Sui giuditrullini di Itrullia

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Sui giuditrullini di Itrullia
Sui giuditrullini
di Itrullia
Giorgio Padrin
Sui giuditrullini di Itrullia
Giorgio Padrin
marzo 2015
Questo è un breve taccuino di viaggio nel mondo dei
giuditrullini di Itrullia in una città del nord est, un viaggio
contro voglia per colpa dei vicini. Scrivo perché le trame di
comportamento che ho osservato non sono specifiche della mia
vicenda, ma sono trame quo�idiane e abitudinarie di
giuditrulleggio tra i giuditrullini di Itrullia, ricorren�i ogni
giorno nelle vicende di tut�i. Lo scopo non è raccontare le mie
vicende, ma mostrare le trame per aiutare le persone a vedere le
cose come sono e stanno davan�i agli occhi, sotto la coltre
dell’abitudine. Racconterò il minimo necessario delle mie
vicende solo come filo del racconto ed esempio delle trame.
La prima impressione sopra tutte è senz’altro quella di
un’insulsaggine, ossia della mancanza di un grano di sale, di
una farsa e di cose farlocche. Tutto corre sulla giostra delle
scimmie insulse, le scimmie sono i demoni e le abitudini che
abitano i trullini.
Fanno parte della giostra le parole manomesse, le parole dei
trullini non corrispondono alle cose, sono svuotate del senso e
sos�ituite, insulsite, così userò la parola trullo per marcare le
parole manomesse dei trullini. Per esempio, la trulla gius�izia e
il trullo giudizio non hanno nulla a che spar�ire con la gius�izia,
col giudizio, col giusto e lo sbagliato, ma indicano solo il
trulleggio di un giuditrullino, o giuditrulleggio; e un
giuditrullino è solo una cella di Itrullia.
Itrullia è un paese della mente, una malat�ia della mente, le
trame e le abitudini. Scrivo appunto per aiutare le persone a
prendere consapevolezza e a liberarsi da Itrullia e aiutare gli
altri a farlo. Per chi può e vuole ascoltare. Perché Itrullia non è
un luogo per le persone, mancano le persone in Itrullia.
Ma scrivo senza pretese, perché le cose chiamano che scriva,
senza far di conto su quante persone leggeranno. Scrivo per le
dieci che leggeranno, che possono e vogliono ascoltare, mi
bastano. Ma anche una mi basta. Scrivo perché le cose
chiamano che scriva, come una ovvia conseguenza, come il
rumore delle bolle trulle di sapone che scoppiano, il rumore
delle cose, che i trullini non possono evitare.
Scrivo con la leggerezza nel cuore, senza rabbia e senza odio.
Così anche leggilo, tu che leggi. O�fro questo testo come un
esercizio di deprogrammazione.
I nuovi vicini. Il primo anno è d’introduzione, vogliono
sembrare dei buoni vicini e si comportano da tali, solo qualche
comportamento scomposto isolato. La seconda estate rifanno il
tetto e la terrazza ed esplode la giostra delle scimmie insulse.
Un’allegra compagnia che comprende tre della famiglia, un
architrullino loro amico, un’impresa edile, una parente
pra�icante avvotrullina e l’avvotrullina presso la quale è
pra�icante. Lo spettacolo è oltre ogni immaginazione,
sorprendente, scoppiettante, sfavillante e miserabile. Incluso
nello spettacolo è il rifiuto delle comunicazioni tra vicini. Ma il
racconto occuperebbe troppo spazio, sorvoliamo l’estate e
andiamo avan�i veloce col nastro fino al tardo autunno, fino a
quando entrano in scena i giuditrullini, che questo testo è
dedicato in primo a loro.
Una mat�ina apriamo la posta, i vicini ci chiamano davan�i al
giuditrullino. Un procedimento sommario di trulla urgenza.
Trullano di infiltrazioni d’acqua e chiedono al giuditrullino di
poter fare dei lavori di trulla urgenza di loro trullo di qua della
ringhiera tra le terrazze; senza dire della ringhiera, che hanno
rimosso nell’estate di loro trullo.
Abbiamo ven�i giorni per rispondere. La domanda dei vicini è
una domanda trulla, basta ricordare la ringhiera, la cosa si
smonta e smaschera subito, cosa di due minu�i. Se non fosse che
le persone non possono rispondere davan�i al giuditrullino, che
le ha chiamate, senza un avvotrullino.
Incontriamo subito quindi quella che è senza dubbio la prima
trama del giuditrulleggio, nel giuditrulleggio giuditrullini e
avvotrullini trullano tra di loro, è una farsa che si svolge in un
teatrino recintato, separa�i dalle persone e dal mondo, dove gli
avvotrullini fingono di inscenare le persone. Le persone sono
escluse, possono fare gli spettatori se vogliono, quando gli viene
concesso. È infat�i giuditrulleggio e non giudizio.
Quando trullano tra di loro nel teatrino, i giuditrullini e gli
avvotrullini sono a disagio con le persone attorno perché le
persone non apprezzano i giuditrulleggi e non collaborano, e
similmente i giuditrullini e gli avvotrullini sono a disagio col
mondo di fuori perché il mondo non si presta ai giuditrulleggi.
Sono a disagio, meglio trullare da soli tra di loro, senza
incomodi e interferenze. È giuditrulleggio, e non ci sorprende.
Questa trama trova accoglienza nel Codice di Procedura Civile,
che fa parte della trullegge. Ma è in contrasto con la
Cos�ituzione e la Convenzione Europea dei Dirit�i dell’Uomo,
anch’esse incluse nella trullegge.
