l`antica via - La Nuova Antichi Passi

Transcript

l`antica via - La Nuova Antichi Passi
L’ANTICA VIA
PROPOSTA DI PERCORSO GUIDATO IN ABBIGLIAMENTO STORICO
(XIII° sec.) SUL TRACCIATO DELLA VIA FRANCIGENA.
PREMESSA
Da più parti i messaggi volti alla rivalutazione di percorsi che possano riscoprire
il fascino delle antiche vie e dei sentieri percorsi dai nostri predecessori,
stimolano chi, come noi, ha da tempo impostato il proprio lavoro sulla
divulgazione della cultura storico-naturalistica del territorio.
Gli itinerari che permettono di allontanare corpo e spirito dalle sollecitazioni
quotidiane, raccolgono infatti un crescente numero di accoliti che, fra l’altro,
possono ritrovare il valore dello spirito di gruppo. Quando ci si ritrova a dover
condividere desco e giaciglio, si riscopre il fascino delle relazioni interpersonali,
della convivenza, della convivialità e… del paesaggio che, se non viene
considerato solo come sfondo delle nostre vite, si presenta a noi con tutto il suo
retaggio di natura e uomini che l’hanno vissuto, subito, amato.
Proprio l’interesse per la storia e per la natura ci ha stimolato a proporre un
modo “inconsueto” di affrontare uno di questi itinerari grazie al quale, sarà
possibile attuare un esperimento di “storia vivente” che vedrà i partecipanti
coinvolti, diventare protagonisti di un viaggio intrapreso così come lo avrebbero
affrontato antichi viandanti del XIII° secolo che, un passo dopo l’altro, si fossero
trovati a percorrere un tratto della “Via Romea” (o Francigena a seconda della
direzione) utilizzando solo i mezzi di cui, nella loro epoca, avrebbero potuto
disporre: I loro abiti, i loro equipaggiamenti, le loro gambe e due asinelli loro
compagni di viaggio.
La storia della Valle di Susa è stata
segnata dalla sua conformazione
naturale che, come un corridoio
aperto dalle montagne alla pianura,
ne ha fatto una delle grandi vie di
comunicazione. Una vocazione che
per alcuni ne rappresenta l’unica
caratteristica degna di nota.
L’epoca attuale infatti, richiede
uno spostamento sempre più veloce,
tempi brevi e comodità e viene da
chiedersi se è possibile percorrere e
vivere il territorio con l’opportunità di percepire ancora il rapporto elementare
11
uomo-natura in una dimensione dove i due elementi, ambiente e antropizzazione,
non siano necessariamente poli contrastanti.
Per raggiungere Susa da Torino, con un automobile lungo la strada statale,
occorre un’ ora e mezza, con l’autostrada, soltanto tre quarti d’ora, magari con
la TAV ci vorranno solo venti minuti… noi impiegheremo cinque giorni durante
i quali cammineremo lungo la valle a ritmo “antico” su sentieri e mantenendoci
lontani dalle grandi vie di transito, con l’intento di percorrere la valle non solo
per arrivare ma anche e soprattutto, per ascoltare e godere del suo territorio.
L’idea di realizzare iniziative sostenibili, in questo caso, può raggiungere un
apice difficilmente eguagliabile: ricoveri di fortuna, cibi semplici, nessun aiuto
tecnologico e la presenza viva degli asini, conforto e supporto al gruppo. In
questo modo, forse, il desiderio di relazione tra anima corpo e territorio può
trovare ,attraverso la suggestione, la sua massima forma espressiva.
22
IL PROGETTO
Coniugando il frutto di ricerche ed esperienze degli accompagnatori del
territorio con quello dei ricercatori dell’associazione, è stato ideato un itinerario
escursionistico, dal colle del Moncenisio a Sant’Antonio di Ranverso, ispirato a
come poteva essere affrontato un viaggio nel medioevo lungo un ipotetico tratto
della storica “via francigena”.
La proposta prevede infatti di realizzare, su un tracciato
già sperimentato (o deviando parzialmente su altri
percorsi per il raggiungimento di mete di particolare
rilevanza storica e ambientale) delle escursioni di più
giorni (da un minimo di due, ad un massimo di cinque),
realizzabili con un gruppo di circa dieci persone.
