1 PAGINA E Indice relazione 2009 - Ades Archivio Digitale Edilizia

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1 PAGINA E Indice relazione 2009 - Ades Archivio Digitale Edilizia
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area medicina legale………………………………………………………………………………...
pag. 125
•
area educazione e promozione della salute…………………………………………………………
pag. 127
•
igiene degli allevamenti e sanità animale…………………………………………………………...
pag. 131
IL BILANCIO DI ESERCIZIO 2009...............................................................................…………..... pag. 135
•
premessa ............................................................................................................................................ pag. 135
•
analisi scostamenti rispetto alla rendicontazione trimestrale 2009 e al bilancio consuntivo 2008 ...
•
contributi in conto esercizio a destinazione indistinta................................................................….... pag. 137
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considerazioni sulla mobilità......................................................................................................….... pag. 137
•
analisi del bilancio..............................................................................................………………….... pag. 138
•
analisi della situazione patrimoniale-finanziaria……………………………………………………
•
attività d’investimento...........................................................................................................…......... pag. 142
•
evoluzione prevedibile della gestione..............................................................…………………......
ALLEGATO N. 1: prestazioni erogate dai servizi del Dipartimento di Prevenzione.
pag. 135
pag. 140
pag. 142
IL TERRITORIO E LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA
L’ambito territoriale di riferimento dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 comprende
trenta comuni, articolati, a decorrere dal 16 settembre 2002, in due distretti socio-sanitari:
distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” e distretto socio-sanitario n. 2
“Valdobbiadene – Montebelluna”, con sede rispettivamente ad Asolo e Valdobbiadene.
La seguente cartina illustra la suddivisione del territorio dell’unità locale sociosanitaria n. 8 nei due distretti socio-sanitari, con evidenziazione dei comuni appartenenti ad
ognuno di essi.
REGIONE DEL VENETO
AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO
unità locale socio-sanitaria n. 8
DISTRETTO
SOCIO-SANITARIO
n. 2
"Valdobbiadene - Montebelluna"
SEGUSINO
VALDOBBIADENE
VIDOR
PEDEROBBA
CAVASO
DEL TOMBA
PADERNO
NERVESA
DELLA BATTAGLIA
CORNUDA
POSSAGNO
CROCETTA
DEL MONTELLO
MONFUMO
CRESPANO
G IAVERA
DEL
M ONTELLO
CASTELCUCCO
BORSO
DEL
GRAPPA
VOLPAGO DEL
M ONTELLO
MASER
FONTE
CAERANO
SAN M ARCO
ASOLO
S. ZENONE
DEGLI
EZZELINI
MONTEBELLUNA
TREVIGNANO
ALTIVOLE
RIESE PIO X
LORIA
CASTELLO
DI
GODEGO
VEDELAGO
CASTELFRANCO
VENETO
RESANA
DISTRETTO
SOCIO-SANITARIO
n. 1
"Asolo - Castelfranco Veneto"
1
Il territorio di riferimento dell'unità locale socio-sanitaria n. 8 si estende su una superficie di
801 kmq, con una densità di 313 abitanti per kmq (+2 unità rispetto al 2008 e +5 unità rispetto
al 2007). La popolazione, alla data del 31 dicembre 2009, risultava pari a 250.762 unità e
distinta pressoché equamente rispetto al sesso: 124.694 maschi (49,7% della popolazione) e
126.068 femmine (50,3 % della popolazione), come riportato nella tabella n. 1.
Sempre dalla stessa tabella, si può osservare che le prime due grandi classi di età sono
più numerose, in termini percentuali, nel distretto socio-sanitario n. 1 rispetto al distretto
socio-sanitario n. 2 (+1,27% nella prima classe e +1,19% nella seconda). Di conseguenza, la
classe degli ultra 65-enni risulta più consistente nel distretto socio-sanitario n. 2 (+2,46%).
tabella n.1: popolazione residente al 31 dicembre 2009, per distretto socio-sanitario, grandi classi di età e sesso.
classi
di età
maschi
femmine
totale
%
0_14
12.166
11.382
23.548
16,5%
15_64
49.520
46.529
96.049
67,4%
65 e oltre
9.704
13.284
22.988
16,1%
totale
71.390
71.195
142.585
100%
%
50,1%
49,9%
100%
0_14
8.499
8.100
16.599
15,3%
15_64
36.464
34.934
71.398
66,0%
65 e oltre
8.341
11.839
20.180
18,7%
totale
53.304
54.873
108.177
100%
%
49,3%
50,7%
100%
totale unità locale socio-sanitaria n. 8
124.694
126.068
250.762
%
49,7%
50,3%
100%
distretto socio-sanitario
n. 1
"Asolo – Castelfranco Veneto"
n. 2
" Valdobbiadene - Montebelluna"
fonte: anagrafe comunale e anagrafe sanitaria
Per una maggiore analisi di dettaglio della situazione demografica della popolazione,
si riporta, di seguito, la tabella n. 2 riepilogativa della popolazione residente al 31 dicembre
2009, suddivisa per distretto socio-sanitario, comune e sesso.
2
tabella n. 2: popolazione residente al 31 dicembre 2009, per distretto socio-sanitario, comune e sesso.
distretto socio-sanitario n. 1
"Asolo – Castelfranco Veneto"
maschi
femmine
totale
variazione
rispetto al
2008
età
media
Altivole
Asolo
Borso del Grappa
Castelcucco
Castelfranco Veneto
Castello di Godego
Cavaso del Tomba
Crespano del Grappa
Fonte
Loria
Maser
Monfumo
Paderno del Grappa
Possagno
Resana
Riese Pio X
San Zenone degli Ezzelini
Vedelago
totale
3.355
4.638
2.913
1.120
16.497
3.541
1.482
2.273
3.090
4.654
2.438
734
1.097
1.142
4.700
5.517
3.803
8.396
71.390
3.355
4.632
2.902
1.038
17.178
3.546
1.494
2.453
3.068
4.351
2.508
726
1.081
1.113
4.516
5.406
3.610
8.218
71.195
6.710
9.270
5.815
2.158
33.675
7.087
2.976
4.726
6.158
9.005
4.946
1.460
2.178
2.255
9.216
10.923
7.413
16.614
142.585
0,4%
0,5%
1,0%
-0,7%
0,3%
0,6%
0,4%
-0,9%
0,7%
1,0%
0,7%
-0,2%
0,8%
-0,2%
1,0%
1,0%
0,4%
0,9%
0,5%
38,9
38,8
39,0
40,5
42,1
39,4
41,9
42,4
39,1
38,1
41,9
41,8
40,3
41,3
38,2
38,2
37,4
39,2
39,9
distretto socio-sanitario n. 2
"Valdobbiadene - Montebelluna"
maschi
femmine
totale
variazione
rispetto al
2008
età
media
Caerano di San Marco
Cornuda
Crocetta del Montello
Giavera del Montello
Montebelluna
Nervesa della Battaglia
Pederobba
Segusino
Trevignano
Valdobbiadene
Vidor
Volpago del Montello
totale
3.989
3.042
2.978
2.559
15.184
3.487
3.734
1.006
5.257
5.248
1.878
4.942
53.304
4.101
3.232
3.058
2.605
15.763
3.487
3.829
989
5.315
5.595
1.925
4.974
54.873
8.090
6.274
6.036
5.164
30.947
6.974
7.563
1.995
10.572
10.843
3.803
9.916
108.177
2,4%
1,5%
0,8%
0,1%
0,4%
-0,4%
1,3%
-1,4%
1,4%
0,2%
0,2%
0,3%
0,6%
40,2
41,9
43,3
39,9
41,6
43,0
41,2
44,0
38,9
44,3
41,3
41,5
41,7
totale –u.l.ss. n. 8
124.694
126.068
250.762
0,6%
39,7
Vengono riportati, di seguito, alcuni indicatori demografici, riferiti alla popolazione
residente al 31 dicembre 2009 e confrontati con quelli relativi all’anno 2008.
3
tabella n. 3: indici di struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2009 e al 31 dicembre 2008.
indice di vecchiaia
(1)
indice di invecchiamento
(2)
anno 2008
anno 2009
variazione
assoluta
variazione
relativa
105,98%
107,52%
1,54%
1,46%
16,94%
17,21%
0,27%
1,62%
indice di dipendenza anziani
(3)
25,26%
25,78%
0,52%
2,06%
indice di dipendenza giovani
(4)
23,84%
23,98%
0,09%
0,38%
49,10%
49,76%
0,66%
1,34%
indice di dipendenza totale
(5)
Gli indici riportati nella tabella n. 3 permettono di trarre alcune osservazioni,
relativamente alla struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2009. Gli
anziani ultra 65-enni costituiscono il 17% della popolazione complessiva (indice di
invecchiamento = 17,21%) e superano di 7,52 punti percentuali la fascia dei giovanissimi
(indice di vecchiaia = 107,52%). Inoltre, il carico relativo dei giovanissimi (età ≤ 14 anni) e
degli anziani (età ≥ 65 anni), sulla collettività attiva (età 15_64 anni), risulta pari a circa il
24% e 26%, rispettivamente (indice di dipendenza giovani = 23,98% e indice di dipendenza
anziani = 25,78%). Da queste osservazioni si evince che, nonostante la classe degli anziani sia
cresciuta più rapidamente rispetto a quella dei giovanissimi, il loro peso sulla classe lavorativa
attiva ha un’intensità pressochè uguale.
(1) indice di vecchiaia:
popolazione residente ≥ 65 anni
 x 100
popolazione residente ≤ 14 anni
(2) indice di invecchiamento:
popolazione residente ≥ 65 anni
 x 100
popolazione residente
(3) indice di dipendenza anziani:
popolazione residente ≥ 65 anni
 x 100
popolazione residente 15_64 anni
(4) indice di dipendenza giovani:
popolazione residente ≤ 14 anni
 x 100
popolazione residente 15_64 anni
(5) indice di dipendenza totale:
popolazione residente ≤ 14 anni +
popolazione residente ≥ 65 anni
 x 100
popolazione residente 15_64 anni
Di seguito, si riportano la tabella ed il grafico della popolazione straniera residente al
31 dicembre 2008 (ultimo anno disponibile), distinta per distretto socio-sanitario, comune e
sesso (fonte: ISTAT).
4
tabella n. 4: popolazione straniera residente al 31 dicembre 2008, per distretto socio-sanitario, comune e sesso.
distretto socio-sanitario n. 1
”Asolo-Castelfranco-Veneto”
Altivole
Asolo
Borso del Grappa
Castelcucco
Castelfranco Veneto
Castello di Godego
Cavaso del Tomba
Crespano del Grappa
Fonte
Loria
Maser
Monfumo
Paderno del Grappa
Possagno
Resana
Riese Pio X
San Zenone degli Ezzelini
Vedelago
totale
maschi femmine totale
415
880
241
194
1.792
362
220
472
687
597
170
28
158
240
606
665
670
1.092
9.489
339
715
196
127
1.595
325
180
379
540
481
152
21
138
207
488
523
572
841
7.819
754
1.595
437
321
3.387
687
400
851
1.227
1.078
322
49
296
447
1.094
1.188
1.242
1.933
1.7308
% stranieri
residenti
sulla popolazione
al 31/12/2008
11,3%
17,3%
7,6%
14,8%
10,1%
9,8%
13,5%
17,9%
20,1%
12,1%
6,6%
3,3%
13,7%
19,8%
12,0%
11,0%
16,8%
11,7%
12,2%
% stranieri
distretto socio-sanitario n. 2
sulla popolazione
maschi femmine totale
”Montebelluna-Valdobbiadene”
residente
al 31/12/2008
Caerano di San Marco
633
525
1.158
14,7%
Cornuda
415
379
794
12,8%
Crocetta del Montello
360
312
672
11,2%
Giavera del Montello
286
238
524
10,2%
Montebelluna
1.963
1.729
3.692
12,0%
Nervesa della Battaglia
420
365
785
11,2%
Pederobba
495
427
922
12,3%
Segusino
97
104
201
9,9%
Trevignano
527
465
992
9,5%
Valdobbiadene
519
500
1019
9,4%
Vidor
252
242
494
13,0%
Volpago del Montello
366
325
691
7,0%
totale
6.333
5.611
11.944
11,1%
totale u.l.ss. n. 8
15.822
13.430
fonte: elaborazione dati ISTAT (demo.istat.it)
5
29.252
11,7%
variazione
rispetto
al 31/12/2007
10,4%
11,5%
2,6%
-4,5%
8,7%
2,4%
1,3%
-0,4%
8,5%
15,2%
4,2%
-2,0%
7,2%
8,5%
7,6%
6,8%
5,4%
14,2%
8,0%
variazione
rispetto
al 31/12/2007
7,9%
10,1%
8,4%
6,7%
11,7%
10,3%
8,5%
14,2%
6,8%
12,7%
7,4%
0,9%
9,3%
8,5%
LO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE
Mortalità
L'evoluzione della mortalità nel nostro Paese ha mostrato negli ultimi anni un
andamento generale in linea con quello degli altri Paesi occidentali, caratterizzato
dall'incremento del numero dei decessi.
Dall’analisi dei dati resi disponibili dall’ISTAT si evidenzia come, a partire dal 1991,
il numero assoluto di decessi sia progressivamente aumentato. Tale aumento può essere
spiegato, quasi esclusivamente da un progressivo invecchiamento della popolazione e non da
un aumento dei rischi di morte, che al contrario hanno subito significative riduzioni.
Attualmente nella popolazione italiana la vita media è di 83 anni per le donne e di 76
per gli uomini con una aspettativa di vita alla nascita raddoppiata nell’arco di tempo di circa
un secolo, considerato che all’inizio del secolo scorso la vita media per il sesso femminile era
di 43 anni e per il sesso maschile di 42,6 anni.
Nel corso degli anni si è osservata una geografia della mortalità per causa diversificata
a seconda delle varie aree. Si riscontra in generale una maggiore diffusione dei tumori nelle
Regioni del nord Italia ed invece una mortalità più elevata nel meridione per malattie del
sistema cardiocircolatorio. Le malattie cardiovascolari ed i tumori continuano, in assoluto, a
rappresentare le due principali cause di morte. Nonostante questo dato rimanga stabile
nell’andamento generale, il panorama della mortalità per causa, negli ultimi anni, è
caratterizzato da una diminuzione dei decessi per malattie del sistema circolatorio, in
particolare le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebro-vascolari, e da una riduzione
della mortalità per tumori maligni soprattutto nelle fasce di età critiche, cioè prima dei 55
anni. In questo ambito molto probabilmente ha avuto un’influenza positiva la sempre più
diffusa attività di prevenzione rispetto ai rischi specifici. Gli effetti positivi delle massicce
campagne di prevenzione su tutto il territorio sono valutabili osservando, ad esempio, la
riduzione dei livelli di mortalità per tumore della mammella nella donna.
Sulla flessione del numero di decessi per malattie cardiovascolari si può già ipotizzare
l’influenza positiva della promozione di stili di vita corretti, quali la lotta al fumo, l’attività
motoria, le corrette abitudini alimentari ed una sempre più corretta percezione del rischio.
Altre patologie, che rappresentano un campanello d’allarme per la nostra società, quali
i disturbi psichici e le malattie del sistema nervoso, sono risultate, nel corso degli anni 90, in
costante aumento per entrambi i sessi. Per tali cause di morte è coinvolta in modo particolare
la classe di età “oltre 75 anni”. Tale aumento potrebbe essere dovuto all’incremento del
numero dei decessi per stati psicotici organici senili e presenili, che comprendono anche la
demenza senile di tipo depressivo ed arteriosclerotica, e per degenerazioni cerebrali come la
malattia di Alzheimer ed il morbo di Parkinson. Nel caso delle donne, la percentuale di
decessi per stati psicotici, senili e presenili sul totale è aumentata nella classe di età più
anziana, anche se con una tendenza lieve ma progressiva nel tempo, così come per il morbo di
Alzheimer, mentre le variazioni, in termini di numero di decessi annuo, risultano più
contenute per il morbo di Parkinson (sempre dal dato disponibile a livello nazionale).
6
Per la popolazione italiana si evidenzia un leggero aumento, nel corso degli anni, della
mortalità per diabete soprattutto nelle classi di età senili.
Considerando l’andamento della mortalità dal punto di vista cronologico, si osserva
come dalla fine degli anni ’70, si entra in quella che è considerata l’ultima e importante fase
di transizione, ossia quella caratterizzata dalla riduzione dei rischi di morte alle età molto
elevate. Questa fase si spiega considerando che, nello stesso periodo, ha inizio il processo di
riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, si affermano le prime terapie
anticancro, emerge un progressivo cambiamento degli stili di vita e una conseguente
riduzione dei fattori di rischio (cattiva alimentazione, fumo) ed, infine, diventa abitudine,
consolidata poi nel tempo, il ricorso ai controlli periodici (check-up).
Se la recente evoluzione ha determinato una situazione nella quale l’evento morte
colpisce di rado nelle prime fasi dell’esistenza, se non per cause accidentali, con una
popolazione che, grazie ai benefici effetti della riduzione dei rischi di morte, si è
progressivamente invecchiata, rimane qualche incertezza tra chi si occupa di demografia
riguardo alle prospettive future.
Analizzando gli andamenti evolutivi, dalla metà degli anni ’70 fino ad oggi, la
geografia della mortalità in Italia si è dimostrata sempre in maniera abbastanza chiara: a
fronte di un aumento generalizzato della vita media in tutte le aree del Paese, in alcune
Regioni si sono potuti realizzare incrementi di sopravvivenza ad una velocità maggiore che in
altre. Tra gli uomini ad esempio, le Regioni settentrionali hanno sensibilmente ridotto
(soprattutto nell’area del Nord-Est) il divario che le separava in termini di vita media dalle
Regioni meridionali e centrali. Lo stesso fenomeno si è registrato tra le donne con la sola
differenza che le Regioni del Nord hanno visto ridursi il divario nei confronti delle Regioni
del Centro e aumentare quello già vantaggioso nei confronti delle Regioni meridionali.
Il risultato finale tra questi contrapposti andamenti è che le differenze geografiche si
sono potute ridurre nel corso dell’ultimo quarto di secolo.
Dalla valutazione sulla mortalità condotta nella Regione Veneto, si rileva come le
condizioni di salute siano buone e di molto migliorate rispetto al passato. La speranza di vita
alla nascita ha raggiunto 81,6 anni per le donne e 74,3 anni per gli uomini e lo stato di salute
di bambini e donne, misurato in termini di mortalità, oltre ad essere migliore rispetto al
passato, risulta anche migliore di quello sperimentato dagli stessi gruppi di popolazione nel
resto d’Italia, nonchè simile e paragonabile a quello goduto dalle popolazioni dei paesi più
avanzati d’Europa.
Sempre nell’ambito della stessa analisi regionale, un progresso molto importante è
rappresentato dalla riduzione, nella regione Veneto, della mortalità per malattie
cerebrovascolari ed ischemia cardiaca che, già tra la seconda metà degli anni ‘70 ed il 1996,
risulta essere più che dimezzata. Inoltre, la mortalità per tumori ha evidenziato una, anche se
pur lieve, inversione di tendenza. Nel Veneto le flessioni di mortalità, ad esempio per linfoma
di Hodgkin e per neoplasia della cervice uterina, indicano un’ottima accessibilità alle
prestazioni sanitarie, comparabili a quelle dei migliori sistemi sanitari d’Europa.
7
Per quanto concerne gli stili di vita, i contributi più importanti potrebbero derivare dal
miglioramento delle abitudini dietetiche, con un maggiore consumo di frutta, verdura e pesce,
accompagnata da una riduzione nel consumo di grassi di origine animale, alcol e tabacco.
Accanto però a queste considerazioni positive, emerge come la speranza di vita degli
adulti in Veneto sia inferiore a quella sperimentata in Italia: ciò è dovuto in modo particolare
ad una maggiore mortalità per neoplasie, traumi stradali e cirrosi epatica. Tutti importanti
problemi di salute che affliggono questa parte di popolazione e che derivano in gran parte da
stili di vita dannosi.
L’analisi dei dati grezzi di mortalità per la popolazione residente nel territorio
dell’u.l.ss. n. 8 è riassunta ed illustrata nelle seguenti tabelle che permettono un confronto con
gli anni precedenti (quinquennio 2004 – 2008).
tabella n. 5: numero di decessi nella popolazione residente.
anno
2004
2005
2006
2007
2008
donne
897
1.027
958
970
1.027
uomini
925
890
856
931
903
totale
1.822
1.917
1.814
1.901
1.930
L’andamento complessivo si presenta lievemente altalenante nel corso del
quinquennio e tale situazione è sovrapponibile al trend generale della mortalità, nello stesso
periodo, sia nel territorio regionale che nazionale.
Nel 2008, in linea anche con quanto rilevato dai dati nazionali e regionali, si
evidenzia, per la prima volta, un dato diverso rispetto agli anni precedenti nell’ambito delle
prime due cause di mortalità (malattie del sistema cardiocircolatorio e tumori): nel sesso
maschile i tumori divengono la prima causa di morte con 318 deceduti contro 290 per malattie
del sistema cardiocircolatorio. Per le donne, invece, le malattie del sistema cardiocircolatorio
continuano a rappresentare la prima causa di mortalità, mantenendo un andamento lievemente
variabile che non si discosta di molto, come numero assoluto, nel corso degli anni.
tabella n. 6: cause di morte per il settore nosologico malattie sistema circolatorio nel quinquennio 2004 - 2008.
decessi per malattie del sistema circolatorio
anno
donne
uomini
totale
età media
2004
396
304
700
82.5
2005
432
282
714
82.7
2006
429
289
718
82.6
2007
415
333
748
83.2
2008
429
290
719
83.9
Il numero dei decessi per le patologie che rientrano nel settore nosologico “malattie
sistema circolatorio” si mantiene tuttora più elevato nelle donne rispetto agli uomini. Questo
dato può essere spiegato dall’allungamento della durata della vita media nel sesso femminile
nella fasce di età più avanzate e, di conseguenza, nella numerosità della popolazione anziana,
l’equilibrio si sposta a favore della popolazione di sesso femminile.
8
La seconda causa di morte, rappresentata dal settore nosologico “tumori”, continua a
rispecchiare, sia pur con delle lievi variazioni, i dati di mortalità resi disponibili dall’ISTAT.
tabella n. 7: cause di morte per il settore nosologico tumori nel quinquennio 2004 - 2008.
decessi per tumori
anno
donne
uomini
totale
età media
2004
241
316
557
72.1
2005
237
316
553
72.4
2006
251
317
568
72.6
2007
262
329
591
72.9
2008
265
318
583
73.4
Nelle cause di morte dovute a malattie neoplastiche l’equilibrio rimane costantemente
spostato negli anni verso un maggior numero di decessi nella popolazione maschile. Questo
fenomeno è in parte collegato a scorretti stili ed abitudini di vita, quali fumo di tabacco ed
alcol che rappresentano noti fattori di rischio, e in parte legato alle campagne di prevenzione
attuate nel corso degli anni rivolte per la maggior parte alla prevenzione di patologie tumorali
femminili.
E’ importante rilevare un dato nuovo, in linea con quanto si è verificato sia in Veneto
che in altre regioni d’Italia nel corso del 2009, che emerge per quanto riguarda i decessi per
tumori: nel sesso maschile, questo settore nosologico rappresenta, al momento attuale, la
prima causa di mortalità mentre in precedenza, al primo posto, figuravano le malattie del
sistema cardiocircolatorio in entrambi i sessi.
L’andamento di tale dato dovrà comunque essere verificato, ed eventualmente
confermato, nei prossimi anni.
Le malattie che rientrano nel settore nosologico “malattie apparato respiratorio”
rappresentano la terza causa di morte.
tabella n. 8: cause di morte per il settore nosologico malattie del sistema respiratorio nel quinquennio 2004-2008.
decessi per malattie del sistema respiratorio
anno
donne
uomini
totale
età media
2004
48
85
133
81.8
2005
74
76
150
84.9
2006
57
72
129
82.8
2007
78
72
150
84.4
2008
58
67
125
84.2
La numerosità di decessi per questo tipo di patologie è molto più limitato rispetto alle
due cause di morte precedentemente illustrate. L’andamento, pur trattandosi di piccoli numeri,
si mantiene pressoché costante nel corso degli ultimi anni e l’età media si mantiene costante
ed elevata.
9
Le morti dovute a “cause esterne di morbosità e mortalità” rappresentano la quarta
causa di morte. In questo gruppo nosologico rientrano cause di decesso che comprendono gli
accidenti da trasporto, le cadute accidentali, i suicidi, le aggressione.
tabella n. 9: cause di morte per il settore nosologico cause esterne di morbosità e mortalità nel quinquennio 2004 - 2008.
cause esterne di morbosità e mortalità
anno
donne
uomini
totale
età media
2004
19
48
67
57.3
2005
23
51
74
61.8
2006
23
59
82
59.8
2007
22
63
85
53.6
2008
21
57
78
62.8
Pur osservando nel corso del quinquennio un progressivo, anche se lieve, incremento
dell’età media, questa tipologia di cause di morte ha un forte impatto per quanto riguarda gli
anni di vita persi. I decessi avvengono in età giovane o relativamente giovane e, nella quasi
totalità, coinvolgono persone che sono nel pieno della loro attività lavorativa.
Il sesso maschile è maggiormente coinvolto: questo fatto può derivare sia dal rischio
connesso a comportamenti individuali e a stili di vita, sia a particolari attività lavorative e ai
rischi ad essa collegati, che ad altre attività svolte nel tempo libero, compreso lo svolgimento
di attività sportive.
Altro settore nosologico importante in quanto comprende patologie in continuo, anche
se lieve, incremento è quello dei disturbi psichici. In questo gruppo sono compresi la demenza
e i disturbi psichici e comportamentali da uso di sostanze psicoattive. In questo gruppo sono
compresi gli stati psicotici organici senili e presenili, la demenza senile di tipo depressivo e le
degenerazioni cerebrali tra cui il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer.
tabella n. 10: cause di morte per il settore nosologico disturbi psichici e comportamentali nel quinquennio 2004 - 2008.
decessi per disturbi psichici e comportamentali
anno
donne
uomini
totale
età media
2004
47
23
70
86.4
2005
58
24
82
85.6
2006
62
14
76
87.9
2007
51
30
81
85.9
2008
73
28
101
87.1
I decessi interessano una fascia di età media molto elevata. Il sesso femminile è
maggiormente coinvolto probabilmente anche per la maggior numerosità della popolazione
femminile in questa fascia di età molto avanzata.
10
Nelle tabelle seguenti vengono illustrati i dati relativi al numero di decessi, età media e
settore nosologico della popolazione residente nell’unità locale socio-sanitaria n. 8, riferiti sia
all’anno 2008 che al quinquennio 2004 – 2008.
tabella n. 11: numero di decessi nella popolazione residente, anno 2008.
sesso
donne
uomini
totale
n.decessi
1.027
903
età media
83.0
74.2
78.9
1.930
tabella n. 12: cause di morte per settore nosologico, anno 2008 in ordine decrescente per numero di decessi
totali.
n. di
n. di decessi
decessi
donne
settori nosologici
n. di
decessi
uomini
età media
malattie del sistema circolatorio
719
429
290
83.9
tumori
583
265
318
73.4
malattie del sistema respiratorio
125
58
67
84.2
disturbi psichici e comportamentali
101
73
28
87.1
malattie apparato digerente
88
40
48
76.4
cause esterne di morbosità e mortalità
78
21
57
62.8
malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
72
41
31
80.6
malattie del sistema nervoso
67
42
25
74.0
alcune malattie infettive e parassitarie
30
16
14
76.3
sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici
22
17
5
92.5
malattie dell’apparato genitourinario
17
7
10
81.6
malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto
connettivo
12
10
2
82.4
malattie del sangue e degli organi ematopoietici
6
3
3
82.0
alcune condizioni morbose che hanno origine nel
periodo perinatale
5
3
2
7.6
malattie della cute e del tessuto sottocutaneo
3
1
2
56.7
malformazioni congenite, anomalie cromosomiche
2
1
1
29.5
1.930
1.027
903
78.9
totale
11
tabella n. 13/a: sesso femminile - cause di morte per settore nosologico nel periodo 2004 – 2008 in ordine
decrescente rispetto al 2008.
settori nosologici
2004
2005
2006
2007
2008
malattie del sistema circolatorio
396
432
429
415
429
tumori
241
237
251
262
265
disturbi psichici e comportamentali
47
58
62
51
73
malattie del sistema respiratorio
48
74
57
78
58
malattie del sistema nervoso
malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
immunitari
12
31
32
22
42
21
20
27
32
41
malattie apparato digerente
34
59
38
39
40
cause esterne di morbosità e mortalità
19
23
23
22
21
sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici
48
54
6
16
17
alcune malattie infettive e parassitarie
malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto
connettivo
6
12
11
10
16
2
1
2
3
10
malattie dell’apparato genitourinario
16
18
6
15
7
malattie del sangue e degli organi ematopoietici
alcune condizioni morbose che hanno origine nel
periodo perinatale
1
2
7
-
3
3
1
-
-
3
malattie della cute e del tessuto sottocutaneo
-
4
5
1
1
malformazioni congenite, anomalie cromosomiche
3
1
2
4
1
complicanze gravidanza, parto, puerperio
-
-
-
-
-
897
1.027
958
970
1.027
totale decessi sesso femminile
12
tabella n. 13/b: sesso maschile - cause di morte per settore nosologico nel quinquennio 2004 -2008 in ordine
decrescente rispetto al 2008.
settori nosologici
2004
2005
2006
2007
2008
tumori
316
316
317
329
318
malattie del sistema circolatorio
304
282
289
333
290
malattie del sistema respiratorio
85
76
72
72
67
cause esterne di morbosità e mortalità
48
51
59
63
57
malattie dell’apparato digerente
50
49
32
38
48
malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
21
15
22
25
31
disturbi psichici e comportamentali
23
24
14
30
28
malattie del sistema nervoso
11
12
19
9
25
alcune malattie infettive e parassitarie
12
9
7
8
14
malattie dell’apparato genitourinario
17
8
10
13
10
sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici
29
41
8
6
5
mal. sangue e organi ematopoietici
2
1
5
3
3
malattie della cute e del tessuto sottocutaneo
malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto
connettivo
alcune condizioni morbose che hanno origine nel
periodo perinatale
-
1
-
1
2
4
1
1
1
2
1
-
-
-
2
malformazioni congenite, anomalie cromosomiche
2
3
1
-
1
complicanze gravidanza, parto, puerperio
-
1
-
-
-
925
890
856
931
903
totale decessi sesso maschile
13
grafico n. 1: deceduti per causa periodo 2004 – 2008.
sistema circolatorio
tumori
apparato respiratorio
cause esterne di morbosità
disturbi psichici
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
2004
2005
2006
2007
2008
tabella n. 14: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico malattie sistema
circolatorio, anno 2008.
malattie sistema cardiocircolatorio
totale
donne
uomini
età media
cardiopatie ischemiche
285
161
124
83.4
malattie cerebrovascolari
161
99
62
83.8
altre malattie cardiache
139
88
51
83.8
malattie ipertensive
102
65
37
86.1
altre malattie del sistema circolatorio
27
11
16
79.0
arterosclerosi
5
5
-
93.8
719
429
290
83.9
totale
14
tabella n. 15: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico tumori, anno 2008.
tumori (maligni)
totale
donne
uomini
età media
tumore maligno di trachea, bronchi e
polmone
93
21
72
72.9
tumore maligno di colon, retto e ano
53
31
22
71.4
tumore maligno della mammella
50
50
-
70.1
tumore maligno del pancreas
49
23
26
74.5
tumore maligno di fegato e dotti biliari
intraepatici
33
11
22
74.2
tumore maligno della prostata
24
-
24
79.8
tumore maligno dello stomaco
23
11
12
71.0
tumore maligno della vescica
17
6
11
77.7
tumore maligno meningi, encefalo e
altre parti del snc
17
5
12
65.0
leucemie
17
9
8
73.2
linfomi non hodgkin
14
7
7
71.6
mieloma multiplo
14
7
7
77.5
tumore maligno di labbro, cavità orale e
faringe
13
5
8
68.6
tumore maligno dell’esofago
10
-
10
71.9
tumore maligno dell’utero esclusa
cervice
9
9
-
73.4
tumore maligno della laringe
7
-
7
69.4
tumore maligno della cute
6
2
4
68.7
tumore maligno dell’ovaio
6
6
-
76.7
altri tumori maligni
94
44
50
74.9
totale
549
247
302
73.4
15
tabella n. 16: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico malattie del sistema
respiratorio, anno 2008.
malattie del sistema respiratorio
totale
donne
uomini
età media
malattie croniche delle basse vie
respiratorie
45
18
27
85.8
polmonite
42
21
21
86.9
altre malattie del sistema respiratorio
34
15
19
78.0
altre infezioni acute delle
basse vie respiratorie
3
3
-
90.3
influenza
1
1
-
87.0
125
58
67
84.2
totale
tabella n. 17: alcune cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico cause
esterne di morbosità e mortalità, anno 2008.
cause esterne di morbosità e mortalità
totale
donne
uomini
età media
suicidi
20
3
17
49.5
accidenti da trasporto
20
2
18
44.9
cadute accidentali
6
3
3
88.2
totale
46
8
38
62.8
tabella n. 18: alcune cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico disturbi
psichici e comportamentali, anno 2008.
disturbi psichici e comportamentali
totale
donne
uomini
età media
demenza
94
70
24
87.8
malattia di Alzheimer
32
23
9
81.7
malattia di Parkinson
9
5
4
79.4
disturbi psichici e comportamentali da
uso
3
1
2
66.3
138
99
52
80,55
totale
16
Malattie infettive
La sorveglianza delle malattie infettive in Italia e nel Veneto si basa su due sistemi
informativi “generali”:
1.
2.
il sistema di notifica delle malattie infettive ministeriale (Decreto Ministeriale 15
dicembre 1990), con relativi flussi informativi, che raccolgono ulteriori informazioni
per specifiche malattie di particolare importanza. La notifica delle malattie costituisce
il flusso informativo alla base del sistema di sorveglianza perché permette di definire
l’incidenza delle malattie infettive.
la registrazione delle diagnosi di dimissione ospedaliera che costituisce un valido
supporto in quanto permette di aumentare la sensibilità del sistema attraverso
l’identificazione dei casi non notificati.
Nella tabella seguente vengono riportati i casi notificati di malattie infettive
nell’azienda u.l.ss. n. 8 nell’anno 2009 ed il confronto col precedente periodo compreso tra gli
anni 2006 -2008.
tabella n. 19: casi notificati di malattie infettive nell’Azienda u.l.ss. n. 8 - anni 2006 – 2009.
malattia infettiva
amebiasi
2
blenorragia
botulismo
campmpylobacteriosi
chlamydiae (uretrite)
dengue
dermatofitosi
epatite A
epatite B
epatite HCV correlata
eritema infettivo
febbre tifoide
3
gastroenteriti
giardiasi
herpes zoster
legionellosi
leptospirosi
listeriosi
malattia citomegalica
malattia di Creutzfeldt-Jacob
malattia invasiva da pneumococco
malattia di Lyme
malaria
meningite batterica non identificata
meningite da criptococco
meningite da mononucleosi
meningite pneumococcica
17
1
2006
2007
2008
2009
1
0
0
3
0
1
0
3
5
2
0
0
20
1
6
6
1
0
0
0
0
4
6
1
0
0
2
1
0
0
1
0
0
0
3
12
5
1
1
70
2
1
2
2
0
0
1
2
1
9
3
1
0
1
0
1
0
1
0
0
1
2
5
0
0
0
42
0
0
8
2
3
1
0
4
0
5
1
0
1
3
0
0
1
1
1
0
0
17
3
1
0
0
17
0
0
1
3
1
0
0
0
6
10
0
0
0
0
meningite da stafilococco
meningite da streptococco salivaris
4
meningoencefalite virale
micobatteriosi non tubercolare
mollusco contagioso
mononucleosi infettiva
morbillo
parotite epidemica
pediculosi e ftiriasi – casi isolati
polmonite da haemophilus
polmonite da mycoplasma
polmonite pneumococcica
pertosse
psittacosi
rickettsiae
rosolia
salmonellosi non tifoidea
scabbia (focolai epidemici)
scabbia (n. casi isolati)
scarlattina
schistosomiasi
sepsi da escherichia coli
sepsi da gram negativi
0
0
3
5
1
24
0
6
8
0
0
0
17
0
0
0
34
4
24
53
1
0
0
0
0
3
8
0
9
0
2
7
0
1
0
7
0
0
1
22
6
26
47
1
0
0
1
1
2
7
0
14
2
5
1
0
0
0
0
1
0
2
29
0
19
35
0
0
0
0
0
3
1
0
1
25
11
4
1
0
2
6
0
1
0
39
1
20
26
0
3
3
sepsi da meningococco
0
1
0
0
sepsi pneumococcica
3
1
3
4
sepsi stafilococcica
0
1
0
0
1
0
5
1
2
0
0
2
30
706
992
0
1
5
4
2
1
1
0
33
177
485
0
1
2
0
0
0
0
1
33
129
368
0
0
5
0
0
0
0
0
19
85
322
sepsi da streptococco b-emolitico
shigellosi
sifilide
strongiloidiasi
tetano
tinea
tinea capitis
toxoplasmosi
tubercolosi
5
varicella
totale
Legenda:
1
I dati non definitivi riferiti al solo sistema di notifica ministeriale, potranno subire variazioni in seguito alla
verifica in corso con le diagnosi di dimissione ospedaliera;
2
Il termine blenorragia va a sostituire la precedente voce “gonorrea”;
3
Il termine gastroenterite comprende attualmente tutte le infezioni gastroenteriche a eziologia varia: enterite da
rotavirus, enteriti da virus, enteriti non da salmonella, clostridium difficile;
4
Il termine meningoencefalite virale comprende l’encefalite virale e la meningite virale;
5
Tra i casi di varicella figurano anche le forme di malattia complicate quali l’encefalite e cerebellite post
varicella.
18
L’analisi dei dati grezzi è condotta in base a due criteri: la numerosità dei casi
segnalati oppure l’importanza particolare che queste malattie possono assumere nell’ambito
della sanità pubblica, relativamente alle attività di sorveglianza e agli interventi volti a
circoscrivere e limitare possibili focolai epidemici. Il confronto con il precedente periodo va
interpretato come espressione di tendenza non particolarmente significativa qualora sia
considerato un limitato numero di casi.
Le malattie infettive notificate nell’u.l.ss. n. 8 nell’anno 2009 sono 322 e l’andamento
si conferma complessivamente in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La varicella (n.
85 casi notificati nel 2009), seppur in diminuzione dagli anni precedenti (n. 177 casi notificati
nel 2007 e n.129 casi nel 2009), continua a dimostrarsi la malattia infettiva a maggiore
diffusione, in linea con quanto si verifica nel territorio regionale. Come possibile causa del
contenimento di tale malattie infettiva va segnalato che nel 2006 è iniziata, come da
programmi regionali, l’offerta della vaccinazione antivaricella. Tra le più frequenti malattie si
identificano ancora le salmonellosi non tifoidee (n. 39 casi notificati), e la scarlattina (n. 26
casi notificati).
Nel 2009, inoltre, sono da sottolineare in modo particolare per l’eccezionalità della
situazione, i 25 casi di morbillo dovuti ad un’epidemia iniziata nel mese di dicembre, ed i 17
casi di epatite A in forte aumento rispetto agli anni precedenti. Questa situazione è in linea
con un aumento di casi registrati anche in altre aziende socio sanitarie.
Le malattie prevenibili con vaccinazione sono quelle per le quali è disponibile un
valido, efficace e sicuro strumento di prevenzione, che è rappresentato dalla vaccinazione e
dalla sua offerta. La vaccinazione, in occasione di segnalazione di un caso di malattia
infettiva, può costituire inoltre un efficace mezzo di contenimento della possibile diffusione
delle malattia (focolaio epidemico).
Vengono presentate, di seguito, alcune tra le principali malattie appartenenti a questa
categoria che si sono riscontrate, nel corso del 2009, nel nostro territorio.
epatite virale di tipo A
Emerge un rilevante aumento nel numero di segnalazioni di casi di epatite A:
complessivamente nell’ultimo anno sono 17 i casi registrati, mentre nel 2008 erano stati solo
2. La maggior parte si è verificata nei mesi di agosto (5 casi) e settembre (6 casi). L’infezione
virale ha interessato esclusivamente persone di sesso maschile e in età giovane adulta: l’età
minima è stata di 22 e la massima di 55. Ben 11 segnalazioni hanno interessato uomini di età
compresa tra i 33 e i 40 anni. Nessuna di queste persone era stata sottoposta precedentemente
a vaccinazione.
In seguito all’incremento di tale patologia in più regioni italiane, è stato utilizzato, per
l’indagine epidemiologica, un questionario aggiuntivo predisposto dal Ministero della Salute
che evidenzia eventuali fattori di rischio. Dall’analisi dei dati raccolti non sono emersi fattori
di rischio comuni né collegamenti tra i casi (solo uno degli ammalati è risultato essere stato in
contatto con un caso di epatite A residente in una azienda Ulss di un’altra regione).
Tra i fattori di rischio evidenziati, i più comuni sono: il consumo di frutti di mare e
pesce crudo/poco cotto (10 casi), pasti fuori casa in località varie e spesso non riferite (12
casi), viaggi internazionali per turismo (5 casi), rapporti sessuali occasionali, etero o
19
omosessuali (5 casi), ed inoltre balneazione in acque non autorizzate (2 casi) oltre al consumo
di acqua di sorgente (2 casi).
epatite virale di tipo B e C
Il numero di notifiche per questa virosi, anche nel 2009, ha subito un lieve
decremento, peraltro statisticamente non significativo: da dodici casi del 2007 a soli cinque
casi nel 2008 e tre casi nel 2009. Tutte le infezioni si sono verificate in cittadini italiani di
sesso maschile. L’età delle persone riscontrate affette da epatite B é compresa tra i 18 e i 53
anni. Nessuna di queste persone era stata sottoposta precedentemente a vaccinazione.
Tra i fattori di rischio figurano, come in passato, i rapporti sessuali occasionali mentre
continuano ad essere presenti, anche se sempre in modo limitato, i rischi in ambito sanitario.
In due dei casi sono emersi, come possibile fattore di rischio, le pratiche di tatuaggio e
piercing.
Nel 2009 è stato notificato anche un caso di epatite C (malattia attualmente non
prevenibile con vaccinazione): anche per questo caso i fattori di rischio emersi sono del tutto
sovrapponibili a quelli evidenziati per i casi di epatite B.
gastroenteriti
In questa voce sono comprese infezioni gastroenteriche ad eziologia varia, quali
enteriti da virus, enteriti non da salmonella, enteriti da clostridium difficile e da rotavirus. Per
le forme da rotavirus negli ultimi anni si é riscontrato un aumento di notifiche giustificato da
una più attenta sorveglianza dei casi, concomitante all’introduzione della vaccinazione
antiroravirus.
morbillo
Nel corso del mese di dicembre 2009 è iniziata un’epidemia di morbillo che ha
interessato i bambini frequentanti due scuole materne in due comuni del territorio dell’Ulss n.
8: al 31 dicembre i casi segnalati erano in totale 25, 11 maschi e 14 femmine. La maggior
parte dei casi, 19 su 25, apparteneva alla classe di età 1-5 anni; due bambini avevano età
inferiore all’anno. Solo 5 dei bambini che si sono ammalati erano vaccinati, tutti gli altri, 20,
avevano rifiutato la vaccinazione anti morbillo-parotite-rosolia; il rifiuto della vaccinazione
nei contatti familiari, ha generato casi secondari intrafamiliari. Si sono verificati 5 ricoveri per
complicanze (broncopolmonite, otite, disidratazione).
Sulla base di quanto emerso dall’indagine epidemiologica, il caso indice è stata una
bambina che ha contratto il morbillo durante un soggiorno in Marocco.
varicella
Si è evidenziata una riduzione del numero dei casi di varicella rispetto al numero di
segnalazioni pervenute negli anni precedenti. La numerosità delle notifiche e l’andamento
oscillante e periodico che si riscontra nel tempo conferma che si tratta di una malattia infettiva
ad alta contagiosità; per tale virosi esiste un andamento stagionale che presenta picchi di
incidenza in particolare nel periodo di frequenza scolastica. Come possibile causa del
contenimento di tale malattia infettiva nell’Ulss n. 8 va segnalato che, nel 2006, è iniziata
l’offerta della vaccinazione antivaricella come da programmi regionali.
20
Le malattie infettive non prevenibili con vaccinazione in quanto non esiste
attualmente la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace vengono considerate di seguito:
legionellosi
Nel 2009 si è verificato un solo caso di legionella in un cittadino italiano di sesso
maschile. Anche in questo caso, come in passato, per tutti i casi di legionellosi sono emersi
fattori di rischio come il trattamento con farmaci immunosoppressori e il fumo di sigaretta
L’infezione si è risolta con guarigione.
malaria
Sono stati segnalati dieci casi di malaria: otto diagnosticati in cittadini extracomunitari
che si sono recati in paesi africani (Burkina Faso, Costa D’Avorio, Ghana, Liberia, Nigeria e
Senegal) per rientro in patria, due in cittadini italiani in viaggio. La totalità dei casi sono stati
provocati da plasmodio falciparum e tutti si sono risolti con la guarigione.
Degli otto viaggiatori stranieri, nessuno si è rivolto per la consulenza all’ambulatorio
per la profilassi delle malattie del viaggiatore o al medico curante e nessuno ha assunto una
profilassi antimalarica. Dei due viaggiatori italiani che si sono rivolti, invece, all’ambulatorio
per la consulenza prima di intraprendere il viaggio di lunga durata, solo uno ha effettuato la
profilassi con farmaci.
micobatteriosi non tubercolari
Rispetto agli anni precedenti nel 2009 è stato notificato solo 1 caso di micobatteriosi
non tubercolare. Se già in precedenza il numero di segnalazioni poteva far pensare ad una
sottonotifica, il dato osservato quest’anno lo ha evidenziato. Questo dubbio è stato confermato
da un controllo eseguito presso il Settore Batteriologia dell’ U.O. Laboratrorio Analisi: i dati
contenuti nel “Rapporto analisi micobatteri anno 2009” evidenziano 22 isolamenti di
micobatteri non tubercolari.
pediculosi e mollusco contagioso
Si conferma anche in questo ambito l’esistenza e la persistenza di una sottonotifica che
può essere anche empiricamente evidenziata e valutata in sede locale dalla mancata o scarsa
segnalazione di particolari malattie: nel 2009 sono stati ufficialmente segnalati solamente
quattro casi di pediculosi a fronte di un problema che si percepisce in tutta la sua importanza
senza che sia possibile ottenere un riscontro tangibile.
sifilide e blenorragia (o gonorrea)
Sono stati notificati solamente cinque casi di sifilide e nessun caso di blenorragia.
Nell’ambito di queste, come per tutte le altre malattie che appartengono al gruppo delle
malattie sessualmente trasmissibili, si sottolinea il grave e persistente fenomeno della
sottonotifica, ampiamente riconosciuto sia a livello regionale che nazionale.
21
salmonellosi
Le infezioni da salmonella non tifoidea si mantengono costantemente presenti, e viene
evidenziata, nell’ultimo anno, una lieve ma non significativa ripresa del numero di casi
segnalati (n. 39 casi nel 2009). Nel corso delle indagini epidemiologiche condotte
successivamente alle notifiche pervenute per tale malattia a trasmissione feco-orale non sono
emersi alimenti o situazioni di rischio che potessero giustificare o che potessero essere
chiaramente individuate come responsabili di tali infezioni.
scabbia
Si è verificato un solo focolaio epidemico di persone interessate da infestazione da
acaro della scabbia ma sono stati notificati complessivamente venti casi isolati a riprova che
tale problematica è da considerarsi negli ultimi anni costantemente presente.
tubercolosi
La tubercolosi è stata inserita nel gruppo delle malattie non prevenibili con
vaccinazione in quanto il vaccino, per le sue caratteristiche e peculiarità, non è mai stato
utilizzato su ampia scala e viene riservato a categorie ritenute a rischio elevato: tale
vaccinazione non conferisce una buona immunizzazione ed inoltre non è scevra da effetti
indesiderati e reazioni avverse.
