Che cosa resta di García Lorca FEdERICO IN UN COLLAGE dI

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Che cosa resta di García Lorca FEdERICO IN UN COLLAGE dI
Poets
Essayists
Novelists
P.P.E.N.
E.N. CLUB
CLUB
ITALIAONLUS
onlus
ITALIA
Versi inediti
per Juan
Generazione
Anni 50
Evtushenko:
versi per Eco
Come l’ebook
salva i libri
La ragazza
uragano
È dedicata al suo
ultimo amore, il
diciottenne Juan
Ramírez de Lucas, la
poesia inedita di
García Lorca, del 1°
maggio 1935. Un
rapporto, scrive il
poeta, «fuori tempo».
Che cosa ha
rappresentato García
Lorca per gli
intellettuali spagnoli
nati attorno agli anni
Cinquanta? Vent’anni
dopo, il poeta
diventerà simbolo
dell’antifranchismo.
Umberto Eco è
morto a Milano il 19
febbraio scorso, a
84 anni. Tre giorni
dopo, il poeta russo
Evgenij Evtushenko
ha scritto una
quindicina di versi in
memoria dell’amico.
Nasce a Milano una
piccola casa editrice
che ripropone, solo in
ebook, opere di
narrativa italiana dagli
anni Novanta in poi:
«Utilizzare la
narrativa per far luce
sulla realtà».
Fra il 1937 e 1941
la scrittrice albanese
Musine Kokalari
frequenta l’Università
di Roma. Rientrata
nel ’42 in Albania,
viene processata e
imprigionata per le
sue idee liberali.
Il testo
a pag. 5
Neira
a pag. 7
Grasso e Giaveri
alle pagg. 8-9
Rosi, Scianna, Vernizzi
alle pagg. 11-15
Il testo
a pag. 17
ISSN 2281-6461 • Trimestrale, Anno X, n. 34 • gennaio-marzo 2016 • Direzione: 20122 Milano, via Daverio 7 • Tel. +39.335.7350966 • [email protected] • www.penclubitalia.it • CC postale n. 88341094
Poste italiane spa. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Milano • CC bancario Monte dei Paschi: dall’Italia Iban IT15R0103001609000000365918; dall’estero BIC PASCITM1MI8
A 80 ANNI DALLA MORTE
Che cosa resta federico in un collage di rafael
di García Lorca
A
ll’alba del 17 o 18
agosto del 1936
Federico García Lorca
viene assassinato a Viznar
(Granada). Da Londra, il
presidente del Pen, Herbert
George Wells, preoccupato
dalle voci allarmate che
circolano sulla sorte del
poeta, ne ha chiesto invano
notizie al governatore di
Granada. Nel congresso
del Pen, tenuto nel giugno
successivo a Parigi, è
approvata una risoluzione
in cui si rende omaggio alla
memoria di García Lorca
e al contempo si manifesta
al popolo spagnolo la
solidarietà per la tragedia
che ha colpito il mondo
delle Lettere. In quello
stesso anno, all’Esposizione
Universale di Parigi, la
Spagna è rappresentata da
un grande quadro di Pablo
Picasso: Guernica. Nei 38
anni della sua esistenza,
García Lorca ha lasciato una
produzione di straordinaria
importanza e modernità
che riguarda poesia, teatro,
disegni e musica; quest’ultima
esaltata dalla collaborazione
con il grande compositore
Manuel de Falla. Poeta
andaluso, poeta spagnolo,
poeta universale, l’unico che
a distanza di ottanta anni
dalla scomparsa ha superato
indenne l’usura del tempo e,
come Dante, è ricordato con
il solo nome di battesimo:
Federico.©
Federico García Lorca, un quadro con la luna, tre garofani e Rafael Alberti in un collage. I due poeti facevano parte della Generazione del ’27
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I Libri del Pen
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La faccia nascosta dell’arte
Francesco Arcangeli, Corpo, azione, Voto Mario Perniola, L’arte espansa
sentimento, fantasia
Einaudi, pp. 102, € 11
il Mulino, 2 voll. (pp. 336 + 272), € 48
Nell’odierno sistema dell’arte
Nelle lezioni tenute tra il 1967 e il
contemporanea, destabilizzato e
1970 nel corso di Storia dell’arte
babelico, dove ormai tutti sono
(cattedra già di Roberto Longhi)
artisti e ogni cosa può essere
ecco dipanarsi i «tramandi» che da
definita «arte», è possibile
Wiligelmo portano ai Carracci, a
ridefinire ed elaborare nuovi
Crespi e a Morandi, in una «marca
strumenti di conoscenza estetica,
di confine» (Bologna e l’Emilia) che
al di là delle ideologie, usate come
è cuore dell’Europa.
«cortine fumogene»?
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a cura di SANDRO PARMIGGIANI
Voto Yann Kerlau, Cacciatori d’arte.
Voto
I mercanti di ieri e di oggi
Johan & Levi, pp. 252, € 25
Passioni visionarie e speculazioni
ardite, ascese e cadute nella storia
del mercato dell’arte: un prologo (la
rovina della galleria Knoedler) e
sette storie, dai pionieri (Duret,
Durand-Ruel, Vollard, Kahnweiler)
ai protagonisti recenti (Guggenheim,
Saatchi, Gagosian).
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I Libri del Pen
storia a cura di PABLO ROSSI
Maurizio Degl’Innocenti, La patria
Voto Orlando Figes, Crimea. L’ultima
divisa. Socialismo, nazione e guerra
crociata, Einaudi, p. 532, € 35
mondiale, Franco Angeli, pp. 192, € 24
Ricostruita dallo storico inglese, con
Durante la I Guerra mondiale, mentre i
ampia documentazione, la quasi
socialisti tedeschi e francesi sostennero
dimenticata e sanguinosa Guerra di
lo sforzo bellico dei loro Paesi, i
Crimea, che oppose, tra il 1853 e il
socialisti italiani adottarono il principio
1856, l’Impero ottomano, l’Inghilterra,
«né aderire, né sabotare», interpretato
la Francia e il Regno di Sardegna alla
in modo diverso da massimalisti e da
Russia. Fra le conseguenze del conflitto
riformisti. Turati infatti dopo Caporetto
il sostegno francese ai piemontesi nella
chiamò gli italiani a difendere la patria.
Guerra d’indipendenza del 1859.
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GarcÍa Lorca 2
Voto Lucetta Scaraffia, Le porte del Cielo.
Voto
I giubilei e la misericordia
il Mulino, pp. 152, € 13
L’autrice ripercorre la storia dei Giubilei,
strettamente collegata sia con quella di
Roma, sia con le vicende religiose europee.
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Viene però sottolineato che i Giubilei, pur
ITALIA onlus
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rispecchiando la ricerca della salvezza
attraverso le indulgenze, sono sempre stati
anche un nuovo modo della Chiesa per
proporsi a credenti e non credenti.
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A 80 ANNI DALLA fucilazione
Il presidente del Pen, Wells, al governatore di Granada: «Dov’è Federico?»
Il poeta
e l’Italia
«Lo ignoro», risponde l’ex colonnello Espinosa. La posizione del sodalizio internazionale al Congresso di Parigi
di Gabriele morelli
L
a notizia della fucilazione di
Federico García Lorca,
avvenuta il 17 o 18 agosto del
1936, si diffonde fra l’incredulità e
la costernazione di quanti
sembravano quasi abituati, in quei
tragici giorni, ad assistere alle
terribili violenze causate dal colpo
militare di Franco che apriva il
periodo della guerra civile spagnola.
Lo scrittore inglese Herbert George
Wells, presidente del Pen, il 13
ottobre invia un telegramma al
colonnello Espinosa, governatore di
Granada, per avere notizie sul
poeta. Risposta: «Ignoro il luogo
dove si trova don Federico García
Lorca». Due giorni dopo, il
quotidiano El Sol di Madrid, città
ancora in mano ai repubblicani,
commenta in modo caustico la
risposta dell’alto militare: «L’ex
colonnello Espinosa dice di non
conoscere il luogo dove si trova
García Lorca. Non sa nulla. O
meglio, non vuole sapere nulla; ciò
disgraziatamente sembra
confermare l’infame morte del poeta
spagnolo. I nostri nemici, che lo
sono ugualmente della cultura, si
stringono nelle spalle dinanzi al
fatto mostruoso. Rispondono in
modo evasivo alle richieste dello
scrittore inglese, che in questo caso
rappresenta la coscienza del mondo
civile. Ma, in realtà, a un militare
della casta pretoriana, che cosa
importa della civiltà e della
poesia?». Il Congresso del Pen,
tenuto a Parigi nel 1937, ricorda la
figura di García Lorca ed esprime
una vigorosa condanna contro il suo
assassinio, di cui è accusato il
regime franchista. Quindi, rende
omaggio ai combattenti accorsi in
Spagna, a difesa della democrazia.
Sorpreso e contrariato dalla violenta
reazione della stampa, il governo
franchista cerca di neutralizzare
l’accusa, facendo circolare, come
diversivo, la notizia della
fucilazione da parte marxista di
alcuni noti scrittori. Il 19 agosto
1936 El Correo de Andalucía,
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«España levanta el puño». La foto storica mostra i partecipanti a una cena in onore del giornalista Pablo Suero che si congedava dagli amici spagnoli. Da sinistra, in piedi: Rafael Alberti, Carlos Rodríguez Spiteri, Federico García Lorca, Vicente
Aleixandre, Adolfo Salazar, Concha Méndez, Enrique Serrano, Arturo Serrano Plaja, Manuel Altolaguirre. Seduti: Pablo Suero e María Teresa León. Pablo Suero, nato a Gijon, da bambino era emigrato con la famiglia in Argentina
organo di stampa dei ribelli
nazionalisti, informa che il
commediografo Premio Nobel
Jacinto Benavente, i fratelli scrittori
Quintero, il pittore Ignacio Zuloaga,
Pedro Muñoz Seca e Ramiro de
Maeztu erano caduti «víctimas de
los infames crímenes marxistas».
Esecuzioni false (eccetto gli ultimi
due che furono uccisi nei mesi
successivi), ma la cui diffusione
serviva evidentemente a contrastare
l’ondata generale di protesta
sollevata dalla stampa mondiale
contro l’assassinio di García Lorca.
Sempre il 19 agosto, Miguel de
Unamuno, nell’apprendere la
notizia della morte di Federico dal
rettore dell’università di Granada,
Salvador Vila, poi fucilato, annotava
con grande amarezza nella pagina
del suo Diario final: «Che
carneficina! Non so quante volte
durante il giorno ripeto la stessa
frase. Si ammucchiano i morti sul
mio tavolo in tale numero che non
ho il tempo di contarli». Ancora
oggi ci si interroga come fu
possibile l’orrendo crimine: Jorge
Guillén non aveva forse detto che in
caso di rivolta se c’era uno spagnolo
che poteva salvarsi questi era
Federico García Lorca? Le risposte
sono molte e numerosi i tentativi
che cercano di spiegare l’accaduto.
