lesioni da arma bianca

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LEZIONE
“LESIONI DA ARMA BIANCA”
PROF. SSA MONICA SAVOJNI
Università Telematica Pegaso
Lesioni da arma bianca
Indice
1
LE LESIONI DA ARMA BIANCA ----------------------------------------------------------------------------------------- 3
1.1.
1.2.
1.3.
1.4.
LE FERITE DA PUNTA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
LE FERITE DA TAGLIO --------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
LE FERITE DA PUNTA E TAGLIO -------------------------------------------------------------------------------------------- 11
LE FERITE DA FENDENTE --------------------------------------------------------------------------------------------------- 12
2
RACCOLTA DI IMMAGINI DI ALTRE LESIONI ------------------------------------------------------------------- 29
3
MORSI -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 36
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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1 Le lesioni da arma bianca
Sono considerate lesioni da arma bianca le ferite da punta, da taglio, da punta e da taglio, e
da fendente. La definizione è generica e comprende sia le lesioni prodotte da armi vere e proprie
(ossia da strumenti la cui destinazione naturale è l’offesa alle persone, come pugnali o baionette),
sia quelle prodotte da altri strumenti, detti impropri (rasoi, bisturi, forconi, aghi, chiodi, schegge di
vetroecc.)
1.1.
Le ferite da punta
Si dicono ferite da punta quelle prodotte da oggetti che hanno un estremo acuminato. Esse si
distinguono in ferite a «fondo cieco» ed in ferite «trapassanti» (a seconda che non vi sia, oppure vi
sia, un foro di uscita). Vengono definite «penetranti», nel linguaggio corrente, quelle ferite che
raggiungono le cavità interne (pleura, pericardio, peritoneo, ecc.)
Aspetto schematico di lesioni cutanee prodotte da strumenti da punta e da punta e taglio.
1: punta a sezione circolare; 2: punta a sezione triangolare; 3: punta a sezione quadrangolare;
4 : monotagliente; 5: bitagliente
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bitagliente a sinistra e monotagliente a destra
In particolare va considerato che le armi da punta possono essere strumenti di suicidio e di
omicidio. Nel suicidio la sede prescelta è, in genere, la regione cardiaca; non si tratta sempre di un
unico colpo, ma, talvolta, di molti di colpi, essendo quello mortale quasi sempre il più profondo.
Caratteristica pressoché costante del suicidio è il denudamento della parte colpita. Naturalmente
dovrà essere verificata la compatibilità della direzione del colpo con la possibile azione del suicida.
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Tentato suicidio con due coltelli
Tentato suicidio, notare la perfetta centratura dell'arma sotto il processo xifoideo
Nell’omicidio i colpi sono normalmente molteplici; si registra lesione degli indumenti ed
inoltre sono colpite regioni non sempre vitali. Fenomeno inoltre molto frequente nell’omicidio sono
le lesioni da difesa, che compaiono sulle mani o sulle braccia della vittima, che si è difesa
dall’aggressione. Tali lesioni mancano se la vittima è stata colpita di sorpresa, o nel sonno, o è stata
stordita prima del ferimento. Esse non vanno confuse con le ferite da schivamento, che si formano
in altre sedi (collo, spalla, dorso), dove i movimenti di reazione della vittima hanno sviato i colpi.
Le ferite da punta sono le più difficili da esaminare data la minima superficie cutanea
interessata, ma nn si deve mai dimenticare che c'è la possibilità che all'interno della ferita siano stati
trascinati fibre degli abiti, terra o altro. Inoltre non è rarissimo il reperimento di pezzi di metallo
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appartenenti all'arma usata per produrre la ferita (dalle schegge alle punte intere che possono essersi
staccate durante la lotta).
Ovviamente più è profonda la ferita e più difficile sarà esaminarla... spesso una radiografia
della parte può essere di grande aiuto nell'identificare almeno le tracce metalliche. Per quanto
invece riguarda gli eventuali frustoli di tessuto o terra, un'esplorazione con uno specillo spesso dà
ottimi risultati, anche per determinare la profondità effettiva di una ferita che in superficie può
sembrare poco “importante” mentre magari, in profondità, ha leso un vaso o un organo
parenchimatoso.
