Testimonianza integrale Giulia Ruggeri

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Testimonianza integrale Giulia Ruggeri
Giulia Ruggeri, Erasmus a Cardiff
1. Perché hai scelto questa meta/università?
Scegliere una meta Erasmus non é per niente facile come sembra, specialmente da
studente CIM. I nostri corsi sono molto particolari e spesso e volentieri non é facile
trovare un’universitá all’estero che possa offrire dei corsi quantomeno simili ai nostri.
Ad ogni modo, sebbene il fattore didattico sia stato uno dei piú importanti a farmi
scegliere Cardiff, non posso negare di aver considerato altri fattori quali ad esempio
le possibilitá offerte dalla Students Union (concerti, societies, iniziative di ogni tipo),
la buona posizione geografica della cittá che mi ha permesso di fare gite nei dintorni
per andare alla scoperta del paese che mi ha ospitato per nove mesi. In piú
personalmente mi affascinava l’idea di entrare in contatto con la cultura gallese, cosí
diversa da quella tipicamente inglese, e con le sue (a volte bizzarre) tradizioni.
2. La consiglieresti ad un altro studente?
Consiglio Cardiff con tutto il cuore, mi sono trovata benissimo e questi nove mesi
trascorsi qui mi hanno arricchita in ogni senso possibile. L’universitá é di ottimo
livello e offre tantissimi corsi e tutti diversi, lo staff e i docenti sono disponibilissimi e
cercano di venire incontro agli studenti Erasmus in ogni modo possibile. Cardiff é
una bella cittá, piena di vita e di cose da fare e in una posizione ottimale per
viaggiare (soltanto un’ora per arrivare a Bristol e due in treno per Londra). Inoltre i
gallesi sono tra le persone piú gentili ed accoglienti che potrai mai incontrare.
3. Ci sono degli esami che consigli a un altro studente e che hai
trovato interessanti? Altri che sconsigli?
Sfortunatamente gli esami sono stati forse il punto ‘debole’ del mio Erasmus. Ho
trascorso qui il mio terzo anno e trovare dei sostitutivi per alcune materie é risultato
pressoché impossibile. Inoltre, dal momento che EUROP (la facoltá che mi ha
ospitato) consigliava di aspettare di essere a Cardiff per fare l’immatricolazione per i
corsi che si volevano seguire, mi é poi stata negate la possibilitá di frequentarne
alcuni nella Cardiff School of Journalism, Media and Cultural Studies dal momento
che i posti per quei corsi a settembre erano giá terminati da un pezzo. Consiglio
quindi, se si é interessati a corsi extra-EUROP, di non preoccuparsi troppo e fare
l’immatricolazione. Nel peggiore dei casi il piano di studi é tranquillamente
modificabile piú e piú volte senza alcun problema. Personalmente, posso consigliare
il corso di Discourse Of Broadcasting (non un corso EUROP, ma ENCAP) della
professoressa Joanna Thornborrow e in generale i corsi di lingue straniere (spagnolo
/ francese / tedesco) presso EUROP. Io ho frequentato per tutto l’anno il corso di
spagnolo e mi sono trovata benissimo, il corso prevede 4 ore settimanali in entrambi
i semestri: due di grammatica, una di conversazione e una di vocabolario. Le docenti
erano tutte madrelingua e disponibilissime, il corso é stato completo e mi ha fornito
Giulia Ruggeri, Erasmus a Cardiff
una buonissima conoscenza di base della lingua. Un corso che invece mi trovo a
dover sconsigliare é quello di Comparative Politics presso EUROP, il corso in sé era
tenuto da diversi lecturers quasi ogni settimana e il docente responsabile del corso é
stato assolutamente irrintracciabile tanto da non poter nemmeno sostenere l’esame
alla fine del semestre.
4. Quali sono stati i principali lati positivi e negativi della tua
esperienza?
Fare un elenco di pro e contro di quest’anno credo sia praticamente impossibile.