Accompagnatori e partecipanti, affiancati da due asinelli
someggiati, saranno attrezzati con l’abbigliamento e
l’equipaggiamento necessario che riproduce fedelmente
quello utilizzato dai viaggiatori del 1200 realizzato,
considerando le fonti coeve, in modo storicamente
attendibile.
- PREPARAZIONE DEL GRUPPO
Sarà tenuto un incontro preliminare durante una
serata dove, ai partecipanti, verrà spiegato in
modo dettagliato come si svolgerà il viaggio.
Verrà descritto come e su quali strade ci si
muoveva durante il Medioevo, verranno illustrati
gli abiti, le suppellettili e gli equipaggiamenti che
verranno utilizzati, come venivano realizzati, le
loro caratteristiche e il loro funzionamento.
Sarà spiegato con quale spirito si affronterà il viaggio che non prevede l’uso di
mezzi o strumenti moderni. L’incontro avrà la finalità di preparare la
mentalità dei viaggiatori aiutandoli a calarsi profondamente nei panni degli
antichi viandanti prendendo confidenza con quelli che saranno gli oggetti, i
ritmi e le atmosfere che li accompagneranno durante i giorni di viaggio.
- SPOSTAMENTI
Come già accennato il viaggio non prevede
l’uso di mezzi o strumenti moderni. Gli
spostamenti verranno quindi effettuati
esclusivamente a piedi seguendo il proprio
ritmo e quello dei due asinelli che sono a tutti
gli effetti compagni di viaggio. Ogni
partecipante dovrà trasportare il proprio
bagaglio che per questo sarà ridottissimo.
3
- PASTI
Il pranzo ed eventuali spuntini, verranno
consumati durante una pausa del viaggio e
saranno costituiti da alimenti freddi e
semplici (pane, formaggio, salumi, frutta
fresca, frutta secca) che verranno forniti ad
ogni partecipante che li conserverà nella
propria bisaccia. La cena e la prima
colazione si consumeranno nei posti tappa
appoggiandosi alle strutture che ci
ospiteranno (foresterie, agriturismo ecc.)
cercando di mantenere una tipologia di
alimentazione coerente a quella del XIII° sec.
-PERNOTTAMENTI
I pernottamenti si terranno nelle strutture
che, Comune per Comune, ci potranno
ospitare (foresterie di monasteri, locali
parrocchiali o comunali, chiese,agriturismo).
In questi luoghi, anche se moderni, si
cercherà di mantenere un comportamento
attinente all’epoca medievale per esempio
sostituendo l’energia elettrica con l’uso di
candele per l’illuminazione o l’utilizzo di
pagliericci su cui riposare cercando così di
ricreare un’atmosfera che possa far assaporare i ritmi e i modi ormai
dimenticati di tempi lontani.
-LA GIORNATA TIPO
Dopo la sveglia (ore 8 – 8,30) si
consuma la colazione e si preparano i
bagagli personali. Vengono distribuite
le razioni di cibo per il pranzo e si
bardano gli asini caricando i basti,
dopodichè inizia il cammino.
La marcia si protrae, con qualche
pausa, sino all’ora di pranzo (ore 13 –
14) dove, trovato uno spazio adatto e
dopo aver sistemato gli asini, verrà
consumato il pasto.
Durante gli spostamenti ci sarà modo di osservare il territorio, i luoghi, e la
natura che daranno spunto ad approfondimenti specifici su tematiche storico4
naturalistiche con prove pratiche e manuali di alcune attività che hanno
accompagnato la vita quotidiana dell’uomo antico (riconoscimento delle piante
e loro impiego, accensione fuoco con acciarino e pietra focaia, scrittura appunti
su tavolette di cera ecc.). Dopo pranzo il cammino prosegue sino a raggiungere
il posto tappa dove, per prima cosa, si sistemano gli asini smontando i basti
dalla groppa, strigliandoli e dando loro l’acqua e fieno per la notte. Ogni
viandante troverà la propria sistemazione o il pagliericcio dove trascorre la
notte e dove poter riporre il bagaglio personale. Si potranno acquistare i beni
di consumo giornalieri (cibo, candele, vino) con l’uso delle monete riproducenti
il “denaro forte” (moneta sabauda coniata in Val di Susa nel XIII° sec.). Queste
verranno date in dotazione ai viandanti che dovranno farne “buon uso” in una
simulazione di “economia del viaggio”.
