1 PAGINA E Indice relazione 2009 - Ades Archivio Digitale Edilizia
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1 PAGINA E Indice relazione 2009 - Ades Archivio Digitale Edilizia
• area medicina legale………………………………………………………………………………... pag. 125 • area educazione e promozione della salute………………………………………………………… pag. 127 • igiene degli allevamenti e sanità animale…………………………………………………………... pag. 131 IL BILANCIO DI ESERCIZIO 2009...............................................................................…………..... pag. 135 • premessa ............................................................................................................................................ pag. 135 • analisi scostamenti rispetto alla rendicontazione trimestrale 2009 e al bilancio consuntivo 2008 ... • contributi in conto esercizio a destinazione indistinta................................................................….... pag. 137 • considerazioni sulla mobilità......................................................................................................….... pag. 137 • analisi del bilancio..............................................................................................………………….... pag. 138 • analisi della situazione patrimoniale-finanziaria…………………………………………………… • attività d’investimento...........................................................................................................…......... pag. 142 • evoluzione prevedibile della gestione..............................................................…………………...... ALLEGATO N. 1: prestazioni erogate dai servizi del Dipartimento di Prevenzione. pag. 135 pag. 140 pag. 142 IL TERRITORIO E LA SITUAZIONE DEMOGRAFICA L’ambito territoriale di riferimento dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 comprende trenta comuni, articolati, a decorrere dal 16 settembre 2002, in due distretti socio-sanitari: distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” e distretto socio-sanitario n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna”, con sede rispettivamente ad Asolo e Valdobbiadene. La seguente cartina illustra la suddivisione del territorio dell’unità locale sociosanitaria n. 8 nei due distretti socio-sanitari, con evidenziazione dei comuni appartenenti ad ognuno di essi. REGIONE DEL VENETO AZIENDA U.L.SS. n. 8 - ASOLO unità locale socio-sanitaria n. 8 DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" SEGUSINO VALDOBBIADENE VIDOR PEDEROBBA CAVASO DEL TOMBA PADERNO NERVESA DELLA BATTAGLIA CORNUDA POSSAGNO CROCETTA DEL MONTELLO MONFUMO CRESPANO G IAVERA DEL M ONTELLO CASTELCUCCO BORSO DEL GRAPPA VOLPAGO DEL M ONTELLO MASER FONTE CAERANO SAN M ARCO ASOLO S. ZENONE DEGLI EZZELINI MONTEBELLUNA TREVIGNANO ALTIVOLE RIESE PIO X LORIA CASTELLO DI GODEGO VEDELAGO CASTELFRANCO VENETO RESANA DISTRETTO SOCIO-SANITARIO n. 1 "Asolo - Castelfranco Veneto" 1 Il territorio di riferimento dell'unità locale socio-sanitaria n. 8 si estende su una superficie di 801 kmq, con una densità di 313 abitanti per kmq (+2 unità rispetto al 2008 e +5 unità rispetto al 2007). La popolazione, alla data del 31 dicembre 2009, risultava pari a 250.762 unità e distinta pressoché equamente rispetto al sesso: 124.694 maschi (49,7% della popolazione) e 126.068 femmine (50,3 % della popolazione), come riportato nella tabella n. 1. Sempre dalla stessa tabella, si può osservare che le prime due grandi classi di età sono più numerose, in termini percentuali, nel distretto socio-sanitario n. 1 rispetto al distretto socio-sanitario n. 2 (+1,27% nella prima classe e +1,19% nella seconda). Di conseguenza, la classe degli ultra 65-enni risulta più consistente nel distretto socio-sanitario n. 2 (+2,46%). tabella n.1: popolazione residente al 31 dicembre 2009, per distretto socio-sanitario, grandi classi di età e sesso. classi di età maschi femmine totale % 0_14 12.166 11.382 23.548 16,5% 15_64 49.520 46.529 96.049 67,4% 65 e oltre 9.704 13.284 22.988 16,1% totale 71.390 71.195 142.585 100% % 50,1% 49,9% 100% 0_14 8.499 8.100 16.599 15,3% 15_64 36.464 34.934 71.398 66,0% 65 e oltre 8.341 11.839 20.180 18,7% totale 53.304 54.873 108.177 100% % 49,3% 50,7% 100% totale unità locale socio-sanitaria n. 8 124.694 126.068 250.762 % 49,7% 50,3% 100% distretto socio-sanitario n. 1 "Asolo – Castelfranco Veneto" n. 2 " Valdobbiadene - Montebelluna" fonte: anagrafe comunale e anagrafe sanitaria Per una maggiore analisi di dettaglio della situazione demografica della popolazione, si riporta, di seguito, la tabella n. 2 riepilogativa della popolazione residente al 31 dicembre 2009, suddivisa per distretto socio-sanitario, comune e sesso. 2 tabella n. 2: popolazione residente al 31 dicembre 2009, per distretto socio-sanitario, comune e sesso. distretto socio-sanitario n. 1 "Asolo – Castelfranco Veneto" maschi femmine totale variazione rispetto al 2008 età media Altivole Asolo Borso del Grappa Castelcucco Castelfranco Veneto Castello di Godego Cavaso del Tomba Crespano del Grappa Fonte Loria Maser Monfumo Paderno del Grappa Possagno Resana Riese Pio X San Zenone degli Ezzelini Vedelago totale 3.355 4.638 2.913 1.120 16.497 3.541 1.482 2.273 3.090 4.654 2.438 734 1.097 1.142 4.700 5.517 3.803 8.396 71.390 3.355 4.632 2.902 1.038 17.178 3.546 1.494 2.453 3.068 4.351 2.508 726 1.081 1.113 4.516 5.406 3.610 8.218 71.195 6.710 9.270 5.815 2.158 33.675 7.087 2.976 4.726 6.158 9.005 4.946 1.460 2.178 2.255 9.216 10.923 7.413 16.614 142.585 0,4% 0,5% 1,0% -0,7% 0,3% 0,6% 0,4% -0,9% 0,7% 1,0% 0,7% -0,2% 0,8% -0,2% 1,0% 1,0% 0,4% 0,9% 0,5% 38,9 38,8 39,0 40,5 42,1 39,4 41,9 42,4 39,1 38,1 41,9 41,8 40,3 41,3 38,2 38,2 37,4 39,2 39,9 distretto socio-sanitario n. 2 "Valdobbiadene - Montebelluna" maschi femmine totale variazione rispetto al 2008 età media Caerano di San Marco Cornuda Crocetta del Montello Giavera del Montello Montebelluna Nervesa della Battaglia Pederobba Segusino Trevignano Valdobbiadene Vidor Volpago del Montello totale 3.989 3.042 2.978 2.559 15.184 3.487 3.734 1.006 5.257 5.248 1.878 4.942 53.304 4.101 3.232 3.058 2.605 15.763 3.487 3.829 989 5.315 5.595 1.925 4.974 54.873 8.090 6.274 6.036 5.164 30.947 6.974 7.563 1.995 10.572 10.843 3.803 9.916 108.177 2,4% 1,5% 0,8% 0,1% 0,4% -0,4% 1,3% -1,4% 1,4% 0,2% 0,2% 0,3% 0,6% 40,2 41,9 43,3 39,9 41,6 43,0 41,2 44,0 38,9 44,3 41,3 41,5 41,7 totale –u.l.ss. n. 8 124.694 126.068 250.762 0,6% 39,7 Vengono riportati, di seguito, alcuni indicatori demografici, riferiti alla popolazione residente al 31 dicembre 2009 e confrontati con quelli relativi all’anno 2008. 3 tabella n. 3: indici di struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2009 e al 31 dicembre 2008. indice di vecchiaia (1) indice di invecchiamento (2) anno 2008 anno 2009 variazione assoluta variazione relativa 105,98% 107,52% 1,54% 1,46% 16,94% 17,21% 0,27% 1,62% indice di dipendenza anziani (3) 25,26% 25,78% 0,52% 2,06% indice di dipendenza giovani (4) 23,84% 23,98% 0,09% 0,38% 49,10% 49,76% 0,66% 1,34% indice di dipendenza totale (5) Gli indici riportati nella tabella n. 3 permettono di trarre alcune osservazioni, relativamente alla struttura per età della popolazione residente al 31 dicembre 2009. Gli anziani ultra 65-enni costituiscono il 17% della popolazione complessiva (indice di invecchiamento = 17,21%) e superano di 7,52 punti percentuali la fascia dei giovanissimi (indice di vecchiaia = 107,52%). Inoltre, il carico relativo dei giovanissimi (età ≤ 14 anni) e degli anziani (età ≥ 65 anni), sulla collettività attiva (età 15_64 anni), risulta pari a circa il 24% e 26%, rispettivamente (indice di dipendenza giovani = 23,98% e indice di dipendenza anziani = 25,78%). Da queste osservazioni si evince che, nonostante la classe degli anziani sia cresciuta più rapidamente rispetto a quella dei giovanissimi, il loro peso sulla classe lavorativa attiva ha un’intensità pressochè uguale. (1) indice di vecchiaia: popolazione residente ≥ 65 anni x 100 popolazione residente ≤ 14 anni (2) indice di invecchiamento: popolazione residente ≥ 65 anni x 100 popolazione residente (3) indice di dipendenza anziani: popolazione residente ≥ 65 anni x 100 popolazione residente 15_64 anni (4) indice di dipendenza giovani: popolazione residente ≤ 14 anni x 100 popolazione residente 15_64 anni (5) indice di dipendenza totale: popolazione residente ≤ 14 anni + popolazione residente ≥ 65 anni x 100 popolazione residente 15_64 anni Di seguito, si riportano la tabella ed il grafico della popolazione straniera residente al 31 dicembre 2008 (ultimo anno disponibile), distinta per distretto socio-sanitario, comune e sesso (fonte: ISTAT). 4 tabella n. 4: popolazione straniera residente al 31 dicembre 2008, per distretto socio-sanitario, comune e sesso. distretto socio-sanitario n. 1 ”Asolo-Castelfranco-Veneto” Altivole Asolo Borso del Grappa Castelcucco Castelfranco Veneto Castello di Godego Cavaso del Tomba Crespano del Grappa Fonte Loria Maser Monfumo Paderno del Grappa Possagno Resana Riese Pio X San Zenone degli Ezzelini Vedelago totale maschi femmine totale 415 880 241 194 1.792 362 220 472 687 597 170 28 158 240 606 665 670 1.092 9.489 339 715 196 127 1.595 325 180 379 540 481 152 21 138 207 488 523 572 841 7.819 754 1.595 437 321 3.387 687 400 851 1.227 1.078 322 49 296 447 1.094 1.188 1.242 1.933 1.7308 % stranieri residenti sulla popolazione al 31/12/2008 11,3% 17,3% 7,6% 14,8% 10,1% 9,8% 13,5% 17,9% 20,1% 12,1% 6,6% 3,3% 13,7% 19,8% 12,0% 11,0% 16,8% 11,7% 12,2% % stranieri distretto socio-sanitario n. 2 sulla popolazione maschi femmine totale ”Montebelluna-Valdobbiadene” residente al 31/12/2008 Caerano di San Marco 633 525 1.158 14,7% Cornuda 415 379 794 12,8% Crocetta del Montello 360 312 672 11,2% Giavera del Montello 286 238 524 10,2% Montebelluna 1.963 1.729 3.692 12,0% Nervesa della Battaglia 420 365 785 11,2% Pederobba 495 427 922 12,3% Segusino 97 104 201 9,9% Trevignano 527 465 992 9,5% Valdobbiadene 519 500 1019 9,4% Vidor 252 242 494 13,0% Volpago del Montello 366 325 691 7,0% totale 6.333 5.611 11.944 11,1% totale u.l.ss. n. 8 15.822 13.430 fonte: elaborazione dati ISTAT (demo.istat.it) 5 29.252 11,7% variazione rispetto al 31/12/2007 10,4% 11,5% 2,6% -4,5% 8,7% 2,4% 1,3% -0,4% 8,5% 15,2% 4,2% -2,0% 7,2% 8,5% 7,6% 6,8% 5,4% 14,2% 8,0% variazione rispetto al 31/12/2007 7,9% 10,1% 8,4% 6,7% 11,7% 10,3% 8,5% 14,2% 6,8% 12,7% 7,4% 0,9% 9,3% 8,5% LO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE Mortalità L'evoluzione della mortalità nel nostro Paese ha mostrato negli ultimi anni un andamento generale in linea con quello degli altri Paesi occidentali, caratterizzato dall'incremento del numero dei decessi. Dall’analisi dei dati resi disponibili dall’ISTAT si evidenzia come, a partire dal 1991, il numero assoluto di decessi sia progressivamente aumentato. Tale aumento può essere spiegato, quasi esclusivamente da un progressivo invecchiamento della popolazione e non da un aumento dei rischi di morte, che al contrario hanno subito significative riduzioni. Attualmente nella popolazione italiana la vita media è di 83 anni per le donne e di 76 per gli uomini con una aspettativa di vita alla nascita raddoppiata nell’arco di tempo di circa un secolo, considerato che all’inizio del secolo scorso la vita media per il sesso femminile era di 43 anni e per il sesso maschile di 42,6 anni. Nel corso degli anni si è osservata una geografia della mortalità per causa diversificata a seconda delle varie aree. Si riscontra in generale una maggiore diffusione dei tumori nelle Regioni del nord Italia ed invece una mortalità più elevata nel meridione per malattie del sistema cardiocircolatorio. Le malattie cardiovascolari ed i tumori continuano, in assoluto, a rappresentare le due principali cause di morte. Nonostante questo dato rimanga stabile nell’andamento generale, il panorama della mortalità per causa, negli ultimi anni, è caratterizzato da una diminuzione dei decessi per malattie del sistema circolatorio, in particolare le malattie ischemiche del cuore e le malattie cerebro-vascolari, e da una riduzione della mortalità per tumori maligni soprattutto nelle fasce di età critiche, cioè prima dei 55 anni. In questo ambito molto probabilmente ha avuto un’influenza positiva la sempre più diffusa attività di prevenzione rispetto ai rischi specifici. Gli effetti positivi delle massicce campagne di prevenzione su tutto il territorio sono valutabili osservando, ad esempio, la riduzione dei livelli di mortalità per tumore della mammella nella donna. Sulla flessione del numero di decessi per malattie cardiovascolari si può già ipotizzare l’influenza positiva della promozione di stili di vita corretti, quali la lotta al fumo, l’attività motoria, le corrette abitudini alimentari ed una sempre più corretta percezione del rischio. Altre patologie, che rappresentano un campanello d’allarme per la nostra società, quali i disturbi psichici e le malattie del sistema nervoso, sono risultate, nel corso degli anni 90, in costante aumento per entrambi i sessi. Per tali cause di morte è coinvolta in modo particolare la classe di età “oltre 75 anni”. Tale aumento potrebbe essere dovuto all’incremento del numero dei decessi per stati psicotici organici senili e presenili, che comprendono anche la demenza senile di tipo depressivo ed arteriosclerotica, e per degenerazioni cerebrali come la malattia di Alzheimer ed il morbo di Parkinson. Nel caso delle donne, la percentuale di decessi per stati psicotici, senili e presenili sul totale è aumentata nella classe di età più anziana, anche se con una tendenza lieve ma progressiva nel tempo, così come per il morbo di Alzheimer, mentre le variazioni, in termini di numero di decessi annuo, risultano più contenute per il morbo di Parkinson (sempre dal dato disponibile a livello nazionale). 6 Per la popolazione italiana si evidenzia un leggero aumento, nel corso degli anni, della mortalità per diabete soprattutto nelle classi di età senili. Considerando l’andamento della mortalità dal punto di vista cronologico, si osserva come dalla fine degli anni ’70, si entra in quella che è considerata l’ultima e importante fase di transizione, ossia quella caratterizzata dalla riduzione dei rischi di morte alle età molto elevate. Questa fase si spiega considerando che, nello stesso periodo, ha inizio il processo di riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari, si affermano le prime terapie anticancro, emerge un progressivo cambiamento degli stili di vita e una conseguente riduzione dei fattori di rischio (cattiva alimentazione, fumo) ed, infine, diventa abitudine, consolidata poi nel tempo, il ricorso ai controlli periodici (check-up). Se la recente evoluzione ha determinato una situazione nella quale l’evento morte colpisce di rado nelle prime fasi dell’esistenza, se non per cause accidentali, con una popolazione che, grazie ai benefici effetti della riduzione dei rischi di morte, si è progressivamente invecchiata, rimane qualche incertezza tra chi si occupa di demografia riguardo alle prospettive future. Analizzando gli andamenti evolutivi, dalla metà degli anni ’70 fino ad oggi, la geografia della mortalità in Italia si è dimostrata sempre in maniera abbastanza chiara: a fronte di un aumento generalizzato della vita media in tutte le aree del Paese, in alcune Regioni si sono potuti realizzare incrementi di sopravvivenza ad una velocità maggiore che in altre. Tra gli uomini ad esempio, le Regioni settentrionali hanno sensibilmente ridotto (soprattutto nell’area del Nord-Est) il divario che le separava in termini di vita media dalle Regioni meridionali e centrali. Lo stesso fenomeno si è registrato tra le donne con la sola differenza che le Regioni del Nord hanno visto ridursi il divario nei confronti delle Regioni del Centro e aumentare quello già vantaggioso nei confronti delle Regioni meridionali. Il risultato finale tra questi contrapposti andamenti è che le differenze geografiche si sono potute ridurre nel corso dell’ultimo quarto di secolo. Dalla valutazione sulla mortalità condotta nella Regione Veneto, si rileva come le condizioni di salute siano buone e di molto migliorate rispetto al passato. La speranza di vita alla nascita ha raggiunto 81,6 anni per le donne e 74,3 anni per gli uomini e lo stato di salute di bambini e donne, misurato in termini di mortalità, oltre ad essere migliore rispetto al passato, risulta anche migliore di quello sperimentato dagli stessi gruppi di popolazione nel resto d’Italia, nonchè simile e paragonabile a quello goduto dalle popolazioni dei paesi più avanzati d’Europa. Sempre nell’ambito della stessa analisi regionale, un progresso molto importante è rappresentato dalla riduzione, nella regione Veneto, della mortalità per malattie cerebrovascolari ed ischemia cardiaca che, già tra la seconda metà degli anni ‘70 ed il 1996, risulta essere più che dimezzata. Inoltre, la mortalità per tumori ha evidenziato una, anche se pur lieve, inversione di tendenza. Nel Veneto le flessioni di mortalità, ad esempio per linfoma di Hodgkin e per neoplasia della cervice uterina, indicano un’ottima accessibilità alle prestazioni sanitarie, comparabili a quelle dei migliori sistemi sanitari d’Europa. 7 Per quanto concerne gli stili di vita, i contributi più importanti potrebbero derivare dal miglioramento delle abitudini dietetiche, con un maggiore consumo di frutta, verdura e pesce, accompagnata da una riduzione nel consumo di grassi di origine animale, alcol e tabacco. Accanto però a queste considerazioni positive, emerge come la speranza di vita degli adulti in Veneto sia inferiore a quella sperimentata in Italia: ciò è dovuto in modo particolare ad una maggiore mortalità per neoplasie, traumi stradali e cirrosi epatica. Tutti importanti problemi di salute che affliggono questa parte di popolazione e che derivano in gran parte da stili di vita dannosi. L’analisi dei dati grezzi di mortalità per la popolazione residente nel territorio dell’u.l.ss. n. 8 è riassunta ed illustrata nelle seguenti tabelle che permettono un confronto con gli anni precedenti (quinquennio 2004 – 2008). tabella n. 5: numero di decessi nella popolazione residente. anno 2004 2005 2006 2007 2008 donne 897 1.027 958 970 1.027 uomini 925 890 856 931 903 totale 1.822 1.917 1.814 1.901 1.930 L’andamento complessivo si presenta lievemente altalenante nel corso del quinquennio e tale situazione è sovrapponibile al trend generale della mortalità, nello stesso periodo, sia nel territorio regionale che nazionale. Nel 2008, in linea anche con quanto rilevato dai dati nazionali e regionali, si evidenzia, per la prima volta, un dato diverso rispetto agli anni precedenti nell’ambito delle prime due cause di mortalità (malattie del sistema cardiocircolatorio e tumori): nel sesso maschile i tumori divengono la prima causa di morte con 318 deceduti contro 290 per malattie del sistema cardiocircolatorio. Per le donne, invece, le malattie del sistema cardiocircolatorio continuano a rappresentare la prima causa di mortalità, mantenendo un andamento lievemente variabile che non si discosta di molto, come numero assoluto, nel corso degli anni. tabella n. 6: cause di morte per il settore nosologico malattie sistema circolatorio nel quinquennio 2004 - 2008. decessi per malattie del sistema circolatorio anno donne uomini totale età media 2004 396 304 700 82.5 2005 432 282 714 82.7 2006 429 289 718 82.6 2007 415 333 748 83.2 2008 429 290 719 83.9 Il numero dei decessi per le patologie che rientrano nel settore nosologico “malattie sistema circolatorio” si mantiene tuttora più elevato nelle donne rispetto agli uomini. Questo dato può essere spiegato dall’allungamento della durata della vita media nel sesso femminile nella fasce di età più avanzate e, di conseguenza, nella numerosità della popolazione anziana, l’equilibrio si sposta a favore della popolazione di sesso femminile. 8 La seconda causa di morte, rappresentata dal settore nosologico “tumori”, continua a rispecchiare, sia pur con delle lievi variazioni, i dati di mortalità resi disponibili dall’ISTAT. tabella n. 7: cause di morte per il settore nosologico tumori nel quinquennio 2004 - 2008. decessi per tumori anno donne uomini totale età media 2004 241 316 557 72.1 2005 237 316 553 72.4 2006 251 317 568 72.6 2007 262 329 591 72.9 2008 265 318 583 73.4 Nelle cause di morte dovute a malattie neoplastiche l’equilibrio rimane costantemente spostato negli anni verso un maggior numero di decessi nella popolazione maschile. Questo fenomeno è in parte collegato a scorretti stili ed abitudini di vita, quali fumo di tabacco ed alcol che rappresentano noti fattori di rischio, e in parte legato alle campagne di prevenzione attuate nel corso degli anni rivolte per la maggior parte alla prevenzione di patologie tumorali femminili. E’ importante rilevare un dato nuovo, in linea con quanto si è verificato sia in Veneto che in altre regioni d’Italia nel corso del 2009, che emerge per quanto riguarda i decessi per tumori: nel sesso maschile, questo settore nosologico rappresenta, al momento attuale, la prima causa di mortalità mentre in precedenza, al primo posto, figuravano le malattie del sistema cardiocircolatorio in entrambi i sessi. L’andamento di tale dato dovrà comunque essere verificato, ed eventualmente confermato, nei prossimi anni. Le malattie che rientrano nel settore nosologico “malattie apparato respiratorio” rappresentano la terza causa di morte. tabella n. 8: cause di morte per il settore nosologico malattie del sistema respiratorio nel quinquennio 2004-2008. decessi per malattie del sistema respiratorio anno donne uomini totale età media 2004 48 85 133 81.8 2005 74 76 150 84.9 2006 57 72 129 82.8 2007 78 72 150 84.4 2008 58 67 125 84.2 La numerosità di decessi per questo tipo di patologie è molto più limitato rispetto alle due cause di morte precedentemente illustrate. L’andamento, pur trattandosi di piccoli numeri, si mantiene pressoché costante nel corso degli ultimi anni e l’età media si mantiene costante ed elevata. 9 Le morti dovute a “cause esterne di morbosità e mortalità” rappresentano la quarta causa di morte. In questo gruppo nosologico rientrano cause di decesso che comprendono gli accidenti da trasporto, le cadute accidentali, i suicidi, le aggressione. tabella n. 9: cause di morte per il settore nosologico cause esterne di morbosità e mortalità nel quinquennio 2004 - 2008. cause esterne di morbosità e mortalità anno donne uomini totale età media 2004 19 48 67 57.3 2005 23 51 74 61.8 2006 23 59 82 59.8 2007 22 63 85 53.6 2008 21 57 78 62.8 Pur osservando nel corso del quinquennio un progressivo, anche se lieve, incremento dell’età media, questa tipologia di cause di morte ha un forte impatto per quanto riguarda gli anni di vita persi. I decessi avvengono in età giovane o relativamente giovane e, nella quasi totalità, coinvolgono persone che sono nel pieno della loro attività lavorativa. Il sesso maschile è maggiormente coinvolto: questo fatto può derivare sia dal rischio connesso a comportamenti individuali e a stili di vita, sia a particolari attività lavorative e ai rischi ad essa collegati, che ad altre attività svolte nel tempo libero, compreso lo svolgimento di attività sportive. Altro settore nosologico importante in quanto comprende patologie in continuo, anche se lieve, incremento è quello dei disturbi psichici. In questo gruppo sono compresi la demenza e i disturbi psichici e comportamentali da uso di sostanze psicoattive. In questo gruppo sono compresi gli stati psicotici organici senili e presenili, la demenza senile di tipo depressivo e le degenerazioni cerebrali tra cui il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer. tabella n. 10: cause di morte per il settore nosologico disturbi psichici e comportamentali nel quinquennio 2004 - 2008. decessi per disturbi psichici e comportamentali anno donne uomini totale età media 2004 47 23 70 86.4 2005 58 24 82 85.6 2006 62 14 76 87.9 2007 51 30 81 85.9 2008 73 28 101 87.1 I decessi interessano una fascia di età media molto elevata. Il sesso femminile è maggiormente coinvolto probabilmente anche per la maggior numerosità della popolazione femminile in questa fascia di età molto avanzata. 10 Nelle tabelle seguenti vengono illustrati i dati relativi al numero di decessi, età media e settore nosologico della popolazione residente nell’unità locale socio-sanitaria n. 8, riferiti sia all’anno 2008 che al quinquennio 2004 – 2008. tabella n. 11: numero di decessi nella popolazione residente, anno 2008. sesso donne uomini totale n.decessi 1.027 903 età media 83.0 74.2 78.9 1.930 tabella n. 12: cause di morte per settore nosologico, anno 2008 in ordine decrescente per numero di decessi totali. n. di n. di decessi decessi donne settori nosologici n. di decessi uomini età media malattie del sistema circolatorio 719 429 290 83.9 tumori 583 265 318 73.4 malattie del sistema respiratorio 125 58 67 84.2 disturbi psichici e comportamentali 101 73 28 87.1 malattie apparato digerente 88 40 48 76.4 cause esterne di morbosità e mortalità 78 21 57 62.8 malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche 72 41 31 80.6 malattie del sistema nervoso 67 42 25 74.0 alcune malattie infettive e parassitarie 30 16 14 76.3 sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici 22 17 5 92.5 malattie dell’apparato genitourinario 17 7 10 81.6 malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo 12 10 2 82.4 malattie del sangue e degli organi ematopoietici 6 3 3 82.0 alcune condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale 5 3 2 7.6 malattie della cute e del tessuto sottocutaneo 3 1 2 56.7 malformazioni congenite, anomalie cromosomiche 2 1 1 29.5 1.930 1.027 903 78.9 totale 11 tabella n. 13/a: sesso femminile - cause di morte per settore nosologico nel periodo 2004 – 2008 in ordine decrescente rispetto al 2008. settori nosologici 2004 2005 2006 2007 2008 malattie del sistema circolatorio 396 432 429 415 429 tumori 241 237 251 262 265 disturbi psichici e comportamentali 47 58 62 51 73 malattie del sistema respiratorio 48 74 57 78 58 malattie del sistema nervoso malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche immunitari 12 31 32 22 42 21 20 27 32 41 malattie apparato digerente 34 59 38 39 40 cause esterne di morbosità e mortalità 19 23 23 22 21 sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici 48 54 6 16 17 alcune malattie infettive e parassitarie malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo 6 12 11 10 16 2 1 2 3 10 malattie dell’apparato genitourinario 16 18 6 15 7 malattie del sangue e degli organi ematopoietici alcune condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale 1 2 7 - 3 3 1 - - 3 malattie della cute e del tessuto sottocutaneo - 4 5 1 1 malformazioni congenite, anomalie cromosomiche 3 1 2 4 1 complicanze gravidanza, parto, puerperio - - - - - 897 1.027 958 970 1.027 totale decessi sesso femminile 12 tabella n. 13/b: sesso maschile - cause di morte per settore nosologico nel quinquennio 2004 -2008 in ordine decrescente rispetto al 2008. settori nosologici 2004 2005 2006 2007 2008 tumori 316 316 317 329 318 malattie del sistema circolatorio 304 282 289 333 290 malattie del sistema respiratorio 85 76 72 72 67 cause esterne di morbosità e mortalità 48 51 59 63 57 malattie dell’apparato digerente 50 49 32 38 48 malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche 21 15 22 25 31 disturbi psichici e comportamentali 23 24 14 30 28 malattie del sistema nervoso 11 12 19 9 25 alcune malattie infettive e parassitarie 12 9 7 8 14 malattie dell’apparato genitourinario 17 8 10 13 10 sintomi, segni e risultati anomali di esami clinici 29 41 8 6 5 mal. sangue e organi ematopoietici 2 1 5 3 3 malattie della cute e del tessuto sottocutaneo malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo alcune condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale - 1 - 1 2 4 1 1 1 2 1 - - - 2 malformazioni congenite, anomalie cromosomiche 2 3 1 - 1 complicanze gravidanza, parto, puerperio - 1 - - - 925 890 856 931 903 totale decessi sesso maschile 13 grafico n. 1: deceduti per causa periodo 2004 – 2008. sistema circolatorio tumori apparato respiratorio cause esterne di morbosità disturbi psichici 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 2004 2005 2006 2007 2008 tabella n. 14: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico malattie sistema circolatorio, anno 2008. malattie sistema cardiocircolatorio totale donne uomini età media cardiopatie ischemiche 285 161 124 83.4 malattie cerebrovascolari 161 99 62 83.8 altre malattie cardiache 139 88 51 83.8 malattie ipertensive 102 65 37 86.1 altre malattie del sistema circolatorio 27 11 16 79.0 arterosclerosi 5 5 - 93.8 719 429 290 83.9 totale 14 tabella n. 15: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico tumori, anno 2008. tumori (maligni) totale donne uomini età media tumore maligno di trachea, bronchi e polmone 93 21 72 72.9 tumore maligno di colon, retto e ano 53 31 22 71.4 tumore maligno della mammella 50 50 - 70.1 tumore maligno del pancreas 49 23 26 74.5 tumore maligno di fegato e dotti biliari intraepatici 33 11 22 74.2 tumore maligno della prostata 24 - 24 79.8 tumore maligno dello stomaco 23 11 12 71.0 tumore maligno della vescica 17 6 11 77.7 tumore maligno meningi, encefalo e altre parti del snc 17 5 12 65.0 leucemie 17 9 8 73.2 linfomi non hodgkin 14 7 7 71.6 mieloma multiplo 14 7 7 77.5 tumore maligno di labbro, cavità orale e faringe 13 5 8 68.6 tumore maligno dell’esofago 10 - 10 71.9 tumore maligno dell’utero esclusa cervice 9 9 - 73.4 tumore maligno della laringe 7 - 7 69.4 tumore maligno della cute 6 2 4 68.7 tumore maligno dell’ovaio 6 6 - 76.7 altri tumori maligni 94 44 50 74.9 totale 549 247 302 73.4 15 tabella n. 16: cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico malattie del sistema respiratorio, anno 2008. malattie del sistema respiratorio totale donne uomini età media malattie croniche delle basse vie respiratorie 45 18 27 85.8 polmonite 42 21 21 86.9 altre malattie del sistema respiratorio 34 15 19 78.0 altre infezioni acute delle basse vie respiratorie 3 3 - 90.3 influenza 1 1 - 87.0 125 58 67 84.2 totale tabella n. 17: alcune cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico cause esterne di morbosità e mortalità, anno 2008. cause esterne di morbosità e mortalità totale donne uomini età media suicidi 20 3 17 49.5 accidenti da trasporto 20 2 18 44.9 cadute accidentali 6 3 3 88.2 totale 46 8 38 62.8 tabella n. 18: alcune cause di morte ed età media per decessi distintamente per il settore nosologico disturbi psichici e comportamentali, anno 2008. disturbi psichici e comportamentali totale donne uomini età media demenza 94 70 24 87.8 malattia di Alzheimer 32 23 9 81.7 malattia di Parkinson 9 5 4 79.4 disturbi psichici e comportamentali da uso 3 1 2 66.3 138 99 52 80,55 totale 16 Malattie infettive La sorveglianza delle malattie infettive in Italia e nel Veneto si basa su due sistemi informativi “generali”: 1. 2. il sistema di notifica delle malattie infettive ministeriale (Decreto Ministeriale 15 dicembre 1990), con relativi flussi informativi, che raccolgono ulteriori informazioni per specifiche malattie di particolare importanza. La notifica delle malattie costituisce il flusso informativo alla base del sistema di sorveglianza perché permette di definire l’incidenza delle malattie infettive. la registrazione delle diagnosi di dimissione ospedaliera che costituisce un valido supporto in quanto permette di aumentare la sensibilità del sistema attraverso l’identificazione dei casi non notificati. Nella tabella seguente vengono riportati i casi notificati di malattie infettive nell’azienda u.l.ss. n. 8 nell’anno 2009 ed il confronto col precedente periodo compreso tra gli anni 2006 -2008. tabella n. 19: casi notificati di malattie infettive nell’Azienda u.l.ss. n. 8 - anni 2006 – 2009. malattia infettiva amebiasi 2 blenorragia botulismo campmpylobacteriosi chlamydiae (uretrite) dengue dermatofitosi epatite A epatite B epatite HCV correlata eritema infettivo febbre tifoide 3 gastroenteriti giardiasi herpes zoster legionellosi leptospirosi listeriosi malattia citomegalica malattia di Creutzfeldt-Jacob malattia invasiva da pneumococco malattia di Lyme malaria meningite batterica non identificata meningite da criptococco meningite da mononucleosi meningite pneumococcica 17 1 2006 2007 2008 2009 1 0 0 3 0 1 0 3 5 2 0 0 20 1 6 6 1 0 0 0 0 4 6 1 0 0 2 1 0 0 1 0 0 0 3 12 5 1 1 70 2 1 2 2 0 0 1 2 1 9 3 1 0 1 0 1 0 1 0 0 1 2 5 0 0 0 42 0 0 8 2 3 1 0 4 0 5 1 0 1 3 0 0 1 1 1 0 0 17 3 1 0 0 17 0 0 1 3 1 0 0 0 6 10 0 0 0 0 meningite da stafilococco meningite da streptococco salivaris 4 meningoencefalite virale micobatteriosi non tubercolare mollusco contagioso mononucleosi infettiva morbillo parotite epidemica pediculosi e ftiriasi – casi isolati polmonite da haemophilus polmonite da mycoplasma polmonite pneumococcica pertosse psittacosi rickettsiae rosolia salmonellosi non tifoidea scabbia (focolai epidemici) scabbia (n. casi isolati) scarlattina schistosomiasi sepsi da escherichia coli sepsi da gram negativi 0 0 3 5 1 24 0 6 8 0 0 0 17 0 0 0 34 4 24 53 1 0 0 0 0 3 8 0 9 0 2 7 0 1 0 7 0 0 1 22 6 26 47 1 0 0 1 1 2 7 0 14 2 5 1 0 0 0 0 1 0 2 29 0 19 35 0 0 0 0 0 3 1 0 1 25 11 4 1 0 2 6 0 1 0 39 1 20 26 0 3 3 sepsi da meningococco 0 1 0 0 sepsi pneumococcica 3 1 3 4 sepsi stafilococcica 0 1 0 0 1 0 5 1 2 0 0 2 30 706 992 0 1 5 4 2 1 1 0 33 177 485 0 1 2 0 0 0 0 1 33 129 368 0 0 5 0 0 0 0 0 19 85 322 sepsi da streptococco b-emolitico shigellosi sifilide strongiloidiasi tetano tinea tinea capitis toxoplasmosi tubercolosi 5 varicella totale Legenda: 1 I dati non definitivi riferiti al solo sistema di notifica ministeriale, potranno subire variazioni in seguito alla verifica in corso con le diagnosi di dimissione ospedaliera; 2 Il termine blenorragia va a sostituire la precedente voce “gonorrea”; 3 Il termine gastroenterite comprende attualmente tutte le infezioni gastroenteriche a eziologia varia: enterite da rotavirus, enteriti da virus, enteriti non da salmonella, clostridium difficile; 4 Il termine meningoencefalite virale comprende l’encefalite virale e la meningite virale; 5 Tra i casi di varicella figurano anche le forme di malattia complicate quali l’encefalite e cerebellite post varicella. 18 L’analisi dei dati grezzi è condotta in base a due criteri: la numerosità dei casi segnalati oppure l’importanza particolare che queste malattie possono assumere nell’ambito della sanità pubblica, relativamente alle attività di sorveglianza e agli interventi volti a circoscrivere e limitare possibili focolai epidemici. Il confronto con il precedente periodo va interpretato come espressione di tendenza non particolarmente significativa qualora sia considerato un limitato numero di casi. Le malattie infettive notificate nell’u.l.ss. n. 8 nell’anno 2009 sono 322 e l’andamento si conferma complessivamente in diminuzione rispetto agli anni precedenti. La varicella (n. 85 casi notificati nel 2009), seppur in diminuzione dagli anni precedenti (n. 177 casi notificati nel 2007 e n.129 casi nel 2009), continua a dimostrarsi la malattia infettiva a maggiore diffusione, in linea con quanto si verifica nel territorio regionale. Come possibile causa del contenimento di tale malattie infettiva va segnalato che nel 2006 è iniziata, come da programmi regionali, l’offerta della vaccinazione antivaricella. Tra le più frequenti malattie si identificano ancora le salmonellosi non tifoidee (n. 39 casi notificati), e la scarlattina (n. 26 casi notificati). Nel 2009, inoltre, sono da sottolineare in modo particolare per l’eccezionalità della situazione, i 25 casi di morbillo dovuti ad un’epidemia iniziata nel mese di dicembre, ed i 17 casi di epatite A in forte aumento rispetto agli anni precedenti. Questa situazione è in linea con un aumento di casi registrati anche in altre aziende socio sanitarie. Le malattie prevenibili con vaccinazione sono quelle per le quali è disponibile un valido, efficace e sicuro strumento di prevenzione, che è rappresentato dalla vaccinazione e dalla sua offerta. La vaccinazione, in occasione di segnalazione di un caso di malattia infettiva, può costituire inoltre un efficace mezzo di contenimento della possibile diffusione delle malattia (focolaio epidemico). Vengono presentate, di seguito, alcune tra le principali malattie appartenenti a questa categoria che si sono riscontrate, nel corso del 2009, nel nostro territorio. epatite virale di tipo A Emerge un rilevante aumento nel numero di segnalazioni di casi di epatite A: complessivamente nell’ultimo anno sono 17 i casi registrati, mentre nel 2008 erano stati solo 2. La maggior parte si è verificata nei mesi di agosto (5 casi) e settembre (6 casi). L’infezione virale ha interessato esclusivamente persone di sesso maschile e in età giovane adulta: l’età minima è stata di 22 e la massima di 55. Ben 11 segnalazioni hanno interessato uomini di età compresa tra i 33 e i 40 anni. Nessuna di queste persone era stata sottoposta precedentemente a vaccinazione. In seguito all’incremento di tale patologia in più regioni italiane, è stato utilizzato, per l’indagine epidemiologica, un questionario aggiuntivo predisposto dal Ministero della Salute che evidenzia eventuali fattori di rischio. Dall’analisi dei dati raccolti non sono emersi fattori di rischio comuni né collegamenti tra i casi (solo uno degli ammalati è risultato essere stato in contatto con un caso di epatite A residente in una azienda Ulss di un’altra regione). Tra i fattori di rischio evidenziati, i più comuni sono: il consumo di frutti di mare e pesce crudo/poco cotto (10 casi), pasti fuori casa in località varie e spesso non riferite (12 casi), viaggi internazionali per turismo (5 casi), rapporti sessuali occasionali, etero o 19 omosessuali (5 casi), ed inoltre balneazione in acque non autorizzate (2 casi) oltre al consumo di acqua di sorgente (2 casi). epatite virale di tipo B e C Il numero di notifiche per questa virosi, anche nel 2009, ha subito un lieve decremento, peraltro statisticamente non significativo: da dodici casi del 2007 a soli cinque casi nel 2008 e tre casi nel 2009. Tutte le infezioni si sono verificate in cittadini italiani di sesso maschile. L’età delle persone riscontrate affette da epatite B é compresa tra i 18 e i 53 anni. Nessuna di queste persone era stata sottoposta precedentemente a vaccinazione. Tra i fattori di rischio figurano, come in passato, i rapporti sessuali occasionali mentre continuano ad essere presenti, anche se sempre in modo limitato, i rischi in ambito sanitario. In due dei casi sono emersi, come possibile fattore di rischio, le pratiche di tatuaggio e piercing. Nel 2009 è stato notificato anche un caso di epatite C (malattia attualmente non prevenibile con vaccinazione): anche per questo caso i fattori di rischio emersi sono del tutto sovrapponibili a quelli evidenziati per i casi di epatite B. gastroenteriti In questa voce sono comprese infezioni gastroenteriche ad eziologia varia, quali enteriti da virus, enteriti non da salmonella, enteriti da clostridium difficile e da rotavirus. Per le forme da rotavirus negli ultimi anni si é riscontrato un aumento di notifiche giustificato da una più attenta sorveglianza dei casi, concomitante all’introduzione della vaccinazione antiroravirus. morbillo Nel corso del mese di dicembre 2009 è iniziata un’epidemia di morbillo che ha interessato i bambini frequentanti due scuole materne in due comuni del territorio dell’Ulss n. 8: al 31 dicembre i casi segnalati erano in totale 25, 11 maschi e 14 femmine. La maggior parte dei casi, 19 su 25, apparteneva alla classe di età 1-5 anni; due bambini avevano età inferiore all’anno. Solo 5 dei bambini che si sono ammalati erano vaccinati, tutti gli altri, 20, avevano rifiutato la vaccinazione anti morbillo-parotite-rosolia; il rifiuto della vaccinazione nei contatti familiari, ha generato casi secondari intrafamiliari. Si sono verificati 5 ricoveri per complicanze (broncopolmonite, otite, disidratazione). Sulla base di quanto emerso dall’indagine epidemiologica, il caso indice è stata una bambina che ha contratto il morbillo durante un soggiorno in Marocco. varicella Si è evidenziata una riduzione del numero dei casi di varicella rispetto al numero di segnalazioni pervenute negli anni precedenti. La numerosità delle notifiche e l’andamento oscillante e periodico che si riscontra nel tempo conferma che si tratta di una malattia infettiva ad alta contagiosità; per tale virosi esiste un andamento stagionale che presenta picchi di incidenza in particolare nel periodo di frequenza scolastica. Come possibile causa del contenimento di tale malattia infettiva nell’Ulss n. 8 va segnalato che, nel 2006, è iniziata l’offerta della vaccinazione antivaricella come da programmi regionali. 20 Le malattie infettive non prevenibili con vaccinazione in quanto non esiste attualmente la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace vengono considerate di seguito: legionellosi Nel 2009 si è verificato un solo caso di legionella in un cittadino italiano di sesso maschile. Anche in questo caso, come in passato, per tutti i casi di legionellosi sono emersi fattori di rischio come il trattamento con farmaci immunosoppressori e il fumo di sigaretta L’infezione si è risolta con guarigione. malaria Sono stati segnalati dieci casi di malaria: otto diagnosticati in cittadini extracomunitari che si sono recati in paesi africani (Burkina Faso, Costa D’Avorio, Ghana, Liberia, Nigeria e Senegal) per rientro in patria, due in cittadini italiani in viaggio. La totalità dei casi sono stati provocati da plasmodio falciparum e tutti si sono risolti con la guarigione. Degli otto viaggiatori stranieri, nessuno si è rivolto per la consulenza all’ambulatorio per la profilassi delle malattie del viaggiatore o al medico curante e nessuno ha assunto una profilassi antimalarica. Dei due viaggiatori italiani che si sono rivolti, invece, all’ambulatorio per la consulenza prima di intraprendere il viaggio di lunga durata, solo uno ha effettuato la profilassi con farmaci. micobatteriosi non tubercolari Rispetto agli anni precedenti nel 2009 è stato notificato solo 1 caso di micobatteriosi non tubercolare. Se già in precedenza il numero di segnalazioni poteva far pensare ad una sottonotifica, il dato osservato quest’anno lo ha evidenziato. Questo dubbio è stato confermato da un controllo eseguito presso il Settore Batteriologia dell’ U.O. Laboratrorio Analisi: i dati contenuti nel “Rapporto analisi micobatteri anno 2009” evidenziano 22 isolamenti di micobatteri non tubercolari. pediculosi e mollusco contagioso Si conferma anche in questo ambito l’esistenza e la persistenza di una sottonotifica che può essere anche empiricamente evidenziata e valutata in sede locale dalla mancata o scarsa segnalazione di particolari malattie: nel 2009 sono stati ufficialmente segnalati solamente quattro casi di pediculosi a fronte di un problema che si percepisce in tutta la sua importanza senza che sia possibile ottenere un riscontro tangibile. sifilide e blenorragia (o gonorrea) Sono stati notificati solamente cinque casi di sifilide e nessun caso di blenorragia. Nell’ambito di queste, come per tutte le altre malattie che appartengono al gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili, si sottolinea il grave e persistente fenomeno della sottonotifica, ampiamente riconosciuto sia a livello regionale che nazionale. 21 salmonellosi Le infezioni da salmonella non tifoidea si mantengono costantemente presenti, e viene evidenziata, nell’ultimo anno, una lieve ma non significativa ripresa del numero di casi segnalati (n. 39 casi nel 2009). Nel corso delle indagini epidemiologiche condotte successivamente alle notifiche pervenute per tale malattia a trasmissione feco-orale non sono emersi alimenti o situazioni di rischio che potessero giustificare o che potessero essere chiaramente individuate come responsabili di tali infezioni. scabbia Si è verificato un solo focolaio epidemico di persone interessate da infestazione da acaro della scabbia ma sono stati notificati complessivamente venti casi isolati a riprova che tale problematica è da considerarsi negli ultimi anni costantemente presente. tubercolosi La tubercolosi è stata inserita nel gruppo delle malattie non prevenibili con vaccinazione in quanto il vaccino, per le sue caratteristiche e peculiarità, non è mai stato utilizzato su ampia scala e viene riservato a categorie ritenute a rischio elevato: tale vaccinazione non conferisce una buona immunizzazione ed inoltre non è scevra da effetti indesiderati e reazioni avverse. Nell’anno 2009 sono stati notificati 19 nuovi casi, di cui 10 forme a localizzazione polmonare (42,1%), 8 a localizzazione extrapolmonare (52,6%) e una forma disseminata (5,3%). Dei 10 casi a localizzazione polmonare, che rappresenta la forma con maggior rischio di infettività, 4 casi hanno interessato cittadini comunitari (40%), 3 casi cittadini italiani (30 %), e 3 casi cittadini extracomunitari (30%). Per quanto riguarda le 8 forme a localizzazione extrapolmonare, 4 casi si sono verificati in cittadini italiani (50%) e 4 casi in cittadini extracomunitari (50%). L’età media dei 7 cittadini italiani colpiti da infezione tubercolare è stata di 71 anni (di cui 6 in età compresa tra 67 e 89 anni). La maggior parte delle infezioni riguardanti cittadini extracomunitari invece si è verificata in età giovane adulta: l’età media è stata di 33 anni e l'età massima di 56 anni. L'età media dei 4 cittadini comunitari risulta essere invece di 21 anni. Il numero complessivo dei casi segnalati nell’azienda u.l.ss. n. 8 nel corso degli anni mostra come la malattia abbia seguito un andamento altalenante con un lieve aumento nel periodo compreso tra il 2001 e il 2003 ed un numero di casi esattamente sovrapponibile nel 2007 e 2008. Il decremento del numero dei casi registrato nel corso del 2009 non si ritiene possa essere significativo, per quanto riguarda l'andamento nel tempo, confermandosi indispensabile, per tale malattia, mantenere costantemente una sorveglianza attiva e rigorosa. 