mamma mia! - Rivista "Campo de` Fiori"

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mamma mia! - Rivista "Campo de` Fiori"
AUDIO
MAGAZINE.
La band del
cantautore
Luca Cardillo
MAMMA MIA,
il musical.
Finalmente al
Teatro
Brancaccio
CIVITA
CASTELLANA.
2011
anno della
ceramica
SPECIALE
PALIO DI
SIENA
AGOSTO
2011
IL CERCHIO
INVISIBILE.
Tre premi al
Festival di
Castrocaro
Campo de’ fiori
2
SOMMARIO
Editoriale:
Pensieri d’autunno e storie invisibili........3
L’intervista:
Audio Magazine.................................4-5
Mamma mia ......................................6
Chiara di Dio......................................8
Stress visivo, che fatica!.................11
Roma che se n’è andata:
Osteria romana..............................12-13
Suonare Suonare:
Ferrara Festival Buskers..................14-15
Bentornata Laura Pausini...............16
Chi tradisce paga ...........................17
Ecologia e ambiente:
Come superare la crisi economica........18
La pubalgia......................................19
Realizzazione di scarpe ortopediche
su misura.........................................21
Sull’origine e il destino della
legge.................................................22
E se domani la scuola fosse così ?.23
Anche Dario Fo promuove l’ospedale
integrato di Pitigliano.....................24
Una “Fabrica” di ricordi:
La “sciampagna” di nonno Lisandro......26
Come eravamo:
Fornaci e cà sole, botti e presse, cessi e
lavabi eppoi...i piatti............................27
2011 Anno della Ceramica.........28-29
Il Fumetto:
Blacksad.............................................30
La rubrica dei cognomi....................31
Ass. Artistica IVNA:
Recensione poetica.............................32
15°Mini Festival Città di Vietrbo....32
Mulari, vaccari e carrettiere nelle
stalle dello Scasato.........................33
Agostino Paradisi.............................34
L’angolo del Bon Ton:
Vestiamo la tavola...............................35
I Mazzasette....................................36
Le storie di Max:
Ornella Vanoni....................................37
Speciale Palio di Siena...............38-39
Il bar Salini......................................40
Piccoli seminaristi crescono............40
Il Cerchio Invisibile.........................41
News ...........................................42-43
Proposte editoriali A.I.D.I. .............44
I nostri amici...................................45
Oroscopo .........................................46
Agenda...................................47-48-49
Messaggi.....................................50-51
Concorso fotografico.......................52
Roma com’era.................................53
Album dei ricordi.....54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti..........................60-61
Selezione offerte immobiliari ....62-63
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Campo de’ fiori
3
Pensieri d’autunno
e storie invisibili
Sandro Anselmi
I
l vento gelido fa turbinare le foglie morte e l’ultimo pezzo di questa torrida estate se n’è definitivamente andato. Le prime nuvole corrono nel cielo ancora indorato da un sole ottobrino ed hanno rubato la scena all’azzurro
e alle stelle.
Nella notte bianchi bagliori illuminano, a tratti, l’orizzonte e la pioggia battente scivola sui tetti e corre via per le strade.
Ora, dopo la pausa estiva, i pensieri braccano di nuovo il cuore, torturano la mente e scavano crudelmente la coscienza!
Coscienza che già rimorde per la condizione primordiale per cui ognuno di noi è perennemente in debito con il prossimo e poi anche per la partecipazione passiva ai tanti fatti di cronaca che entrano, di prepotenza, nelle nostre case.
Coscienza critica per le innumerevoli, squallide telenovele su Sara, Yara, Melania, Amanda...; per le assurde attenzioni
alle escort; per l’incredibile esaltazione di storie di devianza sessuale; per la povertà dell’insegnante che si droga nei bagni
della scuola… siamo affamati e folli!!!
C’è poi una coscienza spezzata davanti a fatti penosi quali quelli del padre che, oramai anziano, uccide il figlio disabile perché non sa che ne sarà di lui dopo la sua morte!
C’è una coscienza distrutta quando pensa alle pene, al dolore, alla solitudine provati da quel figliolo disabile restato
solo, abbracciato per tre lunghissimi giorni alla madre morta.
Quale immagine dell’amore più puro, più alto, più accorato.
Queste cose non fanno, però , audience e passano così , senza quasi interesse, senza commento alcuno.
Sono storie spaventose, da dimenticare. Storie scomode, storie invisibili!
Ma un giornalista che conosco e che stimo molto, Giuliano Ferrara, questa sera 10 Ottobre, nel suo seguitissimo Radio
Londra (Rai1), ha avuto delle parole commoventi per i ragazzi down.
Ricordando che ieri era la loro festa, ha condannato fortemente “la cultura che disprezza la vita”.
Ha ricordato, poi, una storia bellissima riportata dai maggiori quotidiani d’America. Nel Texas, dove pure c’è la pena di
morte, dove i magnati del petrolio ed i grandi proprietari terrieri hanno vestita quell’aria spavalda da vecchi cow boy, le
alunne di una scuola hanno eletto a reginetta la loro compagna down!
A noi serve una società più aperta, meno ipocrita e più protagonista, auspicando che altri come Giuliano, abbiano il coraggio di parlare con benevolenza della vita, seppur “diversa”, ma sempre vita!!!
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iovani, frizzanti, propositivi, volitivi! Chi sono? Gli Audio
Magazine, il gruppo fondato nel
2003 dal duo Andrea Cardillo, chitarra e
voce, e Kicco Careddu, percussioni,
entrambi concorrenti del noto talent show
di Maria De Filippi, allora chiamato
“Saranno famosi”. Oltre a loro due, in questa breve intervista che ho avuto il piacere
di realizzare, ho conosciuto Vittorio
Longobardi, il bassista del gruppo, anche
se mancavano all’appello ben altri tre componenti della formazione: Francesco
Carusi, tastiera, Enrico Sotgiu, alle percussioni e il senegalese Lamine M’Baye, anche
lui percussionista.
Come è nata l’idea di fondare questo
gruppo?
E’ nata dopo che io e Kicco ci siamo conosciuti al programma “Saranno famosi” –
risponde Andrea -. Al termine del talent ci
siamo sentiti telefonicamente e abbiamo
iniziato a suonare insieme. Poi lui mi ha
presentato altri ragazzi, con i quali aveva
già avuto modo di suonare, e piano piano
si è venuta a determinare la nostra formazione.
Come avete scelto questo nome?
Per due motivi – interviene Kicco - : uno
perché i locali in cui è nata la band si chiamano magazzini romani, a Civitavecchia, e
poi, principalmente, perché
Audio
Magazine significa rivista musicale, che
rispecchia proprio quello che facciamo noi,
cioè portare in giro diversi generi musicali. Ed abbiamo mantenuto questo nome
anche ora che abbiamo iniziato un nostro
progetto di musica originale, scegliendo
un filone che ci rende riconoscibili.
Vi siete dunque cimentati nella composizione di brani tutti vostri. Siete
proprio voi gli autori della musica e
dei testi?
Sì , facciamo tutto noi, anche la produzione artistica.
Seguite un filone particolare per scrivere i vostri pezzi?
Le ispirazioni sono tante perché ognuno
viene da un genere diverso, ognuno è
appassionato ad un genere. Ma non seguima un filone perché magari è quello che
va per la maggiore. Le scelte sono basate
solo sui nostri gusti, facciamo quello che ci
viene meglio e che ci sentiamo di fare,
mantenendo sempre una certa omogeneità e quel tocco che abbiamo deciso sia la
nostra nota caratteristica.
Avete lanciato il vostro primo singolo
intitolato “Tornerai” a Luglio. Di cosa
parla?
Facciamolo dire all’autore – dice Vittorio
riferendosi a Kicco -.
Be’ no, l’abbiamo scritta tutti insieme, perché l’idea può partire da ognuno di noi,
poi però ci si lavora tutti insieme, sia sulla
musica che sul testo. Nel caso di
“Tornerai”, per esempio, c’è stato un lungo
lavoro sul testo – afferma Kikko sorridendo e guardando gli altri due -. Il brano
parla di un amore finito, dove però lui
spera fiducioso che la ragazza torni. E’
molto allegra e spensierata.
Come avete promosso e come pensare di promuovere ancora questo singolo?
Finora è andato molto bene soprattutto in
alcune regioni d’Italia anche perché ci
abbiamo messo tutte le nostre forze. E’
come un ristorante a conduzione familiare,
abbiamo fatto molti sforzi. Il video clip è
stato girato in Calabria, a Praia a Mare,
dove è diventato un vero tormentone,
come anche in Sardegna, regione che da
dieci anni giriamo per largo e per lungo
ogni estate, o a Civitavecchia, luogo di
nascita della band e Ostia, nella quale
abbiamo fatto numerosissime esibizioni,
essendo alcuni di noi originari di lì .
Abbiamo cercato di concentrarci soprattutto su quanti già ci conoscono, sperando
comunque di riuscire ad attecchire anche
nelle altre regioni. Abbiamo constatato che
con un budget minimo si può riuscire ad
avere grandi soddisfazioni. Sul nostro sito
www.audiomagazine.it è possibile trovare
tutto su di noi e partecipare anche un concorso tutto da scoprire, che non sveliamo
qui per suscitare la curiosità di tutti i lettori.
State già lavorando a qualcosa di
nuovo?
Sì , ed è praticamente pronto. Si tratta di
un EP che uscirà a fine Novembre.
Allora state limando gli ultimi dettagli?
Più che limando gli ultimi dettagli, diciamo
che lo stiamo proprio ancora tagliando –
dicono ridendo -. Succede sempre così ,
però le idee sono chiare. A fine Novembre
infatti uscirà questo EP con un altro video,
per avere una continuità anche nel periodo invernale, e poi in estate un altro singolo, per non lasciare i fan a bocca asciutta.
Bene Andrea, mi rivolgo direttamente a te, che sei stato uno dei finalisti
della prima edizione di “Saranno
Famosi”. La partecipazione a questo
programma ti ha cambiato la vita?
Assolutamente sì .
In che modo?
Sono stato proiettato in un mondo completamente diverso per nove mesi. Ma è
stata una bella esperienza e la rifarei subito.
Cos’è che ricordi con più piacere?
Ricordo tutto con piacere: le persone che
ho conosciuto, il fatto che da lì è nata
questa band che è in giro da quasi dieci
anni e questa è per me una bella soddisfazione.
Campo de’ fiori
“Il nostro nome rispecchia proprio quello che facciamo:
portiamo in giro diversi generi musicali!”
C’è qualcuno dei tuoi ex compagni
con cui continui a sentirti?
Sì , con molti di loro ci teniamo in contatto ed oggi anche tramite facebook è facile ritrovarsi e mantenere vivi i rapporti.
Segui ancora il programma? Come
pensi che sia cambiato?
L’ho seguito da esterno perchè per due
anni ho fatto l’autore per alcuni ragazzi
che sono usciti da “Amici”. Rispetto alla
mia edizione sicuramente ci sono oggi
alcune cose che non mi piacciono, ma non
posso esprimere giudizi approfonditi perché ora lo seguo veramente poco. Credo
sia peggiorato, ma al livello mediatico continua a funzionare molto.
Diversi sono gli appunti che gli Audio
Magazine hanno in programma per i prossimi mesi. Ma per aver tutte le informazioni e gli aggiornamenti necessari basta consultare il loro sito: www.audiomagazine.it.
Ermelinda Benedetti
Gli Audio Magazine durante le riprese del video di “Tornerai”, a Praia a Mare
Dopo il primo singolo uscito a Luglio, “Tornerai”,
è prevista per fine Novembre l’uscita del nuovo.
WWW.AUDIOMAGAZINE.IT
5
6
Campo de’ fiori
IL MUSICAL DEI RECORD FINALMENTE A ROMA:
MAMMA MIA!
AL TEATRO BRANCACCIO DAL 13 OTTOBRE
Finalmente è arrivato a Roma il musical
più atteso della stagione: Mamma Mia!.
Lo spettacolo, prodotto da Stage Italia, è
in scena dal 13 Ottobre al Teatro
Brancaccio con un cast completamente
italiano che recita e canta nella nostra lingua madre. Ad interpretare la stravagante
e divertentissima Donna – ruolo che fu di
Meryl Streep nell’adattamento cinematografico del 2008 – troviamo Chiara
Noschese. Sua figlia, Sophie, è interpretata dalla giovane Elisa Lombardi. Lisa
Angelillo (Tanya) e Giada Lorusso
(Rosie) porteranno sul palco l’estro e l’allegria delle due storiche amiche di Donna,
mentre i tre possibili padri di Sophie sono
Michele Carfora (Sam), Roberto
Andrioli (Marco) e Gipeto (Gio’). Le liriche italiane delle canzoni degli Abba sono
curate da Stefano D’Orazio. Dopo il
trionfale successo milanese dello scorso
anno (oltre 200.000 spettatori) quest’anno
il musical italiano è pronto a conquistare
la capitale. In verità sono passati 13 anni
dalla prima produzione di Mamma Mia!,
che debuttò nel West End di Londra il 6
Aprile 1999. Da allora il musical è stato
visto da 45 milioni di persone e ha incassato 2 miliardi di dollari battendo tutti i
record precedenti. Tutto nacque 22 anni fa
quando Judy Craymer, produttrice creativa
di Mamma Mia!, incontrò Bjorn Ulvaeus e
Benny Andersson, i geniali autori delle
canzoni degli Abba, spiegando loro il suo
progetto di portare in scena una storia
nuova ed entusiasmante basata su oltre
venti dei loro brani più celebri. La trama è
quella di una divertente commedia
ambientata in una piccola isola greca. La
giovane Sophie sta per sposare Sky, l’amore della sua vita, e
Interpretato da
sogna di farsi accompagnare sull’altare dal padre
un cast tutto
che non ha mai conosciuto. Dopo aver scoperto sul
Chiara Noschese ci ha
italiano.
diario della madre che i
dichiarato: “Ho recitato in
Recitato e
potenziali padri sono tre,
tutti i teatri di Roma ma
decide di inviarli alle nozze
è la priva volta al
cantato nella
all’insaputa di Donna per
Brancaccio e tra l’altro
nostra lingua
scoprire quello vero.
abito proprio qui vicino.
Ridere, si ride, in quella
Sono molto affascinata
che è una commedia degli equivoci con
da questa nuova esperienza!”
derivazioni dal teatro di Eduardo (anche
Uno show unico e pieno di adrenalina che
Filumena Marturano non svela il nome del
si trasmette direttamente dal palco al pubvero padre dei suoi figli), un po’ si piange
blico grazie alle canzoni senza tempo degli
pure, sarà per i fiori d’arancio finali, sarà
Abba.
Sandro Alessi
per i tanti fidanzamenti tra “ex-giovani”.
Amanda Seyfried e Meryl Streep in
Mamma mia, the movie (2008), la prima
nel ruolo della figlia Sophie e la seconda
in quello della mamma Donna, interpretati in questo musical ripsettivamente da
Elisa Lombardi e Chiara Noschese.
8
Campo de’ fiori
“CHIARA DI DIO”,
IL MUSICAL SULLA VITA DI SANTA CHIARA
Al teatro Metastasio di Assisi, scritto e diretto da Carlo Tedeschi
Durante le vacanze estive abbiamo avuto
la possibilità di girare diversi posti tra cui
Assisi, dove siamo stati invitati a partecipare ad una delle numerose repliche di
“Chiara di Dio”, il musical ispirato alla
vita di Santa Chiara accanto a San
Francesco, scritto è diretto da Carlo
Tedeschi, il quale, grazie alle Fonti
Francescane ed alla ricerca storica, fa
emergere tutta l’umanità e l’attualità dei
due giovani che sono un esempio per i
ragazzi di oggi anche dopo otto secoli. La
base della compagnia che da anni ripropone lo spettacolo con grande successo
è il Teatro Metastasio di Assisi.
Lo spettatore ha la possibilità di vedere
Chiara e Francesco nei luoghi dove
hanno vissuto: la Cattedrale di San
Rufino, dove si sono incontrati la prima
volta; il chiostro di San Damiano; la
Porziuncola; la cella di San Damiano,
dove Chiara è morta.
Il musical è allestito in maniera molto
semplice nel rispetto dell’assoluta povertà di Chiara e del diritto alla povertà che
lei stessa supllicò per tutta la vita.
Ma proprio per questo il musical riesce a
regalare sensazioni particolari, spiegando, nel frattempo, il misticismo e la concretezza della prima donna nella storia
della Chiesa ad aver dettato le regole del
proprio ordine.
Molto importante il fatto che l’autore faccia dire all’anziano narratore una frase
molto cara a Papa Giovanni Paolo II: “E’
veramente difficile disgiungere questi
due nomi, Francesca e Chiara”.
Lo spettacolo inizia con Chiara morente
che, sfinita ed abituata ai digiuni, chiede
una “cerasa” alle consorelle.
Agnese manda di corsa una sorella a cercare le ciliegie, ma siamo in Agosto e non
è stagione. Tra questo primo momento
ed il ritorno della consorella, scorrono gli
avvenimenti più importanti della sua vita:
l’incontro con Francesco, la fuga da casa,
il taglio dei capelli…
Il musical, in pianta stabile al Teatro
Metastasio dal 9 Agosto 2008, ha raggiunto le 550 repliche e fatto registrare
oltre 53.000 spettatori di tutte le età e le
estrazioni.
Se passate per Assisi non perdetelo assolutamente!
Sandro Alessi
Il villaggio si avvale di Pannelli Solari e Fotovoltaici e tutti i mezzi usati per gli spostamenti sono mezzi elettrici
Campo de’ fiori
Stress visivo, che fatica!
L’utilizzo di lenti antifatica ha effetti straordinari non solo sulla vista,
ma tutto il nostro organismo.
Giorgio fa il commesso,
e con il suo stipendiuccio arriva a stento a
fine mese, pur conducendo
un’esistenza
dignitosa: ha un’utilitaria, fa ogni settimana
la puntatina al cinema
o in pizzeria, non si fa
Paolo Balzamo
mancare libri o riviste e
responsabile
la colazione mattutina
formazione e
la fa sempre al bar.
informazione
Uno come tanti, insomCentri Ottici Lisi
ma.
e Bartolomei
www.lisi-bartolo- D’improvviso gli si presenta l’occasione di
mei.com
fare un corso che
ambiva da tanto tempo, che potrebbe
essere davvero importante per il suo futuro, ma che gli costerebbe mensilmente più
dei cappuccini, dei settimanali, di cinema e
pizze.
Cosa può fare Giorgio per adattarsi alla
nuova situazione?
Può fare diverse cose:
1) rinunciare al corso;
oppure, se decide di seguirlo
2) può continuare a fare la vita di sempre,
ben sapendo che questo presto lo metterà in crisi;
3) può andare avanti centellinando ogni
spesa, pensandoci più volte prima di ogni
esborso;
4) può rinunciare alla macchina ed alle
riviste;
5) può cercare un aiuto esterno per far
fronte all’ulteriore dispendio economico.
Vedere ed interpretare il mondo, riconoscere le cose e leggere uno scritto sono
azioni che implicano un impiego di energia
non secondario: certo non si affaticano i
muscoli scheletrici, ma la quantità di glucosio ed ossigeno consumata dal cervello
per “vedere” è davvero impressionante.
C’è chi ha maggiori risorse e chi ne ha
meno: la nostra visione è fatta per vedere
oggetti tridimensionali opachi da lontano,
e così facendo il consumo di energia da
parte del cervello è ottimale, ma subisce
un’impennata quando dobbiamo leggere
in condizioni artificiali (luce artificiale o
computer).
Se questo impegno è troppo per le risorse
della nostra visione abbiamo le stesse
opzioni di Giorgio che vuole seguire l’oneroso corso:
1) abbandono dell’impegno (mi costa troppo, allora non studio);
2) continuare l’impegno esaurendo le
risorse (presto “esploderà ” la situazione,
con insorgenza repentina di un esaurimento nervoso, o insonnia, strabismo o altro);
3) erogare con lentezza l’energia, come fa
il lettore ritardato, che legge seguendo col
dito ed avvicinandosi molto allo scritto;
4) rinunciare ad altre performances per
concentrare le risorse sull’impegno, come
fa il miope, che si è specializzato nella
visione da vicino, e per far questo ha
rinunciato a vedere bene da lontano.
È, paradossalmente, un adattamento
molto efficiente: il successo scolastico,
sociale e familiare dipendono dall’efficienza alla lettura ed al computer, non da
quanto si vede da lontano.
Cercare un aiuto esterno, utilizzando una
correzione antifatica tale da rendere “sopportabile” l’impegno della lettura e del
computer. Con queste correzioni si minimizzano gli effetti negativi dello stress visivo al punto prossimo, ma queste sono
tanto più efficaci quanto più tempestive.
L’utilizzo di lenti antifatica ha effetti straordinari sul nostro organismo: normalizza il
ritmo respiratorio e la frequenza cardiaca,
regolarizza il ritmo cerebrale a, diminuisce
la conducibilità elettrica della pelle ed il
tono di base muscolare. In sostanza fa
esattamente il contrario di quello che fa lo
stress al nostro organismo; una vera semplice ed efficiente risorsa antistress. Tutto
questo solo grazie all’uso di una particolare lente da occhiale che nei giovani e giovanissimi previene l’insorgenza della miopia e ne rallenta la progressione, ed in chi
giovane lo è stato, da poco o da tanto,
diminuisce l’astenopia (stanchezza visiva),
riduce gli errori e gli incidenti visuomotori
ed aumenta l’efficienza visiva.
Le lenti antifatica fanno riscoprire quanto
può essere amico un libro!
Nei centri Lisi&Bartolomei, i consulenti del
tuo benessere visivo, troverai i tecnici che
ti sapranno consigliare al meglio, e risolvere ogni tuo dubbio. Andateci con fiducia,
riceverete le giuste risposte ai vostri problemi di stress, stanchezza ed efficienza
visive!
Mi scuso se stavolta sono stato un po’ più
tecnico del solito, ma prometto di rimediare nelle prossime pubblicazioni.
Parola di lupetto!
Hasta la vista
L’uso di una particolare lente
da occhiale nei giovani e
giovanissimi previene
l’insorgenza della miopia e ne
rallenta la progressione,
ed in chi è meno giovane,
diminuisce l’astenopia
(stanchezza visiva), riduce gli
errori e gli incidenti visuomotori ed aumenta l’efficienza
visiva, oltre ad essere una
vera risorsa antistress!
Campo de’ fiori
12
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Osteria romana.
Un luogo magico e irripetibile...
Altre volte ci siamo
occupati delle Osterie
romane e, come già
detto,
queste,
nell’Ottocento, raggiungevano il considerevole numero di
633,
praticamente
una ogni cento passi
ed erano frequentate,
di Riccardo Consoli oltre che dai romani,
da pittori, scrittori,
letterati, artisti e poeti che qui venivano a
ispirarsi per i loro lavori, ma anche per
osservare da vicino i rappresentanti di un
popolo schietto ed esuberante.
