QUELLI CHE
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QUELLI CHE
DI GIULIA CERQUETI I l pezzo più antico? Una bicicletta lombarda del 1905, recuperata a Milano. La usavano i pompieri per muoversi all’interno degli stabilimenti delle industrie petrolchimiche. Oggi è esposta alla Galleria delle arti di Fabriano (Ancona), insieme con un’altra sessantina di splendidi pezzi d’epoca provenienti da tutta Italia. E ancora, la bici dello scrivano, trovata in Umbria. «Risale a subito dopo la seconda guerra mondiale», spiega Luciano Pellegrini, il collezionista fabrianese che ha raccolto le biciclette. «A quel tempo moltissimi militari erano analfabeti; così, lo scrivano si appostava davanti alle caserme. I soldati gli portavano le lettere di familiari o fidanzate, lui scriveva le risposte». E ancora, la bici del pollarolo, del gelataio, del fotografo; quella del portabombole, attrezzata con un carretto di legno. E la bicicletta del maestro di scuola, con lavagna e pallottoliere. «Cinquant’anni fa – racconta Una mostra a Fabriano celebra la bicicletta e i lavori QUELLI CHE PEDALAVANO 96 NOVEMBRE 2008 CLUB3 [STORIE D’ITALIA] stata conservata con tutti i “ferri del mestiere” con cui il proprietario l’aveva attrezzata. Difficile datarli con precisione, ma la maggior parte si colloca tra gli anni Venti e Cinquanta. «La bici del fabbro maniscalco è degli anni Venti: si può stabilire dal tipo di fanale e dal sellino». Una due ruote che comportava enorme fatica, perché trasportava attrezzi pesantissimi come l’incudine. Luciano Pellegrini, commerciante in pensione di 71 anni, un passato da pugile, per quasi trent’anni ha girato l’Italia spulciando fra negozi d’antiquariato e mercatini, per acquistare questi pezzi d’epoca. La passione nasce dalla sua storia personale: «Mio padre faceva il pellaio o stracciarolo, raccoglieva pelli e stracci. A 13 anni mi diede la sua bicicletta e mi 62 pezzi del Novecento ripercorrono la storia d’Italia e dei suoi mille mestieri ai quali è stata a lungo legata Pellegrini – il maestro raggiungeva gli agglomerati di case troppo distanti dai paesi». La mostra si intitola Mestieri in bicicletta: i pezzi esposti testimoniano lavori e professioni che, un tempo, si svolgevano su due ruote, spesso unico mezzo Luciano Pellegrini (a destra) e il figlio con una bicicletta di trasporto in tempi in cui l’automobile era ancora un bene riserva- mandò a cercare pelto a pochi. Negli anni Cinquanta, anche un li di coniglio per i medico condotto pedalava per raggiungere i paesi. Così, cominpazienti; ma in sella a una bici più attrezzata. ciai anch’io questo «Lo testimonia la presenza del Mosquito, un mestiere. Mio padre motorino per bicicletta comparso negli anni andava a cavallo, io Cinquanta», spiega Pellegrini. in bici». Che oggi fa Così, 62 velocipedi del Novecento per- parte della collezione corrono la storia sociale a due ruote del se- esposta alla mostra. Per anni i pezzi sono stacolo scorso, la fatica per risolvere i proble- ti chiusi in un garage. Prima che il Comune mi della quotidianità, per attraversare di- aprisse un museo (informazioni: Uisp, Comignitosamente i tempi difficili del primo e tato di Fabriano, telefono e fax: 0732.30.02; del secondo dopoguerra. I pezzi provengo- email: [email protected]). Ma la ricerca per no da tutta Italia; manca solo la Sardegna. l’Italia continua. Il sogno di Pellegrini? «TroEsemplari originali e unici: ogni bicicletta è vare una bici storica usata dagli alpini». CLUB3 97 NOVEMBRE 2008 PER PEDALARE SICURI 씰 Pedalare più sicuri nelle città? Riassumiamo qui alcuni dei numerosi consigli (e regole) esposti da Ciclobby (via Borsieri 4/E, tel. 02.69.31.16.24, sito www.ciclobby.it), associazione ciclistica di Milano affiliata alla Fiab. 쎲 Fanali (bianco anteriore e rosso posteriore) e catadiottri non sono optional ma elementi obbligatori che vanno usati con correttezza. 쎲 Anche il campanello è obbligatorio. 쎲 Scegliere capi d’abbigliamenti adatti a farsi vedere già a un certa distanza: vestiti con colori sgargianti, fasce e dispositivi rifrangenti. 쎲 Evitare i marciapiedi, se non segnalati. O comunque, se si è su un marciapiede, percorrerlo molto lentamente facendo attenzione a portoni e passi carrai. 쎲 Non superare un veicolo a destra. 쎲 Segnalare chiaramente le proprie svolte con il braccio. 쎲 Se possibile, procurarsi uno specchietto retrovisore. 쎲 Tenere entrambe le mani sul manubrio. 