Nell’anno 2009 sono stati notificati 19 nuovi casi, di cui 10 forme a localizzazione
polmonare (42,1%), 8 a localizzazione extrapolmonare (52,6%) e una forma disseminata
(5,3%).
Dei 10 casi a localizzazione polmonare, che rappresenta la forma con maggior rischio
di infettività, 4 casi hanno interessato cittadini comunitari (40%), 3 casi cittadini italiani (30
%), e 3 casi cittadini extracomunitari (30%). Per quanto riguarda le 8 forme a localizzazione
extrapolmonare, 4 casi si sono verificati in cittadini italiani (50%) e 4 casi in cittadini
extracomunitari (50%).
L’età media dei 7 cittadini italiani colpiti da infezione tubercolare è stata di 71 anni (di
cui 6 in età compresa tra 67 e 89 anni). La maggior parte delle infezioni riguardanti cittadini
extracomunitari invece si è verificata in età giovane adulta: l’età media è stata di 33 anni e
l'età massima di 56 anni. L'età media dei 4 cittadini comunitari risulta essere invece di 21
anni.
Il numero complessivo dei casi segnalati nell’azienda u.l.ss. n. 8 nel corso degli anni
mostra come la malattia abbia seguito un andamento altalenante con un lieve aumento nel
periodo compreso tra il 2001 e il 2003 ed un numero di casi esattamente sovrapponibile nel
2007 e 2008. Il decremento del numero dei casi registrato nel corso del 2009 non si ritiene
possa essere significativo, per quanto riguarda l'andamento nel tempo, confermandosi
indispensabile, per tale malattia, mantenere costantemente una sorveglianza attiva e rigorosa.
22
Infortuni sul lavoro
Viene riportata la serie storica relativa al numero di infortuni sul lavoro accaduti nei
comuni dell’Unità locale socio sanitaria n. 8 nel periodo 1991-2008 e definiti positivamente
dall’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.) entro il
2009.
Il fenomeno infortunistico costituisce un tracciante significativo delle condizioni di
rischio professionale esistente nelle aziende e nei cantieri del territorio.
Come ultimo anno di osservazione viene considerato il 2008, ritenuto attendibile dal
punto di vista dei dati, trattandosi di casi riconosciuti a seguito di:
- definizione da parte dell’I.N.A.I.L.;
- trasmissione alla Regione del Veneto, ai sensi del d.p.c.m. 9 gennaio1986;
- elaborazione e disaggregazione per singola unità locale socio-sanitaria da parte dei
“Flussi informativi I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul
Lavoro) anno 2009” e Centro Operativo Regionale di Epidemiologia Occupazionale
(C.O.R.E.O.) della Regione Veneto.
tabella n. 20: serie storica 2000-2008 degli infortuni sul lavoro accaduti nei comuni dell’u.l.ss. n. 8, definiti
dall’I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. entro il 2009.
anno
infortuni con
inabilità temporanea
infortuni con invalidità
permanente
infortuni mortali
totale
2000
3.607
92
0
3.699
2001
3.481
139
3
3.623
2002
3.289
142
6
3.437
2003
3.013
135
3
3.151
2004
2.752
132
3
2.887
2005
2.560
159
1
2.720
2006
2.668
127
4
2.799
2007
2.655
148
3
2.806
2008
2.646
2.533
108
5
Fonte dati: flussi informativi INAIL anno 2009.
N.B.: I dati riportati nella tabella escludono gli eventi che, pur costituendo infortunio sul lavoro, si sono
verificati a seguito di incidenti stradali, incidenti domestici o incidenti scolastici. I dati relativi all'ultimo
quinquennio possono variare leggermente rispetto alle relazioni degli anni precedenti per ulteriori definizioni
INAIL a seguito di contenziosi.
I dati sopra riportati vanno valutati come dimensione del fenomeno infortunistico e,
stimata come approssimativamente costante la popolazione lavorativa nei comuni dell’u.l.s.s.
8, possono costituire l’espressione di una debole ma ormai consolidata tendenza di riduzione
dello stesso.
23
grafico n. 2: andamento infortuni definiti positivamente INAIL.
4.000
3.600
3.200
2.800
2.400
2.000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Il decremento degli infortuni sul lavoro nell’u.l.s.s. n. 8 nel periodo 2000 – 2007,
espresso come tasso standardizzato dei casi indennizzati, conferma quanto sopra riportato ed
evidenzia una situazione di minor rischio rispetto a quanto riscontrato nella Provincia di
Treviso e nella Regione Veneto.
tabella n. 21: andamento infortunistico nella Regione del Veneto per unità locale socio-sanitaria 2000-2007.
tasso standardizzato
infortuni indennizzati
Belluno
Feltre
Bassano d.Grappa
Thiene
Arzignano
Vicenza
Pieve di soligo
Asolo
Treviso
S.Donà del Piave
Veneziana
Mirano
Chioggia
Cittadella
Padova
Este
Rovigo
Adria
Verona
Legnago
Bussolengo
Veneto
Italia
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
41,61
44,87
37,46
41,19
40,48
33,14
38,85
35,20
38,23
43,84
43,69
36,68
43,67
38,03
33,76
38,59
36,02
41,11
38,71
37,11
33,03
37,76
33,03
40,12
43,12
37,23
39,10
44,78
32,73
38,55
32,31
37,43
41,59
40,51
35,73
49,93
38,29
33,30
34,82
37,49
37,08
36,15
40,48
31,18
36,36
31,18
38,62
45,26
36,91
39,71
44,85
32,80
40,65
32,39
38,40
41,67
39,72
35,64
45,18
35,13
33,16
34,99
38,93
40,51
38,31
41,00
30,74
36,69
30,74
37,56
45,16
36,36
37,11
39,60
30,86
36,50
29,36
34,02
36,44
39,07
37,46
40,06
33,64
31,68
35,42
44,89
45,02
33,66
39,47
39,84
34,28
29,02
37,64
41,08
34,02
36,71
36,93
30,89
32,26
27,25
32,40
37,32
36,40
34,05
42,03
34,66
31,62
32,71
32,24
37,98
31,85
35,86
42,83
33,39
28,02
36,52
39,51
32,74
34,30
36,93
29,99
32,49
25,49
30,47
32,78
39,59
31,50
38,50
30,10
27,97
30,17
32,50
37,51
31,32
38,15
38,65
31,08
26,95
32,82
37,93
29,61
32,59
32,80
27,56
31,87
26,05
28,41
35,58
39,88
30,62
36,96
30,29
27,50
29,46
28,90
34,95
29,16
33,70
38,77
29,86
26,06
33,45
40,84
27,85
33,20
34,93
27,21
30,36
25,74
28,25
34,11
35,37
29,99
34,69
29,72
26,76
27,99
31,30
19,58
29,41
35,75
38,26
29,02
24,98
24
Il tasso standardizzato è un indicatore costruito in modo “artificiale” senza corrispondenza con un valore
reale, ma è adatto al confronto tra popolazioni diverse.
Un valore più elevato del tasso standardizzato in un territorio rispetto ad un’altro, esprime una maggiore
occorrenza di infortuni in quel territorio indipendentemente dal numero di addetti e dalla suddivisione degli
stessi per il rischio di infortunio tipico dell’attività svolta. (n° di infortuni indennizzati su 1000 lavoratori
occupati)
T i × psti
T st = ∑
× 1000
∑ psti
Tst = Tasso standardizzato
Σ = sommatoria
Ti =
ni
= tasso nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economica
pi
ni = eventi indennizzati nella popolazione in studio nella classe i esima di attività economica
pi = numero di addetti Inail nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economicapsti
= addetti Inail nella popolazione di riferimento (Italia, 2000) nella i esima classe di attività
economica
psti = addetti Inail nella popolazione di riferimento (Italia, 2000) nella i esima classe di attività
Nella tabella n. 21 si rileva una situazione che, pur costituendo ancora un importante
problema di salute pubblica, considerato il peso sociale inaccettabile della patologia
professionale in termini di sofferenze umane e di costi economici, rispecchia il miglioramento
delle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro dovuto alla sensibilizzazione,
all’impegno di imprenditori, tecnici, lavoratori, associazioni imprenditoriali e sindacali, al
diffondersi di conoscenze condivise e consapevoli su rischi professionali e prevenzione ed
alla maggiore osservanza rispetto al passato delle norme legislative di igiene e sicurezza che
sono state radicalmente modificate nel 2008.
Questo aspetto riveste particolare importanza in un momento in cui è particolarmente
aumentata la sensibilità delle istituzioni e dell’opinione pubblica riguardo al tema della
sicurezza sul lavoro.
In questo contesto si inserisce l’operato del servizio S.P.I.S.A.L. con le specifiche
azioni di vigilanza e controllo, formazione - informazione, assistenza e promozione della
salute, costituendo un riferimento concreto per lavoratori, aziende, tecnici, organizzazioni
sindacali, associazioni imprenditoriali.
25
LE STRUTTURE OPERATIVE
L’OSPEDALE
Funzioni e organizzazione
L’ospedale è la struttura tecnico-funzionale mediante la quale l’unità locale sociosanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute in situazioni di urgenza ed
emergenza, di acuzie, di post-acuzie, lungodegenziale e riabilitativa, le quali, per la loro
natura, non possono essere affrontate in modo ugualmente efficace ed efficiente da parte dei
servizi dei distretti socio-sanitari e del dipartimento di prevenzione.
L’assistenza ospedaliera viene erogata in regime di ricovero, ordinario e diurno, ed
ambulatoriale, in forma coordinata ed integrata con i servizi dei distretti socio-sanitari e del
dipartimento di prevenzione.
L’ospedale dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 è unico e si articola nei presidi
ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.
Particolare importanza riveste l’organizzazione dell’ospedale in dipartimenti, quali
aggregazioni di unità operative, complesse o semplici. Nel modello organizzativo di tipo
strutturale, il dipartimento aggrega unità operative omogenee, sotto il profilo delle attività o
delle risorse umane e tecnologiche impiegate o delle procedure operative, per la gestione ed
utilizzo in comune delle stesse. Questo modello garantisce, con la sua trasversalità,
integrazione fra i professionisti che, pur operando in ambiti diversi e con diversa competenza,
obbediscono a una mission comune, confrontandosi e adattando gli aspetti organizzativi al
miglior servizio per il paziente.
Le tabelle seguenti riportano le unità operative dell’ospedale, distinte per ciascun
presidio ospedaliero, attive nel corso di tutto l’anno 2009, e la loro articolazione in
dipartimenti strutturali e funzionali. Vengono indicati, inoltre, i dirigenti responsabili delle
stesse alla data del 31 dicembre 2009.
26
OSPEDALE
direzione medica di ospedale - Anna Maria Brosolo
servizio di farmacia ospedaliera – Michele Ragazzi
presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto
presidio ospedaliero di Montebelluna
direzione medica di presidio – Lorena Sandonà
direzione medica di presidio – Marco Cadamuro
Morgante
dipartimenti strutturali
area critica
(Giorgio Zanardo)
accettazione e pronto soccorso
Maurizio Sacher
anestesia e rianimazione 1
Giorgio Zanardo
Cardiologia 1
Carlo Cernetti
anestesia e rianimazione 2
Moreno Agostini
Cardiologia 2
Gianfilippo Neri
unità operative semplici dipartimentali:
emodinamica e cardiologia
interventistica
Alessandro Desideri
terapia del dolore e cure palliative
radiologia 1
Stefano Cesari f.f.
medicina nucleare
Franca Chierichetti
radiologia 2
Francesco Spigariol
diagnostica per immagini
unità operative semplici dipartimentali
materno infantile
(Luigi Pavanello)
medicina di laboratorio e istologia
e anatomia patologica
(Giampaolo Piaserico)
fisica sanitaria
Biagia Saitta
pediatria
Luigi Pavanello
ostetricia-ginecologia 1
Sante Tosetto f.f.
pediatria 2
Paolo Mesirca
ostetricia-ginecologia 2
Giuliano Zanni
laboratorio analisi
Giampaolo Piaserico
trasfusionale ed immunologia
Giuseppe Tagariello
anatomia patologica
Antonio Scapinello.
unità operative semplici dipartimentali:
riabilitazione
(Roberto Silvestrin)
attività ambulatoriale del centro
regionale malattie del sangue
Ercole De Biasi
medicina fisica e riabilitazione
Roberto Silvestrin
lungodegenza riabilitativa 1
Alessandro Attanasio
lungodegenza riabilitativa 2
Emanuele Rizzo
27
dipartimenti strutturali
chirurgia 1
(Carlo Augusto Sartori)
chirurgia generale
Carlo Augusto Sartori
ortopedia e traumatologia 1
Alberto Ricciardi
urologia
Vincenzo Gramegna
chirurgia maxillo facciale
Maurizio Franco
unità operative semplici dipartimentali:
medicina clinica 1
(Paolo Manente)
chirurgia toracica
Lamberto Toniolo
chirurgia vascolare
Sandro Irsara
gastroenterologia
Domenico Madia
medicina generale 1
Luigi Lusiani
neurologia 1
Gianfranco Micaglio
nefrologia e dialisi
Massimo De Luca
oncologia
Paolo Manente
unità operative semplici dipartimentali
angiologia
Adriana Visonà
diabetologia 1
Loris Confortin
endocrinologia
chirurgia 2
(Piergiorgio Pasquon)
medicina clinica 2
(Ernesto De Menis)
chirurgia generale 2
Maurizio Pavanello
ortopedia e traumatologia 2
Piergiorgio Pasquon
otorinolaringoiatria
Marilisa Andretta
oculistica
Massimo Curato
unità operative semplici dipartimentali
day surgery – attività ambulatoriale
oculistica (sede di Castelfranco
Veneto)
Tarcisio Sibilla
chirurgia endocrinologica cervicale
Elio Caon
medicina generale 2
Ernesto De Menis
neurologia 2
Gianfranco Micaglio
servizio psichiatrico di diagnosi e
cura
Anna Vallerini f.f.
unità operative semplici dipartimentali:
diabetologia 2
Antonio Volpi
geriatria
Emanuele Rizzo
reumatologia
28
Attività ospedaliera
La programmazione regionale suggerisce di adottare criteri e modalità di erogazione
delle prestazioni che soddisfino il principio di appropriatezza come “razionale” strumento di
governo clinico, e in tal senso si è operato, ponendo particolare attenzione ad un uso
appropriato dell’ospedale, favorendo, per quanto possibile, il ricorso a prestazioni
ambulatoriali, limitando la permanenza in ospedale al tempo necessario per le attività per
acuti, favorendo la dimissione protetta ed il passaggio in cura alla medicina territoriale.
ricoveri
L’indicatore che più correttamente fotografa il bisogno di cure ospedaliere di un
territorio è il tasso di ospedalizzazione, che considera i ricoveri dei cittadini residenti avvenuti
sia nelle strutture dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 che presso altri ospedali.
L’andamento temporale del tasso di ospedalizzazione costituisce una sintetica
valutazione del grado di raggiungimento dei principali obiettivi di programmazione sanitaria,
regionale e nazionale.
Il tasso di ospedalizzazione nel 2009 è risultato di 140,8 ricoveri per 1000 abitanti e
l’analisi della sua variazione negli anni (tab.n.1a) consente di monitorarne la tendenza e
testimonia la buona riuscita dei programmi di contenimento dei ricoveri attuato nell’ azienda.
tabella n. 1a:
numero di ricoveri, popolazione residente e tasso di ospedalizzazione per distretto sociosanitario e unità locale socio-sanitaria, dal 2004 al 2009.
distretto socio-sanitario
n° ricoveri
2004
2005
21.608
21.876
anno
(2)
2006
2007
21.151
20.059
2008
2009
19.870
19.7 03
n. 1
popolazione
132.879 134.953 136.747 138.884 141.009 142.199
"Asolo-Castelfranco Veneto" residente(1)
tasso di
162,6
162,1
154,7
144,4
140,9
138,6
ospedalizz.
n° ricoveri
17.404
17.348
16.554
15.815
15.576
15.4 95
n. 2
popolazione
101.969 103.273 104.320 105.505 106.885 107.840
"Valdobbiadene-Montebelluna" residente(1)
tasso di
170,7
168,0
158,7
149,9
145,7
143,7
ospedalizz.
n° ricoveri
totale u.l.ss. n. 8
(1)
(2)
39.012
39.224
37.705
35.874
35.446
35.203
popolazione
(1) 234.848 238.225 241.067 244.389 247.894 250.038
residente
tasso di
166,1
164,7
156,4
146,8
143,0
140,8
ospedalizz.
il dato della popolazione residente si riferisce al valore medio annuo;
i dati del 2007 sono stati aggiornati a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2008.
29
Nel distretto socio-sanitario n. 1, a fronte di un ulteriore aumento della popolazione
residente (+1.190), il numero di ricoveri nel 2009 si è ulteriormente ridotto di n. 167 unità
rispetto all’anno precedente, giustificando un tasso di ospedalizzazione di 138,6 ricoveri per
1000 abitanti rispetto ai 140,9 del 2008.
Nel distretto socio-sanitario n. 2, analogamente, nel 2009 si sono verificati n. 81
ricoveri in meno rispetto al 2008, con una riduzione del tasso di ospedalizzazione che passa
da 145,7 ricoveri per 1000 abitanti nel 2008 a 143,7 nel 2009.
Come si evidenzia dalla tabella n.1b che riporta il piano di riduzione dei ricoveri 20072009 in applicazione della DGR 4449 del 2006, l’obiettivo di 26.206 ricoveri per residenti
previsto per il 2009 dalla Regione è stato ampiamente raggiunto, anzi, con un ulteriore
riduzione di quasi 2.000 ricoveri.
tabella n. 1b: numero di ricoveri a consuntivo su residenti dell’Ulss n. 8 confrontato con il piano di riduzione dei
ricoveri 2007-2009 concordato con la Regione in applicazione della DGR 4449 del 2006.
Consuntivo
2005
Target
2008
Consuntivo
2008
Target
2009
Consuntivo
2009
28.466
26.959
24.956
26.206
24.328
Ricoveri per residenti ULSS n. 8
Questi risultati si sono potuti raggiungere da un lato con azioni che hanno coinvolto i
medici prescrittori, sia della medicina generale e della pediatria di libera scelta che
ospedalieri, in particolare il pronto soccorso, che ha incrementato l’osservazione breve
intensiva, con una diminuzione di circa 250 ricoveri effettuati su sua richiesta (tab.1c).
tabella n. 1c: osservazione breve intensiva e ricoveri dal pronto soccorso per presidio ospedaliero: anni 2008 e
2009
Presidio ospedaliero
Castelfranco Veneto
Montebelluna
Totale
osservazione breve intensiva
ricoveri dal pronto soccorso
anno 2008
anno 2009
anno 2008
anno 2009
2.316
2.126
4.442
3.178
1.984
5.162
5.106
5.420
10.526
4.908
5.371
10.279
Come si evidenzia nella tabella 1d la percentuale di accessi in pronto soccorso esitanti
in ricoveri si è ulteriormente ridotta.
tabella n. 1d: % di accessi in pronto soccorso esitanti in ricovero ospedaliero: anni 2005-2009.
% di accessi in P.S. esitanti in ricovero
2005
2006
2007
2008
2009
16,20%
15,06%
14,47%
14,45%
13,89%
I ricoveri inappropriati medici effettuati nei due ospedali sono ulteriormente diminuiti
nel 2009 passando dal 13,9% al 10,8% a Castelfranco e dal 11,0% all’9,2% a Montebelluna
(tab.1e).
30
tabella n. 1e: Ricoveri ordinari con DRG medico ad alto rischio di non appropriatezza
Anno
Presidio di Castelfranco
N°
Totale
%
inappr.
2001
2.050
11.168 18,4%
2002
1.840
10.704 17,2%
2003
1.689
10.149 16,6%
2004
1.629
9.693 16,8%
2005
1.655
9.861 16,8%
2006
1.659
9.749 17,0%
2007
1.451
9.229 15,7%
2008
1.276
9.200 13,9%
2009
949
8.799 10,8%
N.B. sono inclusi anche i ricoveri urgenti
Presidio di Montebelluna
N°
Totale
%
inappr.
1.710
1.322
1.142
1.305
1.377
1.190
1.031
988
759
10.191
9.200
9.177
10.007
10.149
9.360
8.658
8.966
8.286
16,8%
14,4%
12,4%
13,0%
13,6%
12,7%
11,9%
11,0%
9,2%
ULSS 8
N°
inappr.
Totale
%
3.760
3.162
2.831
2.934
3.032
2.849
2.482
2.264
1.708
21.359
19.904
19.326
19.700
20.010
19.109
17.887
18.166
17.085
17,6%
15,9%
14,6%
14,9%
15,2%
14,9%
13,9%
12,5%
10,0%
E’ stata ulteriormente incrementata la presa in carico del paziente in ospedale
attraverso gli ambulatori integrati e lo sviluppo di percorsi clinico assistenziali che hanno
permesso di dare risposta, al di fuori del regime della degenza, anche a patologie complesse.
Entrando nel merito dell’attività di ricovero presso i due presidi ospedalieri in
relazione al distretto socio-sanitario di provenienza (tabella n. 2), si osserva che nel presidio
ospedaliero di Castelfranco Veneto sono stati ricoverati n. 289 pazienti in meno residenti nel
distretto socio-sanitario n. 1 ed è aumentato di 358 il numero dei ricoveri dei pazienti
residenti nel distretto socio sanitario n. 2, rispetto al 2008. Nel presidio ospedaliero di
Montebelluna sono stati n. 3 in più i ricoverati tra i residenti nel distretto socio-sanitario n. 1 e
n. 743 in meno tra i residenti nel distretto socio-sanitario n. 2, rispetto al 2007 (tabella n. 2).
E’ da rilevare che nel 2009 si sono attuate due importanti riorganizzazioni che hanno
portato alla chiusura dell’attività di degenza per la specialità di ORL a Castelfranco (gennaio
2009) e di neurologia a Montebelluna (maggio 2009).
tabella n. 2: ricoveri per area di residenza e presidio ospedaliero(*), anni 2008 e 2009.
presidio ospedaliero di
Castelfranco Veneto
variazione
2008
2009
2008-2009
presidio ospedaliero di
Montebelluna
variazione
2008 2009
2008-2009
Asolo
2.466
2.632
166
1.837
1.600
- 237
Castelfranco Veneto
9.374
8.919
- 455
1.216
1.456
240
11.840
11.551
- 289
3.053
3.056
3
609
726
117
2.849
2.664
- 185
1.303
1.544
241
7.077
6.519
- 558
1.912
2.270
358
9.926
9.183
- 743
area di residenza
totale distretto socio-sanitario n. 1
Valdobbiadene
Montebelluna
totale distretto socio-sanitario n. 2
(*) non sono stati considerati i ricoveri dei residenti fuori u.l.ss.
31
I dati sintetici dell’attività di ricovero ordinario e diurno (tabelle n. 3 e n. 4 ) mostrano
un lieve calo del numero di dimissioni, un incremento del valore medio e della % di DRG
chirurgici; per i ricoveri ordinari si nota una diminuzione del numero di giornate di degenza,
con degenza media lievemente aumentata.
tabella n. 3: indicatori di attività ospedaliera – ricoveri ordinari, anni 2004-2009.
numero medio posti letto
numero dimissioni
2005
671
2006
676,3
ricoveri ordinari
2007
2008
672,8
651,2
2009
635,1
27.942
27.313
25.481
25.198
24.114
vavalore medio (euro)
2.586
2.677
2.658
2.684
2.817
% DRG chirurgici
28,4
30,0
29,8
27,9
29,1
201.531
197.777
190.609
187.545
184.113
degenza media
7,21
7,24
7,48
7,44
7,64
tasso di occupazione (%)
82,28
80,12
77,62
78,69
79,42
numero giornate di degenza
tabella n. 4: indicatori di attività ospedaliera – ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery), anni 2005 - 2009.
ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery)
2005
2006
2007
2008
2009
numero dimissioni
9.885
8.471
7.401
7.319
7.754
vavalore medio (euro)
1.507
1.471
1.797
1.704
2.085
% DRG chirurgici
67,2
65,5
65,1
70,4
78,1
Più in dettaglio (tabelle n. 5 e n. 6) si osserva che, rispetto al 2008, complessivamente
sono diminuiti i ricoveri medici sia ordinari che diurni; il calo dei ricoveri diurni è dovuto al
trasferimento in regime ambulatoriale delle chemioterapie; la diminuzione risulta più modesta
a Castelfranco per il consistente incremento dell’attività cardiologia.
I ricoveri ordinari chirurgici aumentano a Montebelluna e diminuiscono a Castelfranco
per il trasferimento delle degenze dell’ORL, mentre quelli diurni aumentano in ambedui i
presidi.
tabella n. 5: numero dimissioni in regime di ricovero ordinario, per presidio ospedaliero, tipo di d.r.g. e
trimestre: anni 2008 e 2009.
presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero ordinario
d.r.g. chirurgico
n. dimissioni
trimestre
2009
2008
1°
2°
3°
4°
Totale
1.038
969
845
1.091
3.943
1.056
991
930
1.072
4.049
d.r.g. medico
n. dimissioni
var.
ass.
-18
-22
-85
19
-106
var. (%)
trimestre
2009
2008
-1,70
-2,22
-9,14
-1,77
-2,62
1°
2°
3°
4°
totale
2.164
2.200
2.136
2.299
8.799
2.448
2.349
2.193
2.210
9.200
32
var.
ass.
-284
-149
-57
89
-401
var. (%)
-11,60
-6,34
-2,60
4,03
-4,36
presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero ordinario
d.r.g. chirurgico
n. dimissioni
trimestre
2009
2008
1°
2°
3°
4°
totale
759
746
728
853
3.086
841
810
636
696
2.983
d.r.g. medico
n. dimissioni
var.
ass.
-82
-64
92
157
103
var. (%)
trimestre
2009
2008
-9,77
-7,90
14,47
22,56
3,45
1
2
3
4
totale
2.169
2.055
2.066
1.996
8.286
2.412
2.339
2.090
2.125
8.966
var.
ass.
-243
-284
-24
-129
-680
var. (%)
-10,07
-12,14
-1,15
-6,07
-7,58
tabella n. 6: numero dimissioni in regime di ricovero diurno (day hospital e day surgery), per presidio
ospedaliero, tipo di d.r.g. e trimestre: anni 2008 e 2009.
presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero diurno (day hospital e day
surgery)
d.r.g. chirurgico
d.r.g. medico
n. dimissioni
n. dimissioni
trimestre
2009
2008
1°
2°
3°
4°
totale
735
899
723
891
3.248
623
550
544
851
2.568
var.
ass.
112
349
179
40
680
var. (%) trimestre
1°
2°
3°
4°
totale
17,98
63,45
32,90
4,70
26,48
2009
2008
260
335
286
448
1.329
310
443
222
410
1.385
var.
ass.
-50
-108
64
38
-56
var. (%)
-16,13
-24,38
28,83
9,27
-4,04
presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero diurno (day hospital e day surgery)
d.r.g. chirurgico
d.r.g. medico
n. dimissioni
n. dimissioni
var.
var.
trimestre
2009
2008
var. (%) trimestre
2009
2008
var. (%)
ass.
ass.
1°
1°
20,20
-51,27
732
609
123
96
197
-101
2°
2°
17,29
-73,33
719
613
106
84
315
-231
3°
3°
7,89
-35,48
643
596
47
80
124
-44
4°
4°
-7,17
-23,97
712
767
-55
111
146
-35
totale
totale
2.806
2.293
221
8,55
371
782
-411
-52,56
I principali indicatori di attività chirurgica vengono illustrati nella tabella n. 7, che
mostra come nel 2009 sia leggermente aumentato il numero di interventi principali con un
tasso operatorio pressoché stazionario, mentre si è avuto un notevole incremento degli
interventi in day surgery sugli eleggibili ed una diminuzione della degenza pre-operatoria.
33
tabella n. 7: principali indicatori di sintesi dell’attività chirurgica per presidio ospedaliero, anni 2006- 2009
% di interventi
in day surgery
(su eleggibili)
2006
n. di interventi
(1)
principali
tasso
operatorio
8.216
86,36%
76,78%
1,76
6.295
14.511
88,68%
87,35%
74,83%
75,90%
1,42
1,62
p.o. di Castelfranco
Veneto
p.o. di Montebelluna
totale
degenza media
pre-operatoria
2007
p.o. di Castelfranco
Veneto
p.o. di Montebelluna
totale
8.148
86,03%
62,98%
1,94
6.110
14.258
88,61%
87,11%
64,56%
63,68%
1,23
1,63
2008
p.o. di Castelfranco
Veneto
p.o. di Montebelluna
totale
7.840
87,02%
68,64%
1,64
5.936
13.776
89,16%
87,91%
69,45%
69,00%
1,06
1,40
2009
p.o. di Castelfranco
Veneto
p.o. di Montebelluna
totale
(1) presso i reparti chirurgici;
7.762
86,26%
76,95%
1,56
6.226
13.988
89,46%
87,63%
75,80%
76,49%
1,04
1,33
Per quanto riguarda i parti effettuati nei due presidi ospedalieri, aumentano a
Castelfranco e diminuiscono a Montebelluna di un centinaio di unità. La percentuale dei parti
cesarei è pari al 17% in linea con i migliori standard regionali e nazionali (tab. n. 8).
tabella n. 8: numero parti per presidio ospedaliero, anni 2006-2009
2006
p.o. di Castelfranco Veneto
p.o. di Montebelluna
Totale
2007
p.o. di Castelfranco Veneto
p.o. di Montebelluna
Totale
2008
p.o. di Castelfranco Veneto
p.o. di Montebelluna
Totale
2009
p.o. di Castelfranco Veneto
p.o. di Montebelluna
Totale
n. parti
totale
n. parti
cesarei
% cesarei
1.027
1.539
2.566
232
323
555
23%
21%
22%
998
1.389
2.387
209
245
454
21%
18%
19%
1.003
1.451
2.454
212
181
393
21%
12%
16%
1.108
1.334
2.442
222
189
411
20%
14%
17%
34
Per quanto riguarda l’analisi delle variazioni di case-mix ospedaliero, intervenute nel
2008, non si registrano particolari scostamenti mentre per l’attività di emodinamica e
cardiologia interventistica si rileva un notevole incremento degli interventi di angioplastica.
In merito alla valorizzazione economica dei ricoveri (tabella n. 9), per i ricoveri
ordinari si è registrato un aumento del valore medio sia per il presidio ospedaliero di
Castelfranco Veneto (+4,8%) che di Montebelluna (+5,2%) rispetto al 2008. Il valore medio
dei ricoveri diurni è aumentato in entrambi i presidi.
tabella n. 9: differenza valorizzazione economica media (in euro), per anno e per regime di ricovero nei presidi
ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna.
ricoveri ordinari
tipo DRG
2008
2009
presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto
Medico
1.961
2.009
Chirurgico
4.552
4.838
totale
2.753
2.884
presidio ospedaliero di Montebelluna
Medico
1.852
2.004
Chirurgico
4.867
4.719
totale
2.605
2.741
diff.
ricoveri diurni
2008
2009
2,4%
6,3%
4,8%
1.527
1.799
1.704
1.695
2.527
2.285
11,0%
40,5%
34,1%
8,2%
-3,0%
5,2%
1.400
1.797
1.704
1.112
1.887
1.797
-20,5%
5,0%
5,4%
diff.
Mobilità sanitaria
La mobilità riferita ai ricoveri per l’ospedale nel suo complesso registra un
miglioramento del saldo per un valore pari a 1.274.244 euro ed un peggioramento del numero
di pazienti (-250).
tabella n. 10a: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), valorizzazione economica, per
dipartimento ospedaliero, anni 2008 e 2009.
Dipartimento
(1)
attrazione
(2)
2008
2009
valore economico dei ricoveri (euro)
fuga
saldo
(2)
(2)
2008
2009
2008
2009
differenza
saldo
Medicina clinica 1
1.496.426
1.295.169
1.680.242
1.619.980
-183.817
-324.811
-140.995
Medicina clinica 2
657.163
617.202
993.887
927.847
-336.724
-310.645
26.079
Chirurgia 1
4.989.034
5.691.107
7.394.661
7.779.329
-2.405.626 -2.088.222 317.404
Chirurgia 2
3.451.940
3.274.027
6.217.716
6.430.619
-2.765.775 -3.156.591 -390.816
Materno-infantile
2.143.239
2.045.329
4.273.998
4.538.009
-2.130.759 -2.492.681 -361.922
Riabilitazione
512.518
359.183
1.851.589
1.886.677
-1.339.072 -1.527.494 -188.422
Medicina
di
laboratorio e istologia
e anatomia pat.
240.086
436.448
175.547
178.786
64.539
Area critica
756.937
2.002.391
2.957.451
2.679.179
-2.200.514
35
257.662
193.124
-676.788 1.523.726
Totale
specialità
14.247.343 15.720.856 25.545.091 26.040.425 -11.297.748 -10.319.569 978.178
presenti
Totale spec. non
11.321.987 11.025.921 -11.321.987 -11.025.921 296.066
presenti
Totale complessivo
14.247.343 15.720.856 36.867.078 37.066.346 -22.619.735 -21.345.491 1.274.244
(1) include i ricoveri degli stranieri;
(2) i dati del 2008 sono variati rispetto a quelli forniti l'anno precedente a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2009 e alla
riorganizzazione dei dipartimenti ospedalieri.
tabella n. 10b: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), per dipartimento ospedaliero,
anni 2008 e 2009.
Dipartimento
ricoveri ospedalieri
fuga
saldo
2007
2009
2008
2009
(1)
attrazione
2009
2008
differenza
saldo
Medicina clinica 1
598
479
716
680
-118
- 201
- 83
Medicina clinica 2
271
223
348
286
-77
- 63
14
Chirurgia 1
1.546
1.740
2.249
2.461
-703
- 721
-18
Chirurgia 2
1.348
1.258
2.180
2.274
-832
-1.016
-184
Materno-infantile
1.668
1.535
2.696
2.749
-1.028
-1.214
-186
128
94
449
466
-321
-372
-51
72
109
63
49
9
60
51
147
355
515
440
-368
- 85
283
5.778
5.793
9.216
9.405
-3.438
-3.612
-174
2.000
2.076
-2.000
-2.076
-76
11.216
11.481
-5.438
-5.688
-250
Riabilitazione
Medicina di laboratorio
e istologia e anatomia
pat.
Area critica
Totale
specialità
presenti
Totale spec. non
presenti
Totale complessivo
5.778
5.793
(1) include i ricoveri degli stranieri;
36
Innovazioni organizzative
Nel 2009 si sono ulteriormente sviluppate le applicazioni informatiche: relativamente
ai ricoveri in area medica, è stato disabilitato l’ambiente lotus e avviato il nuovo applicativo
AIRO di gestione dei ricoveri.
Nell’area chirurgica è stata svolta l’analisi delle procedure per la gestione
informatizzata delle liste operatorie e del registro operatorio. E’ stata inoltre effettuata
l’analisi per l’introduzione delle cartella informatizzata della medicina fisica riabilitava.
E’ stato introdotto un nuovo motore di ricerca referti (con la costituzione di una nuova
cartella eventi), accesso al PACS ed al fascicolo sanitario del paziente con la possibilità di
consultare i referti firmati digitalmente, i verbali del Pronto soccorso, i ricoveri e le cartelle
cliniche archiviate. E’ stata avviata la digitalizzazione di tipo sostitutivo delle cartelle cliniche
e la loro messa in rete in modo sistematico per tutti i documenti dall’anno 2000 in poi.
Per l’intero 2009 la direzione medica e le unità operative dell’ospedale sono state
impegnate nella riorganizzazione delle attività sanitarie per raggiungere l’obiettivo della
integrazione tra i due presidi ospedalieri. E’ stata chiusa la degenza neurologica a
Montebelluna ed attivata la stroke unit a Castelfranco; sono state chiuse le degenze
dell’otorinolaringoiatria a Castelfranco e potenziata l’attività ambulatoriale su entrambi i
presidi. E’ stata accentrata l’attività del laboratorio analisi e dell’anatomia patologica presso il
presidio di Castelfranco, con una migliore utilizzazione delle risorse, garantendo uguale
efficacia degli interventi e liberando degli spazi presso il presidio di Montebelluna dove, con
il mese di marzo, è iniziata la costruzione dell’edificio del nuovo ospedale destinato alle
degenze.
Queste riorganizzazioni hanno richiesto un notevole impegno da parte di tutti gli
operatori sanitari, sia delle degenze che del pronto soccorso di ambedue i presidi ospedalieri,
che hanno dovuto concordare ed elaborare nuovi protocolli di gestione delle urgenze e
riorganizzare le guardie interdivisionali.
In particolare è stato ridefinito il percorso assistenziale dei pazienti con ictus cerebrale
con il coinvolgimento di medici sia ospedalieri che territoriali. E’ stata istituita una “unità
ictus di 1° livello” con una area dedicata, collocata all’interno dell’area semintensiva
cardiologica, nella piastra dell’emergenza, con la possibilità di garantire un’assistenza
costante e qualificata. E’ stato scelto il sistema più idoneo di teleconsulto per poter permettere
il collegamento tra le due sedi ospedaliere e la neurochirurgia ed acquisite le attrezzature
necessarie.
Sono state elaborate ed applicate linee guida, come ad esempio quelle per la profilassi
trombo embolica venosa, che hanno visto coinvolti tutti i reparti chirurgici dei due presidi ed
il regolamento per la day surgery.
Presso il presidio di Castelfranco sono stati trasferiti nel nuovo ospedale il servizio di
fisioterapia, con l’attivazione della piscina e la nuova sala di emodinamica.
Sia presso il presidio ospedaliero di Castelfranco che di Montebelluna gli obitori sono
stati trasferiti nei nuovi locali.
Particolare attenzione ed impegno è stato posto, nell’ambito della finanza di
progetto,al controllo delle attività svolte dai servizi dati in concessione.
E’ stata stabilizzata la metodica di micrologistica per la gestione del farmaco, con la
possibilità di tenere un magazzino di reparto affidabile, attraverso la registrazione puntuale di
tutte le operazioni.
37
Alla fine del 2009 è stato sostituito il vecchio Ciclotrone, che era stato installato nel
1994, con un nuovo modernissimo impianto di Ciclotrone/Radiofarmacia che l’Azienda ha
dato in gestione ad un service privato. Si tratta della seconda esperienza, in Italia, dopo
l’Ospedale Gemelli di Roma. Il nuovo impianto, a norma anche secondo il recepimento delle
normative europee in tema di radiofarmaci, consente l’esecuzione di un più ampio spettro di
indagini nel campo della diagnostica PET.
E’ stata effettuata una rilevazione della qualità percepita dei pazienti ricoverati,
aderendo ad un progetto promosso dalla agenzia regionale.
Formazione
E’ stata svolta attività di formazione relativamente al riconoscimento del dolore
(importanza per conseguenze biologiche ad esempio nel post operatorio, diritto di ogni
persona all'accesso alle cure necessarie per alleviare il dolore), alla misurazione ed al
trattamento, con revisione dei protocolli aziendali per il dolore postoperatorio. Sono state
introdotte le schede per il monitoraggio degli effetti collaterali con suggerimenti scritti per il
trattamento.
È proseguito il progetto "Liverpool-pathway" con lo scopo di migliorare l'assistenza al
paziente morente attraverso lo sviluppo e l'applicazione di uno specifico percorso integrato di
cura che costituisca una guida nell'individuare le opzioni assistenziali possibili e
nell'organizzare l'approccio più appropriato per ciascun paziente nel pieno rispetto delle sue
necessità. Nel corso del 2009 è stata effettuata una sessione tutoriale multidisciplinare per il
training di tutti gli operatori dello staff coinvolti nel progetto.
Sono continuati gli incontri di addestramento all'uso della scheda di Incident Reporting
nelle U.O. dei due presidi ospedalieri per la gestione del rischio clinico.
Sono stati effettuati anche presso i reparti del presidio di Montebelluna gli incontri
formativi su "Informazione e Consenso alle attività sanitarie".
Attenzione particolare è stata posta nella formazione del personale che assiste il
paziente critico. Tra le varie iniziative si segnala l'attuazione del progetto "addestramento
teorico -pratico al supporto vitale di base e defibrillazione (BLSD)" che ha visto coinvolti 31
formatori, medici ed infermieri delle u.o. dell'area critica, con effettuazione di 47 edizioni con
lezioni effettuate presso i reparti e la partecipazioni di 516 operatori sanitari.
Nell'ambito della riorganizzazione della neurologia, è’ stata effettuata una formazione
che ha visto coinvolto il personale medico ed infermieristico di tutta l’area critica, dell’area
medica e delle radiologie dei due ospedali ed i medici di medicina generale.
Per quanto riguarda la formazione igienistica,si sono tenuti nel 2009: 4 corsi di
aggiornamento, accreditati ECM, per il personale sanitario e 2 corsi di aggiornamento per il
personale ausiliario sull’igiene delle mani come prosecuzione del progetto: ”la prevenzione
delle infezioni è nelle tue mani”; 2 incontri con i direttori e coordinatori infermieristici delle
unità operative di entrambi i presidi ospedalieri relativi alla appropriatezza della richiesta delle
indagini microbiologiche, presentando un confronto sui dati relativi all’ecologia microbica
ospedaliera degli anni 2007-2008 e primo trimestre 2009 ed i risultati del monitoraggio del
consumo degli antibiotici relativamente al’anno 2008; 1 incontro di approfondimento presso il
38
reparto di chirurgia generale del P.O. di Castelfranco Veneto relativamente ai consumi ed
impiego degli antibiotici.
L’unità locale socio-sanitaria n. 8 è stata ancora una volta il centro di importanti
occasioni di formazione per medici chirurghi provenienti da tutta Italia, attraverso i corsi
residenziali di videolaparoscopia organizzati dall’unità operativa di chirurgia del presidio
ospedaliero di Castelfranco Veneto.
Igiene ospedaliera
Nel corso del 2009 l’attività di controllo sull’igiene ospedaliera si è principalmente
svolta in questi ambiti:
Monitoraggio
- monitoraggio dell’ecologia microbica (attraverso il sistema di sorveglianza degli
alert introdotto l’anno prima, l’isolamento di germi sentinella ed eventuali cluster
epidemici) e dell’antibiotico resistenza basato sui dati di laboratorio;
- monitoraggio dei consumi degli antibiotici, con revisione del sistema di elaborazione;
- monitoraggio e controllo delle prestazioni di igiene ambientale.
Sorveglianza
- rilevazione delle infezioni presso le rianimazioni di entrambi i presidi ospedalieri
attraverso il sistema di sorveglianza nazionale del GiViTI dell’Istituto M. Negri;
- indagine di sorveglianza di 3 mesi sulle infezioni post chirurgiche svolta su tutti i
nuovi interventi a carico di: colecisti, colon, artroprotesi d’anca e ginocchio, tagli
cesari nelle unità operative di ostetricia/ginecologia, ortopedia, chirurgia generale di
entrambi i presidi ospedalieri e inserimento dati nel sistema nazionale INF-OSS sulla
sorveglianza delle infezioni della ferita chirurgica;
- sorveglianza sulle malattie infettive soggette a denuncia, con indagine
epidemiologica e verifica dell’attuazione delle misure preventive per quelle più
diffusibili, in particolare per il 2009 sorveglianza e implementazione delle misure di
controllo (igiene respiratoria dei casi di influenza A dei pazienti ricoverati in seguito
alla pandemia);
- sistema di sorveglianza basato sui dati di laboratorio che segnala (via fax e
telefonicamente), in tempo reale, l’isolamento di germi classificati come alerts a ed
eventuali cluster epidemici per l’immediata attuazione delle misure di controllo.
Nuove attività
- Elaborazione e condivisione delle nuove linee guida aziendali sulla profilassi
antibiotica perioperatoria;
- Aggiornamento del sito Intranet per il CIO (Commissione per le infezioni
ospedaliere) in cui sono stati inseriti ulteriori documenti per il controllo del rischio
infettivo.
39
Prelievo di organi e tessuti
donazione di cornee da cadavere:
Il sistema aziendale per la promozione delle attività di procurement di organi e tessuti
ha raggiunto nel corso del 2009 risultati soddisfacenti nel campo della donazione di cornee.
Grazie all’impegno del personale dei reparti, che ha il compito di individuare per
primo il potenziale donatore tra i deceduti dell’ospedale, del personale del Coordinamento
Locale che integra le segnalazioni dei reparti e non ultimo del personale necroforo, che
segnala la presenza in obitorio di possibili candidati tra i deceduti provenienti dal territorio,
nel corso del 2009, in ciascun presidio ospedaliero, sono stati possibili 67 prelievi. Rispetto
al numero totale di deceduti, infatti, la quota maggiore è esclusa per età, alcuni risultano
inidonei per patologia, altri per difficoltà nel reperire gli aventi diritto ad esprimere l’assenso.
Un indicatore interessante è rappresentato dalla percentuale delle opposizioni da parte dei
familiari sui valutati, perché è una quota che può migliorare con una maggiore attenzione da
parte del personale sanitario e con una maggiore cura nella sensibilizzazione della
popolazione.
I mancati assensi per donatori valutati sono stati il 7,4% a Castelfranco e il 5,3% a
Montebelluna.
tabella n. 11: donatori cornee.
donatori cornee
Castelfranco
Montebelluna
2005
35
32
2006
32
48
2007
66
52
2008
47
71
2009
67
67
tessuto da vivente (testa di femore a Montebelluna, vena safena a Castelfranco):
Nel 2009, con la precisazione che dal 2008 sono cambiati i criteri per la selezione dei
candidati alla donazione di tessuto osseo, si è registrato un buon livello di attività, utilizzando
tutte le teste femorali e non ricevendo opposizione da nessun paziente idoneo operato di
endoprotesi d’anca a Montebelluna.
A Castelfranco si segnala l’aumento significativo delle attività di selezione e recupero
di tessuto venoso ad opera del personale della Chirurgia Vascolare e dell’Anestesia che in
preospedalizzazione compie una sistematica valutazione di tutti i pazienti candidati
all’intervento di safenectomia.
tabella n. 12: donazioni da vivente.
donazioni da vivente
Castelfranco (safena)
Montebelluna (testa femore)
2007
2008
2009
48
36
42
20
62
20
donazione multitessuto da cadavere:
Nel corso del 2009, è ripresa l’attività di donazione multitessuto a Castelfranco, grazie
ad una stretta collaborazione tra il personale dei servizi di emergenza, il personale necroforo e
il personale del Coordinamento Locale, sostanzialmente a disposizione nelle 24 ore. Questo
40
dimostra come la creazione di una stretta rete di pronta segnalazione porti ad un aumento
delle salme valutate e quindi ad un successivo aumento delle donazioni.
Peccato che in questi casi ancora sussistano nella popolazione generale sentimenti di
opposizione al prelievo la cui percentuale, come nel passato, rimane intorno al 50%,
probabilmente per le circostanze spesso drammatiche in cui viene fatta la comunicazione ai
familiari dei deceduti sul territorio.
tabella n. 13: donatori da tessuto cadavere.
donatori tessuto da cadavere
2006
2007
2008
2009
Castelfranco
1
1
0
4
Montebelluna
4
5
10
8
donazione multiorgano:
L’attività di donazione multiorgano, come per gli anni precedenti, ha un diverso
andamento nei 2 Ospedali, con attività inferiore al previsto presso l’Ospedale di Castelfranco.
