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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016 1 ANNO 150 N. 175 1 1,50 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
B
9 771122 176003
60625
rexit
Il giorno
che ha diviso
l’Europa
IL RITORNO
TRADITI
DEGLI EGOISMI
NAZIONALI
DAI COETANEI
DEI BEATLES
MAURIZIO MOLINARI
MASSIMO GRAMELLINI
L’
P
uscita della Gran Bretagna dall’Ue minaccia
di far rinascere l’Europa degli egoismi nazionali che i
padri fondatori si lasciarono
alle spalle nel 1957 firmando i
Trattati di Roma per dare vita
a quella che è stata la «casa comune» delle ultime quattro generazioni di cittadini. Il leader
indipendentista britannico Nigel Farage vede nella vittoria
referendaria il primo passo
verso l’«addio a inno, bandiera
e istituzioni europee» grazie al
«ritorno degli Stati nazionali»
perché si tratta di una prospettiva che appare improvvisamente realistica grazie al
domino innescato da Brexit: la
Scozia e l’Irlanda del Nord
parlano di un proprio referendum per staccarsi dalla Gran
Bretagna, i partiti di Geert
Wilders e Marine Le Pen si
propongono di spingere Olanda e Francia fuori dall’Unione,
in Polonia e Ungheria i leader
nazionali prendono marcate
distanze da Bruxelles, in Grecia tengono banco sentimenti
anti-tedeschi come in Germania anti-ellenici, in Italia i leghisti vogliono raccogliere le
firme contro l’Europa e i 5
Stelle sull’euro, e nei Balcani il
ritorno delle frontiere per
ostacolare i migranti ha trasformato in carta straccia gli
accordi di Schengen sulla libera circolazione degli individui,
al punto da far tornare separazioni e posti di controllo fino al
valico del Brennero ovvero
uno dei confini ereditati dalla
Prima Guerra Mondiale.
CONTINUA IN PENULTIMA PAGINA
Merkel con tipica sincerità:
«Non ci stiamo a raccontare
storie: il voto inglese è uno
spartiacque per l’Europa». E
non solo per l’Europa. Le scosse del terremoto innescato dal
fuggi fuggi di milioni di britannici dall’Unione Europea si risentiranno a Washington e
New York a Pechino e in Australia.
Ma incominciamo da Bruxelles e le grandi capitali europee, che nelle prossime ore dovranno decidere come reagire
a questo schiaffo pesante da
parte della Gran Bretagna.
er un ragazzo di Londra, l’Europa è la fidanzata spagnola con cui
ha amoreggiato durante
l’estate del corso Erasmus a
Barcellona. Per la vecchietta
di Bristol citata dal capo degli
ultrà nazionalisti Farage, l’Europa è il migrante nigeriano
che attraversa la Manica per
togliere il lavoro al figlio inglese della sua vicina. Ha vinto la
vecchietta di Bristol, perché
ci sono più vecchiette che ragazzi, in questa Europa che
non fa più bambini. Non è
sconvolgente che a decretare
la Brexit sia stata proprio la
generazione dei Beatles e dei
Rolling Stones, quella che voleva cambiare il mondo e oggi
in effetti lo ha cambiato, ma
nel senso che se lo è chiuso
dietro le spalle a doppia mandata?
I giovani, i laureati e i londinesi hanno votato in larga
maggioranza per restare. Gli
anziani, i meno istruiti e gli
inglesi di provincia per andarsene. La prova evidente
che si è trattato di una scelta
di paura, determinata da persone che, non avendo strumenti conoscitivi adeguati,
hanno fatto prevalere la pancia sulla testa e la bile sul cuore. Di fronte all’incertezza del
futuro, non hanno reagito con
la curiosità ma con la chiusura. La retorica della gente comune ha francamente scocciato. Una democrazia ha bisogno di cittadini evoluti, che
conoscano le materie su cui
sono chiamati a deliberare.
CONTINUA A PAGINA 2
CONTINUA IN PENULTIMA PAGINA
TOBY MELVILLE/REUTERS
IL MONDO IN BILICO
FRANCESCO GUERRERA
S
i dice che nei giorni prima dello storico referendum britannico, la
regina Elisabetta chiedesse a
tutti gli invitati a Buckingham Palace: «Mi dia tre ragioni perché la Gran Bretagna deve rimanere in Europa».
Ma nel segreto dell’urna,
di ragioni i sudditi della regina non ne hanno volute sentire. Hanno votato con la pancia e non con la testa, scioccando il mondo, sconvolgendo i mercati e rivoluzionando
il sistema politico britannico.
«Non posso credere che
l’abbiano fatto. Non posso credere che l’abbiano fatto», continuava a ripetere un amico
banchiere alle quattro e mezzo
di mattina di ieri, quando è diventato chiaro che la Brexit
aveva vinto non solo su chi voleva rimanere in Europa ma
anche sui sondaggi, gli scommettitori e gli strapagati trader della City.
«All change», come si dice
sui treni inglesi arrivati al capolinea. Scendete tutti, qui si
cambia. Il mondo non sarà più
lo stesso. Lo ha detto Angela
1
DANIEL LEAL-OLIVAS/PA/LAPRESSE
Il premier britannico David Cameron e la moglie Samantha
FRANCESCO GUERRERA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
P
orgere l’altra guancia, in
questo caso, non sembra
un’opzione. Nei corridoi del
potere europeo la più grande
preoccupazione in questo
momento è evitare il contagio di Brexit. E il modo migliore per farlo è far vedere
che chi esce dall’Ue soffre.
Che la Gran Bretagna non si
merita nessuna concessione
speciale.
Già Marine Le Pen ha chiesto un referendum su
«Frexit». In paesi come l’Italia, la Spagna che va alle urne
domenica, e la stessa Germania, si respira un tossico mix
di rabbia delle classi medie
che si sentono «derubate»
dalla crisi economica, paura
dell’immigrazione, e profondo malcontento nei confronti
di un’élite politica considerata incapace, insensibile o corrotta (o tutte e tre).
Il problema per Bruxelles
e la Merkel, per Renzi e Rajoy
è che le strutture istituzionali europee sono così distanti
dai cittadini che sarà difficilissimo cambiare le opinioni
della gente. Quando i richiami alla democrazia e al «sogno» di una federazione europea vengono dai palazzoni
del quartiere europeo di Bruxelles, dai ministeri di Roma
o dalle cancellerie federali tedesche, non è sorprendente
che la gente guardi altrove.
