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Rassegna stampa 19/10/2010 : Notizie di oggi Adige, L' Affari e Finanza (La Repubblica) Arena, L' ● ● Spi-Cgil, consulenze gratuite Etf, scambi record a Piazza Affari Decollano gli Etn per puntare sull'oro Sempre più prodotti strutturati ma più semplici dei derivati piacciono ai fondi istituzionali. E adesso st ● Giungla previdenziale Scontro finale sulle pensioni, la Francia ritorna in piazza Boston Globe, The ● On pensions, pols should lead City ● Pensioni, Francia a secco Scontri polizia-studenti Finanza e Mercati ● Francia, bilancio in pari nel 2016 Gazzetta del Sud ● ● Assegni straordinari, nuovi requisiti Pensioni, Francia verso la paralisi Giornale di Brescia ● Rendita vitalizia in gestione separata Giorno, Il (Milano) ● Il lavoro in Svizzera: e la pensione? Italia Oggi ● ● ● Non c'è prescrizione per il riscatto È l'ora del riconoscimento Manifesto, Il ● Tempi di vita e di lavoro I giovani si fanno sentire MF Sicilia ● Inps, crescono le ore di cassa integrazione Provincia Pavese, La Repubblica, La Sole 24 Ore, Il ● ● sila, mancano 267mila euro nel fondo pensioni donatella zorzetto - (segue dalla copertina) bernardo valli ● Sarkozy: avanti sulle pensioni UniCredit firma la pace sindacale Sole 24 Ore, Il (Affari Privati) ● ALL'INTERNO Sole 24 Ore, Il (Rapporti) ● Polizze vita, un anno record ● Do you want your PRESSToday ? La soluzione per le tue rassegne stampa on-line: www.presstoday.com Rassegna stampa Adige, L' "Spi-Cgil, consulenze gratuite" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Pensioni Domani al mercato di Arco un gazebo sui vari problemi Spi-Cgil, consulenze gratuite Lo Spi Cgil del Trentino allestirà domani, dalle 9.30 alle 12 un gazebo all'interno del mercato di Arco per offrire la consulenza gratuita dei funzionari sindacali e degli operatori del patronato Inca su tutte le questioni previdenziali. In particolare tutti i pensionati che si recheranno al gazebo potranno controllare la correttezza degli importi della 14esima mensilità o, se questa non viene corrisposta dall'Inps, chiedere informazioni sui motivi della mancata corresponsione. Per lo Spi Cgil quello di tornare tra la gente è uno strumento indispensabile per tutelare i diritti dei cittadini a partire da quelli più deboli e per offrire direttamente loro servizi professionali su tutto quello che riguarda la previdenza, il welfare e l'assistenza. La 14esima mensilità, introdotta nel 2007, ha lo scopo di integrare il reddito dei pensionati più poveri. La legge prevede che possano accedere ai benefici della 14esima i pensionati con almeno 64 anni di età e un reddito non superiore ai 9.492,94 euro. La ricevono automaticamente tutti i pensionati che abbiano effettuato la dichiarazione dei redditi l'anno precedente o che abbiano compilato una dichiarazione reddituale a fini pensionistici e che non superino i limiti reddituali. Gli importi corrisposti variano in base al reddito imponibile e agli anni di contribuzione e di lavoro. Si va da un minimo di 336 euro ad un massimo di 504 per gli aventi diritto. 19/10/2010 Rassegna stampa Affari e Finanza (La Repubblica) "Etf, scambi record a Piazza Affari Decollano gli Etn per puntare sull'oro Sempre più prodotti strutturati ma più semplici dei derivati piacciono ai fondi istituzionali. E adesso st" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Etf, scambi record a Piazza Affari Decollano gli Etn per puntare sull’oro Sempre più prodotti strutturati ma più semplici dei derivati piacciono ai fondi istituzionali. E adesso stanno conquistando anche gli investitori retail MARIANO MANGIA Continua a inanellare record il mercato ETFplus di Borsa Italiana. Il volume di scambi dei primi nove mesi, 58 miliardi di euro, ha già superato il controvalore dell’intero 2009 e tra ETF ed ETC, sono 556 gli strumenti quotati. Chi investe in ETF? Come fa notare Emanuele Bellingeri, responsabile per l’Italia di iShares, «nel panorama finanziario non esiste uno strumento che presenta la stessa facilità di accesso e la stessa eterogeneità di investitori». Una categoria comunque prevale, sebbene in misura meno marcata rispetto ad altri paesi europei. «I principali utilizzatori sono attualmente ancora gli investitori istituzionali, in particolare fondi di fondi, fondi pensione e gestioni patrimoniali, sia per la parte `core’ del portafoglio sia per la componente `satellite’», afferma Mauro Giangrande, responsabile Sales & Marketing di Xmarkets e db xtrackers Italia. «Nel primo caso, la parte del leone la fanno senza dubbio gli ETF azionari ed obbligazionari sugli indici principali, il cui obiettivo principale è ricreare la performance del benchmark della gestione a basso costo. Nel secondo caso, la scelta si rivolge verso investimenti di natura più tattica, come i mercati emergenti, i temi e gli high yield». Ma è in aumento il peso dei piccoli risparmiatori: «La presenza degli investitori retail è sicuramente cresciuta nel corso degli ultimi anni e lo dimostra il grosso numero di contratti eseguiti sulla Borsa Italiana con un controvalore inferiore ai 20.000 euro», conferma Giangrande. Crescono i piccoli risparmiatori, ma siamo ancora lontani dal 50% del mercato USA. «L’utilizzo è ancora abbastanza limitato, in quanto i canali distributivi tradizionali non spingono attivamente questi prodotti, ma ci attendiamo una crescita esponenziale nell’immediato futuro» sottolinea Bellingeri di iShares. «Con il segmento retail, visto il notevole numero di soluzioni disponibili sul mercato, è essenziale svolgere un’attività di education mirata da parte di tutti; iShares naturalmente è in prima fila». Si pensa agli ETF come uno strumento semplice che replica, a basso costo, un indice di mercato e, un po’ a sorpresa, si scopre che i primi due ETF per volumi di contrattazione sono prodotti strutturati, lo Xbear FTSE MIB e il Leveraged FTSE MIB, entrambi emessi da Lyxor. «E’ un dato che ha sorpreso anche noi. Da marzo 2009 in poi, tutti i mesi, l’ETF più scambiato su Borsa Italiana, sia per controvalori che per numero di contratti, è sempre stato un ETF a leva o short» rivela Marcello Chelli, responsabile prodotti quotati di Société Générale in Italia. «In condizioni di alta volatilità e per chi li sa adoperare, rappresentano un valido strumento per speculazione o copertura. La volatilità della crisi finanziaria ha portato giocoforza ad adoperarli, ma notiamo che sono rimasti nell’utilizzo quotidiano degli investitori». Questa tipologia di prodotti, utilizzata in un’ottica di trading e quindi con una movimentazione elevata, rappresenta il 41% del totale in termini di contratti e il 37% in termini di controvalore. Anche in questo caso la figura prevalente di utilizzatore è quella dell’istituzionale. «Soprattutto quelli che hanno limiti operativi o statutari nell’utilizzo di derivati», spiega Chelli. «Rispetto a un derivato tradizionale, con gli ETF strutturati non ci sono margini di garanzia da versare o problemi di scadenza e di rollover, c’è la possibilità di ripartire una posizione tra più conti, non è necessaria una contrattualistica speciale e, soprattutto, non è richiesta una expertise particolare per l’acquisto, il mantenimento e la valorizzazione degli strumenti, perché assimilabili a un’azione». Aumentano, poi gli scambi degli ETF che replicano i mercati azionari dei paesi emergenti, mentre appaiono in calo i volumi di obbligazionari, governativi e corporate. Eppure in iShares segnalano una crescita degli ETF di questa asset class più sostenuta rispetto a quella registrata sull’azionario. Come si spiega questa contraddizione? «Gli investitori istituzionali, che trovano queste soluzioni adatte al proprio portafoglio, privilegiano trattare OTC, fuori mercato, e questo spiega perché il livello dei volumi trattati in borsa non sia ancora elevato», è l’opinione di Bellingeri. «Ci attendiamo comunque che anche la clientela retail seguirà questo trend, considerando l’alta propensione degli investitori italiani verso prodotti fixed income, e in questo caso aumenteranno i volumi in Borsa». Sul fronte degli ETC, i prodotti che consentono di investire nelle commodities, largo spazio ai prodotti legati all’oro, ma è l’ETFS Leveraged Natural Gas l’unico a superare il miliardo di euro di scambi. Novità, infine, sul piano delle garanzie e della trasparenza. Per gli ETF cosiddetti sintetici, quelli che replicano l’andamento di un indice, non con l’acquisto diretto dei titoli che lo compongono, ma mediante swap, lo scambio tra il rendimento di un paniere di titoli, il collaterale, e il rendimento dell’indice, iShares ha annunciato il lancio, a Londra, di una piattaforma che offrirà una gamma di ETF swapbased che, a fronte dei contratti swap, avranno molteplici controparti e che saranno caratterizzati da over collateralisation e massima trasparenza su collaterale, costi di swap ed esposizione del fondo. Lyxor ha varato una piattaforma multidealer che utilizza una molteplicità di marketmaker per dare maggiore liquidità ai prodotti. Sempre Lyxor ha lanciato gli ETN, strumenti che permettono di puntare sul rialzo o sul ribasso di oro e petrolio e che si differenziano dagli ETC per la presenza di un collaterale non fisico, rappresentato da un ETF obbligazionario, noto ogni giorno in termini di quantità e qualità, rating massimo AAAf di S&P’s, segregato e non aggredibile da terzi in virtù di una legge primaria di uno Stato UE, il Lussemburgo; gli ETN sono inoltre sottoposti alla vigilanza della CSSF, l’equivalente della nostra Consob. Rassegna stampa Arena, L' "Giungla previdenziale" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Martedì 19 Ottobre 2010 LETTERE Pagina 19 PENSIONI Giungla previdenziale "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale". Così il presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua a chi gli chiedeva perchè l'Inps non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori. Questi lavoratori ammontano a Verona ad oltre 4.000 soggetti. La dichiarazione ha comprensibilmente generato un tam-tam sulla rete da parte di alcuni gruppi di blogger (facebook in primis e a seguire diversi blog) che hanno seminato un eccessivo allarmismo dichiarando che non vi sarà in futuro alcuna pensione per chi versa alla Gestione Separata Inps. Fermo restando che ad oggi tali dichiarazioni non sono avallate da alcuna norma, il punto della discussione dovrebbe piuttosto vertere sulla necessaria equiparazione della percentuale di versamento alla Gestione Separata (ad oggi il 26.72%, di cui un terzo a carico dei lavoratori a progetto) con quella del lavoro dipendente. I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'Inps è assodato che andranno in pensione con un assegno pari o inferiore al 40% circa dell'ultima retribuzione. È urgente intanto informarli, avvisarli e sollecitarli a ragionare sulla necessità di aprire un fondo di previdenza integrativo. Fondamentale che la politica locale non abbandoni il progetto di sostegno economico alla previdenza complementare al fine di garantire un futuro previdenziale più solido con un contributo di mille euro. Un aiuto in più nella giungla previdenziale! Emiliano Galati Segretario Regionale Felsa Cisl Federazione Lavoratori Somministrati Autonomi Atipici VERONA Rassegna stampa Arena, L' "Scontro finale sulle pensioni, la Francia ritorna in piazza" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Martedì 19 Ottobre 2010 NAZIONALE Pagina 6 PARIGI. Continua la protesta contro la riforma previdenziale che il Senato approverà giovedì Scontro finale sulle pensioni, la Francia ritorna in piazza Attesi 3 milioni di manifestanti mentre lo sciopero ferma il Paese PARIGI In Francia è arrivato il giorno della resa dei conti. Il sindacato e il governo si preparano alla mobilitazione prima dell'approvazione in Senato prevista per giovedì - della riforma delle pensioni, invisa alla maggior parte dei francesi ma fondamentale per il presidente Nicolas Sarkozy. Scenderà in piazza oggi un numero record di manifestanti, i sindacati ci scommettono. In mezzo a loro ci saranno gli studenti, che