroviaria che è arteria vitale”. Non è la prima volta che i media tedeschi di livello nazionale s’interessano alla vicenda della Torino-Nizza/Ventimiglia: nell’ottobre di due anni fa un lungo servizio uscì sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il terzo quotidiano a più alta tiratura. Luigi Urru VUOI UNA CUCINA DI QUALITÀ SPENDENDO MENO? TRASPORTO E MONTAGGIO GARANZIA 10 ANNI PROGETTAZIONE A MISURA SU OLTRE 50 MODELLI TUTTA LA MERCE ESPOSTA È IN PRONTA CONSEGNA SCHEMA IMPIANTI ELETTRICI IDRAULICI PIASTRELLE Per appuntamento tel. 0171.412495 [email protected] ci trovi anche su