News - FLP
Transcript
News - FLP
FLPNews PERIODICO DI INFORMAZIONE CULTURALE POLITICA SINDACALE E SOCIALE ANNO VII MERCOLEDI’ 02 - maggio 2012 N. 188 Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche PROTOCOLLO D’INTESA SUL LAVORO PUBBLICO PASSI AVANTI NELLA DIREZIONE INDICATA DALLA CSE Numero maggio 02521 ISSN 2039-5280 flp News dIrettore: Marco Carlomagno dIrettore reSpoNSabIle: Roberto Sperandini ComItato edItorIale: News Lauro Crispino, Roberto Sperandini, Vincenzo Patricelli Sito www.flp.it e-mail: [email protected] redazIoNe: Via Roberto Bracco, 45 – 80133 Napoli redazIoNe romaNa: Via Piave, 61 – 00187 Roma edItore: flp – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche registrazione tribunale di Napoli n. 24 del 01.03.2004 Iscrizione al R.O.C. n. 12298 proGetto GrafICo e ImpaGINazIoNe: Chiara Sernia IL PERIODICO DELLA FEDERAZIONE LAVORATORI PUBBLICI E FUNZIONI PUBBLICHE redazIoNe romaNa : via piave, 61 -00187 roma TEL.1 0642000358 TEL.2 0642010899 FAx. 0642010628 e-mail: [email protected] redazIoNe FLP News è un periodico gratuito di informazione culturale, politica, sindacale e sociale, dell’Associazione Sindacale FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche),che informa, tutela e assiste i lavoratori italiani. Marco Carlomagno, Roberto Sperandini, Lauro Crispino, E’ diffuso in formato cartaceo e disponibile online. Può essere scaricato dal sito internet www.flp.it; in tale sito troverete anche informazioni aggiornate relative ai singoli settori sindacali, nonché tutte le indicazioni per iscriversi alla FLP. Gabriella Carlomagno, Nadia Carlomagno, Elio Di Grazia, Fabio Chiunque può collaborare con la redazione, inviando notizie, commenti o articoli da pubblicare in formato Word, all’indirizzo e-mail: [email protected] Raimondo Castellana, Maurizio Polselli I contenuti espressi negli articoli firmati dai collaboratori, sia interni che esterni, sono da considerare opinioni personali degli autori che non impegnano pertanto la FLP. Leonardo Bugiolacchi, Nora Capece, Marco Carlomagno, Vittorio Vincenzo Patricelli CollaboratorI: Gigante, Claudio Imperatore, Dario Montalbetti, Giancarlo Pittelli, Rinaldo Satolli, Pasquale Nardone, F abio Tozzi, Piero Piazza, ComItato SCIeNtIfICo Carlomagno, Amelia Crasta, Vincenzo Maria Cesaro, Stefano Dumontet, Ezio Ercole, Gennaro Ferrara, Lucilla Gatt, Riccardo Izzo, Gaetano Laghi, associato USpI Francesco Lambiase, Maria Luigia Melillo, Claudio Quintano, Mario Unione Stampa periodica Italiana pubblicità Quinto, Antonio Scamardella, Concezio Ezio Sciarra, Maurizio Sibilio FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche) Via Piave 61 00187 Roma Tel. 0642000358 Fax 0642010268 e-mail: [email protected] www.flp.it RICONOSCIMENTO DEL CREDITO D'IMPOSTA PER INVESTIMENTI IN CAMPAGNE PUBBLICITARIE LOCALIZZATE Grazie alla legge 289 e alla delibera CIPE successiva le imprese che incrementano i propri investimenti pubblicitari in campagne su mezzi locali certificati, anche per l’anno 2006, otterranno delle agevolazioni fiscali. Le informazioni e la modulistica per richiedere il credito d’imposta sono disponibili all'indirizzo dell’Agenzia delle Entrate: Http://www1.agenziaentrate.it/dre/abruzzo/cop/bonus_pubblicita.htm MERCOLEDI’ 02 - maggio 2012 N. 188 SOMMARIO pUbblICa ammINIStrazIoNe - Protocollo d’intesa aGeNzIe fISCalI - I lavoratori del fisco.... aGeNzIe fISCalI :eNtrate - L’agenzia chiude la porta all’allargamento dei posti... - Per ui nuovi passaggi economici.... Comparto mINISterI: dIfeSa - Approdato in senato il d.d.l.delega - Verifiche Ispedife - Ricorso Performance - Marilena...... Comparto mINISterI: GIUStIzIa - D.A.P. - Assemblea al Palazzo di Giustizia Comparto mINISterI: baC - Progetti locali - Passaggi ex area A a ex area B - Passaggi ex area A a ex area B 4 8 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 KroNoS - Le isole Tremiti 22 NoN Solo arte - Roberto Bolle 25 NotIzIe dal CaNIle - Adozioni urgenti 27 retroSCeNa - In time 28 l’aNGolo del lIbro - Se questo è un uomo NoN Solo VINo - Grand marnier 29 30 a SCUola dI CUCINa - Ricette varie 31 02 - maggio 2012 4 N. 188 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE News PROTOCOLLO D’INTESA SUL LAVORO PUBBLICO PASSI AVANTI NELLA DIREZIONE INDICATA DALLA CSE Superate le fasce di Brunetta, riportata la contrattazione e la partecipazione dei lavoratori al centro del sistema di pubblico impiego; i risparmi di spesa finanzieranno la contrattazione integrativa. La CSE unico sindacato a presentare una piattaforma scritta. S i è concluso in tarda serata il confronto tra il Ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative e i rappresentanti degli enti territoriali. Dall’incontro è scaturito un protocollo di intesa che, dopo il passaggio alla Conferenza Stato-regioni e la consultazione delle categorie interessate che alcuni sindacati (tra i quali la CSE) hanno annunciato di voler fare, dovrebbe portare ad un vero e proprio accordo che dovrebbe poi essere recepito in una legge–delega che il ministro dovrebbe presentare in tempi strettissimi. Il protocollo di intesa sancisce il superamento definitivo dell’accordo firmato da governo e alcuni sindacati il 4 febbraio 2011, totalmente privo di contenuti se non l’avallo della pseudo-riforma Brunetta e dovrebbe riportare finalmente la contrattazione al centro di ogni cambiamento nel lavoro pubblico. Ma andiamo con ordine: la CSE è stato l’unico sindacato a presentarsi al tavolo con una piattaforma scritta (allegata al presente notiziario) che, partendo dai dati che dimostrano chiaramente come la spesa per gli stipendi sia in Italia inferiore a quella media dei paesi europei, che il trend di crescita dei salari sia tra i più bassi in assoluto e che gli stipendi dei dipendenti pubblici italiani siano la metà di quelli tedeschi e sensibilmente inferiori a quelli di quasi tutti i paesi industrializzati, Grecia e Cipro compresi, ha contestato l’approccio che vedrebbe le riduzioni di spesa passare per il licenziamento di una parte dei dipendenti pubblici. Le nostre richieste sono così sintetizzabili: - ritorno alla contrattazione come stru- mento regolatore di salari e carriere; - sblocco dei contratti nazionali; - rimozione del blocco degli stipendi che non permette un pieno dispiegarsi della contrattazione integrativa; - istituzione di una commissione congiunta sugli sprechi i cui risparmi devono, almeno in parte, andare a finanziare miglioramenti economici per il personale; - superamento della falsa e ideologica meritocrazia disegnata da Brunetta per sostituirla con metodi e sistemi di valutazione seri e contrattati; - certezza dei tempi e della qualificazione dei fondi di contrattazione integrativa; - sblocco delle carriere con la rimozione del divieto, introdotto da Brunetta, di con- corsi interni per l’accesso all’area dei funzionari ai quali è possibile partecipare solo se in possesso di laurea; - accordo nazionale sulla formazione. A fronte delle richieste puntuali e precise della CSE, la parte pubblica – in linea con quanto sin qui partorito dal tavolo - presentava un documento privo di contenuti, che si limitava solo a disciplinare la gestione degli esuberi, dava poche speranze alle nostre istanze di cambiamento e che, quindi, rendeva poco probabile una nostra condivisione. Nonostante però alcune confederazioni (quelle, per capirci, che hanno firmato gli accordi interconfederali del 4 febbraio 2011), nel solco della loro subalternità a 02 - maggio 2012 5 qualunque governo, si fossero rese disponibili a firmare il documento presentato dalla parte pubblica, la nostra azione e le proposte migliorative presentate da noi e da altre organizzazioni sindacali hanno trovato orecchie abbastanza attente nella controparte. Al termine di una trattativa che è andata avanti per tutta la serata, la parte pubblica ha presentato un documento completamente cambiato, riempito di contenuti e nel quale molte delle proposte presentate dalla CSE sono state accolte. Il protocollo di intesa sul quale la Funzione Pubblica ha chiesto l’assenso di massima del sindacato contiene le seguenti modifiche: - l’inserimento, come primo punto sulle relazioni sindacali, che è la contrattazione (e non la legge) a determinare non solo l’assetto retributivo ma anche quello di valorizzazione dei lavoratori; questa affermazione, seppur di principio, mette le basi per il superamento del blocco dei salari a quelli percepiti nel 2010; - superamento non solo delle fasce di merito ma dell’intero sistema di valutazione concepito da Brunetta e sin qui condiviso da una parte del sindacato (CISL, UIL, Confsal e UGL in primis); - razionalizzazione dell’uso del lavoro flessibile e affermazione del contratto a tempo indeterminato come forma ordinaria di risposta al fabbisogno di personale; Confederazione Indipendente Sindacati Europei pag. 3ruolo primario della contrattazione e della formazione in eventuali processidi mobilità; - riappropriazione del ruolo di partecipazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti (RSU) sui luoghi di lavoro; - rivisitazione del numero dei comparti di contrattazione nel pubblico impiego; - riattribuzione di un ruolo primario alla contrattazione nazionale nelle procedure di licenziamento per motivi disciplinari. Crediamo che bastino questi pochi punti per dimostrare come ci sia totale discontinuità tra le novità di quest’ipotesi di protocollo di intesa e gli accordi confederali stipulati dai sindacati con Brunetta nei passati tre anni e mezzo. Altro che continuità con l’accordo del 4 febbraio 2011. Basta questo per ritenerci soddisfatti?? N. 188 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Certamente no!! Sappiamo che i denigratori del lavoro pubblico sono sempre dietro l’angolo e che bisognerà vigilare lungo tutto l’iter che porterà alla legge delega e poi ai decreti delegati attuativi, che dovranno essere emanati in tempi brevissimi, e dovremo tenere alta l’attenzione sulle dichiarazioni di esubero a mezzo stampa che i ministri si divertono ad annunciare tutti i giorni. Quello che è certo però è che vi sono segnali di cambiamento e di disponibilità all’ascolto del governo. Lo svolgimento della trattativa dimostra, inoltre, che il ruolo dei lavoratori nella vita dei propri uffici può ancora essere riconosciuto se rappresentato da quella parte di sindacato che non si è mai mostrata subalterna ai governi ma si è fatta spazio con la forza delle proprie idee di cambiamento, alternative al liberismo selvaggio e al taglio di personale come unica soluzione ai problemi di bilancio. In allegato la proposta: Al Ministro per la Pubblica Amministrazione Cons. Filippo Patroni Griffi ROMA Oggetto: Proposte della CSE per un nuovo Accordo sul Lavoro Pubblico. News La fotografia che il recentissimo rapporto Labour market statistics dell’Eurostat inmateria di stipendi dei dipendenti pubblici ci consegna è quanto mai nitida: l’Italia spende in stipendi assolutamente meno della media dei paesi europei e il trend di crescita è tra i più bassi in assoluto. Le stesse ricerche dell’OCSE dell’ultimo anno confermano che la spesa per gli stipendi è inferiore a quella della maggior parte dei paesi industrializzati e che in Italia se vi sono spese più alte nella pubblica amministrazione sono quelle per i consumi intermedi, che superano di un paio di punti percentuali le analoghe spese di Francia e Germania. È chiaro che la possibilità di migliorare i trend di spesa e conseguire risparmi per il bilancio pubblico è sempre possibile ma, se vi sono voci da ridurre, non sono certo quelle relative alla spesa per stipendi che, per la prima volta dall’ingresso dell’Italia nell’euro, si è ridotta persino in termini nominali passando nel 2011 da 172 a 170 miliardi di euro, cosa quasi mai verificatasi e da attribuire al blocco degli stipendi e alla mancata sostituzione dei lavoratori pubblici andati in pensione. Nonostante ciò, continuano a rincorrersi dichiarazioni che indicano nel licenzia- 02 - maggio 2012 6 mento di dipendenti (a volte anche preconizzando scenari fantasiosi) una delle soluzioni – se non l’unica – ai problemi di bilancio del Paese. Il pensiero della CSE è che i termini del problema siano da rovesciare: la pubblica amministrazione deve essere messa in condizione di creare valore, passando così da problema a risorsa, e dare servizi sempre più efficienti soprattutto nel campo di quelli alla persona. Immaginare un arretramento dello Stato in questo campo costituirebbe la vittoria di una miope visione liberista ma non liberale che finirebbe per accrescere i costi indiretti, penalizzare le eccellenze che già adesso sono presenti proprio