Ci sono tantissimi aspetti positivi e se ripenso a questi nove mesi passati qui me ne
vengono in mente a centinaia. L’inglese, prima di tutto. Sebbene io sia partita giá
conoscendo abbastanza bene la lingua, ora come ora mi ritrovo persino a pensare in
inglese e ad avere talvolta serie difficoltá ad esprimermi in italiano. La possibilitá di
frequentare un’universitá britannica é stato sicuramente un altro highlight, mi sono
ritrovata in un mondo accademico completamente diverso da quello a cui ero
abituata. Dalle biblioteche aperte 24/7 alla stessa Students Union, dalla strana (per
noi) consuetudine inglese di chiamare i propri docenti per nome alla quasi
inesistenza di esami orali, dalle lezioni di soli 50 minuti ciascuna ai vari sistemi di
references nei molteplici essays che mi sono trovata a scrivere. Lo stato Erasmus mi
ha permesso di frequentare un anno in un’universitá che in condizioni normali non
mi sarei mai potuta permettere visto che le tasse universitarie in Gran Bretagna
viaggiano sulle £9000 annuee e di questo non potró mai ringraziare abbastanza. Il
terzo grande punto positive sono certamente le amicizie stabilite quest’anno, ho
conosciuto persone di paesi diversissimi e talvolta lontanissimi che mi hanno
mostrato un po’ del loro modo di vivere e vedere il mondo. Credo che avere la
possibilitá di comunicare in modo efficiente con qualcuno che viene per esempio dal
Giappone o dalla Malaysia sia proprio uno dei motivi che, quasi tre anni e mezzo fa,
mi avevano portato a scegliere CIM, e non avrei mai avuto un’occasione migliore
dell’Erasmus per farlo. Infine personalmente durante questo anno Erasmus ho
realizzato un sacco di sogni, cosa che non avrei mai potuto fare restando in Italia, da
viaggi in localitá sognate da molto a concerti attesi da anni.
Ci sono ovviamente anche lati negativi: studiare in una lingua che non é la tua
all’inizio puó sembrare impossibile, scrivere tesine in inglese formale puó diventare
un vero incubo, la difficoltá ad adattarsi in un posto completamente nuovo, la
mancanza di casa che certi giorni diventa insopportabile, la burocrazia infinita, il cibo
a volte pessimo. Credo tuttavia che queste ‘macchie nere’ siano parte inscindibile
dell’esperienza Erasmus e mi hanno sicuramente spronata a fare meglio e di piú per
rendere i miei mesi all’estero i migliori mai vissuti.
Giulia Ruggeri, Erasmus a Cardiff
5. Imparare dai propri errori: cosa secondo te NON deve fare uno
studente in Erasmus
Cosa NON fare? Ad uno studente Erasmus in partenza direi:
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Stai lontano dagli studenti italiani e anche quando sei con loro, evita di
parlare italiano. La lingua del paese che ti ospita deve essere la tua lingua.
Fai amicizia anche con gli studenti locali, non solo con quelli Erasmus.
Nessuno meglio di loro ti saprá aiutare in momenti di panico accademico e
saranno loro ad aiutarti piú di tutti nel perfezionare l’inglese (o la lingua del
paese che ti ospita).
Non aver paura di sbagliare ad esprimerti. Buttati e non pensarci troppo,
qualcuno ti saprá capire ed aiutare.
Non dimenticarti che sei in Erasmus anche per frequentare un’universitá che
richiederá da te impegno e tempo. Goditela, ma ritagliati il tempo per stare in
pari con il lavoro accademico.
6. Qual è la cosa più importante che ti senti di consigliare ad uno
studente in partenza?
