SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE

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SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
S V I Z Z E R A I TA L I A N A
E MISSIONE
BOLLETTINO INFORMATIVO TRIMESTRALE
DEGLI ORGANISMI MISSIONARI E DI missio -Svizzera
4 – 2007
Invocazione
Preghiera
SOMMARIO
Invocazione
Preghiera
Apostolato della preghiera
2
Ti diciamo grazie, Signore Gesù,
che ti sei fatto piccolo come noi
con la Tua nascita a Betlemme
nella povertà e nell’ umiltà.
Editoriale
3
Il Signore della storia ci benedica
e rimanga nel nostro cuore di suor
Olga Pianezza
Benedici e proteggi le nostre case,
le nostre famiglie, i nostri amici.
Ottobre missionario
4
Chiesa, famiglia e società, riunite a
Chiasso di Chiara Gerosa
L’impegno di ragazze e ragazzi per
altri coetanei di M. Morandi
Resoconto dalla Tanzania
Impossibile dire basta
di p. Luigi Geranio
Benedici i nostri figli
e aiutali a crescere in sapienza, età e grazia.
Concedici la grazia
di aprire le porte delle nostre abitazioni
e dei nostri cuori
ai bisogni delle altre famiglie,
dei poveri e dei bambini soli.
Amen
6
Azione natalizia
7
Vivere il Natale con i nostri missionari di Mauro Clerici
Missionari della Svizzera italiana10
Lettere dalle missioni
di Romano Eggenschwiler
11
Gruppi missionari
12
Associazione “Dédomé” Amici di don
Franck di Marina Santini
Notizie CMSI/missio
a cura della redazione
14
Botteghe del mondo
15
Un sogno di pace racchiuso in un
guscio di Daniela Sgarbi Sciolli
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
Gennaio
– Intenzione missionaria: Perché la Chiesa in Africa, che si prepara
a celebrare la sua seconda Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, continui ad essere segno e strumento di riconciliazione e di
giustizia in un Continente ancora segnato da guerre, sfruttamento
e povertà.
– Intenzione della Chiesa universale: Perché la Chiesa rafforzi il
suo impegno per la piena unità visibile, così da manifestare sempre più il suo volto di comunità d’amore, dove si rifletta la comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Febbraio
IMPRESSUM
Gruppo di redazione
Augusto Anzini; Carlo Carbonetti (segreteria); fra Martino Dotta (responsabile);
Romano Eggenschwiler; Margherita Morandi; Piergiorgio Tettamanti
Credito iconografico
copertina Joao Batista da Cruz; 3, 4, 7,
8, 9, 11, 14 archivio CMSI; 5 Marie-Claire
Jola; 6 archivio Padri Bianchi Friburgo;
13 archivio Associazione Dédomé; 15
Daniela Sgarbi Sciolli; 16 archivio MISSIO
Stampa
Procom SA - Bioggio
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
– Intenzione missionaria: Perché gli Istituti di Vita Consacrata,
così fiorenti nei Paesi di missione, riscoprano la dimensione missionaria e, fedeli alla scelta radicale dei consigli evangelici, siano
generosi nel testimoniare e annunciare Cristo fino ai confini del
mondo.
– Intenzione della Chiesa universale: Perché i disabili psichici non
siano emarginati, ma rispettati e con amore vengano aiutati a
vivere in modo degno la loro condizione fisica e sociale.
Marzo
– Intenzione missionaria: Perché i cristiani, che in tante parti del
mondo e in varie maniere sono perseguitati a causa del Vangelo,
sostenuti dalla forza dello Spirito Santo, continuino a testimoniare con coraggio e franchezza la Parola di Dio.
– Intenzione della Chiesa universale: Perché si comprenda l’importanza del perdono e della riconciliazione fra le persone e i popoli
e la Chiesa con la sua testimonianza diffonda l’amore di Cristo,
sorgente di nuova umanità.
Editoriale
Il Signore della storia ci benedica e rimanga nel nostro cuore
La celebrazione di un nuovo Natale, che ci invita a
ricordare con tanta gioia la nascita del Signore Gesú,
non sia l’occasione per lasciarci sedurre dal consumismo che offusca il mistero e la grandeza dell’Amore
di Dio per noi.
Celebrare il Natale é celebrare Gesù Cristo, che essendo
di condizione divina, prendendo la condizione di servo,
umilia sé stesso, facendosi simile agli uomini. Lui, il
Figlio di Dio, entra nella nostra storia quasi in punta di
piedi, con l’unica pretesa di farci conoscere il Padre.
La sua proposta si formula in termini che non ostacolano
la nostra risposta libera e responsabile: ”se vuoi essere mio discepolo...” Ben sappiamo che seguirlo non é
solamente rimanere commossi davanti alla fragile figura
del Bambino Gesù, ma é soprattutto seguire quella stella
luminosa, la sola capace di condurci verso il Padre.
Vivere il Natale non é solo sognare un mondo di pace,
costruito nella verità mediante un dialogo rispettoso ed
attento fra i popoli, ma é saper assumere tutte le nostre
responsabilitá, non importa il posto che occuppiamo, affinché si faccia visibile il Regno di Dio in mezzo a noi.
Natale non é solo sognare una famiglia come fondamento
della societá, ma é saper denunciare con la propria vita
le tante cause che la stanno deteriorando.
Natale non è solo sognare che tutti gli uomini possano
avere condizioni di vita degna, in tutte le sue dimensioni
umano-spirituali, ma é assumerne l’impegno anche nel
nostro piccolo, affinché tutto ciò avvenga.
L’insegnamento del Natale é che l’uomo e la sua storia
devono divinizzarsi umanizzandosi.
Ogni Natale ci rivela questo Dio Padre, pieno di misericordia, che vuole rimanere sempre con noi, nonostante
la nostra miseria, la nostra iniquità, la nostra violenza,
la nostra ingiustizia, il nostro egoismo, le nostre falsità.
Vuole rimanere per costruire un mondo nuovo, il Regno
di Dio, annunciato giá dai Profeti ed inaugurato con la
venuta del Figlio in questa terra.