nel campo dei servizi alla persona e aggravare la condizione delle fasce più deboli della popolazione. La CSE immagina invece una pubblica amministrazione sburocratizzata, riorganizzata rivedendo le “missioni”, basata su una meritocrazia reale e non ideologica, che anticipi i bisogni di cittadini e imprese anziché rispondere solo quando questi si manifestano. Se è vero che vi sono ancora centinaia di miliardi di euro di evasione fiscale, che il sommerso è oltre un quinto dell’economia, che la giustizia in Italia – specialmente quella civile – è assolutamente carente ed è uno dei principali ostacoli agli investimenti esteri e che non vi sono strategie di sviluppo e valorizzazione nel campo dei beni culturali, è lampante che in questi ed altri campi non si può immaginare un arretramento dello Stato. Questo non vuol dire affatto che bisogna rinunciare al risparmio ma che questo deve essere conseguito attraverso la lotta agli sprechi, non solo dei consumi intermedi. Negli ultimi anni abbiamo assistito a invasioni di campo pesanti e dirette della politica nell’amministrazione; l’aumento di carriere protette, di posizioni dirigenziali pletoriche, spesso di vertice, e la proliferazione di società partecipate i cui costi ricadono su tutti i livelli dell’amministrazione si possono tranquillamente ascrivere alla voce costi della politica anziché a quelli dello Stato. Immaginare invece una diversa configurazione della pubblica amministrazione è possibile solo ed esclusivamente se si N. 188 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE mette al centro dei processi di cambiamento la risorsa principale, il personale che presta il proprio servizio alle dipendenze di Stato ed enti pubblici. Coinvolgimento dei lavoratori nel cambiamento, meritocrazia e livelli decorosi di reddito non possono che andare di pari passo, restituendo ai lavoratori la motivazione che è venuta meno non solo a causa del blocco dei contratti e dei salari ma degli insulti quotidiani ai quali sono stati sottoposti negli ultimi anni e alla totale chiusura degli spazi di partecipazione introdotta dalle leggi. La pubblica amministrazione italiana non ha bisogno di nuove norme che aumentino l’approccio burocratico ma di managerialità e di correzione (quando non di abolizione tout court) delle norme esistenti; un lavoro a sottrarre anziché ad aggiungere che si deve però sommare a indirizzi chiari sia dell’autorità governativa sia dell’alta dirigenza e a spazi di partecipazione dei lavoratori che deve essere tanto maggiore quanto più essi sono vicini e direttamente responsabili dei servizi forniti alla collettività. Non di riduzione dei livelli occupazionali e salariali si deve parlare ma di aumento della motivazione, dell’appartenenza e della responsabilizzazione dei funzionari News pubblici. È ovvio che questo processo non può non passare per miglioramenti anche economici: i contratti sono bloccati da tre anni ma sono ancora vigenti norme che impediscono il pieno dispiegarsi della contrattazione integrativa in quanto bloccano qualunque miglioramento salariale, anche del singolo lavoratore, e persino norme che mortificano le prospettive di carriera future perché legano l’accesso all’area dei funzionari al possesso imprescindibile di un titolo di studio il cui valore legale è stato messo in dubbio con qualche ragione proprio dal governo attuale. Non è però in alcun modo pensabile di recuperare motivazione mantenendo i salari dei dipendenti pubblici italiani al 50 per cento di quelli di Germania, Olanda, Belgio, di un buon 40 per cento inferiori a quelli di Francia, Finlandia e Austria ma anche del 20 per cento inferiori a quelli greci, spagnoli e ciprioti. Per questi motivi la CSE, nell’ambito del confronto su un nuovo protocollo d’intesa sul lavoro pubblico attivato presso il Ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione propone alla discussione ed alla trattativa ulteriori elementi di approfondimento che dovrebberotrovare spazio nell’ipotesi di accordo : 02 - maggio 2012 7 - aggiornamento delle missioni della pubblica amministrazione anche attraverso il ridisegno delle competenze, delle funzioni e delle articolazioni organizzative; - istituzione di una commissione congiunta sugli sprechi nella pubblica amministrazione con la previsione che una percentuale del recupero di spesa vada a finanziare il rinnovo dei contratti di primo livello; - criteri di partecipazione dei lavoratori ai processi di scelta amministrativa e ai sistemi di valutazione della performance. - stipula di un Accordo Nazionale sulla Formazione, leva fondamentale per ogni processo di riorganizzazione, che consenta di mettere a fattor comune le diverse esperienze consentendo di utilizzare a tutto tondo strutture e capacità, recuperando risorse ad un migliore obiettivo. Nel frattempo è possibile da subito recuperare fiducia e partecipazione nei dipendenti pubblici prevedendo il pieno dispiegarsi della contrattazione integrativa attraverso la condivisione di poche correzioni normative che necessitano però di una chiara volontà politica e di scelte che debbono riguardare l’autorità politica nel suo complesso, a partire dal Ministero dell’Economia. La CSE propone : - l’abolizione dell’articolo 9, comma 1, del Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito nella Legge 30 luglio 2010 n. 122, che impedisce miglioramenti salariali per i singoli dipendenti anche con i fondi della contrattazione integrativa, quindi senza aggravi di spesa immediati per il bilancio di Stato ed enti pubblici; - la certezza dei tempi di erogazione e la diversa qualificazione dei fondi provenienti da leggi speciali che affluiscono al salario accessorio dei dipendenti pubblici; - la modifica dell’articolo 52, comma 1bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 come modificato dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, nella parte in cui prevede il divieto di passaggio tra le aree funzionali mediante concorsi interni ai quali è possibile partecipare solo se in possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno. N. 188 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE È chiaro che eliminare totalmente i concorsi interni per i passaggi verticali, fa venir meno le prospettive di carriera necessarie per aumentare senso di appartenenza e motivazione dei lavoratori pubblici. A maggior ragione, mantenere l’assurda previsione di accesso all’area dei funzionari solo se in possesso di laurea senza tener alcun conto degli anni di formazione svolti “on the job” dai dipendenti pubblici mortifica qualunque aspettativa di carriera per una fetta maggioritaria dei lavoratori presenti all’interno delle pubbliche amministrazioni. Il mantenimento di una visione esclusivamente burocratica della carriera appare contraddittoria anche alla luce delle iniziative prese dal governo attuale in tema di abolizione del valore legale del titolo di studio. In tale contesto andrà ridefinito complessivamente il cosiddetto sistema di partecipazione delle parti sociali al percorso di crescita e di sviluppo del Pubblico Impiego, dando nuovamente linfa agli istituti della contrattazione, dell’informazione e della concertazione. News Occorre in buona sostanza confermare l'ultrattività dei precedenti contratti di lavoro quale elemento di garanzia per lo sviluppo di un percorso che, in attesa del rinnovo dei CC.NN.LL., unitamente all’abrogazione delle norme sopra evidenziate, faccia salvi quegli approdi positivi e quegli aspetti virtuosi già definiti precedentemente, permettendo il raggiungimento di un nuovo protocollo d’intesa sul lavoro pubblico che serva veramente a far cambiare passo ed a rimuovere gli ostacoli frapposti in questi anni alla piena valorizzazione del lavoro e della funzione pubblica. Altre vie incentrate su impegni assolutamente generici o costruite solo per gestire o “condividere” presunte emergenze sarebbero per noi della CSE assolutamente inaccettabili perché porterebbero dritto verso un fallimento al quale i lavoratori pubblici italiani non possono più assistere. 02 - maggio 2012 8 N. 188 AGENZIE FISCALI News I lavoratori del fisco non possono restare soli di fronte alle campagne mediatiche e al clima di odio NON SOLO SOLIDARIETÀ, MA IMPEGNI PRECISI E RISPOSTE CONCRETE La FLP Finanze scrive al premier Monti U na cosa è certa. Non possiamo restare soli di fronte al clima che nel paese si sta creando rispetto al rapporto tra tasse, crisi economica e lotta all’evasione. Non è pensabile che chi ogni giorno mette il suo lavoro e la sua professionalità al servizio di una struttura così decisiva nell’assetto del paese sia dipinto, a seconda dei casi, o come “fannullone”, o come “aguzzino”. E siamo veramente stanchi del perpetuarsi delle campagne mediatiche di chi proprio nelle stesse ore in cui i nostri colleghi venivano tenuti in ostaggio sotto la minaccia delle armi, gridava ancora ai privilegi degli “statali”. Una situazione incredibile: paghiamo le tasse alla fonte fino all’ultimo centesimo, abbiamo gli stipendi bloccati da anni, carichi di lavoro sempre più complessi, gestiamo materie e pratiche che necessitano di altissima professionalità ed invece di vederci riconosciuta la dignità di un lavoro svolto al servizio del paese, dobbiamo difenderci ogni giorno da ingiustificati attacchi. E’ necessario quindi che tutti, ma proprio tutti, a partire dai vertici delle Agenzie e dal Ministro dell’Economia, facciano fino in fondo la loro parte. Nella giornata di venerdì 4 maggio abbiamo come FLP chiesto ed ottenuto un incontro con il Direttore Befera con il quale ci siamo confrontati sui contenuti della lettera inviata poi dallo stesso a tutti i colleghi delle Entrate ed abbiamo sottoscritto la dichiarazione congiunta Agenzia - OO.SS nazionali, che impegna le parti ad individuare nell’ambito di rispettiva competenza le soluzioni di natura organizzativa, logistica e contrattuale per fare svolgere al meglio alle colleghe ed ai colleghi il loro lavoro. Ma è chiaro che il problema va affrontato anche in un contesto più ampio che tenga conto di tutte le variabili e che sia capace di offrire soluzioni di ampio respiro. Ecco il perché in data odierna abbiamo inviato al Prof. Monti nella sua duplice veste di Premier e di Ministro dell’Economia, la nota che trascriviamo di seguito integralmente. ignor Presidente del Consiglio, quanto accaduto nei giorni scorsi all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate a Romano di Lombardia è purtroppo solo l’ultimo di una serie di accadimenti che hanno visto in questi mesi gli uomini e le donne dell’amministrazione finanziaria oggetto di momenti di tensione e qualche volte anche di aggressione solo per il fatto di essere individuati come rappresentanti dello stato e quindi chi, per la funzione che è chiamata a svolgere, deve chiedere a tutti il rispetto delle regole in campo fiscale a garanzia di tutta la collettività. La grave crisi economica che attanaglia anche il nostro paese, unita alla condivisibile decisione di dare un segnale di forte inversione di tendenza rispetto ad un’evasione fiscale che non ha confronto con gli altri paesi, produce oggettivamente situazioni di grandi tensioni, specialmente quando tale evasione era stata dalla politica e dai governi tollerata in tutti questi anni, in periodi certamente non recessivi come questo. E quando tale iniziativa si inserisce in una serie di scelte, queste invece non condivisibili, quali l’inasprimento della leva fiscale anche S 02 - maggio 2012 9 N. 188 AGENZIE FISCALI News per i contribuenti onesti, o l’inaccettabile blocco degli stipendi dei lavoratori pubblici mentre invece aumenta l’inflazione, la miscela rischia di diventare inevitabilmente esplosiva. Specialmente se non si tagliano i veri sprechi e le inefficienze legate ai costi della politica ed alle inutili e faraoniche consulenze e si depotenziano le strutture delle pubbliche amministrazioni che debbono offrire servizi alla collettività e richiedere il rispetto delle regole a tutela di tutti. In questo ambito, già comunque delineato anche se in modo meno dirompente, la nostra Organizzazione sindacale in data 13 febbraio 2012 Le ha inviato una nota dettagliata, che ad ogni buon conto Le rialleghiamo, nella quale sollecitavamo l’apertura di un confronto a tutto campo proprio per affrontare problematiche che inevitabilmente stanno venendo al pettine, su come dotare l’Amministrazione finanziaria di strumenti, regole, norme e risorse capaci di reggere al compito assegnato sia in termini di efficacia che di efficienza. Era ed è assolutamente necessario invertire la tendenza purtroppo consolidatasi in questi anni, in particolar modo dopo la nascita del Ministero dell’Economia e delle Agenzie fiscali, del totale disinteresse del Ministro pro tempore e dell’Autorità politica al confronto con le OO.SS. di settore ed i lavoratori su temi pur così importanti. Nei prossimi giorni si svolgerà il consueto incontro annuale tra i rappresentanti delle Agenzie, del Dipartimento delle Finanze e le OO.SS. per la presentazione degli schemi di Convenzione MinistroAgenzie e dei relativi piani aziendali. Una riunione che negli anni via via ha perso sempre più rilevanza ed è purtroppo stata trasformata dalle controparti in una mera presa d’atto, quasi a consuntivo, delle scelte già adottate, senza che fossero mai state prese in considerazione, in questo decennio, le proposte e le richieste delle OO.SS. connesse al miglioramento di uno strumento quale l’articolato della Convenzione ormai datato, incapace di rispondere alle esigenze di funzionamento ed arretrato finanche rispetto ai piani aziendali dei Ministeri. Per la situazione in atto, per i compiti sempre più gravosi assegnati alle Agenzie, per il sacrificio e l’impegno richiesto al personale, questo non può essere un anno come gli altri. E’ assolutamente doveroso che tale confronto debba essere presieduto dal Ministro e dai rappresentanti dell’autorità politica.Ed è questo Prof. Monti che Le chiediamo. Un segnale non solo di vicinanza, ma anche politico, di attenzione, di impegno e di soluzione alle proposte che saranno avanzate per migliorare la macchina fiscale italiana e le condizioni di lavoro e professionali del suo personale. In attesa di un cortese segnale di riscontro Le inviamo i nostri più distinti saluti. 