e - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno

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e - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 18/10/2014
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
18/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
non è un delitto tagliare del 2%
7
18/10/2014 Il Sole 24 Ore
«Per salvare la sanità pubblica i ricchi devono pagare di più»
9
18/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Boom di mascherine e guanti di lattice la psicosi di Ebola che ci contagia
11
18/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Renzi, offensiva sulle Regioni "Sprechi da farsi perdonare" E alla Cgil: la piazza è
inutile
13
18/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Ecco la mediazione dei governatori "Pronti a rinunciare a 2 miliardi della sanità"
14
18/10/2014 La Repubblica - Nazionale
Avvelenamenti all'Università tutti assolti
16
18/10/2014 La Stampa - Nazionale
La mappa degli sprechi in ospedale In farmaci spesi 270 milioni di troppo
17
18/10/2014 La Stampa - Nazionale
Scoprì il virus, ora avverte "Attenti, così Ebola vince"
18
18/10/2014 La Stampa - Nazionale
Tutti assolti nel processo sul laboratorio dell'università
19
18/10/2014 La Stampa - Nazionale
"La cannabis può rendere 1,4 miliardi"
20
18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
Sanità, ecco i risparmi tagliati 400 primari e accorpate due Asl
21
18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
Avvelenamenti a Farmacia, tutti assolti
22
18/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
«Il vaccino dell'Ebola non arriverà in tempo» Obama cambia linea
23
18/10/2014 Il Fatto Quotidiano
Psicosi Ebola in Usa, il New York Times: " Pensate piuttosto all ' influenza normale "
24
18/10/2014 Il Mattino - Nazionale
Campania a rischio: poco personale e assistenza ai minimi
26
18/10/2014 Libero - Nazionale
Basta con la sanità regionalizzata
28
18/10/2014 ItaliaOggi
Va bene per curarsi, ma anche per il settore tessile e la moda Coldiretti lancia la
filiera italiana per la coltivazione della cannabis
29
18/10/2014 Milano Finanza
HI-TECH CONTRO L'ICTUS
30
18/10/2014 La Notizia Giornale
Farmacie in cerca di nuovi ruoli nel servizio sanitario
32
18/10/2014 La Notizia Giornale
Le nanoparticelle spazzino ci salveranno dall'alzheimer
33
18/10/2014 La Notizia Giornale
Osteoporosi, il killer più pericoloso per gli anziani
34
18/10/2014 D Repubblica
E se il colore fosse sexy?
35
18/10/2014 D Repubblica
12 ore insieme
38
18/10/2014 Gente
diamoci un taglio una frangia per tutte!
39
VITA IN FARMACIA
18/10/2014 Corriere della Sera - Milano
Maroni si ribella ai tagli del governo «Una catastrofe, chiuderò 10 ospedali»
41
18/10/2014 La Repubblica - Bologna
L'allarme di Lusenti "Così rischia la sanità"
43
18/10/2014 La Repubblica - Bari
Centrale unica e farmaci nuova stangata sulla sanità
44
18/10/2014 La Repubblica - Milano
Ticket, treni e tasse a rischio stangata
46
18/10/2014 La Repubblica - Milano
L'ira di Maroni contro i tagli "Con 930 milioni in meno devo chiudere 10 ospedali"
48
18/10/2014 La Repubblica - Torino
Bando rivoluzionario per "rottamare" i manager della sanità
49
18/10/2014 La Stampa - Savona
"Sono innocente, aiutate almeno la mia famiglia"
50
18/10/2014 La Stampa - Savona
Dà fuoco alle sterpaglie in un orto e si ustiona
51
18/10/2014 Il Messaggero - Marche
VUELLE PRONTAA DARE BATTAGLIA
52
18/10/2014 Il Messaggero - Marche
La farmacia comunale 6diventa un caso politico
53
18/10/2014 Il Messaggero - Umbria
Lascio una citta' migliore. Numerial top per delitti scoperti e calo rapinee'
54
18/10/2014 Il Messaggero - Ancona
Il kit per affrontare Ebolanasce a Monteporzio
55
18/10/2014 Il Giornale - Milano
La Regione: «Tagli? Via 10 ospedali»
56
18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Furto con scasso al bar Fantasy
57
18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Le «Farmacie comunali.it» sulla maglia della Vuelle
58
18/10/2014 QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Nuova farmacia, il caso in Regione
59
18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno
Un farmacista a Trichiana
60
18/10/2014 Il Gazzettino - Belluno
Guasto a Bardies: blackout a Villa di Villa
61
17/10/2014 QN - Il Giorno - Milano
Manovra, tagli per 500 milioni Maroni: «Pronti alla ribellione»
62
18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano
Banda armata rapina il CarrefourUn minuto di terrore e poi la fuga
63
18/10/2014 QN - Il Giorno - Brianza
Nomina alle Farmacie Bufera in Consiglio
64
18/10/2014 QN - Il Giorno - Milano
Annuncio choc di Maroni:«Questi tagli ci costringonoa chiudere dieci ospedali»
65
18/10/2014 Il Mattino - Nazionale
Padoan insiste: «Serve maggiore efficienza nella spesa»
66
18/10/2014 Il Mattino - Salerno
San Valentino
67
18/10/2014 Il Secolo XIX - Savona
Investito da una fiammata grave vigile urbano di Finale
68
17/10/2014 QN - La Nazione - Firenze
Addio a PossentiIl calcio e la farmaciaerano la sua vita
69
18/10/2014 QN - La Nazione - Livorno
«Gravissimo errore vendere le farmacie Il sindaco e il Pd sono stati degli incapaci»
70
18/10/2014 QN - La Nazione - Pisa
Ecco cosa vide la supertestimone quella notte
71
18/10/2014 Pagina99 - N.64 - 18 ottobre 2014
l'eterna gioventù un grande affare
72
PROFESSIONI
18/10/2014 QN - Il Giorno - Nazionale
Vaccinarsi èmeglio
PERSONAGGI
Il capitolo non contiene articoli
74
SANITÀ NAZIONALE
24 articoli
18/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Spese e sprechi delle Regioni
non è un delitto tagliare del 2%
Sergio Rizzo
F acciamo davvero fatica, e tanta, a comprendere il lamento delle Regioni dopo che il governo di Matteo
Renzi ha chiesto loro di tagliare 4 miliardi. Il sacrificio equivale a circa il 2 per cento di una spesa pubblica
regionale che da quando nel 2001 è stato approvato il nuovo Titolo V della Costituzione è andata
letteralmente in orbita. In un solo decennio la crescita reale, depurata cioè dell'inflazione, è stata di oltre il 45
per cento. Con una qualità dei servizi che certo non ha seguito lo stesso andamento.
I presidenti delle Regioni minacciano ripercussioni sulla Sanità. Argomento cui si ricorre spesso quando viene
paventato un giro di vite, nella speranza di conquistare il sostegno dei cittadini. I quali però avrebbero anche
diritto di conoscere le cifre.
Nel 2000, prima dell'entrata in vigore del famoso Titolo V che ha esteso in modo scriteriato le autonomie
regionali, la spesa sanitaria era di poco superiore a 70 miliardi. Nel 2015 ammonterà invece a 112 miliardi.
L'aumento monetario è del 60 per cento, che si traduce in un progresso reale del 22 per cento.
Si potrà giustamente sostenere che in quindici anni sono cambiate molte cose: la vita media si è allungata e
la popolazione è più anziana. Per giunta, la Sanità italiana è considerata fra le migliori d'Europa, al netto delle
grandi differenze territoriali al suo interno che si traducono in un abisso del diritto fondamentale alla salute tra
il Nord e il Sud: altro effetto inaccettabile del nostro regionalismo.
Resta il fatto che nel 2000 la spesa sanitaria pro capite era di 1.215 euro e oggi è di 1.941, con un aumento
monetario del 59,7 per cento e reale del 26,7. La differenza di qualità del servizio è tale da giustificarlo?
Con un documento di qualche settimana fa il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha spiegato
che in un anno è riuscito a ridurre di 181 milioni la bolletta sanitaria senza colpo ferire: solo razionalizzando
acquisti e spesa farmaceutica. Dal canto suo la Consip, la società statale che gestisce gli acquisti della
pubblica amministrazione, ha fatto risparmiare 100 milioni su 320 soltanto con la fornitura centralizzata delle
strisce per la misurazione della glicemia, comprate a un prezzo unitario di 19 centesimi mentre prima si
andava da un minimo di 45 centesimi a un massimo di un euro e 10. Tanto basta per far capire quanto
grasso ci sia ancora nei conti della Sanità.
Ma il grasso della Sanità è niente rispetto al resto. Il fatto è che la riforma del Titolo V ha scatenato un
terremoto molto più dirompente di quanto non fosse prevedibile a causa della maggiore autonomia concessa
alle Regioni. Queste hanno cominciato subito a comportarsi come piccoli Stati indipendenti i cui
amministratori, ribattezzati pomposamente «governatori» con la colpevole complicità della stampa, non
avevano però il dovere di rispondere agli elettori, visto che i soldi venivano pressoché tutti distribuiti
attraverso lo Stato centrale.
Una sindrome dagli effetti sconcertanti, come dimostra la costosissima proliferazione di sedi estere, da
Bruxelles al Sudamerica alla Cina: come se ogni Regione dovesse avere una sua politica internazionale. Si è
arrivati perfino a creare strutture come il Centro estero per l'internazionalizzazione piemontese che ha come
obiettivo quello di «rafforzare il made in Piemonte». Mentre la vicina Regione Lombardia lanciava il progetto
«made in Lombardy».
Le conseguenze sono state nefaste. Al Nord come al Sud. I rigagnoli di spesa si sono moltiplicati, diventando
fiumi in piena. Gli organici sono stati gonfiati a dismisura. Sul totale di 78.679 dipendenti regionali (Sanità
esclusa), la Confartigianato ha calcolato esuberi teorici del 31 per cento: 24.396 unità. Ipotizzando un
risparmio annuo possibile di 2 miliardi e 468 milioni. Il record spetta al Molise, con esuberi teorici del 75,4 per
cento, seguito della Valle D'Aosta (71,2).
Le cronache offrono casi formidabili. Nella Calabria dove ci sarebbero 1.184 dipendenti di troppo, l'ispettore
spedito dal Tesoro, come ha raccontato sul Corriere di Calabria Antonio Ricchio, ha scoperto cose turche.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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18/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Per esempio 1.969 promozioni in un solo anno (il 2005 delle elezioni regionali) da lui ritenute illegittime, al
pari degli aumenti di stipendio retroattivi assegnati a 85 impiegati dei gruppi politici.
Nel Lazio, invece, per tutti gli anni Duemila si è registrata un'impennata pazzesca del personale dei parchi:
nel 2009 erano 1.271. Di cui 99 dirigenti.
Per non parlare delle società controllate e partecipate. La Corte dei conti ha appurato che quelle della sola
Regione Siciliana occupano 7.300 persone, con una spesa di un miliardo e 89 milioni nel quadriennio 20092012 per le buste paga. Nello stesso periodo la Regione aveva versato nelle loro casse un miliardo e 91
milioni, cifra che secondo i giudici contabili comprende anche «il ricorso reiterato e improprio a interventi di
mero soccorso finanziario a società prive di valide prospettive di risanamento».
E la politica? I consigli regionali, privati di ogni controllo centrale, hanno rivendicato prerogative pari a quelle
del Parlamento nazionale, cominciando dall'autodichìa. Ovvero, l'insindacabilità assoluta su come spendono i
soldi. Scandali a parte, è potuto accadere così che il consiglio regionale del Lazio abbia sfornato in meno di
40 anni 40 leggi locali ognuna delle quali ha accresciuto i privilegi retributivi e pensionistici dei consiglieri.
Il risultato è che oggi un terzo del bilancio del consiglio laziale se ne va per pagare i vecchi vitalizi. Grazie alle
antiche regole mai cambiate c'è pure chi continua a prendere l'assegno a cinquant'anni e dopo una sola
seduta.
Le Regioni spendono per i vitalizi 173 milioni l'anno. Cifra che sale in continuazione ma che potrebbe essere
ridotta di almeno 50 milioni, dice il finora inascoltato rapporto sulla spending review , senza gettare sul
lastrico nessuno. Ma su questo, da chi si straccia le vesti per i tagli chiesti dal governo, neppure un sussurro.
Sergio Rizzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il personale Fonte: Ufficio studi Confartigianato Corriere della Sera Dipendenti Dipendenti per 1.000 abitanti
(in %) 78.679 Il numero totale dei dipendenti regionali 31% i dipendenti di troppo secondo una analisi di
Confartigianato. Gli esuberi teorici sarebbero pari a 24.396 unità Valle d'Aosta Lombardia Prov.aut.Bolzano
Prov.aut.Trento Friuli V.Giulia Veneto Piemonte Liguria Emilia-Romagna Marche Toscana Lazio Abruzzo
Molise Puglia Basilicata Calabria Campania Sicilia Sardegna 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 0 2.000
4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 29,6 8,5 0,3 9 2,6 0,6 0,7 0,7 0,7 0,9 0,7 1,5 1,1 2,8 0,8 1,7 1,3 1,3
3,8 2,5 3.801 3.321 4.332 4.777 3.167 2.941 3.195 1.123 3.074 1.454 2.698 1.511 Umbria 0,6 1.992 3.460
902 3.191 985 2.581 7.501 19.165
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
8
18/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 9
(diffusione:334076, tiratura:405061)
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INTERVISTAEnrico RossiPresidente della Toscana
«Per salvare la sanità pubblica i ricchi devono pagare di più»
«Bene le scelte di Renzi ma attenzione alle partite di giro, altrimenti si affossa il Ssn»
Roberto Turno
«Non sarebbe uno scandalo far pagare di più chi ha redditi alti su tutte prestazioni sanitarie. Che so, 2mila
euro se la prestazione ne costa 20mila. Chiamiamolo pure un superticket per i ricchi: siamo in emergenza,
salveremo la sanità pubblica e chi ha più bisogno». Enrico Rossi, governatore della Toscana, promuove la
manovra di Matteo Renzi, dall'Irap, alla decontribuzione fino al Tfr. Ma mette in guardia il premier:
«Attenzione alle partite di giro: se meno tasse significano meno servizi e meno sanità, sarebbe una sconfitta:
Renzi non vuole certo passare per colui che fa morire il Ssn».
Presidente Rossi, sta forse scoppiando la pace col Governo? Sembra che la prossima settima incontrerete
Renzi con proposte che non toccano i 4 miliardi ma li articolano diversamente. La sanità è allora al sicuro?
Incontreremo il Governo con proposte concrete che possono riguardare anche altri comparti, non solo la
sanità e le regioni. E ci confronteremo con chiarezza.
Ma la manovra è tutta da buttare?
Io credo che la manovra sia positiva. Proprio oggi ho visitato alcune aziende e tutte apprezzano le misure
sull'Irap. Senza scordare la riduzione dei contributi nel primo triennio, il forfait per le partite Iva, le assunzioni
del precariato nella scuola, il miliardo e mezzo per la protezione sociale dei precari, i 500 milioni per le
famiglie, la possibilità di avare il Tfr in busta paga. La manovra è robusta e lancia un messaggio di fiducia al
Paese. Però...
Però?
Stiamo attenti ai tagli alla sanità, altrimenti quel che acquistiamo da una parte, lo perdiamo dall'altra.
Sarebbe solo una partita di giro. Tutti gli indicatori ci dicono che nei confronti internazionali la sanità spende
poco e ha buoni risultati. È un orgoglio nazionale, un punto di sicurezza e di reputazione per l'Italia. Lo dico
con la massima certezza.
Ma non può negare che la lotta agli sprechi va fatta a fondo in sanità, soprattutto in certe regioni.
Certo che va fatta. Gli sprechi vanno colpiti ovunque si annidano. Ma anche nei ministeri, sia chiaro.
Le siringhe super costose le hanno tutti, insomma.
Pare che in Toscana abbiamo i prezzi più bassi. Io ho fatto un conto a spanne, ci chiedono 400 milioni ma
nel mio bilancio corrente non posso certo trovarli, al massimo 10-15 milioni, non di più. I compiti a casa li
abbiano fatti da tempo e bene. Il bilancio è in pareggio ed è certificato, come quello della sanità.
Però il Governo li vuole.
Per farlo dovrei toccare la sanità. Certo, si può fare meglio. Ma non mi si chieda di eliminare gli extra Lea, di
danneggiare i vecchi, non comprare i pc per i malati di sla, non aiutare i portatori di handicap ad avere una
vita il più possibile indipendente. Questo mai.
E allora, cosa fare?
Si dovrebbe chiedere un contributo sulle prestazioni sanitarie ai redditi più alti.
Quanto alti?
Decidiamo quanto spingere sull'acceleratore e quanto tenere alta l'asticella, poi scegliamo la soglia dei
redditi. Bisogna evitare come la peste i tagli lineari in sanità, che dequalificano il servizio e penalizzano le
categorie più deboli che non possono andare dal privato. Mantenendo la struttura universalistica del Ssn e
chiedendo in ogni caso un contributo inferiore a quello che si pagherebbe dal privato.
Chi più ha, più paga la sanità: ma i redditi più alti, almeno di chi non evade, non pagano già di più?
È vero, ma è anche vero che siamo in una situazione d'emergenza. Ed è necessario che il Ssn, che serve a
tutti, resti un bene nazionale. Non è una tassa. Non sarebbe uno scandalo chiedere ai ricchi, che so, un
superticket di 2mila euro per una prestazione che ne costa 20mila. Come non esentare un pensionato
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
9
18/10/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 9
(diffusione:334076, tiratura:405061)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
10
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benestante.
Presidente, e se Renzi non vi ascolta e non riduce i tagli, che farete? Denuncerete il «Patto per la salute»?
Io voglio raggiungere un accordo col Governo, che è interessato a mantenere un Servizio sanitario
nazionale. Davvero non credo che Renzi voglia passare per colui che fa saltare il banco della sanità pubblica.
Ma lei ha mai creduto alla promessa del «Patto» di tenere i risparmi dentro il Ssn?
Sarebbe perfetto. Speriamo che si possa fare. Ma ho idea che più dei risparmi, rischiano di restarci solo i
deficit. Per tutte le regioni, questa volta, e con tutte le conseguenze del caso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: IMAGOECONOMICA
Foto: Governatore. Enrico Rossi
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Boom di mascherine e guanti di lattice la psicosi di Ebola che ci contagia
FABIO TONACCI
LA PSICOSI da Ebola offusca la ragione e spinge a modificare i comportamenti di vita. A Pozzallo alcune
mamme, per timore, ritirano i figli da un progetto multiculturale. A Milano un magistrato fa udienza con i guanti
in lattice. In Italia l'Ebola non c'è, ma è come se ci fosse. A PAGINA 21 ROMA. Un uomo sale su un taxi che
ha tutti i finestrini abbassati. «Può chiuderli per favore?», chiede all'autista. Risposta: «Aspettiamo ancora un
po', che ho appena fatto scendere un cliente africano. Sa, con questo Ebola che gira, meglio essere
prudenti...». Episodio successo due giorni fa a Prato, 4.272 km di distanza in linea d'aria dalla Guinea, il
focolaio più "vicino".
Ma la psicosi da Ebola è così, ridisegna la geografia, offusca la ragione. Prima di esser virus è "stalker", ti
spinge a modificare i comportamenti di vita. Quasi sempre sulla base di logiche "prudenziali" che niente
hanno a che fare con le reali precauzioni mediche.
Non si trasmette per via aerea, ma il tassista di Prato apre lo stesso i finestrini. E a Pozzallo le mamme di
una scuola media, per lo stesso timore, ritirano i figli da un progetto multiculturale. Così come al tribunale di
Milano un magistrato fa udienza indossando i guanti in lattice.
In Italia sta accadendo questo. L'Ebola non c'è, ma è come se ci fosse.
L'ALLARME NEGLI OSPEDALI Finora nel nostro paese si sono contati una quindicina di falsi allarme, e
l'Organizzazione mondiale della sanità aggiornando il conteggio delle vittime nel mondo a 4.546 con 9.191
casi accertati in Guinea, Liberiae Sierra Leone, ha specificato che «il rischio dello scoppio di un epidemia in
Occidente è improbabile». Almeno per ora. Eppure giovedì, quando all'ospedale Santobono di Napoli si è
sparsa la notizia che una bimba nigeriana di due anni era stata ricoverata, non c'è stato verso di arginare
l'istinto di pensare che fosse proprio lei "la paziente zero". In pochi minuti le è stata diagnosticata la malaria, e
non l'Ebola, ma diversi genitori avevano già firmato per dimettere i figli degenti anche contro il parere dei
sanitari. Si fa di tutto pur di fuggire dal mostro ipotetico.
La paura prende anche medici e infermieri. L'associazione di volontariato "Salute Salento" racconta di un
paziente che in preda al panico e febbricitante si è presentato pochi giorni fa all'ospedale di Lecce temendo di
essere stato contagiato per essere stato accanto a un extracomunitario in coda alla cassa di un
supermercato. Gli operatori sanitari si sono messi le mascherine e tute, lunghi attimi di agitazione che «non
hanno consentito loro di capire - sostengono i volontari - che l'incubazione dell'Ebola dura dai 2 ai 10 giorni,
mentre il paziente aveva la febbre da più di 3 settimane».
Nessuno si sente al sicuro. Allo Spallanzani di Roma, per dire, una delle tre strutture attrezzate per un
eventuale emergenza infettiva, i sindacati sono in rivolta con la direzione.
LA PAURA SU AEREI E NAVI Che poi ci sono dei luoghi dove si pensa sempre al peggio. Sugli aerei, ad
esempio. Il mal di pancia del passeggero vicino, di questi tempi, non è mai solo un mal di pancia. Lo starnuto
di chi ti ha appena confidato di essere tornato da un viaggio in Africa automaticamente diventa un pericolo, e
il raffreddato un "untore". Quando una 35enne italiana di rientro da Dakar si è sentita male sul volo della Tap
Lisbona-Malpensa, era il 13 settembre scorso, a bordo dell'aereo si è fatto il vuoto intorno a lei, c'era chi
piangeva e chi si copriva la bocca con la mano come a difendersi da un gas velenoso. I sintomi erano mal di
pancia, nausea, emicrania. La diagnosi, appena atterrato il velivolo e dopo che erano scattate le procedure di
quarantena, è stata: gastroenterite.
Quando scatta la psicosi, nemmeno l'infarto assomiglia più all'infarto. «È ebola,è ebola», urlavano i
compagni di viaggio di un africano sul volo Accra-Roma, appena lo sfortunato si è accasciato sul sedile.
Invece era arresto cardiaco.
Sui treni, sui tram, sugli autobus, le stesse ansie. Gente che si guarda intorno, gente che cambia posto a
seconda di dove si siedono gli immigrati perché «è vero che non c'è l'Ebola, però non si sa mai...». Sulle navi,
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
11
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L'ALLARME
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
12
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pure. A Bari il prefetto ha ottenuto che quelle della marina militare impegnate nell'operazione Mare Nostrum
non attracchino nel capoluogo perché potrebbero «scoraggiare il traffico dei croceristi». BOOM DI
MASCHERINE E TUTE ANTI VIRUS «La grande attenzione mediatica, non sempre accorta, sull'epidemia
africana - spiega Luca Sarno, professore di psicologia clinica e psicoterapia del San Raffaele - unita al fatto
che non esiste un vaccino e dunque la malattia viene associata mentalmente alla morte, può farci sentire
preda di qualcosa di misterioso che può colpirci in qualunque momento. Anche se non vedo, al momento,
una vera psicosi.
Certo, la preoccupazione cresce sempre di più». È per questa "fobia del male invisibile" che su eBay e
Amazon sono comparse centinaia di mascherine, tute protettivee libri su come affrontare una pandemia. I
prezzi variano da 0,99 a 2.500 dollari. L'illusione di comprarsi la salute.