Per noi cristiani, questo Regno non cessa di esser valido
per il fatto che sembra ancora tanto lontano e in certi
momenti impossibile. Al contrario, ci deve spingere a
costruirlo al di là di quello che crediamo e ci aspettiamo
nel “qui e ora” della nostra storia presente e quotidiana.
L’Emmanuele, il Dio con noi, inaugura un “cielo nuovo
ed una terra nuova”; Gesù di Nazaret cammina accanto
a noi per trasformare la nostra vita. Solo ci pone una
condizione: che ci apriamo a lui, rompendo con il nostro egoismo, togliendo qualsiasi barriera che impedisca
l’incontro con gli altri. Il cammino attraverso il quale
ci avviciniamo a Dio passa per la casa del povero, dei
pazienti, degli umili, degli afflitti, di quelli che hanno
fame e sete di giustizia, di coloro che lavorano per la
pace e costruiscono la giustizia e l’equità. Questo é stato
il messaggio gioioso della prima Nativitá: la Gloria di Dio
é fraternità, pace e giustizia fra gli uomini.
Sono questi i sentimenti che sento davanti a questo
grande Mistero dell’Incarnazione e che vorrei tradurre
nella mia vita, per essere una piccola pietra viva che
collabora alla costruzione del Regno. E allo stesso tempo
è quello che desidero per tutti i lettori del Bollettino,
collaboratori della Conferenza Missionaria e soprattutto
sostenitori di tanti missionarie e missionari sparsi nei
vari continenti. Questo lo dico con un profondo senso di
gratitudine e di stima. Che l’Emmanuele, il Signore della
nostra storia, vi benedica sempre e sempre rimanga nel
vostro cuore.
Suor Olga Pianezza
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
Ottobre missionario
Chiesa, famiglia e società riunite a Chiasso
La Papua Nuova Guinea è stata il fil rouge della
giornata missionaria del 21 ottobre a Chiasso.
Colori, gioia e qualche nota d’esotismo hanno
contribuito a riscaldare la festa dei partecipanti
alle attività.
dialogo. Infine nel terzo atelier, la Chiesa, i partecipanti si sono dedicati alla costruzione di una
girandola e si sono chiesti che cosa potevano dare
alla Chiesa e viceversa. Nel frattempo alcuni volenterosi hanno costruito una capanna cerimoniale
papuense nel piazzale dell’Oratorio, simbolo d’incontro delle comunità.
Il tutto è stato corredato da alcune bancarelle dai
colori vivaci: Missio e Infanzia Missionaria che vendevano oggetti da tutto il mondo e quella delle Botteghe del mondo con i suoi prodotti e la merenda
offerta ai presenti.
Il ritrovo gioioso si è svolto all’Oratorio parrocchiale di Chiasso ed ha visto protagonisti tre atelier e
la Santa Messa celebrata nella chiesa di San Vitale
dal Vescovo e da numerosi sacerdoti.
La giornata, celebrata in tutto il mondo, aveva
come temi la Chiesa, la famiglia e la società, temi
che sono stati ripresi dai diversi atelier. Mauro Clerici ha introdotto l’incontro ricordando che il nostro battesimo non è solo fatto di carta, ma che è
una sfida che ci porta a condividere e aiutare tre
aspetti della vita che sono la famiglia, la società e
la Chiesa. Le persone si sono poi riunite per mettere in pratica queste parole attraverso le attività
proposte.
Sotto lo stesso tetto
La novità di quest’anno era certamente legata al
modo di creare i gruppi. Si è pensato infatti che,
poiché siamo nell’anno della famiglia, fosse bello
riunire in ogni gruppo delle persone dello stesso
focolare, adulti e bambini insieme. Sono state spiegati alcuni tratti essenziali della Papua Nuova Guinea e poi i gruppi si sono dedicati ai diversi atelier.
L’atelier rivolto alla famiglia proponeva il racconto
di una storia della Papua ed una riflessione sul dare
e sul ricevere, sull’impegno cristiano come famiglie
nella Chiesa e nella società. Nell’atelier della società, grandi e piccoli hanno potuto sbizzarrirsi creando copricapi tipici o uccelli del paradiso(specie esistente solo in Papua) e riflettendo sul senso delle
parole concludendo sull’importanza dell’ascolto e
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
Celebrazione e mandato missionario
A metà pomeriggio la processione verso la Chiesa
dove il Vescovo ha affidato il mandato missionario
a Cristina Mattei (v. bollettino di settembre 2007).
Durante l’omelia il Vescovo ha ricordato che i missionari vanno nel mondo “per portare la Parola del
Vangelo” ed ha rammentato che “Non è una parola
accademica, teorica, ma che cambia le situazioni
esistenziali, concrete ed è finalizzata alla giustizia”. Una parola insomma, se ben interpretiamo il
suo pensiero, che non deve portare a moralismi
ma piuttosto ad un’esperienza vera e concreta della
fede.
Il nostro Pastore ha terminato la sua omelia con un
augurio a cui ci vogliamo associare: “la Chiesa della
Papua Nuova Guinea, che sta vivendo un’autentica
primavera, abbisogna ancora di sostegno per consolidarsi e contribuire alla promozione della crescita
umana, culturale e spirituale del paese, non manchi
mai da parte nostra l’aiuto!”
Chiara Gerosa
Ottobre missionario
L’impegno di ragazze e ragazzi per altri coetanei
“L’uccello del paradiso è tra noi”. Dalla lontana Papua
Nuova Guinea, il bellissimo volatile, apprezzato dagli indigeni per lo splendore dei suoi colori, assume
efficacia simbolica per i nostri ragazzi. Nel corso di
quest’anno catechistico essi sono invitati da Missio
Svizzera a condividere le esperienze dei loro coetanei
di quel lontano lembo dell’Oceania.
Gemellaggio per un anno
In alcune località della diocesi, il cammino è già iniziato a
partire dallo scorso ottobre. Gli animatori hanno assicurato un’entusiastica accoglienza del programma proposto.