02 - maggio 2012 N. 188 10 AGENZIE FISCALI ENTRATE News L’AGENZIA CHIUDE LA PORTA ALL’ALLARGAMENTO DEI POSTI DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE E FIRMA CON CGIL E CISL UN MINI ACCORDO AL RIBASSO SULLA MOBILITA’ …e grazie a questa firma salta la stabilizzazione dei distacchi….. N uova riunione, ma solito copione. L’agenzia addirittura inizia la riunione del 27 aprile bypassando completamente l’argomento principe che era quello della definizione di un accordo per attuare il piano di programma e procedere all’allargamento dei posti delle procedure di passaggio interno alle aree. Solo la nostra ferma presa di posizione ha costretto l’Agenzia a ritornare sull’argo- mento, e ancora una volta, purtroppo, la posizione di chiusura dell’Amministrazione è stata netta. Senza equivoci. Loro di nuovi passaggi non ne vogliono sentir parlare, e non solo per le problematiche derivanti dai vincoli normativi e regolamentari che pure possono essere interpretati e/o modificati. Ma per chiamiamola così “strategia aziendale”, la stessa che li porta a insistere su iniziative parziali e di nicchia come quelle della soluzione legislativa per gli incaricati di funzioni dirigenziali o di rafforzamento delle posizioni organizzative e di responsabilità, o ancora di erogazione “selettiva” del salario aziendale. Come se in questi anni nulla fosse successo in termini di blocco dei contratti, di forte diminuzione del potere d’acquisto dei lavoratori pubblici. Per noi invece l’iniziativa di scorrimento delle graduatorie e di allargamento dei passaggi significa anche dare una risposta concreta nella direzione di stabilizzare quote di salario accessorio, renderlo pensionabile, contrastare la perdita di potere d’acquisto. Solo che questa volta anche chi in questi mesi ha fatto finta di non sentire avrà sentito… E queste organizzazioni sinda- cali (in primo luogo CGIL, CISL, UIL e SALFi) dovranno ora uscire dall’equivoco e dire chiaramente cosa vogliono. Se concordano con l’Agenzia e quindi assecondano questa strategia per noi assolutamente perdente, o se invece intendono contrastarla…e se si, come e con quali iniziative ! Ma se il buongiorno si vede dal mattino dobbiamo dire che la situazione che si prospetta è maledettamente complicata ed i comportamenti assunti, perlomeno da una parte del sindacato, assoluta- mente incomprensibili. Sulla procedura di mobilità volontaria ad esempio, dopo una trattativa durata mesi vi potevano essere le condizioni per la stipula di un accordo che pur tenendo conto dei vincoli posti dall’Agenzia potesse garantire alcune condizioni di equità e trasparenza. E invece no. Nel pomeriggio del 27 aprile - e quindi dopo che erano chiari gli scenari e le prospettive rispetto allo stato del confronto con l’Agenzia - su questo aspetto comunque importante, ma meno 02 - maggio 2012 11 strategico e quindi terreno di impegno sicuramente comune, piuttosto che battersi unitariamente per rimuovere i principali vincoli posti dall’Agenzia, che erano emersi nelle precedenti riunioni e che noi denunciavamo quali: pochi posti in uscita; limitazione ingiustificata all’ingresso in molte regioni del centro-sud ormai alle prese anch’esse con notevoli carenze di organico, e nessun posto negli Uffici centrali dell’Agenzia dove si arriva solo per “interpelli o presentazioni …”; necessità di adeguamento della data del trasferimento in esito alla procedura a tempi congrui e comunque entro l’inizio del prossimo anno scolastico, invece che a “babbo morto” (non prima del 1.1.2013 che di fatto significa settembre/ottobre 2013 ) come proposto dalle Entrate, CGIL e CISL hanno preferito imbarcarsi in una mini trattativa solitaria andando a modificare in molti aspetti singoli punteggi e criteri, con il risultato che saranno completamente sconvolte le aspettative di chi da anni partecipa alle procedure e che attendeva l’accordo in questione per vedere coronata un’aspettativa spesso decennale. Il tutto senza un quadro organico di riferimento, senza rimuovere i principali vincoli all’espletarsi di una vera procedura, proponendo invece modifiche, a nostro parere assolutamente discutibili ed incredibilmente accolte dall’Agenzia, come quella ad esempio, di un numero di posti (5) aggiuntivi da riservare a chi ha superato i 62 anni di età e 35 di servizio(!?!). Se si intendeva veramente dare un segnale prioritario al riconoscimento dell’anzianità in un procedura di mobilità volontaria si poteva ad esempio togliere il tetto massimo di 35 punti previsto, ma perché proporre un norma “a prescindere dal punteggio” e poi solo per 5? Forti sono le perplessità e i dubbi (chiamiamoli così…) su una cosa che assomiglia molto alle leggi “ad personam” che “qualcuno” ha tanto contestato in questi anni. In tutto questo sono riusciti anche a far saltare la stabilizzazione dei distaccati che noi vedevamo invece positivamente all’interno di un quadro di riferimento organico, quale quello di una nuova procedura di mobilità in quanto poteva rispondere a molte giuste aspettative, senza contraddire i principi di equità e N. 188 AGENZIE FISCALI ENTRATE trasparenza ed anzi evitando di far gravare sulla procedura molte domande di distaccati per motivi di famiglia e di salute… Tra l’altro l’Agenzia le stabilizzazioni che vuole se le fa da sola (vedi interpelli) e quindi in questo caso facendo saltare l’accordo sulla stabilizzazione CGIL e CISL hanno solo prodotto un danno ai colleghi ed alle colleghe ! Alla fine hanno preferito sottoscrivere un accordo minoritario, contro la maggioranza delle OO.SS. e dei lavoratori dell’Agenzia, per un numero di posti pari neanche all’1% della forza lavoro dell’Amministrazione, con mille vincoli in uscita, con punteggi e criteri spesso “stravaganti”, con un decorrenza dopo anni di fermo. Che dispiegherà i suoi effetti, se tutto va bene tra circa due anni. Il guaio ulteriore è che la firma su questa procedura di mobilità rischia di vanificare anche quanto di buono era stato fatto su alcuni territori unitariamente. Prendiamo ad esempio la Lombardia: l’accordo penalizza oltremodo i lavoratori di quella regione perché la mancata previsione di posti in entrata negli uffici centrali dell’agenzia poteva essere accettata (non condivisa) quando agli interpelli potevano partecipare i lavoratori di tutte le regioni. Nella situazione attuale invece (e stanno per partire altri interpelli) il 15 per cento News dei lavoratori saranno esclusi dagli interpelli e CGIL e CISL con la firma sulla procedura di mobilità hanno santificato questa situazione. Inoltre, prevedendo un punteggio ulteriore per gli articoli 42-bis anche nel periodo in cui sono distaccati, senza rimuovere la situazione che vede la Lombardia unica regione a non concedere distacchi ai sensi dell’articolo 42-bis, si penalizzano ancora i lavoratori che prestano servizio in quella regione. È inutile fare fuoco e fiamme unitariamente a livello regionale se poi le vertenze vengono così clamorosamente smentite dal livello nazionale. È chiaro che, rispetto a una situazione che vede tutte le promesse elettorali diventare carta straccia e l’impossibilità di costruire fronti unitari a livello nazionale, la FLP Finanze nelle prossime settimane parlerà direttamente con i lavoratori attraverso assemblee sui posti di lavoro. Tenteremo di costruire, con quei sindacati coerenti, non compromessi da logiche di potere o di bottega, che saranno disponibili a battaglie comuni senza prendere in giro i lavoratori, una vertenza in grado di sbloccare la situazione inaccettabile di blocco di salari e stipendi. Gli accordi firmati sono scaricabili dal nostro sito internet www.flp.it/finanze 02 - maggio 2012 12 N. 188 AGENZIE FISCALI ENTRATE News PER I NUOVI PASSAGGI ECONOMICI NON CI ARRENDIAMO MA CHE FINE HANNO FATTO I VECCHI?? La FLP è l’unico sindacato che sta costruendo un percorso in Funzione Pubblica per i nuovi passaggi economici ma intanto l’agenzia ha bloccato il confronto sulla valutazione dei titoli impedendo i pagamenti anche della produttività collettiva 2010. E siamo gli unici a sollecitare una soluzione….. V isto il perdurante blocco dei contratti e lo stallo degli stipendi dei dipendenti pubblici, la FLP (e la nostra confederazione CSE) sta agendo come sempre ha fatto: progettando percorsi che sblocchino gli uni e gli altri. Nei giorni scorsi, durante il confronto in Funzione Pubblica, ci siamo presentati con un progetto ben preciso che prevede lo sblocco dei contratti nazionali, finanziati dai risparmi sugli sprechi, e presentato una piattaforma nella quale chiediamo lo sblocco degli stipendi, con la possibilità di far ripartire le progressioni economiche senza il vincolo (DL 78/2010) del blocco degli stipendi. La Funzione Pubblica ha preso atto delle nostre argomentazioni e inserito un articolo apposito nella bozza di protocollo di intesa che prevede che sia la contrattazione (e non la legge) a determinare le procedure di valorizzazione dei lavoratori. Se passerà la nostra impostazione anche le agenzie fiscali non avranno più scappatoie per non proseguire nel percorso intrapreso sui passaggi economici. Questo è quello che noi chiamiamo uscire dal sindacato “di carta” e andare tra i lavoratori con proposte e percorsi concreti. Nel frattempo però all’agenzia delle entrate sono fermi i passaggi economici e con loro la produttività collettiva del 2010 che, ricordiamo, sono indissolubilmente legati. Già, perché non è stato sciolto il nodo sulla valutazione dei titoli: l’agenzia, dopo un confronto che, sempre grazie alle nostre proposte tecniche, si può definire serrato ma che ormai data a un mese fa, si è “dimenticata” che la questione è ancora aperta. Ha mandato una bozza di verbale molto discutibile ai sindacati e poi, alla nostra richiesta di convocazione perché la materia è oggetto di contrattazione e non certo di scelte unilaterali dell’agenzia, ha risposto che ci avrebbe convocato, cosa che non è avvenuta. Inoltre, l’agenzia pare anche essersi “dimenticata” (a quanto ci dicono le direzioni regionali) di informare le stesse regioni perlomeno su alcune questioni che sembravano chiarite (scuola professioni legali, punteggi degli ex-precari della scuola solo per fare degli esempi). Ciò che rende tutta la vicenda incredibile è il fatto che se non si chiude il confronto e non si rendono le graduatorie definitive non si potrà pagare a giugno nemmeno la produttività 2010 e nessuno ne parla. Ora, che oltre all’agenzia non si muovano i sindacati che non hanno firmato l’accordo sui passaggi economici è cosa non auspicabile ma comprensibile (lo diventa meno quando si organizzano i ricorsi, come sta avvenendo in qualche regione); quello che si comprende meno è il motivo per il quale anche i sindacati che l’accordo lo hanno firmato non fiatano. Noi abbiamo deciso di rompere gli indugi e scrivere all’agenzia (la nota è allegata al presente notiziario) perché vogliamo che l’interpretazione dei titoli valutabili non sia unilaterale ma allo stesso tempo non vogliamo avere nessuna responsabilità su ulteriori ritardi dei pagamenti ai lavoratori. Speriamo di trovare qualche compagno di strada sindacale lungo questa via che non si preoccupi sempre e solo di non disturbare il manovratore….. 