il tirreno regionale 25.06.16

Transcript

il tirreno regionale 25.06.16
Toccate le mie sculture
per sentire voi stessi
e l'essenza del signo
D
L ' art i sta sp ì ega la poet ì ca della mostra cc
I
I
ff
che vedra® le sue opere d ì alogare con le merav ì gi ì e p ì sane
di ILARIA BONUCCELLI
envenuti a Pisa, città delle
meraviglie. Specchio delle mie brame, accesso segreto alla settima dimensione.
Quella dell'arte e molto di più.
Cammino alla scoperta di se
stessi, in venti mosse. Ventidue,
forse. Pazienza di contarle. Di
scoprirle, opera dopo opera. Da
piazza dei Miracoli alla chiesa di
Santa Maria della Spina: i capolavori della tradizione che dialogano con le sculture contemporanee di Kan Yasuda, artista
giapponese fiorito a Pietrasanta,
fra il bronzo, il bianco statuario
di Carrara, il bianco "Tavolini"
del Corchia e il laboratorio Angeli di Querceta.
Dal 30 giugno al 16 ottobre, Pisa si trasforma in un museo a
cielo aperto che celebra non solo i 150 annidi relazioni fra Italia
e Giappone. Con la mostra
"Touching Time" (Toccando il
tempo) si trasforma in esperienza d'arte. In luogo dove lo spettatore si immerge nella scultura, si
lascia attrarre, tentare. Muove
un passo e si trova catapultato in
uno spazio diverso da un secondo prima. Trova pertugi per avventure: Alice nel Paese delle
Meraviglie. Specchi per guardarsi dentro. Un'occasione che con
Yasuda accade spesso, a chi conserva animo da bambino e capacità di abbandono. Non per nulla, le sue sculture vengono proposte in ambienti che favoriscono la libera circolazione del pensiero: parchi, piazze. A Roma,
nel 2007, ad esempio, i Mercati
Traiani.
Maestro Yasuda, perché la
mostra si chiama "Toccare il
tempo"?
«Tutte le mie mostre, anche
l'ultima di New York, hanno
questo titolo. Il tempo non si
può toccare, però si può sentire.
E ognuno lo può sentire a proprio modo».
Come può avvertire il tempo
uno spettatore attraverso le
sue sculture?
«Il tempo non si tocca, ma le
sculture si possono toccare. Attraverso le sculture le persone
toccano se stesse. A volte si arriva a se stessi, toccando fisicamente l'opera, a volte non c'è bisogno. Basta guardarla. Il risultato è lo stesso: la scultura tocca il
cuore».
E per questo che in Giappone
una delle sue sculture più famose - Ishinki - è collocata in
parchi e piazze dove diventa la
principale attrazione dei bambini? Spesso sono fotografati
che toccano o si arrampicano
su questo "sasso".
«I bambini sono straordinari.
Sono puri e quando vedono una
scultura così corrono a toccarla
senza pensare a chi l'abbia creata. Neppure sanno chi sono io.
Anzi se ne fregano proprio. A loro interessa toccare, vogliono
catturare la sensazione che ricevono dal tatto, vogliono esplorare. In un certo senso si approc-
ciano all'opera come se fosse la
loro mamma».
Dove verrà messa a Pisa la
scultura Ishinki?
«In piazza dei Miracoli, vicino
alla Torre pendente».
Che cosa significa Ishinki?
«Non è facile da tradurre con
una sola parola. In inglese lo rendiamo con "shape of mind", forma della mente. Il concetto è un
po' più articolato. Provo a spiegarlo così. Quando a una donna
si dice "Ti amo" di solito cosa ci
risponde? Ci risponde con un'altra domanda: "Quanto?". Ecco
io con questa mia scultura, che è
una delle mie preferite, cerco di
rispondere a questa domanda».
Il suo sasso serve a dare una
forma al sentimento ? Prova a
dare forma alla quantità
dell'amore?
«L'intenzione è più generale.
Io vorrei offrire una forma senza
dare contenuti. Vorrei che chi
osserva la scultura riempisse la
chi la guarda. Io cerco la forma
più semplice possibile, perché
più è semplice la forma, più è facile l'ingresso dentro l'opera. E
la possibilità di riflettersi».
Servono a quello i buchi nelle sue sculture , come Myomu?
Ad attraversare lo spazio per
entrare nell'opera?
forma con quello che ha nell'anima. La mia scultura è lo specchio della persona che
1ä:a
l'opera».
La scultura che riti
spettatore?
«Esatto. Se una person
la scultura brutta è perch
brutta persona. L'opera
xmcl'anics u lnirc
pi'rsentiravi
,
«Dentro tutte le sculture, non
solo le mie, c'è un punto speciale. Quel punto è l'ingresso per
un altro mondo, un altro spazio.
