n.8 - Schneider Electric
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n.8 - Schneider Electric
DOSSIER PER L’INNOVAZIONE INDUSTRIALE n.8 ottobre 08 Periodico di informazione tecnica: Dossier Automazione e Controllo Gamma OsiSense Raddoppia la convenienza nel rilevamento Basic+ e Optimum Sono la soluzione ideale per tutte quelle applicazioni di base e ripetitive. Nessun compromesso tra prezzo e prestazioni. Sensori induttivi Basic+ Doppia distanza di lavoro da 2 a 15 mm frequenza di lavoro 3000Hz. Grado di protezione IP67. Offerta completa dal diametro 6,5 fino al 30 mm. Uscita cavo connettore. Fotocellule Optimum Custodia in plastica m 18. Distanza di lavoro da 0,1 fino a 20 m. Uscita cavo connettore. Luce a infrarosso. Grado di protezione IP67. Ottica assiale o laterale 90°. Globali Tutti i prodotti sono marcati CE, UL e CSA. Grazie alla presenza capillare di Schneider Electric sono reperibili in tutto il mondo. Per saperne di più manda una mail a [email protected] citando in oggetto DOS-RIL Soluzioni per il bordo macchina www.schneiderelectric.it Automazione ed efficienza energetica Il risparmio energetico rappresenta un problema di crescente importanza anche nel mondo industriale, così come lo è ormai per ciascuno di noi nella vita quotidiana. Già 30 anni fa, il presidente americano Jimmy Carter dichiarò che l'indipendenza energetica degli Stati Uniti rappresentava una questione fondamentale, che richiedeva l'impegno di ogni singolo cittadino. Da allora la percezione che “si debba fare qualcosa” è diventata sempre più pervasiva. Da una parte hanno contribuito le campagne di stampa e gli incentivi statali (per esempio, quelli sulla rottamazione delle vecchie automobili), dall'altra i costi crescenti dell'energia che dobbiamo affrontare quando riceviamo una bolletta elettrica o del gas o quando facciamo il pieno. IN QUESTO NUMERO: In campo industriale, l'automazione può offrire un contributo determinante per il contenimento dei consumi, sia in modo diretto che in modo indiretto. Il modo diretto si esplicita attraverso tecnologie sempre più efficienti e parsimoniose. L'uso dell'elettronica negli apparati di controllo ha permesso di compiere un passo avanti fondamentale in questo senso, mettendo a disposizione componenti e sistemi che assorbono una frazione dell'energia richiesta dai loro equivalenti elettromeccanici. Un PLC o un inverter, per esempio, richiede oggi pochi watt, mentre con un vecchio quadro a relè si poteva riscaldare un appartamento. Il motivo risiede nel fatto che un'apparecchiatura basata su componenti CMOS (oggi utilizzati nella maggior parte dei casi) dissipa potenza solo in fase di commutazione, mentre a riposo ha un consumo pressoché nullo. E l'evoluzione non è finita. L'adozione delle tecnologie elettroniche a 40 micron permetterà di ridurre ulteriormente i consumi, portandoli ai livelli a cui ci hanno ormai abituati i lettori mp3, i cellulari e i navigatori. Ma l'automazione può contribuire al contenimento dei consumi anche in un modo più intelligente, quello indiretto. Ciò significa che, utilizzando PLC, PC industriali, servoazionamenti, ecc. possiamo gestire un impianto industriale in modo più efficiente, per esempio mettendo in standby le parti d'impianto che in un certo momento non devono lavorare, parzializzando l'assorbimento di energia o semplicemente programmando gli orari di funzionamento in modo da sfruttare i periodi nei quali l'energia costa meno. Un esempio concreto ci viene proposto dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata, con sede a Foggia, che ha realizzato un'applicazione descritta nelle pagine di questa rivista. Il concetto è semplice: grazie alla possibilità di programmare l’avvio di un grande impianto di irrigazione, tarandolo al funzionamento notturno, l’acqua viene erogata quando l’evaporazione è notevolmente ridotta. Inoltre, nelle ore notturne il costo dell’energia elettrica è minore. Grazie ad un contratto “picco e fuori picco”, il costo dell’energia riconosciuto al gestore nelle ore notturne è quasi la metà di quello delle ore diurne. Ai sensi del D. lgs. N.196/03 sulla privacy, potete richiedere l’eventuale cancellazione dall’indirizzario di spedizione di Dossier inviando una e-mail al seguente indirizzo: [email protected] Dossier Automazione e Controllo SOLUZIONI PER L’INNOVAZIONE INDUSTRIALE Schneider Electric S.p.A. Via Circonvallazione Est, 1 24040 Stezzano (BG) Tariffa pagata P.D.I. Aut. nr. DC/DC/TO/PDI/0294/2002 valido dal 02/01/2002 Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 3292 del 4/5/1983 Direttore responsabile: Aldo Colombi Redazione: Via Circonvallazione Est, 1 24040 Stezzano (BG) Tel. 0354151111 Progetto grafico: Creativa s.r.l. - Torino Stampa: Garabello Arte Grafica San Mauro (TO) 3 EDITORIALE Automazione ed efficienza energetica 4 SOLUZIONI - per la produzione di imballaggi - per il confezionamento - per il settore alimentare - per il sollevamento dell'acqua 19 L'ESPERTO RISPONDE Le normative riguardanti i quadri di automazione industriale 22 NOVITÀ - HMI: evoluzione Magelis con rinnovo Ipc - Basic +, la serie di sensori di prossimità induttivi - Contatti a molla Harmony 25 SPECIALE Variatori di velocità ATV 31/71 specifici per Lift 27 EVENTI Fiera Lift 2008 Volete essere sempre aggiornati sulle novità, corsi e seminari Schneider Electric? Registratevi alla nostra newsletter, cliccando su www.schneiderelectric.it PER LA PRODUZIONE DI IMBALLAGGI Un sacchetto qualcosa di speciale Nasce dal desiderio di rompere gli schemi tradizionali un'innovativa macchina in grado di sfruttare il motion control per realizzare sacchetti ad alta velocità. Di Massimiliano Cassinelli, su gentile concessione della rivista Automazione Industriale - ed. Il Sole 24Ore Business Media. 4 Semplicità e potenza Nasce Parsifal, la macchina in grado di produrre sacchetti, di qualunque dimensione, partendo dai più diffusi materiali oggi presenti sul mercato. Una soluzione che, come ricorda il nome riferito al cavaliere della Tavola Rotonda capace di ritrovare il Graal, ha risposto alle esigenze di mercato alla ricerca di un’autentica svolta . “Essendo un'azienda nuova nel mercato delle apparecchiature per la produzione di sacchetti", spiega il titolare, Luigi Matta "per essere competitivi dovevamo realizzare una macchina caratterizzata da bassi costi iniziali e limitati consumi energetici, ma che, al contempo, garantisse velocità e flessibilità. Questo perché, a differenza di quanto accadeva in passato, oggi i clienti chiedono lotti di produzione sempre più ridotti, con dimensioni sempre diverse e con l'esigenza, tassativa, di produrre praticamente just-in-time”. Tutte caratteristiche che non potevano essere soddisfatte dalle tecnologie tradizionali, ma che necessitavano di soluzioni davvero innovative. Per questa ragione, accanto ad una meccanica per molti versi assodata, Emiliano Matta, l’altro titolare, ha cercato sul mercato le soluzioni elettroniche che assicurassero il livello di automazione necessario per soddisfare un mercato “ povero”, ma molto esigente. Il primo prototipo realizzato, basato su motori sincroni, era infatti caratterizzato da un'eccessiva approssimazione, che lo rendeva inadeguato alle esigenze del settore. Una simile macchina, sostanzialmente, non deve far altro che prendere i due lembi del materiale ed unirli per formare una sorta di lungo tubo, che verrà poi saldato trasversalmente per ottenere i sacchetti della lunghezza adeguata. Un compito relativamente semplice a parole, ma che impone un'elevata precisione soprattutto quando si opera ad elevata velocità, con picchi di produzione che possono superare le 27mila buste in plastica all’ora. Per tale ragione, durante le fasi di progettazione e ricerca dei componenti adeguati, la Offmar ha stretto un accordo di collaborazione con Schneider Electric, che stava per proporre sul mercato l’innovativo sistema di motion control Lexium Controller, una piattaforma ingegnerizzata appositamente per massimizzare la velocità di posizionamento, la precisione delle lavorazioni e la rapidità nei cambi formato. Il Partner OFFMAR "Fare qualcosa di nuovo". È quasi un'ossessione per Luigi Matta, contitolare, con il fratello Emiliano, della Offmar srl. L'azienda di Arignano, alle porte di Torino, realizza infatti soluzioni ad hoc per tutte le esigenze di produzione. Un obiettivo ed una passione che hanno portato Offmar, in oltre trent'anni di storia, a proporre soluzioni mai banali, attente alle piú importanti innovazioni del settore. Così, dopo aver conquistato il mercato con una serie di macchine specializzate nella produzione di buste, due anni fa gli stessi Matta si sono posti l'obiettivo di imprimere un'ulteriore svolta alla propria azienda. Il mercato in cui operare, ovviamente, rimaneva quello del converting, in cui Offmar aveva maturato una notevole esperienza e la credibilità necessaria per proporre una soluzione davvero innovativa. Per questa ragione, partendo da un autentico "foglio bianco", l'idea é stata quella di creare una macchina in grado di ottimizzare la produzione di imballaggi a basso costo, ma con un'elevata efficienza produttiva. "In questo settore", spiega Luigi, "il mer- PRODUZIONE DI IMBALLAGGI cato era monopolizzato da poche aziende che proponevano soluzioni basate su tecnologie ormai superate e, per questa ragione, poco efficienti. Noi pensavamo invece ad una soluzione unica in grado di realizzare fogli, coperture, sacchetti e buste di film a bolle d'aria foam." Per conquistare rapidamente quote di mercato, inoltre, era necessario proporre una macchina flessibile ed efficiente, in grado di sfruttare le piú moderne tecnologie di automazione. 