Il CPC, le persone “non possono stare in giudizio se non col
ministero o con l’assistenza di un difensore” (art. 82). Salvo la
piccola eccezione del giudice di pace sotto i 1.100 euro.
Invece la Cos�ituzione, “tut�i possono agire in giudizio” e “la
difesa è diritto inviolabile” (art. 24), e “riconosce e garan�isce i
dirit�i inviolabili dell’uomo” (art. 2). La CEDU, ogni persona “ha
diritto di difendersi personalmente” (art. 6 punto 3c).
Il CPC anno 1940, regime fascista e Regno d’Italia, la
Cos�ituzione anno 1948, dopo la guerra, la CEDU anno 1950
recepita nel 1955.
Il CPC da una parte e la Cos�ituzione e la CEDU dall’altra, sono
tutte nella trullegge, ma sono in contrasto. I giuditrullini e gli
avvotrullini non ci badano e non si danno pensiero, loro
seguono comunque sempre le loro trame, la prima trama del
giuditrulleggio. La trullegge non è infat�i la legge dei trullini, le
trame di comportamento sono la legge dei trullini, una legge dei
costumi e non una legge scritta.
È una trullaggine che raccontano in Itrullia che i giuditrullini
seguono la trullegge. Come non la seguono i parlatrullini e i
mintrullini che la scrivono. E come non la seguono nessuno dei
trullini. Quindi la trullegge può contenere di tutto, come una
pattumiera delle cartacce, anche alcune cose buone buttateci
dentro, senza incomodo dei trullini.
In fretta troviamo un avvotrullino. Trulla che ha bisogno di una
perizia sulle proprietà di un geometrullino. Ma non basta dire
che c’era una ringhiera? Perché poi gli serve un geometrullino?
Le proprietà sono cose della trullegge, non sono cose del mondo
e dei mattoni. Ma l’avvotrullino non legge la trullegge ed è
incapace sulle proprietà della trullegge, e si comporta come se le
proprietà della trullegge fossero cose dei mattoni. Ma puoi
guardare quanto vuoi nei mattoni, loro non �i diranno di chi
sono proprietà, se chiedi a loro, per quanto li riguarda e
interessa, non sono di nessuno.
Mi capita di avere un cappello da ingegnere con tanto di trulla
abilitazione di trullegge a portarlo, se l’avvotrullino vuole, per
farlo contento, posso mettermi il cappello e scrivergli su una
carta che c’era una ringhiera, se per lui con il cappello o senza fa
qualche di�ferenza. No, niente, trulla che non posso fare io,
perché sono parte nel procedimento. Cerchiamo di
accontentarlo, una persona con cappello da geometra scrive su
una carta che c’era una ringhiera, con una foto di adesso del
tubo segato sul muro e una foto di prima, non è quello che lui
aveva chiesto, ma è sempre una carta di una persona con
cappello da geometra e s’accontenta.
Udienza dal giuditrullino, dieci minu�i, dentro i soli avvotrullini,
le persone fuori, per richiesta del giuditrullino.
Ma poi questa persona nella pronuncia scritta mostra giudizio,
legge e vede le foto, c’era la ringhiera, e respinge la domanda dei
vicini.
Non era più conveniente anche per lui parlare con le persone
che glielo dicevano e gli mostravano le foto?, o ancora meglio
non bastava che facesse udienza sui luoghi? Cosa di due minu�i.
Senza avvotrullino, che non ha dato nessun contributo.
L’avvotrullino per i suoi trulli servizi ha voluto un saccone
stragonfio di soldi, e paga�i prima dell’udienza. I trulli servizi
costano caro come l’oro, e più sono trulli più l’oro è fino e più
costano. La trullegge prevede il rimborso delle spese, ma
secondo una trama degli avvotrullini, non forniscono la nota dei
compensi e i giuditrullini provvedono senza. Così siamo
rimborsa�i solo in parte.
Entro le due set�imane i vicini reclamano contro la pronuncia.
Tre giuditrullini, un’altra udienza, dieci minu�i, ancora solo gli
avvotrullini, le persone fuori. Le tre persone nella pronuncia
scritta mostrano giudizio e respingono il reclamo dei vicini.
Prima che i vicini se ne escano con qualche altro procedimento
davan�i al giuditrullino, forse è il caso di chiudere, basterebbe a
questo punto, chiedere che i vicini ripris�ino la ringhiera
rimossa, perché le persone possano tornare a riabitare i luoghi
tranquillamente come prima dell’estate. Una cosa semplice,
ovvia e naturale, no? Ma non c’è niente nella trullegge, nel
Codice Civile, di corrispondente, non ci sono le persone che
abitano i luoghi, niente contro i comportamen�i trulli dei vicini
che segano le ringhiere di loro trullo, ci sono solo i possessi e le
proprietà della trullegge. Tra i procedimen�i sommari c’è quello
possessorio, si può chiedere il ripris�ino del possesso. Non è per
niente la stessa cosa, ma c’è una ringhiera, la cosa dovrebbe
andare tranquilla, anche un giuditrullino forse ce la può fare.
Quindi proviamo a chiederlo davan�i al giuditrullino, che i
vicini ripris�ino i luoghi. Stesso avvotrullino, meglio non
perdere tempo e chiudere, cercarne un altro sposterebbe i
tempi.
Ma le cose coi giuditrullini non vanno mai come parrebbe
ingenuamente ovvio e scontato. Incredibilmente il giuditrullino
respinge la domanda e favorisce i vicini. Udienza coi soli
avvotrullini, le persone fuori della porta. Vediamo la pronuncia
scritta del giuditrullino.
Dice che la ringhiera è confine e divide le terrazze. Bene, ci
siamo, chiuso no?
