l`altro - Cinema Teatro Astra
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l`altro - Cinema Teatro Astra
Stagione presenta 2009 2010 l’altro inema C via Roma 3/B S. Giov. Lupatoto (VR) tel/fax 045 925 08 25 www.cinemateatroastra.it cineforum Anno XVIII I FILM VISTI: 1 Gran Torino • 2 Diverso da chi? • 3 State of play • 4 Questione di cuore • 5 Coco Avant Chanel • 6 I Love Radio Rock • 7 La custode di mia sorella • 8 Basta che funzioni • 9 Il grande sogno • 10 Baarìa Gennaio 2010 lun 11 ore 20.45 mar 12 ore 21.00 merc 13 ore 21.15 Regia Pedro Almodóvar ~ Interpreti Penelope Cruz, Lluís Homar, Blanca Portillo, José Luis Gómez, Rubén Ochandiano, Tamar Novas, Marta Aledo, Agustin Almodóvar, Enrique Aparicio, Yuyi Beringola, Javier Coll, Juan Bautista Cucarella, Sabine Daigeler, Sergio Díaz, Lola Dueñas ~ Anno Spagna 2009 ~ Genere Drammatico ~ Durata 129’ Gli abbracci spezzati 11 M ateo Blanco è stato un regista. Oggi non lo è più. È un non vedente che ha deciso di tagliare i ponti con il passato cambiando anche nome. Ora firma romanzi, soggetti e sceneggiature con lo pseudonimo Harry Caine. È ancora un uomo affascinante che ha deciso di prendere dalla vita quello che gli può ancora dare ma, al contempo, che sa di avere un grande bisogno dell’assistenza della produttrice Judit e di suo figlio Diego. La donna conosce perfettamente il tragico triangolo che ha visto coinvolto Mateo, il ricco Ernesto Martel e l’affascinante Lena. Harry deciderà di narrarlo anche a Diego. Pedro Almodóvar può essere definito il Giano Bifronte del cinema contemporaneo. Come l’antica divinità ha uno sguardo che si volge al passato e uno indirizzato al presente e al futuro. Alternativamente, e secondo modalità che verrebbe da definire programmatiche, ce ne presenta ora l’uno ora l’altro. Se in Volver l’occhio era rivolto a un presente di passioni e di sentimenti che si volgevano verso un passato individuale che ne innervava l’essenza, in Gli abbracci spezzati lo sguardo è rivolto rigorosamente all’indietro, verso il cinema e il piacere della costruzione narrativa tanto inattaccabile quando fredda. Tutto è magistrale nel suo cinema e quindi anche qui. La cecità come condizione esistenziale in cui l’immagine si fa ricordo, il cinema classico che finisce con l’ispirare addirittura il titolo del film (la sequenza del ritrovamento dei due cadaveri colti abbracciati dalla lava in Viaggio in Italia di Rossellini), il cinema che narra il farsi del cinema nello stesso momento in cui mette in gioco un artificio narrativo tanto palese da dover essere denunciato. Tutto ciò e molto altro è presente nel film del regista mancheco che sfoggia come sempre rigore stilistico e cinefilico. Ma la sua grandezza si esalta maggiormente quando, sulle orme del suo conterraneo letterario, combatte, vincendo, con i mulini a vento che agitano il cuore dell’essere umano. Giancarlo Zappoli - MyMovies.it C ostruito come un gioco di scatole cinesi dove il doppio binario temporale - una storia che si svolge oggi e una 14 anni fa - si riverbera e si scompone in personaggi che hanno una vita e due nomi (come il protagonista, che si chiama Mateo Blanco quando fa il regista e poi diventa Harry Caine quando la cecità lo co- stringe a trasformarsi in sceneggiatore), oppure lo stesso nome ma due vite diverse (come il dispotico padre Ernesto che cerca di plagiare il complessato e remissivo figlio Ernesto), o ancora una vita prima e una dopo l’evento che ne cambierà il destino (come per la bellissima Lena, prima segretaria e poi aspirante attrice, prima mantenuta e poi amante), il film di Almodóvar è una disperata riflessione sul