sono entrati in scena una decina di giorni fa ma che, ad ogni ora che passa, sono più determinati e difficili da gestire. Ieri un folto gruppo è stato respinto sugli Champs-Elysees a Parigi, altri 200 sono stati fermati durante altre manifestazioni. Per la grande occasione di oggi, in prima fila a Parigi sfileranno fianco a fianco le premieres dames socialiste, le ex nemiche Martine Aubry e Segolene Royal. Tutto si fermerà, qualcuno volontariamente - come i treni e le metropolitane, per non parlare degli aerei che non partiranno nella proporzione del 30-50 per cento - altri un po' meno, come gli automobilisti che non troveranno più benzina in oltre un migliaio di distributori del paese. È il frutto di quasi una settimana di blocco delle 12 raffinerie francesi e del picchettaggio dei depositi di carburante al quale, da ieri mattina, prendono parte attiva anche i camionisti. I mezzi pesanti sono scesi in campo per ultimi a 24 ore dalla grande mobilitazione, e il loro intervento era fra i più temuti: già ieri mattina, i loro convogli «a passo di lumaca» erano riusciti a bloccare l'A1 a nord e l'A6 a sud. Le contromisure sono piuttosto dei tentativi di arginare il peggio: il ministro degli Interni, Brice Hortefeux, ha attivato la «cellula di crisi» in caso di penuria di carburante; la ministra dell'Economia, Christine Lagarde, ha promesso di vigilare su «benzina selvaggia», cioè le pompe che aumenteranno i prezzi per speculare sulla penuria, e Francois Fillon ha promesso solennemente: «non lascerò bloccare il nostro paese». Almeno un francese su due, però, pensa che sia giusto che i manifestanti e gli scioperanti vadano fino in fondo, pure se i disagi stanno diventando pesantissimi e nel paese si circola ormai al rallentatore. Sette su 10 appoggiano la grande giornata di oggi. «È una riforma essenziale», ha detto ieri sera da Deauville, in Normandia, Nicolas Sarkozy, «e la Francia la realizzerà». Sono ore decisive, in Francia si attende una protesta da record: oltre i tre milioni dichiarati negli ultimi appuntamenti dagli organizzatori e 1,2 milioni della polizia. Tutti a dire «no» all'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni, e della minima a 62 anni. Rassegna stampa Boston Globe, The "On pensions, pols should lead" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa On pensions, pols should lead October 19, 2010 THERE’S SOME obvious grandstanding in Karyn Polito’s campaign slogan: “No pensions for politicians.’’ But the basic principle is intriguing. As long as legislators are personally invested in the existing pension system, passing meaningful reforms will always be difficult. Polito, the Republican candidate for state treasurer, wants elected officials to follow her in refusing a public pension. To some degree, this is election-year gimmickry. But Polito’s Democratic opponent, Steve Grossman, has pledged that he, too, would refuse a public pension. Massachusetts relies on publicly invested pension funds to pay retiree benefits, and reforms are needed. While some public employees contribute enough to pay for the benefits due to them, many don’t. The current balance of the state’s main pension fund is about $22 billion short of what’s needed to meet future payment obligations. Taxpayers’ share this year is about $1.4 billion, an amount Polito contends is unsustainable. She believes the state should move toward a 401(k)-like retirement system for future workers, similar to the system used by most private companies. Elected officials should lead the way by moving themselves in such an alternative system. Don’t expect immediate reform, though. Even Polito’s fellow Republican, Senate Minority Leader Richard Tisei — the running mate of gubernatorial candidate Charles Baker — rejected Polito’s suggestion for current elected officials. He noted that, after paying in for 26 years, he doesn’t plan to give up his pension. But the change needn’t be so stark. For instance, elected officials could keep the pension benefits they’ve already accrued under the old system, but would receive only a 401(k) match for future years of service. Private-sector workers have grown accustomed to such adjustments. Elected officials should be able to make them, too. Rassegna stampa City "Pensioni, Francia a secco Scontri polizia-studenti" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Pensioni, Francia a secco Scontri polizia-studenti Paese bloccato Francia in rivolta contro la riforma delle pensioni: i trasporti pubblici sono paralizzati e comincia a scarseggiare la benzina. La Francia non si piega alla riforma delle pensioni voluta da Nicolas Sarkozy e la protesta sta paralizzando i trasporti. Oggi il Senato darà luce verde all riforma che porta a 62 anni l’età minima e a 67 la massima per andare in pensione e si moltiplicano le iniziative sindacali in tutto il Paese. La situazione si fa di ora in ora più critica. Metà dei treni fermi, centinaia di licei chiusi con scontri tra giovani e polizia, le “operations escargot” (operazioni lumaca) dei camionisti per bloccare le strade, decine di raffinerie bloccate e oltre 1.500 stazioni di rifornimento con problemi o a secco di carburante. Oggi, nuova giornata di sciopero generale e manifestazioni, si prevede che anche gli aeroporti andranno in tilt. La mobilitazione degli studenti è stata punteggiata da molti incidenti. Davanti alla scuola Joliot-Curie, a Nanterre,dopo una mattinata di atti vandalici, con i giovani che rovesciavano auto e bersagliavano pensiline e cabine telefoniche lanciando pietre, la polizia ha risposto con gas lacrimogeni. Incidenti anche a Combs-laVille, a Lagny, a Lille, vicino Rouen. Oltre 200 gli arresti. Rassegna stampa Finanza e Mercati "Francia, bilancio in pari nel 2016" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Francia, bilancio in pari nel 2016 di Redazione del 19-10-2010 da Finanza&Mercati del 19-10-2010 [Nr. 207 pagina 2] Mentre il Paese transalpino è agitato da duri scioperi contro la riforma delle pensioni, il ministro Baroin punta all’equilibrio dei conti pubblici Mentre proseguono in Francia le proteste contro la riforma delle pensioni, il ministro francese del Bilancio, Francois Baroin ha detto di voler arrivare «all’equilibro di bilancio nel 2016» stando a quanto pubblicato ieri dal quotidiano «Le Parisien». «Difenderò una legge di programmazione delle finanze pubbliche che prevede un deficit pubblico del 2% nel 2014, con l’obiettivo di arrivare all’equilibrio di bilancio nel 2016» ha dichiarato il ministro, in vista del dibattito sulle voci di bilancio 2011 che è iniziato ieri all’Assemblea nazionale. Il ministro del Bilancio stima che «la questione fiscale sarà al cuore della campagna presidenziale del 2012».Il sistema fiscale francese, sostiene Baroin «è uno dei più redistributivi del mondo, voglio ricordarvi che più di un francese su due non paga imposte sul reddito». Intanto in Francia crescono le proteste, con i camionisti che vanno al rallentatore, gli scioperi ferroviari che si intensificano e le stazioni di servizio rimaste a corto di carburante, in vista di un voto al Senato sull’impopolare riforma delle pensioni in occasione del quale si prospettano gravi disagi per chi viaggia in aereo. Il governo, fermo sul piano del presidente Nicolas Sarkozy di alzare l’età pensionabile minima e massima a 62 e 67 anni, ha assicurato che il sistema pubblico non subirà contraccolpi nonostante uno sciopero di una settimana nelle raffinerie che ha costretto centinaia di stazioni di rifornimento a chiudere. Il numero uno della divisione emergenze dell’Agenzia internazionale per l'energia (Iea) ha detto che la Francia ha riserve strategiche per oltre 90 giorni, composte per metà da carburante e per metà da greggio, e che ha iniziato a usare le scorte industriali a 30 giorni. Rassegna stampa Gazzetta del Sud "Assegni straordinari, nuovi requisiti" Indietro > Cultura (19/10/2010) Assegni straordinari, nuovi requisiti L'Inps ha comunicato che per le domande di assegno straordinario a carico dei fondi di solidarietà, presentate successivamente al 1° giugno 2010, andrà verificato nuovamente il diritto alla pensione, alla luce della nuova disciplina delle decorrenze introdotta dalla recente legge 122/2010. I fondi di solidarietà, previsti dalla legge 662/96 e regolamentati dal decreto del Ministero del Lavoro n° 477 del 27.11.1997, sono istituiti presso l'Inps per assolvere la funzione di mutualità e garanzia, con lo scopo di fronteggiare la ristrutturazione di enti pubblici ed aziende private erogatori di servizi di pubblica utilità, affinché soggetti esclusi dal sistema degli ammortizzatori sociali possano accedere a misure al sostegno del reddito e dell'occupazione. Gli assegni straordinari sono, quindi, prestazioni temporanee (cioè è prevista una data di inizio/decorrenza ed una data di fine/scadenza) finalizzate a ottenere la pensione. L'Inps provvede, oltre a certificare il diritto alla futura prestazione pensionistica e a quantificare il costo per ciascuna azienda esodante ed a richiedere anticipatamente la provvista, a pagare mensilmente la suddetta prestazione ai lavoratori interessati. L'assegno straordinario viene concesso dal Fondo di solidarietà ai dipendenti di determinate aziende individuate e ammessi a fruire delle agevolazioni all'esodo. Rientrano in questo contesto i lavoratori delle Poste Italiane e dei Monopoli di Stato, del settore credito (i bancari) e del settore esattoriale. Per consentire al lavoratore di maturare la contribuzione necessaria per il diritto alla pensione, durante il periodo di fruizione dell'assegno straordinario il datore di lavoro versa la contribuzione figurativa correlata fino alla maturazione dei requisiti di età e di contribuzione. I regolamenti dei Fondi di solidarietà non individuano requisiti specifici per l'accesso all'assegno straordinario; il diritto all'assegno è subordinato,infatti, al conseguimento della prestazione pensionistica entro il periodo massimo di erogazione della prestazione straordinaria. Pertanto, il diritto a pensione del lavoratore deve essere accertato al momento di accesso all'esodo (cessazione del rapporto di lavoro), con riferimento ai requisiti per la pensione e alla prima decorrenza utile, da verificarsi sulla base della disciplina vigente. Per i lavoratori ammessi alla prestazione straordinaria a decorrere dal 1. giugno 2010, il diritto alla pensione deve essere perciò nuovamente verificato in funzione della nuova disciplina delle decorrenze, prevista dall'art. 12, commi 1 e 2, della legge 122/2010 (finestra mobile). Nei casi in cui la data di scadenza dell'assegno straordinario (e di decorrenza della pensione) indicata nella domanda non tenga conto della nuova disciplina, sarà cura della sede Inps di competenza segnalare la circostanza all'azienda, che dovrà provvedere a presentare un'altra domanda oppure ad integrarla, purché sottoscritta sia dal datore di lavoro che dal lavoratore, con l'indicazione della nuova scadenza. Inas Cisl [email protected] Data: 19/10/2010 Stampa Torna Indietro Rassegna stampa Gazzetta del Sud "Pensioni, Francia verso la paralisi" Indietro > Mondo (19/10/2010) Pensioni, Francia verso la paralisi Resa dei conti governo-sindacati. Oggi previsto un numero record di manifestanti Tullio Giannotti PARIGI È arrivato il giorno della resa dei conti, il sindacato e il governo francese si preparano a quella che sembra l'ultima giornata di mobilitazione prima dell'approvazione in Senato della riforma delle pensioni, invisa alla maggior parte dei francesi ma fondamentale per il presidente Nicolas Sarkozy. Scenderanno in piazza oggi un numero record di manifestanti, i sindacati ci scommettono. In mezzo a loro ci saranno gli studenti, che sono entrati in scena una decina di giorni fa ma che ad ogni ora che passa sono più determinati e difficili da gestire. Ieri un folto gruppo è stato respinto sugli Champs-Elysees a Parigi, altri 200 sono stati fermati durante altre manifestazioni, insomma il clima è caldo e i preparativi per la manifestazione di oggi fervono. Per la grande occasione, in prima fila