PAZ 05 - USL Valle d`Aosta
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UNITA’ SANITARIA LOCALE DELLA VALLE D’AOSTA SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE . DISPOSIZIONI PER L’ATTUAZIONE DELLE NORME A TUTELA DELLA MATERNITA’ 1. Oggetto e scopo La procedura descrive le disposizioni per l’attuazione delle norme a tutela della maternità in vigore presso l’Azienda USL Valle d’Aosta. 2. Campo di applicazione La procedura viene applicata a tutte le lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento. 3. I soggetti interessati sono: • I Direttori di U.B., di Dipartimento e di Area (in qualità di delegati dal Datore di Lavoro) • I Dirigenti delle professioni sanitarie di area ospedaliera, territoriale e della prevenzione • L’Amministrazione del personale • Il Medico Competente • Il Medico Autorizzato • Il Servizio di Prevenzione e Protezione, • L’Esperto Qualificato L’ente preposto alla vigilanza è: • La Direzione Provinciale del Lavoro. 4. Documenti Decreto Legislativo 26 marzo 2001,n.151 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’art. 15 della legge 8 marzo 2000, n53”. 5. Contenuto In relazione a quanto disposto dagli articoli 7 e 11 del D.L.gs 151/2001, le lavoratrici che nella loro attività sono esposte a radiazioni ionizzanti, a gas anestetici, a sostanze chimiche, cancerogene, mutagene e teratogene, ad agenti biologici o che svolgono lavori pericolosi e insalubri comportanti la stazione in piedi per oltre metà dell’orario di lavoro, la movimentazione manuale di carichi e il lavoro notturno, individuati nel documento di valutazione dei rischi previsto dall’art. 4 del decreto legislativo 626/94, devono essere allontanate dalla mansione a partire dall’accertamento dello stato di gravidanza e fino al settimo mese dopo il parto. Si distinguono i seguenti casi: • • TUTELA DELLA MATERNITA’ NEL PERIODO DI GRAVIDANZA . (ASTENSIONE OBBLIGATORIA E FLESSIBILITA’ DEL CONGEDO) TUTELA DELLA LAVORATRICE AL RIENTRO DAL CONGEDO PER MATERNITA’ FINO AL 7° MESE POST-PARTUM E DURANTE L’ALLATTAMENTO. TUTELA DELLA MATERNITA’ NEL PERIODO DI GRAVIDANZA Si distinguono due percorsi differenziati a seconda si tratti di: 1. GRAVIDANZA A RISCHIO 2. GRAVIDANZA FISIOLOGICA 1. GRAVIDANZA A RISCHIO: Qualora la dipendente presenti delle complicazioni durante il periodo di gravidanza può presentare alla Direzione Provinciale del Lavoro, per usufruire del congedo di maternità immediato, il certificato medico dello specialista ginecologo rilasciato su carta intestata del S.S.N. di una struttura pubblica o convenzionata con il S.S.N. comprensivo della data presunta del parto. 2. • GRAVIDANZA FISIOLOGICA: E’ fatto obbligo alla lavoratrice di segnalare lo stato di gravidanza per iscritto al Direttore della propria U.B. e al Medico Competente (o Autorizzato se esposta a R. I. e classificata di gruppo A), presso il Servizio di Prevenzione e Protezione, utilizzando il modello 1 e allegando il certificato medico dello specialista ginecologo rilasciato su carta intestata del S.S.N. di una struttura pubblica o convenzionata con il S.S.N., comprensivo della data presunta del parto. • La dipendente verrà convocata dal Medico Competente o Autorizzato che provvederà ad emettere il certificato di idoneità alla mansione specifica, con l’esclusione dalla movimentazione manuale di carichi, esposizione al rischio da radiazioni ionizzanti, gas anestetici, farmaci antiblastici e mansioni ad elevato rischio biologico, lavoro notturno e quant’altro previsto dagli articoli 7-8-11del D.L.gs 151/2001, valido fino al termine della gravidanza. Questo certificato verrà inviato, dal Servizio di Prevenzione e Protezione, agli uffici competenti che provvederanno agli atti di pertinenza; • Il direttore dell’U.B. con il Direttore di Dipartimento (per il personale laureato) e il coordinatore dell’U.B. con l’Ufficio infermieristico, tecnico, riabilitativo e ostetrico (per il personale di