22 Infortuni sul lavoro Viene riportata la serie storica relativa al numero di infortuni sul lavoro accaduti nei comuni dell’Unità locale socio sanitaria n. 8 nel periodo 1991-2008 e definiti positivamente dall’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.) entro il 2009. Il fenomeno infortunistico costituisce un tracciante significativo delle condizioni di rischio professionale esistente nelle aziende e nei cantieri del territorio. Come ultimo anno di osservazione viene considerato il 2008, ritenuto attendibile dal punto di vista dei dati, trattandosi di casi riconosciuti a seguito di: - definizione da parte dell’I.N.A.I.L.; - trasmissione alla Regione del Veneto, ai sensi del d.p.c.m. 9 gennaio1986; - elaborazione e disaggregazione per singola unità locale socio-sanitaria da parte dei “Flussi informativi I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) anno 2009” e Centro Operativo Regionale di Epidemiologia Occupazionale (C.O.R.E.O.) della Regione Veneto. tabella n. 20: serie storica 2000-2008 degli infortuni sul lavoro accaduti nei comuni dell’u.l.ss. n. 8, definiti dall’I.N.A.I.L. – I.S.P.E.S.L. entro il 2009. anno infortuni con inabilità temporanea infortuni con invalidità permanente infortuni mortali totale 2000 3.607 92 0 3.699 2001 3.481 139 3 3.623 2002 3.289 142 6 3.437 2003 3.013 135 3 3.151 2004 2.752 132 3 2.887 2005 2.560 159 1 2.720 2006 2.668 127 4 2.799 2007 2.655 148 3 2.806 2008 2.646 2.533 108 5 Fonte dati: flussi informativi INAIL anno 2009. N.B.: I dati riportati nella tabella escludono gli eventi che, pur costituendo infortunio sul lavoro, si sono verificati a seguito di incidenti stradali, incidenti domestici o incidenti scolastici. I dati relativi all'ultimo quinquennio possono variare leggermente rispetto alle relazioni degli anni precedenti per ulteriori definizioni INAIL a seguito di contenziosi. I dati sopra riportati vanno valutati come dimensione del fenomeno infortunistico e, stimata come approssimativamente costante la popolazione lavorativa nei comuni dell’u.l.s.s. 8, possono costituire l’espressione di una debole ma ormai consolidata tendenza di riduzione dello stesso. 23 grafico n. 2: andamento infortuni definiti positivamente INAIL. 4.000 3.600 3.200 2.800 2.400 2.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Il decremento degli infortuni sul lavoro nell’u.l.s.s. n. 8 nel periodo 2000 – 2007, espresso come tasso standardizzato dei casi indennizzati, conferma quanto sopra riportato ed evidenzia una situazione di minor rischio rispetto a quanto riscontrato nella Provincia di Treviso e nella Regione Veneto. tabella n. 21: andamento infortunistico nella Regione del Veneto per unità locale socio-sanitaria 2000-2007. tasso standardizzato infortuni indennizzati Belluno Feltre Bassano d.Grappa Thiene Arzignano Vicenza Pieve di soligo Asolo Treviso S.Donà del Piave Veneziana Mirano Chioggia Cittadella Padova Este Rovigo Adria Verona Legnago Bussolengo Veneto Italia 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 41,61 44,87 37,46 41,19 40,48 33,14 38,85 35,20 38,23 43,84 43,69 36,68 43,67 38,03 33,76 38,59 36,02 41,11 38,71 37,11 33,03 37,76 33,03 40,12 43,12 37,23 39,10 44,78 32,73 38,55 32,31 37,43 41,59 40,51 35,73 49,93 38,29 33,30 34,82 37,49 37,08 36,15 40,48 31,18 36,36 31,18 38,62 45,26 36,91 39,71 44,85 32,80 40,65 32,39 38,40 41,67 39,72 35,64 45,18 35,13 33,16 34,99 38,93 40,51 38,31 41,00 30,74 36,69 30,74 37,56 45,16 36,36 37,11 39,60 30,86 36,50 29,36 34,02 36,44 39,07 37,46 40,06 33,64 31,68 35,42 44,89 45,02 33,66 39,47 39,84 34,28 29,02 37,64 41,08 34,02 36,71 36,93 30,89 32,26 27,25 32,40 37,32 36,40 34,05 42,03 34,66 31,62 32,71 32,24 37,98 31,85 35,86 42,83 33,39 28,02 36,52 39,51 32,74 34,30 36,93 29,99 32,49 25,49 30,47 32,78 39,59 31,50 38,50 30,10 27,97 30,17 32,50 37,51 31,32 38,15 38,65 31,08 26,95 32,82 37,93 29,61 32,59 32,80 27,56 31,87 26,05 28,41 35,58 39,88 30,62 36,96 30,29 27,50 29,46 28,90 34,95 29,16 33,70 38,77 29,86 26,06 33,45 40,84 27,85 33,20 34,93 27,21 30,36 25,74 28,25 34,11 35,37 29,99 34,69 29,72 26,76 27,99 31,30 19,58 29,41 35,75 38,26 29,02 24,98 24 Il tasso standardizzato è un indicatore costruito in modo “artificiale” senza corrispondenza con un valore reale, ma è adatto al confronto tra popolazioni diverse. Un valore più elevato del tasso standardizzato in un territorio rispetto ad un’altro, esprime una maggiore occorrenza di infortuni in quel territorio indipendentemente dal numero di addetti e dalla suddivisione degli stessi per il rischio di infortunio tipico dell’attività svolta. (n° di infortuni indennizzati su 1000 lavoratori occupati) T i × psti T st = ∑ × 1000 ∑ psti Tst = Tasso standardizzato Σ = sommatoria Ti = ni = tasso nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economica pi ni = eventi indennizzati nella popolazione in studio nella classe i esima di attività economica pi = numero di addetti Inail nella popolazione in studio nella i esima classe di attività economicapsti = addetti Inail nella popolazione di riferimento (Italia, 2000) nella i esima classe di attività economica psti = addetti Inail nella popolazione di riferimento (Italia, 2000) nella i esima classe di attività Nella tabella n. 21 si rileva una situazione che, pur costituendo ancora un importante problema di salute pubblica, considerato il peso sociale inaccettabile della patologia professionale in termini di sofferenze umane e di costi economici, rispecchia il miglioramento delle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro dovuto alla sensibilizzazione, all’impegno di imprenditori, tecnici, lavoratori, associazioni imprenditoriali e sindacali, al diffondersi di conoscenze condivise e consapevoli su rischi professionali e prevenzione ed alla maggiore osservanza rispetto al passato delle norme legislative di igiene e sicurezza che sono state radicalmente modificate nel 2008. Questo aspetto riveste particolare importanza in un momento in cui è particolarmente aumentata la sensibilità delle istituzioni e dell’opinione pubblica riguardo al tema della sicurezza sul lavoro. In questo contesto si inserisce l’operato del servizio S.P.I.S.A.L. con le specifiche azioni di vigilanza e controllo, formazione - informazione, assistenza e promozione della salute, costituendo un riferimento concreto per lavoratori, aziende, tecnici, organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali. 25 LE STRUTTURE OPERATIVE L’OSPEDALE Funzioni e organizzazione L’ospedale è la struttura tecnico-funzionale mediante la quale l’unità locale sociosanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute in situazioni di urgenza ed emergenza, di acuzie, di post-acuzie, lungodegenziale e riabilitativa, le quali, per la loro natura, non possono essere affrontate in modo ugualmente efficace ed efficiente da parte dei servizi dei distretti socio-sanitari e del dipartimento di prevenzione. L’assistenza ospedaliera viene erogata in regime di ricovero, ordinario e diurno, ed ambulatoriale, in forma coordinata ed integrata con i servizi dei distretti socio-sanitari e del dipartimento di prevenzione. L’ospedale dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 è unico e si articola nei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna. Particolare importanza riveste l’organizzazione dell’ospedale in dipartimenti, quali aggregazioni di unità operative, complesse o semplici. Nel modello organizzativo di tipo strutturale, il dipartimento aggrega unità operative omogenee, sotto il profilo delle attività o delle risorse umane e tecnologiche impiegate o delle procedure operative, per la gestione ed utilizzo in comune delle stesse. Questo modello garantisce, con la sua trasversalità, integrazione fra i professionisti che, pur operando in ambiti diversi e con diversa competenza, obbediscono a una mission comune, confrontandosi e adattando gli aspetti organizzativi al miglior servizio per il paziente. Le tabelle seguenti riportano le unità operative dell’ospedale, distinte per ciascun presidio ospedaliero, attive nel corso di tutto l’anno 2009, e la loro articolazione in dipartimenti strutturali e funzionali. Vengono indicati, inoltre, i dirigenti responsabili delle stesse alla data del 31 dicembre 2009. 26 OSPEDALE direzione medica di ospedale - Anna Maria Brosolo servizio di farmacia ospedaliera – Michele Ragazzi presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto presidio ospedaliero di Montebelluna direzione medica di presidio – Lorena Sandonà direzione medica di presidio – Marco Cadamuro Morgante dipartimenti strutturali area critica (Giorgio Zanardo) accettazione e pronto soccorso Maurizio Sacher anestesia e rianimazione 1 Giorgio Zanardo Cardiologia 1 Carlo Cernetti anestesia e rianimazione 2 Moreno Agostini Cardiologia 2 Gianfilippo Neri unità operative semplici dipartimentali: emodinamica e cardiologia interventistica Alessandro Desideri terapia del dolore e cure palliative radiologia 1 Stefano Cesari f.f. medicina nucleare Franca Chierichetti radiologia 2 Francesco Spigariol diagnostica per immagini unità operative semplici dipartimentali materno infantile (Luigi Pavanello) medicina di laboratorio e istologia e anatomia patologica (Giampaolo Piaserico) fisica sanitaria Biagia Saitta pediatria Luigi Pavanello ostetricia-ginecologia 1 Sante Tosetto f.f. pediatria 2 Paolo Mesirca ostetricia-ginecologia 2 Giuliano Zanni laboratorio analisi Giampaolo Piaserico trasfusionale ed immunologia Giuseppe Tagariello anatomia patologica Antonio Scapinello. unità operative semplici dipartimentali: riabilitazione (Roberto Silvestrin) attività ambulatoriale del centro regionale malattie del sangue Ercole De Biasi medicina fisica e riabilitazione Roberto Silvestrin lungodegenza riabilitativa 1 Alessandro Attanasio lungodegenza riabilitativa 2 Emanuele Rizzo 27 dipartimenti strutturali chirurgia 1 (Carlo Augusto Sartori) chirurgia generale Carlo Augusto Sartori ortopedia e traumatologia 1 Alberto Ricciardi urologia Vincenzo Gramegna chirurgia maxillo facciale Maurizio Franco unità operative semplici dipartimentali: medicina clinica 1 (Paolo Manente) chirurgia toracica Lamberto Toniolo chirurgia vascolare Sandro Irsara gastroenterologia Domenico Madia medicina generale 1 Luigi Lusiani neurologia 1 Gianfranco Micaglio nefrologia e dialisi Massimo De Luca oncologia Paolo Manente unità operative semplici dipartimentali angiologia Adriana Visonà diabetologia 1 Loris Confortin endocrinologia chirurgia 2 (Piergiorgio Pasquon) medicina clinica 2 (Ernesto De Menis) chirurgia generale 2 Maurizio Pavanello ortopedia e traumatologia 2 Piergiorgio Pasquon otorinolaringoiatria Marilisa Andretta oculistica Massimo Curato unità operative semplici dipartimentali day surgery – attività ambulatoriale oculistica (sede di Castelfranco Veneto) Tarcisio Sibilla chirurgia endocrinologica cervicale Elio Caon medicina generale 2 Ernesto De Menis neurologia 2 Gianfranco Micaglio servizio psichiatrico di diagnosi e cura Anna Vallerini f.f. unità operative semplici dipartimentali: diabetologia 2 Antonio Volpi geriatria Emanuele Rizzo reumatologia 28 Attività ospedaliera La programmazione regionale suggerisce di adottare criteri e modalità di erogazione delle prestazioni che soddisfino il principio di appropriatezza come “razionale” strumento di governo clinico, e in tal senso si è operato, ponendo particolare attenzione ad un uso appropriato dell’ospedale, favorendo, per quanto possibile, il ricorso a prestazioni ambulatoriali, limitando la permanenza in ospedale al tempo necessario per le attività per acuti, favorendo la dimissione protetta ed il passaggio in cura alla medicina territoriale. ricoveri L’indicatore che più correttamente fotografa il bisogno di cure ospedaliere di un territorio è il tasso di ospedalizzazione, che considera i ricoveri dei cittadini residenti avvenuti sia nelle strutture dell’unità locale socio-sanitaria n. 8 che presso altri ospedali. L’andamento temporale del tasso di ospedalizzazione costituisce una sintetica valutazione del grado di raggiungimento dei principali obiettivi di programmazione sanitaria, regionale e nazionale. Il tasso di ospedalizzazione nel 2009 è risultato di 140,8 ricoveri per 1000 abitanti e l’analisi della sua variazione negli anni (tab.n.1a) consente di monitorarne la tendenza e testimonia la buona riuscita dei programmi di contenimento dei ricoveri attuato nell’ azienda. tabella n. 1a: numero di ricoveri, popolazione residente e tasso di ospedalizzazione per distretto sociosanitario e unità locale socio-sanitaria, dal 2004 al 2009. distretto socio-sanitario n° ricoveri 2004 2005 21.608 21.876 anno (2) 2006 2007 21.151 20.059 2008 2009 19.870 19.7 03 n. 1 popolazione 132.879 134.953 136.747 138.884 141.009 142.199 "Asolo-Castelfranco Veneto" residente(1) tasso di 162,6 162,1 154,7 144,4 140,9 138,6 ospedalizz. n° ricoveri 17.404 17.348 16.554 15.815 15.576 15.4 95 n. 2 popolazione 101.969 103.273 104.320 105.505 106.885 107.840 "Valdobbiadene-Montebelluna" residente(1) tasso di 170,7 168,0 158,7 149,9 145,7 143,7 ospedalizz. n° ricoveri totale u.l.ss. n. 8 (1) (2) 39.012 39.224 37.705 35.874 35.446 35.203 popolazione (1) 234.848 238.225 241.067 244.389 247.894 250.038 residente tasso di 166,1 164,7 156,4 146,8 143,0 140,8 ospedalizz. il dato della popolazione residente si riferisce al valore medio annuo; i dati del 2007 sono stati aggiornati a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2008. 29 Nel distretto socio-sanitario n. 1, a fronte di un ulteriore aumento della popolazione residente (+1.190), il numero di ricoveri nel 2009 si è ulteriormente ridotto di n. 167 unità rispetto all’anno precedente, giustificando un tasso di ospedalizzazione di 138,6 ricoveri per 1000 abitanti rispetto ai 140,9 del 2008. Nel distretto socio-sanitario n. 2, analogamente, nel 2009 si sono verificati n. 81 ricoveri in meno rispetto al 2008, con una riduzione del tasso di ospedalizzazione che passa da 145,7 ricoveri per 1000 abitanti nel 2008 a 143,7 nel 2009. Come si evidenzia dalla tabella n.1b che riporta il piano di riduzione dei ricoveri 20072009 in applicazione della DGR 4449 del 2006, l’obiettivo di 26.206 ricoveri per residenti previsto per il 2009 dalla Regione è stato ampiamente raggiunto, anzi, con un ulteriore riduzione di quasi 2.000 ricoveri. tabella n. 1b: numero di ricoveri a consuntivo su residenti dell’Ulss n. 8 confrontato con il piano di riduzione dei ricoveri 2007-2009 concordato con la Regione in applicazione della DGR 4449 del 2006. Consuntivo 2005 Target 2008 Consuntivo 2008 Target 2009 Consuntivo 2009 28.466 26.959 24.956 26.206 24.328 Ricoveri per residenti ULSS n. 8 Questi risultati si sono potuti raggiungere da un lato con azioni che hanno coinvolto i medici prescrittori, sia della medicina generale e della pediatria di libera scelta che ospedalieri, in particolare il pronto soccorso, che ha incrementato l’osservazione breve intensiva, con una diminuzione di circa 250 ricoveri effettuati su sua richiesta (tab.1c). tabella n. 1c: osservazione breve intensiva e ricoveri dal pronto soccorso per presidio ospedaliero: anni 2008 e 2009 Presidio ospedaliero Castelfranco Veneto Montebelluna Totale osservazione breve intensiva ricoveri dal pronto soccorso anno 2008 anno 2009 anno 2008 anno 2009 2.316 2.126 4.442 3.178 1.984 5.162 5.106 5.420 10.526 4.908 5.371 10.279 Come si evidenzia nella tabella 1d la percentuale di accessi in pronto soccorso esitanti in ricoveri si è ulteriormente ridotta. tabella n. 1d: % di accessi in pronto soccorso esitanti in ricovero ospedaliero: anni 2005-2009. % di accessi in P.S. esitanti in ricovero 2005 2006 2007 2008 2009 16,20% 15,06% 14,47% 14,45% 13,89% I ricoveri inappropriati medici effettuati nei due ospedali sono ulteriormente diminuiti nel 2009 passando dal 13,9% al 10,8% a Castelfranco e dal 11,0% all’9,2% a Montebelluna (tab.1e). 30 tabella n. 1e: Ricoveri ordinari con DRG medico ad alto rischio di non appropriatezza Anno Presidio di Castelfranco N° Totale % inappr. 2001 2.050 11.168 18,4% 2002 1.840 10.704 17,2% 2003 1.689 10.149 16,6% 2004 1.629 9.693 16,8% 2005 1.655 9.861 16,8% 2006 1.659 9.749 17,0% 2007 1.451 9.229 15,7% 2008 1.276 9.200 13,9% 2009 949 8.799 10,8% N.B. sono inclusi anche i ricoveri urgenti Presidio di Montebelluna N° Totale % inappr. 1.710 1.322 1.142 1.305 1.377 1.190 1.031 988 759 10.191 9.200 9.177 10.007 10.149 9.360 8.658 8.966 8.286 16,8% 14,4% 12,4% 13,0% 13,6% 12,7% 11,9% 11,0% 9,2% ULSS 8 N° inappr. Totale % 3.760 3.162 2.831 2.934 3.032 2.849 2.482 2.264 1.708 21.359 19.904 19.326 19.700 20.010 19.109 17.887 18.166 17.085 17,6% 15,9% 14,6% 14,9% 15,2% 14,9% 13,9% 12,5% 10,0% E’ stata ulteriormente incrementata la presa in carico del paziente in ospedale attraverso gli ambulatori integrati e lo sviluppo di percorsi clinico assistenziali che hanno permesso di dare risposta, al di fuori del regime della degenza, anche a patologie complesse. Entrando nel merito dell’attività di ricovero presso i due presidi ospedalieri in relazione al distretto socio-sanitario di provenienza (tabella n. 2), si osserva che nel presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto sono stati ricoverati n. 289 pazienti in meno residenti nel distretto socio-sanitario n. 1 ed è aumentato di 358 il numero dei ricoveri dei pazienti residenti nel distretto socio sanitario n. 2, rispetto al 2008. Nel presidio ospedaliero di Montebelluna sono stati n. 3 in più i ricoverati tra i residenti nel distretto socio-sanitario n. 1 e n. 743 in meno tra i residenti nel distretto socio-sanitario n. 2, rispetto al 2007 (tabella n. 2). E’ da rilevare che nel 2009 si sono attuate due importanti riorganizzazioni che hanno portato alla chiusura dell’attività di degenza per la specialità di ORL a Castelfranco (gennaio 2009) e di neurologia a Montebelluna (maggio 2009). tabella n. 2: ricoveri per area di residenza e presidio ospedaliero(*), anni 2008 e 2009. presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto variazione 2008 2009 2008-2009 presidio ospedaliero di Montebelluna variazione 2008 2009 2008-2009 Asolo 2.466 2.632 166 1.837 1.600 - 237 Castelfranco Veneto 9.374 8.919 - 455 1.216 1.456 240 11.840 11.551 - 289 3.053 3.056 3 609 726 117 2.849 2.664 - 185 1.303 1.544 241 7.077 6.519 - 558 1.912 2.270 358 9.926 9.183 - 743 area di residenza totale distretto socio-sanitario n. 1 Valdobbiadene Montebelluna totale distretto socio-sanitario n. 2 (*) non sono stati considerati i ricoveri dei residenti fuori u.l.ss. 31 I dati sintetici dell’attività di ricovero ordinario e diurno (tabelle n. 3 e n. 4 ) mostrano un lieve calo del numero di dimissioni, un incremento del valore medio e della % di DRG chirurgici; per i ricoveri ordinari si nota una diminuzione del numero di giornate di degenza, con degenza media lievemente aumentata. tabella n. 3: indicatori di attività ospedaliera – ricoveri ordinari, anni 2004-2009. numero medio posti letto numero dimissioni 2005 671 2006 676,3 ricoveri ordinari 2007 2008 672,8 651,2 2009 635,1 27.942 27.313 25.481 25.198 24.114 vavalore medio (euro) 2.586 2.677 2.658 2.684 2.817 % DRG chirurgici 28,4 30,0 29,8 27,9 29,1 201.531 197.777 190.609 187.545 184.113 degenza media 7,21 7,24 7,48 7,44 7,64 tasso di occupazione (%) 82,28 80,12 77,62 78,69 79,42 numero giornate di degenza tabella n. 4: indicatori di attività ospedaliera – ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery), anni 2005 - 2009. ricoveri diurni (day-hospital, day-surgery) 2005 2006 2007 2008 2009 numero dimissioni 9.885 8.471 7.401 7.319 7.754 vavalore medio (euro) 1.507 1.471 1.797 1.704 2.085 % DRG chirurgici 67,2 65,5 65,1 70,4 78,1 Più in dettaglio (tabelle n. 5 e n. 6) si osserva che, rispetto al 2008, complessivamente sono diminuiti i ricoveri medici sia ordinari che diurni; il calo dei ricoveri diurni è dovuto al trasferimento in regime ambulatoriale delle chemioterapie; la diminuzione risulta più modesta a Castelfranco per il consistente incremento dell’attività cardiologia. I ricoveri ordinari chirurgici aumentano a Montebelluna e diminuiscono a Castelfranco per il trasferimento delle degenze dell’ORL, mentre quelli diurni aumentano in ambedui i presidi. tabella n. 5: numero dimissioni in regime di ricovero ordinario, per presidio ospedaliero, tipo di d.r.g. e trimestre: anni 2008 e 2009. presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero ordinario d.r.g. chirurgico n. dimissioni trimestre 2009 2008 1° 2° 3° 4° Totale 1.038 969 845 1.091 3.943 1.056 991 930 1.072 4.049 d.r.g. medico n. dimissioni var. ass. -18 -22 -85 19 -106 var. (%) trimestre 2009 2008 -1,70 -2,22 -9,14 -1,77 -2,62 1° 2° 3° 4° totale 2.164 2.200 2.136 2.299 8.799 2.448 2.349 2.193 2.210 9.200 32 var. ass. -284 -149 -57 89 -401 var. (%) -11,60 -6,34 -2,60 4,03 -4,36 presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero ordinario d.r.g. chirurgico n. dimissioni trimestre 2009 2008 1° 2° 3° 4° totale 759 746 728 853 3.086 841 810 636 696 2.983 d.r.g. medico n. dimissioni var. ass. -82 -64 92 157 103 var. (%) trimestre 2009 2008 -9,77 -7,90 14,47 22,56 3,45 1 2 3 4 totale 2.169 2.055 2.066 1.996 8.286 2.412 2.339 2.090 2.125 8.966 var. ass. -243 -284 -24 -129 -680 var. (%) -10,07 -12,14 -1,15 -6,07 -7,58 tabella n. 6: numero dimissioni in regime di ricovero diurno (day hospital e day surgery), per presidio ospedaliero, tipo di d.r.g. e trimestre: anni 2008 e 2009. presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto: regime ricovero diurno (day hospital e day surgery) d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni trimestre 2009 2008 1° 2° 3° 4° totale 735 899 723 891 3.248 623 550 544 851 2.568 var. ass. 112 349 179 40 680 var. (%) trimestre 1° 2° 3° 4° totale 17,98 63,45 32,90 4,70 26,48 2009 2008 260 335 286 448 1.329 310 443 222 410 1.385 var. ass. -50 -108 64 38 -56 var. (%) -16,13 -24,38 28,83 9,27 -4,04 presidio ospedaliero di Montebelluna: regime ricovero diurno (day hospital e day surgery) d.r.g. chirurgico d.r.g. medico n. dimissioni n. dimissioni var. var. trimestre 2009 2008 var. (%) trimestre 2009 2008 var. (%) ass. ass. 1° 1° 20,20 -51,27 732 609 123 96 197 -101 2° 2° 17,29 -73,33 719 613 106 84 315 -231 3° 3° 7,89 -35,48 643 596 47 80 124 -44 4° 4° -7,17 -23,97 712 767 -55 111 146 -35 totale totale 2.806 2.293 221 8,55 371 782 -411 -52,56 I principali indicatori di attività chirurgica vengono illustrati nella tabella n. 7, che mostra come nel 2009 sia leggermente aumentato il numero di interventi principali con un tasso operatorio pressoché stazionario, mentre si è avuto un notevole incremento degli interventi in day surgery sugli eleggibili ed una diminuzione della degenza pre-operatoria. 33 tabella n. 7: principali indicatori di sintesi dell’attività chirurgica per presidio ospedaliero, anni 2006- 2009 % di interventi in day surgery (su eleggibili) 2006 n. di interventi (1) principali tasso operatorio 8.216 86,36% 76,78% 1,76 6.295 14.511 88,68% 87,35% 74,83% 75,90% 1,42 1,62 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna totale degenza media pre-operatoria 2007 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna totale 8.148 86,03% 62,98% 1,94 6.110 14.258 88,61% 87,11% 64,56% 63,68% 1,23 1,63 2008 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna totale 7.840 87,02% 68,64% 1,64 5.936 13.776 89,16% 87,91% 69,45% 69,00% 1,06 1,40 2009 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna totale (1) presso i reparti chirurgici; 7.762 86,26% 76,95% 1,56 6.226 13.988 89,46% 87,63% 75,80% 76,49% 1,04 1,33 Per quanto riguarda i parti effettuati nei due presidi ospedalieri, aumentano a Castelfranco e diminuiscono a Montebelluna di un centinaio di unità. La percentuale dei parti cesarei è pari al 17% in linea con i migliori standard regionali e nazionali (tab. n. 8). tabella n. 8: numero parti per presidio ospedaliero, anni 2006-2009 2006 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna Totale 2007 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna Totale 2008 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna Totale 2009 p.o. di Castelfranco Veneto p.o. di Montebelluna Totale n. parti totale n. parti cesarei % cesarei 1.027 1.539 2.566 232 323 555 23% 21% 22% 998 1.389 2.387 209 245 454 21% 18% 19% 1.003 1.451 2.454 212 181 393 21% 12% 16% 1.108 1.334 2.442 222 189 411 20% 14% 17% 34 Per quanto riguarda l’analisi delle variazioni di case-mix ospedaliero, intervenute nel 2008, non si registrano particolari scostamenti mentre per l’attività di emodinamica e cardiologia interventistica si rileva un notevole incremento degli interventi di angioplastica. In merito alla valorizzazione economica dei ricoveri (tabella n. 9), per i ricoveri ordinari si è registrato un aumento del valore medio sia per il presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto (+4,8%) che di Montebelluna (+5,2%) rispetto al 2008. Il valore medio dei ricoveri diurni è aumentato in entrambi i presidi. tabella n. 9: differenza valorizzazione economica media (in euro), per anno e per regime di ricovero nei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna. ricoveri ordinari tipo DRG 2008 2009 presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto Medico 1.961 2.009 Chirurgico 4.552 4.838 totale 2.753 2.884 presidio ospedaliero di Montebelluna Medico 1.852 2.004 Chirurgico 4.867 4.719 totale 2.605 2.741 diff. ricoveri diurni 2008 2009 2,4% 6,3% 4,8% 1.527 1.799 1.704 1.695 2.527 2.285 11,0% 40,5% 34,1% 8,2% -3,0% 5,2% 1.400 1.797 1.704 1.112 1.887 1.797 -20,5% 5,0% 5,4% diff. Mobilità sanitaria La mobilità riferita ai ricoveri per l’ospedale nel suo complesso registra un miglioramento del saldo per un valore pari a 1.274.244 euro ed un peggioramento del numero di pazienti (-250). tabella n. 10a: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), valorizzazione economica, per dipartimento ospedaliero, anni 2008 e 2009. Dipartimento (1) attrazione (2) 2008 2009 valore economico dei ricoveri (euro) fuga saldo (2) (2) 2008 2009 2008 2009 differenza saldo Medicina clinica 1 1.496.426 1.295.169 1.680.242 1.619.980 -183.817 -324.811 -140.995 Medicina clinica 2 657.163 617.202 993.887 927.847 -336.724 -310.645 26.079 Chirurgia 1 4.989.034 5.691.107 7.394.661 7.779.329 -2.405.626 -2.088.222 317.404 Chirurgia 2 3.451.940 3.274.027 6.217.716 6.430.619 -2.765.775 -3.156.591 -390.816 Materno-infantile 2.143.239 2.045.329 4.273.998 4.538.009 -2.130.759 -2.492.681 -361.922 Riabilitazione 512.518 359.183 1.851.589 1.886.677 -1.339.072 -1.527.494 -188.422 Medicina di laboratorio e istologia e anatomia pat. 240.086 436.448 175.547 178.786 64.539 Area critica 756.937 2.002.391 2.957.451 2.679.179 -2.200.514 35 257.662 193.124 -676.788 1.523.726 Totale specialità 14.247.343 15.720.856 25.545.091 26.040.425 -11.297.748 -10.319.569 978.178 presenti Totale spec. non 11.321.987 11.025.921 -11.321.987 -11.025.921 296.066 presenti Totale complessivo 14.247.343 15.720.856 36.867.078 37.066.346 -22.619.735 -21.345.491 1.274.244 (1) include i ricoveri degli stranieri; (2) i dati del 2008 sono variati rispetto a quelli forniti l'anno precedente a seguito delle rettifiche intervenute nel corso del 2009 e alla riorganizzazione dei dipartimenti ospedalieri. tabella n. 10b: mobilità dei ricoveri ospedalieri (ricoveri ordinari e day hospital), per dipartimento ospedaliero, anni 2008 e 2009. Dipartimento ricoveri ospedalieri fuga saldo 2007 2009 2008 2009 (1) attrazione 2009 2008 differenza saldo Medicina clinica 1 598 479 716 680 -118 - 201 - 83 Medicina clinica 2 271 223 348 286 -77 - 63 14 Chirurgia 1 1.546 1.740 2.249 2.461 -703 - 721 -18 Chirurgia 2 1.348 1.258 2.180 2.274 -832 -1.016 -184 Materno-infantile 1.668 1.535 2.696 2.749 -1.028 -1.214 -186 128 94 449 466 -321 -372 -51 72 109 63 49 9 60 51 147 355 515 440 -368 - 85 283 5.778 5.793 9.216 9.405 -3.438 -3.612 -174 2.000 2.076 -2.000 -2.076 -76 11.216 11.481 -5.438 -5.688 -250 Riabilitazione Medicina di laboratorio e istologia e anatomia pat. Area critica Totale specialità presenti Totale spec. non presenti Totale complessivo 5.778 5.793 (1) include i ricoveri degli stranieri; 36 Innovazioni organizzative Nel 2009 si sono ulteriormente sviluppate le applicazioni informatiche: relativamente ai ricoveri in area medica, è stato disabilitato l’ambiente lotus e avviato il nuovo applicativo AIRO di gestione dei ricoveri. Nell’area chirurgica è stata svolta l’analisi delle procedure per la gestione informatizzata delle liste operatorie e del registro operatorio. E’ stata inoltre effettuata l’analisi per l’introduzione delle cartella informatizzata della medicina fisica riabilitava. E’ stato introdotto un nuovo motore di ricerca referti (con la costituzione di una nuova cartella eventi), accesso al PACS ed al fascicolo sanitario del paziente con la possibilità di consultare i referti firmati digitalmente, i verbali del Pronto soccorso, i ricoveri e le cartelle cliniche archiviate. E’ stata avviata la digitalizzazione di tipo sostitutivo delle cartelle cliniche e la loro messa in rete in modo sistematico per tutti i documenti dall’anno 2000 in poi. Per l’intero 2009 la direzione medica e le unità operative dell’ospedale sono state impegnate nella riorganizzazione delle attività sanitarie per raggiungere l’obiettivo della integrazione tra i due presidi ospedalieri. E’ stata chiusa la degenza neurologica a Montebelluna ed attivata la stroke unit a Castelfranco; sono state chiuse le degenze dell’otorinolaringoiatria a Castelfranco e potenziata l’attività ambulatoriale su entrambi i presidi. E’ stata accentrata l’attività del laboratorio analisi e dell’anatomia patologica presso il presidio di Castelfranco, con una migliore utilizzazione delle risorse, garantendo uguale efficacia degli interventi e liberando degli spazi presso il presidio di Montebelluna dove, con il mese di marzo, è iniziata la costruzione dell’edificio del nuovo ospedale destinato alle degenze. Queste riorganizzazioni hanno richiesto un notevole impegno da parte di tutti gli operatori sanitari, sia delle degenze che del pronto soccorso di ambedue i presidi ospedalieri, che hanno dovuto concordare ed elaborare nuovi protocolli di gestione delle urgenze e riorganizzare le guardie interdivisionali. In particolare è stato ridefinito il percorso assistenziale dei pazienti con ictus cerebrale con il coinvolgimento di medici sia ospedalieri che territoriali. E’ stata istituita una “unità ictus di 1° livello” con una area dedicata, collocata all’interno dell’area semintensiva cardiologica, nella piastra dell’emergenza, con la possibilità di garantire un’assistenza costante e qualificata. E’ stato scelto il sistema più idoneo di teleconsulto per poter permettere il collegamento tra le due sedi ospedaliere e la neurochirurgia ed acquisite le attrezzature necessarie. Sono state elaborate ed applicate linee guida, come ad esempio quelle per la profilassi trombo embolica venosa, che hanno visto coinvolti tutti i reparti chirurgici dei due presidi ed il regolamento per la day surgery. Presso il presidio di Castelfranco sono stati trasferiti nel nuovo ospedale il servizio di fisioterapia, con l’attivazione della piscina e la nuova sala di emodinamica. Sia presso il presidio ospedaliero di Castelfranco che di Montebelluna gli obitori sono stati trasferiti nei nuovi locali. Particolare attenzione ed impegno è stato posto, nell’ambito della finanza di progetto,al controllo delle attività svolte dai servizi dati in concessione. E’ stata stabilizzata la metodica di micrologistica per la gestione del farmaco, con la possibilità di tenere un magazzino di reparto affidabile, attraverso la registrazione puntuale di tutte le operazioni. 37 Alla fine del 2009 è stato sostituito il vecchio Ciclotrone, che era stato installato nel 1994, con un nuovo modernissimo impianto di Ciclotrone/Radiofarmacia che l’Azienda ha dato in gestione ad un service privato. Si tratta della seconda esperienza, in Italia, dopo l’Ospedale Gemelli di Roma. Il nuovo impianto, a norma anche secondo il recepimento delle normative europee in tema di radiofarmaci, consente l’esecuzione di un più ampio spettro di indagini nel campo della diagnostica PET. E’ stata effettuata una rilevazione della qualità percepita dei pazienti ricoverati, aderendo ad un progetto promosso dalla agenzia regionale. Formazione E’ stata svolta attività di formazione relativamente al riconoscimento del dolore (importanza per conseguenze biologiche ad esempio nel post operatorio, diritto di ogni persona all'accesso alle cure necessarie per alleviare il dolore), alla misurazione ed al trattamento, con revisione dei protocolli aziendali per il dolore postoperatorio. Sono state introdotte le schede per il monitoraggio degli effetti collaterali con suggerimenti scritti per il trattamento. È proseguito il progetto "Liverpool-pathway" con lo scopo di migliorare l'assistenza al paziente morente attraverso lo sviluppo e l'applicazione di uno specifico percorso integrato di cura che costituisca una guida nell'individuare le opzioni assistenziali possibili e nell'organizzare l'approccio più appropriato per ciascun paziente nel pieno rispetto delle sue necessità. Nel corso del 2009 è stata effettuata una sessione tutoriale multidisciplinare per il training di tutti gli operatori dello staff coinvolti nel progetto. Sono continuati gli incontri di addestramento all'uso della scheda di Incident Reporting nelle U.O. dei due presidi ospedalieri per la gestione del rischio clinico. Sono stati effettuati anche presso i reparti del presidio di Montebelluna gli incontri formativi su "Informazione e Consenso alle attività sanitarie". Attenzione particolare è stata posta nella formazione del personale che assiste il paziente critico. Tra le varie iniziative si segnala l'attuazione del progetto "addestramento teorico -pratico al supporto vitale di base e defibrillazione (BLSD)" che ha visto coinvolti 31 formatori, medici ed infermieri delle u.o. dell'area critica, con effettuazione di 47 edizioni con lezioni effettuate presso i reparti e la partecipazioni di 516 operatori sanitari. Nell'ambito della riorganizzazione della neurologia, è’ stata effettuata una formazione che ha visto coinvolto il personale medico ed infermieristico di tutta l’area critica, dell’area medica e delle radiologie dei due ospedali ed i medici di medicina generale. Per quanto riguarda la formazione igienistica,si sono tenuti nel 2009: 4 corsi di aggiornamento, accreditati ECM, per il personale sanitario e 2 corsi di aggiornamento per il personale ausiliario sull’igiene delle mani come prosecuzione del progetto: ”la prevenzione delle infezioni è nelle tue mani”; 2 incontri con i direttori e coordinatori infermieristici delle unità operative di entrambi i presidi ospedalieri relativi alla appropriatezza della richiesta delle indagini microbiologiche, presentando un confronto sui dati relativi all’ecologia microbica ospedaliera degli anni 2007-2008 e primo trimestre 2009 ed i risultati del monitoraggio del consumo degli antibiotici relativamente al’anno 2008; 1 incontro di approfondimento presso il 38 reparto di chirurgia generale del P.O. di Castelfranco Veneto relativamente ai consumi ed impiego degli antibiotici. L’unità locale socio-sanitaria n. 8 è stata ancora una volta il centro di importanti occasioni di formazione per medici chirurghi provenienti da tutta Italia, attraverso i corsi residenziali di videolaparoscopia organizzati dall’unità operativa di chirurgia del presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto. Igiene ospedaliera Nel corso del 2009 l’attività di controllo sull’igiene ospedaliera si è principalmente svolta in questi ambiti: Monitoraggio - monitoraggio dell’ecologia microbica (attraverso il sistema di sorveglianza degli alert introdotto l’anno prima, l’isolamento di germi sentinella ed eventuali cluster epidemici) e dell’antibiotico resistenza basato sui dati di laboratorio; - monitoraggio dei consumi degli antibiotici, con revisione del sistema di elaborazione; - monitoraggio e controllo delle prestazioni di igiene ambientale. Sorveglianza - rilevazione delle infezioni presso le rianimazioni di entrambi i presidi ospedalieri attraverso il sistema di sorveglianza nazionale del GiViTI dell’Istituto M. Negri; - indagine di sorveglianza di 3 mesi sulle infezioni post chirurgiche svolta su tutti i nuovi interventi a carico di: colecisti, colon, artroprotesi d’anca e ginocchio, tagli cesari nelle unità operative di ostetricia/ginecologia, ortopedia, chirurgia generale di entrambi i presidi ospedalieri e inserimento dati nel sistema nazionale INF-OSS sulla sorveglianza delle infezioni della ferita chirurgica; - sorveglianza sulle malattie infettive soggette a denuncia, con indagine epidemiologica e verifica dell’attuazione delle misure preventive per quelle più diffusibili, in particolare per il 2009 sorveglianza e implementazione delle misure di controllo (igiene respiratoria dei casi di influenza A dei pazienti ricoverati in seguito alla pandemia); - sistema di sorveglianza basato sui dati di laboratorio che segnala (via fax e telefonicamente), in tempo reale, l’isolamento di germi classificati come alerts a ed eventuali cluster epidemici per l’immediata attuazione delle misure di controllo. Nuove attività - Elaborazione e condivisione delle nuove linee guida aziendali sulla profilassi antibiotica perioperatoria; - Aggiornamento del sito Intranet per il CIO (Commissione per le infezioni ospedaliere) in cui sono stati inseriti ulteriori documenti per il controllo del rischio infettivo. 39 Prelievo di organi e tessuti donazione di cornee da cadavere: Il sistema aziendale per la promozione delle attività di procurement di organi e tessuti ha raggiunto nel corso del 2009 risultati soddisfacenti nel campo della donazione di cornee. Grazie all’impegno del personale dei reparti, che ha il compito di individuare per primo il potenziale donatore tra i deceduti dell’ospedale, del personale del Coordinamento Locale che integra le segnalazioni dei reparti e non ultimo del personale necroforo, che segnala la presenza in obitorio di possibili candidati tra i deceduti provenienti dal territorio, nel corso del 2009, in ciascun presidio ospedaliero, sono stati possibili 67 prelievi. Rispetto al numero totale di deceduti, infatti, la quota maggiore è esclusa per età, alcuni risultano inidonei per patologia, altri per difficoltà nel reperire gli aventi diritto ad esprimere l’assenso. Un indicatore interessante è rappresentato dalla percentuale delle opposizioni da parte dei familiari sui valutati, perché è una quota che può migliorare con una maggiore attenzione da parte del personale sanitario e con una maggiore cura nella sensibilizzazione della popolazione. I mancati assensi per donatori valutati sono stati il 7,4% a Castelfranco e il 5,3% a Montebelluna. tabella n. 11: donatori cornee. donatori cornee Castelfranco Montebelluna 2005 35 32 2006 32 48 2007 66 52 2008 47 71 2009 67 67 tessuto da vivente (testa di femore a Montebelluna, vena safena a Castelfranco): Nel 2009, con la precisazione che dal 2008 sono cambiati i criteri per la selezione dei candidati alla donazione di tessuto osseo, si è registrato un buon livello di attività, utilizzando tutte le teste femorali e non ricevendo opposizione da nessun paziente idoneo operato di endoprotesi d’anca a Montebelluna. A Castelfranco si segnala l’aumento significativo delle attività di selezione e recupero di tessuto venoso ad opera del personale della Chirurgia Vascolare e dell’Anestesia che in preospedalizzazione compie una sistematica valutazione di tutti i pazienti candidati all’intervento di safenectomia. tabella n. 12: donazioni da vivente. donazioni da vivente Castelfranco (safena) Montebelluna (testa femore) 2007 2008 2009 48 36 42 20 62 20 donazione multitessuto da cadavere: Nel corso del 2009, è ripresa l’attività di donazione multitessuto a Castelfranco, grazie ad una stretta collaborazione tra il personale dei servizi di emergenza, il personale necroforo e il personale del Coordinamento Locale, sostanzialmente a disposizione nelle 24 ore. Questo 40 dimostra come la creazione di una stretta rete di pronta segnalazione porti ad un aumento delle salme valutate e quindi ad un successivo aumento delle donazioni. Peccato che in questi casi ancora sussistano nella popolazione generale sentimenti di opposizione al prelievo la cui percentuale, come nel passato, rimane intorno al 50%, probabilmente per le circostanze spesso drammatiche in cui viene fatta la comunicazione ai familiari dei deceduti sul territorio. tabella n. 13: donatori da tessuto cadavere. donatori tessuto da cadavere 2006 2007 2008 2009 Castelfranco 1 1 0 4 Montebelluna 4 5 10 8 donazione multiorgano: L’attività di donazione multiorgano, come per gli anni precedenti, ha un diverso andamento nei 2 Ospedali, con attività inferiore al previsto presso l’Ospedale di Castelfranco. Le ragioni di questa differenza sono verosimilmente legate alla diversa tipologia delle due Terapie Intensive, con una connotazione più post-traumatica a Montebelluna e più postchirurgica a Castelfranco; oltre a ciò si può ipotizzare una diversa gestione del paziente cerebroleso, che l’unificazione delle degenze di Neurologia in un’unica sede dovrebbe rendere più omogenea, a patto che tutte le strutture coinvolte (Pronto Soccorso, Neurologia, Terapia Intensiva e reparti internistici) siano sensibili e motivate a ricoverare in Rianimazione il paziente destinato al prelievo di organi. tabella n. 14: donazioni multiorgano. donazioni multiorgano Castelfranco Montebelluna 2005 2006 2007 2008 2009 1 2 0 4 1 4 0 2 0 3 Nuovi obitori Una menzione particolare va fatta alla realizzazione dei 2 nuovi obitori, che ha di molto migliorato la logistica e le attività del Coordinamento Locale, sia per gli spazi, sia per le attrezzature. La presenza di personal computer e rete informatica permette, ora, una pronta valutazione della documentazione sanitaria già in obitorio e quindi semplifica i tempi di intervento; per l’aspetto relazionale con le famiglie, così importante in questa materia, le nuove costruzioni si sono rivelate decisamente più dignitose e confortevoli. Promozione della donazione La promozione di una cultura per la donazione di organi e tessuti inizia presso il personale sanitario che va continuamente formato e aggiornato sulle ragioni scientifiche e sulle modalità organizzative di questa importante attività. Per questo, anche quest’anno, è stato realizzato un corso accreditato ECM rivolto al personale sanitario dell’Azienda, per 41 diffondere la conoscenza delle procedure per la donazione di organi e tessuti sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici operativi, che per quelli di tipo psicologico e relazionale suscitati dal dibattito etico. Il corso, proposto in due edizioni, a Maggio e a Ottobre, è stato realizzato con il contributo di numerosi relatori esterni e ha interessato oltre 150 operatori. Oltre che per il personale sanitario è proseguita, inoltre, l’attività di sensibilizzazione sulla gente comune attraverso la pubblicazione di articoli sulla stampa locale, la realizzazione di interviste e filmati in collaborazione con le Associazioni; l’azione divulgativa, infine, è proseguita nelle scuole attraverso gli incontri presso le classi V delle scuole superiori, secondo un modello collaudato in uso da anni. Rischio clinico Nel corso del 2009 è proseguito l’impegno per la sicurezza dei pazienti, con il potenziamento di alcune attività già presenti nel 2008 e l’avvio di nuove iniziative di sensibilizzazione in ambito ospedaliero e sul territorio. In applicazione della D.G.R. n. 4445/2008, infatti è stato nominato il Comitato Esecutivo per la Sicurezza del Paziente che è costituito dai referenti di ogni dipartimento sanitario, oltre che da altre figure non solo ospedaliere con il compito di dare maggiore sistematicità e adeguato rinforzo agli interventi per la prevenzione del rischio clinico in tutta l’azienda. Nei primi sei mesi dell’anno il responsabile della Sicurezza del paziente insieme ai colleghi referenti di tutte le aziende sanitarie venete ha partecipato al piano di formazione obbligatoria organizzato dall’ARSS per l’apprendimento di tecniche di analisi e gestione dei rischi sanitari. Le attività svolte all’interno dell’azienda, le linee guida e le proposte per l’anno 2009 sono state, come previsto, sottoposte all’approvazione del Collegio di Direzione. In particolare: 1) per la sicurezza degli ambienti: - sono proseguite le ispezioni degli ambienti di lavoro in collaborazione col responsabile del servizio prevenzione e protezione per individuare le aree ospedaliere a rischio per i lavoratori e conseguentemente anche per i pazienti; - sono stati rivisti i sistemi di chiamata del personale medico deputato all’emergenza intraospedaliera, potenziando il segnale, in entrambi i presidi, in modo da completare la copertura anche delle aree considerate più pericolose. 