5 Parsifal, cavaliere all’avanguardia “Sin dall'inizio”, spiega Emiliano, “Lexium Controller ci ha colpiti per la sua portata innovativa, con caratteristiche uniche sul mercato. Offre infatti funzioni di sincronizzazione, con la capacità di gestire sino ad otto assi, che vanno addirittura oltre le nostre esigenze di controllo”. Accanto alle potenzialità di un simile sistema, però, Emiliano ha apprezzato soprattutto la semplicità di programmazione. Lexium Controller accetta infatti l'ambiente di sviluppo CoDeSys, con la possibilità di scrivere il codice con qualunque linguaggio, oltre alla disponibilità di un'ampia libreria dalla quale attingere per le funzionalità più comuni. Tutte queste particolarità si rivelaLexium Controller no fondamentali per ridurre il tempo necessario alla programmazione della macchina e, di conseguenza, consentono di diminuire i costi di sviluppo, con evidenti vantaggi sul prezzo finale. Parsifal, malgrado l’elevato contenuto tecnologico, viene infatti proposta ad un prezzo inferiore del 10% rispetto alle soluzioni tradizionali delle macchine concorrenti. “Ovviamente”, riprende Emiliano, "alcuni passaggi, come la realizzazione dei profili di camma elettronica, hanno comportato un elevato livello di difficoltà, ma abbiamo potuto sfruttare il supporto del servizio di assistenza tecnica di Schneider Electric. Una caratteristica che si aggiunge all’ottima referenza di un simile marchio sui mercati internazionali e all’assistenza capillare in qualunque paese.” Saldatura al volo Parlando di un semplice sacchetto in plastica o in polietilene, potrebbe apparire eccessivo prestare così tanta attenzione agli aspetti tecnologici. Non possiamo però dimenticare che, con produzioni di oltre 6 La soluzione 20mila pezzi all’ora, come nel caso di Parsifal, anche differenze apparentemente minime possono fare la differenza. E la differenza è stata resa possibile proprio dal siste- L'ampio impiego dell'elettronica, interamente firmata da Schneider Electric, permette inoltre di ottimizzare i tempi di cambio formato. Una caratteristica sempre piú apprezzata in un mercato in cui ogni cliente richiede sacchetti di dimensioni e qualità differenti. Qualsiasi modifica, per tale ragione, può essere richiamata direttamente dal pannello operatore, in modo rapido ed intuitivo, accedendo direttamente ai menú preselezionati: il tutto, in modo particolarmente rapido e senza la necessità di nessuna operazione meccanica. Per ottenere un simile risultato è stato scelto di assegnare ai rulli di traino il ruolo di master, affidando all'operatore il solo compito di sta- “ Il risultato di questo processo di innovazione”, sintetizza Luigi, "è rappresentato proprio da Parsifal, brevettata e proposta sul mercato ad un prezzo inferiore rispetto alle macchine concorrenti, ma caratterizzata da una produttività che è quasi tre volte maggiore rispetto alle soluzioni conosciute sinora. Non per nulla, quando è stata presentata per la prima volta durante la fiera di Dusseldorf, abbiamo venduto due macchine già durante l'esposizione stessa e instaurato una serie di contatti con possibili acquirenti. Si tratta di aziende che già utilizzano altre soluzioni e che, quindi, hanno saputo apprezzare la portata innovativa di una simile soluzione”. ma di motion control, grazie al quale viene ispezionata costantemente la posizione del materiale in lavorazione, rendendo possibile la saldatura al volo. Una simile caratteristica permette di ridurre in modo significativo la rumorosità della macchina, ma anche di limitare le vibrazioni che riducono la vita utile di motori ed organi meccanici. I film che costituiscono l’involucro, infatti, avanzano a velocità costante, mentre sono le barre termosaldanti che, dopo essere state chiuse sul sacchetto da realizzare, avanzano adeguandosi alla velocità del rullo di trascinamento, per poi riaprirsi solo al termine del tempo necessario per l’operazione di saldatura. Ciò significa, all'atto pratico, che se il materiale può essere termosaldato in modo sufficientemente veloce, una simile macchina avanza alla velocità di 30 m al minuto, operando in modo continuo e supportando al meglio anche i cambi al volo. bilire la velocità e la grandezza del sacchetto. La scelta di delegare all'operatore, ed alla sua esperienza, la corretta impostazione della velocità, in funzione della tipologia del materiale da saldare, permette inoltre all'operatore di essere concentrato esclusivamente sulla propria attività. Tutto il resto dell'impianto, in seguito, adegua automaticamente il proprio funzionamento a questo parametro. Al contrario, sulle macchine tradizionali, simili operazioni di regolazione vengono affidate ad operatori umani, impiegando i tecnici per alcune decine di minuti e, di conseguenza, andando ad incidere negativamente sulla produttività. PER IL CONFEZIONAMENTO Un caricatore/scaricatore automatizzato Tecno3 ha progettato e realizzato un'architettura che, grazie ad un avanzato sistema di motion control, è in grado di adattarsi automaticamente alla velocità delle macchine flowpack. Esaminiamo nel dettaglio l’architettura del caricatore/scaricatore. Essa comprende sostanzialmente un panello operatore, una parte di carico ed una parte di scarico. Sul pannello operatore, l’addetto alla macchina seleziona il tipo di prodotto che deve essere confezionato. La macchina sceglie la configurazione base adatta alla richiesta e si autoregola in base alla velocità della flowpack, rilevata da un encoder. Per facilità d’uso è stata creata una ricetta che collega i parametri della configurazione, come i tempi, le velocità dei motori e il passo del prodotto. La parte di carico è composta da un sistema di trasporto a nastri che preleva il prodotto e lo porta alla flowpack. In particolare, un tappeto mobile trasporta i prodotti da confezionare: si tratta di tavolette di cioccolato di diverse dimensioni, alimentate in placche già tagliate per essere confezionate singolarmente. Alla cadenza massima possono essere gestiti circa 200 prodotti al minuto. Il tappeto mobile allinea le tavolette su un nastro, che le mette a passo distanziandoli e regolarmente fra loro. Le tavolette passano quindi su un secondo nastro di alimentazione compattatore.Infine, un nastro sdoppiato, chiamato lanciatore, preleva il prodotto dal nastro compattatore e lo porta alla flowpack eseguendo un’accelerazione. Su questo nastro una fotocellula rileva la cadenza dei prodotti e, utilizzando il segnale di un encoder collegato alla macchina flowpack e che identifica la velocità a cui sta lavorando la flowpack stessa, permette di sincronizzare la velocità di lancio con quella di confezionamento, intervenendo sull’azionamento del nastro. “In questo modo, anziché muovere alla massima velocità possibile i nastri di alimentazione con conseguenti tempi di attesa, si ottiene una regolazione costante della velocità in base a quella della flowpack”, afferma Igino Maestri, tecnico softwarista presso Tecno3. Al termine del confezionamento, il nastro di scarico è programmato in modo da sovrapporre un certo numero di prodotti distanziati dai successivi per rendere più agevole il lavoro delle operatrici nell’inscatolamento dei prodotti stessi e creare un dimostrativo di presentazione, che serve al cliente per promuovere il prodotto finito”. 7 Il Partner 8 TECNO3 Fondata 20 anni fa, Tecno3 di Corneliano d'Alba (Cuneo) é specializzata nella progettazione e costruzione di macchine ed impianti per l'industria alimentare. Alcuni esempi della produzione Tecno3 includono impianti di preparazione creme, mescolatori impastatori orizzontali, mescolatori verticali, fusori continui per pani di grasso e burro, coclee di trasporto, miscelazione ed elevazione, linee di alimentazione cioccolatini, caramelle e gelatine a macchine incartatrici, stazioni di lisciatura uova pasquali, ecc. Si tratta di macchine e impianti costruiti in collaborazione con il cliente finale: tutta la produzione Tecno3 é customizzata, benché sia basata il piú possibile su moduli standard. Recentemente, su richiesta di una nota azienda dolciaria piemontese, Tecno3 ha realizzato un caricatore/scaricatore automatizzato per prodotti di piccole dimensioni destinato ad una macchina flowpack. Componenti di automazione Il pannello operatore è un XBT GT1335 da 3,8” a colori Schneider Electric di nuova concezione, che lavora su pixel e non su matrice, quindi tutta la parte dello schermo è totalmente sensibile, anche se vi sono dei pulsanti che si sovrappongono.Il pannello ha sia una connessione seriale Modbus, sia una connessione di rete Ethernet. Dal pannello è collegato via Modbus un Lexium Motion Controller LMC20 che rappresenta, insieme agli azionamenti Lexium 05 e Lexium 15, una combinazione ‘pronta all’uso’ di prodotti per le applicazioni di Motion Control e di automazione. “Esso permette infatti di sviluppare funzioni di Motion Control complesse, assicurando flessibilità e precisione attraverso una semplice e veloce programmazione delle funzionalità Motion Control, con un rapporto prezzo/prestazioni molto competitivo”, riferisce Enrico Bertocchi, tecnico A.D.E.presso il centro Application Designer Engineer di Schneider Electric. Oltre alla connessione Modbus, il Lexium Motion Controller LMC20 ha di base un una porta Ethernet, una porta Motion Bus (basato su CANopen sincrono) e una porta CANopen. Sulla porta Motion Bus sono collegati 3 servoazionamenti Lexium 05 con i rispettivi motori brushless BSH che gestiscono le motoriz- zazioni M4, M5 e M6 (relative al nastro lanciatore, ai cinghioli di alimentazione della flowpack ed al nastro di scarico della flowpack), tra loro in daisy chain. I 3 tre servoazionamenti brushless sono stati dimensionati da Schneider Electric partendo dai dati meccanici forniti da Tecno 3. “Sono stati quindi scelti un motore ed un azionamento adeguati per ciascun asse, sia dal punto di vista delle coppie che venivano richieste, sia dal punto di vista dell’inerzia, perché era necessario rientrare in un rapporto di inerzia carico/inerzia motore di circa 1/10 per garantire la migliore prestazione dal punto di vista del motore e per evitare eventuali problematiche nella taratura del motore stesso”, aggiunge Bertocchi. E’ da notare che il nastro lanciatore riceve il prodotto dal tappeto compattatore e lo porta alla flowpack eseguendo un’accelerazione, seguendo semplicemente con una funzione camma elettronica il movimento determinato dall’encoder della flowpack e dalla fotocellula del facchino d’ingresso della stessa. I motori brushless sono dotati di un encoder monogiro integrato perché, in questo caso, non era necessario memorizzare una posizione allo spegnimento e l’eventuale modifica manuale meccanica dell’asse. Inoltre, i motori sono dotati di connettori a 90° orientabili