Per vivere uno viaggio interiore.
È importante perla scultura avere questo punto e per chi la guarda, individuarlo in modo da vivere l'esperienza. Che è reale».
Ma lei con che cosa intende
riempire i vuoti perfetti delle
sue sculture?
«Con il sogno. E ciascuno deve riempire il vuoto con la propria immaginazione. A Milano,
davanti a Myomu, la scultura
che andrà in piazza dei Miracoli,
mi domandarono che cosa rappresentasse l'opera. Spiegai questa faccenda del sogno. Mi chiesero, quindi, se oltrepassando il
foro si sarebbero trovate in
un'altra dimensione, dove non
sarebbero state anziane. Io risposi che dov'erano anziane era
il sogno, perché la loro realtà era
di giovinezza».
I lavori
dei maestro
ia onese come
in una galleria
en plein air dove
lo spettatore
oi
er ersi
liberamente
Kan Vasuda nasce in Giappone nel 1945. Nel 1969 con una borsa di Studio
dal governo italiano frequenta l'Accademia di Belle Arti a Roma , allievo di
Pericle Fazzini . Così conosce i laboratori di marmo di Pletrasanta coi quali
collabora da 43 anni. Ha inaugurato il ciclo "Scolpire l'opera", scenografie
peri I festival Puccini ideato dall'ex presidente Manrico Nicolai.
Una serie dì opere imponenti inserite i n Piazza
I I tempo non si può vedere , né fermare. Ma
l'arte può avvicinare epoche diverse e
permettere alla mente di vagare
attraverso i secoli. È questo il motivo di
fondo di "Toccare il Tempo ", lagalleria
d'arte en plein airche porta a Pisa una
serie di opere del celebre artista
giapponese Kan Vasuda. Dal 30 giugno al
16 ottobre , i principali spazi monumentali
della città ospiteranno imponenti sculture
in marmo e bronzo dalle forme semplici ed
eleganti.
Un minimalismo ricercato , che consente di
instaurare un dialogo tra passato,
presente e futuro. «Questo dialogo prende
vita attraverso la materia, il marmo - ha
spiegato Kan Vasuda durante la
conferenza stampa di presentazione
dell'evento, ieri in Comune - I I marmo dei
maestosi monumenti di Piazza dei
Miracoli, che racchiude in sé quasi un
millennio di storia , e quello pregiato delle
cave di Carrara» al quale l 'artista dà forma
Lo scultore giapponese
Kan Vasuda, 71 anni,
scherza cavalcando
una delle sue opere in marmo
nel laboratorio di Pietrasanta
dove risiede dagli anni Settanta
(foto di Fiorenzo Sernacchioli)
i M iracoli e i altri scorci della città
nel suo laboratorio di Pletrasanta, dove
cui risiede dagli anni Settanta . Nell'opera
di Kan Vasuda, dunque, si celebra anche iI
rapporto storico fra tre comuni toscani,
«una relazione interessante, da
coltivare», a detta del sindaco di Pisa
Marco Fi li ppeschi.
II pluripremiato scultore di fama
internazionale non nasconde una certa
soggezione nell'esporre le sue opere
davanti a Torre, Duomo e Battistero, spia
di grande umiltàe sensibilità artistica.
«Se la combinazione è buona come penso,
mi auguro che le mie sculture diventino un
modo per sentire il tempo , per legare
insieme passato e futuro , chiudendo gli
occhi e lasciando libera Pimmaginazione».
Non solo Piazza dei Miracoli però. Sono
infatti in tutto quattordici i luoghi della
città in cui verranno allestite le opere di
Kan Vasuda, lungo un percorso «pensato
per permettere ai turisti di scoprire le
bellezze di tutto iI centro storico pisano,
da Via Santa Maria a Piazza Vittorio
Emanuele II », ha spiegato iI coordinatore
dell'evento , l'architetto Marco Signorini.
La mostra, presentata anche a Roma
all'Istituto Giapponese di Cultura, verrà
inaugurata giovedì prossimo alle 18 alla
presenza del l'ambasciatore Kazuyoshi
Umemoto. Organizzata dal Comune di Pisa
e dalla Fondazione Arpa, con la
collaborazione della Fondazione Italia
Giappone e della Camera di Commercio di
Pisa, l'esposizione si inserisce tra le
celebrazioni del 150° anniversario del
Trattato di amicizia e commercio tra Italia
e Giappone e si collega ad altre iniziative
di promozione del territorio pisano nella
nazione del Sol Levante. «Ci sono già
diversi touroperator giapponesi che
stanno lavorando da tempo affinché Pisa
diventi meta turistica di cittadini
giapponesi in occasione di questa mostra a
cielo aperto », ha spiegato i I vicesi ndaco
Paolo Ghezzi . ( Enza Chiappone)