IL PUNTO
QUARANTENA IN OHIO Sono salite a 16 le persone messe in quarantena in Ohio, dopo aver avuto contatti
con l'infermiera Amber Vinson prima che si accorgesse della malattia
L'ELOGIO DI CUBA Ebola avvicina Usa e Cuba. Ieri il Segretario di Stato John Kerry ha pubblicamente
elogiato L'Havana per aver inviato in Africa165 fra medici e infermieri
IL SIERO Obama ha ordinato di produrre su vasta scala il siero ZMapp che si è finora rivelato il più efficace
contro il virus, anche se è ancora in fase sperimentale
PER SAPERNE DI PIÙ www.salute.gov.it www.cdc.gov/vhf/ebola
Foto: LO "ZAR" Ron Klain, ex capo dello staff di Biden e Al Gore, è stato nominato dal presidente Obama
"zar" della crisi Ebola: coordinatore unico nella gestione dell'emergenza virus IL VIDEO L'infermiera di Dallas
Nina Pham è apparsa sorridente nel video girato mentre è in quarantena
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 4
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Napolitano promuove la manovra. Bersani e D'Alema critici Maroni minaccia di chiudere dieci ospedali in
Lombardia
SILVIO BUZZANCA
ROMA. Le Regioni la smettessero di protestare per i tagli.
Perché, spiega Matteo Renzi, «qualcosa da farsi perdonare da parte dell'opinione pubblica ce l'hanno per il
comportamento di alcuni consiglieri». La Fiom e la Cgil la finissero di manifestare. Perché, attacca il premier,
«l'unico modo per combattere la disoccupazione non è scendere in piazza a protestare ma mettere le
aziende in condizione di assumere. C'è chi vuole occupare le fabbriche. Ecco: io voglio aprirle». Risposte ai
"governatori" che continuano a mugugnare per i 4 miliardi che dovrebbero sparire dai loro bilanci. Risposte a
Maurizio Landini che ieri da Torino lo aveva sfidato: «Diceva che il sindacato non rappresenta più nessuno,
venga lui a contarci, venga a vedere chi oggi rappresenta i lavoratori». Lo scontro dunque continua e si
allarga. Con i contestatori che incassano l'appoggio della sinistra del Pd. «Nella legge di stabilità ci sono cose
buone e ci sono cose da aggiustare», dice per esempio Pierluigi Bersani.
«Perché tagliare 4 miliardi credo sia una dimensione non sopportabile senza tagliare una gamma di servizi ai
cittadini». Questa legge di Stabilità, aggiunge Massimo D'Alema, ha cose buone come gli 80 euro e gli
incentivi sull'occupazione, «ma è poco attenta alle fasce deboli quando si attaccano i servizi essenziali come
quelli medici».
Bersani chiede un confronto fra Renzi e i governatori.
Confronto dove, spiega Sergio Chiamparino, ci presenteremo con una nostra controproposta. Renzi si dice
pronto al confronto, ma poi affonda ancora il colpo. «Una cosa è tagliare i servizi sanitari, che sarebbe
inaccettabile, altra cosa è dire che magari si fa qualche Asl in meno o qualche primario e aiuto primario in
meno». E Roberto Maroni allora avverte: «Con i tagli in Lombardia si rischierebbe la chiusura di almeno 10
ospedali, l'aumento del ticket e delle addizionali Irpef e Irap». Ma Renzi sembra intenzionato a tirare dritto.
Forte anche dell'appoggio del presidente della Repubblica. Ieri, infatti, Giorgio Napolitano, ha detto: «Nella
legge di stabilità ci sono misure importanti per la crescita, sia direttamente per quel che riguarda le politiche di
investimenti, sia indirettamente per quello che riguarda la riduzione della pressione fiscale».
LE FRASI GUARDINO A ROMA "Non mi faccio mettere all'angolo nella lotta agli sprechi" dice il presidente
della Toscana Enrico Rossi. "A Montecitorio ci sono tanti super stipendi" 930 MILIONI IN MENO "Alla
Lombardia tocca un taglio di 930 milioni" stima il governatore Roberto Maroni.
"La manovra cancella l'intesa di luglio firmata con il governo" FASCE DEBOLI Massimo D'Alema riconosce
punti positivi nella manovra, "però è poco attenta alle fasce deboli se mette a rischio servizi essenziali come
la sanità"
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Renzi, offensiva sulle Regioni "Sprechi da farsi perdonare" E alla Cgil: la
piazza è inutile
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
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Ecco la mediazione dei governatori "Pronti a rinunciare a 2 miliardi della
sanità "
LUISA GRION
ROMA. Non vogliono quei tagli, ma cominciano a pensarci e a proporre strade alternative per evitare che i
quattro miliardi messi in conto dalla Legge di Stabilità ai loro bilanci pesino sui servizi, sulla tassazione locale
e quindi sul consenso degli elettori.
Il giorno dopo la rivolta contro la manovra del governo Renzi, le Regioni sono entrate nell'ottica della
trattativa, hanno messo in conto di dover fare la loro parte e hanno stilato un piano B per contenere gli effetti
di quello che continuano a ritenere un taglio insostenibile. Lo hanno messo nero su bianco su un foglio che
sta già su un tavolo a Palazzo Chigi: pochi punti, i contorni e dettagli tecnici restano da definire in un incontro
che sarà messo in calendario la prossima settimana. Il documento, sul quale fra regioni e governo ora si
aprirà la mediazione, mette sul piatto quattro ipotesi e una condizione. La prima, a dire il vero, è molto più che
una ipotesi visto che la posta è certa e coprirebbe da sola il 50 per cento di quei 4 miliardi voluti dal governo.
Dopo una lunga trattativa con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin i governatori avevano infatti ottenuto
di innalzare, per il 2015, da 110 a 112 miliardi il Fondo sanitario nazionale. Bene: ora Chiamparino e i colleghi
sarebbero disposti a rinunciare a tale, faticoso, risultato. Rinuncia dolorosa (la spesa sanitaria assorbe il 7580 per cento dei loro bilanci), ma che da sola basterebbe a coprire metà del budget richiesto loro da Renzi.
Come arrivare però al tetto? La seconda strada che propongono di percorrere coinvolgerebbe il Fondo
aperto dalle Regioni presso il ministero dell'Economia: una riserva creata apposta per autoproteggersi dai
rischi legati ai contratti derivati firmati in passato. Un Fondo cospicuo che, rimodulato a dovere, potrebbe
garantire da solo gli altri 2 miliardi di risparmi. L'operazione, se accettata, richiederebbe però un meccanismo
finanziario molto complesso ancora allo studio dagli esperti di bilancio.
In alternativa a tale strada, se la misura non dovesse andare in porto o dovesse garantire una copertura
inferiore al previsto, la rimodulazione potrebbe interessare anche le spese iscritte nei bilanci regionali,
tenendo conto delle uscite effettive e della programmazione annuale. L'indebitamento, ipotizzano le Regioni,
potrebbe essere ripartito e conteggiato in modo diverso dall'attuale. Per esempio: se per la realizzazione di
un opera in tre anni si mettono in conto 90 milioni, l'iscrizione a bilancio riguarderà solo i 30 milioni
effettivamente spesi nell'anno in corso. Manovra che generebbe risparmi contabili con i quali accontentare la
richiesta di Palazzo Chigi. Anche qui possibilità e dettagli resterebbero però da definire.
In «cambio» di tali aperture, è scritto nel documento, le Regioni si impegnerebbero a onorare una
condizione: niente ticket sanitari, né aumento delle tasse locali. Niente impatto economico diretto sul
cittadino: le due misure, se realizzate, vanificherebbero infatti gli effetti del bonus da 80 euro appena
riconfermato e dei tagli al fisco annunciati dal premier.
Della partita se ne parlerà probabilmente nei primi giorni della settimana entrate, in un incontro fra lo stesso
Chiamparinoe il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio. I contatti fra i due sono stati frequenti nelle
ultime ore, ma la data del vertice per ora non è in agenda. Non sono escluse per altro altre soluzioni. «Fatta
salda l'entità delle misure, non abbiamo imposto una soluzione unica - dice Yoram Gutgeld, consigliere
economico di Palazzo Chigi - altri risparmi potrebbero venire anche dai trasporti locali: nella Legge di Stabilità
ci saranno norme che aiuteranno le Regioni a contenere le spese».
La trattativa è aperta, conferma il governo, restando però fermi i saldi. «Questa è la manovra del Paesee il
Paese in tutte le sue dimensioni contribuisce ai tagli» ha precisato Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia.
«Siamo pronti a parlarne con le Regioni, ma nel disegno dei saldi. Il come si raggiungono poi è da discutere».
LA PROPOSTA 1LA SANITÀ Il piano delle Regioni prevede che una parte cospicua del taglio richiesto sia
coperta dalla rinuncia ai 2 miliardi in più appena ottenuti sul Fondo sanitario 2SPESE RIMODULATE I
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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IL RETROSCENA
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 4
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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risparmi, secondo le Regioni, si potrebbero ottenere anche con una rimodulazione delle spese iscritte in
bilancio o attraverso il Fondo di copertura per i derivati 3TASSE LOCALI E TICKET Se le proposte saranno
accettate le Regioni si impegneranno a non aumentare le tasse locali e a non applicare ticket sanitari. Questo
per non annullare i benefici del bonus
PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.regioni.it
Foto: DA FEBBRAIO Matteo Renzi è premier da otto mesi.
È anche segretario del Pd
Foto: AL VERTICE DI MILANO Giorgio Napolitano ha commentato la legge di stabilità lasciando Milano dove
ha partecipato al vertice Asem
18/10/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 22
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Avvelenamenti all'Università tutti assolti
(a.z.)
CATANIA. Che per dieci anni, in quei laboratori di Farmacia, studenti, ricercatori, professori avessero studiato
e lavorato in un ambiente inquinato da una quantità di metalli pesanti superiore a quella consentita in un sito
industriale lo aveva stabilito più di una perizia. Ma ieri, con una sentenza che ha lasciato sgomenti i familiari
degli oltre dieci ragazzi morti di patologie tumorali e degli altri che ancora combattono con gravi malattie, il
tribunale di Catania ha mandato assolti tutti gli imputati, otto tra vertici amministrativi, professori e presidi
dell'epoca accusati a vario titolo di disastro ambientale, falso e omissione di atti d'ufficio. Per i giudici «il fatto
non sussiste».
«Non riesco a crederci - dice Maria Lopes, la mamma di Agata Annino, ricercatrice di Farmacia morta a 30
anni per un tumore, come una decina di altri suoi colleghi avvelenati dai fumi che hanno respirato in ambienti
dove le cappe di filtraggio dell'aria non funzionavano e da sostanze tossiche sversate a mani nude - Temevo
finisse così.
Qualcuno deve dirci di che cosa sono morti i nostri ragazzi».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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CATANIA
18/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 5
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La mappa degli sprechi in ospedale In farmaci spesi 270 milioni di troppo
Un posto letto a Roma costa 500 mila euro l'anno, a Parma soltanto 130 mila
PAOLO RUSSO ROMA
Tra i governatori in rivolta per i tagli alla sanità qualcuno è più arrabbiato di altri. Perché quei tre miliardi che
più o meno dovranno sottrarre dal budget per Asl e ospedali rischiano di colpire indiscriminatamente tutti. Chi
la spending review in questi anni l'ha fatta e chi ancora deve iniziarla a fare. Che le cose stanno così ce lo
dice la mappa degli sprechi di «sanitopoli». Dove il Sud sperpera quasi sempre più del Nord. Ma non senza
eccezioni. Nel meridione per ogni dipendente di Asl e ospedali si spendono in media 15mila euro in più che al
Nord, come certifica il Ceis dell'Università Tor Vergata di Roma. Cosa faccia spendere in media 74 mila euro
per un dipendente in Calabria e solo 49mila euro in Friuli resta un mistero, visto che la differenza è
inversamente proporzionale alla qualità dei servizi offerti. Il Veneto, che è una delle regioni considerate
virtuose, è andata a fare le pulci ai prezzi con i quali altre amministrazioni acquistano beni e servizi. Le
differenze sono abissali. Per bende e garze c'è chi spende il 650% in più, per steli femorali cementati il 530%,
per gli stent coronarici nudi il 200% in più. Se ci spostiamo sui servizi non sanitari, roba come mensa o
pulizia, le cose non cambiano. Esempi? Al Cardarelli di Napoli ci si può evidentemente specchiare nei
pavimenti. Camere, bagni e corridoi dovrebbero luccicare come in una reggia visto che a posto letto il servizio
di pulizia costa ben 17.583 euro contro i 6.518 del Sant'Orsola di Bologna. E che dire delle spese
telefoniche? A spulciare i dati del Ministero della Salute viene il sospetto che al De Lellis di Catanzaro i malati
si curino solo telefonicamente visto che si spende il triplo rispetto agli altri ospedali italiani: 2.782 euro, contro
la media nazionale di 910. E vai a capire perché al Careggi di Firenze si spendono per l'elettricità 6.737 euro
a posto letto. Dieci volte tanto i 604 del Niguarda di Milano che è grande uguale. Uno studio condotto sempre
dal Ceis con la Cattolica di Roma ha svelato che per lo smaltimento rifiuti si spendono appena 4 centesimi a
residente in Lombardia e ben 4 euro e 36 in Abruzzo. Risparmio che si potrebbe ottenere allineando verso il
basso i costi di tutti i servizi non sanitari, come mense e lavanderie: 2 miliardi. Mettere a confronto la spesa
degli ospedali per posto letto può non avere senso perché spesso la differenza la fa la complessità dei
pazienti trattati. Ma non dovrebbe essere così nei Policlinici universitari, dove ci si ricovera spesso per cose
serie. Però l'Umberto I di Roma spende più di 500mila euro per ciascun letto utilizzato quando al San Matteo
di Pavia ne bastano 380 mila e all'ospedale universitario di Parma addirittura solo 130 mila. Non è che le
baronie mediche fanno tenere in piedi reparti che non servono? All'Umberto I, guarda un po', ben 14 chirurgie
operano il tumore allo stomaco, senza che nessun reparto superi mai la soglia di sicurezza dei 20 interventi.
Ma la giungla dei costi non riguarda solo gli ospedali. Fuori dai reparti si sperpera prescrivendo quel che non
serve. Soprattutto dove non si sono messi in piedi sistemi di controllo sulle ricette compilate dai medici. I
farmaci per l'osteoporosi, per fare un esempio, dovrebbero consumarsi di più nelle regioni dove il sole
scarseggia, visto che i suoi raggi aiutano a fissare il calcio sulle ossa. Invece la dose media giornaliera ogni
mille abitanti è di 18,8 in Sicilia e la metà, 8,6, in Piemonte. Stesso discorso vale per i farmac i c o n t r o
l'ipertensione, il colesterolo o gli anti infiammatori. La mappa degli sprechi dice insomma che quei 3 miliardi
possono ancora saltar fuori allineando spese e prezzi al livello di chi fa meglio. Il problema è che il taglio
orizzontale rischia di penalizzare proprio chi la giungla dello sperpero l'ha già sfoltita. E che magari dovrà
presentare il conto sotto forma di nuovi ticket ai soliti noti.
miliardi La cifra che si potrebbe recuperare eliminando gli sprechi nelle strutture meno virtuose
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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A Firenze bolletta elettrica dieci volte più alta che a Milano
18/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
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Scoprì il virus, ora avverte "Attenti, così Ebola vince"
Piot: "Troppi ritardi, soltanto un vaccino può fermare l'epidemia" E Obama nomina un supercommissario per
gestire l'emergenza
VITTORIO SABADIN
L'epidemia di Ebola è fuori controllo in tre Paesi africani, ne minaccia altri 15 e potrebbe dilagare in tutto il
mondo. Se non si trova presto un vaccino efficace, i danni potrebbero essere elevatissimi, non solo in termini
di vite umane, ma anche per l'economia globale e per i sistemi sanitari dei vari Paesi. L'uomo che conosce
meglio il virus, perché l'ha scoperto con altri scienziati nel 1976 nello Zaire (ora Repubblica Democratica del
Congo) ha lanciato da Oxford un grido d'allarme che i governi non dovrebbero ignorare. La relazione del
professor Peter Piot, direttore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, è stata la più seguita
nel seminario organizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, anche perché ha ricordato a tutti, senza
usare perifrasi, le responsabilità e le omissioni che hanno portato a questa situazione. «L'epidemia - ha detto
avrebbe potuto essere facilmente controllata se le Nazioni Unite avessero agito con prontezza sul campo
all'inizio di quest'anno. Invece un evento che sarebbe stato facile gestire è andato totalmente fuori controllo».
In Sierra Leone, Liberia e Guinea, ha aggiunto il prof. Piot, il diffondersi del virus non può più essere
contenuto con i provvedimenti presi finora: isolamento, cure e identificazione delle persone venute in contatto
con il malato. «Possiamo sperare di fermare il virus solo con un vaccino - ha detto Piot -. Se non lo
blocchiamo nei Paesi in cui è fuori controllo, dilagherà nelle nazioni confinanti come la Costa d'Avorio, la
Guinea Bissau e il Mali e minaccerà altri dodici Paesi africani». Non c'è molto tempo per agire. I vaccini sui
quali si lavora sono tre e vengono sperimentati negli Usa, nel Regno Unito e nel Mali. I risultati saranno noti in
dicembre e può darsi che prima di Natale gli operatori sanitari che lavorano negli ospedali possano essere i
primi ad essere vaccinati: 200 di loro sono già morti di Ebola. Ma non c'è nessuna certezza, perché solo la
prova sul campo potrà dire se il vaccino è davvero efficace. Il seminario di Oxford ha confermato che l'unico
modo per evitare una pandemia è intervenire nell'Africa Occidentale, mentre le attenzioni di tutti sono invece
concentrate sui pochi casi registrati in Europa e negli Usa, dove Thomas Duncan è stato battezzato con
dubbio gusto il «Paziente zero», ignorando le migliaia di vittime registrate in quasi quarant'anni nei Paesi
africani. Secondo il prof. Piot, se non si trova in fretta un vaccino, anche il conto economico dell'epidemia
sarà pesantissimo: «Basta pensare a quello che avvenne con la Sars 10 anni fa - ha ricordato -. Le vittime
furono solo 700, ma i danni globali ammontarono a decine di miliardi di dollari. Ora si rischia una
destabilizzazione politica e sociale, e il collasso dei trasporti e dei sistemi sanitari. Quando c'è una crisi,
diciamo sempre che "non accadrà più" e poi ce ne dimentichiamo». Ieri, il presidente Usa, Barack Obama, si
è portato avanti, nominando l'ex consigliere della Casa Bianca, Ron Klain, come coordinatore nella gestione
della crisi Ebola.
Foto: AP
Foto: Operatori della Croce Rossa a Monrovia, in Liberia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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LO SCIENZIATO CHE NEL 1976 STUDIÒ PER LA PRIMA VOLTA LA MALATTIA NELL'EX ZAIRE
18/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 19
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Tutti assolti nel processo sul laboratorio dell'università
CATANIA Assolti perché «il fatto non sussiste». Che botta per i familiari delle vittime di Farmacia. Macché
contaminazioni o veleni. «Un processo basato sul nulla - per dirla con i raggianti avvocati difensori - non
poteva che concludersi con le assoluzioni». I lavandini o la rete fognaria come discarica di rifiuti speciali?
Nessuna prova. I terreni contaminati? I carotaggi dei consulenti lo hanno negato anche perché la ditta
specializzata aveva bonificato i terreni prima della consulenza. Sei anni d'inferno per professori, docenti,
baroni finiti «ingiustamente» sulla graticola. E a sera è il Magnifico Rettore che a nome della istituzione
(infangata) e del corpo docente esprime «sollievo» per le otto assoluzioni. Maria Lopes, la mamma di Agata
Annino, la ricercatrice deceduta per un tumore al cervello, si sente ferita a morte. L'avvocato di parte civile
Santi Terranova critica la procura di Catania per le scelte processuali.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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CATANIA
18/10/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:309253, tiratura:418328)
"La cannabis può rendere 1,4 miliardi"
Coldiretti: ci sono mille ettari di serre abbandonate dall'ortofrutta «Possiamo creare migliaia di posti di lavoro.
Favorevoli due italiani su tre»
MAURIZIO TROPEANO CERNOBBIO
Volendo si può partire da subito. In tutta Italia ci sono circa 1000 ettari nelle serre abbandonate o dismesse
per colpa della crisi dell'ortofloricoltura dove sperimentare la coltivazione a scopo terapeutico della cannabis.
Secondo la Coldiretti così si potrebbero creare 10 mila posti di lavoro (compresa la trasformazione e il
commercio) generando un giro d'affari di 1,4 miliardi. Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, lancia la sua
provocazione, proposta anche sulla base dei risultati di un'analisi commissionata a Ixé che mette in evidenza
come quasi due italiani su tre si dichiarino favorevoli a una coltivazione finora illegale, per motivi di salute ma
anche «economici e occupazionali». Lo studio è stato illustrato ieri nel Forum internazionale di Cernobbio ed
è servito per presentare quella che secondo Coldiretti potrebbe essere un'opportunità che «va attentamente
valutata per uscire dalla dipendenza dall'estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100% che unisca
l'agricoltura all'industria farmaceutica». Attualmente, rileva lo studio, il principio attivo viene importato dal
ministero della Sanità con un costo di circa 15 euro al grammo. Secondo la Coldiretti la sperimentazione
dovrebbe avvenire, all'inizio, in ambienti al chiuso, le serre dismesse, appunto, «dove più facilmente possono
essere effettuate le procedure di controllo da parte dell'autorità preposte per evitare il rischio di abusi». In un
secondo tempo, si potrebbe estendere la coltivazione in campo aperto nei terreni più adatti anche con
l'obiettivo di ridurre le produzioni illegali che si stanno espandendo soprattutto nelle regioni del Sud e che
vengono controllate dalle grandi organizzazioni criminali. L'anno scorso proprio a Cernobbio era stato lanciato
l'allarme sulla base dei dati della direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell'Interno che nel
2012 hanno registrato il sequestro di oltre 4 milioni di piante, il 308% in più rispetto al milione sequestrato nel
2011. Numeri che dimostrano come la produzione per l'auto-consumo ormai sia marginale: «La coltivazione
offre alle organizzazioni criminali più introiti, minori costi e minori rischi legati all'acquisto e al trasporto».
Coldiretti è partita da qui per aprire un confronto con il go v e r n o e i l Pa rl a m e n t o : «L'agricoltura
italiana - sottolinea Moncalvo - è pronta a recepire le disposizioni emanate dal governo e a collaborare per la
creazione di una filiera controllata, capace di far fronte a una precisa richiesta di prodotti per la cura delle
persone affette da malattia». Del resto negli Anni 40 del secolo scorso con 100 mila ettari coltivati di cannabis
sativa (simile alla varietà usata a scopo terapeutico) l'Italia era il secondo produttore mondiale. Ecco perché
secondo Moncalvo si può parlare di «un progetto innovativo che potrebbe vedere il nostro Paese
all'avanguardia nel mondo».
Foto: ANSA (EPA)
Foto: Un passato che ritorna Negli Anni 40 l'Italia era il secondo produttore mondiale di cannabis
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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L'ASSOCIAZIONE DI AGRICOLTORI: MEGLIO COLTIVARE QUI LA MARIJUANA A USO TERAPEUTICO
CHE IMPORTARLA
18/10/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 46
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Sanità , ecco i risparmi tagliati 400 primari e accorpate due Asl
Spending review in Regione: entro un mese i direttori delle aziende indicheranno anche i reparti da chiudere
ENTRO IL 2015 SARÀ COMPLETATA LA FUSIONE DELLE AZIENDE SANITARIE LOCALI ROMA A E
ROMA E
Operazione spending review per razionalizzare la spesa sanitaria: scatta il taglio di quattrocento primari dei
1.123 che operano nella sanità del Lazio. Il provvedimento, già studiato un anno fa, diventerà operativo con
gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere presentati dai direttori generali tra meno di un mese. Si tratta
di una sforbiciata importante sul numero totale dei primari degli ospedali di Roma e del Lazio. La parte più
significativa, ovviamente, riguarda le strutture della Capitale. Alcuni numeri per comprendere il peso di ciò
che si sta mettendo nero su bianco: secondo gli ultimi dati disponibili, nel Lazio vi sono 1.123 unità operative
complesse (vale a dire reparti guidati da un primario). La Regione deve applicare quanto previsto dal decreto
Balduzzi, che richiedeva di rispettare il rapporto di 17,5 posti letto per unità operativa complessa. Dunque,
bisognerà portare quella cifra a 722, che significa una riduzione di 401 unità. L'aveva detto anche il
governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, nell'intervista rilasciata al Messaggero sul tema dei tagli alle Regioni
indicati dalla manovra del Governo: «Noi stiamo facendo già moltissimo in tema di spending review, di
eliminazione degli sprechi. E stiamo per tagliare 400 primari». C'è una domanda però: cosa succederà a
coloro che attualmente ricoprono il ruolo di primario nelle unità operative complesse che saranno eliminate?