L’Osteria era il luogo congeniale al romano, il suo dopolavoro, il luogo d’incontro
con gli amici, quello scelto per i suoi passatempi preferiti; luoghi tanto celebrati da
Belli e Pinelli che, di contro, erano mal tollerati dai Papi troppo spesso, infatti, dopo
molte bevute, le Osterie si trasformavano
in teatro di continue risse che spesso finivano a coltellate e qualche volta ci scappava il morto. Celebri i cancelletti fatti
mettere da Leone XII, Annibale della
Genga, 1823 - 1829, per impedire ai clienti di entrare; questi potevano comprare il
vino da portar via, senza fermarsi a bere al
tavolo.
Il popolo di Roma che frequentava le
Osterie affascinava lo straniero che ne
ammirava la dignità dei gesti, la bellezza
dei tratti, il profilo classico. Abbiamo già
visto come Bartolomeo Pinelli, specie negli
ultimi anni della sua vita, passasse molte
ore al giorno all’Osteria del Gabbione vicino Fontana di Trevi, così chiamata perché
aveva come insegna una grande gabbia.
In questa Osteria il grande incisore osservava tutto e tutti per cogliere, con la sua
matita, gli aspetti più originali e irripetibili
della vita romana, i vari avvenPapa
tori, i personaggi
Leone XII
popolari, i venditori
ambulanti
che giravano per
la città , soprattutto
per
le
Osterie; personaggi a cui si
ispiravano
gli
di Bartolomeo Pinelli
artisti stranieri che venivano a Roma per
completare e arricchire la loro formazione
artistica e culturale.
La più famosa delle Osterie romane dell’ottocento era senza dubbio L’Osteria der
Grottino, dove il vino che veniva servito
non si pagava a litri, ma “a cottimo” nel
senso che, con una spesa modesta, l’avventore poteva bere a volontà per un’ora
esatta, trascorso questo tempo, se non si
riteneva soddisfatto, era sufficiente pagare nuovamente la tariffa forfettaria per
continuare a bere un’altra ora. Difficile
immaginare il pagamento di una terza
tariffa forfettaria.
In epoca più recente era abbastanza conosciuto il Giardino Tarpeo al Campidoglio,
un locale di pochi metri quadrati che si
affacciava sul Foro Romano e sul Palatino.
Questa Osteria era meglio conosciuta
come Ufficio nono del Comune di Roma.
All’epoca, infatti, il Comune si articolava in
otto Ripartizioni, tutte gravitanti in
Campidoglio o nelle immediate vicinanze.
Quando lo stomaco cominciava a dare
segni di impazienza, alcuni impiegati si
avviavano verso quella Osteria rasentando
i muri per non farsi notare e, qui giunti,
potevano godersi un fumante piatto di
spaghetti cacio e pepe accompagnato,
naturalmente, da un “quartino” e, perché
no, anche da una “foglietta”.
Il cibo semplice e fragrante, il buon vino
dei Castelli, la vista sul Foro romano, tutto
ciò certamente invogliava e se è vero che
quegli impiegati, con il loro comportamento, sottraevano qualcosa all’orario di lavoro, è altrettanto vero che potevano avvalersi di una piccola giustificazione; l’oste,
una pasta d’uomo, conoscendo i loro
modesti stipendi, accettava il pagamento
dei conti accumulati rateizzandone l’importo.
Trattando delle Osterie romane, non si
possono tralasciare alcune simpatiche storie e aneddoti, fra questi, quello che
riguarda la costruzione del Vittoriano,
monumento consegnato definitivamente ai
romani nel 1927. Come è facile immaginare, per portare a termine l’Altare della
Patria, si resero necessari molti anni, conseguentemente, i marmorari impegnati
nella sua realizzazione, ebbero modo di
ritrovarsi spesso, quasi tutti i giorni, in Via
Campo de’ fiori
dei Cerchi, dove era ubicata l’Osteria di
Peppino alla Moletta. C’è da chiedersi
come mai i marmorari frequentassero in
maniera assidua quel locale.
Questa Osteria serviva ottimi piatti, dispensava un eccellente vino oltre che una
magnifica vista sul Palatino, ma c’era dell’altro, l’oste aveva delle belle figliole, si
può facilmente immaginare come quelle
ragazze rappresentassero per i marmorari
un irresistibile richiamo, certamente superiore a quello della pur magnifica vista sul
Palatino. Peraltro, gli stessi marmorari
sostenevano che il lavoro sarebbe stato
eseguito a perfetta regola d’arte soltanto
dopo aver ben mangiato, bevuto molti bicchieri ed aver ammirato le grazie delle
ragazze.
Si raccontava che l’architetto Sacconi, che
era anche direttore dei lavori, spesso si
vide costretto a chiudere a chiave in una
stanza tale Zi’ Checcariello, il migliore dei
suoi intagliatori e ciò per evitare di vederselo comparire brillo prima ancora che
potesse impugnare gli strumenti del lavoro, ma Francesco Benni, questo il suo
nome, non si perdette d’animo e, all’ora
convenuta, dalla finestra della stanza dove
si trovava rinchiuso, faceva scendere un
cesto di vimini e quando lo ritirava, grazie
alla compiacenza dell’oste e delle belle
figliole, il cesto conteneva un fiasco di ottimo Frascati.
Ma non fu sempre così , infatti, appena
ultimata l’opera e dopo aver collocato la
colossale statua equestre di Vittorio
Emanuele II in cima alla gradinata, a quegli stessi marmorari venne offerto un sontuoso pranzo all’interno della pancia del
cavallo. Si racconta che, in quella occasione, non si contavano i fiaschi del buon
vino di Frascati.
Nessuna classe sociale, neppure i Nobili e
i Cardinali, disdegnavano le Osterie, ottimo ritrovo per tutti coloro che cercavano
rimedio alla sete, alla fatica, alle avversità
della vita, alle delusioni d’amore, alla
povertà e, persino, alla noia per il troppo
lusso. Ci si andava per incontrare amici e,
immancabilmente, nel corso di una bevuta
collettiva, si organizzava una “Passatella”,
gioco che, come attestato dai cronisti dell’epoca, degenerava frequentemente in
rissa, scopo del gioco era quello di far
restare a bocca asciutta uno dei partecipanti, che veniva anche sbeffeggiato; il
perdente, non sempre accettava di buon
grado di veder gli altri bere il vino che
avrebbe dovuto pagare lui.
Le ottobrate romane erano la grande
sagra del vino nel mese della vendemmia
che, nella Roma pontificia, divennero feste
popolari; si organizzavano gite per raggiungere le Osterie fuori porta ma, per
non distogliere i fedeli dalle funzioni religiose dei giorni festivi, originariamente,
queste gite erano consentite soltanto il
giovedì , con il passare del tempo, la
domenica venne introdotta a forza, un solo
giorno la settimana, infatti, non era sufficiente per soddisfare la sete dei romani e
la loro voglia di fare bisboccia.
Così chi a piedi, chi con la “Carettella”,
partivano vestiti a festa solitamente per i
prati di Testaccio, meta preferita perché
vicina a Roma, ma le ottobrate si facevano
anche in altre zone: Ponte Milvio , San
Giovanni, Porta Pia o San Paolo, Monte
Mario o Monteverde, luoghi che nella
prima metà dell’Ottocento erano ancora
coltivati a orti e vigne. In occasione delle
scampagnate, poteva succedere che i
romani spendessero più di quanto era
nelle loro possibilità , per cui, qualche
popolana, per acquistare un cappello con
piume e frutta o un monile, dovesse ricorresse ai c.d. “Gobbi”, ossia ai prestiti elargiti dal Monte dei Pegni.
Osterie romane e Giuseppe Giochino Belli,
un binomio inscindibile; il poeta di Roma il
3 dicembre 1832 scrive il sonetto dal titolo L’editto de l’Ostarie, un’invettiva di un
livore estremo oltre che di aperta condanna da parte di un popolano trasteverino
nei confronti dell’editto del Governatore
Nicola Grimaldi contro gli abusi del vino di
cui è piena la storia del popolo romano. Il
popolano si appella direttamente al Papa
affinchè revochi l’ingiusto provvedimento.
Accidenti a l’editti,a cchi l’inventa,
chi li fa,chi li stampa, chi l’attacca,
e cchi li legge. E a vvoi st’antra patacca
schiccherata cor brodo de pulenta!
E addosso all’osterie! ggente scontenta,
fijji de porche fijje d’una vacca!
Si all’osteria ‘na purcia sce s’sacciacca,
cqua diventa un miracolo diventa!
Papa Grigorio, di’ ar Governatore
che sto popolo tuo trasteverino
si pperde l’ostarie fa cquarc’orrore.
Noi mà nnasce a scannatte er giacubbino
spè nnesce ar prezzo che tte va ppiù a ccore,
ma gguai pe ccristo a cchi cce tocca er vino.
Una breve riflessione relativamente all’espressione: “ … sto popolo tuo trasteverino … ”. Giuseppe Gioachino Belli, definito
il poeta di Trastevere, nei suoi 2279 sonetti adopera una sola volta la parola “ … trasteverino … ” , proprio in questo sonetto e
soltanto due volte la parola “ … trestevere
… “, nei Sonetti: “La bellona di trestevere”
e “La morte del Sor Meo” dove scrive “ …
er pittor de Trastevere … “.
Egli, infatti, più che il poeta di Trastevere
è il poeta di Roma.
14
Campo de’ fiori
di Carlo Cattani
Ferrara Festival
BuskerS
A A
Rassegna internazionale del musicista di strada:
<Una città per cantare> titolava e
“ritornellava” un famoso brano interpretato da Ron nel 1980 e Ferrara è stata
anche per quest’anno <una città per
esibirsi> da parte di centinaia di artisti di
strada, “busker” il vocabolo internazionale per individuarli, che hanno letteralmente invaso, come da 24 anni ormai si ripete
nell’ultima decade di agosto, la città emiliana dichiarata patrimonio dell’umanità
dall’UNESCO. Quest’anno, dal 19 al 28
agosto, si è rinnovato l’appuntamento con
il “Ferrara Festival Buskers”, un evento
che, ininterrottamente, dal 1988 (pre)vede
che l’asfalto di piazze, piazzette, vie e vicoletti, crocicchi e cantucci del centro storico della città di Ferrara si trasformi in
palco estemporaneo per tanti artisti di
strada provenienti da molti luoghi del
mondo, che con le loro diverse forme
d’arte cercano un pubblico, una platea
“mordi e fuggi” da intrattenere per un
pugno di minuti e, perché no, per i pochi
spiccioli di un’offerta assolutamente libera
da depositare in custodie di strumenti ,
cappelli a cilindro, baschetti o semplici
scatole da scarpe…...ai loro piedi! Il
Festival, benché “roba di strada” non è
organizzato con ….i piedi ma con molta
molta perizia, per far sì che le attività
d’intrattenimento non disturbino la vita
della città nel suo ordinario svolgersi quotidiano e che si possa dar giusto risalto ai
numerosi buskers che convergono in città .
Ci sono artisti cosiddetti “invitati”, una
ventina per questa edizione, rigorosamente musicisti, che specificatamente selezionati dall’organizzazione in base ad acclarati meriti artistici, costituiscono, potremmo
dire, le attrazioni “portanti” dell’edizione:
questi buskers sono ospitati a completa
cura dell’organizzazione e le loro esibizioni
vengono ben regolate da uno schema di
rotazione che ne specifica orari e luoghi
dove goderseli. Ci sono, poi, gli “accredita-
ti”, musica ed arte varia, artisti che
domandano di partecipare, facilitati dall’organizzazione per il vitto e l’alloggio a
buon prezzo in città nel tempo del festival, di cui, nell’elenco ufficiale di quest’edizione, ne ho contatti oltre 300, che non si
esibiscono tutti i giorni del Festival ma
ricevono specifiche istruzioni del “dove e
quando” dall’organizzatissimo “Buskers
point”, il quartier generale della manifestazione, sito nel cosiddetto complesso
Bordini di via Previeti, di fronte al museo di
storia naturale della città . L’arte dei
“busker” invade progressivamente l’ampia
piazza principale “Trento e Trieste” e le
strade che da essa si irraggiano: ci sono
degli orari da rispettare e il sipario per
molti di loro si alza alle 18.00. Prima li vedi
aggirarsi nei dintorni, un po’ assonnati,
con il loro fardello rappresentato da uno
grosso zaino, un carrello della spesa o del
supermercato colmi di “carichi sporgenti”
rappresentati dagli strumenti utili alle loro
performance: tutto è , ovviamente, adattato alle necessità di un’ estrema mobilità
che richiede lo status di busker. Pochi
minuti di preparazione nel cantuccio loro
assegnato e lo spettacolo comincia d’improvviso: che sia musica, giocoleria, caba-
rtisti da
sfalto!
ret, si parte da “0”! Il pubblico non è
assicurato per nessuno di loro e si conquista con il passar dei minuti. Spettacolino
nello spettacolo la partecipazione, in prima
fila, di tanti bambini che, guardati a vista
dai genitori (considerate che la folla pomeridiana e serale è quella di un mercato
all’ora di punta) si fissano, immancabilmente, di fronte agli artisti e ne scimmiottano le movenze, fornendo, spesso, al
busker di turno, l’occasione per spunti di
improvvisazione. Insomma, anche quest’anno un’edizione perfettamente riuscita,
sempre più propositiva dal punto di vista
dell’offerta artistica, con buskers provenienti da oltre 50 nazioni e sempre più
impegnata verso la riflessione su tematiche ecologiste e la ricerca di soluzioni, nel
viver quotidiano, a basso impatto ambientale ….e intorno a tutta quest’arte girovaga c’è la città di coso ……ma si lui….
“Girolamo”….il Savonarola, che si dimostra davvero ben organizzata e accogliente: prossimo anno si replica dal 17 al 26
agosto …portatevi in zona!
www.ferrarabuskers.com
Carlo Cattani © pics/ settembre 2011
Campo de’ fiori
15
Campo de’ fiori
1
Benvenuta Laura Pausini
3...i flashmob creati per riempire la sua assenza; 2...gli anni passati lontano dai riflettori; 1...il numero che occupava dopo un solo giorno dall’uscita il suo nuovo singolo “Benvenuto”. Tutto questo è Laura Pausini! La nota artista romagnola ha sfidato le leggi dello spettacolo assentandosi per ben due anni da tutto il mondo del jet set, facendosi vedere solo ai fans più accaniti nei raduni che svolge ogni
anno, aperti solo a chi ha la tessera del fanclub. Uscita di scena con una lettera scritta su “TV Sorrisi e canzoni”, si riaffaccia nuovamente parlando attraverso il medesimo
giornale e raccontandoci come ha passato questi momenti con Paolo (Paolo Carta,
fidanzato nonchè suo chitarrista) e la sua famiglia. E’ già su youtube il nuovo singolo
“Benvenuto” che anticipa quello che sarà l’album, chiamato “Inedito”, con una Pausini
davvero nuova, che non cambia il suo stile, ma porta un po’ di rock nelle sue canzoni... specie in “Inedito”. Per l’uscita del disco bisognerà attendere fino al 11
novembre, data scelta per la coincidenza del numero 11, dato che questo è l’undicesimo disco dalei pubblicato. Per l’occasione anche Italia 1 si trasformerà in Italia 11,
lo ha annunciato Piero Chiambretti al raduno svoltosi a Forlì in Settembre, ed eccezionalmente per quella sera l’unico tema della puntata sarà proprio l’artista italiana.
I titoli delle canzoni si possono facilmente trovare su internet, ma non troverete nè
testi nè musiche. Laura Pausini durante la pausa ha cambiato anche due membri della
band: il mitico Gabriele Fersini e una delle coriste, sostituita con Monica Hill, cantante
che partecipò alla prima edizione di Saranno Famosi. Niente figli e nessun matrimonio, o nient’altro di quello che si è detto su questa pausa, solo il tentativo di svolgere una vita “quasi” normale. Se sperate di poterla andare a vedere, sappiate da subito che i biglietti rimasti sono pochissimi, sia per Milano (il 22 23 25 26 28 29
dicembre) sia per Roma (31 dicembre 1 3 4 6 gennaio). E come dice in “Non
ho mai smesso”: “Si ritorna solo andando via”... Quindi BENVENUTA LAURA PAUSINI!
Emilio Innocenzi
Giovani Talenti
Questa foto è stata scattata all’interno della sala prove della Rai e le bambine ritratte fanno parte del corpo di ballo della trasmissione televisiva, condotta da Antonella Clerici su RAI 1, Ti lascio una canzone.
Tra di loro vi è anche la figlia del nostro collaboratore Sandro Alessi, la piccola Chiara, quella in basso a destra con il tutù rosa.
Viste le premesse, le auguriamo di cuore una brillante carriera da ballerina.
In bocca al lupo Chiara!
Pietro Sarandrea, dalla mostra alla Galleria Evangelisti di
Frosinone, alla performance estemporanea di Alatri
Pietro Sarandrea ha
inaugurato la nuova
stagione artistica alla
galleria EVANGELISTI
di Frosinone. Un
grande successo di
pubblico ha aperto la
mostra
collettiva;
L’ artista Pietro Sarandrea ritratto tra
infatti
il
giorno
10 setMario Evangelisti ed il figlio Riccardo.
tembre 2011 insieme
a Pietro Sarandrea erano presenti anche opere di
Gianni Testa, Mario Schifano e altri. L’ artista ha presentato la sua ultima produzione, sempre ricca di
colori, emozioni intense ancora più cariche di pathos.
Quadri che trasmettono grandi sensazioni; fanno
riflettere il fruitore, mettendolo davanti ad uno scenario interiore senza eguali. Ogni dipinto ha un significato mistico tutto particolare, dove il simbolismo
centrale racchiude lo spirito dell’ artista stesso. Le
rappresentazioni presentano una luce molto intensa
che scaturisce dall’ interno delle opere, arricchendole di profondità e giochi prospettici.
Paola Lamonica
Nuova performance pittorica dell’ artista Pietro
Sarandrea il 25 e 26 settembre 2011 sull’ acropoli di
Alatri (Fr) in occasione del solstizio d’ autunno. In questo periodo il sole illumina dall’ alto verso il basso la
porta minore delle mura ciclopiche; questo fenomeno
sta interessando numerosi studiosi con conferenze e
scritti. L’ acropoli ha origini antichissime, considerata fin
da sempre luogo di culto; oggi presenta sulla sua sommità il duomo con il mistero dell’ ostia incarnata. Nel corso del tempo questo
luogo ha subito numerosi cambiamenti, ma le mura ciclopiche ed il suo fascino restano intatti. Proprio per questo l’ artista ha voluto dipingere l’ emozione
del momento. La performance si è svolta in due giornate e nell’ arco di circa
45 minuti l’ una, proprio il tempo del fenomeno solare. Il 25 settembre alle ore
11.00 circa Pietro Sarandrea comincia a dipingere sopra la porta minore, producendo tre quadri: uno tondo e due rettangolari piccoli; tutti e tre molto interessanti e diversi tra loro. La tela tonda presenta colori luminosi ed un vortice
che sembra trascinare tutto con sé . La prima tela rettangolare mostra un volto
nascosto tra giochi di luce ed ombre. L’ ultimo dipinto tra il verde ed il rosso
rappresenta due serpenti in lotta. Il 26 settembre, sempre alla stessa ora, l’artista ha lavorato sotto la scalinata della porta, questa volta disegnando su cartoncino con pennarelli colorati; il risultato ottenuto non riprende lo stile dei
quadri, ma e carico di simbolismi e di elementi sia umani che naturalistici.
Paola Lamonica
Campo de’ fiori
17
CHI TRADISCE PAGA
Il tradimento rappresenta un vero e proprio illecito civile
Tutto ha un prezzo
a questo mondo; ed
ora anche il tradimento si paga.
Una recente sentenza
della
Cassazione lo ha
messo nero su bianco: il coniuge tradito ha diritto al risardell’Avv. Ilaria
cimento del danno
Becchetti
patito in conseguenza dell’infedeltà . E questo a prescindere dall’assegno di mantenimento, la cui
natura è e rimane di carattere assistenziale (e non risarcitorio). Ed a prescindere
anche dalla scelta di una separazione consensuale.
Secondo la Suprema Corte, infatti, i doveri derivanti ai coniugi dal matrimonio non
sono esclusivamente di carattere morale
ma hanno natura giuridica, come si desume dall’art. 143 che sancisce, fra gli altri,
reciproci obbligi di fedeltà , assistenza
morale e materiale.
Ne deriva che la violazione di tali obblighi
può costituire non soltanto causa di separazione o di divorzio ma anche integrare
gli estremi dell’illecito civile.
Il caso riguarda una donna che, scoperta
la tresca extraconiugale, si separa dal
marito (con separazione consensuale), e
successivamente agisce contro lo stesso
con separato giudizio, diretto al ristoro del
Il coniuge
tradito ha
diritto al
risarcimento
del danno
patito in
conseguenza
dell’infedeltà
danno morale patito a causa dell’infedeltà
del coniuge.
La Consulta, cassando la decisione di
appello che aveva respinto le pretese della
moglie, sancisce il principio che il tradimento rappresenta un vero e proprio illecito civile e in quanto tale idoneo ad essere risarcito con autonomo giudizio civile.
Ed, infatti, statuiscono gli Ermellini, “i
doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, quale l’addebito
della separazione” ma ove ne ricorrano i
presupposti, la relativa violazione “può
integrare gli estremi di un illecito civile e
dare luogo al risarcimento dei danni non
patrimoniali ai sensi dell’art. 2059 cod.
civ.”
Sarà dunque necessario, come per ogni
danno morale, provare la condotta illecita,
l’ingiusta lesione di interessi tutelati dall’ordinamento, il nesso causale tra la prima
e la seconda, la sussistenza di un concreto pregiudizio patito dal titolare dell’interesse leso.
Nel caso di specie, allora, perché possa
sussistere una responsabilità risarcitoria,
continua la Corte, una volta accertata l’infedeltà coniugale “dovrà accertarsi anche
la lesione, in conseguenza di detta violazione, di un diritto costituzionalmente protetto”, come il diritto alla salute del coniuge tradito ovvero la lesione della sua dignità .
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
Come superare la crisi economica?
Acquistando 131 aerei F-35 a soli 15 miliardi di euro
Nonostante
il
Governo tagli i fondi
all’università , alla
sanità ed alla ricerca, prosegue il programma per la fornitura di ben 131
aerei F-35, costo
stimato 15 miliardi
di euro.
di Giovanni
L’azienda fornitrice
Francola
è
la
Lockheed
Martin. Questo marchio, se non sbaglio, fa
venire in mente uno scandalo avvenuto tra
il 1972 eil 1976, sempre riguardante gli
aerei, esattamente gli C130 da trasporto
militare. Si accertò , infatti, che dei 14
aerei acquistati dal Governo italiano soltanto 5 erano in grado di volare, mentre gli
altri 9 venivano “cannibalizzati” per ottenere pezzi di ricambio necessari alla
manutenzione.