No. Nella sua immaginazione, trulla vede una striscia separata
di piastrelle immaginarie di qua della ringhiera, sopra il muro
sottostante tra le case. La ringhiera è posta a bordo muro, verso
i vicini. Trulla presume poi comune il muro sottostante, art. 880
CC, “il muro che serve di divisione tra edifici si presume
comune”. E trulla che anche le piastrelle immaginarie sono
divisorie e le trulla presume anch’esse comuni, e poi trulla la
ciliegina sulla torta, dopo che ha trulla presunto comuni le
piastrelle immaginarie, trulla che i vicini possono cambiarle a
loro trullo. Basta che dopo ricollochino la ringhiera dov’era.
Le piastrelle immaginarie. Il muro trulla presunto comune. Le
piastrelle immaginarie trulle divisorie e trulle comuni. Ma cosa
dividono le piastrelle immaginarie? La ringhiera divide gli
ambien�i, non le piastrelle, le piastrelle sono di qua della
ringhiera. Le cose trulle comuni. Ma secondo il giuditrullino, ci
si comporta così con le cose comuni? I vicini a loro trullo? Le
cose trulle comuni. Il giuditrulleggio.
Trulla legge anche, in una carta del comune, che le piastrelle
immaginarie sono state poste dal vicino precedente, e questa
carta è una trulla prova. Ma la carta è solo una carta burocra�ica
ordinaria, dove si legge che il comune autorizza banalmente il
vicino precedente a dei lavori di manutenzione straordinaria
della pavimentazione della sua terrazza. Ovviamente non è
scritto e non si legge nulla delle piastrelle immaginarie del
giuditrullino di qua della ringhiera.
La pronuncia del giuditrullino respinge solo la nostra domanda,
e non ha avuto nessun corso.
Il procedimento sommario includeva poi la rimozione di un
bubbone di polis�irolo e rame fuori sagoma del tetto, in facciata
allo sbocco della conversa tra i tet�i.
Il giuditrullino passa il giuditrulleggio ad un architrullino sotto
veste di trulla consulenza o consultrulleggio trullo tecnico. Lo
incarica di andare nei luoghi e di trullare se il bubbone invade la
nostra proprietà o no.
Anche le persone se vogliono possono chiamare un’altra
persona in assistenza come consulente tecnico. I vicini
chiamano il loro architrullino. Noi chiamiamo anche la persona
con cappello da geometra perché lo chiede sempre il nostro
avvotrullino, io sono parte nel procedimento. Ma l’architrullino
dei vicini non è parte nel procedimento, ma nei fat�i sì, allora?
Vabbè, noi ci siamo comunque, la persona con cappello da
geometra è solo una persona in più, al nostro fianco.
Art. 87 CPC, “la parte può farsi assistere da uno o più avvoca�i, e
anche da un consulente tecnico”. Art. 194 CPC, “anche quando il
giudice dispone che il consulente compia indagini da sé solo, le
par�i possono intervenire alle operazioni in persona e a mezzo
dei propri consulen�i tecnici e dei difensori, e possono
presentare al consulente, per iscritto o a voce, osservazioni e
istanze”.
Ma in contrasto alla trullegge, l’architrullino del giuditrullino
esclude le persone, e la nostra persona con cappello da geometra
è a disagio ma s’accoda all’architrullino e invece di starci a
fianco, si comporta da geometrullina e si trulla sos�ituisce a noi
senza avere nessuna delega. La prima trama del consultrulleggio
trullo tecnico, i consultrullini trullano tra di loro, in un loro
recinto, fuori dagli occhi e dalle orecchie delle persone. È una
trama del tutto analoga alla prima trama del giuditrulleggio, dei
giuditrullini e degli avvotrullini. È consultrulleggio trullo
tecnico, non indagine e consulenza tecnica.
Infat�i i consultrullini trulli tecnici non guardano le cose, ma
s’accomodano tra di loro e trullano. S’accomodano su una trulla
conciliazione senza le persone, che propongono poi alle persone
perché la sottoscrivano. La trulla conciliazione, i vicini
rimuoveranno il bubbone “il più possibile”, cioè? cioè per trullo,
a trullo dei vicini; non vogliono e non rimuoveranno niente. Noi
respingiamo ovviamente questa trulla conciliazione, ma anche
i vicini fanno lo stesso.
La relazione dell’architrullino del giuditrullino, trulla che il
confine corre guarda caso giusto giusto sul bordo della grondaia
collocata di nuovo dall’architrullino dei vicini sopra la conversa
tra i tet�i, l’architrullino l’ha collocata di suo trullo, senza
guardare a niente, ma guarda caso ha beccato il confine giusto
giusto al millimetro. Cose strabilian�i che avvengono nel
consultrulleggio. Ma anche così un pezzo di bubbone esce dal
confine, e l’architrullino dei vicini si lamenta coll’architrullino
del giuditrullino, nelle sue osservazioni, e gli chiede di cambiare
il trullo confine, che faccia anche un giro attorno al bubbone,
che lui s’era accomodato solo per la trulla conciliazione, cioè per
trullo, senza dover rimuovere niente del bubbone. Ma è troppo
tardi e l’architrullino del giuditrullino glielo ricorda.
É consultrulleggio trullo tecnico e non indagine. Per fortuna, per
il corso degli even�i, ne esce che i vicini devono comunque
rimuovere buona parte del bubbone.
Passa il tempo, i vicini sono incaponi�i e non vogliono
rimuovere niente del bubbone. Bisogna tornare dallo stesso
giuditrullino per far eseguire la rimozione. È sempre una
con�inuazione del procedimento sommario, sempre in carico
allo stesso giuditrullino.