2) per la sicurezza delle prestazioni sanitarie: - - la rilevazione spontanea dei difetti latenti dell’organizzazione e degli errori umani, è stata estesa nel 2009 anche alla terapia intensiva e al gruppo operatorio di entrambi i presidi, diffondendo oramai a quasi tutti i reparti dell’ospedale, la cultura di “imparare dall’errore” per un atteggiamento orientato alla prevenzione degli errori stessi. Grazie anche ad un progetto di investimento formativo in gran parte dei reparti chirurgici, la Direzione Medica ha raccolto 186 schede di Incident Reporting che sono state discusse in 20 incontri presso i reparti; una segnalazione al Ministero della Salute di un evento sentinella per incidente trasfusionale fortunatamente senza esiti, ha richiesto un approfondimento sugli errori latenti e un incontro di audit nel reparto interessato. A tale fatto è conseguito l’avvio di 42 - - - - - - - una “formazione sul campo” molto impegnativa che ha coinvolto il personale sanitario dei reparti per una emotrasfusione sicura; è proseguita la collaborazione con l’Ufficio Affari Legali per l’analisi dei sinistri e il controllo della documentazione sanitaria in occasione di azioni legali (n. 4 incontri del Nucleo Aziendale Sinistri); in un’ottica di miglioramento della documentazione sanitaria e della relazione medicopaziente attraverso la revisione della pratica di Informazione e Consenso, agli incontri formativi e operativi realizzati nel 2008 presso il presidio ospedaliero di Castelfranco ne sono seguiti nel 2009 altri 4 presso alcuni reparti del presidio ospedaliero di Montebelluna. Durante questi incontri sono state mappate per ciascuna unità operativa le prestazioni sanitarie più critiche che richiedono informativa e consenso scritto ed è stata definita la relativa modulistica; è proseguita la collaborazione con l’ufficio relazioni con il pubblico e con il Comitato Diritti del Malato per la gestione dei reclami, importante fonte di informazione su disservizi o disagi prevenibili; a conclusione del percorso per la corretta identificazione dei pazienti e del sito chirurgico è stata diffusa e applicata nel presidio ospedaliero di Castelfranco la procedura predisposta dal gruppo di lavoro interdipartimentale; alla fine del 2009 è stato organizzato l’evento formativo “Sicurezza delle cure” destinato ai membri del Comitato Esecutivo, presso la sede aziendale, con la partecipazione anche di relatori esterni; sono stati effettuati n. 2 audit con le unità operative coinvolte presso i reparti e i servizi di entrambi gli ospedali su casi clinici complessi; è stata inserita sul sito intranet aziendale la documentazione prodotta dall’azienda in merito al “Rischio clinico”; in collaborazione con la farmacia ospedaliera è stato effettuato un corso in due edizioni sulla farmacovigilanza e predisposto un questionario conoscitivo sulle consuetudini dei reparti nella gestione dei farmaci. Commissione prontuario terapeutico ospedaliero La Commissione PTO si è riunita nel corso del 2009, con cadenza trimestrale, sulla base delle richieste di valutazione presentate dai medici ospedalieri. Nel corso delle riunioni sono state discusse nuove introduzioni di farmaci e valutate problematiche relative a classi particolari di farmaci, come, ad esempio, utilizzi off-label e l’utilizzo di farmaci biosimilari. Con delibera n. 998 del 10/09/2009 è stata istituita la Commissione Tecnica di Area Vasta (CTAV) con lo scopo di realizzare un prontuario di Area Vasta, in base alle direttive della Regione Veneto. 43 Commissione per il buon uso del sangue Particolare attenzione è stata posta per l’attuazione delle nuove disposizioni legislative (D.L. n. 207 del novembre 2007, Raccomandazione del Ministero della salute del marzo 2007) nell’ambito della prevenzione trasfusionale da incompatibilità ABO). A tale scopo il progetto di formazione "sicurezza trasfusionale ed emovigilanza" è continuato anche nel corso del 2009. E’ stata implementata una nuova modulistica e sono stati programmati circa 20 incontri col personale dei vari reparti dei due presidi ospedalieri, allo scopo di condividere una nuova procedura trasfusionale aggiornata con l’obiettivo di completare la tracciabilità del percorso trasfusionale, fino alla certificazione di avvenuta trasfusione e l'obbligatoria rilevazione di eventi trasfusionali avversi. E’ stato inoltre proposto ed attuato, in collaborazione con la Ginecologia-Ostetricia, di compilare un registro delle donne Rh negative trattate con immunoprofilassi durante la gravidanza e/o dopo il parto, in ottemperanza alla normativa vigente sulla sorveglianza della profilassi della MEN (malattia emolitica del neonato). Collaborazioni con l’Università corsi di Laurea Dal 2004, l’ Ospedale di Castelfranco Veneto è sede operativa di 2 Corsi di Laurea: il Corso di laurea in Igiene Dentale (CLID) e il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche. L’istituzione di spazi assistenziali dedicati al tirocinio degli studenti del CLID, supervisionati da tutors e dai medici strutturati del reparto, ha permesso di introdurre la terapia di igiene dentale tra quelle erogate nei confronti della popolazione di tutte le fasce di età dell’u.l.ss.. Questa attività è stata istituzionalizzata in maniera organica a partire dal 2007 con l’introduzione di spazi ambulatoriali nei quali vengono erogate prestazioni di igiene dentale professionale consistenti nella detartrasi periodica e nel trattamento parodontale non chirurgico (scaling e curettage delle radici) iniziale e di mantenimento dei pazienti parodontopatici. Nell’ambito della stretta collaborazione esistente con il Servizio Autonomo di Pedodonzia, che condivide spazi, personale e risorse con il CLID, sono assicurati interventi di prevenzione nei confronti della popolazione in età pediatrica consistenti nel deplaquing dei denti decidui e permanenti e nella sigillatura dei denti permanenti in dentatura mista e permanente precoce. A questo proposito, nei riguardi della popolazione infantile, assume grande importanza l’opera di educazione sanitaria che gli igienisti eseguono attraverso istruzioni mirate di igiene orale. 44 Vengono, inoltre, eseguite prestazioni di cosmesi dentale e di sbiancamento dei denti discromici e gli igienisti coadiuvano gli odontoiatri nella raccolta e valutazione di dati statistici ed epidemiologici sulla salute orale della popolazione. La Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetriche si propone di fornire le competenze necessarie per occupare nei servizi sanitari ruoli di esperto nel nursing e nell'assistenza ostetrica, di management dei sistemi infermieristici e ostetrici e di progettazione, realizzazione e valutazione di processi formativi infermieristici, nella formazione di base e in quella permanente degli ambiti professionali della classe. La Laurea Magistrale è orientata a garantire una preparazione di tipo sistematico e a formare specialisti dotati di spirito critico sull'insieme dei fenomeni e dei problemi presenti nei contesti infermieristici e ostetrici della salute e dei servizi sanitari. L’offerta formativa per l’acquisizione delle competenze previste dal regolamento del Corso di Laurea, si realizza anche attraverso un percorso di tirocinio e stage che permetta allo studente di acquisire competenza clinica, progettuale e gestionale. L’Azienda è anche sede di tirocinio per la formazione del futuro professionista al quale, all’interno di percorsi definiti ed affiancato a personale esperto preventivamente individuato su base curriculare e motivazionale, viene data la possibilità di acquisire abilità e competenze per il perseguimento autonomo degli obiettivi specifici previsti dal regolamento del Corso di Laurea. Il numero di studenti immatricolati nell’anno accademico 2009/2010 è di 50 unità. Dall’anno accademico 2008/2009 è in atto una collaborazione tra l’Università degli Studi di Padova e l’Azienda nell’ambito dell’attività di formazione e tirocinio degli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche. In tale periodo ha avuto avvio la sperimentazione di una formazione in intinere che prevedeva la realizzazione, da parte degli studenti e del personale dell’azienda con funzioni di guida di tirocinio, di tre progetti di ricerca applicata inerenti a problematiche relative all’area materno infantile, all’area critica (gruppi operatori) e all’area ospedaliero-territoriale. Tali ambiti di indagine, individuati come prioritari dall’Azienda, sono diventati oggetto di studio e di progettualità per gli studenti. Durante l’esperienza di stage gli studenti hanno effettuato: - - - una analisi organizzativa dei ruoli e delle funzioni del personale infermieristico e medico di anestesia, che operano all’interno dei gruppi operatori, una analisi delle attività e delle modalità organizzative in essere nei contesti operatori con l’obiettivo di rivedere gli attuali processi clinico assistenziali ed organizzativi e di aumentarne l’efficienza; una analisi dell’attuale percorso organizzativo/gestionale della donna in gravidanza a basso rischio e del ruolo e delle funzioni dell’ostetrica, una valutazione di fattibilità circa il trasferimento di competenze gestionali dalla figura medica alla figura ostetrica; una analisi dell’attuale percorso di presa in carico dell’ anziano “fragile”, una analisi della casistica di pazienti soggetti a riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione con individuazione delle criticità che compromettono il mantenimento del paziente a domicilio. Lo scopo dell’indagine era individuare in maniera razionale 45 efficaci azioni e strategie d’intervento a favore della terza e quarta età. A partire da questo anno accademico saranno attivate ulteriori ricerche nell’ambito della clinica (classificazione di utenza e valutazione di bisogno assistenziale), dell’organizzazione ( proposta di modelli assistenziali e organizzativi improntati alla personalizzazione dell’assistenza e alla ottimizzazione dell’uso delle risorse) e della formazione (studio e implementazione di nuovi modelli di gestione del tirocinio clinico e del fabbisogno formativo). Da anni l’Ulss n. 8 è anche sede per il tirocinio clinico degli studenti del Corso di laurea in infermieristica che consiste in 950 ore accademiche suddivise in attività d’aula, ore dedicate allo studio della tesi e ore settimanali da svolgere nelle unità operative. Nella formazione infermieristica il tirocinio costituisce l’elemento di saldatura tra il sapere speculativo e il sapere pratico e rappresenta l’elemento caratterizzante di tutto il processo formativo. Si tratta di un percorso definito da obiettivi che integrano, arricchiscono, verificano gli apprendimenti teorici, ma è anche occasione di esperienze formative non necessariamente programmate, che scaturiscono dalla contingenza degli eventi assistenziali. Il tirocinio rappresenta, quindi, una fase di ulteriore maturazione professionale e di acquisizione di un maggior grado di confidenza con la professione. La programmazione generale e specifica del triennio è definita da linee generali indicate dall’Università di Padova, in accordo con le scelte didattico/organizzative del Corso di Laurea in Infermieristica. La fase di programmazione delle attività cliniche si attua attraverso una serie di incontri con i coordinatori infermieristici e con gli infermieri referenti delle unità operative attivate. In questo nuovo accademico, a fronte dell’aumentato numero di studenti attribuiti a tutte le sedi del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Ateneo di Padova, si è reso necessario ripensare al progetto di tirocinio. Alla luce di questo, si è scelto di considerare le strutture residenziali per anziani, di seguito elencate, come luoghi adeguati per lo svolgimento del tirocinio: - Centro Residenziale Anziani “D. Sartor” di Castelfranco Veneto; - Opera Immacolata Concezione (O.I.C.) di Vedelago; - RSA “Umberto 1°” di Montebelluna; - RSA “Aita” di Crespano del Grappa; - Casa di Soggiorno “Prealpina” di Cavaso del Tomba. Nell’anno accademico 2009-2010 sono stati accolti complessivamente 86 studenti. 46 presso l’ulss n. 8 I DISTRETTI SOCIO-SANITARI Funzioni e organizzazione Il distretto socio-sanitario è la struttura tecnico funzionale mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute di tipo sanitario, per loro natura affrontabili in modo ugualmente efficace ed efficiente in regime non ospedaliero, e di tipo socio-sanitario, richiedenti unitariamente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale. L’assistenza distrettuale viene erogata in regime ambulatoriale, semi-residenziale, residenziale e domiciliare, mediante le seguenti attività: attività sanitarie - - assistenza primaria, compresa la continuità assistenziale, attraverso il coordinamento e l’approccio multidisciplinare, in ambulatorio ed al domicilio, tra medici di medicina generale, specialisti pediatri di libera scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva ed i presidi specialistici ambulatoriali; assistenza farmaceutica; assistenza sanitaria domiciliare; assistenza specialistica ambulatoriale; assistenza riabilitativa intensiva extraospedaliera a carattere residenziale e semiresidenziale. attività socio-sanitarie - prestazioni sanitarie a rilevanza sociale; prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria; prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, se delegate dai comuni all’unità locale sociosanitaria. Al distretto socio-sanitario è preposto un responsabile che risponde alla direzione aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo e della gestione, in relazione alle risorse assegnate. 47 organizzazione Alla data del 31 dicembre 2009 i livelli organizzativi e delle responsabilità dei distretti socio-sanitari erano i seguenti: distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” direzione Luciano Milani unità operativa cure primarie Paola Paiusco distretto socio-sanitario n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna” direzione Luciano Milani (f.f.) unità operativa cure primarie Paola Paiusco (f.f.) u.o.s. servizio medicina di comunità u.o.s. servizio cure domiciliari u.o.s. servizio poliambulatoriale distrettuale u.o.s. servizio medicina di comunità u.o.s. servizio cure domiciliari u.o.s. servizio poliambulatoriale distrettuale unità operativa materno infantile, età evolutiva e famiglia Andrea Gemma unità operativa materno infantile, età evolutiva e famiglia Pasquale Borsellino u.o.s. servizio di neuropsichiatria infantile u.o.s. servizio di consultorio familiare servizio psichiatrico territoriale servizio psichiatrico territoriale Giuseppe Salce Osvaldo Galvano unità operativa pedodonzia Edoardo Stellini unità operativa odontoiatria Giuliano De Polo servizio tossicodipendenze Graziano Bellio servizio alcologia e tabagismo Natalino Filippin servizio per l’handicap dell’età adulta Mariacaterina Girardello servizio farmaceutico territoriale Michele Ragazzi 48 ASSISTENZA DI BASE Nel sistema di cure primarie un ruolo fondamentale è svolto dal medico di medicina generale e dal pediatra di libera scelta. Nell’unità locale socio-sanitaria operano 163 medici di medicina generale e 29 pediatri di libera scelta, suddivisi nei 2 distretti socio sanitari. tabella n. 1 : medici di medicina generale e pediatri di libera scelta presenti nei due distretti socio-sanitari. distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna” n. medici di medicina generale 88 75 n. pediatri di libera scelta 17 12 163 29 totale Sulla base degli accordi integrativi regionali negli anni passati sono stati stipulati i “Patti aziendali”, la cui applicazione è proseguita nell'anno in esame sia per i medici di medicina generale che per i pediatri di libera scelta. Lo scopo di questi patti è quello di migliorare la qualità dell’assistenza, promuovere un uso appropriato delle risorse e rendere partecipi i medici agli obiettivi generali dell’azienda. La partecipazione al patto è stata sottoscritta da 159 medici di medicina generale, pari ad una percentuale di adesione del 96%. Gli obiettivi generali concordati per i medici di medicina generale sono stati: - copertura assistenziale in ADI-MED per lo 0,4% degli assistiti in carico; riduzione del tasso di ospedalizzazione come da programmazione regionale; prevenzione antinfluenzale e antipneumococcica; applicazione di percorsi diagnostico assistenziali; contenimento della spesa farmaceutica. Tutti i pediatri di libera scelta hanno aderito al patto aziendale che prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi: - - erogazione delle prestazioni non differibili con disponibilità per urgenze tramite viva voce o segreteria telefonica e possibilità di eseguire visite in orari di ambulatorio diversi da quelli del proprio medico; presenza di un pediatra il sabato mattina dalle 8.00 alle 13.00 presso l’unità operativa di pronto soccorso dei due presidi ospedalieri, per visite urgenti e consigli telefonici; applicazione di tre PDA (percorsi diagnostico assistenziali) relativi a faringo tonsillite acuta, otite media acuta e asma bronchiale. In entrambi i patti è stata, inoltre, prevista l’implementazione dell’utilizzo dello strumento informatico. La disponibilità in tempo reale delle informazioni relative alla situazione sanitaria dei pazienti e la gestione automatizzata dei servizi diagnostici, ambulatoriali e terapeutici, consentono una riduzione dei tempi ed una maggiore efficienza operativa. 49 Un significativo miglioramento dell’assistenza e del servizio offerto, sia dai pediatri di libera scelta che dai medici di medicina generale, è da attribuire all’associazionismo che coinvolge 26 pediatri su 29 con percentuale del 90%, e 136 medici di medicina generale su 164 con percentuale dell’82%. Sono previste quattro forme organizzative: la medicina in associazione, la medicina in rete, la medicina di gruppo e la Unità territoriale di assistenza primaria. tabella n. 2: associazionismo al 31.12. 2009 dei medici di medicina generale Medicina in associazionismo Medicina in rete Medicina di gruppo Utap distretto sociosanitario n. 1 “Asolo-Castelfranco Veneto” distretto sociosanitario n. 2 “ValdobbiadeneMontebelluna” 6 (22 mmg) 9 (40 mmg) 15 (62 mmg) 45 % 2 (5 mmg) - 2 (5 mmg) 4% 7 (29 mmg) 7 (28 mmg ) 14 (57 mmg) 41 % 2 (14 mmg) 10 % 2 (14 mmg) Totale Percentuale sul totale dell’associazionismo tabella n. 3: associazionismo al 31.12.2008 dei pediatri di libera scelta Medicina in associazionismo distretto sociosanitario n. 1 “Asolo-Castelfranco Veneto” distretto sociosanitario n. 2 “ValdobbiadeneMontebelluna” Totale Percentuale sul totale dell’associazionismo 6 (16 pls) 2 (10 pls) 8 (26 pls) 100 % Nella nostra Azienda hanno raggiunto complessivamente una percentuale del 51% le forme associative più avanzate, che sono rappresentate dalla medicina di gruppo e dall’UTAP (unità territoriale di assistenza primaria). Queste forme organizzative dell’attività dei medici di medicina generale, che prevedono l’operatività dei professionisti in una sede centrale con l'ausilio di personale infermieristico e amministrativo, rendono più completa l'assistenza sanitaria e riducono al medico le prestazioni di carattere burocratico, consentendogli di dedicarsi in maniera più completa all'attività propriamente medica. In ambito pediatrico la continuità dell’assistenza territoriale è stata assicurata dai pediatri di libera scelta, che hanno offerto la loro disponibilità telefonica durante tutto l’arco della giornata, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, ed hanno garantito, inoltre, la loro presenza il sabato mattina e nei giorni prefestivi, presso le unità operative di pronto soccorso dei due presidi ospedalieri. E’ stata svolta una consistente attività di carattere preventivo con la esecuzione dei “bilanci di salute” (visite con controlli periodici il cui obiettivo è quello di monitorare lo sviluppo e la crescita del bambino) che garantiscono un costante controllo della popolazione pediatrica nei primi anni di vita. 50 tabella n. 4: numero di “bilanci di salute”, anni 2007, 2008 e 2009. distretto socio-sanitario n. 1 “Asolo – Castelfranco Veneto” distretto socio-sanitario n. 2 “Valdobbiadene – Montebelluna” anno n. bilanci di salute 2007 2008 2009 2007 2008 2009 11.481 12.079 11.906 8.058 8.598 8.074 E’ continuata anche nell’anno 2009 la collaborazione dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale con il servizio di igiene e sanità pubblica nell’attività di prevenzione, attraverso l’educazione sanitaria dei loro pazienti per le vaccinazioni facoltative e per le vaccinazioni antinfluenzali e antipneumococcica. I medici di medicina generale hanno attivamente partecipato alla campagna di vaccinazione antinfluenzale sia somministrando direttamente i vaccini forniti dall’azienda, sia indirizzando i propri assistiti alle Unità territoriali dei servizi di sanità umana. Nel territorio dell’u.l.ss. è presente un servizio di continuità assistenziale (già Guardia Medica) che garantisce la continuità, nelle 24 ore, dell’assistenza medica di medicina generale e di pediatria di libera scelta. Le attività si svolgono nelle sedi di Castelfranco Veneto e Crespano del Grappa per il Distretto 1 e di Valdobbiadene e Montebelluna per il Distretto 2. Si riportano di seguito le attività svolte. tabella n. 5: attività del servizio di continuità assistenziale nel 2009. visite domiciliari visite ambulatoriali consulenze telefoniche proposte ricovero Castelfranco 981 763 Crespano del Grappa 454 3.566 Montebelluna 635 1.368 Valdobbiadene 844 1.852 6.955 n.d. 2.382 2.131 75 98 14 87 Particolare attenzione viene rivolta alle persone in Assistenza Domiciliare Integrata o in Ospedalizzazione Domiciliare seguite dai Servizi di Cure Domiciliari. Per garantire la continuità delle cure a questi pazienti è stato disposto un flusso informativo fra i due Servizi e i medici del servizio di continuità assistenziale hanno la possibilità di contattare un medico reperibile. 51 ASSISTENZA SPECIALISTICA L’Ulss n. 8 è dotata di una rete coordinata di ambulatori situati in sedi diverse dell’ azienda, con l’obiettivo di erogare prestazioni effettuabili senza necessità di ricovero; tali ambulatori svolgono, pertanto, un’attività che si interfaccia tra l’ospedale ed il medico di medicina generale. Presso i poliambulatori sono erogate le visite ed i controlli specialistici richiesti dai medici di medicina generale, le visite di controllo post-dimissione e la maggior parte degli esami pre-operatori richiesti dai medici ospedalieri. L’obiettivo è di rispondere in maniera efficace, tempestiva ed efficiente ai fabbisogni di salute della popolazione, garantendo tempi di risposta appropriati alla patologia sofferta. Le sedi dei poliambulatori dell’Ulss n. 8 sono ad Asolo, Castelfranco, Crespano, Giavera del Montello, Montebelluna, Pederobba e Valdobbiadene. Le visite e le prestazioni sono erogate sia da medici specialisti dedicati esclusivamente alla attività ambulatoriale, sia da medici ospedalieri. Nel corso dell’anno l’attività dei punti prelievo territoriali, presenti presso le sedi di Asolo, Crespano, Giavera, Pederobba, Riese Pio X, Valdobbiadene e Vedelago si è mantenuta in linea con i risultati dell’anno precedente. Si riportano le attività del 2009 ed un confronto fra medie giornaliere 2007 - 2008 - 2009. tabella n. 6: media giornaliera dei prelievi effettuati nel 2009 presso le sedi territoriali dei distretti. Crespano Giavera Pederobba Riese Valdobbiadene Vedelago Asolo totali n. giorni 256 256 154 256 154 256 102 256 n. utenti 23.837 23.697 12.335 20.163 9.630 31.647 7.382 128.691 93 93 80 79 63 124 73 503 media giorno tabella n. 7: confronto della media giornaliera 2007-2009. Asolo Crespano Giavera Pederobba Riese Valdobbiadene Vedelago totali media giorno 2007 92 88 82 64 64 118 81 482 media giorno 2008 97 93 76 74 67 123 80 506 media giorno 2009 93 93 80 79 63 124 73 503 L’impegno dell’azienda nella gestione delle attività ambulatoriali, nel corso del 2009, è stato rivolto principalmente al contenimento dei tempi d’attesa, all’adeguamento alla Legge Regionale n. 22 del 16 agosto 2002 “Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie”, al potenziamento del digitale e al miglioramento dei percorsi diagnosticoterapeutici per particolari categorie di pazienti. 52 Per quanto riguarda i tempi d’attesa, particolare attenzione è stata posta alla valutazione della appropriatezza prescrittiva, mettendo a punto un sistema di valutazione incorporato nella cartella ambulatoriale informatizzata aziendale. Tale sistema ha posto le basi per una valutazione rapida e poco costosa della appropriatezza tanto che, alla fine del 2009, sono state ottenute le prime rilevazioni su 9.111 impegnative. La percentuale di appropriatezza è risultata pari a 62,8 % in linea con analoghe percentuali presenti in letteratura. Per le specialità con particolari problemi di tempi di attesa è stato attivato un piano riorganizzativo dell’offerta. In particolare, è stata riorganizzata l’attività di endocrinologia ambulatoriale integrando le attività della sede di Castelfranco con quella di Montebelluna ed acquisendo una specialista ambulatoriale con specifiche capacità professionali per l’endocrinologia della età evolutiva. Questo ha permesso di passare alla graduale presa in carico, da parte dello specialista, di un parte di pazienti endocrinologici attualmente seguiti da un solo pediatra con conseguenti problemi di tempi di attesa. Nel luglio 2009 è stato potenziato il percorso diagnostico terapeutico per le sospette neoplasie cutanee diagnosticate dai dermatologi, attivando un percorso chirurgico dedicato anche nella sede di Montebelluna oltre a quella di Castelfranco, già esistente dal 2008. In questo modo si è offerto al paziente una migliore accessibilità in termini spaziali: il paziente visto dallo specialista dermatologo, viene ora operato anche a Montebelluna in media entro 10-20 dalla diagnosi di sospetta neoplasia, nel rispetto dei tempi fissati dalla Regione Veneto (30 gg). Il lavoro connesso alla applicazione della normativa sulla Autorizzazione/Accreditamento ha portato alla revisione di procedure riferite, in modo particolare, al campo delle emergenze con la formazione/aggiornamento di numerosi operatori. Inoltre si è proceduto alla ristrutturazione di alcuni locali con particolare riferimento all’abbattimento di barriere architettoniche. Per quanto riguarda il potenziamento del digitale, è stata ampliata la tipologia di documentazione clinica visualizzabile dal medico che utilizza la cartella ambulatoriale informatizzata ARCA. In particolare, da settembre 2009, è possibile consultare anche le immagini radiologiche del PACS. Inoltre, nel marzo 2009, presso la sede ambulatoriale di Crespano è stato attivato un registro operatorio sperimentale collegato alla cartella ambulatoriale informatizzata, con possibilità di registrazione digitale del prelievo istologico e di stampa informatizzata della relativa impegnativa e del relativo foglio di pagamento. Questo ha comportato sia una archiviazione digitale dell’atto operatorio, sia la possibilità dei pazienti di pagare immediatamente l’esame istologico così da acquisire il relativo referto via internet evitando spostamenti. Il potenziamento della cartella digitale è avvenuto anche mediante inserimento di nuove variabili (giudizio di priorità da parte del medico valutatore) che hanno permesso la suddetta valutazione delle percentuali di appropriatezza e di realizzare anche report sulle percentuali di concordanza dei medici specialisti che valutano le priorità. Nel complesso le prestazioni ambulatoriali sono aumentate rispetto al 2008. 53 tabella n. 8: prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità operative specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna nel corso del 2009 (escluso servizi e medicina fisica e riabilitazione). cardiologia – CF centro per le malattie del sangue CF medicina generale – CF s.s.d. diabetologia CF s.s.d. angiologia neurologia – CF lungodegenza riabilitativa - CF anestesia e rianimazione - CF chirurgia generale – CF s.s.d. chirurgia toracica s.s.d. chirurgia vascolare ortopedia e traumatologia - CF s.s.d. otorinolaringoiatria - CF urologia – CF chirurgia maxillo-facciale - CF ostetricia e ginecologia - CF pediatria – CF cardiologia – MB medicina generale – MB s.s.d. geriatria s.s.d. reumatologia s.s.d. diabetologia MB neurologia – MB lungodegenza riabilitativa - MB anestesia e rianimazione - MB chirurgia generale – MB ortopedia e traumatologia - MB otorinolaringoiatria - MB ostetricia e ginecologia - MB pediatria – MB odontoiatria - MB+CF nefrologia e dialisi – CF+MB oncologia - CF+MB gastroenterologia - CF+MB s.s.d. terapia antalgica CF+MB oculistica CF+MB s.s.d. di day surgery oculistica pedodonzia – UN totale unità operative ospedaliere poliambulatori totale prime visite 2.386 visite di controllo 1.620 anno 2009 Visite totali 4.006 altre prestazioni 16.459 20.465 743 2.175 327 1.770 2.799 489 73 1.805 80 422 5.106 3.907 2.497 1.913 4.621 5.040 5.733 769 253 518 731 2.384 209 13 3.526 6.266 4.940 4.372 5.699 3.608 636 512 1.234 548 8.513 0 3.207 89.824 21.320 111.144 2.713 2.310 5.917 578 870 1.113 13 532 74 152 4.412 1.039 1.571 1.635 545 370 162 382 100 1.809 5.760 1.014 439 0 317 3.999 1.686 237 332 651 2.093 6.799 500 521 6.322 0 556 59.143 9.718 68.861 3.456 4.485 6.244 2.348 3.669 1.602 86 2.337 154 574 9.518 4.946 4.068 3.548 5.166 5.410 5.895 1.151 353 2.327 6.491 3.398 648 13 3.843 10.265 6.626 4.609 6.031 4.259 2.729 7.311 1.734 1.069 14.835 0 3.763 148.967 31.038 180.005 1.889 3.222 18.910 12.957 7.037 2.007 18 2.584 98 1.530 5.695 6.579 2.785 3.792 19.071 3.229 16.148 1.829 317 69 25.393 5.661 791 212 4.381 4.428 4.899 20.092 4.321 11.897 24.058 12.200 11.650 904 9.274 1.131 13.028 280.545 20.457 301.002 5.345 7.707 25.154 15.305 10.706 3.609 104 4.921 252 2.104 15.213 11.525 6.853 7.340 24.237 8.639 22.043 2.980 670 2.396 31.884 9.059 1.439 225 8.224 14.693 11.525 24.701 10.352 16.156 26.787 19.511 13.384 2.147 24.114 983 12.201 429.512 51.495 481.007 54 totale tabella n. 9: variazioni assolute 2009-2008 delle prestazioni ambulatoriali effettuate presso alcune unità operative specialistiche dei presidi ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna (escluso servizi e medicina fisica e riabilitazione). cardiologia – CF centro per le malattie del sangue CF medicina generale – CF s.s.d. diabetologia CF s.s.d. angiologia neurologia – CF lungodegenza riabilitativa - CF anestesia e rianimazione - CF chirurgia generale – CF s.s.d. chirurgia toracica s.s.d. chirurgia vascolare ortopedia e traumatologia - CF otorinolaringoiatria - CF urologia – CF chirurgia maxillo-facciale - CF ostetricia e ginecologia - CF pediatria – CF cardiologia – MB medicina generale – MB s.s.d. geriatria s.s.d. reumatologia s.s.d. diabetologia MB neurologia – MB lungodegenza riabilitativa - MB anestesia e rianimazione - MB chirurgia generale – MB ortopedia e traumatologia - MB otorinolaringoiatria - MB ostetricia e ginecologia - MB pediatria – MB odontoiatria - MB+CF nefrologia e dialisi – CF+MB oncologia - CF+MB gastroenterologia - CF+MB s.s.d. terapia antalgica CF+MB oculistica CF+MB s.s.d. di day surgery oculistica pedodonzia - UN totale unità operative ospedaliere poliambulatori totale prime visite 67 variazione assoluta 2009 – 2008 visite di visite altre controllo totali prestazioni -9 58 1.560 30 -83 8 254 629 -70 -3 159 12 41 711 365 255 -29 1.119 85 234 -194 -14 11 92 -405 43 -18 718 164 391 88 258 226 146 -225 308 -7 418 0 225 6.009 4.469 10.478 -105 -168 1.098 430 11 140 7 2 -6 -6 344 -77 47 1.296 248 110 54 -107 -17 -166 194 121 105 0 96 474 537 87 51 164 -5.843 243 -13 -86 643 0 216 115 1.993 2.108 55 -75 -251 1.106 684 640 70 4 161 6 35 1.055 288 302 1.267 1.367 195 288 -301 -31 -155 286 -284 148 -18 814 638 928 175 309 390 -5.697 18 295 -93 1.061 0 441 6.124 6.462 12.586 -265 662 -974 1.035 1.834 209 -3 247 17 105 60 -907 134 -45 4.784 -313 2.080 -150 98 21 -1.530 -2.478 320 16 1.862 1.103 -17 2.260 1.723 491 -14.348 2.568 3.635 -81 -1.066 148 4.149 8.944 533 9.477 totale 1.618 -340 411 132 1.719 2.474 279 1 408 23 140 1.115 -619 436 1.222 6.151 -118 2.368 -451 67 -134 -1.244 -2.762 468 -2 2.676 1.741 911 2.435 2.032 881 -20.045 2.586 3.930 -174 -5 148 4.590 15.068 6.995 22.063 tabella n. 10 : prospetto sintetico delle prestazioni ambulatoriali verso esterni effettuate anni 2005-2008 (servizi e medicina fisica e riabilitazione). radiologia – presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto prestazioni verso esterni (esclusi LPA e screening mammografico) prestazioni per il progetto screening mammografico – Castelfranco Veneto prestazioni in libera professione d’azienda prestazioni verso esterni distretto socio-sanitario n. 1 totale prestazioni per esterni radiologia – presidio ospedaliero di Montebelluna prestazioni verso esterni (esclusi LPA e screening mammografico) prestazioni per il progetto screening mammografico – Montebelluna prestazioni per il progetto screening mammografico – Valdobbiadene prestazioni in libera professione d’azienda prestazioni verso esterni distretto socio-sanitario n. 1 Asolo prestazioni verso esterni distretto socio-sanitario n. 2 Valdobbiadene totale prestazioni per esterni laboratorio analisi – CF-MB prestazioni verso esterni prestazioni per il progetto Screening colon rettale totale prestazioni per esterni anno variazione assoluta 2006 2007 2008 2009 60.462 61.818 62.195 59.275 1.356 377 -2.920 5.372 5.947 5.364 5.942 575 -583 578 1.508 1.508 1508 1.508 0 0 0 2.229 1.655 1.304 1.397 -574 -351 93 69.571 70.928 70.371 68.122 1.357 -557 -2.249 anno 2007-2006 2008-2007 2009-2008 variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 2006 2007 2008 2009 50.150 48.976 47.537 48.695 -1.174 -1.439 1.158 2.706 2.906 2.655 2.774 200 -251 119 2.356 2.823 2.690 2.869 467 -133 179 780 780 780 780 0 0 0 8.814 8.865 8.713 9.239 51 -152 526 11.621 10.568 12.337 11.303 -1.053 1.769 -1.034 76.427 74.918 74.712 75.660 -1.509 -206 948 anno variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 2006 2007 2008 2009 1.999.341 2.032.836 2.238.111 2.416.070 33.495 205.275 177.959 10.759 16.740 19.068 10.759 5.981 2.328 2.043.595 2.254.851 2.435.138 44.254 211.256 180.287 1.999.341 anno variazione assoluta medicina fisica e riabilitazione – 2007 2008 2009 2007-2006 2008-2007 2009-2008 presidio ospedaliero di 2006 prestazioni verso esterni (esclusa -4.698 122.706 127.915 123.217 110.738 5.209 -12.479 LPA) prestazioni verso esterni 9.093 8.267 35.609 826 7.655 -34.783 -1.438 distretto socio-sanitario n. 1 Asolo prestazioni verso esterni distretto 11.163 14.830 -5.205 15.066 16.368 1.302 3.667 socio-sanitario n. 2 Valdobbiadene prestazioni in libera professione 1.603 100 1.755 1.503 1.172 -252 -431 d’azienda totale prestazioni per esterni 175.136 146.612 145.076 134.395 56 -28.524 -1.536 -10.681 istologia e anatomia patologica – presidio 2006 prestazioni verso esterni 44.395 servizio trasfusionale – presidio ospedaliero di Castelfranco prestazioni verso esterni (esclusi donatori) anno 2007 2008 2009 37.551 38.695 42.740 anno 2008 2006 2007 39.312 22.171 variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 2009 -6.844 1.144 4.045 variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 25.929 27.924 -17.141 3.758 1.995 prestazioni verso donatori 184.361 247.812 270.761 270.591 63.451 22.949 -170 totale prestazioni per esterni 223.673 269.983 296.690 298.515 46.310 26.707 1.825 accettazione e pronto soccorso presidio – Castelfranco Veneto prestazioni verso esterni accettazione e pronto soccorso presidio – Montebelluna prestazioni verso esterni 2006 anno 2007 2008 2009 71.720 71.256 83.927 2006 anno 2007 2008 66.886 67.980 74.927 2009 62.653 111.774 variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 -464 3.671 9.000 variazione assoluta 2007-2006 2008-2007 2009-2008 1.094 -5.417 49.211 tabella n. 11: sintesi delle prestazioni effettuate nel corso del 2009 dalle unità operative di radiologia del dipartimento di diagnostica per immagini. prestazioni prestazioni verso interni (ricoverati) radiologia Castelfranco Veneto radiologia Montebelluna totale variazioni 2009-2008 18.192 17.636 35.828 -1.025 di cui RM 1.867 1.092 2.959 -461 di cui: TAC 2.916 2.895 5.811 -430 di cui: ecografie 2.176 2.241 4.417 -122 di cui: altre prestazioni 11.233 11.408 22.641 -12 prestazioni verso esterni 59.275 48.695 107.970 -1.762 5.907 5.089 10.996 -715 di cui RM di cui: TAC 8.237 6.872 15.109 -684 11.612 7.617 19.229 1.289 di cui: altre prestazioni prestazioni per il progetto screening mammografico prestazioni in libera professione d’azienda prestazioni verso esterni sedi periferiche totale verso esterni 33.519 29.117 62.636 -1.652 5.942 5.643 11.585 876 1.508 780 2.288 0 1.397 20.542 21.939 -415 68.122 75.660 143.782 -1.301 totale complessivo 86.314 93.296 179.610 -2.326 di cui: ecografie 57 tabella n. 12: sintesi delle prestazioni effettuate nel corso del 2009 dall’unità operativa di medicina nucleare del dipartimento di diagnostica per immagini. medicina nucleare 950 204 5 740 1 8.861 3100 224 5479 58 426 176 250 10.237 prestazioni verso interni (ricoverati) di cui PET di cui: PET - CT di cui: diagnostica in vivo di cui: terapia prestazioni verso esterni di cui PET di cui: PET – CT di cui: diagnostica in vivo di cui: terapia prestazioni in libera professione d’azienda di cui: PET di cui: diagnostica in vivo totale complessivo La medicina dello sport ha rivolto particolare attenzione ai ragazzi di età inferiore ai 18 anni che praticano sport, come previsto dalla normativa regionale, ma anche a determinate categorie di utenti che praticano sport a livello agonistico, quali i portatori di handicap, per i quali sono stati riservati degli spazi dedicati, e le persone di età superiore ai 35 anni. tabella n. 13: prestazioni della medicina dello sport anno 2009. Descrizione prestazione certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella b del d.m. 18.2.82 (atletica, calcio, ciclismo, ecc.) ecocolordopplergrafia cardiaca.a riposo o dopo prova fisica o farmacologica test cardiovascolare da sforzo con cicloergometro.escluso: prova da sforzo cardiorespiratorio elettrocardiogramma dinamico.dispositivi analogici (holter) visita cardiologica certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella b del d.m. 18.2.82 (atletica, calcio, ciclismo ecc.) con test cardiovascolare da sforzo elettrocardiogramma certificati per gli sport agonistici di cui alla tabella a del d.m. 18.2.82.(golf, bocce, tennis tavolo, ecc.) monitoraggio continuo [24 ore] della pressione arteriosa visita cardiologica di controllo totale 58 età < 18 anni età > 18 anni totale 4.340 577 4.917 202 230 432 138 188 326 155 111 135 168 290 279 2 133 135 11 69 80 8 16 24 2 2 4.971 22 14 1.552 24 16 6.523 I servizi di Odontostomatologia e di Pedodonzia svolgono un ruolo importante all’interno del complesso sistema delle cure sanitarie e socio-sanitarie. Odontostomatologia Aspetti socio-demografici ed epidemiologici L'Unità Operativa di Odontostomatologia svolge attività ambulatoriale per pazienti con patologie del cavo orale e patologie dentali. Per particolari tipologie di pazienti che non possono essere trattate in ambito ambulatoriale i medici dell'odontostomatologia operano in ambito di ricovero con interventi di eccellenza in sala operatoria. Accanto all'attività clinico-divisionale l'unità operativa di odontostomatologia si interessa, da anni, di progetti di prevenzione per le categorie vulnerabili ora tutelate nei livelli essenziali di assistenza (campagna di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del cavo orale, anziano, disabile, gestante, giovane paziente per problemi ortodontici di morso crociato...); inoltre, operando in sintonia con gli ultimi orientamenti dell'OMS e del Ministero della Salute, è arrivata ad occupare una posizione di eccellenza in questo settore. Le problematiche e le criticità emerse Negli ultimi anni si è evidenziata una variazione sul flusso di utenza che si reca presso il servizio nella fascia oraria destinata alle prestazioni di pronto soccorso (spazio dedicato in cui vengono eseguiti circa 25-30 interventi giornalieri). In effetti, il campione risulta essere molto eterogeneo in quanto composto al 50% da pazienti autoctoni e al 50% da pazienti extracomunitari. Sorgono, quindi, a carico di questi ultimi problemi di comprensione, di lingua e di abitudini non adeguate alle norme e ai percorsi suggeriti, in tema di politiche sanitarie, per l'accesso e l'utilizzo dei servizi. A questo proposito negli ultimi anni la segreteria dell'U.O. ha perfezionato dei questionari-cartelle cliniche in varie lingue per renderli comprensibili. Inoltre nel 2009 ha avuto inizio un progetto di prevenzione per pazienti extracomunitarie, definito “Donne insieme verso il futuro” che si prefigge di descrivere le modalità di accesso ai vari servizi territoriali e ospedalieri dell'Ulss n. 8 (vedi “offerta per la salute”), dare informazioni di prevenzione odontoiatrica e fornire indici epidemiologici di carie e patologie del cavo orale del campione. I progetti realizzati nel corso dell’anno Nell'ambito dei progetti di prevenzione e cura perfezionati dall'U.O. di Odontostomatologia di Montebelluna-Castelfranco si descrivono le seguenti attività: - progetto sul paziente ultra 65enne: tali pazienti, inseriti nelle categorie dei LEA, usufruiscono di corsie preferenziali per l'accesso alle cure odontoiatriche. Il problema che ne deriva è la pressante richiesta di terapia che l'unità a fatica può fornire data la sperequazione tra domanda e forza medica disponibile. Inoltre, attualmente, l'unità di odontostomatologia di Montebelluna dispone di 4 riuniti dentali e quindi può effettuare un numero di terapie limitato. Si ritiene che nella nuova sede questo problema in parte verrà risolto; 59 - progetto per pazienti diversamente abili: tale attività ventennale è gestita dai medici strutturati e da un igienista che cura il trait d'union tra paziente, familiari, operatori socio-sanitari, educatrici e medici strutturati. Sono monitorati i 600 pazienti noti nell'Ulss (provenienti dai centri residenziali, dalle cooperative, privatamente dalle famiglie). Degno di nota è il lavoro di formazione che l'Igienista effettua sistematicamente sul personale che segue il paziente nel percorso extra-clinico e sui tutori o i familiari. Nell'ultimo periodo (circa da 4-5 anni) sta aumentando sempre di più il numero di pazienti da fuori Ulss a causa dell'attrazione che l'unità esercita (vedi oltre 60% delle prestazioni. Nel 2009 sono state effettuate, nell’ambito dei progetti, 1624 visite e terapie odontoiatriche ambulatoriali, 35 interventi in sala operatoria e sono stati registrati 25 nuovi pazienti. Pedodonzia Aspetti socio-demografici ed epidemiologici La richiesta di prestazioni odontoiatriche nella fascia di età pediatrica ha subito nel corso degli anni una notevole evoluzione in senso espansivo. Alla popolazione pediatrica di cittadinanza italiana, caratteristica dei primi anni di attività della U.O. di Pedodonzia, si è aggiunta in modo progressivo e sempre più consistente la popolazione infantile e adolescente dei cittadini immigrati di origine comunitaria ed extra comunitaria. Attualmente questa parte dell'utenza del Servizio Autonomo di Pedodonzia rappresenta l'assoluta maggioranza dei pazienti afferenti andando ad affiancare e non a sostituire l'originaria fetta di pazienti di cittadinanza italiana. In sintesi il trend attuale vede un aumento esponenziale delle richieste di visita e terapia con sensibili aumenti percentuali progressivi di anno in anno delle suddette prestazioni. Probabile concausa della descritta situazione è la condizione socio-economica delle famiglie immigrate, particolarmente difficile nella attuale contingenza, che le spinge a ricercare presso le strutture pubbliche le prestazioni non affrontabili economicamente presso gli studi e gli ambulatori privati. Tutto ciò ha comportato, di conseguenza, un aumento delle problematiche che il servizio si trova ad affrontare quotidianamente: - gestione di un sempre maggior numero di pazienti; - difficoltà di comprensione, lingua e condivisione di abitudini con pazienti e famiglie provenienti da diverse nazioni e con culture non omogenee alla nostra; - aumento della difficoltà tecnica nella esecuzione delle terapie necessarie in quanto la popolazione infantile immigrata, che risente tuttora meno della educazione sanitaria in tema di promozione della salute oro-dentale, presenta patologie, essenzialmente cariose, di grado molto più elevato e destruente di quello mediamente presente nella analoga popolazione autoctona; - difficoltà crescente di far coincidere le pressanti richieste di terapia con la principale vocazione di un servizio di odontoiatria pediatrica rappresentata dalla prevenzione e dalla educazione sanitaria. 60 Il sistema dei servizi Il Servizio Autonomo di Pedodonzia è una unità operativa a direzione universitaria con sede nell'Ospedale Civile di Castelfranco Veneto. Istituzionalmente si occupa di: - - - pedodonzia: diagnosi e cura delle malattie oro-dentali dei bambini in età pediatrica (fino all’età di 14 anni) con prestazioni relative alla conservativa (otturazioni, sigillature, ecc.) e alle diverse patologie oro–dentali. Fornisce, inoltre, informazioni di prevenzione e linee guida di educazione sanitaria per la promozione della salute orale del paziente in crescita nell’ambito territoriale di competenza dell’azienda; ortodonzia: il servizio offre una consulenza ortodontica a tutti i pazienti in età pediatrica e nell’ambito di un progetto aziendale, la diagnosi e la cura del morso crociato laterale dei pazienti in crescita; trattamento dei pazienti non collaboranti in età pediatrica affetti da patologie con grave compromissione della dentatura permanente: i pazienti vengono trattati in anestesia generale e ricoverati per il periodo di osservazione presso l’Unità Operativa Divisione di Pediatria. Nel corso dell’anno le visite per esterni sono passate dalle 3.322 del 2008 alle 3.763 del 2009 con un incremento del 13,27%. In modo analogo le altre prestazioni per esterni sono aumentate del 31,76%, dalle 8.879 del 2008 alle 13.028 del 2009. A gennaio 2009 il tempo di attesa per le terapie di Odontoiatria Pediatrica era di circa 7 mesi. Al 31 dicembre 2009 il tempo d’attesa per le terapie risultava di poco superiore ai 60 giorni e quello delle prime visite oscillante tra i 15 e 20 giorni. Le urgenze vengono viste e trattate immediatamente. I casi segnalati dai pediatri territoriali, con indicazioni a 10 o 30 giorni, sono stati trattati nei tempi richiesti. Nessun reclamo è stato mosso relativamente alle prestazioni erogate in tutto il corso dell’anno 2009. Problematiche e criticità emerse Il Servizio Autonomo di Pedodonzia, nel prosieguo storico dell’attività iniziata nel 1992, oltre alle prestazioni odontoiatriche istituzionali a favore della popolazione pediatrica, si occupa anche, nei confronti dei pazienti di ogni fascia di età, di: - implantologia orale: vengono effettuati interventi di implantologia orale su pazienti in età adulta; protesi tradizionale e su impianti: vengono eseguite riabilitazioni protesiche fisse su denti naturali, rimovibili e su impianti; prestazioni di igiene orale: il personale e gli studenti del CLID (Corso di Laurea in Igiene Dentale) seguono i pazienti nel trattamento della patologia parodontale e della cosmesi dentale. Tutte le prestazioni di igiene e di prevenzione parodontale nell’ambito dell'azienda sono state accentrate al servizio autonomo di Pedodonzia; 61 - coordinamento delle attività di tirocinio del CLID e del CLOPD (Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria) nell'ambito delle funzioni proprie di un servizio a direzione universitaria. Questa molteplicità di attività, comporta numerose criticità legate essenzialmente alla esiguità delle risorse umane a disposizione. In effetti il mantenimento delle isorisorse ha comportato una importante opera di riprogrammazione del servizio al fine di ottenere una migliore ridistribuzione delle risorse in vista della nuova organizzazione del reparto. I primi provvedimenti in tal senso sono stati i seguenti: - attivazione delle procedure di informatizzazione del reparto (sistema ARCA); ottimizzazione dei rapporti e divisione delle competenze con il gruppo degli Specialisti Ambulatoriali Interni e con la U.O. di Odontoiatria di Montebelluna; suddivisione delle competenze per il trattamento dei pazienti disabili: pazienti in età pediatrica (0-14): garantiti dalla Pedodonzia; pazienti adulti: garantiti dalla U.O. Odontostomatologia; ripresa della attività di Sala Operatoria; apertura di canali preferenziali per i bambini disabili / portatori di handicap; coordinamento del tirocinio degli studenti del CLID per la gestione dell'attività di igiene orale per tutto il territorio dell'Azienda. I principi guida che sono stati stabiliti per l'attività del Servizio Autonomo di Pedodonzia sono: - la diagnosi completa dello stato di salute della bocca del paziente ed il relativo piano di trattamento; la comunicazione in merito alle cure per arrivare al pieno consenso sulla scelta del programma terapeutico; la ricerca del maggior livello possibile di sicurezza negli interventi; programmi di tutela della salute odontoiatrica nell’età evolutiva nel rispetto delle indicazioni dei LEA. In particolare, nell’ambito dei Programmi di Tutela della salute in età evolutiva, rientrano tutti i soggetti in età compresa fra gli 0 ed i 16 anni. Gli obiettivi per questa categoria di utenti sono rappresentati dalla prevenzione e dal trattamento della carie, dalla terapia non chirurgica delle parodontopatie e dal monitoraggio delle malocclusioni con conseguente correzione di patologie ortognatodontiche a maggior rischio per i soggetti in età evolutiva. 