comparto) verificano, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione ed il Medico Competente, il possibile mantenimento della lavoratrice presso la stessa U.B. o altra dello stesso dipartimento attuando limitazioni di mansioni o cambio di attività. Nel caso non sia possibile tale ricollocazione interna, viene interessato il Direttore di Area che, attraverso l’Ufficio infermieristico, tecnico, riabilitativo e ostetrico (per il personale di comparto), o la Direzione Sanitaria aziendale (per il personale laureato) verificherà l’esistenza di attività non a rischio all’interno di altra struttura dell’Azienda. La ricollocazione viene comunicata dal Direttore di Area alla dipendente e all’Amministrazione del personale utilizzando il modello 4. • Nell’impossibilità di ricollocare la lavoratrice in attività non a rischio, verrà presentata, a cura del Servizio Prevenzione e Protezione alla Direzione Provinciale del Lavoro, la domanda di congedo di maternità anticipato per lavoro a rischio (utilizzando modello 2) con allegato il giudizio d’idoneità del medico competente e il certificato di gravidanza. PROCEDURE PER LA GESTIONE DELLA LAVORATRICE AL RIENTRO DAL CONGEDO PER MATERNITA’ FINO AL 7° MESE POST-PARTUM E DURANTE L’ALLATTAMENTO • • • Nell’assegnazione del lavoro al rientro dalla gravidanza devono essere esclusi il lavoro notturno e le reperibilità notturne fino al compimento di un anno di età del bambino (art. 53 DLgs. 151/2001). Fino all’età di tre anni del bambino, il lavoro notturno può essere svolto solo con il consenso della lavoratrice (art. 53 DLgs. 151/2001). L’orario di lavoro viene ridotto nella misura prevista dall’art. 39 del Dlgs. 151/2001 (2 ore al giorno per orari uguali o superiori a 6 ore, 1 ora al giorno per orario inferiore a 6 ore), fino al compimento di un anno di età del bambino. La riduzione è raddoppiata in caso di parti plurimi A. Alla lavoratrice che rientra dall’astensione obbligatoria o dall’astensione anticipata disposta dalla D.P.L., fino al settimo mese di età del figlio è garantita la stessa tutela prevista per il periodo di gravidanza. B. Al rientro la lavoratrice sarà pertanto sottoposta alla visita da parte del medico competente che specificherà le attività lavorative consentite. C. A tal fine la lavoratrice prenderà contatto con la segreteria del Servizio Prevenzione e Protezione almeno 15 giorni prima del rientro stesso per fissare la data della visita. D. Nell’impossibilità di collocare in questo periodo la lavoratrice in attività non a rischio, verrà presentata a cura del Servizio Prevenzione e Protezione alla Direzione Provinciale del Lavoro la domanda di prolungamento dell’astensione obbligatoria per esposizione a rischio (utilizzando il modello 3) con allegato il giudizio d’idoneità del medico competente. ALLATTAMENTO In sede di visita per la ripresa dell’attività la lavoratrice consegna al medico competente la certificazione del proprio medico che attesta l’allattamento. Fino al 7° mese di età del figlio valgono, ai sensi di legge, le limitazioni e prescrizioni in essere durante la gravidanza. Rientro dopo 7 mesi dal parto o in tempi successivi: Il medico competente, nell’espressione del giudizio di idoneità, specifica i rischi ai quali la lavoratrice in allattamento non può essere esposta. Se l’attività della lavoratrice risulta a rischio per l’allattamento la procedura da seguire è analoga a quella prevista per la gravidanza: 1. 