In primo luogo esiste la versione
ufficiale del regime franchista, cui
si addebita la responsabilità della
morte del poeta, che dopo lunghi
indugi esce dal riserbo con una
laconica nota, apparsa sull’ABC del
17 settembre 1937: «La semplice
verità è che la morte del poeta fu un
episodio vile e disgraziato, del tutto
estraneo a qualsiasi responsabilità e
iniziativa ufficiale». La
giustificazione del governo spagnolo
trova più avanti un avallo nella
discussa monografia Federico
García Lorca. L’homme-L’oeuvre
(Parigi, Plon, 1956) del critico
francese Jean-Luis Schönberg. Con
molta disinvoltura e basandosi su
una tesi aprioristica, l’autore
afferma che l’assassinio di García
Lorca sia dovuto a una rivalità tra
omosessuali, frutto di un
«regolamento di conti fra invertiti».
La verità è semplicemente un’altra:
García Lorca fu ucciso su ordine del
governatore del Governo Civile di
Granada, comandante José Valdés
Guzmán; cioè fu vittima della
repressione franchista che operò
con ferocia nella città dopo il
pronunciamiento militare. Amico
del ministro repubblicano Fernando
de los Ríos e disprezzato per la sua
omosessualità, García Lorca è
considerato «un rojo» (un rosso, un
comunista) per le sue idee liberali e
la partecipazione alle
manifestazioni a favore dell’ideale
antifascista, come mostra una foto
di gruppo che lo vede in una cena
collettiva con il pugno alzato
assieme a Rafael Alberti, Vicente
Aleixandre, Manuel Altolaguirre,
María Teresa León e altri ancora,
sebbene in questo caso l’incontro
sia da leggersi come omaggio
spontaneo all’amico giornalista
argentino Pablo Suero, che si
congedava dagli amici spagnoli. Un
omaggio, del resto,
abbondantemente innaffiato da
buon vino, come ricordano i
testimoni e mostrano i visi allegri
nell’istantanea riprodotta a sinistra.
Sulla posizione ideologica del poeta
a favore della Repubblica – lontana
dal dogma marxista rifiutato con
forza – esistono le attestazioni della
famiglia, suffragate inoltre dai
legami di amicizia e parentela con
Fernando de los Ríos (Paco, il
fratello del poeta, sposa la figlia del
ministro). Anche il matrimonio della
sorella Concha con Manuel
Fernández-Montesinos, sindaco
socialista di Granada, rinsalda i
vincoli di vicinanza della famiglia
di García Lorca con il governo
repubblicano. Per conoscere le idee
segue a pag. 4
García Lorca con la madre Vicenta
L
e prime testimonianze dell’opera di García Lorca in Italia
risalgono al 1929 quando Ettore De
Zuani presenta nell’«Almanacco
letterario» il Romancero gitano.
Nell’agosto del 1934, Ezio Levi
pubblica un articolo sulla Barraca
nella rivista Scenario; l’anno successivo è la volta dell’intervista di
Silvio D’Amico. I due studiosi invitano il poeta a fare una conferenza
a Roma al «Convegno Volta»: Federico ringrazia, ma non sarà presente. La prima lettura della poesia di
García Lorca si deve all’antologia
di Carlo Bo, del 1940. Oreste Macrí
ha ricostruito il momento della scoperta del poeta andaluso: «Il primo
proposito nacque segretamente alla
morte di García Lorca negli ardenti
e mitici anni fiorentini (1936-1942)
della mia generazione, quando Carlo Bo ci leggeva alle Giubbe Rosse
le strofe del Llanto a Ignacio». La
fama del granadino cresce dopo il
suo assassinio: nel ’38 Nozze di sangue è dato al Teatro Valle di Roma;
nel 1942 Elio Vittorini traduce Bodas de sangre. La casa di Bernarda
Alba è rappresentata nel 1947 al
Teatro Nuovo di Milano e nel 1955
al Piccolo Teatro, con la regia di
Giorgio Strehler; Yerma va in scena
nel 1948 al Teatro Biondo di Palermo. Traducono García Lorca anche
Clemente Rebora, Franco Fortini,
Giorgio Caproni, Leonardo Sciascia, Mario Luzi, ecc. L’antologia di
Bo si arricchisce fino a comprendere l’intero corpus poetico che esce
da Garzanti. Da allora è stato un
continuum: studi, monografie, raccolte teatrali e opere complete.
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I Libri del Pen
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LETTERATURA araba Voto Muhammad Aladdin, Cani sciolti
Ahmed Saadawi, Frankenstein
a Bagdad, E/O, pp. 348, € 18
Il Sirente, pp.106, € 15
In una Bagdad devastata dalle
Seguendo le vite di tre amici: uno
bombe e dalle violenze settarie
scrittore di racconti pornografici, un
sotto l’occupazione Usa, Hadi
manager di danzatrici del ventre e un
decide di assemblare letteralmente
tossicodipendente nelle intricate e
un cadavere «alla Frankenstein».
vocianti strade cairote, e nelle strade del
Il mostro comincia a vivere e a
deserto lontane dalla metropoli, l’autore
vendicare le vittime, ma ben presto
egiziano rivela la vita dei giovani nati
terrorizza la popolazione colpendo
negli anni 90 lontani dalla morale
anche degli innocenti.
tradizionalista e liberi da costrizioni.
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a cura di HADAM OUDGHIRI
Voto Susan Abulhawa, Nel blu tra il cielo
Voto
e il mare, Feltrinelli, pp. 332, € 16
Khaled, bambino di dieci anni la cui
morte è vicina, racconta la sua
storia e quella delle donne della sua
famiglia. È un tuffo profondo e
commovente in settant’anni di storia
palestinese vera e drammatica che si
fonde magistralmente col realismo
magico dell’autrice palestinese, nata
nel 1970.
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GarcÍa Lorca 3
I Libri del Pen
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A 80 ANNI DALLA fucilazione
La madre del poeta: se perdiamo le elezioni ci cacceranno
Da Madrid il poeta raggiunge la Huerta de San Vicente (Granada) per l’onomastico del padre
segue da pag. 3
politiche del granadino è inoltre
sufficiente ascoltare il racconto,
apparso sull’Heraldo de Madrid (6
febbraio 1936), del citato Pablo
Suero in visita ai genitori del poeta
nell’appartamento madrileno di via
Alcalá: «Sono ricchi agricoltori
della Vega di Granada – scrive –.
Tuttavia sono vicini al popolo
spagnolo, si dolgono della sua
povertà e anelano l’avvento di un
socialismo cristiano». Affascinato
dalla personalità della madre del
poeta, Suero descrive le
preoccupazioni della famiglia di
García Lorca alla vigilia delle
elezioni politiche: «Se non vinciamo
possiamo già lasciare la Spagna! Ci
cacceranno, se prima non ci
ammazzano!», lamenta donna
Vicenta. Sempre la madre di García
Lorca, in una precedente lettera del
1° dicembre 1933 inviata a
Federico a Buenos Aires,
nell’informare il figlio sulla
situazione politica spagnola,
esprime i suoi timori per– lo scontro
in atto tra gli estremisti delle due
fazioni e critica la recente politica
della destra che considera
interessata e corrotta: «Hanno speso
milioni – commenta – e hanno fatto
le cose più sporche e vergognose
che si potessero mai fare». E
aggiunge con rassegnato
scetticismo: «Staremo a vedere
come andremo a finire poiché la
cosa è sporca». Lo stesso poeta, in
una missiva alla famiglia, sempre da
Buenos Aires, alla notizia degli
attentati anarchici avvenuti in
Spagna contro la coalizione
conservatrice della Ceda
(Confederazione spagnola della
destra autonoma), da poco al potere,
manifesta il suo stato di apprensione
alleviato dal pensiero dell’esistenza
di un’opposizione contro le forze
reazionarie: «In questi giorni sono
stato molto preoccupato per voi a
causa dei disordini anarchici;
d’altra parte, però, sono
contentissimo perché ciò dimostra
che le destre non possono in alcun
LETTERATURA NORDAMERICANA a cura di SERGIO PEROSA
Herman Melville, Moby Dick
Voto Henry James, Gli ambasciatori, trad. di Voto Adam Gobnik, L’invenzione
Voto
o la balena, trad. di Ottavio Fatica
Marcella Bonsanti, Elliot, pp. 568, € 22
dell’inverno, trad. di Isabella C. Blum
Einaudi, pp. 674, € 30
Guanda, pp. 272, € 20
Il capolavoro della fase matura di Henry
A 80 anni di distanza, questa traduzione
James. L’americano di mezza età e dalla
Sorta di saggio narrativo con richiami a
rimpiazza per autorevolezza e creatività
vita scialba, inviato in Europa per salvare
varie arti, sulla nascita di una visione
linguistica quella di Cesare Pavese,
dalla «donna fatale» un giovane
non più negativa dell’inverno cheP.aE.N. CLUB
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finora ineguagliata. La disponibilità di
compatriota, fra continui cambiamenti
partire dall’800 diventa una stagione
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ITALIA ONLUS
strumenti culturali che questi non aveva
di prospettiva, scopre il fascino artistico
attraente e misteriosa
di festività natalizie
è sfruttata per rendere con forza
e umano della vecchia civiltà, il sottile
e sport invernali, una sfida per estreme
inventiva la possente vicenda della
capovolgimento di valori e il rimpianto
avventure artiche e l’invenzione di città
caccia alla mostruosa balena bianca.
di non aver vissuto.
sotterranee per sconfiggerlo.
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Inediti
Q uel biondo di A lbacete
Quel biondo di Albacete
venne, madre, e mi guardò.
Io non posso guardarlo!
Quel biondo del frumento,
figlio della verde aurora,
alto, solo e senza amici,
calpestò la mia strada fuori tempo.
La notte si colora e si indora
d’un delicato fulgore.
Io non posso guardarlo!
Quel giovane aitante e snello,
biondo, gentile e semplice,
sparse nella mia notte oscura
il suo giallo arbusto gelsomino,
tanto mi ama e io l’amo,
che i miei occhi portò via.
Io non posso guardarlo!
Quel giovane della Mancia
venne, madre, e mi guardò.
Io non posso guardarlo!