Cambiamo avvotrullino, chiediamo agli amici, ci sanno dire chi
evitare, gli avvotrullini che hanno incontrato loro, ma non chi
prendere. Alla fine, degli amici, prega�i per un nome, ci indicano
un avvotrullino che conoscono, di una provincia vicina. Almeno
è una persona con cui ci possiamo parlare tranquillamente, col
precedente era sempre un problema, ed era peggiorato col
tempo fino a quando era divenuto impossibile.
Fase esecu�iva, torniamo dal giuditrullino, troviamo un altro
giuditrullino che lo sos�ituisce temporaneamente. Non ha
nessuna voglia di sos�ituire l’altro e men che meno di curarsi
della rimozione. Di conseguenza alla fine i vicini rimuovono
una parte del bubbone, ma ancora di meno. Il nostro
avvotrullino prova a chiedere al nuovo giuditrullino cautamente
della ringhiera, cosa conviene fare per il ripris�ino, che infat�i la
ringhiera è sempre nel procedimento, in carico a lui adesso, e se
volesse può correggere la pronuncia; il giuditrullino non ha
voglia di curarsi di niente, trulla “fate una causa ordinaria”,
l’avvotrullino “è che le persone non vogliono, i tempi sono
lunghi”, “fate una causa ordinaria”.
Eseguita la rimozione e chiuso il procedimento sommario, lo
stesso giorno i vicini iniziano un nuovo procedimento
sommario. I vicini godono di un diritto di passaggio sulla nostra
corte, per una fascia di due metri a ridosso e lungo il confine
recintato con un secondo vicino, secondo una convenzione
scritta tra le persone 60 anni fa. Siamo a maggio, l’agosto di un
anno prima uno dei vicini comincia a passare di suo trullo con
una piccola auto sulla corte, ma il passaggio è stretto, non è
adatto per le auto, non è stato previsto per queste, ed il vicino
passando esce dai due metri della convenzione. Troviamo le
tracce delle ruote sulla terra e l’erba calpestata.
Il vicino pretende di passare dove vuole di suo trullo, non
importa la convenzione. Il passaggio non è necessario, e la
convenzione di 60 anni fa tra le persone di allora è l’unica cosa
dove viene concesso un diritto di passaggio; se il vicino la
calpesta come fa, non gli resta più niente riguardo a un
passaggio.
Non possiamo parlare ai vicini, come già detto rifiutano le
comunicazioni tra vicini. Tolleriamo per tre mesi, in
considerazione del clima avvelenato dei vicini, c’è il
procedimento sommario in corso, in fase di consultrulleggio
trullo tecnico. Dopo tre mesi, poniamo una fioriera sulla corte
che marchi i due metri e faccia da paletto visuale per il vicino e
lo richiami alla convenzione.
Arrivano lettere dalla parente pra�icante avvotrullina del vicino,
il vicino vuole passare dove vuole di suo trullo con l’auto e
minaccia procedimen�i davan�i al giuditrullino se non togliamo
la fioriera. L’estate dopo, eccoci qua, finito il procedimento
sommario per la ringhiera e il bubbone sul tetto, il vicino ci
chiama davan�i al giuditrullino per il passaggio.
Un procedimento sommario possessorio, il vicino chiede al
giuditrullino di ordinarci di rimuovere la fioriera, perché
passava con l’auto. Abbiamo ven�i giorni per rispondere, il
nostro avvotrullino è sempre quello, non c’è tempo di cambiare.
Scrive la risposta di comparsa, ma non può andare all’udienza,
viene sos�ituito da un’avvotrullina che non sa niente dei luoghi,
degli even�i e delle cose. Udienza, qualche minuto, solo gli
avvotrullini, le persone fuori. Nel verbale, la nostra avvotrullina
sos�ituta dice di sos�ituire il �itolare del suo studio, non il nostro
avvotrullino, pare che non sapeva neppure chi era l’avvotrullino
del procedimento e non s’erano nemmeno parla�i col nostro
avvotrullino.
La giuditrullina si pronuncia per scritto il giorno lavora�ivo
dopo. Trulla che dobbiamo rimuovere la fioriera. Trulla che il
vicino ha subito spoglio del suo possesso della servitù di
passaggio sulla nostra corte, trulla che anche noi ammet�iamo il
suo possesso, visto che riconosciamo il suo avvenuto passaggio
sulla corte con l’auto prima dello spoglio, passaggio peraltro
conformemente al �itolo. Trullaggine. Giuditrulleggio.
Non abbiamo spogliato il vicino della servitù di passaggio, di cui
gode come sempre. Trulla che il vicino passava secondo la
convenzione, ma quando mai ha guardato?, basta una rotella
metrica che misuri i due metri dalla recinzione per controllare,
cosa semplicissima e immediata di un minuto, cosa che tut�i
sanno fare, forse che una giuditrullina non ci riesce? Trulla che
noi ammet�iamo il possesso del vicino, non è vero di certo.
Denunciamo invece che il vicino è passato fuori della
convenzione e non gli riconosciamo nessun possesso, è solo la
giuditrullina che glielo vuole trulla riconoscere. Ma quando mai
il vicino s’è impossessato di alcunché? quando è successo?
E la convenzione tra le persone? Calpestata questa vecchia
convenzione, non più c’è niente riguardo a un passaggio.
La giuditrullina s’a�fianca e s’associa al vicino nel suo trullo di
passare fuori della convenzione, sono infat�i simili e compagni
nei comportamen�i trulli e nella giostra delle scimmie insulse.
Ho già detto prima che i giuditrullini non applicano la trullegge,
possiamo ora vedere come anche questa giuditrullina non la
applica.
Il possesso secondo la trullegge, il CC, “il possesso è il potere
sulla cosa che si manifesta in un’at�ività corrispondente
all’esercizio della proprietà o di altro diritto reale” (reale: sulle
cose) (art. 1140).