L’Europa perde Londra, il
Arginare il contagio diventa la priorità di Bruxelles. Intanto il Regno Unito cerca
«I burocrati e i leader politici sanno quello che devono fare
ma non riescono a farlo. Non
sono in contatto con la popolazione», mi ha detto un diplomatico britannico ieri.
Almeno da oggi i politici
europei ormai sanno la fine
che faranno se continuano a
ignorare le proteste che vengono dalle strade delle città
più povere, dalle periferie
referendum e perso. Per non
aver capito da che parte tirava
il vento politico del suo paese.
Un Paese alla deriva
Cameron se n’è andato lasciando il galeone britannico
senza timoniere. Per i prossimi tre mesi, assisteremo a
uno scontro feroce tra varie
fazioni del partito conservatore per prendere il comando
Per secoli il Paese è stato
ancorato a qualcosa di concreto:
l’Impero, il Commonwealth, l’Ue
Adesso è in balia di se stesso
delle metropoli e dalle fabbriche in crisi.
Faranno la fine di David Cameron, il primo ministro britannico, anzi, ex primo ministro britannico, il cui mandato
è finito di fronte al Numero 10
di Downing Street in un bagno
d’ignominia. Alla fine la colpa è
sua, per aver scommesso sul
del partito e del Paese.
E mentre le «grandi belve»
del partito conservatore, come i vari Boris Johnson, Theresa May e Michael Gove amano chiamarsi, si scannano, il
paese andrà alla deriva.
«L’evento più disastroso nella
storia della Gran Bretagna
dalla fine della seconda guerra
mondiale», lo ha chiamato il
mio vecchio collega Martin
Wolf, di solito un pacato commentatore economico per il
Financial Times.
Un nuovo ruolo
La posizione della Gran Bretagna nel mondo cambierà. Per
secoli, il paese è stato ancorato
a qualcosa di molto concreto:
prima l’Impero, poi il Commonwealth delle colonie e, più
di recente, l’Ue. Ora è in balia
di se stesso. Ammiccherà agli
Stati Uniti ma Obama ha già
detto che la famosa «relazione
speciale» non si estende a preferenze tariffarie o di commercio. E non credo che una presidente Clinton, e nemmeno un
presidente Trump, possa cambiare idea, soprattutto se gli
europei mettono pressione.
Per non scivolare in un circolo vizioso di protezionismo
la Gran Bretagna potrebbe appoggiarsi alle vecchie colonie
del Commonwealth ma l’India,
l’Australia e compagnia vogliono esportare prodotti e persone nel Regno Unito, non certo
rimpiazzare il mercato unico
europeo, quel mare di 500 mi-
lioni di persone e 19 triliardi di
dollari di Pil pronto a comprare beni e, soprattutto, servizi
dai britannici.
Già, la grande economia britannica fondata sui servizi, un
epitome del capitalismo moderno, digitale e non «appesantito» da industrie vecchiostampo. Che succederà a questi venditori di servizi una volta che l’Europa erige barriere
economiche e tariffarie? Bastava farsi un giro nella City, il
fornitore principale dei servizi
made in Britain, ieri per toccare con mano la paura.
Gli alti funzionari delle banche già sussurrano che dovranno spostare migliaia di posti di lavoro da Londra a Dublino, Francoforte o Parigi perché l’Ue non gli permetterà di
operare in Europa se non sono
nell’Ue. Il ragionamento non fa
una grinza ma farà malissimo
a un’economia inglese che deriva quasi il 10% del Pil dai signori e dalle signore del denaro. Un amico banchiere a New
York già pronosticava ieri, a
meno di 12 ore dai risultati del
voto, che la Grande Mela
avrebbe fregato a Londra «la
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
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Un cartello
con la scritta
«Vota
Remain»
abbandonato
a Parliament
Square,
Londra
MATT DUNHAM/AP
Il leader dello Ukip, Nigel Farage, dopo la vittoria della Brexit
IL RITORNO DEGLI
EGOISMI NAZIONALI
MAURIZIO MOLINARI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
e l’Europa del XXI secolo diventa il palcoscenico del ritorno dei nazionalismi eredi delle devastazioni causate nell’Ottocento
e nel Novecento è perché i
leader che si trovano a guidarla non riescono a dare risposte concrete alle tre maggiori cause di scontento che
albergano in settori sempre
più ampi della popolazione.
Anzitutto l’impoverimento
del ceto medio che ha visto
negli ultimi quindici anni il
proprio potere di acquisto
drasticamente abbattuto anche lì dove il pil cresceva, arricchendo fasce sociali sempre più ristrette. L’assenza di
una ricetta economica capace di estendere ai ceti medi i
benefici della globalizzazione
è lampante così come la mancanza di una discussione
strategica europea su come
generarla. Altrettanto visibili sono le carenze di politiche
comuni per gestire il flusso di
migranti in arrivo da Asia ed
Africa come per difendere la
sicurezza collettiva dal pericolo del terrorismo jihadista
proveniente da Medio Oriente e Maghreb. Assediati dal
timore di diventare sempre
più poveri ed insicuri un crescente numero di cittadini
europei vota appena può per
qualsiasi bandiera che rappresenti messaggi negativi,
S
STEFAN ROUSSEAU/PA/AP
mondo ora è in bilico
una nuova identità, tra la relazione con gli Usa e i rischi finanziari
corona di capitale mondiale
della finanza».
Parlando di mele, però, attenzione perché l’America
non è senza peccato. Il successore di Obama dovrà
prendere una decisione che
nessun Presidente americano
ha dovuto prendere nell’era
moderna: scegliere tra l’Europa e la Gran Bretagna come
«alleato favorito». Da una
re a Tony Blair sull’Iraq).
Nell’altro angolo, c’è il partner commerciale più importante per gli Usa, un’Unione
Europea che ha il potere economico per trainare l’economia mondiale e un mercato
per assorbire prodotti e servizi
fatti negli Stati Uniti: dalla tecnologia di Google alle turbine
nucleari della General
Electric.