senza alcun utensile. Schneider Electric ha fornito anche la connessione tra l’azionamento e il motore, mediante cavi preintestati sul lato motore; sul lato azionamento i cavi si appoggiano a morsetti per la parte di potenza, mentre utilizzano un connettore specifico per l’encoder. Sulla porta CANopen del Lexium Motion Controller LMC20 sono stati invece collegati tre inverter Altivar 31 con controllo vettoriale di flusso ad anello aperto, che gestiscono le motorizzazioni M1, M2 e M3 (relative all’alimentatore file prodotto, al nastro di alimentazione compattatore prodotto ed al nastro com- La soluzione pattatore prodotto). In questo caso è stata utilizzata una scatola di derivazione che permette di effettuare il cablaggio direttamente sugli azionamenti tramite connettori RJ45: molto semplice e molto pulito anche dal punto di vista della manutenzione, perché è sufficiente sganciare i connettori e non ci sono viti da allentare. La scatola di derivazione ha anche il termi- Caratteristiche di funzionamento Il funzionamento della macchina prevede le modalità manuale, automatica standard e automatica di svuotamento. Nella modalità manuale, tutti i motori possono essere comandati singolarmente a piacere, con comandi di tipo Jog (movimento su pressione, stop su rilascio). Il pulsante di comando, nonchè la velocità ed il senso di rotazione, sono gestiti dal terminale operatore. La modalità automatica standard è stata pensata per alimentare la macchina flowpack con prodotti aventi una lunghezza predefinita da pannello operatore. Ciascun motore è legato al movimento del successivo e ad una logica di funzionamento determinata dai segnali provenienti dal campo. Infine, la modalità automatica di svuotamento è stata pensata per svuotare la linea dai prodotti in transito, impedendo lo scarico di nuovi pezzi. L'obiettivo di Tecno3 è quello di creare una macchina il più possibile standard dal punto di vista sia dell'automazione che della meccanica da potere proporre a diversi costruttori di flowpack. Infatti, il nuovo caricatore/scaricatore richiede due soli elementi: il riferimento dell'encoder per la velocità e il segnale del facchino della flowpack per il passo ed è quindi possibile utilizzare qualsiasi tipo di tecnologia all'interno della flowpack. E Schneider Gamma prodotti Lexium CONFEZIONAMENTO Electric ha deciso di investire proprie risorse sull'impianto Tecno3, dedicando al progetto un tecnico del nuovo centro di Application Designer Engineer. "Schneider Electric si è fatta carico di studiare e realizzare la parte software relativa al programma di Motion Control e PLC, compresa la parte di comunicazione fieldbus Motion Bus e CANopen, e di dimensionare le motorizzazioni brushless, in collaborazione con la società Tecno3 ed il suo reparto tecnico", afferma Danilo Ponzio, Product Application Engineer presso Schneider Electric. Composto da una decina di persone, il centro di Application Designer Engineer si occupa di analizzare e sviluppare a livello software le applicazioni su tutti i prodotti Schneider Electric, per offrire al cliente una soluzione. In questo caso, il compito del tecnico A.D.E. è stato quello di sviluppare il software, mentre la parte relativa al pannello operatore è stata sviluppata dal cliente. "Nel programma del caricatore/scaricatore sono stati impiegati diversi blocchi funzione presi dalle librerie Schneider Electric, all'interno dei quali è stato utilizzato il linguaggio strutturato", riferisce Maestri. "Per l'interfacciamento è stato utilizzato un linguaggio ladder, piú "user friendly". Il programma e le librerie risiedono nella memoria del Lexium Motion Controller". 9 La soluzione 10 I vantaggi dell'integrazione L'impiego del Lexium Motion Controller LMC20, nato dall'Attività Motion Control di Schneider Electric, ha permesso innanzitutto di ridurre i costi. In un unico oggetto, infatti, sono integrati sia il controllo assi, sia la parte PLC classica. Si riducono anche le dimensioni, che scendono intorno ai 30 mm. Sono poi da sottolineare tutte le possibilità di connessione a livello sia di fieldbus che di rete. Nello stesso tempo, il Lexium Motion Controller ha permesso di concentrare in un unico programma sia la parte di motion control che quella di PLC, grazie alla programmazione in ambiente CodeSys, eliminando la presenza di due software distinti, con le rela- natore di linea. Per quanto riguarda i servoazionamenti brushless, invece, è da notare che il Lexium 05 ha già il terminatore di linea al suo interno, che può quindi essere chiuso nell’ultimo nodo del Motion Bus. Sul Lexium Motion Controller LMC20 sono inoltre disponibili un connettore per encoder esterno, un connettore per l’alimentazione dell’encoder stesso e un connettore per il cablaggio degli I/O (di base 12 ingressi e 8 uscite). Poiché nel caricatore/scaricatore erano necessari altri I/O, sul bus CANopen è stato collegato anche un modulo di I/O remotati OTB Schneider Electric.L’ingresso encoder esterno dell’LMC20 viene utilizzato per agganciare la velocità della macchina flowpack, a cui il sistema di carico deve adeguarsi, seguendo semplicemente con una camma il movimento determinato dall’encoder della flowpack e dalla fotocellula del facchino.Quindi, l’encoder fornisce il riferimento di velocità sotto forma di impulsi, mentre il perno del facchino viene letto da una fotocellula. Hanno marchio Schneider Electric anche tutta la pulsanteria XB4 diametro 22, i teleruttori LC1D, gli interruttori magnetotermici GV2M, tive interfacce, che sicuramente aumenterebbero la complessità dell'applicazione. Il Lexium Motion Controller può essere programmata con tutti i linguaggi dello standard IEC 61131-3, ma normalmente sono utilizzati il linguaggio strutturato e il linguaggio a blocchi. Infatti Schneider Electric fornisce già, all'interno dell'ambiente CodeSys tutti i blocchi specifici per il Motion Control. Inoltre, grazie all'impiego della morsettiera entra-esci del Lexium 05 sono stati eliminati i tempi di latenza normalmente presenti nei derivatori, assicurando una risposta in tempo reale sul Motion Bus. "E' da notare che il Lexium Motion Controller verifica sul Motion Bus che gli assi rispondano come richiesto", riferisce Ponzio. un sezionatore della serie Vario ed un modulo di sicurezza per il controllo degli assi motion. Infine, sono presenti degli interruttori modulari Merlin Gerin. Il punto di vista del cliente “Abbiamo scelto la soluzione descritta per diversi motivi”, afferma Maestri. “In primo luogo per la semplicità e velocità di cablaggio e per la modularità. Infatti, il cablaggio non viene eseguito in modo tradizionale, ma con cavi connettorati. Di conseguenza, si ottiene un notevole risparmio di manodopera nel cablaggio del quadro e del bordo macchina. A parità di soluzioni, la soluzione Schneider Electric era la più economica. Altri elementi fondamentali sono stati l’affidabilità dei prodotti e la disponibilità di un solido supporto tecnico. Molto positivo anche il fatto che Schneider Electric sia presente in tutto il mondo. Obiettivo futuro di Tecno3 è quello di realizzare una struttura elettrica e software standard, che permetta di interfacciare una flowpack di qualsiasi tipo. Inoltre, in qualsiasi momento il cliente finale potrà avviare un servizio di teleassistenza della macchina, semplicemente collegando un modem al Lexium Motion Controller LMC20 attraverso una linea dedicata. Infatti, i blocchi software per la teleassistenza sono già integrati nel programma GV2 della macchina. PER IL SETTORE ALIMENTARE Soluzioni avanzate per il packaging Campagnolo Packaging Systems propone da oltre trent'anni macchine ed accessori per il confezionamento di una vasta gamma di prodotti alimentari e non. La gamma attuale, prodotta dalla Campagnolo Packaging Systems, è composta da circa 10 modelli di macchine confezionatrici verticali e inclinate, partenti da bobina piana di film, a cui si aggiungono una linea di confezionamento orizzontale per pasta lunga, sistemi di dosaggio ed alimentazione ed una serie di accessori molto importanti che servono alla specializzazione delle macchine stesse.“Il nostro obiettivo finale è ottenere le forme di sacchetto richieste dal cliente alla cadenza più elevata possibile”, afferma il signor Campagnolo. “I diversi modelli di confezionatrici verticali si distinguono per le loro prestazioni, che si traducono nella capacità di produzione e nella flessibilità, ossia nella quantità di tipologie di confezioni che è possibile ottenere”. In particolare, troviamo linee di confezionamento per prodotti alimentari e non, ideali per formare/riempire/sigillare sacchetti di varie forme e dimensioni, con possibilità di soluzioni personalizzate. “Si parte dal prodotto sfuso e da una bobina di film e si forma un sacchetto perfettamente chiuso e riempito della quantità di prodotto desiderato, che entra in verticale nella confezione”, riferisce il signor Campagnolo.“Grazie alla disponibilità di sistemi di dosaggio a peso e volume e di sistemi di alimentazione e trasporto, è possibile ottenere una linea di confezionamento completo”. Il tipico ciclo di produzione, quindi, può essere sintetizzato nelle fasi descritte di seguito. In primo luogo, il film flessibile viene svolto da una bobina piana ed avviato a un apposito dispositivo formatore, che crea un sacchetto tubolare o rettangolare con fondo piatto. Dopo essere stato termosaldato in verticale da una barra termoregolata, creata la chiusura inferiore mediante ganasce orizzontali termoregolate, il sacchetto viene trascinato da una coppia di cingoli gommati autocentranti. Un encoder permette di controllare che la lunghezza del sacchetto corrisponda a quella impostata nella ricetta di produzione. Con sincronismo rispetto a queste operazioni di formatura e parziale sigillatura, per un’ottimizzazione dei tempi di ciclo, avviene il riempimento del prodotto all’interno del tubo formatore e, quindi, della confezione.A tale scopo, il prodotto è prelevato da un serbatoio di carico e trasportato con un sistema di elevazione a nastro, a coclea o di altra natura, in base alla tipologia del prodotto stesso.Il sistema di dosatura, nella parte superiore della macchina, può essere di tipo volumetrico, nel caso dei prodotti granulari o in polvere, oppure a peso, quando le dimensioni unitarie del prodotto sono maggiori. Nel secondo caso, in particolare, la macchina può essere dotata di un sistema di pesatura Multiteste (fino a 14), con una gestione separata. 