Ma questa è tutta un’altra storia, certo è
che in Italia le spese militari non conoscono la parola “crisi”! Che strano, la “non
sicurezza” crea la necessità di produrre
nuove e sempre più sofisticate armi che
hanno come committenti i Governi di tutto
il mondo, così anche in tempo di crisi economica si preferisce rifornirsi di aerei invece di realizzare asili, scuole, ospedali,
finanziare programmi e buone pratiche per
Mentre questi aerei voleranno
sopra le nostre teste, un Paese in
piena crisi economica continuerà a
vivere battaglie quotidiane sia sul
piano personale che sociale.
la tutela dell’ambiente o tante altre opere
utili per noi e per i nostri figli.
Con questa enorme spesa, per l’acquisto
di 131 aerei considerati di quinta generazione, mi chiedo: ma chi dobbiamo bombardare? Non solo, dal punto di vista economico l’Italia si può permettere di spendere 15 miliardi di euro?
Pura demagogia! Chiamatela come preferite, ma il fatto è che di queste spese se
ne parla poco, anzi direi quasi per nulla.
Sapete quanto si spende per la difesa in
Italia? 3 milioni di euro ogni ora, circa 27
miliardi di euro in un solo anno.
Quello che è sicuro è che mentre questi
aerei voleranno sopra le nostre teste, qua
giù un Paese in piena crisi economica continuerà a vivere battaglie quotidiane sia
sul piano personale che sociale.
In fondo però , a pensarci bene, con questo nuovo acquisto potremmo sempre
alzare gli occhi al cielo e vedere come
volano alti … i nostri soldi pubblici!
Campo de’ fiori
19
Un’infiammazione che colpisce principalmente chi pratica la corsa
LA PUBALGIA
La terapia conservativa è quella che dà i risulatti migliori
La pubalgia è un’infiammazione
che
colpisce i punti di
inserzione sull’osso
pubico di diversi
muscoli: adduttori,
pettineo, piramidale,
retti
addominali,
obliqui addominali,
trasversi addominali.
del Dottor Patrizio
Viene
provocata
Lazzarini
generalmente da un
fisioterapista
carico eccessivo nel
corso
dell’attività
sportiva; colpisce soprattutto i calciatori.
Per chi pratica la corsa, la pubalgia viene
spesso provocata dal sovraccarico nei
punti di inserzione degli adduttori, dovuto
a: a) attività su fondo irregolare, b) scarpe inadeguate, c) scarso equilibrio fra la
muscolatura degli arti inferiori e quella
addominale (condizione possibile in chi
corre), d) infortuni precedenti non ben
recuperati, e) incremento quantitativo (o
qualitativo) troppo rapido dei carichi d’allenamento.
Il dolore colpisce la zona dell’inguine per
estendersi alle zone circostanti e può portare all’interruzione dell’allenamento o
della gara. Questa patologia può consentire comunque la prosecuzione dell’attività ; è questo l’errore più grave che si può
commettere. È necessario invece un periodo di stop di 20 giorni che serve (oltre a
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identificare la causa
del problema e predisporsi a eliminarla alla
ripresa) a risolvere i
casi meno gravi e a
evitare il degenerare
della patologia verso
quadri dove si rischia
di avere problemi
anche a camminare.
Se il problema persiste dopo il periodo di
stop, con un esame
obbiettivo si riscontra
un forte dolore a livello inguinale alla pressione del punto di
insersione.
Anche
alcuni movimenti specifici degli adduttori
provocano
dolore.
Bisogna tenere conto
del fatto che altre
patologie
possono
presentare
sintomi
simili a quelli della
pubalgia (ernie inguinali, patologie urologiche o ginecologiche, intrappolamenti
nervosi) ed eventualmente valutare la
possibilità tramite una consulenza medica.
La radiografia consente di individuare
eventuali lesioni a livello dell’osso pubico,
mentre l’ecografia rileva problemi alle
strutture muscolari e tendinee.
Si deve precisare che la terapia conservativa è quella che dà i migliori risultati
(stretching, potenziamento muscolare
ecc.), oltre che l’efficacia di terapie fisiche
quali ionoforesi, laser, ipertermia.
In casi particolari e generalmente più gravi
si può ricorrere all’intervento chirurgico.
Campo de’ fiori
21
REALIZZAZIONE DI
SCARPE ORTOPEDICHE SU MISURA
e scarpe ortopediche su misura sono ausili ortopedici per la riabilitazione e il trattamento di stati patologici dei piedi. Questi
presidi medici su misura vengono prodotti a partire da un modello fabbricato individualmente per il paziente. La scarpa è
provvista di tutti gli elementi costruttivi necessari, sotto il profilo ortopedico e della tecnica calzaturiera.
L
RASSEGNA STAMPA
SCARPE E DISTURBI AI PIEDI
Da una ricerca del mensile Class emerge che i piedi di un italiano su quattro sono irregolari e non conformi alla media. E a sorpresa sono i piedi maschili più a rischio. Sotto accusa finiscono proprio le scarpe che, per quasi 15 milioni di italini, rappresentano una fonte di gravi disturbi.
(Adnkronos Salute)
Soffrono di mal di piedi causato da scarpe e tacchi 15 milioni di italiani. I disturbi provocati vanno dalla scoliosi, dalle tendiniti
sino ai più comuni calli e verruche. La scelta delle scarpe è quindi un passo fondamentale nella vita di una persona...
(www.alcatraz.it)
I PIEDI IN FORMA
IL 70% DELLA POPOLAZIONE, CIRCA 15 MILLIONI DI ITALIANI, SOFFRE DI MAL DI SCHIENA
15mila passi al giorno. In 70 anni si percorre, camminando, 4 volte il giro del mondo. Senz’ altro un impegno gravoso per
il nostro corpo, anche perchè questa “maratona” giornaliera viene fatta con calzature inadeguate in posizioni innaturali...
(Il Sole 24 Ore)
er realizzare delle scarpe ortopediche su misura c’è bisogno di una prescrizione medica. Dopo un
colloquio personale con il paziente e dopo averlo informato, lo specialista discute il caso con il tecnico ortopedico. Il presupposto per il successo di questi ausili consiste nella collaborazione tra il
medico, il tecnico ortopedico e il paziente, collaborazione che deve essere improntata sulla massima fiducia.
Grazie all’utilizzo di moderne tecniche e alla formazione dei nostri collaboratori il LABORATORIO ORTOPEDICO FLAMINIO è in grado di realizzare la calzatura adatta ai problemi più difficili del piede, quali:
piede diabetico, piede piatto, piede varo, notevoli accorciamenti della gamba, amputazione dell’avampiede, artrosi, piede reumatico, frantumazione del calcagno, elefantiasi, paralisi flaccida e spastica.
P
PROCESSI DI LAVORAZIONE DI SCARPE SU MISURA
ED ESEMPI DI MODELLI DI ALCUNE CALZATURE ORTOPEDICHE
REALIZZATE DAL LABORATORIO ORTOPEDICO FLAMINIO.
Dott. Daniele Cervoni
Laureato in Tecniche
Ortopediche
Per maggiori
informazioni
o appuntamenti:
Centro
Ortopedico
Flaminio
Tel. 0761.517744
Cell. 339.1816523
Campo de’ fiori
22
Sull’origine ed il destino della legge
“Accetta la legge soltanto colui che ne comprende il valore”
Il luogo di destinazione della legge è ,
innanzitutto, dove la
legge non c’è .
Si trova forse, questo luogo, in qualcuno dei regni della
natura? No, quei
luoghi ce l’ hanno
già la legge; la fisica
del Prof. Massimo
e la chimica si sono
Marsicola
incaricate di scoprirla e di consegnarcela. La legge è destinata invece nel regno
della
possibilità ,
della
libertà .
Destinatari della legge sono coloro
che
aspirano
alla
libertà .
Applicheranno la legge specialmente coloro che amano la libertà . Amare la libertà
significa riconoscere a se stessi un ruolo
attivo nella sua edificazione. Edificare la
libertà nella legge significa promuovere il
bene comune. Destinatari della legge,
infatti, sono gli uomini. Ma anche coloro
che vorranno, da bruti che sono, diventare uomini. Il fatto stesso di accettare la
legge, di sottostare ai suoi dettami, è indice di buona volontà ; volontà di migliorarsi e di contribuire al miglioramento degli
altri e della società . E’ per questo che si
dice: “ accetta la legge soltanto colui che
ne comprende il valore”. Ma da dove proviene la legge? Se, come abbiamo visto,
suo luogo di destinazione è l’uomo, qual è
il suo luogo d’origine? Di primo acchito si
sarebbe portati a rispondere che
luogo di origine della legge è
l’uomo stesso. Sicchè risulta che
l’uomo dà la legge all’uomo. Ma
se sua destinazione è l’uomo
segno è che l’uomo non ce l’ha.
E se non ce l’ha, come può dare
qualcosa che non ha? Ed anche:
visto che le leggi sono promulgate dagli uomini per gli uomini,
quali sono gli elementi che ne
garantiscono il valore universale
impedendo che le scelte fatte
possano avere, invece, un valore
puramente “tribale”?
Sfugge ai più il fatto che ben
anche fosse l’uomo ad originare
la legalità per destinarla agli altri
suoi simili, la legge abita una
regione che non è fisica ma metafisica. Se
si pensasse che è la ragione umana a produrla, si dovrebbe parimenti dire che la
ragione da sola non darebbe origine a
niente. Ha bisogno, infatti, dell’intelletto
per comprendere le condizioni e le necessità ; della memoria per riconsiderarle;
della sagacia per anticiparle; della bontà
per confermarle. Si scopre così che la
legge nasce dall’anima. Ma più ancora.
Essa viene scritta per rispondere ad una
istanza: l’istanza di giustizia. Non si può
infatti aspirare alla giustizia se non
mediante la legge. E non vi potrebbe aspirare chi non possedesse affatto l’idea di
giustizia. Dunque, non si può neppure
concepire la legge senza l’istanza di giustizia.
Il promoter, il motore della legge, la sua
stanza d’origine, si chiama giustizia che,
insieme alla verità e all’amore, sono i principali attributi di Dio. Non è un caso, che
la legge salutare per tutti è quella che Dio
ha dato a ciascuno attraverso i dieci
Comandamenti. Le leggi che non fossero
ispirate ad essi, o che non tenessero sullo
sfondo questa legge di Dio, sarebbero
leggi umane, destinate a perpetuare l’effimero, il particolare, l’errore. Ed è quello
che sperimentiamo ogni qualvolta ci consideriamo insoddisfatti di una pena comminata a un criminale che non fosse giusta.
Campo de’ fiori
23
E se domani … la scuola fosse così ?
Pensieri brevi sul futuro della nostra scuola italiana!!!!
L’inizio del nuovo
anno
scolastico
porta con se problematiche vecchie mai
risolte che ogni
anno si presentano
agli occhi degli studenti, dei docenti e
dei poveri genitori.
La nostra società
di Patrizia Caprioli
italiana resta ancora
troppo arretrata per affrontare la soluzione del binomio istruzione scolastica =
sviluppo economico.
Solo nelle società davvero moderne si
tende ad investire di più nella ricerca e
nell’istruzione proprio nei momenti di crisi
economica del paese. Ma questo breve
articolo non intende analizzare il gap che
da sempre esiste tra la scuola pubblica e la
realtà lavorativa, anche perché ciò
potrebbe impegnare migliaia e migliaia di
pagine di un giornale.
Qui si intende dare un piccolo sguardo al
futuro della scuola moderna, contemporanea. Sperando che un giorno tutto ciò che
viene scritto diventi una bella realtà per
tutti i nostri studenti italiani!
Inizierei proprio da una novità che già è
realtà in circa 10 mila aule scolastiche italiane: l’uso della lavagna elettronica
multimediale, LIM. Essa è composta da
uno schermo che misura tra i 77” e gli 80”,
un computer, un proiettore ed un sistema
audio. Importante resta la connessione
wireless che consente di aggiungere alle
lezioni contenuti presi direttamente dal
web. Al posto del gessetto, il sistema con
l’interfaccia ’touch’ dà la possibilità di scrivere sulla lavagna usando una penna digitale oppure le dita!!!
Un altro elemento che potrebbe essere
introdotto nella scuola è la possibilità di
studiare direttamente da casa grazie ad un
sistema di e-learning, il quale permetterebbe di seguire le lezioni, fare i compiti
ed essere interrogati da un maestro che si
trova dall’altra parte dello schermo.
Potrebbe essere un passo avanti soprattutto nei confronti di quei studenti che
hanno gravi disagi fisici e non possono
seguire le lezioni in un’aula scolastica. A
tale proposito vi segnaliamo due software open source che possono essere
usati con un sistema di e-learning:
Moodle (www.moodle.org) e Dokeos
(www.dokeos.com).
Parliamo, ora, del vecchio libro scolastico, tanto amato, odiato e strapazzato
dagli studenti! Un domani ai nostri
ragazzi non potrebbero più servire zaini
ultra pesanti che spezzano la schiena,
poiché i loro Tablet, Reader e
Cellulari potrebbero divenire i loro supporti ideali per leggere e studiare su ebooks che connessi in rete potrebbero
garantire un aggiornamento costante ed
in tempo reale dei loro studi fatti durante
le ore di lezioni in classe.
E la condivisione? Non si può non trattare della condivisione dei contenuti nell’epoca dei social network sites. Ed ecco che
tramite l’uso dell’applicazione Google Docs
gli alunni potrebbero avere la possibilità di
fare ricerche e compiti ogni uno dalla propria abitazione, ma insieme agli altri loro
compagni connessi in rete. Così si imparerebbe a condividere la conoscenza e si
apprenderebbe in modo migliore e creativo.
Ed a proposito di apprendimento, un
approccio diverso potrebbe essere rappresentato dall’applicazione dei videogiochi
all’insegnamento. Infatti, molte ricerche
hanno evidenziato che giocando imparando l’alunno acquisisce in modo più rapido
e diretto la nozione dei contenuti didattici.
Lo studente, oggi, ha un approccio ai contenuti ed alle informazioni che possiamo
definire con la parola multitasking, ciò
comporta il fatto che egli riesce ad interagire con più dispositivi ed applicazioni contemporaneamente. Abituati ad essere
immersi in più realtà simultaneamente,
dimostrano di avere un pensiero parallelo piuttosto che lineare (fonte: prof.
Vincenzo Tagliasco, Facoltà di Ingegneria
di Genova).
L’insegnamento dovrebbe, quindi, cercare
di andare in più direzioni per sollecitare la
curiosità intellettuale degli studenti. Allora
ben vengano le sperimentazioni portate
avanti da professori innovatori che integrano le loro lezioni con l’uso di applicazioni tecnologiche, soprattutto se orientate all’open source, per far comprendere
agli studenti contemporanei che è ancora
possibile imparare ad amare la scuola che
li aiuta a migliorare la loro vita futura.
Oggi l’insegnante, secondo me, è chiamato a ricoprire il ruolo di ‘facilitatore dell’apprendimento’, un mentore che guida
i propri alunni per permetter loro di acquisire le competenze necessarie ad esprimere al meglio le loro potenzialità .
“Vi è un’età in cui si insegna ciò che
si sa; ma poi ne viene un’altra in cui
si insegna ciò che non si sa, e questo
si chiama cercare” (Roland Barthes).
Buono studio!
L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti
interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.
Le Fattorie Didattiche nella provincia di Roma:
http://www.fattoriedidatticheroma.it/index.html
Le Fattorie Didattiche offrono la possibilità di conoscere direttamente l’attività agricola, il ciclo degli alimenti, la vita
animale e vegetale, i mestieri ed il ruolo sociale degli agricoltori, per educare al consumo consapevole, al rispetto dell’ambiente ed
al recupero dei valori culturali e delle tradizioni locali. Di altrettanta importanza c’è da considerare la forte azione che svolgono nell’educazione alimentare, con l’intento di educare e modificare abitudini ci consumo sbagliate, avvicinando ragazzi e consumatori alla
riscoperta di antichi sapori e del rapporto tra terra e tavola.
Campo de’ fiori
24
Il primo in Italia
Anche Dario Fo promuove
l’ospedale integrato di Pitigliano
E’ a due passi dalla
provincia di Viterbo
ed è il primo ospedale in cui convivono terapie differenti, vale a dire un
ospedale di medicina integrata. Si
trova a Pitigliano,
nel basso grossetano. Vi lavorano
di Secondiano Zeroli
agopuntori, fitoterapisti e omeopati,
a stretto contato con specialisti di chirurgia, pronto soccorso ed altre specialità
tradizionali. Simonetta Bernardini, che è la
responsabile del piccolo ma frequentatissimo ospedale “Petruccioli”, afferma che:
“In cinque mesi abbiamo già eseguito
1.400 visite, su pazienti che vengono da
tutta Italia, anche se sono soprattutto i
romani ed i laziali in genere, ad essere i
più assidui”. Affianco dell’ospedale è nata
anche un’associazione per promuovere la
medicina integrata, a cui hanno, tra gli
altri, aderito Oliviero Toscani, Dario Fo e
Franca Rame. I pazienti, anche quelli ricoverati, hanno la possibilità di optare: possono ricorrere solo alla terapia convenzionale oppure richiedere l’ausilio di cure
diverse, in appositi ambulatori di omeopatia, agopuntura e fitoterapia. I medici che
vi lavorano sono non più di quindici, ma a
giudicare dai risultati, i pazienti sono molto
soddisfatti ed il clima che si respira all’in-
Da sx: Dario Fo, Franca Rame e Oliviero Toscani, sostenitori dell’ospedale “Petruccioli” di Pitigliano
terno del nosocomio, fa sempre più speraforse a ragione di questa garazia se le visire in un continuo miglioramento delle prete specialistiche prenotate arrivano addiritstazioni, sia nel numero che, soprattutto,
tura a lambire il mese di maggio del 2012!
nella qualità . Ed
in questa ottica
Panoramica di Pitigliano (GR)
ultimamente, per
coprire al meglio,
la lista di attesa,
sono stati aperti
nuovi ambulatori
al mattino per i
casi più urgenti.
Una cosa che va
senz’altro segnalata è che tutte le
cure sono convenzionate con il servizio
sanitario
nazionale. Ed è
Campo de’ fiori
25
po de iori
26
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
La “sciampagna” di nonno Lisandro
Era una sera particolare, di quelle che
c’erano solo a casa
mia, quando la luce
del sole affogato dietro le colline, accarezzava i campi e le
case e, poi, stagliava
all’orizzonte i profili
di Sandro n el i
oscuri delle cime. I
piccioni tornavano ai
loro nidi e si accendevano le luci nelle stalle.
L’aria immobile imprigionava gli ultimi
rumori del giorno prima del silenzio della
notte, e si riempiva del fumo odoroso di
quercia e di nocciolo che usciva dai camini
appena accesi. Sul paiolo appeso alla catena del camino di mia nonna, sopra la brace
baluginante, bolliva, dopo cena, il mosto
che mio nonno avrebbe versato nella tina
per irrobustire il vino che fermentava.
Era, quello, un espediente tramandato
perché il vino migliorasse nel gusto e nella
gradazione, ed infatti i grappoli migliori
che erano stati scelti durante la vendemmia, venivano fatti essiccare al sole e poi
bolliti per far perdere loro la parte acquosa e, così , con quel concentrato, esso
avrebbe acquistato un bel colore ambrato
ed un gusto lievemente marsalato. Nelle
annate migliori, mio nonno ne imbottigliava una piccola quantità per le feste più
importanti dell’anno, come il Natale, la
Pasqua, le feste patronali, i compleanni ed
anche le ricorrenze eccezionali come i battesimi, le cresime, le comunioni ed i matrimoni.
Quanta soddisfazione riceveva quando,
aperta una bottiglia, vedeva gradire con
gusto il suo prodotto dai suoi famigliari ed
amici! Quanto orgoglio traspariva dallo
25 anni di matrimonio di Augusto Anselmi ed Alba Iannoni. Sul tavolo, una bottiglia della
sciampagna di nonno Lisandro (ultimo a destra nella foto).
sguardo acuto e dalle labbra serrate e leggermente piegate, a dimostrare la sua
stessa meraviglia nell’aver prodotto quel
nettare! Dall’inizio del pasto aspettava solo
che gli avessero chiesto di stappare una
delle sue bottiglie, e lui godeva dell’insistenza delle richieste facendosi quasi pregare.
Allora usciva sulla loggetta dove aveva
lasciato le bottiglie al fresco e ne portava
a tavola soltanto una come fosse stata una
preziosa reliquia.
Se poi, per il numero di commensali essa
non bastava, allora riiniziava il rito della
questua per la seconda bottiglia, fra le risa
e l’ilarità di tutti e lo schiamazzo dei
numerosi nipoti che, in coro, ripetevano:
“A no’, ‘n’ antra bottija de sciampagna!”.
I bambini, che non bevevano il vino,
gustavano i dolci chicchi di uva secca (passita) che il sole aveva imbrunito e raggrinzito e poi fichi secchi, cazzotti e tozzetti.
Il calore delle lampade ad incandescenza
indorava, con i bagliori del fuoco, i visi già
accesi.
po de iori
Come eravamo
Fornaci e càsole, botti e presse, cessi e lavabi, eppoi… i piatti
E’ un anno importante
per
Civita
Castellana, perché
l ’ammi ni strazi one
comunale ha voluto
etichettare questo
2011 anno della
Ceramica. Sono stati
programmati incon tri, mostre, dibattiti,
di le andro Soli
giornate di studio,
spettacoli
teatrali
all’interno di stabilimenti ceramici, insomma si è voluto porre all’attenzione di tutti
il valore l’importanza e il ruolo che da millenni la “ceramica” ha avuto ed avrà (malgrado l’attuale crisi) sulla nostra cittadina.
Il civitonico ha nel suo DNA questo materiale, croce e delizia del suo corpo, croce
che si chiama “silicosi”, malattia terribile
che atrofizza i polmoni, delizia che si chiama “guadagno” che insieme al lavoro ricco
di “cottimo” gli ha permesso (almeno fino
a poco tempo fa), un tenore di vita sopra
la media, permettendo all’operaio di divenire a sua volta datore di lavoro. Come
non ricordare perciò in questa mia rubrica quello spaccato di vita del ceramista
post-guerra, concentrato sul suo lavoro,
toccasana della ricostruzione del nostro
paese.
Il ceramista civitonico, da sempre operaio
atipico, non ha mai esitato ad alzarsi alle
quattro del mattino, sapendo che all’ora di
pranzo sarebbe ritornato a casa, sapendo
di aver guadagnato di più grazie al cottimo. Ha ignorato le mense aziendali e il
ritorno in fabbrica come da sempre avviene al nord, dove l’operaio fa sì una vita
più regolare, ma non raggiunge i risultati
che qui hanno dato il benessere.