La “Grande Mela” potrà
rubare a Londra la corona
di capitale mondiale
della finanza
parte c’è la relazione militare
con uno dei pochi paesi che ha
un esercito forte e la voglia di
usarlo. Che è stato a fianco
degli americani in tutte le
guerre e gli interventi esteri
del passato recente, anche
quando ne ha pagato molto in
termini di vite umane e carriere politiche (basta chiede-
Alla fine, e lì che si giocherà
la partita: sulla relazione di
amore e odio tra l’Ue che è
stata snobbata e la «nuova»
Gran Bretagna in cerca
d’identità e amici nel mondo.
Gli Azzeccagarbugli della burocrazia di Bruxelles dicono
che ci vorranno almeno due
anni per negoziare i dettagli
della Brexit. Per scrivere da
capo una nuova storia economica, geopolitica e sociale tra
27 paesi che tenteranno di
stare insieme e un’isola che ha
deciso di andarsene per conto
suo senza pensare tanto alle
conseguenze.
Francesco Guerrera è
il condirettore e caporedattore
finanziario di Politico Europe
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
TRADITI DAI COETANEI
DEI BEATLES
MASSIMO GRAMELLINI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
In cerca del lieto fine
Saranno mesi e anni di passione. La storia potrebbe avere
un lieto fine: un mondo «multipolare» in cui l’«Anglosfera»
Gran Bretagna-Usa convive in
maniera proficua con una rinvigorita Ue e le forze emergenti dell’Est e del Sud del mondo.
Ma potrebbe anche finire
male. «Io e te vedremo la guerra durante le nostre vite», mi
ha detto il mio amico banchiere ieri mattina dopo essere atterrato alla fine di un lungo volo. Al momento, ho attribuito il
commento al fuso orario, alla
confusione del dopo-voto, alle
emozioni di una notte referendaria incredibile. Ma dopo
Brexit, il mondo è in bilico.
tesi ad abbattere ciò che esiste
senza troppo curarsi per ciò
che avverrà dopo. È l’incapacità dell’Europa di rispondere a
questa sfida, di rilanciare in
avanti l’integrazione superando le proprie divisioni e di indicare come meta una nuova
tappa nel percorso federalista
che ha innescato la marcia indietro collettiva con un vortice
di errori, litigi ed egoismi che
ha portato la maggioranza dei
cittadini della Gran Bretagna la quinta potenza economica
del Pianeta - a voltare le spalle
alla Manica. Con il risultato di
rendere l’Atlantico più largo,
allontanando l’Europa dagli
Stati Uniti, e sbilanciare l’asse
del Continente verso quella regione centro-orientale dove la
rivalità con la Russia è più accesa. Senza Londra l’Europa è
diventata più distante dalle luci di New York e più sensibile
alle mosse di Mosca. È un cambiamento strategico destinato
ad avere conseguenze. L’Europa degli egoismi nazionali che
Farage esalta, molti altri perseguono ed in pochi sembrano
disposti a ostacolare, minaccia
per l’Unione Europa un processo di decomposizione destinato a moltiplicare le incognite
più buie. Fino a quando uno o
più leader europei troveranno
il coraggio di non avere paura
delle prossime elezioni in calendario, affrontando assieme,
con determinazione, i problemi concreti da risolvere.
a vecchietta di Bristol
sapeva che il suo voto,
affossando la sterlina,
le avrebbe alleggerito di colpo il portafogli, dal momento
che i suonatori di piffero alla
Farage si erano ben guardati
dal dirglielo?
Una parte di ragione però
la vecchietta di Bristol ce
l’ha. Molti di coloro che hanno votato «Leave» pensavano di non avere più niente da
perdere. Nessuno fa volentieri la rivoluzione, finché avverte il rischio di rimetterci i
risparmi o la sanità e la scuola gratuita per i figli. Il patto
sociale su cui la Gran Bretagna e l’Europa si sono rette
per sessant’anni garantiva a
tutti una speranza crescente
di benessere. Ma questa Europa con troppa finanza e po-
L
ca politica non ha fatto nulla
per frenare la caduta libera del
lavoro, la smagliatura delle reti di protezione e l’impoverimento della piccola borghesia,
che oggi la ripaga con la stessa
moneta: disprezzandola.
Un maestro di tennis ti insegna che sul campo ci sono soltanto due posti dove stare: dietro la linea di fondo o sotto rete. Se traccheggi a metà, vieni
infilzato. L’Europa è da troppo
tempo a metà campo. O ritorna dietro la linea di fondo, come ha appena fatto la vecchietta di Bristol. Oppure decide di
scendere sotto rete. Rimettendo al centro del progetto i cittadini, e non i mercati, e unificando il sistema fiscale, l’esercito e la politica estera. Il primo passo verso quegli Stati
Uniti d’Europa in cui anche il
ragazzo di Londra non vede
l’ora di entrare.
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LA
LA STAMPA
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QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
SABATO 25 GIUGNO 2016 1 ANNO 150 N. 175 1 1,50 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
La Gran Bretagna è il primo partner a lasciare l’Ue ma la Scozia vuole restare. Il separatismo tenta altri Paesi. Trump, Putin e Le Pen plaudono al voto
Brexit, tempesta nel cuore dell’Unione
Il 52% degli inglesi per l’uscita dall’Ue. David Cameron si dimette: Boris Johnson verso la successione
Borse in caduta libera. Milano la peggiore: -12%. Lunedì vertice d’emergenza Merkel-Renzi-Hollande
ALBERTO SIMONI
Le idee
INVIATO A LONDRA
NON BASTA PIÙ
D
avid Cameron trattiene a
stento la commozione, la
moglie Samantha lo
prende per mano. Salutano, poi
voltano le spalle ai giornalisti
assiepati dinanzi al 10 di Downing Street. Cala così alle 8.30,
con le dimissioni del premier
conservatore, il sipario sulla
notte più drammatica degli ultimi decenni in Gran Bretagna.
L’ASSE
FRANCO-TEDESCO
STEFANO STEFANINI
G
iovedì meno di un milione di voti britannici,
ha decretato la fine del
tentativo di Unità europea
perseguito da quattro generazioni di europei. L’esperimento è fallito. Ci sarà tempo
per ricercarne i motivi e analizzare le cause di questa monumentale crisi autoinflitta.
Oggi bisogna pensare a cosa
ci aspetta. Soprattutto in Europa. Con realismo, lucidità e
senza inutili recriminazioni.
In politica e in amore chi si lamenta ha sempre torto.