A Gordola, la bella idea di presentare una catechesi di
apertura al mondo ai ragazzi di età compresa tra i 9 e i
12 anni, ha indotto il parroco, don Ernesto Barlassina, la
catechista Marie Claire e le altre attivissime volontarie a
presentare il progetto d’Infanzia Missionaria. Scoprire i
segni dell’amore di Dio verso ciascuno di noi per vivere
meglio l’impegno cristiano a livello personale e nell’incontro con l’altro è un obiettivo che ha convinto gli oltre
40 partecipanti all’incontro del 19 ottobre scorso. Rosalba
Bianchetto, presente come invitata speciale, ci ha riferito
le sue impressioni positive. “Tutti voi siete missionari!”
ha esordito rivolgendosi ai convenuti, interessati a conoscere la realtà di vita in Papua.
Le immagini di quel territorio hanno mostrato splendide
foreste, ma difficili vie di comunicazione. I bambini, fin
dalla tenera età sono confrontati con dure condizioni di
sopravvivenza, ma esprimono, con il loro sorriso e i loro
gesti, l’amore per la vita. Per quegli abitanti, frequentare
la scuola è un privilegio di pochi, anche se dovrebbe essere un diritto di tutti.
Per questo motivo il vescovo di Mendi propone un progetto per garantire a tutte le persone della sua diocesi una
formazione scolastica di base.
Con la costruzione di un modellino riproducente un uccello del paradiso è avvenuto il primo segno concreto di
incontro tra la cultura papuana e la nostra. La consegna a
ciascuno di un vasetto-salvadanaio ricorderà fino a Natale
il valore della rinuncia personale come gesto di condivisione.
Altri sviluppi del tema avverranno durante i futuri incontri
mensili, che a Gordola terranno vivo l’impegno cristiano
tra i ragazzi nel lungo periodo dal dopo Comunione alla
preparazione alla Cresima.
Merita pure una segnalazione positiva l’incontro di Chiasso, in occasione della giornata missionaria del 21 ottobre, per l’attivismo dei giovani partecipanti. Purtroppo la
presenza è stata assai modesta, in rapporto all’ampiezza
dell’invito all’evento.
Da Giubiasco non mancano echi di intenso impegno missionario. L’affermazione di don Angelo: “Ogni bambino ha
un cuore così grande da contenere tutto il mondo” ha
dato avvio ad una sensibilizzazione che continuerà nel
periodo dell’Avvento. Ora i “cantori della stella” sono invitati ad offrire preghiere e rinunce a favore dei loro lontani
coetanei. Il salvadanaio di cartone, a forma di maialino
(animale molto diffuso in Papua) ricorderà a ciascuno la
fedeltà ad un impegno per un comune progetto. Momenti comunitari sono previsti durante il consueto incontro
dell’Epifania.
Per questa festività sono pure in programma a Tesserete
interessanti iniziative, che vedranno protagonisti i cantori della stella, i quali diffonderanno per le vie del paese
messaggi di solidarietà e di gioia.
L’anno catechistico da poco iniziato propone ulteriori sviluppi del tema nelle parrocchie, in relazione alle esigenze
locali. Il segretariato CMSI accoglierà con gioia suggerimenti, proposte ed inviti alla collaborazione.
Margherita Morandi
Cantieri aperti
Un altro bell’esempio giunge da Cureglia, dove suor Carla
Pia è stata ben accolta da un gruppo di oltre venti bambini di quarta e quinta elementare, in occasione dell’ottobre
missionario.
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Resoconto dalla Tanzania
Impossibile dire basta
Dopo tutta una vita in Africa, che cosa volete
pretendere da un ottantunenne in pensione?
Che si riposi in pace, che dia spazio ai giovani,
che pensi a scrivere le sue memorie che forse nessuno leggerà? Mi hanno già suggerito più
volte di archiviare la “mia” Africa, di cominciare a metter da parte qualche cosa in vista del
funerale, senza dimenticare la foto e perfino
l’epitaffio. E il testamento?
Fin dai primi anni ho dovuto fare una rilettura
personale del Vangelo, adattarlo e applicarlo alla
situazione in cui mi trovavo, per un uditorio fatto di gente viva, non di spiriti disincarnati. Gesù
esponeva il suo messaggio di salvezza ma nello
stesso tempo, guariva, risuscitava, nutriva, portava il suo aiuto ai sofferenti, accoglieva i rifiutati,
ciechi, lebbrosi, mendicanti.
(nella foto una delle fontane realizzate grazie all’aiuto
dal Ticino, per salvaguardare sorgenti dall’inquinamento) in villaggi fuori mano, salvaguardare sorgenti e
Nella pelle degli altri
Mi direte, a ragione, che solo lui poteva far miracoli, che non pretende da noi cose del genere, ma è
pure una sua parola: “Va e anche tu fa lo stesso”.
Va bene predicare in chiesa, ma fuori di chiesa
ci vuole dell’altro. Molti sono malati, mancano di
medicine o le trovano a stento a decine di chilometri nei rari dispensari esistenti. Quando la vita
media non va oltre i 45 anni, quando la mortalità
infantile è molto, molto alta, quando troppe giovani madri di famiglia muoiono durante o subito
dopo il parto, bisogna mettersi nei loro panni, meglio, nella loro pelle e tirare conclusioni concrete
e non accontentarsi di belle parole di incoraggiamento. Con le nostre Suore Africane ho messo in
piedi o riattato cinque piccoli ospedali, bisognava
procurare medicinali sovente introvabili sul posto.
Le critiche non sono mancate, mi han tacciato di
paternalismo, perfino di approfittare delle malattie per accaparrare conversioni. Durante più di 30
anni ho lavorato in piena diaspora, dove i “cattolici” erano la minoranza assoluta. Che siano cattolici, protestanti, musulmani, pagani o miscredenti:
ci troviamo sempre di fronte a persone umane che
soffrono e che quindi han bisogno di cure e di
amore.
p. Luigi Geranio
Bisogni primari e formazione
Il problema dell’acqua si fa già sentire dalle nostre parti, ma la situazione in Africa noi non ce
la possiamo immaginare. Da anni continuo a dare
una mano alla Caritas di Sumbawanga, in piccoli
e grande progetti per dar acqua meno inquinata
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punti d’acqua frequentati sia dalla gente che dalle
numerose mandrie, o scavare pozzi di 60 e più metri, metterci una pompa a mano o anche elettrica
(se possibile). L’acqua inquinata è, tra l’altro, con
la malaria, la causa principale dell’alta mortalità
infantile.