a Parigi sfileranno fianco a fianco le premieres dames socialiste, le ex nemiche Martine Aubry e Ségoléne Royal. Tutto si fermerà, qualcuno volontariamente – come i treni e le metropolitane, per non parlare degli aerei che non partiranno nella proporzione del 30-50 per cento – altri un po' meno, come gli automobilisti che non troveranno più benzina in oltre un migliaio di distributori del paese. È il frutto di quasi una settimana di blocco delle 12 raffinerie francesi e del picchettaggio dei depositi di carburante al quale, da ieri mattina, prendono parte attiva anche i camionisti. I mezzi pesanti sono scesi in campo per ultimi a 24 ore dalla grande mobilitazione, e il loro intervento era fra i più temuti: già ieri mattina, i loro convogli «a passo di lumaca» erano riusciti a bloccare l'A1 a nord e l'A6 a sud. Le contromisure sono piuttosto dei tentativi di arginare il peggio: il ministro degli Interni, Brice Hortefeux, ha attivato la «cellula di crisi» in caso di penuria di carburante, la ministra dell'Economia, Christine Lagarde, ha promesso di vigilare su "benzina selvaggia", cioè le pompe che aumenteranno i prezzi per speculare sulla penuria, e Francois Fillon ha promesso solennemente: «non lascerò bloccare il nostro paese». Almeno un francese su due, però, pensa che sia giusto che i manifestanti e gli scioperanti vadano fino in fondo, pure se i disagi stanno diventando pesantissimi e nel paese si circola ormai al rallentatore. Sette su 10 appoggiano la grande giornata di oggi. Persino i senatori, gli unici ad andare di corsa, hanno rallentato il ritmo: mancano ancora 500 emendamenti da esaminare prima del voto finale e da domani si slitterà a giovedì sera. Ma non si discute sull'invito reiterato dai socialisti nelle ultime ore di «tornare indietro» e «bloccare tutto» ricominciando da zero con la riforma delle pensioni. Data: 19/10/2010 Stampa Torna Indietro «È una riforma essenziale – ha detto ieri sera da Deauville, in Normandia, il presidente Nicolas Sarkozy – e la Francia la realizzerà». Sono ore decisive, la Francia si ferma e scende in piazza, si attendono cifre record – oltre i tre milioni dichiarati negli ultimi appuntamenti dagli organizzatori e 1,2 milioni della polizia – e si temono incidenti alle manifestazioni di oggi. Parigi si ritrova alle 13.30 per un percorso alternativo rispetto alle ultime giornate di mobilitazione, si parte da place d'Italie, si punta a Montparnasse per ritrovarsi alla fine agli Invalides: un segnale che la protesta non è più circoscritta alle strade e agli ambienti tradizionali ma che tutto il paese vuole dire insieme no alla riforma che aumenta da 60 a 62 anni l'età minima per andare in pensione. Rassegna stampa Giornale di Brescia "Rendita vitalizia in gestione separata" Indietro LAVORO&PREVIDENZA Rendita vitalizia in gestione separata nCon la sentenza n.18/1995 sono state date indicazioni per la costituzione di rendita vitalizia a favore dei soggetti iscritti alla Gestione separata che non siano titolari dell'obbligo contributivo. La Consulta aveva ritenuto che la norma, essendo priva di riferimenti restrittivi che imponessero di limitare il beneficio della rendita vitalizia ai lavoratori subordinati, fosse idonea a realizzare una tutela più ampia, suscettibile di estendersi ai familiari del titolare artigiano, abitualmente e prevalentemente impiegati nell'azienda. Data: 19/10/2010 Stampa Il principio espresso è stato ribadito dalla Corte con una successiva ordinanza. L'Inps ha successivamente determinato di conformarsi all'orientamento giurisprudenziale, ammettendo la facoltà di costituire la rendita a favore dei collaboratori di imprese artigiane o commerciali, nonché dei componenti dei nuclei diretto-coltivatori diversi dal titolare. L'Istituto ritiene che la facoltà di costituzione di rendita vitalizia sia estensibile a tutti coloro che, essendo soggetti al regime di assicurazione obbligatoria nella Gestione Separata, di cui alla legge 8 agosto 1995 n. 335, non siano però obbligati al versamento diretto della contribuzione essendo la propria quota trattenuta dal committente e versata direttamente da quest'ultimo. Tale situazione si verifica non solo per le attività di collaborazione, ma anche per le altre attività in ogni caso soggette al regime di assicurazione obbligatoria nella Gestione Separata, anche in forza di successive disposizioni, per le quali l'onere del versamento della relativa contribuzione sia a carico del committente. Il beneficio non può essere concesso qualora il destinatario della tutela previdenziale sia tenuto personalmente al versamento contributivo, come accade per i professionisti senza cassa. La costituzione della rendita vitalizia ha la finalità di sanare un'omissione contributiva nell'assicurazione I.V.S. (invalidità, vecchiaia, superstiti) in relazione alla quale si sia verificata la prescrizione e, quindi, ha quale presupposto l'inadempimento di un obbligo contributivo da parte del soggetto tenuto al pagamento; per tale motivo essa sarà applicabile ai soli periodi successivi alla data di inizio dell'obbligo contributivo alla gestione separata (30 giugno 1996 per i soggetti che risultassero già pensionati o iscritti a forme pensionistiche obbligatorie e dal 1 aprile 1996 per coloro che non risultano iscritti alle predette forme). Il soggetto legittimato è il datore di lavoro, da intendersi come committente. Solo qualora egli non voglia o non possa esercitare tale facoltà, il prestatore di lavoro può sostituirsi ad esso, salvo il diritto al risarcimento del danno. Qualora il periodo da considerare risultasse già coperto di contributi a qualsiasi titolo, la domanda di riscatto sarà respinta. L'accoglimento delle domande di costituzione di rendita vitalizia è subordinato alla presentazione di documenti di data certa dai quali risulti, con certezza, l'esistenza ed il tipo del rapporto di lavoro. La prova può essere fornita mediante: produzione di contratto di lavoro, buste paga, ricevute degli emolumenti erogati, estratti dei libri paga e matricola, dichiarazioni dei redditi, verbali assembleari, visure camerali storiche da cui emerga la nomina alle cariche medesime. Potranno essere considerate idonee a documentare la domanda di riscatto anche dichiarazioni rese ora per allora, solo nell'ipotesi in cui le stesse siano rilasciate da pubbliche Amministrazioni, sottoscritte dai loro funzionari responsabili e basate su atti d'ufficio. L'importo dei compensi percepiti dal richiedente e la loro collocazione temporale possono essere provati con qualsiasi mezzo, inclusa la prova testimoniale. È opportuno precisare che in considerazione del principio di cassa, tuttora vigente nell'ambito della Gestione Separata, l'ammontare dei compensi dedotti e dimostrati dal richiedente determinerà il riscatto per l'intero anno solo se i compensi percepiti risultino di importo almeno pari all'ammontare del reddito minimo stabilito per il medesimo anno nella gestione degli esercenti attività commerciali. In caso contrario, sarà concesso di riscattare un periodo proporzionalmente ridotto. Rassegna stampa Giorno, Il (Milano) "Il lavoro in Svizzera: e la pensione?" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa LA PREVIDENZA pag. 24 Il lavoro in Svizzera: e la pensione? Molti frontalieri sono lombardi, ecco com'è la loro posizione previdenziale di SALVATORE MARTORELLI SONO TANTI, specie in Lombardia, gli italiani che vanno a lavorare in Svizzera e poi alla sera tornano a casa: i cosiddetti frontalieri, il cui numero è particolarmente elevato nelle province di Varese, Como, Novara, Sondrio e Bergamo. Tale particolare categoria di lavoratori pendolari è tornata di attualità nelle ultime settimane per la campagna denigratoria imbastita da alcuni esponenti politici svizzeri contro questi lavoratori definiti in modo offensivo come "balairatt". La polemica è una buona occasione per dare un occhio ai diritti e ai doveri previdenziali di questi "emigranti a ore". La singolare posizione di "pendolare del lavoro" comporta conseguenze importanti anche in materia previdenziale. Chi si trova in questa situazione è, infatti, tenuto a versare i contributi per la pensione e le altre prestazioni presso l'Ente previdenziale del Paese in cui lavora. PER I FRONTALIERI che lavorano in uno dei paesi dell'Unione Europea, valgono le stesse regole per la pensione previste per chi ha lavorato all'estero in un paese convenzionato con l'Italia. Il diritto alla pensione si matura, quindi, tenendo conto di tutti i periodi di lavoro svolti nei diversi Paesi mentre l'importo della pensione sarà determinato da ciascun Paese in proporzione soltanto ai contributi versati nel rispettivo ente previdenziale. Questo meccanismo, che in termine tecnico si chiama "totalizzazione", è valido dal giugno del 2002 anche per i lavoratori frontalieri che svolgono la loro attività in Svizzera. Così, ad esempio, un frontaliere che ha 30 anni di contributi versati in Italia e 10 in Svizzera, potrà andare in pensione di anzianità in Italia perché, sommando le due contribuzioni, ha tagliato il traguardo dei 40 anni di versamenti; dovrà, invece, attendere l'età per la pensione di vecchiaia prevista dalle leggi svizzere (nella Confederazione non esiste la pensione di anzianità) per incassare la quota di pensione maturata per i versamenti fatti oltralpe. Qualche particolarità, invece, c'era, in passato, per i lavoratori frontalieri in Svizzera: il cittadino italiano che lavorava in Svizzera pur avendo versato i contributi presso l'Ente elvetico, poteva optare tra la pensione svizzera e quella italiana. Nel secondo caso, poteva richiedere, alla propria Sede INPS il trasferimento dei contributi versati in Svizzera e l'importo totale versato veniva trasferito in Italia, in base al tasso di cambio della moneta in vigore al momento della domanda. PENSIONE SVIZZERA Per chi ha contributi in Svizzera è opportuno conoscere quali sono le prestazioni pensionistiche erogate da questo Stato. Agli uomini e alle donne che hanno compiuto, rispettivamente, 65 e 64 anni (fino al 2004 l'età per le donne era fissata a 63 anni) spetta la pensione di vecchiaia quando si può far valere un solo anno di contributi. È, poi, possibile anticipare di uno o due anni la riscossione della rendita di vecchiaia, con una riduzione dell'importo pari al 6,8% per anno d'anticipo per gli uomini e di 3,4% annuo per le donne, o posticiparla da uno a cinque anni con una maggiorazione del 5,2% per anno fino a un massimo di 31,5% per 5 anni. Il diritto nasce dal primo giorno del mese successivo a quello di compimento dell'età pensionabile ordinaria o anticipata e si estingue con il decesso. L'importo della rendita è determinato sulla base degli anni di contribuzione e del reddito medio annuo calcolato sull'intera carriera lavorativa. Image: 20101019/foto/134.jpg Rassegna stampa Italia Oggi "Non c'è prescrizione per il riscatto" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa ItaliaOggi sezione: Azienda Scuola data: 19/10/2010 - pag: 42 autore: di Franco Bastianini Dopo 18 anni l'Inpdap condannata per un errore commesso sulla pratica di una prof Non c'è prescrizione per il riscatto L'Inpdap risponde degli errori commessi 18 anni fa dall'Enpas. Potrebbe fare giurisprudenza la decisione n. 7284 del 5 ottobre 2010 con la quale la sezione sesta del Consiglio di stato, nell'accogliere un ricorso in appello presentato avverso una sentenza del Tar di Reggio Calabria, ha affermato che in caso di errore imputabile all'ente previdenziale non può trovare applicazione l'art. 2946 del codice civile secondo il quale i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di 10 anni.Questi i fatti.Nel 1966 una docente aveva presentato domanda di riscatto ai fini della buonuscita sia degli anni di servizio di pre-ruolo che quelli del corso di laurea. Dopo nove anni, con delibera del 30 aprile 1975 l'Enpas, l'istituto di previdenza successivamente incorporato nell'Inpdap, aveva ammesso al riscatto sette anni. Il provveditore agli studi, con un provvedimento del 19 maggio 1975, aveva autorizzato la ritenuta mensile a scomputo