62 ASSISTENZA FARMACEUTICA Nell’ u.l.ss. n. 8 sono aperte e convenzionate a norma di legge con il servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica 55 farmacie e l’azienda ne gestisce i rapporti, in particolare effettuando le seguenti attività: - controlli mensili di natura contabile-amministrativa; attività ispettiva e di vigilanza; adempimenti relativi a farmaci stupefacenti; monitoraggio spesa farmaceutica e appropriatezza prescrizioni; attività di informazione sul farmaco; attività ispettiva presso i centri di servizio per anziani e RSA; farmacovigilanza: nel 2009 sono stati organizzati 4 eventi formativi sulla farmacovigilanza, per medici, infermieri e operatori sanitari dell’U.l.ss. n. 8, con una ricaduta positiva sul numero di segnalazioni di reazioni avverse da farmaci (ADR). Nel corso dell’anno, infatti, sono state fatte 49 segnalazioni di ADR con un aumento del 31% rispetto al 2008. Il tasso di segnalazione (n° di segnalazioni/milione di abitanti) nella nostra Ulss è stato 209, avvicinandosi al tasso ottimale per un sistema di segnalazione, che è 250-300 segnalazioni/milione di abitanti. Il 49% delle segnalazioni proviene dai medici di medicina generale, pediatri e soprattutto medici operanti nel Dipartimento di Prevenzione. Sono aumentate le segnalazioni dei medici ospedalieri (39%) e anche le segnalazioni provenienti dagli infermieri (12%) con ben 6 segnalazioni. Nel 2009 ci sono state 7 segnalazioni gravi, pari al 14% delle segnalazioni, 6 delle quali hanno comportato una ospedalizzazione e una invalidità. In aggiunta, continua l’attività dei servizi di Castelfranco Veneto e Montebelluna rivolta alla fornitura di farmaci e presidi ai pazienti affetti da fibrosi cistica, seguiti dal centro specialistico dell’ospedale di Verona. Tale attività coinvolge giornalmente gli operatori in quanto questi utenti necessitano di cure e controlli continui. Il numero di pazienti seguiti è pari a 24 a Montebelluna e 18 a Castelfranco Veneto. E’ aumentato anche il numero dei pazienti, inviati dai medici di medicina generale, che si sono rivolti ai servizi delle sedi distrettuali per la somministrazione dei farmaci per i quali è possibile effettuare una somministrazione o distribuzione diretta. Si è giunti ad un totale di 3.316 pazienti nel 2009, determinando un risparmio sulla spesa farmaceutica pari a 3.809.585 euro, con un incremento del 39,3% rispetto allo scorso anno. La percentuale di copertura dei farmaci erogati in distribuzione diretta sul totale dei farmaci erogabili in PTH è salita negli anni fino ad arrivare ad una quota del 50% nel 2009. 63 tabella n. 14 : tasso di copertura dei farmaci erogati in distribuzione diretta, anni 2004 -2009. anno 2004 2005 2006 2007 2008 2009 % copertura 38% 28% 28% 32% 36% 50% tabella n. 15 : risparmio sulla distribuzione/somministrazione di farmaci, anni 2008-2009. importo risparmiato nel 2008 importo risparmiato nel 2009 differenza assoluta 2008-2009 2.734.285 3.809.585 1.075.300 differenza percentuale 2008-2009 39,3% L’acquisto del farmaco attraverso la farmacia ospedaliera e la sua distribuzione diretta, oltre a comportare un notevole risparmio da parte dell’unità locale socio-sanitaria, offre nel contempo un servizio di qualità apprezzato dall’utenza. 64 AREA MINORI, GIOVANI E FAMIGLIE Aspetti sociodemografici ed epidemiologici Nella nostra Ulss risiedono 47.647 giovani in età compresa tra 0 e 17 anni, che rappresentano il 19 % della popolazione totale presente al 31 dicembre 2009. Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento costante e progressivo della popolazione totale nella nostra Ulss, in linea con quanto emerso a livello regionale, e l’incidenza dei giovani sulla popolazione totale, ha seguito lo stesso andamento. tabella n. 16: popolazione giovani 0-17 anni e incidenza su popolazione totale, confronto tra Ulss e Regione. anno popolazione popolazione 0-17 residente Ulss 8 anni Ulss 8 2004 236.785 43.699 2005 239.715 44.977 2006 242.184 45.745 2007 246.444 46.787 2008 249.314 47.333 2009 250.762 47.647 Fonte dati: elaborazione ONGF su dati ISTAT. *stima incidenza 0-17 anni su residenti Ulss 8 18,46 18,76 18,89 18,98 18,99 19,01 incidenza 0-17 anni su residenti Veneto 16,38 16,58 16,68 16,76 16,79 16,82* Nel nostro territorio si riscontra un alto valore del tasso di natalità rispetto alla media provinciale e, ancor di più, rispetto a quella regionale. tabella n. 17: tasso di natalità confronto tra Regione, provincia e Ulss n. 8. livello territoriale ulss 8 provincia di treviso regione veneto Fonte dati: ISTAT, anagrafe sanitaria e anagrafe comunale. natalità 2009 (nati x 1000 abitanti) 11,0 10,5 9,8 Bisogna considerare anche quanto incide la presenza della popolazione straniera nel nostro territorio. Come dimostrato dal Rapporto 2009 dell’Osservatorio Regionale Immigrazione, l’area pedemontana del Veneto presenta una concentrazione maggiore di popolazione straniera rispetto alle altre zone della Regione; in particolare, le province di Treviso, Verona e Vicenza, si collocano fra i primi tre posti con la percentuale più elevata di immigrati (circa il 10%). Dagli ultimi dati resi disponibili dall’ISTAT riferiti al 2008, si riscontra che l’incidenza dei nuovi nati stranieri nei comuni dell’Ulss n. 8 sul totale dei nuovi nati è del 24,33%, pari al rapporto tra 666 nuovi nati stranieri su un totale di 2737 nuovi nati complessivi. I minori di nazionalità straniera, nel 2008, rappresentano il 17,08% della popolazione di età compresa tra 0 e 17 anni residente nel territorio dell’Ulss. 65 grafico n. 1: confronto fra popolazione totale, popolazione 0-17 anni e minori stranieri nell’Ulss n. 8 al 31/12/2008. (ultimo dato reso disponibile dall’ISTAT). 249.314 250.000 200.000 150.000 47.333 100.000 8.088 50.000 0 popolazione residente Ulss 8 popolazione 0/17 Ulss 8 minori stranieri Ulss 8 Il sistema dei servizi L’azienda, attraverso il consultorio familiare, cerca di coprire un ruolo di riferimento per i cittadini nell’ambito della rete dei servizi che si occupano dei bisogni delle famiglie. Il consultorio familiare offre un servizio di assistenza, sostegno e consulenza all’individuo e alla famiglia, e rappresenta il nucleo portante della comunità locale. Il benessere dell’individuo e della famiglia è il risultato di un equilibrio dinamico tra fattori sanitari, psicologici, sociali e affettivi. L’Ulss per dare la migliore risposta alle complesse problematiche che la famiglia pone, prevede che in ogni sede dei servizi di consultorio sia presente un’équipe multidisciplinare che lavora in maniera autonoma sia nella programmazione che nella presa in carico dell’utenza, oltre a contribuire alla realizzazione di progetti specifici. L’azienda dispone di 5 sedi consultoriali, con un bacino medio di 47.300 abitanti per sede, in linea con le indicazioni regionali. Nel 2009 gli utenti seguiti dai consultori familiari dei due distretti socio-sanitari sono stati 6.868 di cui nuovi 2.763. Il 20,5% dell’utenza complessiva è costituito da popolazione straniera. tabella n. 18: numero utenti seguiti dai consultori dell’Ulss n. 8. sede del consultorio Asolo Castelfranco v. tot. Distretto 1 Montebelluna Valdobbiadene Giavera del M.llo tot. Distretto 2 totale utenti italiani 1482 1691 3173 1074 833 380 2287 5460 utenti stranieri 373 380 753 335 192 128 655 1408 66 totale utenti 1855 2071 3926 1409 1025 508 2942 6868 di cui nuovi 562 862 1424 707 409 223 1339 2763 grafico n. 2: serie storica dal 2006 al 2009 dell’utenza seguita dal consultorio. 6000 6868 6238 5980 7000 4855 totale utenti 5000 4000 2530 3000 2763 2699 utenti nuovi 1622 2000 1000 0 2006 2007 2008 2009 Le macro aree d’intervento dei servizi consultoriali si possono così riassumere: - - fornire l'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabili, sia biologica che adottiva, e per i problemi della coppia e della famiglia; intervenire, in collaborazione con gli organi giudiziari, nelle situazioni di tutela minorile; mettere in atto tutte le necessarie procedure operative nel campo della tutela della nascita e della prevenzione delle situazioni patologiche collegate all’evento nascita; intervenire in collaborazione con le risorse territoriali e con programmi mirati nel settore della prevenzione e promozione della salute; intervenire con attività di formazione, sostegno e cura dei nuclei familiari. Per meglio rispondere ai bisogni di salute espressi dalla comunità locale e descritti sopra, i servizi consultoriali si sono organizzati con interventi articolati in diverse aree specifiche. Inoltre, i consultori tendono ad organizzare la propria attività “per progetti”, che possono riguardare trasversalmente più aree specifiche. Nell’ambito dei servizi che offrono un’assistenza residenziale ai minori si inserisce il lavoro dei 2 centri affido e delle 2 équipe adozioni con sede nel territorio dell’Ulss n.8. Il centro “affido” ha la finalità di formare famiglie o singoli idonei ad accogliere minori i cui genitori siano momentaneamente, e per vari problemi, impossibilitati ad occuparsi di loro. Ha il compito di promuovere una cultura dell’accoglienza (attraverso incontri dibattiti ecc.), reperire nel territorio famiglie disponibili e provvedere alla loro formazione attraverso corsi, creare una banca dati di famiglie per offrire ad ogni minore in difficoltà quella maggiormente idonea, attivare momenti di équipe funzionale con gli operatori del territorio per individuare, in base alle situazioni, i possibili abbinamenti. I dati elaborati dall’Osservatorio regionale sul numero di minori in affido e in comunità premiano la politica dell’Ulss n. 8 che ha cercato di porre l’attenzione e di promuovere il servizio di affido ottenendo ottimi risultati; si è giunti, infatti, a rovesciare la forbice nel rapporto tra i minori inseriti in comunità e in affido. Emerge, inoltre, che i casi 67 presi in carico sono in aumento. Ciò deriva sia da un’aumentata capacità di risposta da parte dei servizi sia da un effettivo aumento della sofferenza delle famiglie. tabella n. 19: numero di minori 0-21 anni in affidamento residenziale o in comunità, confronto tra Regione e Ulss n. 8. anno in affido Ulss 8 21 Veneto 813 Ulss 8 25 2005 Veneto 881 Ulss 8 35 2006 Veneto 904 Ulss 8 61 2007 Veneto 931 Ulss 8 63 2008 Veneto 997 Fonte dati: Banca dati minori in affido e in struttura. 2004 in comunità totale 30 1098 41 1.094 41 941 38 925 40 893 51 1.911 66 1.975 76 1.845 99 1.856 103 1.890 Ulss / Regione 2,7% 3,3% 4,1% 5,3% 5,4% grafico n. 3: confronto tra minori in affido e minori in comunità nell’Ulss n. 8 (0-21 anni). 70 61 63 60 50 41 40 41 30 in affido 38 35 40 30 20 in comunità 25 21 10 0 2004 2005 2006 2007 2008 Nel 2008, rispetto alla popolazione totale di minori residenti, l’1,82% (popolazione 021 anni per 1.000 abitanti) risulta essere in affidamento o inserito in comunità. Tra questi la fascia d’età più consistente, con un 30,2% di presenze, va dai 6 ai 10 anni per l’affidamento mentre si alza l’età dei minori che risiedono in comunità con un 42,5% di ragazzi dai 15 ai 17 anni. Le équipe adozioni presenti nel territorio promuovono incontri di informazione e sensibilizzazione all’adozione rivolti alle coppie che ne fanno richiesta, curano la preparazione e la valutazione psico-sociale della coppia aspirante all’adozione su mandato del Tribunale per i Minorenni, seguono il periodo post-adottivo, che varia da 1 a 3 anni, con attività di accompagnamento e vigilanza monitorando l’andamento delle nuove famiglie. Fondamentale è la collaborazione con gli organi giudiziari (tribunale dei minori e ordinario, giudice tutelare, ecc.), in particolare per adozioni, affidi, separazioni conflittuali con presenza di minori, inserimento di minori in strutture sostitutive o integrative del nucleo familiare, devianza minorile. 68 Va ricordata l’istituzione dell’ufficio tutela sociale minorile, ubicato presso il consultorio familiare di Castelfranco Veneto, avvenuta con deliberazione n. 1324 del 30.12.2003 del Direttore Generale di questa Azienda ULSS, al quale sono state assegnate le sottoindicate funzioni di responsabilità e coordinamento in materia di tutela sociale minorile: a) b) c) d) e) assicurare metodologie di intervento uniformi sul territorio dell’unità locale sociosanitaria, a fronte dei diversi bisogni espressi dai minori, ed ispirate ai migliori criteri di efficacia ed efficienza; garantire e coordinare l’assolvimento dei compiti di intervento, in particolare di quelli assegnati dagli organi giudiziari; assicurare uniformità di approccio metodologico nelle relazioni interistituzionali; assumere i provvedimenti di affidamento familiare proposti dai servizi; fungere da unico punto di riferimento per le comunicazioni con le altre istituzioni. Il valore economico del sistema La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area minori, giovani e famiglie è di 4.371.855 euro coperti per il 43,2 % dal bilancio sanitario e dal 56,8% dal bilancio sociale. grafico n. 4: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area minori, giovani e famiglie nell’Ulss n. 8. Bilancio sanitario 43,2% Bilancio sociale 56,8% Dal punto di vista del sistema dei servizi, occorre ricordare che, oltre alla Regione, attraverso le prestazioni offerte dall’Ulss, i soggetti che contribuiscono al finanziamento dei servizi, sono i Comuni e gli utenti stessi (i servizi per la prima infanzia, ad esempio, sono finanziati consistentemente con le rette pagate dalle famiglie). Andando a vedere la proporzione di queste diverse fonti finanziarie, si può notare come la presenza dei fondi comunali sia più consistente rispetto ad altre aree. grafico n. 5: fonti di finanziamento dell’Area minori, giovani e famiglie nell’Ulss n. 8. Enti privati 0,2% Utenza 26,4% Regione 45,7% Comune 27,7% 69 Problematiche socio-sanitarie emerse I bisogni espressi dalla società e dalla comunità locale cambiano con il mutare dei tempi. Le nuove sfide che i consultori sono chiamati ad affrontare sono tante, soprattutto se si pone come obiettivo quello di affrontare e di rispondere all’evoluzione costante di queste esigenze. La sfida più grande è quella di evolvere da servizio di consulenza generica a servizio per la famiglia. Ciò significa lavorare con la normalità delle famiglie, affiancandole nei momenti cruciali delle loro tappe, promuovendo situazioni di benessere relazionale, ed evitando quindi che il consultorio sia etichettato come servizio che, occupandosi di tutela sociale minorile, interviene solo sulle realtà familiari “sfortunate”. La famiglia rappresenta l’organismo primario della comunità e i meccanismi che la generano e la fanno evolvere sono allo stesso tempo delicati e complessi. Affiancarsi al ciclo vitale della famiglia e offrire uno spazio e un luogo in cui attivare risorse in alcuni momenti importanti di evoluzione (nascita e adolescenza dei figli, relazioni affettive intrafamiliari, crisi di coppia, malattie gravi, istituzionalizzazione dei genitori anziani, lutti, …) rappresenta una importante sfida, per affrontare la quale il consultorio deve sapersi attrezzare. Riuscire ad intervenire in un preciso momento può significare fare un grande lavoro di prevenzione prima che le situazioni diventino croniche. Le famiglie maggiormente esposte al rischio che le fasi cruciali di passaggio e di evoluzione della famiglia e dei singoli membri si trasformino in gravi problematiche, sono le famiglie con minor integrazione sociale, con scarso appoggio della rete parentale allargata, di più recente immigrazione nel contesto della comunità locale, con riferimenti culturali diversificati. Progetti realizzati nel corso dell’anno La Regione del Veneto ha messo la famiglia al centro di un sistema integrato di interventi adottando, con la DGR n. 3827 del 27 novembre 2007, il “Piano Regionale Infanzia Adolescenza e Famiglia” valido per il biennio 2008/2009. In linea con le direttive regionali, l’azienda ha portato avanti un progetto di consolidamento del sistema di reti di famiglia e reti di solidarietà per l‘infanzia e l’adolescenza. L’obiettivo del progetto prevedeva la riduzione dei casi e dei processi di esclusione, di autoesclusione e di isolamento familiare attraverso la costruzione di reti di famiglie solidali nei comuni dell'Ulss n. 8. Dopo aver effettuato la corretta formazione e sensibilizzazione al problema, delle famiglie e degli operatori appartenenti ai comuni, alle scuole e ai servizi territoriali, sono state costituite quattro équipe territoriali miste. Tali équipe hanno attivato le reti di solidarietà familiari locali, attuato e monitorato i progetti di accoglienza di minori e famiglie in difficoltà e costituito una formazione permanente sul territorio attraverso incontri serali di sensibilizzazione e di formazione, équipe di coordinamento, gruppi di sostegno e supervisione. Alla fine risultano attivate 21 reti di famiglie solidali nel nostro territorio che sostengono ed aiutano altre famiglie in difficoltà o a rischio. 70 AREA DISABILI Aspetti sociodemografici ed epidemiologici Dall’ultima indagine ISTAT del 2005 sulle condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari, si stima che in Italia le persone con disabilità siano 2 milioni 609 mila, pari al 4,8% circa della popolazione di sei anni e più, che vive in famiglia. La stima si basa su un criterio molto restrittivo di disabilità, considerando le persone con una totale mancanza di autonomia per almeno una funzione essenziale della vita quotidiana. Considerando anche 190.134 persone residenti nelle strutture socio sanitarie, si giunge ad una stima complessiva di poco meno di 2 milioni 800 mila persone con disabilità. Se si considera, invece, le persone che hanno disabilità in presenza di autonomie residue, la stima allora sale a 6 milioni 606 mila persone, pari al 12% della popolazione. Tale dato è in linea con quello rilevato nei principali Paesi industrializzati. Il sistema dei servizi L'azienda promuove strategie globali e mirate basate sui principi riconosciuti e condivisi di integrazione e piena cittadinanza delle persone con disabilità intellettiva, motoria e sensoriale, e assicura, inoltre, l'assistenza per la diagnosi delle patologie dello sviluppo cognitivo, emotivo e neurologico del bambino, nonchè l’integrazione nell’ambiente in cui esso vive. L’offerta domiciliare Attraverso il servizio di neuropsichiatria infantile, l'Ulss si occupa di diagnosi e riabilitazione dei minori in età compresa tra 0 e 18 anni, affetti da disturbi cognitivi quali ritardi mentali e disturbi di apprendimento, autismi e disturbi generalizzati dello sviluppo, sindrome da iperattività e deficit attentivo, patologie neuromotorie o malattie che riguardano il ritardo di linguaggio, enuresi, balbuzie e disturbi del comportamento. Garantisce, inoltre, l'integrazione scolastica con l'assegnazione ove indicato di personale addetto all'assistenza. Complessivamente sono 3.319 i bambini seguiti dal servizio nel 2009, di cui 1.093 nuovi casi. Trattandosi di soggetti in età evolutiva, gli interventi sono diversi a seconda dell’età presa in considerazione. Schematicamente si possono distinguere tre fasce di età: prescolare (0-3 anni), scolare (4-13 anni), adolescenziale (14-18 anni). Nella prima fascia (0-3 anni), l’intervento prevalente è quello diagnostico-riabilitativo della patologia neuro-motoria, anche con prescrizioni di ausili e protesi atti a favorire l’autonomia dei soggetti disabili. 71 A partire dalla seconda fascia d’età (4-13 anni) viene offerto un contributo alla scuola per la comprensione del bambino, attraverso una valutazione funzionale, il rilascio di una certificazione per i benefici previsti dalla legge n. 104 del 5 febbraio 1992 e, su richiesta, un intervento indiretto di consulenza o supervisione degli operatori scolastici. Nel 2009 sono state rilasciate 129 certificazioni scolastiche che, sommate a quelle già in vigore e ai rinnovi, ammontano ad un totale di 757. E’ possibile, inoltre, una presa in carico diretta dello stesso bambino nelle sedi del servizio sanitario per una valutazione diagnostica e, se necessario, per una terapia medica, riabilitativa e psico-terapica. E’ in quest’epoca della vita che le condizioni di svantaggio socio-ambientale del bambino devono misurarsi con le richieste della scuola, esitando spesso in una grave difficoltà ad apprendere, che va distinta dalle difficoltà secondarie a ritardo mentale o patologia psichiatrica. Va sottolineato che i bambini con svantaggio sociale trarrebbero più beneficio da un intervento socio-educativo piuttosto che ambulatoriale. Altre patologie riguardano il ritardo di linguaggio, enuresi, balbuzie, disturbi del comportamento. Per la terza fascia di età (14-18 anni), viene garantito il lavoro di integrazione scolastica rivolto agli adolescenti e, per i più grandi, l’inserimento lavorativo con l’ausilio di un educatore. Attraverso il servizio handicap età adulta, vengono offerti alle persone con disabilità dai 18 ai 65 anni due percorsi distinti di presa in carico: uno adatto alla disabilità congenita e l’altro alla disabilità acquisita, tenendo presente i bisogni della persona, la consapevolezza, il funzionamento, la rete familiare e sociale, le risorse presenti. Puntando sulla partecipazione attiva della persona con disabilità nella vita quotidiana, il percorso diviene il risultato di una continua evoluzione durante la quale si sviluppano identità, autostima e carattere. I dati dell'utenza mostrano un complessivo aumento del numero delle persone prese in carico dai servizi. Questo incremento dimostra un miglioramento costante nel tempo della capacità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative e notevolmente personalizzate. tabella n. 20: serie storica dal 2003 al 2009 dell’utenza in carico al servizio. anno utenti 2003 372 2004 560 2005 729 2006 941 2007 1.117 2008 1.314 2009 1.401 Il trend di inserimento dal 2003 al 2009 ha evidenziato un grosso incremento fino al 2008 in quanto si è lavorato molto, in sinergia con i servizi sociali comunali, per individuare le persone a domicilio non ancora seguite dal servizio e per creare un nuovo percorso di presa in carico per la disabilità acquisita (gravi cerebrolesioni traumatiche o vascolari, malattie degenerative, malattie invalidanti). Dal 2009 si è stabilizzato il numero delle nuove prese in carico che ha una media di circa 100 nuovi casi l’anno. L’individuazione del percorso lavorativo-occupazionale più adatto avviene, per la maggior parte delle persone disabili, attraverso la valutazione delle abilità relazionali e lavorative all’interno della Struttura di Valutazione Intermedia. 72 tabella n. 21: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti valutati dalla Struttura di Valutazione Intermedia. anno utenti valutati 2003 19 2004 21 2005 21 2006 27 2007 26 2008 24 2009 25 Viene promossa e sostenuta l’integrazione lavorativa dei disabili con proposte di tirocini d’orientamento, formazione e integrazione da parte del Servizio Integrazione Lavorativa che favorisce, in questo modo, il positivo incontro tra la persona con disabilità e il contesto lavorativo. Nel 2009 sono stati attivati 314 tirocini lavorativi che hanno portato all’assunzione di 22 persone. tabella n. 22: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti in tirocinio. tirocini lavorativi persone in tirocinio persone assunte 2003 224 108 30 2004 263 119 20 2005 267 138 41 2006 307 152 45 2007 303 118 35 2008 297 143 29 2009 314 164 22 Dal 2008 è stato attivato un percorso di attività diurne a domicilio con progetti individuali offerti a persone che hanno particolari disabilità, non compatibili per gravità e specificità con l’inserimento nei centri diurni; nel 2009 hanno partecipato 17 utenti. In ottemperanza alla legge 162/98, altre persone con disabilità vengono seguite a domicilio attraverso la realizzazione dei progetti personali di “Aiuto Personale”, “Autonomia Personale” e “Vita Indipendente”, i quali supportano l’autonomia personale dell’utente, la sua permanenza a casa e il sollievo familiare. Nel 2009 sono state 271 le persone che hanno seguito i progetti personali e si riscontra, rispetto agli anni precedenti, un continuo aumento di utenti per questa tipologia di assistenza, che favorisce l’autonomia e incontra le esigenze delle famiglie. L’offerta semiresidenziale Le persone con disabilità che non hanno i requisiti per l’inserimento lavorativo e/o socializzante, realizzano un progetto occupazionale all’interno dei Centri Diurni. La riduzione del tempo di attesa per l’inserimento di questi utenti presso i Centri Diurni è stata attuata grazie ad un lavoro di monitoraggio che ha considerato le motivazioni di scarsa presenza e di assenza prolungata nell’arco della settimana. Dando a ciascuna persona inserita la possibilità di frequentare il Centro Diurno, per i giorni alla stessa necessari, sono state ridotte le giornate di assenza offrendo, quindi, a nuove persone la possibilità di essere inserite. tabella n. 23: serie storica dal 2003 al 2009 degli utenti inseriti nei Centri Diurni. inserimenti Centri Diurni 2003 331 2004 342 2005 362 2006 381 2007 419 2008 439 2009 454 Le strutture deputate all’inserimento occupazionale ed educativo delle persone disabili si distinguono per il diverso grado di disabilità degli utenti e per la tipologia di assistenza 73 offerta che può essere di tipo lavorativo-occupazionale o anche di tipo sanitario e infermieristico. Nel territorio dell’Ulss n. 8 sono presenti 18 strutture che hanno 422 posti autorizzati: - 10 centri educativi occupazionali diurni CEOD con 203 posti; 3 centri di lavoro guidato CLG con 75 posti; 2 centri educativi riabilitativi diurni CERD con 90 posti; 1 centro disabili motori CDM con 20 posti; 1 struttura intermedia con 10 posti. Da novembre 2009 è stato aperto a Pederobba un Centro diurno che garantisce assistenza a persone con gravi cerebrolesioni acquisite; è dotato di 24 posti autorizzati di cui 14 già occupati. tabella n. 24: Centri Diurni presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. struttura centro disabili motori "Atlantis" centro educativo occupazionale diurno "Ali" centro educativo occupazionale diurno "Atlantis" centro educativo occupazionale diurno "Casa Giulia Martini" centro educativo occupazionale diurno "Casa Maria Adelaide" centro educativo occupazionale diurno "Solidarietà" centro educativo occupazionale diurno "Vita e lavoro" centro educativo occupazionale diurno "Vita e lavoro" centro educativo occupazionale diurno "Vita e lavoro" centro educativo occupazionale diurno "Vita e lavoro" centro educativo riabilitativo diurno "Atlantis" 1 centro educativo riabilitativo diurno "Atlantis" 2 centro educativo riabilitativo diurno "Do re mi" centro lavoro guidato "Andrea Serena" centro lavoro guidato "La rosa canina" centro lavoro guidato "Vita e lavoro" struttura intermedia tipologia sede numero posti autorizzati numero utenti in carico numero giornate di presenza CDM Castelfranco Veneto 20 19 4.584 CEOD Valdobbiadene 22 19 4.210 25 27 5.573 18 16 3.167 CEOD CEOD Castelfranco Veneto Giavera del Montello CEOD Vidor 20 21 4.506 CEOD Montebelluna 22 22 5.038 CEOD Asolo 24 24 5.820 CEOD Castelfranco Veneto 24 24 5.334 CEOD Montebelluna 24 24 5.304 CEOD Pederobba 24 25 5.325 30 30 6.946 30 31 7.178 CERD CERD Castelfranco Veneto Castelfranco Veneto CERD Montebelluna 30 28 6.138 CLG Castelcucco 25 26 5.892 CLG Montebelluna 25 27 5.810 CLG Vedelago 25 26 5.900 Montebelluna 10 25 2.062 74 centro gravi cerebrolesioni acquisite opere pie d'onigo totale CGCA Pederobba 24 14 1.697 394 428 90.484 L’offerta residenziale Nel territorio dell’Ulss sono presenti 2 Residenze Sanitarie Assistite e 3 Comunità alloggio che accolgono, a livello residenziale, le persone con disabilità. L’apertura della Comunità alloggio “Casa I Giacinti”, avvenuta nel 2009, ha permesso di diversificare i nuclei per funzionamento e gravità, offrendo alle specifiche disabilità un progetto adatto. Non si è più ricorso agli inserimenti fuori Ulss e, dove è stato possibile, è iniziato il percorso di rientro dalle grandi strutture. I posti in convenzione per le Comunità alloggio corrispondono a 41, mentre quelli relativi alle RSA sono pari a 46. tabella n. 25: strutture residenziali presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. numero posti autorizzati numero utenti in carico numero giornate di presenza Giavera del Montello 9 8 2.659 Vidor 20 20 5.597 comunità alloggio "Casa I Giacinti" Volpago del Montello 20 12 3.821 Opere Pie d'Onigo - RSA per disabili Pederobba 26 26 7.344 RSA per disabili "Atlantis" Castelfranco Veneto 20 20 7.066 87 86 26.487 struttura comunità alloggio "Casa Giulia Martini" comunità alloggio "Casa Maria Adelaide" sede totale 75 Il valore economico del sistema La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area disabili è di 16.118.021 euro coperti per il 63,6 % dal bilancio sanitario e dal 36,4% dal bilancio sociale. grafico n. 6: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area disabili nell’Ulss n. 8. Bilancio sociale 36,4% Bilancio sanitario 63,6% Problematiche socio-sanitarie emerse Alcune persone disabili con particolari quadri comportamentali–neurologici hanno bisogno anche di una presa in carico di tipo medico-specialistica. Attualmente manca completamente un medico che sia di riferimento per il servizio, figura utile in particolar modo nella gestione delle situazioni acute di scompenso al fine di prevenire ricoveri impropri. Il fabbisogno stimato è di 2 ore settimanali per uno psichiatra e 2 ore per un neurologo. Questa presenza, inoltre, permetterebbe la compilazione della scheda S.V.A.M.DI nei casi in cui non venga compilata dal medico di medicina generale. Allo scopo di ricavare maggiori informazioni sulle tipologie di disabilità, le classi d’età e i comuni d’appartenenza degli utenti, sarebbe utile la presenza di un software per la raccolta, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati. Tale programma permetterebbe di economizzare i tempi di raccolta dati e di aggiornamento delle cartelle informatizzate di tutti gli utenti al fine di dedicare più tempo alla cura del paziente. Il servizio dispone di un’unica sede centrale interdistrettuale a Montebelluna. I familiari delle persone con disabilità, residenti nella castellana e nei comuni limitrofi, segnalano spesso difficoltà nel raggiungere la sede per gli appuntamenti, richiedendo un accesso più vicino alla loro residenza. Avere la possibilità di disporre di una sede che permetta di accogliere le persone presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto ridurrebbe il disagio di queste famiglie. 76 Progetti realizzati nel corso dell’anno Il servizio di neuropsichiatria infantile ha attivato dei gruppi di auto-aiuto per i genitori dei bambini con disturbi psicosomatici effettuando 30 incontri nei due distretti; ha attivato inoltre trattamenti psicoterapici di gruppo per bambini con disturbi del comportamento e per i loro familiari, effettuando 4 gruppi di psicoterapia per bambini dai 6 ai 14 anni e 2 gruppi di parent training con 8 coppie di genitori. Le valutazioni finali, ottenute tramite dei test standardizzati, hanno mostrato dei miglioramenti significativi per gli indici di impulsività e di pianificazione. Nel corso del 2009 il Servizio Handicap dell’Età Adulta ha implementato il percorso di presa in carico per le persone con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite. Con l’apertura del Centro Diurno delle Opere Pie di Onigo a novembre 2009, queste persone hanno avuto la possibilità di realizzare, un progetto diurno riabilitativo, educativo e socio-occupazionale finalizzato al massimo recupero possibile. Il progetto riabilitativo mira al raggiungimento dell’indipendenza a casa o in comunità e al ritorno ad alcune forme di produttività lavorativa o occupazionale e di partecipazione sociale. E’ stato attivato il progetto innovativo “Struttura Intermedia di Riabilitazione Neurocognitiva” con l’obiettivo di dare continuità alla dimissione dall’ospedale, nella fase post-acuta, trovando un ambiente utile a continuare la riabilitazione cognitiva, motoria e logopedica. Le attività riabilitative proposte mirano ad una logica di progetto globale comprendente i bisogni della persona con disabilità acquisita e il suo sistema familiare che, data la nuova condizione di disabilità del familiare, deve essere accompagnato verso una riorganizzazione sia emotivo-affettiva sia pratico-quotidiana. In collaborazione con il servizio per l’educazione e la promozione della salute, è stato avviato il progetto di scrittura narrativa autobiografica “Liberare la Storia per Riscrivere la Vita” che ha coinvolto 19 utenti con disabilità che hanno scritto la propria storia, ripercorrendo gli eventi della vita. I partecipanti si sono trovati coinvolti dapprima nell’elaborazione dei loro scritti, poi in momenti di condivisione con altre persone con disabilità e operatori. Alla luce della difficoltà che le persone con esiti cognitivi medio-lievi hanno nell’accettare la propria condizione, il progetto ha previsto anche degli incontri educativi in piccoli gruppi che hanno permesso, ad ognuno, di condividere ulteriormente pensieri ed esperienze per stimolare una maggior riflessione e consapevolezza sulla propria vita presente e futura. Il senso di questo lavoro di scrittura ha portato, attraverso la difficoltà nello scrivere, alla realizzazione di un processo di rielaborazione cognitivo-emotiva tale da comprendere il significato dei limiti che la vita reale impone a causa della disabilità. 77 AREA SALUTE MENTALE Aspetti sociodemografici ed epidemiologici L’azienda svolge un’attività di promozione e tutela della salute mentale dei cittadini e di assistenza psichiatrica sia programmata che di urgenza sul territorio. Opera in stretta collaborazione con i servizi sociali dei comuni, le associazioni di volontariato, le associazioni dei familiari e le cooperative sociali. Tutte le funzioni e le attività svolte all’interno dell’azienda si ispirano ai seguenti principi: - accoglimento e cura dei cittadini con problemi psichici nell’ambito di un approccio basato sulla centralità della relazione; promozione delle risorse di ciascun utente; realizzazione del progetto terapeutico riabilitativo nel contesto di vita della persona; facilitazione dell’inserimento sociale e lavorativo; interazione costante con gli altri servizi presenti nel territorio, assicurando una presa in carico integrata dei casi multiproblematici; garanzia di un continuo miglioramento della qualità tecnico-professionale ed organizzativa attraverso formazione ed aggiornamento costanti del personale. Il sistema dei servizi Il servizio psichiatrico territoriale dell’azienda si articola in un Centro di Salute Mentale e in ambulatori periferici distribuiti sul territorio. Coordina e svolge tutte le funzioni di programmazione delle attività per la tutela della salute mentale della popolazione facendosi carico dell’intera domanda psichiatrica, preventiva, terapeutica e riabilitativa dell’area distrettuale di pertinenza. Le problematiche affrontate riguardano la sfera psichica dalle patologie cosiddette “minori” quali i disturbi d’ansia, i disturbi del sonno, i disturbi depressivi lievi e dell’adattamento, sino a malattie più severe ed impegnative sul piano della presa in carico come i disturbi dell’umore, le psicosi, la schizofrenia, i disturbi del comportamento alimentare. La risposta avviene attraverso la formulazione di programmi di cura personalizzati attuati, dove necessario, mediante la partecipazione integrata delle varie figure professionali: medici psichiatri, infermieri professionali, psicologi, educatori-animatori, assistenti sociali, operatori tecnici addetti all’assistenza e personale di segreteria. 78 Nel 2009 il Servizio Psichiatrico Territoriale ha seguito complessivamente 3.884 pazienti pari al 1,6 % della popolazione adulta con più di 24 anni. L’utenza di età compresa tra 16 e 24 anni viene presa in carico dall’Ambulatorio Adolescenti e Giovani Adulti mentre il Servizio di Neuropsicologia si occupa dell’inquadramento diagnostico e della riabilitazione dei gravi traumatizzati cranici. Il Centro di salute mentale funziona come primo contatto per l'utenza. I contatti in genere avvengono o con il medico o con l'assistente sociale; verrà poi deciso in équipe quale sarà il tipo migliore di risposta da dare ad ogni singolo utente. Tali risposte possono consistere nei controlli psichiatrici a livello ambulatoriale, nella psicoterapia di gruppo o nell’inserimento in una delle varie attività diurne, messe in atto con la collaborazione di personale esterno. Dal punto di vista epidemiologico gli utenti possono essere divisi per macro-aree diagnostiche: tabella n. 26: utenti seguiti dal servizio psichiatrico per area diagnostica nel distretto n. 1. numero utenti nel distretto n. 1 area diagnostica femmine maschi totale 1- area psicotica 291 396 687 2- disturbi dell'umore 372 199 571 3- disturbi d'ansia 244 158 402 4- demenze 64 56 120 5- disturbi di personalità 73 69 142 6- disturbi del comportamento alimentare 43 2 45 7- altro 117 151 268 totale 1.204 1.031 2.235 tabella n. 27: utenti seguiti dal servizio psichiatrico per area diagnostica nel distretto n. 2. numero utenti nel distretto n. 2 area diagnostica femmine maschi Totale 1- area psicotica 266 229 495 2- disturbi dell'umore 258 143 401 3- disturbi d'ansia 216 108 324 4- demenze 53 38 91 5- disturbi di personalità 44 44 88 6- disturbi del comportamento alimentare 29 1 30 7- altro 130 140 270 totale 996 703 1.699 79 Negli ultimi anni, all'incremento della popolazione, è corrisposto anche un aumento della richiesta di inserimenti lavorativi e residenziali, probabilmente legato all'invecchiamento dell'utenza ed al difficile momento economico. Questo trend è risultato particolarmente significativo nel 2009, anno in cui i nuovi avviamenti lavorativi sono stati più di 70, le sistemazioni residenziali 33, e 8 gli inserimenti semiresidenziali. Nel territorio dell’Ulss sono presenti 7 centri diurni con 132 posti autorizzati; 2 comunità terapeutiche residenziali che ospitano complessivamente 36 utenti e 1 comunità alloggio con 8 posti autorizzati. Anche l’Istituto di soggiorno per anziani “San Gregorio” – RSA Fabris ospita diversi pazienti psichiatrici. Di seguito si elencano tutte le strutture semiresidenziali e residenziali presenti nel territorio dell’Ulss n.8. tabella n. 28: strutture semiresidenziali per pazienti psichiatrici presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. struttura centro diurno "Il campo verde" centro diurno "Il castello" centro diurno "Il melograno" centro diurno "Solaris" 1 centro diurno "Solaris" 2 centro diurno Atelier centro terapeutico diurno totale sede Castelfranco V.to Castelfranco V.to Vedelago Crocetta del M.lo Crocetta del M.lo Castelfranco V.to Montebelluna numero posti autorizzati 20 20 20 20 20 20 12 132 numero utenti in carico nel 2009 12 20 20 20 18 20 12 122 numero giornate di presenza nel 2009 4.604 4.596 5.462 5.621 3.747 5.059 2.013 31.102 tabella n. 29: strutture residenziali per pazienti psichiatrici presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. struttura comunità alloggio "La casetta" comunità terapeutica residenziale protetta comunità terapeutica residenziale protetta "Il gelso" appartamenti protetti appartamenti protetti appartamenti protetti - via Marsala appartamenti protetti - Largo Asiago appartamenti protetti Montebelluna istituti di soggiorno per anziani "San Gregorio" - RSA Fabris totale Valdobbiadene 8 numero utenti in carico nel 2009 8 Valdobbiadene 16 14 5.488 Castelfranco V.to 20 20 7.095 Vedelago Vedelago Castelfranco V.to 3 4 4 3 4 4 463 694 1.064 Castelfranco V.to 3 3 862 Montebelluna 4 4 1.090 Valdobbiadene 44 43 11.953 104 103 31.613 sede 80 numero posti autorizzati numero giornate di presenza nel 2009 2.904 Il valore economico dei servizi La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area salute mentale è di 9.219.971 euro coperti per il 98,9 % dal bilancio sanitario e dal 1,1% dal bilancio sociale. grafico n. 7: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area salute mentale nell’Ulss n. 8. Bilancio sociale 1,1% Bilancio sanitario 98,9% Problematiche socio-sanitarie emerse Le problematiche più rilevanti emerse durante l’anno 2009 sono: - - - - l’aumento dei disturbi dell’umore e d’ansia reattivi a problematiche esistenziali a conferma di una cresciuta fragilità “sociale” (per es. sempre più frequente perdita del lavoro e, conseguentemente, del relativo status sociale; separazioni; etc.); l’aumentato uso tossicofilico di sostanze psicotrope che provocano sintomatologia psicotica; l’aumento delle richieste incongrue, spesso legate alla necessità di sopperire a carenze organiche o strutturali (cfr. disturbi comportamentali/di ambientamento nelle strutture residenziali “non psichiatriche”; tentativo/necessità di dare risposte immediate a problematiche esistenziali o relazionali, etc.); il ricorrente turn-over del personale medico, con periodi anche lunghi di mancanza della copertura sanitaria, legata alla difficoltà di reperire professionisti nel mercato del lavoro specialistico e preferenza di quest’ ultimi per i grandi centri urbani; la mancanza di personale per adeguarsi agli standard previsti dal Progetto Obiettivo Tutela della Salute Mentale relativi in particolare all’ orario di apertura dei Centri di Salute Mentale. Progetti realizzati nel corso dell’anno Come previsto dal Piano di Zona 2007-2009, è stato assegnato un’educatore professionale al servizio psichiatrico territoriale del Distretto 1, ampliata l'offerta residenziale con la realizzazione di un progetto denominato “Autonomia Residenziale” e realizzata, inoltre, l’apertura di un appartamento protetto per due utenti a Vedelago e uno a bassa protezione a Montebelluna. 81 Pur mantenendo una costante e prioritaria attenzione verso la diagnosi, la terapia e la riabilitazione delle patologie psichiatriche gravi e croniche, l’impegno futuro del servizio psichiatrico territoriale si rivolge nei confronti della prevenzione e della cura delle patologie, quali i disturbi di personalità, i disturbi del comportamento alimentare e le malattie che riconoscono una doppia diagnosi (patologia psichiatrica associata a disturbi da dipendenza da sostanze stupefacenti e/o da alcool) in particolare della fascia adolescenziale e giovanile. Un lavoro specifico sarà inoltre dedicato alla presa in carico e alla terapia delle situazioni di crisi che si manifestano con condotte autolesive (es. tentato suicidio) e attraverso severi disturbi dell’adattamento con turbe dell’umore. 