Continuo pure a procurare borse di studio per la
formazione delle Suore Africane di quella Diocesi
(infermiere, assistenti sociali, docenti, catechiste
e responsabili parrocchiali). Vivono poveramente
di quel che coltivano.
Tutto questo grazie all’aiuto disinteressato, di
lunga data, venuto dal Ticino.
Non è ancora venuto il momento di dire basta!
Azione natalizia
Vivere il Natale con i nostri missionari
L’estate scorsa ho visitato padre Angelo Gottardi ad Asunción. Tra le opere che lui segue con
particolare attenzione e amore, vi è il collegio
che riunisce ragazzi dalla scuola dell’infanzia al
liceo. Una marea di 800 voci che riempiono delle
aule lustre, ben dipinte e ben tenute. Una aggiornata aula di informatica fa la gioia di tanti
studenti che purtroppo non possono permettersi
di avere un computer in casa.
Più lontana geograficamente l’ultima figlia di padre Angelo, la scuola di Kera’y, nata per volontà della
popolazione indigena locale che ha
compreso il valore dell’istruzione.
Padre Angelo in quell’occasione mi
ha espresso una sua delusione: l’offerta della CMSI quale parte dell’azione di Natale
2006 era arrivata in ritardo. Questo mi ha fatto
capire una volta di più quanto i nostri missionari
attendano l’annuncio del segretario che i Ticinesi
un’altra volta si sono ricordati di loro e con loro
hanno condiviso le gioie del Natale.
un Bambino che è venuto tra noi nel silenzio della
notte e lontano dai riflettori dei media.
In una società scristianizzata che fa propri antivalori che puzzano di morte, ecco che quasi tutti si
mettono in coda per il regalo più scintillante e più
esotico o per una vacanza in isole sperdute.
E il piccolo Bambino torna ogni anno per ricordarci
che il Padre ci vuole bene e ci ama anche così, sconsiderati come siamo.
Ci ricorda però anche che l’Amore
non è sterile, ma è da condividere,
come fanno i genitori con i figli.
E quale miglior condivisione se non
quella di invitare metaforicamente
a tavola il giorno di Natale i nostri missionari con tutta la gente
che vive con loro? Che bello pensare a uno di quei
banchetti imbanditi con tavolate infinite dove si
sentono tante lingue e si vedono vestiti di tutte le
fogge!
Io me lo vedo un po’ così il Natale di quest’anno. Ma
da solo non riesco a preparare la tavola.
Sono sicuro che molti di voi vorranno dare una
mano. Basterà poco perché tutti i commensali trovino posto e abbiano un sorriso almeno quel giorno,
lo stesso sorriso di Gesù ai pastori che sono accorsi
ad ammirarlo.
Ognuno di voi ha ricevuto il materiale dell’Azione
missionaria «Per un Natale cristiano». È l’invito per
il banchetto, non gettatelo!
non gettare
l’invito per
il banchetto
Invito speciale
Mi sembra superfluo ricordare a voi l’importanza
dell’azione, ma comunque non voglio perdere l’occasione. Sto scrivendo questo articolo a metà ottobre e già la pubblicità ci spinge agli acquisti con
ammiccamenti vari, le città stanno rispolverando le
luminarie e mettono inserzioni sui quotidiani alla
ricerca del pino più alto. Il tutto per accogliere
La gioia del dono
Un ultimo pensiero che ho
imparato nella mia famiglia
già da piccolo: c’è più gioia
nel dare che nel ricevere. E
allora, sia questo il mio augurio per tutti voi, per un
Natale sobrio, di gioia nella
condivisione e nell’accoglienza dell’Altro.
Buon Natale! Conto su di
voi, perché voi siete importanti ed insostituibili per i
nostri missionari.
Mauro Clerici
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
Missionari della Svizzera italiana
suor Maria degli Angeli Albertini
p. Giusto Crameri
don Angelo Treccani
Marzio Fattorini
p. Fiorenzo Crameri
don Lorenzo Bronz
p. Guido Zanetti
don Sandro Colonna
Roberto Rossi (ultimo a destra)
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
p. Pierluigi Carletti
don Jean-luc Farine
Missionari della Svizzera italiana
p. Angelo Gottardi
suor Agnese Gilà
Mirko Gilardi
p. Antonio Crameri
sr. Maria del Sasso Franscella
Cristina Mattei
Gabriella Mella
sr. Maria Attilia Grossi
suor Olga Pianezza
Luciano Re
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
Missionari della Svizzera italiana
Gli indirizzi dei nostri missionari
Albertini suor Maria degli Angeli (1*) di Sementina
Soeurs Carmélites, Lot Ivy 114
Ilavinato - Anosipatrana
101 ANTANANARIVO (Madagascar)
Bronz don Lorenzo (8*) di Locarno
c/o Evéché de Doba
B.P. 22
DOBA (Ciad)
Carletti padre Pier Luigi (9*) di Verscio
Bastion Popular, Casilla 1149
GUAYAQUIL (Ecuador)
Colonna don Sandro (8*) diocesano
c/o Pères Cavanis
Cas. post. 1800
KINSHASA (Congo)
Crameri padre Antonio (2*) di S. Carlo (GR)
Parroquia Santa Marianita
Ap.do 08.01.10065
ESMERALDAS (Ecuador)
Crameri padri Fiorenzo e Giusto (2*) di S. Carlo (GR)
Cottolengo Communities
P.O. Box 24391
NAIROBI (Kenia)
don Jean-Luc FARINE (8*) di Muralto
c/o Eveché de Doba
B.P. 22
DOBA (Ciad)
Marzio FATTORINI (12*) di Balerna
Estado Guàrico
ESPINO (Venezuela)
Franscella suor Maria del Sasso (11*) di Locarno
Av.da Dr. Morsicano Pancho Ramirez
3144 SAUCE DE LUNA / E. Rios (Argentina)
Gilà suor Agnese (4*) di Vira Gambarogno
Orfanato N.S. Auxiliadora,