CONTINUA A PAGINA 4
Le interviste
Schulz
A PAGINA 9
Prodi
Cosa rischia
Matteo
a ottobre
“Un summit
per rinascere”
Fabio Martini A PAGINA 17
MARCELLO SORGI
Letta
I
l primo ministro di una
grande nazione capitalista,
democratica, europea, indice un referendum sulla permanenza del suo Paese nell’Unione europea. Lo fa insidiato da
un partito di opposizione antieuropeo, che lo tormenta
quotidianamente e cresce nei
consensi, anche se non è riuscito a batterlo alle elezioni. A
sorpresa, una parte del partito
del primo ministro, guidata da
un suo avversario interno, si
schiera con gli antieuropei.
CONTINUA A PAGINA 27
GIORGIO NAPOLITANO
C
aro Direttore, al pari
non solo di tutti gli europeisti ma di quanti
come me si sono sentiti sempre profondamente legati alla grande storia, alla cultura
e all’esperienza democratica
CONTINUA A PAGINA 26
“Ora un’Europa
a più velocità”
CONTINUA A PAGINA 27
Adesso ci serve
il coraggio
dei fondatori
“Roma e Madrid
sono nel mirino”
Il domino
sulle elezioni
spagnole
JAVIER MORENO
A PAGINA 26
Il risentimento
nei confronti
del presente
GIANNI RIOTTA
A PAGINA 27
Francesca Schianchi A PAGINA 16
NEIL HALL/REUTERS
Supporter del «Leave» con la bandiera britannica davanti a Downing Street
Bruxelles vuole subito
il Regno Unito fuori
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
IL DISCORSO ALLE AUTORITÀ DI YEREVAN
Il Papa: fu in Armenia
il primo genocidio
ANDREA TORNIELLI
«T
utti coloro che dichiarano la loro
fede in Dio uniscano le loro forze
per isolare chiunque si serva della religione per portare avanti progetti di
guerra, di sopraffazione e di persecuzione
violenta, strumentalizzando e manipolando
il santo nome di Dio».
CONTINUA A PAGINA 19
Servizi DA PAG. 4 A PAG.17
I
l primo alto funzionario tedesco incrociato
nell’atrio della Commissione Ue ha lo sguardo
torvo e dice una sola parola. «Scheisse!». Non
è un tono alto, ma rappresenta l’umore di un’Europa infuriata per la scelta britannica.
Mandelson
“Il Labour impari
dal vostro leader”
CONTINUA A PAGINA 8
INCONTRO CON BARICCO
Dai libri al teatro
“Alla fine vince
chi racconta meglio”
Lo spettacolo che sto
portando in scena
«Palamede, la storia»,
ispirato alla Grecia
antica, è la metafora
dei tempi che viviamo
Piero Negri A PAGINA 33
A PAGINA 4
È la rivolta
dei poveri
contro Londra
MARIO DEAGLIO
A PAGINA 11
4 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
KEVIN COOMBS/REUTERS
La delusione dei sostenitori del Remain accanto alla soddisfazione degli avversari del Leave
Il grande sconfitto, il premier britannico conservatore David Cameron
RISVEGLIO CHOC
Decisivi pensionati e classi povere
Londra lascia l’Ue, Cameron si dimette
Mercati in picchiata. Il premier sconfitto: “Serve un altro condottiero”
72,2
ALBERTO SIMONI
INVIATO A LONDRA
SEGUE DA PAGINA 3
per cento
l premier che ha azzardato il referendum sull’Ue, lo
ha perso per oltre 1 milione di voti, 17 milioni di consensi al Leave, pari al 52%.
Affluenza: 72,2%.
Ora, ammette, «serve
energia fresca e un altro condottiero per portare il Regno
Unito fuori dalla Ue». Non sarà Cameron a ricorrere all’articolo 50 del Trattato di Lisbona, quello con il quale si
avvia formalmente il processo di divorzio di un Paese dall’Ue, che sarà applicato per la
prima volta nella storia. Si
congratula con il fronte Leave, elogia il grande esercizio
democratico che questo referendum è stato, rassicura che
per i cittadini europei non ci
sarà alcun cambiamento, si
dice «orgoglioso di aver servito il Paese» e rivendica i successi, l’economia che va bene,
la legge sulle nozze gay del
2014. David Cameron resterà
I
Intervista
DALL’INVIATO A LONDRA
ord Peter Mandelson, già
commissario Ue per il
Commercio e ministro
del Business con Gordon
Brown, una rivoluzione l’ha già
fatta nella sua carriera politica.
È stato l’architetto del New Labour, con lui come consigliere e
spin doctor Tony Blair è riuscito
nel 1997 a conquistare Downing
Street e a inaugurare 13 anni di
egemonia laburista. Sono bastati 6 anni, una crisi economica, la scelta di due leader poco
affini al New Labour (prima Ed
Miliband, più vicino ai sindacati
che al centrismo blairiano, poi
Corbyn, socialista vecchia scuo-
L
Tre britannici
su quattro
sono andati
a votare.
L’astensionismo è stato
più alto tra
i giovani
premier ancora per 3 mesi, però. Il successore si saprà poco
prima del congresso dei conservatori di ottobre. Fino ad allora l’uomo che ha riportato i
Tory al potere nel 2010 dopo 13
anni di blairismo, resterà in
sella per garantire che lo choc
del voto sia meno devastante di
quanto è apparso ieri fra sterlina ai minimi dal 1985 e miliardi
di dollari in fumo sui mercati.
«Dave è un politico straordinario» concede qualche ora dopo il rivale Boris Johnson, candidato numero uno a succedergli. Poi spiega che non c’è fretta
di uscire dalla Ue scontrandosi
con il monito che arriva da Bruxelles: fate presto ad andarvene, chiosano i big dell’Unione.
Londra è sotto choc. Dopo 40
anni di matrimonio tumultuoso
con l’Ue, è tempo di addio. Gongola Farage che indica il 23 giugno 2016 come Giorno dell’Indipendenza.