Le ragioni di questa differenza sono verosimilmente legate alla diversa tipologia delle due
Terapie Intensive, con una connotazione più post-traumatica a Montebelluna e più postchirurgica a Castelfranco; oltre a ciò si può ipotizzare una diversa gestione del paziente
cerebroleso, che l’unificazione delle degenze di Neurologia in un’unica sede dovrebbe
rendere più omogenea, a patto che tutte le strutture coinvolte (Pronto Soccorso, Neurologia,
Terapia Intensiva e reparti internistici) siano sensibili e motivate a ricoverare in Rianimazione
il paziente destinato al prelievo di organi.
tabella n. 14: donazioni multiorgano.
donazioni
multiorgano
Castelfranco
Montebelluna
2005
2006
2007
2008
2009
1
2
0
4
1
4
0
2
0
3
Nuovi obitori
Una menzione particolare va fatta alla realizzazione dei 2 nuovi obitori, che ha di molto
migliorato la logistica e le attività del Coordinamento Locale, sia per gli spazi, sia per le
attrezzature. La presenza di personal computer e rete informatica permette, ora, una pronta
valutazione della documentazione sanitaria già in obitorio e quindi semplifica i tempi di
intervento; per l’aspetto relazionale con le famiglie, così importante in questa materia, le nuove
costruzioni si sono rivelate decisamente più dignitose e confortevoli.
Promozione della donazione
La promozione di una cultura per la donazione di organi e tessuti inizia presso il
personale sanitario che va continuamente formato e aggiornato sulle ragioni scientifiche e
sulle modalità organizzative di questa importante attività. Per questo, anche quest’anno, è
stato realizzato un corso accreditato ECM rivolto al personale sanitario dell’Azienda, per
41
diffondere la conoscenza delle procedure per la donazione di organi e tessuti sia per quanto
riguarda gli aspetti tecnici operativi, che per quelli di tipo psicologico e relazionale suscitati
dal dibattito etico. Il corso, proposto in due edizioni, a Maggio e a Ottobre, è stato realizzato
con il contributo di numerosi relatori esterni e ha interessato oltre 150 operatori.
Oltre che per il personale sanitario è proseguita, inoltre, l’attività di sensibilizzazione
sulla gente comune attraverso la pubblicazione di articoli sulla stampa locale, la realizzazione
di interviste e filmati in collaborazione con le Associazioni; l’azione divulgativa, infine, è
proseguita nelle scuole attraverso gli incontri presso le classi V delle scuole superiori,
secondo un modello collaudato in uso da anni.
Rischio clinico
Nel corso del 2009 è proseguito l’impegno per la sicurezza dei pazienti, con il
potenziamento di alcune attività già presenti nel 2008 e l’avvio di nuove iniziative di
sensibilizzazione in ambito ospedaliero e sul territorio. In applicazione della D.G.R. n.
4445/2008, infatti è stato nominato il Comitato Esecutivo per la Sicurezza del Paziente che è
costituito dai referenti di ogni dipartimento sanitario, oltre che da altre figure non solo
ospedaliere con il compito di dare maggiore sistematicità e adeguato rinforzo agli interventi per
la prevenzione del rischio clinico in tutta l’azienda.
Nei primi sei mesi dell’anno il responsabile della Sicurezza del paziente insieme ai
colleghi referenti di tutte le aziende sanitarie venete ha partecipato al piano di formazione
obbligatoria organizzato dall’ARSS per l’apprendimento di tecniche di analisi e gestione dei
rischi sanitari.
Le attività svolte all’interno dell’azienda, le linee guida e le proposte per l’anno 2009
sono state, come previsto, sottoposte all’approvazione del Collegio di Direzione. In particolare:
1) per la sicurezza degli ambienti:
- sono proseguite le ispezioni degli ambienti di lavoro in collaborazione col responsabile
del servizio prevenzione e protezione per individuare le aree ospedaliere a rischio per i
lavoratori e conseguentemente anche per i pazienti;
- sono stati rivisti i sistemi di chiamata del personale medico deputato all’emergenza
intraospedaliera, potenziando il segnale, in entrambi i presidi, in modo da completare la
copertura anche delle aree considerate più pericolose.
2) per la sicurezza delle prestazioni sanitarie:
-
-
la rilevazione spontanea dei difetti latenti dell’organizzazione e degli errori umani, è
stata estesa nel 2009 anche alla terapia intensiva e al gruppo operatorio di entrambi i
presidi, diffondendo oramai a quasi tutti i reparti dell’ospedale, la cultura di “imparare
dall’errore” per un atteggiamento orientato alla prevenzione degli errori stessi. Grazie
anche ad un progetto di investimento formativo in gran parte dei reparti chirurgici, la
Direzione Medica ha raccolto 186 schede di Incident Reporting che sono state discusse
in 20 incontri presso i reparti;
una segnalazione al Ministero della Salute di un evento sentinella per incidente
trasfusionale fortunatamente senza esiti, ha richiesto un approfondimento sugli errori
latenti e un incontro di audit nel reparto interessato. A tale fatto è conseguito l’avvio di
42
-
-
-
-
-
-
-
una “formazione sul campo” molto impegnativa che ha coinvolto il personale sanitario
dei reparti per una emotrasfusione sicura;
è proseguita la collaborazione con l’Ufficio Affari Legali per l’analisi dei sinistri e il
controllo della documentazione sanitaria in occasione di azioni legali (n. 4 incontri del
Nucleo Aziendale Sinistri);
in un’ottica di miglioramento della documentazione sanitaria e della relazione medicopaziente attraverso la revisione della pratica di Informazione e Consenso, agli incontri
formativi e operativi realizzati nel 2008 presso il presidio ospedaliero di Castelfranco
ne sono seguiti nel 2009 altri 4 presso alcuni reparti del presidio ospedaliero di
Montebelluna. Durante questi incontri sono state mappate per ciascuna unità operativa
le prestazioni sanitarie più critiche che richiedono informativa e consenso scritto ed è
stata definita la relativa modulistica;
è proseguita la collaborazione con l’ufficio relazioni con il pubblico e con il Comitato
Diritti del Malato per la gestione dei reclami, importante fonte di informazione su
disservizi o disagi prevenibili;
a conclusione del percorso per la corretta identificazione dei pazienti e del sito
chirurgico è stata diffusa e applicata nel presidio ospedaliero di Castelfranco la
procedura predisposta dal gruppo di lavoro interdipartimentale;
alla fine del 2009 è stato organizzato l’evento formativo “Sicurezza delle cure”
destinato ai membri del Comitato Esecutivo, presso la sede aziendale, con la
partecipazione anche di relatori esterni;
sono stati effettuati n. 2 audit con le unità operative coinvolte presso i reparti e i servizi
di entrambi gli ospedali su casi clinici complessi;
è stata inserita sul sito intranet aziendale la documentazione prodotta dall’azienda in
merito al “Rischio clinico”;
in collaborazione con la farmacia ospedaliera è stato effettuato un corso in due edizioni
sulla farmacovigilanza e predisposto un questionario conoscitivo sulle consuetudini dei
reparti nella gestione dei farmaci.
Commissione prontuario terapeutico ospedaliero
La Commissione PTO si è riunita nel corso del 2009, con cadenza trimestrale, sulla
base delle richieste di valutazione presentate dai medici ospedalieri.
Nel corso delle riunioni sono state discusse nuove introduzioni di farmaci e valutate
problematiche relative a classi particolari di farmaci, come, ad esempio, utilizzi off-label e
l’utilizzo di farmaci biosimilari.
Con delibera n. 998 del 10/09/2009 è stata istituita la Commissione Tecnica di Area
Vasta (CTAV) con lo scopo di realizzare un prontuario di Area Vasta, in base alle direttive
della Regione Veneto.
43
Commissione per il buon uso del sangue
Particolare attenzione è stata posta per l’attuazione delle nuove disposizioni legislative
(D.L. n. 207 del novembre 2007, Raccomandazione del Ministero della salute del marzo
2007) nell’ambito della prevenzione trasfusionale da incompatibilità ABO). A tale scopo il
progetto di formazione "sicurezza trasfusionale ed emovigilanza" è continuato anche nel corso
del 2009. E’ stata implementata una nuova modulistica e sono stati programmati circa 20
incontri col personale dei vari reparti dei due presidi ospedalieri, allo scopo di condividere
una nuova procedura trasfusionale aggiornata con l’obiettivo di completare la tracciabilità del
percorso trasfusionale, fino alla certificazione di avvenuta trasfusione e l'obbligatoria
rilevazione di eventi trasfusionali avversi.
E’ stato inoltre proposto ed attuato, in collaborazione con la Ginecologia-Ostetricia, di
compilare un registro delle donne Rh negative trattate con immunoprofilassi durante la
gravidanza e/o dopo il parto, in ottemperanza alla normativa vigente sulla sorveglianza della
profilassi della MEN (malattia emolitica del neonato).
Collaborazioni con l’Università
corsi di Laurea
Dal 2004, l’ Ospedale di Castelfranco Veneto è sede operativa di 2 Corsi di Laurea: il
Corso di laurea in Igiene Dentale (CLID) e il Corso di Laurea Magistrale in Scienze
Infermieristiche e Ostetriche.
L’istituzione di spazi assistenziali dedicati al tirocinio degli studenti del CLID,
supervisionati da tutors e dai medici strutturati del reparto, ha permesso di introdurre la
terapia di igiene dentale tra quelle erogate nei confronti della popolazione di tutte le fasce di
età dell’u.l.ss..
Questa attività è stata istituzionalizzata in maniera organica a partire dal 2007 con
l’introduzione di spazi ambulatoriali nei quali vengono erogate prestazioni di igiene dentale
professionale consistenti nella detartrasi periodica e nel trattamento parodontale non
chirurgico (scaling e curettage delle radici) iniziale e di mantenimento dei pazienti
parodontopatici.
Nell’ambito della stretta collaborazione esistente con il Servizio Autonomo di
Pedodonzia, che condivide spazi, personale e risorse con il CLID, sono assicurati interventi di
prevenzione nei confronti della popolazione in età pediatrica consistenti nel deplaquing dei
denti decidui e permanenti e nella sigillatura dei denti permanenti in dentatura mista e
permanente precoce.
A questo proposito, nei riguardi della popolazione infantile, assume grande importanza
l’opera di educazione sanitaria che gli igienisti eseguono attraverso istruzioni mirate di igiene
orale.
44
Vengono, inoltre, eseguite prestazioni di cosmesi dentale e di sbiancamento dei denti
discromici e gli igienisti coadiuvano gli odontoiatri nella raccolta e valutazione di dati
statistici ed epidemiologici sulla salute orale della popolazione.
La Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetriche si propone di fornire le
competenze necessarie per occupare nei servizi sanitari ruoli di esperto nel nursing e
nell'assistenza ostetrica, di management dei sistemi infermieristici e ostetrici e di
progettazione, realizzazione e valutazione di processi formativi infermieristici, nella
formazione di base e in quella permanente degli ambiti professionali della classe. La Laurea
Magistrale è orientata a garantire una preparazione di tipo sistematico e a formare specialisti
dotati di spirito critico sull'insieme dei fenomeni e dei problemi presenti nei contesti
infermieristici e ostetrici della salute e dei servizi sanitari.
L’offerta formativa per l’acquisizione delle competenze previste dal regolamento del
Corso di Laurea, si realizza anche attraverso un percorso di tirocinio e stage che permetta allo
studente di acquisire competenza clinica, progettuale e gestionale. L’Azienda è anche sede di
tirocinio per la formazione del futuro professionista al quale, all’interno di percorsi definiti ed
affiancato a personale esperto preventivamente individuato su base curriculare e
motivazionale, viene data la possibilità di acquisire abilità e competenze per il perseguimento
autonomo degli obiettivi specifici previsti dal regolamento del Corso di Laurea.
Il numero di studenti immatricolati nell’anno accademico 2009/2010 è di 50 unità.
Dall’anno accademico 2008/2009 è in atto una collaborazione tra l’Università degli
Studi di Padova e l’Azienda nell’ambito dell’attività di formazione e tirocinio degli studenti
del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche.
In tale periodo ha avuto avvio la sperimentazione di una formazione in intinere che
prevedeva la realizzazione, da parte degli studenti e del personale dell’azienda con funzioni di
guida di tirocinio, di tre progetti di ricerca applicata inerenti a problematiche relative all’area
materno infantile, all’area critica (gruppi operatori) e all’area ospedaliero-territoriale. Tali
ambiti di indagine, individuati come prioritari dall’Azienda, sono diventati oggetto di studio e
di progettualità per gli studenti.
Durante l’esperienza di stage gli studenti hanno effettuato:
-
-
-
una analisi organizzativa dei ruoli e delle funzioni del personale infermieristico e
medico di anestesia, che operano all’interno dei gruppi operatori, una analisi delle
attività e delle modalità organizzative in essere nei contesti operatori con l’obiettivo di
rivedere gli attuali processi clinico assistenziali ed organizzativi e di aumentarne
l’efficienza;
una analisi dell’attuale percorso organizzativo/gestionale della donna in gravidanza a
basso rischio e del ruolo e delle funzioni dell’ostetrica, una valutazione di fattibilità
circa il trasferimento di competenze gestionali dalla figura medica alla figura ostetrica;
una analisi dell’attuale percorso di presa in carico dell’ anziano “fragile”, una analisi
della casistica di pazienti soggetti a riospedalizzazione entro 30 giorni dalla
dimissione con individuazione delle criticità che compromettono il mantenimento del
paziente a domicilio. Lo scopo dell’indagine era individuare in maniera razionale
45
efficaci azioni e strategie d’intervento a favore della terza e quarta età.
A partire da questo anno accademico saranno attivate ulteriori ricerche nell’ambito
della clinica (classificazione di utenza e valutazione di bisogno assistenziale),
dell’organizzazione ( proposta di modelli assistenziali e organizzativi improntati alla
personalizzazione dell’assistenza e alla ottimizzazione dell’uso delle risorse) e della
formazione (studio e implementazione di nuovi modelli di gestione del tirocinio clinico e del
fabbisogno formativo).
Da anni l’Ulss n. 8 è anche sede per il tirocinio clinico degli studenti del Corso di
laurea in infermieristica che consiste in 950 ore accademiche suddivise in attività d’aula, ore
dedicate allo studio della tesi e ore settimanali da svolgere nelle unità operative.
Nella formazione infermieristica il tirocinio costituisce l’elemento di saldatura tra il
sapere speculativo e il sapere pratico e rappresenta l’elemento caratterizzante di tutto il
processo formativo. Si tratta di un percorso definito da obiettivi che integrano, arricchiscono,
verificano gli apprendimenti teorici, ma è anche occasione di esperienze formative non
necessariamente programmate, che scaturiscono dalla contingenza degli eventi assistenziali. Il
tirocinio rappresenta, quindi, una fase di ulteriore maturazione professionale e di acquisizione
di un maggior grado di confidenza con la professione.
La programmazione generale e specifica del triennio è definita da linee generali
indicate dall’Università di Padova, in accordo con le scelte didattico/organizzative del Corso
di Laurea in Infermieristica. La fase di programmazione delle attività cliniche si attua
attraverso una serie di incontri con i coordinatori infermieristici e con gli infermieri referenti
delle unità operative attivate.
In questo nuovo accademico, a fronte dell’aumentato numero di studenti attribuiti a
tutte le sedi del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Ateneo di Padova, si è reso necessario
ripensare al progetto di tirocinio. Alla luce di questo, si è scelto di considerare le strutture
residenziali per anziani, di seguito elencate, come luoghi adeguati per lo svolgimento del
tirocinio:
- Centro Residenziale Anziani “D. Sartor” di Castelfranco Veneto;
- Opera Immacolata Concezione (O.I.C.) di Vedelago;
- RSA “Umberto 1°” di Montebelluna;
- RSA “Aita” di Crespano del Grappa;
- Casa di Soggiorno “Prealpina” di Cavaso del Tomba.
Nell’anno accademico 2009-2010 sono stati accolti
complessivamente 86 studenti.
46
presso l’ulss n. 8
I DISTRETTI SOCIO-SANITARI
Funzioni e organizzazione
Il distretto socio-sanitario è la struttura tecnico funzionale mediante la quale l’unità
locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute di tipo sanitario, per
loro natura affrontabili in modo ugualmente efficace ed efficiente in regime non ospedaliero,
e di tipo socio-sanitario, richiedenti unitariamente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione
sociale.
L’assistenza distrettuale viene erogata in regime ambulatoriale, semi-residenziale,
residenziale e domiciliare, mediante le seguenti attività:
attività sanitarie
-
-
assistenza primaria, compresa la continuità assistenziale, attraverso il coordinamento e
l’approccio multidisciplinare, in ambulatorio ed al domicilio, tra medici di medicina
generale, specialisti pediatri di libera scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva ed
i presidi specialistici ambulatoriali;
assistenza farmaceutica;
assistenza sanitaria domiciliare;
assistenza specialistica ambulatoriale;
assistenza riabilitativa intensiva extraospedaliera a carattere residenziale e semiresidenziale.
attività socio-sanitarie
-
prestazioni sanitarie a rilevanza sociale;
prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria;
prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, se delegate dai comuni all’unità locale sociosanitaria.
Al distretto socio-sanitario è preposto un responsabile che risponde alla direzione
aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo
e della gestione, in relazione alle risorse assegnate.
47
organizzazione
Alla data del 31 dicembre 2009 i livelli organizzativi e delle responsabilità dei distretti
socio-sanitari erano i seguenti:
distretto socio-sanitario n. 1
“Asolo – Castelfranco Veneto”
direzione
Luciano Milani
unità operativa cure primarie
Paola Paiusco
distretto socio-sanitario n. 2
“Valdobbiadene – Montebelluna”
direzione
Luciano Milani (f.f.)
unità operativa cure primarie
Paola Paiusco (f.f.)
u.o.s. servizio medicina di comunità
u.o.s. servizio cure domiciliari
u.o.s. servizio poliambulatoriale distrettuale
u.o.s. servizio medicina di comunità
u.o.s. servizio cure domiciliari
u.o.s. servizio poliambulatoriale distrettuale
unità operativa materno infantile,
età evolutiva e famiglia
Andrea Gemma
unità operativa materno infantile,
età evolutiva e famiglia
Pasquale Borsellino
u.o.s. servizio di neuropsichiatria infantile
u.o.s. servizio di consultorio familiare
servizio psichiatrico territoriale
servizio psichiatrico territoriale
Giuseppe Salce
Osvaldo Galvano
unità operativa pedodonzia
Edoardo Stellini
unità operativa odontoiatria
Giuliano De Polo
servizio tossicodipendenze
Graziano Bellio
servizio alcologia e tabagismo
Natalino Filippin
servizio per l’handicap dell’età adulta
Mariacaterina Girardello
servizio farmaceutico territoriale
Michele Ragazzi
48
ASSISTENZA DI BASE
Nel sistema di cure primarie un ruolo fondamentale è svolto dal medico di medicina
generale e dal pediatra di libera scelta. Nell’unità locale socio-sanitaria operano 163 medici
di medicina generale e 29 pediatri di libera scelta, suddivisi nei 2 distretti socio sanitari.
tabella n. 1 : medici di medicina generale e pediatri di libera scelta presenti nei due distretti socio-sanitari.
distretto socio-sanitario
n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto”
n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna”
n.
medici di medicina generale
88
75
n.
pediatri di libera scelta
17
12
163
29
totale
Sulla base degli accordi integrativi regionali negli anni passati sono stati stipulati i
“Patti aziendali”, la cui applicazione è proseguita nell'anno in esame sia per i medici di
medicina generale che per i pediatri di libera scelta. Lo scopo di questi patti è quello di
migliorare la qualità dell’assistenza, promuovere un uso appropriato delle risorse e rendere
partecipi i medici agli obiettivi generali dell’azienda.
La partecipazione al patto è stata sottoscritta da 159 medici di medicina generale, pari
ad una percentuale di adesione del 96%. Gli obiettivi generali concordati per i medici di
medicina generale sono stati:
-
copertura assistenziale in ADI-MED per lo 0,4% degli assistiti in carico;
riduzione del tasso di ospedalizzazione come da programmazione regionale;
prevenzione antinfluenzale e antipneumococcica;
applicazione di percorsi diagnostico assistenziali;
contenimento della spesa farmaceutica.
Tutti i pediatri di libera scelta hanno aderito al patto aziendale che prevede il
raggiungimento dei seguenti obiettivi:
-
-
erogazione delle prestazioni non differibili con disponibilità per urgenze tramite viva voce
o segreteria telefonica e possibilità di eseguire visite in orari di ambulatorio diversi da
quelli del proprio medico;
presenza di un pediatra il sabato mattina dalle 8.00 alle 13.00 presso l’unità operativa di
pronto soccorso dei due presidi ospedalieri, per visite urgenti e consigli telefonici;
applicazione di tre PDA (percorsi diagnostico assistenziali) relativi a faringo tonsillite
acuta, otite media acuta e asma bronchiale.
In entrambi i patti è stata, inoltre, prevista l’implementazione dell’utilizzo dello
strumento informatico. La disponibilità in tempo reale delle informazioni relative alla
situazione sanitaria dei pazienti e la gestione automatizzata dei servizi diagnostici,
ambulatoriali e terapeutici, consentono una riduzione dei tempi ed una maggiore efficienza
operativa.
49
Un significativo miglioramento dell’assistenza e del servizio offerto, sia dai pediatri di
libera scelta che dai medici di medicina generale, è da attribuire all’associazionismo che
coinvolge 26 pediatri su 29 con percentuale del 90%, e 136 medici di medicina generale su
164 con percentuale dell’82%. Sono previste quattro forme organizzative: la medicina in
associazione, la medicina in rete, la medicina di gruppo e la Unità territoriale di assistenza
primaria.
tabella n. 2: associazionismo al 31.12. 2009 dei medici di medicina generale
Medicina in
associazionismo
Medicina in rete
Medicina di
gruppo
Utap
distretto sociosanitario n. 1
“Asolo-Castelfranco
Veneto”
distretto sociosanitario n. 2
“ValdobbiadeneMontebelluna”
6 (22 mmg)
9 (40 mmg)
15 (62 mmg)
45 %
2 (5 mmg)
-
2 (5 mmg)
4%
7 (29 mmg)
7 (28 mmg )
14 (57 mmg)
41 %
2 (14 mmg)
10 %
2 (14 mmg)
Totale
Percentuale sul
totale
dell’associazionismo
tabella n. 3: associazionismo al 31.12.2008 dei pediatri di libera scelta
Medicina in
associazionismo
distretto sociosanitario n. 1
“Asolo-Castelfranco
Veneto”
distretto sociosanitario n. 2
“ValdobbiadeneMontebelluna”
Totale
Percentuale sul
totale
dell’associazionismo
6 (16 pls)
2 (10 pls)
8 (26 pls)
100 %
Nella nostra Azienda hanno raggiunto complessivamente una percentuale del 51% le
forme associative più avanzate, che sono rappresentate dalla medicina di gruppo e dall’UTAP
(unità territoriale di assistenza primaria). Queste forme organizzative dell’attività dei medici
di medicina generale, che prevedono l’operatività dei professionisti in una sede centrale con
l'ausilio di personale infermieristico e amministrativo, rendono più completa l'assistenza
sanitaria e riducono al medico le prestazioni di carattere burocratico, consentendogli di
dedicarsi in maniera più completa all'attività propriamente medica.
In ambito pediatrico la continuità dell’assistenza territoriale è stata assicurata dai
pediatri di libera scelta, che hanno offerto la loro disponibilità telefonica durante tutto l’arco
della giornata, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, ed hanno garantito, inoltre, la loro presenza il
sabato mattina e nei giorni prefestivi, presso le unità operative di pronto soccorso dei due
presidi ospedalieri. E’ stata svolta una consistente attività di carattere preventivo con la
esecuzione dei “bilanci di salute” (visite con controlli periodici il cui obiettivo è quello di
monitorare lo sviluppo e la crescita del bambino) che garantiscono un costante controllo della
popolazione pediatrica nei primi anni di vita.
50
tabella n. 4: numero di “bilanci di salute”, anni 2007, 2008 e 2009.
distretto socio-sanitario n. 1
“Asolo – Castelfranco Veneto”
distretto socio-sanitario n. 2
“Valdobbiadene – Montebelluna”
anno
n. bilanci di salute
2007
2008
2009
2007
2008
2009
11.481
12.079
11.906
8.058
8.598
8.074
E’ continuata anche nell’anno 2009 la collaborazione dei pediatri di libera scelta e dei
medici di medicina generale con il servizio di igiene e sanità pubblica nell’attività di
prevenzione, attraverso l’educazione sanitaria dei loro pazienti per le vaccinazioni facoltative
e per le vaccinazioni antinfluenzali e antipneumococcica. I medici di medicina generale hanno
attivamente partecipato alla campagna di vaccinazione antinfluenzale sia somministrando
direttamente i vaccini forniti dall’azienda, sia indirizzando i propri assistiti alle Unità
territoriali dei servizi di sanità umana.
Nel territorio dell’u.l.ss. è presente un servizio di continuità assistenziale (già
Guardia Medica) che garantisce la continuità, nelle 24 ore, dell’assistenza medica di medicina
generale e di pediatria di libera scelta.
Le attività si svolgono nelle sedi di Castelfranco Veneto e Crespano del Grappa per il
Distretto 1 e di Valdobbiadene e Montebelluna per il Distretto 2. Si riportano di seguito le
attività svolte.
tabella n. 5: attività del servizio di continuità assistenziale nel 2009.
visite domiciliari
visite ambulatoriali
consulenze
telefoniche
proposte ricovero
Castelfranco
981
763
Crespano del Grappa
454
3.566
Montebelluna
635
1.368
Valdobbiadene
844
1.852
6.955
n.d.
2.382
2.131
75
98
14
87
Particolare attenzione viene rivolta alle persone in Assistenza Domiciliare Integrata o
in Ospedalizzazione Domiciliare seguite dai Servizi di Cure Domiciliari. Per garantire la
continuità delle cure a questi pazienti è stato disposto un flusso informativo fra i due Servizi e
i medici del servizio di continuità assistenziale hanno la possibilità di contattare un medico
reperibile.
51
ASSISTENZA SPECIALISTICA
L’Ulss n. 8 è dotata di una rete coordinata di ambulatori situati in sedi diverse dell’
azienda, con l’obiettivo di erogare prestazioni effettuabili senza necessità di ricovero; tali
ambulatori svolgono, pertanto, un’attività che si interfaccia tra l’ospedale ed il medico di
medicina generale.
Presso i poliambulatori sono erogate le visite ed i controlli specialistici richiesti dai
medici di medicina generale, le visite di controllo post-dimissione e la maggior parte degli
esami pre-operatori richiesti dai medici ospedalieri.
L’obiettivo è di rispondere in maniera efficace, tempestiva ed efficiente ai fabbisogni
di salute della popolazione, garantendo tempi di risposta appropriati alla patologia sofferta.
Le sedi dei poliambulatori dell’Ulss n. 8 sono ad Asolo, Castelfranco, Crespano,
Giavera del Montello, Montebelluna, Pederobba e Valdobbiadene. Le visite e le prestazioni
sono erogate sia da medici specialisti dedicati esclusivamente alla attività ambulatoriale, sia
da medici ospedalieri.
Nel corso dell’anno l’attività dei punti prelievo territoriali, presenti presso le sedi di
Asolo, Crespano, Giavera, Pederobba, Riese Pio X, Valdobbiadene e Vedelago si è mantenuta
in linea con i risultati dell’anno precedente. Si riportano le attività del 2009 ed un confronto
fra medie giornaliere 2007 - 2008 - 2009.
tabella n. 6: media giornaliera dei prelievi effettuati nel 2009 presso le sedi territoriali dei distretti.
Crespano Giavera Pederobba Riese Valdobbiadene Vedelago
Asolo
totali
n. giorni
256
256
154
256
154
256
102
256
n. utenti
23.837
23.697
12.335
20.163
9.630
31.647
7.382
128.691
93
93
80
79
63
124
73
503
media giorno
tabella n. 7: confronto della media giornaliera 2007-2009.
Asolo Crespano Giavera Pederobba Riese Valdobbiadene Vedelago totali
media giorno 2007
92
88
82
64
64
118
81
482
media giorno 2008
97
93
76
74
67
123
80
506
media giorno 2009
93
93
80
79
63
124
73
503
L’impegno dell’azienda nella gestione delle attività ambulatoriali, nel corso del 2009,
è stato rivolto principalmente al contenimento dei tempi d’attesa, all’adeguamento alla Legge
Regionale n. 22 del 16 agosto 2002 “Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie
e socio-sanitarie”, al potenziamento del digitale e al miglioramento dei percorsi diagnosticoterapeutici per particolari categorie di pazienti.
52
Per quanto riguarda i tempi d’attesa, particolare attenzione è stata posta alla
valutazione della appropriatezza prescrittiva, mettendo a punto un sistema di valutazione
incorporato nella cartella ambulatoriale informatizzata aziendale. Tale sistema ha posto le basi
per una valutazione rapida e poco costosa della appropriatezza tanto che, alla fine del 2009,
sono state ottenute le prime rilevazioni su 9.111 impegnative. La percentuale di
appropriatezza è risultata pari a 62,8 % in linea con analoghe percentuali presenti in
letteratura.
Per le specialità con particolari problemi di tempi di attesa è stato attivato un piano
riorganizzativo dell’offerta. In particolare, è stata riorganizzata l’attività di endocrinologia
ambulatoriale integrando le attività della sede di Castelfranco con quella di Montebelluna ed
acquisendo una specialista ambulatoriale con specifiche capacità professionali per
l’endocrinologia della età evolutiva. Questo ha permesso di passare alla graduale presa in
carico, da parte dello specialista, di un parte di pazienti endocrinologici attualmente seguiti da
un solo pediatra con conseguenti problemi di tempi di attesa.
Nel luglio 2009 è stato potenziato il percorso diagnostico terapeutico per le sospette
neoplasie cutanee diagnosticate dai dermatologi, attivando un percorso chirurgico dedicato
anche nella sede di Montebelluna oltre a quella di Castelfranco, già esistente dal 2008. In
questo modo si è offerto al paziente una migliore accessibilità in termini spaziali: il paziente
visto dallo specialista dermatologo, viene ora operato anche a Montebelluna in media entro
10-20 dalla diagnosi di sospetta neoplasia, nel rispetto dei tempi fissati dalla Regione Veneto
(30 gg).
Il
lavoro
connesso
alla
applicazione
della
normativa
sulla
Autorizzazione/Accreditamento ha portato alla revisione di procedure riferite, in modo
particolare, al campo delle emergenze con la formazione/aggiornamento di numerosi
operatori. Inoltre si è proceduto alla ristrutturazione di alcuni locali con particolare
riferimento all’abbattimento di barriere architettoniche.
Per quanto riguarda il potenziamento del digitale, è stata ampliata la tipologia di
documentazione clinica visualizzabile dal medico che utilizza la cartella ambulatoriale
informatizzata ARCA. In particolare, da settembre 2009, è possibile consultare anche le
immagini radiologiche del PACS. Inoltre, nel marzo 2009, presso la sede ambulatoriale di
Crespano è stato attivato un registro operatorio sperimentale collegato alla cartella
ambulatoriale informatizzata, con possibilità di registrazione digitale del prelievo istologico e
di stampa informatizzata della relativa impegnativa e del relativo foglio di pagamento. Questo
ha comportato sia una archiviazione digitale dell’atto operatorio, sia la possibilità dei pazienti
di pagare immediatamente l’esame istologico così da acquisire il relativo referto via internet
evitando spostamenti.
Il potenziamento della cartella digitale è avvenuto anche mediante inserimento di
nuove variabili (giudizio di priorità da parte del medico valutatore) che hanno permesso la
suddetta valutazione delle percentuali di appropriatezza e di realizzare anche report sulle
percentuali di concordanza dei medici specialisti che valutano le priorità.
Nel complesso le prestazioni ambulatoriali sono aumentate rispetto al 2008.
53
tabella n. 8: prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità operative
specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna nel corso del 2009
(escluso servizi e medicina fisica e riabilitazione).
cardiologia – CF
centro per le malattie del sangue CF
medicina generale – CF
s.s.d. diabetologia CF
s.s.d. angiologia
neurologia – CF
lungodegenza riabilitativa - CF
anestesia e rianimazione - CF
chirurgia generale – CF
s.s.d. chirurgia toracica
s.s.d. chirurgia vascolare
ortopedia e traumatologia - CF
s.s.d. otorinolaringoiatria - CF
urologia – CF
chirurgia maxillo-facciale - CF
ostetricia e ginecologia - CF
pediatria – CF
cardiologia – MB
medicina generale – MB
s.s.d. geriatria
s.s.d. reumatologia
s.s.d. diabetologia MB
neurologia – MB
lungodegenza riabilitativa - MB
anestesia e rianimazione - MB
chirurgia generale – MB
ortopedia e traumatologia - MB
otorinolaringoiatria - MB
ostetricia e ginecologia - MB
pediatria – MB
odontoiatria - MB+CF
nefrologia e dialisi – CF+MB
oncologia - CF+MB
gastroenterologia - CF+MB
s.s.d. terapia antalgica CF+MB
oculistica CF+MB
s.s.d. di day surgery oculistica
pedodonzia – UN
totale unità operative ospedaliere
poliambulatori
totale
prime
visite
2.386
visite di
controllo
1.620
anno 2009
Visite
totali
4.006
altre
prestazioni
16.459
20.465
743
2.175
327
1.770
2.799
489
73
1.805
80
422
5.106
3.907
2.497
1.913
4.621
5.040
5.733
769
253
518
731
2.384
209
13
3.526
6.266
4.940
4.372
5.699
3.608
636
512
1.234
548
8.513
0
3.207
89.824
21.320
111.144
2.713
2.310
5.917
578
870
1.113
13
532
74
152
4.412
1.039
1.571
1.635
545
370
162
382
100
1.809
5.760
1.014
439
0
317
3.999
1.686
237
332
651
2.093
6.799
500
521
6.322
0
556
59.143
9.718
68.861
3.456
4.485
6.244
2.348
3.669
1.602
86
2.337
154
574
9.518
4.946
4.068
3.548
5.166
5.410
5.895
1.151
353
2.327
6.491
3.398
648
13
3.843
10.265
6.626
4.609
6.031
4.259
2.729
7.311
1.734
1.069
14.835
0
3.763
148.967
31.038
180.005
1.889
3.222
18.910
12.957
7.037
2.007
18
2.584
98
1.530
5.695
6.579
2.785
3.792
19.071
3.229
16.148
1.829
317
69
25.393
5.661
791
212
4.381
4.428
4.899
20.092
4.321
11.897
24.058
12.200
11.650
904
9.274
1.131
13.028
280.545
20.457
301.002
5.345
7.707
25.154
15.305
10.706
3.609
104
4.921
252
2.104
15.213
11.525
6.853
7.340
24.237
8.639
22.043
2.980
670
2.396
31.884
9.059
1.439
225
8.224
14.693
11.525
24.701
10.352
16.156
26.787
19.511
13.384
2.147
24.114
983
12.201
429.512
51.495
481.007
54
totale
tabella n. 9: variazioni assolute 2009-2008 delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità
operative specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna (escluso
servizi e medicina fisica e riabilitazione).
cardiologia – CF
centro per le malattie del sangue CF
medicina generale – CF
s.s.d. diabetologia CF
s.s.d. angiologia
neurologia – CF
lungodegenza riabilitativa - CF
anestesia e rianimazione - CF
chirurgia generale – CF
s.s.d. chirurgia toracica
s.s.d. chirurgia vascolare
ortopedia e traumatologia - CF
otorinolaringoiatria - CF
urologia – CF
chirurgia maxillo-facciale - CF
ostetricia e ginecologia - CF
pediatria – CF
cardiologia – MB
medicina generale – MB
s.s.d. geriatria
s.s.d. reumatologia
s.s.d. diabetologia MB
neurologia – MB
lungodegenza riabilitativa - MB
anestesia e rianimazione - MB
chirurgia generale – MB
ortopedia e traumatologia - MB
otorinolaringoiatria - MB
ostetricia e ginecologia - MB
pediatria – MB
odontoiatria - MB+CF
nefrologia e dialisi – CF+MB
oncologia - CF+MB
gastroenterologia - CF+MB
s.s.d. terapia antalgica CF+MB
oculistica CF+MB
s.s.d. di day surgery oculistica
pedodonzia - UN
totale unità operative ospedaliere
poliambulatori
totale
prime
visite
67
variazione assoluta 2009 – 2008
visite di
visite
altre
controllo
totali
prestazioni
-9
58
1.560
30
-83
8
254
629
-70
-3
159
12
41
711
365
255
-29
1.119
85
234
-194
-14
11
92
-405
43
-18
718
164
391
88
258
226
146
-225
308
-7
418
0
225
6.009
4.469
10.478
-105
-168
1.098
430
11
140
7
2
-6
-6
344
-77
47
1.296
248
110
54
-107
-17
-166
194
121
105
0
96
474
537
87
51
164
-5.843
243
-13
-86
643
0
216
115
1.993
2.108
55
-75
-251
1.106
684
640
70
4
161
6
35
1.055
288
302
1.267
1.367
195
288
-301
-31
-155
286
-284
148
-18
814
638
928
175
309
390
-5.697
18
295
-93
1.061
0
441
6.124
6.462
12.586
-265
662
-974
1.035
1.834
209
-3
247
17
105
60
-907
134
-45
4.784
-313
2.080
-150
98
21
-1.530
-2.478
320
16
1.862
1.103
-17
2.260
1.723
491
-14.348
2.568
3.635
-81
-1.066
148
4.149
8.944
533
9.477
totale
1.618
-340
411
132
1.719
2.474
279
1
408
23
140
1.115
-619
436
1.222
6.151
-118
2.368
-451
67
-134
-1.244
-2.762
468
-2
2.676
1.741
911
2.435
2.032
881
-20.045
2.586
3.930
-174
-5
148
4.590
15.068
6.995
22.063
tabella n. 10 : prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali verso esterni effettuate anni 2005-2008 (servizi
e medicina fisica e riabilitazione).
radiologia – presidio ospedaliero
di Castelfranco Veneto
prestazioni verso esterni (esclusi
LPA e screening mammografico)
prestazioni per il progetto screening
mammografico – Castelfranco
Veneto
prestazioni in libera professione
d’azienda
prestazioni verso esterni
distretto socio-sanitario n. 1
totale prestazioni per esterni
radiologia – presidio ospedaliero
di Montebelluna
prestazioni verso esterni (esclusi
LPA e screening mammografico)
prestazioni per il progetto screening
mammografico – Montebelluna
prestazioni per il progetto screening
mammografico – Valdobbiadene
prestazioni in libera professione
d’azienda
prestazioni verso esterni
distretto socio-sanitario n. 1 Asolo
prestazioni verso esterni distretto
socio-sanitario n. 2 Valdobbiadene
totale prestazioni per esterni
laboratorio analisi –
CF-MB
prestazioni verso
esterni
prestazioni per il
progetto Screening
colon rettale
totale prestazioni
per esterni
anno
variazione assoluta
2006
2007
2008
2009
60.462
61.818
62.195
59.275
1.356
377
-2.920
5.372
5.947
5.364
5.942
575
-583
578
1.508
1.508
1508
1.508
0
0
0
2.229
1.655
1.304
1.397
-574
-351
93
69.571
70.928
70.371
68.122
1.357
-557
-2.249
anno
2007-2006 2008-2007 2009-2008
variazione assoluta
2007-2006 2008-2007 2009-2008
2006
2007
2008
2009
50.150
48.976
47.537
48.695
-1.174
-1.439
1.158
2.706
2.906
2.655
2.774
200
-251
119
2.356
2.823
2.690
2.869
467
-133
179
780
780
780
780
0
0
0
8.814
8.865
8.713
9.239
51
-152
526
11.621
10.568
12.337
11.303
-1.053
1.769
-1.034
76.427
74.918
74.712
75.660
-1.509
-206
948
anno
variazione assoluta
2007-2006 2008-2007 2009-2008
2006
2007
2008
2009
1.999.341
2.032.836
2.238.111
2.416.070
33.495
205.275
177.959
10.759
16.740
19.068
10.759
5.981
2.328
2.043.595
2.254.851
2.435.138
44.254
211.256
180.287
1.999.341
anno
variazione assoluta
medicina fisica e riabilitazione –
2007
2008
2009 2007-2006 2008-2007 2009-2008
presidio
ospedaliero
di 2006
prestazioni verso esterni (esclusa
-4.698
122.706 127.915 123.217 110.738
5.209
-12.479
LPA)
prestazioni verso esterni
9.093
8.267
35.609
826
7.655
-34.783
-1.438
distretto socio-sanitario n. 1 Asolo
prestazioni verso esterni distretto
11.163 14.830
-5.205
15.066 16.368
1.302
3.667
socio-sanitario n. 2 Valdobbiadene
prestazioni in libera professione
1.603
100
1.755
1.503
1.172
-252
-431
d’azienda
totale prestazioni per esterni
175.136 146.612 145.076 134.395
56
-28.524
-1.536
-10.681
istologia
e
anatomia
patologica
–
presidio 2006
prestazioni verso esterni
44.395
servizio trasfusionale – presidio
ospedaliero di Castelfranco
prestazioni verso esterni (esclusi
donatori)
anno
2007
2008
2009
37.551 38.695
42.740
anno
2008
2006
2007
39.312
22.171
variazione assoluta
2007-2006
2008-2007
2009-2008
2009
-6.844
1.144
4.045
variazione assoluta
2007-2006 2008-2007 2009-2008
25.929
27.924
-17.141
3.758
1.995
prestazioni verso donatori
184.361 247.812 270.761
270.591
63.451
22.949
-170
totale prestazioni per esterni
223.673 269.983 296.690
298.515
46.310
26.707
1.825
accettazione e pronto soccorso presidio – Castelfranco Veneto
prestazioni verso esterni
accettazione e pronto soccorso presidio – Montebelluna
prestazioni verso esterni
2006
anno
2007
2008
2009
71.720
71.256
83.927
2006
anno
2007
2008
66.886
67.980
74.927
2009
62.653 111.774
variazione assoluta
2007-2006 2008-2007 2009-2008
-464
3.671
9.000
variazione assoluta
2007-2006 2008-2007 2009-2008
1.094
-5.417
49.211
tabella n. 11: sintesi delle prestazioni effettuate nel corso del 2009 dalle unità operative di radiologia del
dipartimento di diagnostica per immagini.
prestazioni
prestazioni verso interni (ricoverati)
radiologia
Castelfranco Veneto
radiologia
Montebelluna
totale
variazioni
2009-2008
18.192
17.636
35.828
-1.025
di cui RM
1.867
1.092
2.959
-461
di cui: TAC
2.916
2.895
5.811
-430
di cui: ecografie
2.176
2.241
4.417
-122
di cui: altre prestazioni
11.233
11.408
22.641
-12
prestazioni verso esterni
59.275
48.695
107.970
-1.762
5.907
5.089
10.996
-715
di cui RM
di cui: TAC
8.237
6.872
15.109
-684
11.612
7.617
19.229
1.289
di cui: altre prestazioni
prestazioni per il progetto screening
mammografico
prestazioni in libera professione
d’azienda
prestazioni verso esterni sedi
periferiche
totale verso esterni
33.519
29.117
62.636
-1.652
5.942
5.643
11.585
876
1.508
780
2.288
0
1.397
20.542
21.939
-415
68.122
75.660
143.782
-1.301
totale complessivo
86.314
93.296
179.610
-2.326
di cui: ecografie
57
tabella n. 12: sintesi delle prestazioni effettuate nel corso del 2009 dall’unità operativa di medicina nucleare del
dipartimento di diagnostica per immagini.
medicina nucleare
950
204
5
740
1
8.861
3100
224
5479
58
426
176
250
10.237
prestazioni verso interni (ricoverati)
di cui PET
di cui: PET - CT
di cui: diagnostica in vivo
di cui: terapia
prestazioni verso esterni
di cui PET
di cui: PET – CT
di cui: diagnostica in vivo
di cui: terapia
prestazioni in libera professione d’azienda
di cui: PET
di cui: diagnostica in vivo
totale complessivo
La medicina dello sport ha rivolto particolare attenzione ai ragazzi di età inferiore ai
18 anni che praticano sport, come previsto dalla normativa regionale, ma anche a determinate
categorie di utenti che praticano sport a livello agonistico, quali i portatori di handicap, per i
quali sono stati riservati degli spazi dedicati, e le persone di età superiore ai 35 anni.
tabella n. 13: prestazioni della medicina dello sport anno 2009.
Descrizione prestazione
certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella b del d.m.
18.2.82 (atletica, calcio, ciclismo, ecc.)
ecocolordopplergrafia cardiaca.a riposo o dopo prova fisica o
farmacologica
test cardiovascolare da sforzo con cicloergometro.escluso:
prova da sforzo cardiorespiratorio
elettrocardiogramma dinamico.dispositivi analogici (holter)
visita cardiologica
certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella b del d.m.
18.2.82 (atletica, calcio, ciclismo ecc.) con test
cardiovascolare da sforzo
elettrocardiogramma
certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella a del d.m.
18.2.82.(golf, bocce, tennis tavolo, ecc.)
monitoraggio continuo [24 ore] della pressione arteriosa
visita cardiologica di controllo
totale
58
età < 18 anni
età > 18 anni
totale
4.340
577
4.917
202
230
432
138
188
326
155
111
135
168
290
279
2
133
135
11
69
80
8
16
24
2
2
4.971
22
14
1.552
24
16
6.523
I servizi di Odontostomatologia e di Pedodonzia svolgono un ruolo importante
all’interno del complesso sistema delle cure sanitarie e socio-sanitarie.
Odontostomatologia
Aspetti socio-demografici ed epidemiologici
L'Unità Operativa di Odontostomatologia svolge attività ambulatoriale per pazienti
con patologie del cavo orale e patologie dentali. Per particolari tipologie di pazienti che non
possono essere trattate in ambito ambulatoriale i medici dell'odontostomatologia operano in
ambito di ricovero con interventi di eccellenza in sala operatoria.
Accanto all'attività clinico-divisionale l'unità operativa di odontostomatologia si
interessa, da anni, di progetti di prevenzione per le categorie vulnerabili ora tutelate nei livelli
essenziali di assistenza (campagna di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del cavo
orale, anziano, disabile, gestante, giovane paziente per problemi ortodontici di morso
crociato...); inoltre, operando in sintonia con gli ultimi orientamenti dell'OMS e del Ministero
della Salute, è arrivata ad occupare una posizione di eccellenza in questo settore.
Le problematiche e le criticità emerse
Negli ultimi anni si è evidenziata una variazione sul flusso di utenza che si reca presso
il servizio nella fascia oraria destinata alle prestazioni di pronto soccorso (spazio dedicato in
cui vengono eseguiti circa 25-30 interventi giornalieri). In effetti, il campione risulta essere
molto eterogeneo in quanto composto al 50% da pazienti autoctoni e al 50% da pazienti
extracomunitari.
Sorgono, quindi, a carico di questi ultimi problemi di comprensione, di lingua e di
abitudini non adeguate alle norme e ai percorsi suggeriti, in tema di politiche sanitarie, per
l'accesso e l'utilizzo dei servizi. A questo proposito negli ultimi anni la segreteria dell'U.O. ha
perfezionato dei questionari-cartelle cliniche in varie lingue per renderli comprensibili. Inoltre
nel 2009 ha avuto inizio un progetto di prevenzione per pazienti extracomunitarie, definito
“Donne insieme verso il futuro” che si prefigge di descrivere le modalità di accesso ai vari
servizi territoriali e ospedalieri dell'Ulss n. 8 (vedi “offerta per la salute”), dare informazioni
di prevenzione odontoiatrica e fornire indici epidemiologici di carie e patologie del cavo orale
del campione.
I progetti realizzati nel corso dell’anno
Nell'ambito dei progetti di prevenzione e cura perfezionati dall'U.O. di
Odontostomatologia di Montebelluna-Castelfranco si descrivono le seguenti attività:
-
progetto sul paziente ultra 65enne: tali pazienti, inseriti nelle categorie dei LEA,
usufruiscono di corsie preferenziali per l'accesso alle cure odontoiatriche. Il problema
che ne deriva è la pressante richiesta di terapia che l'unità a fatica può fornire data la
sperequazione tra domanda e forza medica disponibile. Inoltre, attualmente, l'unità di
odontostomatologia di Montebelluna dispone di 4 riuniti dentali e quindi può
effettuare un numero di terapie limitato. Si ritiene che nella nuova sede questo
problema in parte verrà risolto;
59
-
progetto per pazienti diversamente abili: tale attività ventennale è gestita dai medici
strutturati e da un igienista che cura il trait d'union tra paziente, familiari, operatori
socio-sanitari, educatrici e medici strutturati. Sono monitorati i 600 pazienti noti
nell'Ulss (provenienti dai centri residenziali, dalle cooperative, privatamente dalle
famiglie). Degno di nota è il lavoro di formazione che l'Igienista effettua
sistematicamente sul personale che segue il paziente nel percorso extra-clinico e sui
tutori o i familiari. Nell'ultimo periodo (circa da 4-5 anni) sta aumentando sempre di
più il numero di pazienti da fuori Ulss a causa dell'attrazione che l'unità esercita (vedi
oltre 60% delle prestazioni.
