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20/02/2012 di F. Scoppetta
TESINE vola la farfalla
VOLA LA FARFALLA
Qualche giorno fa mi hanno informato che una ragazza di V intendeva svolgere una
tesina sulla farfalla. In un istituto tecnico l’argomento è sembrato “fuori luogo”.
Si pensa infatti che i capitoli delle tesine debbano seguire il solito rosario
IMPRESA, AZIENDA, PIRANDELLO, NAZISMO, LETTERA COMMERCIALE,
PARLAMENTO…
Noi invece abbiamo da qualche anno proposto che gli studenti partissero da
argomenti scelti a loro piacimento, temi che li intrigassero , e cominciassero così il
gioco dei RIMANDI, delle CITAZIONI, delle METAFORE e dei COLLEGAMENTI.
Che cos’è – abbiamo detto – la cultura se non un grande gioco di collegamenti
mentali ? Che la tesina, dopo 5 anni di DISCIPLINE, sia finalmente l’occasione di
scoprire la MULTIDISCIPLINARIETA’, il momento di scoprire nessi,
collegamenti, cerniere tra le materie, di inventare ACCOSTAMENTI ARDITI. Per
tutti. Per gli studenti, ma anche per i docenti.
Ecco allora che, giocando, anch’io ho messo su carta qualche idea che la parola
“farfalla” fa venire in mente. Naturalmente oggi internet, prima che una
biblioteca fornitissima, consente tutto questo e di sbrigarsela in men che non si
dica.
LA FARFALLA
"La farfalla non conta i mesi ma gli attimi ...
fa che la tua vita danzi sui bordi del Tempo come rugiada sulla punta di una
foglia!" -Tagore
*“La Farfalla di Dinard” : una raccolta di prose di Eugenio Montale (“La farfallina
colore zafferano che veniva ogni giorno a trovarmi al caffè, sulla piazza di
Dinard…)
*La farfalla è un animale simbolico per eccellenza, lo è sempre stato sin dai tempi
più remoti. Le sue armoniose, molteplici e suggestive forme suggeriscono la
bellezza. Nell’ “ Enciclopedia dei simboli ” a proposito della farfalla e alla sua
naturale metamorfosi c’é scritto: “ La meraviglia per questo fenomeno che si
origina e si sviluppa senza interventi esterni, conducendo l’animale dalla condizione
di bruco a quella di larva e infine di farfalla, colpisce profondamente gli uomini,
che sono così spinti a riflettere sulla propria trasformazione spirituale. Si
convincono in tal modo di essere in grado di abbandonare la loro natura corporea e
ascendere al cielo della luce eterna ” .
Nel simbolo è pertanto racchiuso uno sfondo metafisico che presuppone segrete
affinità, quasi una mistica compenetrazione reciproca, tra il mondo visibile e l'
invisibile....Il punto d’incontro tra il tempo e l’eternità.
La farfalla (COME UNA IMPRESA) deve affrontare diverse fasi di crescita: da
crisalide accede ad un livello di maturazione superiore fino all’ultimo stadio che le
consente di librarsi in volo. La metamorfosi della farfalla è fondamentale per
comprenderne il simbolismo.
La comparsa della farfalla nei sogni suggerisce una evoluzione in qualche ambito
della vita del sognatore e l'accesso a nuove esperienze con una consapevolezza
diversa, che deriva dall'aver affrontato precedenti fasi, e con una maturità che è
culmine di energia, di autonomia, di potenzialità. La farfalla che compare nei sogni
è simbolo di una trasformazione che avviene a livello psichico, di un cambiamento
che si sta verificando nella vita del sognatore, di un passaggio da una fase
all’altra, può essere anche un’esortazione a “vedere” la bellezza e le potenzialità
presenti e a lasciarle esprimere.
E’ sostanzialmente un segno di trasformazione e di rinascita.
Una credenza popolare greco-romana considerava la farfalla simbolo dell'anima
che esce dal corpo. E simbolo dell'anima la si ritrova presso gli aztechi, anche se
si trattava dell'anima dei guerrieri caduti in battaglia. La farfalla, per questo
popolo, era anche un simbolo del fuoco e del sole, infatti nella Casa delle Aquile o
Tempio dei Guerrieri il sole era rappresentato da una farfalla. Nell'antica lingua
azteca la farfalla è chiamata papalot, simile al papilio latino. Nei racconti irlandesi
del ciclo mitologico, la dea sposa del dio Mider era stata trasformata in una pozza
d'acqua dalla prima moglie del dio, gelosa di lei. Dalla pozza uscì un bruco che si
trasformò in una magnifica farfalla che gli dei protessero poiché aveva poteri
miracolosi. Anche qui, quindi il simbolismo è quello della vera essenza dell’essere
liberato dall'involucro della materia.