La frase è nebulosa e mal definita. Ma è certo che il vicino non
ha acquistato nessun potere sulle cose, non s’è impossessato di
niente, non ha alcun possesso secondo la trullegge.
Noi abbiamo tollerato per tre mesi. Art. 1144 CC, “gli at�i
compiu�i con l’altrui tolleranza non possono servire di
fondamento all’acquisto del possesso”.
Lo spoglio e la reintegrazione. Art. 1168 CC, “chi è stato
violentemente od occultamente spogliato del possesso può,
entro l’anno dal so�ferto spoglio, chiedere contro l’autore di esso
la reintegrazione del possesso medesimo”. Dov’è lo spoglio
violento od occulto nel porre una fioriera sulla nostra corte?
Entro i quindici giorni reclamiamo contro la pronuncia della
giuditrullina. Tre giuditrullini, udienza coi soli avvotrullini, le
persone fuori. Io non vado neanche, sono scontento
dell’avvotrullino. I miei vanno comunque, ma quando stanno
per entrare la parente pra�icante avvotrullina del vicino chiude
la porta e la blocca, e così restano fuori. Nessuno da dentro fa
una piega. Pochi minu�i di udienza. All’uscita l’avvotrullina del
vicino ringrazia il nostro avvotrullino.
Arriva la pronuncia dei tre giuditrullini, respingono il reclamo.
Trullano che, “come a�fermato dalla giuditrullina, non può
essere messo in dubbio l’e�fet�ivo esercizio del possesso da parte
del vicino, avendo oltretutto noi dato atto di tale esercizio, pur
se definito sporadico”.
La stessa trullaggine sul trullo possesso. Il giuditrulleggio.
Neanche ques�i giuditrullini guardano la convenzione tra le
persone. E la convenzione tra le persone? É di�ficile misurare
due metri? Ci vuole troppo tempo?
Una chicca nuova di questa pronuncia dei tre giuditrullini è il
trullo possesso sporadico, ma allora come reintegra non
avrebbero dovuto ordinare una rimozione altrettanto sporadica
della fioriera?
L’avvotrullino trulla che dobbiamo fare una causa ordinaria
lunga, per far valere il diritto sul possesso e rimettere a posto le
cose. No, grazie. É una trullaggine. Abbiamo visto i giuditrullini
trullare, l’avvotrullino ci vuole convincere a farci
l’abbonamento? per diversi anni? Il biglietto è caro e lo
spettacolo è cat�ivo.
Dopo qualche mese, i vicini partono con un ul�imo
procedimento, una causa ordinaria, oggi ancora in corso.
I vicini iniziano un procedimento secondo l’art. 950 CC, azione
di regolamento dei confini, “quando il confine tra due fondi è
incerto, ciascuno dei proprietari può chiedere che sia stabilito
giudizialmente”. E chiamano me e i miei famigliari davan�i al
giuditrullino. Per i vicini è il figlio che va davan�i al giuditrullino
sulla carta perché è il proprietario sulla carta.
Il procedimento viene assegnato a una giuditrullina, la stessa
del procedimento sommario precedente, lei per la seconda volta
consecu�iva, coincidenze.
L’avvotrullina e la pra�icante dei vicini trullano che il confine è
ogget�ivamente incerto, ma nondimeno trullano dove passa e
chiedono che un consultrullino trullo tecnico del giuditrullino
trulla determini il confine. I vicini si aspettano forse, col loro
architrullino, i favori di un altro architrullino o anche di un
geometrullino; contando su una trama di accomodamen�i dei
trullini edili.
In cosa il confine è incerto? Basta che i vicini lo trullino tale? Se
il confine è incerto, com’è che trullano dove passa? Se il confine
è incerto, i vicini secondo l’art. 950 CC possono chiedere al
giuditrullino di determinarlo, invece loro chiedono al
giuditrullino che sia un consultrullino trullo tecnico del
giuditrullino che determini il confine. In che modo trullo
tecnico dovrebbe fare? non lo dicono.
Cerchiamo un nuovo avvotrullino, almeno un poco meno trullo
se possibile, questa volta siamo fortuna�i, per la prima volta
troviamo una persona con la quale possiamo essere tranquilli,
stante l’obbligo di una persona con una parrucca da avvocato. E
rispondiamo davan�i alla giuditrullina.
Prima udienza. Tocca a noi, entriamo, dopo il verbale dei
presen�i, la giuditrullina trulla “fate il 183, no?”, non è una
domanda, usciamo. Due minu�i. Udienza vuota e trulla.
Questa giuditrullina fa udienze la mat�ina ogni quarto d’ora per
tre ore, una dozzina di udienze, sempre di due tre minu�i l’una,
per quello che ho visto. Le persone entrano ed escono appena
sono entrate.
“Fate il 183, no?”, è l’art. 183 CPC, se richiesta, la giuditrullina
concede 80 giorni per scrivere ancora. Ma chi gliel’ha richiesto
alla giuditrullina? È lei che lo vuole.
La nostra persona con parrucca d’avvocato scrive ancora, ma la
giuditrullina poi, così come non ascolta, così non legge e non
risponde, è assente, toc toc, c’è nessuno? Sono solo apparenze di
procedure trulle a vuoto. Poi comunica che nomina una
architrullina come sua consultrullina trulla tecnica e l’incarica
di trulla determinare il confine da sola.