Rodovia dos Inconfidentes
35410 - 000 CACHOEIRA DO CAMPO - MG (Brasile)
Gilardi Mirko (12*) di Aldesago
c/o Evéché de Doba
B.P. 22
DOBA (Ciad)
Gottardi padre Angelo (7*) di Claro
Parroquia S. Miguel Arcangel
Calle M. Bullo e T. Mongélos
ASUNCION (Paraguay)
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
10
Grossi suor Maria Attilia (3*) di Montecarasso
Hospitale Infective
GRAMSH (Albania)
Mattei Cristina (12*) di Agno
Estado Guàrico
EL SOCORRO 2331 (Venezuela)
Mella Gabriella (12*) di Rancate
Estado Guàrico
ESPINO (Venezuela)
Pianezza suor Olga (5*) di Savosa
Misionárias Franciscanas del Verbo Encarnado
Av. Millan 3127
MONTEVIDEO (Uruguay)
Re Luciano (6*) di Sementina
Parroquia Santa Ana
YAURI/ESPINAR Cuzco (Peru)
Rovelli Gérard (12*) di Bellinzona
Mission Catholique de Goré
B.P. 61
MOUNDOU (Ciad)
Rossi Roberto (10*) di Osogna
Lyglaukio G 9 B
01215 VILNJUS (Lituania)
Treccani don Angelo (8*) di Curio
Estado Guàrico
EL SOCORRO 2331 (Venezuela)
Zanetti padre Guido (6*) di Poschiavo
Regina Mundi
P. Bag 9022
GWERU (Zimbabwe)
Istituti e organismi d‘appartenenza
1. Carmelitane di S. Teresa
2. Congregazione del Cottolengo
3. Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli
4. Figlie di Maria Ausiliatrice
5. Missionarie Francescane del Verbo Incarnato
6. Missione Betlemme Immensee
7. Opera don Guanella
8. Sacerdoti e laici diocesani “Fidei Donum”
9. Salesiani di Don Bosco
10. Movimento dei Focolari
11. Suore della Santa Croce di Menzingen
12. Volontari della Diocesi di Lugano
Lettere dalle missioni
Latitanza - urgenze - avventure
Iniziamo col lasciare la parola, ormai ben impastata
con la parlata locale di cui abbiamo lasciato qualche
espressione significativa, a Luciano Rè che, dalla sua
ormai pluriennale esperienza nella cooperazione missionaria in America Latina, sottolinea il ruolo della
chiesa nel mettere in condizioni di aver voce gli innumerevoli ultimi, negli stati latitanti, nel promuovere
anche attraverso la ridistribuzione di ricchezze e risorse, una società vivibile per tutti.
nababbi, infatti ci permettiamo di spendere poco piú di
mille franchi al mese!
Noi operiamo nella regione di Cusco, insegnando alle persone come utilizzare l’ energía solare per poter migliorare
la qualitá di vita.
Siamo convinti e ce lo confermano le valutazioni che effettuiamo, che ad un’altezza di 4.000 avere una serra con
alimenti freschi e sani tutto l’anno, avere luce elettrica
quasi gratuita grazie ai pannelli solari, che ci permette
di poter leggere, poter migliorare l’igiene con una doccia
solare, cucinare gratis con il sole e, perché no, costruire
una casa solare, puó aiutare una famiglia a crescere sana
e felice. Auguri da
Chiara, Morena, Rosalia y Luciano; Espinar Perú novembre 2007
Da quasi sei anni vivo nel Perú dove lo stato è come se
non esistesse, dal 1821 ci dicono che viviamo in una repubblica: peró questa repubblica viene diretta da un solo
gruppo di famiglie poderose che dalla capitale Lima dirigono tutto il paese.
Possiamo dire che lo stato non esiste o é molto diviso da
interessi personali e dal razzismo.
Il sistema sociale non funziona o per lo meno zoppica: il
52% dei 28 milioni di abitanti vive in povertá (meno di
2.- dollari al giorno), il 20% in povertá estrema (meno di
1.- dollaro al giorno).
Qui sulle Ande tuttavia si pratica il “trueque”, lo scambio
di beni senza trasformare le merci in moneta sonante, cosí
che non interessa molto se il dollaro scende o sale o se la
borsa crolla; un chilo di patate continuerá a valere come
mezzo chilo di pomodori, mentre un’alpaca, a dipendenza
dal peso e dall’etá, mi permetterá di comperare cento o
duecento chili di patate.
Tuttavia in nessuna parte al mondo saper leggere e scrivere non deve più essere un lusso o una eccezione come nel
Perú dove solo il 9% degli alunni che terminano la scuola
sanno leggere e capire un testo correttamente in spagnolo e solo il 3% possiede buone nozioni di matematica.
Nel Perú noi quattro, io Luciano, mia moglie Rosalia e le
nostre due figlie Chiara di un anno e mezzo e Morena di
poche settimane a confronto delle famiglie delle comunità con cui siamo impegnati viviamo chiaramente come
Urgenze in Ciad
L’ultima comunicazione di don Jean-Luc appena tornato
a Doba in Ciad assume il tono di un tacuino farcito di
impegni per la realizzazione di obiettivi a corto termine;
impegni volti ad arginare come nel caso dell’ospedale i
rischi del fallimento, che rilancia continuamente la sfida
della costruzione di comunità solidali.
Siamo a Doba con Mirko e suor Lucia per una riunione
della Caritas locale.
Mirko forma i futuri gerente e cassiera della cooperativa,
suor Marta forma tre maestri per l’asilo, Lorenzo ha compiuterizzato tutta la catechesi ed ora il suo computer è
pieno pieno.
Suor Libris assumerà tutti i programmi parrocchiali attorno al problema della salute. Purtroppo l’attualità registra
una situazione veramente tragica.
A ciò si aggiunge la partenza di suor Monica dall’ospedale
di Bébédjia. Quindi per il momento non c’é il direttore
dell’ospedale e non ci sono chirurghi per le operazioni.