Un terzo di questi posti, in realtà, sono ricoperti da «facenti funzioni» a cui non sarà rinnovato l'incarico; gli
altri saranno riutilizzati sempre all'interno del sistema sanitario nazionale. Altro tassello: la riduzione delle
unità operative semplici, che secondo le stime della Regione sarà di altre 300 unità. Il piano era stato già
illustrato un anno fa, ma ora i direttori generali sono chiamati all'applicazione pratica e nel dettaglio (Asl per
Asl, ospedale per ospedale). Sempre per ottenere risparmi e razionalizzazioni - ma l'operazione era partita
prima dei nuovi tagli del Governo - la Regione sta anche andando verso la fusione di due Asl importanti come
la E e la A. Il processo dovrebbe esaurirsi in un anno e terrà conto del fatto che l'Asl Roma A, quella del
centro, non ha più un ospedale nel suo territorio, se non il Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina (che però è un
ospedale privato religioso convenzionato). La E, invece, copre il territorio a nord-ovest di Roma ed ha, nelle
sue competenze, l'Ospedale Santo Spirito. Un'altra razionalizzazione in corso porta alla fusione dello
Spallanzani con l'Istituto nazionale dei tumori Regina Elena e l'Istituto dermatologico San Gallicano. In vista
della cura dimagrante chiesta dal governo, l'assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore sta
guardando anche in altre direzioni. Sul previsionale 2015 si parla di tagli del 40%. Sono pronte alcune leggi
taglia-costi (i consorzi di bonifica, i consorzi industriali, l'unificazione delle società dei trasporti). In Consiglio si
interverrà sui vitalizi, che oggi pesano 19 milioni l'anno. Mauro Evangelisti
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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IL PIANO
18/10/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Avvelenamenti a Farmacia , tutti assolti
Presunti avvelenamenti alla facolta di Farmacia di Catania, tutti assolti gli imputati. Il tribunale di Catania ha
dunque prosciolto, perché il fatto non sussiste, gli otto imputati nel processo sui casi di inquinamento
ambientale che avrebbe provocato 8 morti e 26 casi di tumore. Secondo l'accusa, erano stati provocati da
versamenti nei lavandini dei laboratori di composti chimici utilizzati per sperimentazione. La sentenza è stata
accolta nel massimo silenzio. In aula i familiari di una specializzanda in Farmacia, Agata Annino, morta a 30
anni per un tumore. La vicenda era diventata anche un film, "Con il fiato sospeso", presentato alla Mostra di
Venezia 2013, dove vinse il premio Gillo Pontecorvo. La regista siciliana Costanza Quatriglio raccontò la
storia attraverso le parole del diario di Emanuele Patanè, il ricercatore scomparso a soli 29 anni, causa di un
tumore al polmone, e che fu fra i primi a denunciare l'accaduto.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Catania, processo all'università
18/10/2014
Il Messaggero - Ed. nazionale
Pag. 16
(diffusione:210842, tiratura:295190)
«Il vaccino dell'Ebola non arriverà in tempo» Obama cambia linea
Washington chiama un supercommissario a gestire l'emergenza Allarme delle case farmaceutiche: il prodotto
sarà pronto nel 2016 IL REGNO UNITO MANDA UNA NAVE-OSPEDALE IN SIERRA LEONE CON 350
SOLDATI E 80 MEDICI
NEW YORK Gli Stati Uniti hanno uno zar dell'Ebola. Si chiama Ron Klain ed è un veterano delle
Amministrazioni democratiche. Il presidente Obama lo ha nominato nella convinzione che il Paese abbia
bisogno di un manager che si occupi di «proteggere gli americani, identificando e isolando pazienti malati di
Ebola in questo Paese, e allo stesso tempo assicurando che si continui l'impegno di fermare l'Ebola alla sua
fonte, nell'Africa occidentale». La decisione del presidente di scegliere un plenipotenziario è anche un passo
politico, per arginare l'attacco del partito repubblicano, che a tre settimane dalle elezioni di metà mandato usa
la crisi per tentare di indebolire ulteriormente il partito democratico. I repubblicani hanno dopotutto gioco
facile, e puntano sugli errori commessi dalle agenzie federali. In particolare sul fatto che i Cdc, i centri per il
controllo delle malattie infettive, non abbiano chiesto al personale che ha lavorato con il paziente zero, il
liberiano Thomas Duncan, di evitare luoghi pubblici. E' successo quindi che una delle infermiere sia andata in
Ohio dal Texas, pur avendo una lieve febbre, e un altro dipendente è partito per una crociera verso il Belize.
L'infermiera, Amber Vinson, è ora ricoverata in isolamento all'ospedale Emory di Atlanta, ma sulla scia del
suo viaggio decine di persone sono state contattate per il rischio che siano state contagiate. LA CROCIERA
BLOCCATA Un negozio di abiti da sposa, a Cleveland, dove Amber aveva passato più di tre ore per
scegliere il completo delle nozze, ha dovuto temporaneamente chiudere. L'altro infermiere che è partito per la
crociera ha causato quasi un incidente diplomatico con il Belize, che ha vietato alla nave Carnival Magic di
entrare in porto. Il dipendente dell'ospedale texano ha accettato di restare chiuso in cabina e la nave sta
tornando verso gli Stati Uniti. Non si sono avuti altri casi di contagio per ora negli Usa, solo casi legati al
focolaio originato da Duncan. Tuttavia il nervosismo nel Paese è forte, anche a causa del battage televisivo
quasi esclusivamente concentrato sulla situazione americana. Sui teleschermi vediamo le immagini della
prima infermiera contagiata, Nina Pham, che piange commossa dal suo letto di ospedale per l'assistenza che
le viene data. Il video, girato amatorialmente da un collega, campeggia da 48 ore. L'incessante copertura
nazionale ha purtroppo l'effetto di ingigantire nella mente del pubblico la percezione della crisi locale. E
proprio a rincarare la dose di preoccupazione arriva la notizia che nella migliore delle ipotesi il vaccino per
Ebola non arriverà I MEZZI Uno dei tre elicotteri inviati dagli inglesi atterra sulla nave-ospedale: la squadra di
Londra arriverà nelle prossime ore in Sierra Leone in tempo per essere usato su larga scala durante
l'epidemia in corso. «Saremo in grado di farlo solo nel 2016», ha affermato Ripley Ballou, capo della divisione
vaccini dell'azienda Gsk, che sta sviluppando quello più avanzato. L'APPELLO DELL'ONU Eppure non solo
Obama, ma anche il segretario dell'onu Ban Ki-moon giovedì, ha lanciato un appello accorato perché ci si
mobiliti per combattere contro l'Ebola fermandolo alla sua fonte, in Africa, dove sta decimando intere
popolazioni. E ieri è arrivato anche l'ammonimento del presidente della Commissione europea, Josè Manuel
Barroso, che ha sottolineato come «l'Ebola non sia problema di qualche Stato africano, ma può diventare una
catastrofe umanitaria di grandissime dimensioni». Poco spazio viene concesso negli Usa anche alle rare
notizie positive legate all'Ebola, ad esempio che[/FORZA-RIENTR] il Senegal e la Nigeria siano riusciti a
bloccare il virus e siano stati dichiarati ufficialmente fuori dall'epidemia. Gli americani in particolare
dovrebbero avere motivo di orgoglio, considerato che centinaia di soldati sono arrivati in Liberia e vi stanno
costruendo i primi ospedali. Anche la Gran Bretagna ha appena inviato in Sierra Leone una nave ospedale,
con 80 medici, tre elicotteri e 350 soldati. Anna Guaita
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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IL VIRUS
18/10/2014
Il Fatto Quotidiano
Pag. 1
(tiratura:100000)
Psicosi Ebola in Usa, il New York Times: " Pensate piuttosto all ' influenza
normale "
Biscotto
» pag. 11 Stando a quanto riferisce il ministero della Salute, quest ' anno il picco dell ' annuale epidemia di
influenza dovrebbe arrivare in Italia verso metà novembre e il numero delle vittime potrebbe non essere
indifferente. Negli Stati Uniti, invece, secondo l ' Osservatorio per le malattie infettive di Atlanta, l ' epidemia
influenzale è attesa per i primi di dicembre e lì, verosimilmente, le vittime saranno molte di più, in particolare a
causa dal gran numero di senzatetto, delle temperature mediamente più rigide, della mancanza di un sistema
sanitario nazionale e dei tagli ai programmi di vaccinazione operati a livello federale e statale. Frank Bruni dalle pagine del New York Times - ci ricorda che gli americani sono dei veri maestri nel produrre ondate di
panico collettivo che sovente si rivelano in tutto o in parte ingiustificate. E se, invece, si facesse ricorso a un
po ' di sana prudenza e a qualche cautela? Come misura preventiva, questo il consiglio di Bruni, bisogna
smetterla di rimanere appiccicati alla tv seguendo minuto per minuto servizi dal Texas farciti di insulse
interviste - chi se lo sarebbe mai aspettato? - ai vicini di casa dell ' infermiera di Dallas colpita dal virus Ebola,
di lacrimevoli riprese della sua abitazione, di consigli medici che potrebbero darvi al supermercato e porsi
questa semplice domanda: ho già fatto il vaccino anti-influenzale? E, nel caso la risposta sia negativa: ho
intenzione di farlo? Lo scorso inverno, secondo il Centro di Alabama per il controllo delle malattie, solo il 46%
dei cittadini americani fu sottoposto alla profilassi anti-influenzale anche se l ' influenza - a seconda del ceppo
del virus - uccide in America dai 3.000 ai 50.000 cittadini l ' anno. È vero che la maggior parte delle vittime
sono anziani in cattive condizioni di salute e bambini, ma siamo tutti a rischio. Nel caso dell ' influenza
conosciamo bene il killer e sappiamo benissimo che molti di questi decessi si potevano prevenire. Viene
spontaneo chiedersi per quale motivo non ci strappiamo i capelli sulle vittime dell ' influenza e preferiamo
dirigere la nostra attenzione verso minacce lontane che temiamo di non poter contrastare trascurando quelle
a noi vicine che potremmo sconfiggere e che colpevolmente sottovalutiamo. Quando un pericolo ha un
qualcosa di esotico, ci armiamo di tutto punto e ci prepariamo alla guerra. Se invece il nemico è noto,
familiare, quotidiano, ci comportiamo con noncuranza dimenticando che anche questo nemico meno esotico
è capace di uccidere. OGNI ANNO IN ITALIA, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, muoiono
migliaia di persone a causa di incidenti stradali e, stando alle statistiche, molte delle vittime non indossavano
la cintura di sicurezza al momento dell ' inci dente. Forse sarebbero morti lo stesso. Resta il fatto che pur
sapendo come ridurre i rischi facciamo poco o nulla. Negli Stati Uniti ogni anno vengono diagnosticati 3
milioni e mezzo di tumori alla pelle e i morti sono circa 10.000 l ' anno. Nella maggior parte dei casi la causa è
la mania della tintarella. La vanità batte la salute sei a zero e il melanoma se la ride. Frank Bruni non
sottovaluta assolutamente il pericolo rappresentato dall ' Ebo la e si augura di tutto cuore che la ricerca trovi
al più presto le risposte che tutti aspettano. " Il fatto è che la gente si fa prendere dal panico e dall ' ansia per
cose come l ' Ebola che non costituiscono un pericolo immediato per la salute dei cittadini " , spiega Jeffrey
Duchin, presidente del Comitato per la Salute pubblica. " Non bastasse vorrei ricordare che negli Stati Uniti
tra i 3 e i 5 milioni di americani sono stati contagiati dal virus dell ' epatite C che causa tra i 17.000 e gli
80.000 decessi l ' anno. C ' è un semplice test per diagnosticarla e ci sono cure efficaci. Eppure la maggior
parte dei malati non sanno nemmeno di esserlo " . La ragione di un comportamento così illogico? Semplice: l
' epatite C, l ' influenza, il melanoma non fanno notizia, non invadono i talk show televisivi e le prime pagine
dei giornali, non fanno notizia e poco si prestano a quella sensazione di panico collettivo di cui evidentemente
le società progredite non possono - a scadenze regolari - fare a meno. PERCHÉ SI PRODUCA questo effetto
panico e, al tempo stesso, di " stringiamo le fila " , il nemico deve essere temibile, potenzialmente invincibile,
remoto ed esotico. Un po ' come i mostri delle favole. Ci è mai capitati di incontrarli davvero? Moltissime
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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VIRUS E ANTIDOTI
18/10/2014
Il Fatto Quotidiano
Pag. 1
(tiratura:100000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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malattie mortali si possono prevenire con appositi vaccini eppure in Occidente è in continuo aumento il
numero dei genitori che si rifiutano di far somministrare ai figli i vaccini adducendo i pretesti più fantasiosi e
inverosimili nei quali si mescolano medicina alternativa, pregiudizi medievali, ragioni religiose e paure
largamente infondate. Il meccanismo è semplice e drammaticamente distruttivo: rimuoviamo i pericoli reali
che potremmo affrontare e sconfiggere e ci concentriamo su rischi al momento remoti. È solo un caso?
Foto: In alto, un morto di Ebola in Liberia. Sotto, la fila per la vaccinazione contro la Sars nel 2009 Ansa
18/10/2014
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 5
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Campania a rischio: poco personale e assistenza ai minimi
Marco Esposito
segue dalla prima pagina
Tredici operatori sanitari in servizio in Emilia Romagna ogni mille residenti contro otto in Campania: certo, il
numero di medici, infermieri, tecnici e amministrativi del servizio sanitario pubblico non spiega da solo la
sanità ad elevata qualità dell'Emilia Romagna (la migliore d'Italia per livelli essenziali d'assistenza) così come
lo scarso e decrescente numero di personale sanitario non è l'unica causa dei disservizi della Campania, la
sola sulle venti regioni nelle quali è divisa l'Italia a essere stata bocciata nell'ultimo rapporto del ministero
della Salute sui Lea, la sigla che sta per livelli essenziali d'assistenza. Però, in stagione di tagli agli sprechi - 4
miliardi da sottrarre alle regioni, nei cui bilanci c'è soprattutto la sanità - il timore che si colpisca anche i
cittadini oggi peggio serviti d'Italia c'è tutto.
Si dirà (è stato già detto dal premier Matteo Renzi): non tagliate i servizi, tagliate gli sprechi. Sprechi, sia
chiaro, si nascondono ovunque e quindi ci sono anche in Campania. Peraltro quando i servizi ai cittadini sono
sotto il minimo costituzionale, gli sprechi sono doppiamente criminali; tuttavia, proprio perché è da criminali
non effettuare gli screening oncologici, ogni euro recuperato va investito tutto nella sanità finché non si
superano divari socialmente inaccettabili e non certo per coprire l'ennesimo finanziamento all'Expo di Milano
(40 milioni ulteriori, una delle non poche voci-mancia previste nella legge di stabilità): il territorio campano
secondo le valutazioni ufficiali del governo oggi è il solo in Italia a non garantire ai cittadini nemmeno i livelli
minimi essenziali, vale a dire che non offre un diffuso sistema di prevenzione contro il cancro, non è in grado
di dare una dignitosa assistenza ad anziani, disabili e malati terminali, non eroga prestazioni tempestive e
difetta persino nelle vaccinazioni.
Quindi lotta agli sprechi, certo, ma non per fare cassa: la Campania infatti è anche il territorio che riceve il più
basso finanziamento del fondo sanitario in rapporto agli abitanti e viene da sette anni di cura dimagrante che
hanno visto il più forte calo dei costi del personale in Italia (-8% solo tra il 2010 e il 2012 mentre in Emilia
Romagna la spesa cresceva nello stesso periodo cresceva dell'1,5%). I colpi di forbici sulla sanità previsti
dalla legge di stabilità per il 2015, in Campania rischiano di colpire direttamente i servizi essenziali e di
frenare il processo di recupero - che pure c'è stato ma che ancora risulta parziale - dei livelli di qualità del
servizio.
I dati sono eloquenti. La qualità dei servizi misurata con il punteggio Lea vede (sul report del 2012, l'ultimo
disponibile) l'Emilia Romagna prima in Italia con 210 punti e la Campania ultima con 117. La linea di
sufficienza è fissata a 130 punti e la Calabria è penultima a 133. La Campania perde il confronto con l'Emilia
Romagna su molti parametri ed è critica soprattutto la situazione dei tempi di attesa per le prestazioni e del
sistema di prevenzione. Secondo un indicatore messo a punto dall'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi
sanitari, il sistema di trasparenza e anticorruzione in Campania è il meno efficiente d'Italia, con solo il 45%
degli obiettivi raggiunti, contro il 93% dell'Emilia Romagna. Quindi è presumibile - e le cronache di questo
giornale ne fanno un resoconto costante - che una quota non marginale della spesa sanitaria campana non si
traduca in servizi al cittadino ma si disperda in rivoli che alimentano il malaffare. In particolare sull'acquisto di
servizi (pulizia, guardiania, ristorazione) ci sono margini notevoli di miglioramento secondo lo stesso ente
regionale; mentre per quanto riguarda l'acquisto centralizzato dei beni la Soresa è considerata tra le
eccellenze nazionali. La singola siringa, sempre citata negli esempi come voce di spesa da monitorare, in
Campania non costa troppo.
Ma se la Campania non è un modello di efficienza, l'Emilia Romagna lo è. E il modello emiliano dimostra che
una buona sanità si fa anche con personale adeguato: secondo l'ultimo report sul personale del ministero
della Salute (con dati però fermi al 2011) i medici in Campania sono 10.212 e cioè 1,77 ogni mille abitanti,
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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La sanità
18/10/2014
Il Mattino - Ed. nazionale
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(diffusione:79573, tiratura:108314)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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mentre in Emilia Romagna sono 8.544 cioè 1,95 ogni mille abitanti. Quanto agli infermieri, la differenza è
ancora più evidente con 20.396 infermieri del sistema sanitario pubblico della Campania e 25.009 dell'Emilia
Romagna che conta oltre un milione di abitanti in meno. Anche i posti letto sono molti di più nella regione
«efficiente», con 4,47 posti letto (tra acuti e riabilitazione) ogni mille residenti contro i soli 3,20 della
Campania. La spesa farmaceutica cosiddetta territoriale, invece, è un po' più elevata in Campania mentre per
la spesa farmaceutica ospedaliera accade il contrario.
Non pochi campani, come è noto, proprio per le inefficienze della sanità locale vanno a curarsi fuori regione,
Emilia Romagna compresa. E le spese sanitarie sono tutte a carico della regione di residenza, con un
trasferimento netto di risorse dalla Campania verso altri territori. Ciò spiega, almeno in parte, perché la sanità
emiliana abbia i conti in ordine nonostante l'elevato numero di medici, di infermieri e di posti letto rispetto ai
propri residenti: importa malati e si fa pagare bene.
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18/10/2014
Libero - Ed. nazionale
Pag. 3
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Basta con la sanità regionalizzata
Il sistema ha fallito: è ora di farla finita con i politici che nominano i capi delle Asl
DAVIDE GIACALONE
Posto che la pressione fiscale generata dagli enti locali è aumentata dell'80% in 14 anni, senza che sia
diminuita quella nazionale, posto, quindi, che da tre lustri gli italiani s'impoveriscono e perdono competitività
anche per finanziare enti la cui utilità è nota più che altro a chi li abita, è facile capire il perché non si trovi
divertente la polemica fra il governo e le regioni. Oltre tutto giocata usando il linguaggio della più sciatta
demagogia: "spreconi", da una parte, "affamatori", dall'altra. I governatori regionali, abituati a batter cassa
presso il governo, non s'aspettavano di trovarsi di fronte chi usa la cassa per battergliela in testa. Molti di loro
sognarono il partito di "lotta e di governo", eccoli serviti: salvo che usa la lotta demagogica contro di loro.
Piuttosto che l'opera dei pupi, però, si possono fare operazioni interessanti: chiudere la tragica storia della
sanità regionalizzata, che con la riforma Bindi, del 1999, elevò a sistema la militarizzazione partitocratica
dell'amministrazione, e con la riforma costituzionale del 2001 stese una pietra tombale sull'idea che la salute
e la sanità fossero questioni di competenza nazionale. Due operazioni "Made in left", così anche i newcomers
capiscono. Contabilizzati i disastri è ora di farla finita. Inutile continuare a polemizzare sul costo delle siringhe.
Anche stucchevole e oltraggioso, perché sentendolo ripetere da anni, da governi e governanti di ogni colore,
il cittadino si chiede: ma a chi lo stanno dicendo? Se il sistema fa così schifo, e lo fa, lo cambino. La
soluzione non è che le tasse per coprire quei costi siano a cura degli enti locali anziché dello Stato, dato che
a pagare sono i medesimi italiani. Semmai si deve avere il coraggio di spiegare perché il politico regionale
nomina i capi dell'amministrazione sanitaria e perché l'organizzazione che presiede alla difesa della mia
salute debba essere regionale. Non saprei spiegarlo, perché lo considero sbagliato. Fin qui ci si è trastullati
con le siringhe e i costi standard, che già di loro sono un non senso: se l'acquirente compra molto materiale
sanitario e molti farmaci, bandendo una gara fra fornitori, è ovvio che riesce a spuntare un prezzo migliore
rispetto a venti acquirenti che comprano un ventesimo e bandiscono centinaia di gare. Oggi le regioni
ricevono un rimborso, dallo Stato, pari alla media dei tre migliori prezzi. A parte che il prezzo adottabile
dovrebbe essere il più basso, non una media, quando comprano pagando più degli altri generano nuovo
debito, che si somma a quello immenso, già esistente. Quando, sventuratamente, negli anni 70, si chiusero le
mutue queste lasciarono un immenso patrimonio immobiliare. Oggi ci sono solo deficit e debiti. Cosa serve di
più per capire che la regionalizzazione è una follia? Senza mai dimenticare che la qualità media
dell'assistenza sanitaria, in Italia, è ottima. Purtroppo con vergognose sperequazioni interne, ma mediamente
fra le migliori al mondo. Il che dimostra, se ve ne fosse bisogno, che il nostro problema non sono i medici, ma
gli amministratori. Ed è questo il lato positivo: per formare buoni medici ci vogliono anni, per mandare a casa
cattivi amministratori, protettori di amministrativi nullafacenti, soci di sindacati corporativi, ci vogliono, a
saperlo e volerlo fare, un paio di mesi. A patto di non perderli in battibecchi degradanti e di utilizzarli per fare
vere e sane riforme.
Foto: www.davidegiacalone.it @DavideGiac
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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La polemica
18/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 7
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Va bene per curarsi, ma anche per il settore tessile e la moda Coldiretti
lancia la filiera italiana per la coltivazione della cannabis
LUIGI CHIARELLO
Coldiretti rompe gli indugi e gli schemi e sdogana la marijuana terapeutica. Di più: nella prima giornata del
tradizionale Forum internazionale di Cernobbio sull'agricoltura e l'alimentazione lancia una iniziativa su larga
scala per la costituzione di una vera e propria filiera tutta italiana della coltivazione di cannabis, sia a fini
terapeutici, sia per la fornitura di materia prima ai comparti tessile, alimentare, meccanico e della bioedilizia.
La notizia non è di poco conto, visto che a delineare la nuova frontiera della coltivazione italiana è la più
grande associazione cattolica del comparto agricolo. Una specie di rivoluzione culturale, insomma, che
strappa la cannabis dal confi no a cui è stata relegata dal dopoguerra, a seguito dell'avvento sul mercato
delle fi bre sintetiche e dell'inasprimento delle norme contro l'uso degli stupefacenti. Ostracismo partito con
l'adesione dell'Italia, nel 1961, alla Convenzione internazionale unica sulle sostanze stupefacenti e
continuato, nel 1975, con il varo della cosiddetta legge Cossiga contro gli stupefacenti. Che, di fatto, ha
sancito la scomparsa degli ultimi ettari coltivati a canapa in Italia. «Fino agli anni 40, l'Italia era un grande
produttore di canapa. Aveva 100 mila ettari coltivati», ha spiegato il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo.
