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Quaderni di Antichità Pestane 2 Fondazione Paestum Centro di Studi Comparati sui Movimenti Coloniali del Mediterraneo Direttore della Collana Emanuele Greco Segreteria Scientifica Fausto Longo Ottavio Voza Design Giuseppe Durante © Pandemos S.r.l. Prima edizione italiana - 2010 Per ordinazioni Edizioni Pandemos Via Magna Grecia (Torre Laura) c.p. 62 - I-84047 Paestum (Salerno) T e F +39 0828 721169 [email protected] ISBN 88-87744-27-0 Marina Cipriani Fausto Longo IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM la storia, la struttura, l’esposizione PANDEMOS Paestum 2010 Il Museo Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum è tra i più importanti musei ‘di sito’ esistenti in Italia. Le diverse sezioni, ricche di pannelli, disegni ricostruttivi, plastici e di una scelta di oggetti e monumenti straordinari, consentono infatti al visitatore di ripercorrere la storia di un ampio territorio che si estende a sud del fiume Sele, dalle più antiche presenze umane (35.000 anni fa) sino all’età tardo antica. Realizzato nel 1952 utilizzando parte di un più ampio progetto elaborato nel 1938 dall’architetto M. De Vita il Museo sorge, per una scelta infelice, all’interno della cinta muraria. Il nucleo principale fu costruito in funzione della struttura che accoglie la serie di metope rinvenute al santuario di Hera presso la foce del Sele, ma ben presto si dimostrò insufficiente a contenere e ad esporre i numerosi oggetti riportati alla luce dai successivi scavi archeologici della città e delle necropoli. Al primo nucleo fu così presto aggiunta una nuova ampia ed illuminata sala progettata dall’architetto E. De Felice il quale predispose anche una serie di nuovi vani che si sviluppano intorno ad un giardino ed ampie vetrate che si aprono, molto suggestivamente, verso la città e la piana chiusa ad est dai monti di Capaccio. Le grandi scoperte delle numerose tombe dipinte lucane e della Tomba del Tuffatore nel 1968 resero necessaria una nuova sistemazione del percorso museale realizzata da G. De Franciscis e S. Viola. Più recentemente (1999) la completa riorganizzazione di tutto il Museo ha previsto anche l’allestimento della sala romana al piano superiore e di una sala didattica, con annessa aula di proiezioni, nel piano inferiore. Oltre agli uffici amministrativi il Museo dispone di un laboratorio fotografico, di uno per i disegni ed uno per i restauri oltre ad un deposito e ad un ricco archivio. 4 La struttura del museo Il visitatore che entra nel Museo, superata la biglietteria e l’annesso bookshop, si trova immediatamente di fronte alle metope arcaiche del Sele collocate su una struttura che, quando fu realizzata, mirava a riproporre la dimensione dell’edificio al quale si riteneva appartenesse la decorazione architettonica: il c.d. thesauros arcaico dell’Heraion alla foce del Sele. Oggi l’interno di questa struttura è utilizzato per l’allestimento di mostre temporanee e conferenze. Intorno ad essa, al di sotto della galleria destinata alla sezione preistorica, una serie di vetrine e di pannelli consentono di seguire le vicende relative alla nascita della città e all’organizzazione degli spazi pubblici e privati. Superata questa sezione il visitatore può accedere alla sala successiva, sempre dedicata all’Heraion del Sele, collocata in diretto rapporto con la sala delle metope. I successivi corridoi sono dedicati ai santuari urbani e a quelli del territorio e alle necropoli. Lungo questo percorso è la Tomba del Tuffatore sistemata in un’apposita sala, dedicata nel 1996 all’archeologo Mario Napoli, da cui ha inizio la sezione delle tombe dipinte lucane che fanno del Museo una delle più grandi pinacoteche antiche oggi esistenti al mondo. Dalla sala delle lastre dipinte si accede nuovamente alla sala dell’Heraion extra-urbano e da qui alla sala delle metope arcaiche dove la visita può proseguire nella sezione dedicata alle istituzioni, alla lingua e all’artigianato della città lucana prima di giungere alle vetrine che espongono i corredi funerari delle tombe lucane riferibili agli anni che precedono di poco la deduzione della colonia latina del 273 a.C. Infine scendendo al piano interrato è possibile visitare la tomba a camera dipinta sequestrata a Taranto ed oggi sistemata in un piccolo ambiente presso la sala didattica del Museo (La Tomba di Spinazzo - Sequestro Finanza). Dopo aver guadagnato nuovamente l’ingresso del Museo è possibile salire alla galleria preistorica e da qui raggiungere la sala romana al piano superiore. 5 Piano Terreno 12 13 10 11 12 13 14 15 a b c 11 10 14 10 9 14 8 Metope 6 15 Mostre Temporanee 7 8 9 Ingresso Ascensore Bookshop Biglietteria Punto Informazioni Ambiente che replica le dimensioni del cd. Thesauros del santuario di Hera Argiva alla foce del Sele: sull’edificio le metope arcaiche Città e territorio in età arcaica Heroon (cd. Sacello ipogeico) Santuario di Hera Argiva alla foce del Sele Santuario urbano settentrionale Santuario urbano meridionale e santuari del territorio Necropoli greco-lucane Tomba del Tuffatore Tombe dipinte lucane Sezione scrittura e artigianato della città lucana wc (piano interrato) scala di accesso alla galleria sezione preistorica e protostorica e alla sala romana (1° piano) sala proiezioni (piano interrato) e tomba lucana sequestrata dalla Finanza Metope 1 2 3 4 5 6 Giardino Interno 7 6 c b 3 2 a 5 4 1 Da Poseidonia a Paestum Planimetria del piano terra del Museo con indicazioni delle sezioni espositive. 