del contributo di riscatto come deliberato dall'Enpas. Il provvedimento non era stato impugnato dalla docente. Accortasi, prima di andare in pensione il 1° settembre 1993, che nella delibera di riscatto non erano stati conteggiati gli anni universitari, come espressamente richiesti nella domanda presentata nel 1966, aveva inoltrato formale richiesta all'istituto di una rettifica del provvedimento. Rettifica negata. Avverso tale diniego la docente aveva presentato ricorso al Tar di Reggio Calabria con il quale chiedeva il riconoscimento del diritto all'accoglimento integrale della domanda originale con la misura del contributo di riscatto riferito all'epoca della presentazione della domanda. Il tribunale amministrativo respingeva il ricorso accogliendo la tesi sostenuta dall'Inpdap secondo la quale la pretesa della docente non poteva trovare accoglimento essendo intervenuta la prescrizione essendo trascorsi 10 anni dal ricevimento della delibera dell'Enpas.I giudici della sezione sesta del Consiglio di stato non sono stati, invece, dello stesso avviso. Dopo avere respinto l'eccezione di intervenuta prescrizione sollevata dall'Inpdap, in quanto non presentata in sede di prima istanza, hanno sottolineato come in punto di fatto non era possibile parlare di decorso di una eventuale prescrizione, poiché i provvedimenti che aveva ricevuto la docente nel corso del rapporto di lavoro non erano tali da farle percepire l'effettivo contenuto lesivo del provvedimento.Pertanto, avendo la docente fatto regolare richiesta di riscatto degli anni di laurea nel 1966, il suo diritto, sempre ad avviso dei giudici del Consiglio di stato, doveva essere riconosciuto unitamente all'applicazione delle tabelle di riscatto previste all'epoca della domanda. Rassegna stampa Italia Oggi "È l'ora del riconoscimento" Data: 19/10/2010 Indietro Stampa ItaliaOggi sezione: Tributaristi - Ancot data: 19/10/2010 - pag: 36 autore: di Vito Mastrorocco A Roma Colap e Ancot festeggiano il grande successo ottenuto nei giorni scorsi È l'ora del riconoscimento Alla firma di Alfano i decreti di accreditamento Domanda. Giuseppe Lupoi, presidente del Colap. Siamo alla vigilia degli stati generali delle associazioni, quale è l'obiettivo per il Colap Risposta. COMPETE.R.E. sarà una giornata di incontro, di scambio, di confronto e di condivisione tra liberi professionisti, mondo politico, istituzionale, sindacale e la società civile. Il nostro obiettivo è confermare che i professionisti associativi esistono. Il loro ruolo nel tessuto economico e sociale è evidente; lo dimostrano una sempre crescente utenza, che ogni giorno si avvale dei loro servizi, e dalla produzione di reddito, in grado di contribuire in modo significativo alla composizione del pil nazionaleD. Gli ultimi stati generali risalgono al 2006, come è cambiato il mondo delle associazioni in questi quattro anni?R. Il mondo associativo è cresciuto, si è rinnovato si è consolidato. Un numero sempre maggiore di associazioni professionali sentono oggi il bisogno di far sentire la loro voce attraverso il CoLAP, di far conoscere ai nostri governanti questo complesso e diversificato mondo con tutte le sue peculiarità e criticità. Oggi al CoLAP aderiscono oltre 200 associazioni professionali, per un bacino di 300 mila iscritti, con una loro storia e con una loro professionalità maturata nel tempo. I nostri politici, che hanno accolto positivamente l'iniziativa di COMPETE.R.E., hanno oggi la responsabilità di recuperare il tempo perduto e regolamentare quello che il mercato ha riconosciuto ormai da tempo. D. Quali saranno gli argomenti caldi?R. La sessione della mattina avrà per tema «Il Cittadino garantito» e si aprirà con la sottoscrizione pubblica del protocollo di intesa tra il CoLAP, le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e le Associazioni dei consumatori per l'istituzione di un Comitato di garanzia che certifichi il sistema e le procedure delle associazioni professionali per il rilascio degli attestati di competenza. Poi avremo il dibattito politico, organizzato sul modello tipico del talkshow, dove le personalità politiche ed istituzionali saranno chiamate ad intervenire sui temi quali il ruolo delle associazioni e la loro utilità, l'innovazione delle professioni associative ed i confini con le professioni regolamentate. Il pomeriggio sarà «Lo show room delle professioni», un momento di approfondimento scientifico dedicato alla presentazione di alcune nuove professioni, delle loro competenze e della loro spendibilità sul mercato.D. Parliamo del decreto di annotazione delle associazioni previsto dall'art. 26 del dlgs 206/2007 di recepimento della direttiva qualifiche riconoscimento. Che notizie avete dal ministero della giustizia?Un'ottima notizia. Il 4 ottobre il Ministro di giustizia, di concerto con Politiche europee, ha firmato i primi decreti di annotazione di sei associazioni aderenti al colap. Un successo senza precedenti che consente alle associazioni di avere un ruolo nella definizione dei profili formativi europei e che di fatto riconosce il sistema delle professioni associative come parte del sistema professionale italiano insieme alle professioni rappresentate dagli ordini. E con questo importante successo possiamo guardare con fiducia alla conseguente e necessaria regolamentazione delle libere associazioni professionali, i cui progetti di legge sono in discussione presso la X commissione attività produttive della camera. D. In commissione attività produttive è ripartito l'iter della riforma per le associazioni? Fuoco di paglia o reale possibilità di arrivare a qualcosa?R. Con la separazione della riforma degli ordini, rimasta in commissione giustizia, dalla regolamentazione delle associazioni professionali, ora in commissione attività produttive, sono convinto che si possa lavorare con maggiore serenità. Se sarà un fuoco di paglia non lo possiamo sapere. Quel che è certo è che tutte le proposte di legge presentate in commissione sono un buon punto di partenza e trovano l'appoggio di entrambi gli schieramenti politici e credo che questo possa consentire in tempi brevi di arrivare ad una proposta di leggi bipartisan da portare in votazione in aula.D. Parliamo ora di previdenza: contributi troppo alti a fronte di prestazioni troppo basse. Quale soluzione proponete?R. Il problema è serio e la classe politica italiana lo conosce bene. Non è pensabile che un lavoratore autonomo che non rientra nelle professioni regolamentate sia equiparabile a un lavoratore parasubordinato, con aliquote contributive insostenibili. Quello che noi proponiamo è: istituire una previdenza privata per i professionisti accreditati delle associazioni non regolamentate; consentire la portabilità dei contributivi previdenziali già versati, con la conseguente possibilità di cambiare cassa di previdenza; ampliare il sistema della previdenza complementare anche ai professionisti non regolamentati previa individuazione di una previdenza privata di base. Domanda. Arvedo Marinelli, presidente dell'Ancot. Siamo alla vigilia degli stati generali delle associazioni, quale è l'obiettivo la sua associazione?R. Il CoLAP ha raggiunto il grande risultato delle prime iscrizioni al registro presso il Ministero di giustizia delle associazioni delle professioni non regolamentate; quindi giorno di festa e di ringraziamento. Ma l'obiettivo vero per cui il CoLAP è nato è quello della Riforma delle professioni che prevede una maggiore concorrenza nel libero mercato con regole, in particolare a tutela del cittadino utente, e non nuove riserve proordini.D. Gli ultimi stati generali risalgono al 2006, come è cambiato il mondo delle associazioni in questi quattro anni?R. Le Associazioni sono presenti in una legge dello Stato per la prima volta e questo è storia. Le Associazioni sono cresciute; ma si registra una forte azione di contrasto da parte del mondo ordinistico.D. Quali saranno gli argomenti caldi?R. La reazione del Comitato unitario degli ordini.D. Parliamo del riconoscimento. Che notizie avete dal ministero della giustizia?R. Il Minigiustizia ha comunicato la firma dei primi decreti di iscrizione e il nullaosta per le Associazioni dei tributaristi.D. In commissione attività produttive è ripartito l'iter della riforma per le associazioni? Fuoco di paglia o reale possibilità di arrivare a qualcosa?R. Con la situazione politica attuale è difficile prevedere il futuro. È possibile la separazione tra Ordini e Associazioni ma occhio alle trappole di una estensione delle attività riservate al Minigiustizia. D. Parliamo ora di previdenza: contributi troppo alti a fronte di prestazioni troppo basse. Quale soluzione proponete?R. Purtroppo la riduzione al carico contributivo è difficile, a detta di tutti per i motivi di bilancio. Ma è una ingiustizia e va detto forte. Tutta la Commissione lavoro presieduta dall'on.le Moffa e vice on.le Cazzola ritiene ingiusto questo trattamento verso i professionisti nella Gestione separata dell'Inps, ma il governo ha stoppato tutto. È insopportabile questa ingiustizia che da anni viene perpetrata nei nostri confronti. La proposta della Commissione ci sono e sono accettabili, ma resta l'indifferenza del governo. Rassegna stampa Manifesto, Il "Tempi di vita e di lavoro I giovani si fanno sentire" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa ROBERT CASTEL «In gioco c'è l'evoluzione e il futuro del sindacato» Tempi di vita e di lavoro I giovani si fanno sentire Anna Maria Merlo PARIGI Oggi c'è una nuova giornata di mobilitazione, con cortei in tutta la Francia, contro la riforma delle pensioni. È la sesta giornata di protesta in un mese e mezzo. Ma giovedì la legge passerà al Senato, dopo essere già stata approvata dall'Assemblea. I sindacati si riuniranno giovedì per vedere il da farsi. Ma l'unità sindacale, che resiste ancora nei cortei di oggi, dà segni di fragilità. La Cgc, sindacato dei quadri, ha già fatto sapere che non parteciperà più a nessuna manifestazione. I sindacati più riformisti ritengono che, una volta votata la legge, la mobilitazione non abbia più senso. La Cfdt è vicina a questa posizione, anche se i camionisti, categoria dove questo sindacato è maggioritario, sono entrati con forza nella lotta. La direzione della Cgt è in difficoltà, schiacciata tra la volontà di non rompere l'unità con la Cfdt e una base che si radicalizza. I liceali continuano la protesta e la violenza cresce. Sarebbe «molto pretenzioso» fare delle previsioni su quello che succederà dopo questa settimana decisiva, afferma il sociologo Robert Castel, specialista del mondo del lavoro. Come legge gli avvenimenti di questo mese e mezzo? C'è un paradosso, una mobilitazione abbastanza forte, con la gente molto determinata a battersi, e questo è un dato importante. Ma nell'immediato il governo e Sarkozy non cederanno. Non possono cedere, perché per loro sarebbe una sconfitta. La legge passerà. In un primo tempo gli effetti sul fronte sindacale potrebbero anche essere negativi. C'è un conflitto tra chi vuole continuare, per ottenere dei risultati, anche se è irrealista, e la posizione delle principali organizzazioni, Cfdt e Cgt, che vogliono evitare di partire all'avventura. La direzione della Cgt, in particolare, è in una posizione molto delicata e scomoda, perché dietro la posta in gioco è l'evoluzione del sindacalismo: per la Cgt, non solo più di contestazione, ma anche di trattativa. Il problema del sindacalismo francese è la sua debolezza quantitativa, con meno del 10% di lavoratori iscritti, ma anche la dispersione in molte organizzazioni. Finora l'unione Cgt-Cfdt ha prodotto cose importanti, come la vittoria contro il Cpe (Contratto di primo impiego) per esempio. L'unione dà dei risultati, ma l'effetto della situazione attuale, con uno scontro tra radicali e riformisti, potrebbe portare all'indebolimento del movimento sindacale. I sindacati potrebbero vedersi rimproverare di essere responsabili della sconfitta, cioè dell'approvazione della legge. L'irruzione dei liceali cosa significa e cosa ha cambiato? È un indizio di uno scontento generalizzato, del