«Noi vogliamo recuperare questa filiera e metterla a disposizione delle istituzioni e della farmaceutica». La
leva che spinge Coldiretti è la recente firma del protocollo per l'avvio della produzione di cannabis terapeutica
nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze da parte del ministro della difesa, Roberta Pinotti, e
del ministro della salute, Beatrice Lorenzin. Si tratta di due specie di cannabis, la «indica» e la «sativa»,
contenenti percentuali differenti di principi attivi - THC (tetra-idro-cannabinolo) e CBD (cannabidiolo) calcolate sulla materia secca. La loro coltivazione al di fuori dello stabilimento militare fi orentino al momento
è sottoposta al controllo dei Carabinieri, nel caso della sativa, e proibita nel caso della indica. Nei fatti, oggi
ogni coltivazione su larga scala di cannabis è impossibile in Italia. Occorrono modifi che normative, che ne
consentano l'avvio. E la macchina è già partita: alla camera dei deputati sono state presentate tre differenti
proposte di legge che dovrebbero convergere in un testo unificato, sul quale sono state avviate le audizioni
degli esperti. Il principio attivo della cannabis, va ricordato, risponde ai bisogni di pazienti con patologie gravi
come Sla, sindrome di Tourette, Alzheimer e Parkinson, oltre a diversi tipi di sclerosi tra cui la multipla. I primi
prodotti farmaceutici italiani, secondo Coldiretti, dovrebbero essere pronti entro il 2015. Per stilare il protocollo
operativo - che andrà al vaglio del Consiglio superiore di sanità - è al lavoro un gruppo di esperti composto da
rappresentanti dei ministeri della Difesa, della Salute e delle Politiche agricole, affi ancati da Sfcm, Aifa,
Istituto Superiore di Sanità e Regioni. Nel frattempo «Coldiretti si mette a disposizione delle istituzioni per la
costituzione della filiera e, a questo fi ne, dedica mille ettari in serra chiusa, affinché la produzione sia
controllabile», chiosa Moncalvo. Che aggiunge: «L'operazione è anche una via d'uscita per comparti colpiti
dalla crisi come orovivaismo e ortofrutta, che hanno serre abbandonate». La fumata bianca di Coldiretti alla fi
liera della marijuana terapeutica muove dunque da ragioni economiche molto concrete: può generare da
subito un business da 1,4 miliardi di euro, garantendo almeno 10 mila posti di lavoro dai campi al aconi. E
può aiutare i conti pubblici, visto che oggi l'importazione di Thc costa al sistema sanitario nazionale 15 euro al
grammo. © Riproduzione riservata
Foto: Roberta Pinotti
Foto: Beatrice Lorenzin
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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L'INIZIATIVA PRESENTATA IERI, PRIMA GIORNATA DEL FORUM INTERNAZIONALE DI CERNOBBIO SU
AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE
18/10/2014
Milano Finanza - N.205 - 18 ottobre 2014
Pag. 1
(diffusione:100933, tiratura:169909)
HI-TECH CONTRO L'ICTUS
Cristina Cimato
Videoconferenze, collegamenti fra più utenti tramite software installabili su dispositivi mobili ma anche
videogiochi e realtà aumentata. La lotta all'ictus cerebrale, che ogni anno colpisce in Italia 200 mila persone,
di cui 4.200 con età inferiore a 45 anni, si appoggia sempre di più alle nuove tecnologie, per la fase acuta
come per il percorso riabilitativo. Il 29 ottobre si celebra la giornata contro l'ictus, che quest'anno rivolge
un'attenzione particolare alle donne, vittime di più della metà dei decessi. Al pari della popolazione maschile
incorrono in fattori di rischio quali diabete, ipertensione, emicrania con aura e depressione. A questi si
aggiungono però gravidanze, diabete gestazionale, sbalzi ormonali, uso della pillola contraccettiva o terapie
ormonali assunte dopo la menopausa. Non solo, le donne presentano un maggior declino delle funzioni
cognitive rispetto ai maschi e un rischio più elevato di depressione post-ictus. Anche per questo
l'associazione A.L.I.Ce. Italia Onlus promuove, dal 20 al 29 ottobre in oltre 2 mila farmacie il controllo della
pressione arteriosa e della fibrillazione atriale (responsabile del 15% di tutti gli ictus e del 20% di tutti quelli
ischemici). Emergenza in rete. Il paziente trattato a un'ora dall'attacco ha probabilità doppie di ottenere un
buon esito rispetto a colui cui viene somministrata la terapia trombolitica dopo 4 ore. A circa 5/6 ore
aumentano assai le possibilità di sanguinamento derivanti dalla terapia di fluidificazione del sangue. Il numero
di trombolisi endovenose effettuate in Italia è di circa 3.600 all'anno, un numero che, riferisce la Società
italiana di neurologia, è molto inferiore a quello degli «aventi diritto». Questo a causa di una non capillare
diffusione delle stroke unit sul territorio. Il ministero della Salute stima in 300 le unità specializzate, mentre ne
risultano solo 170.A tal proposito, uno dei progetti più interessanti in corso riguarda l'applicazione della
telemedicina nell'intervento tempestivo su questi pazienti. Con le nuove tecnologie è possibile visionare da
remoto le immagini prodotte dalla Tac e visitare il paziente. «La tempestività è fondamentale», ha spiegato
Francesco Arba, specialista in neurologia, membro di A.L.I.Ce Toscana, «quindi ospedali periferici o centri
non specializzati che mancano di accreditamento o di expertise possono beneficiare di un collegamento
diretto con un ospedale di riferimento, dal quale il medico addestrato può visitare il pazientea distanza e fare
una valutazione clinica rispetto alla necessitàe ai tempi di somministrazione del farmaco». Il centro italiano
che ha attualmente maggiore esperienza di Telestroke è quello di Ca' Foncello di Treviso, che ha finora
trattato 30 pazientie cheè collegato con Conegliano Veneto. C'è poi l'ospedale Boggiovara di Modena, che ha
iniziato l'esperienza di Telestroke un anno fa circa, in collegamento con un nosocomio periferico nel paese di
Pavullo nel Frignano. L'ultimo in ordine di tempo che si sta attrezzando è il Policlinico Umberto I di Roma,
collegato con Tivoli. «Un modello virtuoso è quello catalano, dove un solo centro è collegato a ben dieci
strutture e in cui i flussi dei dati provenienti da tutti gli ospedali vengono analizzati e inviatia ogni centro per un
monitoraggio capillare delle singole attività». Anche dal punto di vista tecnologico le nuove soluzioni sono già
tutte alla portata del progetto. «I centri italiani sono forniti di computer sui quali sono installati software
specificie di telecamere fisse su letto o mobili, montate su una console», ha precisato Arba, «queste sono in
grado di eseguire zoom su distretti specifici e utili alla diagnosi, come gli occhi e in particolare i movimenti
oculari e la dilatazione delle pupille». In Catalogna il medico di riferimento ha a disposizione un notebook e
con esso si può muovere liberamente, collegandosi via wi-fi o 3G con credenziali criptate. Un'altra tecnologia
disponibile, che è stata già osservata, permette di installare software dedicati su dispositivi portatili come iPad
e iPod, favorendo ancor più la mobilità dello specialista. Videogame per la riabilitazione. Uno dei punti
cardine nella ripresa dello stato di salute antecedente un attacco è legato alla riabilitazione. Anche in questo
caso la tecnologia viene in aiuto dei pazienti con metodi innovativi, come la realtà virtuale aumentata, la
roboticaei sensori indossabili. All'ospedale Valduce Villa Beretta di Costa Masnaga l'unità operativa
complessa di medicina fisicae riabilitazione utilizza, fra i pochi centri al mondo, tecnologie avanzate nella
riabilitazione di pazienti che hanno perso in parte o in tutto le funzioni motorie e cognitive in seguito a traumi o
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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SALUTE
18/10/2014
Milano Finanza - N.205 - 18 ottobre 2014
Pag. 1
(diffusione:100933, tiratura:169909)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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ictus. «Di fronte a una notevole quantità di persone che devono affrontare un recupero di funzioni complesse
dopo lesioni cerebrali, sono ora disponibili soluzioni molto interessanti e semplici», ha spiegato Franco
Molteni, direttore dell'Unità operativa complessa di medicina riabilitativa dell'ospedale lombardo, «come per
esempio isoscheletri indossabili in fibra di carbonio con motori e sensori che analizzano e adiuvano il
movimento, ma anche, per l'arto superiore, tecnologie che accompagnano e interagiscono con l'attività che
normalmente viene svolta in modo spontaneo. Ci sono poi dispositivi robotici con controllie sofisticazione
variabili che non solo velocizzano la ripresa, ma permettono anche un recupero che in alcuni casi sarebbe
altrimenti impossibile». All'interno del Valduce Villa Beretta c'è un laboratorio clinico e sperimentale dedicato
all'uso della realtà virtuale che contempla esercizi con dispositivi touch screen e ambienti controllati dal
sensore per il rilevamento dei movimenti Microsoft Kinect od Oculus Rift. «Quest'ultimo consente una
percezione immersiva completa attraverso l'uso di una maschera simile a quella per fare sub che immerge in
un ambiente virtuale e permette la creazione di una sorta di avatar», ha precisato Molteni. Attualmente
l'ospedaleè coinvolto in una serie di studi, uno nazionale in collaborazione con la Rai, la Fondazione Don
Gnocchi di Milano e il San Camillo di Torino per l'utilizzo di materiali delle teche Rai per la creazione di un
ambiente virtuale che rifletta il panorama culturale in cui vive il paziente. Un altro, che coinvolge l'École
Polytechnique di Losanna, è destinato al recupero della percezione delle proprietà del corpo attraverso
stimolazione elettrica funzionale, stimolazione transcranica cerebrale e realtà virtuale (entrambi sono
finanziati dalla Fondazione Cariplo). «Un altro progetto in cui siamo stati coinvolti per fornire un supporto
tecnico è quello promosso e finanziato dal Cnr e da Regione Lombardia e denominato Riprendo@Home per
la messa a punto di device utilizzabili a domicilio, possibili grazie all'uso di materiali innovativi, stampanti 3D,
motori sempre più miniaturizzati e sensori indossabili». (riproduzione riservata)
18/10/2014
La Notizia Giornale
Pag. 14
Rinegoziare il rapporto delle farmacie con il Servizio sanitario nazionale, in un quadro di riorganizzazione
dell'assistenza primaria, avanzando progetti concreti che rendano proprio la farmacia protagonista di
un'assistenza più efficace e a basso costo per la collettività. È questa la priorità tracciata in un convegno di
Federfarma Roma e Lazio per far fronte al periodo di grande difficoltà del settore. Molti infatti non lo sanno,
ma anche le farmacie stanno pagando un prezzo alto per la crisi e la caduta dei consumi, che inevitabilmente
si riflette anche in un settore primario come la salute. L'associazione guidata da Franco Caprino ha insistito
dunque nel chiedere un riconoscimento delle farmacie nei quadranti cruciali dell'aderenza alla terapia e nella
presa in carico delle cronicità, nella prospettiva dunque della pharmaceutical care e della farmacia dei servizi,
che in questo modo smetterebbero di essere solo slogan.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Farmacie in cerca di nuovi ruoli nel servizio sanitario
18/10/2014
La Notizia Giornale
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Sarà possibile pulire il cervello dalla malattia I primi test: recuperate molte funzioni cognitive Passo avanti La
scoperta di un pool di ricerca europeo coordinato dall'Università di Milano-Bicocca
sergio patti
Buone notizie sul fronte Alzheimer, la forma più diffusa di demenza senile che solo in Italia colpisce un
milione di persone e, secondo le stime, ne colpirà altre 600 mila nei prossimi cinque-sei anni: sembrano
funzionare le nuove nanoparticelle 'spazzino" ideate e brevettate in Italia per ripulire il cervello dalle placche
responsabili della patologia. I primi risultati positivi della sperimentazione sui topi sono stati pubblicati su The
Journal of Neuroscience dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l'Istituto di
ricerche farmacologiche Mario Negri e l'università finlandese di Turku. AMIPOSONI Le nanoparticelle antiAlzheimer, chiamate amiposomi, sono uno dei frutti del grande progetto di ricerca europeo Nad
(Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer disease), finanziato con oltre 14 milioni di euro e
coordinato proprio dall'Università di Milano-Bicocca. La sperimentazione sui topi dimostra che le
nanoparticelle 'spazzino"sono in grado di rimuovere dal cervello le placche della proteina beta-amiloide in
sole tre settimane. Una volta rimosse, ne favoriscono lo smaltimento, attraverso il circolo, da parte del fegato
e della milza. Questa operazione di pulizia del cervello ha portato a un recupero delle funzioni cognitive,
misurato con uno specifico test di ri conoscimento degli oggetti. Dunque un importanmte passo avanti nella
ricerca su una malattia terribilmente invalidante. "La terapia - ha spiegato massimo masserini , ordinario di
Biochimica dell'Università di Milano-Bicocca e coordinatore del progetto europeo Nad - è basata su una
strategia, impossibile da realizzare con un farmaco convenzionale, che usa uno strumento nanotecnologico,
cioè particelle di dimensioni di un miliardesimo di metro." MEMORIA Nella ricerca il trattamento è riuscito
praticamente a frenare la progressione della malattia, "ma stiamo anche valutando, per ora sempre sul
modello animale - ha spiegato ancora Masserini la possibilità di prevenirne l'insorgenza". In questo modo
sarebbe possibile intervenire quando le capacità cognitive e la memoria sono solo minimamente
compromesse. "Se in futuro questi risultati saranno verificati nell'uomo - ha concluso Masserini - il trattamento
abbinato a una diagnosi precoce potrebbe permettere ai malati di Alzheimer di condurre una vita pressoché
normale." Un traguardo oggi solo immaginabile.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Le nanoparticelle spazzino ci salveranno dall'alzheimer
18/10/2014
La Notizia Giornale
Pag. 15
Lunedì la Giornata mondiale. Screening gratuiti e iniziative in tutta Italia La malattia Nel nostro Paese ne
soffrono 3,5 milioni di donne e un milione di uomini Le cause: poco moto e carenza di calcio
giovanna tomaselli
L'Osteoporosi è il più grave problema di salute per le persone anziae, secondo solo alle malattie
cardiovascolari. In Italia ne sono affette sia donne, soprattutto dopo la menopausa, che uomini,
rispettivamente 3 milioni e mezzo e un milione. In entrambi i sessi i principali fattori di rischio aumentano con
l'età ed è favorita da una ridotta attività fisica, da una dieta povera di calcio e da una carenza di vitamina D.
CADUTE ROVINOSE In occasione della Giornata mondiale dell'Osteoporosi, prevista per dopodomani, la
Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro lancia un'iniziativa
nazionale di prevenzione. In 22 strutture specializzate verranno organizzati incontri tra specialisti e cittadini,
conferenze, valutazione del rischio di cadute, distribuzione di materiali informativi tematici, video informativi e
divulgativi sui fattori di rischio dell'osteoporosi e sulle metodiche di trattamento-farmacologiche. Infine visite
gratuite con valutazione del rischio di frattura da fragilità. UMBERTO I La fondazione Foresta Onlus, presenta
il progetto di "prevenzione dell'osteoporosi non solo al femminile", proponendo uno screening reale gratuito a
tutti i soggetti maschi di età superiore ai 60 anni. Infine, tra le numerosi iniziative del 20 ottobre, il Policlinico
Umberto I di Roma metterà a disposizione degli utenti la struttura per visite per osteoporosi.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Osteoporosi, il killer più pericoloso per gli anziani
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E se il colore fosse sexy?
Le nuove tinte per i capelli creano volumi e disegnano luci. Per mettere in risalto la carnagione, rendere
sensuale lo sguardo. Ma prima di sceglierle va fatta qualche domanda strategica al parrucchiere. Ecco quali
Stefania Medetti
Per i capelli, quella che abbiamo davanti sarà una stagione a tutta luce. Lo confermano anche i dati di una
ricerca realizzata da Mintel: se nel 2010 solo il 21% dei nuovi prodotti prometteva rifessi più luminosi, ora la
stima per il 2014 tocca il 46% delle new entry. «C'è molto fermento nel settore: l'haircare, infatti, sta
allineando le sue tecnologie di laboratorio a quelle delle creme e dei sieri per il viso, sia per la promessa dei
risultati antietà sul lungo periodo, sia per quanto riguarda la correzione immediata di opacità e imperfezioni»,
spiega Emmanuelle Moeglin dell'istituto di ricerca britannico. Ma tornando alla brillantezza, la luce non è
sempre stata l'obiettivo primario? «La novità ora è rappresentata dal fatto che le colorazioni risultano multisfaccettate, ricche di nuances come lo sono i capelli naturali. In passato, invece, le tinte risultavano più nette,
omogenee, le ciocche sembravano disegnate, come in un fumetto», risponde Tiziano Rossi, responsabile
della formazione dei parrucchieri di Jean Louis David. Le novità arrivano anche nel colore: secondo gli esperti
questa sarà la stagione del bronde . «Si tratta di una tonalità adorata da molte donne in tutto il mondo, ma
perfetta per le mediterranee perché consiste in una fusione cromatica tra il castano scuro e il biondo, tra il
miele e il moka. Insomma un mix di toni chiari e scuri con un effetto naturale, molto sofsticato», aggiunge
Salvo Filetti, hair stylist di L'Oréal Professionnel. Il desiderio di cambiare colore senza sembrare "fnte" è lo
stesso che ha spinto stilisti come quelli di Burberry, Louis Vuitton e Stella McCarthy a proporre sulle
passerelle autunno/inverno makeup super naturali. Insomma, il trucco sembra aver contagiato il mondo dei
capelli. «È vero, la tecnica attuale può essere pensata così: si parte con una colorazione base, come fosse
un "fondotinta", in genere di una tonalità molto coerente con il colore originario della cliente. In un secondo
momento, proprio come avviene per il makeup, si aggiungono effetti luce con mèches, shatush o balayage a
scelta, in modo che ogni ciocca metta in risalto il viso della donna», spiega Filetti. Se esiste davvero
un'equazione per scegliere la nuance perfetta, tre sono le variabili fondamentali: il taglio, la carnagione e la
personalità. «Il primo passo è consultare un colorista professionista nel salone di fducia e sotttoporlo a
interrogatorio», continua ironico. «Deve saper rispondere a queste domande: con quale tono il viso sembra
meno affaticato e più giovane? Il nuovo colore metterà in risalto lo sguardo? Apparirà più luminoso e
morbido?». Ma non è tutto, perché il colore, infne, si declina anche in relazione alla lunghezza dei capelli. «I
tagli corti vanno evidenziati da tonalità più decise. Quelli di media lunghezza possono essere sottolineati da
ciocche più fredde, con giochi di colore all'interno. Per i tagli lunghi, invece, l'ideale è creare progressioni di
schiariture dallo scuro al chiaro», aggiunge Tiziano Rossi di Jean Louis David. Fabio Chizzola/Trunk
Archive/Contrasto ,Zhang Jingna/FolioID.com ,Gorunway ,Greg Kadel/Trunk Archive/Contrasto
1. A base di olio di loto, nutre i capelli e li protegge creando un velo protettivo e invisibile che li rende setosi.
Si applica sui capelli bagnati o asciutti. Olio Straordinario Sublimatore di L'Oréal Paris (10 euro). 2.
Trattamento intensivo a base di un complesso anti età che nutre i capelli secchi e fragili. Maschera Expert
Antiage di Pantene (8 euro). 3. Uno shampo che nutre i capelli, prevenendo l'inaridimento causato da calore
e brushing. Hydra Shampoo Nutrizione e Morbidezza di Jean Louis David (in salone, 20 euro). 4. Formula
con polvere di zaffiro ad azione riettente e olio di semi di lino nutriente e ristrutturante. Maschera Lucentezza
Istantanea di Blu Orange (14 euro).
Su misura? Anche no L'idea e la tecnologia sono dell'agenzia americana Gum Gum. Funziona così: un
software rileva il colore dei capelli dalle foto che ogni utente ricerca (per esempio su Google images), lo
memorizza e propone solo pubblicità che hanno testimonial con la stessa tonalità di colore. In pratica: chi
cerca foto di bionde, visualizzerà modelle con quel tono di capelli. Insomma, è l'ultima, persecutoria tecnica
pubblicitaria del web.
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BELLEZZA
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Molte idee in testa Può essere interpretata come alternativa al raccolto. Il look che gli hairstylist hanno
chiamano gym-chic è caratterizzato dall'uso (a volte abuso) di gel. Oltre a dare ai capelli una texture finto
bagnata ne crea e definisce lo stile. Così si può semplicemente e molto facilmente spazzolarli all'indietro
come se si avesse una coda (foto in alto a sinistra) o definire soltanto le radici per un effetto più morbido,
romantico (foto in alto a destra). Naturalmente sono contemplate variazioni personali o pettinature più
estreme (foto in basso a destra) che restano un'ottima soluzione per domare capelli crespi e ricci.
«Acconciature minimali, tagli corti, desiderio di naturalezza, velocità». Sono queste le coordinate della nuova
stagione nella sintesi di Pier Giuseppe Moroni, direttore artistico di Wella. Sotto i riettori torna anche la
frangia, accessorio considerato come un'antietà (i suoi effetti sono tali). Ma l'ideale per l'autunno è il ciuffo
laterale lungo come quello che Emma Stone ha sfoggiato nel suo ultimo taglio bob (il caschetto), al Festival di
Venezia. Le passerelle invernali hanno anche esibito bei giochi di volumi, a volte asimmetrici e rétro.
Attenzione agli sviluppi orizzontali che hanno una controindicazione: allargano il viso. Il trend estivo
dell'effetto spiaggia, con i capelli scomposti e un'aria un po' selvaggia, non scompare dall'orizzonte.
«Piuttosto, si trasforma in una versione più composta (per esempio in trecce morbide) e più chic», osserva
Salvo Filetti, hair designer per L'Oréal Professionnel. Attenzione, però, perché "asciugatura naturale" non
vuole dire senza styling, piuttosto è il risultato del lavoro congiunto di mani, diffusore e prodotti di styling
anticrespo, indispendabili nei mesi freddi e umidi».
1. Un trattamento sos per i capelli deboli, che hanno perso elasticità. Si applica dopo lo shampo: riempie le
fibre dall'interno donando un immediato effetto ristrutturante, che dura fino a 5 lavaggi. Liquid Hair di System
Professional (trattamento in salone a partire da 15 euro). 2. Spray che si utilizza anche tutti i giorni per dare
volume ai capelli. Texturising Volume Spray di Label.M (nei saloni Toni&Guy, 20 euro). 3. A base di nutriente
cheratina vegetale, acido ialuronico e ceramidi di crusca, una maschera che restituisce forza e brillantezza ai
capelli. Phytokératine Ultra Riparatrice di Phyto (in farmacia, 24 euro). 4. Una maschera riessante che,
mentre nutre i capelli, ne esalta il colore naturale. Va scelta in base alla propria nuance. Magica CC Capelli
Cura e Colore di Collistar (15 euro).
1. Uno shampoo che ristruttura i capelli danneggiati e sfibrati. Shampoo Ultimate Remedy di Shu Uemura (in
salone, 38 euro). 2. Una formula dopo shampoo che non si risciacqua. Ricca di oli essenziali di menta e di
eucalipto lenisce, disinfiamma e dà sollievo al cuoio capelluto irritato. Astera Fresh Siero Lenitivo Effetto
Freschezza di Furterer (in farmacia, 22 euro). 3. Una crema dalla formula termo-protettiva: si applica sui
capelli tamponati prima di utilizzare phon e piastre, per un'azione antirottura e anti doppie punte. Ciment
Thermique di Kérastase (in salone, 27 euro). 4. Grazie ai benefici di un frutto originario dell'Australia, il
kakadu plum o moringa, deterge i capelli e gli dona un'intensa brillantezza. Glossing Shampoo di Molton
Brown (22 euro). 5. Trattamento lenitivo e nutriente formulato per un cuoio capelluto sensibile. Si applica sui
capelli tamponati e si lascia in posa tre minuti. Hair Pride Scalp di Kemon (in salone, 14 euro). 6. Crema
lisciante dall'azione progressiva che ricopre i capelli con un film protettivo: li difendende così dall'umidità. Con
l'utilizzo regolare il risultato tende a stabilizzarsi e i capelli risultano meno crespi, più lisci. Smooth Infusion
Naturally Straight di Aveda (in salone, 28 euro).