Consumata la cena a lume di candela, la serata trascorrerà, a discrezione dei
partecipanti, con momenti di convivialità o di socialità a discrezione dell’ente
ospitante.
-EVENTI COLLATERALI
A corredo dell’iniziativa e prevista una mostra
itinerante dedicata alla tematica del viaggio e delle vie
di comunicazione nel medioevo.
All’interno degli spazi espositivi messi a disposizione
dai comuni che vorranno ospitare la mostra, saranno
esposti:
- quattro manichini completamente abbigliati
rappresentanti le categorie più significative (un
pellegrino, un mercante, una donna, un uomo
d’arme).
- Oggetti e suppellettili utilizzati durante i viaggi
(stoviglie, borracce, acciarini e pietra focaia, basti
degli animali da soma, tavolette per la scrittura
ecc.)
- Pannelli esplicativi sugli oggetti esposti e i principali itinerari dell’Europa
medievale.
- La proiezione di un video didattico che descriverà una giornata di viaggio
di due viandanti del XIII° sec. dove sarà possibile osservare come si
vestono, come si muovono, come mangiano come si rapportano con gli
strumenti, il territorio e con gli altri personaggi incontrati lungo il
cammino.
Inoltre il gruppo itinerante potrà presenziare ad eventuali eventi o
manifestazioni tematiche che il comune ospitante gradirà organizzare nei giorni
di realizzazione dell’itinerario.
5
-STRUMENTI E TECNOLOGIE MODERNE
Come già accennato non è previsto l’uso di mezzi o strumenti moderni.
Tuttavia sono accettate alcune limitatissime concessioni alla modernità
subordinate alla volontà di contenere i costi di produzione degli
equipaggiamenti. Una, è quella di utilizzare macchine da cucire per assemblare
la stoffa degli abiti. L’altra riguarda le calzature che, pur potendo essere
ricostruite in modo fedele e funzionale, andrebbero prodotte in quantità
superiore al necessario per poter coprire la gamma di numeri atti ad essere
calzati in modo adeguato da tutti i partecipanti. Un certo numero di calzature
saranno comunque fornite a coloro che troveranno il numero corrispondente al
loro piede. Gli altri potranno utilizzare le proprie calzature personali. Non
verranno usati orologi mentre l’utilizzo di telefoni cellulari sarà consentito in
caso di estrema necessità o in brevi momenti prestabiliti della giornata.
-GLI ASINI
Le some che ci accompagnano lungo l’itinerario
sono due asini (maschio e femmina). La loro
funzione non è limitata al mero trasporto di
parte del bagaglio comune, ma riveste un ruolo
forse più importate, quello cioè di creare un
motivo di aggregazione e condivisione fra tutti i
partecipanti. È ormai risaputa l’utilità di questi
animali
che,
attraverso
“l’onoterapia“,
permettono il recupero e la reintegrazione dei
rapporti sociali. La loro indole mite ma decisa li rende
particolarmente simpatici e benvoluti da tutti coloro che
imparano a conoscerli. Inoltre, con il loro passo
tranquillo, scandiranno il tempo del tragitto fra una
tappa e l’altra. Pur non avendo grandi necessità (è
sufficiente un po’ di fieno, acqua e i vegetali che
mangiano lungo il tragitto) sarà compito dei partecipanti
avere cura di loro badando che non manchi nulla per
rendere confortevole il viaggio anche a questi compagni
a quattro zampe richiamando così l’intero gruppo ad un
senso di responsabilità.
6
- L’ITINERARIO
La via “francigena” o “romea” che per
secoli ha condotto attraverso la Valle di
Susa pellegrini, viandanti, eserciti e
mercanti, non era una strada in
particolare ma, per lo più, una direttrice
che nel Medioevo poteva comprendere
più strade variabili a seconda delle
esigenze dei viaggiatori, del momento
storico e delle mutazioni ambientali.