discredito della classe politica in generale e del governo in carica. I giovani manifestano soprattutto la paura verso il precariato, per l'incertezza del domani. I più coscienti tra loro sentono che avranno posizioni sociali inferiori a quelle dei loro genitori. La gente comincia a capire che il problema non è solo la disoccupazione, un lavoro che non assicura condizioni minime di indipendenza economica e sociale è altrettanto importante. La disoccupazione può attenuarsi, ma con il moltiplicarsi di attività degradate, con salari mediocri, minori protezioni e garanzie. È una minaccia che si delinea da un po' di tempo, e oggi i giovani cominciano ad esserne coscienti. Sarà una vittoria di Pirro per Sarkozy? C'è un grande discredito della classe politica e il governo è fortemente impopolare. La riforma arriva dopo una serie di scandali, ed è stata imposta con la forza, mentre avrebbero potuto fare qualche sforzo per coinvolgere le parti sociali. Questo crea risentimento. Ma che conseguenze può avere? Se si votasse oggi per le presidenziali, i socialisti vincerebbero. Ma non c'è nessuna certezza che il Ps abbia davvero una politica alternativa, ivi compreso sulle pensioni. Quando dicono che vogliono tornare alla pensione a 60 anni per tutti, non sono credibili. Ci vorrebbe una riforma del sistema pensionistico, per conservare il sistema di ripartizione che è una grande conquista sociale e un diritto sociale fondamentale. Bisognerebbe però chiedersi cosa vuol dire lavorare oggi. C'è stata un'evoluzione straordinaria del mondo del lavoro, del salariato, di cui né la destra né la sinistra hanno tenuto sufficientemente conto. Quando il diritto alla pensione è stato istituito, il salariato era essenzialmente operaio, c'era un'omogeneità tra chi lavorava, quindi poteva venire definita un'età legale alla pensione. Oggi il salariato è esploso, non c'è più quasi nulla in comune tra qualcuno che inizia a lavorare da giovane, e che svolge un lavoro usurante e un lavoro di funzionario, di quadro. Una strada potrebbe essere di non stabilire un'età pensionabile uniforme per tutti, ma decidere che certe categorie di lavori usuranti possono avere la pensione a 50 anni, mentre altre categorie, che hanno avuto soddisfazioni dal lavoro, possono lavorare fino a 70 anni, per esempio. Questo comporterebbe una giustizia sociale, sarebbe nello spirito mutualista delle pensioni: chi ha approfittato di più del proprio lavoro pagherebbe i contributi più a lungo per permettere ad altri, che hanno lavorato in condizioni penose, di andare prima in pensione. Rassegna stampa MF Sicilia "Inps, crescono le ore di cassa integrazione" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa MF Sicilia sezione: Sicilia Territorio & Imprese data: 19/10/2010 - pag: 3 autore: lo scorso anno aumento del 139% rispetto al 2008 Inps, crescono le ore di cassa integrazione «Le ore di cassa integrazione ordinaria nel 2009 sono aumentate in Sicilia del 139% rispetto all'anno precedente: il dato indica un aumento degli effetti della crisi, ma l'Inps dimostra di aver saputo far fronte alla domanda». Lo ha detto Sandra Petrotta, direttore regionale Inps Sicilia, intervenendo ieri a Palermo, a Palazzo dei Normanni, alla presentazione del bilancio sociale 2009 dell'istituto. «Le ore di cassa integrazione straordinaria», ha aggiunto Petrotta, «sono aumentate del 18%, mentre quella in deroga sono diminuite del 2%: l'aumento medio è dunque del 79%».Dal bilancio sociale emerge che nel 2009 sono state effettuate in Sicilia 9.029 ispezioni che hanno permesso di individuare 7.845 imprese irregolari, delle quali 2.453 in nero. I lavoratori irregolari sono risultati 23.992, dei quali 5.073 totalmente in nero. I contributi evasi accertati ammontano a 73 milioni di euro.L'Inps ha poi scattato una fotografia del mondo imprese in Sicilia: quelle iscritte all'istituto sono 142.478, la maggioranza delle quali (43,20%) del commercio e terziario, seguono le imprese agricole (19,98%), dell'artigianato (19,51%), dell'industria (14,94%), del credito (0,97%), mentre quelle di «altri settori» comprendono l'1,41%. Per quel che riguarda le pensioni Inps (al netto di assegni, pensioni sociali e invalidità) in Sicilia ne vengono erogate il 6,7% del totale nazionale (1.052.559 su 15.621.268) ma nell'isola hanno un valore medio inferiore del 23% rispetto del Paese: l'importo medio mensile in Italia è infatti pari a 773,98 euro, in Sicilia scende a 596,24. Per quel che riguarda le prestazioni per invalidità civile, nel 2009 l'Inps ne ha erogate 253.313: nella maggior parte dei casi (49%) si tratta di «indennità di accompagnamento ad invalidi totali», seguono le «pensioni di inabilità» (18%), e gli «assegni di assistenza» (15%). Nel 2009 sono stati effettuati 235.997 accertamenti presso la commissione medica di verifica: sono seguite 28.091 verifiche straordinarie che hanno portato a 3.059 revoche, pari all'11,25%.In Sicilia il 2009 è stato per l'Inps un anno con «risultati molto soddisfacenti», ha detto il direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, presente anche lui all'incontro di ieri. I risultati, secondo Nori, sono soddisfacenti perché «in un momento in cui c'è un maggiore bisogno del sostegno al reddito, delle prestazioni a carattere sussistenziale, l'Inps è lì a svolgere il suo lavoro». La crisi economica, secondo Nori «ha influito aumentando il lavoro, ma d'altronde il nostro compito è quello di intervenire nel momento in cui c'è bisogno di sostegno». Il 2009 è stato, quindi, un anno «impegnativo e proseguirà con due impegni che hanno caratterizzato l'attività dell'Inps: l'invalidità civile e le nuove prestazioni di Cassa integrazione in deroga con la forte partecipazione dei territorio, cioè l'ente Regione». Rassegna stampa Provincia Pavese, La "sila, mancano 267mila euro nel fondo pensioni - donatella zorzetto" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Le quote dei lavoratori dovevano essere versate dall’azienda a «Priamo», ma sono ferme da gennaio 2009. I sindacati: denunceremo «Sila, mancano 267mila euro nel fondo pensioni» Ieri la ripresa del trasporto con Line e Star, registrati rallentamenti e poche soppressioni DONATELLA ZORZETTO PAVIA. Dopo il cambio di gestione nel trasporto pullman pavese, passato dalla fallita Sila alle società Line e Star, c’è un colpo di scena. I sindacati sostengono che Sila non avrebbe versato 267mila euro sul fondo pensioni dei lavoratori. E intendono presentare denuncia. «L’azienda ha sempre detto che andava tutto bene, invece non è così». Giuseppe Painelli, rappresentante della Faisa Cisal, si è trovato di fronte ad una scoperta inattesa. «Il primo tentativo di sapere se il fondo pensioni “Priamo” accusasse qualche problema lo abbiamo fatto nel marzo scorso, scrivendo una lettera ai responsabili del fondo - spiega Painelli -. L’obiettivo era sapere perchè i contributi erano stati versati in modo completo solo fino a gennaio 2009. Dopo due solleciti, inviati a luglio e settembre, la risposta è arrivata e confermava l’ammanco di 267mila euro». Ieri sera, nel corso di un’assemblea con i lavoratori, è stato spiegato anche questo. Intanto, sempre ieri, il trasporto ha ripreso a funzionare dopo il blocco di sabato provocato dal mancato pagamento del contratto di assicurazione. «L’andamento è stato abbastanza soddisfacente», secondo Iolanda Nanni, coordinatrice del Comitato pendolari di Pavia. Che prosegue: «Ci sono pervenute segnalazioni di corse saltate, ma sono poche. Ad esempio non è arrivato l’omnibus in partenza da Pavia alle 7, che percorre piccoli paesi. Mentre il mezzo successivo, che porta a Milano, è arrivato con mezz’ora di ritardo». «I responsabili del servizio (Line e Star (ndr) hanno spiegato che i ritardi di oggi sono dovuti al fatto che si stanno progressivamente sostituendo i pullman attuali con modelli gran turismo, che sono difficoltosi nell’accesso e nella discesa dei passeggeri alle fermate conclude Nanni -. In linea di massima, visto che eravamo preparati anche al peggio, direi che ieri è andata benissimo. Speriamo che ora il servizio possa essere continuo. Rimane aperta la questione del risarcimento danni per migliaia di lavoratori che sono rimasti a piedi: stiamo valutando quali azioni legali intraprendere». Sull’argomento interviene anche il capogruppo Pd in consiglio provinciale, Pierangelo Fazzini. Che sottolinea: «La Provincia è arrivata impreparata a una gestione di emergenza nonostante il fallimento annunciato di Sila. E’ una situazione tutt’altro che normalizzata. La Provincia dovrà chiarire come intende normalizzare i servizi del territorio dopo il cambiamento societario». Rassegna stampa Repubblica, La "- (segue dalla copertina) bernardo valli" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Pagina 52 - Esteri Milioni di cittadini in piazza contro la riforma delle pensioni. Lavoratori che rischiano il licenziamento ma anche studenti che temono per il loro futuro. E poi gli scioperi nei trasporti e il carburante che sta per finire. È l´autunno caldo del presidente. Assediato da chi lo aveva eletto e mai così in basso nei sondaggi Due francesi su tre approvano la contestazione in una settimana davvero decisiva Ogni corteo è come un´ondata che si abbatte sulle mura del Palazzo del potere La nuova legge alza da 60 a 62 anni l´età pensionabile e da 65 a 67 il diritto a tasso pieno (SEGUE DALLA COPERTINA) BERNARDO VALLI Ogni manifestazione è come un´ondata che si abbatte sulle mura presidenziali del Palazzo dell ´Eliseo, senza turbare, almeno in apparenza, il suo inquilino. Nicolas Sarkozy non dà infatti alcun segno di cedimento. Alla République c´è un´aria di festa. Si vendono salsicce, caldarroste, bandierine, magliette con le iniziali dei vari sindacati, provvisoriamente d´accordo, uniti contro la riforma delle pensioni al centro del conflitto, ma pronti a dividersi di nuovo, se nel frattempo il Senato dovesse approvare quella riforma, come ha già fatto l´Assemblea nazionale. Ed è quello che accadrà nel mezzo della settimana. A quel punto le centrali moderate esiteranno ad opporre la piazza al Parlamento. «E´ tempo di protesta, non di rivoluzione». La composizione della folla che alimenta le manifestazioni è rivelatrice. Ci sono operai, molti; ma anche numerose famiglie, espressioni delle classi medie; e tanti ragazzi e ragazze, che hanno disertato i licei. Questa sommaria lettura dei cortei in marcia tra la République e la Nation fa capire che se la riforma delle pensioni è la posta in gioco nel braccio di ferro tra governo e sindacati, c´è anche qualcosa d´altro, di più profondo, che alimenta la protesta. E che spiega l´ampio appoggio del paese. Il presidente raccoglie, in questa (per lui) sfortunata stagione politica, soltanto il 30 per cento dei consensi. Il restante 70 per cento, che non approva la sua politica, è anche quello che si dichiara solidale con il movimento contro la riforma delle pensioni. La protesta va dunque ben al di là dell ´obiettivo dichiarato dai manifestanti. Sullo sfondo c´è Sarkozy. C´è la sua odierna impopolarità, per alcuni cronica per altri temporanea. In questa fase egli non può cedere alla piazza. I sindacati gli chiedono di negoziare la riforma delle pensioni. In sostanza di sospendere la sua approvazione in Parlamento. Ma se cedesse, dopo l´esibita intransigenza, Sarkozy perderebbe quel poco di credibilità che gli viene ancora attribuita. La riforma alza da 60 a 62 anni l´età pensionabile e da 65 a 67 il diritto a tasso pieno (con 41 anni e mezzo di contributi). La revisione, già avvenuta negli altri grandi paesi europei, è inevitabile. Ma non è stata negoziata. E i sindacati pensano di avere subito una prepotenza. La bassa percentuale di iscritti ai sindacati (8%) riduce l´effetto degli appelli di questi ultimi allo sciopero. Le proteste sociali si esprimono dunque, soprattutto, nelle manifestazioni. Sui boulevards i francesi sfogano la loro collera. E la protesta pacifica, democratica, fa da detonatore, sollecita l ´azione dei sindacati di punta, nei settori più sensibili. In particolare quello dei trasporti o quelli ad esso