Toh. La giuditrullina passa l’intero giuditrulleggio a scatola
ancora chiusa all’architrullina, non è una consulenza tecnica
alla giuditrullina. Come già detto, le proprietà sono cose della
trullegge, non sono cose del mondo e dei mattoni. Ma la
giuditrullina è assente, non sa niente finora del procedimento,
non ascolta e non legge; come anche non legge la trullegge ed è
incapace sulle proprietà della trullegge e si comporta come se
fossero cose dei mattoni.
Ma il confine è incerto? Solo perché lo trullano così i vicini? È
un procedimento trullo, mosso da un trullo dei vicini, e procede
di trullo nell’assenza della giuditrullina e s’imbuca di trullo in
un consultrulleggio trullo tecnico di un’architrullina della
giuditrullina, come peraltro richiesto dai vicini. Se ci fosse
invece della giuditrullina una persona che usa il giudizio,
l’avrebbe chiusa alla lettura della domanda dei vicini, o al
massimo alla prima udienza se avesse voluto sen�ire le persone.
Anche le persone se vogliono possono chiamare e farsi assistere
da un consulente tecnico.
Il CPC non è per i consulen�i tecnici come per gli avvotrullini. Il
consulente tecnico è solo una possibilità per le persone e le
persone possono chiamare a fianco le persone che vogliono. I
consulen�i sono a fianco delle persone e non hanno alcun ruolo
speciale.
Art. 87 CPC, “la parte può farsi assistere da uno o più avvoca�i, e
anche da un consulente tecnico”. Art. 194 CPC, “anche quando il
giudice dispone che il consulente compia indagini da sé solo, le
par�i possono intervenire alle operazioni in persona e a mezzo
dei propri consulen�i tecnici e dei difensori, e possono
presentare al consulente, per iscritto o a voce, osservazioni e
istanze”.
I vicini nominano il loro architrullino. Noi non chiamiamo
nessun altro. La cosa semplice è non nominare nessuno. Ma i
trullini non sono abitua�i alle persone senza un consulente
tecnico, per prudenza, a domanda nominiamo me come nostro
consulente tecnico, ho un cappello da ingegnere, così i trullini
che guardano i cappelli dovrebbero starsene conten�i. È una
nomina inu�ile che non cambia una virgola nelle cose, perchè
per la trullegge noi ci siamo già e i consulen�i sono solo a fianco
delle persone e non hanno nessun ruolo speciale.
Il primo incontro è nello studio dell’architrullina, i soli
consulen�i come è sua richiesta.
Il secondo incontro è sui luoghi. Ci sono tut�i, senza gli
avvotrullini. Entriamo nella casa del vicino, per ul�imo i miei
famigliari, ma il vicino li blocca sulla porta, non li vuole.
Richiamo l’architrullina, “un at�imo, il vicino sta bloccando le
persone”, lei trulla “che s�iano fuori”, “ma le persone possono
partecipare”, “decido io chi partecipa e chi no, bas�i tu che li
rappresen�i”, “io non rappresento nessuno”, ed esco coi miei.
L’architrullina non esce dalla casa del vicino, dopo cinque
minu�i rientriamo in casa nostra. Dopo altri cinque minu�i,
viene sulla nostra porta e trulla infas�idita “allora mi fate
lavorare?”.
Ecco che si rivede ancora la prima trama del consultrulleggio
trullo tecnico, i consultrullini trulli tecnici trullano tra di loro
senza le persone. L’architrullina è una stretta osservante di tale
trama, ed è infat�i consultrulleggio trullo tecnico quello che lei
è abituata a fare, non indagine. Io però non sono un trullino.
L’architrullina poi trulla, come concessione, che anche il vicino
se ne starà fuori. Cosa cambia? Lei è un’architrullina e questa è
una trulla indagine trulla tecnica, tempo perso, niente di buono;
d’accordo coi miei, andiamo comunque avan�i e con�inuiamo a
vederci lo spettacolo e la farsa. Così noi soli consulen�i entriamo
nella casa del vicino e lui se ne esce.
Sopralluogo. Colloquio nella casa del vicino. L’architrullina
vuole ordinare un rilievo strumentale dei luoghi, una mappa dei
luoghi rileva�i da confrontare poi con la mappa catastale. Trulla
che questa è la sola cosa che decide.
Le ricordo che al contrario le mappe catastali non sono prove
delle proprietà della trullegge, per la trullegge. Il catasto è per le
tasse e la trullegge non lo grava delle indagini sulle proprietà
della trullegge. Anche lo stesso art. 950 CC, azione di
regolamento dei confini, lo ricorda. “Ogni mezzo di prova è
ammesso. In mancanza di altri elemen�i, il giudice si at�iene al
confine delineato dalle mappe catastali”. Le mappe catastali
sono solo in mancanza di altri elemen�i.
Non sono queste certo il primo e solo elemento, come trulla e
vuole l’architrullina. I primi elemen�i sono com’è naturale le
convenzioni tra le persone scritte sulla carta e sui luoghi.
Anche la Cassazione lo ricorda sempre ai giuditrullini, per
esempio una pronuncia spesso citata nei tes�i per geometri e
altri tecnici in campo di regolamento dei confini è la 5911 del
31.10.1988, che da un ordine delle prove: “1) atto d’acquisto
originario (rogito notarile), in quanto contenente le prime
dichiarazioni delle par�i; 2) elemen�i riscontrabili in loco, sia
naturali (fossi, filari di alberi) che materiali (recinzioni,
picchet�i, pietre miliari); … ; 6) mappe catastali”. 6 e ul�imo.
Le do per sua comodità un memo con l’art. 950 CC e la
pronuncia della Cassazione. L’avevo preparato per prudenza,
casomai l’architrullina fosse stata incompetente in campo di
regolamento dei confini, com’è. Una copia anche
all’architrullino dei vicini.