Rapporto d’amore «fuori tempo»
a poesia inedita di García Lorca – è
L
stato necessario interpretare un verso
dalla lettura incerta – è dedicata al suo
Da sinistra: un disegno di Federico García Lorca, intitolato «Amor» (Buenos Aires, 1934) e il poeta spagnolo, fotografato per strada a Madrid nel 1934
modo attaccare la Spagna». 1936:
ritorno a Granada. Oggi, alla luce
della nuova documentazione,
possiamo ricostruire gli ultimi giorni
del poeta e al contempo chiarire che
il suo ritorno da Madrid a Granada
nella casa estiva della Huerta de
San Vicente, dove egli giunge il 14
luglio per festeggiare l’onomastico
del padre, faceva parte di un
progetto segreto che prevedeva un
viaggio in Messico con il nuovo
giovane amante, Juan Ramírez de
Lucas (relazione emersa pochi anni
fa dopo la morte di quest’ultimo),
per unirsi alla tournée teatrale di
Margarita Xirgu, la grande
interprete di molte opere lorchiane,
che reclamava la presenza del
poeta. La stessa Xirgu ha dichiarato
di aver ricevuto un telegramma di
García Lorca che annunciava il suo
arrivo imminente. Progetto frustrato
dallo scoppio della guerra civile, ma
ostacolato al momento dal padre del
giovane minorenne che si oppone
con forza al viaggio di Juan, al quale
Federico il 18 luglio invia una
lettera in cui lo esorta ad aver
comprensione e pazienza: «Conta
sempre su di me – scrive –. Io sono
il tuo migliore amico, ti chiedo di
essere diplomatico e di non lasciarti
travolgere dal fiume. Juan: devi
tornare a ridere». E termina: «Io ti
penso molto, e tu lo sai senza
bisogno che te lo dica, ma in
silenzio e tra le righe devi leggere
tutto l’affetto che ho per te e tutta la
tenerezza che serbo nel cuore». La
missiva giunge alla casa di Albacete
del giovane poco prima che si
interrompano le comunicazioni tra
la zona repubblicana e quella
nazionalista. Il 17, in Marocco, un
gruppo di ufficiali della guarnigione
di Melilla si ribella al governo
centrale e il 20 la violenza fascista
si abbatte con furia su Granada
dando inizio a un periodo di feroce
repressione con migliaia di arresti,
assassinî ed esecuzioni capitali (non
meno di cinquemila, è stato
calcolato). Nel frattempo Federico,
in seguito alle violente perquisizioni
di gruppi armati entrati nella Huerta
di San Vicente, si rifugia nella casa
dell’amico poeta falangista Luis
Rosales, dove il giorno 16 agosto
viene arrestato da Ramón Luis
Alonso, rappresentante della Ceda,
e tradotto nella casa del Governo
Civile: inutili gli interventi dei
fratelli Rosales che protestano e
cercano di liberare il poeta. L’ordine
di fucilazione è impartito dal
governatore José Valdés e, si dice,
segue a pag. 6
ultimo amore, il diciottenne Juan Ramírez
de Lucas (Albacete 1917 - Madrid 2010),
e appare scritta in lapis azzurro e rosso sul
rovescio di una fattura dell’Academia Orad,
datata 1 maggio 1935. Sembra terminato, a
causa dei suoi continui tradimenti, l’intimo
sodalizio con Rafael Rodríguez Rapún, al
quale comunque sono diretti i Sonetos del
amor oscuro, libro di passione e di tormento.
Felice e pienamente corrisposto è invece
il nuovo rapporto d’amore vissuto con il
giovane biondo Juan che il poeta conosce,
come scrive, «fuori tempo», cioè a un’età
avanzata della sua vita, e che paragona al
colore luminoso del grano e del gelsomino,
simbolo di grazia, eleganza e gentilezza.
A destra: il critico Juan Ramírez de Lucas a 18 anni, in un
disegno di Gregorio Prieto. A Juan sono dedicati i versi di Quel
biondo di Albacete, scritti un anno prima che Federico García
Lorca venisse assassinato nell’agosto del 1936, a 38 anni, a
Víznar, a circa dieci chilometri da Granada
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I Libri del Pen
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MUSICA a cura di FRANCA CELLA
Voto Svjatoslav Richter, Bruno
Voto La melomania nelle carte. A cura di
Vittoria Crespi, Titina Rota.
Teatro Cinema Pittura
Monsaingeon, Scritti e conversazioni
Giuseppina Benassati e Roberta Cristofori,
Amici della Scala, pp. 246, € 35
Il Saggiatore, pp. 578, € 39
Longo, pp. 486, € 38
Racconto eccitante, attraverso
Riservato fino all’ostilità, il grande
Quasi 1200 immagini, in parte
figurini di rara bellezza, di una donna
pianista russo negli ultimi anni accettò di
inedite, che hanno accompagnato e
schiva e moderna che si forma alla
raccontarsi al sensibile regista-scrittore
trasmesso la popolarità di Verdi.
Scala, collabora con grandi registi (da
Monsaingeon. Conversazioni inseguite tra
Ritratti, caricature, fotografie,
Salvini a Max Reinhardt), introduce
viaggi e malattie, restituite come
cartoline seguono l’evolversi della
nel costume teatrale la moda, la
racconto in prima persona, con parole
riproduzione e della diffusione
leggerezza di fogge e colori, la fisicità
sue, dalla nascita in Russia anno 1915 ai
capillare operata dalla pubblicità
di chi deve muoversi e danzare.
maestri, agli artisti con cui ha suonato.
attraverso varie iconografie.
8
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Voto
7
I Libri del Pen
musica a cura di CARLAMARIA CASANOVA
Eduardo Rescigno, Marianna Barbieri Voto Mario Marcarini, Vivaldi e l’angelo di
Nini, Zecchini pp. 346, € 25
avorio, Skira, pp. 86, con CD, € 14
Verdi voleva la Lady Macbeth «brutta e
Racconti veneziani dello storico
cattiva, con voce aspra, soffocata e
musicale, innamorato cronico di
cupa. Diabolica». Scelse la BarbieriVenezia. Nella Laguna, Marcarini
Nini, proverbialmente brutta. E la voce?
intesse un giallo che scivola fra calli
Dicono purissima ma con particolari
e rii, annusando crimini, sfuggendo
fascini oscuri. Una delle grandi
all’Inquisizione, indagando su
primedonne dell’800, dagli esordi assai
scomparse e misteri (che sia storia
faticosi. Poi trovò marito, divenne
vera?). Non solo parole: c’è anche
contessa e tutto cominciò a funzionare.
un ineffabile disco.
8
Voto Alessandro Zignani, La storia negata.
Voto
Musica e Musicisti nell’era fascista
Zecchini, pp. 8+200, € 25
Il periodo, si sa, è buio. Il titolo è chiaro.
Sono gli anni in cui il «vero» italiano miete
il grano a torso nudo. Intanto, però,P. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB
individui di genio sono zittiti, magari per
ITALIA onlus
ITALIA ONLUS
sempre. Questo
libro, giusto e doveroso,
racconta di strutture, fatti, personaggi che,
con percorsi a volte rocamboleschi, sono
riusciti comunque a lasciare la loro traccia.
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GarcÍa Lorca 3
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A 80 ANNI DALLA fucilazione
«Dale café, mucho café». Trasferimento del poeta a Víznar e fucilazione alla Colonia
Le ultime ore ricostruite da Gibson, Penón e Molina Fajardo
di Julio neira
segue da pag. 5
senza consultare il generale Gonzalo
Queipo de Llano in missione a
Siviglia, poiché le comunicazioni
telefoniche erano interrotte; si può
obiettare, però, che funzionavano
quelle radiofoniche utilizzate dai
comandi militari. È dunque
probabile che sia stato Queipo de
Llano a confermare l’esecuzione con
la nota frase «Dale café, mucho
café»: l’ordine imponeva il
trasferimento nella Colonia di
Víznar e la fucilazione dei
condannati.Víznar era allora un
piccolo villaggio a circa dieci
chilometri a nord di Granada, dove
si ergeva il vecchio edificio
chiamato La Colonia, trasformato in
carcere militare dopo il golpe
franchista. Ogni tanto, durante la
notte, si apriva la porta d’ingresso e
usciva un gruppo di prigionieri
guidato dai volontari della Escuadra
Negra. Le vittime erano costrette a
salire su vecchi furgoni militari che
partivano in direzione di Alcafar.
Poco dopo si udivano rabbiose
scariche di fucile. García Lorca
trascorre le ultime ore rinchiuso al
pianterreno della Colonia.
Comandante delle operazioni
militari di Víznar era il capitano
falangista José María Nestares
Cuéllar: egli ricorda che erano circa
le dodici della notte quando venne a
svegliarlo il tenente Rafael Martínez
Fajardo con quattro prigionieri. Il
capitano riconosce García Lorca e,
indignato per la sua presenza tra le
vittime designate, straccia il foglio
ricevuto, ma non può impedire
l’esecuzione della sentenza poiché
egli era solo il destinatario
dell’ordine da eseguire. Incarica
pertanto Manuel Martínez Bueso,
capo dei servizi motorizzati, di
guidare il convoglio e presenziare
all’esecuzione per poi riferire. A
sostegno di questa versione, tanto il
biografo di Federico Ian Gibson,
quanto i ricercatori Agustín Penón e
Eduardo Molina Fajardo (molto
importante la sua documentazione
poiché come militante falangista
Neira: Federico e la nostra generazione
P
Federico García Lorca, María Teresa León e Rafael Alberti a Madrid nel 1933. In basso la foto è firmata da entrambi i poeti spagnoli
poté accedere a informazioni
riservate) presentano una ricca
documentazione rilasciata da vari
responsabili e testimoni, a partire
dallo stesso Ramón Luis Alonso; il
quale assicura di essere tornato
nella casa del Governo Civile il
giorno successivo alla consegna di
García Lorca, cioè il 17 agosto, e di
aver appreso dal comandante Valdés
che il poeta era già stato ucciso.
Anche Manuel de Falla, sebbene
malato, era accorso presso il
governatorato per intervenire a
favore dell’amico Federico, ma lo
informarono che era troppo tardi.
Quella notte a guardia dei
prigionieri c’è il giovane soldato
José Jover Tripaldi; fervente
cattolico, era solito chiedere
ai prigionieri in prossimità
dell’esecuzione se volessero
confessarsi con il parroco del paese
oppure lasciare un messaggio ai
familiari. Secondo la versione di
Tripaldi sono le cinque meno un
quarto del mattino quando arrivano
le guardie e svegliano i prigionieri.
Nel rendersi conto che è arrivata la
fine, Federico chiede di confessarsi,
ma il prete ha già lasciato la casa.