Nel 2009 sono state effettuate, nell’ambito dei progetti, 1624 visite e terapie
odontoiatriche ambulatoriali, 35 interventi in sala operatoria e sono stati registrati 25 nuovi
pazienti.
Pedodonzia
Aspetti socio-demografici ed epidemiologici
La richiesta di prestazioni odontoiatriche nella fascia di età pediatrica ha subito nel
corso degli anni una notevole evoluzione in senso espansivo.
Alla popolazione pediatrica di cittadinanza italiana, caratteristica dei primi anni di
attività della U.O. di Pedodonzia, si è aggiunta in modo progressivo e sempre più consistente
la popolazione infantile e adolescente dei cittadini immigrati di origine comunitaria ed extra
comunitaria. Attualmente questa parte dell'utenza del Servizio Autonomo di Pedodonzia
rappresenta l'assoluta maggioranza dei pazienti afferenti andando ad affiancare e non a
sostituire l'originaria fetta di pazienti di cittadinanza italiana.
In sintesi il trend attuale vede un aumento esponenziale delle richieste di visita e
terapia con sensibili aumenti percentuali progressivi di anno in anno delle suddette
prestazioni.
Probabile concausa della descritta situazione è la condizione socio-economica delle
famiglie immigrate, particolarmente difficile nella attuale contingenza, che le spinge a
ricercare presso le strutture pubbliche le prestazioni non affrontabili economicamente presso
gli studi e gli ambulatori privati.
Tutto ciò ha comportato, di conseguenza, un aumento delle problematiche che il
servizio si trova ad affrontare quotidianamente:
- gestione di un sempre maggior numero di pazienti;
- difficoltà di comprensione, lingua e condivisione di abitudini con pazienti e famiglie
provenienti da diverse nazioni e con culture non omogenee alla nostra;
- aumento della difficoltà tecnica nella esecuzione delle terapie necessarie in quanto la
popolazione infantile immigrata, che risente tuttora meno della educazione sanitaria in
tema di promozione della salute oro-dentale, presenta patologie, essenzialmente
cariose, di grado molto più elevato e destruente di quello mediamente presente nella
analoga popolazione autoctona;
- difficoltà crescente di far coincidere le pressanti richieste di terapia con la principale
vocazione di un servizio di odontoiatria pediatrica rappresentata dalla prevenzione e
dalla educazione sanitaria.
60
Il sistema dei servizi
Il Servizio Autonomo di Pedodonzia è una unità operativa a direzione universitaria
con sede nell'Ospedale Civile di Castelfranco Veneto. Istituzionalmente si occupa di:
-
-
-
pedodonzia: diagnosi e cura delle malattie oro-dentali dei bambini in età pediatrica
(fino all’età di 14 anni) con prestazioni relative alla conservativa (otturazioni,
sigillature, ecc.) e alle diverse patologie oro–dentali. Fornisce, inoltre, informazioni di
prevenzione e linee guida di educazione sanitaria per la promozione della salute orale
del paziente in crescita nell’ambito territoriale di competenza dell’azienda;
ortodonzia: il servizio offre una consulenza ortodontica a tutti i pazienti in età
pediatrica e nell’ambito di un progetto aziendale, la diagnosi e la cura del morso
crociato laterale dei pazienti in crescita;
trattamento dei pazienti non collaboranti in età pediatrica affetti da patologie con
grave compromissione della dentatura permanente: i pazienti vengono trattati in
anestesia generale e ricoverati per il periodo di osservazione presso l’Unità Operativa
Divisione di Pediatria.
Nel corso dell’anno le visite per esterni sono passate dalle 3.322 del 2008 alle 3.763
del 2009 con un incremento del 13,27%.
In modo analogo le altre prestazioni per esterni sono aumentate del 31,76%, dalle
8.879 del 2008 alle 13.028 del 2009. A gennaio 2009 il tempo di attesa per le terapie di
Odontoiatria Pediatrica era di circa 7 mesi. Al 31 dicembre 2009 il tempo d’attesa per le
terapie risultava di poco superiore ai 60 giorni e quello delle prime visite oscillante tra i 15 e
20 giorni. Le urgenze vengono viste e trattate immediatamente. I casi segnalati dai pediatri
territoriali, con indicazioni a 10 o 30 giorni, sono stati trattati nei tempi richiesti. Nessun
reclamo è stato mosso relativamente alle prestazioni erogate in tutto il corso dell’anno 2009.
Problematiche e criticità emerse
Il Servizio Autonomo di Pedodonzia, nel prosieguo storico dell’attività iniziata nel
1992, oltre alle prestazioni odontoiatriche istituzionali a favore della popolazione pediatrica,
si occupa anche, nei confronti dei pazienti di ogni fascia di età, di:
-
implantologia orale: vengono effettuati interventi di implantologia orale su pazienti in
età adulta;
protesi tradizionale e su impianti: vengono eseguite riabilitazioni protesiche fisse su
denti naturali, rimovibili e su impianti;
prestazioni di igiene orale: il personale e gli studenti del CLID (Corso di Laurea in
Igiene Dentale) seguono i pazienti nel trattamento della patologia parodontale e della
cosmesi dentale. Tutte le prestazioni di igiene e di prevenzione parodontale
nell’ambito dell'azienda sono state accentrate al servizio autonomo di Pedodonzia;
61
-
coordinamento delle attività di tirocinio del CLID e del CLOPD (Corso di Laurea in
Odontoiatria e Protesi Dentaria) nell'ambito delle funzioni proprie di un servizio a
direzione universitaria.
Questa molteplicità di attività, comporta numerose criticità legate essenzialmente alla
esiguità delle risorse umane a disposizione. In effetti il mantenimento delle isorisorse ha
comportato una importante opera di riprogrammazione del servizio al fine di ottenere una
migliore ridistribuzione delle risorse in vista della nuova organizzazione del reparto.
I primi provvedimenti in tal senso sono stati i seguenti:
-
attivazione delle procedure di informatizzazione del reparto (sistema ARCA);
ottimizzazione dei rapporti e divisione delle competenze con il gruppo degli
Specialisti Ambulatoriali Interni e con la U.O. di Odontoiatria di Montebelluna;
suddivisione delle competenze per il trattamento dei pazienti disabili:
pazienti in età pediatrica (0-14): garantiti dalla Pedodonzia;
pazienti adulti: garantiti dalla U.O. Odontostomatologia;
ripresa della attività di Sala Operatoria;
apertura di canali preferenziali per i bambini disabili / portatori di handicap;
coordinamento del tirocinio degli studenti del CLID per la gestione dell'attività di
igiene orale per tutto il territorio dell'Azienda.
I principi guida che sono stati stabiliti per l'attività del Servizio Autonomo di
Pedodonzia sono:
-
la diagnosi completa dello stato di salute della bocca del paziente ed il relativo piano
di trattamento;
la comunicazione in merito alle cure per arrivare al pieno consenso sulla scelta del
programma terapeutico;
la ricerca del maggior livello possibile di sicurezza negli interventi;
programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva nel rispetto delle
indicazioni dei LEA.
In particolare, nell’ambito dei Programmi di Tutela della salute in età evolutiva,
rientrano tutti i soggetti in età compresa fra gli 0 ed i 16 anni. Gli obiettivi per questa
categoria di utenti sono rappresentati dalla prevenzione e dal trattamento della carie, dalla
terapia non chirurgica delle parodontopatie e dal monitoraggio delle malocclusioni con
conseguente correzione di patologie ortognatodontiche a maggior rischio per i soggetti in età
evolutiva.
62
ASSISTENZA FARMACEUTICA
Nell’ u.l.ss. n. 8 sono aperte e convenzionate a norma di legge con il servizio sanitario
nazionale per l'assistenza farmaceutica 55 farmacie e l’azienda ne gestisce i rapporti, in
particolare effettuando le seguenti attività:
-
controlli mensili di natura contabile-amministrativa;
attività ispettiva e di vigilanza;
adempimenti relativi a farmaci stupefacenti;
monitoraggio spesa farmaceutica e appropriatezza prescrizioni;
attività di informazione sul farmaco;
attività ispettiva presso i centri di servizio per anziani e RSA;
farmacovigilanza: nel 2009 sono stati organizzati 4 eventi formativi sulla
farmacovigilanza, per medici, infermieri e operatori sanitari dell’U.l.ss. n. 8, con una
ricaduta positiva sul numero di segnalazioni di reazioni avverse da farmaci (ADR).
Nel corso dell’anno, infatti, sono state fatte 49 segnalazioni di ADR con un aumento
del 31% rispetto al 2008. Il tasso di segnalazione (n° di segnalazioni/milione di
abitanti) nella nostra Ulss è stato 209, avvicinandosi al tasso ottimale per un sistema
di segnalazione, che è 250-300 segnalazioni/milione di abitanti. Il 49% delle
segnalazioni proviene dai medici di medicina generale, pediatri e soprattutto medici
operanti nel Dipartimento di Prevenzione. Sono aumentate le segnalazioni dei medici
ospedalieri (39%) e anche le segnalazioni provenienti dagli infermieri (12%) con ben
6 segnalazioni. Nel 2009 ci sono state 7 segnalazioni gravi, pari al 14% delle
segnalazioni, 6 delle quali hanno comportato una ospedalizzazione e una invalidità.
In aggiunta, continua l’attività dei servizi di Castelfranco Veneto e Montebelluna
rivolta alla fornitura di farmaci e presidi ai pazienti affetti da fibrosi cistica, seguiti dal centro
specialistico dell’ospedale di Verona. Tale attività coinvolge giornalmente gli operatori in
quanto questi utenti necessitano di cure e controlli continui. Il numero di pazienti seguiti è
pari a 24 a Montebelluna e 18 a Castelfranco Veneto.
E’ aumentato anche il numero dei pazienti, inviati dai medici di medicina generale,
che si sono rivolti ai servizi delle sedi distrettuali per la somministrazione dei farmaci per i
quali è possibile effettuare una somministrazione o distribuzione diretta. Si è giunti ad un
totale di 3.316 pazienti nel 2009, determinando un risparmio sulla spesa farmaceutica pari a
3.809.585 euro, con un incremento del 39,3% rispetto allo scorso anno.
La percentuale di copertura dei farmaci erogati in distribuzione diretta sul totale dei
farmaci erogabili in PTH è salita negli anni fino ad arrivare ad una quota del 50% nel 2009.
63
tabella n. 14 : tasso di copertura dei farmaci erogati in distribuzione diretta, anni 2004 -2009.
anno
2004
2005
2006
2007
2008
2009
% copertura
38%
28%
28%
32%
36%
50%
tabella n. 15 : risparmio sulla distribuzione/somministrazione di farmaci, anni 2008-2009.
importo risparmiato nel 2008
importo risparmiato nel 2009
differenza assoluta 2008-2009
2.734.285
3.809.585
1.075.300
differenza percentuale 2008-2009
39,3%
L’acquisto del farmaco attraverso la farmacia ospedaliera e la sua distribuzione diretta,
oltre a comportare un notevole risparmio da parte dell’unità locale socio-sanitaria, offre nel
contempo un servizio di qualità apprezzato dall’utenza.
64
AREA
MINORI, GIOVANI E FAMIGLIE
Aspetti sociodemografici ed epidemiologici
Nella nostra Ulss risiedono 47.647 giovani in età compresa tra 0 e 17 anni, che
rappresentano il 19 % della popolazione totale presente al 31 dicembre 2009.
Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento costante e progressivo della popolazione
totale nella nostra Ulss, in linea con quanto emerso a livello regionale, e l’incidenza dei
giovani sulla popolazione totale, ha seguito lo stesso andamento.
tabella n. 16: popolazione giovani 0-17 anni e incidenza su popolazione totale, confronto tra Ulss e Regione.
anno
popolazione
popolazione 0-17
residente Ulss 8
anni Ulss 8
2004
236.785
43.699
2005
239.715
44.977
2006
242.184
45.745
2007
246.444
46.787
2008
249.314
47.333
2009
250.762
47.647
Fonte dati: elaborazione ONGF su dati ISTAT. *stima
incidenza 0-17 anni
su residenti Ulss 8
18,46
18,76
18,89
18,98
18,99
19,01
incidenza 0-17 anni
su residenti Veneto
16,38
16,58
16,68
16,76
16,79
16,82*
Nel nostro territorio si riscontra un alto valore del tasso di natalità rispetto alla media
provinciale e, ancor di più, rispetto a quella regionale.
tabella n. 17: tasso di natalità confronto tra Regione, provincia e Ulss n. 8.
livello territoriale
ulss 8
provincia di treviso
regione veneto
Fonte dati: ISTAT, anagrafe sanitaria e anagrafe comunale.
natalità 2009 (nati x 1000 abitanti)
11,0
10,5
9,8
Bisogna considerare anche quanto incide la presenza della popolazione straniera nel
nostro territorio. Come dimostrato dal Rapporto 2009 dell’Osservatorio Regionale
Immigrazione, l’area pedemontana del Veneto presenta una concentrazione maggiore di
popolazione straniera rispetto alle altre zone della Regione; in particolare, le province di
Treviso, Verona e Vicenza, si collocano fra i primi tre posti con la percentuale più elevata di
immigrati (circa il 10%).
Dagli ultimi dati resi disponibili dall’ISTAT riferiti al 2008, si riscontra che
l’incidenza dei nuovi nati stranieri nei comuni dell’Ulss n. 8 sul totale dei nuovi nati è del
24,33%, pari al rapporto tra 666 nuovi nati stranieri su un totale di 2737 nuovi nati
complessivi. I minori di nazionalità straniera, nel 2008, rappresentano il 17,08% della
popolazione di età compresa tra 0 e 17 anni residente nel territorio dell’Ulss.
65
grafico n. 1: confronto fra popolazione totale, popolazione 0-17 anni e minori stranieri nell’Ulss n. 8 al
31/12/2008. (ultimo dato reso disponibile dall’ISTAT).
249.314
250.000
200.000
150.000
47.333
100.000
8.088
50.000
0
popolazione
residente Ulss 8
popolazione 0/17
Ulss 8
minori stranieri
Ulss 8
Il sistema dei servizi
L’azienda, attraverso il consultorio familiare, cerca di coprire un ruolo di riferimento
per i cittadini nell’ambito della rete dei servizi che si occupano dei bisogni delle famiglie.
Il consultorio familiare offre un servizio di assistenza, sostegno e consulenza
all’individuo e alla famiglia, e rappresenta il nucleo portante della comunità locale.
Il benessere dell’individuo e della famiglia è il risultato di un equilibrio dinamico tra
fattori sanitari, psicologici, sociali e affettivi. L’Ulss per dare la migliore risposta alle
complesse problematiche che la famiglia pone, prevede che in ogni sede dei servizi di
consultorio sia presente un’équipe multidisciplinare che lavora in maniera autonoma sia nella
programmazione che nella presa in carico dell’utenza, oltre a contribuire alla realizzazione di
progetti specifici. L’azienda dispone di 5 sedi consultoriali, con un bacino medio di 47.300
abitanti per sede, in linea con le indicazioni regionali.
Nel 2009 gli utenti seguiti dai consultori familiari dei due distretti socio-sanitari sono
stati 6.868 di cui nuovi 2.763. Il 20,5% dell’utenza complessiva è costituito da popolazione
straniera.
tabella n. 18: numero utenti seguiti dai consultori dell’Ulss n. 8.
sede del consultorio
Asolo
Castelfranco v.
tot. Distretto 1
Montebelluna
Valdobbiadene
Giavera del M.llo
tot. Distretto 2
totale
utenti italiani
1482
1691
3173
1074
833
380
2287
5460
utenti stranieri
373
380
753
335
192
128
655
1408
66
totale utenti
1855
2071
3926
1409
1025
508
2942
6868
di cui nuovi
562
862
1424
707
409
223
1339
2763
grafico n. 2: serie storica dal 2006 al 2009 dell’utenza seguita dal consultorio.
6000
6868
6238
5980
7000
4855
totale utenti
5000
4000
2530
3000
2763
2699
utenti nuovi
1622
2000
1000
0
2006
2007
2008
2009
Le macro aree d’intervento dei servizi consultoriali si possono così riassumere:
-
-
fornire l'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla
paternità responsabili, sia biologica che adottiva, e per i problemi della coppia e della
famiglia;
intervenire, in collaborazione con gli organi giudiziari, nelle situazioni di tutela
minorile;
mettere in atto tutte le necessarie procedure operative nel campo della tutela della
nascita e della prevenzione delle situazioni patologiche collegate all’evento nascita;
intervenire in collaborazione con le risorse territoriali e con programmi mirati nel
settore della prevenzione e promozione della salute;
intervenire con attività di formazione, sostegno e cura dei nuclei familiari.
Per meglio rispondere ai bisogni di salute espressi dalla comunità locale e descritti
sopra, i servizi consultoriali si sono organizzati con interventi articolati in diverse aree
specifiche. Inoltre, i consultori tendono ad organizzare la propria attività “per progetti”, che
possono riguardare trasversalmente più aree specifiche.
Nell’ambito dei servizi che offrono un’assistenza residenziale ai minori si inserisce il
lavoro dei 2 centri affido e delle 2 équipe adozioni con sede nel territorio dell’Ulss n.8.
Il centro “affido” ha la finalità di formare famiglie o singoli idonei ad accogliere
minori i cui genitori siano momentaneamente, e per vari problemi, impossibilitati ad
occuparsi di loro. Ha il compito di promuovere una cultura dell’accoglienza (attraverso
incontri dibattiti ecc.), reperire nel territorio famiglie disponibili e provvedere alla loro
formazione attraverso corsi, creare una banca dati di famiglie per offrire ad ogni minore in
difficoltà quella maggiormente idonea, attivare momenti di équipe funzionale con gli
operatori del territorio per individuare, in base alle situazioni, i possibili abbinamenti.
I dati elaborati dall’Osservatorio regionale sul numero di minori in affido e in
comunità premiano la politica dell’Ulss n. 8 che ha cercato di porre l’attenzione e di
promuovere il servizio di affido ottenendo ottimi risultati; si è giunti, infatti, a rovesciare la
forbice nel rapporto tra i minori inseriti in comunità e in affido. Emerge, inoltre, che i casi
67
presi in carico sono in aumento. Ciò deriva sia da un’aumentata capacità di risposta da parte
dei servizi sia da un effettivo aumento della sofferenza delle famiglie.
tabella n. 19: numero di minori 0-21 anni in affidamento residenziale o in comunità, confronto tra Regione e
Ulss n. 8.
anno
in affido
Ulss 8
21
Veneto
813
Ulss 8
25
2005
Veneto
881
Ulss 8
35
2006
Veneto
904
Ulss 8
61
2007
Veneto
931
Ulss 8
63
2008
Veneto
997
Fonte dati: Banca dati minori in affido e in struttura.
2004
in comunità
totale
30
1098
41
1.094
41
941
38
925
40
893
51
1.911
66
1.975
76
1.845
99
1.856
103
1.890
Ulss /
Regione
2,7%
3,3%
4,1%
5,3%
5,4%
grafico n. 3: confronto tra minori in affido e minori in comunità nell’Ulss n. 8 (0-21 anni).
70
61
63
60
50
41
40
41
30
in affido
38
35
40
30
20
in comunità
25
21
10
0
2004
2005
2006
2007
2008
Nel 2008, rispetto alla popolazione totale di minori residenti, l’1,82% (popolazione 021 anni per 1.000 abitanti) risulta essere in affidamento o inserito in comunità. Tra questi la
fascia d’età più consistente, con un 30,2% di presenze, va dai 6 ai 10 anni per l’affidamento
mentre si alza l’età dei minori che risiedono in comunità con un 42,5% di ragazzi dai 15 ai 17
anni.
Le équipe adozioni presenti nel territorio promuovono incontri di informazione e
sensibilizzazione all’adozione rivolti alle coppie che ne fanno richiesta, curano la
preparazione e la valutazione psico-sociale della coppia aspirante all’adozione su mandato del
Tribunale per i Minorenni, seguono il periodo post-adottivo, che varia da 1 a 3 anni, con
attività di accompagnamento e vigilanza monitorando l’andamento delle nuove famiglie.
Fondamentale è la collaborazione con gli organi giudiziari (tribunale dei minori e
ordinario, giudice tutelare, ecc.), in particolare per adozioni, affidi, separazioni conflittuali
con presenza di minori, inserimento di minori in strutture sostitutive o integrative del nucleo
familiare, devianza minorile.
68
Va ricordata l’istituzione dell’ufficio tutela sociale minorile, ubicato presso il
consultorio familiare di Castelfranco Veneto, avvenuta con deliberazione n. 1324 del
30.12.2003 del Direttore Generale di questa Azienda ULSS, al quale sono state assegnate le
sottoindicate funzioni di responsabilità e coordinamento in materia di tutela sociale minorile:
a)
b)
c)
d)
e)
assicurare metodologie di intervento uniformi sul territorio dell’unità locale sociosanitaria, a fronte dei diversi bisogni espressi dai minori, ed ispirate ai migliori
criteri di efficacia ed efficienza;
garantire e coordinare l’assolvimento dei compiti di intervento, in particolare di
quelli assegnati dagli organi giudiziari;
assicurare uniformità di approccio metodologico nelle relazioni interistituzionali;
assumere i provvedimenti di affidamento familiare proposti dai servizi;
fungere da unico punto di riferimento per le comunicazioni con le altre istituzioni.
Il valore economico del sistema
La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area minori, giovani e famiglie è di
4.371.855 euro coperti per il 43,2 % dal bilancio sanitario e dal 56,8% dal bilancio sociale.
grafico n. 4: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area minori, giovani e famiglie nell’Ulss n. 8.
Bilancio
sanitario
43,2%
Bilancio sociale
56,8%
Dal punto di vista del sistema dei servizi, occorre ricordare che, oltre alla Regione,
attraverso le prestazioni offerte dall’Ulss, i soggetti che contribuiscono al finanziamento dei
servizi, sono i Comuni e gli utenti stessi (i servizi per la prima infanzia, ad esempio, sono
finanziati consistentemente con le rette pagate dalle famiglie). Andando a vedere la
proporzione di queste diverse fonti finanziarie, si può notare come la presenza dei fondi
comunali sia più consistente rispetto ad altre aree.
grafico n. 5: fonti di finanziamento dell’Area minori, giovani e famiglie nell’Ulss n. 8.
Enti privati
0,2%
Utenza
26,4%
Regione
45,7%
Comune
27,7%
69
Problematiche socio-sanitarie emerse
I bisogni espressi dalla società e dalla comunità locale cambiano con il mutare dei
tempi. Le nuove sfide che i consultori sono chiamati ad affrontare sono tante, soprattutto se si
pone come obiettivo quello di affrontare e di rispondere all’evoluzione costante di queste
esigenze. La sfida più grande è quella di evolvere da servizio di consulenza generica a
servizio per la famiglia. Ciò significa lavorare con la normalità delle famiglie, affiancandole
nei momenti cruciali delle loro tappe, promuovendo situazioni di benessere relazionale, ed
evitando quindi che il consultorio sia etichettato come servizio che, occupandosi di tutela
sociale minorile, interviene solo sulle realtà familiari “sfortunate”.
La famiglia rappresenta l’organismo primario della comunità e i meccanismi che la
generano e la fanno evolvere sono allo stesso tempo delicati e complessi. Affiancarsi al ciclo
vitale della famiglia e offrire uno spazio e un luogo in cui attivare risorse in alcuni momenti
importanti di evoluzione (nascita e adolescenza dei figli, relazioni affettive intrafamiliari, crisi
di coppia, malattie gravi, istituzionalizzazione dei genitori anziani, lutti, …) rappresenta una
importante sfida, per affrontare la quale il consultorio deve sapersi attrezzare. Riuscire ad
intervenire in un preciso momento può significare fare un grande lavoro di prevenzione prima
che le situazioni diventino croniche.
Le famiglie maggiormente esposte al rischio che le fasi cruciali di passaggio e di
evoluzione della famiglia e dei singoli membri si trasformino in gravi problematiche, sono le
famiglie con minor integrazione sociale, con scarso appoggio della rete parentale allargata, di
più recente immigrazione nel contesto della comunità locale, con riferimenti culturali
diversificati.
Progetti realizzati nel corso dell’anno
La Regione del Veneto ha messo la famiglia al centro di un sistema integrato di
interventi adottando, con la DGR n. 3827 del 27 novembre 2007, il “Piano Regionale
Infanzia Adolescenza e Famiglia” valido per il biennio 2008/2009. In linea con le direttive
regionali, l’azienda ha portato avanti un progetto di consolidamento del sistema di reti di
famiglia e reti di solidarietà per l‘infanzia e l’adolescenza.
L’obiettivo del progetto prevedeva la riduzione dei casi e dei processi di esclusione,
di autoesclusione e di isolamento familiare attraverso la costruzione di reti di famiglie
solidali nei comuni dell'Ulss n. 8. Dopo aver effettuato la corretta formazione e
sensibilizzazione al problema, delle famiglie e degli operatori appartenenti ai comuni, alle
scuole e ai servizi territoriali, sono state costituite quattro équipe territoriali miste. Tali
équipe hanno attivato le reti di solidarietà familiari locali, attuato e monitorato i progetti di
accoglienza di minori e famiglie in difficoltà e costituito una formazione permanente sul
territorio attraverso incontri serali di sensibilizzazione e di formazione, équipe di
coordinamento, gruppi di sostegno e supervisione.
Alla fine risultano attivate 21 reti di famiglie solidali nel nostro territorio che
sostengono ed aiutano altre famiglie in difficoltà o a rischio.
70
AREA
DISABILI
Aspetti sociodemografici ed epidemiologici
Dall’ultima indagine ISTAT del 2005 sulle condizioni di salute e il ricorso ai servizi
sanitari, si stima che in Italia le persone con disabilità siano 2 milioni 609 mila, pari al 4,8%
circa della popolazione di sei anni e più, che vive in famiglia. La stima si basa su un criterio
molto restrittivo di disabilità, considerando le persone con una totale mancanza di autonomia
per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana.
Considerando anche 190.134 persone residenti nelle strutture socio sanitarie, si giunge
ad una stima complessiva di poco meno di 2 milioni 800 mila persone con disabilità.
Se si considera, invece, le persone che hanno disabilità in presenza di autonomie
residue, la stima allora sale a 6 milioni 606 mila persone, pari al 12% della popolazione. Tale
dato è in linea con quello rilevato nei principali Paesi industrializzati.
Il sistema dei servizi
L'azienda promuove strategie globali e mirate basate sui principi riconosciuti e
condivisi di integrazione e piena cittadinanza delle persone con disabilità intellettiva, motoria
e sensoriale, e assicura, inoltre, l'assistenza per la diagnosi delle patologie dello sviluppo
cognitivo, emotivo e neurologico del bambino, nonchè l’integrazione nell’ambiente in cui
esso vive.
L’offerta domiciliare
Attraverso il servizio di neuropsichiatria infantile, l'Ulss si occupa di diagnosi e
riabilitazione dei minori in età compresa tra 0 e 18 anni, affetti da disturbi cognitivi quali
ritardi mentali e disturbi di apprendimento, autismi e disturbi generalizzati dello sviluppo,
sindrome da iperattività e deficit attentivo, patologie neuromotorie o malattie che riguardano
il ritardo di linguaggio, enuresi, balbuzie e disturbi del comportamento. Garantisce, inoltre,
l'integrazione scolastica con l'assegnazione ove indicato di personale addetto all'assistenza.
Complessivamente sono 3.319 i bambini seguiti dal servizio nel 2009, di cui 1.093
nuovi casi. Trattandosi di soggetti in età evolutiva, gli interventi sono diversi a seconda
dell’età presa in considerazione.
Schematicamente si possono distinguere tre fasce di età: prescolare (0-3 anni), scolare
(4-13 anni), adolescenziale (14-18 anni).
Nella prima fascia (0-3 anni), l’intervento prevalente è quello diagnostico-riabilitativo
della patologia neuro-motoria, anche con prescrizioni di ausili e protesi atti a favorire
l’autonomia dei soggetti disabili.
71
A partire dalla seconda fascia d’età (4-13 anni) viene offerto un contributo alla scuola
per la comprensione del bambino, attraverso una valutazione funzionale, il rilascio di una
certificazione per i benefici previsti dalla legge n. 104 del 5 febbraio 1992 e, su richiesta, un
intervento indiretto di consulenza o supervisione degli operatori scolastici. Nel 2009 sono
state rilasciate 129 certificazioni scolastiche che, sommate a quelle già in vigore e ai rinnovi,
ammontano ad un totale di 757.
E’ possibile, inoltre, una presa in carico diretta dello stesso bambino nelle sedi del
servizio sanitario per una valutazione diagnostica e, se necessario, per una terapia medica,
riabilitativa e psico-terapica.
E’ in quest’epoca della vita che le condizioni di svantaggio socio-ambientale del
bambino devono misurarsi con le richieste della scuola, esitando spesso in una grave difficoltà
ad apprendere, che va distinta dalle difficoltà secondarie a ritardo mentale o patologia
psichiatrica. Va sottolineato che i bambini con svantaggio sociale trarrebbero più beneficio da
un intervento socio-educativo piuttosto che ambulatoriale. Altre patologie riguardano il
ritardo di linguaggio, enuresi, balbuzie, disturbi del comportamento.
Per la terza fascia di età (14-18 anni), viene garantito il lavoro di integrazione
scolastica rivolto agli adolescenti e, per i più grandi, l’inserimento lavorativo con l’ausilio di
un educatore.
Attraverso il servizio handicap età adulta, vengono offerti alle persone con disabilità
dai 18 ai 65 anni due percorsi distinti di presa in carico: uno adatto alla disabilità congenita e
l’altro alla disabilità acquisita, tenendo presente i bisogni della persona, la consapevolezza, il
funzionamento, la rete familiare e sociale, le risorse presenti. Puntando sulla partecipazione
attiva della persona con disabilità nella vita quotidiana, il percorso diviene il risultato di una
continua evoluzione durante la quale si sviluppano identità, autostima e carattere.
I dati dell'utenza mostrano un complessivo aumento del numero delle persone prese in
carico dai servizi. Questo incremento dimostra un miglioramento costante nel tempo della
capacità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità, anche attraverso lo sviluppo di
soluzioni innovative e notevolmente personalizzate.
tabella n. 20: serie storica dal 2003 al 2009 dell’utenza in carico al servizio.
anno
utenti
2003
372
2004
560
2005
729
2006
941
2007
1.117
2008
1.314
2009
1.401
Il trend di inserimento dal 2003 al 2009 ha evidenziato un grosso incremento fino al
2008 in quanto si è lavorato molto, in sinergia con i servizi sociali comunali, per individuare
le persone a domicilio non ancora seguite dal servizio e per creare un nuovo percorso di presa
in carico per la disabilità acquisita (gravi cerebrolesioni traumatiche o vascolari, malattie
degenerative, malattie invalidanti).
Dal 2009 si è stabilizzato il numero delle nuove prese in carico che ha una media di
circa 100 nuovi casi l’anno.
L’individuazione del percorso lavorativo-occupazionale più adatto avviene, per la
maggior parte delle persone disabili, attraverso la valutazione delle abilità relazionali e
lavorative all’interno della Struttura di Valutazione Intermedia.
72
tabella n. 21: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti valutati dalla Struttura di Valutazione Intermedia.
anno
utenti valutati
2003
19
2004
21
2005
21
2006
27
2007
26
2008
24
2009
25
Viene promossa e sostenuta l’integrazione lavorativa dei disabili con proposte di
tirocini d’orientamento, formazione e integrazione da parte del Servizio Integrazione
Lavorativa che favorisce, in questo modo, il positivo incontro tra la persona con disabilità e il
contesto lavorativo. Nel 2009 sono stati attivati 314 tirocini lavorativi che hanno portato
all’assunzione di 22 persone.
tabella n. 22: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti in tirocinio.
tirocini lavorativi
persone in tirocinio
persone assunte
2003
224
108
30
2004
263
119
20
2005
267
138
41
2006
307
152
45
2007
303
118
35
2008
297
143
29
2009
314
164
22
Dal 2008 è stato attivato un percorso di attività diurne a domicilio con progetti
individuali offerti a persone che hanno particolari disabilità, non compatibili per gravità e
specificità con l’inserimento nei centri diurni; nel 2009 hanno partecipato 17 utenti.
In ottemperanza alla legge 162/98, altre persone con disabilità vengono seguite a
domicilio attraverso la realizzazione dei progetti personali di “Aiuto Personale”, “Autonomia
Personale” e “Vita Indipendente”, i quali supportano l’autonomia personale dell’utente, la sua
permanenza a casa e il sollievo familiare. Nel 2009 sono state 271 le persone che hanno
seguito i progetti personali e si riscontra, rispetto agli anni precedenti, un continuo aumento di
utenti per questa tipologia di assistenza, che favorisce l’autonomia e incontra le esigenze delle
famiglie.
L’offerta semiresidenziale
Le persone con disabilità che non hanno i requisiti per l’inserimento lavorativo e/o
socializzante, realizzano un progetto occupazionale all’interno dei Centri Diurni.
La riduzione del tempo di attesa per l’inserimento di questi utenti presso i Centri
Diurni è stata attuata grazie ad un lavoro di monitoraggio che ha considerato le motivazioni di
scarsa presenza e di assenza prolungata nell’arco della settimana. Dando a ciascuna persona
inserita la possibilità di frequentare il Centro Diurno, per i giorni alla stessa necessari, sono
state ridotte le giornate di assenza offrendo, quindi, a nuove persone la possibilità di essere
inserite.
tabella n. 23: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti inseriti nei Centri Diurni.
inserimenti Centri Diurni
2003
331
2004
342
2005
362
2006
381
2007
419
2008
439
2009
454
Le strutture deputate all’inserimento occupazionale ed educativo delle persone disabili
si distinguono per il diverso grado di disabilità degli utenti e per la tipologia di assistenza
73
offerta che può essere di tipo lavorativo-occupazionale o anche di tipo sanitario e
infermieristico.
Nel territorio dell’Ulss n. 8 sono presenti 18 strutture che hanno 422 posti autorizzati:
-
10 centri educativi occupazionali diurni CEOD con 203 posti;
3 centri di lavoro guidato CLG con 75 posti;
2 centri educativi riabilitativi diurni CERD con 90 posti;
1 centro disabili motori CDM con 20 posti;
1 struttura intermedia con 10 posti.
Da novembre 2009 è stato aperto a Pederobba un Centro diurno che garantisce
assistenza a persone con gravi cerebrolesioni acquisite; è dotato di 24 posti autorizzati di cui
14 già occupati.
tabella n. 24: Centri Diurni presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
struttura
centro disabili motori "Atlantis"
centro educativo occupazionale
diurno "Ali"
centro educativo occupazionale
diurno "Atlantis"
centro educativo occupazionale
diurno "Casa Giulia Martini"
centro educativo occupazionale
diurno "Casa Maria Adelaide"
centro educativo occupazionale
diurno "Solidarietà"
centro educativo occupazionale
diurno "Vita e lavoro"
centro educativo occupazionale
diurno "Vita e lavoro"
centro educativo occupazionale
diurno "Vita e lavoro"
centro educativo occupazionale
diurno "Vita e lavoro"
centro educativo riabilitativo
diurno "Atlantis" 1
centro educativo riabilitativo
diurno "Atlantis" 2
centro educativo riabilitativo
diurno "Do re mi"
centro lavoro guidato "Andrea
Serena"
centro lavoro guidato "La rosa
canina"
centro lavoro guidato "Vita e
lavoro"
struttura intermedia
tipologia
sede
numero
posti
autorizzati
numero
utenti in
carico
numero
giornate
di
presenza
CDM
Castelfranco
Veneto
20
19
4.584
CEOD
Valdobbiadene
22
19
4.210
25
27
5.573
18
16
3.167
CEOD
CEOD
Castelfranco
Veneto
Giavera del
Montello
CEOD
Vidor
20
21
4.506
CEOD
Montebelluna
22
22
5.038
CEOD
Asolo
24
24
5.820
CEOD
Castelfranco
Veneto
24
24
5.334
CEOD
Montebelluna
24
24
5.304
CEOD
Pederobba
24
25
5.325
30
30
6.946
30
31
7.178
CERD
CERD
Castelfranco
Veneto
Castelfranco
Veneto
CERD
Montebelluna
30
28
6.138
CLG
Castelcucco
25
26
5.892
CLG
Montebelluna
25
27
5.810
CLG
Vedelago
25
26
5.900
Montebelluna
10
25
2.062
74
centro gravi cerebrolesioni
acquisite opere pie d'onigo
totale
CGCA
Pederobba
24
14
1.697
394
428
90.484
L’offerta residenziale
Nel territorio dell’Ulss sono presenti 2 Residenze Sanitarie Assistite e 3 Comunità
alloggio che accolgono, a livello residenziale, le persone con disabilità. L’apertura della
Comunità alloggio “Casa I Giacinti”, avvenuta nel 2009, ha permesso di diversificare i nuclei
per funzionamento e gravità, offrendo alle specifiche disabilità un progetto adatto. Non si è
più ricorso agli inserimenti fuori Ulss e, dove è stato possibile, è iniziato il percorso di rientro
dalle grandi strutture. I posti in convenzione per le Comunità alloggio corrispondono a 41,
mentre quelli relativi alle RSA sono pari a 46.
tabella n. 25: strutture residenziali presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
numero
posti
autorizzati
numero
utenti in
carico
numero
giornate di
presenza
Giavera del
Montello
9
8
2.659
Vidor
20
20
5.597
comunità alloggio "Casa I Giacinti"
Volpago del
Montello
20
12
3.821
Opere Pie d'Onigo - RSA per
disabili
Pederobba
26
26
7.344
RSA per disabili "Atlantis"
Castelfranco
Veneto
20
20
7.066
87
86
26.487
struttura
comunità alloggio "Casa Giulia
Martini"
comunità alloggio "Casa Maria
Adelaide"
sede
totale
75
Il valore economico del sistema
La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area disabili è di 16.118.021 euro
coperti per il 63,6 % dal bilancio sanitario e dal 36,4% dal bilancio sociale.
grafico n. 6: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area disabili nell’Ulss n. 8.
Bilancio sociale
36,4%
Bilancio sanitario
63,6%
Problematiche socio-sanitarie emerse
Alcune persone disabili con particolari quadri comportamentali–neurologici hanno
bisogno anche di una presa in carico di tipo medico-specialistica. Attualmente manca
completamente un medico che sia di riferimento per il servizio, figura utile in particolar modo
nella gestione delle situazioni acute di scompenso al fine di prevenire ricoveri impropri. Il
fabbisogno stimato è di 2 ore settimanali per uno psichiatra e 2 ore per un neurologo. Questa
presenza, inoltre, permetterebbe la compilazione della scheda S.V.A.M.DI nei casi in cui non
venga compilata dal medico di medicina generale.
Allo scopo di ricavare maggiori informazioni sulle tipologie di disabilità, le classi
d’età e i comuni d’appartenenza degli utenti, sarebbe utile la presenza di un software per la
raccolta, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati. Tale programma permetterebbe di
economizzare i tempi di raccolta dati e di aggiornamento delle cartelle informatizzate di tutti
gli utenti al fine di dedicare più tempo alla cura del paziente.
Il servizio dispone di un’unica sede centrale interdistrettuale a Montebelluna. I
familiari delle persone con disabilità, residenti nella castellana e nei comuni limitrofi,
segnalano spesso difficoltà nel raggiungere la sede per gli appuntamenti, richiedendo un
accesso più vicino alla loro residenza. Avere la possibilità di disporre di una sede che
permetta di accogliere le persone presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto ridurrebbe il
disagio di queste famiglie.
76
Progetti realizzati nel corso dell’anno
Il servizio di neuropsichiatria infantile ha attivato dei gruppi di auto-aiuto per i
genitori dei bambini con disturbi psicosomatici effettuando 30 incontri nei due distretti; ha
attivato inoltre trattamenti psicoterapici di gruppo per bambini con disturbi del
comportamento e per i loro familiari, effettuando 4 gruppi di psicoterapia per bambini dai 6 ai
14 anni e 2 gruppi di parent training con 8 coppie di genitori. Le valutazioni finali, ottenute
tramite dei test standardizzati, hanno mostrato dei miglioramenti significativi per gli indici di
impulsività e di pianificazione.
Nel corso del 2009 il Servizio Handicap dell’Età Adulta ha implementato il percorso
di presa in carico per le persone con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite. Con l’apertura del
Centro Diurno delle Opere Pie di Onigo a novembre 2009, queste persone hanno avuto la
possibilità di realizzare, un progetto diurno riabilitativo, educativo e socio-occupazionale
finalizzato al massimo recupero possibile. Il progetto riabilitativo mira al raggiungimento
dell’indipendenza a casa o in comunità e al ritorno ad alcune forme di produttività lavorativa
o occupazionale e di partecipazione sociale.
E’ stato attivato il progetto innovativo “Struttura Intermedia di Riabilitazione
Neurocognitiva” con l’obiettivo di dare continuità alla dimissione dall’ospedale, nella fase
post-acuta, trovando un ambiente utile a continuare la riabilitazione cognitiva, motoria e
logopedica. Le attività riabilitative proposte mirano ad una logica di progetto globale
comprendente i bisogni della persona con disabilità acquisita e il suo sistema familiare che,
data la nuova condizione di disabilità del familiare, deve essere accompagnato verso una
riorganizzazione sia emotivo-affettiva sia pratico-quotidiana.
In collaborazione con il servizio per l’educazione e la promozione della salute, è stato
avviato il progetto di scrittura narrativa autobiografica “Liberare la Storia per Riscrivere la
Vita” che ha coinvolto 19 utenti con disabilità che hanno scritto la propria storia,
ripercorrendo gli eventi della vita. I partecipanti si sono trovati coinvolti dapprima
nell’elaborazione dei loro scritti, poi in momenti di condivisione con altre persone con
disabilità e operatori. Alla luce della difficoltà che le persone con esiti cognitivi medio-lievi
hanno nell’accettare la propria condizione, il progetto ha previsto anche degli incontri
educativi in piccoli gruppi che hanno permesso, ad ognuno, di condividere ulteriormente
pensieri ed esperienze per stimolare una maggior riflessione e consapevolezza sulla propria
vita presente e futura. Il senso di questo lavoro di scrittura ha portato, attraverso la difficoltà
nello scrivere, alla realizzazione di un processo di rielaborazione cognitivo-emotiva tale da
comprendere il significato dei limiti che la vita reale impone a causa della disabilità.
77
AREA
SALUTE MENTALE
Aspetti sociodemografici ed epidemiologici
L’azienda svolge un’attività di promozione e tutela della salute mentale dei cittadini e
di assistenza psichiatrica sia programmata che di urgenza sul territorio. Opera in stretta
collaborazione con i servizi sociali dei comuni, le associazioni di volontariato, le associazioni
dei familiari e le cooperative sociali.
Tutte le funzioni e le attività svolte all’interno dell’azienda si ispirano ai seguenti
principi:
-
accoglimento e cura dei cittadini con problemi psichici nell’ambito di un approccio
basato sulla centralità della relazione;
promozione delle risorse di ciascun utente;
realizzazione del progetto terapeutico riabilitativo nel contesto di vita della persona;
facilitazione dell’inserimento sociale e lavorativo;
interazione costante con gli altri servizi presenti nel territorio, assicurando una presa in
carico integrata dei casi multiproblematici;
garanzia di un continuo miglioramento della qualità tecnico-professionale ed
organizzativa attraverso formazione ed aggiornamento costanti del personale.
Il sistema dei servizi
Il servizio psichiatrico territoriale dell’azienda si articola in un Centro di Salute
Mentale e in ambulatori periferici distribuiti sul territorio. Coordina e svolge tutte le funzioni
di programmazione delle attività per la tutela della salute mentale della popolazione facendosi
carico dell’intera domanda psichiatrica, preventiva, terapeutica e riabilitativa dell’area
distrettuale di pertinenza.
Le problematiche affrontate riguardano la sfera psichica dalle patologie cosiddette
“minori” quali i disturbi d’ansia, i disturbi del sonno, i disturbi depressivi lievi e
dell’adattamento, sino a malattie più severe ed impegnative sul piano della presa in carico
come i disturbi dell’umore, le psicosi, la schizofrenia, i disturbi del comportamento
alimentare.
La risposta avviene attraverso la formulazione di programmi di cura personalizzati
attuati, dove necessario, mediante la partecipazione integrata delle varie figure professionali:
medici psichiatri, infermieri professionali, psicologi, educatori-animatori, assistenti sociali,
operatori tecnici addetti all’assistenza e personale di segreteria.
78
Nel 2009 il Servizio Psichiatrico Territoriale ha seguito complessivamente 3.884
pazienti pari al 1,6 % della popolazione adulta con più di 24 anni. L’utenza di età compresa
tra 16 e 24 anni viene presa in carico dall’Ambulatorio Adolescenti e Giovani Adulti mentre il
Servizio di Neuropsicologia si occupa dell’inquadramento diagnostico e della riabilitazione
dei gravi traumatizzati cranici.
Il Centro di salute mentale funziona come primo contatto per l'utenza. I contatti in
genere avvengono o con il medico o con l'assistente sociale; verrà poi deciso in équipe quale
sarà il tipo migliore di risposta da dare ad ogni singolo utente. Tali risposte possono consistere
nei controlli psichiatrici a livello ambulatoriale, nella psicoterapia di gruppo o
nell’inserimento in una delle varie attività diurne, messe in atto con la collaborazione di
personale esterno.
Dal punto di vista epidemiologico gli utenti possono essere divisi per macro-aree
diagnostiche:
tabella n. 26: utenti seguiti dal servizio psichiatrico per area diagnostica nel distretto n. 1.
numero utenti nel distretto n. 1
area diagnostica
femmine
maschi
totale
1- area psicotica
291
396
687
2- disturbi dell'umore
372
199
571
3- disturbi d'ansia
244
158
402
4- demenze
64
56
120
5- disturbi di personalità
73
69
142
6- disturbi del comportamento alimentare
43
2
45
7- altro
117
151
268
totale
1.204
1.031
2.235
tabella n. 27: utenti seguiti dal servizio psichiatrico per area diagnostica nel distretto n. 2.
numero utenti nel distretto n. 2
area diagnostica
femmine
maschi
Totale
1- area psicotica
266
229
495
2- disturbi dell'umore
258
143
401
3- disturbi d'ansia
216
108
324
4- demenze
53
38
91
5- disturbi di personalità
44
44
88
6- disturbi del comportamento alimentare
29
1
30
7- altro
130
140
270
totale
996
703
1.699
79
Negli ultimi anni, all'incremento della popolazione, è corrisposto anche un aumento
della richiesta di inserimenti lavorativi e residenziali, probabilmente legato
all'invecchiamento dell'utenza ed al difficile momento economico. Questo trend è risultato
particolarmente significativo nel 2009, anno in cui i nuovi avviamenti lavorativi sono stati più
di 70, le sistemazioni residenziali 33, e 8 gli inserimenti semiresidenziali.