02 - maggio 2012 13 N. 188 COMPARTO MINISTERI News DIFESA APPRODATO IN SENATO IL D.D.L.DELEGA PARTE DAL SENATO L’ITER PARLAMENTARE . IL 3 MAGGIO IL MINISTRO INCONTRA LE OO.SS. I l Disegno di Legge Delega (DDLD) per la revisione dell’assetto strutturale e organizzativo della Difesa è approdato in Senato, da dove avrà dunque inizio l’iter parlamentare. Il testo del disegno di legge, che reca le deleghe al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, è stato comunicato alla Presidenza del Senato in data 23 aprile u.s., assunto e connotato come Atto Senato n. 3172 (copia in allegato) e verrà sicuramente assegnato nei prossimi giorni alla IV Commissione Difesa. Come si ricorderà, dopo avere anticipato da tempo e in più sedi le linee portanti e gli obiettivi di questo provvedimento di riforma dello strumento militare peraltro da Lui fortemente voluto, il Ministro Di Paola lo propose all’esame del Consiglio dei Ministri che ne diede il via libera nella seduta del 6 aprile 2012. Il testo entrato in Consiglio dei Ministri è quello che abbiamo allegato al nostro Notiziario n. 53 del 10 aprile u.s., e sui suoi contenuti ci siamo abbondantemente soffermati all’interno dello stesso Notiziario, esprimendo il nostro giudizio sui diversi punti, le nostre valutazioni critiche e le nostre proposte alternative, che avevamo in parte già anticipato nel precedente Notiziario n. 51 del 4 aprile. Ebbene, dobbiamo dire che, ad una prima veloce lettura, il testo del disegno di legge delega approdato al Senato e che è allegato al presente Notiziario, appare significativamente modificato in più parti rispetto a quello originario entrato in Consiglio dei Ministri, secondo una prassi che, da Tremonti in avanti, si sta sempre più consolidando: i testi esaminati dal Consiglio dei Ministri subiscono successivamente modifiche consistenti, che ne modificano di molto i contenuti. E così è successo. Naturalmente, in questi giorni proveremo a leggere attentamente e ad approfondire tutti i passaggi, vecchi e nuovi, del testo approdato al Senato, anche per “prepararci” a dovere all’incontro da noi richiesto con lettera del 10 u.s. (vds. Notiziario n. 53 di pari data) e che è già stato fissato per il pomeriggio di giovedì 3 maggio p.v., nel quale discuteremo con il Ministro Di Paola sui contenuti del disegno di legge (in allegato, copia della lettera di convocazione a firma del Capo di Gabinetto) e, in quella sede, daremo il nostro argomentato giudizio e faremo le nostre considerazioni e richieste. Ma diciamo subito, e con molta franchezza, che l’impressione che ne abbiamo ricavato dopo una prima sommaria lettura, ci porta a dire che i contenuti conclusivi del DDLD approdato al Senato appaiono in molte parti peggiorativi rispetto a quelli del al testo entrato in Consiglio dei Ministri. La nostra idea è che, atteso la difficile praticabilità dei percorsi alternativi che risultano alquanto affievoliti nel testo inviato al Parlamento, il Ministro voglia gestire gli oltre 33mila tagli di personale militare da qui al 2024 essenzialmente attraverso una mega operazione di transito nei ruoli civili della Difesa. Questa, nuda e cruda, è l’impressione che abbiamo, e la cosa non ci sta bene per i motivi che abbiamo già spiegato. Le domande che ci poniamo allora da subito sono: che fare? cosa fare? come fare? Noi pensiamo che la sfida che ci attende nelle prossime settimane sia davvero enorme, e che le OO.SS. non possano pensare di affrontarla né con divisioni al loro interno (i tavoli separati sono stati incredibilmente riproposti solo due mesi fa da CGIL-CISL-UIL…) né con piccole iniziative di parte, che possono certo servire a mettere qualche bandierina ma che non spostano di un solo grammo gli equilibri delle forze in campo. C’è da parte dei lavoratori la sensazione di un passaggio cruciale per la nostra categoria, e che sia perciò necessario e urgente che le OO.SS. ritrovino su questo momenti di lavoro e di iniziativa unitaria. Ma ci sono nel fronte sindacale sufficiente consapevolezza e volontà convergenti? 02 - maggio 2012 14 N. 188 COMPARTO MINISTERI DIFESA News VERIFICHE ISPEDIFE SULLE ATTIVITA’ EXTRA LAVORATIVE VENTI I PROFILI ATTENZIONATI PER L’ANNO 2011 DALL’UFFICIO CENTRALE C ome già avvenuto in passato, ci stanno giungendo in questi giorni parecchie richieste di chiarimenti e di informazioni in merito ad alcune verifiche disposte dall’Ufficio Centrale per le Ispezioni Amministrative (ISPEDIFE), e che proprio in questi giorni stanno pervenendo ad alcuni Enti. Proviamo dunque a fornire i chiarimenti e le informazioni richieste a beneficio dei colleghi interessati. Intanto cominciamo con il dire che ISPEDIFE è uno dei due Uffici Centrali del Ministero della Difesa (l’altro è Bilandife) con a capo un Direttore Generale che dipende direttamente dal Ministro, e che ad esso spetta di provvedere “al servizio delle ispezioni amministrative e contabili, con azione sia diretta che decentrata, promovendo l'accertamento delle eventuali responsabilità ed i conseguenti provvedimenti” , e di curare “i rapporti con il Ministero del Tesoro per l'attività a questo devoluta nel campo ispettivo”. A detto Ufficio sono state assegnate con D.M. 24.11.1997 le verifiche amministrative sull'osservanza delle disposizioni sul lavoro a tempo parziale (L. 662/1996). Si deve infatti ricordare che la legge 23.12.1996, n. 662 (legge finanziaria 1997), pubblicata nella G.U. n. 303 del 28.12.1996 -supplemento ordinario n.233-, all’art. 1, commi 56-61, aveva introdotto nuove regole in materia di parttime, poi modificate, disponendo altresì al successivo comma 62 quanto segue: “Per effettuare verifiche a campione sui dipendenti delle pubbliche amministrazioni, finalizzate all'accertamento dell'osservanza delle disposizioni di cui ai commi da 56 a 65, le amministrazioni si avvalgono dei rispettivi servizi ispettivi……... Analoghe verifiche sono svolte dal Dipartimento della funzione pubblica che puo' avvalersi, d'intesa con le amministrazioni interessate, dei predetti servizi ispettivi, nonche', d'intesa con il Ministero delle finanze ed anche ai fini dell'accertamento delle violazioni tribu- tarie, della Guardia di finanza””. Dunque, va subito precisato che la legge sancisce l’obbligatorietà delle verifiche amministrative sull'osservanza delle dispodisposizioni di cui alla L. 662/1996 e successive modificazioni, verifiche in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi che, per il Ministero Difesa, sono appunto effettuate da ISPEDIFE. Sulla base di quanto sopra, l’Ufficio in questione sta provvedendo in questi giorni alle predette verifiche a campione, I profili professionali sottoposti quest’anno a verifica sono quelli riportati nell’allegato B del foglio Ispedife, e su cui si richiama in particolare l’attenzione dei colleghi. Il metodo utilizzato è anche quest’anno quello c.d. “deduttivo” che si basa, oltre che sul “filtro del dato dell’assenza”, anche su “una serie di quesiti ” finalizzati “a delineare e a distinguere soggettivante il profilo del singolo dipendente” , quesiti ai quali è chiamato a dare risposta, attraverso la compilazione del prospetto informativo allegato C del foglio Ispedife, il lavoratore in possesso di profilo professionale ricompreso tra quelli oggetto di verifica. Il dato delle “assenze” è rilevato invece dall’Ente del dipendente attraverso la compilazione di apposito modulo. Si richiama infine l’attenzione dei colleghi anche sul “Vademecum” – allegati E ed F del foglio Ispedife – per una corretta compilazione del prospetto informativo autocertificato all. C, che, in ragione della estrema pesantezza del file che ne rende difficile l’invio, pubblicheremo sul nostro sito web. Invitiamo le nostre strutture a segnalarci eventuali problemi in merito alla gestione operativa da parte degli Enti, ed anche eventuali osservazioni e proposte da portare all’attenzione delle AA.CC. 02 - maggio 2012 15 N. 188 COMPARTO MINISTERI News DIFESA RICORSO PERFORMANCE DOBBIAMO ATTENDERE LE MOSSE DELL’A.D. C ome avevamo anticipato ai colleghi nel nostro Notiziario n. 109 del 13 set. 2011, in data 24 aprile u.s. si è tenuta presso il TAR del Lazio Sezione I-bis l’udienza di discussione del merito del ricorso proposto da FLP DIFESA contro la direttiva messa a punto dall’ O.I.V. (Organismo Indipendente di Valutazione) e relativa alla misurazione e valutazione della perforrmance individuale del personale civile del Ministero della Difesa, che è stata poi recepita con la Direttiva Ministeriale del 23.12.2010. Quel ricorso ha rappresentato per noi l’approdo naturale e coerente di un percorso lineare di contrasto a quella Direttiva, che FLP DIFESA ha posto in essere sin dal primo momento e con una molteplicità di iniziative, e che è stato innescato e sostenuto dalla nostra profonda e radicata convinzione sulla sua inattuabilità e, per certi versi, sulla sua “pericolosità” di applicazione nelle condizioni date della Difesa. Va innanzitutto ricordato che nel corso della precedente udienza del 4 mag.2011, rigettando di fatto la richiesta dell’A.D. di “sentenza breve di rigetto del ricorso inammissibile” , il Presidente del Collegio aveva subito segnalato l’ opportunità di una definizione nel merito della impugnativa, ma i nostri legali, pur raccogliendo le sollecitazioni del Presidente, non avevano rinunciato alla sospensiva e ne avevano richiesto il rinvio della trattazione unitamente al merito. Da qui, lo slittamento alla successiva udienza, fissata dal Presidente per la giornata del 24 aprile 2012, e di cui ci accingiamo a riferire. Intanto, partiamo dal dire che il quadro di situazione si è nel frattempo molto modificato: raccogliendo le ripetute sollecitazioni nostre ma anche di altre OO.SS., con la nota n. 500565 del 16.02.2012, il Sottosegretario Magri ha disposto il “momen- taneo differimento” del sistema di misurazione e valutazione della performance individuale del personale non dirigente. Una situazionenuova che ci ha obbligati ad una profonda riflessione sul come procedere, inducendoci a modificare la nostra strategia processuale nei termini che vengono rappresentati nella nota che ci ha inviato il nostro legale di cui segnaliamo in particolare gli ultimi due capoversi. In sintesi, dobbiamo attendere di conoscere le prossime decisioni dell’Amministrazione per poterci regolare sul come andare avanti nel ricorso, ma è sicuro che FLP DIFESA non mollerà la presa. Per quanto a nostra conoscenza, è al lavoro un “gruppo di studio” sulla performance appositamente costituito dall’ Amministrazione al quale, partendo dalle criticità manifestatesi nel corso del 2011, dovrebbe essere stata affidata la messa punto di alcune modifiche che potrebbero portare, per l’anno in corso, a una semplificazione del procedimento e della stessa scheda di valutazione e, verosimilmente, anche ad una restringimento dell’ambito temporale di riferimento per la valutazione. Ovviamente, occorrerà trovare una qualche soluzione anche per l’anno precedente, atteso che la procedura 2011 non è stata annullata, ma solo momentaneamente differita. A tal riguardo, potrebbe essere certamente di grande aiuto quanto è maturato nel confronto finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo sul lavoro pubblico tra Funzione Pubblica e Parti sociali e che dovrebbe portare a modifiche importanti del sistema premiale voluto da Brunetta (si veda, a tal riguardo, il nostro precedente Notiziario n. 61 del 4.05.2012). Nel frattempo, O.I.V. Difesa continua a dare segni di sè: con e-mail del 23 aprile 2012 inviata a tutte le quattro macroaree (SMD; SGD; Gabinetto e Consiglio Mag. Mil.), dopo avere ricordato le tempistiche fissate dalla Direttiva Ministeriale del 23.12.2010 sia per il personale dirigente che non dirigente e con riferimento sia all’anno 2011 che 2012, ha richiesto “ai sensi dell’art. 14, comma 4, del D.Lgs. 150/2009, di voler fornire, entro il 2 maggio, un esaustivo punto di situazione ”. No comment! 