l`antica via - La Nuova Antichi Passi
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L’ANTICA VIA PROPOSTA DI PERCORSO GUIDATO IN ABBIGLIAMENTO STORICO (XIII° sec.) SUL TRACCIATO DELLA VIA FRANCIGENA. PREMESSA Da più parti i messaggi volti alla rivalutazione di percorsi che possano riscoprire il fascino delle antiche vie e dei sentieri percorsi dai nostri predecessori, stimolano chi, come noi, ha da tempo impostato il proprio lavoro sulla divulgazione della cultura storico-naturalistica del territorio. Gli itinerari che permettono di allontanare corpo e spirito dalle sollecitazioni quotidiane, raccolgono infatti un crescente numero di accoliti che, fra l’altro, possono ritrovare il valore dello spirito di gruppo. Quando ci si ritrova a dover condividere desco e giaciglio, si riscopre il fascino delle relazioni interpersonali, della convivenza, della convivialità e… del paesaggio che, se non viene considerato solo come sfondo delle nostre vite, si presenta a noi con tutto il suo retaggio di natura e uomini che l’hanno vissuto, subito, amato. Proprio l’interesse per la storia e per la natura ci ha stimolato a proporre un modo “inconsueto” di affrontare uno di questi itinerari grazie al quale, sarà possibile attuare un esperimento di “storia vivente” che vedrà i partecipanti coinvolti, diventare protagonisti di un viaggio intrapreso così come lo avrebbero affrontato antichi viandanti del XIII° secolo che, un passo dopo l’altro, si fossero trovati a percorrere un tratto della “Via Romea” (o Francigena a seconda della direzione) utilizzando solo i mezzi di cui, nella loro epoca, avrebbero potuto disporre: I loro abiti, i loro equipaggiamenti, le loro gambe e due asinelli loro compagni di viaggio. La storia della Valle di Susa è stata segnata dalla sua conformazione naturale che, come un corridoio aperto dalle montagne alla pianura, ne ha fatto una delle grandi vie di comunicazione. Una vocazione che per alcuni ne rappresenta l’unica caratteristica degna di nota. L’epoca attuale infatti, richiede uno spostamento sempre più veloce, tempi brevi e comodità e viene da chiedersi se è possibile percorrere e vivere il territorio con l’opportunità di percepire ancora il rapporto elementare 11 uomo-natura in una dimensione dove i due elementi, ambiente e antropizzazione, non siano necessariamente poli contrastanti. Per raggiungere Susa da Torino, con un automobile lungo la strada statale, occorre un’ ora e mezza, con l’autostrada, soltanto tre quarti d’ora, magari con la TAV ci vorranno solo venti minuti… noi impiegheremo cinque giorni durante i quali cammineremo lungo la valle a ritmo “antico” su sentieri e mantenendoci lontani dalle grandi vie di transito, con l’intento di percorrere la valle non solo per arrivare ma anche e soprattutto, per ascoltare e godere del suo territorio. L’idea di realizzare iniziative sostenibili, in questo caso, può raggiungere un apice difficilmente eguagliabile: ricoveri di fortuna, cibi semplici, nessun aiuto tecnologico e la presenza viva degli asini, conforto e supporto al gruppo. In questo modo, forse, il desiderio di relazione tra anima corpo e territorio può trovare ,attraverso la suggestione, la sua massima forma espressiva. 22 IL PROGETTO Coniugando il frutto di ricerche ed esperienze degli accompagnatori del territorio con quello dei ricercatori dell’associazione, è stato ideato un itinerario escursionistico, dal colle del Moncenisio a Sant’Antonio di Ranverso, ispirato a come poteva essere affrontato un viaggio nel medioevo lungo un ipotetico tratto della storica “via francigena”. La proposta prevede infatti di realizzare, su un tracciato già sperimentato (o deviando parzialmente su altri percorsi per il raggiungimento di mete di particolare rilevanza storica e ambientale) delle escursioni