Nel territorio dell’Ulss sono presenti 7 centri diurni con 132 posti autorizzati; 2
comunità terapeutiche residenziali che ospitano complessivamente 36 utenti e 1 comunità
alloggio con 8 posti autorizzati. Anche l’Istituto di soggiorno per anziani “San Gregorio” –
RSA Fabris ospita diversi pazienti psichiatrici. Di seguito si elencano tutte le strutture
semiresidenziali e residenziali presenti nel territorio dell’Ulss n.8.
tabella n. 28: strutture semiresidenziali per pazienti psichiatrici presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
struttura
centro diurno "Il campo verde"
centro diurno "Il castello"
centro diurno "Il melograno"
centro diurno "Solaris" 1
centro diurno "Solaris" 2
centro diurno Atelier
centro terapeutico diurno
totale
sede
Castelfranco V.to
Castelfranco V.to
Vedelago
Crocetta del M.lo
Crocetta del M.lo
Castelfranco V.to
Montebelluna
numero
posti
autorizzati
20
20
20
20
20
20
12
132
numero
utenti in
carico nel
2009
12
20
20
20
18
20
12
122
numero
giornate di
presenza
nel 2009
4.604
4.596
5.462
5.621
3.747
5.059
2.013
31.102
tabella n. 29: strutture residenziali per pazienti psichiatrici presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
struttura
comunità alloggio "La casetta"
comunità terapeutica residenziale
protetta
comunità terapeutica residenziale
protetta "Il gelso"
appartamenti protetti
appartamenti protetti
appartamenti protetti - via Marsala
appartamenti protetti - Largo
Asiago
appartamenti protetti Montebelluna
istituti di soggiorno per anziani
"San Gregorio" - RSA Fabris
totale
Valdobbiadene
8
numero
utenti in
carico nel
2009
8
Valdobbiadene
16
14
5.488
Castelfranco V.to
20
20
7.095
Vedelago
Vedelago
Castelfranco V.to
3
4
4
3
4
4
463
694
1.064
Castelfranco V.to
3
3
862
Montebelluna
4
4
1.090
Valdobbiadene
44
43
11.953
104
103
31.613
sede
80
numero
posti
autorizzati
numero
giornate di
presenza
nel 2009
2.904
Il valore economico dei servizi
La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area salute mentale è di 9.219.971 euro
coperti per il 98,9 % dal bilancio sanitario e dal 1,1% dal bilancio sociale.
grafico n. 7: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area salute mentale nell’Ulss n. 8.
Bilancio sociale
1,1%
Bilancio sanitario
98,9%
Problematiche socio-sanitarie emerse
Le problematiche più rilevanti emerse durante l’anno 2009 sono:
-
-
-
-
l’aumento dei disturbi dell’umore e d’ansia reattivi a problematiche esistenziali a
conferma di una cresciuta fragilità “sociale” (per es. sempre più frequente perdita del
lavoro e, conseguentemente, del relativo status sociale; separazioni; etc.);
l’aumentato uso tossicofilico di sostanze psicotrope che provocano sintomatologia
psicotica;
l’aumento delle richieste incongrue, spesso legate alla necessità di sopperire a carenze
organiche o strutturali (cfr. disturbi comportamentali/di ambientamento nelle strutture
residenziali “non psichiatriche”; tentativo/necessità di dare risposte immediate a
problematiche esistenziali o relazionali, etc.);
il ricorrente turn-over del personale medico, con periodi anche lunghi di mancanza
della copertura sanitaria, legata alla difficoltà di reperire professionisti nel mercato del
lavoro specialistico e preferenza di quest’ ultimi per i grandi centri urbani;
la mancanza di personale per adeguarsi agli standard previsti dal Progetto Obiettivo
Tutela della Salute Mentale relativi in particolare all’ orario di apertura dei Centri di
Salute Mentale.
Progetti realizzati nel corso dell’anno
Come previsto dal Piano di Zona 2007-2009, è stato assegnato un’educatore
professionale al servizio psichiatrico territoriale del Distretto 1, ampliata l'offerta residenziale
con la realizzazione di un progetto denominato “Autonomia Residenziale” e realizzata,
inoltre, l’apertura di un appartamento protetto per due utenti a Vedelago e uno a bassa
protezione a Montebelluna.
81
Pur mantenendo una costante e prioritaria attenzione verso la diagnosi, la terapia e la
riabilitazione delle patologie psichiatriche gravi e croniche, l’impegno futuro del servizio
psichiatrico territoriale si rivolge nei confronti della prevenzione e della cura delle patologie,
quali i disturbi di personalità, i disturbi del comportamento alimentare e le malattie che
riconoscono una doppia diagnosi (patologia psichiatrica associata a disturbi da dipendenza da
sostanze stupefacenti e/o da alcool) in particolare della fascia adolescenziale e giovanile.
Un lavoro specifico sarà inoltre dedicato alla presa in carico e alla terapia delle
situazioni di crisi che si manifestano con condotte autolesive (es. tentato suicidio) e attraverso
severi disturbi dell’adattamento con turbe dell’umore.
82
AREA
DIPENDENZE
Aspetti sociodemografici ed epidemiologici
L’Ulss garantisce l’assistenza a persone con problemi di dipendenza patologica
correlati all’uso di alcool, tabacco o sostanze stupefacenti psicotrope, ed a persone che
presentano una dipendenza da gioco d’azzardo. Fornisce prestazioni di prevenzione, cura,
riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo agli utenti, indipendentemente dall’età e
dalla presenza di altre patologie fisiche e/o psichiche ed offre, inoltre, sostegno psicologico
alle loro famiglie.
La condizione di tossico-alcoldipendenza rappresenta da molti anni un problema
sociale complesso per i gravi fattori di rischio e per la diversità degli aspetti ad essi correlati.
Le fasce di età a rischio vanno dai 15 ai 64 anni per la tossicodipendenza, e dai 15 a fine vita
per l’alcologia.
La tabella n.1 riassume i dati raccolti nel corso del 2009 (Relazione annuale 2010 al
Parlamento sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia) sulla
diffusione dei consumi di stupefacenti in Italia: viene espresso il tasso percentuale della
popolazione dai 15 ai 64 anni e dai 15 ai 19 anni che almeno una volta nel corso della vita,
negli ultimi 12 mesi, o nell’ultimo mese ha fatto uso di sostanze stupefacenti. La Relazione
riferisce un sensibile calo generalizzato dei consumi di stupefacenti rispetto agli anni
precedenti, con l’eccezione degli eccitanti da discoteca e delle intossicazioni alcooliche.
Indagini precedenti avevano mostrato che il consumo di sostanze nel Veneto non si discosta
dal dato nazionale.
tabella n. 30: tasso di consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana dai 15 ai 64 anni e dai 15 ai
19 anni.
popolazione dai 15 ai 64 anni
popolazione dai 15 ai 19 anni
nel corso della vita 12 mesi 30 gg nel corso della vita
cannabis
22,4%
5,2%
3,0%
22,3%
cocaina
4,8%
0,9%
0,4%
4,1%
eroina
1,3%
0,2%
0,2%
1,2%
ecstasy e
2,8%
0,2%
0,1%
4,7%
derivati
allucinogeni
1,9%
0,2%
0,1%
3,5%
Fonte: Relazione 2010 del Ministero della Salute al Parlamento
12 mesi
18,9%
3,0%
0,1%
30 gg
12,3%
1,6%
0,6%
3,0%
1,8%
2,2%
1,1%
L’alcol è uno dei più importanti fattori di rischio per la salute dell’uomo e rappresenta,
insieme al fumo, una delle principali cause di morte e morbilità. Consuma alcol circa il 70%
83
della popolazione (l’80% dei maschi e il 60% delle donne)1. Il consumo pro-capite è in
diminuzione e negli ultimi 40 anni si è praticamente dimezzato2. Malgrado la riduzione, i
problemi causati dall’alcol rimangono notevoli: infatti, se da un lato il 46% degli italiani
dichiara di non aver mai bevuto più di 5 bicchieri in una sola occasione, ben il 34 % asserisce
di farlo mediamente una volta la settimana3. I danni, oltre che al bevitore, si estendono alle
famiglie e alla collettività, gravando sull’intera società: si stima infatti che i prodotti alcolici
siano responsabili del 9% della spesa sanitaria nella regione Europea (OMS)4. Nella
rilevazione del progetto Passi del 2008, i bevitori a rischio nella nostra Ulss (fascia 18-69
anni) sono il 24% rispetto al 15% della media nazionale.
Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio di malattia e di morte prematura in
Europa. I fumatori in Italia sono stati, nel 2008, il 26% dei maschi e il 18% delle donne, in
diminuzione negli ultimi anni. Dalle varie rilevazioni sullo stato di salute risulta che circa un
fumatore su due sta tentando di smettere di fumare. È importante quindi che esista una rete
diffusa di operatori in grado di facilitare questa scelta.
La dipendenza da gioco d’azzardo, rappresenta una tipologia di problema in crescita
negli ultimi anni. Il comportamento del soggetto interessato è molto simile a quello delle
persone dipendenti da alcol o droghe, tanto da ritenere utile l’applicazione di analoghe
strategie di intervento. Il gioco d’azzardo patologico è molto diffuso e determina una serie di
gravi conseguenze a livello personale, familiare e sociale. Nel corso del 2009 sono pervenuti
83 utenti facendo registrare un aumento del 59,6% rispetto all’anno precedente.
Infine, una parte significativa dei soggetti con dipendenza da stupefacenti è
rappresentato dai casi di doppia diagnosi, cioè utenti con patologie miste complicate da
disturbi psichiatrici secondari, che necessitano di un particolare lavoro di coordinamento tra le
unità operative dell’azienda.
Il sistema dei servizi
L’Ulss n. 8 si avvale di 2 unità operative per garantire l’assistenza all’utente con
problemi di dipendenza: il servizio alcologia e tabagismo (SerAT) e il servizio
tossicodipendenze (SerT).
L’azienda svolge le proprie attività attraverso il lavoro coordinato e sinergico di
servizi e agenzie sia pubbliche che del privato sociale. I servizi prendono in carico l’utente e
la famiglia a livello ambulatoriale mettendo a disposizione personale medico e
infermieristico, psicologi e assistenti sociali che garantiscono percorsi di intervento
diversificati in base alle necessità specifiche di ogni persona.
L’organizzazione aziendale offre anche percorsi terapeutici e riabilitativi con la
possibilità di usufruire di un servizio residenziale o semiresidenziale. Sono presenti 2
1
Dati CNR (istat multiscopo) e DOXA (assobirra)
Dati Assobirra : da 13.7 litri procapite nel 1970 (alcol puro) a litri 6.4 nel 2008.
3 Relazione 2009 del ministero della salute al parlamento in materia di alcool e problemi correlati
4 OMS Piano d’azione europeo sull’alcol 2000-2005
2
84
strutture, in convenzione con la cooperativa “Sonda”, con sede a Castelfranco Veneto e a San
Vito d’Altivole, che offrono un totale di 20 posti letto residenziali e 25 semiresidenziali
autorizzati. Per quanto riguarda l’inserimento abitativo, la cooperativa “Sonda” gestisce,
inoltre, un’offerta di appartamenti protetti e case famiglia con sedi a Maser e a Vallà di Riese.
Fondamentale nel trattamento dei problemi alcolcorrelati è la collaborazione con i 42
club degli alcolisti in trattamento dell’ACAT Ulss n. 8 e con i 13 gruppi di auto-aiuto degli
Alcolisti Anonimi (AA e Alanon).
E’ importante per i tabagisti la collaborazione con l’associazione di ex fumatori
“Spazio Blu” e, per quanto riguarda invece le problematiche dei cittadini stranieri, è molto
buona la collaborazione con la cooperativa “Una casa per l’uomo”. Per i tossicodipendenti
possono essere attivati percorsi terapeutici anche presso comunità terapeutiche accreditate
come, ad esempio, la Olivotti" di Pagnano d’Asolo.
Ai servizi pubblici vanno aggiunte le risorse del volontariato e del privato sociale
accreditato:
- gli sportelli d’ascolto “Sosta Libera”, un servizio gratuito che offre informazioni e uno
spazio di consulenza sui rischi legati all’uso di sostanze stupefacenti e di alcool
garantendo sostegno psicologico e orientamento;
- la cooperativa di tipo B “Il Portico” che si occupa del reinserimento socio-lavorativo e
occupazionale delle persone con problemi di tossico/alcoldipendenza.
Nonostante il dato complessivo nazionale sui consumi di stupefacenti sia in
diminuzione, nel 2009 si è osservato un aumento del 3,9% del numero di utenti che, nella
nostra Ulss, si sono rivolti al servizio tossicodipendenze rispetto all’anno precedente.
Calcolando la variazione negli ultimi 4 anni l’aumento totale di pazienti in carico risulta
essere del 21,6%.
Il trend di crescita dell’utenza è alimentato principalmente da tossicodipendenti e
giocatori d’azzardo patologici. Per questi ultimi, l’assistenza è stata avviata dal SerT, nel
2002, sulla base di un progetto sperimentale, al di fuori di qualsiasi programmazione
nazionale o regionale.
In rapido aumento sono le persone che pervengono al servizio per ottenere una
certificazione di assenza da tossicodipendenza. Questa tipologia di richiesta è comparsa
relativamente di recente, per cui non è ancora prevedibile una quantificazione del suo trend di
sviluppo.
tabella n. 31: pazienti pervenuti al SerT per tipologia di problema e percentuale di variazione rispetto al 2005.
tossicodipendenti
alcolisti
giocatori
familiari
certificazioni
Totale
totale 2009
612
11
83
18
18
742
di cui nuovi
132
1
48
11
12
204
0
49
3
1
106
-52,2%
186,2%
125,0%
125,0%*
21,6%
di cui fuori Ulss
53
variazione
11,3%
rispetto al 2005
* incremento rispetto all’anno precedente
85
Per quanto riguarda l’utenza del servizio alcologia e tabagismo, viene di seguito
illustrato il movimento dei pazienti nel corso del 2009, rispettivamente del totale dei pazienti
e dei nuovi casi pervenuti.
L’utenza del SerAT ha subito un aumento del 65,9% rispetto al 2005 con
un'incremento medio annuo del 13,7%; considerando solo gli utenti presi in carico negli
ultimi 2 anni si è registrato un aumento del 15,8% (da 1.159 utenti in carico nel 2008 a 1.342
nel 2009). Complessivamente l’87,4% degli utenti viene seguito a livello ambulatoriale, il
9,0% a livello residenziale e il rimanente 3,6% a livello semiresidenziale. Ogni anno sono
circa 600 le famiglie seguite per problemi di dipendenza alcolica, mentre altre 650 persone
hanno problemi minori, abuso o sanzioni per guida in stato di ebbrezza.
grafico n. 8: serie storica degli utenti seguiti dal SerAT e dal SerT 2005-2009.
1400
1300
1342
1200
1100
1159
SeraT
1000
900
SerT
927
800
872
742
809
700
600
669
639
610
682
500
2005
2006
2007
2008
2009
tabella n. 32: utenti del SerAT seguiti a livello ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale per tipologia di
problema e provenienza.
2008
alcol – dipendenza
alcol – abuso
occasionale
tabacco
altre problematiche
totale
totale nell’ anno
di cui cittadini stranieri
2009
utenti Ulss
532
fuori Ulss
54
utenti Ulss
531
fuori Ulss
53
414
60
594
54
69
18
1033
12
0
126
85
18
1228
6
1
114
1159
145 (12,5%)
1342
158 (11,8%)
Le persone che per la prima volta si avvicinano al servizio sono mediamente circa 400
l’anno, con oscillazioni dovute per lo più al differente numero di invii da parte della
commissione medica locale per le patenti di guida.
La maggior parte degli utenti che prendono contatto con il SerAT presentano una
dipendenza da alcol, ma inizia ad essere consistente anche l’afflusso dei tabagisti (circa 50
utenti nuovi ogni anno).
86
tabella n. 33: nuovi contatti al SeraT distinti per tipologia di problema e provenienza.
2008
alcol – dipendenza
alcol – abuso
occasionale
tabacco
altre problematiche
totale
totale nell’ anno
di cui cittadini stranieri
2009
utenti Ulss
144
fuori Ulss
39
utenti Ulss
115
fuori Ulss
34
203
30
203
12
49
8
404
12
0
81
55
4
377
4
1
51
485
80 (16,5%)
428
57 (13,3%)
Per quanto riguarda i programmi residenziali per tossicodipendenti nelle comunità
terapeutiche e di pronta accoglienza del privato sociale accreditato, si segnala una sensibile
riduzione dei nuovi invii e del numero di programmi attivati nel 2009 rispetto agli anni
precedenti. Il concomitante incremento degli inserimenti di tossicodipendenti nella comunità
pubblica non è sufficiente a spiegare il fenomeno. Le cause non sono pertanto chiare e non ci
sono motivazioni per ritenere che l’andamento sia destinato a ripetersi anche in futuro. E’
probabile che queste oscillazioni rappresentino cambiamenti nel bisogno e nell’accettabilità di
questa forma di assistenza da parte dei pazienti. Il mutamento dell’utenza, delle sue
caratteristiche cliniche e sociodemografiche, e dei bisogni di salute espressi, richiederanno
uno sforzo di riorganizzazione dei trattamenti residenziali, forse nella direzione di una
maggiore flessibilità e personalizzazione dei programmi.
tabella n. 34: programmi residenziali per tossico/alcoldipendenti presso comunità del privato accreditato.
programmi residenziali
avviati nel corso dell’anno
abbandoni
conclusioni
totale programmi nell’anno
presenze al 31.12.2009
totale 2008
33
9
25
60
25
totale 2009
14
14
5
39
16
Il valore economico del sistema
Le tabelle n. 35 e n. 36 riassumono i costi relativi all’anno 2009 del servizio
tossicodipendenze e del servizio alcologia e tabagismo. Sono stati calcolati anche i costi per
tipo di trattamento (ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale). Va tenuto presente a
questo riguardo che tutti i costi sostenuti per l’invio di pazienti presso comunità del privato
accreditato ricadono nel budget del SerT a seconda della tipologia di utenti; analogamente i
costi per tutti gli inserimenti nella struttura semiresidenziale e residenziale dell’ULSS relativi
agli utenti con problemi di dipendenza da alcol vengono ricompresi nel corrispondente budget
del SerAT.
Il maggior costo pro capite sostenuto per gli inserimenti presso le comunità del privato
accreditato rispetto alla struttura pubblica è un risultato atteso poiché la durata dei trattamenti
residenziali è mediamente maggiore rispetto alla comunità pubblica in cui la metà dei posti è
riservata a trattamenti alcologici intensivi e brevi.
87
tabella n. 35: costi per l’anno 2009 del servizio tossicodipendenze.
costi sostenuti nel 2009
€ 948.157
€ 144.476
€ 1.092.633
€ 455.327
€ 1.547.960
€ 1.473
€ 11.675
totale costi personale
altri costi
totale costi struttura
costi trattamenti residenziali*
totale costi
costo per paziente ambulatoriale
costo per paziente in comunità*
tabella n. 36: costi per l’anno 2009 del servizio alcologia e tabagismo.
costi sostenuti nel 2009
€ 418.143
€ 116.027
€ 534.170
€ 636.546
€ 1.160.689
€ 478
€ 3.067
€ 6.240
totale costi personale
altri costi
totale costi struttura
costi trattamenti residenziali/semiresidenziali*
totale costi
costo per paziente ambulatoriale
costo per paziente residenziale*
costo per paziente semiresidenziale
La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area dipendenze è di 3.590.783 euro
coperti per il 92,5 % dal bilancio sanitario e dal 7,5% dal bilancio sociale.
grafico n. 9: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area dipendenze nell’Ulss n. 8.
Bilancio sociale
7,5%
Bilancio sanitario
92,5%
Le problematiche socio-sanitarie emerse
Utenti giovanissimi
Negli ultimi 4 anni, in particolare a partire dal 2008, si è reso evidente un significativo
incremento del numero di giovanissimi (15-19 anni) che per la prima volta sono pervenuti ai
servizi confermando, nella nostra Ulss, una tendenza che era stata segnalata altrove nella
nostra Regione e nel resto del Paese. Un analogo incremento è osservabile anche nella fascia
di età dai 20 ai 24 anni. Complessivamente, per quanto riguarda il SerT, l’aumento è stato del
67.6% in quattro anni.
88
tabella n. 37: movimento dei pazienti tossicodipendenti più giovani, per fascia di età e per anno.
Utenti
fascia d’età
15-19 anni
20-24 anni
totale
2006
5
32
37
2007
6
38
44
2008
14
33
47
2009
18
44
62
Oltre agli aspetti quantitativi, i giovanissimi pongono anche problematiche di tipo
qualitativo relative essenzialmente a due aspetti fondamentali: a) sul piano tossicologico
emerge il fenomeno del policonsumo, ovvero l’utilizzo di più sostanze contemporaneamente,
incluso l’alcool; b) sul piano comportamentale alcuni utenti mostrano gravi disturbi della
condotta, sia di tipo oppositivo e di sfida, sia di tipo più deviante o antisociale. Di frequente le
famiglie seguite dal servizio esprimono la notevole difficoltà riscontrata in ambito educativo.
Appare necessario implementare forme di intervento intensivo che siano in grado di
poter incidere su situazioni complesse che, proprio perché si manifestano in un periodo
delicato per l’evoluzione complessiva della persona, richiedono una attenzione particolare e
necessitano di risorse provenienti da servizi differenti.
Utenti “anziani”
Tradizionalmente si considera che il problema della tossicodipendenza, a differenza
dell’alcooldipendenza, riguardi le fasce d’età giovanili. Ciò non corrisponde più alla realtà:
ormai 1 paziente del SerT su 4 ha 40 anni o più. Su un totale di 612 utenti tossicodipendenti
seguiti nel 2009, 153 di questi hanno più di 40 anni.
tabella n. 38: numero di pazienti tossicodipendenti più anziani, per fascia di età e percentuale.
fascia d’età
utenti nel 2009
87 (14.2%)
51 (8.3%)
15 (2.5%)
153 (25,0%)
40 - 44 anni
45 - 49 anni
≥ 50
totale ≥ 40
Il numero di pazienti tossicodipendenti al di sopra dei 39 anni è aumentato
progressivamente ed in modo rilevante, del 49% in quattro anni, passando da 94 utenti nel
2006 a 140 nel 2009. Tale aumento è il risultato di più cause:
- per alcuni pazienti la tossicodipendenza assume un andamento cronico;
- i trattamenti del SerT sono in grado di proteggere più a lungo la vita degli assistiti;
- si sono ridotte tra i tossicodipendenti la morbilità e la mortalità per patologie correlate
(in particolare epatiti ed AIDS).
Il protrarsi dei trattamenti per molti anni e, in diversi casi, sine die, porta ad un
incremento progressivo del numero totale di utenti seguiti, e, di conseguenza, emergono, in
alcuni casi, gravi problemi sociali a causa della mancanza del riferimento familiare o del
deterioramento irreversibile dei rapporti. Sia per quanto riguarda l’area anziani che, più in
generale, per le forme di disabilità, si profila la necessità di trovare soluzioni trattamentali e
socioassistenziali inedite nel campo delle dipendenze da droga. Si stima, infatti, che già in
89
data odierna, ma soprattutto nel prossimo futuro, un certo numero di tossicodipendenti avrà
bisogno di strutture di assistenza attualmente non esistenti, ad esempio:
- appartamenti protetti a media o bassa protezione: 2 pazienti;
- comunità a bassa soglia : 3 pazienti;
- centro diurno: 8 pazienti;
- asilo notturno: 1 paziente;
- servizi residenziali per patologie organiche correlate all’abuso: 2 pazienti.
Anche sul versante alcologico il problema del bevitore anziano appare in costante
espansione. Un sistema culturale che, come quello del triveneto, propone insistentemente
l’uso di alcolici ha come conseguenza, la presenza di un maggior numero di anziani isolati e
con scarse risorse a disposizione, la cui situazione sociale viene ulteriormente aggravata
dall’uso di alcolici. Il cambiamento non può che essere culturale, con un maggior impegno di
tutti, e in particolare del sistema socio-sanitario, a trasmettere informazioni più corrette sulle
conseguenze dell’abuso di bevande alcoliche.
Il reinserimento sociolavorativo
La riabilitazione del paziente tossicodipendente o alcoldipendente prevede come tappa
fondamentale un efficace reinserimento lavorativo e il recupero dell’autonomia personale. Il
problema è ancor più sentito in un’epoca di crisi economica che taglia primariamente i posti
di lavoro delle fasce più deboli e mette in difficoltà le cooperative sociali e tutto il sistema
socioassistenziale. Il 15/20% delle persone che si rivolgono al SerT o al SerAT sono
disoccupate. La disoccupazione è maggiore tra coloro che necessitano di un programma
residenziale (50% dei soggetti inseriti nella comunità pubblica), tra coloro che sono portatori
di patologie psichiatriche associate all’uso di sostanze, e tra i tossicodipendenti più anziani (il
30% dei tossicodipendenti più che 40enni è disoccupato). Molte di queste persone necessitano
di sostegno a più livelli per essere aiutati a rientrare nel mercato del lavoro: riabilitazione
occupazionale, tirocini lavorativi, inserimenti in ambienti semiprotetti (cooperative di tipo B),
aiuto nella relazione con agenzie di lavoro o aziende. Il problema non è risolvibile a livello di
singoli servizi, ma solo attraverso un lavoro di rete, di maggior contatto fra primo, secondo e
terzo settore e di riorganizzazione delle risorse esistenti.
Incidenti sotto l’influenza di alcol o altre sostanze
Gli incidenti sulle strade o in ambiente lavorativo correlati all’uso di sostanze hanno
un costo molto elevato in termini di vittime e di invalidità residua, talora con il
coinvolgimento di terzi. Negli ultimi anni la legislazione ha introdotto numerose novità sia in
termini di appesantimento sanzionatorio che di controllo preventivo. In ambito alcologico, ad
esempio, è da tempo attivata una modalità di approccio precoce attraverso un accordo tra le
tre Ulss della provincia di Treviso e la Commissione medica locale patenti di guida al fine di
offrire alle persone sanzionate sulla strada la possibilità di contatto con i servizi e la messa in
discussione dei propri stili di vita.
Nel campo dell’uso di stupefacenti sono in corso di avvio le procedure di controllo al
fine di escludere i consumatori di sostanze da mansioni lavorative a rischio per terzi.
In entrambi i casi sono state di fatto introdotte importanti novità relativamente alla
mission dei servizi che sempre più sono chiamati a svolgere attività di controllo.
90
I progetti realizzati nel corso dell’anno
-
corso di formazione per medici di medicina generale: “Nuove forme di dipendenza
chimica e non chimica”: è stato avviato un percorso formativo per i medici di medicina
generale che ha previsto due seminari di studio sul gioco d’azzardo patologico e sulle
nuove forme di consumo. Il primo incontro si è svolto nel corso del 2009, il secondo a
maggio 2010. Complessivamente sono state contate circa 70 presenze;
-
ambulatorio per il gioco d’azzardo patologico: pur non essendo una novità (l’ambulatorio
è funzionante dal 2002), preme sottolineare sempre che l’assistenza a questa tipologia di
utenti continua ad essere assicurata in un regime di assenza di normativa e di precarietà
complessiva di risorse. Nel corso dell’anno sono state assistite 83 persone, con un vistoso
incremento rispetto all’anno precedente;
-
gruppo misto dipartimentale per il coordinamento dei progetti di prevenzione sul
territorio: nel corso degli anni i diversi piani di intervento dell’area dipendenze hanno
sempre previsto l’implementazione di attività di prevenzione nel territorio, gestite di
concerto con aggregazioni di Comuni da parte di quattro soggetti privati. Da diversi anni è
attivo un tavolo di coordinamento tra questi soggetti e i servizi pubblici allo scopo di
raggiungere una maggiore omogeneità nell’offerta e nelle metodologie di intervento, con
la finalità di migliorare complessivamente la qualità scientifica dei progetti. Nel 2009 è
stato finalmente concordato uno schema unitario di intervento, con la condivisione delle
medesime basi teoriche, obiettivi e metodo di valutazione. I progetti sono in corso di
svolgimento;
-
coordinamento del gruppo veneto di ricerca sul gioco d’azzardo patologico: il SerT di
Castelfranco anche per il 2009 coordina le attività del gruppo di ricerca veneto sul gioco
d’azzardo patologico. Nel corso dell’anno è stato condotto un censimento sulle strutture di
assistenza attive nel territorio regionale in tema di gioco;
-
coordinamento provinciale dei dipartimenti per le dipendenze: è attivo un tavolo di
coordinamento dei dipartimenti per le dipendenze della provincia di Treviso con lo scopo
di migliorare l’omogeneità degli interventi, di gestire in modo unitario i rapporti con altri
enti, come ad esempio la Prefettura, e di attivare riflessioni e progettazioni congiunte. Una
iniziativa comune riguarda il gioco patologico, ed è stato concordato un protocollo che
regola l’invio di pazienti all’ambulatorio specialistico di Castelfranco Veneto. È stata
inoltre avviata una verifica congiunta della presenza e rilevanza di nuovi bisogni per
quanto attiene gli interventi residenziali;
-
problematiche complesse: associazione alcol/altre sostanze, alcol/gioco d’azzardo
patologico: nel corso del 2009, come già in precedenza, si è cercato di dare una risposta
innovativa alle problematiche complesse correlate all’uso combinato di alcol e altre
sostanze o all’associazione dell’abuso di alcol con il gioco d’azzardo patologico. Il 12%
dei pazienti pervenuti al SerAT mostra di abusare di cocaina oltre che di alcol; il 60%
degli alcolisti consuma anche sigarette, e spesso sono forti fumatori, ed infine il 4% dei
pazienti alcologici ha anche un problema di gioco d’azzardo, dato quest’ultimo in
91
progressiva crescita. Gli operatori del SerAT quindi si sono formati, spesso in
collaborazione con i colleghi del SerT, per migliorare il proprio intervento in questi ambiti
particolari.
Complessivamente una gran quantità di energie e risorse vengono devolute alla
costruzione e mantenimento, anno dopo anno, di una rete di servizi sempre più diversificata e
integrata, in grado di erogare risposte personalizzate e trasversali ai problemi legati all’alcol e
alle altre sostanze: si va dall’approccio precoce con le persone sanzionate per guida in stato di
ebbrezza o segnalate dalla Prefettura per uso di stupefacenti, al lavoro con le case di riposo
per le problematiche dell’uso di alcol negli anziani; dalla semplice consulenza ambulatoriale
ai trattamenti multidimensionali e multiprofessionali; dai percorsi residenziali al
reinserimento in ambiente lavorativo e nel contesto sociale.
Tutto ciò non può essere considerato compito dei soli servizi sociosanitari, ma richiede
un impegno di tutta la comunità locale, specialmente quando è necessario affrontare
problematiche prettamente sociali quali ad esempio quelle legate alla disoccupazione o alla
mancanza di una abitazione. Quanto più le tecniche di trattamento diventano efficaci, tanto
più i programmi dovranno integrare i servizi sociosanitari con i servizi socioassistenziali.
92
AREA
ANZIANI
Aspetti sociodemografici ed epidemiologici
La popolazione anziana presente nel territorio dell’Ulss n. 8, al 31 dicembre 2009,
rappresenta il 17,21% della popolazione totale (pari a 43.168 persone con età superiore ai 65
anni su un totale di 250.762). Come già noto, la proporzione tra maschi e femmine, con
l’avanzare dell’età, vede un notevole spostamento verso il genere femminile pari al 58% di
femmine contro il 42% di maschi.
grafico n. 10: popolazione residente al 31/12/2009 nell’Ulss n. 8 per classi di età.
popolaz >65
17,21%
popolaz <14
16,01%
popolaz 15-64
66,78%
Per dare un’idea della velocità con cui si sviluppa l’ormai noto processo di
invecchiamento della società, basta vedere come nell’arco di un anno la popolazione anziana
è passata dal 16,94% al 17,21% della popolazione totale.
Nel periodo dal 2004 al 2009, il tasso di crescita della popolazione anziana è stato del
11,9 % mentre quello del resto della popolazione (minori e adulti < di 65) è stato del 4,8%. La
percentuale di anziani presente nella popolazione della nostra Ulss, comunque, si mantiene su
livelli assolutamente bassi rispetto a quelli regionali. I dati forniti dall’Istat, infatti, mostrano
che complessivamente nella Regione del Veneto si passa dal 19,66% di anziani di fine 2008 al
20,49% di fine 2009, proporzione che si mantiene evidentemente su livelli più alti rispetto a
quelli del nostro territorio.
tabella n. 39: confronto tra popolazione anziana presente in Regione e Ulss n. 8
2008
2009
Ulss 8
16,94
17,21
Regione
19,66
20,49*
*indice calcolato con una stima dei valori pregressi. Il dato regionale 2009 non è ad oggi (novembre 2010)
disponibile.
Calcolando gli indici classici dell’analisi sociodemografica, si nota come, pur
riscontrando una crescita proporzionale della popolazione anziana negli ultimi 5 anni, il
territorio dell’Ulss 8 ha una situazione positiva rispetto al dato regionale dal momento che
l’indice di dipendenza anziani (rapporto tra popolazione residente oltre i 65 anni e
93
popolazione dai 15 ai 65 anni), l’indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione residente oltre i
65 anni e popolazione fino ai 14), e l’indice di invecchiamento (rapporto tra popolazione
residente oltre i 65 anni e popolazione totale) mostrano tutti valori molto più bassi di quelli
regionali.
tabella n. 40: indice di dipendenza anziani confronto tra Regione e Ulss n. 8
Ulss 8
Regione Veneto
2005
24,30
28,66
2006
24,69
29,16
2007
24,83
29,38
2008
25,26
29,70
2009
25,78
30,89*
2008
105,98
139,16
2009
107,52
139,41*
tabella n. 41: indice di vecchiaia confronto tra Regione e Ulss n. 8
Ulss 8
Regione Veneto
2005
104,74
138,15
2006
105,35
138,94
2007
105,70
139,13
tabella n. 42: indice di invecchiamento confronto tra Regione e Ulss n. 8
2005
2006
2007
Ulss 8
16,47
16,67
16,73
Regione Veneto
19,18
19,42
19,52
Fonte dati: Ufficio Statistica regionale, anagrafe comunale e anagrafe sanitaria.
* indice calcolato con una stima dei valori pregressi. Il dato regionale 2009 non è
disponibile
2008
16,94
19,66
2009
17,21
20,49*
ad oggi (novembre 2010)
L’incremento della popolazione anziana ovviamente comporta la crescita della
domanda assistenziale. Per giungere però ad avere una stima del bisogno potenziale (e quindi
dell’utenza che potrebbe rivolgersi ai servizi o avere bisogno di prestazioni sanitarie e sociosanitarie), occorre definire l’incidenza della non-autosufficienza, dal momento che è questa
condizione che comporta in via prevalente il ricorso ai servizi.
La proiezione relativa ai prossimi 10 anni del tasso di crescita delle persone nonautosufficienti mostra come l’incremento risulti costante nel tempo, con un conseguente
aumento dei bisogni sociosanitari complessi ai quali la rete dei servizi (Ospedale, Ambulatori
integrati geriatrici e Unità Valutative Alzheimer, Servizi di cure domiciliari, Servizi di
assistenza domiciliare comunali e Centri di Servizio) dovrà dare risposte coordinate.
94
grafico n. 11: evoluzione demografica delle persone non autosufficienti nei prossimi 10 anni. Fonte dati:
CENSIS su dati ISTAT, elaborazioni a cura dell'Osservatorio Anziani.
25.000
21.735
19.600
20.000
17.502
14.740
15.000
10.000
9.153
8.283
10.877
9.842
12.192
11.030
13.532
12.242
Ulss 7
Ulss 8
Ulss 9
5.000
0
2005
2010
2015
2020
E’ possibile stimare all’incirca in 5.000 il numero degli utenti non autosufficienti
presenti nelle strutture dedicate o che usufruiscono di prestazioni sociosanitarie domiciliari;
tale valore è inferiore rispetto a quello calcolato dal Censis nell’evoluzione demografica dei
prossimi dieci anni, (riportato nel grafico n. 3), ma bisogna considerare che una parte delle
persone anziane non autosufficienti non viene rilevata perchè non usufruisce dei servizi offerti
dal sistema sociosanitario o perché viene seguita direttamente dalle famiglie che si avvalgono
di collaboratrici domestiche (‘badanti’).
I dati mostrano che il numero delle persone non autosufficienti è notevole e fanno
temere un continuo peggioramento, soprattutto nell’incidenza della demenza che richiede
notoriamente una risposta da parte dei servizi molto complessa. Tale patologia è strettamente
collegata alla condizione di non autosufficienza, e determina un progressivo deterioramento
cognitivo. Attualmente il numero stimato di persone affette da demenza, infatti, è superiore a
2.700 unità (prevalenza del 6,4% della popolazione over 65 anni) con una incidenza per anno
di 500 nuovi casi. Si pensi che negli ultimi tre anni si è verificato un aumento del 68% delle
visite effettuate dall’Ambulatorio Unità Valutative Alzheimer con il raggiungimento nel 2009
di un numero totale di 1.097 visite geriatriche a Castelfranco Veneto e 862 a Montebelluna.
Il sistema dei servizi
Al manifestarsi di uno stato di bisogno socio-sanitario da parte dell’anziano può essere
effettuata dall’utente stesso, dalla famiglia o da chi ne ha in carico la situazione (assistente
sociale, medico di base ecc.), una domanda di valutazione delle condizioni di salute
dell’interessato all’Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale (UVMD). Tale gruppo di
lavoro, composto dal Direttore di Distretto, da medici di medicina generale, da assistenti
sociali dell’Ulss e assistenti sociali del Comune, ha il compito di valutare le esigenze sociosanitarie della persona al fine di individuare il percorso assistenziale migliore per garantire un
adeguato accesso ai servizi offerti.
95
Il sistema di offerta dedicato agli anziani non autosufficienti nel nostro territorio
comprende i servizi di assistenza domiciliare (territoriale), assistenza residenziale e assistenza
semi-residenziale.
L’offerta territoriale
L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è il servizio sanitario offerto dall’Ulss che
prevede, unitamente all’assistenza domiciliare, l’erogazione di prestazioni sanitarie a
domicilio (cure mediche, infermieristiche, riabilitative) a persone non autosufficienti o di
recente dimissione ospedaliera, per evitare ricoveri impropri e mantenere il paziente nel suo
ambiente di vita.
Oltre ai profili di assistenza di tipo riabilitativo (ADI-A) e di tipo infermieristico
(ADI-B), l’Assistenza Domiciliare Integrata viene classificata secondo altre tre tipologie:
-
-
ADI-C: assistenza domiciliare programmata che prevede visite specialistiche
domiciliari effettuate dal medico curante secondo un programma sistematico;
ADI-MED: assistenza domiciliare ad elevata integrazione assistenziale di diverse
figure professionali (medico di base, infermiere, geriatra, anestesista, fisiatra,
assistente sociale) che garantisce prestazioni di tipo specialistico, diagnostico e
terapeutico sostitutive a quelle erogate in regime di ricovero;
ADI-HR: assistenza ospedaliera a domicilio e riabilitazione intensiva, proposte
direttamente dallo specialista ospedaliero in caso di dimissione protetta o direttamente
dal medico di medicina generale nei casi in cui sia necessario garantire cure
specialistiche equiparabili a quelle erogate in regime di ricovero ospedaliero.
Nell’anno 2009 sono stati seguiti complessivamente 6.413 utenti con un aumento del
7,6% rispetto all’anno precedente (il dato comprende anche gli accessi occasionali).
tabella n. 43: indicatori di attività dei servizi di assistenza domiciliare.
Utenti
accessi infermieristici
accessi medico-specialistici
totale accessi
distretto n. 1
3.126
35.999
4.223
40.222
distretto n. 2
3.287
35.304
5.312
40.616
totale
6.413
71.303
9.535
80.838
tabella n. 44: ripartizione dell’utenza seguita per profilo ADI.
profilo assistenziale
Ass.riabilitativa
Ass.infermieristica
Ass.programmata
ADI-MED
ADI-HR
n. utenti 2008
n. utenti 2009
142
4.141
2.848
867
233
206
4.094
2.841
924
248
variazione rispetto al
2008
45%
-1,13%
-0,25%
6,57%
6,44%
Nella tabella n. 44 si riportano le attività effettuate nel 2009 con la variazione rispetto
all’anno precedente, ripartite tra i diversi profili assistenziali. Bisogna considerare il fatto che
le condizioni di salute di un utente seguito dall’ADI possono migliorare o peggiorare nel
96
corso dell’anno; questo determina il passaggio dell’utente da un livello di assistenza ad un
altro più adeguato alle nuove necessità. Per quanto riguarda i pazienti seguiti dall’ADI-HR è
stata eseguita la totale presa in carico dal servizio su delega da parte dei medici di medicina
generale.
grafico n. 12: utenti dell’assistenza domiciliare integrata ADI-C.
2.848
2.841
2.841
3.000
2.500
2.000
1.500
ADI C
1.103
998
966
1.000
ADI MED e
ADI H
500
0
2007
2008
2009
garfico n. 13: accessi dell’assistenza domiciliare integrata ADI-C
35.000
31.031
30.573
28.047
30.000
25.000
16.181
20.000
ADI C
13.369
12.726
15.000
ADI MED e
ADI H
10.000
5.000
0
2007
2008
2009
tabella n. 45: indicatori di attività dell’assistenza domiciliare integrata ADI-MED.
distretto n. 1
distretto n. 2
totale
404
218
186
520
231
289
924
449
475
utenti
dimessi nell’anno
utenti al 31/12/2009
variazione rispetto
al 2008
6,57%
-4,26%
19,35%
tabella n. 46: indicatori di attività per l’Ospedalizzazione Domiciliare ADI-HR.
utenti
ricoveri
dimessi
distretto n. 1
distretto n. 2
totale
114
131
107
134
139
121
248
270
228
97
variazione
rispetto al 2008
6,44%
8,43%
3,17%
Un altro aspetto molto delicato che negli ultimi cinque anni ha interessato l’attività dei
servizi socio-sanitari è quello delle cure palliative rivolte non solo a malati oncologici, ma
anche a persone, soprattutto anziane, affette da patologie cronico-degenerative in fase
avanzata.
tabella n. 47: utenti in carico nel 2009.
utenti con patologia
oncologica
utenti con patologia
neurologica
88
279
367
102
101
203
in carico al 01/01/2009
nuovi assistiti 2009
totali
utenti con patologia
cardiaca e/o
respiratoria
57
24
81
tabella n. 48: pazienti oncologici deceduti nel 2009 e luogo di decesso.
domicilio
173
hospice
21
ospedale
49
altro
13
totale
256
Le fonti di finanziamento dell’ADI provengono esclusivamente dalla Regione.
grafico n. 14: fonti di finanziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata.
Regione
100%
I Comuni offrono anche il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) che prevede
interventi di cura e di igiene della persona, di sostegno psicologico e di aiuto nello
svolgimento delle principali attività quotidiane (trasporto, fornitura pasti, aiuto domestico)
direttamente al domicilio dell’utente con l’obiettivo di gestire la situazione di bisogno
all’interno dell’ambiente familiare e relazionale conosciuto e vissuto dalla persona.
Complessivamente nel corso del 2009 il SAD ha seguito n. 2.108 utenti nei due
distretti, con una diminuzione rispetto all’anno scorso di 212 unità. Tra i 2.108 utenti seguiti
dal SAD dei Comuni, 1.030 sono in carico anche all’ADI poiché necessitano di un’assistenza
sanitaria oltre che sociale.
L’utenza dei servizi domiciliari è costituita da anziani per un 82,21%, da disabili per
un 7,16%, da minori per il 3,56% e per il rimanente 7,07% da adulti con altre problematiche.
Il costo medio annuale per ogni utente seguito è di € 536,09. Le fonti di finanziamento
del SAD provengono esclusivamente dal Comune.
98
grafico n. 15: fonti di finanziamento del Servizio di Assistenza Domiciliare.
Com une
100%
L’offerta semiresidenziale
E’ costituita da Centri di Servizio Diurni che accolgono l’utente durante l’arco della
giornata, garantendo prestazioni e qualità di intervento diversificate con il pernottamento al
domicilio dell’utente.
Si elencano, di seguito, le strutture autorizzate ad ospitare utenti non autosufficienti in
centro diurno e il numero di posti autorizzati per ciascuna struttura.
tabella n. 49: Centri Diurni presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
denominazione struttura
comune
posti
autorizzati
n. totale di utenti
transitati nell’anno
n. totale di
giornate di
presenza
Centro residenziale per
anziani “D. Sartor”
Castelfranco Veneto
24
37
6.966
Casa di riposo “Umberto I”
Montebelluna
5
6
752
Ipab “Opere Pie d’Onigo”
Pederobba
10
13
2.058
Casa di riposo “Guizzo
Marseille IPAB”
Volpago del Montello
5
4
239
44
60
11.437
Totale posti
Il costo annuale sostenuto dall’utente per accedere al servizio rappresenta circa il 53%
del costo totale medio di una persona in carico al Centro Diurno; il rimanente 47% è a carico
della Regione.
grafico n. 16: Proporzione dei costi sostenuti da Regione e utente per i Centri Diurni.
Regione
47%
Utente
53%
99
L’offerta residenziale
Il sistema residenziale per anziani presente nel territorio dell’Ulss n. 8 comprende una
rete di Centri di Servizio a gestione pubblica o privata che offrono un’assistenza continuativa
dell’anziano non autosufficiente in strutture autorizzate dalla Regione ed attrezzate a garantire
prestazioni mediche e assistenziali complete.
L’offerta residenziale si articola in due livelli di assistenza: un livello di minimaridotta intensità con minore presenza di prestazioni sanitarie e un livello di media intensità
con maggiore presenza di prestazioni sanitarie, due unità di offerta, quindi, distinte in base al
carico assistenziale di cui gli ospiti necessitano, ma che hanno lo stesso obiettivo di garantire
all’utente un adeguato livello di assistenza sociale, medica, infermieristica, riabilitativa, e
alberghiera.
In un’ottica di miglioramento continuo dell’assistenza all’anziano, all’interno di ogni
struttura viene svolta un’attività di monitoraggio dello stato di salute dei pazienti, con cadenza
almeno mensile, da parte dei medici di medicina generale, come previsto dalle disposizioni
regionali. Tale attività, allo stesso tempo, ha anche un valore curativo e di prevenzione. E’
disponibile, inoltre, la consulenza di medici specialisti in riabilitazione funzionale, la cui
attività comprende sia interventi diagnostico-terapeutici che prescrizione di presidi, e medici
specialisti in dietologia che valutano le necessità degli ospiti in nutrizione enterale.
Di seguito si elencano le strutture presenti nel territorio di riferimento con
l’indicazione del comune di appartenenza. Per ogni struttura viene specificato il numero di
posti autorizzati per persone con maggiore o minore bisogno assistenziale, in base alla legge
regionale n. 22/2002, il numero complessivo di utenti in carico al centro di servizi e il totale
delle giornate di presenza.
tabella n. 50: Centri di Servizio presenti nel territorio dell’Ulss n. 8.
posti
autorizzati per
non
autosufficienti
n. totale di
utenti
transitati
nell’anno
n. totale di
giornate di
presenza
Centro residenziale per anziani
Castelfranco Veneto
“D. Sartor”
245
348
73.658
Casa di riposo “Villa Fiorita”
Cornuda
28
28
10.011
Casa di riposo “Aita”
denominazione struttura
comune
Crespano del Grappa
110
154
41.405
Casa di riposo per anziani “Villa
Crocetta del Montello
Belvedere”
83
125
28.197
Casa di riposo “Umberto I”
Montebelluna
97
157
36.691
Ipab “Opere Pie d’Onigo”
Pederobba
188
252
61.840
Istituti di soggiorno per anziani
Valdobbiadene
“San Gregorio”
176
263
63.456
Casa di riposo ed opere pie riunite Vidor
43
56*
13.947
92
164
36.672
99
134
35.726
Casa di riposo “Guizzo Marseille
Volpago del Montello
IPAB”
Casa di soggiorno “Prealpina”
Cavaso del Tomba
s.r.l.