82 AREA DIPENDENZE Aspetti sociodemografici ed epidemiologici L’Ulss garantisce l’assistenza a persone con problemi di dipendenza patologica correlati all’uso di alcool, tabacco o sostanze stupefacenti psicotrope, ed a persone che presentano una dipendenza da gioco d’azzardo. Fornisce prestazioni di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo agli utenti, indipendentemente dall’età e dalla presenza di altre patologie fisiche e/o psichiche ed offre, inoltre, sostegno psicologico alle loro famiglie. La condizione di tossico-alcoldipendenza rappresenta da molti anni un problema sociale complesso per i gravi fattori di rischio e per la diversità degli aspetti ad essi correlati. Le fasce di età a rischio vanno dai 15 ai 64 anni per la tossicodipendenza, e dai 15 a fine vita per l’alcologia. La tabella n.1 riassume i dati raccolti nel corso del 2009 (Relazione annuale 2010 al Parlamento sull’uso di sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze in Italia) sulla diffusione dei consumi di stupefacenti in Italia: viene espresso il tasso percentuale della popolazione dai 15 ai 64 anni e dai 15 ai 19 anni che almeno una volta nel corso della vita, negli ultimi 12 mesi, o nell’ultimo mese ha fatto uso di sostanze stupefacenti. La Relazione riferisce un sensibile calo generalizzato dei consumi di stupefacenti rispetto agli anni precedenti, con l’eccezione degli eccitanti da discoteca e delle intossicazioni alcooliche. Indagini precedenti avevano mostrato che il consumo di sostanze nel Veneto non si discosta dal dato nazionale. tabella n. 30: tasso di consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana dai 15 ai 64 anni e dai 15 ai 19 anni. popolazione dai 15 ai 64 anni popolazione dai 15 ai 19 anni nel corso della vita 12 mesi 30 gg nel corso della vita cannabis 22,4% 5,2% 3,0% 22,3% cocaina 4,8% 0,9% 0,4% 4,1% eroina 1,3% 0,2% 0,2% 1,2% ecstasy e 2,8% 0,2% 0,1% 4,7% derivati allucinogeni 1,9% 0,2% 0,1% 3,5% Fonte: Relazione 2010 del Ministero della Salute al Parlamento 12 mesi 18,9% 3,0% 0,1% 30 gg 12,3% 1,6% 0,6% 3,0% 1,8% 2,2% 1,1% L’alcol è uno dei più importanti fattori di rischio per la salute dell’uomo e rappresenta, insieme al fumo, una delle principali cause di morte e morbilità. Consuma alcol circa il 70% 83 della popolazione (l’80% dei maschi e il 60% delle donne)1. Il consumo pro-capite è in diminuzione e negli ultimi 40 anni si è praticamente dimezzato2. Malgrado la riduzione, i problemi causati dall’alcol rimangono notevoli: infatti, se da un lato il 46% degli italiani dichiara di non aver mai bevuto più di 5 bicchieri in una sola occasione, ben il 34 % asserisce di farlo mediamente una volta la settimana3. I danni, oltre che al bevitore, si estendono alle famiglie e alla collettività, gravando sull’intera società: si stima infatti che i prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa sanitaria nella regione Europea (OMS)4. Nella rilevazione del progetto Passi del 2008, i bevitori a rischio nella nostra Ulss (fascia 18-69 anni) sono il 24% rispetto al 15% della media nazionale. Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio di malattia e di morte prematura in Europa. I fumatori in Italia sono stati, nel 2008, il 26% dei maschi e il 18% delle donne, in diminuzione negli ultimi anni. Dalle varie rilevazioni sullo stato di salute risulta che circa un fumatore su due sta tentando di smettere di fumare. È importante quindi che esista una rete diffusa di operatori in grado di facilitare questa scelta. La dipendenza da gioco d’azzardo, rappresenta una tipologia di problema in crescita negli ultimi anni. Il comportamento del soggetto interessato è molto simile a quello delle persone dipendenti da alcol o droghe, tanto da ritenere utile l’applicazione di analoghe strategie di intervento. Il gioco d’azzardo patologico è molto diffuso e determina una serie di gravi conseguenze a livello personale, familiare e sociale. Nel corso del 2009 sono pervenuti 83 utenti facendo registrare un aumento del 59,6% rispetto all’anno precedente. Infine, una parte significativa dei soggetti con dipendenza da stupefacenti è rappresentato dai casi di doppia diagnosi, cioè utenti con patologie miste complicate da disturbi psichiatrici secondari, che necessitano di un particolare lavoro di coordinamento tra le unità operative dell’azienda. Il sistema dei servizi L’Ulss n. 8 si avvale di 2 unità operative per garantire l’assistenza all’utente con problemi di dipendenza: il servizio alcologia e tabagismo (SerAT) e il servizio tossicodipendenze (SerT). L’azienda svolge le proprie attività attraverso il lavoro coordinato e sinergico di servizi e agenzie sia pubbliche che del privato sociale. I servizi prendono in carico l’utente e la famiglia a livello ambulatoriale mettendo a disposizione personale medico e infermieristico, psicologi e assistenti sociali che garantiscono percorsi di intervento diversificati in base alle necessità specifiche di ogni persona. L’organizzazione aziendale offre anche percorsi terapeutici e riabilitativi con la possibilità di usufruire di un servizio residenziale o semiresidenziale. Sono presenti 2 1 Dati CNR (istat multiscopo) e DOXA (assobirra) Dati Assobirra : da 13.7 litri procapite nel 1970 (alcol puro) a litri 6.4 nel 2008. 3 Relazione 2009 del ministero della salute al parlamento in materia di alcool e problemi correlati 4 OMS Piano d’azione europeo sull’alcol 2000-2005 2 84 strutture, in convenzione con la cooperativa “Sonda”, con sede a Castelfranco Veneto e a San Vito d’Altivole, che offrono un totale di 20 posti letto residenziali e 25 semiresidenziali autorizzati. Per quanto riguarda l’inserimento abitativo, la cooperativa “Sonda” gestisce, inoltre, un’offerta di appartamenti protetti e case famiglia con sedi a Maser e a Vallà di Riese. Fondamentale nel trattamento dei problemi alcolcorrelati è la collaborazione con i 42 club degli alcolisti in trattamento dell’ACAT Ulss n. 8 e con i 13 gruppi di auto-aiuto degli Alcolisti Anonimi (AA e Alanon). E’ importante per i tabagisti la collaborazione con l’associazione di ex fumatori “Spazio Blu” e, per quanto riguarda invece le problematiche dei cittadini stranieri, è molto buona la collaborazione con la cooperativa “Una casa per l’uomo”. Per i tossicodipendenti possono essere attivati percorsi terapeutici anche presso comunità terapeutiche accreditate come, ad esempio, la Olivotti" di Pagnano d’Asolo. Ai servizi pubblici vanno aggiunte le risorse del volontariato e del privato sociale accreditato: - gli sportelli d’ascolto “Sosta Libera”, un servizio gratuito che offre informazioni e uno spazio di consulenza sui rischi legati all’uso di sostanze stupefacenti e di alcool garantendo sostegno psicologico e orientamento; - la cooperativa di tipo B “Il Portico” che si occupa del reinserimento socio-lavorativo e occupazionale delle persone con problemi di tossico/alcoldipendenza. Nonostante il dato complessivo nazionale sui consumi di stupefacenti sia in diminuzione, nel 2009 si è osservato un aumento del 3,9% del numero di utenti che, nella nostra Ulss, si sono rivolti al servizio tossicodipendenze rispetto all’anno precedente. Calcolando la variazione negli ultimi 4 anni l’aumento totale di pazienti in carico risulta essere del 21,6%. Il trend di crescita dell’utenza è alimentato principalmente da tossicodipendenti e giocatori d’azzardo patologici. Per questi ultimi, l’assistenza è stata avviata dal SerT, nel 2002, sulla base di un progetto sperimentale, al di fuori di qualsiasi programmazione nazionale o regionale. In rapido aumento sono le persone che pervengono al servizio per ottenere una certificazione di assenza da tossicodipendenza. Questa tipologia di richiesta è comparsa relativamente di recente, per cui non è ancora prevedibile una quantificazione del suo trend di sviluppo. tabella n. 31: pazienti pervenuti al SerT per tipologia di problema e percentuale di variazione rispetto al 2005. tossicodipendenti alcolisti giocatori familiari certificazioni Totale totale 2009 612 11 83 18 18 742 di cui nuovi 132 1 48 11 12 204 0 49 3 1 106 -52,2% 186,2% 125,0% 125,0%* 21,6% di cui fuori Ulss 53 variazione 11,3% rispetto al 2005 * incremento rispetto all’anno precedente 85 Per quanto riguarda l’utenza del servizio alcologia e tabagismo, viene di seguito illustrato il movimento dei pazienti nel corso del 2009, rispettivamente del totale dei pazienti e dei nuovi casi pervenuti. L’utenza del SerAT ha subito un aumento del 65,9% rispetto al 2005 con un'incremento medio annuo del 13,7%; considerando solo gli utenti presi in carico negli ultimi 2 anni si è registrato un aumento del 15,8% (da 1.159 utenti in carico nel 2008 a 1.342 nel 2009). Complessivamente l’87,4% degli utenti viene seguito a livello ambulatoriale, il 9,0% a livello residenziale e il rimanente 3,6% a livello semiresidenziale. Ogni anno sono circa 600 le famiglie seguite per problemi di dipendenza alcolica, mentre altre 650 persone hanno problemi minori, abuso o sanzioni per guida in stato di ebbrezza. grafico n. 8: serie storica degli utenti seguiti dal SerAT e dal SerT 2005-2009. 1400 1300 1342 1200 1100 1159 SeraT 1000 900 SerT 927 800 872 742 809 700 600 669 639 610 682 500 2005 2006 2007 2008 2009 tabella n. 32: utenti del SerAT seguiti a livello ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale per tipologia di problema e provenienza. 2008 alcol – dipendenza alcol – abuso occasionale tabacco altre problematiche totale totale nell’ anno di cui cittadini stranieri 2009 utenti Ulss 532 fuori Ulss 54 utenti Ulss 531 fuori Ulss 53 414 60 594 54 69 18 1033 12 0 126 85 18 1228 6 1 114 1159 145 (12,5%) 1342 158 (11,8%) Le persone che per la prima volta si avvicinano al servizio sono mediamente circa 400 l’anno, con oscillazioni dovute per lo più al differente numero di invii da parte della commissione medica locale per le patenti di guida. La maggior parte degli utenti che prendono contatto con il SerAT presentano una dipendenza da alcol, ma inizia ad essere consistente anche l’afflusso dei tabagisti (circa 50 utenti nuovi ogni anno). 86 tabella n. 33: nuovi contatti al SeraT distinti per tipologia di problema e provenienza. 2008 alcol – dipendenza alcol – abuso occasionale tabacco altre problematiche totale totale nell’ anno di cui cittadini stranieri 2009 utenti Ulss 144 fuori Ulss 39 utenti Ulss 115 fuori Ulss 34 203 30 203 12 49 8 404 12 0 81 55 4 377 4 1 51 485 80 (16,5%) 428 57 (13,3%) Per quanto riguarda i programmi residenziali per tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche e di pronta accoglienza del privato sociale accreditato, si segnala una sensibile riduzione dei nuovi invii e del numero di programmi attivati nel 2009 rispetto agli anni precedenti. Il concomitante incremento degli inserimenti di tossicodipendenti nella comunità pubblica non è sufficiente a spiegare il fenomeno. Le cause non sono pertanto chiare e non ci sono motivazioni per ritenere che l’andamento sia destinato a ripetersi anche in futuro. E’ probabile che queste oscillazioni rappresentino cambiamenti nel bisogno e nell’accettabilità di questa forma di assistenza da parte dei pazienti. Il mutamento dell’utenza, delle sue caratteristiche cliniche e sociodemografiche, e dei bisogni di salute espressi, richiederanno uno sforzo di riorganizzazione dei trattamenti residenziali, forse nella direzione di una maggiore flessibilità e personalizzazione dei programmi. tabella n. 34: programmi residenziali per tossico/alcoldipendenti presso comunità del privato accreditato. programmi residenziali avviati nel corso dell’anno abbandoni conclusioni totale programmi nell’anno presenze al 31.12.2009 totale 2008 33 9 25 60 25 totale 2009 14 14 5 39 16 Il valore economico del sistema Le tabelle n. 35 e n. 36 riassumono i costi relativi all’anno 2009 del servizio tossicodipendenze e del servizio alcologia e tabagismo. Sono stati calcolati anche i costi per tipo di trattamento (ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale). Va tenuto presente a questo riguardo che tutti i costi sostenuti per l’invio di pazienti presso comunità del privato accreditato ricadono nel budget del SerT a seconda della tipologia di utenti; analogamente i costi per tutti gli inserimenti nella struttura semiresidenziale e residenziale dell’ULSS relativi agli utenti con problemi di dipendenza da alcol vengono ricompresi nel corrispondente budget del SerAT. Il maggior costo pro capite sostenuto per gli inserimenti presso le comunità del privato accreditato rispetto alla struttura pubblica è un risultato atteso poiché la durata dei trattamenti residenziali è mediamente maggiore rispetto alla comunità pubblica in cui la metà dei posti è riservata a trattamenti alcologici intensivi e brevi. 87 tabella n. 35: costi per l’anno 2009 del servizio tossicodipendenze. costi sostenuti nel 2009 € 948.157 € 144.476 € 1.092.633 € 455.327 € 1.547.960 € 1.473 € 11.675 totale costi personale altri costi totale costi struttura costi trattamenti residenziali* totale costi costo per paziente ambulatoriale costo per paziente in comunità* tabella n. 36: costi per l’anno 2009 del servizio alcologia e tabagismo. costi sostenuti nel 2009 € 418.143 € 116.027 € 534.170 € 636.546 € 1.160.689 € 478 € 3.067 € 6.240 totale costi personale altri costi totale costi struttura costi trattamenti residenziali/semiresidenziali* totale costi costo per paziente ambulatoriale costo per paziente residenziale* costo per paziente semiresidenziale La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area dipendenze è di 3.590.783 euro coperti per il 92,5 % dal bilancio sanitario e dal 7,5% dal bilancio sociale. grafico n. 9: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area dipendenze nell’Ulss n. 8. Bilancio sociale 7,5% Bilancio sanitario 92,5% Le problematiche socio-sanitarie emerse Utenti giovanissimi Negli ultimi 4 anni, in particolare a partire dal 2008, si è reso evidente un significativo incremento del numero di giovanissimi (15-19 anni) che per la prima volta sono pervenuti ai servizi confermando, nella nostra Ulss, una tendenza che era stata segnalata altrove nella nostra Regione e nel resto del Paese. Un analogo incremento è osservabile anche nella fascia di età dai 20 ai 24 anni. Complessivamente, per quanto riguarda il SerT, l’aumento è stato del 67.6% in quattro anni. 88 tabella n. 37: movimento dei pazienti tossicodipendenti più giovani, per fascia di età e per anno. Utenti fascia d’età 15-19 anni 20-24 anni totale 2006 5 32 37 2007 6 38 44 2008 14 33 47 2009 18 44 62 Oltre agli aspetti quantitativi, i giovanissimi pongono anche problematiche di tipo qualitativo relative essenzialmente a due aspetti fondamentali: a) sul piano tossicologico emerge il fenomeno del policonsumo, ovvero l’utilizzo di più sostanze contemporaneamente, incluso l’alcool; b) sul piano comportamentale alcuni utenti mostrano gravi disturbi della condotta, sia di tipo oppositivo e di sfida, sia di tipo più deviante o antisociale. Di frequente le famiglie seguite dal servizio esprimono la notevole difficoltà riscontrata in ambito educativo. Appare necessario implementare forme di intervento intensivo che siano in grado di poter incidere su situazioni complesse che, proprio perché si manifestano in un periodo delicato per l’evoluzione complessiva della persona, richiedono una attenzione particolare e necessitano di risorse provenienti da servizi differenti. Utenti “anziani” Tradizionalmente si considera che il problema della tossicodipendenza, a differenza dell’alcooldipendenza, riguardi le fasce d’età giovanili. Ciò non corrisponde più alla realtà: ormai 1 paziente del SerT su 4 ha 40 anni o più. Su un totale di 612 utenti tossicodipendenti seguiti nel 2009, 153 di questi hanno più di 40 anni. tabella n. 38: numero di pazienti tossicodipendenti più anziani, per fascia di età e percentuale. fascia d’età utenti nel 2009 87 (14.2%) 51 (8.3%) 15 (2.5%) 153 (25,0%) 40 - 44 anni 45 - 49 anni ≥ 50 totale ≥ 40 Il numero di pazienti tossicodipendenti al di sopra dei 39 anni è aumentato progressivamente ed in modo rilevante, del 49% in quattro anni, passando da 94 utenti nel 2006 a 140 nel 2009. Tale aumento è il risultato di più cause: - per alcuni pazienti la tossicodipendenza assume un andamento cronico; - i trattamenti del SerT sono in grado di proteggere più a lungo la vita degli assistiti; - si sono ridotte tra i tossicodipendenti la morbilità e la mortalità per patologie correlate (in particolare epatiti ed AIDS). Il protrarsi dei trattamenti per molti anni e, in diversi casi, sine die, porta ad un incremento progressivo del numero totale di utenti seguiti, e, di conseguenza, emergono, in alcuni casi, gravi problemi sociali a causa della mancanza del riferimento familiare o del deterioramento irreversibile dei rapporti. Sia per quanto riguarda l’area anziani che, più in generale, per le forme di disabilità, si profila la necessità di trovare soluzioni trattamentali e socioassistenziali inedite nel campo delle dipendenze da droga. Si stima, infatti, che già in 89 data odierna, ma soprattutto nel prossimo futuro, un certo numero di tossicodipendenti avrà bisogno di strutture di assistenza attualmente non esistenti, ad esempio: - appartamenti protetti a media o bassa protezione: 2 pazienti; - comunità a bassa soglia : 3 pazienti; - centro diurno: 8 pazienti; - asilo notturno: 1 paziente; - servizi residenziali per patologie organiche correlate all’abuso: 2 pazienti. Anche sul versante alcologico il problema del bevitore anziano appare in costante espansione. Un sistema culturale che, come quello del triveneto, propone insistentemente l’uso di alcolici ha come conseguenza, la presenza di un maggior numero di anziani isolati e con scarse risorse a disposizione, la cui situazione sociale viene ulteriormente aggravata dall’uso di alcolici. Il cambiamento non può che essere culturale, con un maggior impegno di tutti, e in particolare del sistema socio-sanitario, a trasmettere informazioni più corrette sulle conseguenze dell’abuso di bevande alcoliche. Il reinserimento sociolavorativo La riabilitazione del paziente tossicodipendente o alcoldipendente prevede come tappa fondamentale un efficace reinserimento lavorativo e il recupero dell’autonomia personale. Il problema è ancor più sentito in un’epoca di crisi economica che taglia primariamente i posti di lavoro delle fasce più deboli e mette in difficoltà le cooperative sociali e tutto il sistema socioassistenziale. Il 15/20% delle persone che si rivolgono al SerT o al SerAT sono disoccupate. La disoccupazione è maggiore tra coloro che necessitano di un programma residenziale (50% dei soggetti inseriti nella comunità pubblica), tra coloro che sono portatori di patologie psichiatriche associate all’uso di sostanze, e tra i tossicodipendenti più anziani (il 30% dei tossicodipendenti più che 40enni è disoccupato). Molte di queste persone necessitano di sostegno a più livelli per essere aiutati a rientrare nel mercato del lavoro: riabilitazione occupazionale, tirocini lavorativi, inserimenti in ambienti semiprotetti (cooperative di tipo B), aiuto nella relazione con agenzie di lavoro o aziende. Il problema non è risolvibile a livello di singoli servizi, ma solo attraverso un lavoro di rete, di maggior contatto fra primo, secondo e terzo settore e di riorganizzazione delle risorse esistenti. Incidenti sotto l’influenza di alcol o altre sostanze Gli incidenti sulle strade o in ambiente lavorativo correlati all’uso di sostanze hanno un costo molto elevato in termini di vittime e di invalidità residua, talora con il coinvolgimento di terzi. Negli ultimi anni la legislazione ha introdotto numerose novità sia in termini di appesantimento sanzionatorio che di controllo preventivo. In ambito alcologico, ad esempio, è da tempo attivata una modalità di approccio precoce attraverso un accordo tra le tre Ulss della provincia di Treviso e la Commissione medica locale patenti di guida al fine di offrire alle persone sanzionate sulla strada la possibilità di contatto con i servizi e la messa in discussione dei propri stili di vita. Nel campo dell’uso di stupefacenti sono in corso di avvio le procedure di controllo al fine di escludere i consumatori di sostanze da mansioni lavorative a rischio per terzi. In entrambi i casi sono state di fatto introdotte importanti novità relativamente alla mission dei servizi che sempre più sono chiamati a svolgere attività di controllo. 90 I progetti realizzati nel corso dell’anno - corso di formazione per medici di medicina generale: “Nuove forme di dipendenza chimica e non chimica”: è stato avviato un percorso formativo per i medici di medicina generale che ha previsto due seminari di studio sul gioco d’azzardo patologico e sulle nuove forme di consumo. Il primo incontro si è svolto nel corso del 2009, il secondo a maggio 2010. Complessivamente sono state contate circa 70 presenze; - ambulatorio per il gioco d’azzardo patologico: pur non essendo una novità (l’ambulatorio è funzionante dal 2002), preme sottolineare sempre che l’assistenza a questa tipologia di utenti continua ad essere assicurata in un regime di assenza di normativa e di precarietà complessiva di risorse. Nel corso dell’anno sono state assistite 83 persone, con un vistoso incremento rispetto all’anno precedente; - gruppo misto dipartimentale per il coordinamento dei progetti di prevenzione sul territorio: nel corso degli anni i diversi piani di intervento dell’area dipendenze hanno sempre previsto l’implementazione di attività di prevenzione nel territorio, gestite di concerto con aggregazioni di Comuni da parte di quattro soggetti privati. Da diversi anni è attivo un tavolo di coordinamento tra questi soggetti e i servizi pubblici allo scopo di raggiungere una maggiore omogeneità nell’offerta e nelle metodologie di intervento, con la finalità di migliorare complessivamente la qualità scientifica dei progetti. Nel 2009 è stato finalmente concordato uno schema unitario di intervento, con la condivisione delle medesime basi teoriche, obiettivi e metodo di valutazione. I progetti sono in corso di svolgimento; - coordinamento del gruppo veneto di ricerca sul gioco d’azzardo patologico: il SerT di Castelfranco anche per il 2009 coordina le attività del gruppo di ricerca veneto sul gioco d’azzardo patologico. Nel corso dell’anno è stato condotto un censimento sulle strutture di assistenza attive nel territorio regionale in tema di gioco; - coordinamento provinciale dei dipartimenti per le dipendenze: è attivo un tavolo di coordinamento dei dipartimenti per le dipendenze della provincia di Treviso con lo scopo di migliorare l’omogeneità degli interventi, di gestire in modo unitario i rapporti con altri enti, come ad esempio la Prefettura, e di attivare riflessioni e progettazioni congiunte. Una iniziativa comune riguarda il gioco patologico, ed è stato concordato un protocollo che regola l’invio di pazienti all’ambulatorio specialistico di Castelfranco Veneto. È stata inoltre avviata una verifica congiunta della presenza e rilevanza di nuovi bisogni per quanto attiene gli interventi residenziali; - problematiche complesse: associazione alcol/altre sostanze, alcol/gioco d’azzardo patologico: nel corso del 2009, come già in precedenza, si è cercato di dare una risposta innovativa alle problematiche complesse correlate all’uso combinato di alcol e altre sostanze o all’associazione dell’abuso di alcol con il gioco d’azzardo patologico. Il 12% dei pazienti pervenuti al SerAT mostra di abusare di cocaina oltre che di alcol; il 60% degli alcolisti consuma anche sigarette, e spesso sono forti fumatori, ed infine il 4% dei pazienti alcologici ha anche un problema di gioco d’azzardo, dato quest’ultimo in 91 progressiva crescita. Gli operatori del SerAT quindi si sono formati, spesso in collaborazione con i colleghi del SerT, per migliorare il proprio intervento in questi ambiti particolari. Complessivamente una gran quantità di energie e risorse vengono devolute alla costruzione e mantenimento, anno dopo anno, di una rete di servizi sempre più diversificata e integrata, in grado di erogare risposte personalizzate e trasversali ai problemi legati all’alcol e alle altre sostanze: si va dall’approccio precoce con le persone sanzionate per guida in stato di ebbrezza o segnalate dalla Prefettura per uso di stupefacenti, al lavoro con le case di riposo per le problematiche dell’uso di alcol negli anziani; dalla semplice consulenza ambulatoriale ai trattamenti multidimensionali e multiprofessionali; dai percorsi residenziali al reinserimento in ambiente lavorativo e nel contesto sociale. Tutto ciò non può essere considerato compito dei soli servizi sociosanitari, ma richiede un impegno di tutta la comunità locale, specialmente quando è necessario affrontare problematiche prettamente sociali quali ad esempio quelle legate alla disoccupazione o alla mancanza di una abitazione. Quanto più le tecniche di trattamento diventano efficaci, tanto più i programmi dovranno integrare i servizi sociosanitari con i servizi socioassistenziali. 92 AREA ANZIANI Aspetti sociodemografici ed epidemiologici La popolazione anziana presente nel territorio dell’Ulss n. 8, al 31 dicembre 2009, rappresenta il 17,21% della popolazione totale (pari a 43.168 persone con età superiore ai 65 anni su un totale di 250.762). Come già noto, la proporzione tra maschi e femmine, con l’avanzare dell’età, vede un notevole spostamento verso il genere femminile pari al 58% di femmine contro il 42% di maschi. grafico n. 10: popolazione residente al 31/12/2009 nell’Ulss n. 8 per classi di età. popolaz >65 17,21% popolaz <14 16,01% popolaz 15-64 66,78% Per dare un’idea della velocità con cui si sviluppa l’ormai noto processo di invecchiamento della società, basta vedere come nell’arco di un anno la popolazione anziana è passata dal 16,94% al 17,21% della popolazione totale. Nel periodo dal 2004 al 2009, il tasso di crescita della popolazione anziana è stato del 11,9 % mentre quello del resto della popolazione (minori e adulti < di 65) è stato del 4,8%. La percentuale di anziani presente nella popolazione della nostra Ulss, comunque, si mantiene su livelli assolutamente bassi rispetto a quelli regionali. I dati forniti dall’Istat, infatti, mostrano che complessivamente nella Regione del Veneto si passa dal 19,66% di anziani di fine 2008 al 20,49% di fine 2009, proporzione che si mantiene evidentemente su livelli più alti rispetto a quelli del nostro territorio. tabella n. 39: confronto tra popolazione anziana presente in Regione e Ulss n. 8 2008 2009 Ulss 8 16,94 17,21 Regione 19,66 20,49* *indice calcolato con una stima dei valori pregressi. Il dato regionale 2009 non è ad oggi (novembre 2010) disponibile. Calcolando gli indici classici dell’analisi sociodemografica, si nota come, pur riscontrando una crescita proporzionale della popolazione anziana negli ultimi 5 anni, il territorio dell’Ulss 8 ha una situazione positiva rispetto al dato regionale dal momento che l’indice di dipendenza anziani (rapporto tra popolazione residente oltre i 65 anni e 93 popolazione dai 15 ai 65 anni), l’indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione residente oltre i 65 anni e popolazione fino ai 14), e l’indice di invecchiamento (rapporto tra popolazione residente oltre i 65 anni e popolazione totale) mostrano tutti valori molto più bassi di quelli regionali. tabella n. 40: indice di dipendenza anziani confronto tra Regione e Ulss n. 8 Ulss 8 Regione Veneto 2005 24,30 28,66 2006 24,69 29,16 2007 24,83 29,38 2008 25,26 29,70 2009 25,78 30,89* 2008 105,98 139,16 2009 107,52 139,41* tabella n. 41: indice di vecchiaia confronto tra Regione e Ulss n. 8 Ulss 8 Regione Veneto 2005 104,74 138,15 2006 105,35 138,94 2007 105,70 139,13 tabella n. 42: indice di invecchiamento confronto tra Regione e Ulss n. 8 2005 2006 2007 Ulss 8 16,47 16,67 16,73 Regione Veneto 19,18 19,42 19,52 Fonte dati: Ufficio Statistica regionale, anagrafe comunale e anagrafe sanitaria. * indice calcolato con una stima dei valori pregressi. Il dato regionale 2009 non è disponibile 2008 16,94 19,66 2009 17,21 20,49* ad oggi (novembre 2010) L’incremento della popolazione anziana ovviamente comporta la crescita della domanda assistenziale. Per giungere però ad avere una stima del bisogno potenziale (e quindi dell’utenza che potrebbe rivolgersi ai servizi o avere bisogno di prestazioni sanitarie e sociosanitarie), occorre definire l’incidenza della non-autosufficienza, dal momento che è questa condizione che comporta in via prevalente il ricorso ai servizi. La proiezione relativa ai prossimi 10 anni del tasso di crescita delle persone nonautosufficienti mostra come l’incremento risulti costante nel tempo, con un conseguente aumento dei bisogni sociosanitari complessi ai quali la rete dei servizi (Ospedale, Ambulatori integrati geriatrici e Unità Valutative Alzheimer, Servizi di cure domiciliari, Servizi di assistenza domiciliare comunali e Centri di Servizio) dovrà dare risposte coordinate. 94 grafico n. 11: evoluzione demografica delle persone non autosufficienti nei prossimi 10 anni. Fonte dati: CENSIS su dati ISTAT, elaborazioni a cura dell'Osservatorio Anziani. 25.000 21.735 19.600 20.000 17.502 14.740 15.000 10.000 9.153 8.283 10.877 9.842 12.192 11.030 13.532 12.242 Ulss 7 Ulss 8 Ulss 9 5.000 0 2005 2010 2015 2020 E’ possibile stimare all’incirca in 5.000 il numero degli utenti non autosufficienti presenti nelle strutture dedicate o che usufruiscono di prestazioni sociosanitarie domiciliari; tale valore è inferiore rispetto a quello calcolato dal Censis nell’evoluzione demografica dei prossimi dieci anni, (riportato nel grafico n. 3), ma bisogna considerare che una parte delle persone anziane non autosufficienti non viene rilevata perchè non usufruisce dei servizi offerti dal sistema sociosanitario o perché viene seguita direttamente dalle famiglie che si avvalgono di collaboratrici domestiche (‘badanti’). I dati mostrano che il numero delle persone non autosufficienti è notevole e fanno temere un continuo peggioramento, soprattutto nell’incidenza della demenza che richiede notoriamente una risposta da parte dei servizi molto complessa. Tale patologia è strettamente collegata alla condizione di non autosufficienza, e determina un progressivo deterioramento cognitivo. Attualmente il numero stimato di persone affette da demenza, infatti, è superiore a 2.700 unità (prevalenza del 6,4% della popolazione over 65 anni) con una incidenza per anno di 500 nuovi casi. Si pensi che negli ultimi tre anni si è verificato un aumento del 68% delle visite effettuate dall’Ambulatorio Unità Valutative Alzheimer con il raggiungimento nel 2009 di un numero totale di 1.097 visite geriatriche a Castelfranco Veneto e 862 a Montebelluna. Il sistema dei servizi Al manifestarsi di uno stato di bisogno socio-sanitario da parte dell’anziano può essere effettuata dall’utente stesso, dalla famiglia o da chi ne ha in carico la situazione (assistente sociale, medico di base ecc.), una domanda di valutazione delle condizioni di salute dell’interessato all’Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale (UVMD). Tale gruppo di lavoro, composto dal Direttore di Distretto, da medici di medicina generale, da assistenti sociali dell’Ulss e assistenti sociali del Comune, ha il compito di valutare le esigenze sociosanitarie della persona al fine di individuare il percorso assistenziale migliore per garantire un adeguato accesso ai servizi offerti. 95 Il sistema di offerta dedicato agli anziani non autosufficienti nel nostro territorio comprende i servizi di assistenza domiciliare (territoriale), assistenza residenziale e assistenza semi-residenziale. L’offerta territoriale L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è il servizio sanitario offerto dall’Ulss che prevede, unitamente all’assistenza domiciliare, l’erogazione di prestazioni sanitarie a domicilio (cure mediche, infermieristiche, riabilitative) a persone non autosufficienti o di recente dimissione ospedaliera, per evitare ricoveri impropri e mantenere il paziente nel suo ambiente di vita. Oltre ai profili di assistenza di tipo riabilitativo (ADI-A) e di tipo infermieristico (ADI-B), l’Assistenza Domiciliare Integrata viene classificata secondo altre tre tipologie: - - ADI-C: assistenza domiciliare programmata che prevede visite specialistiche domiciliari effettuate dal medico curante secondo un programma sistematico; ADI-MED: assistenza domiciliare ad elevata integrazione assistenziale di diverse figure professionali (medico di base, infermiere, geriatra, anestesista, fisiatra, assistente sociale) che garantisce prestazioni di tipo specialistico, diagnostico e terapeutico sostitutive a quelle erogate in regime di ricovero; ADI-HR: assistenza ospedaliera a domicilio e riabilitazione intensiva, proposte direttamente dallo specialista ospedaliero in caso di dimissione protetta o direttamente dal medico di medicina generale nei casi in cui sia necessario garantire cure specialistiche equiparabili a quelle erogate in regime di ricovero ospedaliero. Nell’anno 2009 sono stati seguiti complessivamente 6.413 utenti con un aumento del 7,6% rispetto all’anno precedente (il dato comprende anche gli accessi occasionali). tabella n. 43: indicatori di attività dei servizi di assistenza domiciliare. Utenti accessi infermieristici accessi medico-specialistici totale accessi distretto n. 1 3.126 35.999 4.223 40.222 distretto n. 2 3.287 35.304 5.312 40.616 totale 6.413 71.303 9.535 80.838 tabella n. 44: ripartizione dell’utenza seguita per profilo ADI. profilo assistenziale Ass.riabilitativa Ass.infermieristica Ass.programmata ADI-MED ADI-HR n. utenti 2008 n. utenti 2009 142 4.141 2.848 867 233 206 4.094 2.841 924 248 variazione rispetto al 2008 45% -1,13% -0,25% 6,57% 6,44% Nella tabella n. 44 si riportano le attività effettuate nel 2009 con la variazione rispetto all’anno precedente, ripartite tra i diversi profili assistenziali. Bisogna considerare il fatto che le condizioni di salute di un utente seguito dall’ADI possono migliorare o peggiorare nel 96 corso dell’anno; questo determina il passaggio dell’utente da un livello di assistenza ad un altro più adeguato alle nuove necessità. Per quanto riguarda i pazienti seguiti dall’ADI-HR è stata eseguita la totale presa in carico dal servizio su delega da parte dei medici di medicina generale. grafico n. 12: utenti dell’assistenza domiciliare integrata ADI-C. 2.848 2.841 2.841 3.000 2.500 2.000 1.500 ADI C 1.103 998 966 1.000 ADI MED e ADI H 500 0 2007 2008 2009 garfico n. 13: accessi dell’assistenza domiciliare integrata ADI-C 35.000 31.031 30.573 28.047 30.000 25.000 16.181 20.000 ADI C 13.369 12.726 15.000 ADI MED e ADI H 10.000 5.000 0 2007 2008 2009 tabella n. 45: indicatori di attività dell’assistenza domiciliare integrata ADI-MED. distretto n. 1 distretto n. 2 totale 404 218 186 520 231 289 924 449 475 utenti dimessi nell’anno utenti al 31/12/2009 variazione rispetto al 2008 6,57% -4,26% 19,35% tabella n. 46: indicatori di attività per l’Ospedalizzazione Domiciliare ADI-HR. utenti ricoveri dimessi distretto n. 1 distretto n. 2 totale 114 131 107 134 139 121 248 270 228 97 variazione rispetto al 2008 6,44% 8,43% 3,17% Un altro aspetto molto delicato che negli ultimi cinque anni ha interessato l’attività dei servizi socio-sanitari è quello delle cure palliative rivolte non solo a malati oncologici, ma anche a persone, soprattutto anziane, affette da patologie cronico-degenerative in fase avanzata. tabella n. 47: utenti in carico nel 2009. utenti con patologia oncologica utenti con patologia neurologica 88 279 367 102 101 203 in carico al 01/01/2009 nuovi assistiti 2009 totali utenti con patologia cardiaca e/o respiratoria 57 24 81 tabella n. 48: pazienti oncologici deceduti nel 2009 e luogo di decesso. domicilio 173 hospice 21 ospedale 49 altro 13 totale 256 Le fonti di finanziamento dell’ADI provengono esclusivamente dalla Regione. grafico n. 14: fonti di finanziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata. Regione 100% I Comuni offrono anche il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) che prevede interventi di cura e di igiene della persona, di sostegno psicologico e di aiuto nello svolgimento delle principali attività quotidiane (trasporto, fornitura pasti, aiuto domestico) direttamente al domicilio dell’utente con l’obiettivo di gestire la situazione di bisogno all’interno dell’ambiente familiare e relazionale conosciuto e vissuto dalla persona. Complessivamente nel corso del 2009 il SAD ha seguito n. 2.108 utenti nei due distretti, con una diminuzione rispetto all’anno scorso di 212 unità. Tra i 2.108 utenti seguiti dal SAD dei Comuni, 1.030 sono in carico anche all’ADI poiché necessitano di un’assistenza sanitaria oltre che sociale. L’utenza dei servizi domiciliari è costituita da anziani per un 82,21%, da disabili per un 7,16%, da minori per il 3,56% e per il rimanente 7,07% da adulti con altre problematiche. Il costo medio annuale per ogni utente seguito è di € 536,09. Le fonti di finanziamento del SAD provengono esclusivamente dal Comune. 98 grafico n. 15: fonti di finanziamento del Servizio di Assistenza Domiciliare. Com une 100% L’offerta semiresidenziale E’ costituita da Centri di Servizio Diurni che accolgono l’utente durante l’arco della giornata, garantendo prestazioni e qualità di intervento diversificate con il pernottamento al domicilio dell’utente. Si elencano, di seguito, le strutture autorizzate ad ospitare utenti non autosufficienti in centro diurno e il numero di posti autorizzati per ciascuna struttura. tabella n. 49: Centri Diurni presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. denominazione struttura comune posti autorizzati n. totale di utenti transitati nell’anno n. totale di giornate di presenza Centro residenziale per anziani “D. Sartor” Castelfranco Veneto 24 37 6.966 Casa di riposo “Umberto I” Montebelluna 5 6 752 Ipab “Opere Pie d’Onigo” Pederobba 10 13 2.058 Casa di riposo “Guizzo Marseille IPAB” Volpago del Montello 5 4 239 44 60 11.437 Totale posti Il costo annuale sostenuto dall’utente per accedere al servizio rappresenta circa il 53% del costo totale medio di una persona in carico al Centro Diurno; il rimanente 47% è a carico della Regione. grafico n. 16: Proporzione dei costi sostenuti da Regione e utente per i Centri Diurni. Regione 47% Utente 53% 99 L’offerta residenziale Il sistema residenziale per anziani presente nel territorio dell’Ulss n. 8 comprende una rete di Centri di Servizio a gestione pubblica o privata che offrono un’assistenza continuativa dell’anziano non autosufficiente in strutture autorizzate dalla Regione ed attrezzate a garantire prestazioni mediche e assistenziali complete. L’offerta residenziale si articola in due livelli di assistenza: un livello di minimaridotta intensità con minore presenza di prestazioni sanitarie e un livello di media intensità con maggiore presenza di prestazioni sanitarie, due unità di offerta, quindi, distinte in base al carico assistenziale di cui gli ospiti necessitano, ma che hanno lo stesso obiettivo di garantire all’utente un adeguato livello di assistenza sociale, medica, infermieristica, riabilitativa, e alberghiera. In un’ottica di miglioramento continuo dell’assistenza all’anziano, all’interno di ogni struttura viene svolta un’attività di monitoraggio dello stato di salute dei pazienti, con cadenza almeno mensile, da parte dei medici di medicina generale, come previsto dalle disposizioni regionali. Tale attività, allo stesso tempo, ha anche un valore curativo e di prevenzione. E’ disponibile, inoltre, la consulenza di medici specialisti in riabilitazione funzionale, la cui attività comprende sia interventi diagnostico-terapeutici che prescrizione di presidi, e medici specialisti in dietologia che valutano le necessità degli ospiti in nutrizione enterale. Di seguito si elencano le strutture presenti nel territorio di riferimento con l’indicazione del comune di appartenenza. Per ogni struttura viene specificato il numero di posti autorizzati per persone con maggiore o minore bisogno assistenziale, in base alla legge regionale n. 22/2002, il numero complessivo di utenti in carico al centro di servizi e il totale delle giornate di presenza. tabella n. 50: Centri di Servizio presenti nel territorio dell’Ulss n. 8. posti autorizzati per non autosufficienti n. totale di utenti transitati nell’anno n. totale di giornate di presenza Centro residenziale per anziani Castelfranco Veneto “D. Sartor” 245 348 73.658 Casa di riposo “Villa Fiorita” Cornuda 28 28 10.011 Casa di riposo “Aita” denominazione struttura comune Crespano del Grappa 110 154 41.405 Casa di riposo per anziani “Villa Crocetta del Montello Belvedere” 83 125 28.197 Casa di riposo “Umberto I” Montebelluna 97 157 36.691 Ipab “Opere Pie d’Onigo” Pederobba 188 252 61.840 Istituti di soggiorno per anziani Valdobbiadene “San Gregorio” 176 263 63.456 Casa di riposo ed opere pie riunite Vidor 43 56* 13.947 92 164 36.672 99 134 35.726 Casa di riposo “Guizzo Marseille Volpago del Montello IPAB” Casa di soggiorno “Prealpina” Cavaso del Tomba s.r.l. 100 OIC centro residenziale per Vedelago anziani “Mons. Lorenzo Crico” Convento “Immacolata di Vidor Lourdes” totale 117 189 41.958 12 11* 2.716 1.354 1.894 461.522 * stima del numero di utenti in carico causa dato mancante Alcune di queste strutture sono dotate di unità di offerta specifiche per persone con gravi patologie: − “Sezioni ad Alta Protezione Alzheimer” (S.A.P.A.), destinate a garantire l’assistenza a persone affette da malattia di Alzheimer o altra forma di demenza con gravi problemi neuro-comportamentali, che non trovano un’adeguata risposta con l’assistenza domiciliare o altre forme di residenzialità assisitita; − “Stati Vegetativi Permanenti”, (S.V.P.) posti letto finalizzati a garantire l’assistenza a persone in situazione di stato vegetativo permanente. tabella n. 51: Strutture con posti letto S.A.P.A e S.V.P. presenti nel territorio di competenza. denominazione struttura n. posti letto SAPA n. posti letto SVP Centro residenziale per anziani “D. Sartor” 5 Casa di riposo “Umberto I” 10 Ipab “Opere Pie d’Onigo” 5 totale 20 Le fonti di finanziamento dei centri di servizio per gli utenti non autosufficienti sono così ripartite: 55% Regione, 41% utente, 4% comune. 101 grafico n. 17: Proporzione dei costi sostenuti da Regione, utente e comune per le strutture residenziali. Regione im pegn. resid. 46% Utente 41% Com une 4% Regione - FKT 2% Regione MMG 7% Il valore economico del sistema La Regione del Veneto contribuisce al sostegno degli anziani con diverse tipologie di contributi economici: - l’impegnativa di residenzialità: è la quota di rilievo sanitario compresa nella retta del centro di servizio che viene pagata dal Servizio Sanitario Regionale. Tale quota conferisce al cittadino, che si trova al primo posto nella graduatoria del registro unico per la residenzialità, il titolo per accedere ad uno dei centri di servizio disponibili; - l’assegno di cura: è il contributo economico giornaliero erogato tramite il Comune, che viene assegnato, alle famiglie che si prendono cura, a domicilio, della persona in condizione di non autosufficienza evitandone il ricovero in strutture residenziali; - il buono servizio (voucher): è la somma riconosciuta alla famiglia come aiuto per il pagamento di servizi di accoglienza temporanea presso le strutture residenziali; - l’assegno di sollievo: è un contributo assegnato alle famiglie in riferimento al particolare carico assistenziale sostenuto in uno specifico periodo limitato. La richiesta da parte della famiglia per l’assegno di sollievo e per il buono servizio deve essere presentata al comune o all’ulss; alla domanda segue una valutazione da parte dell’unità di valutazione multidimensionale distrettuale, che ne determina l’approvazione e stabilisce l’entità del contributo in base alle risorse assegnate dalla Regione. Se si considera il numero delle giornate di presenza nei centri di servizio degli ospiti non autosufficienti che non usufruiscono dell’impegnativa di residenzialità e il valore medio di una impegnativa (che si riferisce all’importo giornaliero pagato dal Servizio Sanitario Regionale), si può stimare in 1.004.369,58 euro l’importo che servirebbe a coprire il fabbisogno degli ospiti non autosufficienti al momento non titolari di impegnativa. La spesa che l’Ulss sostiene per i servizi dell’Area anziani è di 31.709.148 euro coperti per il 97,5 % dal bilancio sanitario e dal 2,5% dal bilancio sociale. 102 grafico n. 18: bilancio sociale e bilancio sanitario per l’Area anziani nell’Ulss n. 8. Bilancio sociale 2,5% Bilancio sanitario 97,5% Le problematiche socio-sanitarie emerse Le problematiche relative alla gestione dei servizi dedicati agli anziani possono essere sintetizzate come segue: - - - - - nelle liste di attesa per l’ingresso nei centri servizi sono iscritti all’incirca 160 utenti, un terzo di questi hanno scelto di accedere ai centri di servizio pagando l’intera quota in attesa di ottenere la titolarità dell’impegnativa; l’aumento costante dell’utenza dei servizi di cure domiciliari e dei bisogni complessi (cure palliative, nutrizione enterale domiciliare, ventilazione meccanica assistita, medicazioni complesse, ecc.) e l’aumento della richiesta da parte delle unità operative ospedaliere di presa in carico sempre più rapida da parte dei servizi territoriali per quanto riguarda la dimissione protetta, sono due criticità importanti. Entrambe incidono sull’organizzazione dei servizi i quali devono, a volte, demandare alla famiglia certe attività più semplici, ma che comunque possono creare ansia o sensazione di inadeguatezza da parte degli operatori sanitari e del caregiver; risulta migliorabile l’integrazione della rete dei servizi per la presa in carico dei pazienti affetti da demenza tramite l’avvio del Centro per il Decadimento cognitivo (CDC) che assicurerà l’elaborazione di un piano assistenziale individuale e consentirà una fattiva collaborazione fra Ambulatori integrati geriatrici, Servizi di Cure Domiciliari, Servizi Sociali dei comuni, Ass.Volontariato e Centri Servizio; altra criticità risulta essere l’integrazione fra Ospedale e territorio per la cura di diverse patologie croniche dell’anziano come ad esempio la Broncopneumopatia cronico ostruttiva, lo scompenso cardiaco, il diabete e le patologie osteo-degenerative. Sarà infatti necessario creare dei percorsi specifici e facilitati sia per la diagnosi che per la cura di queste patologie; è necessario migliorare anche l’integrazione fra Ulss e Centri di Servizio con la presenza del geriatra territoriale nelle Unità Operative interne per la discussione dei casi più problematici. Sempre più spesso, infatti, le strutture devono accogliere ospiti molto complessi dal punto di vista sanitario, come dimostra l’incremento di assegnazione di utenti per RSA che è passato da 92 utenti nel 2008 a 148 nel 2009. 