Grazie a Dio la salute dei missionari é buona.
Intanto sulla strada Bébédjia-Moundou sono iniziati i lavori di pavimentazione della strada. Filamente le nostre
Jeep si romperanno di meno.
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
11
Lettere dalle missioni
Nella nostra prima riunione parrocchiale la gente si è lamentata per la situazione igienica del mercato di Mbikou
che é tragica.
Questa mattina il giornalista della radio era alla riunione
con il nuovo apparecchio registratore appena giunto dal
Ticino. E’ molto contento.
Per quanto riguarda il «Progetto radio» confermo la necessità di inviare un tecnico che faccia un sopralluogo alla
radio per comprendere quali apparecchiature sono necessarie e aiuti ad utilizzare quello che già c’è a disposizione.
Con Mirko cercheremo di fare un’analisi della lista che vi
avevano inviato per capire cosa manca veramente.
Ecco tutto, mi ha fatto piacere passare con voi qualche
giorno in CMSI.
Avventura nel Congo
Ed ora lasciamo la parola, procedendo a ritroso nella logica sequela dei fatti di un’azione di cooperazione missionaria, a chi sul terreno ci è appena arrivato come don
Sandro Colonna, che dal Congo manda ai suoi amici dei
gustosissimi diari.
Eccone alcuni estratti centrati sulla fase dell’ambientamento e soprattutto dell’inizio dell’inculturazione necessaria per poter collaborare con le comunità del luogo.
La vita in questo paese ha difficoltà notevoli: come già
vi dicevo ci sono cose per noi difficilmente immaginabili.
Sto quindi facendo anche “inculturazione” e poco a poco
riesco a capire la mentalità e certe cose, che noi occidentali vediamo in una certa maniera, ma acquistano un
colore diverso se comprese con gli occhi dei “locali”.
A certe altre, invece, si fa una fatica dannata ad adattarsi.
Vedere montagne di immondizie per le strade, che queste
vengono usate come concime per degli orti improvvisati
lungo le strade; vedere che vendono il pane lungo le strade dove prendono tutti i gas di scarico; avere gli scoli a
cielo aperto; vedere la gente che ogni mattina, come un
grande formicaio si muove alla ricerca di un improbabile
lavoro, bambini e ragazzi che non vanno a scuola... e
tante altre cose, non è così facile da comprendere e da
assimilare.
Il pomeriggio verso le tre andiamo, insieme a tre seminaristi, alla MAC (casa di accoglienza): questa volta porto
anche Ronny (il cane), così i ragazzi lo conoscono e familiarizzano un po’.
Alla MAC ci sorprende uno dei più formidabili acquazzoni
che io ricordi in tutta la mia vita.
I ragazzi hanno avuto modo di conoscere Ronny “da distante” perché hanno una sacrosanta paura di lui e solo
pochi, con molta circospezione, hanno il coraggio di accarezzarlo. L’intrattenimento è precipitosamente interrotte, appunto, dalla pioggia.
Tornato a casa in stanza... dal soffitto scende acqua a
rigagnolo e ormai la camera è piena, mentre fuori Giove
pluvio sta sfogandosi decisamente.
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
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Le notizie che giungono dalla città sono drammatiche: ci
sono una quarantina di morti e la situazione, naturalmente, non è ancora ben chiara. Mentre andiamo all’università
possiamo vedere con i nostri occhi la desolazione di quanto è successo la notte precedente: le strade sono allagate
e i buchi, già numerosi prima, si sono ulteriormente allargati; in alcuni punti si passa con vera difficoltà. Posso
solo lontanamente cercare di comprendere quello che devono aver passato molte famiglie la notte precedente.
Per quanto riguarda i nostri ragazzi, non ci sono stati,
fortunatamente, problemi particolari: questo non vuol
dire che non abbiano subito danni, ma nessuno ha avuto
parenti morti o feriti e questa è già una fortuna.
In un altro messaggio e.mail don Sandro ci racconta del
professore di computer e dell’installazione della linea internet.
Lavora un’oretta da Leo (uno studente) e poi viene da noi
per installare la linea: panico iniziale: non funziona!
Poi, ad un seminarista viene in mente che in una camera
c’è una congiunzione che potrebbe essere staccata e, scoperto che aveva ragione, abbiamo la piacevole sensazione
di vedere spuntare la prima pagina di internet della nostra
avventura africana. Speriamo che tutto continui così.
Amico degli ultimi e nostra forza
Ora ci avviamo verso la conclusione della nostra rassegna
cercando di caricarci un poco della gioia di sapersi interamente dedicata a Gesù, l’amico degli ultimi, di suor
Maria degli Angeli in Madagascar, attualmente rientrata
per un breve periodo di riposo e di visita alla Casa Madre.
Gioia che costituisce un vero propellente per dedicarsi ad
alleviare la dura vita, procurando loro un’istruzione altrimenti inaccesssibile, di quegli orfani e di quelle ragazze
povere destinate a diventare precocemente ragazze madri
o mandate dai genitori a prostituirsi.
Speranza e maniche rimboccate
Terminiamo felicitandoci con suor Maria del Sasso Franscella che questo mese di novembre compie i 60 anni dal
suo arrivo in Argentina quale missionaria, paese che ama
profondamente e per il quale vede per la chiesa un grosso
lavoro a servizio degli emarginati soprattutto ora dopo la
quinta conferenza episcopale latinoamericana.
Suor Maria, che condivide le analisi politiche espresse in
questa sede da don Angelo Treccani e da suor Olga Pianezza, ribadite qui da Luciano Re, spera di poter vedere
i frutti di tale lavoro in un prossimo futuro.
Semi in questo senso vengono già posti da quelle sue
consorelle fin da adesso impegnate a favore del riscatto
dei “cartoneros” di Buenos Aires, coinvolgendo istituzioni come la banca dei poveri “Grameen” e animando altre
iniziative.
Romano Eggenschwiler
Gruppi missionari
Associazione “Dédomé” Amici di don Franck
Nel 2000 un gruppo di amici ha accompagnato
in Togo don Franck Koffi Essih, vicario a Pregassona, per conoscere il suo villaggio natale.