100
OIC centro residenziale per
Vedelago
anziani “Mons. Lorenzo Crico”
Convento
“Immacolata
di
Vidor
Lourdes”
totale
117
189
41.958
12
11*
2.716
1.354
1.894
461.522
* stima del numero di utenti in carico causa dato mancante
Alcune di queste strutture sono dotate di unità di offerta specifiche per persone con
gravi patologie:
−
“Sezioni ad Alta Protezione Alzheimer” (S.A.P.A.), destinate a garantire l’assistenza a
persone affette da malattia di Alzheimer o altra forma di demenza con gravi problemi
neuro-comportamentali, che non trovano un’adeguata risposta con l’assistenza
domiciliare o altre forme di residenzialità assisitita;
−
“Stati Vegetativi Permanenti”, (S.V.P.) posti letto finalizzati a garantire l’assistenza a
persone in situazione di stato vegetativo permanente.
tabella n. 51: Strutture con posti letto S.A.P.A e S.V.P. presenti nel territorio di competenza.
denominazione struttura
n. posti letto SAPA
n. posti letto SVP
Centro residenziale per anziani “D. Sartor”
5
Casa di riposo “Umberto I”
10
Ipab “Opere Pie d’Onigo”
5
totale
20
Le fonti di finanziamento dei centri di servizio per gli utenti non autosufficienti sono
così ripartite: 55% Regione, 41% utente, 4% comune.
101
grafico n. 17: Proporzione dei costi sostenuti da Regione, utente e comune per le strutture residenziali.
Regione im pegn.
resid.
46%
Utente
41%
Com une
4%
Regione - FKT
2%
Regione MMG
7%
Il valore economico del sistema
La Regione del Veneto contribuisce al sostegno degli anziani con diverse tipologie di
contributi economici:
- l’impegnativa di residenzialità: è la quota di rilievo sanitario compresa nella retta del
centro di servizio che viene pagata dal Servizio Sanitario Regionale. Tale quota
conferisce al cittadino, che si trova al primo posto nella graduatoria del registro unico
per la residenzialità, il titolo per accedere ad uno dei centri di servizio disponibili;
- l’assegno di cura: è il contributo economico giornaliero erogato tramite il Comune,
che viene assegnato, alle famiglie che si prendono cura, a domicilio, della persona in
condizione di non autosufficienza evitandone il ricovero in strutture residenziali;
- il buono servizio (voucher): è la somma riconosciuta alla famiglia come aiuto per il
pagamento di servizi di accoglienza temporanea presso le strutture residenziali;
- l’assegno di sollievo: è un contributo assegnato alle famiglie in riferimento al
particolare carico assistenziale sostenuto in uno specifico periodo limitato.
La richiesta da parte della famiglia per l’assegno di sollievo e per il buono servizio
deve essere presentata al comune o all’ulss; alla domanda segue una valutazione da parte
dell’unità di valutazione multidimensionale distrettuale, che ne determina l’approvazione e
stabilisce l’entità del contributo in base alle risorse assegnate dalla Regione.
Se si considera il numero delle giornate di presenza nei centri di servizio degli ospiti
non autosufficienti che non usufruiscono dell’impegnativa di residenzialità e il valore medio
di una impegnativa (che si riferisce all’importo giornaliero pagato dal Servizio Sanitario
Regionale), si può stimare in 1.004.369,58 euro l’importo che servirebbe a coprire il
fabbisogno degli ospiti non autosufficienti al momento non titolari di impegnativa.
La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area anziani è di 31.709.148 euro
coperti per il 97,5 % dal bilancio sanitario e dal 2,5% dal bilancio sociale.
102
grafico n. 18: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area anziani nell’Ulss n. 8.
Bilancio sociale
2,5%
Bilancio sanitario
97,5%
Le problematiche socio-sanitarie emerse
Le problematiche relative alla gestione dei servizi dedicati agli anziani possono essere
sintetizzate come segue:
-
-
-
-
-
nelle liste di attesa per l’ingresso nei centri servizi sono iscritti all’incirca 160 utenti,
un terzo di questi hanno scelto di accedere ai centri di servizio pagando l’intera quota
in attesa di ottenere la titolarità dell’impegnativa;
l’aumento costante dell’utenza dei servizi di cure domiciliari e dei bisogni complessi
(cure palliative, nutrizione enterale domiciliare, ventilazione meccanica assistita,
medicazioni complesse, ecc.) e l’aumento della richiesta da parte delle unità operative
ospedaliere di presa in carico sempre più rapida da parte dei servizi territoriali per
quanto riguarda la dimissione protetta, sono due criticità importanti. Entrambe
incidono sull’organizzazione dei servizi i quali devono, a volte, demandare alla
famiglia certe attività più semplici, ma che comunque possono creare ansia o
sensazione di inadeguatezza da parte degli operatori sanitari e del caregiver;
risulta migliorabile l’integrazione della rete dei servizi per la presa in carico dei
pazienti affetti da demenza tramite l’avvio del Centro per il Decadimento cognitivo
(CDC) che assicurerà l’elaborazione di un piano assistenziale individuale e consentirà
una fattiva collaborazione fra Ambulatori integrati geriatrici, Servizi di Cure
Domiciliari, Servizi Sociali dei comuni, Ass.Volontariato e Centri Servizio;
altra criticità risulta essere l’integrazione fra Ospedale e territorio per la cura di diverse
patologie croniche dell’anziano come ad esempio la Broncopneumopatia cronico
ostruttiva, lo scompenso cardiaco, il diabete e le patologie osteo-degenerative. Sarà
infatti necessario creare dei percorsi specifici e facilitati sia per la diagnosi che per la
cura di queste patologie;
è necessario migliorare anche l’integrazione fra Ulss e Centri di Servizio con la
presenza del geriatra territoriale nelle Unità Operative interne per la discussione dei
casi più problematici. Sempre più spesso, infatti, le strutture devono accogliere ospiti
molto complessi dal punto di vista sanitario, come dimostra l’incremento di
assegnazione di utenti per RSA che è passato da 92 utenti nel 2008 a 148 nel 2009.
103
I progetti realizzati nel corso dell’anno
È stato realizzato il progetto “Cure palliative nei Centri Servizio” allo scopo di
garantire una consulenza medico-palliativistica e, se necessario anche infermieristica, a favore
di ospiti affetti da malattia oncologica in fase avanzata. L’obiettivo iniziale di assistere
almeno il 30% di questi utenti è stato abbondantemente superato avendo garantito le cure a
più del 50% dei soggetti (13 su 21 deceduti) e l’obiettivo per il 2010 è di incrementare
ulteriormente questa attività che viene svolta dal nucleo di cure palliative domiciliari del
Servizio di Cure Domiciliari.
Non specifico solo per l’area anziani, ma non per questo meno importante, è stato il
progetto che ha coinvolto l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Ospedale di Montebelluna, i
medici di medicina generale e la Medicina di Continuità nell’elaborazione di linee guida e di
protocolli condivisi riguardanti 3 percorsi di diagnosi e cura (Colon-proctalgia, Day surgery,
Senologia), che risultano di grande impatto per la numerosità di pazienti adulti e anziani
interessati.
I percorsi sono stati elaborati da 3 gruppi di lavoro, che hanno coinvolto 10 medici di
medicina generale e 6 chirurghi. I gruppi si sono riuniti 9 volte e i risultati sono stati condivisi
in 3 incontri in plenaria con i medici di medicina generale. L’obiettivo è quello di rendere
agevole ed efficace l’accesso dei pazienti razionalizzando le risorse.
104
IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Funzioni e organizzazione
funzioni
Il dipartimento di prevenzione è la struttura tecnico funzionale, dotata di autonomia
organizzativa e contabile, mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la
soddisfazione dei bisogni di salute connessi ad interventi di promozione e di prevenzione
relativamente agli stati e comportamenti individuali delle persone, all’ambiente fisico e
sociale della comunità di riferimento.
Tale struttura garantisce le seguenti funzioni di prevenzione collettiva e sanità
pubblica, anche a supporto dell’autorità sanitaria locale:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
funzioni di medicina legale;
tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento
agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali;
tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli
ambienti di lavoro;
tutela igienico sanitaria degli alimenti;
sorveglianza e prevenzione nutrizionale;
sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie
infettive e parassitarie;
farmacosorveglianza veterinaria;
igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Il dipartimento di prevenzione contribuisce, inoltre, alle attività di promozione della
salute e di prevenzione delle malattie cronico degenerative in collaborazione con l’ospedale
ed i distretti socio-sanitari.
Al dipartimento di prevenzione è preposto un responsabile, che risponde alla direzione
aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo
e della gestione, in relazione alle risorse assegnate ed in condizioni di equilibrio economico.
105
Organizzazione
Al 31 dicembre 2009, i livelli organizzativi e delle responsabilità del dipartimento di
prevenzione erano i seguenti:
tabella n. 1: livelli organizzativi e responsabilità del dipartimento di prevenzione.
sub struttura
centro di responsabilità
responsabile
direzione del dipartimento di
prevenzione
Direzione del dipartimento di prevenzione
Antonio D’Alba
servizi di sanità umana
igiene e sanità pubblica
Gianluigi Lustro
igiene degli alimenti e della nutrizione
Renato Ranieri
medicina legale
Aldo Piccioni
prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di
Tomaso Tidei
lavoro
servizi veterinari
educazione e promozione della salute
Massimo Melloni
unità territoriali dei servizi di sanità umana
Erminio Bonsembiante
sanità animale
Stefano De Rui
igiene degli alimenti di origine animale
Gianfranco Martini
igiene degli allevamenti e delle produzioni
Antonio D’Alba
zootecniche
Attività e risultati
Si presentano, di seguito, le attività svolte nel corso dell’anno 2009 e i risultati ottenuti
dai servizi del dipartimento di prevenzione, suddivisi per area tematica di offerta. Tali attività
hanno visto la collaborazione di tutti i servizi, ognuno impegnato nelle aree di propria
competenza, allo scopo di perseguire il raggiungimento degli obiettivi previsti per la struttura
operativa nel suo complesso.
106
AREA
PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE E VACCINAZIONI
Vaccinazioni
La Regione del Veneto, in conformità al piano nazionale vaccini, ha introdotto a
partire dal 2006 il nuovo calendario vaccinale per l’età evolutiva.
Nel 2008 la deliberazione della Giunta regionale n. 411 del 26 febbraio 2008 ha
aggiornato il calendario vaccinale esistente prevedendo:
• l’offerta attiva e gratuita del vaccino contro il Papilloma virus alle dodicenni a partire
dal 1° gennaio 2008; le coorti individuate per l’offerta della vaccinazione nel 2009
sono state quelle del 1997 e 1998;
• l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antimeningococco C al 6° anno di età
oltre che al 13° mese ed al 15° anno;
• l’offerta del vaccino antivaricella congiuntamente ai vaccini anti morbillo-parotiterosolia nella formulazione tetravalente oltre che al 14° anche al 6° anno di età a
partire dal 2011.
Con la Legge Regionale n. 7 del 23 marzo 2007 entrata in vigore dal primo gennaio
2008, è stata, inoltre, abolita in tutta la Regione Veneto l’obbligatorietà delle vaccinazioni che
vengono ora classificate come raccomandate; questo risultato è stato possibile grazie alle
elevate coperture vaccinali raggiunte nella Regione.
Queste modifiche hanno comportato una svolta culturale da parte dell’operatore dei servizi di
vaccinazione, essendo stato formalizzato un cambiamento ormai già in atto da alcuni anni, che
prevede il passaggio dall’obbligo alla scelta consapevole e responsabile alle vaccinazioni.
I risultati conseguiti, che emergono dai dati al momento disponibili, dimostrano che
complessivamente i livelli di copertura vaccinale raggiunti nell’azienda sanitaria n. 8, sono
buoni, nonostante si sia verificata una lieve flessione rispetto agli anni precedenti.
In particolare dalla rilevazione annuale delle attività vaccinali al 31 dicembre 2009 risultano
le seguenti coperture calcolate sulla coorte dei nati nel 2007 e specificate nella tabella
sottostante.
tabella n. 2: coperture vaccinali ed inadempienti nell’Ulss n. 8. Dati al 31.12.2009
vaccino
antipolio
antidifto – tetanico - pertossico
antiepatite b
antimorbillo – parotite - rosolia
anti aemophilus influenzae b
inadempienti
copertura vaccinale in %
95%
95%
94%
91%
94%
3%
Per la vaccinazione anti-Papilloma virus introdotta dalla modifica del calendario
dell’età evolutiva, si sono ottenuti risultati soddisfacenti raggiungendo una copertura
vaccinale del 69% e del 54% rispettivamente per le coorti del 1997 e del 1998.
107
tabella. n. 3: coperture vaccinali per anti-papillomavirus nell’Ulss n. 8. Dati al 31.03.2010
coorte
1997
1998
numerosità coorte
1243
1272
vaccinati con una dose
859
685
copertura in %
69
54
E’ continuata l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni previste per le persone
splenectomizzate e della vaccinazione contro l’epatite A ai bambini dai 5 mesi ai 14 anni
provenienti da paesi ad elevata endemia, al fine di evitare casi di malattia dopo un viaggio nei
paesi di origine. E’ continuata l’offerta della vaccinazione antipneumococco per limitare la
malattia invasiva nell’anziano e nel corso del 2009 è stata disposta la chiamata attiva per la
coorte dei nati nell’anno 1944, raggiungendo una copertura vaccinale del 53 %.
Con l’obiettivo di ridurre i rischi per la salute causati da complicanze gravi
dell'influenza nelle persone a rischio, con particolare riferimento alla popolazione anziana di
età pari o superiore a 65 anni, è stata organizzata anche nell’anno 2009/2010 la campagna di
vaccinazione antinfluenzale, che ha operativamente coinvolto i medici di medicina generale,
le unità territoriali dei servizi di sanità umana, le case di riposo ed alcune unità operative
ospedaliere. Complessivamente su una popolazione di 43.994 soggetti di età pari o superiore a
65 anni sono stati vaccinati 27.982 soggetti raggiungendo una percentuale di copertura del
63,6 % (come per gli anni precedenti il dato non comprende le vaccinazioni effettuate
privatamente).
tabella n. 4: campagne di vaccinazione antinfluenzale. Coperture della popolazione anziana ≥ 65 anni.
anno
2004/2005
2005/2006
2006/2007
2007/2008
2008/2009
2009/2010
percentuale di anziani ≥ 65 anni vaccinati
65,6%
70,6%
67,2%
65,3%
64,7%
63,6%
Nel corso del 2009 si è fatto fronte all’influenza pandemia provocata dal virus H1-N1,
iniziata verso marzo, che ha impegnato l’azienda in azioni atte al contenimento della
diffusione della malattia: indagine epidemiologica, profilassi farmacologica, sorveglianza
sanitaria attiva e passiva.
Dopo i primi casi notificati che hanno interessato essenzialmente persone di ritorno da
viaggi all’estero, soprattutto dall’Inghilterra, i casi di contagio sono progressivamente
aumentati fino alla 46^ settimana per poi ridursi e mantenersi sotto la soglia epidemica con 89 casi ogni 10.000 persone (valori 15 volte inferiori rispetto al picco di 120 casi/10.000
nell’ultima settimana del 2009).
Come nella influenza stagionale, durante il picco tra la 46^ e la 47^ settimana del 2009
i più colpiti sono stati i bambini (incidenza settimanale 300 casi/10.000 nella fascia 0-4 anni
e addirittura di 450 casi/10.000 nella fascia 5-14 anni). Meno colpite sono state le fasce oltre
i 50 anni probabilmente per aver preso in passato una influenza A (H1N1) simile (l’influenza
“russa” nel 1977).
Secondo le indicazioni internazionali, ministeriali e del Dipartimento di Prevenzione
della Regione Veneto si è proceduto nei mesi di novembre e dicembre 2009 ad una campagna
108
vaccinale contro il virus pandemico H1-N1 che ha coinvolto, nella prima fase, le categorie di
persone occupate in servizi essenziali, quali Sanità, Forze dell’Ordine, Emergenza;
successivamente le persone a rischio per patologia, i bambini ed il resto della popolazione.
Le categorie a rischio sono state invitate con lettera personalizzata. Sono state
utilizzate le sedi di Valdobbiadene, Pederobba, Crespano, Asolo e due centri vaccinali
appositamente allestiti presso l'ex-pronto soccorso di Castelfranco e Villa Pullin di
Montebelluna. Le persone a rischio "per patologia", individuate dalle indicazioni dell'OMS,
che hanno risposto all’invito per la vaccinazione sono state oltre 3.512 su 18.000 con una
adesione del 19,5% (doppia rispetto alla vaccinazione antinfluenzale stagionale); nella tabella
n. 5 sono riportati i risultati della campagna di vaccinazione contro il virus H1-N1.
tabella n. 5: vaccinazioni contro il virus H1-N1 nell’Ulss n. 8. Dati al 31.12.2009
numerosità
coorte
2500
vaccinati con
una dose
431
copertura
in %
17,2%
2500*
39
1,6%
2500*
44
1,8%
7900
2500*
1900
77
48
84
1%
1,9%
4,4%
1400
161
11,5%
non stimato
24
non stimato
15
non stimato
26
persone di età compresa tra i 6 mesi e i 17 anni
37745
325
0,9%
persone di età compresa tra i 18 anni e i 27 anni
anziani
altri
* stima
25189
non stimato
non stimato
47
114
67
0,2%
popolazione eleggibile
personale sanitario e sociosanitario
personale delle forze di pubblica sicurezza e
protezione civile
personale che assicura i servizi essenziali (legge
146/1990)
donatori di sangue
personale addetto all’istruzione pubblica
donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza
assistenza bambini età inferiore ai sei mesi
bambini con meno di 24 mesi nati gravemente
pretermine
bambini di età superiore a 6 mesi che
frequentano asilo nido
minori che vivono in comunità o istituzionalizzati
Nel mese di dicembre 2009 è iniziata nel nostro territorio una epidemia di morbillo
che ha coinvolto alcune comunità scolastiche, soprattutto nei comuni di Montebelluna,
Trevignano, Vedelago e Giavera del Montello.
L’epidemia ha avuto un caso indice importato dall’estero e ha trovato facile terreno di
espansione in bambini non vaccinati che frequentavano la stessa comunità scolastica. Oltre ai
bambini sono stati interessati dalla malattia anche numerosi giovani adulti che non erano stati
precedentemente vaccinati. Complessivamente, nel 2009, sono stati notificati 25 casi di
morbillo e l’epidemia è terminata nei primi mesi del 2010. Secondo le indicazioni ministeriali
e del Dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto si è proceduto a mettere in atto tutte
le azioni necessarie al contenimento della diffusione della malattia: indagine epidemiologica,
informazione ed educazione sanitaria ai singoli e alla comunità, vaccinazione dei soggetti
suscettibili (che non avevano contratto la malattia e che non erano vaccinati).
Le medesime azioni necessarie al contenimento della diffusione della malattia sono
state messe in atto anche al verificarsi di un piccolo focolaio epidemico di epatite A.
109
L’intervento di Sanità Pubblica, nei casi sopra descritti, di epidemia o pandemia, è un
intervento complesso, che coinvolge tutto il personale dei servizi di sanità umana del
Dipartimento di Prevenzione, servizi della struttura ospedaliera e distrettuale dell’azienda
sociosanitaria e spesso altri enti locali e il mondo dell’associazionismo. Nel caso
dell’influenza pandemica le azioni sono state pianificate, coordinate e monitorate da una
specifica Unità locale di crisi, la quale, tra le altre attività svolte, ha individuato la necessaria
strategia comunicativa aziendale per fornire una corretta percezione del rischio alla
popolazione.
Profilassi delle malattie infettive per viaggiatori
L’ambulatorio dedicato alla profilassi delle malattie del viaggiatore, con sede presso il
Dipartimento di Prevenzione, ha registrato 1082 accessi: come nel precedente anno, circa un
terzo delle richieste è motivato da viaggi per lavoro, il 25% delle consulenze è richiesto da
cittadini extracomunitari mentre il rimanente 42% è costituito da persone che viaggiano
prevalentemente per turismo o volontariato.
grafico n. 1 : interventi di profilassi internazionale nell’Ulss n. 8. Anno 2009
42%
33%
lavoro
ritorno al paese di origine
(extracomunitari)
turismo
25%
Per garantire una risposta adeguata ai bisogni dei viaggiatori la modalità di accesso
ambulatoriale si è mantenuta flessibile in modo da poter rispondere in modo appropriato ad
esigenze di priorità o necessità legate alla tipologia, alla durata del viaggio e alla data di
partenza. Ciò ha permesso di effettuare tutte le consulenze in tempo utile per la partenza, così
da ridurre il più possibile i rischi sanitari per il viaggiatore anche attraverso la consegna di
materiale informativo aggiornato secondo gli indirizzi del “Centro di Riferimento Regionale
per i Viaggiatori Internazionali”, specifico per le varie profilassi. Nel corso dell’anno si è
posta particolare attenzione nel pubblicizzare questo servizio, attraverso la stampa locale, i
servizi vaccinali e anche attraverso la formazione - informazione dei medici di medicina
generale ed i pediatri di libera scelta.
Vigilanza igienica sulle attività di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione
L’obiettivo di salute insito nelle pratiche di disinfezione e disinfestazione è la
prevenzione delle malattie infettive trasmesse da vettori e per raggiungere tale obiettivo sono
state promosse e coordinate nel territorio le attività di disinfestazione da ratti e da zanzare,
secondo provati criteri di efficacia ed efficienza, nelle aree pubbliche e ad uso pubblico, in
collaborazione con gli uffici comunali competenti e in osservazione al vigente atto di intesa
tra azienda Ulss n. 8 e Comuni (approvato nella conferenza dei sindaci del 26 gennaio 2005).
110
E’ stato garantito il monitoraggio ed il controllo della diffusione delle zanzare nei
territori comunali, con particolare riferimento ad Aedes albopictus (zanzara tigre), favorendo
gli interventi di disinfestazione programmati con cadenza mensile sulle caditoie pubbliche. Si
utilizzano prodotti antilarvali, più efficaci nel limitare la diffusione dei focolai endemici,
rispetto ai prodotti adulticidi usati negli interventi effettuati “una tantum” e che risultano
meno rispettosi della tutela ambientale.
Relativamente ai ratti si è garantito il monitoraggio ed il controllo dell’endemia nei
territori comunali sia con interventi di derattizzazione programmati stagionalmente con
cadenza quindicinale, che attraverso interventi “urgenti”, effettuati cioè a breve termine e
conseguenti alle segnalazioni provenienti dai cittadini. L’utilizzo in tutto il territorio di
mangiatoie per la distribuzione delle esche, in sostituzione della tecnica a “spaglio”, ha
garantito un maggior rispetto della tutela ambientale oltre alla tutela della salute dell’uomo e
degli animali.
E’ stata garantita l’attività di vigilanza igienico sanitaria sugli interventi di
disinfestazione e derattizzazione suddetti, per la verifica delle condizioni previste dal
capitolato d’appalto e per la verifica dell’efficacia degli interventi stessi, come evidenziato in
tabella n. 6.
tabella n. 6: vigilanza igienico sanitaria sugli interventi di disinfestazione. Tipologia di interventi.
anno
2008
2009
vigilanza disinfestazione (zanzare)
vigilanza derattizzazione (ratti)
n. aree vigilate
n. caditoie controllate
n. aree vigilate
8
6
288
270
8
12
n. mangiatoie
controllate
24
36
Controllo delle malattie sessualmente trasmesse
Anche nell’anno 2009 è stata assicurata l’esecuzione gratuita ed in anonimato del test
HIV, garantendo il “counseling” previsto alle persone che richiedono tale esame; questa
pratica è importante per il cittadino con rischio specifico. Sono state soddisfatte tutte le
richieste degli utenti grazie alla flessibilità degli orari per l’accesso.
Controllo della tubercolosi
La tubercolosi costituisce tuttora un rilevante problema di sanità pubblica per il cui
controllo è necessario un intervento organico di riduzione della diffusione della malattia nella
popolazione.
Il Dispensario Funzionale ha svolto attività di coordinamento strutturato tra il centro
clinico (ambulatorio pneumologico territoriale), il servizio igiene e sanità pubblica e le unità
territoriali dei servizi di sanità umana, lavorando in stretta collaborazione con i servizi di
medicina di comunità e con l’ospedale al fine di garantire percorsi agevolati per il
riconoscimento e trattamento tempestivo dei casi di tubercolosi.
Nelle due sedi territoriali del dispensario funzionale, situate a Castelfranco e a
Montebelluna, vengono seguiti sia i pazienti in trattamento antitubercolare dopo la dimissione
ospedaliera, sia le persone che sono state a stretto contatto di un ammalato. Tutte le attività
111
svolte rispecchiano quanto previsto dai protocolli operativi elaborati sulla base delle più
recenti ed aggiornate linee guida regionali. Fondamentale, al fine di identificare precocemente
i contatti di un caso di infezione, è l’attività di indagine epidemiologica che viene svolta dal
personale con funzioni di igiene e sanità pubblica presso le sedi territoriali.
Oltre al proseguo delle attività in essere da anni, come le visite ambulatoriali per
“casi” di tubercolosi e i “contatti” di casi, è stato dato ampio sviluppo all’isolamento
domiciliare (con periodici accessi domiciliari sia infermieristici che medici) riducendo i tempi
di ricovero ospedaliero presso i reparti specialistici di malattie infettive e dando la possibilità
alla persona ammalata di essere seguita in sicurezza presso la propria abitazione e quindi in un
ambiente più confortevole.
Nella tabella successiva viene schematizzata l’attività complessiva con particolare
riferimento al numero di visite ambulatoriali e agli accessi domiciliari medici ed
infermieristici.
tabella n. 7: Dispensario Funzionale: prestazioni ambulatoriali e domiciliari. Anno 2009
Sede di Castelfranco Veneto Sede di Montebelluna
visita ambulatoriale in “caso” di tb
107
108
visita ambulatoriale in contatto di caso di tb
233
436
accesso infermieristico domiciliare
6
63
accesso in caso di isolamento domiciliare
-
65
Malattie infettive a sorveglianza estrema
Per le malattie infettive a sorveglianza estrema, conseguenti ad importazione (es.
S.A.R.S.) o ad attacchi bioterroristici (es. Antrace), si è mantenuto il servizio di pronta
disponibilità notturna e festiva dei dirigenti medici e dei tecnici della prevenzione, per
garantire l’attività inerente alle emergenze di sanità pubblica 24 ore su 24. Con deliberazione
del direttore generale n. 426 del 3 maggio 2006, è stato individuato il gruppo operativo locale
(unità di crisi locale) per la gestione delle emergenze.
112
AREA
PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE
La patologia oncologica rappresenta in Italia la seconda causa di morte; i dati relativi
agli ultimi anni mostrano, comunque, una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese,
più marcata nel centro-nord rispetto al sud. Si tratta di risultati importanti che dipendono sia
dal miglioramento della diagnostica e dell'efficacia delle terapie a disposizione, sia dalla
maggiore precocità delle diagnosi grazie ad attività di screening organizzato.
Già alla fine degli anni ’90, recependo le indicazioni nazionali e regionali in materia di
prevenzione oncologica, l’unità locale socio-sanitaria n. 8 ha attivato su tutto il suo territorio
lo screening citologico e lo screening mammografico. Attualmente i due programmi per la
diagnosi precoce dei tumori della mammella e del collo dell’utero rivolti rispettivamente alle
donne dai 50 ai 69 anni e dai 25 ai 64 anni, nell’unità locale socio-sanitaria n. 8 sono una
realtà ormai consolidata.
A partire dal 2007 è stato attivato un terzo programma di prevenzione oncologica per
la diagnosi precoce del carcinoma colorettale.
I tre programmi sono gestiti dalla centrale operativa degli screening, centro unico per
l’organizzazione e valutazione dei programmi di screening oncologico, che con personale
dedicato e appositamente formato svolge le funzioni di segreteria, gestione degli inviti,
raccolta e registrazione dei dati di attività, valutazione dei risultati e coordinamento delle
funzioni di front office e call-center per i cittadini.
tabella n. 8: programmi di screening nell’unità locale socio sanitaria n. 8. Protocolli d’intervento.
screening per la diagnosi
precoce di:
tumori del collo dell’utero
tumori della mammella
tumori del colon-retto
fascia di età
test di screening
periodicità
25-64 anni
50-69 anni
50-69 anni
pap-test
mammografia
ricerca sangue occulto fecale
triennale
biennale
biennale
anno di
inizio
1998
1999
2007
Nel corso dell’anno 2009 è continuato il quarto round di screening citologico che
vede coinvolte nell’arco di tre anni circa 68.000 donne: per favorirne la partecipazione si sono
mantenute aperte tutte le sedi periferiche di prelievo.
Gli ultimi dati di attività disponibili mostrano che 19.912 donne sono state invitate ad
eseguire un pap test di screening. Il tasso corretto di adesione, in base ai dati attualmente
disponibili, è stimato pari al 65%, in aumento rispetto all’ultimo biennio di attività.
tabella n. 9: screening citologico. Tassi corretti di adesione dal 2000 al 2009.
anno
2000
tasso corretto
43,1
di adesione
*dato non definitivo
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
39,6
51,6
80,8
52,2
47,7
67,1
57,3
52.9
65,0*
113
I dati di approfondimento attualmente disponibili per lo screening citologico
evidenziano che, su 13.000 donne che si sono sottoposte ai test previsti dal programma, sono
state complessivamente riscontrate 85 lesioni precancerose o tumorali più o meno gravi.
Relativamente allo screening mammografico, è stato completato il 5° round biennale
di screening 2008-2009. Un primo esame dei dati mostra, per alcuni indicatori, risultati più
che soddisfacenti: il programma ha mantenuto gli eccellenti livelli di estensione raggiunti
negli anni precedenti. Il numero di donne invitate, dall’inizio dello screening nel mese di
novembre dell’anno 1999, è andato progressivamente aumentando, stabilizzandosi negli
ultimi anni. Nel corso del 2009 le donne invitate sono state 14.342, in aumento rispetto agli
anni precedenti.
tabella n. 10: screening mammografico. Donne invitate dal 1999 al 2009.
anno
1999 2000 2001 2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
donne
1.257 6.684 8.921 10.120 12.791 13.355 13.074 13.859 13.691 13.199 14.342*
invitate
* dato non definitivo
Il tasso corretto di adesione complessivo, per il primo e il secondo passaggio,
nell’anno 2009 ha raggiunto un valore soddisfacente pari a 77,91%. L’adesione delle donne
invitate che effettuano l’esame per la prima volta nel corso dell’anno è stata pari al 47,73%.
tabella n. 11: screening mammografico. Tassi corretti di adesione dal 2000 al 2009.
anno
tasso corretto
di adesione
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
56,0%
56,2%
80,7%
66,8%
63,9%
68,5%
77,2%
76,2%
2008
2009
78,8% 77,91%
* dato non definitivo
Il programma di screening colorettale avviato nel marzo 2007, ha visto la
conclusione del 1° round di screening (biennale) e l’inizio del 2° che interesserà nell’arco di
due anni 57.435 persone. La popolazione interessata dal programma è costituita dai maschi e
dalle femmine di età compresa tra i 50 e i 69 anni, invitati a partecipare con lettera
individuale. Il modello di screening adottato prevede la collaborazione con le farmacie del
territorio per la distribuzione e la raccolta del test.
I risultati provvisori dell’attività relativa al 2009 sono più che soddisfacenti: sono state
invitate ad eseguire il test 26.212 persone di cui 19.212 hanno risposto alla chiamata
determinando un’adesione pari al 73.23%.
I dati di approfondimento, non definitivi, attualmente disponibili, evidenziano che, nel
corso del 2009 per lo screening colorettale, su 19.212 soggetti che si sono sottoposti ai test
previsti dal programma, sono stati riscontrati 546 tumori di cui 51 carcinomi maligni e 495
adenomi, cioè lesioni a rischio di degenerazione in carcinoma.
114
AREA
PROMOZIONE STILI DI VITA SANI
Prevenzione dei traumi stradali
Nel corso del 2009, è proseguita l'attività di counselling svolta durante le visite
mediche per l'idoneità alla guida dell'auto e del ciclomotore, con particolare riguardo alla
prevenzione dell'uso degli alcolici nei giovanissimi e negli anziani. E' stato distribuito
materiale informativo sulla sicurezza stradale (decalogo del buon guidatore, tabella
riguardante i tassi alcolemici, opuscoli del Ministero dei Trasporti).
E’ proseguita la collaborazione con il Dipartimento delle Dipendenze per la
prevenzione dell'uso degli alcolici durante la guida e, a riguardo, è stato prodotto un
protocollo in comune con la Commissione medica patenti di Treviso allo scopo di snellire e
uniformare la procedura per il rinnovo della patente di guida nei casi di violazione
dell'articolo 186 del Codice della Strada.
Nell'ambito dei Progetti Educativi per le scuole l’azienda, durante l'anno scolastico
2008-2009, si è impegnata nella distribuzione alle classi quarte superiori di alcuni Istituti
Scolastici presenti nel nostro territorio, di un questionario riguardante:
•
•
le strategie più efficaci nel sensibilizzare i giovani sul problema della sicurezza
stradale;
i comportamenti più a rischio di incidenti stradali.
Gli Istituti coinvolti nel progetto, IPSIA di Castelfranco Veneto, IPSSAR Maffioli di
Castelfranco Veneto e Possagno, Istituto Agrario "Domenico Sartor" di Castelfranco Veneto e
Montebelluna, hanno visto la partecipazione di 17 classi, per un totale di 304 studenti.
L'elaborazione dei questionari ha fatto emergere che il 62% degli studenti considera le
testimonianze dirette come la strategia di prevenzione più efficace, seguita per il 46% dagli
spot cruenti. Tra i comportamenti maggiormente rischiosi, il 56% degli studenti ha indicato il
consumo di alcol e il 41% l'uso di sostanze stupefacenti.
Insieme alla distribuzione del questionario, si sono svolte alcune lezioni interattive,
per un totale di due ore per classe; il gruppo di lavoro era formato da un medico del
Dipartimento di Prevenzione, da uno o più agenti della Polizia Locale e da un rappresentante
dell'Associazione Familiari Vittime della Strada. Ad ogni lezione erano presenti gli
insegnanti, che sono intervenuti con opportuni collegamenti con la rispettiva materia di
studio. In collaborazione con il Servizio Alcologia e Tabagismo si sono svolti due incontri
formativi diretti ai medici di medicina generale sugli effetti dell'alcol, con discussione sulle
problematiche correlate al rischio durante la guida.
Infine, nell’esprimere i pareri igienico sanitari sulle varianti ai piani regolatori generali
e sugli altri strumenti urbanistici presentati dai comuni, si è enfatizzato il ruolo che la buona
viabilità assume nell'ambito della prevenzione dei traumi da traffico.
115
Prevenzione dell’uso di tabacco
Nell’ambito della prevenzione delle malattie provocate dal fumo di tabacco, è
continuata l’attività di sensibilizzazione del personale dipendente e dell’utenza
sull’importanza di avere aree di pertinenza e strutture sanitarie dove non si fuma, attraverso la
verifica di segnalazioni pervenute al servizio, il controllo della cartellonistica ed interventi
periodici di vigilanza delle aree e delle strutture.
E’ continuato il supporto del personale alle attività di docenza nei corsi per smettere di
fumare organizzati dal Servizio Alcologia e Tabagismo e alle attività di prevenzione dei danni
da fumo organizzate nell’ambito del territorio dell’azienda socio sanitaria.
Promozione dell’attività motoria finalizzata alla riduzione del rischio cardiovascolare
Numerose ricerche evidenziano l’importanza dell’attività motoria per la salute e ci
sono evidenze che dimostrano come sia possibile indurre la popolazione a modificare
consolidati stili di vita a favore di altri più idonei a prevenire la comparsa o l’aggravamento di
patologie croniche degenerative. Su questa linea è continuato il lavoro d’implementazione
dell’attività motoria finalizzata alla riduzione del rischio cardiovascolare, soprattutto per
alcune categorie di soggetti a rischio.
L'azienda, con questo scopo, ha posto in atto diverse attività tra le quali, ad esempio, la
promozione e la prescrizione dell’attività fisica nell’ambulatorio nutrizionale del servizio di
igiene degli alimenti e nutrizione per tutti i pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e,
inoltre, la promozione dell’uso delle scale al posto dell’ascensore, nelle strutture sanitarie, sia
per i dipendenti sia per gli utenti, attraverso una pubblicizzazione dell’iniziativa con
manifesti, depliant esplicativi e monitoraggio del processo.
Nel corso dell’anno 2009 è stata predisposta un’azione di sensibilizzazione delle
amministrazioni comunali attraverso l'invio di indicazioni specifiche per l’attivazione di
percorsi pedonali, piste ciclabili e percorsi vita, nell'ambito della valutazione di Piani
Regolatori Generali, Piani Attuativi Territoriali, Piani di Intervento, Lottizzazioni non private
ed altri strumenti urbanistici.
Attività nutrizionale
Nell’ambito dell’attività nutrizionale e della promozione di stili di vita sani, a partire
dal mese di luglio 2009 è stato attivato, con una sede a Castelfranco Veneto ed una a
Montebelluna, l’ambulatorio nutrizionale organizzato dal servizio igiene alimenti e nutrizione
in collaborazione con il servizio delle unità territoriali di sanità umana del Dipartimento di
Prevenzione.
L’ambulatorio, volto alla promozione della corretta alimentazione e dell’attività fisica,
si prefigge come obiettivo quello di sensibilizzare le persone verso stili alimentari sani e verso
la consapevolezza dell’importanza delle scelte alimentari. Si propone di operare una
rieducazione alimentare negli utenti con scorretta alimentazione; di aumentare la motivazione
al cambiamento dello scorretto stile di vita negli utenti poco interessati; di stimolare uno stile
di vita fisicamente attivo, contrastando il più possibile la sedentarietà, con prescrizioni
personalizzate dell’attività fisica.
116
Dall’apertura fino alla fine del 2009 sono state effettuate n. 190 visite nutrizionali. E’
continuato anche il collegamento con il gruppo di lavoro regionale che si occupa degli
ambulatori nutrizionali dei servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione ed il
collegamento con iniziative locali di promozione di corretti stili di vita.
L'attività nutrizionale è proseguita con la produzione di pareri sui menù scolastici,
oltre ai controlli nutrizionali sulle tabelle dietetiche e sugli aspetti igienico sanitari dei pasti
serviti nelle scuole. I menù esaminati sono apparsi nel complesso bilanciati dal punto di vista
nutrizionale ed elaborati secondo le linee guida regionali.
Nell’ambito del progetto nazionale denominato “Okkio alla salute” che, nell’anno
2009, ha riguardato gli alunni delle classi terze delle scuole primarie del territorio di
competenza, sono stati svolti interventi di educazione alimentare presso le scuole, prendendo
spunto dai risultati emersi dallo studio con l'obiettivo di promuovere le corrette abitudini
alimentari e l’esercizio dell’attività fisica.
Studio PASSI
L’obiettivo generale del progetto è stato quello di monitorare alcuni aspetti della salute
della popolazione, dalle abitudini di vita (alcol, fumo, alimentazione, attività fisica),
all’offerta ed all’utilizzo di strumenti di prevenzione (screening, vaccinazione contro rosolia e
influenza), alla sicurezza stradale e domestica.
PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di
sorveglianza locale con valenza regionale e nazionale. La raccolta dati avviene tramite la
somministrazione di un questionario telefonico, standardizzato e validato a livello nazionale
ed internazionale, ad un campione di persone tra i 18 ed i 69 anni, estratto casualmente dalle
liste dell’anagrafe sanitaria delle Ulss.
Il progetto nel 2009 si è consolidato con la prosecuzione delle interviste e la
realizzazione delle prime azioni di analisi dei dati e comunicazione dei risultati.
E’emerso che, nel 2009, sono state intervistate 283 persone con una media di 25
interviste mensili. Una buona rappresentatività dei dati raccolti con la sorveglianza è legata
all’ottenimento di buoni tassi di risposta e di bassi tassi di rifiuto e di soggetti non reperibili.
Pertanto il sistema prevede per i tassi di risposta e di rifiuto anche standard di desiderabilità,
accettabilità, attenzione ed allarme.
Il tasso di risposta nell’Ulss n. 8 è dell’85 % , mentre il tasso di rifiuto è del 4,5 %;
entrambi sono considerati tassi standard desiderabili.
117
IGIENE URBANA ED AMBIENTALE
Igiene urbana
E’ stata mantenuta nell’anno 2009 la collaborazione tra i servizi del dipartimento di
prevenzione attraverso per la formulazione di pareri igienico sanitari integrati, con riduzione
dei tempi di attesa da parte del privato, e maggior osservanza delle prescrizioni espresse con il
parere.
Sempre nell’ambito delle problematiche territoriali comunali e provinciali, nel corso
dell’anno 2009 è proseguito il coinvolgimento e la collaborazione sul “progetto preliminare
del piano territoriale di coordinamento provinciale” con la partecipazione ai tavoli tecnici
provinciali.
E’ stata mantenuta la vigilanza igienico sanitaria sulle strutture di balneazione e, con il
duplice obiettivo di evitare azioni disgiunte e favorire un approccio integrato, è stata
mantenuta la programmazione congiunta dell’attività di vigilanza nelle attività alberghiere ed
extra-alberghiere da parte dei servizi del dipartimento di prevenzione.
Sono state confermate le collaborazioni con gli istituti per l’edilizia residenziale
agevolata al fine del rilascio dei certificati igienico sanitari previsti dalla normativa vigente.
Igiene ambientale
E’ stato mantenuto il lavoro di collaborazione con i Comuni per una corretta gestione
del territorio, mediante il rilascio di pareri preventivi su progetti edilizi, in modo particolare in
campo artigianale e industriale; l’attività è tesa a limitare i rischi sanitari connessi
all’inquinamento ambientale.
Nell'ambito dell’igiene ambientale si continua a partecipare attivamente ai tavoli
tecnici indetti da Comuni, Provincia e ARPAV ed inoltre vengono promossi, su richiesta o in
collaborazione con i Comuni, interventi rivolti alla popolazione, riguardanti specifici quesiti
ambientali, in modo particolare su PM10, campi elettromagnetici, amianto e radon. Permane
la disponibilità a fornire consulenze o chiarimenti su tali argomenti anche a privati cittadini o
a strutture comunitarie/collettive.
Nell'ambito del controllo dei rischi connessi all'inquinamento ambientale, con
particolare riferimento alle indagini ambientali previste dal documento del ministero della
sanità del 4 aprile 2000 "Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi", nel
2009 si è mantenuta l'attività di controllo dei rischi di legionellosi nelle case di riposo
attraverso l'implementazione del progetto " Le attività di prevenzione attiva per la salute della
comunità: il controllo della legionella nelle case di riposo" promosso dal servizio igiene e
sanità pubblica, e si è, inoltre, mantenuta l'attività di campionamento di acqua per il consumo
umano presso la singola utenza conseguente alla notifica di "caso" di legionella.
118
AREA
PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Nel corso dell’anno 2009, l’unità locale socio sanitaria ha perseguito, per alcuni
bisogni di salute, una politica di mantenimento dei livelli di soddisfazione già garantiti, nei
termini di seguito descritti:
-
-
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sono stati mantenuti i livelli prestazionali di attività di vigilanza e controllo degli ambienti
di lavoro, le visite mediche con accertamenti specialistici, gli interventi per la tutela delle
categorie deboli (gravide, minori e disabili), il coordinamento e controllo dell’attività dei
medici competenti aziendali, la gestione di registri di lavoratori esposti a rischio.
L’insieme di tali prestazioni è finalizzato alla riduzione dell’incidenza di infortuni sul
lavoro e malattie professionali, in particolare dei decessi per tumori da rischio lavorativo
specifico diagnosticabili precocemente;
è ormai consolidata, presso la sede di Castelfranco Veneto, l’operatività dell’ambulatorio
specialistico di allergologia occupazionale finalizzato a soddisfare una esigenza
diagnostica dell’azienda, dare supporto ai medici competenti e curanti del territorio e
fornire una prestazione tempestiva in ambito u.l.ss. con ricaduta positiva sulla riduzione
delle liste di attesa esistenti. L’attività è integrata con lo specialista dermatologo del
poliambulatorio di Castelfranco Veneto per una presa in carico dei pazienti in una unica
struttura e sessione ambulatoriale;
con riferimento alla presenza di fattori di rischio negli ambienti di lavoro, è proseguita
l’attività di vigilanza e controllo e sono stati dati pareri preventivi sugli insediamenti
produttivi e sui piani di lavoro amianto;
in modo particolare è ormai pratica permanente il cosiddetto sistema della “vigilanza
qualificata” che prevede la preventiva concertazione degli interventi con le parti sociali,
l’invito degli imprenditori a riunioni tecniche con diffusione di materiale tecnico
operativo e la successiva verifica ispettiva con consegna del verbale in contradditorio
tecnico con le aziende;
è stato, inoltre, mantenuto il sistema di sorveglianza sanitaria nei lavoratori ex esposti ad
amianto non più in carico alle aziende, attraverso l’attivazione di un protocollo
diagnostico mirato, concordato con la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di
Padova. Tale protocollo prevede la presa in carico delle conseguenti problematiche
assicurative e medico legali. Sono stati esaminati nel corso dell’anno 169 soggetti che
portano a circa 1.400 il numero di lavoratori informati, visitati e sottoposti ad
accertamenti specialistici, nel periodo 2000 – 2009, garantendo la presa in carico di tutti i
soggetti ad alta esposizione. E’ stato esteso il programma anche ad ex lavoratori in
comparti atipici o esposti ad amianto non appartenenti all’Ulss n. 8;
nell’ambito dello scarso livello di percezione dei rischi legati a comportamenti scorretti in
occasione di lavoro, sono state ulteriormente incrementate le attività di assistenza,
educazione ed informazione sanitaria ed è stato prodotto del materiale educativo. In
particolare sono stati realizzati interventi didattico-formativi in tutti gli istituti tecnici e
professionali dei comuni dell’Ulss n. 8;
per quanto concerne i comportamenti scorretti degli imprenditori, in riferimento ai fattori
di rischio lavorativo, è stata assicurata assistenza sull’applicazione delle norme di
119
-
prevenzione e sulla soluzione di problemi di sicurezza. E’ inoltre attiva in collaborazione
con l’INAIL, l’Unindustria e la Regione, una rete regionale accessibile tramite web,
composta da aziende con esperienze concrete e condivisibili in tema di prevenzione e
sicurezza sul lavoro (Progetto Azienda sana);
è stata completata, infine, l’implementazione del software gestionale comune per tutti gli
SPISAL del Veneto relativo alle procedure di vigilanza, autorizzazione e polizia
giudiziaria.
Per quanto concerne gli obiettivi di sviluppo che l’azienda si è posta per l’anno 2009,
si ritiene di evidenziare quanto segue:
-
a fronte della radicale revisione della normativa in tema di salute e sicurezza negli
ambienti di lavoro (D.Lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni), il servizio SPISAL ha
attivato una campagna informativa finalizzata a diffondere le nuove conoscenze a livello
di associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, categorie e collegi professionali.
In questo contesto sono stati effettuati 15 specifici incontri-dibattito per un totale di circa
1.100 figure professionali formate (datori di lavoro, tecnici e consulenti, dirigenti e
preposti aziendali, medici competenti). E' stato istituito anche uno spazio dedicato nello
sportello informativo del servizio su temi di sicurezza e prevenzione;
-
è stato attivato e verificato, con audit interno al Dipartimento di Prevenzione, un processo
di revisione e predisposizione della documentazione e del materiale necessario al servizio
per sostenere la visita di verifica prevista ai fini dell’accreditamento istituzionale (Legge
n.22/2002).
In riferimento alle prestazioni, si rileva che, nel periodo 2005-2009, la normativa di
pianificazione regionale ha previsto alcune linee di tendenza soprattutto nell’area sanitaria:
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la dismissione o il ridimensionamento di alcune prestazioni ritenute poco efficaci secondo
i principi dell’“evidence based prevention” come le visite mediche preventive ai minori ed
apprendisti;
lo sviluppo od il potenziamento di nuovi filoni di attività come la sorveglianza sanitaria
degli ex esposti a cancerogeni, la tutela delle categorie deboli, la formazione ed assistenza,
la promozione della salute negli ambienti di lavoro, il “disability management”, la
promozione di stili di vita corretti;
l’impegno nell’attivazione di reti e progetti trasversali che necessita di una notevole
quantità di attività indiretta e non è rapportabile al numero di prestazioni effettuate;
l’incremento dell’attività di vigilanza e controllo in comparti ad alto rischio infortunistico
(edilizia, agricoltura, metalmeccanica).