11 Il Partner 12 CAMPAGNOLO PACKAGING SYSTEMS Campagnolo Packaging Systems ha sede a Galliera Veneta (Padova), località nota per le numerose imprese, tipicamente medio-piccole, che operano nel settore del packaging sia primario che secondario. L'azienda rappresenta la continuazione di una positiva esperienza precedente nella produzione di "Linee di confezionamento primario", dopo un importante cambiamento societario che si é verificato nel 1989. Attualmente sono circa 15 i collaboratori interni che con la loro competenza ed il loro impegno curano tutti gli aspetti che spaziano dalla progettazione alla produzione, alla vendita ed al servizio di assistenza postvendita. Vi é poi, naturalmente, un'importante rete di collaboratori e fornitori esterni qualificati e di provata affidabilità, che permette all'azienda di mantenere sempre ai massimi livelli la propria flessibilità e la propria capacità di risposta al mercato. In un settore fortemente competitivo, nel corso di questi anni Campagnolo ha venduto le proprie macchine sia in Italia che in oltre 50 Paesi e centinaia sono stati i tipi di prodotti alimentari e non (90% p.a.) confezionati in sacchetti di svariate forme e dimensioni, a garanzia di esperienza, tradizione, continuità e affidabilità. "I nostri principali mercati di sbocco sono alcuni Paesi europei (soprattutto la Grecia), i paesi dell'Est, il Medio Oriente e l'Africa", afferma Francesco Campagnolo, amministratore delegato dell'azienda. "Molte delle nostre macchine vengono vendute indirettamente all'estero, perché forniamo alcuni produttori di impianti destinati all'estero. Circa l'80% delle macchine Campagnolo viene quindi esportato, mentre il 20% é assorbito dal mercato interno". Il signor Campagnolo riferisce che, ultimamente, é diventata piú significativa la presenza di produttori di macchine confezionatrici cinesi, indiane e di costruttori locali. "Ma in molti casi la qualità dei loro prodotti non é ancora all'altezza dei nostri standard". "Le macchine cinesi, indiane o dei produttori locali vengono scelte, a volte, come entry level dalle aziende che iniziano la loro attività, ma dopo l'avviamento vengono sostituite con macchine di qualità piú elevata". L'agile e flessibile struttura di Campagnolo e i moderni sistemi di progettazione e produzione adottati permettono un continuo sviluppo dei prodotti, alla ricerca di prestazioni, affidabilità e semplicità. Al termine di questa fase avviene la sigillatura finale della parte superiore del sacchetto e la sigillatura della parte inferiore del sacchetto successivo, sempre tramite le ganasce orizzontali. A questo punto, la barra si riapre e la confezione riempita scende verso la zona di scarico. Operazioni in continuo Queste operazioni vengono eseguite in continuo, con una cadenza che dipende dalla forma del sacchetto, dal tipo di prodotto, dalla qualità del materiale di confezionamento, ecc. Quando la bobina di materiale flessibile si esaurisce la macchina si ferma automaticamente, mediante un apposito accessorio permette di eseguire una giunzione manuale agevolata con una nuova bobina. Infine, alla macchina possono essere applicati dispositivi esterni prodotti da terze parti, come i marcatori che imprimono sulla confezione informazioni obbligatorie o utili, applicatori di etichette adesive, applicatori di valvola degassificante, applicatori di clip, applicatori di zip, ecc. . Un esempio emblematico della produzione Campagnolo è la macchina confezionatrice verticale modello C45.“Abbiamo messo a punto il modello C45 partendo da tanti anni di esperienza nel settore, naturalmente seguendo le linee guida della nostra filosofia: semplicità e qualità costruttiva, compattezza, affidabilità e facilità d'utilizzo”, riferisce il signor Campagnolo. “Per esempio, la parte elettronica è costituita da componenti standard di qualità e l'interfaccia con l'operatore è composta da un terminale LCD a colori da 3,8” di tipo touch-screen”. I prodotti confezionabili con il modello C45 comprendono prodotti alla rinfusa (come sementi, frutta secca, legumi secchi, cereali, funghi essiccati, biscotti, prodotti da forno, caramelle, popcorn, chip, snack, paste alimentari corte, mozzarelle, verdure e altri prodotti surgelati, minuterie metalliche o in plastica, parti di ricambio, ecc.) e prodotti scorrevoli e in polvere (caffè macinato e in grani, cacao, riso, zucchero, semolino, sale, pepe, talco, budini, latte in polvere, spezie, fecola di patate, farine varie, deter- ALIMENTARE sivi, prodotti chimici, prodotti granulari, latte, acqua, ecc.). È disponibile anche una versione in acciaio inox. Tutte le macchine di confezionamento Campagnolo sono gestite da un PLC serie Twido di Schneider Electric con scheda CANopen e varie espansioni in base al tipo di configurazione. “In base al modello, sulla macchina di confezionamento vengono montati da 2 a 10 motori asincroni o brushless (esemplare l’applicazione di un asse brushless per azionare la coclea di dosaggio), che sono pilotati rispettivamente da inverter Altivar 31 e/o azionamenti Lexium 05 di Schneider Electric”, afferma Renato Rubin, responsabile tecnico presso Campagnolo Packaging Systems. “Completa la parte di controllo motori un Tesys modello U, la soluzione Schneider Electric per il sezionamento, la protezione ed il comando dei motori asincroni trifasi”. Tre livelli di rete Oltre ai motori, ogni macchina presenta numerosi altri elementi oggetto di automazione, come le termoregolazioni delle barre di saldatura e le elettrovalvole per le movimentazioni. Per gestire questo insieme di elementi, abbiamo deciso di utilizzare tre livelli di rete: Modbus, Ethernet e CANopen. In particolare Ethernet permette il dialogo fra il PLC ed il pannello operatore (un touch-screen Magelis a colori da 3,8 o 5,7”), per l’impostazione della ricetta di produzione e quindi dei parametri che regolano i movimenti della macchina.Tramite Modbus, il PLC dialoga con la parte di termoregolazione e con il sistema di pesatura. 13 La progettazione delle macchine Campagnolo guarda quindi al futuro, come testimonia la presenza di opzioni che, quando saranno richieste dal cliente, saranno già disponibili. E, per questo motivo, anche il gruppo di elettrovalvole è stato configurato nell’espansione massima, con diversi I/O liberi, per consentire la semplice aggiunta di eventuali accessori meccanici. 14 La rete CANopen gestisce invece il dialogo fra il PLC e gli azionamenti dei motori asincroni o brushless, garantendo la trasmissione veloce dei dati di movimento. Questa rete comunica anche con il gruppo di elettrovalvole pneumatiche utilizzate per i movimenti lineari della macchina. Ancora, la rete Ethernet TCP/IP permette al PLC di gestire le comunicazioni veloci che riguardano gli allarmi ed eventualmente, tramite uno switch, le comunicazioni con la rete aziendale per l’eventuale supervisione della macchina e l’archiviazione dei dati di produzione. Un’apposita scheda permette anche di configurare la macchina per futuri servizi di teleassistenza, aggiornamento, ricerca guasti, ecc. Il PLC ed il pannello operatore permettono il passaggio delle informazioni da una rete all’altra. “Oltre a garantire una maggiore flessibilità, l’impiego delle reti ha snellito l’architettura della macchina, riducendo gli errori di cablaggio e le cause di guasto e facilitando gli interventi di manutenzione”, sottolinea il signor Rubin. Ma le reti hanno anche conferito alle macchine Campagnolo un importante ‘valore aggiunto’, che permette all’azienda di Galliera Veneta di differenziarsi da una concorrenza meno qualificata.E questo è molto importante, in un segmento di mercato così competitivo. Un’azienda che guarda al futuro La futura evoluzione a breve termine delle macchine Campagnolo prevede alcuni importanti novità, come l’introduzione di un servizio di teleassistenza, un maggiore utilizzo di dispositivi in bus di campo ed un maggiore utilizzo di assi elettrici per alcuni movimenti delle macchine, in sostituzione degli attuali dispositivi meccanici e pneumatici.“Naturalmente, il nostro programma futuro prevede il continuo upgrade delle macchine, con lo sviluppo di soluzioni atte ad incrementarne la flessibilità e le prestazioni, mantenendo un elevato livello di affidabilità”, conclude il signor Campagnolo. La soluzione ALIMENTARE Soluzioni standardizzate Da anni, le macchine Campagnolo adottano componenti standardizzati, pur essendo possibili modifiche su richiesta del cliente. "In particolare, adottando sulle nostre macchine i prodotti Schneider Electric abbiamo ottenuto una serie di importanti vantaggi", sottolinea il signor Campagnolo. "Tra questi, desidero citare il livello tecnologico e l'affidabilità dei prodotti stessi, la reperibilità dei ricambi nelle diverse aree del mondo, la varietà della gamma prodotti, nonché la professionalità e disponibilità del personale tecnico e commerciale Schneider Electric". Entrando piú in dettaglio, il signor Rubin ha evidenziato la riduzione del cablaggio ottenuta con la rete CANopen. Il PLC Twido ha invece contribuito a ridurre lo spazio occupato nel quadro, mentre l'utilizzo degli azionamenti Lexium al posto della combinazione motore asincrono + encoder ha migliorato le prestazioni di alcuni organi della macchina. E' da sottolineare che la collaborazione fra le aziende Campagnolo e Schneider Electric prosegue ormai da circa 20 anni e nel tempo ha abbracciato quindi una gamma di prodotti molto ampia. Come é nata questa collaborazione? Risponde il signor Rubin: "Cercavamo un fornitore che ci potesse offrire una gamma di prodotti completa, con una buona reperibilità a livello mondiale. Cercavamo inoltre un fornitore che avesse una filiale vicino a noi, per potere ricevere la massima assistenza. Magelis La scelta di Schneider Electric (che all'epoca si chiamava Telemecanique ed aveva una filiale a Vicenza) é stata quindi naturale". E nel tempo, insieme, ci si é orientati sempre piú verso una soluzione macchina, non soltanto sul singolo prodotto. Oggi, la società Marchiol di Villorba (Treviso) assicura a Campagnolo la fornitura dei componenti Schneider Electric ed il relativo supporto tecnico di primo livello. La progettazione della macchina e del sistema di automazione e l'esecuzione dei cablaggi e dei quadri elettrici vengono gestite all'interno, per una maggiore protezione del knowhow aziendale e per potere affrontare piú facilmente eventuali modifiche richieste dal cliente. "Quasi tutte le nostre macchine possono essere definite custom, perché c'é sempre qualche variazione da apportare ai modelli base", conclude il signor Campagnolo. "Ma tali variazioni generalmente non superano il 10-20% della macchina. Per questo noi lavoriamo solo su ordinazione e non abbiamo un magazzino di macchine finite: produciamo solo ciò che é stato venduto. Naturalmente, abbiamo invece un magazzino di gruppi già pronti, per potere rispondere alle richieste del cliente nel piú breve tempo possibile. Per quanto riguarda i ricambi, tutti i componenti di automazione vengono forniti al cliente già configurati tramite software". Tesys Twido 15 PER IL SOLLEVAMENTO DELL’ACQUA Automazione e telecontrollo in un impianto per usi irrigui Il Consorzio per la Bonifica della Capitanata ha recentemente ammodernato una grande stazione di pompaggio. 