1.2.
Le ferite da taglio
Si dicono ferite da taglio quelle prodotte da strumenti taglienti, ossia dotati di una qualche
loro parte poco spessa o con margine sottile, affilato e lineare.
Schema di una ferita da taglio
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Agli estremi si possono notare le codette, che rappresentano dei prolungamenti superficiali
del taglio nei punti in cui la lama penetra ed esce dalla cute sfiorando l’epidermide.
ferita a canale
o tangenziale
ferita a lembo
ferita lineare
ferita a tutto spessore
Ferite da taglio con tipiche codette
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ferita a lembo
Ferita da taglio (coltello) con evidentissime codette
Nel suicido da arma da taglio una sede di elezione è quella di polsi; in esso le lesioni sono
raramente numerose, anche se la molteplicità delle lesioni non contrasta in assoluto con le ipotesi
del suicidio essendo possibili le cosiddette ferite di prova o da esitazione. Le ferite in questo caso
possono essere orizzontali o verticali.
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Ferite da taglio plurime in tentativo di suicidio
Ferite di prova o da esitazione in tentativo anticonservativo
Una sede frequentemente prescelta tanto dal suicida quanto dall’omicida è il collo (le
cosiddette. ferite da scannamento). In questo caso particolare la diagnosi differenziale si può basare
sui seguenti punti:
a)la profondità delle lesioni è quasi sempre maggiore nell’omicidio piuttosto che nel
suicidio;
b)la direzione delle ferite, determinabile in base ai caratteri delle codette, è, nel
suicidio, obliqua dall’alto al basso e da sinistra a destra se l’arma è impugnata dalla mano
destra, da destra a sinistra se è impugnata da un mancino; nell’omicidio, invece, la direzione
è spesso orizzontale;
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c)nell’omicidio spesso si possono osservare delle ferite alle mani o agli avambracci
della vittima (le cosiddette ferite da difesa), dovute al fatto che l’aggredito cerca di parare
istintivamente i colpi o addirittura afferra l’arma con le mani.
Ferite da arma da taglio, da difesa
Ferite da difesa, la vittima in questo caso ha tentato di afferrare il coltello dell'aggressore
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1.3.
Le ferite da punta e taglio
Le ferite da punta e taglio sono prodotte da strumenti con estremo acuminato e con uno o più
spigoli affilati e taglienti. Le più tipiche armi da punta e taglio sono rappresentate dal comune
coltello da cucina, dai coltelli a serramanico, dai temperini, ecc.
Tramiti di ferite multiple da arma da punta e taglio nel cuore e nei polmoni
Ferita da punta e taglio con segni da agopuntura intracardiaca per rianimazione (in alto a
destra nella foto)
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Ferite multiple da punta e taglio in omicidio
Ferite da punta (in questo caso si è trattato di un punteruolo)
1.4.
Le ferite da fendente
Tali ferite sono prodotte da strumenti la cui efficacia lesiva è legata soprattutto alla notevole
forza viva e alla massa. Si tratta di accette, scuri, zappe, badili, spade, sciabole, ecc.
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Ferite da machete
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Ferita da ascia
Ferita da ascia
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Ferita da machete
risultato di un colpo di machete
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Risultato di un colpo di machete
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ferita da ascia, accidentale
IMMAGINI DI FERITE VARIE
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Ferite da rasoio a lama libera
Ferite da coltello, quella più in basso è più superficiale e si può notare l'irregolare
retrazione della cute caudale, mentre quella più in alto è arrivata agli strati più profondi.
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Ferita da coltello con eviscerazione
Pugnalata, in alto a destra la parte del pugnale arrotondata, in basso a sinistra quella
tagliente
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Ferita da coltello alla mano, molto evidente la codetta in uscita
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Tentativo anticonservativo
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In questa immagine si evidenziano due ferite, la prima ad essere inferta è la più piccola,
quando la cute sovrastante era ancora tesa, quando è stata inferta la seconda ferita (la più grande)
la cute attorno alla prima si è retratta e quindi in fase di sutura si è dovuto tirare con una pinza il
lembo di cute per poter suturare la prima ferita.