2. Il Direttore o il coordinatore dell’U.B. verificano la possibilità di assegnare alla dipendente le mansioni non a rischio all’interno della propria U.B., avvalendosi della collaborazione del Servizio di Prevenzione e protezione e del Medico Competente. Se non vi è possibilità di collocare la lavoratrice all’interno del proprio reparto, il Direttore o il coordinatore dell’U.B. consultano il Direttore di Dipartimento o di Area proponendo il trasferimento presso altra struttura (utilizzando modello 4). FLESSIBILITA' DEL CONGEDO DI MATERNITA' IN GRAVIDANZA FISIOLOGICA. Ferma restando la durata complessiva del congedo obbligatorio, le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico Competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro, attesti che tale opzione non arreca pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro. Procedura: La lavoratrice che desideri usufruire della norma sopracitata dovrà, entro il termine del 7° mese: • fare richiesta al Medico Competente presso il Servizio Prevenzione Protezione che dovrà attestare l’opzione di posticipare di un mese il congedo di maternità • presentare, al Medico Competente un certificato del proprio ginecologo che attesti la fisiologicità della gravidanza in quel periodo (7° mese); Copia del giudizio d’idoneità rilasciato dal Medico Competente sarà inviato dalla lavoratrice all’Amministrazione del personale e il Servizio di Prevenzione e Protezione ne informerà per iscritto il Direttore di U.B. e la Direzione di area. RELAZIONE ANNUALE In occasione della riunione annuale, prevista dall’art.11 del Dlg.vo 626/94, il medico Competente relazionerà sull’andamento dei provvedimenti di tutela posti in essere nei confronti delle lavoratrici madri. ALLEGATI: Modello 1 – SEGNALAZIONE DELLO STATO DI GRAVIDANZA. Modello 2 – RICHIESTA DI ASTENSIONE ANTICIPATA. Modello 3 – RICHIESTA DI PROLUNGAMENTO DELL’ASTENSIONE OBBLIGATORIA PER ESPOSIZIONE AL RISCHIO Modello 4 – TRASFERIMENTO FINALIZZATO ALLA TUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE. Schema 1 – PERCORSI POSSIBILI IN GRAVIDANZA. Tabella 1 – ESEMPI DI ATTIVITÀ E PROCEDURE A RISCHIO ERGONOMICO CHIMICO E FISICO DA INTERDIRE ALLA LAVORATRICE IN GRAVIDANZA, PUERPERIO . Tabella 2 – ESEMPI DI ATTIVITÀ E PROCEDURE A RISCHIO DI ESPOSIZIONE BIOLOGICA DA INTERDIRE ALLA LAVORATRICE. Tabella 3 - ESEMPI DI ATTIVITÀ SENZA RISCHIO BIOLOGICO O CON RISCHIO RESIDUO BASSO. MODELLO 1 AZIENDA USL VALLE D'AOSTA UNITÉ SANITAIRE LOCALE VALLÉE D'AOSTE Aosta , lì _________________ Struttura: Servizio Prevenzione e Protezione AL DIRETTORE DELL’U.B…………………………………………… Ufficio Tel. 0165 543355 SEDE Fax 0165 543932 e-mail AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Prot. n. SEDE Oggetto: Segnalazione dello stato di gravidanza. La sottoscritta…………………………………………………………………………………… ……. Dipendente dell’USL della Valle d’Aosta con la mansione di………………………………… …….. Matricola…………………………………… COMUNICA il proprio stato di gravidanza come da certificato medico allegato e CHIEDE lo spostamento ad altra mansione non a rischio ovvero l’autorizzazione ad assentarsi anticipatamente dal lavoro, in applicazione delle disposizioni previste dal Decreto Legislativo 151/2001 FIRMA MODELLO 2 AZIENDA USL VALLE D'AOSTA UNITÉ SANITAIRE LOCALE VALLÉE D'AOSTE Aosta , lì _________________ Struttura: Servizio Prevenzione e Protezione Ufficio Tel. 0165 543355 Fax 0165 543932 e-mail Al Servizio Ispezione del Lavoro Viale dei Partigiani 18 11100 Aosta Alla Dipendente Signora ……………………… Via……………………….. Prot. n. All’U.B. Amministrazione Del Personale SEDE Oggetto: Richiesta di astensione anticipata. Ai sensi delle disposizioni legislative in materia di tutela della maternità SI DICHIARA • che la Sig.ra________________________ nata il __________ad___________________ è dipendente dell’Azienda USL Valle D’Aosta nella quale svolge la mansione di ___________________ • • • che si è provveduto alla valutazione dei rischi per la lavoratrice madre ai sensi del D. Lgs. 626/94 e del D.Lgs 645/96; che è stato rilevato un rischio per la sicurezza e la salute della suddetta lavoratrice nello svolgimento dell’attività lavorativa svolta; che non è stato possibile modificare le condizioni o l’orario di lavoro per motivi organizzativi. SI CHIEDE l’interdizione dal lavoro, non essendo possibile lo spostamento ad altra mansione non rientrante tra i lavori faticosi, pericolosi e insalubri vietati ai sensi della legge. Distinti saluti. IL DIRETTORE GENERALE Allegati: Giudizio