cinema, sulle responsabilità di chi lo fa e, per estensione, su quello che l’occhio umano Quanto dolore se la vita è un film. può e vuole vedere. Disperata perché, nonostante il piacere che spesso le storie possono offrire, e che l’ultimo film (nel film) diretto da Mateo Blanco cercava di trasmettere al pubblico, proprio quel piacere può essere causa di dolore. Oppure, può costare molto dolore a un regista per portarlo a termine. Da un pò di tempo a questa parte Almodóvar sembra aver messo da parte il piacere di raccontare storie immaginifiche e colorate per addentrarsi in una riflessione sul proprio mestiere oppure sul materiale dei suoi sogni, (...) che con Los abrazos rotos tocca il suo culmine, per interrogarsi su cosa davvero possono dire le immagini (...). Anche se è curioso, che in questo film generoso e complesso, il regista spagnolo abbia così tanto bisogno di rivolgersi alla parola (è forse uno dei suoi film più dialogati) per spiegare allo spettatore il senso delle immagini. Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera Confezioni personalizzate Oggettistica Complementi d’arredo MATRIMONIO BATTESIMO COMUNIONE CRESIMA LAUREA ANNIVERSARIO Piazza Umberto I, 127 San Giovanni Lupatoto (VR) tel. 0458753610 - fax 0458775142 www.nelmiocielo.it - [email protected] Gennaio 2010 lun 18 ore 20.45 mar 19 ore 21.00 merc 20 ore 21.15 Regia Nora Ephron ~ Interpreti Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris Messina, Linda Emond, Mary Lynn Rajskub, Jane Lynch, Frances Sternhagen, Helen Carey Anno USA 2009 ~ Genere Commedia ~ Durata 123’ 12 Julie & Julia J ulia Child si è appena trasferita a Parigi per seguire il marito addetto culturale dell’ambasciata americana. Nella nuova città è ammaliata dalla cucina francese e per combattere la noia inizia un corso professionale per diventare cuoca. La passione la travolgerà, tanto da scrivere un libro che, dopo le tortuose vicende per pubblicarlo, diventerà la Bibbia per qualsiasi americano che voglia imparare a cucinare. Tutt’oggi la Child è una leggenda negli Stati Uniti. Nel 2002, Julie Powell si è appena trasferita nel Queens, sopra una pizzeria. All’università era tra le più promettenti ma la sua vita, alla soglia dei 30 anni, è in un limbo da quando ha rinunciato a completare il suo romanzo. Riuscirà a trovare un senso alla sua esistenza grazie al libro di Julia Child, aprirà un blog e racconterà la sua sfida: completare le 524 ricette della sua eroina in 365 giorni. Ha fortissimi toni femminili Julie & Julia. Nora Ephron lo ha tratto dal libro autobiografico della Powell, facendone un film che segue in parallelo le esistenze di due personaggi che, benché siano separati da 50 anni, hanno moltissimi punti di contatto. Ne esce fuori una commedia dai tempi comici perfetti, sostenuta da due interpretazioni sontuose: la Streep ormai non sorprende più, se non fosse per l’accento straordinariamente divertente, il francese incerto e una verve ironica che rappresenta la novità assoluta della stagione. Mentre Meryl ha un personaggio senza lati oscuri e forse fin troppo solare, alla Adams è affidata Julia Powell, una donna del nostro tempo, con tutti i dubbi, le paure e l’esigenza di esprimersi. Se la Street/Child è semplicemente innamorata del cibo e piano piano si immerge con la sua energia in questa nuova missione, la Adams/Powell cerca e trova nelle ricette di mezzo seco- lo prima il nutrimento adatto per il suo animo insoddisfatto. Il risultato finale è un piatto in cui non tutti gli ingredienti sono nella giusta proporzione ma dal sapore godibilissimo. Stefano Cocci - MyMovies.it N el dopoguerra, l’allampanata e stridula