120
IGIENE DEGLI ALIMENTI
Allo scopo di migliorare e tutelare la sicurezza dei prodotti alimentari e ridurre i rischi
per la salute umana, l'azienda svolge diverse attività di controllo e di vigilanza sui prodotti
alimentari di origine animale o vegetale e sulle bevande, inclusa l’acqua destinata al consumo
umano. Tali controlli, che hanno anche l’obiettivo di individuare eventuali contaminazioni di
tipo fisico, chimico e microbiologico, prevedono la collaborazione con associazioni di
categoria, enti ed istituzioni varie. I destinatari e i committenti delle prestazioni sono ditte,
pubbliche amministrazioni, consorzi ed associazioni, privati cittadini.
Prodotti alimentari non di origine animale
-
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Per quanto riguarda i controlli sui prodotti alimentari non di origine animale, l'azienda,
nel corso del 2009:
ha effettuato tutti i campioni di alimenti previsti dal piano regionale di campionamento
anno 2009, per un totale di 189, prelevando diverse tipologie di alimenti per l’analisi
chimica e/o batteriologica; alcuni prodotti alimentari di origine vegetale sono stati
prelevati per la ricerca dei residui di prodotti fitosanitari e del contenuto di O.G.M. I
campioni prelevati sono risultati regolamentari dal punto di vista analitico nella totalità dei
casi, confermando una tendenza già in corso negli anni precedenti;
ha proseguito la propria attività, secondo quanto previsto dalle recenti normative della
Regione Veneto DGR n. 3710 del 20 novembre 2007 e DDR n. 140 del 5 marzo 2008,
rilasciando un totale di 534 attestazioni di registrazione, per lo svolgimento delle attività
degli esercizi di produzione, deposito, confezionamento, trasporto e vendita di alimenti e
bevande. Ha continuato ad erogare le consulenze verbali all’utenza, richieste a seguito
della nuova normativa;
ha mantenuto l’attività di controllo delle malattie trasmesse con gli alimenti nell’ambito
delle manifestazioni aperte al pubblico soggette ad autorizzazione sanitaria per la
somministrazione temporanea di alimenti, quali le “feste paesane” e altre manifestazioni a
carattere temporale. L’attività di verifica dei requisiti igienico sanitari per il rilascio
dell’autorizzazione temporanea, ha comportato complessivamente nell’anno 2009 il
rilascio di n. 107 attestazioni di registrazione da parte del servizio.
Per quanto riguarda l’attività di controllo rivolta agli esercizi di produzione, deposito,
confezionamento e vendita di alimenti e bevande, la percentuale di ditte che applicano tutte le
prescrizioni connesse alle attività di vigilanza entro i tempi previsti, è risultata essere
dell’80%. In collaborazione con i servizi veterinari è continuata l’attività di ispezione presso
le mense scolastiche del territorio di competenza, riscontrando una soddisfacente conduzione
dell’attività e delle condizioni igieniche.
Sono stati erogati, inoltre, n. 171 pareri preventivi sulle attività produttive citate,
riscontrando che la percentuale di pareri erogati entro 15 giorni è risultata essere del 96 %.
E' stata mantenuta l'attività per quanto riguarda l'ispettorato micologico. Tale attività
prevede l'effettuazione di perizie micologiche da parte del personale tecnico della
121
prevenzione, su richiesta di privati raccoglitori o ditte commercializzanti funghi, e la
consulenza al servizio di pronto soccorso in caso di sospetto di intossicazione da funghi.
Nell’ambito del progetto regionale F.A.S. “fitosanitari, ambiente, salute” l'ulss:
-
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ha sviluppato l’area tematica assegnata riguardante i requisiti propri degli esercizi di
deposito e vendita dei prodotti fitosanitari, non rilevando nel complesso irregolarità e
carenze;
ha promosso presso i venditori dei prodotti fitosanitari, la rendicontazione annuale on line
delle vendite dei prodotti fitosanitari, in collaborazione con l’ARPAV, adottata ormai da
più del 50% delle rivendite;
ha rilasciato i pareri per le autorizzazioni sanitarie e le vidimazioni dei registri degli
esercizi di deposito e vendita dei prodotti fitosanitari;
ha collaborato per lo svolgimento degli esami di verifica rivolti agli utilizzatori dei
prodotti fitosanitari, nonché al rilascio ed al rinnovo delle abilitazioni dei richiedenti,
abilitandoli alla vendita dei prodotti fitosanitari.
Sono stati effettuati, inoltre, i controlli sull’acqua destinata al consumo umano con il
monitoraggio delle fonti di approvvigionamento e dei tratti della rete acquedottistica del
territorio di competenza. E’ stato sottoposto a controllo di verifica il 100% dei 70 pozzi e
sorgenti individuati, mentre in rete acquedottistica sono stati monitorati 229 punti.
Le analisi chimiche e batteriologiche confermano nel complesso, rispetto ai limiti
previsti dalla normativa vigente, la buona qualità dal punto di vista organolettico, chimico e
batteriologico delle acque, andamento che si rileva costante nel tempo.
Prodotti alimentari di origine animale
L’attività di vigilanza sui prodotti alimentari di origine animale, da un punto di vista
istituzionale, si basa sull’applicazione del “Pacchetto Igiene”, un complesso strutturato ed
organico di regolamenti comunitari che ha come finalità la tutela della salute del consumatore,
garantendogli la produzione e la commercializzazione di alimenti privi di contaminanti di
natura biologica, chimica e fisica. La normativa affida al veterinario pubblico incalzanti
obblighi di presenza continuativa nei macelli, negli stabilimenti di trasformazione, nei
depositi di alimenti, nei supermercati, nei punti vendita sia all’ingrosso che al dettaglio e
delega, sempre al veterinario pubblico, il controllo dei requisiti igienico sanitari degli
automezzi deputati al trasporto degli alimenti di origine animale.
Da un punto di vista operativo, nell’Ulss n. 8, il servizio si caratterizza per la
necessaria elasticità organizzativa non solo per far fronte agli impegni istituzionali basati sul
“Pacchetto Igiene” ma anche per il trend molto positivo del numero di insediamenti produttivi
presenti nel nostro territorio.
Si descrivono di seguito le attività più significative ed i principali risultati ottenuti nel
corso del 2009:
- ispezione negli stabilimenti di macellazione industriali riconosciuti CE;
- ispezione nei macelli a capacità limitata a riconoscimento regionale;
- vigilanza nei laboratori di preparazione di prodotti a base di carne riconosciuti CE;
- vigilanza negli spacci di prodotti di origine animale (macellerie, gastronomie, Kebab e
mercati settimanali);
- vigilanza negli agriturismi con laboratori annessi di preparazioni di prodotti carnei;
122
-
vigilanza ed assistenza nei laboratori dedicati alle P.P.L. (piccole produzioni locali);
campionamenti su matrici alimentari per la ricerca di patogeni e residui di farmaci e di
inquinanti ambientali previsti dai Piani Nazionali e Regionali;
attività istruttorie per i riconoscimenti CE e registrazioni di nuove attività di competenza
veterinaria;
prestazioni suppletive richieste dalla Regione per il controllo della rintracciabilità dei
prodotti alimentari e per l'etichettatura delle carni bovine;
percorsi formativi per quattro auditors e soddisfacimento delle richieste individuali dei
corsi E.C.M.
Le macellazioni degli ungulati domestici sono passate da 39.816 capi a 41.213; i
macelli avicoli hanno mantenuto i numeri dell'anno precedente, mentre c'è stato un
considerevole incremento della macellazione dei conigli che si è attestata su 420.506 capi
macellati, corrispondente ad un 30% in più rispetto all'anno 2008.
Tutti gli animali sottoposti a test per l'Encefalopatia spongiforme bovina e per la
ricerca della trichinosi, compresi i 648 suini macellati a domicilio, sono risultati negativi.
Nei 33 laboratori riconosciuti CE, è stata garantita l'attività di vigilanza programmata
sulla base dell'analisi del rischio con l'esecuzione di mediamente due controlli analitici
ufficiali per struttura.
Nelle macelleria e nei supermercati con annessa rivendita di carni e di prodotti della
pesca, oltre all'attività di vigilanza, sono stati effettuati 42 controlli analitici ufficiali.
Nell'ambito dell'attività relativa alle piccole produzioni locali siamo passati dalle 22
strutture del 2008 a 34 nel 2009. Sono stati organizzati 4 corsi ciascuno di 12 ore per
l'educazione sanitaria del personale coinvolto in questo progetto produttivo.
In collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie sono stati
organizzati 3 corsi, ciascuno di 3 ore, per il personale addetto alla produzione e vendita delle
sostanze alimentari in attuazione della legge regionale n. 41/2003. Sono stati coinvolti 75
operatori del settore.
Nel corso del 2009 il servizio ha effettuato complessivamente 1714 atti di vigilanza
sanitaria comprensivi sia di quelli imposti dalle normative che quelli decisi su base
discrezionale dal servizio stesso.
Tra le attività più significative si ricordano i controlli svolti per la tutela igienico
sanitaria del latte e dei prodotti a base di latte. L’attività di vigilanza sui 22 stabilimenti
riconosciuti CE presenti nel territorio è stata condotta, nel corso dell’anno 2009, secondo le
modalità previste dal DDR 292/07, articolandosi su 265 sopralluoghi complessivi,
comprensivi di 147 attività di verifica, delle quali 78 con utilizzo di check-list.
Complessivamente sono state aperte 11 non conformità, delle quali 3 di carattere
strutturale e 8 relative alla gestione igienico-sanitaria dello stabilimento o all’attuazione delle
procedure di autocontrollo; tutte le non conformità sono state risolte entro l’anno 2009.
In totale sono stati condotti 47 campionamenti su prodotti finiti e materie prime per
l’effettuazione di analisi sia di natura microbiologica che chimica; tutti gli esiti sono risultati
conformi a quanto previsto dalla normativa vigente.
Le strutture del settore lattiero caseario soggette a registrazione ai sensi della DGR del
3 ottobre 2007, sono rappresentate da 18 caseifici aziendali con attività di trasformazione e
vendita al dettaglio, 14 dei quali situati sui massicci del Monte Grappa e del Monte Cesen, 3
depositi di prodotti a base di latte confezionati o già stagionati, 15 aziende esercitanti la
123
vendita diretta di latte crudo al consumatore finale tramite distributori automatici e 35
gelaterie artigianali.
Tutte le strutture sopra elencate sono state oggetto di almeno un sopraluogo ispettivo
nel corso dell’anno.Sono stati effettuati campionamenti sul formaggio al latte crudo prodotto
nel periodo di alpeggio in ciascuna delle 14 malghe per la ricerca del parametro “stafilococchi
coagulasi positivi”: tutti i campioni sono risultati favorevoli.
Sono stati, inoltre, condotti complessivamente 156 campionamenti di latte crudo
all’erogazione dai distributori automatici per la ricerca dei parametri chimici e microbiologici
previsti dalla normativa vigente: si sono avute 7 non conformità riguardanti i valori medi
(medie geometriche calcolate su più campioni) dei parametri cellule somatiche e carica
batterica totale: in tutti i casi vi è stato un pronto rientro nella conformità da parte degli
operatori coinvolti.
Le analisi non hanno mai evidenziato la presenza di germi patogeni o di aflatossina
M1 oltre i limiti di tolleranza.
124
AREA
MEDICINA LEGALE
Nel corso dell’anno 2009 sono stati confermati, per i bisogni di salute, i livelli di
soddisfazione già garantiti; è bene ricordare che i livelli uniformi di assistenza sanitaria che si
deve assicurare derivano da un sistema complesso di prestazioni sanitarie obbligatorie,
previsto da molteplici disposizioni di legge.
Le prestazioni erogate confermano una costante progressione, con particolare
riferimento all’invalidità civile, all’avvio al lavoro della persona disabile e soprattutto al
riconoscimento dello status di portatore di Handicap ai sensi della L.104/92.
E’ stata riscontrata una crescita esponenziale di casi particolari che hanno determinato
un aumento delle richieste di visite urgenti domiciliari e, di conseguenza, è emersa la
necessità di convocare delle commissioni straordinarie ai sensi della L. 80/2006.
A partire dal 1° novembre 2009 è avvenuto il cambio dei segretari delle commissioni
invalidi civili, con adeguata formazione dei nuovi operatori di fronte a tematiche nuove per la
loro professionalità, sotto la pressione di nuove ed incalzanti novità legislative, quasi mensili,
riguardanti la normativa per la Invalidità Civile.
Sono aumentate di oltre il 40% le richieste di accertamento ai sensi della Legge
104/92; si è passati, infatti, da 912 richieste del 2008 a 1418 richieste del 2009. Tale aumento
è stato motivato dalla necessità, per molti invalidi, di essere in possesso del riconoscimento di
portatore di Handicap ai sensi dell’art.3 della legge 104/92 da inoltrare al sostituto d'imposta
(CAF) per ottenere un bonus fiscale da 200 € a 1000 € a seconda del reddito familiare.
L’aumento delle richieste di accertamento dello stato invalidante è direttamente
collegato all’allungamento della vita media della popolazione ed al correlato aumento delle
patologie croniche ed invalidanti, così come l’accresciuta coscienza dei propri diritti ed una
più attenta ricerca di collocamento occupazionale fa lievitare la richiesta di relazioni
conclusive per l’avvio al lavoro.
E’ continuata la collaborazione tra vari servizi del dipartimento volta ad indirizzare
immediatamente e correttamente i cittadini verso la struttura che eroga la prestazione
richiesta, assicurando agli stessi libero accesso a tutte le sedi ambulatoriali,
indipendentemente dalla residenza e con risposte uniformi, facendo opportunamente
conoscere agli utenti i loro diritti e migliorando perciò la relazione degli stessi con il servizio.
In materia di invalidità civile, al fine di soddisfare il crescente numero di istanze e di
ridurre i tempi degli accertamenti, sono proseguiti gli incontri di aggiornamento con le
commissioni mediche collegiali ed integrate, in collaborazione con il servizio per l’handicap
dell’età adulta, con gli psicologi e gli psichiatri componenti le commissioni
125
Continua ad essere svolta attività formativa ed informativa a favore degli operatori dei
patronati e delle assistenti sociali dei comuni al fine di migliorare l’accessibilità e diffondere
la conoscenza delle prestazioni offerte dal servizio di medicina legale.
E’ stata curata, in maniera particolare, la qualità dei verbali di riconoscimento degli
stati invalidanti in toto, tant’è che la commissione medica di verifica dell’INPS di Treviso ha
di fatto confermato quasi tutte le proposte avanzate dal servizio (nel 2009 su circa 1.400
proposte di indennità di accompagnamento, la commissione medica di verifica non ha
confermato venti casi).
Questa accuratezza negli accertamenti ha permesso di anticipare di 60 giorni
l’istruttoria e la concessione delle indennità di accompagnamento a favore degli aventi diritto:
persone deboli e disagiate. I tempi medi per l’emissione del documento riassuntivo per la
concessione del beneficio economico agli invalidi civili sono sempre contenuti entro 15 giorni
dall’approvazione definitiva del verbale.
I tempi di attesa dal momento della presentazione della domanda al momento in cui
viene effettuata la visita collegiale per il riconoscimento dello status di invalido civile per il
2009 si sono attestati mediamente sui 50 gg., con minimi di 10 gg. per il riconoscimento della
invalidità civile ai sensi della legge 80/2006 (malati neoplastici) a minimi di 10-20 gg. per
visite domiciliari urgenti, in presenza di certificazioni sanitarie che deponevano per
l’imminente pericolo di vita del richiedente.
Analogamente, le relazioni conclusive per l’inserimento al lavoro della persona
disabile, accuratamente redatte, convalidate dalla commissione medica di verifica, hanno
permesso un sollecito inserimento di n. 224 disabili fisici, psichici ed intellettivi nel circuito
lavorativo, con positive ricadute sociali ed economiche.
In materia di polizia mortuaria, la procedura standard e la modulistica unificata
preparata dal servizio ed adottata da tutti i comuni dell’unità locale socio-sanitaria n. 8,
ottimizzando l’operatività dei medici necroscopi, del personale degli obitori ospedalieri, degli
uffici di stato civile comunali e degli operatori del settore funerario, ha semplificato gli
adempimenti burocratici.
E’ continuata la collaborazione con le direzioni mediche di presidio ospedaliero di
Castelfranco Veneto e di Montebelluna, unitamente alla collaborazione del Servizio
trasfusionale - Centro per le malattie del sangue dei due presidi, ed è stata, inoltre,
implementata la collaborazione con la CMO dell’Ospedale Militare di Padova, nonché con la
Ulss n.16 sempre di Padova, che eroga i benefici economici per le pratiche di indennizzo ex
legge 210/92, la quale prevede un riconoscimento economico a favore di soggetti danneggiati
irreversibilmente da complicazioni insorte a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di
sangue e somministrazione di emoderivati.
E’ continuata la collaborazione con gli enti pubblici, assicurando le visite fiscali di
controllo sui dipendenti ammalati, mantenendo lo standard medio di attesa di 24 ore dalla
richiesta, nonostante il numero enorme di controlli richiesti dalle P.A. in seguito al decreto
“Brunetta”; si è passati, infatti, da 2.037 controlli nel 2008 a 5.297 controlli del 2009.
126
AREA
EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE
All’interno dell’u.l.ss. vengono svolte attività di educazione e promozione della salute
attraverso il lavoro svolto da diversi servizi e unità operative con la collaborazione anche di
soggetti esterni quali scuola, comuni, enti, associazioni.
La finalità è quella di educare e promuovere la salute della popolazione attraverso
attività ed iniziative riconducibili a vari aspetti della vita umana, individuale e sociale; questo
offre alla popolazione la possibilità di conoscere, valutare e adeguare i propri comportamenti
e stili di vita al fine di migliorare e prendersi cura in modo consapevole della propria salute.
A tale scopo, in un contesto di collegialità ed intersettorialità, sono state attivate
diverse azioni, tra le quali si segnalano:
-
scuola: promotrice di salute;
territorio: cittadini insieme per la salute;
collaborazioni con altri enti;
informazione, formazione e documentazione;
progetti innovativi.
Scuola: promotrice di salute
La scuola, come nelle passate esperienze, ha dimostrato interesse verso gli interventi
di educazione e di promozione della salute. Molti sono stati i servizi e le unità operative che
hanno collaborato sia per l'attività di consulenza sia per interventi diretti per docenti, studenti,
genitori e personale della scuola (addetti alle mense scolastiche, assistenti amministrativi).
Nel corso dell’anno è maturata l’esigenza di offrire alla scuola un impegno ancora
maggiore sul piano della formazione dei docenti, in linea con le indicazioni degli uffici
referenti del centro servizi amministrativi della provincia (ex provveditore agli studi), grazie
anche alla stipula di un protocollo d’intesa per la pianificazione territoriale degli interventi di
educazione e promozione alla salute per la valorizzazione delle politiche giovanili e la
prevenzione delle tossicodipendenze, sottoscritto dai direttori generali delle aziende sociosanitarie della provincia, dai presidenti delle conferenze dei sindaci e dal provveditore agli
studi di Treviso.
Alla fine del mese di ottobre 2009 è stato stipulato l’accordo di rete tra l’azienda socio
sanitaria, la Conferenza dei sindaci, le istituzioni scolastiche secondarie di primo grado statali
e paritarie, direzioni didattiche e scuole materne paritarie per lo svolgimento di attività di
educazione e promozione alla salute.
La formazione è stata realizzata con lezioni frontali e con la costituzione di gruppi di
lavoro tra personale scolastico e personale dell’unità locale socio sanitaria. La fattiva
collaborazione e la partecipazione dei docenti e degli studenti ha permesso un lavoro continuo
di verifica al fine di mirare gli interventi e integrare le risorse necessarie per soddisfare i
bisogni espressi dagli studenti, dagli operatori scolastici (dirigenti, docenti) e dai genitori.
127
Lavorare con la scuola costituisce per l’unità locale socio-sanitaria n. 8 un’occasione
privilegiata per attivare un “dialogo” con le persone relativamente alle questioni di salute e
qualità della vita e per promuovere una cultura che valorizzi le capacità personali inerenti alla
tutela o al recupero delle condizioni di benessere all’interno del mondo del sociale.
Sono stati realizzati 21 percorsi formativi pubblicizzati attraverso la stampa di 6.000
fascicoli a colori e divulgati a tutti i dirigenti dei plessi scolastici di ogni ordine e grado, ai
rappresentanti degli studenti e delle famiglie, ai distretti scolastici, e alle amministrazioni
comunali.
tabella n. 12: soggetti che hanno usufruito delle attività di Educazione alla Salute nell’anno 2009.
scuola infanzia
scuola primaria
scuola secondaria I° grado
scuola secondaria II° grado
totale
plessi scolastici
15
52
20
65
152
docenti/genitori
202
29
2
35
268
classi
30
150
81
341
602
studenti
607
3603
1380
8150
13740
Le tematiche prevalenti sono state le seguenti:
-
prevenzione degli incidenti, primo soccorso e pronto soccorso;
promozione all’orientamento sulla donazione di organi;
educazione alimentare;
informazione ed educazione alla relazione ed alla sessualità;
prevenzione del disagio dei bambini provocato dal ricovero ospedaliero;
stili di vita liberi da dipendenze (prevenzione alcol, tabagismo, sostanze psicoattive,
psicotrope, disturbi della condotta alimentare);
educazione alla relazione uomo-animale.
tabella n. 13: riassuntiva area scuola - anno 2009.
scuola infanzia
scuola primaria
scuola secondaria i°
scuola secondaria ii°
totale
popolazione studenti
studenti partecipanti
ai progetti
7.330
12.520
7.593
12.737
40.180
607
3.603
1.380
8.150
13.740
percentuale di
studenti che hanno
partecipato ai progetti
8,2%
28,7%
18,1%
63,9%
34,1%
Territorio: cittadini insieme per la salute
Numerose e diverse sono state le iniziative svolte in collaborazione con le
amministrazioni comunali, che si sono dimostrate propositive e disponibili. I temi principali
proposti all’attenzione sono stati:
-
4 corsi per la popolazione di disassuefazione dal fumo, cui hanno partecipato 144 persone;
128
-
-
la prosecuzione (quarta fase) del progetto “legger&benessere”, in collaborazione con
l’associazione pediatri di Asolo e le biblioteche comunali (coinvolti 16 pediatri, 480
bambini dai 5 ai 6 anni e le relative famiglie);
prosecuzione del progetto regionale “Nati per leggere”, in collaborazione con il
coordinamento biblioteche montebellunese e l’associazione culturale pediatri;
implementazione del progetto “Percorso culturale, educativo per un benessere equilibrato”
con l’associazione “Oggi domani insieme” e l’amministrazione comunale di Nervesa della
Battaglia. E’ stato realizzato un percorso formativo con 6 incontri a tema con la
partecipazione di 45 persone. I due gruppi a confronto, costituiti per la formazione, hanno
beneficiato della supervisione di 3 professionisti dell’azienda socio sanitaria.
Collaborazione con altri enti
-
Partecipazione ai tavoli di lavoro costituiti a livello provinciale (amministrazione
Provinciale e Prefettura) sulle seguenti tematiche:
4 incontri sul tema “contrasto delle condotte contrarie alle norme della convivenza in
ambito scolastico – progetto Anime graffianti;
3 incontri sul progetto “moving school – il gioco della salute”, progetto provinciale
Facciamo la mossa giusta.
Collaborazione al programma Regionale di Prevenzione delle patologie fumo-correlate,
area disassuefazione.
Informazione, formazione e documentazione
E’ stata aperta al pubblico e agli operatori una biblioteca con annesso centro di
documentazione contenente una vasta gamma di testi, riviste e film inerenti l’informazione,
l’educazione e la promozione della salute. Al momento attuale vengono gestiti 2594 libri e
1052 dvd, anche attraverso una ricerca bibliografica su temi specifici.
Progetti innovativi realizzati nel corso dell’anno
Vengono evidenziati, di seguito, gli ambiti innovativi del servizio per l’anno 2009:
-
-
-
è stato attivato il progetto “Liberare la storia per riscrivere la vita”, in collaborazione con
il servizio per l’handicap dell’età adulta, percorso autobiografico che vede la
partecipazione di 15 operatori (educatori, educatrici e assistenti sociali) e di 19 persone
che frequentano i centri diurni e residenziali;
è stata realizzata un’indagine conoscitiva sulle abitudini ed emozioni legate alla relazione
con gli animali che vede la partecipazione di 2 scuole secondarie di I° grado con un totale
di 776 studenti, il 73% dei quali possiede un animale;
sono stati effettuati 5 incontri sul tema dell’omosessualità in collaborazione con
cineforum, l’associazione “Altrimenti” di Altivole e il comune di Altivole;
sempre nella continuazione dell’accordo di rete stipulato nell’ottobre 2008 tra le scuole
secondarie di II° e l’Ulss, sono stati realizzati, nella primavera del 2009, 34 focus group
negli istituti scolastici di secondo grado presenti nel territorio dell’azienda, allo scopo di
individuare i bisogni di formazione di insegnanti e di studenti e predisporre un piano di
intervento adatto a quanto da loro dichiarato. A questi focus hanno partecipato 650
studenti;
129
-
sono stati realizzati 2 focus group, ai quali hanno partecipato 22 docenti che hanno
espresso i loro bisogni formativi su tematiche dell’adolescenza. A seguito di questi
incontri si sono realizzati 3 percorsi formativi e informativi sulle seguenti tematiche:
la relazione educativa tra adulti-docenti e adolescenti in un contesto di
apprendimento in classe;
la percezione e gli atteggiamenti dei giovani nei confronti del rischio;
la progettazione nell’ambito dell’educazione alla salute nella scuola;
-
si è svolto il primo concorso: SMS: “scrivere messaggi di salute”, rivolto agli studenti e
studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. Hanno partecipato 500 ragazzi e
ragazze provenienti da 14 scuole secondarie di secondo grado. E’ stata realizzata la festa
di premiazione il giorno 29/11/2009 con il patrocinio del comune di Montebelluna.
130
IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI E SANITA’ ANIMALE
Il territorio dell’u.l.ss. si qualifica come realtà zootecnica particolarmente sviluppata,
in particolare spiccano l’allevamento dei bovini da carne, che rappresenta il 18% dei capi
allevati in Veneto, e l'allevamento dei conigli che raggiunge il 22% dei capi allevati nel
territorio regionale. Importante è anche il settore della trasformazione dei prodotti a base di
latte con la presenza di 40 ditte, alcune delle quali sono leader in ambito nazionale.
tabella n. 14: allevamenti in Veneto e nel territorio dell’Ulss per specie, tipologia e consistenza capi allevati.
Dati estratti al 31/12/2009.
tipologia produttiva
da carne
n. allevamenti n. allevamenti
n. capi
Ulss n.8
Regione Veneto Ulss n. 8
n. capi
Regione
Veneto
% capi Ulss
n. 8/ capi
Regione
1.343
8.348
507.180
93.195
18,4%
877
7.614
336.784
22.723
6,7%
ovini
73
704
3.151
36.458
8,6%
caprini
116
787
1.069
8.050
13,3%
suini
538
1.386
77.274
330.932
23,4%
equini
623
6.671
3.443
37.830
9,1%
avicoli
139
2.255
1.537.399
68.937.406
2,2%
conigli
164
2.790
742.372
3.305.125
22,5%
bovini
da riproduzione
* percentuale rispetto al numero di capi della regione.
Fonte dati: Regione Veneto. Criteri di estrazione per le strutture da controllare: ragione sociale; n. allevamenti
con capi >0.
Nell’ambito del sistema di identificazione e di registrazione dei capi bovini, sono stati
favoriti i sistemi informatici di comunicazione e trasmissione delle informazioni da parte
degli allevatori nell’ottica della semplificazione amministrativa, garantendo la presenza del
servizio amministrativo di anagrafe zootecnica nelle sedi di Vedelago, Asolo, Valdobbiadene
e Montebelluna.
Nell’ambito dei controlli sulla corretta applicazione del sistema al fine di garantire la
corresponsione dei premi PAC agli allevatori, sono stati mantenuti i consueti controlli sanitari
previsto dai regolamenti comunitari.
In applicazione delle disposizioni sul trasporto di animali vivi, tutte le ditte di trasporto
sono state autorizzate secondo la procedura comunitaria e registrate sul sistema comunitario
“traces”. Per consentire ai nuovi operatori di svolgere l’attività senza incorrere in pesanti
sanzioni è stato organizzato un corso di formazione per conducenti e guardiani in accordo con
la Regione Veneto. A garanzia del benessere degli animali ed allo scopo di evitare sleali
concorrenze da parte di operatori stranieri è stata condotta una indagine sulla applicazione
131
della norma da parte degli operatori degli altri Paesi che ha evidenziato un comportamento
virtuoso da parte dei trasportatori italiani.
La Blue Tongue è una malattia relativamente grave per il bovino che determina forti
danni economici legati al blocco delle movimentazioni delle specie sensibili. La malattia ha
interessato i Paesi europei storicamente nostri fornitori di ristalli imponendo l’adozione di
piani di controllo attraverso il monitoraggio della presenza dell’insetto vettore e del tasso
anticorpale negli animali sentinella. In ambito Veneto le provincie di Verona e Mantova
hanno avuto un blocco delle movimentazioni per tutto il 2009.
Per quanto riguarda l’allevamento del suino la persistenza di focolai di malattia
vescicolare in altre regioni ha comportato una intensificazione dei controlli con una attività di
monitoraggio semestrale in tutti gli allevamenti. Questo ha garantito il mantenimento
dell’accreditamento degli allevamenti e la libera movimentazione degli animali.
Contemporaneamente è stato avviato il percorso di accreditamento delle aziende nei
confronti della trichina, parassita che può colpire l’uomo attraverso l’ingestione di carni
infestate. Questo rappresenta un grosso vantaggio commerciale oltre che di sanità pubblica in
quanto riduce i costi di analisi ed evita i tempi di attesa delle carcasse in attesa degli esiti.
All’accreditamento è legata la verifica fatta dal servizio sull’applicazione delle biosicurezze
nell’allevamento suino allo scopo di prevenire l’introduzione di malattie e migliorare la
sicurezza alimentare dei prodotti.
L’influenza aviaria ed in particolare il pericolo paventato di una possibile pandemia
attraverso la “febbre suina” ha portato ad allertare il servizio che ha attivato, su indicazione
regionale, un monitoraggio costante sugli allevamenti avicoli con 676 indagini di laboratorio.
L’anemia infettiva degli equidi ha comportato una attività di monitoraggio sierologico
su tutti i capi non destinati all’ingrasso (1792 equidi) evidenziando un risultato totalmente
favorevole.
La riduzione delle zoonosi alimentari rappresenta un importante obiettivo del
legislatore comunitario che attraverso il Reg. CE 2160/2003 ha definito le tappe e i risultati da
raggiungere in termini di riduzione degli agenti zoonosici in funzione della maggior sicurezza
alimentare degli alimenti per l’uomo. Il programma di riduzione delle salmonellosi ha
previsto un piano di risanamento nelle ovaiole, nei riproduttori e nei polli da carne. Il percorso
è iniziato con la verifica della applicazione e della conformità dei manuali di autocontrollo
delle aziende ed il controllo microbiologico ambientale da parte dei produttori.
Oltre alle attività caratterizzanti, sono state garantiti i bisogni istituzionali e le richieste
a domanda individuale, in particolare:
-
-
le grandi profilassi di stato (TBC, BRC, LBE, IBR, BVD) sono state effettuate in tutte le
1.000 aziende bovine da riproduzione ed ovi-caprine, confermando la qualifica di
allevamenti ufficialmente indenni.
a fronte di frequenti segnalazioni di lesioni tubercolari rilevate in macello su animali da
carne importati e con la necessità di ridurre il rischio di compromettere i risultati raggiunti
in 40 anni di lavoro per eradicare la tubercolosi e la brucellosi dall’allevamento bovino da
132
latte, è stato applicato un protocollo di vigilanza straordinario basato sulla valutazione del
rischio in collaborazione con il Centro Regionale di Epidemiologia.
La presenza nel territorio di questa Ulss di importanti centri di raccolta degli animali
per la commercializzazione in ambito nazionale e comunitario ha indotto a programmare le
necessarie verifiche sulla base dei mutati rischi sanitari. Con l’allargamento della UE la
probabilità di introduzione di malattie infettive è aumentata sia per una situazione sanitaria di
base appena sufficiente in alcuni paesi, sia per uno scarso controllo alle nuove frontiere
spostate ad est verso territori a situazione sanitaria ancora più arretrata.
Pertanto, allo scopo di ridurre il rischio di introduzione di malattie infettive gravi o
quanto meno di evitare di diffonderle al resto del territorio nazionale, è stata attivato un
programma di controlli sulle stalle di sosta e sui centri di raccolta abilitati a commerciare in
ambito europeo, con 156 interventi puntuali e documentati, per la verifica dell’applicazione
dei protocolli di sicurezza, della tracciabilità delle movimentazioni, della appropriatezza delle
documentazioni sanitarie.
La salvaguardia della salute degli animali e la tutela dei cittadini è stata garantita da
puntuali visite cliniche ed accertamenti diagnostici, che hanno preceduto il rilascio di 3800
certificazioni di idoneità alla movimentazione degli animali verso altre strutture di
allevamento e di macellazione.
Costante è l’impegno per la formazione degli operatori allo scopo di migliorare le
conoscenze scientifiche, tracciare i nuovi percorsi della veterinaria pubblica, secondo una più
moderna valutazione e gestione del rischio sanitario.
Il Servizio è capofila di un progetto sperimentale sulla valorizzazione delle piccole
produzioni locali ed in particolare nella produzione e vendita di carni avicunicole e salumi.
E’ stato individuato il percorso sostenibile sia strutturale che gestionale, con un lavoro di
squadra da parte della Veterinaria, delle organizzazioni di categoria e dei produttori, mettendo
in atto anche un percorso di valutazione del rischio sanitario da consumo di prodotto, in
collaborazione con i Servizi Veterinari Regionali e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Il
percorso è finalizzato ad individuare eventuali criticità, trovare i percorsi di sicurezza per i
produttori e quindi per il consumatore, creare un modello esportabile in altre realtà territoriali
e per nuove tipologie di prodotto.
Tutela del benessere negli animali da reddito
In questo settore la normativa comunitaria ha definito in modo stringente i requisiti
strutturali e gestionali al fine di innalzare il livello di benessere degli animali allevati. Sono
stati effettuati 216 sopralluoghi per controllare il rispetto del benessere negli allevamenti di
vitelli, suini e galline ovaiole e delle altre specie. Sono state formulate 12 prescrizioni per
correggere criticità legate alle procedure di allevamento, alle attrezzature utilizzate e alla
tenuta dei registri per la maggior parte a carico di allevamenti di galline ovaiole.
Vigilanza e controlli sanitari sulla alimentazione degli animali
Contemporaneamente ai nuovi regolamenti comunitari del cosidetto "pacchetto
igiene" è entrato in vigore, dal 1° gennaio 2006, il regolamento 183/2005/CE che stabilisce i
requisiti per l'igiene dei mangimi. Il regolamento definisce condizioni e disposizioni atte ad
133
assicurare la rintracciabilità dei mangimi fin dalla produzione primaria dei prodotti agricoli
(coltivazione e raccolto). La normativa prevede che gli operatori del settore dei mangimi che
effettuano operazioni diverse dalla produzione primaria applichino un sistema di analisi del
rischio e dei punti critici di controllo (HACCP).
Questo nuovo regolamento ha impegnato l’u.l.ss. a fornire agli operatori interessati
informazioni dettagliate sulle modalità di adeguamento alla normativa per le diverse tipologie
di attività.
Le attività di vigilanza e controllo sull'alimentazione animale hanno interessato gli
allevamenti e i mangimifici, con particolare riferimento ai sistemi di autocontrollo e alle
buone pratiche di fabbricazione dei mangimi.
Sono stati eseguiti 85 campioni presso strutture della filiera (allevamenti,
mangimifici, centri di raccolta e distribuzione) per la ricerca di sostanze indesiderate, due
campioni di mangime sono risultati non conformi per la presenza di ossitetraciclina e
sulfadimetossina.
Vigilanza e controllo degli animali morti in azienda e dei sottoprodotti di origine
animale
Si definiscono come sottoprodotti di origine gli scarti delle lavorazioni dei prodotti di
origine animale, le parti di animali che non sono giudicate idonee per il consumo umano e ciò
che deve essere distrutto in quanto non utilizzabile né per l’industria zootecnica, né come
fertilizzante, né per la produzione di biogas o compostaggio.
Nel corso del 2009 sono stati rilasciati 3.286 certificati per lo smaltimento di
sottoprodotti di categoria 1, 2 o 3, la gran parte dei quali si è riferita allo smaltimento di
animali morti in allevamento.
Tutela degli animali d’affezione
La domanda in questo settore cresce in modo progressivo, sia per l’aumento degli
animali di proprietà sia per la maggiore sensibilità dei cittadini al tema del benessere degli
animali.
Da segnalare l’elevata percentuale dei cani randagi affidati a privati, risultato ottenuto
anche grazie alla collaborazione fornita al servizio dalle associazioni di tutela degli animali
d’affezione.
In aumento anche le richieste di sterilizzazione di gatti appartenenti alle colonie con
315 interventi (55 nuove colonie censite) e di cani randagi catturati con 183 interventi.
Si riscontra un aumento delle richieste di verifica del rispetto del benessere degli
animali d’affezione con 45 interventi eseguiti nella maggior parte dei casi in collaborazione
con la Polizia Municipale.
134
IL BILANCIO D’ESERCIZIO 2009
Premessa
Il presente documento intende evidenziare l’andamento economico della gestione
dell’Ulss n. 8 e fornire alcuni tra i più rappresentativi indicatori economici e patrimoniali
basati sui dati del bilancio chiuso al 31 dicembre 2009.
Chiude in perdita l’esercizio 2009 per 20,071 milioni di euro con un miglioramento
rispetto al rendiconto del 4° trimestre 2009 di 2,255 milioni di euro, e tale miglioramento è
dovuto ad un aumento del valore della produzione di 3,480 milioni di euro, ad un aumento dei
costi della produzione per 1,508 milioni di euro, ad una diminuzione dei proventi e degli oneri
finanziari per 6 mila euro, ad un decremento dei proventi e oneri straordinari per 157 mila
euro e ad una diminuzione delle imposte e tasse per 447 mila euro.
Alla data del 31 dicembre 2009 il bilancio evidenzia un patrimonio netto di 60,592
milioni di euro.
L’esercizio 2009 si è svolto avendo quale importante riferimento di programmazione
il monitoraggio trimestrale dei valori di bilancio con i relativi vincoli di bilancio imposti dalla
Regione. Per quanto concerne questa azienda l’obiettivo imposto non è stato raggiunto.
I dati consuntivi evidenziano un aumento del valore della produzione del 0,83% e del
5,23% rispetto al rendiconto riferito al 4° trimestre 2009 e al dato consuntivo 2008 cui fa
riscontro un aumento dei costi della produzione relativamente al rendiconto del 4° trimestre
dello 0,35% ed un aumento dello stesso rispetto al conto consuntivo 2008 del 3,81%.
Ulteriori dettagli ed analisi saranno forniti nel paragrafo relativo all’“Analisi degli
scostamenti rispetto al rendiconto trimestrale 2009 e al bilancio consuntivo 2008” di seguito
esposto.
Analisi scostamenti rispetto alla rendicontazione trimestrale 2009 e al bilancio
consuntivo 2008.
L’analisi degli scostamenti ha l’obiettivo di individuare ed analizzare le variazioni più
rilevanti intervenute tra il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2009, il rendiconto del 4°
trimestre 2009 e il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2008.
Al fine di rendere i dati tra loro confrontabili e meglio intelligibili, l’analisi degli
scostamenti è svolta sulla base di un conto economico che riclassifica ed aggrega le principali
componenti dei costi e ricavi operativi e non operativi.
Nella pagina che segue sono riportati i conti economici riclassificati relativi al bilancio
consuntivo 2009, al rendiconto del 4° trimestre 2009 ed al bilancio consuntivo 2008.
135
Consuntivo
%
2009
Contributi in c/esercizio
Proventi e ricavi diversi
Concorsi, recuperi e rimborsi
Compartecipazione alla spesa
Costi capitalizzati
VALORE DELLA PRODUZIONE
Acquisti di beni
Acquisti di servizi
Manutenzione e riparazione
Godimento beni di terzi
Costi del Personale
Oneri diversi di gestione
Ammortamenti immob.Immateriali
Ammortamenti immob.Materiali
Svalutazione crediti
Variazione nelle rimanenze
Accantonamenti tipici dell'esercizio
COSTI DELLA PRODUZIONE
Proventi ed oneri finanziari
Rettifiche di valore attività finanziarie
Proventi ed oneri staordinari
RISULTATO PRIMA IMPOSTE
Imposte e tasse
RISULTATO D'ESERCIZIO
Rnd
2009
%
Diff. In
Diff. in % Consuntivo
% % Cons
Cons/Rnd
2008
09/08
365.957
43.956
4.835
7.112
556
422.416
48.857
203.272
1.026
48.013
118.193
1.714
409
13.398
86,6 365.898 87,3
10,4 41.718 10
1,1 4.207 1
1,7 7.112 1,7
0,1
100 418.935 100
11,2 48.974 11,3
46,5 203.212 46,7
0,2 1.127 0,3
11 49.591 11,4
27,1 116.718 26,8
0,4 1.861 0,4
0,1 395 0,1
3,1 13.007 3
0,02
5,36
14,93
0,83
- 0,24
0,03
- 8,96
- 3,18
1,26
- 7,90
3,54
3,01
- 651
2.498
436.729
301
0,1 747 0,2
0,6 1.082 0,2
100 435.220 100
308
- 12,85
130,87
0,35
- 2,27
349.587
38.744
5.589
6.915
571
401.406
44.337
200.736
1.969
33.472
113.974
1.511
491
13.025
29
- 204
11.365
420.705
- 13
2.593
- 11.419
8.652
- 20.071
2.751
- 13.226
9.100
- 22.326
- 5,74
- 13,66
- 4,92
- 10,10
2.122
- 17.190
8.612
- 25.802
87,1 4,68
9,7 13,45
1,4 - 13,49
1,7
2,85
0,1
100 5,23
10,5 10,19
47,7 1,26
0,5 - 47,89
8
43,44
27,1
3,7
0,4 13,43
0,1 - 16,70
3,1
2,86
0 - 100,0
0 219,12
2,7 - 78,02
100 3,81
- 1 - 2.415,38
22,2
- 33,57
0,46
- 22,21
I maggiori ricavi rilevati a consuntivo rispetto al dato previsionale riferito alla 4°
rendiconto trimestrale sono inerenti alle voci sottoelencate:
• Contributi in c/esercizio: tale voce evidenzia un aumento di 58 mila euro;
• Proventi e ricavi diversi: l’aumento di tale voce è di 2,237 milioni di euro, pari al
5,3%;
• Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche: l’incremento di tale voce è di 628
mila euro pari al 14,9%;
• Costi capitalizzati: lo scostamento rilevato è di 554 mila euro;
• Proventi finanziari: l’aumento è di 400 euro;
• Proventi straordinari: lo scostamento è di 564 mila euro.
I maggiori costi rilevati a consuntivo rispetto al dato previsionale riferito al rendiconto
trimestrale, sono principalmente riconducibili alle voci di costo sotto elencate
• Acquisto di servizi : tale voce evidenzia un aumento di 60 mila euro pari allo 0,03%;
• Costi del Personale: l’aumento di tale voce risulta essere di 1,475 milioni pari al 1,2%;
• Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali: lo scostamento rispetto al dato
previsionale ammonta a circa 13 mila euro pari al 3,5%;
• Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali: l’incremento di tale voce rispetto al
dato previsionale ammonta a circa 390 mila euro pari al 3,0%;
136
• Variazione delle rimanenze: lo scostamento rispetto al dato previsionale è stato di 96
mila euro;
• Accantonamenti tipici dell’esercizio; si registra uno scostamento rispetto alle
previsioni pari a 1,415 milioni di euro;
• Oneri finanziari: si registra un aumento di 6 mila euro;
• Oneri straordinari: si ha un incremento di 721 mila euro;
Si sono altresì manifestati dei risparmi in alcune categorie di costi che esponiamo di
seguito:
• Acquisti di beni: tale voce ricomprende sia l’acquisto di beni sanitari sia quelli non
sanitari e registra un decremento di 116 mila euro pari allo 0,2%;
• Manutenzione e riparazione: si evidenzia una diminuzione di 101 mila euro rispetto al
dato del 4° rendiconto trimestrale pari al 8,9%;
• Godimento beni di terzi: tale voce evidenzia uno scostamento rispetto al dato
previsionale di circa 1,577 milioni di euro pari al 3,2%;
• Oneri diversi di gestione: il decremento di tale voce rispetto al dato revisionale è di
147 mila euro pari al 7,9%;
• Imposte e tasse: si evidenzia una diminuzione rispetto all’esercizio precedente di 447
mila euro, pari al 4,9%.
Contributi in conto esercizio a destinazione indistinta
I contributi in conto esercizio a destinazione indistinta costituiscono la componente di
ricavo più significativa dell’azienda e rappresentano l’86,6% del valore della produzione.
Tale voce accoglie, principalmente, le quote dei livelli essenziali di assistenza
destinate dalla Regione alle aziende sanitarie in diretta gestione. Il criterio di ripartizione è
basato sui bisogni sanitari e quindi l’ammontare è determinato come quota pro-capite per
ciascun cittadino residente, parametrizzata per fasce d’età e per sesso, secondo standard di
frequenza di accesso alle prestazioni sanitarie, rettificata con correttivi che considerano la
specificità di situazioni territoriali particolari.
Nel bilancio consuntivo 2009 il valore di tale voce è pari complessivamente a 365,957
milioni di euro di cui 355,360 milioni di euro relativa all’assegnazione del Fondo Sanitario
Regionale.
L’aumento complessivo della popolazione è risultato più significativo nelle fascia di
età da 0 a 14 anni (+1,60%) e oltre i 65 anni (+2,60%); rimangono tuttavia sostanzialmente
inalterate le incidenze delle singole fasce di età rispetto alla popolazione complessiva, come si
evince dalla tabella riepilogativa riportata di seguito.
Considerazioni sulla mobilità
Il fenomeno della mobilità trova rappresentazione nel bilancio d’esercizio nella voce
valore della produzione (mobilità attiva) e nella voce costo della produzione (mobilità
passiva). Nel conto economico riclassificato tali componenti sono tenute separate; le
considerazioni di seguito riportate tuttavia, sono effettuate facendo riferimento,
principalmente, al saldo netto della mobilità.
137
Per l’esercizio 2009 l’azienda presenta un saldo di mobilità negativo pari a 25,764
milioni di euro contro un saldo negativo di 26,070 milioni di euro del 2008.
Si rileva un miglioramento della mobilità intraregionale per 1,081 milioni di euro,
mentre il saldo della mobilità extra regionale peggiora per 775 mila euro.
In migliaia di Euro
Mobilità intraregionale
Mobilità extraregionale
Valori al 31.12.2009
-21.428
-4.336
-25.764
Valori al 31.12.2008
-22.508
-3.562
-26.070
Differenza
1.081
-775
306
Le analisi che seguono sono focalizzate sulla mobilità intraregionale in quanto il dato
della mobilità extraregionale risulta poco significativo trattandosi di un valore comunicato
dalla Regione, stimato sulla base dei dati dell’anno 2008.
Il saldo della mobilità intraregionale originato dalla gestione 2009 è pari a -21,428
milioni di euro. Il miglioramento del saldo rispetto all’esercizio precedente pari a 1,081
milioni di euro è dovuto ad un maggior aumento della fatturazione attiva, (+2,286 milioni di
euro) rispetto alla fatturazione passiva (+1,206 milioni di euro) come si evince dalla tabella
successiva.