d’idoneità alla mansione Certificato di gravidanza. MODELLO 3 AZIENDA USL VALLE D'AOSTA UNITÉ SANITAIRE LOCALE VALLÉE D'AOSTE Aosta , lì _________________ Struttura: Servizio Prevenzione e Protezione Ufficio Tel. 0165 543355 Fax 0165 543932 e-mail Al Servizio Ispezione del Lavoro Viale dei Partigiani 18 11100 Aosta Alla Dipendente Signora ……………………… Via………………………….. Prot. n. All’U.B. Amministrazione Del Personale SEDE Oggetto: Richiesta di prolungamento dell’astensione obbligatoria per esposizione al rischio. Ai sensi delle disposizioni legislative in materia di tutela della maternità SI DICHIARA • che la Sig.ra________________________ nata il __________ ad___________________ è dipendente dell’Azienda USL Valle d’Aosta nella quale svolge la mansione di __________________; • • • che si è provveduto alla valutazione dei rischi per la lavoratrice madre ai sensi del D. Lgs. 626/94 e del D.Lgs 645/96; che è stato rilevato un rischio per la sicurezza e la salute della suddetta lavoratrice nello svolgimento dell’attività lavorativa svolta; che non è stato possibile modificare le condizioni o l’orario di lavoro per motivi organizzativi. SI CHIEDE Il prolungamento dell’astensione, non essendo possibile lo spostamento ad altra mansione non rientrante tra i lavori faticosi, pericolosi e insalubri vietati ai sensi della legge. Distinti saluti. IL DIRETTORE GENERALE Allegati: Giudizio d’idoneità alla mansione Certificato di gravidanza. MODELLO 4 AZIENDA USL VALLE D'AOSTA UNITÉ SANITAIRE LOCALE VALLÉE D'AOSTE Aosta , lì _________________ Struttura: Servizio Prevenzione e Protezione Ufficio Tel. 0165 543355 Fax 0165 543932 e-mail Prot. n. Alla Dipendente Signora ………………………. Via……………………………. ALL’U.B. AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE SEDE p.c. AL MEDICO COMPETENTE c/o SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE Oggetto: Trasferimento finalizzato alla tutela della lavoratrice madre. Essendo stato rilevato un rischio nello svolgimento dell’attuale mansione si comunica che la S.V., in applicazione di quanto previsto dal Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela della maternità, a far data dal ……………………… …… è trasferita presso l’U.B…………………………… con la mansione di……………………………… della madre e del nascituro che non presenta rischi per la salute IL DIRETTORE DI AREA TABELLA 1 ESEMPI DI ATTIVITA’ E PROCEDURE A RISCHIO ERGONOMICO (POSTURE INCONGRUE), CHIMICO E FISICO DA INTERDIRE ALLA LAVORATIRCE IN GRAVIDANZA E POST-PARTUM A RISCHIO ERGONOMICO A RISCHIO CHIMICO Assistenza diretta al paziente non Lavaggio, disinfezione, sterilizzazione di autosufficiente o parzialmente autosufficiente strumenti in - igiene del paziente - sala operatoria - movimentazione del paziente - endoscopia - ambulatori chirurgici Trasporto di pazienti - in barella o letto Farmaci antiblastici - in carrozzina - preparazione e somministrazione - pulizia cappa e locale di preparazione Assistenza a domicilio Disinfezioni e disinfestazioni ambientali Fisioterapia Anatomia patologica Pulizie ambientali - colorazione e preparazione vetrini - istologia Trasporti - prelievi in sala autoptica - materiali vari economali - rifiuti Laboratorio analisi - preparazione terreni di coltura colorazioni A RISCHIO FISICO Attività comportanti esposizione a radiazioni ionizzanti - Personale classificato di categoria A e B Attività comportanti esposizione a radiazioni non ionizzanti - Personale addetto a Risonanza magnetica - Personale addetto a radarterapia e marconiterapia TABELLA 2 ESEMPI DI ATTIVITÀ E PROCEDURE A RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI DA INTERDIRE ALLA LAVORATRICE IN GRAVIDANZA E POST PARTUM - incannulamento di vie arteriose incannulamento di vie venose centrali esecuzione di prelievi arteriosi angiografia riscontri autoptici interventi chirurgici in sala operatoria assistenza in sala parto assistenza in ambulatori dentistici assistenza in Pronto Soccorso e 118 endoscopie, aspirazioni