Julia Child (ruolo ostico, anche fisicamente) lasciò il Massachusetts per Parigi, innamorata del marito diplomatico – e ben presto – del burro per rosolare. Nora Ephron ne racconta i golosi, ma travagliati, anni di formazione come cuoca, prima della pubblicazione della sua acclamata Bibbia della cucina francese e del trionfo in tv negli States (godetevi l’originale e l’imitazione di Dan Ackroyd). Gare di cipolle tritate, frittate ribaltate ad arte, un pestello come regalo di San Valentino, perle al collo e nel forno. Tutto replicato, nella storia parallela, da un’insoddisfatta mogliettina di New York che lavora in un call center per le vittime dell’11 settembre: 542 ricette realizzate in un anno e raccontate in un blog di successo (e poco importa se a noi lasagnofili quella Streep e Adams sontuose interpreti di ricette che salvano la vita. per creme e anatre sembri dedizione sprecata). La regista di “Insonnia d’amore” e “C’è post@ per te” sa miscelare gli ingredienti: lettere, cartoline, salti temporali paralleli, siparietti culinari, frustrazione (sul pavimento, tra avanzi di ripieno) e commozione (anche col primo piano di un’aragosta). Nella sofisticata commedia biografica, Amy Adams è molto graziosa ai fornelli. Per Meryl Streep, chi scrive ha esaurito gli aggettivi. Se la degusta in ginocchio. Alessio Guzzano - City BANCHETTI CERIMONIE MEETING Produzione propria, Specialità dolci e salate, Torte nuziali e rinfreschi Viale Olimpia, 6 - tel. 045 545771 San Giovanni Lupatoto (VR) Via Isolella 7A - Asparetto di Cerea (VR) Tel. - Fax +39 0442 83795 www.villaormaneto.com Gennaio 2010 lun 25 ore 20.45 mar 26 ore 21.00 merc 27 ore 21.15 Regia Michael Mann ~ Interpreti Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup, Stephen Dorff, Stephen Lang, Channing Tatum, Leelee Sobieski, Emilie de Ravin, Giovanni Ribisi, David Wenham, Rory Cochrane, Lili Taylor, Carey Mulligan, John Ortiz, James Russo, Christian Stolte, Jason Clarke, John Judd, Michael Vieau, Wesley Walker, Branka Katic ~ Anno USA 2009 ~ Genere Drammatico ~ Durata 143’ 13 Nemico Pubblico C i sono sinceri appassionati di cinema che non vanno a vedere seguiti e remake, o comunque film che riciclano personaggi già visti sugli schermi. Seguendo questo ragionamento, non si dovrebbe leggere l’Odissea perché è il seguito dell’Iliade. Non tutti i registi contemporanei sono all’altezza di Omero, ma a volte l’eterno ritorno sui luoghi (narrativi) del delitto ha un suo perché. A proposito di delitti, la morte di John Dillinger, il nemico pubblico n.1 nell’America degli anni ’30, è talmente epica che ogni regista americano sogna, prima o poi, di metterla in scena. Dillinger era latitante, come era quasi sempre stato nella sua turbolenta vita di rapinatore di banche. Ma non si negava i piaceri della vita: cene di lusso, belle donne, di tanto in tanto un film. Quella calda sera del 22 luglio 1934 andò al Biograph di Chicago per vedere Manhattan Melodrama, un film di gangster nel quale Clark Gable e William Powell interpretavano due amici d’infanzia che, da adulti, si trovavano su fronti opposti: il primo fuorilegge, il secondo uomo d’ordine. Pare che Gable, nel disegnare il suo personaggio, si fosse ispirato proprio a Dillinger: i due un po’ si assomigliavano, se non altro per i baffetti da sparviero. Lo accompagnavano due donne: una era la sua «amica» Anna Sage, tenutaria di bordelli di origine romena che era sotto ricatto da parte dell’Fbi. O ci dai Dillinger o torni in Romania, era stata la «proposta» di Hoover: gli extra-comunitari non sono stati inventati dalla Lega. Quella sera Anna fece sapere che avrebbe indossato un