Fra il `bianco` e il `bruno` - Go

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Fra il `bianco` e il `bruno` - Go
Fra il ‘bianco’ e il ‘bruno’
La produzione di elettrodomestici e apparecchi elettrici nei prossimi anni sarà orientata alle esigenze di
risparmio energetico e rispetto ambientale
Gli elettrodomestici sono da lungo tempo insostituibili compagni nella vita quotidiana di ognuno di noi. Solo
in Europa permettono di risparmiare, ogni giorno, un totale di 300 milioni di ore di lavoro per lo svolgimento
di faccende domestiche, con un conseguente miglioramento della qualità della vita degli utilizzatori. Il
mercato degli elettrodomestici e degli apparecchi elettrici di uso domestico è tradizionalmente suddiviso in
grandi e piccoli elettrodomestici.
Tra i piccoli elettrodomestici rientrano tutte quelle apparecchiature
elettriche relativamente portatili che trovano posto sui piani di lavoro in cucina o vengono riposti in qualche
credenza o cassetto dopo l’uso. Frullatori, tritatutto, spremiagrumi, ferri da stiro e asciugacapelli sono esempi
di piccoli elettrodomestici; nonostante il nome faccia riferimento alle dimensioni, queste apparecchiature
possono assorbire potenze non indifferenti, come nel caso degli ultimi due esempi citati.
I grandi elettrodomestici devono il nome alla loro mole; si tratta di apparecchiature di grandi dimensioni,
spesso pesanti e difficili da spostare che generalmente hanno una collocazione fissa all’interno delle mura
domestiche. Sono tipicamente caratterizzati da un elevato assorbimento di potenza e per questo possono
richiedere un cablaggio e una presa dedicata.
Sono grandi elettrodomestici i forni, i frigoriferi, i condizionatori, le lavatrici e le lavastoviglie. Queste
apparecchiature sono note anche come ‘elettrodomestici bianchi’, in contrasto con gli ‘elettrodomestici bruni’,
il cui nome deriva dalla tradizionale finitura in bachelite o legno che contraddistingueva gli apparati elettronici
per il divertimento, quali televisori, impianti stereo, lettori e registratori di CD e DVD e videocamere.
Bianchi e bruni
Un’altra differenza ‘storica’ tra le due categorie di prodotto citate è rappresentata dall’elevato contenuto
tecnologico dei secondi rispetto ai primi, un divario che tuttavia si fa sempre meno marcato per via
dell’implementazione di funzionalità avanzate che è sempre più frequente anche nei grandi elettrodomestici.
Immutata rispetto al passato è tuttavia la differenza tra le dinamiche dei rispettivi mercati. Difatti per gli
elettrodomestici bruni e le apparecchiature ad alto contenuto tecnologico in generale è l’avvicendamento
delle nuove tecnologie che fornisce una spinta alle vendite; negli ultimi anni le vendite di elettrodomestici
bruni hanno visto incrementi, spesso a due cifre, in tutta Europa. Il 2006 ha visto un incremento del 26 per
cento del numero di pezzi venduti che, associato a una diminuzione dei prezzi del 16 per cento, ha
comportato un incremento in valore del 5 per cento (fonte: Findomestic Banca). Quello degli elettrodomestici
bianchi è, invece, un mercato prevalentemente di sostituzione. Va anche detto che anche in questo settore
l’aggiornamento dell’offerta si fa sempre più frequente: la permanenza media sul mercato di un dato modello
di grande elettrodomestico è passata dai dieci anni dei primi anni ‘70 ai quattro anni circa di oggi.
Complessivamente, ogni anno in Europa vengono venduti 50 milioni di grandi elettrodomestici e 200 milioni
di piccoli elettrodomestici (fonte: Ceced). Il mercato degli elettrodomestici bianchi può contare su buoni
incrementi, pur se più contenuti di quelli dei bruni, anche a fronte delle agevolazioni di cui possono godere i
consumatori che decidono di sostituire il proprio usato con i nuovi prodotti dotati di un elevato rendimento
energetico.
Il prezzo dell’obsolescenza
Uno studio effettuato dal tedesco Öko-Institut ha rilevato che nelle case dei cittadini europei ci sono quasi
200 milioni di grandi elettrodomestici che hanno più di dieci anni di vita.