di più giorni (da un minimo di due, ad un massimo di cinque), realizzabili con un gruppo di circa dieci persone. Accompagnatori e partecipanti, affiancati da due asinelli someggiati, saranno attrezzati con l’abbigliamento e l’equipaggiamento necessario che riproduce fedelmente quello utilizzato dai viaggiatori del 1200 realizzato, considerando le fonti coeve, in modo storicamente attendibile. - PREPARAZIONE DEL GRUPPO Sarà tenuto un incontro preliminare durante una serata dove, ai partecipanti, verrà spiegato in modo dettagliato come si svolgerà il viaggio. Verrà descritto come e su quali strade ci si muoveva durante il Medioevo, verranno illustrati gli abiti, le suppellettili e gli equipaggiamenti che verranno utilizzati, come venivano realizzati, le loro caratteristiche e il loro funzionamento. Sarà spiegato con quale spirito si affronterà il viaggio che non prevede l’uso di mezzi o strumenti moderni. L’incontro avrà la finalità di preparare la mentalità dei viaggiatori aiutandoli a calarsi profondamente nei panni degli antichi viandanti prendendo confidenza con quelli che saranno gli oggetti, i ritmi e le atmosfere che li accompagneranno durante i giorni di viaggio. - SPOSTAMENTI Come già accennato il viaggio non prevede l’uso di mezzi o strumenti moderni. Gli spostamenti verranno quindi effettuati esclusivamente a piedi seguendo il proprio ritmo e quello dei due asinelli che sono a tutti gli effetti compagni di viaggio. Ogni partecipante dovrà trasportare il proprio bagaglio che per questo sarà ridottissimo. 3 - PASTI Il pranzo ed eventuali spuntini, verranno consumati durante una pausa del viaggio e saranno costituiti da alimenti freddi e semplici (pane, formaggio, salumi, frutta fresca, frutta secca) che verranno forniti ad ogni partecipante che li conserverà nella propria bisaccia. La cena e la prima colazione si consumeranno nei posti tappa appoggiandosi alle strutture che ci ospiteranno (foresterie, agriturismo ecc.) cercando di mantenere una tipologia di alimentazione coerente a quella del XIII° sec. -PERNOTTAMENTI I pernottamenti si terranno nelle strutture che, Comune per Comune, ci potranno ospitare (foresterie di monasteri, locali parrocchiali o comunali, chiese,agriturismo). In questi luoghi, anche se moderni, si cercherà di mantenere un comportamento attinente all’epoca medievale per esempio sostituendo l’energia elettrica con l’uso di candele per l’illuminazione o l’utilizzo di pagliericci su cui riposare cercando così di ricreare un’atmosfera che possa far assaporare i ritmi e i modi ormai dimenticati di tempi lontani. -LA GIORNATA TIPO Dopo la sveglia (ore 8 – 8,30) si consuma la colazione e si preparano i bagagli personali. Vengono distribuite le razioni di cibo per il pranzo e si bardano gli asini caricando i basti, dopodichè inizia il cammino. La marcia si protrae, con qualche pausa, sino all’ora di pranzo (ore 13 – 14) dove, trovato uno spazio adatto e dopo aver sistemato gli asini, verrà consumato il pasto. Durante gli spostamenti ci sarà modo di osservare il territorio, i luoghi, e la natura che daranno spunto ad approfondimenti specifici su tematiche storico4 naturalistiche con prove pratiche e manuali di alcune attività che hanno accompagnato la vita quotidiana dell’uomo antico (riconoscimento delle piante e loro impiego, accensione fuoco con acciarino e pietra focaia, scrittura appunti su tavolette di cera ecc.). Dopo pranzo il cammino prosegue sino a raggiungere il posto tappa dove, per prima cosa, si sistemano gli asini smontando i basti dalla groppa, strigliandoli e dando loro l’acqua e fieno per la notte. Ogni viandante troverà la propria sistemazione o il pagliericcio dove trascorre la notte e dove poter riporre il bagaglio personale. Si potranno acquistare i beni di consumo giornalieri (cibo, candele, vino) con l’uso delle monete riproducenti il “denaro forte” (moneta sabauda coniata in Val di Susa nel XIII° sec.). Queste verranno date in dotazione ai viandanti che dovranno farne “buon uso” in una simulazione di “economia del viaggio”. Consumata la cena a lume di candela, la serata trascorrerà, a discrezione dei partecipanti, con momenti di convivialità o di socialità a discrezione dell’ente ospitante. -EVENTI COLLATERALI A corredo dell’iniziativa e prevista una mostra itinerante dedicata alla tematica del viaggio e delle vie di comunicazione nel medioevo. All’interno degli spazi espositivi messi a disposizione dai comuni che vorranno ospitare la mostra, saranno esposti: - quattro manichini completamente abbigliati rappresentanti le categorie più significative (un pellegrino, un mercante, una donna, un uomo d’arme). - Oggetti e suppellettili utilizzati durante i viaggi (stoviglie, borracce, acciarini e pietra focaia, basti degli animali da soma, tavolette per la scrittura ecc.) - Pannelli esplicativi sugli oggetti esposti e i principali itinerari dell’Europa medievale. - La proiezione di un video didattico che descriverà una giornata di viaggio di due viandanti del XIII° sec. dove sarà possibile osservare come si vestono, come si muovono, come mangiano come si rapportano con gli strumenti, il territorio e con gli altri personaggi incontrati lungo il cammino. Inoltre il gruppo itinerante potrà presenziare ad eventuali eventi o manifestazioni tematiche che il comune ospitante gradirà organizzare nei giorni di realizzazione dell’itinerario. 5 -STRUMENTI E TECNOLOGIE MODERNE Come già accennato non è previsto l’uso di mezzi o strumenti moderni. Tuttavia sono accettate alcune limitatissime concessioni alla modernità subordinate alla volontà di contenere i costi di produzione degli equipaggiamenti. Una, è quella di utilizzare macchine da cucire per assemblare la stoffa degli abiti. L’altra riguarda le calzature che, pur potendo essere ricostruite in modo fedele e funzionale, andrebbero prodotte in quantità superiore al necessario per poter coprire la gamma di numeri atti ad essere calzati in modo adeguato da tutti i partecipanti. Un certo numero di calzature saranno comunque fornite a coloro che troveranno il numero corrispondente al loro piede. Gli altri potranno utilizzare le proprie calzature personali. Non verranno usati orologi mentre l’utilizzo di telefoni cellulari sarà consentito in caso di estrema necessità o in brevi momenti prestabiliti della giornata. -GLI ASINI Le some che ci accompagnano lungo l’itinerario sono due asini (maschio e femmina). La loro funzione non è limitata al mero trasporto di parte del bagaglio comune, ma riveste un ruolo forse più importate, quello cioè di creare un motivo di aggregazione e condivisione fra tutti i partecipanti. È ormai risaputa l’utilità di questi animali che, attraverso “l’onoterapia“, permettono il recupero e la reintegrazione dei rapporti sociali. La loro indole mite ma decisa li rende particolarmente simpatici e benvoluti da tutti coloro che imparano a conoscerli. Inoltre, con il loro passo tranquillo, scandiranno il tempo del tragitto fra una tappa e l’altra. Pur non avendo grandi necessità (è sufficiente un po’ di fieno, acqua e i vegetali che mangiano lungo il tragitto) sarà compito dei partecipanti avere cura di loro badando che non manchi nulla per rendere confortevole il viaggio anche a questi compagni a quattro zampe richiamando così l’intero gruppo ad un senso di responsabilità. 