Vacilla tutto il Regno Unito, la
scozzese Sturgeon è pronta a invocare un secondo referendum
per l’indipendenza dopo quello
del 2014, si rincorrono voci che gli
La mappa
del voto
SCOZIA
Remain
50%
74,4%
Edimburgo
80%
Leave
40%
25,6%
61,3%
38,7%
60%
Sunderland
Belfast
50,4%
Birmingham
NORD
IRLANDA
4,1%
49,6%
95,9%
Gibilterra
24,7%
GALLES
75,3%
Londra
(City)
40%
Londra
60%
Cardiff
INGHILTERRA
- LA STAMPA
Lord Mandelson: “Ci vorrebbe un Renzi
Il Labour ha perso contatto con il Paese”
L’ex commissario Ue: “Questa uscita avrà un impatto enorme”
la) a riportare indietro le lancette.
«Se continua così altro che al governo, i nostri votano Ukip», dice lord Mandelson al telefono
dal suo ufficio a Marylbone.
Il Leave è andato fortissimo in
molte roccaforti laburiste.
«Abbiamo perso contatto con il
Paese reale, questo Partito laburista non è in grado di connettersi al sentimento della
gente, non sa comunicare e fino
a quando non offrirà un modello di social-democrazia credibile resterà ai margini».
Qual è stato l’errore principale?
«Non essere riusciti a contrastare la ridicola e fantasiosa
campagna gettata in pasto alla
gente dal fronte del Leave».
A cosa si riferisce in particolare?
«Al tema dei migranti. I laburisti hanno lasciato che idee assurde e fantasiose si imponessero. Quello è l’argomento che
ha fatto pendere per il Leave».
Il segretario Corbyn deve restare
al suo posto?
«Sono molto deluso da come ha
condotto la campagna elettorale. Non è stato per nulla aggressivo, troppi elettori non hanno
sentito nulla da Corbyn o addirittura non hanno capito quello
che intendeva dire».
Non mi ha risposto.
«Servirebbe una ventata di freschezza».
Faccia dei nomi.
«No, se anche ne avessi uno non
lo farei».
Sadiq Khan, sindaco di Londra?
«È appena stato eletto a un posto nuovo rinunciando al seggio
di Tooting, (sud di Londra)».
Allora tracci un identikit di chi
vorrebbe alla guida del Labour.
«Uno come Matteo Renzi».
Peter
Mandelson
Ex commissario Ue per
il commercio
e ministro
del Business
con Gordon
Brown è stato
l’artefice
della vittoria
di Tony Blair
irlandesi del Nord vogliano riunirsi con i cugini del Sud. Poi la
marcia indietro del “First minister”: «Fermi tutti, nessun referendum».
La notte elettorale ha consegnato ai britannici un Paese diviso. Che i sondaggisti non sono riusciti a cogliere. E nemmeno i politici. I big erano schierati tutti con il Remain (eccezione
fatta per Johnson, Farage e Gove), così come almeno quattro
quinti dei deputati. Hanno perso tutti. Ed Miliband, ex leader
laburista, legge nella disfatta
un voto anti-establishment.
Lord Mandelson parla di quanto ha giocato la paura dei migranti. I flussi elettorali sono
impietosi. Gli europeisti (matrice Labour) sono mosche
bianche nel profondo Sud, nel
Nord Est e nei sobborghi delle
grandi città. Tengono a Liverpool, a Manchester, trionfano a
Londra, 70% in alcune circoscrizioni. Non è bastato per
contenere la rabbia dell’Inghilterra rurale e del Galles.
Quello che era il partito dei lavoratori, delle minoranze, del
è più debole?
«Non c’è dubbio. E anzi da domani sarà anche più povero».
Potrà riprendersi? E quando?
«Stando fuori dal mercato unico
europeo sarà sempre più difficile,
quello che è successo nel referendum avrà un impatto enorme. La
gente si è svegliata e ha capito che
il “Project Fear” è una realtà, altro che invenzione da campagna
elettorale. C’è da avere paura. Ma
non come la intendeva Farage».
Quanto è più debole l’Ue senza
Londra?
«Avrà un contraccolpo, il Regno Unito è fondamentale su alcuni temi, dalla sicurezza al
commercio per citarne alcuni».
Guardiamo in casa altrui. È in discesa la corsa di Boris Johnson
per la leadership?
Il nostro premier era stato etichettato come il Blair italiano.
«È giovane, dinamico, sa fare le
riforme necessarie. Andrebbe
bene uno come Renzi».
«Johnson è carismatico, forte, è
amato dalla gente, ma attenzione: avrà dinanzi a sè delle sfide
e dei rivali che aspirano al posto
di Cameron quanto lui». [A.SIM.]
Da ieri mattina il Regno Unito
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .5
.
La Gran Bretagna oggi
ha una nuova voce
nel mondo, potente
e liberale. Mi dispiace
per Cameron, per me è
uno straordinario politico
Boris Johnson
Ex sindaco di Londra e leader
conservatore pro Brexit
È la vittoria della gente
comune contro le grandi
banche, il grande
business e i grandi politici
Ora è necessario
un governo Brexit
Nigel Farage
Leader del partito
conservatore Ukip
PHIL NOBLE/REUTERS
LA BREXIT
patto sociale fra generazioni, è
svanito. Lo si capisce quando arrivano i primi risultati che spaccheranno poi la notte. Sunderland va al Leave (oltre 61%),
Newcastle, dato per sicuro, va al
Remain, ma con il 50,1%. È il segnale che i britannici hanno deciso dove andare. L’Inghilterra è
una grande chiazza Giallo Leave, qualche macchia in concomitanza con le zone borghesi per il
Blu Remain. Più difficile cogliere
le sfumature dei conservatori,
due su tre hanno votato Out
ovunque. Il Sud è feudo dello
Ukip, il risultato era scontato.
Anziani, pensionati, classi meno
istruite hanno optato per la linea
anti-Ue; giovani studenti e laureati (perlopiù concentrati nelle
città universitarie e metropoli)
per il Remain. C’è una divisione spiega una deputata laburista frutto di diseguaglianze crescenti e figlia di sei anni di austerità portata avanti dal governo.
Eppure anche in alcuni centri
non disagiati come Birmingham, Swansea, Southampton il
Leave ha vinto.
Corbyn, il leader laburista
che viene dagli anni ’70 ma ha
conquistato il potere con un
messaggio anti-establishment
che ha colpito i giovani, si è limitato a ricordare che da oggi il
Partito deve lottare per i diritti
dei lavoratori e che si opporrà a
qualsiasi «finanziaria di emergenza». Arriva per lui una mozione di sfiducia firmata da due
deputati. Ambienti vicini alla direzione del Partito dicono che finirà in una bolla e Corbyn passerà indenne il 2016. Molti laburisti, a mezza bocca, confessano
però: imiti Cameron.