Proporre la “via francigena” in valle di
Susa deve quindi sostanzialmente
basarsi sul concetto che discostandosi di
pochi metri dal fondo valle, dove autostrada, ferrovia e strade statali dettano i
tempi rapidi della nostra epoca, è possibile vivere lo spostamento con un altro
spirito dove l’importante non è la meta ma il cammino. L’itinerario, su basi
storiche certe ma senza la pretesa di essere l’autentica “via”, è stato studiato sul
versante sinistro del fiume Dora Riparia in un area montana brulla e
soleggiata, per lo più spopolata dove però muretti, terrazzamenti, ricoveri,
abitazioni, sono i segni di un passato di vita e lavoro in cui il filo conduttore è la
pietra.
Nella scelta del percorso si è pensato di collegare i paesi con sentieri e
carrarecce che, anche se il più delle volte allungano i normali tragitti,
permettono di avvicinarsi di più alla filosofia della Via. Infatti il tracciato
proposto porta a risalire più volte il versante della montagna quando in basso
comode strade asfaltate in pochi minuti porterebbero dritti al paese successivo,
ma quello che si è pensato di proporre è un cammino lungo la Valle che avvicini
il viaggiatore, con altri ritmi ed altro spirito, all’ambiente e alla cultura del
territorio.
Il tracciato è stato studiato
cercando di utilizzare sentieri ben
evidenti, a volte già inclusi in
percorsi escursionistici locali con
segnaletica.
Dal
colle
del
Moncenisio il percorso scende a
Moncenisio, Novalesa e poi
Mompantero. Seguendo sempre la
mezzacosta si attraversa Foresto,
Bussoleno, Chianocco, San Didero,
Bruzolo,
Borgone,
Condove,
Chiusa San Michele e da qui si sale
alla Sacra per ridiscendere in Avigliana e concludere con la Precettoria di San
Antonio di Ranverso.
L’intero tragitto è stato percorso e sperimentato nel settembre 2006 in 5 giorni
secondo i dettami della “Living History”. Ispirandosi ad un epoca storica
vicina all’uso della “via francigena” in una autentica esperienza di “storia
7
vivente”, tre “viaggiatori” hanno
camminato con l’abbigliamento e
l’equipaggiamento di uomini del
1200 accompagnati da due asinelli
someggiati,
impareggiabili
ed
insostituibili compagni di strada,
attenendosi al viaggiare d’altri
tempi. Tutte le tappe si sono chiuse
in paesi affidandosi all’ospitalità
locale sperimentando l’essenziale
funzionalità dell’equipaggiamento
di chi si spostava e viaggiava col
minimo indispensabile, col massimo
del senso pratico e con un po’ di sacrificio.
L’iniziativa ha incontrato notevole interesse, sia lungo il percorso che presso i
comuni in cui è stata fatta tappa (Novalesa, Chianocco, Condove) che hanno
attivamente partecipato offrendo ospitalità e organizzando incontri con il
pubblico e le scuole.
-ABITI ED EQUIPAGGIAMENTI
La ricostruzione dei vari oggetti utilizzati durante la camminata è una fase
importante del progetto. Per far si che ciò avvenga nel modo più
filologicamente corretto, la ricerca dei riferimenti storici e delle fonti scritte e
iconografiche risalenti al XIII secolo è fondamentale. Solo avendo una quanto
più ampia documentazione riguardante quelli che all’epoca erano appunto gli
abiti, le calzature, gli accessori e gli equipaggiamenti, è possibile ottenere la
riuscita di una loro quanto più fedele ricostruzione.
Uno degli scopi del progetto, è infatti quello di permettere ai partecipanti di
verificare sperimentalmente le caratteristiche funzionali dei manufatti
ricostruiti per poterne meglio comprenderne il loro utilizzo, vestibilità, durata
nelle diverse condizioni ambientali incontrate durante il viaggio,
comprendendo così a quali agi e disagi i nostri predecessori andavano incontro
quotidianamente.
La principale fonte storica visiva presa da noi in esame, è la cosiddetta “Bibbia
Maciejowski”, un manoscritto francese originale del 1250 circa ricco di dettagli.