103 I progetti realizzati nel corso dell’anno È stato realizzato il progetto “Cure palliative nei Centri Servizio” allo scopo di garantire una consulenza medico-palliativistica e, se necessario anche infermieristica, a favore di ospiti affetti da malattia oncologica in fase avanzata. L’obiettivo iniziale di assistere almeno il 30% di questi utenti è stato abbondantemente superato avendo garantito le cure a più del 50% dei soggetti (13 su 21 deceduti) e l’obiettivo per il 2010 è di incrementare ulteriormente questa attività che viene svolta dal nucleo di cure palliative domiciliari del Servizio di Cure Domiciliari. Non specifico solo per l’area anziani, ma non per questo meno importante, è stato il progetto che ha coinvolto l’Unità Operativa di Chirurgia dell’Ospedale di Montebelluna, i medici di medicina generale e la Medicina di Continuità nell’elaborazione di linee guida e di protocolli condivisi riguardanti 3 percorsi di diagnosi e cura (Colon-proctalgia, Day surgery, Senologia), che risultano di grande impatto per la numerosità di pazienti adulti e anziani interessati. I percorsi sono stati elaborati da 3 gruppi di lavoro, che hanno coinvolto 10 medici di medicina generale e 6 chirurghi. I gruppi si sono riuniti 9 volte e i risultati sono stati condivisi in 3 incontri in plenaria con i medici di medicina generale. L’obiettivo è quello di rendere agevole ed efficace l’accesso dei pazienti razionalizzando le risorse. 104 IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Funzioni e organizzazione funzioni Il dipartimento di prevenzione è la struttura tecnico funzionale, dotata di autonomia organizzativa e contabile, mediante la quale l’unità locale socio-sanitaria garantisce la soddisfazione dei bisogni di salute connessi ad interventi di promozione e di prevenzione relativamente agli stati e comportamenti individuali delle persone, all’ambiente fisico e sociale della comunità di riferimento. Tale struttura garantisce le seguenti funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, anche a supporto dell’autorità sanitaria locale: • • • • • • • • • profilassi delle malattie infettive e parassitarie; funzioni di medicina legale; tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali; tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; tutela igienico sanitaria degli alimenti; sorveglianza e prevenzione nutrizionale; sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; farmacosorveglianza veterinaria; igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche. Il dipartimento di prevenzione contribuisce, inoltre, alle attività di promozione della salute e di prevenzione delle malattie cronico degenerative in collaborazione con l’ospedale ed i distretti socio-sanitari. Al dipartimento di prevenzione è preposto un responsabile, che risponde alla direzione aziendale del perseguimento degli obiettivi della struttura operativa, dell’assetto organizzativo e della gestione, in relazione alle risorse assegnate ed in condizioni di equilibrio economico. 105 Organizzazione Al 31 dicembre 2009, i livelli organizzativi e delle responsabilità del dipartimento di prevenzione erano i seguenti: tabella n. 1: livelli organizzativi e responsabilità del dipartimento di prevenzione. sub struttura centro di responsabilità responsabile direzione del dipartimento di prevenzione Direzione del dipartimento di prevenzione Antonio D’Alba servizi di sanità umana igiene e sanità pubblica Gianluigi Lustro igiene degli alimenti e della nutrizione Renato Ranieri medicina legale Aldo Piccioni prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di Tomaso Tidei lavoro servizi veterinari educazione e promozione della salute Massimo Melloni unità territoriali dei servizi di sanità umana Erminio Bonsembiante sanità animale Stefano De Rui igiene degli alimenti di origine animale Gianfranco Martini igiene degli allevamenti e delle produzioni Antonio D’Alba zootecniche Attività e risultati Si presentano, di seguito, le attività svolte nel corso dell’anno 2009 e i risultati ottenuti dai servizi del dipartimento di prevenzione, suddivisi per area tematica di offerta. Tali attività hanno visto la collaborazione di tutti i servizi, ognuno impegnato nelle aree di propria competenza, allo scopo di perseguire il raggiungimento degli obiettivi previsti per la struttura operativa nel suo complesso. 106 AREA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE E VACCINAZIONI Vaccinazioni La Regione del Veneto, in conformità al piano nazionale vaccini, ha introdotto a partire dal 2006 il nuovo calendario vaccinale per l’età evolutiva. Nel 2008 la deliberazione della Giunta regionale n. 411 del 26 febbraio 2008 ha aggiornato il calendario vaccinale esistente prevedendo: • l’offerta attiva e gratuita del vaccino contro il Papilloma virus alle dodicenni a partire dal 1° gennaio 2008; le coorti individuate per l’offerta della vaccinazione nel 2009 sono state quelle del 1997 e 1998; • l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antimeningococco C al 6° anno di età oltre che al 13° mese ed al 15° anno; • l’offerta del vaccino antivaricella congiuntamente ai vaccini anti morbillo-parotiterosolia nella formulazione tetravalente oltre che al 14° anche al 6° anno di età a partire dal 2011. Con la Legge Regionale n. 7 del 23 marzo 2007 entrata in vigore dal primo gennaio 2008, è stata, inoltre, abolita in tutta la Regione Veneto l’obbligatorietà delle vaccinazioni che vengono ora classificate come raccomandate; questo risultato è stato possibile grazie alle elevate coperture vaccinali raggiunte nella Regione. Queste modifiche hanno comportato una svolta culturale da parte dell’operatore dei servizi di vaccinazione, essendo stato formalizzato un cambiamento ormai già in atto da alcuni anni, che prevede il passaggio dall’obbligo alla scelta consapevole e responsabile alle vaccinazioni. I risultati conseguiti, che emergono dai dati al momento disponibili, dimostrano che complessivamente i livelli di copertura vaccinale raggiunti nell’azienda sanitaria n. 8, sono buoni, nonostante si sia verificata una lieve flessione rispetto agli anni precedenti. In particolare dalla rilevazione annuale delle attività vaccinali al 31 dicembre 2009 risultano le seguenti coperture calcolate sulla coorte dei nati nel 2007 e specificate nella tabella sottostante. tabella n. 2: coperture vaccinali ed inadempienti nell’Ulss n. 8. Dati al 31.12.2009 vaccino antipolio antidifto – tetanico - pertossico antiepatite b antimorbillo – parotite - rosolia anti aemophilus influenzae b inadempienti copertura vaccinale in % 95% 95% 94% 91% 94% 3% Per la vaccinazione anti-Papilloma virus introdotta dalla modifica del calendario dell’età evolutiva, si sono ottenuti risultati soddisfacenti raggiungendo una copertura vaccinale del 69% e del 54% rispettivamente per le coorti del 1997 e del 1998. 107 tabella. n. 3: coperture vaccinali per anti-papillomavirus nell’Ulss n. 8. Dati al 31.03.2010 coorte 1997 1998 numerosità coorte 1243 1272 vaccinati con una dose 859 685 copertura in % 69 54 E’ continuata l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni previste per le persone splenectomizzate e della vaccinazione contro l’epatite A ai bambini dai 5 mesi ai 14 anni provenienti da paesi ad elevata endemia, al fine di evitare casi di malattia dopo un viaggio nei paesi di origine. E’ continuata l’offerta della vaccinazione antipneumococco per limitare la malattia invasiva nell’anziano e nel corso del 2009 è stata disposta la chiamata attiva per la coorte dei nati nell’anno 1944, raggiungendo una copertura vaccinale del 53 %. Con l’obiettivo di ridurre i rischi per la salute causati da complicanze gravi dell'influenza nelle persone a rischio, con particolare riferimento alla popolazione anziana di età pari o superiore a 65 anni, è stata organizzata anche nell’anno 2009/2010 la campagna di vaccinazione antinfluenzale, che ha operativamente coinvolto i medici di medicina generale, le unità territoriali dei servizi di sanità umana, le case di riposo ed alcune unità operative ospedaliere. Complessivamente su una popolazione di 43.994 soggetti di età pari o superiore a 65 anni sono stati vaccinati 27.982 soggetti raggiungendo una percentuale di copertura del 63,6 % (come per gli anni precedenti il dato non comprende le vaccinazioni effettuate privatamente). tabella n. 4: campagne di vaccinazione antinfluenzale. Coperture della popolazione anziana ≥ 65 anni. anno 2004/2005 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 2009/2010 percentuale di anziani ≥ 65 anni vaccinati 65,6% 70,6% 67,2% 65,3% 64,7% 63,6% Nel corso del 2009 si è fatto fronte all’influenza pandemia provocata dal virus H1-N1, iniziata verso marzo, che ha impegnato l’azienda in azioni atte al contenimento della diffusione della malattia: indagine epidemiologica, profilassi farmacologica, sorveglianza sanitaria attiva e passiva. Dopo i primi casi notificati che hanno interessato essenzialmente persone di ritorno da viaggi all’estero, soprattutto dall’Inghilterra, i casi di contagio sono progressivamente aumentati fino alla 46^ settimana per poi ridursi e mantenersi sotto la soglia epidemica con 89 casi ogni 10.000 persone (valori 15 volte inferiori rispetto al picco di 120 casi/10.000 nell’ultima settimana del 2009). Come nella influenza stagionale, durante il picco tra la 46^ e la 47^ settimana del 2009 i più colpiti sono stati i bambini (incidenza settimanale 300 casi/10.000 nella fascia 0-4 anni e addirittura di 450 casi/10.000 nella fascia 5-14 anni). Meno colpite sono state le fasce oltre i 50 anni probabilmente per aver preso in passato una influenza A (H1N1) simile (l’influenza “russa” nel 1977). Secondo le indicazioni internazionali, ministeriali e del Dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto si è proceduto nei mesi di novembre e dicembre 2009 ad una campagna 108 vaccinale contro il virus pandemico H1-N1 che ha coinvolto, nella prima fase, le categorie di persone occupate in servizi essenziali, quali Sanità, Forze dell’Ordine, Emergenza; successivamente le persone a rischio per patologia, i bambini ed il resto della popolazione. Le categorie a rischio sono state invitate con lettera personalizzata. Sono state utilizzate le sedi di Valdobbiadene, Pederobba, Crespano, Asolo e due centri vaccinali appositamente allestiti presso l'ex-pronto soccorso di Castelfranco e Villa Pullin di Montebelluna. Le persone a rischio "per patologia", individuate dalle indicazioni dell'OMS, che hanno risposto all’invito per la vaccinazione sono state oltre 3.512 su 18.000 con una adesione del 19,5% (doppia rispetto alla vaccinazione antinfluenzale stagionale); nella tabella n. 5 sono riportati i risultati della campagna di vaccinazione contro il virus H1-N1. tabella n. 5: vaccinazioni contro il virus H1-N1 nell’Ulss n. 8. Dati al 31.12.2009 numerosità coorte 2500 vaccinati con una dose 431 copertura in % 17,2% 2500* 39 1,6% 2500* 44 1,8% 7900 2500* 1900 77 48 84 1% 1,9% 4,4% 1400 161 11,5% non stimato 24 non stimato 15 non stimato 26 persone di età compresa tra i 6 mesi e i 17 anni 37745 325 0,9% persone di età compresa tra i 18 anni e i 27 anni anziani altri * stima 25189 non stimato non stimato 47 114 67 0,2% popolazione eleggibile personale sanitario e sociosanitario personale delle forze di pubblica sicurezza e protezione civile personale che assicura i servizi essenziali (legge 146/1990) donatori di sangue personale addetto all’istruzione pubblica donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza assistenza bambini età inferiore ai sei mesi bambini con meno di 24 mesi nati gravemente pretermine bambini di età superiore a 6 mesi che frequentano asilo nido minori che vivono in comunità o istituzionalizzati Nel mese di dicembre 2009 è iniziata nel nostro territorio una epidemia di morbillo che ha coinvolto alcune comunità scolastiche, soprattutto nei comuni di Montebelluna, Trevignano, Vedelago e Giavera del Montello. L’epidemia ha avuto un caso indice importato dall’estero e ha trovato facile terreno di espansione in bambini non vaccinati che frequentavano la stessa comunità scolastica. Oltre ai bambini sono stati interessati dalla malattia anche numerosi giovani adulti che non erano stati precedentemente vaccinati. Complessivamente, nel 2009, sono stati notificati 25 casi di morbillo e l’epidemia è terminata nei primi mesi del 2010. Secondo le indicazioni ministeriali e del Dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto si è proceduto a mettere in atto tutte le azioni necessarie al contenimento della diffusione della malattia: indagine epidemiologica, informazione ed educazione sanitaria ai singoli e alla comunità, vaccinazione dei soggetti suscettibili (che non avevano contratto la malattia e che non erano vaccinati). Le medesime azioni necessarie al contenimento della diffusione della malattia sono state messe in atto anche al verificarsi di un piccolo focolaio epidemico di epatite A. 109 L’intervento di Sanità Pubblica, nei casi sopra descritti, di epidemia o pandemia, è un intervento complesso, che coinvolge tutto il personale dei servizi di sanità umana del Dipartimento di Prevenzione, servizi della struttura ospedaliera e distrettuale dell’azienda sociosanitaria e spesso altri enti locali e il mondo dell’associazionismo. Nel caso dell’influenza pandemica le azioni sono state pianificate, coordinate e monitorate da una specifica Unità locale di crisi, la quale, tra le altre attività svolte, ha individuato la necessaria strategia comunicativa aziendale per fornire una corretta percezione del rischio alla popolazione. Profilassi delle malattie infettive per viaggiatori L’ambulatorio dedicato alla profilassi delle malattie del viaggiatore, con sede presso il Dipartimento di Prevenzione, ha registrato 1082 accessi: come nel precedente anno, circa un terzo delle richieste è motivato da viaggi per lavoro, il 25% delle consulenze è richiesto da cittadini extracomunitari mentre il rimanente 42% è costituito da persone che viaggiano prevalentemente per turismo o volontariato. grafico n. 1 : interventi di profilassi internazionale nell’Ulss n. 8. Anno 2009 42% 33% lavoro ritorno al paese di origine (extracomunitari) turismo 25% Per garantire una risposta adeguata ai bisogni dei viaggiatori la modalità di accesso ambulatoriale si è mantenuta flessibile in modo da poter rispondere in modo appropriato ad esigenze di priorità o necessità legate alla tipologia, alla durata del viaggio e alla data di partenza. Ciò ha permesso di effettuare tutte le consulenze in tempo utile per la partenza, così da ridurre il più possibile i rischi sanitari per il viaggiatore anche attraverso la consegna di materiale informativo aggiornato secondo gli indirizzi del “Centro di Riferimento Regionale per i Viaggiatori Internazionali”, specifico per le varie profilassi. Nel corso dell’anno si è posta particolare attenzione nel pubblicizzare questo servizio, attraverso la stampa locale, i servizi vaccinali e anche attraverso la formazione - informazione dei medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta. Vigilanza igienica sulle attività di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione L’obiettivo di salute insito nelle pratiche di disinfezione e disinfestazione è la prevenzione delle malattie infettive trasmesse da vettori e per raggiungere tale obiettivo sono state promosse e coordinate nel territorio le attività di disinfestazione da ratti e da zanzare, secondo provati criteri di efficacia ed efficienza, nelle aree pubbliche e ad uso pubblico, in collaborazione con gli uffici comunali competenti e in osservazione al vigente atto di intesa tra azienda Ulss n. 8 e Comuni (approvato nella conferenza dei sindaci del 26 gennaio 2005). 110 E’ stato garantito il monitoraggio ed il controllo della diffusione delle zanzare nei territori comunali, con particolare riferimento ad Aedes albopictus (zanzara tigre), favorendo gli interventi di disinfestazione programmati con cadenza mensile sulle caditoie pubbliche. Si utilizzano prodotti antilarvali, più efficaci nel limitare la diffusione dei focolai endemici, rispetto ai prodotti adulticidi usati negli interventi effettuati “una tantum” e che risultano meno rispettosi della tutela ambientale. Relativamente ai ratti si è garantito il monitoraggio ed il controllo dell’endemia nei territori comunali sia con interventi di derattizzazione programmati stagionalmente con cadenza quindicinale, che attraverso interventi “urgenti”, effettuati cioè a breve termine e conseguenti alle segnalazioni provenienti dai cittadini. L’utilizzo in tutto il territorio di mangiatoie per la distribuzione delle esche, in sostituzione della tecnica a “spaglio”, ha garantito un maggior rispetto della tutela ambientale oltre alla tutela della salute dell’uomo e degli animali. E’ stata garantita l’attività di vigilanza igienico sanitaria sugli interventi di disinfestazione e derattizzazione suddetti, per la verifica delle condizioni previste dal capitolato d’appalto e per la verifica dell’efficacia degli interventi stessi, come evidenziato in tabella n. 6. tabella n. 6: vigilanza igienico sanitaria sugli interventi di disinfestazione. Tipologia di interventi. anno 2008 2009 vigilanza disinfestazione (zanzare) vigilanza derattizzazione (ratti) n. aree vigilate n. caditoie controllate n. aree vigilate 8 6 288 270 8 12 n. mangiatoie controllate 24 36 Controllo delle malattie sessualmente trasmesse Anche nell’anno 2009 è stata assicurata l’esecuzione gratuita ed in anonimato del test HIV, garantendo il “counseling” previsto alle persone che richiedono tale esame; questa pratica è importante per il cittadino con rischio specifico. Sono state soddisfatte tutte le richieste degli utenti grazie alla flessibilità degli orari per l’accesso. Controllo della tubercolosi La tubercolosi costituisce tuttora un rilevante problema di sanità pubblica per il cui controllo è necessario un intervento organico di riduzione della diffusione della malattia nella popolazione. Il Dispensario Funzionale ha svolto attività di coordinamento strutturato tra il centro clinico (ambulatorio pneumologico territoriale), il servizio igiene e sanità pubblica e le unità territoriali dei servizi di sanità umana, lavorando in stretta collaborazione con i servizi di medicina di comunità e con l’ospedale al fine di garantire percorsi agevolati per il riconoscimento e trattamento tempestivo dei casi di tubercolosi. Nelle due sedi territoriali del dispensario funzionale, situate a Castelfranco e a Montebelluna, vengono seguiti sia i pazienti in trattamento antitubercolare dopo la dimissione ospedaliera, sia le persone che sono state a stretto contatto di un ammalato. Tutte le attività 111 svolte rispecchiano quanto previsto dai protocolli operativi elaborati sulla base delle più recenti ed aggiornate linee guida regionali. Fondamentale, al fine di identificare precocemente i contatti di un caso di infezione, è l’attività di indagine epidemiologica che viene svolta dal personale con funzioni di igiene e sanità pubblica presso le sedi territoriali. Oltre al proseguo delle attività in essere da anni, come le visite ambulatoriali per “casi” di tubercolosi e i “contatti” di casi, è stato dato ampio sviluppo all’isolamento domiciliare (con periodici accessi domiciliari sia infermieristici che medici) riducendo i tempi di ricovero ospedaliero presso i reparti specialistici di malattie infettive e dando la possibilità alla persona ammalata di essere seguita in sicurezza presso la propria abitazione e quindi in un ambiente più confortevole. Nella tabella successiva viene schematizzata l’attività complessiva con particolare riferimento al numero di visite ambulatoriali e agli accessi domiciliari medici ed infermieristici. tabella n. 7: Dispensario Funzionale: prestazioni ambulatoriali e domiciliari. Anno 2009 Sede di Castelfranco Veneto Sede di Montebelluna visita ambulatoriale in “caso” di tb 107 108 visita ambulatoriale in contatto di caso di tb 233 436 accesso infermieristico domiciliare 6 63 accesso in caso di isolamento domiciliare - 65 Malattie infettive a sorveglianza estrema Per le malattie infettive a sorveglianza estrema, conseguenti ad importazione (es. S.A.R.S.) o ad attacchi bioterroristici (es. Antrace), si è mantenuto il servizio di pronta disponibilità notturna e festiva dei dirigenti medici e dei tecnici della prevenzione, per garantire l’attività inerente alle emergenze di sanità pubblica 24 ore su 24. Con deliberazione del direttore generale n. 426 del 3 maggio 2006, è stato individuato il gruppo operativo locale (unità di crisi locale) per la gestione delle emergenze. 112 AREA PREVENZIONE DELLE MALATTIE ONCOLOGICHE La patologia oncologica rappresenta in Italia la seconda causa di morte; i dati relativi agli ultimi anni mostrano, comunque, una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese, più marcata nel centro-nord rispetto al sud. Si tratta di risultati importanti che dipendono sia dal miglioramento della diagnostica e dell'efficacia delle terapie a disposizione, sia dalla maggiore precocità delle diagnosi grazie ad attività di screening organizzato. Già alla fine degli anni ’90, recependo le indicazioni nazionali e regionali in materia di prevenzione oncologica, l’unità locale socio-sanitaria n. 8 ha attivato su tutto il suo territorio lo screening citologico e lo screening mammografico. Attualmente i due programmi per la diagnosi precoce dei tumori della mammella e del collo dell’utero rivolti rispettivamente alle donne dai 50 ai 69 anni e dai 25 ai 64 anni, nell’unità locale socio-sanitaria n. 8 sono una realtà ormai consolidata. A partire dal 2007 è stato attivato un terzo programma di prevenzione oncologica per la diagnosi precoce del carcinoma colorettale. I tre programmi sono gestiti dalla centrale operativa degli screening, centro unico per l’organizzazione e valutazione dei programmi di screening oncologico, che con personale dedicato e appositamente formato svolge le funzioni di segreteria, gestione degli inviti, raccolta e registrazione dei dati di attività, valutazione dei risultati e coordinamento delle funzioni di front office e call-center per i cittadini. tabella n. 8: programmi di screening nell’unità locale socio sanitaria n. 8. Protocolli d’intervento. screening per la diagnosi precoce di: tumori del collo dell’utero tumori della mammella tumori del colon-retto fascia di età test di screening periodicità 25-64 anni 50-69 anni 50-69 anni pap-test mammografia ricerca sangue occulto fecale triennale biennale biennale anno di inizio 1998 1999 2007 Nel corso dell’anno 2009 è continuato il quarto round di screening citologico che vede coinvolte nell’arco di tre anni circa 68.000 donne: per favorirne la partecipazione si sono mantenute aperte tutte le sedi periferiche di prelievo. Gli ultimi dati di attività disponibili mostrano che 19.912 donne sono state invitate ad eseguire un pap test di screening. Il tasso corretto di adesione, in base ai dati attualmente disponibili, è stimato pari al 65%, in aumento rispetto all’ultimo biennio di attività. tabella n. 9: screening citologico. Tassi corretti di adesione dal 2000 al 2009. anno 2000 tasso corretto 43,1 di adesione *dato non definitivo 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 39,6 51,6 80,8 52,2 47,7 67,1 57,3 52.9 65,0* 113 I dati di approfondimento attualmente disponibili per lo screening citologico evidenziano che, su 13.000 donne che si sono sottoposte ai test previsti dal programma, sono state complessivamente riscontrate 85 lesioni precancerose o tumorali più o meno gravi. Relativamente allo screening mammografico, è stato completato il 5° round biennale di screening 2008-2009. Un primo esame dei dati mostra, per alcuni indicatori, risultati più che soddisfacenti: il programma ha mantenuto gli eccellenti livelli di estensione raggiunti negli anni precedenti. Il numero di donne invitate, dall’inizio dello screening nel mese di novembre dell’anno 1999, è andato progressivamente aumentando, stabilizzandosi negli ultimi anni. Nel corso del 2009 le donne invitate sono state 14.342, in aumento rispetto agli anni precedenti. tabella n. 10: screening mammografico. Donne invitate dal 1999 al 2009. anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 donne 1.257 6.684 8.921 10.120 12.791 13.355 13.074 13.859 13.691 13.199 14.342* invitate * dato non definitivo Il tasso corretto di adesione complessivo, per il primo e il secondo passaggio, nell’anno 2009 ha raggiunto un valore soddisfacente pari a 77,91%. L’adesione delle donne invitate che effettuano l’esame per la prima volta nel corso dell’anno è stata pari al 47,73%. tabella n. 11: screening mammografico. Tassi corretti di adesione dal 2000 al 2009. anno tasso corretto di adesione 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 56,0% 56,2% 80,7% 66,8% 63,9% 68,5% 77,2% 76,2% 2008 2009 78,8% 77,91% * dato non definitivo Il programma di screening colorettale avviato nel marzo 2007, ha visto la conclusione del 1° round di screening (biennale) e l’inizio del 2° che interesserà nell’arco di due anni 57.435 persone. La popolazione interessata dal programma è costituita dai maschi e dalle femmine di età compresa tra i 50 e i 69 anni, invitati a partecipare con lettera individuale. Il modello di screening adottato prevede la collaborazione con le farmacie del territorio per la distribuzione e la raccolta del test. I risultati provvisori dell’attività relativa al 2009 sono più che soddisfacenti: sono state invitate ad eseguire il test 26.212 persone di cui 19.212 hanno risposto alla chiamata determinando un’adesione pari al 73.23%. I dati di approfondimento, non definitivi, attualmente disponibili, evidenziano che, nel corso del 2009 per lo screening colorettale, su 19.212 soggetti che si sono sottoposti ai test previsti dal programma, sono stati riscontrati 546 tumori di cui 51 carcinomi maligni e 495 adenomi, cioè lesioni a rischio di degenerazione in carcinoma. 114 AREA PROMOZIONE STILI DI VITA SANI Prevenzione dei traumi stradali Nel corso del 2009, è proseguita l'attività di counselling svolta durante le visite mediche per l'idoneità alla guida dell'auto e del ciclomotore, con particolare riguardo alla prevenzione dell'uso degli alcolici nei giovanissimi e negli anziani. E' stato distribuito materiale informativo sulla sicurezza stradale (decalogo del buon guidatore, tabella riguardante i tassi alcolemici, opuscoli del Ministero dei Trasporti). E’ proseguita la collaborazione con il Dipartimento delle Dipendenze per la prevenzione dell'uso degli alcolici durante la guida e, a riguardo, è stato prodotto un protocollo in comune con la Commissione medica patenti di Treviso allo scopo di snellire e uniformare la procedura per il rinnovo della patente di guida nei casi di violazione dell'articolo 186 del Codice della Strada. Nell'ambito dei Progetti Educativi per le scuole l’azienda, durante l'anno scolastico 2008-2009, si è impegnata nella distribuzione alle classi quarte superiori di alcuni Istituti Scolastici presenti nel nostro territorio, di un questionario riguardante: • • le strategie più efficaci nel sensibilizzare i giovani sul problema della sicurezza stradale; i comportamenti più a rischio di incidenti stradali. Gli Istituti coinvolti nel progetto, IPSIA di Castelfranco Veneto, IPSSAR Maffioli di Castelfranco Veneto e Possagno, Istituto Agrario "Domenico Sartor" di Castelfranco Veneto e Montebelluna, hanno visto la partecipazione di 17 classi, per un totale di 304 studenti. L'elaborazione dei questionari ha fatto emergere che il 62% degli studenti considera le testimonianze dirette come la strategia di prevenzione più efficace, seguita per il 46% dagli spot cruenti. Tra i comportamenti maggiormente rischiosi, il 56% degli studenti ha indicato il consumo di alcol e il 41% l'uso di sostanze stupefacenti. Insieme alla distribuzione del questionario, si sono svolte alcune lezioni interattive, per un totale di due ore per classe; il gruppo di lavoro era formato da un medico del Dipartimento di Prevenzione, da uno o più agenti della Polizia Locale e da un rappresentante dell'Associazione Familiari Vittime della Strada. Ad ogni lezione erano presenti gli insegnanti, che sono intervenuti con opportuni collegamenti con la rispettiva materia di studio. In collaborazione con il Servizio Alcologia e Tabagismo si sono svolti due incontri formativi diretti ai medici di medicina generale sugli effetti dell'alcol, con discussione sulle problematiche correlate al rischio durante la guida. Infine, nell’esprimere i pareri igienico sanitari sulle varianti ai piani regolatori generali e sugli altri strumenti urbanistici presentati dai comuni, si è enfatizzato il ruolo che la buona viabilità assume nell'ambito della prevenzione dei traumi da traffico. 115 Prevenzione dell’uso di tabacco Nell’ambito della prevenzione delle malattie provocate dal fumo di tabacco, è continuata l’attività di sensibilizzazione del personale dipendente e dell’utenza sull’importanza di avere aree di pertinenza e strutture sanitarie dove non si fuma, attraverso la verifica di segnalazioni pervenute al servizio, il controllo della cartellonistica ed interventi periodici di vigilanza delle aree e delle strutture. E’ continuato il supporto del personale alle attività di docenza nei corsi per smettere di fumare organizzati dal Servizio Alcologia e Tabagismo e alle attività di prevenzione dei danni da fumo organizzate nell’ambito del territorio dell’azienda socio sanitaria. Promozione dell’attività motoria finalizzata alla riduzione del rischio cardiovascolare Numerose ricerche evidenziano l’importanza dell’attività motoria per la salute e ci sono evidenze che dimostrano come sia possibile indurre la popolazione a modificare consolidati stili di vita a favore di altri più idonei a prevenire la comparsa o l’aggravamento di patologie croniche degenerative. Su questa linea è continuato il lavoro d’implementazione dell’attività motoria finalizzata alla riduzione del rischio cardiovascolare, soprattutto per alcune categorie di soggetti a rischio. L'azienda, con questo scopo, ha posto in atto diverse attività tra le quali, ad esempio, la promozione e la prescrizione dell’attività fisica nell’ambulatorio nutrizionale del servizio di igiene degli alimenti e nutrizione per tutti i pazienti con fattori di rischio cardiovascolare e, inoltre, la promozione dell’uso delle scale al posto dell’ascensore, nelle strutture sanitarie, sia per i dipendenti sia per gli utenti, attraverso una pubblicizzazione dell’iniziativa con manifesti, depliant esplicativi e monitoraggio del processo. Nel corso dell’anno 2009 è stata predisposta un’azione di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali attraverso l'invio di indicazioni specifiche per l’attivazione di percorsi pedonali, piste ciclabili e percorsi vita, nell'ambito della valutazione di Piani Regolatori Generali, Piani Attuativi Territoriali, Piani di Intervento, Lottizzazioni non private ed altri strumenti urbanistici. Attività nutrizionale Nell’ambito dell’attività nutrizionale e della promozione di stili di vita sani, a partire dal mese di luglio 2009 è stato attivato, con una sede a Castelfranco Veneto ed una a Montebelluna, l’ambulatorio nutrizionale organizzato dal servizio igiene alimenti e nutrizione in collaborazione con il servizio delle unità territoriali di sanità umana del Dipartimento di Prevenzione. L’ambulatorio, volto alla promozione della corretta alimentazione e dell’attività fisica, si prefigge come obiettivo quello di sensibilizzare le persone verso stili alimentari sani e verso la consapevolezza dell’importanza delle scelte alimentari. Si propone di operare una rieducazione alimentare negli utenti con scorretta alimentazione; di aumentare la motivazione al cambiamento dello scorretto stile di vita negli utenti poco interessati; di stimolare uno stile di vita fisicamente attivo, contrastando il più possibile la sedentarietà, con prescrizioni personalizzate dell’attività fisica. 116 Dall’apertura fino alla fine del 2009 sono state effettuate n. 190 visite nutrizionali. E’ continuato anche il collegamento con il gruppo di lavoro regionale che si occupa degli ambulatori nutrizionali dei servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione ed il collegamento con iniziative locali di promozione di corretti stili di vita. L'attività nutrizionale è proseguita con la produzione di pareri sui menù scolastici, oltre ai controlli nutrizionali sulle tabelle dietetiche e sugli aspetti igienico sanitari dei pasti serviti nelle scuole. I menù esaminati sono apparsi nel complesso bilanciati dal punto di vista nutrizionale ed elaborati secondo le linee guida regionali. Nell’ambito del progetto nazionale denominato “Okkio alla salute” che, nell’anno 2009, ha riguardato gli alunni delle classi terze delle scuole primarie del territorio di competenza, sono stati svolti interventi di educazione alimentare presso le scuole, prendendo spunto dai risultati emersi dallo studio con l'obiettivo di promuovere le corrette abitudini alimentari e l’esercizio dell’attività fisica. Studio PASSI L’obiettivo generale del progetto è stato quello di monitorare alcuni aspetti della salute della popolazione, dalle abitudini di vita (alcol, fumo, alimentazione, attività fisica), all’offerta ed all’utilizzo di strumenti di prevenzione (screening, vaccinazione contro rosolia e influenza), alla sicurezza stradale e domestica. PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di sorveglianza locale con valenza regionale e nazionale. La raccolta dati avviene tramite la somministrazione di un questionario telefonico, standardizzato e validato a livello nazionale ed internazionale, ad un campione di persone tra i 18 ed i 69 anni, estratto casualmente dalle liste dell’anagrafe sanitaria delle Ulss. Il progetto nel 2009 si è consolidato con la prosecuzione delle interviste e la realizzazione delle prime azioni di analisi dei dati e comunicazione dei risultati. E’emerso che, nel 2009, sono state intervistate 283 persone con una media di 25 interviste mensili. Una buona rappresentatività dei dati raccolti con la sorveglianza è legata all’ottenimento di buoni tassi di risposta e di bassi tassi di rifiuto e di soggetti non reperibili. Pertanto il sistema prevede per i tassi di risposta e di rifiuto anche standard di desiderabilità, accettabilità, attenzione ed allarme. Il tasso di risposta nell’Ulss n. 8 è dell’85 % , mentre il tasso di rifiuto è del 4,5 %; entrambi sono considerati tassi standard desiderabili. 117 IGIENE URBANA ED AMBIENTALE Igiene urbana E’ stata mantenuta nell’anno 2009 la collaborazione tra i servizi del dipartimento di prevenzione attraverso per la formulazione di pareri igienico sanitari integrati, con riduzione dei tempi di attesa da parte del privato, e maggior osservanza delle prescrizioni espresse con il parere. Sempre nell’ambito delle problematiche territoriali comunali e provinciali, nel corso dell’anno 2009 è proseguito il coinvolgimento e la collaborazione sul “progetto preliminare del piano territoriale di coordinamento provinciale” con la partecipazione ai tavoli tecnici provinciali. E’ stata mantenuta la vigilanza igienico sanitaria sulle strutture di balneazione e, con il duplice obiettivo di evitare azioni disgiunte e favorire un approccio integrato, è stata mantenuta la programmazione congiunta dell’attività di vigilanza nelle attività alberghiere ed extra-alberghiere da parte dei servizi del dipartimento di prevenzione. Sono state confermate le collaborazioni con gli istituti per l’edilizia residenziale agevolata al fine del rilascio dei certificati igienico sanitari previsti dalla normativa vigente. Igiene ambientale E’ stato mantenuto il lavoro di collaborazione con i Comuni per una corretta gestione del territorio, mediante il rilascio di pareri preventivi su progetti edilizi, in modo particolare in campo artigianale e industriale; l’attività è tesa a limitare i rischi sanitari connessi all’inquinamento ambientale. Nell'ambito dell’igiene ambientale si continua a partecipare attivamente ai tavoli tecnici indetti da Comuni, Provincia e ARPAV ed inoltre vengono promossi, su richiesta o in collaborazione con i Comuni, interventi rivolti alla popolazione, riguardanti specifici quesiti ambientali, in modo particolare su PM10, campi elettromagnetici, amianto e radon. Permane la disponibilità a fornire consulenze o chiarimenti su tali argomenti anche a privati cittadini o a strutture comunitarie/collettive. Nell'ambito del controllo dei rischi connessi all'inquinamento ambientale, con particolare riferimento alle indagini ambientali previste dal documento del ministero della sanità del 4 aprile 2000 "Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi", nel 2009 si è mantenuta l'attività di controllo dei rischi di legionellosi nelle case di riposo attraverso l'implementazione del progetto " Le attività di prevenzione attiva per la salute della comunità: il controllo della legionella nelle case di riposo" promosso dal servizio igiene e sanità pubblica, e si è, inoltre, mantenuta l'attività di campionamento di acqua per il consumo umano presso la singola utenza conseguente alla notifica di "caso" di legionella. 118 AREA PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Nel corso dell’anno 2009, l’unità locale socio sanitaria ha perseguito, per alcuni bisogni di salute, una politica di mantenimento dei livelli di soddisfazione già garantiti, nei termini di seguito descritti: - - - - - - - sono stati mantenuti i livelli prestazionali di attività di vigilanza e controllo degli ambienti di lavoro, le visite mediche con accertamenti specialistici, gli interventi per la tutela delle categorie deboli (gravide, minori e disabili), il coordinamento e controllo dell’attività dei medici competenti aziendali, la gestione di registri di lavoratori esposti a rischio. L’insieme di tali prestazioni è finalizzato alla riduzione dell’incidenza di infortuni sul lavoro e malattie professionali, in particolare dei decessi per tumori da rischio lavorativo specifico diagnosticabili precocemente; è ormai consolidata, presso la sede di Castelfranco Veneto, l’operatività dell’ambulatorio specialistico di allergologia occupazionale finalizzato a soddisfare una esigenza diagnostica dell’azienda, dare supporto ai medici competenti e curanti del territorio e fornire una prestazione tempestiva in ambito u.l.ss. con ricaduta positiva sulla riduzione delle liste di attesa esistenti. L’attività è integrata con lo specialista dermatologo del poliambulatorio di Castelfranco Veneto per una presa in carico dei pazienti in una unica struttura e sessione ambulatoriale; con riferimento alla presenza di fattori di rischio negli ambienti di lavoro, è proseguita l’attività di vigilanza e controllo e sono stati dati pareri preventivi sugli insediamenti produttivi e sui piani di lavoro amianto; in modo particolare è ormai pratica permanente il cosiddetto sistema della “vigilanza qualificata” che prevede la preventiva concertazione degli interventi con le parti sociali, l’invito degli imprenditori a riunioni tecniche con diffusione di materiale tecnico operativo e la successiva verifica ispettiva con consegna del verbale in contradditorio tecnico con le aziende; è stato, inoltre, mantenuto il sistema di sorveglianza sanitaria nei lavoratori ex esposti ad amianto non più in carico alle aziende, attraverso l’attivazione di un protocollo diagnostico mirato, concordato con la Regione del Veneto e l’Università degli Studi di Padova. Tale protocollo prevede la presa in carico delle conseguenti problematiche assicurative e medico legali. Sono stati esaminati nel corso dell’anno 169 soggetti che portano a circa 1.400 il numero di lavoratori informati, visitati e sottoposti ad accertamenti specialistici, nel periodo 2000 – 2009, garantendo la presa in carico di tutti i soggetti ad alta esposizione. E’ stato esteso il programma anche ad ex lavoratori in comparti atipici o esposti ad amianto non appartenenti all’Ulss n. 8; nell’ambito dello scarso livello di percezione dei rischi legati a comportamenti scorretti in occasione di lavoro, sono state ulteriormente incrementate le attività di assistenza, educazione ed informazione sanitaria ed è stato prodotto del materiale educativo. In particolare sono stati realizzati interventi didattico-formativi in tutti gli istituti tecnici e professionali dei comuni dell’Ulss n. 8; per quanto concerne i comportamenti scorretti degli imprenditori, in riferimento ai fattori di rischio lavorativo, è stata assicurata assistenza sull’applicazione delle norme di 119 - prevenzione e sulla soluzione di problemi di sicurezza. E’ inoltre attiva in collaborazione con l’INAIL, l’Unindustria e la Regione, una rete regionale accessibile tramite web, composta da aziende con esperienze concrete e condivisibili in tema di prevenzione e sicurezza sul lavoro (Progetto Azienda sana); è stata completata, infine, l’implementazione del software gestionale comune per tutti gli SPISAL del Veneto relativo alle procedure di vigilanza, autorizzazione e polizia giudiziaria. Per quanto concerne gli obiettivi di sviluppo che l’azienda si è posta per l’anno 2009, si ritiene di evidenziare quanto segue: - a fronte della radicale revisione della normativa in tema di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro (D.Lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni), il servizio SPISAL ha attivato una campagna informativa finalizzata a diffondere le nuove conoscenze a livello di associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, categorie e collegi professionali. In questo contesto sono stati effettuati 15 specifici incontri-dibattito per un totale di circa 1.100 figure professionali formate (datori di lavoro, tecnici e consulenti, dirigenti e preposti aziendali, medici competenti). E' stato istituito anche uno spazio dedicato nello sportello informativo del servizio su temi di sicurezza e prevenzione; - è stato attivato e verificato, con audit interno al Dipartimento di Prevenzione, un processo di revisione e predisposizione della documentazione e del materiale necessario al servizio per sostenere la visita di verifica prevista ai fini dell’accreditamento istituzionale (Legge n.22/2002). In riferimento alle prestazioni, si rileva che, nel periodo 2005-2009, la normativa di pianificazione regionale ha previsto alcune linee di tendenza soprattutto nell’area sanitaria: - - - la dismissione o il ridimensionamento di alcune prestazioni ritenute poco efficaci secondo i principi dell’“evidence based prevention” come le visite mediche preventive ai minori ed apprendisti; lo sviluppo od il potenziamento di nuovi filoni di attività come la sorveglianza sanitaria degli ex esposti a cancerogeni, la tutela delle categorie deboli, la formazione ed assistenza, la promozione della salute negli ambienti di lavoro, il “disability management”, la promozione di stili di vita corretti; l’impegno nell’attivazione di reti e progetti trasversali che necessita di una notevole quantità di attività indiretta e non è rapportabile al numero di prestazioni effettuate; l’incremento dell’attività di vigilanza e controllo in comparti ad alto rischio infortunistico (edilizia, agricoltura, metalmeccanica). 