Allora entriamo nella vecchia fornace
toscana: caldo asfissiante che secca i polmoni del “fornaciaro”, calzoni corti, canottiera o torso nudo, sempre, estate o inverno; un feltro da pressa legato alla vita da
uno spago, corre sempre,
quando carica il forno con
“fascine” per far fuoco,
prima dei “ciocchi di
castagno” che daranno
brace per la cottura dei
sanitari. Che fatica poi
scaricare le “casole” fatte
di materiale refrattario a
ciclo concluso, quelle
casole che contenevano il
“crudo”, caricate con cura,
ed ora, aperte a mostrare
il pezzo finito, smalto lucido che ancora scotta. Ho
iniziato dalla fine, perché
il risultato della ceramica
è in questo settore, è qui
che vengono a galla tutti i
difetti o i pregi del lavoro
fatto a monte. Si parte
dalla sala impasti e sala
presse. Ecco le grandi
botti cilindriche, dove l’operaio “manovale” sale gli
scaloni portando “cofane”
di terra su, fino all’imbocGustavo Bergamaschi (Gustavino) in ceramica
catura del recipiente,
dove l’impasto sarà triturato e amalgamachè poteva ammirare il pezzo finito, ma
to grazie ai grossi ciottoli di fiume prececrudo. Ecco allora gli “stangati” fatti di
dentemente inseriti. Quanta fatica, e
tavole in legno sovrapposte a misura,
ancora quanta fatica in sala presse, quanpronti ad accogliere quanto fatto precedo in due, uno per lato, si spressavano le
dentemente, aspettando quell’essiccaziopizze di creta semisolida, staccandole dai
ne naturale del sanitario, favorita dalla
rigidi feltri, pronte per fare “i palloni” per
calura dell’ambiente. Naturalmente era un
gli “stampatori”. Altro reparto, reparto
lavoro fatto a rotazione, perché per esemstampa, quello “creativo”, dove i palloni
pio, nell’arco di un turno di lavoro oltre che
venivano “affettati” con un filo d’acciaio,
stampare, si andava anche a “rifinire” i
lastre di creta pronte per essere adattate
pezzi ormai essiccati. E qui iniziava il bello,
sul modello in gesso.
si “scartavetrava” il pezzo, creando nuvole
Qui iniziava l’opera del ceramista che
di polvere nello stanzone caldo e fumoso,
tagliava, lisciava, dava forma al sanitario,
si soffiava addirittura su di esso, alla faccia
“accoppiava” una o più volte le parti e
della futura silicosi, sempre di corsa per
aspettava una prima solidificazione. Poi
produrre di più, per “guadambià de’ ppiù”.
staccata la stampa di gesso, rifiniva e
...continua sul prossimo numero
lisciava ancora con stecca e spugna, fin-
Campo de’ fiori
2011
Anno
Anni ‘60, il boom economico di Civita Castellana:
la ceramica!
E’ a tutti noto che le fabbriche di ceramica
attive a Civita Castellana nel XIX secolo
producevano essenzialmente stoviglie ed
affini. Nel secolo successivo, con lo sviluppo urbanistico della città e con il miglioramento generale delle condizioni igieniche,
prese il sopravvento il comparto degli articoli sanitari, anche se gli stabilimenti più
importanti continuarono a produrre piatti e
manufatti artistici.
Tuttavia la stoviglieria conosce una nuova
fioritura alla metà del secolo scorso, nell’età del boom economico, quando si diffonde il benessere, diventando più agiate
le condizioni di vita degli italiani, si afferma il consumismo, si dispone largamente
di manodopera femminile e di abbondanza
di materie prime provenienti dall’estero, ma
anche locali.
Verso la fine degli anni
’50 la fabbrica civitonica
più nota per la produzione delle stoviglie era
senza dubbio la ceramica
Castellania.
L’assortimento degli articoli prodotti non era
vasto, ma la qualità era
notevolmente migliorata
rispetto a quella precedente grazie ad un impasto ceramico realizzato
dal
signor
Anselmo
Rodella. Nonostante ciò ,
un piatto si vendeva a 50
lire.
I rapporti con i clienti
erano diretti; le vendite
avvenivano in fabbrica
senza bisogno di rappresentanti o intermediari.
Quasi tutta la produzione
veniva assorbita da compratori dell’Italia
centromeridionale. Si caricava la merce su
camion, alla rinfusa, senza imballo, salvo
la paglia utilizzata per protezione.
Soltanto nel 1967, con la nascita della
ceramica San Marciano di Lucentini,
Sansonetti, Vidualdi, iniziò anche sul
piano commerciale a cambiare qualcosa.
Questa nuova fabbrica, in concorrenza con
la produzione di stoviglie toscane e piemontesi, portò sul mercato una serie di
articoli allora molto richiesti, decorati con
allegre fantasie di fiori e fasce colorate,
varie ed assortite. Dal successo di questa
iniziativa nacquero altre fabbriche e la
conseguente crescita dell’offerta di questi
prodotti rese necessaria un’organizzazione
Scheda di Bruno Bernardi: nato a Civita
Castellana nel 1933. Dopo aver conseguito il
diploma di maturità artistica presso il liceo artistico di Roma, svolge un’intensa attività , ottenendo riconoscimenti sia a livello locale che a
livello nazionale (nel 1960 vince il primo premio
alla mostra internazionale di ceramica ai Castelli
Romani e alla mostra di arti figurative presso
l’Accademia
Internazionale
“Artis Templum” di Roma) e dedicandosi nel contempo all’insegnamento (dapprima insegna
Ceramica all’Istituto S. Michele di Roma e poi, fino
al pensionamento, Educazione Artistica nelle
scuole medie della provincia di Viterbo.
Parallelamente mantiene l’incarico di designer
presso la ceramica “Castellania”, per la quale realizza numerosi decori fino alla chiusura dello stabilimento e alla cessazione dell’attività produttiva.
di vendita più moderna e efficace. Fu così
che le fabbriche di Civita Castellana cominciarono a partecipare alle maggiori fiere e
manifestazioni del settore, a prendere
contatti con i buyer e rappresentanti
nazionali ed internazionali.
Erano gli anni del boom economico ed
anche Civita Castellana colse l’occasione
per raccogliere notorietà e risultati economici. Durante questo periodo un ruolo
molto importante, per la caratteristica dei
prodotti, lo svolsero i maestri della decorazione. La necessità di creare decori nuovi
e originali a costi competitivi era un impegno costante, che si sapeva affrontare con
creatività e successo.
Chiunque si recava in fabbrica e desiderava realizzare un campione di un decoro di
proprio gusto trovava la piena collaborazione e disponibilità di questi maestri, che
con professionalità e competenza, riuscivano a soddisfare le richieste del cliente,
facendo il loro lavoro con piacere e dedizione, al di sopra del proprio dovere.
Il 2011 a Civita Castellana viene celebrato
come l’anno della ceramica e si sta progettando, presso il Centro Commerciale
Marcantoni, un Museo dove verranno
esposti i reperti e i documenti per testimoniare il lavoro svolto nelle fabbriche. Sarà
opportuno anche ricordare l’importanza
che hanno avuto gli ultimi decenni del
secolo scorso, così rilevanti nella storia
della nostra cittadina.
Ed è anche doveroso, quale riconoscimento all’attività artistico-artigianale, ricordare
ai nostri concittadini, i maestri di decorazione: Omero Ammannato, che salutiamo
con particolare stima ed affetto, Bruno
Bernardi, Luciano Caregnato, Luigi Di
Govancarlo, Massimo Mancini, Livio
Piccinini e Poldo Pieri.
Massimo Mancini vive e lavora a Civita
Castellana. Negli anni Settanta si diploma
all’Istituto d’arte. Frequenta il corso di scenografia all’Accademia di Belle Arti in Roma e consegue l’abilitazione all’insegnamento di disegno e
storia dell’arte, che gli permette di insegnare in
vari istituti e licei della provincia di Viterbo, tra gli
anni ’80 e ’90, mentre si dedica alla decorazione.
Nel 2000 apre a San Gimignano (SI) una piccola
galleria dove realizza ed espone oggetti d’arte in ceramica decorati
a mano.
Inizia a lavorare durante gli
anni scolastici con una pittura figurativa e paesaggistica, poi si avvicina alla
cromaticità dell’astratto e
agli effetti della pittura
optical.
Campo de’ fiori
della
29
Ceramica
Luciano Carenato ha insegnato discipline pittoriche all’Istituto d’Arte di Civita Castellana dopo
aver conseguito la laurea presso l’Accademia delle
Belle Arti di Roma. Alla fine egli anni ’60 è entrato nel settore delle stoviglierie, iniziando a collaborare con la Ceramica Terzana. Dopo breve
tempo inizia a collaborare con Gualtiero Brunelli
alla Cermanica Castellania, dove trasfora radicalmente la decorazione passando dai decori classici
ai decori geometrici e floreali più attuali e fortemente apprezzati dal
mercato. La creatività di Carenato riscuote ancor
più successo presso la Ceramica Tiffany, dove, sempre al fianco di Gualtiero Brunelli, realizza una collezione di forme insolite per Civita Castellana: ottagonali, quadrati e rettangolari. Prima di entrare nell’età della pensione, Carenato ha svolto attività di consulenza e collaborazione con diverse fabbriche fra
cui Falisca, Primula, Esastovil, Polistampa, San
Marciano, Borgo, Keraviv e Vallelunga.
Pierluigi di Giovacarlo ha frequentato l’Istituto
d’Arte di Civita Castellana, con grande passione e
profitto, dove ha conseguito il diploma di Maestro
d’arte. Dopo il sevizio militare è stato assunto
dalla società CIPA con il ruolo di decoratore.
All’inizio degli anni ’80, passa alla società
PRO.DI.M.ART. con l’incarico di caporeparto della
decorazione. Negli anni seguenti, collabora con la
Stovit e con la Ceramica Cepa con mansioni di
disegnatore di decori e organizzatore del settore della decorazione
con varie tecniche. Nel 2004 è inviato dalla C.C.I.A.A. di Viterbo a
rappresentare l’artigianato della ceramica alla fiera mondiale del
libro di Santo Domingo, dove i suoi lavori ottengono grande successo ed elogi dalle più alte cariche politiche e culturali della Repubblica Dominicana. Opere importanti di Pierluigi di Giovancarlo sono esposte al
museo del Faro accanto a reperti e testimonianze
dei tempi di Cristoforo Colombo e di tanti italiani
che lavorano in questa terra.
Livio Piccinini ha iniziato a lavorare nel settore
della stoviglieria negli anni ’50, dopo aver frequentato per un certo periodo la scuola d’Arte.
Arricchisce la sua esperienza lavorando nel settore delle stoviglierie presso diverse aziende, fin
quando, negli anni ’70, viene assunto alla
Ceramica San Marciano. E’ lì che ha modo di
dimostrare il suo naturale talento con accorgimenti tecnici che ottimizzano i
tempi di lavorazione, ottenendo significativi risultati estetici. Livio ha lavorato anche presso la
Ceramica Castellania come caporeparto di decorazione ed alla Ceramica Tiffany, dove ha contibuito
a mettere a punto la nuova tecnica di produzione
con materia prima ottimizzata e pressata.
Attualmente Livio Piccinini ha perfezionato una
tecnica di decorazione mista con fotoceramica ed
effetti particolari eseguiti a mano.
Leopoldo Pieri è nato a Roma il 10 luglio 1933.
Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Civita
Castellana per cinque anni, ottenendo l’attestato
di Maestro d’arte. Inizia a lavorare presso la
Ceramica Sbordoni per poi, dopo il servizio militare, iniziare una collaborazione con la Ceramica
Terzana, dove organizza e dirige il reparto decorazioni.
Per motivi di distanza accetta la collaborazione
con la Ceramica San Marciano, dove con
la sua veneranda esperienza nel settore,
insegna l’arte della decorazione a giovani
collaboratori. Dopo queste esperienze,
con alcuni amici, fonda l’Italceramica
dove, oltre a partecipare come socio, ha
diretto per diciotto anni il reparto della
decorazione, fino al 1974, anno in cui è
andato in pensione.
Al via le iniziative. Presentati i primi appuntamenti in programma,
con la conferenza stampa del 30 Settembre.
Sono state presentate il 30 settembre le iniziative organizzate dal Comune di Civita Castellana, per
l’Anno della Ceramica in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria
Meridionale, l’associazione Argilla, l’associazione 20Chiavi e gli artisti di Civita Castellana.
“Dopo l’ottima riuscita dell’Anno dei Cosmati del 2010- ha affermato il sindaco di Civita Castellana,
Gianluca Angelelli - quest’anno abbiamo deciso di porre la ceramica al centro dell’attenzione, organizzando una serie di eventi culturali per celebrare quella che non solo è il volano della nostra economia, ma anche una parte importante della storia remota della città ”.
Il primo e l’otto di ottobre il tema del lavoro verrà declinato in forma di spettacolo teatrale all’interno di due fabbriche. Teatri per una sera diventeranno due aziende del distretto industriale di
Civita Castellana, che ospiteranno i due appuntamenti del festival “Storie di lavoro”. Presso la
Ceramica Flaminia si svolgerà lo spettacolo teatrale “Cinquanta!” il primo ottobre alle
ore 21,00. Presso la ceramica Kerasan si terrà invece lo spettacolo
“Pasticceri” l’otto ottobre alle ore 21,00.
“Il festival Storie di lavoro coniuga gli ambienti con i temi propri del mondo
del lavoro - ha spiegato Elisa Maurizi per l’associazione 20 Chiavi - Siamo
molto felici che quest’anno il festival sia potuto entrare nelle fabbriche con i
due appuntamenti in programma per sabato primo e otto ottobre a cui invito
tutti a partecipare”.
Il 14 ottobre sarà inaugurata la mostra “Duemila anni di produzioni
ceramiche a Falerii”, a cura della Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell’Etruria Meridionale. Alla mostra saranno esposti
per la prima volta manufatti ceramici finora contenuti negli archivi
del Forte Sangallo, che testimoniano la lunga storia della ceramica
di Civita Castellana. La mostra sarà aperta dal 15 ottobre all’8 gennaio 2012. Il 14 ottobre alle 18,30 sarà invece inaugurata la Mostra di scultura dell’artista Gino Aleandri, a cura dell’associazione
culturale Argilla, che resterà aperta dal 14 al 23 ottobre presso i locali appena ristrutturati delle Ex Carcerette, in via Vinciolino.
Sabato 15 ottobre è invece in programma una “Giornata di studio sulla storia della Ceramica a Civita Castellana e nell’Alto Lazio”
dalle 9,00 alle 19,00 presso la sala conferenze della Curia Vescovile.
Domenica 16 ottobre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 sono previste diverse visite guidate alle mostre e alle botteghe artigiane a
cura dell’associazione Argilla.
po de iori
30
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
BLACKSAD
di Juan Dì az Canales e Juanjo Guarnido
edito da Lizard Edizioni – 4 volumi, conclusa
Superbo e unico. Ciò che rende diverso questo fumetto
dagli altri sono gli attori sul palcoscenico, tutti animali.
Questo aspetto ricorda Robin Hood della Disney, anche se
totalmente differente: lo sceneggiatore, Dì az Canales,
pesca a piene mani dai clichè del noir.
Qui di Robin Hood c’è solo il meccanismo, portato a più
estreme e a momenti più affascinanti conseguenze.
Perché qui l’atmosfera è marcia e c’è la pioggia. Perché
qui si fa sul serio e si muore.
Ogni vignetta potrebbe essere la copertina del volume,
dove ogni immagine racconta storie diverse da quella principale grazie all’espressività data ai personaggi sullo sfondianiele e ella
do. E lì ci si perde facilmente, in una storia che, se letta
con attenzione, rivela
mille sfumature. Se l’impatto visivo mozza il
fiato, si ha l’impressione di alzarsi da tavoI protagonisti,
la con la fame quando si guarda alla carattutti animali, sono
terizzazione dei personaggi e le motivazioni che li spingono ad agire. Nonostante
immersi in clichè
questa pecca, comune a molti fumetti classici francesi, BLACKSAD è osannato come
tipicamente noir,
un capolavoro assoluto…
Lascio
l’indirizzo
del
mio
blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
dove si muore sul
serio!
Gli artisti di Camp
Vi proponiamo ancora le opere degli artisti locali c
ti ben dieci ed hanno riscosso molto successo con
festeggiamenti patronali dei S.S. Marciano e Giova
chiostro dell’ex seminario in Piazza Matteotti.
Campo de’ fiori
3
La rubrica dei cognomi
I cinque Cognomi
C
più diffusi a
ome appare
nella
lista,
il
cognome più diffuso a Calcata è
Gasperini
di Arnaldo Ricci
[email protected]
Adesso vediamo la
diffusione e la dislocazione a livello
nazionale.
Gasperini:
(presente in 482
comuni d’Italia) la sua presenza è uniformemente distribuita in tutta l’Italia centro - settentrionale; in quella meridionale
ed insulare è un cognome raro; in Molise
è totalmente assente. Molto probabilmente le sue origini vanno cercate in alta
Toscana.
Orsini:
(presente in 988 comuni
d’Italia) anche la diffusione di questo
cognome è concentrata nell’Italia centro –
settentrionale con particolare evidenza in
Lombardia ma meno nel nord – est.
Nell’Italia meridionale ed isole esso è poco
presente. Le sue origini, molto probabilmente sono laziali.
Calcata
d’ Aosta, Calabria e Sardegna, il cognome
è completamente inesistente, si desume
pertanto, con buone probabilità che esso
tragga le sue origini nel Lazio.
De Santis:
1°
Gasperini
(presente in 1491
comuni d’Italia) mediamente diffuso in
tutta Italia, con evidente concentrazione
al centro ed in particolare nel Lazio. Le origini di questo cognome sono sicuramente
da ricercare all’interno del Lazio.
2°
Orsini
Giovannetti:
3°
Di Cosimo
4°
De Santis
5°
Giovannetti
Tali cognomi in ordine di
diffusione sono i seguenti:
(presente in 423
comuni d’Italia) è diffuso in tutta l’Italia
centro – settentrionale, con particolare
concentrazione in alta Toscana e Lazio. Nel
meridione ed isole è poco diffuso. Risulta
completamente assente in Basilicata e
Calabria. Le origini possono essere o laziali o toscane.
Seguirà sul prossimo numero lo stesso
Di Cosimo:
(presente in soli
114 comuni d’Italia) la presenza è concentrata con maggiore evidenza, nel
Lazio; nel resto d’Italia è sporadicamente
presente. Nelle regioni Veneto, Friuli, Valle
po de’ fiori in arte
che si appogiano alla nostra rivista! Sono diventan la loro ultima esposizione organizzata durante i
anni, a Civita Castellana, all’interno del suggestivo
Intanto è possibile apprezzare i loro
splendidi lavori tutti i giorni, presso il
locale di esposizione permanente in
Corso Bruno Buozzi, nel quale si possono
trovare anche i nuovi ed i vecchi numeri
della nostra rivista, oltre che sottoscriverne l’abbonamento. Un ringraziamento
particolare va a Paola De Angelis, figlia
della sigora Maria Finesi, pittrice di Civta
Castellana di cui si può osservare un
dipinto qui nella foto di destra, in alto a
sinistra, scomparsa un anno fa, che ha
gentilmente messo a disposizione questo
spazio.
studio per il comune di Castel Sant’
Elia.
Campo de’ fiori
32
Associazione Artistica Ivna
Recensione poetica...
a
cura
della
Prof.ssa
Maria
Cristina Bigarelli
15° MINI FESTIVAL “CITTA’ DI VITERBO”
Aperte le iscrizioni fino al 31 Ottobre per i giovani di età compresa tra i 6 ed i 20 anni
Dopo un’estate piuttosto intensa – costellata da svariate esibizioni in giro per la proI vincitori dello scorso anno
vincia – torna il vero e proprio Mini Festival “Città di Viterbo”, tuttora unico malgrado
insieme a Pierluigi Alberti
i numerosi tentativi di imitazione!
(a sx) e Paolo Moricoli (a dx)
La manifestazione, giunta alla sua quindicesima edizione, avrà il suo epilogo – a
Viterbo – domenica 18 dicembre p.v., dopo aver svolto le semifinali a Fabrica di
Roma (4 dicembre p.v.) e Blera (11 dicembre p.v.).
Come al solito, l’organizzazione è a cura dell’Associazione “Omniarts”, con il
patrocinio ed il contributo della Provincia di Viterbo e dei Comuni di Blera,
Fabrica di Roma e Viterbo. Anche nel 2011, inoltre, il Mini Festival diventerà promotore di solidarietà , in quanto farà parte delle manifestazioni promosse da “Viterbo
con Amore”.
Fino al 31 ottobre p.v. è possibile iscriversi al Mini Festival; ogni partecipante sceglie il brano da cantare e, se non l’ha già , ne riceve il testo e la base musicale. Per le iscrizioni basta telefonare a Pierluigi
Alberti (tel. 0761/227334 – 320/1435180) o Paolo Moricoli (328/7188646); a metà novembre si svolgeranno le selezioni per le semifinali, presso il Porter Tavern di Viterbo.
La grande novità del 2011 è che, assecondando le numerose richieste dei mesi scorsi, abbiamo deciso di ampliare il range dei partecipanti
sino a 20 anni. Le nuove categorie, quindi, saranno da 6 a 11 anni, da 12 a 15 anni e da 16 a 20 anni.
I partecipanti saranno, ovviamente, giudicati da una giuria di assoluta qualità che, anche quest’anno, sarà presieduta dal giovane tenore viterbese Antonio Poli – vincitore del Mini Festival 1998 – che, dopo aver partecipato al Concerto di Capodanno 2011 (dal Teatro “La Fenice” di
Venezia, RAI 1) e al “Nabucco” di Verdi con cui, sotto la direzione del M° Muti, si sono aperte le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia,
è ormai considerato il talento lirico in più forte ascesa in Europa.
Oltre ad un simpatico omaggio per tutti i partecipanti ed ai premi – con l’esclusivo logo del Mini Festival – per i primi tre classificati di ogni
categoria (cat. 1 per i nati tra il 2000 e il 2005, cat. 2 per i nati tra il 1996 e il 1999, cat. 3 per i nati tra il 1991 e il 1995), il vincitore della
sezione dedicata ai più grandi avrà la possibilità di incidere un CD in una sala di registrazione professionale. I primi tre classificati della terza
categoria, inoltre, potranno partecipare – gratuitamente – agli stage formativi estivi tenuti da Tuscia in Jazz.
Il nostro concorso canoro sta crescendo edizione dopo edizione; in questi anni abbiamo lanciato talenti come le già famose Anna Tatangelo
(vincitrice della Sez. Giovani del Festival di San Remo nel 2002 e della categoria “donne” nel 2006) e Alina (seconda classificata della Sez.