6 - L’ITINERARIO La via “francigena” o “romea” che per secoli ha condotto attraverso la Valle di Susa pellegrini, viandanti, eserciti e mercanti, non era una strada in particolare ma, per lo più, una direttrice che nel Medioevo poteva comprendere più strade variabili a seconda delle esigenze dei viaggiatori, del momento storico e delle mutazioni ambientali. Proporre la “via francigena” in valle di Susa deve quindi sostanzialmente basarsi sul concetto che discostandosi di pochi metri dal fondo valle, dove autostrada, ferrovia e strade statali dettano i tempi rapidi della nostra epoca, è possibile vivere lo spostamento con un altro spirito dove l’importante non è la meta ma il cammino. L’itinerario, su basi storiche certe ma senza la pretesa di essere l’autentica “via”, è stato studiato sul versante sinistro del fiume Dora Riparia in un area montana brulla e soleggiata, per lo più spopolata dove però muretti, terrazzamenti, ricoveri, abitazioni, sono i segni di un passato di vita e lavoro in cui il filo conduttore è la pietra. Nella scelta del percorso si è pensato di collegare i paesi con sentieri e carrarecce che, anche se il più delle volte allungano i normali tragitti, permettono di avvicinarsi di più alla filosofia della Via. Infatti il tracciato proposto porta a risalire più volte il versante della montagna quando in basso comode strade asfaltate in pochi minuti porterebbero dritti al paese successivo, ma quello che si è pensato di proporre è un cammino lungo la Valle che avvicini il viaggiatore, con altri ritmi ed altro spirito, all’ambiente e alla cultura del territorio. Il tracciato è stato studiato cercando di utilizzare sentieri ben evidenti, a volte già inclusi in percorsi escursionistici locali con segnaletica. Dal colle del Moncenisio il percorso scende a Moncenisio, Novalesa e poi Mompantero. Seguendo sempre la mezzacosta si attraversa Foresto, Bussoleno, Chianocco, San Didero, Bruzolo, Borgone, Condove, Chiusa San Michele e da qui si sale alla Sacra per ridiscendere in Avigliana e concludere con la Precettoria di San Antonio di Ranverso. L’intero tragitto è stato percorso e sperimentato nel settembre 2006 in 5 giorni secondo i dettami della “Living History”. Ispirandosi ad un epoca storica vicina all’uso della “via francigena” in una autentica esperienza di “storia 7 vivente”, tre “viaggiatori” hanno camminato con l’abbigliamento e l’equipaggiamento di uomini del 1200 accompagnati da due asinelli someggiati, impareggiabili ed insostituibili compagni di strada, attenendosi al viaggiare d’altri tempi. Tutte le tappe si sono chiuse in paesi affidandosi all’ospitalità locale sperimentando l’essenziale funzionalità dell’equipaggiamento di chi si spostava e viaggiava col minimo indispensabile, col massimo del senso pratico e con un po’ di sacrificio. L’iniziativa ha incontrato notevole interesse, sia lungo il percorso che presso i comuni in cui è stata fatta tappa (Novalesa, Chianocco, Condove) che hanno attivamente partecipato offrendo ospitalità e organizzando incontri con il pubblico e le scuole. -ABITI ED EQUIPAGGIAMENTI La ricostruzione dei vari oggetti utilizzati durante la camminata è una fase importante del progetto. Per far si che ciò avvenga nel modo più filologicamente corretto, la ricerca dei riferimenti storici e delle fonti scritte e iconografiche risalenti al XIII secolo è fondamentale. Solo avendo una quanto più ampia documentazione riguardante quelli che all’epoca erano appunto gli abiti, le calzature, gli accessori e gli equipaggiamenti, è possibile ottenere la riuscita di una loro quanto più fedele ricostruzione. Uno degli scopi del progetto, è infatti quello di permettere ai partecipanti di verificare sperimentalmente le caratteristiche funzionali dei manufatti ricostruiti per poterne meglio comprenderne il loro utilizzo, vestibilità, durata nelle diverse condizioni ambientali incontrate durante il viaggio, comprendendo così a quali agi e disagi i nostri predecessori andavano incontro quotidianamente. La principale fonte storica visiva presa da noi in