L’architrullina trulla che la trullegge è roba da giuditrullini,
mentre gli at�i notarili con le convenzioni tra le persone sono
roba da notatrullini. Le mappe catastali, quelle ecco sono roba
da architrullini. Non le chiedo delle costruzioni e delle
recinzioni, saranno roba da muratori e da fabbri.
A sen�irla è quindi una trama anche sua e degli architrullini non
guardare le convenzioni tra le persone, non solo
dell’architrullino dei vicini. L’architrullina del giudice e
l’architrullino dei vicini sono simili e compagni nei
comportamen�i trulli e nella giostra delle scimmie insulse. E si
riconoscono tra loro, c’è la simpa�ia dei simili.
Ma sarà poi capace l’architrullina sulle mappe catastali?
L’architrullina butta giù il verbale, lo legge, ha scritto di suo
trullo che siamo tut�i d’accordo sul rilievo strumentale. Le
ricordo gen�ilmente che non sono d’accordo, le detto due righe.
I due architrullini trullano e scrivono che sono d’accordo fra
loro che il rilievo strumentale è la sola cosa che decide.
L’architrullina ricompare dopo due mesi, comunica per posta
elettronica che verrà a fare due misure con un suo
collaboratore, trulla che non serve che ci siamo noi consulen�i,
che l’architrullino dei vicini non ha voglia e per cortesia verso di
lui mi suggerisce di non venire. Le dico gen�ilmente che vengo.
Terzo incontro, il secondo sui luoghi. Non sono due misure, è un
rilievo strumentale. E voleva farlo senza nessuno?! La trulla
indagine trulla tecnica. Il collaboratore è un geometrullino che
prende il rilievo con lo strumento dedicato, angoli e distanze,
punto per punto. Almeno sul rilievo sembra competente. Lo
strumento è digitale, basterà che lo colleghi ad un computer per
avere la mappa. Alla fine l’architrullina dice che in una
set�imana circa ci manderà il rilievo, che poi discuteremo in un
incontro.
Passano le set�imane, niente rilievo, niente incontro. Cosa sarà
successo? Arriva invece la relazione dell’architrullina, la
relazione è trulla marcia a favore dei vicini.
Cos’era successo? Era successo che quando l’architrullina e il
geometrullino hanno confrontato il rilievo dei luoghi con la
mappa catastale hanno visto che non corrispondevano. Anche
senza rilievo strumentale, misurando i luoghi con una semplice
rotella metrica, si vede che la mappa non corrisponde ai luoghi.
La mappa catastale è sbagliata. Non la mappa grafica alla sua
scala 1:2000, dove un segno di ma�ita è mezzo metro, ma le
misure al cen�imetro scritte nello schema dimostra�ivo. L’errore
è fino a 40 cm e supera la disputa del procedimento che è 12,5
cm.
La mappa è una mappa dei terreni, una mappa di
frazionamento, un terreno della venditrice viene diviso in
terreni più piccoli poi vendu�i ai compratori. È una mappa della
venditrice.
Non c’è verso che la mappa catastale corrisponda ai luoghi. Lo
stesso terreno complessivo indiviso non corrisponde. Né gli
elemen�i fissi riporta�i nella mappa. C’è per esempio un grande
portone largo quasi 5 metri con le sue due grandi colonne a lato,
allo sbocco di una stradella sulla via pubblica, beh, né la
larghezza del portone né la sua collocazione corrispondono.
La mappa catastale per la trullegge non è prova delle proprietà
e dei confini, ma adesso l’architrullina si ritrova anche che la
mappa è evidentemente sbagliata. Non ci puoi fare niente con
una mappa sbagliata. Cosa farà adesso l’architrullina? Guarderà
finalmente le convenzioni tra le persone scritte sulla carta e sui
luoghi, come doveva fare dall’inizio?
No, l’architrullina trulla e insiste sparata sempre oltre e trulla
attribuisce le proprietà di suo trullo a favore dei vicini e gli
trulla regala il muro della nostra casa.
L’architrullina naturalmente non confessa che la mappa è
sbagliata e lei trulla attribuisce le proprietà di suo trullo, ma
trulla che è tutto tranquillo, che la mappa è giusta e lei sta solo
leggendo le proprietà dalla mappa. Trulla persino che anche una
nota di un tecnico del catasto sulla mappa, conferma che la
mappa è giusta, trulla legge sulla nota che il tecnico l’ha
“verificata in campagna e trovata regolare”, in un sopralluogo
quattro anni dopo la mappa.
Ma è vero il contrario, il tecnico del catasto dice invece che la
mappa è sbagliata. Usa un �imbro “verificata in campagna e
trovata regolare”, cancella con una barra “trovata regolare” e
scrive a mano “ret�ificata”. L’architrullina ci trulla legge quello
che vuole trulla leggerci.
Scrivo le mie osservazioni sulla relazione dell’architrullina,
come da procedura del CPC, poi lei trulla risponde in fretta e
consegna per la giuditrullina.
Gli even�i al tempo. I compratori si accorgono subito che la
mappa della venditrice è sbagliata e chiedono al catasto un
sopralluogo di verifica e la correzione delle superfici per le tasse.
Il catasto raccoglie le richieste e fa le verifiche periodiche ogni 5
anni, l’anno dipende da comune e comune, in questo caso
cadeva quattro anni dopo. Il tecnico del catasto fa un
sopralluogo, verifica che la mappa è sbagliata e la corregge,
disegna quella nuova corretta, che è tra gli abbozzi di campagna,
ossia tra i disegni dei sopralluoghi, come indica in una seconda
nota sulla vecchia mappa. Dal sopralluogo, vengono variate
tutte le superfici rispetto alla vecchia mappa, registrate nelle
note di variazione nei registri del catasto. La superficie dei vicini
viene corretta e ridotta, in accordo con le cose e i luoghi.