Considerato in che modo l’evoluzione tecnologica negli ultimi dieci anni ha permesso di ridurre i consumi di
elettricità e di acqua, è chiaro che questa situazione comporta dei costi dal punto di vista energetico per
l’intera Comunità. Solo in termini di energia elettrica, la presenza di apparecchi oramai superati implica un
dispendio aggiuntivo di 44 TWh all’anno, la cui produzione comporta effetti per l’ambiente (l’emissione di 22
Mton di CO2) equivalenti a quelli prodotti da oltre 6 milioni di automobili. Solo in Italia ci sono 50 milioni di
elettrodomestici con più di 20 anni di vita che consumano tra il 40 e il 50 per cento in più rispetto ai prodotti
con certificati di consumo pari a A o superiori.
L’industria degli elettrodomestici si è già adoperata in passato per cercare di ridurre gli sprechi derivanti
dall’inefficienza delle apparecchiature, investendo tra il 1985 e oggi 10 miliardi di euro in ricerca e sviluppo e
in iniziative di sensibilizzazione del consumatore (in particolare la nota ‘etichetta energetica’). Il risultato
conseguito è stato un risparmio complessivo di 34 TWh di energia che può e deve essere migliorato. è
relativamente recente l’introduzione di altre due classi di consumo energetico per frigoriferi e lavatrici (le
classi A+ e A++) dovute ai progressi fatti dalle aziende produttrici nel realizzare apparecchi con rendimento
nettamente superiore a quello previsto per la classe A. Un moderno frigorifero di classe A++ richiede il 70
per cento di energia in meno rispetto a un prodotto medio di dieci anni fa; è pertanto vantaggioso dal punto
di vista della conservazione dell’ambiente sostituire gli apparecchi obsoleti con i nuovi, più efficienti, modelli.
E questo vale anche tenendo conto del dispendio energetico legato alle fasi di produzione e smaltimento.
Nella primavera del 2006 la Comunità Europea ha varato un piano attuativo volto a migliorare il rendimento
energetico degli apparecchi e delle macchine che si prefigge l’obiettivo di un risparmio energetico di oltre il
20 per cento entro il 2020.
Il piano attuativo dell’Unione Europea
Il piano elenca una serie di misure sostenibili da intraprendere, con effetto immediato e nel corso dei primi
sei anni, per sollecitare i consumatori, i produttori e i legislatori a prendere ogni possibile provvedimento
volto a ridurre lo spreco di energia a livello di infrastrutture, abitazioni, apparecchiature, processi e mezzi di
trasporto. L’edilizia residenziale e del terziario rappresenta la principale fonte di potenziale risparmio
energetico, essenzialmente per isolamento termico delle strutture, ma grandi opportunità di riduzione dei
consumi sono insite nel miglioramento delle apparecchiature elettriche. In particolare l’incremento del
rendimento dei grandi elettrodomestici e l’eliminazione, o comunque la drastica riduzione, dei consumi di
stand-by degli elettrodomestici bruni sono alcuni degli accorgimenti necessari per poter commercializzare i
futuri prodotti nell’ambito della Comunità Europea. La commissione ha iniziato quest’anno a implementare le
direttive volte a garantire i livelli minimi di prestazioni. La figura 3 mostra la tabella di marcia secondo la
quale le direttive verranno adottate per quattordici categorie di prodotto che comprendono scaldabagni
elettrici, condizionatori, frigoriferi, macchine per lavare, motori, televisori, computer e caricabatterie.
Il processo di rinnovamento del parco elettrodomestici viene agevolato attraverso incentivi che possono
assumere diverse forme: detrazione di imposta per i produttori, detrazione di imposta per i consumatori,
sconti e rivalutazione dell’usato. In Italia la Finanziaria 2007 prevede (articolo 18, comma 75 del disegno di
legge) detrazioni fiscali sotto forma di detrazione d’imposta per la sostituzione di frigoriferi e congelatori con
apparecchi analoghi a minor consumo energetico. Il provvedimento è stato oggetto di critiche da parte delle
associazioni di produttori e distributori in quanto attualmente previste per un solo anno e non applicabili ad
altri prodotti caratterizzati da una lunga vita e da elevati consumi, come le lavatrici e le lavastoviglie. Lo
stesso meccanismo di detrazione di imposta rappresenta un incentivo meno allettante per il consumatore
rispetto a uno sconto diretto sul prezzo d’acquisto.