16 In epoche storiche e protostoriche il Tavoliere è stato sede di numerosi insediamenti umani, nel periodo neolitico, nella età del bronzo e del ferro. A partire dall’alto medioevo VII e VIII il disordine idraulico si presentava diffuso allorché la maggior parte del Tavoliere con la formazione di estesi acquitrini, lagune ed interramento di fiumi navigabili in corrispondenza dei porti divenne inospitale ed insalubre. Tale situazione si è perpetuata fino agli inizi del XIX secolo.L’esteso territorio idraulicamente disordinato venne utilizzato economicamente nell’unico modo utile e redditizio: la pastorizia transumante. Nel periodo invernale enormi greggi di pecore svernavano nel Tavoliere e tornavano sulle montagne abruzzesi durante il periodo estivo. Con l’Unità dell’Italia, i piemontesi si disfano di quest’esteso demanio pubblico ed inizia una lentissima evoluzione dell’utilizzo agricolo del territorio in senso moderno e si iniziarono a formare quelle classi di imprenditori necessarie allo sviluppo demografico e sociale del territorio, che a tutt’oggi non si è compiutamente formato.La situazione rimase tale fino all’epoca dei dissodamenti e della battaglia del grano del fascismo. Oggi, nella gran parte del territorio della provincia di Foggia opera il Consorzio per la Bonifica della Capitanata, costituito nel 1965 a seguito della fusione in un unico ente di consorzi preesistenti. Attualmente il Consorzio di Bonifica progetta ed esegue opere rivolte irrigazione dell’agricoltura della Capitanata e alla bonifica del territorio della Provincia di Foggia, con il compito mantenere e gestire dette opere. Esso concorre alla realizzazione delle attività di difesa del suolo, gestisce ed utilizza le risorse idriche per un razionale sviluppo economico e sociale. Le opere di bonifica sono le opere destinate a realizzare e a mantenere in efficienza un assetto territoriale idraulicamente sicuro: canali di bonifica, impianti idrovori di sollevamento, paratoie ed altri manufatti idraulici. A ciò si aggiungono le opere destinate all’irrigazione dei campi: dighe, invasi, vasche, adduttori, reti di distribuzione primaria e settoriale. Infine, vi sono le opere destinate a portare acqua potabile alle popolazioni rurali. Le opere realizzate possono così riassumersi: Opere di Bonifica: - sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali e nelle reti di scolo per 1700 complessivi km - prosciugamento meccanico di 14.143 ettari lungo il litorale suddivisi in 15 bacini, dotati di altrettanti idrovore, della estensione variabile da 150 a 2.158 ettari con una portata sollevata globale di circa 35mc/sec ed una potenza installata di circa 4.200 kW Il Cliente Il Consorzio di Bonifica per la Capitanata Il Consorzio di Bonifica é un Ente di diritto pubblico, istituito ai sensi dell´art. 59 del R.D. 13 febbraio 1933 n¡ 215, dell´art. 862 c.c. e della L.R. 31 maggio 1980, n¡ 54. Fin dalla sua istituzione nel 1933, il Consorzio ha provveduto a redigere e realizzare program- mi di sistemazione idraulica, bonifica idraulica, forestazione e realizzazione di grandi schemi idrici attuando quasi totalmente le opere previste nel Piano Generale di Bonifica che a tutt´oggi non é ancora concluso. TRATTAMENTO ACQUA 17 Opere per l’irrigazione: - costruzione e gestione di un complesso di grandi opere irrigue: - quattro dighe (Occhito, Capacciotti, Osento Capaccio) e traversa sul Vulgano per una capacità di accumulo complessivo di circa 326 milioni di mc - galleria di derivazione la cui portata massima è di 30mc/sec, 22 km di canali per grandi portate e - 1.200 km di condotte di adduzione in pressione, - cinque grandi torri di disconnessione e - 50 vasche di accumulo e compenso - impianti settoriali di distribuzione su una superficie di 14.500 ettari con complessivi 8.000 km di condotte - 1.100 ettari di forestazione e 70 km di fascia frangivento. Le condizioni di salubrità, di fruibilità e di sviluppo raggiunte nel territorio della Capitanata a seguito all’attività svolta dal Consorzio non sono state definitivamente acquisite, ma per essere conservate è necessario provvedere alla manutenzione, gestione, custodia, rinnovamento e ammodernamento degli impianti e delle opere di bonifica. Pertanto “Fin dalla sua istituzione, il Consorzio ha provveduto a redigere e a realizzare programmi di nuove opere per l’irrigazione dei campi, sistemazione idraulica, bonifica idraulica, forestazione e realizzazione di grandi schemi idrici”, afferma l’ingegner Donato Santoro, Responsabile Settore Elettromeccanico e Manutenzione presso la Direzione Ingegneria del Consorzio per la Bonifica della Capitanata. “Attualmente esso assicura la presenza fisica sul territorio, provvedendo a manuntenere e gestire un notevolissimo complesso di opere idrauliche e di irrigazione. Tutti gli impianti idrovori e gran parte di della rete irrigua idrica è sotto telecontrollo.Attraverso un centro raccolta dati situato presso la sede principale di corso Roma e due subcentri dislocati rispettivamente sul Fortore e sull’Ofanto, controlliamo in modo automatico gli impianti e le reti irrigue e prendiamo decisioni per ottimizzare il carico e il flusso idraulico”afferma Santoro. La soluzione 18 L'impianto di sollevamento acque di Canestrello Quando le prese settoriali non possono essere raggiunte per gravità dal flusso idrico, vengono impiegati impianti di sollevamento: l´acqua viene pompata direttamente nella rete irrigua o sollevata in una vasca di carico, dalla quale le vasche destinate all´utenza vengono asservite per gravità. Tra gli otto impianti di sollevamento che fanno parte del sistema gestito dal Consorzio di Bonifica, c´é quello di "Canestrello", che si trova nel Comprensorio irriguo della Sinistra Ofanto e sul quale é stato deciso un intervento di automazione pilota. "Ci siamo infatti avvicinati alla tecnologia di avviamento ad inverter dei gruppi motore-pompa, comprensivo di un sistema di supervisione e telecontrollo dell´impianto stesso", spiega Santoro. L´impianto di Canestrello é stato realizzato su progetto del Consorzio di Bonifica dalla società Sprovieri di Corigliano Calabro . In particolare, il nuovo impianto ha previsto la sostituzione del precedente quadro di comando dei gruppi motore-pompa con un nuovo quadro, nel quale sono stati utilizzati sistemi di avviamento elettronici ad inverter AltivarATV61 Schneider Electric. "L´inverter é una macchina che offre la possibilità di variare il numero di giri della pompa azionata senza doverla necessariamente spegnere in caso di variazione della portata", spiega Santoro. "In questo modo, si eliminano assorbimenti di corrente di spunto, diminuiscono le sollecitazioni meccaniche dovute alle fasi di avviamento e si ottiene l´autoregolazione della pompa in funzione della richiesta effettiva di acqua e di pressione della rete irrigua". Tutto il sistema degli azionamenti é controllato da due PLC Premium Schneider Electric, dimensionati in base alle specifiche tecniche di automazione e supervisione, fornite dal Consorzio di Bonifica. Infatti, oltre alla logica di automazione degli inverter, ai PLC si appoggia anche un sistema di supervisione Scada VijeoLook Schneider Electric. "Poiché l´impianto di Canestrello é suddiviso in due distretti, sono stati installati due PLC in ridondanza che possono colloquiare tra loro: qualora uno dei due dovesse fallire, l´altro potrebbe prendere in consegna entrambi i distretti", sottolinea Santoro. "I PLC dei due distretti sono quindi speculari e svolgono le stesse funzioni. Essi assicurano più funzioni: l´esecuzione della logica di avviamento/ spegnimento automatico dei gruppi motore-pompa, la supervisione ed il controllo delle grandezze elettriche dell´impianto (tensione, frequenza, numeri di giri, ecc.), le misure di pressione e di portata dell´impianto e l´invio delle informazioni locali al centro operativo di Foggia tramite rete GSM/GPRS". La comunicazione con gli inverter si basa su una rete nodi Modbus, che raccoglie tutte le informazioni provenienti sia dagli inverter stessi, sia dagli interruttori automatici Merlin Gerin a protezione dei circuiti e dei motori elettrici. Il quadro di acquisizione dati locale, che si trova nel Centro di Controllo dell´ufficio di Canestrello, ha anche un monitor sul quale é stato schematizzato l´impianto nelle sue varie funzioni idrauliche. Sul monitor, di tipo touch panel, si possono visualizzare numerose pagine grafiche per potere controllare separatamente i due distretti. Inoltre, grazie alle funzioni dello "Scada", il monitor offre anche la possibilità di impostare i valori di pressione e portata desiderati e visualizzare eventuali allarmi del sistema. TRATTAMENTO ACQUA Componenti del sistema Ogni distretto dell’impianto di Canestrello ha cinque gruppi motore-pompa di potenze comprese tra 15 KW e 90 KW, gestiti quindi da cinque inverter Altivar ATV61. Il PLC di ciascun distretto controlla