L’accoglienza ricevuta a Dédomé e il confronto
con i bisogni della popolazione, li ha spinti ad
impegnarsi per portare sviluppo e promozione.
L’associazione, formalmente costituita il 12 settembre 2004, s’impegna a promuovere l’educazione,
la salute e l’agricoltura. Riconosciuta come ONG in
Togo, ha firmato con il Ministro dell’Interno un
“Accord Programme” che attesta che i suoi obiettivi sono in sintonia con gli obiettivi di sviluppo
nazionali.
Sanità
Il centro medico sociale è ufficialmente riconosciuto dal Ministero della salute. Nato con 8 posti
letto per permettere alle donne di partorire in un
ambiente sicuro, si è subito rivelato insufficiente
per i bisogni della regione. Dopo appena sei mesi i
letti sono diventati 16 e lo scorso mese di luglio,
grazie ad un dono dell’esercito svizzero che ha regalato un intero ospedale da campo per 25 posti
letto, grazie alla generosità di diverse strutture
sanitarie pubbliche e private e di tanti benefattori, è stato inaugurato il secondo edificio che comprende due piccole sale operatorie, la radiologia, il
laboratorio. La popolazione locale ha partecipato
attivamente ai lavori e tutto il personale del centro, dal medico, al soccorritore (la Croce verde di
Lugano ci ha regalato 2 ambulanze), in totale 17
persone, sono indigene. Una scelta di fondo che si
sta rivelando pagante. Fin dal principio abbiamo
creduto nelle potenzialità dei nostri fratelli togolesi e dopo alcune difficoltà organizzative, oggi il
centro è in piena espansione e numerose persone vi
affluiscono giornalmente. Nel 2006 nessuna mamma è morta durante il parto, rispetto alla decina
che in precedenza decedeva annualmente.
Educazione
Il villaggio di Dédomé, prevalentemente agricolo
conta una popolazione di circa 1’800 abitanti, il
51% dei quali ha meno di 20 anni. Attualmente
sono 205 i ragazzi adottati a distanza e la solidarietà tipicamente africana permette a 350 bambini e giovani di frequentare la scuola obbligatoria
ed intraprendere un apprendistato o seguire studi
superiori. Una ventina di giovani ha trovato un lavoro, 8 sono all’università… un successo possibile
grazie all’impegno del comitato locale che segue
da vicino la situazione di tutti questi ragazzi.
Agricoltura
I contadini, riuniti in cooperative, approfittano
dell’arrivo dal Ticino di un trattore e stanno elaborando dei progetti per diversificare le culture.
Progetti da realizzare
Ogni anno un gruppo di volontari si reca in Togo e
la sorpresa è sempre grande: in pochi anni il villaggio si è dotato della luce elettrica, dell’acqua,
di un centro medico sociale, i bambini sono tutti
scolarizzati…. Certo i bisogni sono ancora molti:
la scuola deve essere ricostruita e ingrandita, la
chiesa è in condizioni precarie, il centro medico
sociale necessita di un generatore e di un inceneritore, la costruzione di WC pubblici è un’urgenza… Questi sono i nostri “sogni nel cassetto” e
siamo fiduciosi: il cammino percorso e i risultati
finora raggiunti ci hanno insegnato a credere nella
generosità di tanti benefattori e a confidare nella solidarietà di una popolazione che pur avendo
poco, sa investire molto per il suo sviluppo e sa
trasmettere, a chi vuole vederli, i valori essenziali
della vita: fede, amicizia, condivisione, rispetto e
amore del prossimo.
Marina Santini
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
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Notizie CMSI/missio
30 anni di CMSI
Il 12 novembre 1977 presso la casa Pio X in via Nassa si svolse la seduta costitutiva della Conferenza
Missionaria della Svizzera Italiana. S.E. Mons. Giuseppe Martinoli Vescovo di Lugano aprì l’assemblea
richiamando il Sinodo 72 e il documento “La Chiesa locale e le missioni” e ricordando ai presenti
due degli scopi principali della Conferenza stessa:
il primo, riconfermare nella fede la nostra popolazione cristiana grazie anche agli insegnamenti che
possono giungere dalle missioni e il secondo, quello
di mettere a disposizione missionari per le giovani
chiese. La seduta fu diretta da don Giuseppe Bonanomi, presidente del Comitato costitutivo, che
ricordò brevemente le fasi che avevano preceduto la
costituzione della CMSI. Infatti, anticipando le richieste del Consiglio Missionario Cattolico Svizzero
di riorganizzare l’impegno missionario nelle diocesi, già nel corso del 1971 la Commissione Missionaria Diocesana presieduta da Padre Silvio Bernasconi
aveva provveduto a censire le attività missionarie
nella Diocesi di Lugano tramite un questionario distribuito ad istituti e comunità religiose, parrocchie, gruppi, sui cui risultati venne stilato un documentato resoconto datato gennaio 1972. A partire
da quel momento vennero tenuti ad intervalli regolari giornate di aggiornamento del clero, incontri
allargati, gruppi di lavoro, su come impostare l’animazione missionaria in Diocesi e coordinare le azioni dei diversi gruppi. Nel frattempo, comunque, le
attività che diverranno più tardi prerogativa della
CMSI già erano in corso: giornata missionaria mondiale, campagna del Sacrificio Quaresimale, l’azione per un Natale più cristiano. Nel corso del 1977
vennero approvati i nuovi statuti del Consiglio Missionario Cattolico Svizzero che contemplavano pure
la composizione delle tre Conferenze Regionali ed i
tempi erano perciò maturi per la costituzione della
CMSI. Nel mese di ottobre si era provveduto alla
designazione dei vari rappresentanti, delle Diocesi, dei Vicariati, dei religiosi, dei gruppi missionari
riconosciuti. E quel 12 novembre, presenti una ventina di membri, vennero approvati gli statuti e si
procedette alla nomina del comitato. A primo pre-
SVIZZERA ITALIANA E MISSIONE
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sidente della CMSI fu eletto don Gianpaolo Patelli,
appena rientrato, ricolmo di fervore missionario, da
cinque anni di apostolato nella Rodesia di allora.