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ferita da punta (coltello da disossamento) all'inguine
Lesione dell'arteria femorale comune causata dalla ferita dell'immagine sopra
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ferita da punta e taglio, pugnale in aggressione domestica
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ferita da pugnale, evidentissimo il marchio contusivo lasciato dall'impugnatura a sinistra
tentato omicidio
tentato suicidio
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ferita da difesa
lesione del fegato da taglio e punta, aggressione
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ferita da arma impropria (pezzo di ceramica) con lesione di giugulare esterna, carotide
esterna ed interna, nervo vago e ipoglosso
lesione accidentale da macchina disboscatrice. Erniazione di omento e stomaco, lesione
epatica e sezione dell'emidiaframma sinistro
ferita da difesa
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Una ferita definita “wrinkle wound” ovvero ferita da piegatura. Si forma quando la cute si
ripiega durante il ferimento in modo tale da portare alla lesione solo delle cresta della piegatura.
Si tratta quindi di una ferita unica e non di due ferite separate.
Come nel caso delle ferite da arma da fuoco, anche quelle da arma binaca, essendo spesso il
risultato di un'aggressione, devono essere documentate fotograficamente il più possibile. Sarebbe
opportuno fotografare la ferita prima della detersione e poi nuovamente dopo la detersione.
Essenziale è la conservazione dell'arma, se presente. Cercare di manipolarla il meno
possibile per non cancellare eventuali impronte o tracce presenti sull'arma stessa, conservarla in
modo adeguato, garantire la catena della custodia come per tutte le prove raccolte su un paziente.
Coltelli o armi taglienti devono essere fatti asciugare all'aria e poi riposti i sacchetti di carta
individuali con i dati previsti per le prove e riposti in contenitori rigidi su cui si dovrà scrivere
ATTENZIONE CONTIENE TAGLIENTE.
Per quanto riguarda la detersione e la disinfezione della ferita, ricordarsi sempre di accertarsi
che all'interno della ferita non rimangano frustoli di abiti, schegge di vetro o altro... un'esplorazione
digitale spesso aiuta ad identificare il tramite della lesione e quindi ad esplorarla meglio
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2 Raccolta di immagini di altre lesioni
Garrotamento. Notare l'orizzontalità della lesione che dimostra che le mani dell'aggressore
erano alla stessa altezza ed hanno tirato la garrota contemporaneamente e con forza uniforme sui
due lati (cofrontare con i segni lasciati da un cappio in seguito a impiccagione che invece ha
un'angolazione ben precisa oltre a non essere uniforme)
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questa immagine mostra la discontinuità della legatura su entrambi i lati del collo in un
caso di omicidio compiuto con la vittima già incosciente, a terra e l'omicida che ha premuto con un
laccio stando a cavalcioni della vittima
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strangolamento manuale, notare i segni di dita sul collo, in particolare sulla sinistra della
foto si nota una fovea che dimostra che la costrizione digitale è stata mantenuta anche dopo la
morte.
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Le petecchie oculari e sottoorbitali sono il risultato di uno strangolamento subito durante
una violenza domestica
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nell'immagine sopra si notano i segni di legatura a seguito di uno strangolamento. Si notino
i due diversi segni, sopra e stto la cartilagine tiroidea che dimostrano diversi tentativi fatti
dall'omicida
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segni di legatura non orizzontali in un caso di suicidio per impiccagione, notare
l'angolatura dei segni lasciati dal cappio
anche in questo caso i segni del laccio sono angolati, dimostrando che la vittima si è
impiccata
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3 Morsi
I segni lasciati da un morso, possono portare all'identificazione dell'aggressore dato che
riproducono esattamente la dentatura.
Nella foto sopra, il segno di un morso piuttosto profondo, tanto da produrre una soffusione
ematica
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in questo caso non c'è soffusione ematica ma si può notare l'indentatura della cute
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Esito di un morso, a due gionri dall'evento. Non sono più evidenti i segni dei denti che si
sono fusi in un ematoma unico. Per questo è bene fotografare immediatamente i segni lasciati da un
morso.
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