Rachel fa così Il miglior amico dei capelli è il salmone. «È il cibo ideale perché ricco di proteine, omega 3 e
selenio, elementi che rafforzano e promuovono la loro crescita», racconta Elizabeth Tanzi, dermatologa del
Washington Institute of Dermatologic Laser Surgery. Il salmone contiene anche vitamina B12, ferro e zinco
che promuovono la salute del cuoio capelluto, ma, ricordano gli esperti, per favorire l'assorbimento del ferro,
funzionale al bulbo pilifero, il corpo ha bisogno di assumere anche vitamina C. Per chi vuole una ricetta
semplice per dare una sferzata di energia ai capelli, l'hair stylist americano Rachel Gower suggerisce un
impacco a base di fragole e maionese. «Schiacciate 9 frutti maturi, aggiungete un cucchiaio di maionese,
mixate. Si usa sui capelli umidi e si lascia in posa mezz'ora».
Foto: Si cambia tinta senza sembrare "fnte", con un risultato iper naturale
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D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Foto: Alcuni prodotti oggi non richiedono né posa né risciacquo. Come Elvive Fluido Prodigioso di L'Oréal
Paris, che agisce all'istante dando luce, colore e brillantezza.
Foto: Lo stile oggi si crea con il gel, le asimmetrie di volume e le trecce bohémien
Foto: Le tecniche di trucco si applicano ai capelli: si fa la base poi si passa ai ritocchi
Foto: Se i capelli sono fragili, prima del phon o della piastra è meglio proteggerli: lo spray Keratin Therapy
Soin Thermoactif li rende anche più brillanti. Nei saloni Jean Louis David.
18/10/2014
D Repubblica - N.911 - 18 ottobre 2014
Pag. 222
(diffusione:385198, tiratura:546033)
12 ore insieme
Le ultime formule per una pelle elastica, soda, compatta. Anche con effetti istantanei che durano per tutto il
giorno
Paola M. Gariboldi
L'hanno chiamano over-day aging e on line non manca un video che ne racconta la dinamica. È l'ultima
scoperta in fatto di invecchiamento ed è un fenomeno misurato non negli anni, ma nelle 12 ore. Lo studio,
realizzato su 100 donne, ha osservato i cambiamenti che da mattina a sera si registrano sul viso, scoprendo
un incremento dei pigmenti rossi e gialli per l'incarnato (quindi un colorito più spento con meno micro
componenti blu), un aumento della profondità delle rughe, una riduzione dell'elasticità dei tessuti. Ma perché
parlare di invecchiamento quotidiano, non sono segni di stanchezza? «Sì e no», risponde Pascale Mora
direttore della comunicazione scientifca di Vichy, casa cosmetica che si è occupata della ricerca. «I segni di
fatica si concentrano a livello degli occhi con borse e occhiaie, oltre che con i tratti del viso più tesi. Ci siamo
anche resi conto che nel corso della giornata in effetti accade altro, e se la notte non dormiamo a suffcenza e
non aiutiamo la pelle a rinnovarsi, questi segni si stabilizzano». Ma c'è un'altra possibilità, oggi: giocare
d'anticipo. Per questo i loro laboratori hanno arricchito la già conosciuta crema Liftactive con sostanze che
mantengono l'effetto lift per ore, utilizzando tra le altre l'adenosina, che ha un effetto dermo distendente. Ad
attenuare i segni marcati, spesso legati a carenze ormonali, pensa invece un'altra formula, da poco in
farmacia: è Defence Xage dei laboratori Bionike, specializzati in soluzioni per pelli sensibili. Sviluppa una
formula ricca di ftoestratti e materie botaniche, così da creare una forte coesione e compattezza dei tessuti,
Liftissime di Lierac. In farmacia, la scelta per rassodare la pelle diventa a misura di donna. Foto di Jan
Welters/Trunk Archive/Contrasto. Still life Paolo Spinazzé Nuove formule antietà, tutte in farmacia. Da
sinistra: mantiene la freschezza che il viso ha la mattina e svolge un'azione lift. Liftactive Supreme di Vichy
(36 euro). Attenua anche i segni d'età marcati. Defence Xage di Bionike (37 euro). Densifica la pelle e dà
compattezza al viso. DLift Effect 45+ di Somatoline (43 euro). Per un profilo più definito, rughe meno
profonde, pelle più elastica. Liftissime di Lierac (69 euro).
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Beauty
18/10/2014
Gente - N.43 - 28 ottobre 2014
Pag. 112
(diffusione:372741, tiratura:488629)
diamoci un taglio una frangia per tutte!
Piena, lunga fino all'attaccatura del naso e soprattutto bionda: questo è il look della stagione firmato dal
parrucchiere delle dive Franck Provost. Che ci svela come avere un'acconciatura perfetta anche a casa
A cura di Giulia Stolfa
Preparatevi a far girare le teste. Perché i nuovi look non sono per timide e promettono di farsi ammirare.
Parola di Franck Provost, hairstylist di fama mondiale. Infatti, per osare oggi basta un dettaglio. A cominciare
dalla frangia, quest'anno irrinunciabile. «Va portata piena, tagliata all'altezza dell'incavo del naso, per dare più
profondità allo sguardo», suggerisce Provost. Non temete che vi "leghi" troppo, perché questa lunghezza è
particolarmente versatile: «Pettinatela di lato e varierete l'acconciatura in un attimo». Ma dimenticate anche il
fai-da-te. «Regolare la lunghezza della frangia è un'operazione delicatissima: basta sbagliare di un millimetro
e la simmetria apparirà sbilanciata. Affidatevi solo al parrucchiere». Anche il "corto" si rivela in tutta la sua
femminilità. Il più nuovo? «È il taglio a boule . Si basa sul caschetto, ma molto scalato: ha una forma
arrotondata che segue i lineamenti. È ideale per chi ha il viso ovale e magro, ma è indicato anche per
addolcire i tratti di un volto un po' spigoloso». In fatto di colore, se è vero che, per dirla con Marilyn, "gli
uomini preferiscono le bionde", c'è solo l'imbarazzo della scelta. «Per quest'inverno abbiamo deciso di
lavorare sulle nuance del biondo, platino, dorato e veneziano», precisa Provost. «La varietà di sfumature si
adatta a tutti i tipi di basi, anche se, per le più scure, opterei per colpi di luce caramello o miele». A casa poi,
ogni donna si trova da sola a dover fare i conti con phon e spazzola. «Se i vostri capelli sono fini e sottili è
indicato uno spray bifase senza risciacquo, che scioglie i nodi e tratta in tutta leggerezza. Se invece sono
secchi e sfibrati, una maschera ristrutturante, magari da alternare a una nutriente, può fare al caso vostro.
Ricordate che saper utilizzare al meglio i prodotti di styling può facilitare la vita e dare un bell'aspetto a un
taglio».
Franck Provost, 67 anni, hairstylist delle star. Ha aperto il suo primo atelier in Francia nel 1975, oggi i saloni
Franck Provost sono più di 600 in tutto il mondo. Accanto, Maschera professionale Expert Couleur (5,99 €)
per capelli colorati, fa parte della completa gamma di hair care di Franck Provost, la linea lanciata per portare
alle donne stile e allure anche a casa.
1. Ideale per capelli sottili, sfibrati e decolorati, Fiale Rinforzanti di Keramine H (9,95 €). 2. Avvolge i capelli in
una nuvola di profumo, senza ungere né seccare, Parfum Cheveux Coco Mademoiselle di Chanel (39 €). 3.
Facilita la piega rendendo i capelli maneggevoli e docili, Kerastase Discipline Fluidissime (25 €).
8. Aiuta a prevenire la temporanea caduta dei capelli, Folta Chioma Shampoo Fortificante Anticaduta per Lei
di L'Erbolario (12 €, in erboristeria e in farmacia). 9. Nutre dando un tocco setoso alle ciocche, Maschera
Vellutante Densi e Corposi Fructis di Garnier (5,99 €). 10. Ridensifica e rinnova la capigliatura, Dercos
Neogenic di Vichy (60 €, in farmacia). 11. Tiene a bada le chiome ribelli e difficili da districare, Huile Soyeuse
di Phyto (26,50 €, in farmacia).
4. Dona pettinabilità e lucentezza, Hc+ Probiotici Professional Hair Mask Homocrin di Specchiasol (10,30 €,
in farmacia e in erboristeria). 5. Riequilibra il cuoio capelluto. Con essenze floreali, Caritrix di Carita (45 €). 6.
Dona corpo ai capelli, Shampoo Creatore di materia Elvive Fibralogy di L'Oréal Paris (3,49 €). 7. Rigenerante,
con plus antietà per una capigliatura più giovane, TricoAge Shampoo Bioscalin di Giuliani (11,40 €, in
farmacia).
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 18/10/2014
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BELLEZZA
VITA IN FARMACIA
29 articoli
18/10/2014
Corriere della Sera - Milano
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Il governatore: la legge di Stabilità ci toglie 930 milioni, non sarò io il killer della Lombardia
Andrea Senesi
Una «catastrofe» sociale, un «killeraggio» istituzionale. Novecentotrenta milioni di euro che non arriveranno
in cassa, da tradursi in ospedali da chiudere (dieci) e in ticket sanitari e addizionali Irap e Irpef da aumentare.
Per non parlare dei trasporti, delle grandi opere o dei finanziamenti alle scuole paritarie.
Roberto Maroni è preoccupato e amareggiato. La legge di Stabilità disegnata dal governo Renzi avrà
conseguenze «catastrofiche» sulla Regione più virtuosa d'Italia. Non lo dice apertamente, il governatore, ma
lascia intendere che se il quadro non cambiasse lui potrebbe meditare persino il passo indietro. «Non sarò dice nella conferenza stampa del dopo giunta con le prime stime finanziarie sul tavolo - l'esecutore
testamentario nella eutanasia delle Regioni né il killer di quella più virtuosa d'Italia».
C'è un disegno complessivo, sostiene ancora Maroni. Quello di screditare le Regioni, tutte le Regioni, come
centri di spesa (e spreco) inutili, per poi azzerarle come è stato fatto con le Province. La soluzione equa
sarebbe invece quella di applicare i costi standard a tutti, «individuando in ogni singola attività le migliori
pratiche adottate in qualsiasi Regione: sono pronto a dimostrare quanto efficiente sia la Lombardia nella
gestione della sanità o in altri settori».
Polemica rovente. Perché il Pd lombardo, nonostante l'analoga protesta dei governatori di centrosinistra, si
dissocia nettamente dal catastrofismo maroniano. «Non esageri, il presidente: la chiusura degli ospedali è
una minaccia infondata. Prima di arrivare a misure così drastiche c'è parecchio altro da tagliare, a partire dal
sistema delle partecipate, più volte oggetto di scandali, e dalle spese propagandistiche, come i trenta milioni
per il referendum o i quaranta milioni per le spese di comunicazione», dicono in coro i consiglieri democratici
Alessandro Alfieri ed Enrico Brambilla. «Detto questo - aggiungono i due democratici - siamo d'accordo sulla
necessità di riequilibrare la ripartizione dei tagli, andando a incidere con più decisione sui ministeri e meno su
Comuni e Regioni virtuosi, e di perseguire la logica dei costi standard, che premia le migliori pratiche delle
diverse regioni e costringe le altre a fare meglio. Siamo fiduciosi nel lavoro che il presidente della conferenza
delle Regioni Sergio Chiamparino sta conducendo in questa direzione».
Identica la linea di Umberto Ambrosoli, coordinatore delle opposizioni al Pirellone: «Caro Roberto Maroni è
vero, la Lombardia è una regione virtuosa. Perciò non sprecare 30 milioni per un referendum inutile come
quello per lo statuto speciale».
E il Nuovo Centrodestra che sta con Maroni in Regione e con Renzi al governo? Gli alfaniani lombardi si
schierano senza troppi equilibrismi a fianco del governatore: «Sono con lui e sono certo che sarà con lui tutto
il Consiglio regionale», dice per esempio Raffaele Cattaneo, numero uno dell'aula del Pirellone. Il
coordinatore lombardo Alessandro Colucci e il capogruppo Luca Del Gobbo confermano: «Se la legge di
Stabilità fosse approvata così come è stata presentata, butteremmo al vento tutto il lavoro fatto da noi per
introdurre la logica dei costi standard che garantisce un vero principio di equità, premiando gli enti virtuosi e
colpendo chi mal governa».
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I settoriSanità, l'ipotesi del super ticket 1 II taglio andrà a colpire principalmente la Sanità, che copre da sola
l'ottanta per cento del bilancio della Regione. Le conseguenze potrebbero essere la chiusura di ospedali
(dieci, secondo il governatore) e l'aumento dei ticket sanitari. Maroni ieri ha spiegato che era già pronta una
misura per ridurli, ma dopo la notizia dei tagli la giunta ha dovuto fare marcia indietro Trasporto pubblico, Irpef
e Irap 2 Secondo i primi calcoli della giunta bisognerà mettere mano alle addizionali Irpef e Irap. Previsti poi
tagli per il trasporto pubblico locale e a rischio sono anche i finanziamenti per le scuole paritarie. Incertezza
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Maroni si ribella ai tagli del governo «Una catastrofe, chiuderò 10
ospedali»
18/10/2014
Corriere della Sera - Milano
Pag. 2
(diffusione:619980, tiratura:779916)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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anche sulle opere di risanamento idrico
del Seveso. «Dobbiamo ancora vedere i tagli,
non posso sbilanciarmi», ha detto ieri Maroni Cultura, meno contributi ai teatri 3La Lombardia «non potrà più
garantire
i contributi per la Scala, il Piccolo Teatro,
i Pomeriggi Musicali, il Centro Teatrale Bresciano oppure per il Centro
Sperimentale di Cinematografia e la Lombardia Film Commission», ha detto ieri l'assessore regionale alle
Culture Cristina Cappellini:
«Ma l'elenco potrebbe essere ancora più lungo»
Foto: Efficienza Dimostrerò al governo quanto efficiente sia la Lombardia nella sanità e in molti altri settori
18/10/2014
La Repubblica - Bologna
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L'allarme di Lusenti "Così rischia la sanità "
ROSARIO DI RAIMONDO
«BASTA con la retorica degli sprechi. Con 5,8 miliardi di euro di tagli, le Regioni chiudono» dice l'assessore
alla Sanità dell'Emilia-Romagna Carlo Lusenti, in pole per una riconferma in viale Aldo Moro. «Anche noi
dobbiamo fare la nostra parte sui risparmi, non siamo intoccabili», dice, ma i soldi vanno trovati «senza
intaccare i diritti fondamentali dei cittadini». A partire dalla salute: «Dal 2011 al 2013 sono stati tolti al Fondo
sanitario 32 miliardi di euro, uno e mezzo solo in Emilia-Romagna. Ma abbiamo tenuto. Ciò dimostra che
siamo affidabili». Il tesoretto di 180 milioni di euro che doveva arrivare nelle casse di viale Aldo Moro è a
rischio? «No, i fondi del 2014 ormai non si toccano. La manovra di cui si parla oggi riguarda il 2015».
E a cosa saranno destinati questi soldi? «A tre cose: politiche per il personale, a partire dai precari,
innovazione e accessibilità alle cure».
Che significa anche riduzione delle liste d'attesa.
«Anche, ma non solo. E non significa necessariamente "più produzione" di esami, ma un miglioramento dei
servizi. Ad esempio ambulatori aperti anche al sabato o di sera».
E meno premi di produttività ai direttori generali che non abbattono i tempi d'attesa? «Sarà rafforzato questo
principio, sicuramente».
Il "Patto per la salute" firmato con lo Stato,e che destina più fondi alla sanità, sembra essere messo di nuovo
in discussione dai tagli.
«Il rapporto tra istituzioni deve essere di leale collaborazione. I patti si rispettano. Ma i patti si possono anche
modificare e noi lo capiamo».
Cosa pensa dello scontro sulla manovra tra Renzi e le Regioni? «Siamo solo all'inizio, non ci sono ancora
parole conclusive. I punti fondamentali sono: sostenere politiche per la crescita, far sì che tutti facciano la loro
parte sui risparmi e non intaccare i bisogni dei cittadini.
Come si ottiene tutto ciò? Di certo non con la retorica degli sprechi: con 5,8 miliardi di euro di tagli le Regioni
chiudono. Servono soluzioni eque, sostenibili, che producano degli effetti: non come la spending review di
Bondi o i ticket sanitari introdotti qualche anno fa».
E allora cosa bisogna fare? «Servono delle scelte politiche. Un conto è curare le persone quando sono
malate. Un'altra cosa è mettere mano a un pezzo di organizzazione della cultura, per esempio. Bisogna
prendersi delle responsabilità: cosa viene prima? Siamo davanti all'esigenza di sostenere lo sviluppo, creare
più occupazione facendo politiche anticicliche. Bene, ragioniamo su come ottenere questi risultati. Le Regioni
daranno il loro contributo».
PER SAPERNE DI PIÙ www.pder.it www.er.cgil.it
Foto: ASSESSORE Carlo Lusenti assessore regionale alla Sanità
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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L'INTERVISTA/2
18/10/2014
La Repubblica - Bari
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Guerra alle prescrizioni esagerate. "Risparmi fino a 40 milioni dagli acquisti centralizzati"
IL RETROSCENA ANTONELLO CASSANO
È. IL settore che contiene la maggior parte degli sprechi ed è anche quello che negli ultimi anni ha subito il
maggior numero di tagli. Stiamo parlando della sanità che, con circa 7 miliardi di euro all'anno a disposizione,
vale l'85 per cento del bilancio regionale e rappresenta davvero la fetta più grossa della torta pugliese.
Per questo ora i tagli imposti dalla legge di stabilità anche alla Puglia potrebbero influire proprio sul settore
che era appena uscito dal tunnel del piano di rientro. E così in assessorato alla Sanità già si lavora per
individuare sprechi e ipotizzare ulteriori razionalizzazioni. Addio, dunque, al potenziamento delle strutture
territoriali previsto nel 2015, tagli pesanti su spesa farmaceutica e risparmi attraverso la creazione della
centrale unica degli acquisti. Ecco come la manovra di governo potrebbe influire sulla sanità regionale. I
calcoli sono presto fatti: i tagli di Roma per la Puglia potrebbero attestarsi su 270-280 milioni di euro, metà dei
quali verrebbero dal mancato incremento del fondo sanitario regionale.
Nei mesi scorsi, infatti, il governo aveva promesso un potenziamento dell'Fsn, fondo sanitario nazionale, pari
a 2 miliardi di euro da distribuire a tutte le Regioni. Una partita che per la Puglia valeva 130 milioni di euro in
più a partire dal 2015 e che l'assessorato avrebbe utilizzato per potenziare i servizi territoriali funestati dal
piano di rientro. Ora, però, quell'incremento rischia di polverizzarsi sotto i colpi della legge di stabilità. Se tutto
rimane così com'è, la Puglia sarà sicuramente costretta non soltanto a restituire i 130 milioni di euro di
incremento previsti dall'Fsn, ma anchea trovarne altri 140 dal bilancio: «La restituzione dell'incremento di 130
milioni - ragiona un dirigente d'area sanità - non sarebbe un danno enorme. Dovremmo ulteriormente
stringere la cinghia e andare avanti». Il vero problema si presenterà quando si dovranno trovare i restanti 140
milioni: «Se si procedesse con nuovi tagli sulla sanità - commenta - rischieremmo un ritorno al piano di
rientro».
Un rischio che non allontana la minaccia, anche perché le ipotesi di eventuali risparmi sul bilancio autonomo
che garantisce welfare, trasporti, scuola e altri servizi fondamentali, sembrano di difficile attuazione.
Per questo in assessorato alla Sanità si ragiona su eventuali ulteriori tagli. I risparmi verrebbero
principalmente da due voci: spesa farmaceutica e centrale unica degli acquisti. Sulla prima voce ci sono ampi
margini. Basta andare a vedere l'ultimo monitoraggio fatto dall'Aifa, agenzia italiana del farmaco, sulla spesa
farmaceutica in Italia. Solo da gennaio a giugno la Puglia, secondo quanto stabilito da fondo sanitario
nazionale, avrebbe dovuto spendere 559 milioni di euro per spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale. In
realtà ne ha spesi molti di più, complessivamente 700 milioni di euro. Lo scostamento rispetto alla spesa
consentita è di 140 milioni di euro.
È questo il grande margine su cui la Regione potrebbe intervenire per cominciarea tirare la cinghia: «Qui commenta ancora il dirigente dell'assessorato - possiamo fare interventi seri. A parità di popolazione
spendiamo in farmaci 100 milioni di euro in più rispetto a regioni come Emilia Romagna o Toscana».
L'intervento secondo la Regione è possibile «ma bisogna avviarlo di concerto con i medici prescrittori». Una
battaglia che lo stesso assessore alla Sanità Donato Pentassuglia sta conducendo da tempo, chiedendo
l'elenco dei prescrittori.
Ma dal tesoro della sanità potrebbero emergere altri risparmi per milioni di euro all'anno.
La parola magica per aprire il forziere si chiama centrale unica degli acquisti, su cui la Regione sta lavorando
da tempo.
La centralizzazione della spesa garantirebbe gare d'appalto uniche regionali per gli acquisti più disparati,
dalle siringhe ai farmaci, dai materiali di sutura fino alle protesi utilizzate in tutte le Asl. La novità potrebbe
portare al sistema risparmi da un minimo di 20 a un massimo di 40 milioni di euro all'anno.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Centrale unica e farmaci nuova stangata sulla sanità
18/10/2014
La Repubblica - Bari
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Foto: L'ASSESSORE Nuova grana per Donato Pentassuglia: la Sanità dovrà ulteriormente stringere la
cinghia
18/10/2014
La Repubblica - Milano
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Ticket, treni e tasse a rischio stangata
ALESSANDRA CORICA
LE SFORBICIATE sono ancora da definire. Ma saranno consistenti, e per i lombardi potrebbero causare
aumenti in tutti i settori. A partire dalla sanità, che pesa sul bilancio regionale per il 75 per cento e che, per
questo, dovrebbe assorbire oltre due terzi dei tagli, con buona pace dell'operazione "Zero ticket" tanto cara
alla giunta Maroni.
LA STIMA sui tagli l'hanno fatta, ieri mattina, i tecnici regionali, con il governatore Maroni e l'assessore al
Bilancio Garavaglia. Calcolatrice alla mano, i conti sono stati fatti in fretta: considerando che i fondi nazionali
nel 2015 dovrebbero diminuire di 5,8 miliardi (oltre alla manovra Renzi, sono in ballo sforbiciate decise dagli
esecutivi Monti e Letta), in Lombardia il taglio dovrebbe essere di 930 milioni. Di cui l'80 per cento nel
comparto sanitario, che con i suoi 17,5 miliardi di bilancio assorbe i due terzi delle casse regionali.
Certo si potrebbe sempre ritoccare l'addizionale Irpef regionale, che pagano tutti, e l'Irap che invece pagano
le imprese. E certo, c'è la sanità nel mirino. Ieri mattina l'assessore alla Salute su Twitter tuonava contro
l'invito del governo a tagliare gli sprechi: «Via primari e dirigenti? Una cura utile a Roma e non alla salute dei
lombardi», ha scritto Mario Mantovani. Su come però il comparto sanitario affronterà i tagli per ora non ci
sono certezze: la manovra dovrà essere pronta entro il 27 ottobre, quando la prima bozza del bilancio dovrà
arrivare in giunta. Quel che è certo, al momento, è che l'abolizione dei ticket sanitari promessa più volte da
Maroni, e messa al centro dell'accordo sulla riforma sanitaria firmato con i sindacati Cgil, Cisle Uil, per ora
non si farà. Al contrario, i ticket potrebbero aumentare. Il Pirellone potrebbe agire sui ticket farmaceutici, che
valgono dai 2 ai 4 euro a ricetta e permettono alle casse regionali di incassare ogni anno circa 240 milioni di
euro. Come? Alzando la quota a carico del cittadino oppure rivedendo la fascia di esenzione, stringendo le
maglie e sospendendo la misura varata dalla giunta in primavera, che ha permesso ai pensionati over 65, con
un reddito familiare sotto i 18mila euro, di non pagare più il ticket sulle ricette.
