Il cinema prima del cinema
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Il cinema prima del cinema
SCHOLÉ 3 Theorein_ Alessandra Mallamo 7 Il cinema prima del cinema Il “Mondo nuovo” (pantoscopio) La concezione del “visibile” prodotta dall’invenzione della macchina da presa è il vertice di un fitto intreccio di pratiche spettacolari precedenti all’invenzione del cinema stesso, caratterizzate dalla relazione tra un insieme di media e di repertori contigui, comuni e intercambiabili. Il Mondo nuovo è uno strumento ottico di intrattenimento popolare, con cui è possibile vedere "vedute ottiche", stampate su carta e colorate a mano, retroilluminate da una candela. La sua maggiore diffusione si registra tra il XVIII e il XIX secolo, ad opera soprattutto di ambulanti che giravano per le feste di paese, chiedendo un compenso per la visione delle immagini. Il mondo nuovo è costituito da una cassa di grandi dimensioni, alta quanto una persona o quasi. All'interno è possibile osservare delle immagini costituite da dipinti su carta colorate a mano, spesso con alcuni particolari intagliati, per ottenere in trasparenza, l'effetto giornonotte di un paesaggio. In tali rappresentazioni sono talvolta calate delle figure umane snodate animate grazie a dei fili. Come nel caso della lanterna magica, le immagini utilizzate, potevano avere un uso didattico o di intrattenimento con soggetti che mostravano paesi lontani, paesaggi, cerimonie pubbliche, o di genere fantastico, che però ottenevano maggiore effetto durante la visione notturna. Nel momento in cui fa la sua apparizione, il pantoscopio diventa patrimonio comune di tutte le classi sociali. Non c'è paese europeo in cui non si trovi una cospicua documentazione pittorica e iconografica di performance al chiuso e all'aperto, con un pubblico di donne e bambini che appaiono come i veri protagonisti e destinatari privilegiati di questo tipo di spettacolo. Senza modificare la logistica della percezione del reale, il Mondo Nuovo armonizza tutte le relazioni all'interno del visibile. È produttore e rivelatore di un mutamento in atto le cui caratteristiche e la cui portata non si misurano subito e non si percepiscono primo contatto. […] Il proprietario del pantoscopio è lì, fermo durante l'anno, con il sole e con la pioggia, in un punto della piazza. Agisce alla luce del giorno, gli basta uno spazio minimo per svolgere il suo lavoro. Promette di mostrare come, oltre l'orizzonte del microcosmo circostante, esistono molteplici altre realtà, egualmente abitate e organizzate e innumerevoli spazi in cui la vita scorre con ritmi analoghi, comportamenti riconoscibili e familiari. […] Nel momento in cui posa l’occhio contro la lente che gli ingrandisce l'immagine, lo spettatore avverte anche una dilatazione dei propri poteri di percezione del mondo. Si sente investito da un desiderio d'avventura e da una mobilità mentale che non ha certo altre occasioni di manifestarsi nella sua vita quotidiana. I rotoli delle vedute o le immagini manovrate con figli e cordicelle lo trasportano dal paradiso terrestre e dalle sette meraviglie del mondo al teatro di battaglie e catastrofi naturali, a spazi in cui vengono celebrati e esaltati i cinque sensi, a zone lontane, esotiche, cariche di fascino e mistero. Nei luoghi rappresentati SCHOLÉ Theorein_ Alessandra Mallamo 8 ammira palazzi e monumenti, ma riconosce figure, mezzi trasporto, strumenti di lavoro, gesti che lo avvicinano a luoghi persone. […] Il pubblico degli spettacoli di Mondo Nuovo nel ‘700 lascia il posto, nel secolo successivo, a viaggi nel mondo attraverso le immagini ben più grandiosi e affascinanti. Lo spazio subisce, davanti suoi occhi, una progressiva lievitazione e suo corpo viene letteralmente risucchiato nei nuovi spazi della visione in cui però comincia a non sentirsi più protagonista assoluto. La scatola magica ha dilatato le sue pareti e col passare del tempo variano anche i modi del guardare, le condizioni, le misure di scala. I presupposti culturali e le funzioni emotive e conoscitive su cui si fondava la costituzione del pantoscopio rimangono però invariati e sopravvivono tuttora nonostante le metamorfosi, le triangolazioni, gli spostamenti all'interno di tutte le meraviglie della visione degli ultimi secoli. Nell'albero genealogico delle famiglie degli apparecchi per la visione i diorami in primis, i panorami, i cosmorami, le stereoscopie sembrano collocarsi lungo gli stessi rami, in quanto riprendono e variano i motivi delle vedute, dilatandoli introducendo nel paesaggio continui elementi di modernizzazione. L'uomo che guarda attraverso l'apparecchio stereoscopico, oltre ad avere una sensazione di onnipotenza nella visione raggiunta senza doversi spostare, si sente partecipe di una civiltà in via di trasformazione grazie a tutti segni e gli elementi che hanno profondamente mutato il paesaggio urbano.” tratto da Brunetta, Gian Piero, Per una carta del navigar visionario, in Minici Zotti, Carlo Alberto (a cura di), Il Mondo Nuovo. Le meraviglie della visione dal '700 alla nascita del Cinema, Milano, Mazzotta, 1988. Diorama mobile, inizio ‘800 l’ascesa del Monte Bianco, una delle conferenze-spettacolo di Albert Smith, Londra SCHOLÉ Theorein_ Alessandra Mallamo “Il grande globo di Wild”, georama che conteneva al suo interno in rilievo una carta geografica del mondo, Londra, 1851. 9