02 - maggio 2012 16 N. 188 COMPARTO MINISTERI News DIFESA MARILENA HA VINTO LA SUA BATTAGLIA IL GIUDICE HA STABILITO CHE E’ MORTA PER AMIANTO E HA CONDANNATO L’A.D. I l Tribunale di Velletri le ha dato ragione: la sua immatura scomparsa è avvenuta a causa della ripetuta esposizione all’amianto nel suo Ente, l’Ospedale militare di lungodegenza di Anzio, nel quale ha lavorato per trent’ anni e che il Ministero della Difesa non aveva bonificato dalla presenza letale delle fibre di asbesto, esponendola a quel rischio che poi l’ha portata alla morte. Parliamo della per noi indimenticabile Marilena Morano, morta per mesioteloma pleurico maligno il 10 ottobre del 2009, dipendente civile del Ministero della Difesa e nostra dirigente sindacale di lungo corso, prima dello SNAD e successivamente di FLP DIFESA, e anche nostra RSU per più mandati. Marilena aveva una storia professionale come tanti di noi. Era entrata giovanissima nel Ministero Difesa (anno 1979, aveva vent’anni) in qualità di giardiniera e per il tramite dei corsi allievi operai; due anni dopo, il passaggio in mansioni d’ufficio, e da quel momento anni e anni di impegno lavorativo serio, intelligente e senza risparmio, pur in condizioni fisiche alquanto disagevoli per una grave invalidità civile. Con un solo, piccolo riconoscimento professionale: la riqualificazione alla qualifica superiore del 2008. Un anno prima, nel 2007, le prime avvisaglie della gravissima malattia che l’avrebbe poi condotta a morte, e da lì un calvario di sofferenze e di dolori che, nel giro di soli due anni, l’avrebbe portata via alla sua famiglia. La diagnosi era stata impietosa: mesiotelioma pleurico maligno, una malattia che purtroppo non concede scampo, e tristemente nota per essere correlata all'esposizione alle fibre di asbesto. Marilena capì subito, sin dal primo manifestarsi dei sintomi, che quella malattia era legata al suo lavoro dentro l’Ospedale militare di Anzio, luogo molto noto di ricovero e cura per malati lungo- degenti. In quell’Ente, di amianto ce n’era davvero tanto, troppo, e peraltro in molti ambienti, interni ed esterni. Lo hanno evidenziato i sopralluoghi tecnici disposti dal Tribunale (carotaggi, analisi del terreno, esami su pezzi di zanzariere, caldaie, etc.) che hanno rivelato la presenza di fibre di asbesto; e lo hanno attestato ampiamente i periti incaricati dallo stesso Tribunale, un ingegnere, un chimico e un medico. Quell’ambiente di lavoro era contaminato e dunque rischioso, in quanto espone all’amianto operatori e utilizzatori della struttura, e non solo: nelle vicinanze ci sono anche due scuole, con il loro “carico” umano Marilena aveva percepito subito la condizione di grande rischio, l’aveva denunciata pubblicamente, e aveva vissuto con grandissima preoccupazione la possibilità che altri colleghi ammalassero come lei. Era diventato un suo chiodo fisso, e quella preoccupazione per i suoi colleghi l’accompagnò sino alle fine, anche nella sua azione quotidiana di dirigente sindacale FLP DIFESA. Ma purtroppo, senza grandi risultati: la sua domanda di causa di servizio venne addirittura rigettata dal competente Comitato, e le operazioni di bonifica dell’ambiente, pur avviate dall’Amministrazione, non vennero mai portate a conclusione, prova ne siano le permanenti e visibili condizioni in cui versa tuttora l’Ente. La sentenza di primo grado del giudice Cruciani del Tribunale di Velletri è di portata storica, come ha giustamente affermato l’avvocato Ciro Palumbo, che ha avuto il grande merito di crederci e che è stato l’anima della battaglia di Marilena anche dopo la sua scomparsa: riconosce che la nostra collega è morta per amianto e condanna l’Amministrazione ad un risarcimento di 716.000 euro, oltre a interessi e rivalutazione. Uno straordinario risultato che premia anche la tenacia della famiglia di Marilena, e in particolare di mamma Amelia e della sorella Rosella, nostra collega e anch’ella dirigente FLP DIFESA. Avremo prossimamente un incontro con l’Avv. Palumbo: la battaglia in nome di Marilena continua. 02 - maggio 2012 17 N. 188 COMPARTO MINISTERI GIUSTIZIA D.A.P. Progressioni economiche: esito incontro dell’ 8 Maggio 2012 di Raimondo Castellana e Piero Piazza I l giorno 8 maggio 2012 presso la sede del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria si è tenuto l’incontro di concertazione previsto dal contratto integrativo Giustizia del 29.07.2010, in merito alle progressioni economiche con decorrenza al primo dicembre 2010. L’incontro si è aperto con una disamina dell’informativa che si allega alla presente, trasmessa dall’Amministrazione contenente un’ipotesi di ripartizione per profili professionali dei posti disponibili per le progressioni economiche.L’Amministrazione ha fatto presente che i fondi disponibili per l’anno 2010 consentiranno solamente circa 450 avanzamenti suddivisi tre le tre aree. La FLP in merito ha preliminarmente ribadito, la necessità di dare impulso al più presto a nuove procedure, prevedendo ulteriori stanziamenti, al fine di consentire ad un maggior numero di dipendenti di vedersi riconosciuto un passaggio economico. In merito all’ultima progressione economica la FLP ha fatto presente le problematiche sorte nella stesura della graduatoria definitiva in relazione alle posizioni di tanti colleghi Assistenti Sociali, che non si sono visti riconosciuto il titolo di studio di grado superiore, considerato ingiustamente con lo stesso punteggio del titolo accademico, richiesto per l’accesso alla professione, e non, come requisito ulteriore, con punteggio separato. Infine l’Amministrazione ha prospettato la possibilità di effettuare le progressioni anche del personale sanitario in via di transito alle ASL, escluso nella precedente progressione economica tra aree, con decorrenza all’1.01.2009. La riunione è stata rinviata a data da destinarsi. La FLP come sempre vi terrà informati in merito alla questione. Si informa inoltre che giungono notizie che verranno organizzati diversi corsi per i dipendenti dell’Amministrazione, ma purtroppo sola- mente per il personale di Polizia Penitenziaria con esclusione dei lavoratori Amministrativi. Se la notizia dovesse risultare veritiera, ancora una volta avremo figli e figliastri al Ministero della Giustizia.!!! News 02 - maggio 2012 18 N. 188 COMPARTO MINISTERI GIUSTIZIA News Il Segretario Generale Piero Piazza dice NO alla soppressione del Tribunale di Sciacca e degli altri Tribunali d’Italia. di Raimondo Castellana e Piero Piazza I l giorno 3 maggio a conclusione degli incontri tenutisi presso l’Amministrazione Centrale sulla revisione della Geografia Giudiziaria, da cui è emersa la possibilità della soppressione ei Tribunali non provinciali e della maggior parte delle sezioni distaccate di Tribunali, in considerazione della gravissima situazione che si verrebbe in tal caso a creare, il Segretario Generale FLP Giustizia Piero Piazza è intervenuto all’Assemblea tenutasi presso gli uffici del Palazzo di Giustizia di Sciacca. Erano presenti, tra gli altri, i rappresentanti di numerose Associazioni del territorio, i membri di varie sigle sindacali, i rappresentanti delle forze politiche, tra i quali i candidati a Sindaco alle Elezioni Amministrative, gli Onorevoli Messina ed il Deputato regionale On. Vincenzo Marinello. Nel suo intervento Piero Piazza ha auspicato un accorpamento della sezione distaccata di Partanna con il Tribunale di Sciacca in modo da raggiungere i criteri minimi richiesti perché venga mantenuta la sede giudiziaria di Sciacca. Ha inoltre specificato che priorità assoluta è la lotta alla criminalità organizzata, presente in maniera incisiva sul territorio Saccense. La FLP vigilerà sul proseguo della questione e comunica che oltre alla vicenda che riguarda la città di Sciacca altre ini- ziative sono già state messe in atto nella città di Ancona e di Firenze, ed altre città, in cui la FLP cercherà di unificare iniziative congiunte tra i territori interessati dalla revisione della geografia giudiziaria, di cui vi terremo informati con note a parte. E’ comunque certo che la FLP si opporrà in tutti i modi ad ogni ipotesi di soppressione di sedi Giudiziarie affinché sia la Giustizia ad andare verso i cittadini, così come auspicato dal Ministro della Giustizia Prof.ssa Paola Severino, e non il contrario. 02 - maggio 2012 19 N. 188 COMPARTO MINISTERI BENI E ATTIVITA’ CULTURALI News PROGETTI LOCALI di Rinaldo Satolli A seguito dei chiarimenti richiesti dall’IGOP (Ispettorato Generale degli Ordinamenti del Personale) in merito alla provenienza delle risorse destinate ai Progetti locali e delle osservazioni della Funzione Pubblica riguardanti l’assenza nell’accordo precedente dei riferimenti al Decreto Legislativo n. 150/09 (ripartizione in percentuale delle risorse sulla base delle linee guida delle performance), l’Amministrazione ha presentato una nuova formulazione dell’accordo che tenesse conto della normativa sopra citata. La FLP ha rigettato con fermezza la proposta dell’Amministrazione in quanto il protocollo d’intesa appena sottoscritto all’ARAN impegna il Governo a modificare il Decreto Legislativo n. 150/09 consentendo, in tal modo, di considerare superato il criterio delle performance. Ricordiamo che la posta in gioco ammonta ad oltre 40 milioni di Euro al lordo degli oneri per l’Amministrazione. Le risorse sono parte integrante del Fondo Unico di Amministrazione e le attività finalizzate all’aumento dell’offerta culturale su tutto il territorio nazionale sono state già avviate e in alcuni casi addirittura concluse dai lavoratori nonostante la Circolare unilaterale emessa dalla Direzione Generale OAGIP che invitava a considerare l’opportunità di sospendere dette attività. PROGRESSIONI ECONOMICHE L’Amministrazione ci ha informato in merito alla situazione delle progressioni economiche: sono state presentate 14037 domande. Le domande saranno sottoposte, in via preventiva, a controlli incrociati con i dati in possesso del Siap sull’esperienza professionale, l’anzianità minima ecc. In seguito saranno affidate al controllo delle sottocommissioni regionali che, una volta acquisite le linee guida dalla Commissione unica nazionale, verificheranno esclusivamente la documentazione dei concorrenti che risulteranno vincitori a cui sarà aggiunto un ulteriore 15% di idonei. ORGANICO La discussione sull’argomento è stata sollecitata dalla nostra Organizzazione. Siamo stati informati della conclusione di un’indagine conoscitiva avviata dall’Amministrazione con l’ausilio delle Direzioni Regionali sui dati relativi alle esigenze di organico degli Uffici territoriali. Abbiamo inteso sottolineare che l’avvio del confronto per la statuizione del nuovo organico dovrà necessariamente tenere conto dell’esigenza di esaminare propedeuticamente le istanze dei passaggi orizzontali del personale interno e delle unità di personale che, a vario titolo, prestano attualmente servizio nella nostra Amministrazione. Il Direttore Generale ha inoltre comunicato la sua decisione di sospendere temporaneamente l’ingresso di nuovi comandati nel MiBAC per mancanza di risorse. Per coordinare le esigenze del personale comandato proveniente da vari Enti evidenziamo che la FLP ha provveduto alla nomina di un rappresentante che parteciperà a pieno titolo alle sedute di contrattazione nazionale nella persona del dott. Fabrizio Laria. INCENTIVI 2% ( L. 163/2006, art. 92 comma 5) Il lungo lavoro del tavolo tecnico sugli incentivi di cui alla Legge sopra indicata è stato sottoposto ad una prima valutazione del tavolo nazionale. Riteniamo di poter anticipare che, nonostante la decisione di rinviare ad un ultimo incontro a livello tecnico la soluzione di alcune criticità, dovrebbe infine prevalere l’ipotesi di statuizione rigida di percentuali degli incentivi. Siamo persuasi che uno dei compiti fondamentali del tavolo nazionale sia quello di ridurre il livello di conflittualità locale. Abbiamo, inoltre, richiesto ed ottenuto che l’accordo definitivo contenga richiami cogenti per i Capi di Istituto relativamente all’informazione preventiva e consuntiva oltre alla rigorosa previsione di equità garantita in via esclusiva da un equilibrato sistema di turnazione. Sarà affidato alle rappresentanze locali il compito di un’accurata e capillare attività di vigilanza. TURNAZIONI Il forte incremento delle richieste di risorse economiche per il finanziamento dell’art.13 del CCIM e la ricognizione effettuata dall’Amministrazione hanno posto in evidenza gravi violazioni dello spirito e della lettera del CCIM. Si è quindi ritenuto di dover procedere ad un controllo capillare della qualità della spesa e del conseguente rispetto della norma nei singoli Uffici territoriali. Il Direttore Generale ci ha informato della volontà di richiedere al Segretario Generale la piena collaborazione dell’Ufficio Ispettivo per la verifica del corretto utilizzo delle risorse e delle eventuali responsabilità a carico dei Dirigenti. 