le operazioni di marcia e arresto dei rispettivi inverter ed acquisisce tutte le grandezze richieste per la gestione dell’impianto. A tale scopo, i PLC dispongono di circa 40 ingressi digitali e di alcuni ingressi analogici, a cui sono collegati gli strumenti di misura della pressione e della portata nelle condotte in ingresso e in uscita. Una parte dei moduli di I/O serve quindi per il controllo delle utenze locali, mentre un’altra parte è riservata alla comunicazione con il sistema di supervisione VijeoLook. Una rete nodi Modbus permette la comunicazione fra i PLC e fra i PLC e i moduli che ricevono i dati dal campo. “I 10 inverter Altivar ATV61 sono stati selezionati in funzione della potenza nominale dei gruppi motore-pompa”, afferma Santoro. “In realtà abbiamo scelto una taglia maggiore per fare in modo che, in caso di sovraccarico di un motore, la corrente d’uscita dell’inverter sia sufficiente a garantire il funzionamento”ed eviti il surriscaldamento anomalo della macchina. Numerosi vantaggi Il progetto è stato avviato nel 2006 e si è concluso circa un anno dopo. L’impianto è stato rimesso in funzione la scorsa primavera, dopo il fermo invernale. Gli impianti del Consorzio di Bonifica lavorano infatti, durante la stagione irrigua che, nella regione della Capitanata, inizia essenzialmente alla fine di Aprile e termina in Ottobre. “In questo periodo, la zona diventa molto siccitosa e l’impianto lavora quasi continuamente, 24 ore su 24”, riferisce l’ingegner Santoro. “Oggi possiamo affermare che la nostra scelta è stata ottima, anche grazie alla possibilità di programmare l’avvio della stagione irrigua dell’impianto. Sotto il controllo automatico e tarando l’impianto al funzionamento notturno abbiamo infatti, ottenuto un altro vantaggio importante:quello di potere irrigare l’acqua nelle ore meno calde del giorno, quando l’evaporazione dell’acqua nei campi è notevolmente ridotta.L’acqua può quindi penetrare meglio nel terreno per fertilizzarlo.Inoltre, nelle ore notturne il costo dell’energia elettrica è minore. Grazie al nostro contratto ‘picco e fuori picco’, il costo dell’energia che riconosciamo al gestore nelle ore notturne è quasi la metà di quello richiesto nelle ore diurne”. Ma c’è anche un altro vantaggio.L’inverter esegue infatti una regolazione della frequenza, che è legata alla potenza: minore è il numero di giri, minore è la potenza assorbita dalla rete. Oltre ad evitare le correnti di spunto, durante il funzionamento a regime dell’impianto, se viene ridotto il numero di giri quando la richiesta di acqua diminuisce, si abbassa anche la potenza assorbita. Un ulteriore vantaggio, specifico degli impianti di sollevamento, è stato riscontrato nella forte riduzione del cosiddetto ‘colpo d’ariete’, un fenomeno che si manifesta quando si spegne repentinamente una pompa. Nelle condotte rimane infatti una massa d’acqua in movimento, che può provocare forti sollecitazioni alle condotte stesse.“L’inverter esegue rampe molto dolci e graduali in avviamento e in chiusura, quando la pompa viene spenta, eliminando il colpo d’ariete”, afferma Santoro. 19 20 “La maggior parte dei nostri impianti vengono realizzati attraverso appalti”, spiega Santoro. “Al nostro interno abbiamo un ufficio di progettazione che formula e redige i progetti completi di specifiche, disciplinare tecnico, disegni e schemi. Nel nostro caso ha partecipato alla gara la società Sprovieri, che è un’impresa idroelettrica con competenze sia di pompe, motori e quadri elettrici, sia di sistemi di automazione. Per la parte specifica di sviluppo del software, la Sprovieri ha chiesto ausilio ad un system integrator.Attraverso Schneider Electric sono stati quindi individuati degli specialisti di programmazione che hanno realizzato questa parte dell’impianto. Nella fase di collaudo finale erano presenti tutti gli attori - i softwaristi, i sistemisti, la società Sprovieri e i nostri tecnici - in modo che, nel caso di qualche problema, potesse immediatamente intervenire la persona giusta”. Supervisione e telecontrollo VijeoLook è un programma di acquisizione dati e supervisione (Scada) è dotato di una simbologia grafica per la rappresentazione e schematizzazione degli impianti.“Osservando il monitor, l’operatore ha quindi la visione esatta della funzionalità dell’impianto in ogni istante”, riferisce l’ingegner Santoro. “In più, egli viene aiutato da alcune rappresentazioni a colori: per esempio, se una pompa è ferma, il simbolo della pompa sul monitor è verde;quando il sistema automatico mette in funzione la pompa, il suo simbolo diventa rosso. E così via. Nello stesso tempo, VijeoLook permette di aprire delle finestre interne per visualizzare altri parametri impostabili, come la portata e la pressione presenti in quel momento nell’impianto. In più, ha la possibilità di totalizzare e riportare graficamente su un’altra pagina le portate orarie o giornaliere. Infine, la pagina degli allarmi descrive gli allarmi che possono verificarsi all’interno del sistema, come pompa ferma’, ‘inverter bloccato’, e così via”. TRATTAMENTO ACQUA VijeoLook oltre ad essere un sistema di supervisione, è anche di aiuto all’operatore che, in caso di allarme, può mettersi in contatto con i tecnici responsabili della manutenzione, fornendo loro delle preziose informazioni preliminari. Spesso, tali informazioni permettono di risolvere il problema a distanza mediante semplici istruzioni all’operatore, evitando costose trasferte. La sala di controllo è situata presso gli uffici dell’impianto di Canestrello, ma tutti i dati che sono acquisiti e visualizzati in loco vengono anche trasmessi al centro operativo presso la sede principale di Foggia. Quindi, poiché sul computer del centro operativo vi è la stessa grafica visualizzata sul monitor situato a Canestrello, è possibile seguire il funzionamento dell’impianto e visualizzare in contemporanea eventuali allarmi sia localmente sia a distanza, senza l’intermediazione dell’operatore. le e tempestivo. Inoltre, con i PLC abbiamo ottenuto una gestione ottimale dell’impianto. In precedenza, infatti, l’operatore doveva presidiare costantemente l’impianto e comandare le pompe in funzione della propria esperienza, in base alla richiesta di acqua. Oggi, la logica del PLC governa automaticamente l’avviamento e lo spegnimento in cascata delle pompe, attraverso opportuni comandi agli inverter”. 21 Bibliografia Conclusione “Con gli avviamenti dei motori effettuati a mezzo di inverter Schneider Electric avevamo già fatto una prima esperienza su un impianto idrovoro”, afferma Santoro. “Avevamo giudicato la macchina affidabile, robusta e ben costruita e, quando abbiamo incontrato qualche problema tecnico durante l’implementazione del sistema, il servizio di assistenza è stato disponibi- 1 Ing. Roberto Curato - PIANO GENERALE per La BONIFICA del COMPRENSORIO - Ed. Stabilimento Tipografico Ditta Carlo Colombo - Roma 1933 2 Ing. Giuseppe dl´Arcangelo - Conferenza Internazionale Acque, Bonifica e salvaguardia del territorio - La Bonifica in Ambiente Semiarido: La Capitanata - Mantova 27-29 maggio 2003 3 Ammodernamento e innovazione tecnologica delle reti irrigue e delle opere di bonifica - 55^ Fiera Internazionale delll´Agricoltrua e della Zootecnia - Foggia 5 maggio 2004 Quaderni tecnici Consorzio per la Bonifica della Capitanata - Ed. Claudio Grenzi. Make the most of your energy Schneider Electric lo specialista globale nella gestione dell’energia Operiamo in 5 mercati nei quali è concentrato il consumo energetico mondiale, offrendo prodotti, soluzioni e servizi per rendere l’energia: più sicura Con l’offerta per la protezione di persone e impianti, nella distribuzione elettrica e nel controllo industriale. più efficace Con sistemi aperti per ottimizzare i costi, connessioni sempre, automazione ovunque e servizi per il ciclo di vita delle installazioni. più affidabile Con le soluzioni ad alta disponibilità per le applicazioni critiche e i data center, assicurando continuità di servizio. energia e infrastrutture industria più efficiente Con i sistemi e i servizi per l’efficienza energetica, permettendo un risparmio fino al 30% di energia. data center edifici Per saperne di più manda una mail a [email protected] citando in oggetto DOS-IST residenziale Soluzioni integrate per la gestione dell’energia www.schneiderelectric.it Industrial Control Panel Comprendere l'impatto dell'Art. 409 del NEC® e UL 508A. 1 Cosa cambia nella normativa e quali sono le implicazioni? L’edizione 2005 del NEC® (National Electrical Code®) NFPA 70 contiene il nuovo articolo 409 riguardante i quadri di automazione industriale. II nuovo articolo fornisce all’installatore ed alle autorità preposte i requisiti minimi necessari a facilitare la sicurezza di installazione e di ispezione dei quadri elettrici. La norma è in vigore dal 1 Gennaio 2005 in tutte le giurisdizioni che hanno adottato immediatamente la nuova edizione del NEC®. Prima dell’avvento di questa normativa i quadri di automazione venivano installati seguendo le direttive generiche fornite da diversi articoli del NEC® in materia elettrica. Il sempre più frequente utilizzo di questo tipo di quadri ha provocato tuttavia il conseguente rilevante aumento di problemi legati ad un impiego non corretto dei prodotti di controllo e dei dispositivi ad essi associati. L’articolo 409 influenza il modo di progettare e costruire i dispositivi elettrici; l’intero quadro e tutti i componenti presenti al suo interno dovranno quindi rispetta- re un valore della corrente di cortocircuito (Short Circuit Current Rating) adatto all’applicazione e riportare la marcatura SCCR. Cosa bisogna sapere sull’art. 409? Il nuovo Articolo 409 riguarda i quadri di automazione per uso generico, funzionanti ad una tensione di 600V o inferiore. L’articolo riconosce inoltre nella Tab. 409.3 che i quadri di automazione industriale possono essere costruiti ed installati per essere utilizzati nelle applicazioni oggetto degli altri articoli del codice NEC®. È possibile quindi trovare esempi nell’Art.440 per quanto concerne i dispositivi di condizionamento e refrigerazione, nell’Art.610 per gru e montacarichi e nell’Art. 670 per i macchinari industriali. 