L’uso dei miniatori, come dei pittori dell’epoca, di rappresentare i vari
protagonisti degli episodi biblici ambientandoli nel periodo storico a loro
contemporaneo, evidenzia attraverso le numerose miniature presenti
nell’opera, un’ampia gamma di capi di vestiario del XIII secolo indossati, di
volta in volta da: sovrani, cavalieri, dame, nobili e soldati ma anche: contadini,
pastori, servitori e pellegrini. Il fatto che si faccia riferimento ad un documento
Francese piuttosto che ad uno Italiano, non deve sorprendere. Di fatto in area
europea, la moda dell’epoca espressa attraverso il taglio e le forme degli abiti,
rifletteva una certa uniformità di costume. Per verificare ciò è sufficiente
confrontare le immagini della “Bibbia Maciejowski” ad esempio con il ciclo di
8
affreschi tardo duecenteschi ad opera di Giotto presenti nella basilica superiore
di San Francesco ad Assisi.
La ricostruzione degli abiti e degli accessori sarà effettuata, ai fini di una
quanto più corretta interpretazione di uso e funzionalità, utilizzando materiali
totalmente naturali confezionati con le tecniche il più possibile simili a quelle
dell’epoca a cui facciamo riferimento.
Diamo ora qui di seguito, un elenco dei vestiti e degli accessori che
costituiranno l’equipaggiamento base utilizzato per intraprendere il cammino.
Gli abiti che verranno descritti, sono quelli tipici di un uomo e una donna
appartenenti al popolo grasso del XIII secolo.
9
Abbigliamento maschile
-Brache.
Simili a dei mutandoni di
lino non tinto, dalla forma
e dimensioni
particolarmente
abbondanti.
-calze-brache.
Lunghi calzettoni in tessuto di
lana o lino indipendenti l’uno
dall’altro che coprono la
gamba dal piede sino alla
parte alta della coscia.
- Camisia o sottotunica
La sottotunica, generalmente di lino
naturale, è il primo indumento che si
indossa sulla pelle.
10
-Gonnella
Tunica in lana,
canapa o lino,
indossata sopra
la camisia.
-Mantello e fibula
Ricavato da una pezza
di lana di forma
rettangolare, viene
indossato nei momenti
più freddi della
giornata trattenendolo
sulle spalle mediante
una fibula (spilla).
Durante la notte può
essere usato come
coperta.
Copricapo maschili
-Infula
Sul capo degli uomini viene
comunemente
portata
l’infula ovvero una cuffia di
tela.
11
-Pellegrina
Cappuccio di lana
che sollevato sul
capo lo protegge
dal freddo o dalla
pioggia.
La pellegrina
dunque svolge la
funzione di
copricapo ma anche, nella
sua forma più ampia, di
mantellina che ricopre e
riscalda le spalle.
-Petaso
Cappello a tesa larga in feltro.
12
-Cappello di paglia
cappello di
paglia
intrecciata
usato per
ripararsi dal
sole.
-zuccotto
Cappello in feltro o panno
ACCESSORI
-Cintura
Di cuoio o tessuto, piuttosto lunga ma non
eccessivamente alta, chiusa da una fibbia
metallica
(bronzo,
ottone,
argento).
Sull’altra estremità può essere applicato un
puntale dello stesso materiale della fibbia.
-scarsella
Piccola borsetta
di stoffa o pelle
che viene appesa
alla cintura dove
è possibile
riporre oggetti
personali di
modeste
dimensioni.
13
Anche le monete possono essere
scarselle più piccole che però
allacciate alla stringa delle braghe
così occultate sotto gli indumenti.
contenute in
vengono
rimanendo
-coltello
Viene riposto in un fodero di
cuoio
appeso alla cintura e usato principalmente per tagliare il cibo e
portarlo alla bocca.
14
-bisaccia
Capiente tracolla di
robusta tela o pelle
dove si ripongono le
poche suppellettili
necessarie per il
viaggio e le razioni di
cibo che si
consumano lungo il
cammino.
-stoviglie
piatto o ciotola e bicchiere di legno, cucchiaio di legno o osso.