120 IGIENE DEGLI ALIMENTI Allo scopo di migliorare e tutelare la sicurezza dei prodotti alimentari e ridurre i rischi per la salute umana, l'azienda svolge diverse attività di controllo e di vigilanza sui prodotti alimentari di origine animale o vegetale e sulle bevande, inclusa l’acqua destinata al consumo umano. Tali controlli, che hanno anche l’obiettivo di individuare eventuali contaminazioni di tipo fisico, chimico e microbiologico, prevedono la collaborazione con associazioni di categoria, enti ed istituzioni varie. I destinatari e i committenti delle prestazioni sono ditte, pubbliche amministrazioni, consorzi ed associazioni, privati cittadini. Prodotti alimentari non di origine animale - - - Per quanto riguarda i controlli sui prodotti alimentari non di origine animale, l'azienda, nel corso del 2009: ha effettuato tutti i campioni di alimenti previsti dal piano regionale di campionamento anno 2009, per un totale di 189, prelevando diverse tipologie di alimenti per l’analisi chimica e/o batteriologica; alcuni prodotti alimentari di origine vegetale sono stati prelevati per la ricerca dei residui di prodotti fitosanitari e del contenuto di O.G.M. I campioni prelevati sono risultati regolamentari dal punto di vista analitico nella totalità dei casi, confermando una tendenza già in corso negli anni precedenti; ha proseguito la propria attività, secondo quanto previsto dalle recenti normative della Regione Veneto DGR n. 3710 del 20 novembre 2007 e DDR n. 140 del 5 marzo 2008, rilasciando un totale di 534 attestazioni di registrazione, per lo svolgimento delle attività degli esercizi di produzione, deposito, confezionamento, trasporto e vendita di alimenti e bevande. Ha continuato ad erogare le consulenze verbali all’utenza, richieste a seguito della nuova normativa; ha mantenuto l’attività di controllo delle malattie trasmesse con gli alimenti nell’ambito delle manifestazioni aperte al pubblico soggette ad autorizzazione sanitaria per la somministrazione temporanea di alimenti, quali le “feste paesane” e altre manifestazioni a carattere temporale. L’attività di verifica dei requisiti igienico sanitari per il rilascio dell’autorizzazione temporanea, ha comportato complessivamente nell’anno 2009 il rilascio di n. 107 attestazioni di registrazione da parte del servizio. Per quanto riguarda l’attività di controllo rivolta agli esercizi di produzione, deposito, confezionamento e vendita di alimenti e bevande, la percentuale di ditte che applicano tutte le prescrizioni connesse alle attività di vigilanza entro i tempi previsti, è risultata essere dell’80%. In collaborazione con i servizi veterinari è continuata l’attività di ispezione presso le mense scolastiche del territorio di competenza, riscontrando una soddisfacente conduzione dell’attività e delle condizioni igieniche. Sono stati erogati, inoltre, n. 171 pareri preventivi sulle attività produttive citate, riscontrando che la percentuale di pareri erogati entro 15 giorni è risultata essere del 96 %. E' stata mantenuta l'attività per quanto riguarda l'ispettorato micologico. Tale attività prevede l'effettuazione di perizie micologiche da parte del personale tecnico della 121 prevenzione, su richiesta di privati raccoglitori o ditte commercializzanti funghi, e la consulenza al servizio di pronto soccorso in caso di sospetto di intossicazione da funghi. Nell’ambito del progetto regionale F.A.S. “fitosanitari, ambiente, salute” l'ulss: - - - ha sviluppato l’area tematica assegnata riguardante i requisiti propri degli esercizi di deposito e vendita dei prodotti fitosanitari, non rilevando nel complesso irregolarità e carenze; ha promosso presso i venditori dei prodotti fitosanitari, la rendicontazione annuale on line delle vendite dei prodotti fitosanitari, in collaborazione con l’ARPAV, adottata ormai da più del 50% delle rivendite; ha rilasciato i pareri per le autorizzazioni sanitarie e le vidimazioni dei registri degli esercizi di deposito e vendita dei prodotti fitosanitari; ha collaborato per lo svolgimento degli esami di verifica rivolti agli utilizzatori dei prodotti fitosanitari, nonché al rilascio ed al rinnovo delle abilitazioni dei richiedenti, abilitandoli alla vendita dei prodotti fitosanitari. Sono stati effettuati, inoltre, i controlli sull’acqua destinata al consumo umano con il monitoraggio delle fonti di approvvigionamento e dei tratti della rete acquedottistica del territorio di competenza. E’ stato sottoposto a controllo di verifica il 100% dei 70 pozzi e sorgenti individuati, mentre in rete acquedottistica sono stati monitorati 229 punti. Le analisi chimiche e batteriologiche confermano nel complesso, rispetto ai limiti previsti dalla normativa vigente, la buona qualità dal punto di vista organolettico, chimico e batteriologico delle acque, andamento che si rileva costante nel tempo. Prodotti alimentari di origine animale L’attività di vigilanza sui prodotti alimentari di origine animale, da un punto di vista istituzionale, si basa sull’applicazione del “Pacchetto Igiene”, un complesso strutturato ed organico di regolamenti comunitari che ha come finalità la tutela della salute del consumatore, garantendogli la produzione e la commercializzazione di alimenti privi di contaminanti di natura biologica, chimica e fisica. La normativa affida al veterinario pubblico incalzanti obblighi di presenza continuativa nei macelli, negli stabilimenti di trasformazione, nei depositi di alimenti, nei supermercati, nei punti vendita sia all’ingrosso che al dettaglio e delega, sempre al veterinario pubblico, il controllo dei requisiti igienico sanitari degli automezzi deputati al trasporto degli alimenti di origine animale. Da un punto di vista operativo, nell’Ulss n. 8, il servizio si caratterizza per la necessaria elasticità organizzativa non solo per far fronte agli impegni istituzionali basati sul “Pacchetto Igiene” ma anche per il trend molto positivo del numero di insediamenti produttivi presenti nel nostro territorio. Si descrivono di seguito le attività più significative ed i principali risultati ottenuti nel corso del 2009: - ispezione negli stabilimenti di macellazione industriali riconosciuti CE; - ispezione nei macelli a capacità limitata a riconoscimento regionale; - vigilanza nei laboratori di preparazione di prodotti a base di carne riconosciuti CE; - vigilanza negli spacci di prodotti di origine animale (macellerie, gastronomie, Kebab e mercati settimanali); - vigilanza negli agriturismi con laboratori annessi di preparazioni di prodotti carnei; 122 - vigilanza ed assistenza nei laboratori dedicati alle P.P.L. (piccole produzioni locali); campionamenti su matrici alimentari per la ricerca di patogeni e residui di farmaci e di inquinanti ambientali previsti dai Piani Nazionali e Regionali; attività istruttorie per i riconoscimenti CE e registrazioni di nuove attività di competenza veterinaria; prestazioni suppletive richieste dalla Regione per il controllo della rintracciabilità dei prodotti alimentari e per l'etichettatura delle carni bovine; percorsi formativi per quattro auditors e soddisfacimento delle richieste individuali dei corsi E.C.M. Le macellazioni degli ungulati domestici sono passate da 39.816 capi a 41.213; i macelli avicoli hanno mantenuto i numeri dell'anno precedente, mentre c'è stato un considerevole incremento della macellazione dei conigli che si è attestata su 420.506 capi macellati, corrispondente ad un 30% in più rispetto all'anno 2008. Tutti gli animali sottoposti a test per l'Encefalopatia spongiforme bovina e per la ricerca della trichinosi, compresi i 648 suini macellati a domicilio, sono risultati negativi. Nei 33 laboratori riconosciuti CE, è stata garantita l'attività di vigilanza programmata sulla base dell'analisi del rischio con l'esecuzione di mediamente due controlli analitici ufficiali per struttura. Nelle macelleria e nei supermercati con annessa rivendita di carni e di prodotti della pesca, oltre all'attività di vigilanza, sono stati effettuati 42 controlli analitici ufficiali. Nell'ambito dell'attività relativa alle piccole produzioni locali siamo passati dalle 22 strutture del 2008 a 34 nel 2009. Sono stati organizzati 4 corsi ciascuno di 12 ore per l'educazione sanitaria del personale coinvolto in questo progetto produttivo. In collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie sono stati organizzati 3 corsi, ciascuno di 3 ore, per il personale addetto alla produzione e vendita delle sostanze alimentari in attuazione della legge regionale n. 41/2003. Sono stati coinvolti 75 operatori del settore. Nel corso del 2009 il servizio ha effettuato complessivamente 1714 atti di vigilanza sanitaria comprensivi sia di quelli imposti dalle normative che quelli decisi su base discrezionale dal servizio stesso. Tra le attività più significative si ricordano i controlli svolti per la tutela igienico sanitaria del latte e dei prodotti a base di latte. L’attività di vigilanza sui 22 stabilimenti riconosciuti CE presenti nel territorio è stata condotta, nel corso dell’anno 2009, secondo le modalità previste dal DDR 292/07, articolandosi su 265 sopralluoghi complessivi, comprensivi di 147 attività di verifica, delle quali 78 con utilizzo di check-list. Complessivamente sono state aperte 11 non conformità, delle quali 3 di carattere strutturale e 8 relative alla gestione igienico-sanitaria dello stabilimento o all’attuazione delle procedure di autocontrollo; tutte le non conformità sono state risolte entro l’anno 2009. In totale sono stati condotti 47 campionamenti su prodotti finiti e materie prime per l’effettuazione di analisi sia di natura microbiologica che chimica; tutti gli esiti sono risultati conformi a quanto previsto dalla normativa vigente. Le strutture del settore lattiero caseario soggette a registrazione ai sensi della DGR del 3 ottobre 2007, sono rappresentate da 18 caseifici aziendali con attività di trasformazione e vendita al dettaglio, 14 dei quali situati sui massicci del Monte Grappa e del Monte Cesen, 3 depositi di prodotti a base di latte confezionati o già stagionati, 15 aziende esercitanti la 123 vendita diretta di latte crudo al consumatore finale tramite distributori automatici e 35 gelaterie artigianali. Tutte le strutture sopra elencate sono state oggetto di almeno un sopraluogo ispettivo nel corso dell’anno.Sono stati effettuati campionamenti sul formaggio al latte crudo prodotto nel periodo di alpeggio in ciascuna delle 14 malghe per la ricerca del parametro “stafilococchi coagulasi positivi”: tutti i campioni sono risultati favorevoli. Sono stati, inoltre, condotti complessivamente 156 campionamenti di latte crudo all’erogazione dai distributori automatici per la ricerca dei parametri chimici e microbiologici previsti dalla normativa vigente: si sono avute 7 non conformità riguardanti i valori medi (medie geometriche calcolate su più campioni) dei parametri cellule somatiche e carica batterica totale: in tutti i casi vi è stato un pronto rientro nella conformità da parte degli operatori coinvolti. Le analisi non hanno mai evidenziato la presenza di germi patogeni o di aflatossina M1 oltre i limiti di tolleranza. 124 AREA MEDICINA LEGALE Nel corso dell’anno 2009 sono stati confermati, per i bisogni di salute, i livelli di soddisfazione già garantiti; è bene ricordare che i livelli uniformi di assistenza sanitaria che si deve assicurare derivano da un sistema complesso di prestazioni sanitarie obbligatorie, previsto da molteplici disposizioni di legge. Le prestazioni erogate confermano una costante progressione, con particolare riferimento all’invalidità civile, all’avvio al lavoro della persona disabile e soprattutto al riconoscimento dello status di portatore di Handicap ai sensi della L.104/92. E’ stata riscontrata una crescita esponenziale di casi particolari che hanno determinato un aumento delle richieste di visite urgenti domiciliari e, di conseguenza, è emersa la necessità di convocare delle commissioni straordinarie ai sensi della L. 80/2006. A partire dal 1° novembre 2009 è avvenuto il cambio dei segretari delle commissioni invalidi civili, con adeguata formazione dei nuovi operatori di fronte a tematiche nuove per la loro professionalità, sotto la pressione di nuove ed incalzanti novità legislative, quasi mensili, riguardanti la normativa per la Invalidità Civile. Sono aumentate di oltre il 40% le richieste di accertamento ai sensi della Legge 104/92; si è passati, infatti, da 912 richieste del 2008 a 1418 richieste del 2009. Tale aumento è stato motivato dalla necessità, per molti invalidi, di essere in possesso del riconoscimento di portatore di Handicap ai sensi dell’art.3 della legge 104/92 da inoltrare al sostituto d'imposta (CAF) per ottenere un bonus fiscale da 200 € a 1000 € a seconda del reddito familiare. L’aumento delle richieste di accertamento dello stato invalidante è direttamente collegato all’allungamento della vita media della popolazione ed al correlato aumento delle patologie croniche ed invalidanti, così come l’accresciuta coscienza dei propri diritti ed una più attenta ricerca di collocamento occupazionale fa lievitare la richiesta di relazioni conclusive per l’avvio al lavoro. E’ continuata la collaborazione tra vari servizi del dipartimento volta ad indirizzare immediatamente e correttamente i cittadini verso la struttura che eroga la prestazione richiesta, assicurando agli stessi libero accesso a tutte le sedi ambulatoriali, indipendentemente dalla residenza e con risposte uniformi, facendo opportunamente conoscere agli utenti i loro diritti e migliorando perciò la relazione degli stessi con il servizio. In materia di invalidità civile, al fine di soddisfare il crescente numero di istanze e di ridurre i tempi degli accertamenti, sono proseguiti gli incontri di aggiornamento con le commissioni mediche collegiali ed integrate, in collaborazione con il servizio per l’handicap dell’età adulta, con gli psicologi e gli psichiatri componenti le commissioni 125 Continua ad essere svolta attività formativa ed informativa a favore degli operatori dei patronati e delle assistenti sociali dei comuni al fine di migliorare l’accessibilità e diffondere la conoscenza delle prestazioni offerte dal servizio di medicina legale. E’ stata curata, in maniera particolare, la qualità dei verbali di riconoscimento degli stati invalidanti in toto, tant’è che la commissione medica di verifica dell’INPS di Treviso ha di fatto confermato quasi tutte le proposte avanzate dal servizio (nel 2009 su circa 1.400 proposte di indennità di accompagnamento, la commissione medica di verifica non ha confermato venti casi). Questa accuratezza negli accertamenti ha permesso di anticipare di 60 giorni l’istruttoria e la concessione delle indennità di accompagnamento a favore degli aventi diritto: persone deboli e disagiate. I tempi medi per l’emissione del documento riassuntivo per la concessione del beneficio economico agli invalidi civili sono sempre contenuti entro 15 giorni dall’approvazione definitiva del verbale. I tempi di attesa dal momento della presentazione della domanda al momento in cui viene effettuata la visita collegiale per il riconoscimento dello status di invalido civile per il 2009 si sono attestati mediamente sui 50 gg., con minimi di 10 gg. per il riconoscimento della invalidità civile ai sensi della legge 80/2006 (malati neoplastici) a minimi di 10-20 gg. per visite domiciliari urgenti, in presenza di certificazioni sanitarie che deponevano per l’imminente pericolo di vita del richiedente. Analogamente, le relazioni conclusive per l’inserimento al lavoro della persona disabile, accuratamente redatte, convalidate dalla commissione medica di verifica, hanno permesso un sollecito inserimento di n. 224 disabili fisici, psichici ed intellettivi nel circuito lavorativo, con positive ricadute sociali ed economiche. In materia di polizia mortuaria, la procedura standard e la modulistica unificata preparata dal servizio ed adottata da tutti i comuni dell’unità locale socio-sanitaria n. 8, ottimizzando l’operatività dei medici necroscopi, del personale degli obitori ospedalieri, degli uffici di stato civile comunali e degli operatori del settore funerario, ha semplificato gli adempimenti burocratici. E’ continuata la collaborazione con le direzioni mediche di presidio ospedaliero di Castelfranco Veneto e di Montebelluna, unitamente alla collaborazione del Servizio trasfusionale - Centro per le malattie del sangue dei due presidi, ed è stata, inoltre, implementata la collaborazione con la CMO dell’Ospedale Militare di Padova, nonché con la Ulss n.16 sempre di Padova, che eroga i benefici economici per le pratiche di indennizzo ex legge 210/92, la quale prevede un riconoscimento economico a favore di soggetti danneggiati irreversibilmente da complicazioni insorte a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue e somministrazione di emoderivati. E’ continuata la collaborazione con gli enti pubblici, assicurando le visite fiscali di controllo sui dipendenti ammalati, mantenendo lo standard medio di attesa di 24 ore dalla richiesta, nonostante il numero enorme di controlli richiesti dalle P.A. in seguito al decreto “Brunetta”; si è passati, infatti, da 2.037 controlli nel 2008 a 5.297 controlli del 2009. 126 AREA EDUCAZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE All’interno dell’u.l.ss. vengono svolte attività di educazione e promozione della salute attraverso il lavoro svolto da diversi servizi e unità operative con la collaborazione anche di soggetti esterni quali scuola, comuni, enti, associazioni. La finalità è quella di educare e promuovere la salute della popolazione attraverso attività ed iniziative riconducibili a vari aspetti della vita umana, individuale e sociale; questo offre alla popolazione la possibilità di conoscere, valutare e adeguare i propri comportamenti e stili di vita al fine di migliorare e prendersi cura in modo consapevole della propria salute. A tale scopo, in un contesto di collegialità ed intersettorialità, sono state attivate diverse azioni, tra le quali si segnalano: - scuola: promotrice di salute; territorio: cittadini insieme per la salute; collaborazioni con altri enti; informazione, formazione e documentazione; progetti innovativi. Scuola: promotrice di salute La scuola, come nelle passate esperienze, ha dimostrato interesse verso gli interventi di educazione e di promozione della salute. Molti sono stati i servizi e le unità operative che hanno collaborato sia per l'attività di consulenza sia per interventi diretti per docenti, studenti, genitori e personale della scuola (addetti alle mense scolastiche, assistenti amministrativi). Nel corso dell’anno è maturata l’esigenza di offrire alla scuola un impegno ancora maggiore sul piano della formazione dei docenti, in linea con le indicazioni degli uffici referenti del centro servizi amministrativi della provincia (ex provveditore agli studi), grazie anche alla stipula di un protocollo d’intesa per la pianificazione territoriale degli interventi di educazione e promozione alla salute per la valorizzazione delle politiche giovanili e la prevenzione delle tossicodipendenze, sottoscritto dai direttori generali delle aziende sociosanitarie della provincia, dai presidenti delle conferenze dei sindaci e dal provveditore agli studi di Treviso. Alla fine del mese di ottobre 2009 è stato stipulato l’accordo di rete tra l’azienda socio sanitaria, la Conferenza dei sindaci, le istituzioni scolastiche secondarie di primo grado statali e paritarie, direzioni didattiche e scuole materne paritarie per lo svolgimento di attività di educazione e promozione alla salute. La formazione è stata realizzata con lezioni frontali e con la costituzione di gruppi di lavoro tra personale scolastico e personale dell’unità locale socio sanitaria. La fattiva collaborazione e la partecipazione dei docenti e degli studenti ha permesso un lavoro continuo di verifica al fine di mirare gli interventi e integrare le risorse necessarie per soddisfare i bisogni espressi dagli studenti, dagli operatori scolastici (dirigenti, docenti) e dai genitori. 127 Lavorare con la scuola costituisce per l’unità locale socio-sanitaria n. 8 un’occasione privilegiata per attivare un “dialogo” con le persone relativamente alle questioni di salute e qualità della vita e per promuovere una cultura che valorizzi le capacità personali inerenti alla tutela o al recupero delle condizioni di benessere all’interno del mondo del sociale. Sono stati realizzati 21 percorsi formativi pubblicizzati attraverso la stampa di 6.000 fascicoli a colori e divulgati a tutti i dirigenti dei plessi scolastici di ogni ordine e grado, ai rappresentanti degli studenti e delle famiglie, ai distretti scolastici, e alle amministrazioni comunali. tabella n. 12: soggetti che hanno usufruito delle attività di Educazione alla Salute nell’anno 2009. scuola infanzia scuola primaria scuola secondaria I° grado scuola secondaria II° grado totale plessi scolastici 15 52 20 65 152 docenti/genitori 202 29 2 35 268 classi 30 150 81 341 602 studenti 607 3603 1380 8150 13740 Le tematiche prevalenti sono state le seguenti: - prevenzione degli incidenti, primo soccorso e pronto soccorso; promozione all’orientamento sulla donazione di organi; educazione alimentare; informazione ed educazione alla relazione ed alla sessualità; prevenzione del disagio dei bambini provocato dal ricovero ospedaliero; stili di vita liberi da dipendenze (prevenzione alcol, tabagismo, sostanze psicoattive, psicotrope, disturbi della condotta alimentare); educazione alla relazione uomo-animale. tabella n. 13: riassuntiva area scuola - anno 2009. scuola infanzia scuola primaria scuola secondaria i° scuola secondaria ii° totale popolazione studenti studenti partecipanti ai progetti 7.330 12.520 7.593 12.737 40.180 607 3.603 1.380 8.150 13.740 percentuale di studenti che hanno partecipato ai progetti 8,2% 28,7% 18,1% 63,9% 34,1% Territorio: cittadini insieme per la salute Numerose e diverse sono state le iniziative svolte in collaborazione con le amministrazioni comunali, che si sono dimostrate propositive e disponibili. I temi principali proposti all’attenzione sono stati: - 4 corsi per la popolazione di disassuefazione dal fumo, cui hanno partecipato 144 persone; 128 - - la prosecuzione (quarta fase) del progetto “legger&benessere”, in collaborazione con l’associazione pediatri di Asolo e le biblioteche comunali (coinvolti 16 pediatri, 480 bambini dai 5 ai 6 anni e le relative famiglie); prosecuzione del progetto regionale “Nati per leggere”, in collaborazione con il coordinamento biblioteche montebellunese e l’associazione culturale pediatri; implementazione del progetto “Percorso culturale, educativo per un benessere equilibrato” con l’associazione “Oggi domani insieme” e l’amministrazione comunale di Nervesa della Battaglia. E’ stato realizzato un percorso formativo con 6 incontri a tema con la partecipazione di 45 persone. I due gruppi a confronto, costituiti per la formazione, hanno beneficiato della supervisione di 3 professionisti dell’azienda socio sanitaria. Collaborazione con altri enti - Partecipazione ai tavoli di lavoro costituiti a livello provinciale (amministrazione Provinciale e Prefettura) sulle seguenti tematiche: 4 incontri sul tema “contrasto delle condotte contrarie alle norme della convivenza in ambito scolastico – progetto Anime graffianti; 3 incontri sul progetto “moving school – il gioco della salute”, progetto provinciale Facciamo la mossa giusta. Collaborazione al programma Regionale di Prevenzione delle patologie fumo-correlate, area disassuefazione. Informazione, formazione e documentazione E’ stata aperta al pubblico e agli operatori una biblioteca con annesso centro di documentazione contenente una vasta gamma di testi, riviste e film inerenti l’informazione, l’educazione e la promozione della salute. Al momento attuale vengono gestiti 2594 libri e 1052 dvd, anche attraverso una ricerca bibliografica su temi specifici. Progetti innovativi realizzati nel corso dell’anno Vengono evidenziati, di seguito, gli ambiti innovativi del servizio per l’anno 2009: - - - è stato attivato il progetto “Liberare la storia per riscrivere la vita”, in collaborazione con il servizio per l’handicap dell’età adulta, percorso autobiografico che vede la partecipazione di 15 operatori (educatori, educatrici e assistenti sociali) e di 19 persone che frequentano i centri diurni e residenziali; è stata realizzata un’indagine conoscitiva sulle abitudini ed emozioni legate alla relazione con gli animali che vede la partecipazione di 2 scuole secondarie di I° grado con un totale di 776 studenti, il 73% dei quali possiede un animale; sono stati effettuati 5 incontri sul tema dell’omosessualità in collaborazione con cineforum, l’associazione “Altrimenti” di Altivole e il comune di Altivole; sempre nella continuazione dell’accordo di rete stipulato nell’ottobre 2008 tra le scuole secondarie di II° e l’Ulss, sono stati realizzati, nella primavera del 2009, 34 focus group negli istituti scolastici di secondo grado presenti nel territorio dell’azienda, allo scopo di individuare i bisogni di formazione di insegnanti e di studenti e predisporre un piano di intervento adatto a quanto da loro dichiarato. A questi focus hanno partecipato 650 studenti; 129 - sono stati realizzati 2 focus group, ai quali hanno partecipato 22 docenti che hanno espresso i loro bisogni formativi su tematiche dell’adolescenza. A seguito di questi incontri si sono realizzati 3 percorsi formativi e informativi sulle seguenti tematiche: la relazione educativa tra adulti-docenti e adolescenti in un contesto di apprendimento in classe; la percezione e gli atteggiamenti dei giovani nei confronti del rischio; la progettazione nell’ambito dell’educazione alla salute nella scuola; - si è svolto il primo concorso: SMS: “scrivere messaggi di salute”, rivolto agli studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado. Hanno partecipato 500 ragazzi e ragazze provenienti da 14 scuole secondarie di secondo grado. E’ stata realizzata la festa di premiazione il giorno 29/11/2009 con il patrocinio del comune di Montebelluna. 130 IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI E SANITA’ ANIMALE Il territorio dell’u.l.ss. si qualifica come realtà zootecnica particolarmente sviluppata, in particolare spiccano l’allevamento dei bovini da carne, che rappresenta il 18% dei capi allevati in Veneto, e l'allevamento dei conigli che raggiunge il 22% dei capi allevati nel territorio regionale. Importante è anche il settore della trasformazione dei prodotti a base di latte con la presenza di 40 ditte, alcune delle quali sono leader in ambito nazionale. tabella n. 14: allevamenti in Veneto e nel territorio dell’Ulss per specie, tipologia e consistenza capi allevati. Dati estratti al 31/12/2009. tipologia produttiva da carne n. allevamenti n. allevamenti n. capi Ulss n.8 Regione Veneto Ulss n. 8 n. capi Regione Veneto % capi Ulss n. 8/ capi Regione 1.343 8.348 507.180 93.195 18,4% 877 7.614 336.784 22.723 6,7% ovini 73 704 3.151 36.458 8,6% caprini 116 787 1.069 8.050 13,3% suini 538 1.386 77.274 330.932 23,4% equini 623 6.671 3.443 37.830 9,1% avicoli 139 2.255 1.537.399 68.937.406 2,2% conigli 164 2.790 742.372 3.305.125 22,5% bovini da riproduzione * percentuale rispetto al numero di capi della regione. Fonte dati: Regione Veneto. Criteri di estrazione per le strutture da controllare: ragione sociale; n. allevamenti con capi >0. Nell’ambito del sistema di identificazione e di registrazione dei capi bovini, sono stati favoriti i sistemi informatici di comunicazione e trasmissione delle informazioni da parte degli allevatori nell’ottica della semplificazione amministrativa, garantendo la presenza del servizio amministrativo di anagrafe zootecnica nelle sedi di Vedelago, Asolo, Valdobbiadene e Montebelluna. Nell’ambito dei controlli sulla corretta applicazione del sistema al fine di garantire la corresponsione dei premi PAC agli allevatori, sono stati mantenuti i consueti controlli sanitari previsto dai regolamenti comunitari. In applicazione delle disposizioni sul trasporto di animali vivi, tutte le ditte di trasporto sono state autorizzate secondo la procedura comunitaria e registrate sul sistema comunitario “traces”. Per consentire ai nuovi operatori di svolgere l’attività senza incorrere in pesanti sanzioni è stato organizzato un corso di formazione per conducenti e guardiani in accordo con la Regione Veneto. A garanzia del benessere degli animali ed allo scopo di evitare sleali concorrenze da parte di operatori stranieri è stata condotta una indagine sulla applicazione 131 della norma da parte degli operatori degli altri Paesi che ha evidenziato un comportamento virtuoso da parte dei trasportatori italiani. La Blue Tongue è una malattia relativamente grave per il bovino che determina forti danni economici legati al blocco delle movimentazioni delle specie sensibili. La malattia ha interessato i Paesi europei storicamente nostri fornitori di ristalli imponendo l’adozione di piani di controllo attraverso il monitoraggio della presenza dell’insetto vettore e del tasso anticorpale negli animali sentinella. In ambito Veneto le provincie di Verona e Mantova hanno avuto un blocco delle movimentazioni per tutto il 2009. Per quanto riguarda l’allevamento del suino la persistenza di focolai di malattia vescicolare in altre regioni ha comportato una intensificazione dei controlli con una attività di monitoraggio semestrale in tutti gli allevamenti. Questo ha garantito il mantenimento dell’accreditamento degli allevamenti e la libera movimentazione degli animali. Contemporaneamente è stato avviato il percorso di accreditamento delle aziende nei confronti della trichina, parassita che può colpire l’uomo attraverso l’ingestione di carni infestate. Questo rappresenta un grosso vantaggio commerciale oltre che di sanità pubblica in quanto riduce i costi di analisi ed evita i tempi di attesa delle carcasse in attesa degli esiti. All’accreditamento è legata la verifica fatta dal servizio sull’applicazione delle biosicurezze nell’allevamento suino allo scopo di prevenire l’introduzione di malattie e migliorare la sicurezza alimentare dei prodotti. L’influenza aviaria ed in particolare il pericolo paventato di una possibile pandemia attraverso la “febbre suina” ha portato ad allertare il servizio che ha attivato, su indicazione regionale, un monitoraggio costante sugli allevamenti avicoli con 676 indagini di laboratorio. L’anemia infettiva degli equidi ha comportato una attività di monitoraggio sierologico su tutti i capi non destinati all’ingrasso (1792 equidi) evidenziando un risultato totalmente favorevole. La riduzione delle zoonosi alimentari rappresenta un importante obiettivo del legislatore comunitario che attraverso il Reg. CE 2160/2003 ha definito le tappe e i risultati da raggiungere in termini di riduzione degli agenti zoonosici in funzione della maggior sicurezza alimentare degli alimenti per l’uomo. Il programma di riduzione delle salmonellosi ha previsto un piano di risanamento nelle ovaiole, nei riproduttori e nei polli da carne. Il percorso è iniziato con la verifica della applicazione e della conformità dei manuali di autocontrollo delle aziende ed il controllo microbiologico ambientale da parte dei produttori. Oltre alle attività caratterizzanti, sono state garantiti i bisogni istituzionali e le richieste a domanda individuale, in particolare: - - le grandi profilassi di stato (TBC, BRC, LBE, IBR, BVD) sono state effettuate in tutte le 1.000 aziende bovine da riproduzione ed ovi-caprine, confermando la qualifica di allevamenti ufficialmente indenni. a fronte di frequenti segnalazioni di lesioni tubercolari rilevate in macello su animali da carne importati e con la necessità di ridurre il rischio di compromettere i risultati raggiunti in 40 anni di lavoro per eradicare la tubercolosi e la brucellosi dall’allevamento bovino da 132 latte, è stato applicato un protocollo di vigilanza straordinario basato sulla valutazione del rischio in collaborazione con il Centro Regionale di Epidemiologia. La presenza nel territorio di questa Ulss di importanti centri di raccolta degli animali per la commercializzazione in ambito nazionale e comunitario ha indotto a programmare le necessarie verifiche sulla base dei mutati rischi sanitari. Con l’allargamento della UE la probabilità di introduzione di malattie infettive è aumentata sia per una situazione sanitaria di base appena sufficiente in alcuni paesi, sia per uno scarso controllo alle nuove frontiere spostate ad est verso territori a situazione sanitaria ancora più arretrata. Pertanto, allo scopo di ridurre il rischio di introduzione di malattie infettive gravi o quanto meno di evitare di diffonderle al resto del territorio nazionale, è stata attivato un programma di controlli sulle stalle di sosta e sui centri di raccolta abilitati a commerciare in ambito europeo, con 156 interventi puntuali e documentati, per la verifica dell’applicazione dei protocolli di sicurezza, della tracciabilità delle movimentazioni, della appropriatezza delle documentazioni sanitarie. La salvaguardia della salute degli animali e la tutela dei cittadini è stata garantita da puntuali visite cliniche ed accertamenti diagnostici, che hanno preceduto il rilascio di 3800 certificazioni di idoneità alla movimentazione degli animali verso altre strutture di allevamento e di macellazione. Costante è l’impegno per la formazione degli operatori allo scopo di migliorare le conoscenze scientifiche, tracciare i nuovi percorsi della veterinaria pubblica, secondo una più moderna valutazione e gestione del rischio sanitario. Il Servizio è capofila di un progetto sperimentale sulla valorizzazione delle piccole produzioni locali ed in particolare nella produzione e vendita di carni avicunicole e salumi. E’ stato individuato il percorso sostenibile sia strutturale che gestionale, con un lavoro di squadra da parte della Veterinaria, delle organizzazioni di categoria e dei produttori, mettendo in atto anche un percorso di valutazione del rischio sanitario da consumo di prodotto, in collaborazione con i Servizi Veterinari Regionali e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Il percorso è finalizzato ad individuare eventuali criticità, trovare i percorsi di sicurezza per i produttori e quindi per il consumatore, creare un modello esportabile in altre realtà territoriali e per nuove tipologie di prodotto. Tutela del benessere negli animali da reddito In questo settore la normativa comunitaria ha definito in modo stringente i requisiti strutturali e gestionali al fine di innalzare il livello di benessere degli animali allevati. Sono stati effettuati 216 sopralluoghi per controllare il rispetto del benessere negli allevamenti di vitelli, suini e galline ovaiole e delle altre specie. Sono state formulate 12 prescrizioni per correggere criticità legate alle procedure di allevamento, alle attrezzature utilizzate e alla tenuta dei registri per la maggior parte a carico di allevamenti di galline ovaiole. Vigilanza e controlli sanitari sulla alimentazione degli animali Contemporaneamente ai nuovi regolamenti comunitari del cosidetto "pacchetto igiene" è entrato in vigore, dal 1° gennaio 2006, il regolamento 183/2005/CE che stabilisce i requisiti per l'igiene dei mangimi. Il regolamento definisce condizioni e disposizioni atte ad 133 assicurare la rintracciabilità dei mangimi fin dalla produzione primaria dei prodotti agricoli (coltivazione e raccolto). La normativa prevede che gli operatori del settore dei mangimi che effettuano operazioni diverse dalla produzione primaria applichino un sistema di analisi del rischio e dei punti critici di controllo (HACCP). Questo nuovo regolamento ha impegnato l’u.l.ss. a fornire agli operatori interessati informazioni dettagliate sulle modalità di adeguamento alla normativa per le diverse tipologie di attività. Le attività di vigilanza e controllo sull'alimentazione animale hanno interessato gli allevamenti e i mangimifici, con particolare riferimento ai sistemi di autocontrollo e alle buone pratiche di fabbricazione dei mangimi. Sono stati eseguiti 85 campioni presso strutture della filiera (allevamenti, mangimifici, centri di raccolta e distribuzione) per la ricerca di sostanze indesiderate, due campioni di mangime sono risultati non conformi per la presenza di ossitetraciclina e sulfadimetossina. Vigilanza e controllo degli animali morti in azienda e dei sottoprodotti di origine animale Si definiscono come sottoprodotti di origine gli scarti delle lavorazioni dei prodotti di origine animale, le parti di animali che non sono giudicate idonee per il consumo umano e ciò che deve essere distrutto in quanto non utilizzabile né per l’industria zootecnica, né come fertilizzante, né per la produzione di biogas o compostaggio. Nel corso del 2009 sono stati rilasciati 3.286 certificati per lo smaltimento di sottoprodotti di categoria 1, 2 o 3, la gran parte dei quali si è riferita allo smaltimento di animali morti in allevamento. Tutela degli animali d’affezione La domanda in questo settore cresce in modo progressivo, sia per l’aumento degli animali di proprietà sia per la maggiore sensibilità dei cittadini al tema del benessere degli animali. Da segnalare l’elevata percentuale dei cani randagi affidati a privati, risultato ottenuto anche grazie alla collaborazione fornita al servizio dalle associazioni di tutela degli animali d’affezione. In aumento anche le richieste di sterilizzazione di gatti appartenenti alle colonie con 315 interventi (55 nuove colonie censite) e di cani randagi catturati con 183 interventi. Si riscontra un aumento delle richieste di verifica del rispetto del benessere degli animali d’affezione con 45 interventi eseguiti nella maggior parte dei casi in collaborazione con la Polizia Municipale. 134 IL BILANCIO D’ESERCIZIO 2009 Premessa Il presente documento intende evidenziare l’andamento economico della gestione dell’Ulss n. 8 e fornire alcuni tra i più rappresentativi indicatori economici e patrimoniali basati sui dati del bilancio chiuso al 31 dicembre 2009. Chiude in perdita l’esercizio 2009 per 20,071 milioni di euro con un miglioramento rispetto al rendiconto del 4° trimestre 2009 di 2,255 milioni di euro, e tale miglioramento è dovuto ad un aumento del valore della produzione di 3,480 milioni di euro, ad un aumento dei costi della produzione per 1,508 milioni di euro, ad una diminuzione dei proventi e degli oneri finanziari per 6 mila euro, ad un decremento dei proventi e oneri straordinari per 157 mila euro e ad una diminuzione delle imposte e tasse per 447 mila euro. Alla data del 31 dicembre 2009 il bilancio evidenzia un patrimonio netto di 60,592 milioni di euro. L’esercizio 2009 si è svolto avendo quale importante riferimento di programmazione il monitoraggio trimestrale dei valori di bilancio con i relativi vincoli di bilancio imposti dalla Regione. Per quanto concerne questa azienda l’obiettivo imposto non è stato raggiunto. I dati consuntivi evidenziano un aumento del valore della produzione del 0,83% e del 5,23% rispetto al rendiconto riferito al 4° trimestre 2009 e al dato consuntivo 2008 cui fa riscontro un aumento dei costi della produzione relativamente al rendiconto del 4° trimestre dello 0,35% ed un aumento dello stesso rispetto al conto consuntivo 2008 del 3,81%. Ulteriori dettagli ed analisi saranno forniti nel paragrafo relativo all’“Analisi degli scostamenti rispetto al rendiconto trimestrale 2009 e al bilancio consuntivo 2008” di seguito esposto. Analisi scostamenti rispetto alla rendicontazione trimestrale 2009 e al bilancio consuntivo 2008. L’analisi degli scostamenti ha l’obiettivo di individuare ed analizzare le variazioni più rilevanti intervenute tra il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2009, il rendiconto del 4° trimestre 2009 e il bilancio consuntivo al 31 dicembre 2008. Al fine di rendere i dati tra loro confrontabili e meglio intelligibili, l’analisi degli scostamenti è svolta sulla base di un conto economico che riclassifica ed aggrega le principali componenti dei costi e ricavi operativi e non operativi. Nella pagina che segue sono riportati i conti economici riclassificati relativi al bilancio consuntivo 2009, al rendiconto del 4° trimestre 2009 ed al bilancio consuntivo 2008. 135 Consuntivo % 2009 Contributi in c/esercizio Proventi e ricavi diversi Concorsi, recuperi e rimborsi Compartecipazione alla spesa Costi capitalizzati VALORE DELLA PRODUZIONE Acquisti di beni Acquisti di servizi Manutenzione e riparazione Godimento beni di terzi Costi del Personale Oneri diversi di gestione Ammortamenti immob.Immateriali Ammortamenti immob.Materiali Svalutazione crediti Variazione nelle rimanenze Accantonamenti tipici dell'esercizio COSTI DELLA PRODUZIONE Proventi ed oneri finanziari Rettifiche di valore attività finanziarie Proventi ed oneri staordinari RISULTATO PRIMA IMPOSTE Imposte e tasse RISULTATO D'ESERCIZIO Rnd 2009 % Diff. In Diff. in % Consuntivo % % Cons Cons/Rnd 2008 09/08 365.957 43.956 4.835 7.112 556 422.416 48.857 203.272 1.026 48.013 118.193 1.714 409 13.398 86,6 365.898 87,3 10,4 41.718 10 1,1 4.207 1 1,7 7.112 1,7 0,1 100 418.935 100 11,2 48.974 11,3 46,5 203.212 46,7 0,2 1.127 0,3 11 49.591 11,4 27,1 116.718 26,8 0,4 1.861 0,4 0,1 395 0,1 3,1 13.007 3 0,02 5,36 14,93 0,83 - 0,24 0,03 - 8,96 - 3,18 1,26 - 7,90 3,54 3,01 - 651 2.498 436.729 301 0,1 747 0,2 0,6 1.082 0,2 100 435.220 100 308 - 12,85 130,87 0,35 - 2,27 349.587 38.744 5.589 6.915 571 401.406 44.337 200.736 1.969 33.472 113.974 1.511 491 13.025 29 - 204 11.365 420.705 - 13 2.593 - 11.419 8.652 - 20.071 2.751 - 13.226 9.100 - 22.326 - 5,74 - 13,66 - 4,92 - 10,10 2.122 - 17.190 8.612 - 25.802 87,1 4,68 9,7 13,45 1,4 - 13,49 1,7 2,85 0,1 100 5,23 10,5 10,19 47,7 1,26 0,5 - 47,89 8 43,44 27,1 3,7 0,4 13,43 0,1 - 16,70 3,1 2,86 0 - 100,0 0 219,12 2,7 - 78,02 100 3,81 - 1 - 2.415,38 22,2 - 33,57 0,46 - 22,21 I maggiori ricavi rilevati a consuntivo rispetto al dato previsionale riferito alla 4° rendiconto trimestrale sono inerenti alle voci sottoelencate: • Contributi in c/esercizio: tale voce evidenzia un aumento di 58 mila euro; • Proventi e ricavi diversi: l’aumento di tale voce è di 2,237 milioni di euro, pari al 5,3%; • Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche: l’incremento di tale voce è di 628 mila euro pari al 14,9%; • Costi capitalizzati: lo scostamento rilevato è di 554 mila euro; • Proventi finanziari: l’aumento è di 400 euro; • Proventi straordinari: lo scostamento è di 564 mila euro. I maggiori costi rilevati a consuntivo rispetto al dato previsionale riferito al rendiconto trimestrale, sono principalmente riconducibili alle voci di costo sotto elencate • Acquisto di servizi : tale voce evidenzia un aumento di 60 mila euro pari allo 0,03%; • Costi del Personale: l’aumento di tale voce risulta essere di 1,475 milioni pari al 1,2%; • Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali: lo scostamento rispetto al dato previsionale ammonta a circa 13 mila euro pari al 3,5%; • Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali: l’incremento di tale voce rispetto al dato previsionale ammonta a circa 390 mila euro pari al 3,0%; 136 • Variazione delle rimanenze: lo scostamento rispetto al dato previsionale è stato di 96 mila euro; • Accantonamenti tipici dell’esercizio; si registra uno scostamento rispetto alle previsioni pari a 1,415 milioni di euro; • Oneri finanziari: si registra un aumento di 6 mila euro; • Oneri straordinari: si ha un incremento di 721 mila euro; Si sono altresì manifestati dei risparmi in alcune categorie di costi che esponiamo di seguito: • Acquisti di beni: tale voce ricomprende sia l’acquisto di beni sanitari sia quelli non sanitari e registra un decremento di 116 mila euro pari allo 0,2%; • Manutenzione e riparazione: si evidenzia una diminuzione di 101 mila euro rispetto al dato del 4° rendiconto trimestrale pari al 8,9%; • Godimento beni di terzi: tale voce evidenzia uno scostamento rispetto al dato previsionale di circa 1,577 milioni di euro pari al 3,2%; • Oneri diversi di gestione: il decremento di tale voce rispetto al dato revisionale è di 147 mila euro pari al 7,9%; • Imposte e tasse: si evidenzia una diminuzione rispetto all’esercizio precedente di 447 mila euro, pari al 4,9%. Contributi in conto esercizio a destinazione indistinta I contributi in conto esercizio a destinazione indistinta costituiscono la componente di ricavo più significativa dell’azienda e rappresentano l’86,6% del valore della produzione. Tale voce accoglie, principalmente, le quote dei livelli essenziali di assistenza destinate dalla Regione alle aziende sanitarie in diretta gestione. Il criterio di ripartizione è basato sui bisogni sanitari e quindi l’ammontare è determinato come quota pro-capite per ciascun cittadino residente, parametrizzata per fasce d’età e per sesso, secondo standard di frequenza di accesso alle prestazioni sanitarie, rettificata con correttivi che considerano la specificità di situazioni territoriali particolari. Nel bilancio consuntivo 2009 il valore di tale voce è pari complessivamente a 365,957 milioni di euro di cui 355,360 milioni di euro relativa all’assegnazione del Fondo Sanitario Regionale. L’aumento complessivo della popolazione è risultato più significativo nelle fascia di età da 0 a 14 anni (+1,60%) e oltre i 65 anni (+2,60%); rimangono tuttavia sostanzialmente inalterate le incidenze delle singole fasce di età rispetto alla popolazione complessiva, come si evince dalla tabella riepilogativa riportata di seguito. Considerazioni sulla mobilità Il fenomeno della mobilità trova rappresentazione nel bilancio d’esercizio nella voce valore della produzione (mobilità attiva) e nella voce costo della produzione (mobilità passiva). Nel conto economico riclassificato tali componenti sono tenute separate; le considerazioni di seguito riportate tuttavia, sono effettuate facendo riferimento, principalmente, al saldo netto della mobilità. 137 Per l’esercizio 2009 l’azienda presenta un saldo di mobilità negativo pari a 25,764 milioni di euro contro un saldo negativo di 26,070 milioni di euro del 2008. Si rileva un miglioramento della mobilità intraregionale per 1,081 milioni di euro, mentre il saldo della mobilità extra regionale peggiora per 775 mila euro. In migliaia di Euro Mobilità intraregionale Mobilità extraregionale Valori al 31.12.2009 -21.428 -4.336 -25.764 Valori al 31.12.2008 -22.508 -3.562 -26.070 Differenza 1.081 -775 306 Le analisi che seguono sono focalizzate sulla mobilità intraregionale in quanto il dato della mobilità extraregionale risulta poco significativo trattandosi di un valore comunicato dalla Regione, stimato sulla base dei dati dell’anno 2008. Il saldo della mobilità intraregionale originato dalla gestione 2009 è pari a -21,428 milioni di euro. Il miglioramento del saldo rispetto all’esercizio precedente pari a 1,081 milioni di euro è dovuto ad un maggior aumento della fatturazione attiva, (+2,286 milioni di euro) rispetto alla fatturazione passiva (+1,206 milioni di euro) come si evince dalla tabella successiva. Il saldo netto della mobilità intraregionale per l’Ulss n. 8 è così composto: In migliaia di Euro Mobilità attiva Mobilità passiva Valori al 31.12.2009 24.162 45.590 -21.428 Valori al 31.12.2008 Differenza 21.876 2.286 44.384 1.206 -22.508 1.080 Il tasso della mobilità dato dal rapporto tra mobilità attiva e mobilità passiva ha avuto un miglioramento ma il suo valore è sintomo della difficoltà di attrarre utenti dalle altre Ulss, giustificato dalla vicinanza geografica di ospedali ad alta specialità/specializzazione. Anno 2009 53,00 Tasso di mobilità Anno 2008 49,29 Il valore della mobilità passiva aumenta rispetto all’esercizio precedente, con un peggioramento della mobilità pro-capite. Importi in Euro Mobilità passiva pro-capite Anno 2009 182,87 Anno 2008 180,08 Analisi del bilancio Premessa L’analisi di bilancio è una tecnica con la quale, attraverso l’elaborazione e la riclassificazione dei dati di bilancio, si indaga sulla gestione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’azienda, al fine di trarne giudizi retrospettivi (analisi consuntiva) e/o indizi sugli sviluppi futuri (analisi prospettiva). 138 Analisi della situazione economica Il conto economico è stato riclassificato con la finalità di dare evidenza delle due modalità fondamentali con cui le aziende sanitarie pubbliche possono svolgere la funzione di tutela della salute: • la produzione diretta di servizi; • l’affidamento a terzi, tramite contratti e convenzioni, dell’erogazione del servizio. Alleghiamo di seguito il conto economico riclassificato relativo agli esercizi 2009 e 2008. A) B) C) D) E) F) G) H) I) J) K) L) M) N) O) P) Importi in migliai di euro Contributi dalla Regione Costi per assistenza sanitaria di base Costi per prestazioni di assistenza ospedaliera Costi per altre prestazioni di ass.sanitaria non dirett. gestita Contributi Regionali trattenuti per la produzione interna Proventi per prestazioni sanitarie Altri proventi tipici Risorse per produzione interna (RPI) Costi per beni e servizi Costi personale Ammortamenti Accantonamenti Risultato operativo gestione caratteristica (RO) Risultato altre gestioni ordinarie Risultato gestione straordinaria Risultato dell'esercizio - - Anno 2009 359.419.516 66.200.801 37.443.279 68.115.400 187.660.036 50.517.847 11.922.390 250.100.273 132.104.843 126.377.520 13.250.742 1.332.866 22.965.698 301.499 2.593.133 20.071.067 - Popolazione (POP) 249.309 Anno 2008 344.701.795 65.375.685 36.415.884 63.186.299 179.723.927 45.052.289 11.081.231 235.857.447 119.755.102 123.038.473 12.946.199 8.029.340 27.911.666 13.145 2.122.577 25.802.233 246.474 Sulla base dei valori economici sono stati calcolati degli indici; l’indice fondamentale è il Risultato Operativo Unitario determinato come rapporto tra il risultato operativo dell’esercizio e la popolazione: ROU = RO/POP = RPI/POP* RO/RPI ROU = risultato operativo unitario RO = risultato operativo dell’esercizio POP = popolazione RPI = risorse per produzione interna Il rapporto tra RPI e POP indica la capacità dell’azienda di ottenere contributi elevati dalla Regione e di integrarli con altri proventi caratteristici; il rapporto tra RO e RPI esprime la capacità dell’azienda di contenere i costi della produzione interna. Riportiamo di seguito una sintesi degli indicatori determinati sui tre conti economici riclassificati. 