La farfalla è uno dei simboli che paiono più diffusi nelle culture dei popoli antichi.
incarnazione del principio di trasformazione, manifestazione della Dea nel suo
aspetto di vita emergente. La si ritrova nei vasi, nelle brocche, negli amuleti, nelle
statuette. Nel suo libro “Il Linguaggio della Dea” Marija Gimbutas presenta la
farfalla che sorge da un bucranio come epifania della Dea Madre in veste di Dea
della Rigenerazione, ed anche questa simbologia è ripresa da una pittura parietale
di Çatal Hüyük, datata 6 500 a.C..
La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare, vive solamente per amare e
concepire, e per questo è avvolta in un abito mirabile…questo significato della
farfalla è stato avvertito in tutti i tempi e da tutti i popoli…
È un emblema sia dell'effimero, sia di ciò che dura in eterno… È un simbolo
dell'anima.
Al pari della Fenice, la Farfalla è simbolo di trasformazione. Rappresenta l'anima
che, uscita dal corpo, raggiunge un grado superiore di perfezione. In questo caso
la crisalide rappresenta il corpo umano che contiene le potenzialità dell'essere e
la farfalla che esce è un simbolo di rinascita.
La farfalla è il simbolo del processo di trasformazione che porta verso le cose
d'ordine superiore. Essa ci insegna a trasformare la nostra vita consapevolmente,
a creare nella realtà situazioni del tutto nuove, a realizzare i nostri desideri più
profondi. Ogni nuova idea e ogni piccolo passo verso la nostra auto-realizzazione si
rispecchia nel processo di sviluppo della farfalla. Nella fase dell'uovo essa
rappresenta la nascita di un'idea; nello stadio di larva indica il momento in cui si
deve decidere se questa idea va realizzata oppure no; come bozzolo insegna a
entrare in noi stessi per legare questa idea al nostro essere interiore. Infine la
nascita della farfalla è anche la nascita di una nuova realtà.
La farfalla inizia la sua vita strisciando e in seguito, attraverso un processo di
trasformazione, impara a volare portando sulle sue ali i colori dell'arcobaleno.
Essa ci insegna che ogni metamorfosi, sia pur la peggiore, possiede un suo ordine.
La farfalla rappresenta l’equilibrio, la trasformazione o metamorfosi, i progetti di
successo, la grazia e la capacità di accettare i cambiamenti; richiama al processo
di trasformazione alchemica a cui è sottoposto ciascuno di noi, anche suo
malgrado, durante la vita. Ma è anche la rappresentazione della libertà a cui ogni
uomo aspira. Una libertà che può essere conquistata solo a patto di sapersi
sciogliere dai lacci delle convinzioni fasulle, dei conformismi e dei dogmi di
qualunque natura ,imposti dalla società e dalla cultura di ogni tempo.
*Vladimir Nabokov (1899-1937), famoso autore di LOLITA (uscito nel 1955),
spesso citato come uno dei più importanti testi del XX secolo, non era mai sazio di
correre con la rete aperta inseguendo farfalle. La sua carriera di entomologo fu
notevole. Nel 1940 gli fu affidato l'incarico di organizzare la collezione di farfalle
al Museo di Zoologia Comparata dell'università Harvard. I suoi scritti in questo
campo sono molto tecnici. Questa tecnicità, combinata al fatto che la sua
specializzazione era il genere Polyommatini della famiglia Lycaenidae,
relativamente poco attraente, ha comportato che questo lato della sua vita sia
rimasto poco esplorato dagli ammiratori delle sue opere letterarie.
*Edward Lorenz, il padre della meteorologia e autore della “teoria del caos” : un
battito di ali di una farfalla in Brasile scatena una tempesta in Texas. E’ l’effetto
farfalla se nessuno è in grado di prevedere che tempo farà tra una settimana
.Infatti oltre un certo limite l’atmosfera sfugge al determinismo e sconfina nel
caos: un evento di grande portata può essere innescato da un effetto
insignificante. Non è caotico solo il tempo meteorologico ma tutti i fenomeni
naturali, anche il ritmo del nostro cuore e il moto dei pianeti. Tutto al mondo si
reggerebbe in pratica sul caos e anche l’ordine apparentemente “più perfetto” è
destinato prima o poi a ritornare inevitabilmente al caos.
*Ma mentre in meteorologia vale la reciprocità, Brasile – Texas, nell'economia
'globale', una decisione piccola o grande che sia, presa nella 'periferia' economica,
non ha alcuna ripercussione nel centro del sistema. Il sistema globale odierno è
unidirezionale: le decisioni prese al centro sono spesso determinanti per gli
sviluppi regionali, quelle prese in periferia non influenzano affatto il centro o lo
influenzano molto poco. Qui per regioni non si intendono quelle in cui è divisa
l'Italia, ma le grandi zone del mondo più o meno omogenee economicamente e
culturalmente, comprendenti spesso anche vari stati.Nei settori del software e
dell'hardware le modifiche e le innovazioni sono incessanti, il centro (le Compagnie
Statunitensi) dettano le condizioni, la periferia (quasi tutto il resto del mondo)
compra e si adatta.