쎲 Moderare la velocità. 쎲 Non andare contromano. 쎲 Scegliere le strade con circolazione più lenta. [ECOLOGIA] Si intensificano in Europa le politiche a favore delle E a casa nostra? La bicicletta pubblica condivisa è già una realtà consolidata a Reggio Emilia, Parma e Cuneo; quanto a Torino, entro il 2008 sarà dotata del bike sharing. Torino, assieme a Parma, vanta 115 chilometri di pista ciclabile, che presto dovrebbero arrivare a 290. A Roma, il rettore dell’Università di RomaTre ha attivato un servizio di noleggio automatico per studenti e dipendenti dell’ateneo, a fronte di una sottoscrizione e del pagamento di una cauzione. A Milano il noleggio era già stato sperimentato negli anni Ottanta, con pochissimo successo: nel giro di poco tempo le bici del Comune vennero rubate. Ma, a dispetto della cultura dell’auto, a Milano 150% di aumento negli ultimi dieci anni nell’uso di questo mezzo a Milano biciclette contro traffico e smog DUE RUOTE MEGLIO DI QUATTRO È 20 milioni di biciclette nel nostro Paese di cui 4,5 usate per andare al lavoro 98 NOVEMBRE 2008 CLUB3 sempre più numeroso, consapevole, entusiasta. E non ha intenzione di rimanere in silenzio. È il grande popolo degli italiani che pedalano. Oggi, nel nostro Paese si contano circa 20 milioni di biciclette, di cui 4 milioni e mezzo usate come mezzo di trasporto, per andare al lavoro o per semplice svago. In Italia la due ruote ha conosciuto fortune alterne: dopo la seconda guerra mondiale l’auto era un lusso per pochi e la gente comune si spostava pedalando. Poi, negli anni Sessanta, col boom automobilistico, la bici è stata abbandonata, per essere di nuovo riscoperta negli anni Settanta. Oggi, chi è animato da sensibilità ambientalista la usa perché è un mezzo ecologico; c’è chi la ama perché permette di fare un po’ di movimento; chi la sceglie perché svicola e trova passaggi alternativi evitando le code; chi la- scia l’auto nel box e riscopre l’economicità e il risparmio della due ruote. Insomma, la bicicletta va forte fra gli italiani. Ancora di più in Europa. Oltre ai Paesi nordici come Svezia e Olanda, dove la cultura dei pedali è radicata, anche in altre nazioni si sono avviati progetti di mobilità ciclistica e sostenibile, in primis il bike sharing, sistema di noleggio automatico di biciclette messe a disposizione dal Comune e distribuite in vari punti della città, che la gente può prendere in prestito a fronte di un abbonamento al servizio. Capofila del progetto è Lione, in Francia, che ha dato l’esempio a molte altre città. A Parigi va fortissimo Velib, il sistema di bike sharing voluto dal sindaco ecologista Bertrand Delanoe: nato a luglio 2007, l’iniziativa conta oggi su 200.000 abbonati e un parco di 16.000 biciclette. I parigini lo sfruttano molto, con un tasso di soddisfazione al 98%. Non sono mancati problemi, in primo luogo i furti: in un anno sono sparite 3.000 bici, facendo lievitare i costi dell’operazione oltre il previsto. Bicing, il sistema di bike sharing in versione catalana, ha suscitato entusiasmo a Barcellona: qui, grazie al servizio offerto dal Comune dal marzo 2007, la bici è diventata mezzo pubblico. Un catalano su dieci sceglie oggi il velocipede per i regolari spostamenti in città. Il parco bici ha raggiunto i 4.300 mezzi e 138.000 abbonati, per un servizio attivo 24 ore nel fine settimana e dalle 6 alle 24 nei giorni feriali. Anche Londra si attrezza: il sindaco Boris Johnson è appassionato di ciclismo e si fa fotografare sul sellino; dal 2010 6.000 bici saranno a disposizione dei cittadini. Scopo: ridurre del 60% in 15 anni l’anidride carbonica prodotta dai londinesi. l’uso della bici è aumentato del 150% in dieci anni, soprattutto per spostamenti di 4-5 chilometri. Dal 1˚ settembre è nato inoltre un innovativo servizio, Urban bike messengers, pony express su due ruote: un servizio di consegna che è più rapido dei corrieri motorizzati e rispettoso dell’ambiente. E alla bicicletta in Italia è dedicata una casa editrice: Ediciclo (www.ediciclo.it) a Portogruaro (Venezia), nata nel 1987 con la pubblicazione di tre volumi che raccoglievano storie e immagini, fatica ed entusiasmo di salite in montagna su due ruote. Informazioni sulla mobilità ciclistica in Italia: Federazione italiana amici della bicicletta, www.fiab-onlus.it. Mobilità ciclistica in Europa: European cyclists’ federation, www.ecf.com. G. C. CLUB3 99 NOVEMBRE 2008