-b
ordone
Bastone di frassino ben stagionato con un puntale di
ferro fissato all’estremità inferiore per garantire una
miglior presa sul terreno. Il viandante può così
sorreggersi durante il cammino per alleviare le fatiche
ma anche trasformarlo in una vera e propria arma da
difesa, l’unica di cui disporre in caso di spiacevoli
incontri.
15
Abbigliamento
femminile
L’abbigliamento femminile include:
-mezze calze
Simili alle calzabraghe maschili, ma più corte, arrivano appena sopra al
ginocchio.
- Camisia o sottounica
Anche questa, come quella maschile, è di lino naturale, ma la sua lunghezza
raggiunge le caviglie.
-Gonnella
Tunica in lana, canapa o lino, la cui lunghezza arriva fino alle caviglie.
-Guarnacca
La guarnacca femminile è semplicemente costituita
da un rettangolo di stoffa di lana indossato dalla
testa e fatto aderire al corpo annodando i lacci di
tessuto di cui è provvista lungo i fianchi.
-Mantello e fibule
Simili a quelli maschili.
-soggolo e velo
Due veli che opportunamente acconciati e trattenuti
con spilli coprono il capo della donna occultandone
i capelli.
16
-Calceamenta (calzature)
Le calzature, note nel XIII secolo ancora con il
termine latino di caligae, sono di cuoio a concia
vegetale cucito a mano.
-Il basto
Il basto è un arnese appositamente
concepito per poter montare carichi e
merci sulla groppa degli animali da soma.
Tutti i capi d’abbigliamento e gli oggetti utilizzati durante il viaggio
potranno essere acquistati dai partecipanti. I proventi della vendita
serviranno a coprire i costi per la realizzazione di nuovi equipaggiamenti.
17
COSA E’ LA LIVING HISTORY
L’interesse per il periodo che gli storici definiscono Medioevo, a volte può
spingersi ben oltre ad un aspetto puramente nozionistico. La voglia di capire, o
addirittura provare in prima persona, come gli uomini comuni vissuti nel
passato si rapportassero con il quotidiano della loro epoca, può far sorgere
alcune domande.
È possibile rivivere, anche se per un breve istante, un’emozione che ormai
appartiene ad un passato lontano e perduto? Vi sono degli strumenti atti a
soddisfare questa curiosità?
Da alcuni anni esiste un mezzo attraverso il quale è possibile aprire una finestra sul
passato dove, affacciandoci, possiamo gettare uno sguardo sui periodi storici che ci
hanno preceduto. Questa finestra temporale si chiama “Storia Vivente”. Nota
anche con il termine di "Living History", essa è una vera e propria disciplina che
ha il compito di svolgere una doppia funzione. La prima è quella che consente
attraverso un corretto modo di proporre la storia, di esercitare un'importante
azione didattica e divulgativa in modo qualificato e documentato, rivolgendosi ad
un pubblico di spettatori che possono così assistere alla ricostruzione di momenti di
vita passata ricreati da personaggi in abiti storici che agiscono in ambienti chiusi o
all'aperto (borghi, castelli o accampamenti) . La seconda funzione, forse la più
affascinante, da a tutti coloro che scavalcano questa finestra l’opportunità di
provare, grazie al contatto diretto con repliche di antichi manufatti della cultura
materiale umana e la ricostruzione di situazioni o momenti di vita altamente
realistici, l’emozione di vivere in prima persona “nella storia” come parte attiva di
essa. Per questi ultimi, fare “storia vivente”, significherà dare “volto”, “spessore”,
“realismo” ed anima ai personaggi la cui vita quotidiana si intende ricreare. Tutto
ciò è reso possibile grazie ad una seria e documentata azione di ricostruzione che
deve obbligatoriamente condurre in primo luogo alla veridicità: veridicità negli
ambienti o situazioni che si intendono ricostruire, veridicità nel restituire lo spirito
di una data epoca, veridicità degli oggetti e dell’abbigliamento utilizzato in ogni
suo singolo capo.
18
“Associazione ERA”
L’Associazione Culturale ERA ha sede a Torino e vuole promuovere e produrre ogni
tipo di attività che, in stretto legame col territorio del Piemonte, sensibilizzi la società
sulle radici culturali e storiche ponendosi come scopo, con qualunque forma e mezzo,
lo sviluppo della comunicazione.