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PETER NICHOLLS/REUTERS
Boris Johnson, conservatore Tory, si è schierato contro Cameron
TOBY MELVILLE/REUTERS
Nigel Farage, leader del partito di destra inglese Ukip
I VINCENTI
Boris la mente, Nigel le scarpe
Ecco l’inaspettata coppia
che ha spaccato i britannici
Johnson punta a Downing Street, Farage a fare l’ideologo
ALESSANDRA RIZZO
LONDRA
lle quattro del mattino,
a scrutinio ancora aperto, Nigel Farage si è presentato davanti a sostenitori
entusiasti e ha gridato vittoria:
«È l’alba del nostro Independence Day!». Boris Johnson ha
aspettato la tarda mattinata, e
i risultati finali, per fare una dichiarazione dal palco della
campagna ufficiale. «È un’opportunità splendida - ha detto ma non dobbiamo avere fretta», parole caute da primo ministro in pectore. Sta anche
qui, nel momento della vittoria, la differenza tra i due leader euroscettici, la strana coppia che ha provocato il terremoto più grande nella politica
britannica ed europea dal Dopoguerra a oggi. Prima nessu-
A
Retroscena
MARIA CORBI
INVIATA A EDIMBURGO
no li prendeva sul serio, nel
giorno più importante sono loro a trionfare.
Farage, il leader del partito
nazionalista e populista Ukip,
ha coronato il sogno di una vita,
da quando nel 1992 abbandonò
i conservatori per protesta
contro il Trattato di Maastricht. Non ha mai messo piede a
Westminster, ma senza di lui
probabilmente questo referendum non ci sarebbe stato.
Johnson, l’ex sindaco di Londra, ci ha messo giorni a decidere se schierarsi pro o contro
la Brexit. Una decisione che
una fonte a lui vicina ha definito molto combattuta ma che
per i nemici è stata semplicemente dettata dall’opportunità
politica. Durante la campagna
elettorale, Farage ha parlato alla pancia, Johnson ha cercato
di non alienarsi il voto moderato. Non sono mai apparsi insieme: il leader Ukip non faceva
parte della campagna ufficiale
ed è stato trattato come un parente povero di cui ci si vergogna un po’. Ma ha fatto su e giù
per il Paese, andando a raccattare voti nelle aree industriali
del nord Inghilterra disertate
dalla leadership laburista. «In
un certo senso si sono divisi il
lavoro», spiega il professor Kevin Featherstone, capo dello
European Institute alla London School of Economics. «Nigel Farage ha fatto appello più
direttamente alla working
class bianca di elettori laburisti
preoccupati dell’immigrazione. Boris Johnson si è rivolto alla base dei Tory, quei conservatori tipici che da un lato non si
sentono a loro agio con Farage
Rimpianti
Una petizione
di cittadini
per organizzare un secondo referendum per
far restare il
Regno Unito
in Ue ha
mandato in
tilt la pagina
web della
Camera dei
Comuni raccogliendo in
poche ore
oltre 145.000
firme
e dall’altro non vedono David
Cameron come uno di loro».
La strategia ha pagato, ma
ha avuto i suoi momenti di tensione, in particolare quando
Farage ha presentato un poster
anti-immigrazione che è stato
immediatamente bollato come
xenofobo e paragonato alla propaganda nazista. L’immagine
mostra una fila di profughi e la
scritta «Breaking Point», punto di rottura. «Non è la mia politica e non è la mia campagna»,
ha detto Boris, che ha proposto
un’amnistia per i migranti illegali e da sindaco di Londra ha
promosso una città aperta a
tutti. Farage ha tirato dritto:
«La verità non può far paura».
Ma hanno anche molto in comune. Entrambi si distinguono
in mezzo ad una folla di politici
grigi e intercambiabili. Col suo
ciuffo biondo Johnson è per
tutti semplicemente Boris, uno
degli uomini più riconoscibili
del Paese. Immune all’imbarazzo, ha nascosto l’ambizione
personale dietro le battute sagaci e l’aspetto buffonesco. Farage è politico instancabile,
sempre pronto alla polemica,
capace di captare gli umori dell’elettorato. In maniera del tutto improbabile, entrambi si
presentano come voce antiestablishment, in difesa dell’uomo della strada. Boris è diretto a Downing Street; dopo
aver vinto la battaglia più importante, cosa farà Nigel?
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Il risvolto indipendentista della Scozia
“Siamo europei, usciamo dal Regno Unito”
I secessionisti pronti a ripetere il referendum perso nel 2014
dimburgo e Londra,
mai le due città rivali
si sono sentite tanto
vicine, strappate all’Europa
nonostante abbiano urlato la
loro volontà di rimanere (62
per cento). Mai Albione è
sembrata tanto perfida. Mai
le coincidenze sono state fastidiose come l’arrivo di Donald Trump in Scozia, così
simile a Boris Johnson, nei
connotati e nella gioia per il
leave made in Uk. E oggi a
Edimburgo, dove al remain è
andata una percentuale del
74 per cento, le persone si sono sentite come pugili in dif-
E
ficoltà ma non ancora al tappeto, con l’intenzione, prima
di arrivarci, di sferrare il gancio fatale: un nuovo referendum per l’indipendenza. La
Maria Stuarda anti Brexit,
l’attuale primo ministro scozzese Nicola Sturgeon, che guida anche lo Scottish National
Party, ha ribadito: «Noi siamo
europei». «La Scozia ha consegnato un voto chiaro, senza
equivoci, per la permanenza
nell’Ue. La Scozia ha parlato.
E ha parlato chiaro».
Come avevano parlato chiaro i nazionalisti nei giorni di vigilia. Alex Salmond, parla-
mentare a Westminster, ex
leader dello Scottish National
Party, aveva avvertito del rischio secessione in caso di
Brexit. All’orizzonte un nuovo
referendum, dunque. E la battaglia inizierà dai giuristi inglesi che si confronteranno:
chi sostiene che è possibile il
bis e chi invece lo ritiene impossibile. Intanto la Sturgeon
inizia ad affilare le armi: «Ci
sono molte persone che hanno
votato contro l’indipendenza
che stanno rivalutando la loro
decisione alla luce del risultato del referendum di lasciare
l’Ue. La mia priorità sarà quel-
la di agire nel migliore interesse della Scozia». E queste sono ore di paura in Scozia. Perché secondo gli studi fatti prima del voto gran parte del
reddito degli imprenditori
agricoli arriva dall’Unione europea (dati 2015). Senza contare che il 40% della carne di
pecora e del manzo scozzese
viene esportato in Europa
praticamente senza dazi. E
l’industria del petrolio, al
Nord, intorno ad Aberdeen,
che ha beneficiato di norme
europee.