02 - maggio 2012 20 N. 188 COMPARTO MINISTERI BENI E ATTIVITA’ CULTURALI News PASSAGGI DA EX AREA A AD EX AREA B di Rinaldo Satolli C on riferimento all’annosa questione che concerne l’inquadramento dei dipendenti dall’ex Area A a quella B, appare opportuno precisare quanto segue. Premesso che l’oggetto del suesposto inquadramento è riferibile alla disciplina dei passaggi del personale interno alle due aree in argomento, così come classificate in vigenza del relativo contratto, così l’accordo tra Amministrazione e OO.SS., sottoscritto in data 07.06.2007, per l’indizione del bando (originariamente a 1401 posti) era stato autorizzato dalla Presidenza del Consiglio solo per 700 posti, All’esito delle cui procedure di riqualificazione, in data 8.05.2008, l’Amministrazione ha provveduto al transito dei richiamati 700 posti , lasciando i restanti in posizione di attesa, pur avendo questi ultimi superato gli esami ed avendo almeno diritto all’inquadramento giuridico/formale nel profilo professionale ambito. Al riguardo, in questi ultimi giorni , è stata profilata una possibile azione giudiziale fondata sulle statuizioni del Tribunale Amministrativo del Lazio del 15.02.2011, in ordine alla facoltà di realizzare un passaggio tra le aree di cui trattasi, in base all’ art. 35 Dgls 165/01 – all’art. 1, comma 104, legge Finanziaria per il 2006 – che, in sintesi, consentirebbe di PASSAGGI DA Ex AREA A AD Ex AREA B procedere ai passaggi tra le due aree, utilizzando le disponibilità del FUA, quindi in assenza di aggravi per il bilancio, rendendo inutile la sottoposizione dell’indizione del concorso alle procedure di controllo da parte dell’esecutivo. Poiché, sostiene il TAR Lazio, il personale sino alla ex 4^ categoria (poi livello B1 e ora area II, fascia retributiva 1 ( a norma dell’art. 16 della legge n. 56/1987), “può essere assunto per chiamata diretta, risulta effettivamente improprio e illogico fare riferimento, per la progressione tra le aree in esame, alle procedure concorsuali per le nuove assunzioni.” Or bene, detta sentenza è stata però appellata dall’Avvocatura dello Stato ed è pendente davanti al Consiglio di Stato che dovrà, quindi, statuire su tale questione. A nostro giudizio, in conclusione, pur potendosi condividere una siffatta impostazione giuridica, appare attualmente del tutto inopportuno intervenire giudizialmente nella presente fase, visto, inoltre, che la eventuale sottoposizione al giudizio del Giudice del Lavoro profilerebbe una forte alea di soccombenza per difetto di giurisdizione, mentre inammissibile sarebbe, oggi, un giudizio al TAR per decorrenza dei termini. Dobbiamo prudentemente rimandare ogni decisione, pertanto, alla lettura della sentenza del Consiglio di Stato, quale giudice d’appello, per esaminare le reali strade da percorrere. 02 - maggio 2012 21 N. 188 COMPARTO MINISTERI BENI E ATTIVITA’ CULTURALI News Assemblea cittadina per tutti i lavoratori del Mibac Roma davanti alla sede del Collegio Romano per il giorno 15 maggio 2012 dalle ore 10:00 alle ore 12.00. di Rinaldo Satolli E ’ ormai cosa nota che in Italia la situazione economica non è semplicemente grave ma è gravissima. Siamo ormai allo stremo delle forze, con un debito pubblico di 30.541 euro a testa, neonati compresi. I partiti sono ormai spariti ed hanno abdicato in favore dei “tecnici”, lasciandogli il cosiddetto “cerino in mano”, non avendo essi avuto il coraggio di affrontare seriamente il problema economico che ci attanaglia. Adesso i “tecnici”, stanno chiedendo aiuto ai “Supertecnici”, in una corsa affannosa nella ricerca di qualche Dottor Stranamore che risolva la situazione una volta del tutto. Intanto le famiglie non ce la fanno ad arrivare alla metà del mese e molti sono stati gli episodi di suicidio. Questi noiosi professori che ci governano pensano di risolvere tutto aumentando la pressione fiscale e facendoci credere che se tutti noi pagassimo più tasse, la situazione si normalizzerebbe. In realtà se noi italiani pagassimo il doppio, loro, ovvero gli appartenenti alla cosiddetta casta, ruberebbero il doppio. Hanno svenduto le lotte democratiche e sindacali dei decenni passati perlo spread (che nemmeno loro sanno cosa diavolo significhi). Sentiamo sempre più parlare di Btp e Bund ma sempre meno dei veri problemi dei cittadini italiani. I poveri sono sempre più poveri e il ceto medio non esiste ormai più, avvicinandosi pericolosamente alla soglia di povertà. Il pubblico dipendente, che per decenni è appartenuto a questo ceto medio (il posto sicuro, lo stipendio alla fine del mese, il contratto a tempo indeterminato), vive con estrema apprensione questo momento drammatico. Mediamente un pubblico dipendente guadagna €1300,00 mensili, che possono scendere notevolmente in caso di profili professionali appartenenti ad aree basse. Quasi tutti i pubblici dipendenti si sono ormai indebitati per tirare avanti, chi con un piccolo prestito, chi con la cessione del quinto. Il penoso risultato è che alla fine del mese, nel concreto si fatica ad arrivare a € 1000,00 netti (e parliamo di lavoratori con oltre 30 anni di servizio). Il turn-over è bloccato, i pensionamenti sono bloccati, la cosiddetta liquidazione è stata scippata dai nostri governanti e la potremo avere due anni dopo il collocamento a riposo (come se non si trattasse di soldi dei lavoratori). Ogni volta che si apre una crisi economica, l’indice è puntato sui lavoratori del pubblico impiego, eppure, in Italia la spesa per i dipendenti pubblici è inferiore a tutti gli altri paesi europei. In Italia i lavoratori pubblici, come detto, guadagnano in media poco più di 23.000 € lordi contro il doppio di paesi come (la Germania 50.000 €, Francia 40.000 € mentre i greci 30.000 € annui). Inoltre negli ultimi 3 anni gli stipendi sono bloccati con una riduzione del salario reale che si aggira intorno al 10%. In particolare i lavoratori del Ministero dei Beni Culturali nonostante gli accordi stipulati con l’Amministrazione per l’ampliamento degli orari di apertura di musei, biblioteche ed archivi, garantendo sempre una maggiore produttività ed efficienza dei servizi culturali resi agli utenti, non percepiscono dal 2011 il salario accessorio (FUA, turnazioni ecc..) Tutto questo mentre la Casta persevera nel proprio dorato e allegro mondo fatto di nani e ballerine, come se la cosa non li riguardasse (e infatti a loro non li riguarda dal momento che hanno fatto ricadere tutta la responsabilità della crisi sui cittadini italiani e sui lavoratori pubblici). Abbiamo un Ministro per i Beni e le Attività Culturali che potremmo definire “ministro ombra” che nulla risulta aver fatto per le condizioni lavorative dei dipendenti del Dicastero da lui diretto. Forse Federica Sciarelli, con Chi l’ha Visto sarà più fortunata di noi ad incontrarlo… Pertanto, in difesa del salario accessorio e per salvaguardare la tutela dell’immenso patrimonio dei beni culturali le OO.SS. FLP e CON.FSALUNSA invitano tutti i lavoratori di Roma a partecipare all’assemblea che si svolgerà presso la sede del Collegio Romano (Sala Consiglio Nazionale) per il giorno 15 maggio 2012 dalle ore 10:00 alle ore 12.00. 02 - maggio 2012 22 N. 188 KRONOS Viaggi, Natura, Cultura, Scienza News Le isole Tremiti L e isole Tremiti (o Diomedee) sono un arcipelago del mare Adriatico, sito 12 miglia nautiche a nord del promontorio del Gargano e 24 ad est della costa molisana. Amministrativamente, l'arcipelago costituisce il comune italiano di Isole Tremiti di 496 abitanti della provincia di Foggia in Puglia. Il comune fa parte del Parco Nazionale del Gargano. Dal 1989 una porzione del suo territorio costituisce la Riserva naturale marina Isole Tremiti. Anche essendo il più piccolo e il secondo meno popoloso comune della Puglia (con meno abitanti vi è solo Celle di San Vito), è uno dei centri turistici più importanti dell'intera regione. Per la qualità delle sue acque di balneazione è stato più volte insignito della Bandiera Blu, prestigioso riconoscimento della Foundation for Environmental Education. L'arcipelago è composto dalle isole di: San Nicola, sulla quale risiede la maggior parte della popolazione e si trovano i principali monumenti dell'arcipelago. San Domino, più grande, sulla quale sono insediate le principali strutture turistiche grazie alla presenza dell'unica spiaggia sabbiosa dell'arcipelago (Cala delle Arene). Capraia (detta pure Caprara o Capperaia), la seconda per grandezza, disabitata. Pianosa, un pianoro roccioso anch'esso completamente disabitato e distante una ventina di chilometri dalle altre isole. Il Cretaccio, un grande scoglio argilloso a breve distanza da San Domino e San Nicola. La Vecchia, uno scoglio più piccolo del Cretaccio e prossimo a questo. Le isole Tremiti, da un punto di vista generale, presentano marcatamente un clima mediterraneo, e nel dettaglio caratterizzato dai seguenti aspetti climatologici: Temperatura - andamento annuale riconducibile ad inverni miti ed estati calde. Mancanza di un prolungato e marcato periodo di aridità estiva. Piovosità - quasi esclusivamente concentrata nel periodo autunno-invernale, risulta limitata (~476 mm medi annuali). Ventosità - il regime anemologico è dominato dai venti provenienti dal 2° (Levante, Scirocco, ecc.) e dal 4° quadrante (Po- 02 - maggio 2012 23 N. 188 KRONOS Viaggi, Natura, Cultura, Scienza nente, Tramontana, Maestrale, ecc.). Stato del mare - soprattutto favorevoli nel periodo estivo mentre mareggiate e burrasche sono più frequenti nel periodo autunno-invernale. Dal punto di vista legislativo le isole Tremiti ricadono nella fascia climatica C in quanto i Gradi giorno sono 953. « ...non va dimenticata la dimensione storica delle isole. Ciò che consiglio è di fare una vacanza della conoscenza, per ricostruire la memoria storica dell'arcipelago, protagonista, nei secoli scorsi, di rilevanti avvenimenti storici. Queste isole sono così ricche di storia, di cultura e di leggende che vale la pena conoscerle per poterne godere a piene mani. » (Lucio Dalla, in un'intervista sul web, maggio 2002) Abitate già in antichità (IV-III secolo a.C.), le isole per secoli furono soprattutto un luogo di confino. In epoca romana l'imperatore Augusto vi relegò la nipote Giulia che vi morì dopo vent'anni di soggiorno forzato. Nel 780 Carlo Magno vi esiliò Paolo Diacono che, però, riuscì a fuggire. La storia dell'arcipelago non è però solo legata agli esiliati, più o meno illustri, che qui furono confinati, ma soprattutto alle vicende storiche, politiche ed economiche dell'abbazia di Santa Maria a Mare (definita da Émile Bertaux la Montecassino in mezzo al mare) Secondo il Chartularium Tremitense il primo centro religioso fu edificato nel territorio delle isole adriatiche nel Ix secolo ad opera dei benedettini come dipendenza diretta dell'abbazia di Montecassino. Certo è che nell'xI secolo il complesso abbaziale raggiunse il massimo splendore, aumentando a dismisura possedimenti e ricchezze, cosa che portò alla riedificazione da parte dell'abate Alderico della chiesa con consacrazione nel 1045 effettuata dal vescovo di Dragonara. La magnificenza di questo periodo è testimoniata dalla presenza tra le mura del monastero di ospiti illustri, tra i quali Federico di Lorena (divenuto poi papa Stefano Ix) e Dauferio Epifani (successivamente papa Vittore III). Con la bolla di Alessandro IV del 22 aprile 1256 venne confermata la consistenza dei beni posseduti dalla comunità monastica. L'intero complesso rimase un possedimento dell'abbazia di Montecassino per circa un secolo, nonostante le pressanti richieste di autonomia e le proteste dei religiosi tremitesi. Nel xIII secolo, oramai svincolata dal monastero cassinese, aveva possedimenti in terraferma dal Biferno fino alla città di Trani. Secondo le cronache dell'epoca le tensioni mai sopite con il monastero laziale e i frequenti contatti con i dalmati, invisi alla Santa Sede, portarono i monaci del complesso a una decadenza morale che spinse nel 1237 il cardinale Raniero da Viterbo ad incaricare l'allora vescovo di Termoli di sostituire alla guida dell'abbazia l'ordine di San Benedetto con i Cistercensi. In seguito, Carlo I d'Angiò munì il complesso abbaziale di opere di fortificazione. Nel 1334 l'abbazia fu depredata dal corsaro dalmata Almogavaro e dalla sua flotta, proveniente dalla città dalmata di Almissa, i quali trucidarono i monaci mettendo fine alla presenza cistercense nell'arcipelago. Nel 1412, in seguito a pressioni e lettere apostoliche, e su diretto ordine di papa Gregorio xII, dopo il rifiuto di diversi ordini religiosi, una piccola comunità di Canonici Lateranensi, proveniente dalla chiesa di San Frediano in Lucca e guidata da Leone da Carrara si trasferì sull'isola per ripopolare l'antico centro religioso. I Lateranensi restaurarono il complesso