Allora Tripaldi, ricordando la
misericordia di Dio, gli suggerisce
di dire l’atto di dolore, che però
García Lorca ha dimenticato. A
questo punto il giovane carceriere
inizia a recitare la preghiera mentre
Federico, a testa bassa, piangendo,
ripete lentamente le parole. Alla fine
i due si fanno il segno della croce e
si abbracciano. Poco dopo, il poeta,
il maestro elementare Dióscoro
Galindo González, privo
di una gamba, i banderilleros
Joaquín Arcollas Cabezas e
Francisco Galadí Meral, circondati
dalla Escuadra Negra, escono dalla
Colonia dove sulla porta attende
una macchina che parte in direzione
di Alcafar. La macchina percorre
un sentiero di alcuni chilometri,
poi si ferma. I prigionieri scendono
e continuano a piedi finché non
giungono vicino a un vecchio ulivo,
accanto alla Fuente Grande, dove
con i fucili vengono spinti a forza sul
pendio di un fossato e lì brutalmente
uccisi. Davanti, l’orizzonte della
Vega oscillava lievemente nel primo
chiarore del mattino. © G. M.
er chi come noi è nato a
metà degli anni Cinquanta
e ha frequentato l’università
ai primi dei Settanta, la figura
di Federico García Lorca ha un
valore maggiore di quello che gli
spetta per qualità letteraria. É
diventato simbolo di una Spagna
sacrificata durante la guerra civile
sull’altare dell’intolleranza e del
fanatismo per mano delle forze
che pretendevano di mantenere lo
Stato sotto il velo del dogmatismo
arcaico. Il regime del generale
Franco era già intriso di morte,
ma non per questo era meno
temibile: il carcere incombeva
sui dissidenti e, se fosse stato
ancora in vita, il dittatore avrebbe
continuato a firmare condanne a
morte. Il regime aveva provato a
divulgare, per i propri interessi,
un’immagine inoffensiva del poeta:
il García Lorca neopopolare,
più vicino allo stereotipo della
Spagna folcloristica, l’autore del
Romancero gitano e del Poema del
cante hondo, che componeva per
l’Argentinita canzoni tradizionali,
ispiratore di coplas di autori famosi
nel dopoguerra come Rafael León.
Proprio il García Lorca tanto
criticato dai suoi amici surrealisti
Luis Buñuel e Salvador Dalí nel
1928. Inoltre sembrava la classica
persona non coinvolta in politica e
che il suo premeditato assassinio
nell’agosto del 1936 fosse dovuto,
in realtà, ad un regolamento di
conti fra omosessuali. Così il
regime pretendeva di eliminare
la propria evidente responsabilità
di quella morte. Invece la nostra
generazione ha avuto la possibilità
di scoprire in gioventù che
Federico era uno scrittore molto
più importante di quello ventilato
dal franchismo, con una nitida
coscienza sociale, che aveva
sviluppato una notevole attività
politica e che il suo fu un crimine
politico deciso da coloro che
tenevano sotto controllo Granada
per ordine dello Stato maggiore
Federico García Lorca e Salvador Dalí in una foto del 1927
degli insorti contro la Repubblica.
E le foto di García Lorca alla
Columbia University di New York
o alla Residencia de Estudiantes
di Madrid si trasformarono in un
vero e proprio simbolo di lotta
antifranchista. Avvenne negli anni
Settanta, quando un nuovo gruppo
di studiosi delle sue opere, non
condizionati sentimentalmente
dall’averlo conosciuto – Cyril
Brian Morris, Mario Hernández,
Andrew Anderson, Miguel García
Posada, Andrés Soria Olmedo,
ecc. –, cominciarono a mostrare
una nuova forma di intendere il
poeta di Granada attraverso le sue
opere postume: Poeta en Nueva
York, Diván del Tamarit e i suoi
Sonetos de amor. Nel recupero
delle opere successive di García
Lorca giocò un ruolo fondamentale,
nel 1974, la commemorazione
del cinquantenario del Manifesto
Surrealista di André Breton e,
sia questo movimento – che il
franchismo considerò sempre un
compagno di viaggio del Partito
comunista – che la sua influenza
in Spagna, iniziarono ad avere
l’attenzione che meritavano. Nel
1975, la pubblicazione da parte
dell’amico Rafael Martínez Nadal
del manoscritto del dramma El
público – che García Lorca gli
aveva consegnato all’inizio del
suo ultimo viaggio a Granada,
nell’estate del 1936 – e della
Comedia sin título, altra opera
surrealista, dallo stesso Rafael
edita nel 1978, hanno permesso
di svelare l’autentica dimensione
di un poeta capace di percepire il
mondo e tradurlo con misteriosa
bellezza, cantore dei grandi
drammi dell’uomo contemporaneo,
difensore delle minoranze
oppresse dal sistema capitalista
e dal dogmatismo sociale; e di un
drammaturgo che stava in vetta
al teatro europeo d’avanguardia,
con proposte sceniche di insolita
audacia. Decisamente diverso
dall’immagine stereotipata del
poeta giocoso e dell’omosessuale
istrionico che aveva divulgato
il franchismo. Tutto ciò venne
confermato durante quella decade
grazie all’introduzione nelle Obras
completas di interviste e discorsi
riportati dalla stampa dell’epoca,
che rivelano un autore di forte
impegno sociale, sino al punto
di essere il primo firmatario del
manifesto degli intellettuali a
favore del Fronte Popolare durante
le elezioni del febbraio del 1936.
A questo si aggiunga che,
all’epoca, fu il suo caparbio
biografo Ian Gibson a spiegare
dettagliatamente le circostanze
del suo assassinio, sebbene si
tentasse di confondere le carte
per discolpare il regime. In
conclusione, la nostra generazione
ha avuto l’onore di rivalutare
la personalità letteraria di uno
dei più grandi talenti della
letteratura contemporanea. Resta
da chiedersi: che vette avrebbe
raggiunto la sua opera se egli non
fosse stato ucciso a trentotto anni,
ma avesse raggiunto gli ottanta? ©
(Traduzione di Barbara Merlo)
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Letteratura inglese a cura di Francesca Albini
Voto David Whitehouse, La piccola biblioteca Voto David Peace, Fantasma
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Dachau, Garzanti, pp. 320, €16,90
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Il Saggiatore, pp. 102, €17
Ada, una giovane ambiziosa, arriva
Bobby ha un padre alcolizzato, è
Una raccolta inedita pubblicata in
a Londra nel 1939, sognando di
perseguitato dai bulli della scuola e passa
esclusiva per i lettori italiani. Quattro
diventare una sarta famosa. Si invaghisce
il tempo archiviando le memorie della
racconti con protagonista uno spettro,
di uno straniero che la porta con sé a
madre, sparita da tempo. La sua vita
che in vita era stato un grande
Parigi, ma poi l’abbandona. Travolta
cambia quando incontra Rosa e la
scrittore. Un’avventura tra incubi
dalla guerra, Ada finisce a Dachau, dove
madre di lei, Val, che fa le pulizie in una
e allucinazioni. Peace descrive un
cuce vestiti per le mogli dei nazisti. Una
biblioteca ambulante. I tre decidono di
mondo tetro e violento con un
prospettiva diversa di quegli anni, scritta
scappare sul furgone della biblioteca.
linguaggio scandito, che ricorda i ritmi
da una studiosa di storia.
Un libro per chi ama i libri.
del jazz e gli autori del noir americano.
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narrativa a cura di Liviana Martin
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Eleonora, quarantenne attrice teatrale,
Il libro è dedicato all’artista David Bowie,
In 61 frammenti autobiografici,
diventa maestra di vita del giovane Chirù,
genio del rock, appena scomparso. Ziggy
corredati da altrettante illustrazioni,
aspirante violinista, e lo introduce nel mondo
Stardust, la sua più nota creazione, è
l’autore rende omaggio alla luce: lampi
degli artisti e nella realtà degli adulti. I due
l’alter ego di Bowie, l’inviato dallo spazio
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di colore e acute riflessioni disvelano
personaggi si sfidano in un sottile gioco di
che porta la trasgressione nell’immaginario
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l’infanzia, la giovinezza e la visione
potere, di seduzione e di ambiguità; alla fine
adolescenziale della Londra anni 60.
dell’uomo maturo, che osserva la realtà
i ruoli si ribaltano e sarà il ragazzo a dare
Figura multiforme, unisex, è il messia che
delle cose, la illumina con il suo sguardo
l’ultima lezione all’insegnante. Romanzo
predica il bisogno di fuggire dal grigiore
e ne è a sua volta illuminato.
scritto con una prosa densa e coinvolgente.
dell’anonimato verso altre dimensioni.
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in memoriam
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ITALIA
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versi del poeta russo per lo scrittore italiano
Evtushenko: «Eco era la mia guida di tanti misteri. Non li racconterò a chi non ne è degno»
lo scrittore, il Pen
e il mancato Nobel
«Lasciano il nostro pianeta gli ultimi geni, anche le loro vite sembrano attimi»
di sebastiano grasso
di Marina Giaveri
N
F
el settembre del 2011, dieci
fra scrittori e giornalisti
italiani, scelti dal Pen,
vennero invitati ad attraversare la
Russia sulla ferrovia Transiberiana.
Un’esperienza straordinaria di
ventuno giorni. All’università di
Ekaterinburg, sul muro dell’aula
di Italiano, c’era scritto a caratteri
cubitali: Dante, Petrarca, Eco.
Quando glielo raccontai, Eco si
mostrò piuttosto divertito. Si era
iscritto al Pen Italia nel 2009, ma
era già socio, da tempo, del Pen
americano. Nel novembre 2010,
alla Fondazione Rockefeller di
Bellagio, si tenne il Convegno
internazionale del Pen per i 50
anni di «Scrittori in prigione» ed
Eco scrisse la prefazione al libro
Parole in libertà (edizioni Es).
Più volte lo pregai di accettare
la presidenza del Pen Italia. Fra
i predecessori: Marinetti, Silone,
Moravia, la Bellonci, Soldati,
Luzi. Niente da fare. Stessa
risposta quando gli chiesi la
disponibilità a fare il presidente
internazionale. Anche qui aveva
buoni predecessori: Croce, Miller,
Böll, Vargas Llosa… Proposta
respinta. Eppure sono tuttora
convinto che la sua presidenza
– nazionale o internazionale
– avrebbe sicuramente dato
un’impronta indelebile al sodalizio
fondato a Londra, nel 1921, da
Catherine Amy Dawson Scott
(primo presidente, il Nobel
John Galsworthy). E al Nobel
di letteratura, il Pen Italia ha
candidato Eco più volte. Non è
affatto vero che egli disdegnasse
Stoccolma. Purtroppo gli scrittori in
lizza ogni anno sono circa duecento
e il Premio è uno solo. D’altronde
ad Eco è capitata la stessa sorte
di Tolstoj, Ibsen, Proust, Joyce,
Woolf, Yourcenar, Scott Fitzgerald,
Sciascia, Calvino. E di Borges:
«Il Nobel? Ma non me l’hanno già
dato?», scherzava. ©
orse il vero dono che le Fate
– riunite intorno alla culla
della neonata Repubblichetta
Italiana – concessero alla
sua cultura fu quello stesso
invocato dall’ultimo Calvino: la
leggerezza. Sì, c’era bisogno di
(neo)realismo – per contrastare
le visioni obbligatoriamente
trionfalistiche del passato; c’era
bisogno di impegno – per tradurre
in letteratura, musica e cinema
le urgenze politiche e sociali di
un paese franto e affamato; c’era
bisogno di un respiro finalmente
internazionale (e occorreva ben
più di una «gita a Chiasso»). Ma
il dono che quelle povere Fate
vestite di tessuti autarchici e
malmesse dalla guerra seppero
fare a una generazione curiosa
e indimenticabile permise la
nascita di una letteratura, un
cinema, un’architettura, una
riflessione critica innovative,
aperte e autoironiche. Dai confini
giungevano nuove idee. Che cosa
significasse «fenomenologia»
lo si poteva apprendere dalle
lezioni elegantissime di Enzo Paci
all’Università Statale di Milano;
ma lo si poteva comprendere
altrettanto bene da un pastiche
dedicato al nuovo mito del
nuovo mezzo di divertimento
di massa, la televisione:
intitolato Fenomenologia di
Mike Bongiorno, l’esilarante
saggetto era opera di un giovane
intellettuale che la televisione
la conosceva bene in quanto suo
funzionario, Umberto Eco. Cosa
volesse lo strutturalismo poteva
esserci chiarito dalla traduzione
dal francese di un saggio di LéviStrauss; ma meglio ce lo faceva
capire un racconto cavalleresco e
avventuroso, in cui Italo Calvino
narrava di un Castello dei
destini incrociati. E cosa fosse
la semiologia non veniva solo
descritto nelle lezioni pavesi di
Cesare Segre, ma applicato negli
articoli giornalistici in cui Alberto
Inedito
L’orlo sottile della storia
In memoria di Umberto Eco
di evgenij evtushenko
Da fedele lettore di Umberto Eco,
ho perduto qualcuno di famiglia.