2 Come si può ottenere un valore di corrente di cortocircuito adeguato al quadro in costruzione? L’integratore o il costruttore finale dell’apparecchiatura sarà il solo responsabile e dovrà assicurare la conformità del valore di cortocircuito dell’intero quadro. Vi sono tre possibilità: 1. Testare la costruzione di ogni singolo quadro registrandone passo dopo passo il procedimento di costruzione. La molteplicità delle possibili combinazioni di prodotti all'interno del quadro rende questa opzione onerosa dal punto di vista della manutenzione e dei test da effettuare. In questo caso è necessaria anche una certificazione effettuata da un organismo di parte terza. 2. Acquistare soluzioni preventivamente testate da un fornitore che possa essere inserito nella procedura di controllo o costruzione del quadro. Una volta in possesso di tutti i valori relativi ai dispositivi impiegati serve fare affidamento ad un servizio esterno o consultate lo standard UL 508A, Suppl SB. 3.Utilizzare il metodo descritto dagli Underwriters Laborat. lnc. nella norma UL 508A. Suppl SB. Se il vostro interlocutore negli Stati Uniti appartiene ad una giurisdizione che non ha adottato la versione 2005 del NEC®, i quadri certificati e conformi allo standard UL 508A richiedono, a partire da Aprile 2006, il marchio SCCR. 23 24 3 Qual è il significato dei nuovi requisiti del NEC® e delle norme UL? Le precedenti normative ammettevano per consuetudine di realizzare un quadro in base al valore di “AIR rating” del dispositivo di protezione principale contro le sovracorrenti. Le nuove norme inseriscono invece l’intero circuito di potenza nei requisiti riguardanti i limiti della corrente di cortocircuito. In questo senso il NEC® chiede ai costruttori di quadri di automazione industriale di determinare un valore della corrente di cortocircuito totale relativo al quadro. Una nuova procedura consiste nell’utilizzare “l’ultimo comune denominatore”tra i valori della corrente di cortocircuito di un quadro. Se ad esempio all’interno di un quadro sono presenti più elementi quali interruttori, dispositivi di protezione motore, contattori, deve essere indicato sul quadro il valore nominale della corrente di cortocircuito più basso del dispositivo all’interno del quadro oppure dei dispositivi “coordinati”. Se il valore della corrente di cortocircuito vi viene fornito direttamente dal costruttore dei componenti un esempio potrà essere: Interruttore: SCCR 25 kA Protezione motore: SCCR 15 kA Contattore: SCCR 5 kA In questo caso il valore nominale della Corrente di cortocircuito dell’intero quadro sarà 5 KA ovvero il valore più basso fra quelli dei componenti considerati. Utilizzando le tabelle di coordinamento fornite dal costruttore, si potrà tenere conto del valore risultante dall’associazione dei componenti. 4 Perché è così importante stabilire la corrente di cortocircuito? Le precedenti edizioni del NEC® non fornivano all’ispettore alcuna linea guida capace di garantire la sicurezza elettrica dei quadri di automazione. Per questo alcuni paesi hanno per questo introdotto proprie normative specifiche atte ad indirizzare l’installazione sicura dei quadri. L’articolo 409 indica ora i requisiti minimi per facilitare la sicurezza di installazione ed ispezione dei quadri di automazione. Questa novità nel codice chiede che in caso di sovracorrente il livello di energia sia più alto della soglia minima della corrente di cortocircuito di un componente del quadro. Quando i valori dei componenti scendono al di sotto della corrente di guasto disponibile, le prestazioni del quadro in termini di sicurezza risultano compromesse. Sarà quindi necessaria un’ulteriore approfondita valutazione del quadro e delle combinazioni dei componenti per garantire la sicurezza dell’installazione elettrica. 5 Cos’è la norma UL 508A, Suppl. SB? Il Supplement SB degli Underwriters Laboratories Inc. è uno dei tre metodi utilizzabili per determinare il valore della corrente di cortocircuito in un quadro elettrico. Per stabilire questo valore si può utilizzare il seguente procedimento: Fase 1. Determinare il valore della corrente di cortocircuito di ogni singolo componente del quadro. • utilizzando il valore di targa indicato sul componente (potrebbe indicare la necessità di una protezione specifica contro le sovracorrenti) • utilizzando il valore del componente non marcato determinandolo in base alla Tab. SB4.1 • testando un componente o una combinazione di componenti secondo UL 508A. Fase 2. Quando un circuito di alimentazione integra dei dispositivi di limitazione della corrente, determinare il valore modificato (SB4.3) basato sui valori complessivi dei dispositivi di limitazione di corrente. Fase 3. Stabilire il valore totale (SB4.4) che non può superare il valore del circuito compreso il valore modificato determinato nella fase 2 sopra riportata. Ognuna di queste fasi è riportata nel dettaglio nel supplemento alla norma UL. Il nostro impegno verso il nuovo codice NEC® e UL508A Schneider Electric possiede le competenze in termini di soluzione e di prodotto e può fornirvi l’aiuto necessario a determinare il valore della corrente di cortocircuito del vostro quadro elettrico fornendo le potenze nominali e le combinazioni di potenze dei nostri prodotti. Inoltre sostiene in modo attivo e diretto il nuovo Articolo 409 del codice NEC® e la norma UL 508°: i nostri prodotti sono testati per garantire la completa affidabilità di un sistema e la conformità con i nuovi requisiti normativi. Infine la partecipazione in modo attivo nello sviluppo dei requisiti del NEC® e degli standard di prodotto UL ci consente anche di offrire prodotti e soluzioni conformi ai codici ed alle normative in vigore e capaci di andare oltre i requisiti normativi rispondendo alle attese ed alle esigenze dei clienti. La filosofia alla base di tutti i prodotti Schneider Electric è quella di mettere sempre la sicurezza davanti a tutto per fornire al cliente prodotti UL Listed e soluzioni innovative per la realizzazione e l’installazione sicura dei quadri elettrici. fusibili per agire attivamente sugli interruttori, dovendo magari operare all’interno di un quadro sotto tensione. Schneider Electric mette a disposizione tecnici addetti ai quadri e alle macchine per le operazioni di ispezione, offrendo la sua grande esperienza nell’assistere il Cliente durante la revisione ed implementazione dell’impianto. L’utilizzo dell’ampia gamma di prodotti Schneider Electric nei quadri di automazione consente quindi di semplificare le operazioni di installazione dei quadri stessi. Gli avviatori Tesys U invece garantiscono la totale affidabilità della protezione motore grazie al coordinamento totale senza rendere necessari calcoli o tabelle per stabilire il giusto valore di SCCR, mentre gli interruttori Square D® serie FA/KA/LA/MA sono adatti all’impiego in apparecchiature conformi alle normative americane UL 508A e certificate NEC® (Art. 409), conformità ottenibile semplicemente utilizzando la gamma completa di prodotti Schneider Electric. La scelta di prodotti coordinati semplifica la conformità SCCR. Tra i prodotti Schneider Electric gli interruttori scatolati offrono soluzioni economiche, flessibili e sicure, adatte a reti monofase e trifase che i fusibili non sono in grado di eguagliare, in questo modo non sono necessarie scorte di 25 Il sistema di sicurezza nell’industria elettrica americana. Tutti i soggetti coinvolti nell'industria elettrica hanno da sempre un unico obiettivo: la sicurezza di impiego e di installazione dei prodotti e dei sistemi elettrici. Il sistema di sicurezza elettrico americano si basa su tre componenti fondamentali strettamente correlati per garantire la sicurezza dei prodotti e delle installazioni (vedere sotto). Il NEC® fissa i requisiti minimi per un'installazione sicura di prodotti e impianti elettrici. qualità così da garantirne la sicurezza ed Gli standard di prodotto stabiliscono regole in materia di progettazione, costruzione e Un sistema elettrico sicuro nasce quindi dalla assicurarne la conformità con il codice d’installazione (NEC). La maggior parte dei prodotti per la distribuzione elettrica ed il controllo sono inoltre oggetto di un programma di certificazione eseguito da un organismo di parte terza. Le autorità preposte alla sicurezza fanno affidamento sulla certificazione degli organismi di parte terza per garantire che i prodotti siano conformi alle norme e al codice di installazione. combinazione di tutti e tre questi elementi. Per maggiori dettagli sulle soluzioni di automazione e controllo industriale, visitate il sito www.wschneiderelectric.it nella sezione Automazione e Controllo / Prodotti Square D a norme NEMA oppure contattate la nostra organizzazione commerciale più vicina a voi. Nuovo Magelis XBT/RT tutti i benefici di un display grafico touch screen La gamma di terminali grafici Magelis XBT si amplia con l'ingresso in scena dell'ultimo arrivato Magelis XBT RT. Progettato per soddisfare ogni esigenza in termini di compattezza e facilità d'utilizzo, possiede risorse e qualità per comunicare con semplicità ed integrarsi in qualsiasi tipo di architettura. Versatilità garantita I terminali Magelis XBT RT offrono uno schermo semi-grafico di grandi dimensioni contenuto in un’unità compatta facile da assemblare grazie al fissaggio tramite molle. E’ possibile inoltre configurare la duplice versione touch screen/tastiera o sola tastiera. Il display luminoso permette di visualizzare, controllare e gestire tutte le applicazioni con chiarezza e autonomia: 26 ● ● ● ● ● Schermo da 3.9" con più di 10 linee da 33 caratteri Caratteri con più di 16 mm di altezza Display completo di opzioni grafiche Testo scorrevole Schermo verde, configurabile anche in rosso e arancione. Facilità di programmazione Compatibili con il software Vijeo Designer Lite, che ha preso il posto del vecchio XBTL 1000 mantenendo la sua facilità di utilizzo, i terminali Magelis si combinano perfettamente con tutta la gamma di prodotti Schneider Electric tramite protocolli Modbus o Uni-Telway, ma anche con protocolli di terze parti al fine di garantire soluzioni complete di automazione. Facili da installare e semplici da configurare, stupiranno un vasto pubblico integrandosi perfettamente con tutti i PLC della gamma Modicon, dal Twido al nuovo M340. Conformità Come tutta la famiglia di pannelli operatore Magelis, anche i terminali XBT RT sono conformi agli standard CE, UL CSA, C-Tick ed ATEX, per un utilizzo sicuro anche nei più severi ambienti industriali. Nuova Serie BASIC+ il miglior rapporto prezzo/prestazioni sul mercato Schneider Electric presenta la nuova serie di sensori di prossimità induttivi BASIC+, totalmente schermati a portata maggiorata. 