esame, è la cosiddetta “Bibbia Maciejowski”, un manoscritto francese originale del 1250 circa ricco di dettagli. L’uso dei miniatori, come dei pittori dell’epoca, di rappresentare i vari protagonisti degli episodi biblici ambientandoli nel periodo storico a loro contemporaneo, evidenzia attraverso le numerose miniature presenti nell’opera, un’ampia gamma di capi di vestiario del XIII secolo indossati, di volta in volta da: sovrani, cavalieri, dame, nobili e soldati ma anche: contadini, pastori, servitori e pellegrini. Il fatto che si faccia riferimento ad un documento Francese piuttosto che ad uno Italiano, non deve sorprendere. Di fatto in area europea, la moda dell’epoca espressa attraverso il taglio e le forme degli abiti, rifletteva una certa uniformità di costume. Per verificare ciò è sufficiente confrontare le immagini della “Bibbia Maciejowski” ad esempio con il ciclo di 8 affreschi tardo duecenteschi ad opera di Giotto presenti nella basilica superiore di San Francesco ad Assisi. La ricostruzione degli abiti e degli accessori sarà effettuata, ai fini di una quanto più corretta interpretazione di uso e funzionalità, utilizzando materiali totalmente naturali confezionati con le tecniche il più possibile simili a quelle dell’epoca a cui facciamo riferimento. Diamo ora qui di seguito, un elenco dei vestiti e degli accessori che costituiranno l’equipaggiamento base utilizzato per intraprendere il cammino. Gli abiti che verranno descritti, sono quelli tipici di un uomo e una donna appartenenti al popolo grasso del XIII secolo. 9 Abbigliamento maschile -Brache. Simili a dei mutandoni di lino non tinto, dalla forma e dimensioni particolarmente abbondanti. -calze-brache. Lunghi calzettoni in tessuto di lana o lino indipendenti l’uno dall’altro che coprono la gamba dal piede sino alla parte alta della coscia. - Camisia o sottotunica La sottotunica, generalmente di lino naturale, è il primo indumento che si indossa sulla pelle. 10 -Gonnella Tunica in lana, canapa o lino, indossata sopra la camisia. -Mantello e fibula Ricavato da una pezza di lana di forma rettangolare, viene indossato nei momenti più freddi della giornata trattenendolo sulle spalle mediante una fibula (spilla). Durante la notte può essere usato come coperta. Copricapo maschili -Infula Sul capo degli uomini viene comunemente portata l’infula ovvero una cuffia di tela. 11 -Pellegrina Cappuccio di lana che sollevato sul capo lo protegge dal freddo o dalla pioggia. La pellegrina dunque svolge la funzione di copricapo ma anche, nella sua forma più ampia, di mantellina che ricopre e riscalda le spalle. -Petaso Cappello a tesa larga in feltro. 12 -Cappello di paglia cappello di paglia intrecciata usato per ripararsi dal sole. -zuccotto Cappello in feltro o panno ACCESSORI -Cintura Di cuoio o tessuto, piuttosto lunga ma non eccessivamente alta, chiusa da una fibbia metallica (bronzo, ottone, argento). Sull’altra estremità può essere applicato un puntale dello stesso materiale della fibbia. -scarsella Piccola borsetta di stoffa o pelle che viene appesa alla cintura dove è possibile riporre oggetti personali di modeste dimensioni. 13 Anche le monete possono essere scarselle più piccole che però allacciate alla stringa delle braghe così occultate sotto gli indumenti. contenute in vengono rimanendo -coltello Viene riposto in un fodero di cuoio appeso alla cintura e usato principalmente per tagliare il cibo e portarlo alla bocca. 14 -bisaccia Capiente tracolla di robusta tela o pelle dove si ripongono le poche suppellettili necessarie per il viaggio e le razioni di cibo che si consumano lungo il cammino. -stoviglie piatto o ciotola e bicchiere di legno, cucchiaio di legno o osso. -b ordone Bastone di frassino ben stagionato con un puntale di ferro fissato all’estremità inferiore per garantire una miglior presa sul terreno. Il viandante può così sorreggersi durante il cammino per alleviare le fatiche ma anche trasformarlo in una vera e propria arma da difesa, l’unica di cui disporre in caso di spiacevoli incontri. 