Era la mia guida di tanti misteri
che non racconterò a chi non ne è degno.
Lasciano il nostro pianeta gli ultimi [genî,
anche le loro vite sembrano attimi.
Ci sono uomini nei cui occhi tiepidi,
in punto di morte s’intravvede
l’orlo sottile della storia.
Ci hanno mostrato soltanto quest’orlo [sottile,
senza dirci altro, ed esso si consuma
folgorante assieme ai tanti occhi
che si spengono sul rogo.
Ma portando a misteri non decifrati,
quest’orlo sottile diventerà infinito?
Tulsa, Oklahoma, 22 febbraio 2016
Umberto Eco e il poeta russo Evgenij Evtushenko alla Fiera del libro di Francoforte
Arbasino analizzava il plot (la
parola si affacciava allora) dei
Promessi Sposi o della Signora
delle camelie («La povera Traviata
– duole ammetterlo – è una
tipica ‘nata perdente’… Vittima
non tanto dell’Ambiente e delle
Convenzioni, ma piuttosto del
Linguaggio…»). Certo, generi e
sottogeneri potevano poi ritrovare
partizioni e differenze; qui i
volumi di teoria (pensati anche
per una carriera universitaria), lì i
romanzi, più in là le collaborazioni
ai giornali, i diari minimi, le
bustine di Minerva… Ma la
linfa che circolava fra volumi
e pezzulli, fra parodie e saggi
filologici era una sola; così come
il grande cinema dei registi-mostri
sacri, universalmente riveriti,
produceva anche quel miracolo
d’intelligenza che fu definito
commedia all’italiana, o quella
resurrezione dell’epica che –
prima di essere riconosciuta come
tale – fu catalogata sotto l’ironica
etichetta di spaghetti-western.
Nei giorni in cui lo ricordiamo
come studioso e affabulatore,
come promotore di cultura e rara
figura di intellettuale italiano
internazionalmente rispettato,
(Traduzione di Rayna Castoldi)
Umberto Eco appare anche, per le
generazioni che si sono succedute
alla sua, il simbolo di una cultura
la cui ampiezza e profondità
sapeva farsi lieve, dilatarsi in
forme inaspettate, rovesciarsi in
ironia; il cui rigore laico si faceva
invenzione narrativa e magari
canzone. Le Fate intorno alla culla
della neonata Repubblichetta
avevano avuto la mano felice… ©
mberto Eco è morto a Milano il 19 febbraio scorso,
U
a 84 anni. Tre giorni dopo, da Tulsa, in Oklahoma,
nella cui università insegna Poesia e Cinema, il poeta
russo Evgenij Evtushenko ha ricordato l’amico italiano
con una quindicina di versi, che ha inviato al Pen Italia
da pubblicare sul magazine, in quanto entrambi membri
del Pen Italia (Evtushenko è anche uno dei fondatori del
Pen russo). Poesia d’occasione, si dirà. É vero, ma di un
grande poeta per un grande scrittore.
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Che cosa c’è all’origine di Internet, la
La conferenza sul clima di Parigi ha
rete delle reti che abbraccia ormai tutta
ratificato un approccio sul riscaldamento
la popolazione della Terra? Una visione
della Terra che prima era solo parzialmente
diversa delle cose e un pensiero libero,
accettato. La politica deve compiere scelte
racconta Massimo Marchiori, che al Mit
adeguate e trovare risorse economiche per
di Boston ha collaborato per l’ideazione
aiutare i Paesi in via di sviluppo ad
dell’algoritmo che è alla base di Google.
affrontare il problema. Antony Giddens,
E questo vale per l’intera rivoluzione
economista, ben lo spiega, con equilibrio.
digitale nella quale siamo immersi.
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I libri «reloaded»
di Mariarosa Rosi
Francesco Arcangeli
Monet
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ono quasi 900mila i titoli messi
fuori commercio negli ultimi
vent’anni. Una piccola parte sarà
ristampata, in edizioni tascabili o non,
ma la gran parte sarà avvolta nell’oblio,
sia perché senza merito o perché non più
attuale, sia perché, distratti come siamo,
lasciamo ai posteri il merito di scoprire il
valore di ciò che noi non siamo stati capaci
di riconoscere». Così Giuliano Vigini,
massimo esperto di editoria e docente
di Comunicazione alla Cattolica, su La
Lettura (Corriere della Sera, 15 agosto
2015). In realtà una piccola ma vivacissima
casa editrice milanese, Laurana Editore,
fondata da Lillo Garlisi, Giulio Mozzi e
Gabriele Dadati, la sfida dell’oblio l’ha
già raccolta e un paio d’anni fa ha dato
vita alla collana Reloaded («ricaricati»)
che ripropone, esclusivamente in ebook,
opere già edite di narrativa italiana dagli
anni 90 ai 2000. È un’opportunità resa
possibile dai bassi costi del digitale ma
anche dalla politica editoriale di questi
ultimi anni che ha saturato il mercato con
troppi titoli condannandoli a una vita media
brevissima. Chi non ricorda i banconi delle
librerie traboccanti di novità e di bestseller
pigliatutto? Fra questi titoli, Laurana fa una
nuova scelta coerente con la sua espressa
vocazione di «pubblicare libri utili» e cioè
«di utilizzare la narrativa per far luce sulla
realtà». Perché il merito della collana non
è tanto e solo il recupero dei titoli (già
Amazon o altri lo fanno, con successo,
per i libri introvabili) ma l’organicità
della proposta editoriale che speriamo
possa darci della narrativa italiana degli
ultimi tempi un’idea più precisa di quella
emersa dalle comparsate televisive, dal
frastuono di certi festival o di altri non
meglio identificati «eventi». A oggi, i
titoli recuperati sono una ventina, tutti di
autori già noti e conosciuti dalla critica
e pubblicati in prima edizione da editori
consolidati o comunque affermati (Einaudi,
Rizzoli, Feltrinelli, Il Saggiatore, Minimum
fax). Ma per un aggiornamento su questa
collana pioniera, che potrebbe aprire altre
prospettive interessanti sull’utilizzo futuro
del digitale, ci rivolgiamo direttamente
a Marco Drago, direttore della collana.
Laureato in letteratura americana alla
segue a pag. 12
Fotografia di Ferdinando Scianna
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I Libri del Pen
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Letteratura svizzera a cura di Roberta Moretti
Voto Annemarie Schwarzenbach, Fuga verso Voto Friedrich Durrenmatt, Il giudice e il suo
Martin Suter, Montecristo
Sellerio, pp. 288, € 16
l’alto, Il Saggiatore, pp. 208, € 20
boia, Minimum Fax, pp. 326, € 13,50
Un passeggero caduto dal convoglio
Figlio di un ricco proprietario terriero,
Il protagonista della storia è il
di un treno per Basilea e due banconote
Francis von Ruthern torna a casa dopo
commissario Bärlach, prossimo alla
da cento franchi con lo stesso numero
otto anni trascorsi in Sudamerica, ma
pensione, che deve risolvere il caso di
di serie, entrambe autentiche per la
trova tutto cambiato. La madre è
omicidio del collaboratore Schmied.
banca: apparentemente due avvenimenti
morta, il mondo aristocratico cui
Il collega Tschanz aiuta il commissario
non collegati, ma il giornalista Jonas
apparteneva si è sgretolato e il nazismo
nelle ricerche, ma Bärlach sa già che
Brand decide di indagare più in
sta avanzando. Senza lavoro, amore e
Tschanz è l’assassino, anche se questi
profondità nel mondo delle banche
identità politica, Francis fugge in una
cerca di incolpare Gastmann, autore
svizzere e degli scandali finanziari.
sperduta località austriaca.
di un delitto mai risolto.
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8
Voto
7
I Libri del Pen
ARTE a cura di Flaminio Gualdoni
Philippe Duboy, Carlo Scarpa. L’arte di Voto Joseph Beuys, Cos’è l’arte,
Voto Chiara Mercuri, La Vera Croce,
Voto
esporre, Johan & Levi, pp. 268, € 25
Castelvecchi, pp. 96, € 16
Laterza, pp. 192, € 9,50
Nel secondo dopoguerra Carlo
Beuys ha segnato un’epoca in cui
In mesi di celebrazione di Piero della
Scarpa ha reinventato il modo di far
agire artisticamente era anche agire
Francesca, che dipinse le Storie della
vedere, e dunque di vedere, l’arte.
politicamente, e soprattutto vivere.
Vera Croce ad Arezzo, un libro
Ha lavorato su Canova e su
Rileggerlo ora dà soprattutto il senso
preciso e documentato sulle vicende,
P. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB
Duchamp, su Castelvecchio a Verona
di un’arte che non adorna l’esistenza
storiche e simboliche, legate alla
ITALIA onlus
ITALIA ONLUS
e negli ambienti spaziali di Fontana,
ma la interroga e intende modificarla,
realtà e alle mitologie della croce,
trovando sempre la chiave della
con lucidità feroce e punte di utopia
intorno alla quale un’intera cultura,
poesia. Non fosse italiano, sarebbe
che magari oggi fanno tenerezza, ma
e non solo una religione, si è
un monumento della cultura.
hanno avuto un senso.
edificata e consolidata.