collegati. La paralisi di dodici raffinerie e dei depositi di carburante è stata quasi simultanea ai cortei sull´asse République-Nation, e ha suscitato il panico degli automobilisti. I quali hanno creato e creano code interminabili davanti alle stazioni di servizio, in alcuni casi costrette a chiudere per mancanza di benzina. Mentre al largo dei grandi porti le petroliere attendono invano di alleggerirsi del carico. Per ultimi, anche i camionisti hanno cominciato a rallentare o a bloccare il traffico. Nelle agitazioni sociali, non solo francesi, la paralisi o la difficoltà nei trasporti e la partecipazione dei giovani rappresentano un incubo per chi governa. Secondo i pareri, quasi unanimi, degli economisti i giovani non dovrebbero subire le conseguenze del prolungamento della vita lavorativa, in seguito a un aumento dell´età pensionabile. Al contrario ne dovrebbero trarre un beneficio. Ma non pochi licei di Francia sono entrati in agitazione, sono stati disertati da ragazzi e ragazze che partecipano alle manifestazioni imprimendo immagini sessantottine ai cortei. I professori sono spesso al loro fianco. Sparuti gruppi estremisti (i casseurs) ne approfittano, infrangono vetrine e affrontano la polizia. Molti giovani sono stati fermati. Alcuni sono stati feriti. Uno di sedici anni lo è stato gravemente, perché colpito in faccia da una flash ball, l´arma con proiettili di gomma, usata dalla polizia durante le manifestazioni violente. Dopo questo incidente il ministro degli interni, Brice Hortefeux, ha esortato gendarmi e poliziotti a usare metodi meno drastici con i giovani. Il governo teme le reazioni dell ´opinione pubblica, spontaneamente solidale con gli studenti che scendono in piazza. Le famiglie li sostengono. Nel movimento contro la riforma delle pensioni si è in qualche modo innestato il problema dei giovani. Uno su cinque stenta a trovare lavoro. E i ragazzi e le ragazze che marciano tra la République e la Nation spiegano cosi la loro presenza: «I vecchi al potere sono egoisti. Le pensioni ne sono un simbolo. La Francia si occupa soltanto del conforto dei vecchi». Le motivazioni dichiarate non sono sempre in sintonia con quelle del movimento. Rivelano un conflitto generazionale. La presenza inaspettata dei liceali dà comunque forza alla protesta. E inquieta il governo, il quale attende con impazienza le imminenti vacanze d´autunno, per la ricorrenza dei Santi, che cominciano la settimana prossima. La chiusura delle scuole dovrebbe smobilitare anche i professori e rendere meno partecipi le famiglie degli studenti. Ieri sera, alla vigilia di una nuova manifestazione, François Fillon è comparso sui teleschermi per ribadire l´intransigenza del governo. Pronto, di solito, ad affrontare le crisi senza usare il suo primo ministro come fusibile, secondo la tradizione dei presidenti nella Quinta Repubblica, Nicolas Sarkozy è rimasto questa volta tra le quinte. E ha lasciato a Fillon il compito di dissipare il panico che ha spinto i francesi a fare code interminabili alle stazioni di servizio per riempire i serbatoi delle loro automobili. Lui «non permetterà che l´economia francese venga soffocata dal blocco del rifornimento di benzina». Il diritto di sciopero non può impedire l´accesso ai depositi di carburante. I quali saranno riaperti in caso di necessità. Dal tono del primo ministro si è capito che il governo è pronto a intervenire per riattivare le dodici raffinerie e i depositi bloccati dagli scioperanti. Il bravo François Fillon ha fatto il suo dovere. Ha svolto un ruolo difficile. Ha assolto forse il suo ultimo compito, perché Sarkozy ha già annunciato da mesi che cambierà presto governo, primo ministro compreso. Logorato anche da quest´ultima crisi è un governo da mandare in soffitta. Il presidente ha bisogno di ministri nuovi per affrontare una eventuale, difficile rielezione, tra un anno e mezzo. Il bravo Fillon non è comunque riuscito a rassicurare gli automobilisti che continuano ad allungare le code davanti alle stazioni di servizio, né dissuaso gli scioperanti. Un´eventuale, possibile, «requisizione dei lavoratori delle raffinerie potrebbe aggravare la situazione», dicono i sindacalisti. I sindacati sono perplessi di fronte alla tattica da adottare dopo la manifestazione di oggi. Non tutti pensano che si possa alimentare la protesta anche dopo l´approvazione della riforma delle pensioni da parte del Senato, prevista tra qualche ora. Non essendo il governo disposto ad accettare un negoziato, riesce difficile immaginare una piazza che si ribella al Parlamento. E´ su questo che conta Sarkozy. Il quale punta anche su un ripensamento dell´opinione pubblica, in seguito alle difficoltà create la movimento di protesta. In particolare da una possibile mancanza di carburante. Chiuse le scuole per le vacanze, e quindi tolti i giovani e i loro professori dalle manifestazioni, la crisi verrebbe ridimensionata. E la maggioranza silenziosa, che nel passato funzionò meglio della repressione, dovrebbe riemergere. Ma se il braccio di ferro dovesse veramente concludersi cosi, Nicolas Sarkozy ne uscirebbe comunque con lividi e cerotti, perché era anche contro di lui che i manifestanti, con l´appoggio sia pure effimero di due francesi su tre, marciavano tra la République e la Nation. Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "Sarkozy: avanti sulle pensioni" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: MONDO data: 2010-10-19 - pag: 11 Francia. L'Eliseo difende la riforma alla vigilia dello sciopero che bloccherà fino al 50% dei voli Sarkozy: avanti sulle pensioni Scontri in piazza. La protesta studentesca a Nanterre, alle porte di Parigi Si aggrava l'emergenza carburante, a secco 2.500 pompe su 12.500 PARIGI. Dal nostro corrispondente La riforma delle pensioni si farà e il governo impedirà la paralisi del paese. Il presidente Nicolas Sarkozy lo ha ribadito anche ieri da Deauville: «Questa legge è necessaria, ci siamo impegnati a farla e andremo fino in fondo. Capisco che la nostra decisione crei tensioni e inquietudini, ma è altrettanto normale e naturale che in una democrazia parlamentare sia il parlamento a decidere. E che in un paese democratico il governo faccia in modo che gli automobilisti trovino il carburante nei distributori». Poche ore prima, al termine di un vertice all'Eliseo, il ministro dell'Interno Brice Hortefeux aveva annunciato la creazione di una cellula di crisi con il compito appunto di fare in modo che i distributori vengano riforniti. Anche perché la situazione in effetti comincia a essere davvero preoccupante, a maggior ragione a pochi giorni dal lungo periodo di vacanza di Ognissanti. Ieri sera 2.500 punti vendita erano a secco e altri 2mila (su 12.500 totali) hanno quasi esaurito le riserve. I prefetti di due province hanno addirittura invitato a usare l'automobile solo in casi di assoluta necessità. Mentre le 12 raffinerie continuano a essere bloccate e nei depositi c'è una rincorsa tra gli scioperanti e la polizia per impedire e liberare l'accesso. E dall'Ump, il partito del presidente, si comincia ad alzare qualche voce per chiedere un intervento dell'esercito. L'attenzione è ovviamente rivolta alla giornata di oggi, con il quarto sciopero nazionale del settore pubblico in un mese e mezzo. Che costringerà ancora una volta gli aeroporti parigini a cancellare il 30-50% dei loro collegamenti. Verranno passati ai raggi X i tassi di adesione alla protesta, con l'astensione dal lavoro, e quelli di partecipazione a manifestazioni e cortei. Nel fronte sindacale, fino a oggi compatto, si cominciano però a percepire le prime incrinature. I dirigenti delle organizzazioni più riformiste dicono ormai abbastanza apertamente che dopo il voto del senato (previsto per giovedì o, al più tardi, nel fine settimana) non avrà più senso proseguire la protesta. I sindacati più radicali insistono nel cavalcare la protesta ricordando il caso del 2006, quando la pressione della piazza costrinse l'allora presidente Jacques Chirac a cancellare una legge sul lavoro votata dal parlamento, vistata dalla corte costituzionale e addirittura già promulgata. Ma allora c'era una mobilitazione che cresceva ogni giorno, in particolare nelle scuole. Oggi non è così. E la protesta studentesca si sta facendo notare soprattutto per gli scontri di alcuni gruppi di manifestanti con la polizia. Scene di guerriglia urbana ci sono state ieri alle porte di Parigi, a Nanterre e Saint Denis, ma anche a Rouen, Lille e Roubaix. Nella capitale un centinaio di ragazzi ha occupato per un'ora la centralissima Rue de Rivoli e altri hanno cercato senza riuscirvi, di bloccare gli Champs Elysées nei pressi dell'Etoile. Ma sono episodi. Meno episodica è invece la situazione di Marsiglia, dove i portuali dei terminal petroliferi sono al ventunesimo giorno di sciopero e nelle strade ci sono ormai 5mila tonnellate di spazzatura. RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il "UniCredit firma la pace sindacale" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Il Sole-24 Ore edizione: NAZIONALE sezione: IN PRIMO PIANO data: 2010-10-19 - pag: 5 La questione occupazionale - L'ACCORDO DI PIAZZA CORDUSIO UniCredit firma la pace sindacale Accordo fatto. La sede UniCredit di Piazza Cordusio a Milano L'intesa sulle ricadute della banca unica riduce gli esuberi ma anche i risparmi - IL FOCUS - Secondo stime aziendali il 60% delle uscite riguarderà Banca di Roma, UniCredit Banca e Banco di Sicilia UniCredit e sindacati hanno firmato la pace sulle ricadute occupazionali della riorganizzazione delle attività italiane. Tremila uscite volontarie nei prossimi tre anni, invece delle 4.700 inizialmente previste, e 2.200 nuovi occupati tra precari stabilizzati e neoassunti sono le colonne su cui si regge l'accordo per il modello One4C, noto come "bancone". Riforma che dal primo novembre vedrà l'incorporazione in UniCredit Spa di UC Banca, UC Banca di Roma, Banco di Sicilia, UC Corporate Banking, UC Private Banking, UC Family Financing Bank e UC Bancassurance M&A. La prima intesa dell'era Ghizzoni, che affonda le radici nel lavoro impostato da Alessandro Profumo e approvato il 4 agosto dal CdA, lascia (quasi) tutti soddisfatti. Alla base della riforma organizzativa, oltre a efficientamenti dell'offerta, per UniCredit c'era la necessità di risparmi sul costo del lavoro quantificati dall'azienda in un obiettivo di 422 milioni a regime. Pari a un'eccedenza di 7.200 dipendenti sui circa 55mila addetti italiani a fine 2009 che sono un terzo della forza lavoro del gruppo. Scalate le 2.500 uscite già previste nel 2010 dall'accordo sull'integrazione con Capitalia, restava sul tappeto l'uscita di 4.700 dipendenti, compresi 600 che avevano già chiesto il prepensionamento ma erano rimasti bloccati per il rinvio di un anno delle finestre previdenziali. Da qui è partita una complessa trattativa conclusa dopo una maratona durata sei giorni e tre notti. I sindacati hanno ottenuto il calo degli esuberi nel triennio da 4.700 a 3.000. Degli altri si ridiscuterà entro il 2015. Le uscite, su base volontaria e incentivata (con bonus variabili in base all'età), riguarderanno i dipendenti che nei prossimi tre anni raggiungeranno i requisiti per la pensione. Che, entro il 15 novembre, potranno dimettersi scegliendo se uscire subito alla maturazione del requisito previdenziale (ottenendo il 100% dell'incentivo e un assegno pari al 70% netto dell'ultima retribuzione sino alla "finestra") o restare in servizio sino alla data della "finestra", ma in questo caso l'incentivo si ridurrà alla metà, senza altri assegni). Ora scatterà un censimento obbligatorio della posizione contributiva di tutti i dipendenti nati prima del 1960. Secondo stime aziendali, che collocano a quota 2.460 i bancari che in tre anni matureranno i requisiti, il 60% dei possibili prepensionandi si trova nelle società che gestiscono la rete degli sportelli, UniCredit Banca di Roma (800 dipendenti), UniCredit Banca (373) e Banco di Sicilia (245). Dal 15 al 26 novembre azienda e sindacati verificheranno se le domande colmano le previsioni. Se così non fosse, scatterà la legge 223 che renderà obbligatoria l'uscita dei bancari alla maturazione dei requisiti pensionistici. In caso le domande tocchino quota 3mila, potranno uscire anche i 600 dipendenti il cui pensionamento era rimasto bloccato. I sindacati hanno ottenuto anche la stabilizzazione di tutti i 1.077 dipendenti già al lavoro come apprendisti. La banca si è poi impegnata a 1.000 nuove assunzioni entro il 2013 ed, entro fine anno, ad altre 121 previste da accordi precedenti. Ai nuovi assunti sarà applicato integralmente il contratto di settore, mentre la parte economica di quello aziendale scatterà progressivamente e sarà corrisposta al 100% dopo il quarto anno di servizio. Durante i primi quattro anni, ai neoassunti saranno comunque garantite alcune prestazioni del welfare aziendale (riconoscimento da subito del contributo previdenziale aziendale del 3%, assistenza, coperture infortunistiche e condizioni bancarie agevolate). L'intesa prevede poi l'erogazione di un premio aziendale per il 2010, da pagare nel 2011, per un importo medio - da riparametrare in base alla qualifica - di 2.000 euro lordi. L'accordo soddisfa i sindacati mentre lascia più cauti gli analisti. Ieri a Piazza Affari il titolo di Piazza Cordusio ha chiuso in rialzo del 2,42%, ma il rialzo condiviso con l'intero settore del credito è stato trainato dai risultati di Citigroup. [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA I NUMERI 3mila Le uscite L'accordo prevede tremila uscite volontarie nei prossimi tre anni invece delle 4.700 inizialmente stimate. 