Primo segretario venne designato Vittorio Dell’Era,
redattore della rivista Betlemme. Sarà infatti presso la sede dei Padri Betlemiti, che nella persona di
Padre Silvio Bernasconi si erano molto attivati per
farla decollare, che la CMSI troverà ospitalità per
iniziare a muovere i suoi primi passi.
31 anni in Mozambico
Su queste pagine riferiamo di missionari attivi, tuttavia manteniamo contatti anche con chi, per motivi di età o malattia, non è più in terra di missione. Ci pare quindi doveroso riferire -anche perché
legato al Natale in particolare- quanto ci ha scritto
suor Maria Cristina Massa, che nel 1958 ha lasciato
Castel San Pietro ed ora non corre più come ha fatto nei 31 anni trascorsi in Mozambico ma è su una
sedia a rotelle. Si ricorda e prega per tutti noi e
tutti i benefattori -dai quali ha molto ricevuto- con
queste parole: «Gesù che è venuto nel mondo per
indicarci la gioia di vivere, nel dare la vita per gli
altri, diventa assieme a voi costruttore di speranza
per chi è povero e smarrito. Egli vi ama e vi concede una pace vera. Questi sono i miei auguri per un
gioioso Natale, accompagnati dalla preghiera e dall’adorazione che farò per tutti voi, nella Santa Notte, cantando anch’io Gloria con gli Angeli, perché
so che la preghiera, l’offerta sofferta e l’adorazione,
raggiunge ogni angolo del mondo».
35 anni Fidei Donum in Svizzera
Diversi eventi in tutto il mondo hanno messo in
evidenza l’importanza di Fidei Donum per la missione. Assieme al vescovo, al vicario generale ed
alcuni missionari -attivi o rientrati- del Ticino,
alla festa celebrata a Lucerna erano presenti alcuni membri della CMSI.
Botteghe del mondo
Un sogno di pace racchiuso in un guscio
Tra i nuovi prodotti che troverete sugli scaffali delle Botteghe del Mondo proprio prima di
Natale, ci sono anche le mandorle dalla Galilea.
Ho pensato che sarebbe stato
bello parlarne in questo numero, anche perché la mandorla
è un frutto presente in molte
tradizioni natalizie. Così, per
curiosità, ho effettuato una
breve ricerca in internet con
i due termini “mandorle” e
“Natale”. Risultati? Da capogiro. Siti di botanica, storia
dell’arte, esoterismo, tradizioni culinarie, religione, design,
… Non c’è dubbio: la modesta
mandorla sa far parlare di sé.
Simboli e tradizioni
Le mandorle sono collegate al Natale perché simboleggiano alcuni contenuti di questa festa. In particolare esse hanno da sempre rappresentato (in quasi tutte le religioni) l’origine della vita. Per questo
motivo il frutto è presente nelle tradizioni natalizie
di molti paesi. E non solo di quelli dell’area mediterranea, in cui crescono le piante, ma anche nei
paesi nordici. In Svezia, per esempio, le mandorle
sono le protagoniste di una tradizione molto simpatica: alla vigilia di Natale si prepara un dolce di
riso, nel quale viene nascosta una mandorla. La persona che la trova, sarà la prima del gruppo a sposarsi! In Finlandia, dove si prepara lo stesso tortino
di riso con la mandorla nascosta, chi la addenta,
otterrà invece un dolcetto in più (o il lavaggio dei
piatti, se il vincitore è il papà...).
Durante l’avvento o nel giorno di Natale è usanza
offrire dolci nei quali la tradizione ha voluto inserire spesso, come nel torrone, questo frutto che
rappresenta il seme della sapienza.
Troviamo la mandorla anche nelle rappresentazioni sacre: essa racchiude lo splendore della grazia
che porta la luce (altro simbolo del Natale). Nelle
icone la mandorla significa uno spazio “non di questo mondo”, una dimensione immateriale. E Gesú
è spesso raffigurato all’interno di una mandorla a
simboleggiare la natura divina, nascosta da quella
umana. Infine la mandorla interpreta simbolicamente l’essenziale, ciò che è celato dall’apparenza: il
cuore dell’essere (il seme), contrapposto all’apparenza (il guscio).
Mandorle di pace
Le mandorle della Galilea sono prodotte da Sydianna, un’organizzazione gestita da donne arabe ed
ebree che si impegna per una maggiore giustizia
sociale e per realizzare una convivenza pacifica tra
arabi ed israeliani. Battendosi contro gli espropri,
Syndianna of Galilee fa in modo che gli agricoltori
possano mantenere le loro terre, promuove metodi
colturali rispettosi dell’ambiente ed ha ottenuto la
certificazione biologica per i suoi prodotti. Paga ai
produttori un prezzo migliore, fornisce consulenza tecnica e corsi di formazione. L’idea alla base
di Syndianna è di sensibilizzare l’opinione pubblica
attraverso la promozione di prodotti palestinesi.
E la mandorla diventa così anche un simbolo di
pace.
Buon Natale a tutti voi!
Daniela Sgarbi Sciolli
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Casella postale 4329
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Tel. 091 966 72 42
Fax 091 967 47 89
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CCP 69-868-6
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GRAZIE
Con questo sorriso di bimbi, di mamme e di papà della Papua Nuova Guinea (nazione ospite dell’ottobre missionario), vogliamo dire grazie a tutti i beneffattori che occasionalmente o frequentemente non
mancano di privarsi di qualcosa o rinunciare al superfluo per sostenere i missionari.
Grazie per la goccia o il bicchiere d’acqua / per le briciole o un pane intero / donati con amore /
dissetano tante arsure / placano la fame / portano sorriso e speranza. Grazie ai parroci e ai laici che
diffondo e sostengono l’opera dei missionari, grazie alle famiglie, ai singoli, alle associazioni e ai
gruppi, alle amministrazioni pubbliche e ditte che inviano offerte per s. messe, per singoli missionari,
per i progetti o per questo bollettino.
Colui che ritiene fatto a se quanto viene compiuto in favore dei fratelli più poveri, ricompensi la generosità di tutti con la sua benedizione.