15 Abbigliamento femminile L’abbigliamento femminile include: -mezze calze Simili alle calzabraghe maschili, ma più corte, arrivano appena sopra al ginocchio. - Camisia o sottounica Anche questa, come quella maschile, è di lino naturale, ma la sua lunghezza raggiunge le caviglie. -Gonnella Tunica in lana, canapa o lino, la cui lunghezza arriva fino alle caviglie. -Guarnacca La guarnacca femminile è semplicemente costituita da un rettangolo di stoffa di lana indossato dalla testa e fatto aderire al corpo annodando i lacci di tessuto di cui è provvista lungo i fianchi. -Mantello e fibule Simili a quelli maschili. -soggolo e velo Due veli che opportunamente acconciati e trattenuti con spilli coprono il capo della donna occultandone i capelli. 16 -Calceamenta (calzature) Le calzature, note nel XIII secolo ancora con il termine latino di caligae, sono di cuoio a concia vegetale cucito a mano. -Il basto Il basto è un arnese appositamente concepito per poter montare carichi e merci sulla groppa degli animali da soma. Tutti i capi d’abbigliamento e gli oggetti utilizzati durante il viaggio potranno essere acquistati dai partecipanti. I proventi della vendita serviranno a coprire i costi per la realizzazione di nuovi equipaggiamenti. 17 COSA E’ LA LIVING HISTORY L’interesse per il periodo che gli storici definiscono Medioevo, a volte può spingersi ben oltre ad un aspetto puramente nozionistico. La voglia di capire, o addirittura provare in prima persona, come gli uomini comuni vissuti nel passato si rapportassero con il quotidiano della loro epoca, può far sorgere alcune domande. È possibile rivivere, anche se per un breve istante, un’emozione che ormai appartiene ad un passato lontano e perduto? Vi sono degli strumenti atti a soddisfare questa curiosità? Da alcuni anni esiste un mezzo attraverso il quale è possibile aprire una finestra sul passato dove, affacciandoci, possiamo gettare uno sguardo sui periodi storici che ci hanno preceduto. Questa finestra temporale si chiama “Storia Vivente”. Nota anche con il termine di "Living History", essa è una vera e propria disciplina che ha il compito di svolgere una doppia funzione. La prima è quella che consente attraverso un corretto modo di proporre la storia, di esercitare un'importante azione didattica e divulgativa in modo qualificato e documentato, rivolgendosi ad un pubblico di spettatori che possono così assistere alla ricostruzione di momenti di vita passata ricreati da personaggi in abiti storici che agiscono in ambienti chiusi o all'aperto (borghi, castelli o accampamenti) . La seconda funzione, forse la più affascinante, da a tutti coloro che scavalcano questa finestra l’opportunità di provare, grazie al contatto diretto con repliche di antichi manufatti della cultura materiale umana e la ricostruzione di situazioni o momenti di vita altamente realistici, l’emozione di vivere in prima persona “nella storia” come parte attiva di essa. Per questi ultimi, fare “storia vivente”, significherà dare “volto”, “spessore”, “realismo” ed anima ai personaggi la cui vita quotidiana si intende ricreare. Tutto ciò è reso possibile grazie ad una seria e documentata azione di ricostruzione che deve obbligatoriamente condurre in primo luogo alla veridicità: veridicità negli ambienti o situazioni che si intendono ricostruire, veridicità nel restituire lo spirito di una data epoca, veridicità degli oggetti e dell’abbigliamento utilizzato in ogni suo singolo capo. 18 “Associazione ERA” L’Associazione Culturale ERA ha sede a Torino e vuole promuovere