abbaziale, ampliandone inol- News tre le costruzioni, soprattutto con la realizzazione di numerose cisterne ancora oggi funzionanti ed estesero i possedimenti dell'abbazia sul Gargano, in Terra di Bari, Molise e Abruzzo. Nel 1567 l'abbazia-fortezza di San Nicola riuscì a resistere agli attacchi della flotta di Solimano il Magnifico. L'abbazia fu soppressa nel 1783 da re Ferdinando IV di Napoli che nello stesso anno istituì sull'arcipelago una colonia penale. Nel periodo napoleonico l'arcipelago fu occupato dai murattiani che si trincerarono all'interno della fortezza di San Nicola resistendo validamente agli assalti di una flotta inglese (anno 1809). Di questi attacchi sono visibili ancora oggi i buchi delle palle di cannone inglesi sulla facciata dell'abbazia. In seguito a tale evento, Murat concesse la grazia ai deportati che avevano collaborato alla resistenza contro gli inglesi. Fu così che ebbe fine la prima colonizzazione delle Tremiti, effettuata mediante l'insediamento di colonie penali. Nel 1843 re Ferdinando II delle Due Sicilie con l'intento di ripopolare le isole vi fece insediare molti indigenti provenienti dei bassifondi napoletani, che poterono così sfruttare proficuamente la pescosità di quell'area marittima, dando luogo così ad una seconda colonizzazione delle Tremiti. Nel 1911 furono confinati alle Tremiti circa milletrecento libici che si opponevano all'occupazione coloniale italiana. A distanza di un anno circa, un terzo di 02 - maggio 2012 24 N. 188 KRONOS Viaggi, Natura, Cultura, Scienza questi erano morti di tifo esantematico. In epoca fascista l'arcipelago continuò a essere luogo di confino, ospitando tra l'altro anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini e Amerigo Dumini. Vi furono confinati anche diverse centinaia di omosessuali (nell'isola di San Domino) anche se non esisteva nessuna legge contro l'omosessualità. L'autonomia comunale risale al 1932. Nel 1987 Mu'ammar Gheddafi, in virtù delle deportazioni di cittadini libici effettuate soprattutto dal governo Giolitti a partire dal 1911, dichiarò che l'arcipelago era parte della Libia. Tali pretese territoriali seguivano la tensione diplomatica che sussisteva con l'Italia. L'arcipelago ha legato nel corso dei millenni il suo nome a quello dell'eroe acheo Diomede, tanto che in antichità le isole furono chiamate isole Diomedee (Insulae Diomedeae in latino o Διομηδιες in greco antico). La leggenda racconta che nacquero per mano di Diomede, quando gettò in mare tre giganteschi massi (corrispondenti a San Domino, San Nicola e Capraia), portati con sé da Troia e misteriosamente riemersi sotto forma di isole. Qui approdato, l'eroe ebbe il primo contatto con la Daunia, prima di sbarcare sul Gargano, nei pressi di Rodi alla ricerca di un terreno più fecondo, peregrinando per la regione dauna e unendosi in matrimonio con la figlia (Euippe, secondo alcuni Drionna, secondo altri Ecania) di Dauno, re dei Dauni. Una variante di questo mito, con meno basi epiche, vuole che i tre massi fossero avanzati dal carico che l'eroe omerico aveva utilizzato per tracciare i confini del suo nuovo regno, la Daunia, quindi con collocazione dell'episodio già dopo il matrimonio con Euippe. Ma la leggenda non vuole solo la nascita delle Tremiti legata a Diomede, ma annota anche la sua morte nell'arcipelago pugliese. Molte narrazioni diverse tra loro sono accomunate dal collocare il luogo della scomparsa dell'eroe nelle isole Tremiti. Alcune parlano della morte avvenuta in seguito ad un naufragio, ma la versione più comune della leggenda narra del ritiro di Diomede, insieme ai suoi compa- gni, sull'arcipelago, dove andrà incontro alla morte. Sull'isola di San Nicola vi è una tomba di epoca ellenica chiamata ancora oggi tomba di Diomede. Un particolare interessante della leggenda riguarda le diomedee (che i tremitesi chiamano arenne), caratteristici uccelli che popolano le falesie e le scogliere dell'arcipelago. Infatti si vuole che questi uccelli, dal nome riconducibile all'eroe greco, siano i suoi compagni trasformati da Afrodite per compassione (secondo varie versioni, tra cui quella di Dionisio di Alessandria) o per vendetta (secondo Virgilio). In quest'ultima versione la metamorfosi dei compagni dell'acheo non è collegata alla morte dell'eroe, ma ai contrasti di questo con la dea Afrodite. La versione non virgiliana, che è anche quella più narrata, vuole invece che la dea per compassione verso il dolore dei compagni di Diomede li abbia trasformati in uccelli, appunto le diomedee, che con i loro garriti (simili ai vagiti di un bimbo), soprattutto notturni, continuano a piangere affranti la scomparsa del loro condottiero. Un'altra leggenda legata all'arcipelago, riportata dalla Cronica Istoriale di Tremiti, narra di un eremita che scelse l'isola di San Nicola intorno al 312 d.C. come luogo di ritiro e di contemplazione. Secondo la leggenda, una notte gli apparve in sogno la Madonna indicandogli il luogo in cui doveva scavare per rinvenire un tesoro di monete e monili, il cosiddetto tesoro di Diomede, e di edificare con questi una chiesa in onore della Vergine Maria. Per l'iniziale resistenza da parte News del monaco, che ignorò l'invito per non abbandonare la meditazione o forse per timore di un'apparizione diabolica, la Madonna apparve nuovamente,questa volta alterata in volto. Il monaco superò così le diffidenze e le obbedì, ritrovando il tesoro e costruendo con questo un edificio dedicato alla Vergine. Secondo la Cronica, la notizia del ritrovamento miracoloso rese l'isola di San Nicola meta di pellegrinaggio tanto che l'eremita, messo in difficoltà, dovette chiedere l'aiuto del Papa che affidò il governo dell'isola all'Ordine di San Benedetto. La fantasia popolare ha coronato ogni luogo delle isole di suggestioni. All'isola-scoglio del Cretaccio è legata una leggenda, dalle tinte macabre, che vuole che su di esso si aggiri di notte, soprattutto in concomitanza di bufere, un uomo che regge tra le mani la sua testa, popolando lo scoglio argilloso delle sue urla. Sarebbe il fantasma di un detenuto evaso dalla colonia penale presente un tempo nell'arcipelago, che una volta ricatturato, fu decapitato proprio su quest'isolotto. Ad arricchire la suggestione si aggiunge la credenza popolare che vuole che sullo scoglio attiguo, chiamato la Vecchia, prima di ogni temporale compaia il fantasma di una vecchia (da cui il nome dello scoglio) intenta a filare. Sarebbe lo spirito di una strega che in epoca remota fu proprietaria dello scoglio. 02 - maggio 2012 25 N. 188 NON SOLO ....ARTE... News Roberto Bolle N asce a Casale Monferrato in provincia di Alessandria, all'età di 12 anni entra alla scuola di ballo dell'Accademia Teatro alla Scala e viene notato da Rudolf Nureyev, che lo sceglie per interpretare il ruolo di Tadzio nell'opera Morte a Venezia. Nel 1996 al termine di una rappresentazione di Romeo e Giulietta, viene nominato primo ballerino e i suoi impegni da protagonista, sia in balletti classici che moderni si moltiplicano: interpreta molti ruoli per diversi coreografi e collabora ancora con Nureyev, per La bella addormentata, Cenerentola, Don Chisciotte e Il lago dei cigni. All'estero ha occasione di danzare con il Royal Ballet di Londra, il Balletto nazionale canadese, il balletto di Stoccarda, lo Staatsoper di Berlino, il Teatro dell'opera di Vienna, il Teatro dell'opera di Monaco di Baviera, il Wiesbaden Festival, il Tokyo Ballet. Tra le ballerine classiche contemporanee italiane, ha danzato con Carla Fracci, Alessandra Ferri, Ambra Vallo, Eleonora Abbagnato. Ha danzato nel Il lago dei cigni e nel Romeo e Giulietta alla Royal Albert Hall di Londra per l'English National Ballet, diretto da Derek Deane e nel 2000 nell' Ave Verum, su musica di Mozart presso l'Opera di Vienna e nella messa in scena dell'Aida alle piramidi di Giza per il 10º anniversario dell'opera del Cairo, cui segue la rappresentazione presso l'Arena di Verona, trasmessa in Mondovisione. Nel 1999 diventa "ambasciatore di buona volontà" per l'UNICEF, per la quale partecipa ad un viaggio effettuato nel 2006 nel sud del Sudan e ad uno nel novembre del 2010 nella Repubblica Centrafricana Sempre nel 1999 riceve il premio Gino Tani per il suo contributo alla diffusione dei valori della danza e del movimento e nel 2000 riceve il premio Galileo, con la consegna del Pentagramma d'oro. Nello stesso 2000 inaugura la stagione del Covent Garden con Il lago dei cigni e danza al teatro Bolshoi di Mosca per celebrare il 75º anniversario di Maja Plissetskaja, alla presenza del presidente Putin. Nel 2002 danza a Buckingham Palace per la regina Elisabetta II. Nell'ottobre 2002 è protagonista del Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan al teatro Bolshoi di Mosca. Nel marzo 2003 interpreta al Covent Garden di Londra La bella addormentata e in luglio, in occasione dei festeggiamenti per il terzo centenario di San Pietroburgo, danza Il lago dei cigni al teatro Mariinskij. 02 - maggio 2012 26 N. 188 NON SOLO ....ARTE... Nello stesso anno gli viene riconosciuto il titolo di "étoile" del teatro La Scala. Il 1 aprile 2004, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, balla sul sagrato di piazza San Pietro al cospetto di Giovanni Paolo II. Nel 2005 danza al Teatro della Scala di Milano, nel ruolo di protagonista del balletto "Il lago dei cigni" con Svetlana Jur'evna Zacharova. Il 10 febbraio del 2006 danza alla cerimonia di apertura dei xx Giochi olimpici invernali di Torino, nel segmento Dal futurismo al futuro su una coreografia ideata da Enzo Cosimi. Ha collaborato in parecchi spettacoli con il direttore d'orchestra David Garforth. Dal 2007 collabora con il FAI e nel marzo 2009 è stato nominato "Young Global Leader" dal World Economic Forum di Davos. Nel giugno 2007 danza al Metropolitan di New York con Alessandra Ferri per il suo addio alle scene. Nel 2009 è stato nominato "principal" dell'American Ballet Theatre dove ha lavorato anche per la stagione del 2010. Nel 2008 ha portato il suo galà Roberto Bolle and friends sul sagrato del duomo di Milano e in Piazza del Plebiscito a Na- News poli. Con la collaborazione del FAI ha inoltre realizzato spettacoli al Colosseo di Roma e nella Valle dei Templi di Agrigento, nello spazio antistante il tempio della Concordia. Il tour estivo del galà si è ripetuto negli anni successivi (2009-2011) presso il giardino di Boboli a Firenze, il teatro antico di Taormina, il castello di Fénis (Val d'Aosta), piazza della Pilotta a Parma, piazza San Marco a Venezia, il Gran teatro all'aperto di Torre del Lago Puccini, le terme di Caracalla a Roma. 02 - maggio 2012 27 T N. 188 NOTIZIE DAL CANILE News ADOZIONI URGENTI osca è un bellissimo bracco italiano puro con occhi chiari, ha 5 anni, è una femmina sterilizzata, chippata e in regola con i vaccini, pesa intorno ai 35 kg. E' positiva alla lesmania che però è stata curata subito e adesso è sotto controllo. Tosca deve trovare una nuova sistemazione entro la fine di giugno perchè la sua famiglia deve cambiare casa e non potrà più tenerla. Va d'accordo con tutti maschi e femmine, gatti e bambini, è dolcissima e molto affettuosa. E' abituata a dormire fuori quindi cerchiamo adozione sì in casa ma con un terrazzo o un piccolo giardino. Si trova a San Giovanni Rotondo (FG) ed è adottabile in tutta Italia. Si affida solo a chi è disponibile ai controlli pre e post affido e alla firma del modulo di adozione. Presto nuove foto aggiornate. NO CACCIATORI!!!!! INFO: 347-7799429 02 - maggio 2012 28 N. 188 RETROSCENA Spettacolo & Cultura News IN TIME I n un futuro non precisato ma comunque non lontano, il tempo è diventato letteralmente denaro: le persone possono vivere soltanto un determinato numero di anni, a meno che non acquistino altro tempo con ogni mezzo possibile. Al giovane Will Salas (JUSTIN TIMBERLAKE) succedono die fatti che cambieranno per sempre la sua vita: un “ricco” gli regala più di un secolo di vita prima di suicidarsi, e sua madre invece muore perché il ragazzo arriva pochi secondi in ritardo per ricaricare la sua scorta. Frustrato dal dolore, braccato dalla polizia che lo sospetta di aver derubato e assassinato il suo benefattore, Will diventa un fuggiasco deciso a sovvertire l’ordine della società in cui vive, e donare più tempo a coloro che non possono permettersi di comprarlo. Salas tenterà di mettere in atto il suo piano criminale insieme alla bella Silvia Weis (AMANDA SEYFRIED), figlia viziata di un magnate del tempo che lui rapisce per sfuggire alla cattura. Il problema delle opere da regista di ANDREW NICCOL, fatta eccezione per il potente "LORD OF WAR", è sempre stato quello di