Altra strada, poi, potrebbe essere l'aumento del superticket, che è di competenza regionale (vale 143 milioni
di euro l'anno) e grava su visite ed esami: oggi può arrivare fino a 30 euro e si somma a quello nazionale,
facendo schizzare il costo per alcune prestazioni, in convenzione, fino a 66 euro. Una delle ipotesi, allora,
potrebbe essere quella di far salire i costi a carico del cittadino. Stesso discorso per piccoli interventi
chirurgici, come la cataratta, l'ernia inguinale o la rimozione delle vene varicose, che rientrano tra quelle 55
prestazioni di chirurgia ambulatoriale su cui la giunta Formigoni aveva inserito un ticket da 66 euro, che il
governo Maroni (appena insediato) aveva bloccato. Considerando che questo stop deve essere rinnovato
ogni anno, nel 2015 potrebbe saltare a causa dei tagli, e i lombardi si troverebbero costretti a pagare per
delle prestazioni che, oggi, sono a carico del Servizio sanitario. Ma non solo ticket. Perché per recuperare
altri fondi la Regione dovrebbe anche agire sui servizi offerti. Diminuendoli. A dirlo è stato ieri lo stesso
Maroni, che ha minacciato la chiusura di una decina di ospedali. Un'ipotesi potrebbe essere quella di
tagliarne uno per provincia:i "candidati", allora, potrebbero essere i piccoli presidi senza pronto soccorsoe con
pochi letti. Sul fronte sociosanitario, invece, una strada potrebbe essere quella di ridurre all'osso tutte le
prestazioni "inapropriate", come i troppi esami fatti ai pazienti cronici senza necessità: un tema, questo, caro
all'assessore Maria Cristina Cantù. Che sui tagliè pronta a dare battaglia, e da mesi lavora per ridurre gli
sprechi e stabilire dei percorsi di cura personalizzati per anziani, disabili e malati cronici. Ma non è solo la
sanità a dover fare sacrifici.
Perché se dai tagli a questo comparto la Regione dovrebbe recuperare 730 milioni, ne rimangono altri 200
da trovare per mantenere l'equilibrio di bilancio. Il pericolo maggiore, allora, è quello corso dal trasporto
pubblico locale, su cui potrebbero gravare sforbiciate per oltre 150 milioni. Con conseguenti aumenti dei costi
dei biglietti per i pendolari, da un lato. E soppressione di corse e linee, per far fronte alla spending review e al
blocco del turn over, dall'altro. Ma non solo: a rischio anche i fondi per la Cultura. A lanciare l'allarme è stata l'
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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GLI EFFETTI
18/10/2014
La Repubblica - Milano
Pag. 1
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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assessore Cristina Cappellini: «Se confermata la legge di Stabilità del governo, non potremmo più garantire
alcuni impegni importanti, a partire dai contributi agli enti e alle fondazioni culturali di cui Regione è socio
fondatore». A partire dalla Scala, il Piccolo Teatro, il Centro sperimentale di Ccinematografia e la Lombardia
film commission. Azzerati, poi, i fondi alle scuole paritarie, che ogni anno costano tra i 35 e i 40 milioni di
euro.
18/10/2014
La Repubblica - Milano
Pag. 2
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L'ira di Maroni contro i tagli "Con 930 milioni in meno devo chiudere 10
ospedali"
L'alt sulla Finanziaria: non farò il killer della Lombardia A rischio sanità e trasporti. Il Pd: risparmi sul
referendum
(al.co.)
«SE LA manovra venisse approvata così, le conseguenze sarebbero catastrofiche». Roberto Maroni va
all'attacco della legge di Stabilità, approvata mercoledì dal Consiglio dei ministri, evocando scenari
drammatici. «Stando così le cose - fa i conti il governatore - la manovra toglierebbe alla Regione 930 milioni
di euro, di cui 730 nella sanità: si tratta dei fondi contenuti nel Patto della Salute, concordato a luglio tra
governo e Regioni, e che ora il governo unilateralmente cancella». Risultato? Secondo Maroni, si potrebbe
arrivare «alla chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, l'aumento delle addizionali Irpef e Irap, lo
stop a nuove opere e lo stop al finanziamento del trasporto pubblico locale, inclusi i treni». «Ma prima degli
ospedali c'è altro da tagliare», replicano dal Pd al governatore. Che sembra quasi minacciare la provocazione
delle dimissioni quando dice che «non faccio il killer della Regione più virtuosa d'Italia».
Ieri la giunta ha esaminato la manovra, per capire quanto potrebbe incidere a livello locale. Secondo l'
assessore al Bilancio, il leghista Massimo Garavaglia, la situazione è nera: «Con questi tagli salta il sistema.
Se anche chiudessimo tutto il Consiglio regionale, dipendenti compresi, i risparmi sarebbero solo di 60
milioni: insufficienti». Tradotto, il rischio per i cittadini è che imposte come le addizionali Irpef e Irap siano
alzate: «Noi faremo di tutto per evitare qualsiasi aumento - assicura Garavaglia - Purtroppo, però, il rischio
potrebbe esserci».
Notizie più certe dovrebbero arrivare la prossima settimana, dopo l'incontro previsto tra l'esecutivo e le
Regioni. Al momento, l'opposizione alla manovra è comune a tutto il centrodestra lombardo: se il capogruppo
forzista Claudio Pedrazzini parla di un governo «completamente fuoristrada, perché ignora dove sia davvero
il grasso che cola», il Nuovo centrodestra che pure è nel governo Renzi sottolinea con Alessandro Colucci e
Luca Del Gobbo che «ancora una volta si vogliono realizzare tagli lineari che potranno portare a una
riduzione di servizi per i cittadini». Netta le replica del Pd: «La chiusura degli ospedali è una minaccia
infondata - dicono il segretario regionale Alessandro Alfieri e il capogruppo Enrico Brambilla - . Prima di
arrivare a misure così drastiche c'è parecchio altro da tagliare, a partire dal sistema delle partecipate, più
volte oggetto di scandali, e dalle spese propagandistiche, come i 30 milioni per il referendum o i 40 per le
spese di comunicazione». LA GIUNTA I BUDGET IN PERICOLO L'assessore alla Cultura Cristina Cappellini
e quello al Bilancio Massimo Garavaglia fanno i primi conti sugli effetti della legge di Stabilità
L BILANCIO I risparmi imposti dalla legge di Stabilità alle Regioni italiane significherebbero 930 milioni di
euro in meno in Lombardia su un bilancio annuale di circa 23 miliardi LA SALUTE È la sanità il settore più
importante per i conti regionali e dunque quello più colpito dalla manovra: un calo di 730 milioni su un bilancio
di 17,395 miliardi all'anno I SERVIZI Tocca ai trasporti pubblici una parte rilevante dei sacrifici minacciati dalla
giunta se passerà la legge di Stabilità: quasi 200 milioni in meno per treni e autobus
PER SAPERNE DI PIÙ regioni.it/home_art.php?id=101 consiglio.regione.lombardia.it
Foto: LA RIVOLTA Il governatore Roberto Maroni contro il premier Renzi: il taglio di 930 milioni alla
Lombardia per la legge di Stabilità non è accettabile
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Gli effetti della manovra
18/10/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 10
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Bando rivoluzionario per "rottamare" i manager della sanità
Introdotti test e colloqui, si punta a un vero ricambio Esclusi certi Briccarello, Urani, Brignolio e Iodice
PER la prima volta i futuri direttori generali dovranno passare attraverso una vera selezione. Con test
attitudinali e colloqui dopo una primo filtro sui requisiti. Più manager che medici, vista la missione quasi
impossibile dei prossimi anni e considerato il profilo indicato: una laurea a 5 anni come direttore di struttura in
sanità, sette anni se l'ambito di provenienza è diverso. La girandola per l'aprile del 2015, data di scadenza del
mandato di tutti i vertici sanitari (fatta eccezione per Gian Paolo Zanetta alla Città della Salute e Mario Minola
all'ospedale di Novara nominati da poco) non è solo un annuncio. Al di là delle intenzioni in stile renziano, il
rinnovamento è assicurato. Un ricambio anche generazionale.
Non foss'altro che per l'uscita di scena coatta dei pensionati, effetto della legge Madia. Per questo il vecchio
elenco degli idonei é da rottamare e l'assessore alla sanità Antonio Saitta ha deliberato un nuovo bando: in
quella lista ci sono pensionati ormai incandidabili. A parte la senatrice della Lega Giovanna Briccarello,
peraltro richiamata più volte all'ordine, non potranno più fare la domanda volti noti come Remo Urani, attuale
direttore generale del San Luigi e Vittorio Brignolio del Mauriziano. Lasciano obbligatoriamente anche Emilio
Iodice, all'Asl di Novara, Paolo Marforio ad Alessandria, Francesco Morabito all'Asl Cuneo 2. Tutti gli altri
potrebbero ripresentarsi. Lo farà senza dubbio il direttore generale dell'Asl To2 Maurizio Dell'Acqua, è
probabile che giovani manager come Flavio Boraso dell'Asl to 4 ci riprovino, così come arriverà il curriculum
di Maurizio Dore, ora alla To5. Giulio Fornero resta uno dei pluricitati. Frai volti nuovi, in realtà un rientro, ci
potrebbe essere Massimo Veglio, ex-direttore sanitario del San Luigi e prima ancora al Valdese, da poco
inviato in Valle d'Aosta. Altri candidati sono il radiologo delle Molinette Ottavio Davini, già exdirettore
sanitario, che si era proposto per il posto di direttore regionale della salute. Sempre dalla direzione sanitaria
della Città della Salute c'è anche Silvio Falco. Dal San Luigi potrebbe arrivare Federica Gamna, adesso
responsabile di struttura.
Un'altra donna è l'ex delle federazioni Silvia Torrengo. Il bando potrebbe però portare anche altre sorprese:
un ingresso di manager del privato, magari licenziati in cerca di un nuovo settore. D'altronde lo stipendio dei
direttori generali non è più così appetibile: un direttore di dipartimento può tranquillamente arrivare ai 150mila
euro lordi, mentre un direttore generale non supera i 122 mila.
L'incarico finora faceva molta gola ai pensionati o pensionandi, che potevano cumulare lo stipendio, ma con
il nuovo veto lo scenario è destinato a cambiare.
Dopo la prima scelta affidata ad una società esterna che dovrà valutare il rispetto dei requisiti, sarà una
commissione a giudicare i candidati. «Ci sarà un componente scelto da Agenas, uno esterno e uno interno
alla Regione», racconta il direttore regionale Fulvio Moirano. Soddisfatto per le novità introdotte: «Speriamo
che con questa scelta possano presentarsi candidati giovani e capaci». E Antonio Saitta ribadisce: «Criteri di
assoluta professionalità per individuare i migliori». I candidati hanno un mese di tempo per presentare
curriculum e domanda. A gennaio cominceranno i colloqui.
DESTINI DIVERSI IN ASCESA Massimo Veglio, ex direttore generale del San Luigi IN USCITA L'ex
senatrice della Lega Giovanna Briccarello lascia l'Asl 1 SARA STRIPPOLI
Foto: APRILE 2015 Sarà il mese che segnerà il ricambio ai vertici di ospedali e Asl del Piemonte: per quella
data sarà esaurito il nuovo concorso, che prevede regole diverse rispetto al passato
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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La nuova Regione
18/10/2014
La Stampa - Savona
Pag. 53
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"Sono innocente, aiutate almeno la mia famiglia"
Si dichiara innocente, ma non è questo il punto. Perché Fabio Errante, il presunto «bandito bis» delle
farmacie savonesi, agli arresti domiciliari nelle case popolari di via Moizo dove vive con la moglie Loredana costretta a letto per un'operazione alla schiena - e sei figli piccoli, lancia un appello perché gli sia concesso di
poter uscire qualche ora al giorno per sbrigare le faccende più semplici della sopravvivenza: fare la spesa,
occuparsi delle vaccinazioni dei bambini (il più piccolo ha 2 anni e il più grande 11), comprare i medicinali per
la moglie. E magari, sperando prima o poi di «uscire», cercarsi un lavoro per mantenere la famiglia.
Fabio Errante non può parlare con gli estranei, al telefono da casa gli fa da portavoce la moglie Loredana.
Siciliano di Palermo, trentotto anni lui, trentadue lei. Una vita grama, spiega, perché da quando è scattato
l'arresto con l'accusa di essersi «inserito» nella catena di rapine di cui è stato accusato Nicola Russo, anche i
lavoretti da muratore in nero, gli sgomberi di cantine, le piccole riparazioni di moto con cui tirava avanti sono,
ovviamente, svaniti. «Mangiamo con i 50 euro che ogni tanto mi mandano i miei parenti dalla Sicilia - fa dire
Erra nte. È umiliante, ma non posso fare altro. Per le commissioni e la spesa fino a qualche giorno fa andava
mio figlio di 11 anni in bicicletta, poi è caduto nella discesa e si è fatto male. Siamo bloccati qui». Errante non
vuole fare pietismo, ammette di aver sbagliato in gioventù («furti, ricettazione, mai niente contro le persone»)
e spiega che da anni riga diritto. «Avevo una mia ditta di carpenteria, lavoravamo alla piscina di Luceto ed è
finita male perché la Edilmare non ha pagato. Poi facevo l'operaio a Genova nei cantieri della Pamoter (quelli
della copertura del Bisagno, ndr) ma anche lì mi hanno lasciato a casa». Le rapine? «Non sono stato io, delle
quattro di cui mi accusavano tre sono state cancellate, ma io non ho certo assaltato la farmacia sotto casa,
dove andavo a comprare e dove mi conoscono benissimo». In effetti, dopo che il Riesame ha cancellato tre
delle quattro accuse per Russo, il pm Paolucci ha ritenuto di non portare avanti le tre imputazioni: resta solo
quella per la parafarmacia di corso Tardy e Benech, a processo il 15 dicembre. «Non chiediamo elemosina,
solo di poter sopravvivere e tirarci fuori da tutto questo». [m. r.]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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APPELLO DI FABIO ERRANTE, AI DOMICILIARI PER LA RAPINA ALLA PARAFARMACIA
18/10/2014
La Stampa - Savona
Pag. 59
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Dà fuoco alle sterpaglie in un orto e si ustiona
S i è ustionato probabilmente utilizzando del liquido infiammabile, mentre in un orto stava cercando di dare
fuoco a delle sterpaglie. E' finito in ospedale a Pietra Ligure, ieri pomeriggio, L.F. 38 anni, residente a Orco
Feglino. L'uomo era da solo in campagna, nella località dell'entroterra di Finale. Dopo la fiammata che lo ha
investito improvvisamente nella parte anteriore del corpo è comunque riuscito a salire in auto e a recarsi alla
farmacia in centro Feglino per farsi medicare.
L' uomo è stato poi soccorso dai militi della Croce Verde di Finalborgo, dall'Automedicale del 118 e dai vigili
del fuoco. Dopo essere stato medicato sul posto è stato trasportato al trauma center del Santa Corona. I
medici di turno hanno deciso, come spesso avviene in questi casi, di trasferirlo per precauzione al Centro
grandi ustionati di villa Scassi a Sampierdarena. Il trasporto è avvenuto in elicottero. L'uomo non è in pericolo
di vita ma ha riportato ustioni (non di primo grado) su circa un terzo della superificie corporea. [a.r.]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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orco feglino
18/10/2014
Il Messaggero - Marche
Pag. 63
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Badioli, primo assistente di Dell'Agnello, analizza il debutto casalingo «Con Varese non dovremo subire sui
contatti e sui rimbalzi d'attacco»
BASKET SERIE A
PESARO Meno uno alla seconda. Domani pomeriggio all'Adriatic Arena si consumerà l'esordio casalingo
della Consultinvest (gli abbonati comprese le tessere omaggio sono 3190) nonché la seconda giornata di
campionato. L'obiettivo è voltare pagina dopo la scoppola contro l'Enel. «I giocatori mettono sempre il
massimo impegno, ma i particolari da curare sono tanti. Ci siamo pure allenati sui contatti, i ragazzi hanno
capito che non devono subire» ammette Umberto Badioli, primo assistente di coach Dell'Agnello. La Vuelle
ieri ha ritrovato Crow, reduce da una infiammazione ad un ginocchio, Varese non avrà Callahan. «Varese è
una squadra esperta, noi dovremo impattare almeno l'energia fisico-atletica. Un'altra chiave saranno i
rimbalzi d'attacco - prosegue Badio - Sono molto pericolosi, specialmente quando partono con tre lunghi. Ai
rimbalzi offensivi siamo stati deficitari a Brindisi». Inevitabile tornare sul duro battesimo pugliese. «Ho visto
facce sorprese in campo, ci si aspettava una partenza diversa. I giovani non hanno vissuto molte situazioni e
le sperimentano per la prima volta. Ci siamo avviliti presto e abbiamo lasciato spazio al loro ritmo. Brindisi
potrebbe arrivare tra le prime quattro, non è stato l'avvio ideale fuori casa». A Varese impazza la Pozzecco
mania. «L'effetto Poz è positivo per la pallacanestro italiana, le sue pazzie le chiamerei magie. Ha rotto gli
schemi essendo se stesso al 100%. Tecnicamente è bravo ad adattarsi alle squadre che ha, si nota di più la
sua parte emotiva, che espone in ogni momento». I lombardi proveranno a riproporre la partita ben giocata e
vinta con Cantù. «Per noi non sarà facile fermare Varese, ma per lei non sarà semplice ripetere la stessa
prestazione, con tutte le componenti di contorno. Starà a noi fare la gara, non subirla». Badioli fa un'analisi
della Openjobmetis: «Ha le qualità per far bene, ha guardie che possono creare, post up molto pericolosi
soprattutto con Diawara e ha grande produttività nel tiro da tre, con Kangur, Diawara e Rautins. Dentro l'area
Daniel porta energia».
Ieri in Comune è stata presentata la partnership di farmacie comunali (sono 9 a Pesaro e 4 a Riccione), ramo
di Aspes, che comparirà dietro le casacche da gioco. «Per noi è importante che la Consultinvest continui a
valorizzare l'Adriatic Arena. Abbiamo scelto il marchio farmacie comunali che rappresenta il 75% del fatturato
dell'azienda - ha spiegato il presidente Luca Pieri - Vogliamo uscire anche dal territorio di Pesaro e spingere
attraverso la vendita online. E' un cambio merce, ospitiamo la squadra per le partite casalinghe e - molto
spesso - per l'allenamento del sabato mattina». «Il basket è una grande occasione di promozione - ha
aggiunto il sindaco Ricci - Noi stiamo cercando di dare un segnale alle società che fanno settore giovanile e
lo faremo nel bilancio del 2015». Ario Costa ringrazia tutti. «E' l'ennesima dimostrazione che, quando si vuole
collaborare, una soluzione si trova. Anche chi si occupa di altri sport dovrebbe essere orgoglioso» le parole
del numero uno della Vuelle. «Il debito del club per gli affitti passati? Ci stiamo lavorando, anche questo è un
modo. Di certo non aumenterà» ha chiuso Pieri. Infine Montegranaro (Dnb) ha ingaggiato il lungo Micevic,
rinunciando così all'ipotesi-Tortù (che la Vuelle al momento non molla) e a Flamini.
Camilla Cataldo
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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VUELLE PRONTAA DARE BATTAGLIA
18/10/2014
Il Messaggero - Marche
Pag. 54
(diffusione:210842, tiratura:295190)
CIVITANOVA
Interrogazioni e polemiche. La Farmacia Comunale 6, inaugurata nella zona commerciale di via Einaudi, è un
caso politico. A sollevare la questione il consigliere regionale del gruppo Per le Marche Ottavio Brini, ex
presidente delle Farmacie Comunali. Il politico di centrodestra ha presentato un'interrogazione al presidente
dell'Assemblea legislativa regionale. In merito all'apertura della struttura, che in origine doveva essere
allocata nel Civita Center ma poi ha cambiato ubicazione, Brini chiede «se sono stati rispettati i parametri
della legge nazionale, con quale atto è stata autorizzata l'apertura della sede, se era obbligatorio aumentare il
numero dei direttori, passati da 6 a 7 e se è stata rispettata la distanza minima dalle sedi limitrofe». «La
comunale 6 poteva essere aperta in quel punto? - chiede Brini - Il sindaco conosce la vicenda?». Replica il
presidente delle Farmacie Comunali. «L'apertura è avvenuta in base a delibera regionale - dice Carlo
Centioni - con le autorizzazioni dell'Asur. Il cambio di ubicazione è stato previsto con appositi atti
dall'amministrazione comunale. La farmacia di via Einaudi si trova a 1.520 dalla sede di S.M.Apparente. La
distanza minima di 1.500 metri è stata rispettata. La necessità di un nuovo direttore è stata fatta notare
dall'Asur, precisamente dalla dottoressa Giulia Maria Marino, che ringrazio per attenzione e professionalità.
La soluzione di affidare al dirigente del magazzino delle Farmacie anche la mansione di direttore della nuova
sede non era praticabile». Centioni chiude con una frecciata a Brini. «Visto che parla del personale delle
Farmacie gli chiedo di spiegare perché sotto la sua presidenza la nomina del direttore del magazzino era
avvenuta senza concorso». S. R.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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La farmacia comunale 6diventa un caso politico
18/10/2014
Il Messaggero - Umbria
Pag. 47
(diffusione:210842, tiratura:295190)
«FORTE AZIONE SUI FOGLI DI VIA PER PUSHER E LADRI: SIAMO ARRIVATI A OLTRE 170»
IL SALUTO
«Lascio una città e una provincia migliore, non solo sotto l'aspetto del contrasto alla criminalità ma anche
come organizzazione dell'Arma. C'è stata una riduzione dei costi notevole, circa 500mila euro, e la
distribuzione del personale a seconda delle esigenze. A livello nazionale la carenza di organico sfiora il 12%,
noi qui siamo al quattro». Dati e numeri: quelli in mano al colonnello Cuneo parlano anche di un grosso
abbassamento in fatto di reati. «La cosa che mi fa più piacere è come dal 2011 ogni autore di un omicidio sia
stato preso e condannato».
Anche altri numeri aumentano la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. «Ci sono tanti furti di auto,
perché quando le bande di ladri entrano nelle case lo fanno spesso proprio per rubare le macchine. A fronte
di questo siamo tre i primi in Italia per il recupero di auto, siamo intorno al 40 per cento di quelle rubate. E poi
registriamo la netta diminuzione del numero di rapine in banche, poste e farmacie, e in Italia siamo tra quelli
con la più alta percentuale di rapine scoperte. E una volta individuati, arrestati e fatti condannare, per questi
personaggi proponiamo anche il foglio di via obbligatorio da Perugia: siamo arrivati a 170 proposte».
Un dato da tenere sotto controllo è l'abbassamento progressivo dell'età di chi delinque, soprattutto gli
stranieri. «Come per noi italiani, una volta emigravano gli adulti ora invece partono i più giovani. Le nuove
generazioni hanno più dimestichezza con le nuove tecnologie, sanno come funzionano cellulari e Skype.
Usano facebook e altri social network sviluppati in Nordafrica o in Cina, di cui magari inizialmente si ha poca
conoscenza. E subiscono molto di più l'influenza di droghe ed alcol».
«Se non ci sono emergenze come in passato si possono affrontare le situazioni in maniera più organica continua Cuneo -. Non solo sicurezza pubblica. Per esempio il controllo dei flussi migratori, che sono in
aumento. «Infiltrazioni e riciclaggio? C'è un discreto controllo sul territorio perché l'umbro ha un alto senso
civico e dà l'allarme, ma questa alta soglia di resistenza può essere attaccata in un momento di grande crisi».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Lascio una citta' migliore. Numerial top per delitti scoperti e calo rapinee'
18/10/2014
Il Messaggero - Ancona
Pag. 57
(diffusione:210842, tiratura:295190)
LA STORIA
Tuta, guanti, occhiali protettivi e mascherina. Ecco il kit antiebola. Ed è tutto made in Pesaro, per la
precisione in Castelvecchio di Monteporzio. È qui che si trova il quartier generale e laboratorio annesso della
Nacatur, la ditta che ha ideato e progettato un modello di divisa salva vita come ne indossano tutti i giorni in
mezzo mondo medici e infermieri in prima linea contro il virus killer del secolo. Dall'Italia il know how arriva in
Asia dove i vari prodotti plastici vengono materialmente realizzati. La Nacatur è quella che al momento
rifornisce gli ospedali di Madrid, la prima città europea che ha registrato un contagio di Ebola al di fuori del
continente africano. Nella capitale spagnola sono già state inviate centinaia di valigette con dentro tuta (o
camice) testata per il rischio biologico, guanti di protezione realizzati in materiale sintetico, occhiali protettivi e
facciali filtranti Ffp3.