e produrre ogni tipo di attività che, in stretto legame col territorio del Piemonte, sensibilizzi la società sulle radici culturali e storiche ponendosi come scopo, con qualunque forma e mezzo, lo sviluppo della comunicazione. Nell’associazione interagiscono diversi dipartimenti fra i quali “Vita Antiqua” e “Itineraria”. Il dipartimento “Vita Antiqua” si occupa della ricostruzione storica con una particolare attenzione rivolta al periodo medioevale. Vita Antiqua vive la storia ricostruendola nei suoi manufatti, nella sua quotidianità, nel suo linguaggio e negli eventi più importanti. Il dipartimento “Itineraria” promuove attività di escursionismo, trekking e tutto ciò che riguarda lo “spostamento” in genere, inteso come forma di conoscenza, scoperta e comunicazione. Il termine latino “itineraria” riprende infatti l’antico concetto di pellegrinaggio come viaggio, non solo materiale e fisico, ma anche spirituale. La nuova ANTICHI PASSI di Laura Grandin - ditta individuale Via Montepirchiriano, 71 - 10051 Avigliana Tel - Fax 011 93 11 547/ 338 712 43 86 p. IVA 08904790014 e-mail [email protected] - www.antichipassi.com La ditta “ANTICHI PASSI” opera nell’ambito degli accompagnamenti e delle visite guidate dal 1986. Dal 1987 è convenzionata con il Parco Naturale Laghi di Avigliana per il servizio di accompagnamenti guidati, la gestione di stands informativi, l’organizzazione di mostre ed eventi in ambito culturale e naturalistico ( ad es: “ARCAN’ova” mostra mercato del bestiario dimenticato, che rivaluta il patrimonio agricolo autoctono e le biodiversità), conduce progetti didattici e divulgativi per scuole e gruppi. Opera inoltre in siti di particolare interesse storico, artistico ed ambientale. 19 IL PREVENTIVO Per la realizzazione del percorso con circa dieci persone per l’itinerario completo (5 giorni da Moncenisio a Sant’Antonio di Ranverso), compresi abbigliamento ed attrezzature Dotazione abiti ed equipaggiamento dei partecipanti: € 600 x massimo 10 partecipanti Allestimento della mostra itinerante *(abiti, manichini, pannelli,video) € 6.000 € 3.800 Serata di preparazione dei partecipanti € 140 Costo degli accompagnatori € 1000 Organizzazione (convenzioni, progetti, contatti) e pubblicità (ricerca partecipanti, raccolta prenotazioni) Varie (trasporto animali, acquisto vivande del pranzo, saldo pernottamenti) € 1500 € 1200 € 13.640 tot NOTE: Ai partecipanti verrà richiesta una quota di partecipazione, intesa a parziale contributo delle spese giornaliere. * Dettaglio del materiale per l’allestimento della mostra N° 4 manichini rappresentanti: - - - Pellegrino. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, infula, mantello, petaso, calzature, cintura, bisaccia, bordone, borraccia, acciarino e pietra focaia, stoviglie (ciotola cucchiaio e bicchiere di legno, coltello), pagliericcio. Donna. Abiti e accessori: mezzecalze, sottotunica, tunica, guarnacca, velo e soggolo, calzature, pianelle (sottoscarpe), bisaccia, cappello di paglia. Mercante. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, infula, guarnacca, pellegrina, calzature, cintura, scarsella, coltello, bisaccia, monete, bilancino pesa monete, tavolette di cera per annotazioni, basto per il trasporto delle merci. Uomo d’arme. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, calzature, cintura, scarsella, borraccia, bisaccia, bambagione, infula imbottita, elmo, coltellaccio, balestra e verrettoni. 20 N° 4 pannelli esplicativi in tela stampata con appositi telai in legno. N°1 DVD con video didattico che descrive una giornata di viaggio di due viandanti del XIII° sec. dove è possibile osservare come si vestono, come si muovono, come mangiano come si rapportano con gli strumenti, il territorio e con gli altri personaggi incontrati lungo il cammino. 21