2.200 I nuovi occupati Fra precari stabilizzati e nuove assunzioni. 4 anni Il «gap» per i neoassunti I neoassunti riceveranno il contratto di settore, mentre la parte economica di quello aziendale sarà corrisposta al 100% dopo 4 anni. I PUNTI PRINCIPALI La stabilizzazione dei lavoratori precari A scadenza, i 1.077 dipendenti con contratto di apprendistato saranno assunti a tempo indeterminato con l'applicazione dei contratti nazionale e aziendale. L'accordo del 2008 Entro il 18 gennaio UniCredit assumerà 121 dipendenti, a completamento di quelli previsti dal piano triennale e dei 200 previsti dall'accordo del 4 dicembre 2008 In arrivo mille nuovi addetti Sono previsti nel prossimo triennio, in massima parte con contratto di apprendistato. Un terzo avrà luogo entro il 2011, privilegiando il rafforzamento delle strutture commerciali Le priorità nell'assunzione Per le assunzioni sarà data priorità ai lavoratori che hanno maturato la maggiore permanenza nel gruppo con contratti a tempo determinato, di somministrazione oppure stage. Il curriculum dei candidati UniCredit cerca laureati in discipline «attinenti» all'ambito di lavoro (discipline economico giuridiche e lingue) con conoscenza dell'inglese e attitudine al cambiamento e alla mobilità. Assunzioni da aziende in crisi Su richiesta sindacale, UniCredit si assume l'impegno a ricercare le compatibilità organizzative e professionali per favorire l'assunzione di personale proveniente dal gruppo Delta e da Setesi, con percorsi di valutazione ad hoc Figli di dipendenti Su espressa richiesta sindacale, ferma restando «l'ineludibile esigenza di pieno rispetto delle caratteristiche meritocratiche alla base delle politiche di recruiting e sviluppo del gruppo», UniCredit «non porrà alcuna limitazione connessa al vincolo parentale nei confronti dei figli dei dipendenti cessati per pensionamento volontario, in possesso dei requisiti per la selezione (laurea triennale e conoscenza della lingua inglese), determinando, a parità di valutazione in sede di selezione, una priorità nell'assunzione» Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il (Affari Privati) "ALL'INTERNO" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Inserti edizione: NAZIONALE sezione: PUBBLICITA' data: 2010-10-18 - pag: 19 ALL'INTERNO Ammortizzatori sociali Ministero del Lavoro, decreti ministeriali 4 agosto 2010, numero 53730, 53732 e 9 agosto 2010, numeri 53737 e 53738 p Assegnazione alle regioni delle risorse. Il ministero del Lavoro, con vari decreti, ha provveduto ad assegnare ad alcune regioni le risorse finanziarie per la concessione o proroga, in deroga alla vigente normativa, di trattamenti di cassa integrazione guadagni, ordinaria e/o straordinaria, di mobilità, di disoccupazione speciale ai lavoratori a tempo determinato e indeterminato, con inclusione degli apprendisti e dei lavoratori somministrati, delle imprese ubicate nelle regioni medesime (Emilia Romagna: 70 milioni di euro; Sicilia 50; Toscana 100; Calabria 50). «Gazzetta Ufficiale»- 28 settembre 2010, n. 227 Durc Ministero del Lavoro, circolare 8 ottobre 2010, n. 35 p Appalti pubblici: validità trimestrale. Facendo seguito alla determinazione dell'autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp), che ha preso atto di recenti orientamenti giurisprudenziali, il ministero del Lavoro ha riconosciuto validità trimestrale al Durc nel settore degli appalti pubblici. In relazione al periodo di validità del Durc, inoltre, la validità trimestrale va estesa anche ai documenti rilasciati ai fini dell'attestazione Soa e dell'iscrizione all'albo fornitori; diversamente, per specifico dettato normativo, il Durc rilasciato per la fruizione di benefici normativi e contributivi ha validità mensile (Dm 24 ottobre 2007). Il Durc rilasciato con riferimento ai lavori privati in edilizia, con validità trimestrale, può essere utilizzato, per l'intero periodo di validità, ai fini dell'inizio di più lavori. Nell'ambito degli appalti pubblici non può essere utilizzato un Durc richiesto a fini diversi. Inps Messaggio 24433 del 30 settembre 2010 p Tasso annuo di capitalizzazione montanti contributivi 2010. È stato determinato il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi relativamente al 2010. Il tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2010, risulta pari a 0,017935 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione è pari a 1,017935. Lo ha precisato l'Inps con messaggio 24433/10. L'istituto di previdenza sociale ricorda che il montante contributivo individuale relativo alle prestazioni pensionistiche, alle quote di pensione, nonché ai supplementi da liquidare con il sistema contributivo deve essere calcolato, in applicazione della legge 335/95 e del decreto legislativo 180/97, rivalutando il montante individuale dei contributi maturato al 31 dicembre di ciascun anno per il coefficiente previsto per l'anno successivo. Al montante deve essere aggiunta la contribuzione relativa al 2010 e quella versata nel 2011, anteriore alla decorrenza della pensione. «Il Sole 24 Ore» - 1 ottobre 2010 Circolare 128 del 1 ottobre 2010 p Nuova misura degli interessi di mora. Cambia la misura degli interessi di mora dal 1 ottobre 2010. Lo ha comunicato l'Inps con circolare 128/10. L'articolo 30 del Dpr 602/73 prevede l'applicazione degli interessi di mora per il ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo a partire dalla notifica della cartella e fino alla data di pagamento, a un tasso da determinarsi annualmente con decreto del ministero delle Finanze. Il direttore dell'agenzia delle Entrate aveva stabilito la misura al 6,83585% in ragione annuale, con effetto da ottobre 2009. L'Agenzia, interessata la Banca d'Italia, con provvedimento n. protocollo 2010/124566 del settembre 2010 ha disposto la riduzione dell'attuale misura degli interessi di mora per ritardato pagamento delle somme iscritte a ruolo al 5,7567% in ragione annuale. La variazione decorre dal 1 ottobre 2010. L'Inps ricorda che l'articolo 116 della legge 388/2000 prevede che dopo il raggiungimento del tetto massimo delle sanzioni civili nelle misure previste alle lettere a) e b) del comma 8 dello stesso articolo senza che si sia provveduto all'integrale pagamento del dovuto, sul debito contributivo maturano interessi nella misura degli interessi di mora (articolo 30 del Dpr 602/73, come sostituito dall'articolo 14 del decreto legislativo 46/99. Quindi, anche per tale fattispecie, la nuova misura trova applicazione a partire dal 1 ottobre 2010. «Il Sole 24 Ore» - 2 ottobre 2010 Cumulo tra Cig e reddito di lavoro Circolare 130 del 4 ottobre 2010 p Cassa integrazione e lavoro. Con la circolare 130/10 l'Inps dà chiarimenti sulla compatibilità e cumulabilità della Cig con il lavoro, sia autonomo sia dipendente. L'istituto ripropone la circolare 107 del 5 agosto 2010, con quale era intervenuto per fornire un quadro complessivo della materia. In particolare l'ente fornisce dei chiarimenti sull'accredito della contribuzione figurativa nei casi di cumulabilità del lavoro accessorio con le integrazioni salariali e, in genere, di compatibilità e cumulabilità delle altre prestazioni a sostegno del reddito con le prestazioni di lavoro accessorio per gli anni 2009 e 2010. In queste situazioni, per la corretta applicazione dell'articolo 70 del decreto legislativo 276/03, è necessario che la quota di contribuzione Ivs (pari a 1,3 euro per ogni buono lavoro di 10 euro) vada a confluire alla gestione a carico della quale è posto l'onere dell'accredito figurativo correlato alle prestazioni integrative o di sostegno al reddito, a parziale ristoro del relativo onere. Da ciò discende che in tali casi la quota Ivs non dovrà essere accreditata sulla posizione contributiva del singolo lavoratore. L'istituto era intervenuto su questa materia con il messaggio 12082/2010. In quell'occasione si parlava del rimborso dei buoni lavoro. È stato precisato che, in questi casi, i lavoratori fruiscono di contribuzione figurativa, legata alla prestazione di disoccupazione, mobilità o integrazione salariale che percepiscono. L'Inps provvede a sottrarre dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro accessorio. Di conseguenza, la quota di contribuzione Ivs contenuta nel valore nominale del buono (1,3 euro per ogni buono da dieci) non verrà accreditata sulla posizione contributiva del lavoratore, ma andrà ad affluire alla gestione Inps a cui carico è posta la contribuzione figurativa. «Il Sole 24 Ore» - 5 ottobre 2010 Messaggio 25295 del 7 ottobre 2010 p Iscrizione a ruolo dei crediti accertati per il 2006 nei confronti dei liberi professionisti tenuti all'iscrizione alla gestione separata. Con questo messaggio l'Inps ricorda che dal 2009 sono state fornite le istruzioni per il controllo delle posizioni create nella gestione separata, a seguito dell'iscrizione d'ufficio per l'anno 2006 dei percettori di reddito da lavoro autonomo (professionisti) destinatari delle comunicazioni effettuate nell'ambito dell'operazione Poseidone. A conclusione delle attività di verifica di queste posizioni, l'istituto comunica che si è proceduto all'iscrizione a ruolo, con modalità centralizzata, dei crediti confluiti negli archivi Rcgest, tipologia liberi professionisti. Per consentire il monitoraggio degli esiti delle riscossioni collegate all'operazione Poseidone e alle attività di accertamento sul reddito dei soggetti che esercitano professionalmente attività di lavoro autonomo sono stati istituiti alcuni codici tributo per individuare nelle cartelle di pagamento i crediti finiti sotto la lente dell'Inps: - 8335 - Gestione separata contributi su reddito arti e professioni; - 8336 - Gestione separata interessi mora; - 8337 - Gestione separata sanzioni civili su reddito arti e professioni. In caso di contestazione tardiva dei crediti dovranno essere effettuate tutte le verifiche volte ad accertare, attraverso l'analisi delle dichiarazioni reddituali, la sussistenza dell'obbligo contributivo. Qualora questi crediti dovessero risultare in tutto o in parte non dovuti, le cartelle dovranno essere sospese in attesa del rilascio della procedura di abbandono e di sgravio totale o parziale per "credito non dovuto". Al via l'accordo per contrastare il sommerso Lavoro nero Ministeri del Lavoro e della Difesa, convenzione 29 settembre 2010 p Convenzione tra Dpl e Carabinieri. Il ministero del Lavoro e quello della Difesa hanno firmato una convenzione per la cooperazione tra le direzioni provinciali del lavoro e l'Arma dei carabinieri al fine di