27 Sempre più applicazioni in diversi campi (assemblaggio, packaging, movimentazione, macchine per la lavorazione del legno…) richiedono di controllare movimenti lineari semplici attraverso dei sensori affidabili e di qualità ma a cui sono richieste prestazioni base. La risposta di Schneider Electric si chiama BASIC+. La serie base già presente a catalogo con le versioni totalmente schermate (portata standard) e parzialmente schermate (portata doppia) si arricchisce delle nuove versioni totalmente schermate a doppia distanza di lavoro. Le nuove versioni sono disponibili con custodia in plastica o in metallo nei diametri 8-1218-30mm, con distanze di lavoro nominali (Sn) 2,5-4-8-15mm. La serie BASIC+ è disponibile con uscita cavo in PUR o connettore M12 fatta eccezione per il diametro 8 mm disponibile anche con connettore M8. Tutte le versioni sono disponibili con elettronica PNP o NPN e uscita Normalmente Chiusa o Normalmente Aperta, grado di protezione IP67 e temperatura di lavoro da -25 a +70°C. La serie BASIC+ è la soluzione ideale per contenere i costi delle macchine senza dover rinunciare a qualità, affidabilità e prestazioni. Nuovo Harmony con contatti a molla I tempi di messa in servizio delle macchine devono essere sempre piú brevi e a prova di errore, per questo motivo diventano sempre piú importanti l'efficienza e la riduzione dei tempi di installazione, la sicurezza dei collegamenti e la resistenza alle vibrazioni. Per una connessione rapida e sicura Con i nuovi contatti a molla Harmony, Schneider Electric risponde a tutte queste richieste e come leader mondiale nei componenti per il Dialogo Operatore espande la sua offerta per i pulsanti d22mm XB4 e XB5. Questi prodotti sono totalmente compatibili con le serie XB4/XB5 e grazie al nuovo design è l’unico blocco contatti sul mercato che rende rapido il cablaggio senza l’utilizzo di particolari attrezzi, e facile l’installazione assicurando una connessione con ottima resistenza alle vibrazioni. 28 Operazioni semplici e intuitive I nuovi contatti a molla sono così semplici e intuitivi da non richiedere alcuna preparazione: il fissaggio offre la massima confidenza all’utilizzatore, grazie ad uno scatto rapido e sicuro ed al controllo visivo della buona chiusura. Risparmio di tempo Se comparato ai classici contatti a vite, l’utilizzo dei nuovi contatti a molla permette di risparmiare il 65% del tempo, infatti nel tempo solitamente impiegato per collegare 2 cavi con contatti a vite se ne collegano 6 con i contatti a molla. Resistenza alle vibrazioni Vibrazioni e cambi di temperatura possono causare il parziale sviamento di un contatto a vite costringendo i responsabili della manutenzione a prevedere un controllo ciclico delle viti, diversamente, grazie alla resistenza dei contatti a molla, questo tipo di manutenzione può essere eliminato. Tutti i contatti a molla Harmony sono marchiati CE e sono conformi a quanto richiesto dagli standard IEC/EN oltre ad essere costruiti in conformità alle specifiche RoHS (Restriction of Hazardous Substances). SETTORE LIFT Altivar 31 e 71 per il settore lift Variatori di velocità Altivar 31 e 71 specifici per il settore sollevamento. Il comando degli ascensori mediante azionamenti elettrici ha una lunga tradizione infatti risale al 1867 il primo ascensore della storia installato a New York e progettato da Elisha Graves Otis. Considerando che l’ascensore risulta il mezzo di trasporto per persone più diffuso al mondo dopo l’automobile, l’applicazione degli inverter risulta un’attività di fondamentale impor tanza se si pensa che solo in Italia sono stati installati, fino ad oggi, più di 800.000 ascensori. Naturalmente non tutti sono elettrici, molti sono idraulici, hanno un buon funzionamento e sono poco costosi ma hanno anche il problema del riciclaggio dell’olio e non sono molto performanti in quanto a velocità. L’ascensore elettrico dunque ha una responsabilità maggiore in termini di prestazioni e di affidabilità richiesta. La disponibilità di inverter sempre più affidabili e performanti ha reso possibile l’impiego del motore asincrono a gabbia che è il motore più diffuso, ma nell’ultimo periodo il mercato ascensoristico richiede anche l’utilizzo di motori sincroni speciali senza più riduttore, i cosiddetti “gearless” che attualmente non tutti gli inverter sono in grado di gestire. E’ proprio in questo contesto che Schneider Electric ha preso spunto da una forte doman- 29 da arrivata da questo settore per sviluppare un prodotto all’altezza di ogni aspettativa. È nato così il nuovo inverter dedicato Altivar 71 Lift con alimentazioni 400V trifase da 3 a 75kW, 200V trifase da 3 a 45kW e con filtro EMC integrato rispondenti alla norma ascensori EN12015. Il nuovo prodotto si basa sulla stessa tecnologia di Altivar71 standard e quindi con le stesse schede di estensione, di comunicazione, o programmabili (Controller Inside) e le stesse opzioni, con la possibilità di chiudere l’anello oltre che con i tradizionali encoder incrementali, anche con le nuove schede revolver o encoder assoluti (SinCos, Hiperface, EndDat, SSI) con un aumento della risoluzione da 16 a 22 bits proprio per poter gestire anche motori sincroni gearless retroazionati e ottimizzare “frequenza di commutazione” autoregolabile per minimizzare la rumorosità motore ● ventole prodotto termostatate per minimizzare la rumorosità dell’ambiente ● funzione di “protezione dell’argano” ● comando e controllo dei contattori a valle ● nuovi profili di rampa per la riduzione automatica dell’effetto “jerk” ● riavviamenti auto● Altivar 71 30 così la gestione della nuova funzione rollback nelle fasi di partenza raggiungendo una velocità che va oltre i 4 m/s in tutta sicurezza e comfort. Altamente performante con i suoi 200% di sovracoppia, con la nuova scheda di gestione motore e con un miglior sistema di misura della corrente, Altivar 71 Lift si presenta con una veste dedicata al settore, nello specifico: ● menu lift ● unità di misura espresse in m/s anziché in Hertz per la velocità o in metri anziché in secondi per le regolazioni delle rampe ● anello di velocità auto-regolabile basato sulla capacità e velocità della cabina ● funzioni dedicate tipo “boost” per retrofit ● funzione “mezzo piano” e funzione “diretta al piano” (senza velocità di livellamento) ● gestione “rollback” per l’apertura del freno ● gestione “misura del peso” per un miglior comfort ● funzione di “ispezione” per la manutenzione ● funzione “SOS” per il ritorno al piano in mancanza di alimentazione ● gestione dell’arrivo al piano in condizioni di “allarme termico” ● gestione della “logica del freno” matici programmabili certificazione prodotto in “Categoria 3”. ● In abbinata ad Altivar 71 Lift è nato anche il compatto Altivar 31 Lift fino a 15kW basato sulla stessa filosofia di Altivar 71 Lift ma solo per motori asincroni ad anello aperto e senza la possibilità di inserire schede opzionali. Altivar 31 LIFT 2008 La mostra del trasporto verticale e della componentistica per ascensori e mezzi di sollevamento, si terrà dal 12 al 15 novembre 2008 presso Fiera Milano International. Il mercato di riferimento di Lift, cioè il mercato italiano, che nel 2006 ha realizzato un fatturato di 2.407,9 milioni di €, è fra i più vasti e dinamici del mondo, con un parco di 850.000 ascensori installati, 2.000 imprese produttive e una forte rete di servizi di assistenza e manutenzione sparsi in modo omogeneo sul territorio. L’evento, attraverso dibattiti e conferenze con ospiti internazionali, intende essere un momento di approfondimento sulla tecnologia impiegata nel settore, grazie anche all’attenzione particolare che verrà riservata ai temi legati alla sicurezza e alla accessibilità per i disabili. La legge europea in materia propone un adeguamento degli impianti nella massima tutela di questo tipo di esigenze che toccano da vicino l’Italia, Paese con la più vasta e diffusa competenza industriale nel settore. Il palco milanese si propone come un imperdibile crocevia di affari e di proposte orienta- SOLLEVAMENTO te al futuro del settore e sarà aperta ad un vasto pubblico che comprende tecnici, installatori, manutentori, ma anche progettisti, rappresentanti del mondo edile e amministratori di condominio. A Lift 2008 parteciperanno diverse associazioni di categoria e federazioni internazionali in rappresentanza dei tantissimi interessi imprenditoriali del settore. In questo contesto non poteva mancare Schneider Electric che si presenterà, come nelle precedenti edizioni, con un suo stand, arricchito con le ultimissime novità in termini di prodotti e soluzioni: inverter specifici per il Lift, soluzioni per il controllo completo dell’ascensore attraverso controllori dedicati, moduli di sicurezza, sofstarter, finecorsa, pulsantiere di manutenzione, contattori, relè di controllo inversione fase e relè di controllo asimmetria fase. 31 Terminali e PC industriali Magelis La nuova immagine dell’automazione Ampia gamma Scelta di schermi da 3,8”, per il più piccolo dei pannelli operatore touch screen, a 19” per i display industriali di nuova generazione. Comunicazione versatile Fino a 4 canali di comunicazione disponibili, i numerosi protocolli su tutte le dimensioni di schermo consentono il controllo simultaneo di più dispositivi. Accessibilità senza confini Con la funzione Web Gate, disponibile sui pannelli XBTGT, è possibile controllare a distanza le applicazioni realizzate con Vijeo Designer utilizzando un browser di Internet. > Soluzioni per il dialogo uomo-macchina www.schneiderelectric.it Software universale Vijeo Designer è il software che ti guida con semplicità nell’uso della gamma Magelis. Per saperne di più manda una mail a [email protected] citando in oggetto DOS-HMI LEES DTS 119 AI 1-1008-12B