6 Galleria Primo Piano 4 6 5 7 3 7 7 7 5 7 6 4 8 7 3 9 2 11 1 2 10 Uscita Ingresso 1 Preistoria e Protostoria Paestum Romana 1 2 3 1 4 5 6 7 Il Paleolitico L’età Neolitica L’età del Rame e le culture del Gaudo I rituali funerari L’età del Bronzo L’età del Ferro Visione privilegiata delle Metope arcaiche del Sele I Sezione: La fondazione della colonia 2 II Sezione: Il Foro 3 III Sezione: I culti urbani e periurbani 4 IV Sezione: Spazi pubblici e privati 5 V Sezione: Il quadro sociale e politico della colonia 6 VI Sezione: Monumenti pubblici di età tardo repubblicana e imperiale 7 VII Sezione: Il santuario di Santa Venera in età imperiale 8 VIII Sezione: Le domus urbane di età imperiale 9 IX Sezione: La necropoli di età imperiale 10 X Sezione: La colonia flavia 11 XI Sezione: Paestum tra III e V sec. d.C. Planimetria della galleria e della sala romana del Museo con indicazioni delle sezioni espositive. 7 La sezione di preistoria e protostoria Sulla galleria, dedicata all’archeologo Gianni Bailo Modesti, che circonda le metope arcaiche dell’Heraion del Sele in vetrine e pannelli è documentata la più antica presenza dell’uomo nella piana del Sele dal Paleolitico fino alla prima età del Ferro. Si comincia con l’esposizione di strumenti di selce punte, raschiatoi e schegge provenienti dall’area della futura città risalenti al Paleolitico Medio (35.000 anni fa) ma anche materiali più recenti riferibili al Neolitico: frammenti ceramici dello stile di Serra d’Alto (IV millennio a.C.). Un particolare interesse è offerto da un frammento di statuetta femminile in terracotta che rientra nella serie delle cosiddette Veneri neolitiche, statuette fittili probabilmente realizzate per propiziare la fertilità. La documentazione preistorica più ricca proviene dalla Contrada Gaudo dove nel 1943 le truppe alleate, nel costruire un aeroporto militare, rinvennero una vasta necropoli eneolitica (IV millennio) scavata nel banco calcareo. Le tombe rinvenute consistevano in una o due celle sepolcrali alle quali si accedeva da un pozzetto di forma cilindrica. Le tombe erano utilizzate per più sepolture (sono 29 gli individui della tomba VII) e frequentate per rituali funerari come testimoniano i resti di ossi animali, ceramiche (in partico- Strumenti litici di età preistorica lare l’olla d’impasto grezzo con due anse verticali ma anche brocche e tazze), oggetti in metallo (pugnali). La ricchezza della documentazione e l’originalità del repertorio formale rinvenute in questa parte del territorio di Paestum hanno dato il nome ed una specifica cultura (Cultura del Gaudo) attestata in Campania ancora nel corso del III secolo a.C. Scarsa è la documentazione riferibile all’età del Bronzo; questa è limitaFrammento fittile di una “venere neolitica” Galleria 9 ta a pochi oggetti provenienti dall’area della futura città: quattro asce del Bronzo Antico, resti ceramici riferibili al Bronzo Medio I (1700-1600 a.C.) provenienti da un piccolo abitato preistorico localizzato in prossimità di Porta Giustizia, e materiali più recenti, ma di grande interesse, come i pochi frammenti ceramici riferibili al Tardo Miceneo III C 1 (XIIIXII sec. a.C.). Nei primi secoli del I millennio (età del Ferro), fioriscono almeno due importanti abitati di cui si espongono alcuni oggettti: l’Arenosola, a nord di Paestum, e Tempalta a 14 km a est. Asce in bronzo 10 Heraion del Sele: le metope arcaiche Dalla galleria superiore è possibile osservare le metope arcaiche del Sele che costituiscono uno dei cicli scultorei arcaici più importanti e più interessanti del mondo antico. La loro sistemazione su una struttura che doveva replicare l’altezza e le dimensioni del monumento originario cui si riteneva appartenessero, già messa in discussione dal rinvenimento nel 1959 di altre tre metope, ora esposte in basso a destra della costruzione, è superata dalle ricerche archeologiche più recenti condotte nel santuario all’Heraion alla foce del Sele, area archeologica oggi aperta al pubblico e dotata di un Museo allestito in un’antica masseria. Qui, in una suggestiva atmosfera di suoni e voci, è possibile seguire l’affascinante impresa degli archeologi Umberto Zanotti Bianco e Paola Zancani Montuoro che portarono alla luce uno dei più famosi santuari del mondo greco. Realizzate in arenaria intorno al 570-560 a.C. ed eseguite a rilievo o semplicemente a contorno, le metope dell’Heraion raffigurano diversi episodi del mito e dell’epos greco come le imprese di Eracle, scene della distruzione di Troia o scene ispirate a tradizioni letterarie, forse elaborate nel mondo greco occidentale. La loro disposizione e sequenza lungo la moderna struttura e la stessa esegesi delle raffigurazioni sono il frutto di un’ipotesi di lettura non sempre accettata. Ridiscesi al piano inferiore è possibile osservare da vicino le tre metope con il suicidio di Aiace, l’uccisione da parte di Eracle del gigante Alcioneo e la rappresentazione della fatica di Sisifo. Si tratta di tre metope rinvenute solo dopo la costruzione della struttura espositiva (di fatto messa in crisi anche da questi rinvenimenti) e per questo collocate in basso. Proseguendo alcuni pannelli e una selezione di materiali sistemati in alcune vetrine documentano il momento della fondazione di Poseidonia. In 11 Metopa arcaica con il suicidio di Aiace dal santuario di Hera alla Foce del Sele 12