Nell’associazione interagiscono diversi dipartimenti fra i quali “Vita Antiqua” e
“Itineraria”.
Il dipartimento “Vita Antiqua” si occupa della ricostruzione storica con una
particolare attenzione rivolta al periodo medioevale. Vita Antiqua vive la storia
ricostruendola nei suoi manufatti, nella sua quotidianità, nel suo linguaggio e negli
eventi più importanti.
Il dipartimento “Itineraria” promuove attività di escursionismo, trekking e tutto ciò
che riguarda lo “spostamento” in genere, inteso come forma di conoscenza, scoperta e
comunicazione. Il termine latino “itineraria” riprende infatti l’antico concetto di
pellegrinaggio come viaggio, non solo materiale e fisico, ma anche spirituale.
La nuova ANTICHI PASSI di Laura Grandin - ditta individuale
Via Montepirchiriano, 71 - 10051 Avigliana
Tel - Fax 011 93 11 547/ 338 712 43 86
p. IVA 08904790014
e-mail [email protected] - www.antichipassi.com
La ditta “ANTICHI PASSI” opera nell’ambito degli accompagnamenti e delle visite
guidate dal 1986. Dal 1987 è convenzionata con il Parco Naturale Laghi di Avigliana
per il servizio di accompagnamenti guidati, la gestione di stands informativi,
l’organizzazione di mostre ed eventi in ambito culturale e naturalistico ( ad es:
“ARCAN’ova” mostra mercato del bestiario dimenticato, che rivaluta il patrimonio
agricolo autoctono e le biodiversità), conduce progetti didattici e divulgativi per
scuole e gruppi.
Opera inoltre in siti di particolare interesse storico, artistico ed ambientale.
19
IL PREVENTIVO
Per la realizzazione del percorso con circa dieci persone per l’itinerario completo (5 giorni da
Moncenisio a Sant’Antonio di Ranverso), compresi abbigliamento ed attrezzature
Dotazione abiti ed equipaggiamento dei
partecipanti:
€ 600 x massimo 10 partecipanti
Allestimento della mostra itinerante
*(abiti, manichini, pannelli,video)
€ 6.000
€ 3.800
Serata di preparazione dei partecipanti
€ 140
Costo degli accompagnatori
€ 1000
Organizzazione (convenzioni, progetti,
contatti) e pubblicità (ricerca
partecipanti, raccolta prenotazioni)
Varie (trasporto animali, acquisto
vivande del pranzo, saldo pernottamenti)
€ 1500
€ 1200
€ 13.640
tot
NOTE: Ai partecipanti verrà richiesta una quota di partecipazione, intesa a parziale contributo delle
spese giornaliere.
* Dettaglio del materiale per l’allestimento della mostra
N° 4 manichini rappresentanti:
-
-
-
Pellegrino. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, infula, mantello,
petaso, calzature, cintura, bisaccia, bordone, borraccia, acciarino e pietra
focaia, stoviglie (ciotola cucchiaio e bicchiere di legno, coltello), pagliericcio.
Donna. Abiti e accessori: mezzecalze, sottotunica, tunica, guarnacca, velo e
soggolo, calzature, pianelle (sottoscarpe), bisaccia, cappello di paglia.
Mercante. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, infula, guarnacca,
pellegrina, calzature, cintura, scarsella, coltello, bisaccia, monete, bilancino
pesa monete, tavolette di cera per annotazioni, basto per il trasporto delle
merci.
Uomo d’arme. Abiti e accessori: calzabraghe, sottotunica, tunica, calzature,
cintura, scarsella, borraccia, bisaccia, bambagione, infula imbottita, elmo,
coltellaccio, balestra e verrettoni.
20
N° 4 pannelli esplicativi in tela stampata con appositi telai in legno.
N°1 DVD con video didattico che descrive una giornata di viaggio di due viandanti
del XIII° sec. dove è possibile osservare come si vestono, come si muovono, come
mangiano come si rapportano con gli strumenti, il territorio e con gli altri personaggi
incontrati lungo il cammino.
21