contrastare il lavoro nero. La cooperazione è finalizzata al contrasto dei fenomeni di criminalità connessi allo sfruttamento del lavoro, all'occupazione illegale di lavoratori e al rispetto delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Pensioni pubbliche Inpdap, nota operativa 19 luglio 2010, n. 48 p Rivalutazione contributi. L'Inpdap ha provveduto all'aggiornamento del tasso annuo di capitalizzazione per il 2010, da utilizzare per la rivalutazione del montante contributivo individuale maturato al 31 dicembre 2009 per decorrenze della pensione dal 1 gennaio 2011. Il tasso è pari a 1,017935. Pubblico impiego Dipartimento della Funzione pubblica, circolare 28 settembre 2010, n. 2 p Certificati medici. Sono state fornite indicazioni in materia di trasmissione telematica dei certificati e degli attestati medici per la giustificazione delle assenze per malattia dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (articolo 55-septies del Dlgs 165/01, introdotto dall'articolo 69 del Dlgs 150/09). Salute e sicurezza Ministero del Lavoro, quesito 1 settembre 2010 p Associazioni sportive dilettantistiche. In materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nell'ambito delle associazioni sportive dilettantistiche, il ministero ha evidenziato che nel caso in cui queste associazioni abbiano dipendenti o sportivi professionisti dipendenti, è pacifica l'applicazione delle norme generali a tutela della salute e sicurezza sul lavoro, mentre, in base al tenore letterale del combinato disposto degli articoli 61 del Dlgs 276/03 e 3, comma 7, del Dlgs 81/08, è prevista una deroga alla generale applicabilità delle stesse nel caso di lavoratori con contratto di lavoro a progetto che prestano la propria attività lavorativa nei locali del committente. Nel prevedere l'applicabilità delle norme antinfortunistiche ai lavoratori a progetto, la norma rimanda, per la definizione degli stessi, all'articolo 61 del Dlgs 276/03, che esclude espressamente dal campo di applicazione della disciplina relativa ai lavoratori a progetto, fra gli altri, «i rapporti e le attività di collaborazione coordinata e continuativa comunque rese e utilizzate a fini istituzionali in favore di associazioni e società sportive dilettantistiche (...) come individuate e disciplinate dall'articolo 90 della legge 289/02», salva, comunque, l'applicazione di clausole di contratto individuale o di accordo collettivo più favorevoli al collaboratore. Spettacolo Enpals, circolare 6 ottobre 2010, n. 12 p Pensionamento anticipato. Sono state modificate le disposizioni in tema di accesso al pensionamento anticipato per i lavoratori dello spettacolo appartenenti alle categorie dei tersicorei e ballerini sulla base delle indicazioni pervenute dai ministeri vigilanti. La presente circolare integra e sostituisce la circolare 23 luglio 2010, n. 7. Sono fatti salvi gli effetti già prodotti. Turismo Ministero del Lavoro, circolare 30 settembre 2010, n. 34 p Rapporto di lavoro. Sono state fornite indicazioni operative relative alle problematiche e alla gestione del rapporto di lavoro nel settore del turismo. La circolare chiarisce le modalità di utilizzo delle tipologie contrattuali che maggiormente possono contribuire allo sviluppo del settore quali l'apprendistato, il lavoro intermittente, il lavoro occasionale accessorio e il lavoro a tempo determinato e illustra il corretto utilizzo dell'appalto e degli strumenti di incentivazione del lavoro, come la detassazione del salario di produttività. Infine la circolare ribadisce l'importanza dell'azione di vigilanza svolta delle varie direzioni provinciali del lavoro con l'obiettivo di combattere le forme di irregolarità e di sfruttamento. «Il Sole 24 Ore» - 30 settembre 2010 RIPRODUZIONE RISERVATA Rassegna stampa Sole 24 Ore, Il (Rapporti) "Polizze vita, un anno record" Indietro Data: 19/10/2010 Stampa Rapporti edizione: NAZIONALE sezione: ASSICURAZIONI data: 2010-10-19 - pag: 16 Bilanci. Nei primi otto mesi del 2010 collocati premi di nuova produzione per 51 miliardi di euro (+28%) Polizze vita, un anno record IMAGOECONOMICA IMAGOECONOMICA IMAGOECONOMICA IMAGOECONOMICA Il 75% della raccolta verso prodotti garantiti ma il trend sta cambiando - CAMBIO DI STRATEGIA Le compagnie stanno spingendo la clientela verso le polizze finanziarie che impegnano meno capitale nel nuovo scenario di Solvency II FONDI PENSIONE AL PALO - Le casse aperte hanno raddoppiato la raccolta lorda che però, al netto dei trasferimenti, è diminuita di 10 milioni 2010 anno boom per l'assicurazione vita. Dopo un 2008 molto difficile e un 2009 in ripresa, la prima parte del 2010 ha visto esplodere la raccolta di nuova produzione e se anche l'ultima parte dell'anno dovesse vedere un rallentamento, l'esercizio quanto a volumi sarà comunque ottimo. I dati più aggiornati sono a fine agosto e mostrano da inizio anno premi di nuova produzione per oltre 51 miliardi, in crescita del 28%. Circa i tre quarti dei premi sono andati su polizze a capitale garantito di ramo I, cresciute rispetto all'anno prima del 13,6%, ma con l'adare dei mesi stanno riprendendo quota le polizze di ramo terzo, le unit o index linked, che negli otto mesi sono triplicate. Tra i collocatori, la parte del leone è andata ancora agli sportelli, bancari e postali, che hanno coperto i due terzi della raccolta (+29,6%) ma un ruolo sempre più importante è toccato ai promotori finanziari che hanno venduto quasi il 15% dei nuovi premi (+38,5%), complice anche il prodotto-chiave di Banca Mediolanum che viene raccolto da promotori e confluisce nelle statistiche Ania. Annata positiva anche per gli agenti di assicurazione che a fine agosto attestavano la propria quota di mercato al 9%, con una crescita della nuova produzione del 21%. E il ramo vita non è andato bene solo in termini di volumi: il risultato operativo di Generali a fine giugno è stato il migliore degli ultimi tre anni, con un risultato di 1,6 miliardi, in crescita del 23,5%. Per il gruppo FonSai il contributo del vita a livello di utile prima delle imposte è stato di 107 milioni, oltre 4 volte rispetto all'anno prima, Allianz in Italia ha visto l'utile operativo salire a 145 milioni dai 95 del primo semestre 2009 e Unipol Gruppo Finanziario ha annunciato margini sulla nuova produzione in crescita al 21,5% in Unipol e all'8,5% nelle attività di bancassicurazione di Bnl Vita. La massa di raccolta è stata talmente elevata che per gli assicuratori si pone ora il problema di una gestione redditizia: la nuova produzione ha gonfiato le gestioni separate in una fase di tassi molto bassi, diluendo così i rendimenti. Secondo gli analisti, al momento, a livello di mercato non è un problema mantenere le garanzie offerte agli assicurati visto che il rendimento minimo garantito si aggira a livello medio sull'1-1,5%. Ora il problema è dare redditività alla compagnia in una situazione di rendimenti e tassi risicati. Peraltro il fiume di denaro che ha preso la strada delle assicurazioni è destinato ad assottigliarsi. Dopo la grande crisi finanziaria, il mercato italiano ha assistito a una imponente ricomposizione del portafoglio dei risparmiatori, che alla ricerca di capitali garantiti si sono indirizzati verso le polizze. Ora il processo di spostamento è in gran parte avvenuto e anzi compagnie e banche si preparano a un nuovo passaggio, indirizzando la clientela verso polizze unit e index linked di nuova generazione. Il problema che sta emergendo con l'implementazione di Solvency II è infatti quello dell'assorbimento di capitale da parte dei contratti di ramo I, che li rende particolarmente onerosi per le compagnie. «Bisogna trovare il modo per creare prodotti più attraenti - osserva Maxime Charbonnel, Principal di Roland Berger - magari a capitale garantito, ma in unità di conto», e quindi legati a indici o a fondi attraverso polizze di ramo III, che assorbono meno capitale. La strada, spiega Charbonnel, è già stata ripresa dopo la crisi nel settore del private banking, con una nuova generazione di investimenti in prodotti strutturati a carattere difensivo. E il forte assorbimento di capitale da parte delle polizze vita costringerà gli istituti di credito attivi nella bancassicurazione a verificare la compatibilità nei loro bilanci dei grandi portafogli vita alla luce delle esigenze di capitale fissate da Solvency II, per gli aspetti assicurativi, e da Basilea III, per quelli bancari. Mentre alcune banche hanno scelto la strada di partner assicurativi cui far consolidare le polizze (e le relative esigenze di capitale), altre preferiscono tenersi l'attività in casa, visto che offre una redditività interessante. E' questo il caso di Intesa Sanpaolo, che con l'integrazione tra le compagnie di bancassicurazione del gruppo potrebbe presentarsi sul mercato nel 2011 con un nuovo colosso. E' invece ancora solo una nicchia l'assicurazione previdenziale: i fondi pensione aperti hanno sì raddoppiato la nuova raccolta nei primi otto mesi dell'anno ma questa ha rappresentato solo lo 0,1% del mercato. La raccolta netta registrata da Assogestioni nei primi 6 mesi dell'anno è addirittura calata di 10 milioni a 193 milioni in tutto. Gli attivi dei fondi pensione aperti a fine giugno ammontavano a 6,6 miliardi, con 3 miliardi gestiti da assicurazioni. RIPRODUZIONE RISERVATA Raccolta vita 2009: 7090 (+28,4%) 1 sem.2010: Raccolta danni 2009: 4 (+131,2%) 1 sem.2010: Risultato netto 2009: 13 (+217%) 1 sem. 2010: 62 (+5,3%) Combined ratio 2009: n.s. 1 sem 2010: n.s. Axa Andrea Rossi Amm.delegato Raccolta vita 2009: 5181 (+47,1%) 1 sem.2010: 3.680 (+54%) Raccolta danni 2009: 1541 (+ 0,7%) 1 sem.2010: 786 (+1.6%) Risultato netto (consolidato) 2009: 3.606 (+290%) 1 sem. 2010: 944 (-28,6%) Combined ratio 2009: 101,9 % 1 sem 2010: 96,9 AndreaBattistaAmm.delegato Aviva Raccolta vita 2009: 4.116 (+55,7%) 1 sem.2010: 3.613 (+84,6%) Raccolta danni 2009: 408(+0,4%) 1 sem.2010: 258 (+29,9%) Risultato netto 2009: 1.492 1 sem. 2010: 1.708 (+101%) Combined ratio 2009: 103% 1 sem 2010: 93% Giovan BattistaMazzucchelliAmm. delegato Cattolica Raccolta vita 2009: 2734 (+33,7%) 1 sem.2010: 2.069 (+79,1%) Raccolta danni 2009: 1531 (+1,7%) 1 sem.2010: 810 (+3,98%) Risultato netto 2009: 68 1 sem. 2010: 31 Combined ratio 2009: 97,5 1 sem 2010: 97,7 Reale Mutua Luigi Lana Direttore generale Raccolta vita 2009: 684 (+19,5%) 1 sem.2010: 354 (-1,4%) Raccolta danni 2009: 1920 (-2,9%) 1 sem.2010: 1.366 (+1,9%) Risultato netto 2009: - 33 milioni 1 sem. 2010: +2,3 Combined ratio 2009: 108,7% 1 sem 2010: 104,3% IL MERCATO ITALIANO NEL PRIMO SEMESTRE 2010 (premi in milioni) Vita 51.617 (+42,8%) di cui: Ramo I 38.755 (+30,2%) Ramo III 9.132 (+125%) Ramo V 2.775 (+20,48%) Danni 17.843 (-3%) di cui: Rc auto 8.704 (-1,9%) Infortuni 1.448 (-4,34%) RC generale 1.425 (-9,72%) La top ten del mercato italiano delle polizze Generali Raccolta vita (Italia) 2009 : 12.913 mil.(+0,4%) 1 sem.2010: 6.753 (+17,3%) Raccolta danni (Italia) 2009: 7.353 (-1,9%) 1 sem.2010: 3610 (+1,2%) Risultato netto(consolidato) 2009: 1.309 (+52,1%) 1 sem. 2010 873 (+73,2) Combined ratio (Italia) 2009: 102,4 1 sem 2010:99,5 Allianz George Sartorel Amm. delegato Raccolta vita (Italia) 2009: 8.700 (+44,5) 1 sem.2010: 5.330 (+27,4%) Raccolta danni (Italia) 2009: 4.200 (10,5%) 1 sem.2010: 1.970 (-5,7%) Risultato netto (consolidato) 2009: 4345 (-) 1 sem. 2010: 2673 (+39,5) Combined ratio (Italia) 2009: 100,8 1 sem 2010: 100,9 Fondiaria-Sai Fausto Marchionni Amm.delegato Raccolta vita 2009 : 5.136 mil. (-22,1%) 1 sem.2010: 3.710 (+35%) Raccolta danni 2009: 7.161 (- 1,7%) 1 sem.2010: 3.700 (-) Risultato netto 2009: -392 (-) 1 sem. 2010: -157 (-) Combined ratio 2009:108 1 sem 2010: 105,4 Ugf Carlo Cimbri Amm.delegato Raccolta vita 2009 : 5.240 mil.(+49,2%) 1 sem.2010: 2.340 (-15,6%) Raccolta danni 2009: 4.260 (-2,2%) 1 sem.2010: 2.068 (-4,4%) Risultato netto 2009: -769 (-) 1 sem. 2010: 30 (-) Combined ratio 2009: 108 1 sem 2010: 103,5 Mediolanum Ennio Doris Amm.delegato Raccolta vita 2009 : 8.655 mil.(+361,9%) 1 sem.2010: 4.932 (+27%) Risultato netto (consolidato) 2009: 217 (+66%) 1 sem 2010: 85 (-21%)