SPIRITO SANTO E MATRIMONIO NEL PENSIERO DI GIOVANNI

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SPIRITO SANTO E MATRIMONIO NEL PENSIERO DI GIOVANNI
SPIRITO SANTO E MATRIMONIO NEL PENSIERO DI GIOVANNI
PAOLO II
Don Przemyslaw Kwiatkowski
Ciao a tutti!
Siamo Alberto e Silvia di Cherasco, in Piemonte e siamo sposati da quasi
6 anni. E noi siamo Alberto e Cristina di Saluzzo, sposati da 14 anni.
Oggi vorremmo rivivere con voi una tappa del convegno di Sacrofano,
svoltosi lo scorso gennaio. In particolare proveremo a fare nostro il
tema sviluppato da don Przemyslaw , che dedica la vita
all’approfondimento del pensiero di Giovanni Paolo II.
Il titolo del suo intervento è SPIRITO SANTO E MATRIMONIO NEL
PENSIERO DI GIOVANNI PAOLO II.
Vorremmo innanzitutto ribadire che la conoscenza dello Spirito Santo
non avviene solo a livello teologico, ma è innanzitutto un’esperienza
concreta, tant’è vero che lo stesso Giovanni paolo dice di averne fatto
esperienza in casa, quando da bambino il papà gli consigliava di pregare
lo Spirito Santo nei momenti di difficoltà.
Ecco allora che anche noi, come famiglie, vogliamo imparare a
riconoscere la presenza dello Spirito Santo tra le mura di casa e a
stupirci dei doni che lo Spirito Santo ci fa.
STUPIRSI DEL DONO RICEVUTO
I termini usati per definire lo Spirito Santo sono gli stessi che
caratterizzano l’amore matrimoniale. Per Giovanni Paolo II, infatti, lo
Spirito Santo è incontro, dono, unità, comunione. Non un amore
generico, ma personale, che accoglie, che unisce, che si dona. Non solo
un amore incessante, ma anche fedele, come l’amore di uno sposo.
Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza per farci
partecipi della sua comunione, della sua divinità. Insomma, per noi sposi
quell’amore non è solo un modello da imitare, ma siamo proprio dimora
di quell’amore.
Per concretizzare, per esempio, sperimento questo quando Albi rientra
dal lavoro, magari stanco… e desidero farlo sentire accolto: lascio ciò
che sto facendo per correre ad abbracciarlo;
Il martedì, in questo periodo, per Silvia è una giornata faticosa dal punto
di vista lavorativo a causa dei tempi serrati: ha una pausa pranzo molto
corta e la giornata piena. Allora ho deciso di togliere 40 minuti al lavoro
per andare a casa prima e preparare il pranzo, consentendole così di
mangiare con un po’ più di calma.
Testimonianza
Ci stupiamo del dono dello Spirito Santo che ci lega e ci rende uniti, così
come ci stupiamo che, invocando lo Spirito Santo, il nostro cuore si
predispone di più ad amare l’altro.
Testimonianza
VIVERE IL DONO RICEVUTO
Il giorno delle nozze non abbiamo ricevuto una semplice benedizione:
- è stato invocato lo Spirito Santo perché scrivesse nei nostri cuori la
legge di Dio sul matrimonio (la legge del dono di sé);
- noi abbiamo consacrato a Dio i nostri cuori e le nostre anime, per
ospitare lo Spirito Santo e permettergli di plasmare i nostri cuori.
Giovanni Paolo II chiama questo consacrazione sacramentale e frutto
di questa consacrazione è la conversione continua, la continua
accoglienza dello Spirito Santo, perché:
- ci purifichi da ciò che non è amore
- ci porti fuori da ragionamenti solo umani
- ci renda sempre più uniti e sempre più simili a Dio-Trinità.
In questo modo la vita di noi sposi diventa 24 ore su 24 una liturgia,
che vuol dire presenza viva di Cristo in casa nostra. Ogni più piccolo
gesto d’amore che rivolgiamo al coniuge porta in sé lo stesso amore
di Gesù che dona la sua vita. Anche il mio gesto di stirare le camicie di
Alberto diventa prezioso, se svolto con tutta me stessa.
Una frase di Wojtila afferma con forza: “ Non dividete l’amore!”:
questo ci insegna che i frutti veri dell’azione dello Spirito non sono
soltanto spirituali, ma sono autentici se danno pienezza alla vita
umana, ai gesti concreti tra noi sposi, nella nostra quotidianità.