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inchiesta 2
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A colloquio con Marco drago
Solo edizioni ebook per salvare dall’oblio i narratori dagli Anni Novanta ai Duemila
Troppi titoli avevano saturato il mercato causando loro vita brevissima. Oggi i costi bassi del digitale possono salvarli
segue da pag. 11
e nemmeno di gialli. La trama ben
congegnata mi mette tristezza. Mi
interessano sempre di più altre
forme di scrittura.
facoltà di lingue dell’Università
di Genova, scrittore (L’amico
dei pazzi, Cronache da chissà
dove, La prigione grande come
un paese), conduttore radiofonico
(Raitre, Radiotelevisione Svizzera),
giornalista, è stato anche fondatore
della rivista Maltese Narrazioni,
attiva dal ’89 al 2006, che si è
molto occupata della generazione
degli «scrittori cannibali» di
metà degli anni 90. Quelli, per
intenderci, che nell’antologia
einaudiana a loro dedicata
(Gioventù cannibale, a cura di
Daniele Brolli, 1996), venivano
definiti «una covata di narratori
italiani giovani e giovanissimi, che
getta scompiglio nei vicoli della
cittadella letteraria, negli schermi
video e nei talk shows, tra le anime
morte del perbenismo».
A proposito della narrativa
italiana degli Anni 90, si può
parlare di una controcultura
simile a quella che ha
generato la «beat generation»
degli Anni 60? Lei ne ha
qualche volta fatto cenno.
Direi proprio di sì. Non so se
proprio come al tempo dei «beat»,
però è vero che tanti scrittori
nati tra il 1960 e il 1970 si sono
trovati spesso a fare cose insieme,
fossero queste delle antologie o
degli incontri pubblici. Esistevano
tante riviste e ognuna tendeva a
creare per sé un gruppo omogeneo
e regolare di autori. Ed eravamo
tutti, chi più chi meno, dei
postmoderni inconsapevoli. Aldo
Nove e Tiziano Scarpa facevano
eccezione perché erano i più
consci del valore dirompente di
quello che stavano facendo. Molti
altri erano semplicemente lì per
via dello spirito dei tempi, ma
erano quasi tutti scrittori molto
bravi e innovativi. Ovviamente
avevamo intorno un’editoria molto
diversa da quella attuale.
In che senso diversa?
Allora avevamo a che fare con dei
vecchi che si comportavano da
Gli autori citati nell’articolo di Mariarosa Rosi, visti da Luca Vernizzi. In alto, da sinistra, prima riga: Nicoletta Vallorani , Walter Fontana, Flavio Santi, Luca Ragagnin e Matteo Galiazzo. Seconda riga, da sinistra: Piersanti
Pallavicini, Paolo Grugni, Sebastiano Nata, Dario Voltolini e Fulvio Abbate. Terza riga, da sinistra: Roberto Alajmo, Giulio Mozzi, Marco Bosonetto, Massimiliano Griner e Barbara Garlaschelli.
vecchi. Era gente che aveva vissuto
tutto il Novecento. Si sapeva con
chi si aveva a che fare. Adesso
i più postmoderni sono proprio
i dirigenti delle case editrici
che hanno abbondantemente
superato gli autori in termini
di ribaltamento dei vecchi e
cari luoghi comuni sull’editoria
nazionale. Una volta andavi
a parlare con un direttore o
direttrice editoriale e ti trovavi
di fronte una persona che
trasmetteva un senso di sicurezza
e autorevolezza che ti faceva ben
sperare. Adesso succede che un
direttore editoriale si faccia vedere
quasi in lacrime mentre prega di
indovinare un best-seller di finta
letteratura qualsiasi. Non hanno
più vergogna a mostrare il loro
terrore per la perdita del posto
di lavoro e gli autori si sentono
quasi in colpa perché continuano
a scrivere dei romanzi che non
vendono niente.
Racconto, testo breve,
diario. Sono questi i generi
più «ricaricati» da Laurana.
Perché questa scelta?
Il mio gusto personale è molto ben
rappresentato dalla collana che
dirigo. Un occhio a qualche nome
di maggior presa lo butto sempre,
stiamo trattando i diritti di autori
abbastanza importanti e con una
sicura base di pubblico, ma al
90 per cento la mia attenzione è
dedicata a testi che mi avevano
colpito quando erano usciti e che
ora sono di scarsa reperibilità. Non
sono un gran lettore di romanzi
puri. La fantasia, in narrativa, mi
stufa, infatti non sono un lettore di
fantasy e nemmeno di fantascienza
nominare. Però quando qualcuno
lo legge, poi non lo dimentica più.
Troppo fuori di testa, per passare
inosservato. È un romanzo che
si scrive mentre lo si legge, è un
manuale di istruzioni, un trattato
di economia e di filosofia, un
inesauribile cazzeggio che riflette
su se stesso. Impossibile fare
meglio, per un autore di appena 28
anni.
Quali in particolare?
Mi piacciono gli scrittori che
ti fanno sentire la fatica della
scrittura. Diffido dei narratori che
applicano alla lettera la lezione
calviniana sulla leggerezza.
La facilità di affabulazione,
l’eccessiva
scorrevolezza di un
testo, l’orecchiabilità,
sono caratteristiche
che mi mettono in
guardia. Il più delle
volte, quella facilità
nasconde il vuoto
e non te ne accorgi
fino a che non hai
finito e metabolizzato
il testo. Le mie
scelte per Reloaded
premiano libri poco
inquadrabili: libri che
hanno a che fare con
la sperimentazione:
Dario Voltolini, Flavio
Santi, Matteo Galiazzo,
libri di racconti anche
brevissimi. Sempre
Marco Drago, direttore della collana «Reloaded»
Voltolini ma anche
Tutti gli autori della collana
Giulio Mozzi, Luca Ragagnin
e Roberto Alajmo con romanzi
hanno avuto buone critiche
comico-grotteschi e Fulvio Abbate, alla prima edizione. Questo
Ernesto Aloia, Matteo Galiazzo,
non ha impedito al loro libro
Walter Fontana, Piersandro
di uscire dal mercato. É il
Pallavicini. Pochi romanzidestino dei titoli di nicchia o
romanzi: Nicoletta Vallorani, Paolo pensa che questa seconda vita
Grugni, Massimiliano Griner.
sul web possa premiarli?
Tra le vostre riproposte figura Credo che sia nella natura dei
numeri. Non immagino possa
Cargo di Matteo Galiazzo.
andare altrimenti. Il mercato
Quando, nel ’99, uscì nei
butta fuori di tutto, solo qualcuno
Coralli Einaudi, Maria Corti
sopravvive. Ma adesso il digitale
su Repubblica parlò di «un
può davvero rimescolare le carte
giovane scrittore ricco di
in modo intelligente. Innovativo e
intelligenza, cultura e stile».
intelligente.
Ma di certo non è un testo
E come, secondo lei?
facile. Come si muove ora nel
L’importante è separare le strade
catalogo reloaded?
dei libri cartacei e quella dei
Cargo è il titolo più scaricato di
libri digitali. Un po’ l’ha capito
tutta la collana! Certo, è un testo
Feltrinelli con la collana Zoom, che
molto particolare. Facile che
molti non l’abbiano mai sentito
segue a pag. 15
pen grasso pubblicita 24:pen
2-10-2015
16:22
Pagina 1
I Libri del Pen
ES
Architettura a cura di Alberto Artioli
Giulio Barazzetta (a cura), La chiesa di
Voto Roberto Cecchi, Abecedario. Come
Voto Medaglia d’Oro all’Architettura italiana Voto
vetro, Electa Architettura, pp. 100, € 38
proteggere e valorizzare il patrimonio
2015, Mandragora, La Triennale di
culturale
italiano,
Skira,
pp.
168,
€
19
Milano, pp. 208, € 19,90
Nel 1958 Mangiarotti, Morassutti e
Favini realizzarono a Baranzate
Roberto Cecchi ha svolto la sua attività
Il premio è assegnato dalla Triennale
(Bollate) una chiesa con le pareti
nel Ministero Beni Culturali con ruoli
ogni tre anni; nel 2015 ha vinto Massimo
completamente vetrate: un’invezione
rilevanti: soprintendente di Venezia,
Carmassi per il recupero di un’architettura
P. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB
quasi utopistica che rivoluzionava i
direttore generale ed infine sottosegretario
veronese. Medaglie d’oro a Mario Bellini,
ITALIA onlus
ITALIA ONLUS
canoni tradizionali. Il restauro curato
nel governo Monti. Indaga il nostro
Luigi Caccia Dominioni e Franco Purini.
dallo Studio SBG, qui descritto, ne ha
patrimonio culturale e le criticità che lo
Il libro, oltre a presentare le opere dei
ricostruito la storia e rivelato il
affliggono da profondo conoscitore con
premiati, dà una panoramica della
significato più autentico.
un corredo prezioso di dati.
produzione architettonica di questi tre anni.
6
inchiesta 3
6
8
P. E.N. CLUB
ITALIACLUB
onlus
P.E.N.
ITALIA
15
I libri «reloaded»
«Ridiamo la vita a titoli morti»
«Ma bisogna trovare strade diverse per libri cartacei e digitali»
segue da pag. 13
Evgenij Evtushenko
Dora Franco. Confessione tardiva
Jesper Svenbro
Romanzo di guerra. Poesie
a cura di Sebastiano Grasso
con otto disegni di Mimmo Paladino
pagine 128
euro 20,00
a cura di Marina Giaveri
con dieci disegni di Arnaldo Pomodoro
pagine 168
euro 20,00
Voci dal mondo
collana a cura di Sebastiano Grasso con la partecipazione del Pen Club Italia
Adonis
L’orizzonte mi insegnò il garbo delle nuvole
traduzione di Hadam Oudghiri
con dieci disegni di Kengiro Azuma
pagine 144
euro 20,00
Yves Bonnefoy
Il digamma
a cura di Fabio Scotto
con dieci disegni di Giuseppe Maraniello
pagine 136
euro 20,00
ES srl Via San Calimero 11 20122 Milano telefono 026554461 fax 026554502 cellulare 3929095753 e-mail [email protected]
pubblica testi troppo corti o troppo
strani per uscire su carta ed escono
soltanto in ebook. Ora è il momento
di pensare appunto a quali testi
fare uscire solo in ebook. Spero che
non prevalga la logica dell’ebook
come serie B della carta e che
quindi vengano parcheggiati nel
settore elettronico tutti quegli
autori con un pubblico non
numerosissimo. Quella la vedrei
come una mossa miope e poco
inventiva. Si può fare di meglio.
Ha in mente una strategia
precisa?
Innanzitutto ricreare i cataloghi
in digitale. Assurdo che non si
trovi nemmeno un titolo di Milan
Kundera o di Günter Grass in
ebook, in Italia, oggi. Il catalogo
di titoli prestigiosi, che tutti i
grandi editori hanno, va sfruttato
in senso digitale e poi via via così
per il resto dei titoli, ad esempio
proponendo tutti i romanzi usciti
negli ultimi 20-25 anni, o altro
ancora. Qualcuno sta cominciando,
altri non ci pensano nemmeno.