endobronchiali, intubazioni naso oro tracheali, tracheostomie, cambio di cannule tracheostomiche, punture esplorative ed evacuative prelievi o iniezioni endovenose incannulamento di vie venose periferiche lavaggio strumenti svuotamento di contenitori contenenti liquidi organici medicazioni di ferite chirurgiche, ulcere da decubito, ecc. esecuzione di esami di Laboratorio TABELLA 3 ESEMPI DI ATTIVITA’ SENZA RISCHIO BIOLOGICO O CON RISCHIO RESIDUO BASSO Si ricorda che deve essere valutato lo stato vaccinale della gravida, in particolare per la rosolia, inoltre l’attività di assistenza dovrà necessariamente essere rivolta a pazienti collaboranti o quantomeno che non possano impedire una corretta esecuzione delle procedure e che non accedano alla struttura sanitaria per patologie conclamate o sospette infettive trasmissibili per via ematica, aerea e per contatto. Inoltre la lavoratrice va comunque collocata altrove quando sono in atto episodi epidemici con la possibilità di contagio per via aerea. Attività di reparto di degenza e di day hospital ♦ coadiuvare il/la caposala nella gestione burocratico/amministrativa del reparto stesso (ad es.: provvedere alla fornitura dei materiali e loro gestione); ♦ coadiuvare nella gestione burocratico/amministrativa del paziente (ad es. registrazione dei dati del paziente sulla cartella clinica, richiesta di esami: laboratorio, radiologia); ♦ accoglimento pazienti ♦ esecuzione di procedure sanitarie di assistenza non invasive (ad es.: esecuzione ECG, uso di termometro, di sfigmomanometro, terapia orale); ♦ terapie iniettive con siringhe di sicurezza su pazienti collaboranti (escluso malattie infettive) ♦ distribuzione dei pasti ai pazienti ♦ rifacimento di letti vuoti (escluso movimentazione materassi) o di pazienti autosufficienti e collaboranti ♦ ripristino e pulizia comodini ♦ riordino biancheria pulita ♦ ritiro cartelle cliniche e referti di esami ♦ consegne e richieste per la Farmacia, ritiro farmaci (esclusi antiblastici) Attività ambulatoriale distrettuale ♦ gestione burocratico/amministrativa dell’utente (registrazione dei dati, richiesta di esami ecc.) ♦ possibile assistenza al medico specialista (eccetto reparti infettivi e tisiatria) con esclusione di procedure a rischio di esposizione biologica ♦ esecuzione di procedure sanitarie non invasive (esempio: ECG, uso termometro, sfigmomanometro). Attività territoriale (ADI) • coadiuvare il/la caposala nella gestione burocratico/amministrativa dell’attività esterna (ad es.: provvedere alla fornitura dei materiali e loro gestione; organizzazione dell’attività dei colleghi, programmazione ..) ♦ coadiuvare nella gestione burocratico/amministrativa del paziente (esempio: registrazione dei dati del paziente sulla cartella clinica, richiesta di esami: laboratorio, radiologia). Attività amministrative • in attività con utilizzo di videoterminale aumentare la frequenza delle pause per evitare disturbi del rachide dorso-lombare. ALLEGATO TECNICO RISCHI PER LA GRAVIDANZA ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE SANITARIE Per quanto riguarda il problema all’interno delle Strutture Sanitarie, si può ritenere che vadano considerati incompatibili con lo stato di gravidanza i seguenti rischi: a) Movimentazione Manuale Carichi (MMC) – sollevamento, trasporto e spinta - di grado medioelevato ed in particolare la movimentazione manuale di pazienti non autosufficienti (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto); b) Lavori che comportano uno stazionamento in piedi per più di metà dell’orario di lavoro, che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante o ergonomicamente incongrua per lo stato di gravidanza; ad es. assistenza ai malati in tutti i reparti di degenza, attività di sala operatoria, posizione obbligata a sedere per tutto il turno di lavoro (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto); c) Lavori di assistenza e di cura degli infermi nei reparti