Giovani del Festival di San Remo nel 2003); i nostri piccoli grandi artisti spopolano in ogni concorso – locale e nazionale (una delle vincitrici
del 2010 veniva dalla Sardegna…) – in cui partecipano… le apparizioni televisive non sono più una rarità … di Antonio Poli abbiamo già detto:
il nuovo Pavarotti è proprio lui!
p. Ass. OMNIARTS
Paolo Moricoli
33
Campo de’ fiori
MULARI, VACCARI E CARRETTIERI
NELLE STALLE DELLO “SCASATO”
Gli addetti al trasporto di merci quando non esistevano ancora i veicoli moderni
A Civita quando non
c’erano auto, camion
o furgoni vari, oltre
ad esserci gli operai
delle fabbriche ed i
contadini, vi erano
altre tre categorie di
lavoratori: i mulari, i
vaccari e i carrettieri,
che trasportavano
merci ed avevano le
di Francesca
stalle “a’ ‘o Scasato”.
Pelinga
Vi erano infatti tre
tipi di mezzi di trasporto: il carretto, un veicolo a due ruote unite da un’asse e con
sponde alte per il trasporto di roba, poteva
essere trainato da muli, e cavalli; la barrozza, trainata da buoi o vacche, carro grande
con quattro ruote, due piccole davanti e
due grandi dietro; il cariolo trainato da tre
cavalli, sempre con quattro ruote, due
grandi e due piccole con sterzo ed il cavallo di centro portava “o sellino”, un fascione
di cuoio con cui il cavallo era attaccato al
carro, i cavalli ai lati erano chiamati “bilangini”. Il mestiere di carrettiere esisteva già
fin dai tempi della Roma antica; nacque con
la coltivazione della vite e nel medioevo
divenne parte della corporazione dei fabbri
che ferravano i cavalli e solo successivamente nacque la corporazione dei carrettieri, detta anche dei mulari. Il carrettiere che
possedeva cavalli era un trasportatore di
merci varie che andavano dai prodotti stagionali della campagna, al materiale da
costruzione, al carbone, ai concimi; i mulari avevano i muli, animali ibridi, figli della
cavalla e dell’asino, e trasportavano legna
da ardere e carbone, anche fascine che servivano ad alimentare i forni per la cottura
delle ceramiche; i vaccari possedevano vacche e buoi ed andavano a caricare la legna
e ad arare. Queste tre categorie avevano,
in genere, il mezzo di loro proprietà : carretto e animale. Generalmente lavoravano
per conto terzi: proprietari terrieri, commercianti, costruttori; vivevano sempre
sulle strade, a volte seduti sul carico, oppure a piedi, al fianco degli animali. Quando si
accorgevano che le bestie faticavano a trasportare la merce, si appoggiavano a qualche sporgenza e li aiutavano a tirare. Prima
della consegna del carico andavano in via
Ferretti, vicino all’albergo Flaminio, dove
c’era l’ufficio del dazio. Pagavano per poter
pesare il carro con la merce, poi andavano
a piazza Marconi, nel vecchio mattatoio
dove vi era la bascula, una grossa stadera
per merci pesanti e ingombranti, costituita
da un piatto mobile collegato per mezzo di
una leva ad un altro piatto destinato a ricevere i pesi. La forma di pagamento era a
viaggio; il compenso veniva pattuito in base
al percorso ed al materiale da trasportare. Ad esempio, la legna veniva
pagata al metro o a fascina. Il giorno
di paga era il sabato quando si recavano dal proprietario terriero per il
quale avevano lavorato e venivano
pagati in base a quello che avevano
trasportato. Il carrettiere si alzava
molto presto, tra le tre e le quattro di
mattina; andava nelle stalle a pulire
ed accudire le bestie che non trascurava mai. Le governava con il pane
in cui aveva mischiato la semola ed
era così pronto “o pappone”. Puliva il
manto, le gambe, i garretti e controllava gli zoccoli, perché , se qualche
ferro si schiodava, poteva danneggiare le bestie. Per pranzo si portava “o
fagotto”, così detto perchè il cibo, “o
pane co a mella”, era avvolto in un
pezzo di stoffa. Quando i proprietari
terrieri civitonici dovevano tagliare la
legna chiamavano i taglialegna, dopo
cominciava il lavoro del mularo che
consisteva nel trasportare il carico dal
posto di origine fino al deposito
(imposto), che generalmente era
situato in uno slargo dove poi arrivavano i carrettieri per caricarla. Il lavoro era
duro, durissimo, tanto più che si combatteva con i rivali. Quando pioveva e non si
poteva lavorare, i carrettieri civitonici si
riunivano e scommettevano sull’animale
che tirava di più, oppure andavano all’osteria ”co’ ‘o fagotto” per fare colazione con un
buon bicchiere di vino e generalmente si
ubriacavano già di prima mattina. Le stalle
erano dunque allo Scasato, dopo lo stop,
vicino all’istituto d’arte, dove c’era uno stabile del sig. Marcuccio Gatti, chiamato
“Fagocchio”, il quale riparava i carretti. A
sinistra vi era Gracco che ferrava cavalli e
muli. La ferratura avveniva in questo modo:
tolto con le tenaglie quel che rimaneva del
ferro vecchio, veniva spianato lo zoccolo
con un attrezzo che chiamavano incastro,
una specie di scalpello ben affilato con il
manico a cazzuola, poi si tagliavano le
unghie eccedenti, spianandone la superficie, ed infine si rifiniva con una raspa.
Quindi si applicava il ferro nuovo, infuocato
in modo da spianare lo zoccolo, che veniva
inchiodato con la dovuta precauzione e precisione per evitare che i chiodi, oltrepassando lo strato d’unghia, andassero a ledere la parte viva dello zoccolo. Infine si
tagliava la parte eccedente del chiodo,
ribattendone una parte sulla superficie laterale dello zoccolo, in modo che non si
potesse sfilare. Sempre a sinistra c’erano il
mattatoio, il lavatoio, il monastero e la
chiesa di Sant’Antonio. Sulla destra vi erano
i Pulcini pellicciai con deposito di pelli e
lana; le stalle dei porci; le stalle dei carrettieri; l’abbeveratoio; il caciaro; altre stalle;
gli orti e la fabbrica di Percossi; in fondo la
fabbrica di Coletta. Il letame degli animali si
doveva trasportare la mattina molto presto,
per non appestare Civita con il cattivo
odore e perché altrimenti si veniva multati.
Nel mese di maggio, per recarsi al
Santuario di Castel Sant’Elia, la barrozza
serviva a trasportare le persone: si montavano delle panche a ridosso delle sponde
laterali, più una al centro; si infiocchettavano con nastri le corna dei buoi; si addobbava il carro con la ginestra. Non si stava
certo molto comodi, ma fra canti e risate,
con pazienza e fede, si arrivava a destinazione. I mulari erano: Dobboloni Pietro
detto “Pulenta” - Buttarelli Gigino detto “o
Zoppo” - Giovanni Abballe ”o Mularo”.
Vaccari: Menicacci - Angeletti RuggeroRosella Nicola - Rosella Vicenzo detto
”Nicenso” - Brocchi Ovidio - Lucentini
Innocenzo detto ”Baffetto” - Marchetti
Giacomino detto ”o Billo”. I cavallari:
Mancini Lorenzo detto “Cappuccino” - Tuia
Ulderico detto ”Masqualò ” – Tuia Luigi e
Checco detto ”Gigiò ” - Marcantoni Pietro
detto ”Pellecchia” - Santini Giovanni detto
”Peppilo” - fratelli Gemma detti ”Dantò ” Belloni Arcangelo - Ceselli Domenico detto
”Quattro marce”. Angeletti Marciano era
uno degli aiutanti pagati a giornata.Un grazie al sig. Peppino Mancini e alla sig. Maria
Rosella che mi hanno aiutato a ricostruire
questa pagina della nostra storia locale.
Campo de’ fiori
AGOSTINO PARADISI
Civita Castellana 1654 - Modena 1732
del Prof. Architetto Enea Cisbani
I
l rinvenimento in un archivio, di alcuni
documenti notarili relativi alle disposizioni testamentarie di Agostino PARADISI, avvocato nato a Civita Castellana nel
1654 e consigliere intorno al 1700 del
Duca di Modena, ci consentono oggi di
definire con estrema precisione la figura di
questo importante e dotto erudito - oggi lo
definiremo intellettuale - che dopo gli iniziali anni trascorsi a Civita Castellana, nel
1685 si trasferisce a Modena dove grazie
alle sue innate abilità forensi e letterarie,
diviene un personaggio in vista della città
emiliana e il primo consigliere del Duca di
Modena, senza però dimenticare, come
vedremo nel corso della trattazione, le sue
origini, la sua storia e la città dove è nato.
Leggiamo il primo e più importante documento: “……v’aveva un molto illustre
signore, di nome Paradisi, nato in Civita
Castellana. Questo era allora tanto in grazia del Duca di Modena, che divenne il suo
primo consigliere. Però era uomo di fortune assai copiose, inclinato al bene, e
non aveva alcun erede a cui poter lasciare
il suo……il Santo Vescovo gli scrisse, per
sentire se egli volesse concorrere alla fabbrica del seminario e così promuovere il
bene della sua patria.
Quel signore accettò incontanente quest’opportunità , per giovare
a quella terra dove era nato, e
mandò una lettera compitissima
al Prelato, nella quale diceva che
era oltremodo contentodi aver
parte in questa fabbrica, per la
quale fin d’allora cedeva diecimila scudi.
Avvennero queste cose nel 1732, e poco
appresso quel signore fu tocco da un colpo
di aplopessia.
Riavutosi un poco dal suo male, novamente fece scrivere dall’esecutore del suo
testamento al Santo Vescovo la parte che
in quella sua ultima volontà riguardava
questa donazione che avea fatta di diecimila scudi per la fabbrica del Seminario in
Civita Castellana.
Corsa voce per la città di tanta cortesia
che aveva avuto quel signore, il Magistrato
pensò di dovergli scrivere a nome di tutti
i cittadini per ringraziarlo di tanta sua liberalità .
E quegli preso da quest’atto col quale i
suoi concittadini mostravansi a lui obbligati, tornò di nuovo con una lettera a protestare, che quella piccola somma sarebbe
stata senza dubbio spesa per una città
così riconoscente.
Stando in tal punto le cose, ognuno s’aspettava di vedere tra breve por mano ai
fondamenti della fabbrica.
Quando venuto a morte il Paradisi, fu trovato che non v’era quella parte del suo
testamento che avea trascritto nella lette-
ra e che questo era al tutto diverso da
quello che avea fatto dianzi.
Poiché il buon vecchio, essendo ottuagenario e infermo di mente, mutava spesso il
testamento senza ricordarsi punto di quello che avea promesso.
Venuta meno pertanto questa via che
sembrava cotanto opportuna, il Vescovo,
rassegnatissimo in mano della divina
bontà , ripeteva sovente: “vorrà il Signore
valersi di altri mezzi……”.
Definito il punto di partenza, dalla lettura
dei documenti d’archivio, che mostreremo
nel corso delle varie puntate, risulta immediato ed evidente, che la disposizione
testamentaria venne negata non perché il
Paradisi fosse ormai vecchio e smemorato,
ma per una precisa volontà degli esecutori legali che vollero così appropriarsi dei
considerevoli beni dell’illustre avvocato e
concittadino.
Per risolvere la complessa questione, è
necessario dapprima definire la figura di
Agostino Paradisi, la famiglia, la sua gioventù e gli studi, il trasferimento a Modena
e la sua importanza sempre più crescente
come letterato e, infine, la lettura di tutti i
documenti inerenti il testamento con il
chiaro intento di capire come venne totalmente modificato e manomesso, contravvenendo alle precise disposizioni testamentarie.
La vicenda umana e terrena di Agostino
PARADISI, inizia a Civita Castellana il ….
...continua sul prossimo numero
o de iori
35
L’angolo del Bon Ton
Vestiamo la tavola!
Se chiedete ad ogni
singola padrona di
casa che conoscete
quale possa essere la
difficoltà maggiore che
può incontrare quando organizza una cena
o un pranzo importante o anche un ricevi di e i ia hilelli
mento, dopo il menù,
vi risponderà di certo:
la scelta della tovaglia!
Proprio così , anche perché è innegabile
che il tovagliato deve per prima cosa essere scelto assolutamente in base alla forma
del tavolo e alla sua dimensione, senza
tralasciare il fatto che debba accordarsi
con piatti, bicchieri, posate, accessori ed
eventuali decorazioni per rendere il tutto
armonioso. Oggi in commercio ci sono
tovaglie di tutti i tipi e di tutti i colori e
facilmente si possono adattare per ogni
tipo di occasione. La tovaglia da usare
dovrà essere perfettamente stirata (possibilmente senza le pieghe della stiratura) e
posta preferibilmente su di un mollettone
(per evitare brutte sorprese al nostro tavolo!), se non si dovesse disporre di una
tovaglia lunga che copra tutto il tavolo si
può cedere all’eccezione di utilizzare più
tovaglie identiche sovrapposte, ma si
dovrà accuratamente evitare, grazie ad
una stiratura impeccabile l’effetto “montagnetta”. Altra cosa da tener presente è
che se il tessuto della tovaglia reca stemmi o disegni, questi dovranno essere disposti in modo che le figure partano, se
possibile, dal posto che verrà riservato
all’ospite più importante.
Ecco qui un piccolo schema per un corredo base per la tavola:
- 2 tovaglie grandi ricamate con relativi
tovaglioli (non abbiate paura ad utilizzare
tovaglie ricamate da mamme o nonne per
occasioni importanti!);
- 4 tovaglie con relativi tovaglioli bianche,
con stampe o ricami tenui;
- 4 tovaglie colorate sempre con i tovaglioli;
- 2 tovaglie per 8, anche qui la scelta ricadrà o sul bianco o sul colorato, con annessi tovaglioli;
- 2 servizi all’americana che ricordo vanno
usati senza tovaglia;
- 4 copri carrello (se si dovesse usare il
carrello vicino al tavolo per riporre bicchieri, piatti…)
Questi consigli valgono anche se avete il
tavolo rotondo con diametro di 150 cm per
6 persone e 180 cm per 8 posti.
I tovaglioli
Compagni inseparabili della tovaglia
sono i tovaglioli (mai
usare quelli di carta,
anche se in commercio ce ne sono di
bellissimi e raffinatissimi), che andranno stirati senza
eccentriche piegature (l’ideale è stirarli
piegati in quattro e
poi piegarli ancora
facendo però attenzione a non stirare
questa ultima piega)
e posti sulla tavola
alla destra del piatto.
Stesso discorso per
gli stemmi della tovaglia, in questo caso la
stampa dovrà essere resa visibile e rivolta
verso i commensali.
Molto importante, anzi obbligatoria è la
sostituzione di tutti i tovaglioli della tavola
quando vengono serviti: ostriche, asparagi, crostacei, carciofi e tutti gli altri cibi che
è lecito toccare a tavola con le mani,
anche se in questo caso saranno presenti
per ogni commensale delle coppette lavadita con acqua ed essenza di limone o
lavanda.
Da non dimenticare poi di avere dei tovaglioli di scorta nel caso qualche commensale faccia cadere a terra quelli posti sulla
tavola, questi andranno impilati e posti sul
carrello o in un angolo dove si svolgerà il
pasto.
L’antica usanza di
apparecchiare la tovola
Come al solito, prima di lasciarci vi regalo
una nota di colore!
La prima tovaglia sembra essere nata in
Persia ed era bianca, solo dal III secolo
a.C. sembra essersi, sempre tra i Persiani,
sviluppato l’uso delle tovaglie colorate.
Anche gli antichi Romani utilizzavano le
tovaglie, ma solo dopo il periodo repubblicano, ed avevano le stesse fattezze di
quelli che per noi, oggi, sono i tappeti!
Nel Medioevo si usavano le tovaglie di lino
bianche che spesso, in occasioni importanti, venivano bordate di strisce che recavano colori intensi.
Durante le crociate si narra che alcuni
cavalieri giuravano di mangiare senza la
tovaglia fino a che non avessero portato a
termine il valoroso impegno di combattere
in Terra Santa, in questo periodo, infatti,
l’uso della tovaglia era un segno di prestigio ed esserne privati era, al contrario,
segno di umiliazione.
Tra il 1400 e il 1500 era in uso la tovaglia
“perugina” che recava fasce blu ai lati, sul
finire del 1500 prese piede l’usanza delle
tovaglie lisce ornate di merletto.
In epoca Barocca, inutile dirlo, ebbero
sfogo broccati e damascati, solo alla fine
del 1700 si tornò alle tovaglie bianche e
lunghe fino al pavimento.
I tovaglioli erano in uso dal Medioevo dove
un tovagliolo veniva utilizzato in condivisione tra i due commensali, l’idea di un
tovagliolo per commensale si ebbe intorno
al 1500 ed è proprio in questo periodo che
si cominciano ad avere anche tracce delle
spettacolari piegature (pensate che un
manuale francese risalente ai primi anni
del Regno di Luigi XIV e precisamente Le
maî tre d’hô tel, di Pierre David insegnava
come piegare i tovaglioli in ben 27 modi
diversi!).
Dal 1700 il tovagliolo ha, invece, assunto
la funzione che conosciamo tutti, quella
cioè di proteggere l’abito del commensale
ed è per questo che lo adagiamo sulle
ginocchia.
Bibliografia: La mia Cucina; www.taccuinistorici.it
36
Campo de’ fiori
I Mazzasette.
Convinti Imprenditori Agricoli
C
ome tutti sappiamo, da vari anni,
le persone che si dedicano esclusivamente all’attività agricola
sono purtroppo, sempre meno.
All’inizio del XX secolo, considerando
l’Italia, la forza lavoro dell’attività agricola
(definita attività primaria) impiegava circa
il 90% delle risorse umane lavorative;
attualmente all’inizio del XXI secolo essa si
è ridotta notevolmente, arrivando ad
impiegare una percentuale che si conta
sulle dita di una mano.
La maggior parte delle persone che attualmente si dedicano all’agricoltura, lo fanno
come secondo lavoro, negli spazi temporali lasciati liberi da attività industriali, artigianali, professionali o di servizi, sia pubblici che privati.
Pochi, anzi pochissimi, sono rimasti quelli
che lavorano esclusivamente ed a tempo
pieno, nel settore agricolo o derivato da
esso.
A Fabrica di Roma, noi conosciamo bene
una famiglia che si dedica a tempo pieno
all’agricoltura: la famiglia Mazzasette.
Il capostipite della famiglia Mazzasette è
originario dalla vicina Umbria. Egli si trasferì dall’Umbria a Fabrica, dove sposò
Giuseppa Meloni la famiglia della quale
famiglia ha profonde radici fabrichesi.
Negli anni Quaranta, i coniugi Mazzasette
si trovavano, per motivi di lavoro, a
Gallese ed è proprio a Gallese che nasce
Franco (capostipite della famiglia attuale)
nel 1942 ed esattamente il 29 ottobre.
I genitori di Franco si stabilirono successivamente a Corchiano e negli anni cinquanta ritornarono a Fabrica di Roma.
Alla giovane età di 17 anni, Franco si
arruola in Marina. In quei tempi, molti giovani si arruolavano, grazie anche, ad una
efficace propaganda del ministero. Le persone che hanno superato i sessanta, si
ricordano sicuramente dei tanti
manifesti affissi, dove era scritto “vieni in marina, diventerai
un tecnico e girerai il mondo “ .
Il giovane Franco, probabilmente, voleva intraprendere la carriera
militare che gli avrebbe dato anche una
sicurezza per l’avvenire, ma era combattuto internamente, contro il desiderio di
rimanere vincolato al lavoro agricolo.
Dopo quattro anni trascorsi in marina,
decise con grande coraggio di lasciare la
carriera militare e, congedandosi, scelse di
ritornare a lavorare nei campi. La sua scelta fu dettata dalla grande passione che
aveva per l’agricoltura, nonchè come lui ci
ha confessato, dalla possibilità di svolgere
un lavoro autonomo. Si congedò nel
1963, e qualche anno dopo sposò la giovane Rina, la cui famiglia proveniva dalle
Marche e precisamente da un piccolo paesino in provincia di Macerata: Monte San
Martino. Dalla unione di Franco e Rina,
nacquero prima Maurizio, nel 1969, e
dopo Emanuele, nel 1973.
Maurizio è sposato con Anna, con la quale
ha due figli: Alessio e Riccardo; Emanuele
è invece sposato con Sara, lo stesso con
due figli: Daniele e Michele.
Quando Maurizio aveva 24 anni ed
Emanuele 20, Franco, il papà , decise di
mettere in piedi l’attività del frantoio;
anche questa fu una decisione coraggiosa
considerando l’investimento economico
che comporta l’acquisto dei macchinari
necessari.
Nel 1993 Franco, senza indugio, iniziò la
nuova attività acquistando tutte le attrezzature necessarie; ben presto però , si
verificò un notevole aumento nell’affluenza clienti che le attrezzature del frantoio
diventarono insufficienti; nel 2002 Franco
decise allora di sostituirle con nuove e
più potenti, scegliendo il marchio Pieralisi.
Egli acquistò sicuramente il meglio che il
mercato di allora gli poteva offrire; lo
dimostra il fatto che dopo 8 anni di intenso lavoro le macchine funzionano ancora
con estrema affidabilità . Questo è dovuto
sicuramente alla meticolosa manutenzione
che i Mazzasette mettono in atto alle
cadenze previste dal costruttore.
Emanuele mentre opera nel quadro di
comando del frantoio
Alcune confezioni di contenitori dell’Olio
Mazzasette, esposte nel frantoio
Ovviamente oltre all’attività del frantoio,
l’impresa Mazzasette vende al pubblico l’olio extravergine, utilizzando confezioni con
il loro marchio; i loro prodotti sono distribuiti in molte località italiane.
L’augurio, che facciamo noi della redazione di Campo de’ fiori, a questa laboriosa
famiglia che non impiega personale esterno nello svolgimento delle loro attività , è
quello di proseguire ed ampliare nel futuro l’attuale impresa agricola; inoltre allarghiamo il nostro augurio ai quattro eredi
della stirpe, affinché non deludano le
aspettative dei loro papà e dei loro nonni.
Auguri, Mazzasette!
Arnaldo Ricci
po de iori
3
Una giovane artista ribelle
orie
t
s
e
L
Max
di
Ornella Vanoni
Dopo gli esordi di artista ribelle e controcorrente, la grande carriera
Ornella Vanoni, una
delle più grandi voci
del panorama musicale italiano, a differenza di come si potrebbe
pensare, vista la sua
brillante
carriera,
debutta alla fine degli
anni ’50 come attrice
di Sandro n el i
teatrale. Dopo aver
studiato alla Scuola
d’Arte drammatica del Piccolo Teatro di
Milano, infatti, fortunato fu per lei l’incontro con il regista Giorgio Strehler.