Fare un ebook costa pochissimo,
distribuirlo costa pochissimo.
Strano che gli editori non si siano
già buttati a pesce sull’occasione.
Poi si possono fare affari con i
testi scolastici o universitari, le
dispense, insomma ci sono decine
di applicazioni del digitale che
aspettano solo qualcuno che le
metta in pratica.
Dalla carta all’ebook, ma
anche il contrario. No?
Il mercato ci ha già pensato con
una stampante speciale in grado di
creare in pochi minuti un volume
rilegato e dotato di copertina
partendo dal file dell’ebook. Si
può scegliere da un catalogo
internazionale di 7 milioni di titoli
fuori diritti, o stampare il proprio
libro, se si vuole. In Italia, la prima
di queste macchine è già installata
presso il Mondadori Megastore di
piazza Duomo a Milano.
Avete difficoltà a riacquisire
i diritti d’autore? Dovete fare
Dante «reloaded» in un disegno di Luca Vernizzi
tante rinunce?
Nessuna difficoltà, tutto dipende da
quello che vogliono fare gli autori.
Se c’è la loro volontà, nessuno
e niente ci può fermare. I diritti
sulla versione elettronica di un
testo non sono quasi mai presenti
nei contratti originari dei libri
che abbiamo in collana. Ma anche
se fossero citati, qualora l’editore
si dimostrasse inadempiente in
quanto non ha mai realizzato
l’ebook dell’opera, l’autore ridiventa
automaticamente padrone del suo
testo e può farne quello che vuole.
Qual è il valore aggiunto di
Laurana Reloaded rispetto
alle altre collane di ebook sul
mercato?
Ridiamo la vita a titoli morti. Li
andiamo a prendere dai cataloghi
di tutti gli editori italiani. Quindi:
reperibilità e varietà.
Quale, a distanza di due anni,
il bilancio della collana?
Niente di spettacolare, non è
stato un miracolo, un boom. Ma
non ha nemmeno portato gravi
dissesti finanziari all’editore, forse
anzi gli ha dato una cosa in più
da dire quando parla della sua
azienda. Il segreto è non mollare,
non scoraggiarsi. Prima o poi tutti
questi ebook daranno i loro frutti.
Prossimi titoli in programma?
Rimetteremo in circolazione
un titolo poco noto di Gaetano
Cappelli, I due fratelli, uscito per
la De Agostini nel 1993 e diretto
all’epoca ai ragazzi delle scuole.
E poi, più avanti, Visto che siete
cani di Walter Fontana, romanzo
comico su una compagnia
di attori teatrali che per
sopravvivere in tempi di crisi
del teatro si trasforma in una
gang di ladri; Nonno Rosenstein
nega tutto di Marco Bosonetto,
una storia sarcastica in cui un
ebreo scampato ai lager diventa
negazionista per non soccombere
al dolore dei ricordi. E ancora
tanti altri: da Sorelle e Nemiche
della noirista Barbara Garlaschelli
a La resistenza del nuotatore di
Sebastiano Nata,
fino al recupero di Plays, una
magnifica raccolta di racconti
uscita per un editore locale
piemontese una decina d’anni fa.
L’autore è semi-sconosciuto: il
musicista e traduttore Gianrico
Bezzato, prematuramente
scomparso nel 2012. ©
M. R.
I Libri del Pen
COLOPHONARTE
G RAZ IA VAR I S C O
per ESCHILO
LE EUMENIDI
poesia
a cura di Mario Santagostini
Voto Matteo Marchesini, Cronaca senza
Voto Antonio Riccardi, Il profitto domestico, Voto
Giancarlo Majorino,Torme di tutto,
Mondadori, pp. 170, € 18
storia (poesie 1999-2015)
Il Saggiatore, pp. 164, € 15
Elliot, pp. 134, € 18,50
A sorpresa, Majorino apre il libro con
A vent’anni dalla prima uscita, torna Il
un racconto erotico e scabroso. Poi,
Per esplicita ammissione dell’autore, la
profitto domestico di Antonio Riccardi
prosegue con poesie gestite da una
scrittura di Marchesini è attraversata da
(1962). Libro che si legge come una
scrittura densa, vitale. E con violenza
«citazioni implicite di altri poeti». Dunque,
serie di storie
famigliari
P. E.N.
CLUBsottratteP. E.N. CLUB
vitale ci sbatte in faccia un universo
nelle pagine i frammenti della memoria
all’usura delITALIA
tempo eONLUS
riportate alla
luce, onlus
ITALIA
disordinato dove nulla è stabile ma
letteraria servono per dare voce alla
o come momenti d’una vicenda
tutto si deforma, diventa mostruoso.
memoria singola. L’effetto è la storia d’una
collettiva della quale il poeta si sente
Riferimenti? Ovidio, il Dante
vita narrata nei dettagli. Con un linguaggio
non solo erede, ma proprio l’ultimo
infernale, Rabelais…
leggero coniuga ironia e strazio.
anello e, forse, anche l’estrema voce.
8
7
intellettuali perseguitati
8
P. E.N. CLUB
ITALIACLUB
onlus
P.E.N.
ITALIA
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le memorie di una scrittrice albanese
Musine, la ragazza uragano
L
Il celebre monologo finale di Athena nella versione originale e nelle traduzioni in italiano, francese, bulgaro, sloveno e albanese. Il testo in
bulgaro è stato realizzato su cliché mentre i restanti testi sono composti in Garamond c. 14. Stampa di Rodolfo Campi in Rozzano su Amatruda
di Amalfi puro cotone da 200 g.
Ogni esemplare è arricchito da un’opera di Grazia Varisco, numerata e firmata dall’artista, realizzata con il supporto tecnico di Umberto Vitali.
I primi 20 esemplari in numeri arabi e i primi 10 in numeri romani sono corredati da una scultura in acciaio e pigmenti della stessa artista.
Legatura artigianale a cura di Sandro Francescon.
a mia vita universitaria è
l’autobiografia giovanile
di Musine Kokalari (19171983) – oggi riconosciuta quale
prima, grande scrittrice e poetessa
albanese – scritta tra il 1937 e il
1941 durante gli anni di studio alla
Sapienza. Si tratta della prima sua
opera che a maggio, a settant’anni
circa dalla stesura, vedrà la luce
in Italia, Paese per il quale era
stata pensata, e nella collana «La
memoria restituita» dell’editore
Viella, patrocinata dalla stessa
Sapienza e dall’Archivio di Stato
di Roma. Frutto di un lungo lavoro
di ricerca storica, archivistica
e antropologica svolto fra Roma
e Tirana da Simonetta Ceglie e
Mauro Geraci, il volume includerà
anche un corposo inserto di
immagini e documenti in gran
parte inediti e un saggio del
poeta Visar Zhiti. Composta
a Roma durante il fascismo e
direttamente in lingua italiana, La
mia vita universitaria testimonia
l’entusiasmo di chi guardava agli
studi accademici come alla «più
grande e nuova aspirazione per una
ragazza albanese». La formazione
di una coscienza critica e politica
tuttavia venne spezzata alla radice
dalla condanna, dai lunghissimi
anni di reclusione e isolamento
forzato. Che Musine Kokalari,
rientrata in Albania nel ’42, dovette
subire fino all’83, anno della sua
morte, quale tenace organizzatrice
di un articolato progetto di
democrazia e libertà nazionale
fortemente temuto e stroncato
Pen Club Italia
Onlus
formato 50x35
pagine 30
esemplari 50+XX
Colophonarte di Egidio Fiorin - via Torricelle, 1 - 32100 Belluno - cell. 3356751854 - [email protected] - www.colophonarte.it
ISSN 2281-6461
Trimestrale italiano
dell’International Pen
20122 Milano, via Daverio 7
Tel. +39 335 7350966
C.F. 97085640155
www.penclubitalia.it
e-mail: [email protected]
Tiratura: 20.000 copie
Musine Kokalari (1917-1983) durante il processo a Tirana (1946)
dall’incipiente regime comunista di
Enver Hoxha. Molteplici le ragioni
che rendono preziosa questa prosa
che ci accompagna tra dolcezze e
paure, gioie e tristezze, amicizie
e abbandoni. Si ritrova il registro
umano e poetico per il quale la
giovane Musine era già nota in
patria come autrice di finissimi
racconti ambientati nel mondo
popolare albanese. Si aggiunga il
confronto con una nuova lingua e
un nuovo Paese, anche se, tra il
1939 e il 1942, l’Albania si trovava
sotto l’occupazione dell’Italia
fascista. La mia vita universitaria
è quindi il risultato di due punti
di vista dialettici, l’albanese
e l’italiano; testimonianza
d’antiche controversie. È un
testo «adriatico», differenziale,
che coltiva il dolce, malinconico
«sguardo da una certa distanza»
di verghiana memoria.
Interessantissimo per i continui
scatti narrativi della ragazza
albanese e musulmana che riesce
a fronteggiare un mondo romano,
maschile, fascista, cristiano vissuto
con la curiosità dell’intellettuale.
Comitato direttivo Pen
Presidente: Sebastiano Grasso
([email protected])
Vice-presidente
Marina Giaveri
([email protected])
Segretario generale
Rayna Castoldi
([email protected])
Membri supplenti
Davide Cadeddu,
Vivian Lamarque
Membri
Alberto Arbasino, Maurizio Cucchi,
Dacia Maraini,
Carlo Montaleone, Moni Ovadia
Sergio Perosa
Direttore responsabile
Sebastiano Grasso
Redazione
Liliana Collavo, Liviana Martin, Luca
Vernizzi e Daniela Zanardi
Registrazione Tribunale di Milano
n. 26 del 10 gennaio 2008
Responsabili regionali
Fabio Cescutti (Friuli-Venezia Giulia),
Presente anche una costante
attenzione per «questioni
femminili», per le quali Musine
adottava lo stesso pseudonimo usato
per inchieste davvero coraggiose
per una ragazza di quei tempi, che
denunciavano i problemi sociali
della donna nell’Albania anni
Trenta. Per l’appassionata ricerca
di una via democratica ostile a ogni
dittatura, Musine, condannata a
vita dalla morsa del comunismo
albanese, resta la «ragazza
uragano» cui possono guardare
R. P.
anche le ragazze d’oggi. ©
Linda Mavian (Veneto), Adriana Beverini
e Massimo Bacigalupo (Liguria),
Anna Economu Gribaudo (Piemonte),
Paola Lucarini (Toscana),
Mauro Geraci e Giuseppe Manica (Lazio),
Anna Santoliquido (Puglia),
Alberto Postigliola ed
Enza Silvestrini (Campania),
Giuseppe Rando e Carmelo Strano (Sicilia)
Impaginazione
Pen Club Italia
Stampa
La Tipografica Varese S.p.A.
