Jona che visse nella balena
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Jona che visse nella balena
Jonachevissenellabalena Jona che visse nella balena è un film del 1993 di Roberto Faenza, tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore Jona Oberski intitolato Anni d'infanzia. Un bambino nei lager. È un importante film italiano sul dramma dell'Olocausto. Ha ottenuto nel 1993 il premio David di Donatello per miglior regia, migliore musica e migliori costumi. Trama Il film racconta la storia di un bambino di 4 anni che vive ad Amsterdam dal 1942 al 1945, durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, viene deportato inizialmente in un campo di lavoro dove può stare assieme ai genitori e essere istruito minimamente. In seguito viene deportato in un campo di concentramento assieme a tutta la sua famiglia. Qui Jona passerà tutta la guerra, in una baracca con la madre, mentre il padre sta nella sezione maschile. Il bambino subisce violenze anche da parte dei ragazzi più grandi. Sono poche le persone che lo trattano con gentilezza: il cuoco del lager che gli offre il cibo avanzato e il medico dell'ambulatorio che, in cambio di buoni sigari, gli fa rincontrare suo padre. Successivamente il padre muore stremato ed i russi riescono a far evadere tutti gli ebrei di quel campo mentre erano su dei vagoni merce portandoli in un villaggio russo ma la madre nonostante ciò muore semidelirante nell'ospedale del villaggio. Dopo la morte della madre, Jona viene affidato dalla stessa ad una ragazza, Simona. Nel 1945 viene generosamente accolto dai Daniel, una coppia di Amsterdam, che aveva offerto lavoro al padre di Jona all'inizio della guerra. Jona per lungo tempo si rifiuta di mangiare, bere, giocare come tutti i bambini della sua età e molto spesso anche di parlare con le persone, ma tornato a vedere la sua vecchia casa sarà assalito dai ricordi e rinascerà. La biografia del protagonista. A quattro anni, Jona Oberski che vive ad Amsterdam con i genitori ebrei Max e Hanna a causa dell'occupazione nazista della città è costretto con la sua famiglia a trasferirsi in un campo di smistamento tedesco. Gli Oberski sono destinati a passare da un campo di raccolta all'altro, per essere poi scambiati con prigionieri germanici. A 7 anni, Jona ha già subíto freddo, fame, paure e sofferenze: sempre insieme per sua fortuna ai genitori (in baracche comunque diverse), il bambino è obbligato a farsi un mondo suo, subendo anche momenti umilianti o angherie anche degli altri ragazzi, abituandosi al filo spinato e alle voci minacciose. Rarissimamente un gesto gentile (l'anziano cuoco di un lager, o il medico dell'ambulatorio). Poi l'ultimo incontro amoroso dei genitori: la morte del padre stremato nel fisico; quella della madre semidelirante (curata ormai in un ospedale sovietico): l'assistenza di una ragazza a cui quella lo ha affidato e, infine, nel 1945, la generosa accoglienza dei Daniel, una matura coppia abitante ad Amsterdam. E' tutto ciò che resta a Jona a testimonianza del suo passato e delle radici amarissime, nel quadro di una tragedia immane, da cui il bambino è uscito solo per la sua tenacia e per la memoria incancellabile di sua madre, che anche morente ha continuato a dirgli "non odiare nessuno". CANZONE: GAM GAM Gam-Gam-Gam Ki Elech Be-Beghe Tzalmavet Lo-Lo-Lo Ira Ra Ki Atta Immadì Gam-Gam-Gam Ki Elech Be-Beghe Tzalmavet Lo-Lo-Lo Ira Ra Ki Atta Immadì Shivtechà umishantechà Hema-Hema yenachamuni Shivtechà umishantechà Hema-Hema yenachamuni Traduzione: GAM GAM Anche se andassi nella valle oscura non temerei nessun male, perché tu sei sempre con me; Anche se andassi nella valle oscura non temerei nessun male, perché tu sei sempre con me; Perché tu sei il mio bastone, il mio supporto, Con te io mi sento tranquillo. Gam Gam è il titolo di una canzone che riprende il quarto versetto del testo ebraico del Salmo 23. Fa parte della colonna sonora (di Ennio Morricone) del film Jona che visse nella balena di Roberto Faenza. Nel film il canto viene insegnato dalla maestra a Jona e agli altri bambini nel lager. È cantata dal coro franco-israeliano Chevatim e composta dal direttore Elie Botbol. Una lunga tradizione attribuisce la paternità del salmo a re Davide, in quanto anche nella bibbia si afferma che egli stesso, da giovane, è stato un pastore. Il testo è tradizionalmente cantato dagli ebrei durante lo Shabbat. JONA CHE VISSE NELLA BALENA ... guarda il cielo e ricordati di non odiare mai nessuno... 1. In quale periodo storico si svolge il racconto del film? _________________________________________________________ 2. Perché la famiglia di Jona viene deportata? _________________________________________________________ 3. Dove speravano di poter andare i genitori di Jona? _________________________________________________________ 4. In quali scene Jona si accorge di essere considerato “diverso” e discriminato? _________________________________________________________ _________________________________________________________ 5. Cosa deve portare ogni persona di origine ebraica sui vestiti? Perché? _______________________________________________________________________________________ __ 6. Come vivevano le famiglie al campo? _______________________________________________________________________________________ __ 7. Perché a Westerbork (campo per Ebrei considerati da “baratto”) i bambini vengono pesati una volta al mese? _______________________________________________________________________________________ __ _______________________________________________________________________________________ __ 8. Che lavoro devono fare i bambini al campo? _______________________________________________________________________________________ __ SE QUESTO È UN UOMO Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetelo ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. PRIMO LEVI 9. Dove lavora il papà di Jona prima della deportazione? Perché? _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ __ 10. Quale scena del film ti ha colpito maggiormente? _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ perchè?________________________________________________________________________________ ___ _______________________________________________________________________________________ Ricerca nella Bibbia il seguente brano Deuteronomio 6,4-9, ricopialo sul tuo quaderno, confrontalo con la poesia di Primo Levi che trovi nella pagina precedente e rispondi alle seguenti domande: 1. Cosa hanno in comune i due brani? 2. Qual è il significato di questa similitudine? Commenta per scritto sul tuo quaderno la poesia “Se Questo è un uomo” Commenta per scritto sul tuo quaderno questo brano tratto dalla prefazione del libro di Primo Levi “Se questo è un uomo”. “A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e in coordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, [...], allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo”. Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me. Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe. Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno portato via anche i nostri mantelli). Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno, e il corpo è nero di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto e persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato ... Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango ... CHAÏM Funzione Strumentale Area 4 Prof.ssa Filomena Romio