In Spagna, a Murcia, la Nacatur ha aperto nel 2008 la prima sede estera. Ma nel frattempo la domanda del kit
è aumentata a macchia d'olio. «Ci stanno arrivando richieste anche da altri paesi europei - spiega
l'amministratore delegato della Nacatur, Stefana Navarra - e anche dall'Italia, da tante strutture sanitarie, ma
anche da massime istituzioni civili e militari. Non è però ancora stato distribuito nelle farmacie. Ma presto
dovrebbe arrivare anche lì». Ma cosa ha di particolare questo kit? «È certificato per un rischio chimico e
biologico - continua Navarra - le tute sono ad esempio termosaldate e non cucite. La nostra esperienza si è
consolidata nel corso degli anni, grazie a un costante lavoro di ricerca da parte dei nostri laboratori e alla
necessità di confrontarci anche con altre emergenze sanitarie, come l'aviaria o l'influenza AH1N1». Costo del
kit? «Poche decine di euro. Ma quel che ci preme sottolineare - dice l'amministratore delegato - soprattutto a
fronte di un grave pericolo come quello dell'Ebola, è che è fondamentale che gli operatori sanitari affrontino i
rischi quotidiani con tutte le protezioni possibili: il nostro compito è quello di fornire loro non solo i prodotti
certificati, ma anche la formazione necessaria per utilizzare questi prodotti nella maniera più corretta e
adeguata».
Elisabetta Rossi
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Il kit per affrontare Ebolanasce a Monteporzio
18/10/2014
Il Giornale - Milano
Pag. 3
(diffusione:192677, tiratura:292798)
La Regione: «Tagli? Via 10 ospedali»
Per Maroni posti letto in pericolo con il miliardo in meno dal governo e rischio aumento tasse (Irpef e Irap)
MANTOVANI «Meno primari? Cura per Roma, non per la salute dei lombardi»
Giannino della Frattina
La chiusura di dieci ospedali, l'aumento dei ticket sanitari invece del loro promesso azzeramento, crescita di
tasse come le addizionali regionali Irpef e Irap, lo stop alle nuove infrastrutture e la diminuzione dei treni per
pendolari e studenti. Niente più contributi alla Scala che rischia di far la fine dell'Opera di Roma, senza
dimenticare l'impatto che avrà sulle famiglie il governo che azzera il fondo per le scuole paritarie. Sono
queste, secondo il governatore Roberto Maroni e l'assessore all'Economia Massimo Garavaglia, le prime
conseguenze dei tagli chiesti alle Regioni dal premier Matteo Renzi che mentre annuncia una manovra
basata sul taglio delle tasse, costringe gli enti locali a trasformarsi in gabellieri e chiedere ai cittadini molto più
dei risparmi sbandierati dal governo. Perché dai conti fatti in Regione, dei 4 miliardi a cui vanno aggiunti il
miliardo e 800 milioni già previsti, almeno 930 sarebbero i milioni di euro depennati alla Lombardia. Per
Maroni «conti drammatici perché ben 730 toccherebbero alla sanità e 200 agli altri servizi». Con l'immediata
conseguenza delle chiusura di dieci ospedali e l'impossibilità di eliminare i ticket sanitari. Di «minacce
infondate», parla il segretario del Pd Alessandfo Alfieri, mentre è dura la reazione dell'assessore alla Salute
Mario Mantovani che tweetta un inequivocabile «Renzi: via primari e dirigenti? Una cura utile a Roma, non
alla salute dei lombardi!». Per Garavaglia «con questi tagli salta il sistema e altri tagli da fare qui in Lombardia
non ce ne sono». I costi della politica? «Se anche chiudessimo tutto il consiglio regionale, dipendenti
compresi, i risparmi sarebbero appena 60 milioni». Ricordando poi che l'unico a essere d'accordo con Renzi
è il governatore della Basilicata Marcello Pittella «la cui Regione costa 220 euro a ogni cittadino, mentre la
Lombardia ne costa 19. Quali altrui tagli dobbiamo fare?». L'assessore Paola Bulbarelli ricorda che «ogni
lombardo versa in media 1.500 euro di tasse al governo che gliene restituisce appena 880. Mentre ai siciliani
ne vanno 2.500 pro capite». Maroni già annuncia che i tagli saranno già inseriti nella finanziaria 2015 della
regione pronta ad arrivare in giunta, ma di non essere disposto a «diventare l'esecutore testamentario, il killer
di una regione virtuosa che paga le inefficienze delle altre». Già pronta la sua ricetta da proporre a Renzi e
che si basa sul pilastro dei costi standard, il principio che in ogni settore vada scelta l'amministrazione più
efficiente e il suo modello vada esportato a tutte le altre. Per il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini
«Renzi è completamente fuori strada perché ignora dove sia davvero il grasso che cola». I risparmi vanno
realizzati «togliendo i privilegi anacronistici delle Regioni a statuto speciale». Una stoccata anche alla Lega
che invece con un referendum vorrebbe lo statuto speciale anche per la Lombardia. Poi l'accusa a Renzi di
aver mesi fa denunciato i privilegi, mentre oggi «dopo aver tranquillizzato gli apparati burocratici delle Regioni
a statuto speciale e a guida centrosinistra sul mantenimento dei loro privilegi, si scaglia contro le altre
Regioni, comprese quelle virtuose, con tagli lineari che penalizzano chi finora si è comportato meglio».
Foto: IN PRIMA LINEA L'assessore Mario Mantovani (a sinistra) con Roberto Maroni al Niguarda
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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LA FINANZIARIA DI RENZI Il Pirellone reagisce
18/10/2014
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 26
(diffusione:165207, tiratura:206221)
San Lazzaro Forzata la saracinesca per rubare poche decine di euro
SAN LAZZARO HANNO approfittato del buio della notte per entrare nel bar Fantasy e rubare le poche decine
di euro lasciate nel fondocassa. E' successo l'altra notte a San Lazzaro, nel locale in via Repubblica - angolo
via Jussi, dove malviventi sono entrati dopo avere forzato la saracinesca aprendo una piccola finestra nella
parte alta della vetrata d'ingresso. Una volta dentro i ladri sono andati dritti alla cassa, probabilmente in cerca
di solo denaro contante visto che le due slot presenti non sono state neanche sfiorate. Immediatamente è
scattato l'allarme e i responsabili sono fuggiti nel giro di pochi minuti. Ieri mattina, sul muro del locale erano
ancora ben visibili le impronte lasciate dai responsabili che , per intrufolarsi, si sono avvalsi dell'appoggio di
tavolini e pareti considerata l'altezza dalla quale si erano calati. Un colpo probabilmente studiato visto che,
alzata la serranda, i ladri sapevano come e dove muoversi. Solo una settimana fa una spaccata è stata
realizzata ai danni della farmacia di Idice, lungo la via Emilia. Anche in questo caso i ladri avevano rubato il
fondocassa riuscendo a ricavarne 200 euro ma, allo scarso bottino, avevano aggiunto 5 scatole di Viagra e
due creme da donna per il corpo: i responsabili, prima di entrare, spaccarono le telecamere di sorveglianza
non accorgendosi però, di quelle presenti all'interno. Indagano i carabinieri. Angela Carusone Image:
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Furto con scasso al bar Fantasy
18/10/2014
QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Le « Farmacie comunali .it» sulla maglia della Vuelle
Il sindaco, Pieri ed Ario Costa annunciano l'accordo
E' RIUSCITA nell'impresa l'Aspes spa di sostenere la Victoria Libertas senza far passare l'intervento come un
"aiuto di Stato", ma trasformando la partnership in "cambio merce", un baratto pubblicitario che vale per la
società di basket 60-70 mila euro. L'accordo infatti è una sponsorizzazione pagata con l'utilizzo gratuito
dell'AdriaticArena per il campionato a venire (Memorial Ford ed eventuali playoff). Mentre il logo "Farmacie
Comunali.it" sarà inserito nel retro della maglietta. Trasformando l'Aspes in uno dei più importanti sostenitori
della Vuelle con Consultinvest, Ifi e Teamsystem. «Noi abbiamo voluto che fossero le farmacie comunali sottolinea il presidente di Aspes Luca Pieri - ad entrare in questa partnership non solo perché producono il
70% del fatturato della società, ma anche perché abbiamo registrato questo logo, con annesso dominio
farmaciecomunali.It (e anche punto com), che vogliamo sviluppare». E ancora: «Quale migliore occasione
dell'accordo con la Vuelle per dare visibilità, anche fuori Pesaro a questa iniziativa che consente di sviluppare
l'e-commerce anche nel settore farmaceutico». Il bello è che le farmacie comunali esistono in tutta Italia e
che, evidentemente, se vorranno utilizzare questo "logo" da Pesaro dovranno passare. SODDISFATTO il
presidente della Vuelle Ario Costa che ha voluto ringraziare il sindaco Matteo Ricci, il presidente Luca Pieri
ed il direttore dell'AdriaticArena Filippo Colombo «per aver lavorato a questa soluzione che consente di
trovare tra il padrone di casa (l'Aspes) e noi che ci dobbiamo abitare». Un accordo di reciproca soddisfazione,
che riduce per Aspes i costi vivi, in quanto il basket non farà più gli allenamenti in arena. «Io sto ai fatti - ha
aggiunto Costa - e la Vuelle è una realtà pesarese di cui tutti debbono essere orgogliosi, anche i dirigenti
delle altre società sportive». Costa ha risposto così alle polemiche dal recente passato su questo aiuto del
Comune. D'altra parte anchi chi si è lamentato ha avuto una mano. IL SINDACO Matteo Ricci, in una veloce
apparizione, ha ribadito che «il comune di Pesaro non è un'agenzia di ricerca sponsor». E ancora: «Vogliamo
aiutare tutto lo sport cittadino, coinvolgendo il maggior numero di imprenditori. Ma il momento economico è
quello che è». Per coprirsi le spalle, anche dopo le polemiche in casa Vis Pesaro, il sindaco annuncia che «il
Comune vede lo sport come attività sociale e vuole essere al fianco di chi ha settori giovanili. Avevamo
un'idea per il bilancio del 2015, ma adesso dobbiamo verificare quali tagli arriveranno con l'ultima manovra
del governo». Per la Vuelle una seconda, piccola iniezione anti-depressiva a livello di sponsor. Dalla clinica
dentale alle farmacie il benessere è assicurato. Ci vorrebbe anche una vittoria per sorridere di più. Il sindaco
ha dato appuntamento a tutti per domenica pomeriggio all'AdriaticArena. Non mancate. E sperate. Image:
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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SPONSOR IN CAMBIO DELL'AZZERAMENTO DELL'AFFITTO DEL PALAS
18/10/2014
QN - Il Resto del Carlino - Macerata
Pag. 18
(diffusione:165207, tiratura:206221)
IL CONSIGLIERE regionale Ottavio Brini (Gruppo per le Marche) ha inoltrato un'interrogazione al presidente
dell'Assemblea legislativa per chiedere delucidazioni in ordine all'apertura in via Einaudi della Farmacia
comunale 6. Brini chiede nello specifico se è stata rispettata la delibera di Giunta regionale relativa
all'apertura della farmacia al centro commerciale «Civita Center»; se sono stati rispettati i parametri della
legge nazionale e con quale atto è stata autorizzata l'apertura di una nuova sede dell'azienda Farmacie
comunali; quale sia stasto l'organo competente che ha effettuato l'ispezione preventiva e se era obbligatorio
l'aumento e del numero dei direttori da 6 a 7; se è stata rispettata la distanza minima con le farmacie limitrofe
ed infine «se è stata rispettata la determina della Regione in merito all'apertura nella zona dove essa è stata
effettivamente aperta».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Nuova farmacia , il caso in Regione
18/10/2014
Il Gazzettino - Belluno
Pag. 14
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Un farmacista a Trichiana
TRICHIANA - La Villanova servizi assume un farmacista collaboratore a tempo indeterminato per la farmacia
di Sant'Antonio Tortal. Il bando scade lunedì 3 novembre alle ore 13. L'avviso di selezione è disponibile nel
sito www.villanovaservizi.it. Per informazioni 0437 554418, [email protected].
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Sabato 18 Ottobre 2014,
18/10/2014
Il Gazzettino - Belluno
Pag. 14
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Guasto a Bardies: blackout a Villa di Villa
MEL - Poste, uffici e farmacia nel caos ieri mattina a Villa di Villa a causa dell'interruzione improvvisa e
inaspettata dell'energia elettrica, dovuta a un guasto. Impossibile compilare ricette elettroniche per i medici,
impossibile fare operazioni in posta, impossibile fare acquisti in farmacia. Un blackout che è durato dalle
prime ore della mattinata fino alle 12. Nessuno era stato avvertito e in molti hanno chiesto spiegazioni. Dal
canto suo Enel, dall'ufficio relazioni con i media fa sapere: «L'interruzione di questa mattina in località Bardies
è stata causata dalla rottura di un componente in una nostra Cabina elettrica. La sua sostituzione ha
comportato la necessità di sospendere la fornitura di energia nella zona, compresa la località Villa di Villa di
Mel». Qualcuno aveva pensato alla tragedia delle settimane scorse e l'operaio morto folgorato. In realtà il
blackout non ha nulla a che vedere con quanto accaduto: si tratta di un fatto del tutto accidentale e non
collegato all'infortunio delle settimane scorse.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Sabato 18 Ottobre 2014,
17/10/2014
QN - Il Giorno - Milano
Pag. 6
(diffusione:69063, tiratura:107480)
A rischio servizi essenziali come trasporti, sanità e assistenza disabili
STEFANIA CONSENTI
di STEFANIA CONSENTI MILANO LOMBARDIA IN RIVOLTA, «pronta alla ribellione in tutte le forme
legittime», promette il governatore, per i tagli giudicati «insostenibili» nella Legge di Stabilità. Che mettono a
rischio i bilanci e potrebbero costringere le Regioni ad un aumento delle tasse. «Il Governo ha disatteso un
accordo preso con noi governatori in materia di sanità - spiega il presidente della Lombardia Roberto Maroni il che costringerà molte Regioni ad alzare l'ddizionale Irpef per garantire i livelli essenziali e poi, se verrà
confermato il taglio di 4 miliardi, dovremo procedere a tagli nei servizi. Ho sentito gli altri colleghi governatori,
condivido le critiche, sono tutti insoddisfatti, inclusi quelli del partito del premier Matteo Renzi che si sentono
un po' traditi: abbiamo chiesto un incontro urgente al Governo e stiamo studiando delle iniziative di lotta dura
nel caso venisse confermata questa legge assolutamente iniqua». Prime stime parlano di un taglio per la
Lombardia nell'ordine dei 500 milioni di euro, più o meno la cifra che il Governo «ha riconosciuto per
l'applicazione dei costi standard nel 2014 e altrettanti per il 2015». Furente anche l'assessore regionale
all'Economia, Massimo Garavaglia, che ieri al rientro dalla riunione a Roma della Conferenza Stato-Regioni
ha ipotizzato ripercussioni pesanti ai servizi in Lombardia, anche in sanità. «A rischio in particolare i trasporti
per i pendolari, l'assistenza ai disabili e la cultura. Per prima cosa non potremmo più assicurare 5 milioni di
euro alla Scala che rischierebbe di fare così la fine del Teatro dell'Opera di Roma». MA LA VALUTAZIONE,
ha precisato il governatore, sarà fatta oggi con i tecnici. Critico sulla manovra anche il Pd lombardo. Per
Alessandro Alfieri «i tagli sono necessari ma troppo sbilanciati sul sistema degli enti locali. Siamo d'accordo
con Sergio Chiamparino: buona l'impostazione ma le riduzioni di spesa vanno distribuite diversamente, di più
sui ministeri e meno su Comuni e Regioni. Non si può infatti vanificare la logica dei costi standard, che
favorisce gli enti virtuosi, né si possono tagliare servizi essenziali come la sanità o il trasporto pubblico».
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Manovra, tagli per 500 milioni Maroni: «Pronti alla ribellione»
18/10/2014
QN - Il Giorno - Milano
Pag. 9
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I tre hanno fatto sdraiare tutti a terra, via con 2mila euro
ROSARIO PALAZZOLO
di ROSARIO PALAZZOLO CINISELLO BALSAMO È STATO RAPINATO almeno tre volte nel corso degli
ultimi 10 mesi. Un primato non certo felice per il supermercato Carrefour di via Sirtori, ai margini del tratto
cinisellese del viale Fulvio Testi. L'ultimo colpo è avvenuto l'altra sera, poco prima delle 8, quando ormai i
commessi si preparavano a chiudere. TRE BANDITI, con i volti coperti da foulard, hanno fatto irruzione nel
grande magazzino. Uno di loro impugnava un'arma, una pistola semiautomatica che ha utilizzato per tenere
sotto la minaccia le cassiere e prima ancora il direttore. Per quasi un minuto ha regnato il terrore nel
supermercato semivuoto. I BANDITI, quasi certamente italiani, hanno costretto il direttore a sdraiarsi a terra
sotto la minaccia dell'arma. Anche la guardia è stata messa fuori combattimento. Si è rifiutata di sdraiarsi, ma
non ha potuto opporre nessuna resistenza all'onda di terrore imposta dai banditi. In pochi secondi il terzo
complice è passato tra le casse e si è fatto rovesciare in una borsa l'intero incasso. Si parla di circa 2mila
euro. I tre sono fuggiti senza lasciare traccia, probabilmente allontanandosi a bordo di un'auto rubata. Le
indagini su quest'ultimo caso sono affidate agli agenti di polizia del commissariato di Cinisello che sono stati
chiamati ad intervenire ma sono arrivati quando i malviventi erano lontani. SI CERCANO tre uomini di circa
30 anni, che indossavano tute nere e si coprivano con dei foulard. Professionisti del crimine che sapevano
bene quando e come agire per massimizzare il profitto. QUEL SUPERMERCATO è stato già rapinato nel
febbraio scorso e nuovamente in agosto. A renderlo così vulnerabile è la sua posizione, nelle vicinanze delle
grandi vie di comunicazione, che rendono più rapida e semplice la fuga. In generale, il numero di rapine nei
supermercati è in aumento. Vengono spesso preferiti alle banche, dove i sistemi di sicurezza sono
decisamente più stringenti e il rischio di trovare le casse vuote è più elevato; ma soprattutto alle farmacie che
qualche anno fa erano una sorta di «bancomat» per tossicodipendenti e piccoli ladri. Oggi le farmacie
tendono a maneggiare con maggior cura il denaro contante, senza mai lasciare in cassa cifre allettanti.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Banda armata rapina il CarrefourUn minuto di terrore e poi la fuga
18/10/2014
QN - Il Giorno - Brianza
Pag. 11
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Nomina alle Farmacie Bufera in Consiglio
FABIO LUONGO
di FABIO LUONGO - LISSONE - È BUFERA attorno al nuovo presidente di «Lissone Farmacie», l'azienda
partecipata che gestisce le farmacie comunali della città. Sotto accusa, da parte delle opposizioni, il nome
scelto nei mesi scorsi dall'amministrazione comunale - cui spetta la nomina del vertice della società, che
appartiene per il 20% al municipio - per ricoprire la carica. Per la lista «Lissone Civica» e per il Movimento 5
Stelle, che hanno presentato 2 distinte interpellanze nella seduta di giovedì del consiglio comunale, non
sarebbe evidente nel curriculum della neo-presidente Beatrice Sala il possesso della «comprovata
competenza» necessaria per l'incarico. Dubbi respinti con forza al mittente dal sindaco Concetta Monguzzi
(nella foto), per la quale invece tale competenza c'è eccome. I 5 Stelle hanno domandato «di indicare i criteri
per la nomina di Sala», richiamando le linee programmatiche dell'amministrazione per cui si deve essere
inseriti nei Cda «secondo documentati criteri di competenza e trasparenza». «Lissone Civica» ha invitato la
giunta a «relazionare sul rispetto della corretta applicazione dei criteri di nomina», previsti dal regolamento
comunale, per il nuovo presidente di Lissone Farmacie, «dimostrandone, poiché assenti nel curriculum, le
comprovate competenze derivanti da attività di studio o professionali». «La scelta - ha replicato il sindaco - è
caduta su Sala perché il curriculum evidenzia una preparazione economico-giuridica improntata alla cultura
d'impresa con nozioni di diritto privato e societario», la capacità di districarsi nei bilanci e una laurea
specialistica in scienze matematiche col massimo dei voti, oltre a «esperienze lavorative di gestione della
ditta di famglia» e un attuale impiego - nel ramo assicurativo - basato «sull'interpretazione di dati di bilancio»
per sviluppare progetti. Per Monguzzi quindi Sala «possiede una comprovata competenza derivata da attività
di studio e professionali in relazione all'incarico da ricoprire». Image: 20141018/foto/377.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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LISSONE SCELTA BEATRICE SALA
18/10/2014
QN - Il Giorno - Milano
Pag. 6
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La sforbiciata per la Lombardia vale 930 milioni
STEFANIA CONSENTI
di STEFANIA CONSENTI MILANO «SE LA LEGGE di stabilità resterà così saremo costretti a chiudere,
putroppo, dieci ospedali». Il giorno dopo la rivolta delle Regioni per gli annunciati tagli di 4 miliardi (che
lievitano a 6 con il miliardo già calcolato per il 2015 dal governo Monti, i 750 milioni introdotti dal governo
Letta e i 250 milioni in meno dell'Irap) nei trasferimenti, si fanno i conti e il governatore della Lombardia,
Roberto Maroni, snocciola cifre «drammatiche» e va giù pesante. Il taglio per la Lombardia è stato
quantificato in 930 milioni. Di quella somma, ha spiegato ieri il governatore nel dopo giunta «730 milioni sono
nel settore della sanità e ciò ha fatto formulare agli uffici dell'assessorato al Bilancio una prima ipotesi degli
ambiti in cui intervenire dal 2015». A CASCATA quindi si profilano aumenti sui ticket, tagli a infrastrutture e
trasporti ma anche un ritocchino all'Irpef e sono a rischio i contributi per alcuni enti come il Teatro alla Scala.
Un trattamento pesante per una Regione che in Sanità ha già applicato i costi standard ricevendo come
«premio» dal Governo 500 milioni in più nel 2014 e altrettanti per il 2015 che ora sembrano dissolversi. «Non
sono disponibile - manda a dire Maroni a Renzi - a fare il killer di una Regione virtuosa come la Lombardia
che governa senza sprechi. Sono qui per realizzare il programma di governo, non sono disponibile a dire ai
cittadini lombardi abbiamo governato bene, abbiamo ridotto la spesa, abbiamo fatto sacrifici enormi tagliato il
debito e adesso il risultato qual è? Che vi devo alzare il ticket, alzare l'Irpef e chiudere gli ospedali. Non ci
sto». Maroni si augura che il confronto fra il Governo e le Regioni porti ad una soluzione ma la ricetta per il
governatore è sempre la stessa: «Applicare i costi standard per ridurre gli sprechi, bisogna guardare in ogni
Regione dove si fa meglio la spesa e sono pronto a dimostrare, ad esempio, che in Lombardia la spesa
sanitaria è un'eccellenza, potremmo risparmiare più di 4 miliardi se tutte facessero come la Lombardia per la
spesa sanitaria». Insomma, è l'esempio che si fa più frequentemente, se una siringa costa 30 centesimi in
Lombardia o in Piemonte perche deve costare il doppio in Sicilia? Poi il ragionamento del governatore Maroni
si fa più politico. E arriva l'affondo: «La strategia di Renzi è cancellare le Regioni, i corpi intermedi. Le Regioni
danno fastidio e il disegno che c'è dietro e è quello di dire che sono centri di spreco. Renzi vuole
ricentralizzare per governare tutto da Roma». Un'operazione di «neocentralismo» che, aggiunge il
governatore della Lega, «io voglio constrastare raccogliendo la sfida, tagliamo i costi ma applichiamo i costi
standard». Meglio adottare un principio di equità, non certo applicando i tagli lineari. Premiamo «le Regioni
virtuose e chi governa bene, penalizziamo chi è spendaccione. Allora ha un senso, altrimento è fare un
massacro». EPPOI, snocciola ancora dati il presidente della Regione Lombardia, «negli ultimi anni le Regioni
hanno ridotto le loro spese del 38%, lo Stato del 13% quindi è un'operazione demagogica». Intanto, entro il
27 ottobre la Giunta discuterà la manovra di bilancio regionale che «anticiperà i contenuti della nuova Legge
di stabilità» così da dare un'idea delle conseguenze dei tagli sui cittadini, «pronti a modificarla se
cambieranno le decisioni del Governo nazionale». Image: 20141018/foto/163.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Annuncio choc di Maroni:«Questi tagli ci costringonoa chiudere dieci
ospedali»
18/10/2014
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 2
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Marco Conti
MILANO. Aver rimesso intorno ad un tavolo Putin e Poroshenko, davanti a Barroso e Van Rompuy, non
risolve ma aiuta. Il semestre di presidenza della Ue - come prevedibile - contribuisce non poco a far
acquistare a Matteo Renzi, in poco tempo, la credibilità internazionale necessaria. Alla conferenza sul lavoro
di quindici giorni fa e alla presidenza del summit euroasiatico che si è chiuso ieri pomeriggio a Milano, Renzi
unirà a fine settimana prossima il consiglio europeo. L'ultimo per la commissione Ue in scadenza.