Figlia di un industriale farmaceutico milanese, studentessa nei migliori collegi svizzeri ma di temperamento ribelle, il 13 aprile ’57 si esibisce per l’appunto cantando
due brani tradizionali francesi tra una
scena e l’altra de I giacobini di Federico
Zardi, e l’anno successivo, grazie a Roberto
Leydi, diventa la “cantante della mala”,
lanciando il suo primo disco “Le canzoni
della malavita”, editato dalla Ricordi. Si
tratta del primo extended-play della casa
discografica, nel
quale la giovane
affronta un genere sofisticato e
poco consono al
mercato, in italiano, francese e
tedesco.
Saint-Lazare di
Bruant prende il
nome da un carcere ospedaliero,
dal quale una
reclusa scrive al
suo uomo; Jenny
delle spelonche,
invece, è tratta
da L’Opera da tre
soldi di Weil e
Brecht, in cui la
protagonista è
Jenny, una ragazza
emarginata
che sogna il principe
azzurro,
aspettando che
arrivi al timone di
una nave da pirata. Sentii come la
vosa la sirena è una canto della tradizione
popolare milanese, rivisitato per l’occasione da Fiorenzo Carpi e Dario Fo, nel quale
si racconta la storia di una donna che ha
visto uccidere il suo uomo dal migliore
amico, mentre Canto di carcerati calabresi,
tratta invece, dal miglior folk calabrese,
narra la dura vita della prigione, sottolineando come per un carcerato il tempo
sembri non trascorrere mai. Tutti brani
apprezzati principalmente negli ambienti
intellettuali. Ma nel frattempo la Vanoni
incide anche un’altra serie di canzoni ripescate dal passato: Hanno ammazzato il
Mario, sempre di Carpi e Fo, La zolfara di
Fausto Amodei e Michele Straniero, Ma
mi… e Le Mantellate, entrambe rielaborate
ancora una volta da Fiorenzo Carpi. I quattro brani furono editati dalla Ricordi in un
secondo ep, oltre che su due quarantacinque giri.
Ornella passa poi alla canzone-cronaca nel
1960, con il brano Ballata di Chessman
(meglio conosciuto come il “bandito della
luce rossa” condannato a morte in camera
a gas), la cover di un pezzo di Hoffman e
Manning, tradotta in italiano da Leo
Chiosso. Un disco, giudicato dalla stessa
cantante, che di lì a poco si aprirà alla
nascente canzone d’autore, dando il
meglio di sé , “veramente brutto”.
... continua sul prossimo numero
Campo de’ fiori
3
Anche se a distanza di qualche mese, è sempre bello ricodare...
Speciale Palio di Siena
Visto con gli occhi di una senese acquisita
I GIORNI DELLA FESTA
10 Luglio – Sto correndo per il Corso di
Siena, c’è tanta gente, complice l’inizio dei
saldi, destinazione: Piazza del Campo.
Oggi c’è l’Estrazione(1). Arrivo in Piazza,
sono le 19,00, appena in tempo.
Dalle trifore(2) sono giè fuori le bandiere
delle contrade che corrono d’obbligo:
AQUILA, CHIOCCIOLA, ISTRICE, LUPA,
LEOCORNO, PANTERA e TORRE. Ecco la
prima bandiera si sta affacciando, è
GIRAFFA!! Subito dopo si affacciano
BRUCO e NICCHIO. Il lotto delle 10 contrade che correranno per il Palio
dell’Assunta(3).
I contradaioli delle tre estratte sono felicissimi e cantando si dirigono ognuno verso
la propria contrada, mentre gli altri, quelli
che ci speravano, se ne vanno a testa
bassa, con l’amara consolazione che
dovranno aspettare un altro anno.
13 Agosto – Oggi non sono potuta essere
a Siena, ma sono fissa su Sky, canale 824,
Canale 3 Toscana. Sono le 13,00, c’è l’assegnazione.
COS’E’ L’ASSEGNAZIONE?
Il giorno prima dell’assegnazione vengono
provati dei cavalli, scelti dopo un iter di
selezione lunghissimo che inizia in inverno,
necessario per portare in Piazza soltanto
cavalli sani e in grado di correre la Carriera
(o Palio). Al contrario di ciò che si possa
pensare nessuna contrada ha un proprio
cavallo, anche questi sono dati a sorte, ed
è proprio durante l’assegnazione che si
decidono le accoppiate contrada-cavallo.
La Piazza è gremita, ci sono i contradaioli
delle contrade che corrono, di quelle che
non corrono, turisti e appassionati di questa Festa. Il Sindaco e i Capitani delle contrade partecipanti si sono posizionati, due
bambini si avvicinano monturati(4), avranno il difficile compito di decidere le accoppiate.
Alla sinistra del tavolo delle autorità ci
sono i 10 cavalli scelti, davanti 10 persone
monturate, ognuno con i colori della propria contrada, che aspettano e sperano
che il cavallo che gli donerà la Dea
Bendata porterà la vittoria nel proprio
rione. Ecco le accoppiate:
PANTERA – GAMMEDE
AQUILA – INDIANOS
LEOCORNO – IVANOV
GIRAFFA – FEDORA SAURA
CHIOCCIOLA – MAREMANNA
TORRE – GUESS
NICCHIO – FANTASTIC LIGHT
BRUCO – LO SPECIALISTA
LUPA – MOEDI
ISTRICE – MARROCULA
Ogni contrada torna verso il proprio rione
con il proprio cavallo, qualcuna più entusiasta perchè il cavallo che le è stato
donato dalla sorte è buono (magari perché ha già vinto, o comunque ha già
corso mostrando buone possibilità di vincere), qualcun’altra con l’amaro in bocca
perché il cavallo o non è buono oppure è
inesperto.
Nel pomeriggio ogni contrada contatta i
fantini che monteranno i propri cavalli.
Ore 18,30 – I cavalli vengono di nuovo
accompagnati in Piazza, c’è la prima
prova. Per le vie della città sfilano eleganti i cavalli e dietro il fantino, la capitaneria
e il popolo. A questo punto le monte sono
fatte, anche se il fantino può essere cambiato fino alla mattina del giorno del Palio:
PANTERA – GAMMEDE e BIGHINO
AQUILA – INDIANOS e TITTIA
LEOCORNO – IVANOV e SCOMPIGLIO
GIRAFFA – FEDORA SAURA e BRIO
CHIOCCIOLA – MAREMANNA e ANDREA
CHESSA5
TORRE – GUESS e TREMENDO
NICCHIO – FANTASTIC LIGHT e GIROLAMO
BRUCO – LO SPECIALISTA e TRECCIOLINO
LUPA – MOEDI e SALASSO
ISTRICE – MARROCULA e VOGLIA
I PROVA. Ore 19,15, suona il mortaletto,
i cavalli entrano in Piazza. Si dirigono verso
il canape(6). Il mossiere chiama contrada
per contrada, e i cavalli sfilano e si vanno
a posizionare tra i canapi, l’ordine di entrata è quello in cui entreranno le contrade in
Piazza il giorno del Palio per il corteo storico. I cavalli sono pronti, stanno aspettando la ricorsa che da la mossa(7). La
mossa è valida! La prima prova è stata
vinta dalla contrada della Lupa.
I contradaioli e i cavalli tornano ognuno
nelle proprie contrade. Il cavallo è accompagnato nella propria stalla.
Questo primo giorno di Palio è finito, da
adesso in ogni contrada si faranno dei
“cenini” propiziatori in cui parlare di Palio,
cantare di Palio e sperare che il 16 agosto
sarà il proprio fantino ad alzare il
nerbo(8).
14 Agosto – Sono a Siena ma non in
tempo per vedere II PROVA. La guardo
in tv in replica. Vince la contrada della
Giraffa. Con queste due prove già si iniziano a delineare le caratteristiche dei
cavalli, le contrade favorite sono Giraffa,
Aquila e Bruco.
III PROVA. Ore 19,00, finalmente riesco
a vedermi la terza prova: vince la
Chiocciola. In Piazza c’è qualche tafferuglio tra i contradaioli della Giraffa e del
Bruco, contrade che fino a qualche anno fa
erano nemiche, rivalità finita nel 1996 a
gran consenso ottenuto in entrambe le
contrade nelle assemblee contemporanee.
Ma tutto finisce in pochi minuti. Ognuno
torna nella propria contrada a sperare.
15 Agosto – IV PROVA. Il caldo inizia a
diventare insopportabile, perfino alle 9.00
di mattina, sono in Piazza, i cavalli escono
dall’Entrone, maestosi, quanto eleganti,
nel loro passo. Dopo due mosse non valide, finalmente si parte: buona partenza di
Aquila, Chiocciola e Leocorno, con la Torre
che prende la testa al secondo giro e va a
vincere con Guess montato da Francesco
Caria detto Tremendo.
Mi sento nel vivo della Festa, i visi dei contradaioli iniziano ad essere tirati, mille
sono le emozioni che li attraverseranno in
queste 24 ore: la speranza che vinca la
propria contrada, l’ansia che vinca la contrada rivale.
PROVA GENERALE. Si torna in Piazza.
Questa è la penultima prova. Questa sera
prima della prova ci sarà un’esibizione dei
carabinieri a cavallo, una carica, uno spettacolo veramente troppo bello ed emozionante. Finita la carica ecco i dieci cavallini
che escono e si dispongono tra i canapi.
Sale la tensione, sembra che i cavalli
avvertano questa sensazione e che proprio
per questo siano un po’ irrequieti. Si parte:
cade il fantino del Leocorno (ma niente di
grave), vince la Lupa senza troppi colpi di
scena. Ecco! I canti sono più forti stasera,
ognuno va nella propria contrada,stasera
c’è la cena della prova generale, la cena
propiziatoria, la cena più emozionante;
infatti durante la cena il Capitano, il Priore
e il Fantino faranno il discorso, in cui
daranno speranze e cercano di incoraggiare la contrada. Nella contrada della
Chiocciola, siccome c’è un fantino esordiente, si procede anche a dargli un nome
Campo de’ fiori
Contradaiole della Lupa in attesa davanti
al Duomo
che lo accompagnerà durante tutta la sua
carriera paliesca. Il nome scelto per lui è
Nappa II, perché Nappa è stato un fantino già vittorioso in questa contrada.
16 Agosto – La giornata inizia presto,
infatti alle 7.45, nella cappella adiacente il
Palazzo Comunale (per capirci la cappella
sotto la Torre del Mangia), l’Arcivescovo
celebra la “Messa del Fantino”, momento
molto emozionante per il popolo senese.
ORE 9,00 PROVACCIA. La provaccia non è
altro che l’ultima prova prima della
Carriera, chiamata così per il generale disinteresse delle Contrade. Dopo questa
prova, Capitani e fantini si riuniscono in
Comune per l’iscrizione del fantino e la
presentazione del giubbetto che indosserà
in corsa, a questo punto il fantino non
può essere più cambiato.Da questo
momento in poi girando per il Centro si
trovano pochi contradaioli, sale l’ansia, l’aria si fa pesante, passando vicino alle contrade si avverte uno strano silenzio, inspiegabile per chi non è del posto: è aria di
Palio!!
ORE 15,00. Nelle Chiese delle contrade, il
Parroco di contrada procede a benedire il
cavallo e del fantino. Il cavallo entra in
chiesa accompagnato dal fantino e il parroco conclude il rito con una formula che
sembra un ordine: “Vai e torna vincitore!!!”.
Più tardi, quando le comparse delle contrade hanno raggiunto la prefettura, porgendo il saluto, inizia la passeggiata storica che culmina con l’entrata in Piazza del
Campo.
Al fine della passeggiata storica entra in
Piazza il Carroccio che, trainato da buoi,
porta il Drappellone, i contradaioli presenti in piazza al passaggio di questo davanti
a loro, agitano ognuno il proprio fazzoletto come rito propiziatorio.
Io sono in Piazza del Duomo(9), osservo i
contradaioli delle varie contrade seduti
sugli scaloni, qualcuno è solo, qualcun
altro è con altri contradaioli e parlano, ho
davanti un gruppo di ragazze della Lupa,
parlano di capelli, forse cercando di esorcizzare l’attesa. Un ragazzo del Nicchio mi
fa posto, parliamo un po’, poi me ne vado.
Mi avvicino al negozio di una mia amica
dietro Piazza del Duomo, non riesco a
rimanere lì , a non vedere né sentire niente.
ORE 19,00. Accendiamo la radio, nel nego-
39
Fantino Vittorioso (Brio) della Giraffa
accompagnato in Duomo
Il Drappellone arriva in Duomo portato dai
giraffini
zio non c’è la tv. Ci siamo. Il Drappellone
è stato consegnato Gli alfieri delle 17 contrade si allineano davanti al Palazzo comunale per la sbandierata finale. Suona il
mortaletto, ecco i maestosi cavalli uscire
dall’Entrone e dirigersi verso i canapi.
Viene consegnata al mossiere la busta
contenente l’ordine di entrata tra i canapi:
1. AQUILA, 2. LUPA, 3. PANTERA, 4.
BRUCO, 5. LEOCORNO, 6. GIRAFFA, 7.
ISTRICE, 8. TORRE, 9. CHIOCCIOLA, 10.
NICCHIO (rincorsa).
La mossa è durata una ventina di minuti il
NICCHIO entra tra i canapi e parte la
corsa: il Leocorno parte primo seguito
dalla GIRAFFA, dalla TORRE, dalla CHIOCCIOLA e dal BRUCO che ostacola in partenza l’AQUILA e la LUPA. Seguono le
altre. All prima curva (primo San Martino)
girano Leocorno, Giraffa, Torre, Bruco,
Chiocciola e Nicchio, seguiti dalle altre. Al
I Casato la situazione è la stessa, ma la
Giraffa tenta larimonta, infatti alla fine del
primo giro passa in testa, seguita da
Leocorno, Torre, Bruco e Nicchio. Poi le
altre. La situazione rimane invariata anche
al II S.Martino. Il Nicchio passa Bruco e
Torre ed ora è terzo dopo il II Casato. La
Giraffa è sempre prima, distanziando di 4
colonnini il Leocorno. Si passa il secondo
giro, mentre la Torre si ferma perché il
cavallo ha qualche problema. Al III
S.Martino sfilano Giraffa, Leocorno e
Nicchio, cade il cavallo del Bruco, Aquila e
lupa gli finisco addosso. Cade anche
l’Istrice che trascina in caduta anche la
Chiocciola. La Giraffa, avvicinandosi alla
mossa alza il nerbo in segno di vittoria.
È GIRAFFA!
La terza vittoria di Fedora Saura, la terza
vittoria di Brio.
Corro Verso il Duomo, arrivano i primi
giraffini, incontro altri contradaioli (non
della Giraffa) che vanno via, si dirigono
verso le contrade, qualcuno piange, passa
la comparsa della Chiocciola, a testa bassa
torna verso il suo rione.
L’immensa gioia dei giraffini si mescola
con l’amarezza di chi, questo Palio, non
l’ha vinto. Aspetto lì , il Duomo si riempie
di bianco e rosso (i colori della Giraffa), nel
frattempo arriva il Drappellone meravigliosamente bianco, ecco anche Fedora Saura,
la cavallina vincente, poco dopo arriva
anche Brio sulle spalle dei giraffini. In
chiesa cantano il Te Deum.
Anche questo Palio è finito, e come tutti i
Palii la gioia è per una contrada, il 16 agosto 2011 gioisce la Giraffa.
Le mie considerazioni? Beh inizio col dire
che pensavo che sarebbe stato molto più
facile raccontare di Palio, ma mi sono
accorta che questa festa non è da scrivere o da dire, ma da vivere, da capire.
Qualcuno potrà pensare: “Ma che dice
questa?”, invece è la verità . Essere a
Siena durante i giorni di Palio è un aggrovigliarsi di emozioni, assistere alla Carriera
ti fa battere il cuore, il tutto in una cornice
incantevole: Siena.
Il Palio non è una corsa, è vita! È crescere in una contrada, aiutarla, ascoltare gli
aneddoti degli anziani che la raccontano,
crescere insieme a Lei, gioire per la sua
vittoria, a volte anche piangere…
Concludo dicendo che, per me, il Palio è
una delle tradizioni italiane per cui siamo
famosi nel mondo, e di cui è facile innamorarsi. Io già lo sono, e spero che con
questo articolo (scritto con il cuore e non
da una giornalista) anche voi riuscirete a
innamorarvi un po’.
Parlo da innamorata, si perché io di Siena
sono veramente innamorata…
Chiara Ercolini
1 Le contrade che corrono il Palio sono 10, di cui 7
d’obbligo (le contrade che non hanno corso il Palio
di Agosto dell’anno precedente) e 3 estratte a sorte
(tra le 10 che invece lo hanno corso).
2 Finestre del Palazzo Comunale.
3 Il Palio, sia quello del 2 luglio che quello del 16
agosto, è in onore della Madonna, il primo della
Madonna di Provenzano e il secondo della Madonna
dell’Assunta.
4 La montura è il costume che rappresenta sia il
comune (il bianco e il nero) sia le contrade (ogni
contrada ha diversi colori)
5 Perché questo fantino non ha un soprannome?
Semplice! Perché è la prima volta che monta al
Palio di Siena e il soprannome gli verrà dato la sera
della Cena della Prova Generale.
6 La “corda” che indica il via.
7 La rincorsa è il 10 cavallo chiamato che con la sua
entrata tra i canapi da il via.
8 Il nerbo è il frustino. Il fantino che arriva primo
alza il nerbo in segno di vittoria.
9 La contrada vincente porta il Drappellone in
Duomo, in quanto il Palio del 16 Agosto è dedicato
alla Madonna dell’Assunta. Al Duomo ci sono molte
persone che aspettano, senza vedere il Palio, la contrada vincitrice.
Campo de’ fiori
40
Il Bar Salini festeggia 75 anni di attività
C
ivita
Castellana.
Festeggiare 75 anni
di attività , specie se
si tratta di un locale pubblico, non è un evento che
capita spesso. Quest’ anno
ha raggiunto l’ ambito traguardo il Bar Salini, situato
nel piazzale della stazione delle F.S. di Borghetto. Un’ attività che ha visto
impegnate ben tre generazioni. Infatti il Buffet Stazione è stato aperto nel
lontano 1936 dalla signora Teodora Tordi, chiamata Sora Giulia, e dal marito Goffredo Salini, in un locale situato a piano terra, posizionato vicino alla
stazione ferroviaria e diviso tra bar e abitazione. Nel 1961 la gestione è
passata al figlio Famiano (Franco) Salini ed alla moglie, la gentile signora
Carla e nel 1964 hanno trasferito l’ attività in un nuovo e più accogliente
locale situato di fronte alla stazione dove, oltre al bar, tabacchi e giornali,
si svolgeva anche l’ attività di ristorazione fino al 2001. Nel 2003 la gestioFamiano, la sig.ra Carla, il figlio Alberto.
ne è proseguita nell’ ambito famigliare con il trasferimento al nipote di Sora
Giuglia, figlio di Famiano e Carla, Alberto Salini che la gestisce attualmente. Indubbiamente il Bar Salini è una delle attività commerciali più longeve del territorio civitonico. Abbiamo incontrato Famiano, orgoglioso del lavoro portato avanti con passione ed impegno,
il quale ci ha raccontato delle difficoltà incontrate durante il periodo bellico con i tedeschi che non volevano pagare le consumazioni,
soprattutto vino, dicendogli che avrebbe pagato Badoglio. Poi è intervenuta la S.S. in servizio presso la stazione che ha imposto ai soldati di pagare il conto. I clienti che gli sono rimasti impressi nella memoria sono molti ma principalmente ricorda il prof. Vincenzo
Ferretti, indimenticabile primario dell’ Andosilla, che veniva da Perugia, una persona alla mano e affabile con tutti, ma severa nel suo
lavoro. Ricorda i civitonici che si recavano a Stimigliano, occupati presso la Ceramica Sbordoni: Francesco (Checco) Carabelli, il rag.
Roncio, e altri ancora, poi intorno agli anni ’60 quelli occupati presso la Compagnia Italiana Ceramiche, situata proprio vicino alla stazione di Borghetto e la squadra dei facchini che aveva il compito di scaricare vagoni di
argilla provenienti dal porto di Civitavecchia, destinata alle ceramiche. Ricorda i corrieri
provenienti da Calvi dell’ Umbria, da Otricoli e da Magliano Sabina, e anche da Civita, che
durante il periodo bellico portavano a Roma ogni tipo di merce, dalla farina ai legumi secchi, salumi e carne che poi vendevano a “borsa nera”. Tutti ricordi rimasti indelebili nella
memoria di Famiano. Con il passare del tempo la vita è cambiata molto, ma il Bar Salini
è ancora nella stazione di Borghetto ad accogliere i viaggiatori che continuano ad arrivare dai centri limitrofi, spesso attraversando la piazzetta di corsa per non perdere il treno,
ma sempre pronto a preparare cappuccini e caffè , vendere tabacchi e giornali e anche
biglietti ferroviari e abbonamenti, rimanendo sempre un punto di riferimento importante
per tutti.
Mario Sardi
PICCOLI SEMINARISTI CRESCONO
Il nuovo libro di Alfredo Romano
Fresco di stampa, un volume che affronta un argomento mai toccato nel panorama editoriale
italiano. Il titolo “Piccoli seminaristi crescono” edito dalla casa editrice Negroamaro-Besa di
Nardò in prov. di Lecce, € 14,00. L’autore è Alfredo Romano, salentino doc, che ha diretto per
più di 40 anni la biblioteca comunale di Civita Castellana. Romano ha già all’attivo opere di tradizioni popolari salentine, romanzi e poesie. “Piccoli seminaristi crescono” (titolo che fa il verso
a “Piccole donne crescono” di Louisa May Alcott) è il racconto autobiografico della vita e della
formazione dei ragazzi aspiranti al sacerdozio nel Seminario Vescovile di Nardò nei primi anni
’60. Cinque anni di studio e di regole severissime, cinque anni di perenne silenzio e dura disciplina. Si entrava in Seminario a 11 anni, bambini ancora bisognosi dell’affetto familiare. Le regole
erano le stesse che vigevano secoli prima. Romano, per così dire, è come l’ultimo dei seminaristi, perché di lì a poco, col vento del Sessantotto, tutto sarebbe cambiato anche nei seminari.
I seminaristi oggi frequentano le scuole pubbliche e vivono in famiglia fino agli anni di liceo. Si
tratta di una testimonianza di vita che Romano dipana nel ricordo come un racconto. Il libro è
corredato anche di una ricca documentazione che avvalora il percorso autobiografico.