Il saldo netto della mobilità intraregionale per l’Ulss n. 8 è così composto:
In migliaia di Euro
Mobilità attiva
Mobilità passiva
Valori al 31.12.2009
24.162
45.590
-21.428
Valori al 31.12.2008
Differenza
21.876
2.286
44.384
1.206
-22.508
1.080
Il tasso della mobilità dato dal rapporto tra mobilità attiva e mobilità passiva ha avuto
un miglioramento ma il suo valore è sintomo della difficoltà di attrarre utenti dalle altre Ulss,
giustificato dalla vicinanza geografica di ospedali ad alta specialità/specializzazione.
Anno 2009
53,00
Tasso di mobilità
Anno 2008
49,29
Il valore della mobilità passiva aumenta rispetto all’esercizio precedente, con un
peggioramento della mobilità pro-capite.
Importi in Euro
Mobilità passiva pro-capite
Anno 2009
182,87
Anno 2008
180,08
Analisi del bilancio
Premessa
L’analisi di bilancio è una tecnica con la quale, attraverso l’elaborazione e la
riclassificazione dei dati di bilancio, si indaga sulla gestione patrimoniale, finanziaria ed
economica dell’azienda, al fine di trarne giudizi retrospettivi (analisi consuntiva) e/o indizi
sugli sviluppi futuri (analisi prospettiva).
138
Analisi della situazione economica
Il conto economico è stato riclassificato con la finalità di dare evidenza delle due
modalità fondamentali con cui le aziende sanitarie pubbliche possono svolgere la funzione di
tutela della salute:
• la produzione diretta di servizi;
• l’affidamento a terzi, tramite contratti e convenzioni, dell’erogazione del servizio.
Alleghiamo di seguito il conto economico riclassificato relativo agli esercizi 2009 e
2008.
A)
B)
C)
D)
E)
F)
G)
H)
I)
J)
K)
L)
M)
N)
O)
P)
Importi in migliai di euro
Contributi dalla Regione
Costi per assistenza sanitaria di base
Costi per prestazioni di assistenza ospedaliera
Costi per altre prestazioni di ass.sanitaria non dirett. gestita
Contributi Regionali trattenuti per la produzione interna
Proventi per prestazioni sanitarie
Altri proventi tipici
Risorse per produzione interna (RPI)
Costi per beni e servizi
Costi personale
Ammortamenti
Accantonamenti
Risultato operativo gestione caratteristica (RO)
Risultato altre gestioni ordinarie
Risultato gestione straordinaria
Risultato dell'esercizio
-
-
Anno 2009
359.419.516
66.200.801
37.443.279
68.115.400
187.660.036
50.517.847
11.922.390
250.100.273
132.104.843
126.377.520
13.250.742
1.332.866
22.965.698 301.499 2.593.133
20.071.067 -
Popolazione (POP)
249.309
Anno 2008
344.701.795
65.375.685
36.415.884
63.186.299
179.723.927
45.052.289
11.081.231
235.857.447
119.755.102
123.038.473
12.946.199
8.029.340
27.911.666
13.145
2.122.577
25.802.233
246.474
Sulla base dei valori economici sono stati calcolati degli indici; l’indice fondamentale
è il Risultato Operativo Unitario determinato come rapporto tra il risultato operativo
dell’esercizio e la popolazione:
ROU = RO/POP = RPI/POP* RO/RPI
ROU = risultato operativo unitario
RO = risultato operativo dell’esercizio
POP = popolazione
RPI = risorse per produzione interna
Il rapporto tra RPI e POP indica la capacità dell’azienda di ottenere contributi elevati
dalla Regione e di integrarli con altri proventi caratteristici; il rapporto tra RO e RPI esprime
la capacità dell’azienda di contenere i costi della produzione interna.
Riportiamo di seguito una sintesi degli indicatori determinati sui tre conti economici
riclassificati.
139
Anno 2009 Anno 2008
92,12 113,24
1.003,17
956,93
0,09 0,12
ROU
RPI/POP
RO/RPI
-
Confrontando gli indicatori del 2009 con quelli del 2008 emerge un miglioramento in
termini di risultato operativo per utente.
La medesima tendenza emerge scomponendo i singoli fattori della formula
moltiplicativa esposta sopra e, precisamente:
• rapportando alla popolazione le varie componenti che formano le risorse da
destinare alla produzione interna;
• determinando le incidenze delle diverse voci di costo per la realizzazione di tale
produzione.
Riportiamo di seguito le componenti ritenute, a nostro avviso, più rappresentative nella
formazione dei due fattori che determinano l’indicatore principale.
Anno 2009
1.441,66
265,54
506,91
529,88
Contributi pro-capite
Costi di assistenza di base pro-capite
Incidenza dei costi del personale
Incidenza dei costi di acquisto per beni e servizi
Anno 2008
1.398,53
265,24
499,19
485,87
Tali indici confermano i commenti riportati nel paragrafo relativo all’analisi degli
scostamenti e precisamente dal lato dei ricavi un aumento dei contributi ricevuti dalla
Regione e, dal lato dei costi, un aumento contenuto degli oneri sostenuti per il personale
dipendente e convenzionato e un aumento dei costi più sostenuto per l’acquisto di beni e
servizi.
A conclusione di questa analisi della situazione economica è giusto sottolineare che la
valutazione dei risultati in un’Unità Locale Socio Sanitaria è una problematica non
indifferente. Nonostante sia fondamentale per gli operatori sanitari misurare i risultati della
gestione sulla base dell’impatto che l’intervento sanitario ha sulle condizioni di salute della
collettività, riteniamo tuttavia opportuno verificare anche la capacità di impiegare in modo
razionale i fattori produttivi con riferimento alla realizzazione di determinati volumi di servizi
offerti, in modo tale da assicurare l’equilibrio di bilancio.
Analisi della situazione patrimoniale-finanziaria
L’analisi della situazione patrimoniale-finanziaria si pone come obiettivo la verifica
dell’esistenza di una posizione di equilibrio strutturale (condizione necessaria per la
sopravvivenza nel tempo dell’Azienda). Questo studio si sostanzia nell’analisi della struttura
degli impieghi e delle fonti, ponendo particolare attenzione alla correlazione esistente tra gli
impieghi durevoli e le fonti permanenti e tra gli impieghi a breve e le fonti a breve.
Riportiamo di seguito una tabella riepilogativa della composizione degli impieghi:
140
Importi in Euro/migliaia
Liquidità immediate
Liquidità differite
Rimanenze
Totale attivo circolante
Anno 2009
19.527.062
34.087.946
8.070.427
61.685.435
%
11,46%
20,00%
4,74%
36,20%
Anno 2008
782.227
36.393.903
7.419.573
44.595.704
%
0,48%
22,37%
4,56%
27,41%
Attivo immobilizzato
108.725.398
63,80%
118.123.710
72,59%
Totale Capitale Investito
170.410.833
100,00%
162.719.413
100,00%
Tale composizione degli impieghi non è tuttavia compensata da un’altrettanta netta
predominanza delle fonti di finanziamento fisse rispetto a quelle correnti.
Importi in Euro/migliaia
Anno 2009
Passività correnti
Passività fisse
Totale capitale di terzi
Patrimonio netto
Totale Fonti
%
Anno 2008
%
101.542.424
8.276.273
109.818.698
59,59%
4,86%
64,44%
90.132.464
14.621.186
104.753.650
55,39%
8,99%
64,38%
60.592.136
35,56%
57.965.763
35,62%
170.410.833
100,00%
162.719.413
100,00%
Le passività correnti sono principalmente composte da debiti verso fornitori
(comprensivi anche dei debiti per fornitura di immobilizzazioni) e da debiti verso il personale.
A chiusura di queste considerazioni sulla situazione patrimoniale-finanziaria dell’Ulss
n. 8 proponiamo il rendiconto finanziario generale costruito raffrontando due stati
patrimoniali.
Da tale prospetto risulta che nel corso del 2009 l’Azienda ha generato liquidità per
circa 18,744 milioni di euro.
FONTI = CASH INFLOW
IMPIEGHI = CASH OUTFLOWS
(Delta+) Utile anno (n)
(Delta+) Fondi ammortamento e svalutaz.
(Delta+) TFR e fondi equivalenti
CASH FLOW OPERATIVO LORDO
(Delta+) debiti a lunga
(Delta+) capitale netto
(Delta+) immoblizzazioni immateriali
(Delta+) immobilizzazioni materiali
(Delta+) immobilizzazioni finanziarie
Dividendi e riserve
5.731.166
13.216.429
146.816
19.094.411
22.697.439
Totali fonti a lunga
(Delta+) fornitori
(Delta+) altri debiti a breve
(Delta+) crediti
(Delta+) rimanenze
Totale fonti a breve
TOTALE FONTI
41.791.851
5.115.389
2.305.958
84,9%
7.421.347
49.213.197
49.213.197
15,1%
(Cash flow di periodo<0) utilizzo liquid.
Totale generale
(Delta-)
(Delta-)
Perdita anno (n)
Perdita anno (n-1)
25.802.233
38,8%
-
0,0%
100,0%
(Delta-) debiti a lunga
(Delta-) capitale netto
(Delta-) immoblizzazioni immateriali
(Delta-) immobilizzazioni materiali
(Delta-) immobilizzazioni finanziarie
Dividendi e riserve
TFR e fondi equiv. nell'anno
Totale impieghi a lunga
(Delta-) fornitori
(Delta-) altri debiti a breve
(Delta-) crediti
(Delta-) rimanenze
Totale impieghi a breve
TOTALE IMPIEGHI
(Cash Flow di periodo>0) liquid. generata
Totale generale
141
280.077
3.538.041
29.620.351
197.157
650.854
848.011
30.468.362
18.744.835
49.213.197
60,2%
1,7%
38,1%
100,0%
L’attività di investimento
Nel corso del 2009 è continuata la politica di investimento, anche se in forma ridotta,
dell’azienda sia con riferimento ai fabbricati sia ai beni mobili. In particolare gli investimenti
sono stati rivolti ad interventi atti ad adeguare le strutture alle normative di sicurezza delle
strutture territoriali. Il forte incremento rilevato negli investimenti dei fabbricati indisponibili
è relativo al completamento dei lavori sugli ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna.
Gli investimenti effettuati suddivisi per categoria, sono:
in migliaia di euro
Anno 2009
Fabbricati (indisponibili)
Impianti generici
Attrezzature sanitarie
Altri beni
Totale
23.707
1.834
656
255
26.452
Anno 2008
4.877
2.883
1.389
521
9.670
Con riferimento ai fabbricati si è proceduto ad effettuare interventi diffusi nelle varie
sedi tendenti alla riqualificazione ed ammodernamento degli ambienti.
L’attività di ricerca e sviluppo
Nell’esercizio considerato si è ulteriormente sviluppata l’attività all’interno del Centro
di riferimento per il Servizio Epidemiologico Regionale che ha sede presso l’Ulss n. 8.
Nel corso dell’anno 2009 sono stati avviati alcuni progetti di ricerca sanitaria
finalizzata finanziati dalla Regione Veneto.
Fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio
Dopo la chiusura dell’esercizio, non si sono verificati fatti rilevanti.
Evoluzione prevedibile della gestione
I risultati della gestione caratteristica nei primi mesi risultano sostanzialmente allineati
a quanto previsto nel bilancio economico preventivo 2009. L’azienda è impegnata in
un’attività di contenimento dei costi al fine di migliorare la redditività e generare cash flow
per finanziare gli investimenti programmati, finalizzati ad un aumento dell’efficienza e della
qualità del servizio offerto.
142
RELAZIONE SULLA GESTIONE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO-SANITARI
BILANCIO DI ESERCIZIO - ANNO 2009
ALLEGATO N. 1
PRESTAZIONI EROGATE DAI SERVIZI DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
Nel corso dell’anno 2001, il dipartimento di prevenzione ha definito, secondo criteri che
tengono conto della quantità standard di risorse impiegate, il nomenclatore e il pesario delle
prestazioni equivalenti erogate da ciascun servizio.
Tale nomenclatore e pesario, recepito con delibera n. 1185 del 12 dicembre 2002 e
aggiornato nel 2007, viene applicato da tutti i servizi del dipartimento di prevenzione e ad esso si fa
riferimento per calcolare gli indicatori di efficacia ed efficienza, basati, per l’appunto, sulla
produzione equivalente, ai fini di affinare ulteriormente il sistema di controllo previsto dalla
metodica di budget.
La procedura di standardizzazione delle prestazioni è stata realizzata calcolando i costi medi
di ciascuna prestazione, i quali sono stati successivamente rapportati ad una unica unità equivalente
di prodotto, convenzionalmente pari al costo standard di 100 euro, per determinare il peso di
ciascuna prestazione.
In questo modo è stato possibile esprimere con la stessa unità di misura, “unità equivalente”,
il volume delle prestazioni di ciascun servizio e, quindi, del dipartimento di prevenzione nel suo
complesso.
Nel grafico seguente è stato rappresentato, in termini percentuali, il volume di prestazioni
prodotto dal dipartimento di prevenzione nel corso dell’anno 2009, distintamente per ciascun
servizio. Complessivamente, nel 2009, sono state prodotte 96.576 prestazioni equivalenti.
grafico n. 1: distribuzione % delle prestazioni equivalenti prodotte dai servizi del dipartimento di prevenzione, anno
2009.
servizio veterinario di
igiene degli allevamenti e
delle produzioni
zootecniche
9,40%
servizio veterinario di
sanità animale
12,78%
servizio di igiene e sanità
pubblica
11,19%
unità territoriali dei servizi
di sanità umana
31,80%
servizio di medicina legale
5,93%
servizio veterinario di
igiene degli alimenti di
origine animale
12,81%
servizio per l'educazione e
promozione della salute
3,33%
servizio di igiene degli
alimenti e della nutrizione
4,25%
servizio di prevenzione e
sicurezza negli ambienti di
lavoro
8,52%
tabella n. 1: prestazioni del servizio di sanità animale.
Descrizione prestazione
Apertura/chiusura azienda/allevamento con rilascio di attestato
Apertura nuova azienda/allevamento - verifica
Georeferenziazione strutture
Aggiornamento scheda dati produttivi
Inserimento richiesta marche auricolari
Vidimazione di un registro di stalla
Registrazione delle movimentazioni
Stampa passaporto
Ristampa passaporto a seguito di furto/smarrimento con rilascio nuovo documento
Operazioni di modifica dati registrati sul sistema
Correzione anomalie a posteriori
Ispezione [allevamento; trasporto; altro luogo di detenzione degli animali; macello] per il benessere [vitelli; galline
ovaiole; suini; altri animali] con verbale di sopralluogo (eseguito dal veterinario)
Piano di sorveglianza della Blue Tongue, campionamento in [allevamento/stalla di sosta; macello] per la ricerca
anticorpale/ virale/entomologica
Piano di eradicazione delle malattie dei suini: mvs, psc, aujeszky, campionamento in [allevamento/stalla di sosta;
macello] per la ricerca anticorpale/virale
Piano di monitoraggio per il controllo dell’influenza aviare, campionamento in [allevamento; macello] per la ricerca
anticorpale/virale
Piano di controllo dell'anemia infettiva degli equidi, campionamento in allevamento di sangue per la ricerca anticorpale
Profilassi della rabbia, campionamento con prelievo della testa per esame istologico
Piano di controllo delle salmonellosi, campionamento in [allevamento/incubatoio; macello] per la ricerca
batteriologica, anticorpale
Controllo sanitario disposti dagli uvac o pif, campionamento di [animali vivi; alimenti origine animale; sottoprodotti di
origine animale; mangimi] in [allevamento/stalla di sosta; macello/ stabilimento di prodotti origine animale]
Programma di controllo sanitario sui riproduttori maschi bovini, equini, suini da adibire alla fecondazione,
campionamento in [allevamento/stazione di monta; centro genetico] per la ricerca anticorpale, virale, batteriologica,
prova allergica
Controllo delle malattie degli animali, campionamento in allevamento/stalla di sosta per la ricerca batteriologica,
virologica, parassitologica
Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della brucellosi bovina, bufalina, ovicaprina, della LBE, dell'IBR, della
Paratubercolosi e di altre malattie, campionamento di sangue/latte in allev. per la ricerca anticorpale e virale (in
compravendita)
Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della brucellosi bovina, bufalina, ovicaprina, della LBE, dell'IBR, della
Paratubercolosi e di altre malattie, campionamento di sangue/latte in allevamento per la ricerca anticorpale e virale
Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della Tubercolosi bovina/ bufalina campionamento con prova allergica (in
compravendita)
Controllo sanitario in allevamento di bovini/bufalini/ovicaprini/suini/equini, conigli/avicoli/selvaggina, struzzi, pesce vivo
e prodotti dell'acquacoltura in partenza ed in arrivo per mezzo di natanti, ferrovia, automezzi con rilascio di
certificazione
Controllo sanitario su animali vivi, uova da cova, mangime, sottoprodotti e alimenti di origine anim., destinati agli
scambi/esportaz. o spediti da paesi per il prescritto/richiesto periodo di osservaz. con rilascio di certificaz. e/o attestaz.
san.
Controllo sanitario del bestiame da inviare all'alpeggio o alla transumanza con rilascio certificato
Controllo sul nomadismo delle api con rilascio di certificazione
Controllo sanitario su animali vivi, sottoprodotti origine animale, mangimi, alimenti origine animale disposto da UVAC o
PIF con verbale
Rintraccio, sequestro, dissequestro, vincolo sanitario, svincolo sanitario in unità produttiva con verbale (veterinario)
Ispezione in allevamento/stalla di sosta, macello per l'applicazione del piano di sorveglianza della Blue Tongue con
verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento/stalla di sosta per l'applicazione del piano nazionale/regionale di eradicazione e sorveglianza
della mvs, psc, aujeszky con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento per la verifica dell'applicazione e del mantenimento delle norme di biosicurezza con verbale di
sopralluogo (veterinario)
Ispezione in allevamento al fine della verifica dei requisiti sanitari per l'accasamento/introduzione degli animali con
rilascio di attestazione
Ispezione in allevamento avicolo per il controllo dell’influenza aviare e la newcastle disease con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento per l'applicazione del piano di sorveglianza delle TSE con verbale di soprallugo
Ispezione in allevamento per l'applicazione del piano di profilassi della mixomatosi e della malattia emorragica virale
con attestazione
n.prestazioni
480
110
10
430
2530
238
205000
6458
107
8542
1970
16
763
2250
676
1792
2
41
40
4
21
307
10
72
3876
134
34
44
278
22
58
10
42
14
172
31
5
Descrizione prestazione
Ispezione in allevamento per il piano di controllo delle principali malattie dei pesci VHS- IHN con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento al fine di prevenire l'insorgere e la diffusione di malattie infettive
Ispezione in allevamento/stalla di sosta, macello in applicazione del sistema di identificazione e registrazione degli
animali con verbale di sopralluogo (veterinario)
Ispezione in allevamento in applicazione del piano di vaccinazione per la influenza aviare e la newcastle disease con
verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento/riserva di caccia sulla selvaggina allevata/catturata con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento, stalla di sosta/centro di raccolta, posto di controllo, mercati/fiere per accertare/escludere
malattie infettive con verbale
Ispezione in allevamento/incubatoio, macello per l'appilcazione dei piani di controllo delle salmonellosi con verbale
(veterinario)
Gestione di un focolaio di malattia infettiva con verbale di sopralluogo
Denuncia di malattia infettiva di cui all’art.1 DPR 320/54 con modello 1 A/B
Controllo degli animali morti in allevamento con attestazione visita necroscopica
Profilassi della rabbia: controlli previsti dall’art. 86 DPR 320/54 nei casi di animali sospetti di rabbia, con verbale
Controllo requisiti sanitari per l'accasamento degli animali avicolo, suino, bovino con rilascio attestazione idoneità
all'accasamento
Registrazione su documento identificativo di esame per l'anemia infettiva con rilascio attestazione
Autorizzazione sanitaria alla produzione per il commercio di materiale avicolo da riproduzione con rilascio parere
(veterinario)
Registrazione presso UVAC con rilascio di attestazione
Riconoscimento/autorizzazione di incubatoio, impianti di selezione/moltiplicazione/allevamento per la produzione di
pollame e uova da cova per gli scambi con rilascio di parere
Autorizzazione stalla di sosta/centro di raccolta, punto di controllo con rilascio di parere
Valutazione tecnica di progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, con sopralluogo (singolo atto)
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, senza sopralluogo (singolo atto)
Procedura di assistenza tecnico-sanitaria con rilascio di relazione
Autorizzazione della ditta trasporti con rilascio di autorizzazione
Omologazione del mezzo di trasporto con rilascio omologazione
Autorizzazione al trasporto secondo la normativa nazionale con rilascio autorizzazione
Ispezione sul trasportatore con verbale eseguito dal veterinario
Intervento formale di educazione sanitaria con rilascio documentazione
Accreditamento allevamenti
Contabilizzazione
Rilascio copia di documentazione in atti a organi di controllo esterni
Registrazione esiti di laboratorio
n.prestazioni
1
45
156
4
17
3
9
10
6
1
74
8
217
1
2
1
1
15
379
193
15
5
7
14
12
5
1248
1000
20
1756
tabella n. 2: prestazioni del servizio di igiene degli alimenti di origine animale.
Descrizione prestazione
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli di sandri pollame. con capacità superiore a
150000 capi.
Ispezione in macello per il benessere vitelli con verbale di sopralluogo
Ispezione in macello per il benessere galline ovaiole con verbale di sopralluogo
Ispezione macello per il benessere altri animali con verbale di sopralluogo
Piano di sorveglianza della TSE, campionamento in macello di materiale specifico a rischio per ricerca proteina
prionica
Controllo sanitario disposti dagli UVAC o PIF campionamento di alimenti origine animale in macello/stabilimento di
prodotti di origine animale
Piano Nazionale Residui, campionamento di alimenti di origine animale in unità produttiva per la ricerca di
anabolizzanti e sostanze vietate
Piano Nazionale Residui, campionamento di alimenti di origine animale in unità produttiva per la ricerca di farmaci e
contaminanti ambietali
Piano Regionale di campionamento Ufficiale di alimenti, campioni di alimenti di origine animale
Extra Piano - campionamento
Controllo sanitario su alimenti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed
extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione
sanitaria.
Controllo sanitario di alimenti di origine animale su segnalazione sistema di ALLERTA, con verbale.
Controllo sanitario di alimenti di origine animale disposti dagli UVAC o PIF con verbale.
Controllo sanitario di alimenti di origine animale oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa
dell’ULSS, con verbale.
SEQUESTRO in unità produttiva, con verbale
DISSEQUESTRO in unità produttiva, con verbale
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli con capacità superiore a 20 UGB di bovini
domestici, ovini caprini, solipedi domestici, suini.
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli con capacità inferiore a 20 UGB di bovini
domestici, ovini caprini, solipedi domestici, suini.
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli montello di pollame. conigli con capacità
superiore a 150.000 capi.
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli castellano di pollame. con capacità superiore
a 150.000 capi.
Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli di sandri pollame. con capacità superiore a
150000 capi.
Controllo sanitario degli animali macellati nell’azienda, con emissione di certificato (Reg. 854/04 All. I capo X parte b)
Controllo sanitario per volatili, lagomorfi e selvaggina d’allevamento trasportati dall’azienda al macello, con emissione
di certificato (Reg. 854/04 All. I capo X parte a)
Visita clinica animali in allevamento con attestato di idoneità al trasporto / con attestato di abbattimento e certificato
di distruzione
Visita ante e post mortem di suini macellati a domicilio dei privati per uso familare compresa ricerca di trichinella con
attestazione di idoneità al consumo
Ispezione punti da 1 a 8 allegato C al Decreto 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, preparazione prodotti a base
di carne, prep. di carne, alimenti composti; carni sep. mecc; carni macinate; sezionamento; dep.frigorifero con verbale
di sopralluogo.
Ispezione punti 1 a 11 allegato C al Decreto 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, prep. prodotti a base di carne,
prep. di carne, alim. composti; carni sep. mecc; carni macinate; sezionamento; deposito frigorifero con verbale di
sopralluogo.
Verifica punti da 12 a 17 Allegato C al Decreto 292 del 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, di prep. prodotti a
base di carne, prep. di carne, alimenti comp., carni separate mecc., macinate; sezionamento; dep. frigo, con verbale
di sopralluogo.
Audit in stabilimento di macellazione, preparazione prodotti a base di carne, preparazione di carne, alimenti composti;
carni separate meccanicamente; carni macinate; sezionamento: deposito frigorifero con verbale di sopralluogo
Vigilanza varie... per il controllo dei prodotti di origine animale, per il controllo nei centri imballaggi uova.
Vigilanza/ispezione periodica nei macelli in deroga degli agricoltori, che producono limitate quantità di carni di pollo,
di coniglio e di selvaggina d’allevamento per il consumo locale
Macellazione speciale d’urgenza, che avviene direttamente nell’allevamento
Macellazione speciale d’urgenza, che avviene direttamente al macello
Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di prodotti di origine animale: stabilimenti di macellazione
Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di prodotti di origine animale: deposito prodotti della pesca;
depurazione; spedizione molluschi
n.prestazioni
10274
1
1
1
300
2
60
67
128
131
139
7
4
1
4
1
41213
2200
525654
1078376
4519724
1
77
3
648
1550
216
21
9
134
156
17
229
4
1
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: macelleria
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: agriturismo
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: spaccio prodotti di origine animale
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: laboratorio preparazione di kebab.
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: salumeria
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: autospacci e camion frigo.
Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: laboratori di miele
Valutazione tecnica su progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzione, con sopralluogo (singolo atto)
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzione, senza sopralluogo (singolo atto)
Assistenza tecnico sanitaria, con rilascio di relazione
Relazione prevista da norme (statistica, ..)
Intervento formale di educazione sanitaria, con rilascio di documentazione
Indagine per sospetta intossicazione alimentare
Provvedimenti per illeciti amministrativi e penali, con sopralluogo
14
2
2
5
28
32
2
9
5
607
14
3
7
1
4
tabella n. 3: prestazioni del servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Descrizione prestazione
Ispezione in allevamento registrato allegato I Regolamento 183/05 relativo all'igiene sui mangimi con verbale di
sopralluogo
Ispezione in allevamento registrato allegato II Regolamento 183/05 relativo all'igiene sui mangimi con verbale di
sopralluogo
Ispezione su stabilimento registrato ai sensi del regolamento CE 183/05 relativo all'igiene dei mangimi con verbale di
sopralluogo
Ispezione su stabilimento riconosciuto ai sensi del regolamento CE 183/05 relativo all'igiene dei mangimi con verbale di
sopralluogo
Registrazione ai sensi del Regolamento 183/05 relativo all'igiene dei mangimi allegato I con rilascio parere
Ispezione in allevamento per il benessere dei vitelli con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento per il benessere delle galline ovaiole con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento per il benessere dei suini con verbale di sopralluogo
Ispezione in allevamento per il benessere altri animali con verbale di sopralluogo
Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere delle galline ovaiole con verbale di sopralluogo
Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere dei suini con verbale di sopralluogo
Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere di altri animali con verbale di sopralluogo
Ispezione presso il privato domicilio per il benessere animale con verbale di sopralluogo
Piano nazionale residui, campionamento su animali vivi in unità produttiva per la ricerca di anabolizzanti, sostanze
vietate, farmaci e contaminanti ambientali
Piano nazionale residui, campionamento di mangimi in unità produttiva per la ricerca di anabolizzanti, sostanze
vietate, farmaci e contaminanti ambientali
Piano nazionale alimentazione animale, campionamento di mangime in unità produttiva
Piano nazionale pesticidi, campionamento di alimenti di origine animale
Piano regionale aflatossine, campionamento di latte e prodotti a base di latte
Piano sorveglianza TSE, campionamento in allevamento di materiale specifico a rischio per la ricerca di proteina
prionica
Extra piano, campionamento
Piano di verifica autocontrollo, campionamento
Piano regionale di campionamento ufficiale alimenti, campione di alimenti di origine animale
Controllo sanitario su mangime destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per
il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria
Controllo sanitario su animali vivi destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari
per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria
Controllo sanitario su sottoprodotti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed
extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria
Controllo sanitario su alimenti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed
extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria
Controllo sanitario di mangimi su segnalazione sistema di allerta, con verbale
Controllo sanitario di alimenti di origine animale su segnalazione sistema di allerta, con verbale
Controllo sanitario di mangimi, disposto dagli uffici UVAC o dai PIF con verbale
Controllo sanitario di alimenti di origine animale, disposto dagli uffici UVAC o dai PIF con verbale
Controllo sanitario di mangimi oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa dell'ulss con verbale
Controllo sanitario di sottoprodotti di origine animale, oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su
iniziativa dell'ulss con verbale
Controllo sanitario di alimenti di origine animale, oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa
dell'ulss con verbale
Sequestro in unità produttiva con verbale
Dissequestro in unità produttiva con verbale
Vincolo sanitarioo in unità produttiva con verbale
Svincolo sanitario in unità produttiva con verbale
Farmaco sorveglianza in allevamento con verbale di sopralluogo
Farmaco sorveglianza in stalla di sosta con verbale di sopralluogo
Farmaco sorveglianza in farmacia con verbale di sopralluogo
Ispezione per il rilascio dell'autorizzazione alla detenzione di scorte di medicinali veterinari presso allevamento con
emissione parere
Autorizzazione alla detenzionedi scorte di medicinali veterinari presso allevamento con rilascio autorizzazione
Autorizzazione alla detenzione di scorte di medicinali veterinari presso struttura veterinaria con rilascio autorizzazione
Ispezione in unità produttiva su segnalazione di inconvenienti igienico sanitari con verbale di sopralluogo
n.prestazioni
488
34
2
5
2
24
31
10
133
5
1
1
16
315
65
95
1
2
271
83
200
10
1
10
345
217
13
5
1
17
1
1
1
9
9
54
4
647
2
2
2
3
5
83
Descrizione prestazione
Ispezione in stalle di sosta, centro di raccolta, posto di controllo, mercati, fiere, esposizioni animali, circhi con verbale di
sopralluogo
Ispezione in allevamento per la tutela igienico sanitaria del latte con verbale di sopralluogo
Ispezione in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo
Audit in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo
Verifica in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo
Valutazione dei parametri del latte crudo ai sensi del Reg. CE 853/05 con notifica di non conformità (per lettera di non
conformità)
Registrazione allevamento a produrre latte crudo destinato alla vendita diretta con attestato di registrazione
Registrazione di stabilimento per la produzione di latte e prodotti a base di latte con attestato di registrazione (DIA)
Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo
Valutazione tecnica su progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, con sopralluogo (singolo atto)
Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, senza sopralluogo (singolo atto)
Assistenza tecnico-sanitaria con rilascio di relazione
Accertamento dei requisiti previsti per la esposizione/mostra di animali, fiere, circhi, con rilascio di nulla osta
Autorizzazione di toelettatura con rilascio parere
Autorizzazione all'esercizio di strutture veterinarie (ambulatori, cliniche, ospedali, laboratori di analisi) con rilascio
parere
Registrazione presso UVAC con rilascio attestazione
Controllo requisiti per il rilascio della idoneità del riproduttore maschio alla fecondazione artificiale-naturale con rilascio
certificato
Ispezione su impianto di transito, magazzinaggio, trattamento, incenerimento di sottoprodotti di origine animale con
verbale di sopralluogo
Autorizzazione di impianto di transito, magazzinaggio, trattamento, incenerimento, deposito pelli per la produzione di
gelatina di sottoprodotti di origine animale con rilascio parere
Controllo delle TSE in allevamento su animale morto con rilascio certificazione per il trasporto sottoprodotto origine
animale categoria 1
Controllo della gestione dei sottoprodotti di origine animale presso il luogo di produzione con verbale
Autorizzazione di automezzi o contenitori per il trasporto di sottoprodotti di origine animale con autorizzazione
Registrazione di automezzi o contenitori per il trasporto di sottoprodotti di origine animale con registrazione
Ispezione in allevamento di cani, gatti con verbale di sopralluogo
Ispezione per la tutela degli animali d'affezione con verbale di sopralluogo
Uscita per cattura cane e trasporto al canile per singolo cane
Uscita per tentata cattura cane/gatto randagio
Cattura gatto femmina e reimmissione nel territorio
Registrazione anagrafica cane (iscrizione, cambio di proprietà, morte) per singola registrazione
Affido cane
Rilascio passaporto animale d'affezione
Identificazione cane con applicazione microchip
Sterilizzazione cane maschio
Sterilizzazione cane femmina
Sterilizzazione gatto maschio maschio
Sterilizzazione gatto maschio femmina
Visita clinica su cane gatto
Trattamento immunizzante
Trattamento antiparassitario
Intervento terapeutico/anestesiologico cane/gatto ambulatoriale
Intervento terapeutico/anestesiologico su cane/gatto territoriale
Intervento chirurgico semplice su cane gatto
Intervento chirurgico complesso cane gatto
Provvedimenti per illeciti ammininistrativi e penali con relazione
Intervento formale di educazione sanitaria con rilascio documentazione
Uscita per cattura animale da reddito per singolo animale
n.prestazioni
11
265
391
1
141
496
13
10
6
71
221
316
40
31
2
5
1
1
61
2
3286
1
45
1
1
45
844
118
150
4812
139
425
159
63
120
82
233
57
24
6
32
4
13
9
13
9
23
tabella n. 4: prestazioni del servizio igiene e sanità pubblica.
Descrizione prestazione
Parere Gas Tossici espresso dal SISP
Parere Radiazioni Ionizzanti espresso in Commissione
Registrazione detenzione apparecchi RX
Consulenza per l’applicazione di norme (d’ufficio)
Consulenza per l’applicazione di norme (con sopralluogo)
P.P.P. espresso in Commissione Pubblici Spettacoli Provinciale
P.P.P. espresso in Commissione Locale (es. conferenza dei servizi)
P.P.P. (monoservizio) edil. produttiva <3 dip., direzionale, commerciale, artigianale di servizio, ricettiva (escluso
consulenza per l'applicazione di norme)
P.P.P. (pluriservizio) edil. produttiva <3 dip., direzionale, commerciale, artigianale di servizio, ricettiva (escluso
consulenza per l'applicazione di norme)
P.P.P. edil. produttiva >/= 3 dipendenti (gestione pratica + valutazione parere) (escluso consulenza per l'applicazione
di norme)
P.P.P. ed. pubbl.o priv. di serv. (cinema, scuole, ospedali, cimiteri, RSA, case di riposo) (escluso consulenza per
l'applicazione di norme)
P.P.P. su P.R.G., Piani Assetto del Territorio e Piani Assetto del Territorio Intercomunale (escluso consulenza per
l'applicazione di norme)
P.P.P. su Lottizzazioni (escluso consulenza per l'applicazione di norme)
P.Agibilità reso in Commissione Pubblici Spettacoli Provinciale
P.Agibilità reso in Commissione Pubblici Spettacoli Ridotta
P.Agibilità reso per insediamenti produttivi (>/= 3 dipendenti)
P.Agibilità reso per insediamenti produttivi < 3 dipendenti, direzionale, commerciale, art. di servizio, ricettivo
(monoservizio)
P.Agibilità reso per edilizia pubblica e privata di servizio
P. Igienico-Sanitario espresso in CTRU, CTRLLPP, ecc…
P. Igienico-Sanitario espresso su regolamenti comunali (di igiene, polizia mortuaria, barbieri e affini)
P. Idoneità-Autorizzazione sanitaria temporanea (feste paesane)
P. Idoneità-Autorizzazione Sanitaria scuole e altre strutture non sanitarie (es. turistico-ricettive)
Visita ambulatoriale in caso di tubercolosi
Visita ambulatoriale in contatto di caso di tubercolosi o in mantoux positiva
Accesso infermieristico domiciliare in fase preventiva per consegna materiali/farmaci e per controllo periodico
Accesso in caso di isolamento domiciliare per visita medica di controllo ed eventuale consegna farmaci
Compilazione modello dispensario funzionale (esenzione ticket, INPS nuovo caso, INPS mensile)
Convocazione gruppo di lavoro
P. Autorizzazione all'esercizio di strutture sanitarie o socio-sanitarie (L.R. 22/02) - tecnici della prevenzione
Vigilanza (atti prescrittivi, sanzioni e verifiche) di attività commerciali e artigianali di servizio, produzione cosmetici,
attività turistico-ricettive e aziende autorizzate impiego detenzione gas tossici
Vigilanza (atti prescrittivi, sanzioni e verifiche) di appalti (derattizzazione, zanzara tigre, blatte, ecc…)
Campionamento prodotti cosmetici e altri materiali (escluso acque di piscina B.5.1.2.) - unità di campionamento = n. 2
campioni
Incontro ed intervento diretto di educazione alla salute (es. ad alunni scuole medie superiori, O.T.A., ecc.)
Intervento indiretto di educazione alla salute (formazione formatori)
Intervento intersettoriale di promozione alla salute extrascreening (cittadini, associazioni di categoria, gestori case di
riposo, amministratori, scuole,ecc.)
Visita fiscale SISP
Certificato con visita: visita necroscopica, certificato per cremazione, rapporto/referto alla magistratura per morte
violenta o sospetto di reato, autorizzazione trasporto salma
Certificato con valutazione su atti: proposta di trasporto salma, cremazione, scheda ISTAT
Parere idoneità sanitaria (barbieri, parrucchieri ed estetiste, studi medici ) senza agibilità
Certificato con sopralluogo: assistenza esumazione, estumulazione e traslazione
P.P. per autorizzazioni alle emissioni in atmosfera art. 269 del D.Lgs. 152/2006 (escluso consulenza per applicazione di
norme)
P. Igienico-Sanitario espresso in Commissione Tecnica Provinciale (elettrodotti, ambiente, cave, ecc.)
P. Igienico-Sanitario espresso in Commissione Provinciale Depositerie
P. Autorizzazione all'esercizio di strutture sanitarie o socio-sanitarie (L.R. 22/02) - medici
Sistema di sorveglianza PASSI (pre-post intervista)
Sistema di sorveglianza PASSI (intervista)
Campagna antinfluenzale
n.prestazioni
9
1
24
2504
11
2
14
344
227
180
13
31
43
2
17
21
20
1
2
2
83
17
215
666
72
64
97
1
18
25
18
9
2
14
41
52
19
19
34
2
28
28
3
3
345
345
2
Descrizione prestazione
Campagna vaccinale non antinfluenzale
Vaccinazione livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta)
Vaccinazione non livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta)
Profilassi malattie del viaggiatore (escluso vaccinazione)
Valutazione epidemiologica (per singolo soggetto) escluso visita medica, vaccinazioni e indagine tubercolinica
Certificazione su atti (certificato vaccinazione internazionale)
Intervento per bioemergenza
Visita medica senza accertamenti
Visita medica con accertamenti
Parere igienico-sanitaro (inconvenienti igienici e industrie insalubri)
Intervento intersettoriale di promozione allo screening
Invito screening citologico
Invito screening mammografico
Invito screening colorettale
n.prestazioni
3
1810
905
1082
73
381
5
135
114
4
13
21923
13792
33701
tabella n. 5: prestazioni del servizio igiene degli alimenti e della nutrizione
Descrizione prestazione
Prima visita ambulatorio nutrizionale
Visita di controllo ambulatorio nutrizionale
Attestazione di registrazione in caso di riscontro di non conformità o con sospensione dell’attività a seguito D.I.A. con
modello B1 o con modello B2 per aggiornamento della registrazione
Attestazione di registrazione in caso di assenza di non conformità a seguito D.I.A. con modello B1 o con modello B2
per aggiornamento della registrazione
Attestazione di registrazione senza sopralluogo a seguito D.I.A. con modello B2 (subingresso senza modifiche)
Giudizio di potabilità su esito analitico di acque prelevate
Giudizio su esito analitico riguardante alimenti, ricerca di O.G.M. e caratteristiche dei materiali dei contenitori destinati
a venire a contatto con alimenti
Certificazione commestibilità funghi per privati raccoglitori
Peritazione micologica con relazione in caso di intossicazioni o avvelenamenti da funghi
Rilevazione dell’esecuzione lavori
Esecuzione atti giudiziali su delega della magistratura
Sequestro e dissequestro alimenti - vincolo e svincolo sanitario alimenti
Pareri con sopralluogo per rilascio autorizzazioni sanitarie e/o nullaosta
Controllo ufficiale: ispezione, verifica (vigilanza ordinaria) - interventi su esposti e segnalazioni
Giudizio sulla congruità dei piani di autocontrollo
Distruzione di alimenti
Pareri
Relazione per collaborazione all’indagine epidemiologica in tossinfezioni alimentari
Proposte di ordinanze sindacali riguardo a acque potabili, alimenti, condizioni igienico sanitarie di locali e attrezzature
Vidimazione registri di carico/scarico dei prodotti fitosanitari
Assistenza per applicazione di norme con sopralluogo/ parere preventivo con sopralluogo
Consulenze verbali per applicazione di norme
Incontri ed interventi di educazione alimentare
Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari
Pareri menù - consulenza capitolati
Controllo delle tabelle dietetiche e della qualità nutrizionale dei pasti serviti nella ristoraz. scolastica e nelle strutture
resid. per anziani, unitamente a verifica degli aspetti igien.-san. della ristoraz. Coll., dei locali e delle attrezzature
Controllo delle tabelle dietetiche e della qualità nutrizionale dei menù nella ristorazione scolastica e nelle strutture
residenziali per anziani
Certificato per esportazione
Controllo ufficiale sul commercio e l’impiego dei prodotti fitosanitari, ispezioni, verifiche, interventi su esposti e
segnalazioni, attività di campionamento
Abilitazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari
n.prestazioni
91
99
11
201
322
299
189
37
2
43
1
8
8
155
26
2
171
3
4
6
119
979
10
16
11
40
8
134
15
129
tabella n. 6: prestazioni del servizio di medicina legale.
Descrizione prestazione
Visita collegiale per il riconoscimento dell'invalidità civile, dei ciechi e dei sordomuti
Visita collegiale per la valutazione medico-legale dell'handicap (L. 104/92)
Visita collegiale per la valutazione medico-legale dell'handicap (L. 68/99)
Visita collegiale di valutazione lavorativa nel pubblico impiego e privato (art. 5 co. 3 - L. 300/70)
Visita di controllo ex art. 5 L. 300/70 (visita fiscale)
Visita di controllo ex art. 5 L. 300/70 (visita fiscale) per conto I.N.P.S.
Visita di valutazione medico-legale richiesta da Autorità Giudiziaria, Procura, Questura
Atto necroscopico
Partecipazione al Collegio Medico per l'accertamento della morte ai fini dell'espianto di organi
Pratica L. 210/92 (danno da trasfusione)
Relazione causa di servizio dipendenti Azienda ULSS n. 8
Consulenza medico-legale ad UU.OO. interne
Controllo e codifica scheda di morte
Decreto di concedibilità benefici economici all’invalido civile
Richiesta riscossione ratei maturati e non riscossi
Conferma beneficio economico da autocertificazioni annuali (Indennità di frequenza, mantenimento iscrizione alle
liste speciali di collocamento, esclusione del beneficio per ricoveri)
n.prestazioni
2927
1418
224
38
5297
54
84
200
1
29
6
60
2100
1853
129
2950
tabella n. 7: prestazioni del servizio prevenzione igiene e sicurezza ambienti di lavoro
Descrizione prestazione
Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende da 1 a 10 Addetti
Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende da 10 a 50 Addetti
Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende Complesse
Intervento di Prevenzione e Vigilanza Parziale
Segnalazione di reato ex D.Lgs. 758/94
Parere su insediamento produttivo
Parere agibilità di insediamento produttivo
Parere su piano regolatore generale o urbanistico
Parere su piano di lavoro amianto
Indagine ambientale
Consulenza medico specialistica
Consulenza medico specialistica in ex esposto a cancerogeni
Giudizio di idoneità al lavoro
Giudizio medico legale
Esame strumentale
Questionario diagnostico e/o epidemiologico
Certificazione per la tutela delle lavoratrici madri
Certificazione per inserimento lavorativo disabili
Certificazione per giudizio di idoneità prevista da norme
Intervento di educazione sanitaria
Assistenza sull'applicazione di norme
Incontro formale di informazione
Materiale scientifico
Materiale educativo
Convegno
Inchiesta breve (Infortunio)
Inchiesta standard (Infortunio)
Inchiesta complessa (Infortunio)
Valutazione segnalazione (malattia professionale)
Inchiesta complessa (malattia professionale)
Atto processuale
Sequestro giudiziario
Atto delegato da altro ente
Atto delegato dall'autorità giudiziaria
Report Statistico
Provvedimento amministrativo
Registrazione e/o certificazione semplice
Vidimazione registro infortuni
n.prestazioni
135
30
10
196
155
203
28
3
184
3
255
169
149
344
425
536
491
127
25
50
2992
10
1
2
1
20
80
4
95
8
30
4
130
30
20
350
380
931
tabella n. 8: prestazioni del servizio di educazione e promozione della salute
Descrizione prestazione
Adozione e realizzazione di un progetto
Coordinamento di un progetto adottato dal Servizio ma realizzato da altri
Coordinamento di un progetto adottato da altri
Supporto alla realizzazione di un progetto adottato da altri
Consulenza sull'adozione e/o realizzazione di un progetto da parte di altri
Gestione interventi di formazione e di informazione
Attestazione
Fascicolo informativo-divulgativo
Opuscolo informativo-divulgativo
Depliant
Scheda didattico-bibliografica
Consulenza per sussidio educativo-didattico
Prestito bibliotecario
Attività centro documentazione
n.prestazioni
16
30
8
18
13
12
181
31
1
12
30
16
1936
40
tabella n. 9: prestazioni delle unità territoriali dei servizi di sanità umana.
Descrizione prestazione
1°Vaccinazione pediatrica del ciclo base
Altra vaccinazione pediatrica
Vaccinazione adulto su invito
Vaccinazione livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta)
Vaccinazione non livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta)
Informazioni al viaggiatore (escluso vaccinazione)
Valutazione epidemiologica (per singolo soggetto) escluso visita medica, vaccinazioni e indagine tubercolinica
Certificazione su atti (certificato di vaccinazione)
Indagine tubercolinica (escluso visita medica)
Visita medica senza accertamenti
Visita medica con accertamenti
Parere igienico sanitario per inconveniente igienico o sosta nomadi
Consulenza per l’applicazione di norme (d’ufficio)
Consulenza per l’applicazione di norme (con sopralluogo)
P.P.P. edilizia residenziale, direzionale, commerciale, artigianale di servizio (monoservizio)
Parere per antigenicità, inabitabilità, inagibilità e sovraffollamento
Parere idoneità sanitaria (barbieri, parrucchieri ed estetiste, studi medici)
Incontro ed intervento diretto di educazione alla salute (es. ad alunni scuole medie superiori, O.T.A., ecc.)
Intervento indiretto di educazione alla salute (formazione formatori)
Intervento intersettoriale di promozione alla salute
Certificato medico-legale livello uniforme di assistenza: idoneità al lavoro, uso elettorale, riammissione a scuola,
certificato biennale per il personale scolastico, sosta invalidi
Certificato med-leg. non L.U.A. sana e robusta costit., idoneità a lavoro, conduz. caldaie a vapore o uso di gas tossici,
certific. ad uso milit., esonero obbligo cinture di sic., cess. di 1/5 dello stip., pat. A/B, nautica, porto d’armi, idoneità al
volo
Certificato medico-legale con prova psicometrica, non livello uniforme di assistenza: patente C, D, E.
Prova psicometrica
Libretto di idoneità sanitaria
Certificato con sopralluogo: assistenza esumazione, estumulazione
Certificato con visita : necroscopico, per cremazione, per trasporto salma, rapporto/referto alla magistratura per morte
violenta o sospetto di reato
Certificato con valutazione su atti: trasporto salma, cremazione, scheda ISTAT
Valutazione epidemiologica: visita domiciliare
Sistema di sorveglianza PASSI (intervista)
n.prestazioni
2766
38167
1238
10748
673
177
865
2525
627
1181
303
193
479
310
100
6
5
54
12
14
878
7153
264
206
2
202
984
725
3
79