possedere un soggetto di partenza potenzialmente interessante che però si è ogni volta tramutato in una sceneggiatura piatta. Purtroppo anche quest’ultimo "IN TIME" non fa eccezione, e disperde scena dopo scena le ambizioni di un pitch fantascientifico (inseribile nel filone dell’utopia negativa) che doveva essere sfruttato molto meglio. Niccol come sceneggiatore per altri registi si è dimostrato geniale – vedi un capolavoro come "The Truman Show", per cui ha ricevuto la nomination all’Oscar – ma gli script che sceglie poi per portarli egli stesso sul grande schermo sono decisamente deboli e prevedibili. Nel caso di "In Time" poi, tutta la seconda parte in cui i due protagonisti si trasformano in una sorta di Bonnie & Clyde futuristici risulta meccanica e infarcita di colpi di scena privi di reale tensione narrativa. Anche l’idea di messa in scena fatta di setting molto cheap alla lunga indebolisce l’estetica del film. Se poi Justin Timberlake risulta tutto sommato convincente dimostrando una maturazione d’attore sempre più evidente ad ogni film, a franare completamente è Amanda Seyfried, inebetita e stucchevole in un ruolo che, bisogna ammetterlo, non le offre però alcuna possibilità di colorire il personaggio. Il migliore in scena come molto spesso gli capita è CILLIAN MURPHY, attore dal talento sprecato nella parte del poliziotto troppo ligio al suo compito di tutore di una legge iniqua. Ci aspettavamo molto da questo sci-fi thriller, e a maggior ragione la delusione è piuttosto cocente. http://www.film.it 02 - maggio 2012 29 N. 188 L’ANGOLO DEL LIBRO News SE QUESTO È UN UOMO S e questo è un uomo di Primo Levi è il romanzo in cui l’autore racconta la sua esperienza nei campi di concentramento, durante la Seconda Guerra Mondiale. Sottratto alla sua vita quotidiana, Primo Levi viene condotto in questo luogo di morte, costruito per annientare la dignità umana. Il lager nazista è pensato appositamente per trasformare gli uomini in vere e proprie bestie, costretti a lottare gli uni contro gli altri per la sopravvivenza. I suoi abitanti sono obbligati ai lavori forzati, denutriti e privati persino del nome, spogliati di qualsiasi bene e divisi dalle proprie famiglie. La vita nel lager è descritta come una realtà incredibilmente alienante, in cui gli uomini e le donne subivano ogni tipo di sopruso. Torturati, costretti a soffrire ogni tipo di dolore, da quello fisico a quello mentale e morale, sempre più massacrante, le persone si trascinano nel campo di concentramento fino a non provare più emozioni. E’ così che l’autore di “Se questo è un uomo” descrive il proprio tempo trascorso nei lager. Il romanzo è estremamente toccante, perché al di là delle crude descrizioni di ciò che ha visto accadere ai propri compagni di sventura, al sangue versato, ai bisogni primari insoddisfatti, l’autore racconta di una coscienza che cerca di reagire. Primo Levi racconta di come, in un luogo in cui la morte era una compagna di viaggio quasi desiderata, per quanto tremende erano le condizioni di vita, scopre un’incredibile forza che smuove una passione naturale e pura per la vita. Il coraggio, la necessità di non lasciarsi andare, un amore celato dalla sofferenza, ma pur sempre esistente, lo hanno indotto istintivamente a reagire, e questa reazione ha trovato significato nella scrittura, in parole da nascondere perché, nel campo, non era concesso neppure scrivere. Primo Levi oltre a raccontarsi, cerca di dare una spiegazione, una parvenza di ragionamento per trovare la causa che ha spinto degli essere umani ad annullare la personalità, l’individualità e l’esistenza dei loro simili. Nonostante la brutalità, dietro quest’azione violenta che priva lentamente della vita un altro individuo, non ci sono animali domati soltanto dall’istinto, ma un uomini, persona qualunque, di quelle che s’incontrano per strada o al lavoro. Non c’è nessuna forma di normalità dietro il dolore gratuito che viene inflitto, ed è questo il male radicale, quello perverso, che non può essere spiegato né gestito, ma che in qualche modo deve essere contenuto dentro il petto di chi ha subito l’esproprio della propria anima. E quando il protagonista di “Se questo è un uomo” riesce a sopravvivere e ad uscire da Auschwitz con le proprie gambe, non riesce a lasciare la propria sofferenza dietro il filo spinato del campo di concentramento, ma se lo porta addosso, oltre, per tutto il tempo che gli resta da vivere. Lo stile di Primo Levi è asciutto, descrittivo, molto diretto, tipico di chi ha la necessità di far arrivare immediatamente un concetto ai suoi lettori. E il pensiero di quest’uomo sopravvissuto alla più grande sciagura della storia d’Europa, resta impresso negli occhi e nel cuore di chiunque legge questo libro. Chi è Primo Levi Primo Levi è nato a Torino nel 1919. Le esperienze vissute in seguito al suo trasferimento, nel 1944, nel campo di sterminio di Auschwitz, saranno raccontata in diverse opere, ma è in “Se questo è un uomo” che si comprende a pieno la tragicità degli eventi. Primo Levi ha lavorato per molti anni come chimico, affiancando al mestiere la sua passione per la scrittura. Dopo “Se questo è un uomo” pubblica “La tregua”, con il quale vince il Premio Campiello nel 1963, e in cui racconta il viaggio del suo ritorno a casa da Auschwitz, attraverso un’Europa devastata. Da questo libro è stato tratto l’omonimo film di Francesco Rosi, con John Turturro. Nello stesso anno del pensionamento (1975) pubblica una raccolta di racconti intitolata “Il sistema periodico”. Nel ’78 pubblica “La chiave a stella”, premiato con il Premio Strega: un omaggio alla creatività degli italiani nell’ambiente di lavoro. La sua produzione letteraria si chiude con due opere che affrontano ancora una volta la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto, segno evidente che gli anni di Auschwitz, lo hanno segnato profondamente. Si tratta di “Se non ora, quando?”, avventure di un gruppo di partigiani e della loro lotta, e di “I sommersi e i salvati”, una dolorosa ricerca di un perché agli atteggiamenti delle persone nel lager. 02 - maggio 2012 30 N. 188 NON SOLO Vino.... News Grand Marnier O ggi parliamo di un liquore famoso e amato in tutto il mondo prodotto da una famosissima casa di liquori, la quale nasce e viene fondata da Alexandre Marnier Lapostole, il quale da suo padre imparò tutti i segreti ed i principi fondamentali della lavorazione degli alcolici, essi iniziarono con una distilleria in Francia a Neauphle le Chateaue nelle vicinanze di Parigi, la quale era specializzata in liquori fruttati, successivamente dopo vari tentativi ed esperimenti si specializzarono in un liquore all’arancia ma sicuramente non ancora al top del massimo gusto, finalmente quando la produzione e la vendita aumentarono si spostarono nella regione del cognac Chateau de Bourg dove finalmente trovarono gli ingredienti giusti ed appropriati usando ed importando gli aranci di Bigaradia delle Indie dell’ovest separando le bucce e facendole macerare in alcool neutro prima che lo stesso venne distillato così da aumentare senza ombra di dubbio l’aroma del liquore dandogli anche un profumo caratteristico e unico al liquore, nel 1880 venne creata la famosa bottiglia col nastro rosso ed il famoso marchio sull’etichetta, oggi questo tipo di bottiglia viene venduta in 150 paesi del mondo, pensate che nel solo 2005 nel mondo hanno venduto 137.600.000 bottiglie, questa azienda la Grand Manier è inserita oggi giorno nell’industria degli alimenti e bevande come principale attività, come secondaria la distillazione, il paese di produzione è naturalmente la Francia con circa 600 impiegati che ci lavorano, le attività principali di questo gruppo sono naturalmente la produzione e la distribuzione di bevande che riguardano l’alcolizzato e quindi i principali sono i liquori seguiti dai vini ed altri alcolici, oltre il famoso liquore l’azienda produce il Casa Lapostolle, il rosso e il bianco del Chateau de Sancerre, la ciliegia marnier, navan, l’azienda ha nove filiali nel mondo anche negli Stati Uniti….ma adesso veniamo alla produ- zione dei big di questa azienda cioè i liquori, Grand Manier è un cognac che di base è condito con buccia d’arancia e con spezia alla vaniglia, ne esistono due versioni il rossetto del cordone ed il cordone jaune con gradazione alcolica più bassa e di qualità inferiore. Rossetto del cordone: cognac con base di liquore arancione invecchiato a Chateau de Bourg ma prodotto A Neauphle le Chateau, questo liquore ha bisogno di una lunga lavorazione divisa in due fasi macerazione e distillazione…la macerazione comprende anche le bucce degli aranci dando un ottima profumazione e gusto mescolato allo sciroppo di zucchero e cognac, il tutto poi viene distillato con successivi passaggi di raffreddamento per stabilizzare il grado di alcool, alla fine il rossetto del cordone sarà invecchiato in barili di quercia e filtrato ancora molte volte. Cordone jaune: questo cognac a differenza del rossetto è di qualità inferiore con una gradazione alcolica più bassa, viene venduto solo nel nord america ed in alcuni paesi europei è composto da alcol neutro mescolato a cognac del grano, principalmente viene usato per bevande mixed, per cibi di cottura quali le famose Crepes Susette. Cuvée du Centenarie: questo naturalmente è il top dei cognac, quindi un edizione del centenario della famosa azienda con una produzione limitata, è un miscelamento di cognac invecchiati fino a 25 anni, pensate che una bottiglia adesso vale oltre i 220 euro. I valori nutrizionali del Grand Manier rossetto del cordone sono: (per un servine da 1 oncia) calorie: (kcal) 76 energia: (kj) 317 grassi: 0 g carboidrati: 6.5g proteina: o g fibra: 0 g colesterolo: 0 magnesi: 0 alcool g 11.3 con questo amabilissimo liquore nonché pregiatissimo cognac si possono fare come dicevo già in precedenza diversi e favolosi top drinks circa 250 ve ne elencherò alcuni, magari li conoscete già o li ordinerete in qualche locale prossimamente: Cocktail 4 del margherita, margarita del barista, scorpion arancione, spunk, sacchetto bloated della scimmia, backdraft, tè del ghiaccio di Boston, collegamento francese n. 2, cosmo katie, bacio del francese, slut diretto biondo, boot del ghetto, bandierina irlandese, mensola superiore margarita, cadilac margarita, tè del mirtillo, biscotto della farina d’avena, 57 chevy, cosmopolita francese, margarita dorato, b-52-2, margarita perfetto 2, cocaina liquida 2, bello, poinsettia, grande mimosa, grog del blu marino, monte cristo. 02 - maggio 2012 31 N. 188 A SCUOLA DI CUCINA News lo zuccotto Dolce di tradizione toscana, lo zuccotto pare che debba i suoi natali ad un invenzione di Caterina de Medici. Con la caratteristica forma a cupola, fatto nell’apposito stampino per zuccotti è un dolce semi-freddo, a base di pan di spagna liquore e gelato. Qui a Roma siamo soliti prepararlo con la ricotta, ammorbidendo il pan di spagna con pochissimo liquore. La ricetta che vi presentiamo consigliamo di prepararla sempre con qualche giorno di anticipo e lasciar riposare in frigorifero lo zuccotto prima di consumarlo. Zuccotto (ingredienti per 6 persone) 250gr di Pan di Spagna ½ lt di panna 400gr di ricotta 50gr di zucchero a velo 100gr di cioccolato fondente 50gr di cedro candito 50gr di ciliegine candite 5 cucchiai di maraschino 5 cucchiai di latte Per lo sciroppo di cioccolato: 1 cucchiaio di cacao 100gr di zucchero 20gr di burro Preparazione: Setacciare la ricotta. Preparare lo sciroppo di cioccolato facendo sciogliere in una piccola casseruola, a fuoco basso, il burro e unendo il cacao, 2 o 3 cucchiai d’acqua e, poco per volta, lo zucchero. Amalgamare il composto continuando a mescolare con un cucchiaio di legno. Dopo 5 minuti toglierlo dal fuoco. Tagliare il pan di Spagna a fette regolari dello spessore di un centimetro e mezzo e con queste foderare il fondo e le pareti dello stampo da zuccotto; bagnare il pan di Spagna con metà del liquore diluito col latte. Montare la panna e la ricotta in una terrina e incorporarvi lo zucchero a velo. Dividere il composto di panna e ricotta in 2 parti; in una aggiungere, poco per volta e sempre mescolando, lo sciroppo di cioccolato, quindi versarla nello stampo e cospargere su questo strato metà dei canditi tagliati a pezzetti e metà del cioccolato a pezzetti. Alla seconda metà rimasta unire i canditi e i pezzetti di cioccolato rimasti e riempire così lo stampo; livellare la superficie, coprirla con le altre fette di pan di Spagna, spruzzare con il restante Maraschino e mettere la preparazione in frigorifero per 5 ore. Al momento di servire, decorare lo zuccotto a piacere.