L’argomento è nuovo e delicato e Romano non si sottrae al compito di lasciare una traccia di
come venivano educati i piccoli seminaristi: è come avesse squarciato un velo consegnando a tutti noi una memoria del tutto ignorata che sembrava perduta. Scrive Pier Paolo Tarsi nella sua introduzione al volume: “Attraverso la restituzione di ricordi vividi e indelebili dei cinque anni di esperienza di quel ragazzo che egli stesso era, Alfredo Romano ci immette abilmente in un universo denso e ricchissimo di suggestioni ed emozioni plurime e contrastanti, svelandoci in tutto il suo intreccio un mondo aspro eppur tenero, semplice eppure complesso, delicato e ingenuo tanto quanto amaro e non immediato alla comprensione dello sguardo attuale. Quello che
la felice penna dell’autore riesce a donare in queste pagine è pertanto una trama di vicende, storie e suggestioni in grado di coinvolgere fortemente ogni lettore, suscitando domande e spunti di riflessione su temi vari, difficili se non eterni...”
Campo de’ fiori
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IL CERCHIO INVISIBILE VINCE AL “FESTIVAL NAZIONALE
DEL TEATRO SOCIALE DI CASTROCARO TERME”
La compagnia teatrale con sede a Fabrica di Roma sbanca il festival aggiudicandosi tre premi
Si è concluso la 13° edizione del Festival
Nazionale del teatro Sociale di Castrocaro
Terme, organizzato dalla Fitel nazionale; Federazione Italiana Tempo Libero.
Il Cerchio Invisibile, che da un pò di
tempo non è poi cosi invisibile, ha partecipato alla prestigiosa rassegna con la sua
ultima produzione teatrale: “IL NASO”,
uno spettacolo ironico, surreale, comico e
grottesco sui vizi, la burocrazia e il sentirsi diverso, interpretato da Laura Blundo,
Emilio Celata, Alessandro Dionisi,
Dario Guidi, Omar Lombardi; Amanda
Victoria Mallia, Valentina Mancini,
Linda Morini, Alessandra Quadrozzi e
Mirella Soldini.
La regia è di Sandro Nardi, che con il
suo stile ormai inconfondibile, moderno,
dinamico, con trovate sceniche e situazioni registiche originali ed esilaranti, ha dato
vita ad uno spettacolo gradevole e divertente che conduce il pubblico a seguire la
rocambolesca e surreale avventura dell’assessore di collegio Kovalev alle prese con il
disperato tentativo di recuperare il proprio
naso. Attraverso una messa in scena semplice ma sofisticata e minimalista messa in
risalto da un disegno luci che vengono
dosate come “pennellate colorate” su
strutture di legno basculanti e girevoli, è
stato creato un ambiente scenico di effetto che ha convinto la giuria ad assegnare
“il premio Scenografia” allo scenografo romano Amedeo De Amicis che
da tempo collabora con la compagnia. Ma
i riconoscimenti non finiscono qui. La giuria ha assegnato al “Naso” anche il “premio costumi”, per le originali realizzazioni create dalle allieve del primo anno del
corso di costume teatrale dell’Accademia
Italiana di Roma, Matilde Finezzo, Nicole
Pasini, Valentina Ramazzi e Sara Vangi,
che, coadiuvate dalla costumista Paola
Tosti, hanno dato vita a degli abiti particolarissimi, interamente dipinti a mano, realizzati utilizzando tessuti semplici ma di
grande effetto, con esplosioni di colori e
ricche geometrie.
Presidente della giuria del festival era
Valeria Valeri, un’attrice che ha fatto
dell’arte la propria vita, una diva-antidiva
che con grande talento spazia dagli impegni teatrali alle pellicole e che con la propria lunga e florida carriera ha tanto da
insegnare alle nuove generazione di attori.
La Sig.ra Valeri, con energia e freschezza,
ha presieduto una giuria composta da
giornalisti del settore e addetti ai lavori
che ha valutato con attenzione le compagnie presenti al festival. Un’altra nota di
qualità è stata la presenza della straordinaria e simpatica di Amanda Sandrelli
che ha avuto il compito di leggere le motivazioni dei premi assegnati. In conclusione la giuria ha ritenuto di assegnare al
Cerchio Invisibile anche il premio più
importante del “Festival del Teatro Sociale
2011” conferendo al “IL NASO” - “Il
Premio Miglior Spettacolo 2011”, che
dà alla compagnia anche la possibilità di
aprire l’edizione del “Festival del Teatro
sociale 2012”.
Ancora una volta nella Tuscia si crea, si
produce e si diffonde “Cultura” mettendo
in risalto questo territorio meraviglioso!
Il Cerchio invisibile approfitta di questo
importante riconoscimento nazionale per
puntare i riflettori sul territorio, per stimolare i comuni, gli enti, le aziende e le
associazioni della provincia, testimoniando
con i propri successi che investire in “cultura” può essere il fulcro per ridare
anima, cuore e linfa ai giovani, agli anziani e a questa terra che tanto a dato e che
tanto può ancora dare se solo le si offre
la possibilità di crescere, pensare, riflettere, creare scambi e confronti per ritrovare
una dimensione dove il tempo non scorre
più lento e vuoto ma acquista un nuovo
ritmo per stimolare e creare nuovi interes-
si. Il Teatro può essere la risorsa per
tutto cio’ per far conoscere, e riscoprire i
territori, la storia dei luoghi, le tradizioni,
mantenere viva la memoria, attraverso
idee e proposte per sensibilizzare e non,
come purtroppo accade spesso, per
“TOGLIERE” ma per “DARE”.
Lo spettacolo è stato replicato al teatro
Palarte di Fabrica di Roma l’8 e il 9
Ottobre, riscuotendo grande successo
anche
nella
cittadina
viterbese.
Personalmente ho avuto il piacere di
poterlo gustare proprio in questa occasione, potendo così esprimere anch’io un
mio modestissimo parere e concordando
pienamente con le scelte della giuria di
Castrocaro.
Davvero divertente e scansonato, originali
gli abiti, perfette le musiche e bravissimi
gli attori, a partire soprattutto dai più giovani. Risate in sala quando ad essere chiamate in causa sono state le alte cariche
della cittadina, in una rivisitazione più
popolare costruita ad hoc per l’occasione.
Siamo certi che il Cerchio Invisibile continuerà a stupirci ancora!
Ermelinda Benedetti
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Campo de’ fiori
NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Grande successo per le feste patronali
di Civita Castellana
“Siamo soddisfatti innanzitutto della grandissima presenza dei giovani - così gli assessori di Civita Castellana al Turismo, Alessio Alessandrini, e allo Spettacolo, Letizia Gasperini,
si sono espressi a chiusura delle feste cittadine in onore dei patroni Santi Marciano e
Giovanni - I concerti hanno avuto un successo clamoroso e sia Fabrizio Moro che I Regina
sono stati professionisti molto disponibili con i loro fan che li hanno seguiti da molti paesi
dei dintorni.” Il cantante Fabrizio Moro, molto amato dai giovani e giovanissimi, si è esibito sabato 17 settembre in una piazza Matteotti gremita di fan, cantando in anteprima
nazionale anche un brano, ripreso dalle telecamere Rai, che
farà da sigla ad un programma televisivo di Rai Due. Molto
seguiti anche I Regina, cover band dei Queen, che hanno chiuso le feste intrattenendo il pubblico prima
dello spettacolo pirotecnico di domenica sera.“In quattro giorni almeno quindicimila persone hanno partecipato alle feste di Civita
Castellana, – hanno continuato
gli assessori – e questo ci
rende molto soddisfatti perché
significa che la programmazione ha incontrato il favore del
pubblico, dallo spettacolo di
danza e teatro di giovedì scorso allo spettacolo pirotecnico”.
Foto di Marianna Mascioli
Porta a porta: aperti i punti informativi a Sassacci e Borghetto
Sono stati aperti i punti informativi per la raccolta differenziata porta a porta che inizierà a breve nelle
frazioni di Sassacci, Borghetto, Casale Ettorre e Cenciani: il lunedì mattina dalle 9 alle 12, il mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 19 e il venerdì mattina dalle 9 alle 12. Il personale Sate è a disposizione dei cittadini presso i locali della parrocchia San Luigi a Sassacci. Il martedì mattina dalle 9 alle
12 e il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 19 il punto informativo è invece presso i locali del centro
sociale di Borghetto. Questi punti informativi rimarranno aperti per diversi mesi per aiutare i cittadini
a familiarizzare con la raccolta differenziata porta a porta. Mentre intorno alla metà di ottobre inizierà la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata.
Realizzata la nuova area attrezzata per i camper in via Terni
E’ stata consegnata in questi giorni la nuova area attrezzata per i camper a Civita Castellana. E’ stata
realizzata nel parcheggio inferiore di via Terni, poco distante da quella in uso fino al luglio scorso.
Durante l’estate la precedente area camper di via Terni era stata chiusa a causa della nuova elisuperficie realizzata nello stesso parcheggio e che per essere resa utilizzabile aveva imposto il
divieto di accesso a camion e camper. Nel mese di agosto l’amministrazione comunale aveva
attrezzato provvisoriamente il parcheggio di via Marinai d’Italia, per accogliere i camper di rientro dalle ferie. A breve sarà installata la segnaletica per indicare la nuova area di sosta che, come
regolamentato, consente ai camper di sostare fino ad un massimo di 48 ore su suolo pubblico,
salvo chiedere la apposita autorizzazione per rimanervi più a lungo.
Tra i prossimi interventi programmati dall’Amministrazione è già previsto lo spostamento del distributore di acqua dearsenificata nel parcheggio superiore di via Terni, insieme all’eventuale distributore di latte crudo.
Percorso di Carnevale, uguale anche per il 2012
Benchè soprattutto fra i giovani, si chieda gran voce di tornare al vecchio percorso, il Sindaco ribadisce la
volontà di voler lasciare il percorso effettuato per gli ultimi due anni, nella parte nuova della città . “Le
ragioni che hanno spinto a sperimentare il percorso nuovo sono note a tutti: tutti i “carnevalari”, vale a
dire coloro che organizzano i gruppi e i carri, in una riunione tenuta in consiglio si confrontarono ed
infine scelsero a larga maggioranza il nuovo percorso; inoltre ci sono ragioni relative alla sicurezza
e alle dimensioni della strada che consentono carri più grandi. Per ipotizzare un ritorno al passato pertanto bisogna passare per una nuova consultazione democratica, ma prima essere certi che il percorso precedente sia idoneo. Per questo da tempo ho chiesto la convocazione della commissione di pubblica sicurezza che si riunirà nei prossimi giorni proprio per valutare ciò . Senza il parere favorevole della
commissione, infatti, non si può neanche discutere dell’eventualità di un cambio di percorso rispetto a
quello attuale. Ciononostante la data fissata è troppo a ridosso della manifestazione, con i preparativi già
avviati, quindi per quest’anno il percorso è quello già stabilito. Una volta che si avrà chiarezza sulla sicurezza del percorso vecchio
si potrà aprire un dibattito con tutta la cittadinanza”. Così risponde il primo cittadino a quanti continuano ad avanzare lamentele.
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Campo de’ fiori
NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS
Presentata la nuova Amatori Rugby Civita Castellana
Civita Castellana. L’Amatori Rugby Civita Castellana sabato, 10 settembre
scorso, ha presentato alla stampa, autorità , invitati e ospiti le squadre, i
tecnici e i protagonisti della prossima agonista, oltre ai nuovi progetti che
coinvolgeranno anche i paesi limitrofi. Madrina della manifestazione è stata
la neo campionessa d’ Italia di motociclismo femminile 2011 , Letizia
Marchetti. L’Amatori Rugby sarà al via con una formazione che parteciperà
al campionato di serie C, dove alla guida è stato confermato Michele
Fabiani, due di settore giovanile ( under 16 e 19), oltre al mini rugby. Come
sempre poi a dare lustro alla stagione ci sarà anche il quindici degli Old che,
già nella passata stagione hanno attraversato la penisola in lungo e in largo,
e anche all’ estero, con animata passione e raccolto molti successi. Oltre al
sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli e all’assessore allo sport
Alessio Alessadrini, erano presenti esponenti della Federazione Italiana
Rugby e i presidenti di altre società locali. A fare gli onori di casa è stato il presidente Roberto Rossi, confermato alla guida della
società anche per il prossimo biennio all’unanimità . L’Amatori Rugby Civita Castellana, che ha festeggiato il cinquantenario della fondazione lo scorso anno, è diventata con il passare del tempo una delle punte di diamante dello sport nell’Agro Falisco. In poche stagioni ben quattro ragazzi di Civita Castellana sono entrati nell’orbita delle varie nazionali italiane mentre oltre una decina hanno fatto
parte delle rappresentative regionali. Oggi conta quasi duecento tesserati, ha sottoscritto accordi di collaborazione con altre società
dello stesso settore e dispone di un proprio campo e di uno staff tecnico di alta qualità .
La Ducati Althea Racing di Civita Castellana, conquista il titolo
mondiale di Superbike2011
“Faccio le mie congratulazioni – ha dichiarato Gianluca
Angelelli - alla Ducati Althea Racing di Civita Castellana,
al Team Manager Genesio Bevilacqua ed al pilota Carlos
Checa per il grande risultato ottenuto con la conquista
del titolo mondiale nel campionato Superbike 2011.
Questo successo propone ancora una volta il nome di
Civita Castellana nel mondo dandogli lustro anche in
campo sportivo. Come Amministrazione Comunale
siamo pronti ad ospitare il team ed i tifosi nella nostra
città per festeggiare insieme”. Dice il sindaco Angelelli.
L’Andosilla guadagna due posti letto in day hospital a Pneumologia
Sono stati spostati sull’ospedale Andosilla di Civita Castellana i due posti letto in day hospital del reparto di
Pneumologia previsti per la Asl di Viterbo. Il sindaco, Gianluca Angelelli, dopo aver parlato con il direttore
sanitario, Marina Cerimele, si è detto soddisfatto.
“I due posti letto in day hospital erano previsti a Belcolle secondo il decreto n. 80. L’amministrazione comunale - ha spiegato il Sindaco - aveva fatto però richiesta affinché venissero spostati a Civita Castellana in
quanto il reparto è molto importante per la peculiarità del nostro distretto industriale. La Regione Lazio ha
accolto la nostra richiesta e questo è un segnale incoraggiante per il nostro ospedale e per il territorio”.
Scuola XXV Aprile: consegnata l’ala ristrutturata
Con l’apertura della scuola è stata consegnata ad alunni e docenti della scuola XXV Aprile di Civita Castellana
l’ala ristrutturata di recente dall’Amministrazione comunale in seguito a cedimenti strutturali. I lavori hanno interessato una parte dell’edificio nella quale erano presenti i bagni e due aule.
“Sono molto felice di questo intervento e dei tempi in cui è stato realizzato – ha dichiarato il sindaco di Civita
Castellana, Gianluca Angelelli - Siamo riusciti a consegnare la parte ristrutturata prima dell’inizio della scuola in
modo che gli alunni ne potessero usufruire da subito”.
Nell’ala della scuola che era stata dichiarata inagibile, a causa della mancanza di fondazioni e della fognatura, sono stati effettuati degli interventi di sottofondazione con le palificazioni, sono stati consolidati i solai ed
è stato realizzato un intonaco armato sulle pareti. Inoltre è stato dato seguito al progetto di abbattimento delle
barriere architettoniche dell’edificio con la messa a norma dei bagni sia nella scuola dell’infanzia al piano terra
sia nel piano superiore e è stato effettuato il collegamento degli scarichi in fognatura.
“Nel complesso abbiamo investito 200.000 euro – ha affermato l’assessore ai Lavori Pubblici,
Gianluca Cerri - Voglio sottolineare che anche questi interventi contribuiscono alla riqualificazione del nostro centro storico perchè è proprio tutelando e salvaguardando gli edifici e
le funzioni pubbliche che possiamo continuare a dare una rete di servizi ai cittadini e mantenere viva questa parte di città . Nei prossimi giorni verranno effettuati ulteriori interventi di
manutenzione richiesti dal personale scolastico durante la visita di martedì scorso”.
44
Campo de’ fiori
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
Il bullismo.
Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo
male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie
della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione.
Potete anche ordinarlo versando l’importo di € 10.00,
sul c/c postale n. 42315580,
intestato ad Associazione Accademia Internazionale
d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per
gli insegnanti, che possono inserirlo nel P.O.F.
d’Istituto e nella programmazione educativa
annuale del docente, ma anche per i genitori e
per tutti gli educatori sociali.
Un nobile brigante
Il nuovo successo editoriale dell’Accademia Internazionale d’Italia
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro
con un giovane che racconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno
temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed
ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita
di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava
da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso.
La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la
narrazione coinvolgente ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi
come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono immaginare i
personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito.
Una storia ambientata in un tempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
Ermelinda Benedetti
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale
di un personaggio fantastico della sua Fabrica di altri tempi.
La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale!
Sandro Anselmi
PRESTO IN EDICOLA E NELLE LIBRERIE!!!
AVETE UN VOSTRO SCRITTO NEL CASSETTO E VORRESTE VEDERLO
PUBBLICATO??? CHIAMATECI SUBITO!!!! REALIZZEREMO IL VOSTRO
DESIDERIO! 0761.513117 - [email protected]
Campo de’ fiori
Sono stata trovata vagante per le strade di Fabrica
di Roma e sono ospite ora
di una signora che ha
altri cani e che non mi
può tenere...Hai un posticino per me? Devo aver
sofferto abbastanza: ho un po’ paura del genere umano ma se mi saprai tranquillizzare ti
farò un sacco di compagnia...3338259320
Sono capitato nel giardino di una casa e non
hanno avuto il coraggio di cacciarmi. Ma la casa
e il giardino sono pieni di....gatti! Cerco la MIA
famiglia, qualcuno che mi possa crescere: sono
ancora un cucciolo, di simil lupetto e crescerò
ancora. Maschio, in piena salute e desideroso di
affetto! Taglia medio contenuta. Tel. 3391794714
Siamo una cucciolata di gattini nati per strada
da mamma selvatica, accuditi da una gattara
che ci ha curato fin dai primi giorni di vita...
Siamo pronti per l’adozione e sogniamo anche
noi una casetta dall’affettuoso calore...Siamo 4!
3335375465
Eccomi, mi hanno chiamata GINA e sono pronta
per essere adottata: taglia piccolissima,
buonissima, femmina già sterilizzata, sono di
grande compagnia! Certo non sono di razza,
ma sono una PURA meticcia...
Guardami bene ...
0761574291- 3933120915
Siamo 2 fratellini, cuccioli abbandonati al loro
triste destino se non fosse per una persona che
ha avuto pietà di noi e ci ha salvati...Siamo in
stallo ma cerchiamo casa prima del freddo
inverno. Aiutateci!!!! Tel. 3933120915
MARGOT
cucciola misto
caccia, bellissima e
piena di vita...
Aspetta una
casa vera!
0761.574291
45
Mi hanno
chiamato
Martino ma
sono un
trovatello
salvato dalla
strada come
tutti i miei
amici pelosi presenti su questa pagina.
Sono il tipico simil volpinetto fulvo,
giovane, vivace, giocherellone. Anch’io
cerco casa e tu...cercavi me???
3335375465
Mi chiamo Lillo (o così mi hanno
chiamato dopo il ritrovamento).
Vivevo a Fabrica di Roma, in un
parcheggio sotto un furgone guasto. Hanno portato via il furgone e
io sono rimasto lì, terrorizzato.
Qualcuno ha tolto anche il collare
che portavo. Ora sono al
sicuro, in stallo presso una persona buona, ma sono da
solo tutto il giorno e tutta la notte. Mi
trovate una casa? Una famiglia?? Sono maschio, buonissimo, giovane, di taglia medio/grande
Tel. 3933120915 - 0761574291
CERCASI URGENTEMENTE PADRONE PER SETTER
Ciao, sono un bellissimo Setter maschio di pura razza, colore bianco e
nero. Ho circa 5 anni e ho passato la maggior parte della mia vita in
canile. Sono molto buono e affettuoso e simpatico con tutti, ma
nonostante tutto non ho trovato ancora nessuno che voglia prendersi
cura di me. Non vado molto d’accordo con i gatti, ma con i miei
fratelli cani non ho mai avuto problemi. Adoro correre libero, fare i
bagni e andare in macchina con il mio
padrone. Spero che qualcuno di voi possa rendermi felice, e darmi un po’ di affetto.
Sono disponibile a trovare padrone in tutta
Italia. €Per informazioni chiama
345 0916791 Valeria
Smarrito Brilly a Fabrica di
Roma. Piccolo meticcio,
affettuoso e simpatico.
Aiutate il proprietario a
ritrovarlo. E se lo avvistate
questo è il numero al quale
chiamare: 0761.598349
46
Oroscopo di Ottobre
Ariete 20 marzo - 20
aprile Un ottobre un po’
burrascoso specie con
parenti o colleghi, ma poi
a poco a poco la serenità
subentra e vivrete lunghi giorni di serenità
e notti appassionate. Se ne avete la possibilità fate in questo mese la vostra vacanza, potrebbe essere l’occasione che vi
cambia la vita.
Toro 21 aprile – 20
maggio Ottobre è un
mese in cui si pensa a
nuovi progetti sia di lavoro che di vita. Ma la strada si delineerà in modo chiaro senza calcolare troppo, anzi approfitta di qualche
bella giornata per fare qualche lunga passeggiata che ritemprerà lo spirito e vi preparerà al lungo e intenso anno di lavoro.
Gemelli 21 maggio –
21 giugno Ottobre vi
invita a fare progetti un
po’ rigorosi per avere un
periodo senza insidie.
Sicurezza e costanza
saranno necessari per ben avviare il vostro
futuro. È finito il tempo dei giochi, per
questo decidete con chiarezza con chi
volete stare e l’amore diventerà il punto
fermo della vostra vita.
Cancro 22 giugno – 22
luglio Mese ancora pieno
di indecisioni; fortunatamente ci sarà un avvenimento talmente forte e
bello che farà salire la vostra autostima al
settimo cielo e poi diventerà tutto più facile. L’inizio nel campo del lavoro ti troverà
con una marcia in più .
Campo de’ fiori
Leone 23 luglio – 23
agosto Marte in vostra
compagnia vi renderà più
elettrici che mai, osate
pure tutto quello che vi
pare ma metteteci sempre un pizzico di
ragionamento, potrete così vivere un
ottobre da sballo. L’amore è superfavorito ma attenzione a non tenere il piede in
due scarpe.
Vergine 24 agosto –
22 settembre Mercurio
per un po’ di giorni ancora amico vi aguzza l’ingegno per creare situazioni
nuove nel lavoro, ma ricordatevi che ogni
gradino che salite creerà invidie e gelosie
e dovrete imparare a difendervi dai falsi
amici. Positivo il campo affettivo.
Bilancia 23 settembre – 22 ottobre Siete
proprio stanchi di tutto!