vestito rosso (o arancione, secondo altre fonti) per permettere agli agenti di individuare lei e Dillinger. Da allora fu chiamata «the lady in red», la signora in rosso: simbolo di tradimento. Gli agenti dell’Fbi che avevano circondato il cinema spararono a Dillinger all’uscita, alle spalle. Il gangster rimase morto sul selciato e prima che l’Fbi potesse sigillare la scena del crimine, diversi passanti riuscirono a inzuppare i loro fazzoletti nel suo sangue. Questa storia, compreso il dettaglio dei fazzoletti (che nel film di Michael Mann non c’è) è brillantemente raccontata nel libro Nemico pubblico di Bryan Burrough (Sperling & Kupfer) al quale il film si ispira. È un libro di storia, non un romanzo: racconta la nascita dell’Fbi sullo sfondo della Depressione, per dare la caccia a fuorilegge famosi come Baby Face Nelson, Pretty Boy Floyd, il clan dei Barker, Bonnie & Clyde. Il film di Mann si apre proprio con la morte di Pretty Boy Floyd (poi cantato da Woody Guthrie), abbattuto con una fucilata alla schiena mentre fugge attraverso i campi; e si chiude con l’«esecuzione» di Dillinger, eliminato da un commando che non aveva la minima intenzione di tentare di arrestarlo. Il sospetto è che Michael Mann abbia deciso di tornare su Dillinger per girare questi due omicidi di Stato. E per raccontarci un’America anni ’30 in cui la legalità è altamente opinabile, e l’Fbi viene inventata per motivi politici e propagandistici (i rapinatori di banche erano infinitamente meno pericolosi dei mafiosi, ma l’Fbi diede la caccia solo ai primi, spesso alleandosi con i secondi). Mann è un cineasta radicale che da giovane ha lavorato molto in Inghilterra perché negli Usa, per lui, tirava un’ariaccia: pur essendo un ebreo bianco, le sue simpatie per le Black Panthers lo avevano messo nei guai. Poi, è anche un grande stilista, e Nemico pubblico è un Dillinger, il kolossal della Depressione. clamoroso esercizio di stile, né più né meno di Collateral o Miami Vice: lo straordinario realismo delle sparatorie si sovrappone all’uso straniante della colonna sonora quasi rock, e nel finale il suddetto gangstermovie con Gable e Powell diventa un controcanto ironico alla fine di Dillinger, un po’ come il numero di tiptap in Cotton Club di Coppola. Johnny Depp, bravo come sempre, sfida il mito di Gable: ed è forse l’unico attore vivente a poterci provare. Alberto Crespi - L’Unità Via F. Garofoli, 1 tel. 045 8753435 fax 045 547878 San Giovanni Lupatoto (Verona) Presentando la tessera del Cineforum sconto del 10% Via Garofoli, 157 - Info line 045 545316 S. Giovanni Lupatoto - Verona - Chiuso lunedì Febbraio 2010 lun 1 ore 20.45 mar 2 ore 21.00 merc 3 ore 21.15 Regia Luca Lucini ~ Interpreti Luca Argentero, Moran Atias, Michele Placido, Dario Bandiera, Isabella Ragonese, Gabriella Pession, Francesco Montanari, Filippo Nigro, Carolina Crescentini, Lunetta Savino, Renato Pozzetto, Hassan Shapi ~ Anno Italia 2009 ~ Genere Commedia 14 Oggi Sposi N el medesimo periodo e nella medesima città quattro coppie si devono sposare. Ci sono gli squattrinati che per non rivelare la loro indigenza ai parenti meridionali imbucheranno settantadue invitati al gigantesco e coattissimo matrimonio tra il mago della finanza (con annessi impicci mafiosi) e la giovane stellina televisiva e c’è la coppia multietnica composta dalla figlia dell’ambasciatore indiano e il pugliese di origini contadine che lavora nel commissariato in cui un PM tutto casa e lavoro si innamora della giovane promessa sposa di suo padre. Oggi sposi non va liquidato come l’ennesima commedia a sfondo matrimoniale e non va nemmeno considerato un prodotto mediocre