*Si, una tempesta perfetta, un continuo battito d'ala, proprio quando abbiamo la
presunzione di essere arrivati, all'orizzonte un'altra tempesta ci ricorda la
fragilità della nostra vita. Un brivido lungo un intero decennio perduto, il battito
d'ali del terremoto nella terra del sol levante, un battito d'ali della Natura che ci
ricorda la fragilità della nostra esistenza quotidiana, come all'improvviso tutte le
nostre riflessioni devono necessariamente ritornare all'origine della Vita,
all'essenziale invisibile agli occhi. L'ultimo shock è la calamità che mette in
ginocchio il Giappone, terza economia del pianeta. Una catastrofe
paradossalmente "amplificata" proprio dalla modernità e dalla ricchezza: perché il
Giappone in quanto paese avanzatissimo è iper-assicurato (a differenza
dell'Indonesia) e quindi i danni si ripercuotono immediatamente sui bilanci delle
compagnie assicurative mondiali. Se il disastro di Kobe nel 1995 costò 100
miliardi, a 15 anni di distanza l'impatto non può che essere moltiplicato. Il "battito
d'ali di farfalla dall'altra parte del pianeta che genera un uragano" non è
un'immagine letteraria, è la teoria del caos che studiano i matematici. Tre,
quattro farfalle in simultanea, possono piegare non solo la Torre di Tokyo ma un
mondo senza paratìe né compartimenti stagni, dove il contagio delle crisi viaggia
alla velocità della luce. (Federico Rampini su REPUBBLICA )
Cinema- Lo scafandro e la farfalla ,di Julian Schnabel- Francia 2007, con
Mathieu Amalric e Emmanuelle Seigner
*Jean-Dominique Bauby si risveglia dopo un lungo coma in un letto d'ospedale. È il
caporedattore di 'Elle' e ha accusato un malore mentre era in auto con uno dei
figli. Jean-Do scopre ora un'atroce verità: il suo cervello non ha più alcun
collegamento con il sistema nervoso centrale. Il giornalista è totalmente
paralizzato e ha perso l'uso della parola oltre a quello dell'occhio destro. Gli resta
solo il sinistro per poter lentamente riprendere contatto con il mondo. Dinanzi a
domande precise (ivi compresa la scelta delle lettere dell'alfabeto ordinate
secondo un'apposita sequenza) potrà dire "sì" battendo una volta le ciglia oppure
"no" battendole due volte. Con questo metodo riuscirà a dettare un libro che
uscirà in Francia nel 1997 con il titolo che ora ha il film.
Julian Schnabel ha assunto sulle sue spalle un incarico gravoso perché è vero che i
film che portano sullo schermo le vicende di portatori di gravi handicap
(soprattutto se ispirate a storie realmente accadute) commuovono facilmente la
grande platea. È però anche vero che, con una tematica in parte vicina a questa
abbiamo avuto nel 2004 Mare dentro di Alejandro Amenábar con
l'interpretazione da premio di Javier Bardem e la fatica di Mathieu Amalric
poteva risultare improba. Sia l'attore che il regista conseguono il grande risultato
di offrirci una prova di grande umanità nel contesto di un film di elevato livello
artistico.
L'occhio del protagonista diventa la soglia che permette al pesante e inerte
scafandro del suo corpo di liberare (anche se faticosamente) la farfalla del
pensiero. La voce interiore imprigionata di Jean-Do ci rivela al contempo l'orrore
della condizione e l'indomabile spinta all'espressione di sé. Il giornalista pensa,
desidera, soffre, grida dentro di sé. È un grido in cerca di una bocca che possa
tradurlo in suoni e parole. Il battito delle ciglia (che ricorda non a caso il battito
d'ali di una farfalla) si traduce in lettere e le lettere in parole. Schnabel e
Amalric riescono a non fare retorica e al contempo a commuovere profondamente
liberandosi dal falso pietismo che spesso accompagna queste storie 'vere'.
Raggiungono il risultato grazie a un attento lavoro di flasback che si integra alla
perfezione con la descrizione di un corpo che da apertura al mondo si è
trasformato in sepolcro. Tutto ciò senza lanciare proclami né a difesa strenua
della vita né a favore dell'eutanasia. Il che, di questi tempi, è già un merito di per
sé.
*E per finire un rimando personale ad un brutto ricordo giovanile, l’improvvisa
morte del calciatore del Torino Gigi Meroni, mio grande idolo.
CALCIO E LETTERATURA
LA FARFALLA GRANATA.LA MERAVIGLIOSA E MELANCONICA STORIA DI
GIGI MERONI,IL CALCIATORE ARTISTA di Nando dalla Chiesa , Limina Editore
2003