E poi ci sono i giovani, tanti, che hanno votato uniti.
Edimburgo è una città giovane, internazionale, con una
grande e prestigiosa università che apre le sue porte al
mondo e all’Europa. Joanna
Cherry, parlamentare dello
Snp, ha spiegato che Edimburgo è «una città cosmopolita e dal momento che abbiamo avuto un parlamento per
quasi 20 anni, è diventata ancora più cosmopolita, internazionale e aperta all’esterno. La gente di Edimburgo ha
avuto molti benefici da parte
dell’Unione europea. Un sacco di posti di lavoro nel settore finanziario si affidano a
connessioni con l’Ue; ci sono
un sacco di piccole imprese a
Edimburgo che prosperano
grazie al mercato unico». Ma
oggi l’aggettivo «unito» per
gli inglesi si avvia ad avere
confini molto ridotti, circondati dal mare. La Scozia non
ci sta e inizia a costruire il suo
ponte verso l’Europa.
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Jena
Referendum
A volte i premier fanno
cazzate madornali,
vero Matteo?
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12345367318
9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 1
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .7
.
Lo scontro
fra
generazioni
18-24
anni
ll 75% degli
elettori tra i 18 e i
24 anni ha votato
per la permanenza
del Regno Unito
nell’Ue
50-64
anni
ROB STOTHARD/PA/LAPRESSE
La maggior parte dei giovani ha votato per restare nell’Unione Europea
Il 56% ha votato a
favore dell’uscita
dall’Ue, percentuale che sale al 64%
tra gli ultrasessantacinquenni
REUTERS
Il principe Filippo, marito della regina
LA BREXIT
LA REGINA
La tentazione
La regina
Elisabetta, 90
anni compiuti
da poco,
potrebbe essere
tentata
a cedere
la reggenza
al figlio Carlo,
67 anni,
che si prepara
a regnare
da circa
mezzo secolo
Nel “Regno disunito”
Elisabetta pensa
alla reggenza di Carlo
VITTORIO SABADIN
a regina Elisabetta era
di pessimo umore ieri
mattina presto, quando
ha ricevuto la telefonata del
premier David Cameron. Aveva sentito il notiziario della
Bbc dalla vecchia radio Roberts che tiene sul comodino,
e il colloquio con il primo ministro è stato più gelido del solito. Dimettendosi, avrà pensato, quell’uomo non fa che raccogliere quello che ha seminato. Che bisogno c’era di far votare gli scozzesi sull’indipendenza? Per poco non l’hanno
approvata. E che cosa gli è venuto in mente di indire un referendum anche sull’adesione
all’Unione europea? Non era
obbligato a farlo: ha giocato
con il fuoco come un bambino,
e ha incendiato il mondo. Biso-
L
gna sempre rispettare quello
che i cittadini decidono, ed è
per questo che un leader saggio
non dovrebbe farli votare troppo spesso.
A 90 anni appena compiuti,
Elisabetta pensava di potersi finalmente godere un po’ di riposo e invece si trova a dover affrontare uno dei passaggi più
difficili del suo regno. La Scozia, che ha votato per l’Europa,
potrebbe indire un nuovo referendum per uscire dal Regno
Unito; lo stesso vuole fare l’Irlanda del Nord, e dopo di loro se
ne andrà di sicuro anche il Galles. Lei avrebbe voluto essere
ricordata come una grande regina e ce l’aveva fatta, ma il rischio di passare alla storia anche come il sovrano che ha perso dopo due secoli il Regno Unito è ora molto forte. Nel week
end ne parlerà con Filippo, e si
diranno che dopo tanta fatica
questo destino proprio non se lo
meritavano.
L’uscita dall’Europa non toglie nessun potere a Elisabetta
e alla sua famiglia. Lei resta il
leader dello United Kingdom,
del Commonwealth, di Canada,
Australia, Nuova Zelanda di altre 12 nazioni. Ma quanto durerà? La Gran Bretagna ha di
nuovo scelto il proprio “splendido isolamento” e adesso dovrà
guardare più al resto del mondo
che all’Europa, come durante il
regno di Vittoria. Bisognerebbe
rinsaldare i legami con i paesi
d’oltremare, andare negli Stati
Uniti a rassicurare il nuovo presidente, impegnarsi negli estenuanti viaggi di settimane che
Elisabetta ha instancabilmente
compiuto per tutta la vita. Sarebbe necessario recarsi anche
nel Galles, visitare di nuovo la
PETER BYRNE/PA /LAPRESSE
90
anni
Li ha
compiuti
il 21 aprile
la regina
Elisabetta
Ora non
affronterebbe
volentieri
un tour
faticoso
negli Stati
Uniti, in
Scozia
e Irlanda
del Nord
per
rafforzare
amicizie
e legami
Scozia e l’Irlanda del Nord,
stringere mani, raccogliere l’affetto della gente. Ma come si fa
a 90 anni, con un marito che ne
ha 95 e che, pur continuando a
compiere il proprio dovere, non
nasconde di non poterne più?
Mandarci Carlo e Camilla non
sarebbe la stessa cosa, e William e Kate sono molto carini
con George e Charlotte in braccio, ma questo non basta per
orientare le scelte di un Paese.
Di abdicare non se ne parla,
ma Elisabetta, pensando che
una situazione così grave richieda energie più fresche, potrebbe cedere la reggenza a
Carlo, 67 anni, e si prepara a regnare da più di mezzo secolo.
Ma la Regina sa che quando
questo avverrà molti paesi del
Commonwealth dichiareranno
l’indipendenza, perché se accettano ancora lei come capo di
stato, non è detto che riconoscano tale diritto a qualcun altro. Forse oggi rimpiange di non
avere fatto qualcosa, come prima del referendum scozzese,
quando invitò i sudditi a pensarci bene. Nel giorno del suo
compleanno aveva detto di sperare che «tutti fossero consapevoli degli enormi benefici che si
realizzano quando la gente si
unisce per un obiettivo comune», ma non è bastato.