Credo che la cosa piú importante sia godersi il tempo all’estero in tutti i modi
possibili. Il periodo Erasmus é qualcosa che capita una volta sola nella vita ed é
un’esperienza unica sotto ogni punto di vista. Ti apre gli occhi e ti aiuta a crescere in
un modo che non ti aspetti. Soprattutto, non aver paura di fare domanda per una
borsa da nove mesi credendo che siano troppi. Il tempo passerá cosí velocemente
che ti ritroverai a pensare che sia ingiusto dover giá tornare a casa, sei appena
arrivato!!
7. Cinque consigli per chi volesse fare la tua stessa esperienza:
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Non farti spaventare dalla burocrazia. Ci vuole del tempo e ci vuole pazienza,
ma una volta sistemato l’aspetto formale del tuo Erasmus, tutto filerá liscio
come l’olio e non ti dovrai piú preoccupare di fax, learning agreements e
simili.
Non aver paura di fare amicizia, specialmente all’inizio. Cerca di conoscere piú
persone possibili, meglio ancora se da paesi diversi.
Make yourself at home. Non saprei come dirlo meglio in italiano. Che sia la
camera in una residenza universitaria o in una casa in affitto divisa con altre 8
persone, rendila tua. Devi viverci per mesi e, nonostante possa sembrare
strano, sará il conforto migliore del mondo quando senti la mancanza di casa
/ amici / genitori / fratelli / fidanzato e ti viene solo da piangere.
Giulia Ruggeri, Erasmus a Cardiff
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Ricordati di studiare e andare a lezione. L’universitá che ti ospita é diversa
dalla tua, ma non per questo meno difficile. Anzi. Tra continuous assessments
e secondary readings, ti ritroverai probabilmente a fare 10 volte quello che
faresti normalmente. Non lasciarti scoraggiare e tieni duro, una A in
quell’essay che hai impiegato giorni a scrivere ti dará una soddisfazione che
non immagineresti mai.
Goditela. Sei in Erasmus una volta sola. Viaggia, esplora, party all night, vai al
pub la domenica a guardare una partita di calico (o meglio ancora, di rugby!),
prova cibi nuovi, leggi i libri che non hai mai letto, vai al cinema perché
vedere un film in lingua originale é 10 volte meglio, non farti deprimere dal
maltempo e abituati alla pioggia, fai tante foto. Divertiti e fai in modo di
rendere indimenticabile ogni momento.
8. Hai dei consigli pratici da dare? (dove è meglio cercare casa,
com’è la zona in cui hai vissuto, etc.)
Il primo consiglio pratico é: procurati appena possibile una scheda telefonica
locale, ti salverá la vita e ti servirá per contattare tutti i tuoi amici Erasmus senza
dover spendere un patrimonio.
Per quanto riguarda l’alloggio io, frequentando l’intero anno accademico, avevo
diritto ad una camera in una delle tante residenze universitarie offerte dalla
Cardiff University. Io sono finita alla University Hall (o come la chiamano tutti
Unihall), nella bella zona residenziale di Penylan, a 45 minuti a piedi dal centro
della cittá. Personalmente mi sono trovata benissimo, la zona é veramente bella e
c’é tutto lo stretto necessario (supermercati, negozi e bar) senza dover andare in
centro. Durante la settimana c’é un servizio autobus gratutito una volta all’ora
(dalle 7.40 alle 17.30) per arrivare in universitá e in centro, ma a 10 metri c’é
comunque un autobus di linea che passa abbastanza frequentemente. Molti
studenti Erasmus vivono in appartamenti abbastanza vicino all’universitá, per
annunci prima di tutto consiglierei di cercare su facebook, ci sono gruppi come ad
esempio quello della Cardiff Erasmus Society dove spesso ci sono offerte di gente
in cerca di coinquilini.
Non portare da casa padelle, piatti e compagnia. Occupano spazio in valigia e
pesano. A Cardiff ci sono un’IKEA tranquillamente raggiungibile in autobus e
svariati negozi di casalinghi in pieno centro in cui si recupera facilmente lo stretto
necessario per sopravvivere a poco prezzo.