139 Anno 2009 Anno 2008 92,12 113,24 1.003,17 956,93 0,09 0,12 ROU RPI/POP RO/RPI - Confrontando gli indicatori del 2009 con quelli del 2008 emerge un miglioramento in termini di risultato operativo per utente. La medesima tendenza emerge scomponendo i singoli fattori della formula moltiplicativa esposta sopra e, precisamente: • rapportando alla popolazione le varie componenti che formano le risorse da destinare alla produzione interna; • determinando le incidenze delle diverse voci di costo per la realizzazione di tale produzione. Riportiamo di seguito le componenti ritenute, a nostro avviso, più rappresentative nella formazione dei due fattori che determinano l’indicatore principale. Anno 2009 1.441,66 265,54 506,91 529,88 Contributi pro-capite Costi di assistenza di base pro-capite Incidenza dei costi del personale Incidenza dei costi di acquisto per beni e servizi Anno 2008 1.398,53 265,24 499,19 485,87 Tali indici confermano i commenti riportati nel paragrafo relativo all’analisi degli scostamenti e precisamente dal lato dei ricavi un aumento dei contributi ricevuti dalla Regione e, dal lato dei costi, un aumento contenuto degli oneri sostenuti per il personale dipendente e convenzionato e un aumento dei costi più sostenuto per l’acquisto di beni e servizi. A conclusione di questa analisi della situazione economica è giusto sottolineare che la valutazione dei risultati in un’Unità Locale Socio Sanitaria è una problematica non indifferente. Nonostante sia fondamentale per gli operatori sanitari misurare i risultati della gestione sulla base dell’impatto che l’intervento sanitario ha sulle condizioni di salute della collettività, riteniamo tuttavia opportuno verificare anche la capacità di impiegare in modo razionale i fattori produttivi con riferimento alla realizzazione di determinati volumi di servizi offerti, in modo tale da assicurare l’equilibrio di bilancio. Analisi della situazione patrimoniale-finanziaria L’analisi della situazione patrimoniale-finanziaria si pone come obiettivo la verifica dell’esistenza di una posizione di equilibrio strutturale (condizione necessaria per la sopravvivenza nel tempo dell’Azienda). Questo studio si sostanzia nell’analisi della struttura degli impieghi e delle fonti, ponendo particolare attenzione alla correlazione esistente tra gli impieghi durevoli e le fonti permanenti e tra gli impieghi a breve e le fonti a breve. Riportiamo di seguito una tabella riepilogativa della composizione degli impieghi: 140 Importi in Euro/migliaia Liquidità immediate Liquidità differite Rimanenze Totale attivo circolante Anno 2009 19.527.062 34.087.946 8.070.427 61.685.435 % 11,46% 20,00% 4,74% 36,20% Anno 2008 782.227 36.393.903 7.419.573 44.595.704 % 0,48% 22,37% 4,56% 27,41% Attivo immobilizzato 108.725.398 63,80% 118.123.710 72,59% Totale Capitale Investito 170.410.833 100,00% 162.719.413 100,00% Tale composizione degli impieghi non è tuttavia compensata da un’altrettanta netta predominanza delle fonti di finanziamento fisse rispetto a quelle correnti. Importi in Euro/migliaia Anno 2009 Passività correnti Passività fisse Totale capitale di terzi Patrimonio netto Totale Fonti % Anno 2008 % 101.542.424 8.276.273 109.818.698 59,59% 4,86% 64,44% 90.132.464 14.621.186 104.753.650 55,39% 8,99% 64,38% 60.592.136 35,56% 57.965.763 35,62% 170.410.833 100,00% 162.719.413 100,00% Le passività correnti sono principalmente composte da debiti verso fornitori (comprensivi anche dei debiti per fornitura di immobilizzazioni) e da debiti verso il personale. A chiusura di queste considerazioni sulla situazione patrimoniale-finanziaria dell’Ulss n. 8 proponiamo il rendiconto finanziario generale costruito raffrontando due stati patrimoniali. Da tale prospetto risulta che nel corso del 2009 l’Azienda ha generato liquidità per circa 18,744 milioni di euro. FONTI = CASH INFLOW IMPIEGHI = CASH OUTFLOWS (Delta+) Utile anno (n) (Delta+) Fondi ammortamento e svalutaz. (Delta+) TFR e fondi equivalenti CASH FLOW OPERATIVO LORDO (Delta+) debiti a lunga (Delta+) capitale netto (Delta+) immoblizzazioni immateriali (Delta+) immobilizzazioni materiali (Delta+) immobilizzazioni finanziarie Dividendi e riserve 5.731.166 13.216.429 146.816 19.094.411 22.697.439 Totali fonti a lunga (Delta+) fornitori (Delta+) altri debiti a breve (Delta+) crediti (Delta+) rimanenze Totale fonti a breve TOTALE FONTI 41.791.851 5.115.389 2.305.958 84,9% 7.421.347 49.213.197 49.213.197 15,1% (Cash flow di periodo<0) utilizzo liquid. Totale generale (Delta-) (Delta-) Perdita anno (n) Perdita anno (n-1) 25.802.233 38,8% - 0,0% 100,0% (Delta-) debiti a lunga (Delta-) capitale netto (Delta-) immoblizzazioni immateriali (Delta-) immobilizzazioni materiali (Delta-) immobilizzazioni finanziarie Dividendi e riserve TFR e fondi equiv. nell'anno Totale impieghi a lunga (Delta-) fornitori (Delta-) altri debiti a breve (Delta-) crediti (Delta-) rimanenze Totale impieghi a breve TOTALE IMPIEGHI (Cash Flow di periodo>0) liquid. generata Totale generale 141 280.077 3.538.041 29.620.351 197.157 650.854 848.011 30.468.362 18.744.835 49.213.197 60,2% 1,7% 38,1% 100,0% L’attività di investimento Nel corso del 2009 è continuata la politica di investimento, anche se in forma ridotta, dell’azienda sia con riferimento ai fabbricati sia ai beni mobili. In particolare gli investimenti sono stati rivolti ad interventi atti ad adeguare le strutture alle normative di sicurezza delle strutture territoriali. Il forte incremento rilevato negli investimenti dei fabbricati indisponibili è relativo al completamento dei lavori sugli ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna. Gli investimenti effettuati suddivisi per categoria, sono: in migliaia di euro Anno 2009 Fabbricati (indisponibili) Impianti generici Attrezzature sanitarie Altri beni Totale 23.707 1.834 656 255 26.452 Anno 2008 4.877 2.883 1.389 521 9.670 Con riferimento ai fabbricati si è proceduto ad effettuare interventi diffusi nelle varie sedi tendenti alla riqualificazione ed ammodernamento degli ambienti. L’attività di ricerca e sviluppo Nell’esercizio considerato si è ulteriormente sviluppata l’attività all’interno del Centro di riferimento per il Servizio Epidemiologico Regionale che ha sede presso l’Ulss n. 8. Nel corso dell’anno 2009 sono stati avviati alcuni progetti di ricerca sanitaria finalizzata finanziati dalla Regione Veneto. Fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio Dopo la chiusura dell’esercizio, non si sono verificati fatti rilevanti. Evoluzione prevedibile della gestione I risultati della gestione caratteristica nei primi mesi risultano sostanzialmente allineati a quanto previsto nel bilancio economico preventivo 2009. L’azienda è impegnata in un’attività di contenimento dei costi al fine di migliorare la redditività e generare cash flow per finanziare gli investimenti programmati, finalizzati ad un aumento dell’efficienza e della qualità del servizio offerto. 142 RELAZIONE SULLA GESTIONE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO-SANITARI BILANCIO DI ESERCIZIO - ANNO 2009 ALLEGATO N. 1 PRESTAZIONI EROGATE DAI SERVIZI DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Nel corso dell’anno 2001, il dipartimento di prevenzione ha definito, secondo criteri che tengono conto della quantità standard di risorse impiegate, il nomenclatore e il pesario delle prestazioni equivalenti erogate da ciascun servizio. Tale nomenclatore e pesario, recepito con delibera n. 1185 del 12 dicembre 2002 e aggiornato nel 2007, viene applicato da tutti i servizi del dipartimento di prevenzione e ad esso si fa riferimento per calcolare gli indicatori di efficacia ed efficienza, basati, per l’appunto, sulla produzione equivalente, ai fini di affinare ulteriormente il sistema di controllo previsto dalla metodica di budget. La procedura di standardizzazione delle prestazioni è stata realizzata calcolando i costi medi di ciascuna prestazione, i quali sono stati successivamente rapportati ad una unica unità equivalente di prodotto, convenzionalmente pari al costo standard di 100 euro, per determinare il peso di ciascuna prestazione. In questo modo è stato possibile esprimere con la stessa unità di misura, “unità equivalente”, il volume delle prestazioni di ciascun servizio e, quindi, del dipartimento di prevenzione nel suo complesso. Nel grafico seguente è stato rappresentato, in termini percentuali, il volume di prestazioni prodotto dal dipartimento di prevenzione nel corso dell’anno 2009, distintamente per ciascun servizio. Complessivamente, nel 2009, sono state prodotte 96.576 prestazioni equivalenti. grafico n. 1: distribuzione % delle prestazioni equivalenti prodotte dai servizi del dipartimento di prevenzione, anno 2009. servizio veterinario di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche 9,40% servizio veterinario di sanità animale 12,78% servizio di igiene e sanità pubblica 11,19% unità territoriali dei servizi di sanità umana 31,80% servizio di medicina legale 5,93% servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale 12,81% servizio per l'educazione e promozione della salute 3,33% servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione 4,25% servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro 8,52% tabella n. 1: prestazioni del servizio di sanità animale. Descrizione prestazione Apertura/chiusura azienda/allevamento con rilascio di attestato Apertura nuova azienda/allevamento - verifica Georeferenziazione strutture Aggiornamento scheda dati produttivi Inserimento richiesta marche auricolari Vidimazione di un registro di stalla Registrazione delle movimentazioni Stampa passaporto Ristampa passaporto a seguito di furto/smarrimento con rilascio nuovo documento Operazioni di modifica dati registrati sul sistema Correzione anomalie a posteriori Ispezione [allevamento; trasporto; altro luogo di detenzione degli animali; macello] per il benessere [vitelli; galline ovaiole; suini; altri animali] con verbale di sopralluogo (eseguito dal veterinario) Piano di sorveglianza della Blue Tongue, campionamento in [allevamento/stalla di sosta; macello] per la ricerca anticorpale/ virale/entomologica Piano di eradicazione delle malattie dei suini: mvs, psc, aujeszky, campionamento in [allevamento/stalla di sosta; macello] per la ricerca anticorpale/virale Piano di monitoraggio per il controllo dell’influenza aviare, campionamento in [allevamento; macello] per la ricerca anticorpale/virale Piano di controllo dell'anemia infettiva degli equidi, campionamento in allevamento di sangue per la ricerca anticorpale Profilassi della rabbia, campionamento con prelievo della testa per esame istologico Piano di controllo delle salmonellosi, campionamento in [allevamento/incubatoio; macello] per la ricerca batteriologica, anticorpale Controllo sanitario disposti dagli uvac o pif, campionamento di [animali vivi; alimenti origine animale; sottoprodotti di origine animale; mangimi] in [allevamento/stalla di sosta; macello/ stabilimento di prodotti origine animale] Programma di controllo sanitario sui riproduttori maschi bovini, equini, suini da adibire alla fecondazione, campionamento in [allevamento/stazione di monta; centro genetico] per la ricerca anticorpale, virale, batteriologica, prova allergica Controllo delle malattie degli animali, campionamento in allevamento/stalla di sosta per la ricerca batteriologica, virologica, parassitologica Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della brucellosi bovina, bufalina, ovicaprina, della LBE, dell'IBR, della Paratubercolosi e di altre malattie, campionamento di sangue/latte in allev. per la ricerca anticorpale e virale (in compravendita) Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della brucellosi bovina, bufalina, ovicaprina, della LBE, dell'IBR, della Paratubercolosi e di altre malattie, campionamento di sangue/latte in allevamento per la ricerca anticorpale e virale Piano di profilassi di stato per l'eradicazione della Tubercolosi bovina/ bufalina campionamento con prova allergica (in compravendita) Controllo sanitario in allevamento di bovini/bufalini/ovicaprini/suini/equini, conigli/avicoli/selvaggina, struzzi, pesce vivo e prodotti dell'acquacoltura in partenza ed in arrivo per mezzo di natanti, ferrovia, automezzi con rilascio di certificazione Controllo sanitario su animali vivi, uova da cova, mangime, sottoprodotti e alimenti di origine anim., destinati agli scambi/esportaz. o spediti da paesi per il prescritto/richiesto periodo di osservaz. con rilascio di certificaz. e/o attestaz. san. Controllo sanitario del bestiame da inviare all'alpeggio o alla transumanza con rilascio certificato Controllo sul nomadismo delle api con rilascio di certificazione Controllo sanitario su animali vivi, sottoprodotti origine animale, mangimi, alimenti origine animale disposto da UVAC o PIF con verbale Rintraccio, sequestro, dissequestro, vincolo sanitario, svincolo sanitario in unità produttiva con verbale (veterinario) Ispezione in allevamento/stalla di sosta, macello per l'applicazione del piano di sorveglianza della Blue Tongue con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento/stalla di sosta per l'applicazione del piano nazionale/regionale di eradicazione e sorveglianza della mvs, psc, aujeszky con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per la verifica dell'applicazione e del mantenimento delle norme di biosicurezza con verbale di sopralluogo (veterinario) Ispezione in allevamento al fine della verifica dei requisiti sanitari per l'accasamento/introduzione degli animali con rilascio di attestazione Ispezione in allevamento avicolo per il controllo dell’influenza aviare e la newcastle disease con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per l'applicazione del piano di sorveglianza delle TSE con verbale di soprallugo Ispezione in allevamento per l'applicazione del piano di profilassi della mixomatosi e della malattia emorragica virale con attestazione n.prestazioni 480 110 10 430 2530 238 205000 6458 107 8542 1970 16 763 2250 676 1792 2 41 40 4 21 307 10 72 3876 134 34 44 278 22 58 10 42 14 172 31 5 Descrizione prestazione Ispezione in allevamento per il piano di controllo delle principali malattie dei pesci VHS- IHN con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento al fine di prevenire l'insorgere e la diffusione di malattie infettive Ispezione in allevamento/stalla di sosta, macello in applicazione del sistema di identificazione e registrazione degli animali con verbale di sopralluogo (veterinario) Ispezione in allevamento in applicazione del piano di vaccinazione per la influenza aviare e la newcastle disease con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento/riserva di caccia sulla selvaggina allevata/catturata con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento, stalla di sosta/centro di raccolta, posto di controllo, mercati/fiere per accertare/escludere malattie infettive con verbale Ispezione in allevamento/incubatoio, macello per l'appilcazione dei piani di controllo delle salmonellosi con verbale (veterinario) Gestione di un focolaio di malattia infettiva con verbale di sopralluogo Denuncia di malattia infettiva di cui all’art.1 DPR 320/54 con modello 1 A/B Controllo degli animali morti in allevamento con attestazione visita necroscopica Profilassi della rabbia: controlli previsti dall’art. 86 DPR 320/54 nei casi di animali sospetti di rabbia, con verbale Controllo requisiti sanitari per l'accasamento degli animali avicolo, suino, bovino con rilascio attestazione idoneità all'accasamento Registrazione su documento identificativo di esame per l'anemia infettiva con rilascio attestazione Autorizzazione sanitaria alla produzione per il commercio di materiale avicolo da riproduzione con rilascio parere (veterinario) Registrazione presso UVAC con rilascio di attestazione Riconoscimento/autorizzazione di incubatoio, impianti di selezione/moltiplicazione/allevamento per la produzione di pollame e uova da cova per gli scambi con rilascio di parere Autorizzazione stalla di sosta/centro di raccolta, punto di controllo con rilascio di parere Valutazione tecnica di progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, con sopralluogo (singolo atto) Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, senza sopralluogo (singolo atto) Procedura di assistenza tecnico-sanitaria con rilascio di relazione Autorizzazione della ditta trasporti con rilascio di autorizzazione Omologazione del mezzo di trasporto con rilascio omologazione Autorizzazione al trasporto secondo la normativa nazionale con rilascio autorizzazione Ispezione sul trasportatore con verbale eseguito dal veterinario Intervento formale di educazione sanitaria con rilascio documentazione Accreditamento allevamenti Contabilizzazione Rilascio copia di documentazione in atti a organi di controllo esterni Registrazione esiti di laboratorio n.prestazioni 1 45 156 4 17 3 9 10 6 1 74 8 217 1 2 1 1 15 379 193 15 5 7 14 12 5 1248 1000 20 1756 tabella n. 2: prestazioni del servizio di igiene degli alimenti di origine animale. Descrizione prestazione Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli di sandri pollame. con capacità superiore a 150000 capi. Ispezione in macello per il benessere vitelli con verbale di sopralluogo Ispezione in macello per il benessere galline ovaiole con verbale di sopralluogo Ispezione macello per il benessere altri animali con verbale di sopralluogo Piano di sorveglianza della TSE, campionamento in macello di materiale specifico a rischio per ricerca proteina prionica Controllo sanitario disposti dagli UVAC o PIF campionamento di alimenti origine animale in macello/stabilimento di prodotti di origine animale Piano Nazionale Residui, campionamento di alimenti di origine animale in unità produttiva per la ricerca di anabolizzanti e sostanze vietate Piano Nazionale Residui, campionamento di alimenti di origine animale in unità produttiva per la ricerca di farmaci e contaminanti ambietali Piano Regionale di campionamento Ufficiale di alimenti, campioni di alimenti di origine animale Extra Piano - campionamento Controllo sanitario su alimenti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria. Controllo sanitario di alimenti di origine animale su segnalazione sistema di ALLERTA, con verbale. Controllo sanitario di alimenti di origine animale disposti dagli UVAC o PIF con verbale. Controllo sanitario di alimenti di origine animale oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa dell’ULSS, con verbale. SEQUESTRO in unità produttiva, con verbale DISSEQUESTRO in unità produttiva, con verbale Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli con capacità superiore a 20 UGB di bovini domestici, ovini caprini, solipedi domestici, suini. Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli con capacità inferiore a 20 UGB di bovini domestici, ovini caprini, solipedi domestici, suini. Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli montello di pollame. conigli con capacità superiore a 150.000 capi. Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli castellano di pollame. con capacità superiore a 150.000 capi. Ispezioni / controlli sanitari ante e post mortem carni fresche in macelli di sandri pollame. con capacità superiore a 150000 capi. Controllo sanitario degli animali macellati nell’azienda, con emissione di certificato (Reg. 854/04 All. I capo X parte b) Controllo sanitario per volatili, lagomorfi e selvaggina d’allevamento trasportati dall’azienda al macello, con emissione di certificato (Reg. 854/04 All. I capo X parte a) Visita clinica animali in allevamento con attestato di idoneità al trasporto / con attestato di abbattimento e certificato di distruzione Visita ante e post mortem di suini macellati a domicilio dei privati per uso familare compresa ricerca di trichinella con attestazione di idoneità al consumo Ispezione punti da 1 a 8 allegato C al Decreto 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, preparazione prodotti a base di carne, prep. di carne, alimenti composti; carni sep. mecc; carni macinate; sezionamento; dep.frigorifero con verbale di sopralluogo. Ispezione punti 1 a 11 allegato C al Decreto 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, prep. prodotti a base di carne, prep. di carne, alim. composti; carni sep. mecc; carni macinate; sezionamento; deposito frigorifero con verbale di sopralluogo. Verifica punti da 12 a 17 Allegato C al Decreto 292 del 23/5/2007 in stabilimento di macellazione, di prep. prodotti a base di carne, prep. di carne, alimenti comp., carni separate mecc., macinate; sezionamento; dep. frigo, con verbale di sopralluogo. Audit in stabilimento di macellazione, preparazione prodotti a base di carne, preparazione di carne, alimenti composti; carni separate meccanicamente; carni macinate; sezionamento: deposito frigorifero con verbale di sopralluogo Vigilanza varie... per il controllo dei prodotti di origine animale, per il controllo nei centri imballaggi uova. Vigilanza/ispezione periodica nei macelli in deroga degli agricoltori, che producono limitate quantità di carni di pollo, di coniglio e di selvaggina d’allevamento per il consumo locale Macellazione speciale d’urgenza, che avviene direttamente nell’allevamento Macellazione speciale d’urgenza, che avviene direttamente al macello Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di prodotti di origine animale: stabilimenti di macellazione Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di prodotti di origine animale: deposito prodotti della pesca; depurazione; spedizione molluschi n.prestazioni 10274 1 1 1 300 2 60 67 128 131 139 7 4 1 4 1 41213 2200 525654 1078376 4519724 1 77 3 648 1550 216 21 9 134 156 17 229 4 1 Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: macelleria Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: agriturismo Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: spaccio prodotti di origine animale Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: laboratorio preparazione di kebab. Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: salumeria Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: autospacci e camion frigo. Registrazione di stabilimento per la produzione di prodotti di origine animale: laboratori di miele Valutazione tecnica su progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzione, con sopralluogo (singolo atto) Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzione, senza sopralluogo (singolo atto) Assistenza tecnico sanitaria, con rilascio di relazione Relazione prevista da norme (statistica, ..) Intervento formale di educazione sanitaria, con rilascio di documentazione Indagine per sospetta intossicazione alimentare Provvedimenti per illeciti amministrativi e penali, con sopralluogo 14 2 2 5 28 32 2 9 5 607 14 3 7 1 4 tabella n. 3: prestazioni del servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche. Descrizione prestazione Ispezione in allevamento registrato allegato I Regolamento 183/05 relativo all'igiene sui mangimi con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento registrato allegato II Regolamento 183/05 relativo all'igiene sui mangimi con verbale di sopralluogo Ispezione su stabilimento registrato ai sensi del regolamento CE 183/05 relativo all'igiene dei mangimi con verbale di sopralluogo Ispezione su stabilimento riconosciuto ai sensi del regolamento CE 183/05 relativo all'igiene dei mangimi con verbale di sopralluogo Registrazione ai sensi del Regolamento 183/05 relativo all'igiene dei mangimi allegato I con rilascio parere Ispezione in allevamento per il benessere dei vitelli con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per il benessere delle galline ovaiole con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per il benessere dei suini con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per il benessere altri animali con verbale di sopralluogo Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere delle galline ovaiole con verbale di sopralluogo Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere dei suini con verbale di sopralluogo Ispezione presso altro luogo di detenzione per il benessere di altri animali con verbale di sopralluogo Ispezione presso il privato domicilio per il benessere animale con verbale di sopralluogo Piano nazionale residui, campionamento su animali vivi in unità produttiva per la ricerca di anabolizzanti, sostanze vietate, farmaci e contaminanti ambientali Piano nazionale residui, campionamento di mangimi in unità produttiva per la ricerca di anabolizzanti, sostanze vietate, farmaci e contaminanti ambientali Piano nazionale alimentazione animale, campionamento di mangime in unità produttiva Piano nazionale pesticidi, campionamento di alimenti di origine animale Piano regionale aflatossine, campionamento di latte e prodotti a base di latte Piano sorveglianza TSE, campionamento in allevamento di materiale specifico a rischio per la ricerca di proteina prionica Extra piano, campionamento Piano di verifica autocontrollo, campionamento Piano regionale di campionamento ufficiale alimenti, campione di alimenti di origine animale Controllo sanitario su mangime destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria Controllo sanitario su animali vivi destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria Controllo sanitario su sottoprodotti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria Controllo sanitario su alimenti di origine animale destinati agli scambi/esportazioni o spediti da paesi comunitari ed extra comunitari per il prescritto/richiesto periodo di osservazione con rilascio di certificazione e/o attestazione sanitaria Controllo sanitario di mangimi su segnalazione sistema di allerta, con verbale Controllo sanitario di alimenti di origine animale su segnalazione sistema di allerta, con verbale Controllo sanitario di mangimi, disposto dagli uffici UVAC o dai PIF con verbale Controllo sanitario di alimenti di origine animale, disposto dagli uffici UVAC o dai PIF con verbale Controllo sanitario di mangimi oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa dell'ulss con verbale Controllo sanitario di sottoprodotti di origine animale, oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa dell'ulss con verbale Controllo sanitario di alimenti di origine animale, oggetto di scambio comunitario o importazioni disposto su iniziativa dell'ulss con verbale Sequestro in unità produttiva con verbale Dissequestro in unità produttiva con verbale Vincolo sanitarioo in unità produttiva con verbale Svincolo sanitario in unità produttiva con verbale Farmaco sorveglianza in allevamento con verbale di sopralluogo Farmaco sorveglianza in stalla di sosta con verbale di sopralluogo Farmaco sorveglianza in farmacia con verbale di sopralluogo Ispezione per il rilascio dell'autorizzazione alla detenzione di scorte di medicinali veterinari presso allevamento con emissione parere Autorizzazione alla detenzionedi scorte di medicinali veterinari presso allevamento con rilascio autorizzazione Autorizzazione alla detenzione di scorte di medicinali veterinari presso struttura veterinaria con rilascio autorizzazione Ispezione in unità produttiva su segnalazione di inconvenienti igienico sanitari con verbale di sopralluogo n.prestazioni 488 34 2 5 2 24 31 10 133 5 1 1 16 315 65 95 1 2 271 83 200 10 1 10 345 217 13 5 1 17 1 1 1 9 9 54 4 647 2 2 2 3 5 83 Descrizione prestazione Ispezione in stalle di sosta, centro di raccolta, posto di controllo, mercati, fiere, esposizioni animali, circhi con verbale di sopralluogo Ispezione in allevamento per la tutela igienico sanitaria del latte con verbale di sopralluogo Ispezione in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo Audit in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo Verifica in stabilimento di produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo Valutazione dei parametri del latte crudo ai sensi del Reg. CE 853/05 con notifica di non conformità (per lettera di non conformità) Registrazione allevamento a produrre latte crudo destinato alla vendita diretta con attestato di registrazione Registrazione di stabilimento per la produzione di latte e prodotti a base di latte con attestato di registrazione (DIA) Riconoscimento di stabilimento CE per la produzione di latte e prodotti a base di latte con verbale di sopralluogo Valutazione tecnica su progetto di insediamento produttivo con emissione parere preventivo Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, con sopralluogo (singolo atto) Attestazione, nulla osta richiesto da privati ed istituzioni, senza sopralluogo (singolo atto) Assistenza tecnico-sanitaria con rilascio di relazione Accertamento dei requisiti previsti per la esposizione/mostra di animali, fiere, circhi, con rilascio di nulla osta Autorizzazione di toelettatura con rilascio parere Autorizzazione all'esercizio di strutture veterinarie (ambulatori, cliniche, ospedali, laboratori di analisi) con rilascio parere Registrazione presso UVAC con rilascio attestazione Controllo requisiti per il rilascio della idoneità del riproduttore maschio alla fecondazione artificiale-naturale con rilascio certificato Ispezione su impianto di transito, magazzinaggio, trattamento, incenerimento di sottoprodotti di origine animale con verbale di sopralluogo Autorizzazione di impianto di transito, magazzinaggio, trattamento, incenerimento, deposito pelli per la produzione di gelatina di sottoprodotti di origine animale con rilascio parere Controllo delle TSE in allevamento su animale morto con rilascio certificazione per il trasporto sottoprodotto origine animale categoria 1 Controllo della gestione dei sottoprodotti di origine animale presso il luogo di produzione con verbale Autorizzazione di automezzi o contenitori per il trasporto di sottoprodotti di origine animale con autorizzazione Registrazione di automezzi o contenitori per il trasporto di sottoprodotti di origine animale con registrazione Ispezione in allevamento di cani, gatti con verbale di sopralluogo Ispezione per la tutela degli animali d'affezione con verbale di sopralluogo Uscita per cattura cane e trasporto al canile per singolo cane Uscita per tentata cattura cane/gatto randagio Cattura gatto femmina e reimmissione nel territorio Registrazione anagrafica cane (iscrizione, cambio di proprietà, morte) per singola registrazione Affido cane Rilascio passaporto animale d'affezione Identificazione cane con applicazione microchip Sterilizzazione cane maschio Sterilizzazione cane femmina Sterilizzazione gatto maschio maschio Sterilizzazione gatto maschio femmina Visita clinica su cane gatto Trattamento immunizzante Trattamento antiparassitario Intervento terapeutico/anestesiologico cane/gatto ambulatoriale Intervento terapeutico/anestesiologico su cane/gatto territoriale Intervento chirurgico semplice su cane gatto Intervento chirurgico complesso cane gatto Provvedimenti per illeciti ammininistrativi e penali con relazione Intervento formale di educazione sanitaria con rilascio documentazione Uscita per cattura animale da reddito per singolo animale n.prestazioni 11 265 391 1 141 496 13 10 6 71 221 316 40 31 2 5 1 1 61 2 3286 1 45 1 1 45 844 118 150 4812 139 425 159 63 120 82 233 57 24 6 32 4 13 9 13 9 23 tabella n. 4: prestazioni del servizio igiene e sanità pubblica. Descrizione prestazione Parere Gas Tossici espresso dal SISP Parere Radiazioni Ionizzanti espresso in Commissione Registrazione detenzione apparecchi RX Consulenza per l’applicazione di norme (d’ufficio) Consulenza per l’applicazione di norme (con sopralluogo) P.P.P. espresso in Commissione Pubblici Spettacoli Provinciale P.P.P. espresso in Commissione Locale (es. conferenza dei servizi) P.P.P. (monoservizio) edil. produttiva <3 dip., direzionale, commerciale, artigianale di servizio, ricettiva (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.P.P. (pluriservizio) edil. produttiva <3 dip., direzionale, commerciale, artigianale di servizio, ricettiva (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.P.P. edil. produttiva >/= 3 dipendenti (gestione pratica + valutazione parere) (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.P.P. ed. pubbl.o priv. di serv. (cinema, scuole, ospedali, cimiteri, RSA, case di riposo) (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.P.P. su P.R.G., Piani Assetto del Territorio e Piani Assetto del Territorio Intercomunale (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.P.P. su Lottizzazioni (escluso consulenza per l'applicazione di norme) P.Agibilità reso in Commissione Pubblici Spettacoli Provinciale P.Agibilità reso in Commissione Pubblici Spettacoli Ridotta P.Agibilità reso per insediamenti produttivi (>/= 3 dipendenti) P.Agibilità reso per insediamenti produttivi < 3 dipendenti, direzionale, commerciale, art. di servizio, ricettivo (monoservizio) P.Agibilità reso per edilizia pubblica e privata di servizio P. Igienico-Sanitario espresso in CTRU, CTRLLPP, ecc… P. Igienico-Sanitario espresso su regolamenti comunali (di igiene, polizia mortuaria, barbieri e affini) P. Idoneità-Autorizzazione sanitaria temporanea (feste paesane) P. Idoneità-Autorizzazione Sanitaria scuole e altre strutture non sanitarie (es. turistico-ricettive) Visita ambulatoriale in caso di tubercolosi Visita ambulatoriale in contatto di caso di tubercolosi o in mantoux positiva Accesso infermieristico domiciliare in fase preventiva per consegna materiali/farmaci e per controllo periodico Accesso in caso di isolamento domiciliare per visita medica di controllo ed eventuale consegna farmaci Compilazione modello dispensario funzionale (esenzione ticket, INPS nuovo caso, INPS mensile) Convocazione gruppo di lavoro P. Autorizzazione all'esercizio di strutture sanitarie o socio-sanitarie (L.R. 22/02) - tecnici della prevenzione Vigilanza (atti prescrittivi, sanzioni e verifiche) di attività commerciali e artigianali di servizio, produzione cosmetici, attività turistico-ricettive e aziende autorizzate impiego detenzione gas tossici Vigilanza (atti prescrittivi, sanzioni e verifiche) di appalti (derattizzazione, zanzara tigre, blatte, ecc…) Campionamento prodotti cosmetici e altri materiali (escluso acque di piscina B.5.1.2.) - unità di campionamento = n. 2 campioni Incontro ed intervento diretto di educazione alla salute (es. ad alunni scuole medie superiori, O.T.A., ecc.) Intervento indiretto di educazione alla salute (formazione formatori) Intervento intersettoriale di promozione alla salute extrascreening (cittadini, associazioni di categoria, gestori case di riposo, amministratori, scuole,ecc.) Visita fiscale SISP Certificato con visita: visita necroscopica, certificato per cremazione, rapporto/referto alla magistratura per morte violenta o sospetto di reato, autorizzazione trasporto salma Certificato con valutazione su atti: proposta di trasporto salma, cremazione, scheda ISTAT Parere idoneità sanitaria (barbieri, parrucchieri ed estetiste, studi medici ) senza agibilità Certificato con sopralluogo: assistenza esumazione, estumulazione e traslazione P.P. per autorizzazioni alle emissioni in atmosfera art. 269 del D.Lgs. 152/2006 (escluso consulenza per applicazione di norme) P. Igienico-Sanitario espresso in Commissione Tecnica Provinciale (elettrodotti, ambiente, cave, ecc.) P. Igienico-Sanitario espresso in Commissione Provinciale Depositerie P. Autorizzazione all'esercizio di strutture sanitarie o socio-sanitarie (L.R. 22/02) - medici Sistema di sorveglianza PASSI (pre-post intervista) Sistema di sorveglianza PASSI (intervista) Campagna antinfluenzale n.prestazioni 9 1 24 2504 11 2 14 344 227 180 13 31 43 2 17 21 20 1 2 2 83 17 215 666 72 64 97 1 18 25 18 9 2 14 41 52 19 19 34 2 28 28 3 3 345 345 2 Descrizione prestazione Campagna vaccinale non antinfluenzale Vaccinazione livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta) Vaccinazione non livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta) Profilassi malattie del viaggiatore (escluso vaccinazione) Valutazione epidemiologica (per singolo soggetto) escluso visita medica, vaccinazioni e indagine tubercolinica Certificazione su atti (certificato vaccinazione internazionale) Intervento per bioemergenza Visita medica senza accertamenti Visita medica con accertamenti Parere igienico-sanitaro (inconvenienti igienici e industrie insalubri) Intervento intersettoriale di promozione allo screening Invito screening citologico Invito screening mammografico Invito screening colorettale n.prestazioni 3 1810 905 1082 73 381 5 135 114 4 13 21923 13792 33701 tabella n. 5: prestazioni del servizio igiene degli alimenti e della nutrizione Descrizione prestazione Prima visita ambulatorio nutrizionale Visita di controllo ambulatorio nutrizionale Attestazione di registrazione in caso di riscontro di non conformità o con sospensione dell’attività a seguito D.I.A. con modello B1 o con modello B2 per aggiornamento della registrazione Attestazione di registrazione in caso di assenza di non conformità a seguito D.I.A. con modello B1 o con modello B2 per aggiornamento della registrazione Attestazione di registrazione senza sopralluogo a seguito D.I.A. con modello B2 (subingresso senza modifiche) Giudizio di potabilità su esito analitico di acque prelevate Giudizio su esito analitico riguardante alimenti, ricerca di O.G.M. e caratteristiche dei materiali dei contenitori destinati a venire a contatto con alimenti Certificazione commestibilità funghi per privati raccoglitori Peritazione micologica con relazione in caso di intossicazioni o avvelenamenti da funghi Rilevazione dell’esecuzione lavori Esecuzione atti giudiziali su delega della magistratura Sequestro e dissequestro alimenti - vincolo e svincolo sanitario alimenti Pareri con sopralluogo per rilascio autorizzazioni sanitarie e/o nullaosta Controllo ufficiale: ispezione, verifica (vigilanza ordinaria) - interventi su esposti e segnalazioni Giudizio sulla congruità dei piani di autocontrollo Distruzione di alimenti Pareri Relazione per collaborazione all’indagine epidemiologica in tossinfezioni alimentari Proposte di ordinanze sindacali riguardo a acque potabili, alimenti, condizioni igienico sanitarie di locali e attrezzature Vidimazione registri di carico/scarico dei prodotti fitosanitari Assistenza per applicazione di norme con sopralluogo/ parere preventivo con sopralluogo Consulenze verbali per applicazione di norme Incontri ed interventi di educazione alimentare Abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari Pareri menù - consulenza capitolati Controllo delle tabelle dietetiche e della qualità nutrizionale dei pasti serviti nella ristoraz. scolastica e nelle strutture resid. per anziani, unitamente a verifica degli aspetti igien.-san. della ristoraz. Coll., dei locali e delle attrezzature Controllo delle tabelle dietetiche e della qualità nutrizionale dei menù nella ristorazione scolastica e nelle strutture residenziali per anziani Certificato per esportazione Controllo ufficiale sul commercio e l’impiego dei prodotti fitosanitari, ispezioni, verifiche, interventi su esposti e segnalazioni, attività di campionamento Abilitazione all'acquisto dei prodotti fitosanitari n.prestazioni 91 99 11 201 322 299 189 37 2 43 1 8 8 155 26 2 171 3 4 6 119 979 10 16 11 40 8 134 15 129 tabella n. 6: prestazioni del servizio di medicina legale. Descrizione prestazione Visita collegiale per il riconoscimento dell'invalidità civile, dei ciechi e dei sordomuti Visita collegiale per la valutazione medico-legale dell'handicap (L. 104/92) Visita collegiale per la valutazione medico-legale dell'handicap (L. 68/99) Visita collegiale di valutazione lavorativa nel pubblico impiego e privato (art. 5 co. 3 - L. 300/70) Visita di controllo ex art. 5 L. 300/70 (visita fiscale) Visita di controllo ex art. 5 L. 300/70 (visita fiscale) per conto I.N.P.S. Visita di valutazione medico-legale richiesta da Autorità Giudiziaria, Procura, Questura Atto necroscopico Partecipazione al Collegio Medico per l'accertamento della morte ai fini dell'espianto di organi Pratica L. 210/92 (danno da trasfusione) Relazione causa di servizio dipendenti Azienda ULSS n. 8 Consulenza medico-legale ad UU.OO. interne Controllo e codifica scheda di morte Decreto di concedibilità benefici economici all’invalido civile Richiesta riscossione ratei maturati e non riscossi Conferma beneficio economico da autocertificazioni annuali (Indennità di frequenza, mantenimento iscrizione alle liste speciali di collocamento, esclusione del beneficio per ricoveri) n.prestazioni 2927 1418 224 38 5297 54 84 200 1 29 6 60 2100 1853 129 2950 tabella n. 7: prestazioni del servizio prevenzione igiene e sicurezza ambienti di lavoro Descrizione prestazione Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende da 1 a 10 Addetti Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende da 10 a 50 Addetti Intervento di Prevenzione e Vigilanza in Aziende Complesse Intervento di Prevenzione e Vigilanza Parziale Segnalazione di reato ex D.Lgs. 758/94 Parere su insediamento produttivo Parere agibilità di insediamento produttivo Parere su piano regolatore generale o urbanistico Parere su piano di lavoro amianto Indagine ambientale Consulenza medico specialistica Consulenza medico specialistica in ex esposto a cancerogeni Giudizio di idoneità al lavoro Giudizio medico legale Esame strumentale Questionario diagnostico e/o epidemiologico Certificazione per la tutela delle lavoratrici madri Certificazione per inserimento lavorativo disabili Certificazione per giudizio di idoneità prevista da norme Intervento di educazione sanitaria Assistenza sull'applicazione di norme Incontro formale di informazione Materiale scientifico Materiale educativo Convegno Inchiesta breve (Infortunio) Inchiesta standard (Infortunio) Inchiesta complessa (Infortunio) Valutazione segnalazione (malattia professionale) Inchiesta complessa (malattia professionale) Atto processuale Sequestro giudiziario Atto delegato da altro ente Atto delegato dall'autorità giudiziaria Report Statistico Provvedimento amministrativo Registrazione e/o certificazione semplice Vidimazione registro infortuni n.prestazioni 135 30 10 196 155 203 28 3 184 3 255 169 149 344 425 536 491 127 25 50 2992 10 1 2 1 20 80 4 95 8 30 4 130 30 20 350 380 931 tabella n. 8: prestazioni del servizio di educazione e promozione della salute Descrizione prestazione Adozione e realizzazione di un progetto Coordinamento di un progetto adottato dal Servizio ma realizzato da altri Coordinamento di un progetto adottato da altri Supporto alla realizzazione di un progetto adottato da altri Consulenza sull'adozione e/o realizzazione di un progetto da parte di altri Gestione interventi di formazione e di informazione Attestazione Fascicolo informativo-divulgativo Opuscolo informativo-divulgativo Depliant Scheda didattico-bibliografica Consulenza per sussidio educativo-didattico Prestito bibliotecario Attività centro documentazione n.prestazioni 16 30 8 18 13 12 181 31 1 12 30 16 1936 40 tabella n. 9: prestazioni delle unità territoriali dei servizi di sanità umana. Descrizione prestazione 1°Vaccinazione pediatrica del ciclo base Altra vaccinazione pediatrica Vaccinazione adulto su invito Vaccinazione livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta) Vaccinazione non livello uniforme di assistenza (a completamento di altri prodotti o su richiesta) Informazioni al viaggiatore (escluso vaccinazione) Valutazione epidemiologica (per singolo soggetto) escluso visita medica, vaccinazioni e indagine tubercolinica Certificazione su atti (certificato di vaccinazione) Indagine tubercolinica (escluso visita medica) Visita medica senza accertamenti Visita medica con accertamenti Parere igienico sanitario per inconveniente igienico o sosta nomadi Consulenza per l’applicazione di norme (d’ufficio) Consulenza per l’applicazione di norme (con sopralluogo) P.P.P. edilizia residenziale, direzionale, commerciale, artigianale di servizio (monoservizio) Parere per antigenicità, inabitabilità, inagibilità e sovraffollamento Parere idoneità sanitaria (barbieri, parrucchieri ed estetiste, studi medici) Incontro ed intervento diretto di educazione alla salute (es. ad alunni scuole medie superiori, O.T.A., ecc.) Intervento indiretto di educazione alla salute (formazione formatori) Intervento intersettoriale di promozione alla salute Certificato medico-legale livello uniforme di assistenza: idoneità al lavoro, uso elettorale, riammissione a scuola, certificato biennale per il personale scolastico, sosta invalidi Certificato med-leg. non L.U.A. sana e robusta costit., idoneità a lavoro, conduz. caldaie a vapore o uso di gas tossici, certific. ad uso milit., esonero obbligo cinture di sic., cess. di 1/5 dello stip., pat. A/B, nautica, porto d’armi, idoneità al volo Certificato medico-legale con prova psicometrica, non livello uniforme di assistenza: patente C, D, E. Prova psicometrica Libretto di idoneità sanitaria Certificato con sopralluogo: assistenza esumazione, estumulazione Certificato con visita : necroscopico, per cremazione, per trasporto salma, rapporto/referto alla magistratura per morte violenta o sospetto di reato Certificato con valutazione su atti: trasporto salma, cremazione, scheda ISTAT Valutazione epidemiologica: visita domiciliare Sistema di sorveglianza PASSI (intervista) n.prestazioni 2766 38167 1238 10748 673 177 865 2525 627 1181 303 193 479 310 100 6 5 54 12 14 878 7153 264 206 2 202 984 725 3 79