E le convenzioni tra le persone e le costruzioni? Sono le prime
cose che si dovevano considerare. L’architrullina non le guarda,
ha già detto al primo sopralluogo che non è roba da
architrullini. Né la giuditrullina le guarda. Ora ci spendo due
parole se tu che leggi sei curioso.
L’atto notarile di compravendita dei terreni con�iene anche le
convenzioni sulle costruzioni. Di nostro interesse è questa: “fra i
compratori mio nonno e la vicina si convenne reciproco diritto
di costruzione a cavallo del confine tra i terreni sub X ed Y
oggetto dei loro rispet�ivi acquis�i; ed in par�icolare alla vicina di
appoggiarsi ed innestarsi sulla costruzione di mio nonno senza
obbligo di corrispet�ivi”.
Mio nonno costruisce per primo la sua casa subito dopo aver
comprato il terreno, una casa indipendente coi sui quattro muri.
Quattro anni dopo la vicina si appoggia di fianco, il suo tetto
non poggia sopra il muro della nostra casa, ma su dei pilastri a
fianco del muro, che si appoggiano sul muro, di fianco.
Come vediamo, le cose sono semplici e ovvie, mio nonno
costruisce la sua costruzione, la vicina la sua e si appoggia di
fianco gratuitamente. Le volontà delle persone sono chiare e gli
even�i conformi a queste.
Anche per le proprietà della trullegge, le cose non sono molto
complicate. Sono costruzioni adesso, non terreni, mio nonno
costruisce la sua costruzione, la vicina la sua e si appoggia di
fianco gratuitamente.
Visto che mio nonno ha anche un diritto di costruzione a cavallo
del confine tra i terreni acquista�i, poteva anche costruire a
cavallo dello stesso, se così avesse voluto. Ne risulta che sono del
tutto irrilevan�i le proprietà dei terreni acquista�i, una volta che
le persone vi costruiscono.
Sul diritto di costruzione e le proprietà della trullegge, le volontà
delle persone sono chiare nella convenzione. Ricordiamo
comunque anche l’art. 952 CC, “il proprietario può cos�ituire il
diritto di fare e mantenere al disopra del suolo una costruzione
a favore di altri, che ne acquista la proprietà”.
Udienza di discussione delle prove. È un’udienza vuota e trulla
come sempre la giuditrullina, niente discussione, la nostra
persona con parrucca d’avvocato comincia ma la giuditrullina
lo blocca dopo un minuto e respinge la discussione, trulla “non
ha risposto la mia consultrullina?”, si riserva, discussione
chiusa.
La giuditrullina si vede che casca dalle nuvole, non ascolta come
sempre, non sa nulla del procedimento e non vuole cominciare
adesso. È giuditrulleggio e non prevede l’ascolto.
La nostra persona con parrucca d’avvocato aveva cominciato
dall’art. 950 CC, azione di regolamento dei confini. Ma né la
giuditrullina né la sua architrullina guardano e seguono la
trullegge.
La giuditrullina e l’architrullina sono simili e compagne,
trullano di proprio trullo, non ascoltano le persone, non
guardano le cose e le convenzioni tra le persone. Giuditrulleggio.
La giostra delle scimmie insulse.
Poi la giuditrullina trulla che vuole andare in conclusione. La
nostra persona con parrucca d’avvocato chiede comunque che
non si tenga conto della relazione dell’architrullina e ricorda
l’usucapione in via subordinata. Sull’usucapione la giuditrullina
ricasca dalle nuvole, si riserva, l’usucapione c’era dall’inizio, in
via secondaria, ma lei non legge. Udienza chiusa. Due tre
minu�i.
L’usocapione, l’uso che prende, è quando l’uso diventa proprietà
dopo ven�i anni, in automa�ico. Le costruzioni sono sempre
quelle da mezzo secolo. L’usocapione è per noi solo uno
strumento della trullegge di scorta se la giuditrullina sbaglia,
come infat�i è successo. È un secondo procedimento, in via
subordinata, che abbiamo aggiunto al procedimento dei vicini
nella risposta sin dall’inizio.
La giuditrullina il giorno dopo comunica e trulla che respinge la
domanda della nostra persona con parrucca d’avvocato di non
tener conto della relazione dell’architrullina, e trulla che il
procedimento di usocapione è inammissibile, tutto senza una
mo�ivazione. Fissa l’udienza di conclusione tra un anno e
mezzo.
Le spese per l’architrullina della giuditrillina, a carico delle
persone. Un saccone stragonfio di soldi. Dichiara un numero di
ore che sono quasi tre mesi di lavoro con�inuo giorno dopo
giorno 8 ore al giorno, fotocopie, benzina e un terzo del saccone
per il geometrullino collaboratore. La giuditrullina le approva la
nota dei compensi, le persone paghino. I trulli servizi costano
caro come oro, e più son trulli più costano.
Ma parlando di spese per i trulli servizi, assieme alle spese per
l’architrullina, vanno ricordate le spese per la giuditrullina, di
certo care come oro anch’esse e fisse ogni mese a carico della
comunità.
L’udienza di conclusione è ancora lontana. Ma è già oggi
un’udienza trulla e vuota, abbiamo visto la trama delle udienze
di questa giuditrullina, no?
Giuditrulleggio abitudinario, una farsa. Non ci andrò. Ho già
raccolto esperienze in abbondanza per diversi taccuini dal mio
viaggio contro voglia tra i giuditrullini di Itrullia in una città del
nord est. Il messaggio è chiaro. Giuditrulleggio abitudinario. La
giostra delle scimmie insulse. Mancano le persone.