per malattie nervose e mentali: ad es. reparti di psichiatria, neuropsichiatria infantile e SERT (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto); d) Rischio Biologico: lavori con rischio medio o elevato di esposizione ad agenti biologici potenzialmente infettivi (gruppi di rischio da 2 a 4 di cui art. 75 D.Lgs. 626/94), nella misura in cui sia noto che tali agenti, o le terapie che essi rendono necessarie, mettono in pericolo la salute delle gestanti e/o del nascituro. (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto) (esempi indicativi sono: reparti di malattie infettive, pneumologia, laboratori di microbiologia, centri prelievi e centri trasfusionali, pronto soccorso, pediatria, anatomia patologica, reparti dialisi, sale operatorie e degenze chirurgiche) e) Rischio Chimico: lavori con esposizione agli agenti chimici. Per l’estrema molteplicità e variabilità degli agenti chimici presenti nel comparto sanitario è necessario di volta in volta valutare la pericolosità per la gravidanza dell’esposizione ai singoli prodotti. Sono in particolare da considerare (a meno che non si tratti di rischio definito moderato): lavori con esposizione a sostanze e preparati classificati tossici (T), molto tossici (T+), corrosivi (C), esplosivi (E), nocivi (Xn) o estremamente infiammabili (F+): Sono da considerare comunque attività a rischio non moderato le attività con esposizione a sostanze e preparati classificati e comportanti uno o più rischi descritti dalle seguenti frasi: - pericolo di effetti irreversibili molto gravi (R39); - possibilità di effetti irreversibili (R40); - può provocare sensibilizzazione mediante inalazione (R42); - può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle (R43); - può provocare il cancro (R45) - può provocare alterazioni genetiche ereditarie (R46); - pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata (R48); - può provocare il cancro per inalazione (R49); - può danneggiare i bambini non ancora nati (R61); - lavori con manipolazione di chemioterapici antiblastici, antivirali e antimitotici; - lavori con esposizione a gas anestetici; Esempi di lavorazioni che possono essere interessate dal rischio chimico sono: laboratori, oncologie, anatomia patologica, endoscopie, sale operatorie. f) Rischi Fisici - lavori che comportano l’esposizione diretta o riflessa alle radiazioni ionizzanti (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto) e; ad es, radioterapie, medicine nucleari, attività interventistiche con apparecchiature a raggi X; - lavori che comportano l’esposizione diretta alle radiazioni non ionizzanti; ad es. fisioterapie con apparecchiature laser, marconiterapia, radarterapia, RMN (fino al termine del congedo di maternità); - lavori che comportino colpi o vibrazioni meccaniche (fino al termine del congedo di maternità); - lavori che comportino esposizione a rumore (valori di Lepd superiori a 80 dBA); ad es. nelle centrali termiche (fino al termine del congedo di maternità); - lavori che comportino esposizione ad elevate temperature e sbalzi termici: ad es. nelle cucine; lavori in atmosfera a pressione superiore a quella naturale; es. camera iperbarica (fino al termine del congedo di maternità). g) E’ vietato il lavoro notturno e la reperibilità (dalle ore 24 alle 6), dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino, mentre è facoltativo per la lavoratrice madre fino all’età di tre anni del bambino, ex art. 53 Dlgs. 151/2001; h) Lavori legati a stress: ad es. situazioni lavorative che espongono a fatica mentale e fisica elevate o ad elevato stress emotivo (durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto): es. il lavoro solitario, reparti di rianimazione, pronto soccorso, SERT, oncologie. i) Condotta e altre mansioni a bordo di mezzi di trasporto (auto, pulmini, furgoni, elicotteri): ad esempio: servizio trasporto malati, servizio trasporto documenti e materiali (fino al termine del congedo di maternità).