21100 Varese, via Cherso, 2
Tel. +39 0332 330444
UB
nlus
I Libri del Pen
P. E.N. CLUB
ITALIACLUB
onlus
P.E.N.
ITALIA
18
LETTERATURA ALBANESE a cura di MAURO GERACI
Gazmend Kapllani, Breve diario di
Voto William Bonapace, Italiani d’Albania. Voto Faslli Haliti, Poesie scelte (1969frontiera, Del Vecchio, pp. 186, € 15
Breve storia di una grande rimozione
2004), EdiLet, pp. 156, € 16
Città
del
Sole,
pp.
160,
€
10
Diario d’una migrazione vissuta.
Sulle orme di Majakovskij e di Esenin,
L’autore narra illusioni e sofferenze
Le vicende dei tanti cittadini italiani
Faslli Haliti (Lushnje, 1935) iniziò il
degli albanesi che, negli anni 90,
rimasti sul territorio albanese alla
suo cammino poetico in un socialismo
durante e dopo il comunismo,
fine della II guerra mondiale,
che credeva umano ma che, invece,
hanno rischiato la vita per andare in
risucchiati da un Paese presto
per versi ritenuti sovversivi e
Grecia. Si racconta un’infanzia
blindato dal più isolazionista dei
revisionisti, lo sottopose a quindici
popolata dai feticci televisivi di una
regimi comunisti. Da qui il rientro di
anni consecutivi di censura,
«Terra Promessa», alla fine, priva
molti di loro in Italia, nel ‘91, in una
deportazione e isolamento forzato.
della mitica ospitalità mediterranea.
sorta d’immigrazione all’incontrario.
Traduzione di Gëzim Hajdari.
7
Notizie Pen Italia
7
Voto
8
I Libri del Pen
Letteratura russa
a cura di Claudia Zonghetti
Ljudmila Petruševskaja, C’era una Voto Andrej Platonov, Čevengur
Voto Lev Tolstoj, Lo ieromonaco Eliodoro Voto
volta una donna che cercò di
Einaudi, pp. 512, € 26
Damocle, pp. 28, € 5
uccidere la figlia della vicina
Un capolavoro della letteratura russa
Una menzione speciale per questa
Einaudi, pp. 188, € 16
del Novecento (trad di O. Discacciati)
casa editrice veneziana che nella
Racconti portentosi sulla Russia
che finalmente trova un’adeguata,
collana Bogatyry pubblica piccoli
contemporanea distorti dal prisma
calzante voce italiana. Cantore quasi
capolavori della letteratura russa
con
P. E.N. CLUB
P. E.N. CLUB
letterario sulfureo della migliore
epico della rivoluzione, sì, ma fin
testo a fronte, tutti a cura di Chiara
ITALIA onlus
ONLUS
tradizione gogoliana. Petruševksja non
nelle sue pieghe più nascoste,
Munerato. AITALIA
oggi sono
uscite perle
ha ancora trovato il suo pubblico, in
Platonov porge al lettore un affresco
nascoste di Čechov, Bulgakov,
Italia. Con questo libro (trad. M.
grottesco e realista insieme della
Dostoevskij e, appunto, quest’ultimo
Caramitti) potrebbe riuscirci.
lancinante realtà sovietica.
di Tolstoj.
8
8
8
P. E.N. CLUB
ITALIACLUB
onlus
P.E.N.
ITALIA
19
Libri dei soci
tt
Miscellanea Ballerini
Bicentenario della nascita
di Monsignor
Paolo Angelo Ballerini
[1814 -1897]
a cura di Franco Cajani
Nuovo sito del Pen Italia
Completamente rinnovato il sito del
Pen Italia, con il contributo del
socio Biagio Cartillone. Il nuovo sito
sfrutta una piattaforma Cms della
società Powerpad. La pagina ha
contenuti dinamici, facilmente
accessibili da tutti i dispositivi:
accesso veloce a Calendario, Notizie
e pagina Facebook. Nella sezione
Rivista, oltre tutti i numeri sinora
pubblicati, si trovano gli inediti,
pubblicati per la prima volta sul
magazine del Pen. Tutto su www.penclubitalia.it
Montale «animalista» Il «Premio Montale-Fuori di casa»
2016 (Sarzana) ha una nuova
sezione dedicata
al rapporto del
poeta con gli
animali. Possono
parteciparvi
autori italiani o
stranieri con elaborati in lingua
italiana: da 1 a 3 poesie e/o racconti
inediti, da inviare entro il 30 aprile
prossimo. Informazioni: www.premiomontalefuoridicasa.it
«Autoritratti» di scuole milanesi
Nel 1943 la Questura di Milano si
trasferisce in via Fatebenefratelli,
nel palazzo che per quattro secoli ha
ospitato prestigiose scuole milanesi
(Collegio dei Nobili di san Carlo
Borromeo, Imperial-Regio Collegio
Longone) dove hanno studiato
Alessandro Manzoni, Federico
Confalonieri, Carlo Cattaneo ed
altri protagonisti del Risorgimento e
della cultura del tempo. Restaurati
alcuni dei reperti storici, fra cui
la campana che batteva le ore
delle lezioni. Ne è nato un volume
(edizioni Metamorfosi di Gianni
Rizzoni, socio del Pen Italia),
messo gratuitamente a disposizione
delle scuole, da alcuni Rotary
milanesi, per avviare una sorta di
«competizione»
che veda
impegnati
insieme docenti
e allievi
nell’elaborazione
di un
«autoritratto»
del loro istituto, da realizzare
liberamente con documenti scritti,
immagini, filmati.
Adonis
Violenza e islam
Guanda, pp. 188, € 14
Francesca Albini
Lorenzo Arruga (a cura)
Dreamtime perfections
Pier Luigi Pizzi, Bis!
Sampson Low, pp. 16, € 2,50 Allemandi, pp. 230, € 50
Michele Baraldi, Libro della
memoria e dell’erranza
Se, pp. 300, € 19
Franco Battiato
Le nostre anime
Universal, 3 CD, € 26,90
Pierluigi Battista
Mio padre era fascista
Mondadori, pp. 162, € 17,50
Franco Buffoni
Avrei fatto la fine di Turing
Donzelli, pp. 124, € 17
Massimo Cacciari
Re Lear. Padri, figli, eredi
Saletta dell’Uva, pp. 80, € 10
Franco Cajani (a cura)
Paolo Angelo Ballerini, I Quaderni
della Brianza, pp. 492, € 25
Pietro Citati
L’armonia del mondo
Adelphi, pp. 298, € 13
Sylvestre Clancier
Le témoin incertain, L’herbe
qui tremble, pp. 112, € 16
Giuseppe Conte
Poesie (1983-2015)
Mondadori, pp. 404, € 22
Giancarlo Depretis (scritti in
suo onore), Hora fecunda
Nuova Trauben, pp. 910, € 40
Umberto Eco
Pape Satàn Aleppe
La nave di Teseo, pp. 480, € 20
Rachele Ferrario
Margherita Sarfatti
Mondadori, pp. 420, € 25
Carla Forno, Le amate stanze.
Viaggio nelle case d’autore
Aracne, pp. 784, € 32
F. Gambin, R.Benedettini (a cura)
Carlo Bo e il Novecento
Edizioni dell’Orso, pp. 148, € 16
Andrea Kerbaker
La rimozione
Marsilio, pp. 126, € 15
Carlangelo Mauro (a cura)
Salvatore Quasimodo, Il falso e il
vero verde, Sinestesie, pp. 544, € 25
Maria Modesti
Silenzi d’arabesco
Edizioni dell’Orso, pp. 112, € 14
Gabriele Morelli (a cura)
Pablo Neruda, Cartas de amor
Catedra, pp. 316, € 25
Valerio Nardoni (a cura)
García Lorca, Ode a Salvador
Dalí, Passigli, pp. 92, € 12,50
Julio Neira (a cura), De
musas, aeroplanos y trincheras
Uned, pp. 362, € 12
Antonio Ortoleva, C’era una
volta l’India e c’è ancora
Navarra, pp. 128, € 12
Demetrio Paparoni
Cristo e l’impronta dell’arte
Skira, pp. 186, € 28
«Encomienda» a Morelli
L’ambasciatore di Spagna a Roma
ha consegnato a Gabriele Morelli la
«Encomienda de la Orden de Isabel
la Católica» per la sua attività di
ispanista.
Nuovi soci
Francesca Albini, Franco Lorenzo
Arruga, René Corona, Vincenzo
Mastropizzo, Carlangelo Mauro,
Antonio Ortoleva, Marialba Russo,
Riccardo Targetti.
Karl Lubomirski
Dacia Maraini
Tiempo naufragado
La bambina e il sognatore
Salto Página, pp. 206, € 16 Rizzoli, pp. 412, € 20
Riccardo Targetti
L’ULTIMA VIA
DI USCITA
Quote associative 2016
Rimane invariata la quota
associativa per il 2016 (65 euro, di
cui 15 vanno alla sede centrale di
Londra). Si prega di versarla sul CC
postale n. 88341094 intestato a Pen
Club italiano Onlus, oppure sul CC
bancario presso il Monte dei Paschi
di Siena, agenzia di Milano; Iban:IT15R0103001609000000365918
Dall’estero, Bic:PASCITM1MI8.
una indagine criminale nell’Italia fascista
METAMORFOSI EDITORE
Roberto Pazzi
Cercando l’imperatore
Bompiani, pp. 208, € 10
Sergio Perosa (a cura)
Shakespeare, Romeo e Giulietta
Cierre, pp. 168, € 14
Giorgio Pressburger
Racconti triestini
Marsilio, pp. 140, € 16,50
Sergio Romano, Beda Romano
Berlino capitale
il Mulino, pp. 204, € 15
Patrizia Salvatore
Prometeo e Cristo
Aracne, pp. 260, € 14
Ferdinando Scianna
Obiettivo ambiguo
Contrasto, pp. 384, € 24,90
Jesper Svenbro, John Scheid
La tortue et la lyre
Cnrs, pp. 280, € 22
Riccardo Targetti
L’ultima via di uscita
Metamorfosi, pp. 232, € 18
Nicola Vitale
La «solarità» nella pittura
Mimesis, pp. 214, € 20
per lettori indipendenti
I nostri libri sono stampati in tiratura limitata e numerata su carte pregiate.
Non ci trovi nella grande distribuzione ma solo nelle migliori librerie indipendenti.
Adriano Tilgher
Filosofi antichi
Robert Nathan
Ritratto di Jennie
Vittorio Accornero
Tomaso
pp. 240
euro 30,00
Traduzione di Simone Caltabellota
pp. 144 · euro 22,00
pp. 72 illustrate
euro 35,00
Ronald Fraser
Fiori fantasma
Colin Wilson
L'outsider
Traduzione di Federica Bigotti
pp. 144 · euro 22,00
Traduzione di Thomas Fazi
pp. 350 · euro 35,00
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