Rilassatevi! Per voi ottobre scorrerà liscio come
l’olio, godetevi pure i vostri affetti e non
scatenatevi in nuove imprese. Relax è la
parola d’ordine, sarete amati e coccolati e
quella furbizia mediatica che fa parte del
vostro carattere vi sarà complice.
Scorpione 23 ottobre – 22 novembre
Impaziente come sempre vorresti realizzare
tutti i tuoi desideri con
rapidità , invece questo
ottobre è proprio il mese in cui devi temporeggiare perché è proprio con questo
sistema che otterrai quello che desideri. Il
tuo fascino incantatore farà breccia su
molte persone.
by Cosmo
Sagittario 23 novembre – 21 dicembre Marte
amico ti rende troppo battagliero ma fare troppe battaglie contemporaneamente può sfinire mente e corpo, affronta un
problema alla volta e allora sì , sarai vincente. Bene l’amore, molta attenzione nel
lavoro dove qualcuno però cercherà di
farti le scarpe.
Capricorno 22 dicembre – 20 gennaio Le tue
capacità di scelta sono
molto note, usale in questo
mese quando molti affari si
avvieranno e il tuo giudizio sarà decisivo.
L’amore ti sorride, è importante che dedichi al partner un po’ più del tuo tempo
prezioso, avrai così molte soddisfazioni e
tanta felicità . Un po’ più di svago o relax.
Acquario 21 gennaio –
19 febbraio Marte negativo cerca di renderti difficile
la vita ma sei troppo in
gamba per arrenderti,
combatti le tue battaglie
con molta filosofia vedrai che riuscirai a
sbaragliare qualsiasi nemico. Attento alle
parole che usi non devono mai essere
troppo forti anche con i rivali in amore.
Pesci 20 febbraio – 20
marzo Incomincia il tuo
periodo favoloso e da subito avrai magiche sorprese:
il lavoro diventa un punto
di grande sfogo, molte nuove opportunità
e il piacere di scegliere quanto più ti
aggrada, riconoscimenti delle tue capacità . Scoprirai di essere molto amato e di
avere una bella famiglia che crede in te.
Campo de’ fiori
47
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Palarte di Fabrica di Roma
TEATRO D’AUTUNNO
Domenica 30 Ottobre prende il via al Teatro Palarte di Fabrica di Roma la rassegna teatrale d’autunno. Cinque stupende commedie che
spaziano dalla comicità moderna di Ken Ludwig allo scoppiettante Vaudeville francese, allo humor inglese,nper passare infine alle intense atmosfere del teatro classsico. La rassegna è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Fabrica di Roma e dalla
Associazione Pro-loco con la direzione artistica di Carlo Ciaffardini.
Ecco tutti gli appuntamenti.
Domenica 30 ottobre - Compagnia Estravagario di Verona
INGANNO IN GONNA di Ken Ludwig
Siamo in un paesino della Pennsylvania nel 1955. Leo Clark e Jack Gable sono due attori squattrinati
e reduci dall'ultimo fiasco. Vengono a sapere dalla deliziosa Audry che la vecchia miliardaria Florence
Snider, defunta quella mattina, ha cercato inutilmente per mesi i suoi nipoti, Max e Steve, che non
vede da quando erano in fasce, per lasciargli tutta l'eredità .
Colpo di genio! Si fingeranno i nipoti perduti. Sono attori…dunque!
Peccato che dovranno interpretare…… Lo scoprirete a teatro!!!
Domenica 6 novembre - Compagnia Schio Teatro 80 di Schio (Vicenza)
IL TACCHINO di George Feydeau
L'aitante giovane sposato Pontagnac e l'impenitente scapolo Redillon corteggiano entrambi l'avvenente signora Vatelin, che per scaricarli si lascia sfuggire "non tradirò mai mio marito, ma se lui lo facesse, gli renderei la pariglia". Inizia per i due spasimanti la ricerca della prova dell'infedeltà dell'avvocato Vatelin. Ma anche la moglie di Pontagnac sospetta del proprio marito. Chi tradirà per primo…e
con chi? Scoppiettante farsa tra mariti focosi, amanti presunti, mogli tradite, cameriere avvenenti, vecchietti sordi e ambigui alberghi.
Domenica 13 novembre - Compagnia La Lampada di Milano
NIENTE SESSO SIAMO INGLESI
di Antony Marriot e Alistar Foot
Fortunata commedia in scena a Londra ininterrottamente dal 1971 per 6761 rappresentazioni. A causa
di una risposta sbagliata ad un annuncio, uno stimato direttore di banca, felicemente sposato, riceve
a casa un pacco pieno di materiale pornografico. Seguono goffi tentativi di liberarsi dell'imbarazzante
contenuto, che coinvolgeranno la famiglia, un'ignaro ispettore bancario e l'intera comunità di inglesi
benpensanti.
Domenica 20 novembre - Compagnia dell'Eclissi di Salerno
UN TRAM CHIAMATO DESIDERIO
di Tennessee William
Celebre opera teatrale che ha visto l'esordio in teatro di un ventenne Marlon Brando. La romantica, fragile Blance si reca a trovare la sorella che ha sposato un rozzo operaio polacco Stanley Kowalsky, il
quale non sopporta la visita di Blanche alla quale rimprovera di aver dissipato il patrimonio della famiglia. Ma egli è anche a conoscenza di incoffessabili segreti sulla vita di Blanche. La ricatta, la mette
difronte al suo fallimento. La violenza diventa la goccia che colma il dramma che incombe su Blanche,
quello del tempo che passa, della perduta giovinezza, ai quali le anime belle non sanno porre rimedio.
Domenica 27 novembre - Compagnia Piccola Ribalta di Civitanova Marche
IL PADRE di August Strindberg
Il Capitano, intransigente uomo di scienza, si trova in contrasto con la propria moglie circa l'educazione della figlia alla quale egli è immensamente affezionato.
La donna è caparbia e per averla vinta, e forse per sbarazzarsi del marito padrone, instilla nell'uomo il
dubbio della paternità . Il Capitano vede crollare la certezza dell'affetto più caro, il dubbio lo corrode,
tenta di ribellarsi. Lentamente sarà costretto a rifuggiarsi, oramai folle, come da bambino nel grembo
della vecchia nutrice.
Si ringrazia sentitamente l'Hotel Aldero per l'ospitalità offerta alle Compagnie.
Collaborano gentilmente alla ospitalità i ristoranti: L'Acquaforte - Al Chiaro di Luna - Il Veliero
INIZIO SPETTACOLI ORE 17,30 - INGRESSO € 5,00 / RAGAZZI € 3,00
Campo de’ fiori
4
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
TEATRO BIANCONI DI CARBOGNANO
Stagione Teatrale 2011
Dal 22 al 30 ottobre
Gruppo GIAD Teatro
ABBAGLIATI
regia Giuseppe Magagnini
Dopo il grande successo
della scorsa stagione (10
esaltanti repliche con il tutto
esaurito e centinaia di spettatori entusiasti)
torna il grande musical al Teatro Bianconi.
Liberamente tratto dal film “Mamma mia”,
Abbagliati è una festa continua, fatta di balli e
divertimento il tutto condito dalla musica travolgente e sempre attuale degli ABBA. Grecia:
isola di Kalokairi, un albergo “Villa Donna” non
proprio in ottimo stato, la giovane Sophie sta
per sposarsi ed ha un sogno: incontrare suo
padre prima del grande giorno. C’è un solo problema... non ha idea di chi sia. Dopo aver letto,
di nascosto, il diario di sua madre Donna, scopre che potrebbe essere uno dei suoi tre amori
di gioventù: Harry Bright (il bancario), Sam
Carmichael (l’architetto) o Bill Anderson (l’avventuriero).Sapendo che la madre non approverebbe mai, lei li invita di nascosto tutti e tre al
suo matrimonio. Sophie cerca ad ogni modo di
nascondere la loro presenza, ma non ci riuscirà
per molto tempo e così ... il gioco ha inizio!
5 – 6 Novembre
Neraonda
BEN HUR
di Gianni Clementi - Paolo
Triestino, Nicola Pistoia,
Elisabetta De Vito
regia Nicola Pistoia
In “Ben Hur” si affronta il tema dell’immigrazione e del razzismo in modo nuovo e brillante.
19 – 20 novembre
Produzione Spettacoli
L’AMICO DI FRED
di Pierpaolo Palladino
regia Pierpaolo Palladino
Non la biografia ma il mito di
Fred Buscaglione e le sue
“Criminal songs”, dense di ironia e ambientate
tra i duri della Chicago di Al Capone.
3 – 4 dicembre
Compagnia teatrale Colpi di
Scena
PICCOLI CRIMINI CONIUGALI
di Eric Schmitt
Traduzione e adattamento di
Sergio Fantoni
regia Pierpaolo Palladino
Un appartamento; notte. Rumore di serrature.
La porta si apre, due ombre scivolano dentro
nella luce ocra dell’ingresso...
17 – 18 dicembre
Gruppo GIAD Teatro new
generation
L’ARIA DI MARE MI
RENDE NERVOSO
di Umberto Castaldi
regia Giuseppe Magagnini
E’ una pochade francese che ha raccolto unanimi consensi tra fine dell’800 e primi del 900.
7 – 8 gennaio
RAP-SODIA
con Dosto e Yevski e Donna
Olimpia
regia Pino Ferrara
Gli interpreti sono Dosto (pianoforte) e Yevski (contrabbasso), due musicisti accademici che hanno gettato alle ortiche la compostezza.
21 – 22 gennaio
Logos
C’E’ UNA CERTA ANNALISA PER TE
con Ennio Coltorti e
Francesca Draghetti
di Sandra Conti
regia Ennio Coltorti
“Amore... siamo in crisi!” Questa la frase-chiave
di “C’è una certa Annalisa per te”.
dal 9 al 12 febbraio
Gruppo GIAD Teatro
TOCCATA E FUGA
di Derek Benfield
regia Francesco Nizi
La commedia, animata da un
tipico humor inglese, riprende ed esalta le movenze del Vaudeville.
3 – 4 marzo
Compagnia
Teatro
Popolare “P.Liuzzi”
LA SERENATA E’ FENITA
scritto e diretto da Romolo
Passini
Il richiamo di una corriera
che sta per partire ci proietta a fine anni ‘50.
17 – 18 marzo
SUGO FINTO
di Gianni Clementi
regia Ennio Coltorti
Due
sorelle
zitelle,
Addolorata e Rosaria, offese
da una natura ingenerosa
trascorrono la propria vita condividendo la stessa casa e il negozio di merceria.
24 – 25 marzo
Compagnia Stabile TEATRO MIO
DUE GEMELLI NAPOLETANI
di Tato Russo
con Natalino Di Guida, Bruno
Alvino, Luigi Parlato, Luisa Russo, Rosa
Cannavacciulo
regia Bruno Alvino
I protagonisti sono i due gemelli Menecmo e
Fosicle.
21 – 22 aprile
UNA NOTTE BIANCA
di Gabriele Pignotta
con GABRIELE PIGNOTTA,
CRISTINA ODASSO e FABIO
AVARO
regia Gabriele Pignotta
“La straordinaria e divertentissima avventura di
tre ragazzi che, rimasti chiusi in ascensore
durante il black-out della prima Notte Bianca.”
14 - 23 Ottobre: Colle
C.S.E. Ro
Opere dei ragazzi del laboratorio grafico-pittorico
Campo de’ fiori
49
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
ettiva di pittura dei ragazzi del
osa Merlini Frezza
o del Centro Socio Educativo Rosa Merlini Frezza di Civita Castellana.
La mostra collettiva di pittura si
terrà al Palazzo baronale
“Anguillara”, a Calcata vecchia,
dal 14 al 23 ottobre.
Lunedì 31 ottobre 2011
Teatro Olimpico
Piazzale Gentile da Fabriano 17, Roma
Inizio spettacolo ore 21,00
XXI FESTIVAL DELLA
CANZONE ROMANA
Un’idea di LINO FABRIZI
Con Franco Califano Lando Fiorini Edoardo Vianello
Luciano Rossi Giorgio Onorato Alberto Laurenti
e il balletto della CRAZY GANG
Presentano BENEDETTA RINALDI e
FRANCESCO VERGOVICH
Testi di Silvestro Longo
Coreografie di Marco e Stefano Stopponi
Giunto alla sua XXI edizione, torna al Teatro Olimpico di Roma il
Festival della Canzone Romana, la storica manifestazione nata
con l’intento di valorizzare il patrimonio della romanità in musica
attraverso un concorso aperto a compositori, autori e interpreti di
questo genere musicale. Lunedì 31 ottobre, alle ore 21, andrà
dunque in scena la finale di questa prestigiosa iniziativa che anche
quest’anno ospiterà tre nuovi talenti e numerose colonne storiche
del repertorio romano. Lino Fabrizi, ideatore e organizzatore del
festival dal 1991, ha voluto anche quest’anno premiare la tradizione
invitando un nutrito parterre di artisti che hanno lasciato nelle proprie canzoni indimenticabili ed inequivocabili segni del loro talento
ed orgoglio romano. Tra questi, avremmo il piacere di vedere sul palcoscenico Franco Califano, Lando Fiorini, Edoardo Vianello.
Pino Cartella, Cristina Cellini e Fabrizio Morina sono i giovani
finalisti, che si alterneranno con Luciano Rossi, Giorgio Onorato,
Alberto Laurenti e Angelo Blasetti, insieme anche alle azioni
coreografiche folcloristiche compiute dal balletto della Crazy Gang.
Francesco Vergovich e Benedetta Rinaldi saranno gli ospiti
presentatori di questa speciale edizione che vedrà cantare la Roma
folkloristica con le sue carrozzelle, i suoi tramonti e le sue fontane,
ma anche quella quotidiana con i suoi crucci e le sue storie d’amore. L’evento sarà inoltre trasmesso in mondovisione grazie alla presenza delle telecamere di Rai International.Nel corso di questo
ventennio, il Festival della canzone romana ha visto succedersi artisti come Renato Zero, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco
Califano, Giancarlo Magalli, Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario
Scaccia, Fiorenzo Fiorentini, Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo
Laganà , I Vianella, I Cugini di Campagna, Stefano Masciarelli, il
Maestro Stelvio Cipriani, Manuela Villa, Giorgio Onorato, La Schola
Cantorum e tanti altri. La continuità di questa manifestazione, portata avanti con dedizione e passione dall’Associazione Roman
Millenium, è un significativo esempio di come sia necessario diffondere e proseguire un percorso storico attraverso un’antologia di
brani, dedicati o ambientati a Roma, che spazia dal 1800 ai giorni
nostri. La manifestazione è Patrocinata dal Comune di Roma
Roma Capitale, dalla Presidenza della Regione Lazio e
Zetema.
Per informazioni: www.festivaldellacanzoneromana.com
Infoline: 06 3265991 (Teatro Olimpico) - 349 5563371 (direzione
artistica) - Biglietteria: poltronissima €30 - poltrona e balconata
€25 - galleria €20 + prevendita
Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni - Tel/Fax 06 3225044
Campo de’ fiori
50
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Tanti auguri ad
Alessandro Ulisse che
il 1° Ottobre ha
compiuto 2 anni, da
papà Milko, mamma
Tamara, lello Simone,
i nonni, gli zii, la cuginetta e le bisnonne.
Tantissimi auguri ad Aurora
Patriarca, la nostra cucciola,
che il 13 settembre ha
festeggiato 6 anni. Buon compleanno dai genitori Patrizia e
Carlo da suo fratello Damiano
e da tutta la sua famiglia.
Il 2 Ottobre 2011,
Fabio e Maria hanno
festeggiato i loro
50 anni di matrimonio, tantissimi ringraziamenti per il
loro amore, i loro
insegnamenti e per
tutto quello che
hanno fatto per noi, con affetto dai figli
Francesco e Caterina, dalla nuora Luisa, dal genero Ugo e dalle nipoti Giulia, Maria Elisa, Irene e
Valeria.
Tanti auguri al
piccolo Dario
Malatesta che il 12
Ottobre ha compiuto 3 anni, dalla
mamma, il papà, ed
il fratellino Matteo
Un saluto a tutta la meravigliosa famiglia
Testa, che di tanto in tanto si riunisce per
trascorrere sani momenti di affetto e di
allegria!!!! Laura
Per Flavia Natili che l’11
Novembre compie 18 anni.
Complimenti, oggi diventi adulta… Hai appena fatto il primo
passo per diventare ufficialmente vecchia!!! Tanti auguri
streghetta… da nonno Mario e
nonna Sandra
Un grandissimo in bocca al lupo
alla Parrocchia “Cuore immacolato di Maria e San Lorenzo” e al
suo Parroco Don Ampelio, che in
collaborazione con il Maestro
tecnico Pistola Giuseppe, ha
iniziato un nuovissimo corso di
Judo al suo interno, aperto a
tutti i suoi fedeli e non solo! In
bocca al lupo!
Tanti auguri a Lorenzo Iannone che il
18 Ottobre compie 12 anni. Per te l’augurio che ogni cosa che il tuo cuore
desideri, possa sempre realizzarsi!
Buon compleanno da mamma Tamara e
papà Giuseppe.
Congratulazioni alla neo
dottoressa Maria Rita
che si è laureata il 21
luglio 2011. Finalmente
c’è un avvocato in famiglia!! Tanti auguri dal
fratellone Emiliano
51
Auguri
piccola
mia…
4 anni fa,
il 29
ottobre
2007,
Tanti auguri a Giuseppe ed è successo
Assunta che il 23 Ottobre
qualcosa
festeggiano i loro
di straordinario e magico: sei arrivata
meravigliosi 50 anni di
tu, piccola mia, con la tua delicatezza,
matrimonio, da Viola e Denise e da tutta la “truppa”! con la tua bellezza, con la tua fragilità,
hai portato nella mia vita ed in quella del
Tanti auguri di buon
tuo papà, gioia, emozione e tanto
compleanno a Riccardo
amore… Ed è con un amore infinito che
Ceccarelli che il 5 ottobre
oggi, io ed il tuo papà, ti diciamo: auguri
ha compiuto 33 anni da
piccola! Anche da parte dei nonni e degli
mamma, papà, Elisa,
zii… e soprattutto auguroni dal cuginetto
Gabriele, Leonardo e nonna
Omar e dalla cuginetta Giada.
Maria.
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE
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“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita
Castellana (VT)
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NE STANNO ARRIVANDO TANTISSIME!!!
CONTINUATE AD INVIARCELE...
ERRATA CORRIGE
Sul numero 84 di Campo de’ fiori (mese di agosto-settembre 2011), nell’articolo del prof. Enea Cisbani, a pag. 34, intitolato “Il muro
di Via del Forte”, è stato erroneamente riportato il nome di Luigi Cosenz, anzichè Enrico Cosenz, comandante delll’XI divisione di fanteria, che il 29 settembre entrò in Roma capitale.
With love from Gibilterra, Campo de’ fiori
La nostra rivista risulta essere amatissima e lettissima non solo in Italia, ma
anche all’estero, come dimostrano queste foto inviateci da un nostro lettore
gibilterrino. Ed infatti Campo de’ fiori ha
conquistato Gibilterra, la terra d’oltremare di Queen Elizabeth, situata nel sud
della Spagna, conosciuta anche come
una delle colonne d’Ercole, che costò
cara ad Ulisse, come gli rimproverò
Dante!
www.campodefiori.biz
Campo de’ fiori
Roma com’era
Roma. Fine 1800.
Un tratto della sponda del Tevere, precisamente quella che va dal Porto di Ripetta a Tor di Nona.
Nella parte centrale, sotto la cupola di San Carlo al Corso, si può notare una costruzione di forma
cilindrica. Si tratta della cappella del Clementino, di Carlo Fontana, mantenuta intatta al momento
della costruzione dei muraglioni, come si vede nella foto, ma distrutta poi in tempi più recenti.
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Campo de’ fiori
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Album d
1
Campo de’ fiori
3
4
2
5
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7
8
9
10
Civita Castellana. Anno scolastico 1964/’65. Classe III media. 1. Mario Pianesi, 2. Anna Maria Viscogliosi, 3. Franco Martella,
4. Prof. Sergio Pucci, 5. Lucia Torresi, 6. Patrizia Torresi, 7. Rita Porcarelli, 8. Luisa Molinari, 9. Patrizia Filippetti,
10. Renata Massaccesi. Foto della Sig.ra Luisa Molinari.
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
Anni ‘60.
Da sx:
Luciano Caregnato,
..., Giuliana Valeri,
..., Giuliano Farina
Matteo...,
Sergio Riganelli.
Campo de’ fiori
55
dei ricordi
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
1971.
Fratello e sorelle
Cimarra con i
coniugi, i figli ed i
nipoti.
Foto della Sig.ra
Teresa Arpini
Campo de’ fiori
Foto di sinistra:
Civita Castellana,
1959.
Addolorata
Pantaleo.
Foto della Sig.ra
Maria Tullo.
Foto di destra:
Civita Castellana,
1952.
II elementare.
Adriana Domizi.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
5
Album d
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anni ‘70. Da sx: Giuseppe Ceccarelli, Rosalba Alessandrini, ..., Maria Pieri e Lamberto Alessandrini.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Asilo, classe 1959/’60. Prima fila da dx: Piergiuseppe Marcelli, Remo Cencelli, Maurizio Fochetti,
Giuseppe Cencelli. In sedonda fila da dx: Giorgio Sperandio, Lorenzo Catinari, Giorgio Cencelli, Mauro Segarelli,
Fernando Cantagallo... e qualche altro nascosto. Foto inviataci dal Sig. Lorenzo Catinari
3
1
2
7
5
4
Campo de’ fiori
6
dei ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anni ‘80.
1. Allenatore Franco Antolini, 2. Maurizio Fochetti, 3. Roberto Ciappici, 4. Angelo Borromei,
5. Sandro Ceccarelli, 6. Francesco Cassandra, 7. Pietro Spallacci.
Foto concessa dall’A. D. Fabrica Calcio 2010.
5
5
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Album d
Carbognano. Gruppo di giovani aitanti, reduci dalla lunga ed estenuante Campagna d’Africa.
dei ricordi
Campo de’ fiori
59
Corchiano.
1948.
Matrimonio di
Lisa ed Ernesto
Di Giseppe
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma.
Primi anni ‘60.
Scuola media.
In piedi da dx:
Maria (la bidella),
Gianni Viola,
Tonino Testa,
Renato Pecoroni,
il maestro
Giovanni Cencelli,
Antonio Bianchini,
Giuseppe Cafardi,
Guido Pianselli,
Valerio Alessi.
In basso da sx:
Sandro Bedini,
Giovanni Ricci,
Stefano Quintiliani,
Giulio Mecarelli,
Francesco Fochetti,
Nicola Chiossi.
Foto del Sig.
Nicola Chiossi
(detto Nicolino)
Campo de’ fiori
60
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