Un'overdose di incontri e di summit nei quali Renzi ha avuto più volte modo non solo di ribadire la necessità
di puntare sulla crescita, ma anche di raccontare la «mia legge di stabilità».
Ad un'azione martellante, e che non ha risparmiato ieri persino i governatori di regione bacchettati quasi
davanti al primo ministro cinese e alla Cancelliera, ieri Renzi ha sommato la pubblica sponda che il Capo
dello Stato ha dato alla legge finanziaria. In questo modo Giorgio Napolitano ha messo la sordina alle
indiscrezioni, raccolte nei giorni scorsi a Bruxelles, secondo le quali la legge di stabilità sarebbe stata
bocciata dalla Commissione europea. Il «forte rilancio delle politiche della crescita», sollecitato dal presidente
della Repubblica, va nella linea professata dal Rottamatore sin dal suo arrivo a palazzo Chigi. Una sintonia
con il Quirinale che rende più forte il presidente del Consiglio anche nel confronto con i presidenti di regione.
Ieri pomeriggio, al termine del vertice euroasiatico, Renzi ha teso la mano ai governatori ribadendo la
disponibilità ad un incontro, a patto che siano rispettati i saldi. La cattiva stampa di cui godono le
amministrazioni locali dopo i casi Fiorito e la vicenda dei rimborsi, ha sinora supportato la linea del premier. Il
timore che i tagli spingano le Regioni a diminuire i servizi o ad aumentare le tasse trasformando la manovra
pro-crescita in manovra-recessiva, consiglia però cautela. La minacciata chiusura di ospedali o il taglio dei
servizi pubblici di trasporto rischia infatti di trasformare in boomerang per le stesse casse dello Stato la
riduzione dei trasferimenti agli enti locali.
«Basta tweet, meglio quindi incontrarsi», spiegava ieri Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte,
presidente della Conferenza stato-regioni ed esponente del Pd in sintonia, seppur a fasi alterne con Renzi. I
due, tre anni fa avrebbero dovuto comporre un ticket e sfidare insieme Pier Luigi Bersani. Così come i due si
ritrovano d'accordo nel sostenere la politica industriale della Fiat di Sergio Marchionne. Resta però il
problema del taglio da 4 miliardi che le regioni non intendono mettere a bilancio se non alzando le accise o
riducendo i servizi. Il ministro dell'Economia insiste sulla necessità di ritrovare maggiore efficienza nelle
spese, ma poiché non tutte le Regioni sono uguali e alcune delle più spendaccione sono autonome (Sicilia in
testa), il problema resta. Così come l'eventualità che proprio l'argomento del rapporto con lo Stato diventi uno
dei temi delle prossime elezioni regionali di fine anno e del prossimo.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Padoan insiste: «Serve maggiore efficienza nella spesa»
18/10/2014
Il Mattino - Salerno
Pag. 38
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Nasce a San Valentino Torio la farmacia comunale e un ambulatorio per l'estrema povertà. Ieri a Napoli la
sigla del protocollo d'intesa tra Comune di San Valentino, Cofaser ed Eav. Le strutture saranno realizzate
all'interno della stazione della circumvesuviana valentinese. Seduti allo stesso tavolo il sindaco di San
Valentino Torio, Felice Luminello, il direttore generale del Cofaser nonché delegato di Assofarm per il sud
Italia, Luigi Napoli, e l'ingegnere Nello Polese, amministratore dell'Eav. La stazione di San Valentino Torio è
uno dei primi spazi del sud Italia ad essere stato individuato per la creazione della nuova sede farmaceutica.
Luminello pone l'accento anche sulla grande valenza socio sanitaria dell'operazione che consentirà la
creazione di un ambulatorio per le povertà estreme per garantire assistenza e medicinali ad extracomunitari e
italiani indigenti.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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San Valentino
18/10/2014
Il Secolo XIX - Savona
Pag. 19
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Investito da una fiammata grave vigile urbano di Finale
Luca Falò ricoverato a Villa Scassi con ustioni sul 38 per cento del corpo
SILVIA ANDREETTO
FEGLINO . Luca Falò, 38 anni, agente esterno in servizio al comando della Polizia Municipale di Finale
Ligure, ieri pomeriggio, si è ustionato mentre stava bruciando alcune sterpaglie in un terreno agricolo a
Feglino. Le ustioni, pari al 2° e 3° grado, in prevalenza riscontrate alle braccia e alle mani, ma in parte anche
al viso e alle gambe, interesserebbero il 38 per cento del corpo. Falò non ha mai perso coscienza ed è
sempre rimasto vigile al punto da recarsi lui stesso alla farmacia di Orco Feglino per chiedere i primi soccorsi.
E proprio dalla farmacia è scattata la richiesta al 118 Savona con l'intervento dei militi della pubblica
assistenza Croce Verde di Finalborgo e dei vigili del fuoco del distaccamento di Finale Ligure. Immediato è
stato il trasferimento di Falò, con l'elicottero "Drago", al centro grandi ustionati di "Villa Scassi" a Genova,
disposto dall'equipe medica del trauma center dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Secondo la
dinamica, rilevata dai vigili del fuoco e in corso di ulteriori accertamenti, Falò sarebbe stato investito da una
fiammata, provocata dal combustibile che ha utilizzato per alimentare il fuoco, peraltro acceso
inavvertitamente controvento, per bruciare i resti di potatura degli ulivi. L'uomo che spesso, nel tempo libero,
si dedicava alla coltivazione e alla cura di alcuni terreni di proprietà a Feglino, paese di cui è originario, ieri
pomeriggio, era solo quando è accaduto il fatto. Nonostante il dolore acuto, provocato dalla vasta ustione, i
cui effetti reali saranno riscontrabili solo tra 72 ore, Falò è riuscito a raggiungere la farmacia di Orco Feglino.
«Inizialmente non si è reso conto delle ustioni che la fiammata gli aveva provocato sugli arti superiori in
particolare racconta il farmacista Marco Ferrando -. Si è rivolto a noi per chiedere un primo consiglio medico.
Ma non appena l'ho visto, l'ustione mi è parsa più grave del previsto e pertanto ho richiesto l'intervento del
118. L'uomo è rimasto comunque sempre vigile e cosciente anche se la gravità era evidente fin da subito».
La notizia di quanto accaduto a Falò, volto molto noto a Finale Ligure e dintorni, anche perché da oltre dieci
anni è in servizio alla polizia municipale, con l'impegno prevalentemente su strada, si è diffusa molto
rapidamente in città. Sono stati numerosi i colleghi che, venuti a conoscenza dell'incidente, si sono recati al
Pronto soccorso del Santa Corona per accertarsi delle condizioni di Falò. Ad averlo visto di persona, prima
che venisse trasferito a Genova con l'elisoccorso è stato Giampiero Mariani, vice comandante della polizia
municipale di Finale Ligure. E le condizioni più critiche interessano proprio le braccia e le mani, gravemente
compromesse dall'ustione, mentre in misura assai minore è stato colpito il viso e le gambe. «Mi è stato
assicurato da Mariani - dice il comandante della polizia municipale Eugenio Minuto - che Falò è sempre
rimasto cosciente nonostante a seguito delle ustioni sia stato disposto il trasferimento a Villa Scassi, essendo
un centro specializzato». Non è un bel periodo per il comune di Finale Ligure che, dopo l'ictus che una decina
di giorni fa ha colpito l'ingegnere Giancarlo Ponte, per un po' dovrà rinunciare anche a Falò considerando che
la convalescenza sarà assai lunga.
Foto: Luca Falò in servizio alla municipale di Finale Ligure
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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IL DRAMMATICO INFORTUNIO IERI POMERIGGIO A FEGLINO. HA CHIESTO LUI STESSO SOCCORSO
IN FARMACIA
17/10/2014
QN - La Nazione - Firenze
Pag. 22
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Addio a PossentiIl calcio e la farmaciaerano la sua vita
IL MONDO del calcio dilettanti è in lutto per l'improvvisa morte di Giuseppe Possenti (nella foto), spentosi
nelle prime ore della mattinata di ieri, all'età di 55 anni. Lascia la moglie, la signora Francesca. Una
scomparsa che ha destato profonda commozione fra coloro che lo hanno conosciuto e frequentato non solo
con il calcio. Possenti era titolare della farmacia di San Piero a Sieve, un punto di riferimento importante per
tante persone del Mugello. Amava la sua professione e il calcio, in particolare il San Piero a Sieve, dove per
tanti anni è stato l'uomo simbolo, il patron. Con lui la società ha raggiunto grandi traguardi fino ad arrivare a
partecipare al campionato di Eccellenza. Un personaggio molto carismatico, grande conoscitore di talenti,
che univa semplicità, schiettezza e simpatia. Era un ottimo direttore sportivo: con la sua classe e le sue
capacità avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. I funerali si svolgeranno oggi, alle ore 15, alla Pieve di S.Pietro a
San Piero a Sieve. Alla famiglia le condoglianze de La Nazione. Giovanni Puleri Image:
20141017/foto/813.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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S.PIERO A SIEVE
18/10/2014
QN - La Nazione - Livorno
Pag. 15
(diffusione:136993, tiratura:176177)
«Gravissimo errore vendere le farmacie Il sindaco e il Pd sono stati degli
incapaci»
- CECINA - CONTINUA a tenere banco il caso della vendita delle farmacie. Interviene il Movimento 5 Stelle,
che in una nota scrive: «Il sindaco Samuele Lippi ha dichiarato che la vendita delle farmacie (le ha acquistate
Vinchesi della Farmacia Centrale, quasi 3 milioni di euro) mette a tacere qualsiasi illazione sulla vicenda. Noi
crediamo che il sindaco abbia perso, al contrario, l'ennesima occasione per tacere e frenare un attimo questo
dinamismo di stampo renziano. Le farmacie comunali rappresentavano una grande risorsa per il Comune e
che le amministrazioni che si sono succedute hanno distrutto. Devono spiegare ai cittadini perché un privato
sborsa 3 milioni di euro e afferma candidamente che le farmacie appena acquistate hanno delle buone
potenzialità, mentre il comune di Cecina le ha mandate in passivo». «E' QUESTO - affermano i grillini - che i
cittadini si devono chiedere: perché un'attività commerciale del Comune con buone potenzialità che teneva
nonostante la crisi economica sia stata mandata in fallimento? Chi sono i responsabili? In altre realtà le
farmacie comunali sono una fonte di entrata e forniscono ai cittadini servizi gratuiti. In questa vicenda triste
per la nostra comunità c'è un'evidente e macroscopica responsabilità politica del Pd: la dismissione delle
farmacie è il simbolo di una gestione fallimentare del Comune. E' inutile che Lippi cerchi di tranquillizzare i
dipendenti e i cittadini dicendo di avere avuto subito un colloquio con l'acquirente ed aver ricevuto dallo
stesso rassicurazioni, sono solo parole in stile renziano a cui non crede nessuno». AGGIUNGONO i
pentastellati: «L'acquirente farà il suo interesse e se sarà necessario intervenire sui dipendenti lo farà! La
clausola di non diminuire il personale per 6 anni posta sul bando di vendita in realtà non è supportata dalla
normativa vigente, lo sanno benissimo tutti e lo sa benissimo anche l'acquirente. Altra bufala è il tentativo di
non vendere le farmacie alienando altri beni del Comune. Una promessa fatta dal sindaco in consiglio davanti
ai cittadini mai supportata dai fatti. Sono stati semplicemente ripetuti dei bandi che si sapeva sarebbero
andati deserti, senza mettere in campo nessuna reale strategia per acquisire risorse ed evitare la vendita
delle farmacie. Invece di dimostrare soddisfazione per la vendita, il sindaco e tutto il Pd cecinese dovrebbero
fare un gigantesco mea culpa e chieder scusa ai cittadini. Hanno venduto il gioiello di famiglia per coprire la
loro inadeguatezza amministrativa». «I CITTADINI - è la conclusione - hanno il diritto di sapere. In consiglio
comunale durante la discussione della nostra mozione per la "sospensione della vendita delle farmacie" , il
gruppo Pd formato da molti giovani, si agitava contro il consigliere Gasperini di Cecina Insieme che accusava
il Pd di responsabilità politica per la vendita delle farmacie. Questi giovani piddini che hanno alzato la mano a
comando a favore della vendita senza far sentire la loro voce e il consigliere Barabino che inciucia con il Pd,
come si evince dalla vicenda della Provincia, rappresentano la vecchia politica che non si vuole rinnovare.
Comunque Lippi sappia che vigileremo sull'iter della vendita in attesa dei risultati dell'ispezione della Guardia
di Finanza».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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CECINA I 5 STELLE TORNANO ALL'ATTACCO: «POTEVANO ESSERE FONTE DI GUADAGNO»
18/10/2014
QN - La Nazione - Pisa
Pag. 18
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Il racconto di Silvana Piampiani combacia con quanto descritto da Loris Gozi
FEDERICO CORTESI
di FEDERICO CORTESI PER gli investigatori le testimonianze di Loris Gozi e di Silvana Piampiani sono
fondamentali per sostenere le accuse contro il marito di Roberta Ragusa, perché i loro racconti - che
combaciano nei luoghi e nei tempi - smontano l'alibi di Antonio Logli: «Quella notte sono andato a letto
intorno alle 24 e ho dormito fino alle 6.45». Cosa vide il giostraio Loris Gozi è noto da tempo e le sue
dichiarazioni fanno già parte degli atti del procedimento giudiziario in quanto sono state cristallizzate
nell'incidente probatorio del 30 aprile 2013. La testimonianza di Silvana Piampiani è ancora più circostanziata
e per questo - probabilmente - ancora più rilevante di quella di Gozi. Tra la mezzanotte e le 0.20 del 14
gennaio 2012 la donna ha detto di aver visto transitare, dapprima su via Ulisse Dini, poi su via Gigli in
direzione via Lenin, una donna abbigliata con un pigiama di colore rosa e poco dopo di aver notato il
passaggio di alcune auto, tra le quali una dalle forme tondeggianti, di piccole dimensioni e di colore chiaro,
che successivamente, dopo essere uscita nuovamente di casa, aveva notato parcheggiata subito dopo il
passaggio a livello. Silvana Piampiani si era recata, una prima volta in via Niccolini a Pisa alla farmacia
comunale, occasione in cui, transitando da via Gigli in direzione via Lenin, aveva visto quella vettura,
parcheggiata sul ciglio della strada e, pochi metri più avanti, Antonio Logli e la donna vista in precedenza
intenti a discutere animatamente. In questo contesto, giunta all'altezza dell'abitazione di Loris Gozi, la
testimone ha dichiarato ai carabinieri di aver visto un cane di piccola taglia (verosimilmente quello di Gozi)
che proveniva proprio dai pressi della casa del giostraio, accompagnato da una persona (probabilmente lo
stesso Gozi) che però non aveva riconosciuto. LA DONNA aveva poi effettuato il medesimo percorso
farmacia-casa a ritroso, dopo un breve lasso di tempo. Aveva così potuto osservare che, nel luogo dove
prima si trovava la coppia, c'erano copiose macchie di sangue sul manto stradale. Rientrata in casa, trascorsi
una ventina di minuti, dopo avere preso ulteriore contante per acquistare un analgesico, Silvana Piampiani
aveva nuovamente ripercorso via Gigli in direzione di via Lenin, raggiungendo così via la farmacia in via
Niccolini. Lungo il percorso e oltrepassato il passaggio a livello nei cui pressi aveva in precedenza visto Logli
e la donna litigare, oltre alla piccola auto dalle forme tondeggianti, aveva notato anche la presenza di una
vettura più grande, di colore scuro nonché quella del marito di Roberta, posizionato al centro della
carreggiata, mentre stava usando uno strumento di cui aveva riconosciuto solo il manico (simile a quello di
una scopa), in corrispondenza delle macchie di sangue. Ritornando dalla farmacia, dove nel frattempo si era
procurata il farmaco che non aveva acquistato in precedenza per mancanza di sufficiente contante, la donna
aveva visto, effettuando per l'ennesima volta il medesimo percorso, solamente l'auto di piccole dimensioni,
parcheggiata nella stessa posizione di prima e nel medesimo luogo scena della lite fra la coppia. Rientrata a
casa, insospettita, Piampiani aveva atteso ulteriori "movimenti" di persone e/o di veicoli. Infatti, dopo circa
venti minuti dal suo rientro a casa e dalla finestra, aveva scorto transitare quell'auto che procedeva, con a
bordo Antonio Logli, verso via Ulisse Dini, svoltando in seguito in direzione San Giuliano. Quella donna con
cui Logli litigava che fine ha fatto? Che fine ha fatto Roberta Ragusa? [email protected] Image:
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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Ecco cosa vide la supertestimone quella notte
18/10/2014
Pagina99 - N.64 - 18 ottobre 2014
Pag. 5
Mercato | Hanno soldi e tempo libero. Ibigddsettore pantano sui senior Pm società come Human Longevity a
breve avere 100 anni sarà come averne 60
FILIPPO SANTELU
• «Un lancio spaziale», lo ha ammesso anche Larry Page. Dalle parti di Google chiamano così i progetti più
visionali, slegati dal nocciolo duro degli affari. Ma non perforzasenzacriterio. La missione di Calicò, l'azienda
che il colosso di Mountain View ha creato a settembre del 2013, è scoprire le dinamiche che ci fanno
invecchiare. Per contrastarle, per allungarci la vita. «Google può risolvere la morte?», si chiedeva Time
giocando sulle presunte virtù terapeutichediun algoritmo. L'accordo appena firmato da Calicò con AbbVie,
grande società farmaceutica di Chicago, mostra che l'intento, almeno per ora, non è quello. Un investimento
congiunto dal,5 miliardi di dollari darà vita a un centro diricercasulle patologie legate alla senilità, in
particolare cancro e Alzheimer. Calicò si concentrerà sulla ricerca di nuove terapie, AbbVie sulla
sperimentazione. Niente elisir di vita eterna, dunque. Gli oltre cento pazienti che dal 1970 a oggi hanno speso
200 mila dollari per farsi congelare, o criopreservare, dalla Alcor Life Extension delTArizona, dovranno
pazientare. A lungo: «I farmaci dell'immortalità sono favole», commentalo scienziato Silvio Garattini,
presidente dell'Istituto Mario Negri, «come lo sono i presunti effetti sullalongevità di integratori alimentari o
radicali liberi». Affascinanti, certo, nel 2008 ci ha creduto pure una multinazionale del calibro di
GlaxoSmithKline. Ha sborsato 790 milioni di dollari per Sirtis, una società farmaceutica americana che da una
molecola del vino rosso sosteneva aver ricavato un farmaco anti invecchiamento. Ma di cui, da allora, si è
persa ogni traccia (vedi l'articolo apagina2).Anon essere fantasia, invece, è il progressivo invecchiamento
della popolazione in atto nei Paesi più sviluppati. Longevità su e natalità giù: «Una tendenza che farà
moltiplicare le patologie tipiche degli anziani», spiega Garattini, «come le demenze e le malattie croniche». Il
vero prodotto, a voler seguire i soldi, è quello: non l'immortalità, ma l'eterna giovinezza. Non assicurare più
anni di vita, ma più anni di vita attiva e in salute. Come spiega in maniera molto chiara il manifesto del Buck
Institute, primo istituto privato, ma no profit, a occuparsi di ricerche in questo campo. Fondato nel 1999 dai
coniugi filantropi Buck, eredi di una dinastia californiana del petrolio, oggi ospita a Nord di San Francisco 250
scienziati di 20 nazionalità diverse. A cui assicura 6 milioni di dollari di finanziamenti l'anno per ricerche che
tentano di identificare i legami tra geni e longevità. Anche grazie ai costi e ai tempi sempre più limitati
necessari per mappare un Dna umano. Non è un caso che nel business della lotta all'invecchiamento, da
qualche mese, si sia lanciato anche Craig Venter. Lo scienziato e imprenditore che qualche anno fa ha
sfidato sul tempo il progetto Genoma Umano ora ha fondato Human Longevity. Società con una dotazione di
70 milioni di dollari che archivierà ogni anno il corredo cromosomico di 100 mila persone, per isolare i fattori
che assicurano una vecchiaia in salute. Come ha dichiarato il cofondatore, Peter Diamandis: «Renderemo i
100 anni i prossimi 60». Ma la via dei farmaci non è l'unica, come spiega Garattini: «Ad aumentare la qualità
della vecchiaia, oltre alla genetica, contribuiscono in larga misura l'esercizio fisico e mentale, una dieta
corretta, continue relazioni personali». Ed è da questo punto di vista che il progressivo invecchiamento della
popolazione ha già creato un nuovo mercato. Non solo per le aziende che si occupano di biomedicale: «llgray
market, quello degli over 65, sta diventando un segmento di consumatori a cui guardare con attenzione,
specie per settori come la grande distribuzione e il turismo», spiega Luca Buccoliero, professore di Marketing
alla Bocconi di Milano. «Persone che hanno molto tempo a disposizione, capacità di spesa soprala media e
molte delle quali sono più attive rispetto al passato». Giovani settantenni, insomma. In attesa della medicina,
la pubblicità ci rappresenta già così. @filipposantelli
Foto: MARTIN PARR/MAGNUMPHOTOS/CONTRASTO
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 18/10/2014
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l'eterna gioventù un grande affare
PROFESSIONI
1 articolo
18/10/2014
QN - Il Giorno - Ed. nazionale
Pag. 3
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Vaccinarsi èmeglio
L'epidemia influenzale vera e propria? La vedremo tra gennaio e marzo. Ma le forme parainfluenzali che
dilagano in questi giorni, mal di gola e dolori vari, sono già un flagello. «Tecnicamente si può parlare di vera
influenza quando c'è febbre sopra i 38 gradi insorta brucamente, dolori articolari o respiratori, la tosse, il naso
che cola, la congestione e il mal di gola. In tutti gli altri casi si parla di sindromi respiratorie acute dichiara
Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. La stagione invernale sarà dominata da tre virus:
A/H1N1/ California, A/H3N2/Texas e B/Massachussetts. Si prevedono circa quattro milioni di contagi. Non va
sottovalutata poi, la stima di quanti dovranno fare i conti, già in autunno, con i virus imparentati (ce ne sono
oltre duecento), responsabili delle sindromi simil-influenzali, che potrebbero raggiungere altri sei milioni di
italiani. In questo senso, i farmaci di automedicazione (distribuiti senza obbligo di ricetta, riconoscibili grazie al
bollino rosso sorridente posto sulla confezione) si confermano il rimedio principale a cui si affidano il 56%
degli italiani, secondo un'indagine Assosalute. Tra questi rimedi si possono considerare gli antinfiammatori
non steroidei (FANS), gli sciroppi per la tosse, i mucolitici e i decongestionanti. Bene concedersi anche
qualche giorno di riposo, e sarà opportuno consultare il medico se, dopo un'apparente guarigione si evidenzia
un ritorno della febbre e l'aggiunta di sintomi tra cui catarro (segno di infezione batterica). E come prevenire
l'influenza? Oltre il 50% degli italiani si copre di più, il 31,3% sta più attento all'alimentazione cercando di
assumere cibi con maggior apporto di vitamine, oltre il 25% ricorre a farmaci di automedicazione circa il 12%
fa il vaccino antinfluenzale. Il rischio di contagio diminuisce lavandosi spesso le mani, evitando i luoghi
affollati. [email protected] Image: 20141018/foto/1903.jpg
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 18/10/2014
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]Occhio al bollino di garanziaper i medicinali senza ricetta