Da poco in vigore: RoHS e Raee
L’impegno ecologico dell’Unione Europea non si esaurisce con il piano attuativo di risparmio energetico: due
altre direttive interessano in particolar modo i produttori di elettrodomestici e di apparecchi elettrici. La
direttiva 2002/95/EC (RoHS, Restriction of hazardous substances, limitazione delle sostanze pericolose) è
stata introdotta dalla Comunità Europea nel febbraio 2003 ed è in vigore a tutti gli effetti dal luglio dello
scorso anno. Scopo della direttiva è limitare l’impiego di sei dei materiali più pericolosi per l’ambiente e la
salute nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le norme RoHS possono essere viste come la logica
conseguenza dell’introduzione della direttiva Raee (in inglese Weee: Waste of Electronic and Electric
Equipment) volta a regolamentare lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti elettronici ed elettrici e a eliminare i
materiali pericolosi per l’ambiente dalle discariche dei Paesi europei. In Italia entrambe le direttive sono state
recepite dal Decreto Legislativo n° 151 del 25 luglio 2005, operativo a partire dall’1 gennaio 2007.
Fatte salve alcune eccezioni, entrambe le direttive si applicano alle stesse categorie di apparecchiature
(definite nell’allegato A1 della direttiva Raee) e, in particolare, ai piccoli e grandi elettrodomestici, agli utensili
elettrici ed elettronici, alle apparecchiature informatiche e di telecomunicazioni, alle apparecchiature
dell’elettronica di consumo, ai giocattoli, alle attrezzature per lo sport e lo svago, ai distributori automatici e
agli apparati di illuminazione.
Il problema è che in assenza di chiari decreti attuativi in merito, saranno i distributori a doversi fare carico
degli oneri di smaltimento e questo rischia di riflettersi negativamente sul prezzo finale al cliente. Le
associazioni di distributori lamentano inoltre una carenza di piazzole di smaltimento che, secondo la legge,
devono essere predisposte dai Comuni.
Il futuro: convergenza e home automation
Il futuro del mercato degli elettrodomestici, da alcuni anni a questa parte a dire il vero, è gonfio di promesse
avveniristiche: dispositivi intelligenti pronti a fare la spesa o a chiamare l’assistenza tecnica in caso di
guasto, cassette delle lettere ‘intelligenti’ in grado di rilasciare ricevute e dare il resto al postino, connessione
in rete cablata o wireless per bilanciare l’assorbimento di corrente, integrazione nel sistema di teledomotica
per il controllo a distanza delle apparecchiature di riscaldamento, videosorveglianza, preparazione dei cibi,
pulizia della casa. è vero che il mercato internazionale dell’automazione domestica presenta un tasso di
espansione annuale del 30 per cento (fonte: Assodomotica), tuttavia in questa cifra è compreso anche il
mercato americano, in fortissima espansione negli ultimi anni. La diffusione in Italia pare essere frenata
dall’elevato frazionamento della distribuzione impiantistica, dalla scarsa informazione in merito e
dall’inadeguata preparazione di parte degli operatori.
La realizzazione di dispositivi ‘intelligenti’ in grado di ottimizzare il funzionamento in standalone non presenta
alcun ostacolo tecnologico se non la corsa al ribasso sui prezzi. Non è raro imbattersi in lavatrici che
ricorrono alla logica fuzzy per dosare la quantità di acqua e di detersivo in base al carico e alla quantità di
schiuma rilevata da sensori interni. La tanto auspicata convergenza potrà diventare una realtà diffusa nel
contesto del programma di risparmio energetico: la gestione automatizzata dei grandi elettrodomestici,
unitamente al controllo del riscaldamento sulla base della temperatura esterna e dell’apertura e chiusura
delle finestre permette di bilanciare il carico in modo da scongiurare il pericolo di sovraccarico della rete
domestica e far risparmiare fino al 20-30 per cento dell’energia. Ceced propone in questo senso una
piattaforma, denominata Chain (Ceced home appliances interoperating network), che esplicita un protocollo
di comunicazione tra grandi elettrodomestici, volto alla realizzazione di un sistema per il controllo a distanza,
telediagnostica, aggiornamento automatico e bilanciamento dei carichi.
di Massimo Giussani