A questo proposito Giovanni Paolo II fa agli sposi un augurio: “La
grazia del sacramento che avete ricevuto zampilli come fontana
inesausta!”.
Testimonianza
La nostra unione umana, che in quel momento rappresentava la
nostra debolezza, offerta a Dio, è diventata in Lui il nostro punto di
forza e di resurrezione. Le risposte che tanto cercavamo al di fuori di
noi sono arrivate da ciò che, da sempre, era in casa nostra: la
presenza costante dello Spirito di Dio, pronto a parlarci.
Testimonianza
Ritenere che ci siano situazioni nelle quali non sia possibile essere
fedeli equivale a dimenticare questo avvenimento di grazia; la grazia
rende possibile ciò che all’uomo, lasciato alle sue forze, è impossibile.
Testimonianza
Nel primo anno di matrimonio abbiamo sperimentato l’aiuto dello
Spirito Santo nel superare un momento di delusione grande l’uno
verso l’altra, nel quale umanamente ci si sarebbe allontanati.
Abbiamo fatto l’esperienza di metterci nelle mani di Dio e di lasciar
agire lo Spirito Santo là dove noi non sapevamo che cosa fare e quale
fosse il bene per noi. Gli abbiamo detto “eccoci qui, davanti a Te, con
le nostre miserie. Ci sentiamo nel deserto e siamo disorientati, ma
vogliamo credere che quel sacramento con cui ci hai uniti abbia un
senso e possa salvarci”. Lo Spirito Santo ci ha dato la capacità di
riconoscere i nostri errori chiamandoli per nome, la forza di
perdonare e il desiderio di guardare avanti nonostante la ferita.
Anche nelle cose più piccole e quotidiane ci rendiamo conto che lo
Spirito Santo non ci è stato donato una volta per tutte il giorno del
matrimonio. Possiamo e abbiamo bisogno di invocarlo
continuamente sulla nostra famiglia, perché ci aiuti a fare dei “salti di
qualità” nel nostro amore concreto verso nostro marito / nostra
moglie.
Con le mie sole capacità umane il mio voler bene ad Alberto rischia di
essere calcolatore o misurato: io gli ho già stirato i vestiti e riordinato
l’armadio; ora tocca a lui fare qualcosa per me. Lo Spirito Santo mi
suggerisce di aprire gli orizzonti e mi mostra che posso fare ancora
molto di più per lui.
OFFRIRE IL DONO RICEVUTO
Un altro augurio meraviglioso che ha fatto Giovanni Paolo II alla famiglia
è:
“Dio vuole che tu sia bella, che tu viva la pienezza della dignità umana e
della santità di Cristo, che tu sia a servizio dell’amore e della vita […] per
diventare la speranza di tutte le nazioni”.
Tutta la ricchezza che abbiamo scoperto all’interno del nostro
matrimonio non ci è data soltanto per noi, ma perché si riversi sulle
persone che abbiamo intorno.
Siamo dunque chiamati a una comunione più grande della sola
comunione tra noi due.
Abbiamo da poco scoperto di far parte di un progetto grande che va al
di fuori della nostra “chiesetta domestica”.
Nell’ultimo anno abbiamo già un po’ sperimentato la bellezza di
preparare insieme, con cura e nei dettagli, l’incontro con altre coppie in
parrocchia o a casa nostra e di pregare per loro.
Da qualche mese, poi, abbiamo iniziato l’esperienza delle cfe in casa
nostra e questo ci sta rendendo consapevoli di due cose:
- che la presenza di Dio è viva in casa nostra, nonostante le nostre
piccolezze;
- che è bello e preziosissimo dare ad altri l’opportunità di incontrare
Gesù.
Don Przemyslaw ci ha mostrato questa fotografia:
fotografia del papa con dietro il crocifisso
Commentandola, lui ci faceva notare che essa non è la foto del papa, ma
è la foto del Cristo Crocifisso. Così è anche per noi: chi ci guarda non
deve riconoscere tanto le nostre piccole qualità umane, ma deve
intravvedere l’immagine di Dio stesso che è l’Amore.
Ci salutiamo con alcune frasi dette da Giovanni Paolo II a noi sposi:
“La grazia del Sacramento che avete ricevuto zampilli come
fontana inesausta”
“Dio vuole che tu sia bella, che tu viva la pienezza della dignità
umana e della santità di Cristo, che tu sia a servizio dell’amore e
della vita […] per diventare la speranza di tutte le nazioni”