del nostro cinema simile a tanta commedia sentimentale ma un ottimo prodotto medio di quelli che andrebbero imitati, replicati e fatti girare. Il nuovo film di Luca Lucini è infatti uno splendido esempio di quel cinema industriale che non riusciamo ad avere, un film che si appoggia a tutti gli elementi più in voga (dal sentimentalismo comico sempre buono al trend bollywoodiano fino al fenomeno Argentero) orchestrandoli in un racconto non solo estremamente divertente ma anche raccontato e soprattutto diretto con una bravura eccezionale. Oggi sposi non è per nulla cinema autoriale ma fieramente commerciale capace di offrire al grande pubblico un prodotto d’intrattenimento di vera qualità, ce ne fossero di film così! A scrivere ci sono, oltre a Fabio Bonifacci, anche Fausto Brizzi e Marco Martani (premiata ditta già responsabile di buoni exploit) mentre a recitare un cast di attori di primo piano e grandi caratteristi per i ruoli secondari. Su tutti però regna Luca Lucini, il più grande (anche perché purtroppo l’unico) mestierante del cinema italiano. L’unico che vuole lavorare con sceneggiature altrui, l’unico che non aspira ad essere autore, l’unico ad avere un’idea di cinema come arte commerciale del racconto e l’unico infine a pensare i suoi film come prodotti internazionali. A differenza di tanti registucoli che fanno commedia in Italia Lucini si occupa davvero di "mettere in scena", non punta l’obiettivo verso chi parla ma cerca di trasportare la parola scritta in immagini, suoni e musica senza timore di tradire la tradizione italiana alla ricerca di una visione personale. Usa con sapienza tutti gli strumenti del cinema per mettere in scena una perfezione formale fatta di ambienti luminosi, personaggi leccati, colori splendenti e città immacolate, alla quale corrisponde sempre la vittoria dell’individualismo di uomini e donne che dietro i buoni sentimenti nascondono l’ansia di prevaricare e il gusto di ingannare gli altri per affermare se stessi. Gabriele Niola - MyMovies.it Q uattro matrimoni e... tante risate. Nel gioco delle coppie ideato da Fausto Brizzi e Marco Martani, portato sullo schermo da Luca Lucini, c’è chi decide di convolare a nozze per opportunità (la starlette e l’imprenditore burino, Pession e Montanari), chi prova a riciclare di tutto e di più pur di invitare i numerosi parenti del sud (la cameriera e l’aiuto cuoco precari, con bebé in arrivo, Ragonese e Bandiera), chi deve far fronte ad abissali differenze di rango e provenienza (il poliziotto pugliese e la figlia di un ambasciatore indiano, Argentero e Atias), provando a metter d’accordo i rispettivi genitori (Michele Placido sul fronte pugliese, Hassani Shapi su quello indiano), chi - bella e giovane (Carolina Crescentini) - deve convincere della propria buona fede il figlio magistrato, zelante e sfigato (Filippo Nigro), su quali siano le reali ragioni che la porteranno in sposa del di lui padre ricco e settantenne (Renato Pozzetto). Alla fine, neanche a dirlo, le carte in tavola non saranno più le stesse... (...) Luca Lucini conferma con Oggi sposi quanto di buono è andato dimostrando Commedia fieramente commerciale di puro intrattenimento di qualità. film dopo film, affrancandosi decisamente dal Moccia style degli esordi per trasformarsi, poco a poco, in ottimo artigiano della nuova commedia all’italiana. Il cinematografo.it Cucine, soggiorni, camerette, salotti, armadi, arredobagno, complementi. Via Palazzina, 135 tel. 045 8266122 - fax 045 8265922 Palazzina - Verona SAN GIOVANNI LUPATOTO S. S. VERONA-LEGNAGO ))) Alma realizzazioni grafiche ((( NEL CENTRO COMMERCIALE www.alma-it.net Durata 118’