Ora c’è tanto lavoro da fare,
non c’è più tempo e mancano le
forze per farlo. In autunno bisognerà nominare un nuovo premier, forse proprio Boris Johnson, il primo che verrà a
Buckingham Palace in bicicletta. E, subito dopo, anche per
l’ultima grande regina arriverà
forse il tempo di prendere una
decisione importante.
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Su Twitter
Italiani di Londra, l’amara sorpresa
“Primo giorno da extracomunitari”
Prima che il
risultato fosse
annunciato,
su Twitter
migliaia di
persone già
si domandavano
“#WhatHaveWeDone”
(CheCosaAbbiamoFatto)
Ma anche tra gli inglesi prevale lo stupore: “Cosa abbiamo combinato?”
il caso
ANGELICA D’ERRICO
ALESSANDRA RIZZO
LONDRA
can not believe it»,
«non ci posso credere», scrive Giulia, disegnatrice grafica che vive a
Londra da anni. Come lei si è
svegliato, andato a dormire
tranquillo dopo i primi numeri positivi, il mezzo milione di italiani che vive e lavora nella grande capitale del
Regno Unito.
Con la sveglia sul telefono
sono apparse le notizie, inde-
«I
lebili, della vittoria dei Leave.
Non è soltanto un brutto sogno. I social media sono un
flusso di coscienza, sismografo delle sensazioni di una generazione che a Londra, anche
con fatica, ha costruito una
nuova strada. «Il mio primo
giorno da extracomunitaria.
Un grande passo indietro, una
delusione cocente, la brutta
sensazione che questa non sia
più anche casa tua. Non sia il
paese dove avevi deciso di vivere», scrive Eugenia.
Milioni di italiani si interrogano, si fa fatica a trovare famiglie senza un fratello, un parente, un amico nel Regno Unito.
Che accadrà ora agli italiani di
Londra? Chi paga le tasse in
Gran Bretagna da cinque anni
può richiedere un permesso di
residenza e la cittadinanza. C’è
chi l’ha già fatto, prendendo la
doppia cittadinanza. Chi ha intenzione di farlo adesso dovrà
scontrarsi con una macchina
burocratica che richiede tempo
e denaro: un anno e almeno mille sterline. Chi non intende restare per sempre potrà probabilmente ottenere un visto di lavoro, da rinnovare ogni due-tre
o anche cinque anni, presentando una richiesta da parte del
proprio datore di lavoro. Chi,
invece, vuole trasferirsi a Londra, dall’uscita del Regno Unito
dall’Unione, non potrà più farlo
senza avere già trovato un’occupazione prima della partenza. È la fine di una libertà, la
semplicità di movimento, divenuta così normale da essere difficile da comprendere, ora.
Nelle grandi aziende i responsabili del personale hanno
già inviato email interne promettendo assistenza e un supporto, anche affettivo, ai lavoratori che si trovassero in difficoltà da un momento all’altro. Ma
la realtà è nelle parole di Diego
Pinna, originario di Sassari,
che vive nella capitale da quattro anni. «Siamo in molti a pensare che, se sarà necessario, ce
ne andremo. Soprattutto chi ha
ANTHONY DEVLIN/PA/LAPRESSE
famiglia: se la nostra vita deve
essere una trafila di controlli
vale la pena pensare di farlo altrove, negli Stati Uniti o in Australia», racconta Pinna.
Con gli italiani sono in ansia i
cittadini europei che vivono
nella capitale, oltre un milione.
A loro si è rivolto espressamente il sindaco Sadiq Khan, cercando di portare una voce rassicurante: «Siete i benvenuti.
Siamo grati per l’enorme contributo che portate, e questo
non cambierà a causa del referendum».
La sorpresa è dolorosa anche tra gli inglesi: «Che cosa abbiamo combinato?», si chiedono migliaia di persone su Twitter. «Non riesco a crederci,
un’assurdità», dice una donna
al marito sfogliando le prime
pagine delle edizioni straordinarie dei giornali. Anche andare a studiare nel Regno Unito
potrebbe diventare più complicato. Il significato della cittadinanza europea, dato per scontato fino a poche ore fa, è ora
più che mai evidente.
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8 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
50
l’articolo
Il trattato
di Lisbona
contiene
una clausola
di recesso
per gli Stati
membri che
intendono
uscire dall’Ue.
A dettare
tempi e modi
è l’articolo 50.
Prevede che
lo Stato notifichi la scelta
al Consiglio
europeo per
poi negoziare
con Bruxelles
le modalità
dell’uscita
in un periodo
di due anni
VIRGINIA MAYO/AP
JON NAZCA/REUTERS
Le bandiere dell’Unione europea di fronte alla sede dell’Ue a Bruxelles
Gibilterra, donne fuori dall’ufficio dei sostenitori del «Remain»
ORA CHE SUCCEDE?
Bruxelles mette fretta a Londra
“Subito il negoziato per l’uscita”
I leader provano a scongiurare la paralisi. Mercoledì inedito vertice a 27
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE A BRUXELLES
tastrofiste, dallo tsunami al terremoto. Quando è giunta la notizia della sconfitta referendaria che giovedì i più ritenevano
difficile, è scattata la girandola
delle riunioni e la macchina delle dichiarazioni coordinate su
un solo slogan: «Volete andare
via, fatelo in fretta».
Nella capitale dell’Unione si
teme la paralisi. I tecnici concedono che la caduta dei mercati,
ieri davvero pesante, potrebbe
essere anche riassorbita. Tuttavia, avvertono che un negoziato
troppo lungo con Londra spingerebbe il continente in una paralisi davvero pericolosa quando
l’economia cresce poco. Oltretutto, questa è una separazione
che richiederà anni. «Ci aspettiamo che il governo del Regno
Unito dia effetto alla decisione
del popolo britannico al più presto possibile, per quanto doloroso potrà essere il processo», afferma la dichiarazione congiunta firmata dai vertici delle istituzioni, Juncker (Commissione),
Schulz (Parlamento), Tusk
(Consiglio), Rutte (presidente di
turno), dopo una riunione
d’emergenza. Sono stati il lussemburghese e il polacco a metterci la faccia, il primo per negare che «sia la fine dell’Europa», il
secondo per lanciare il pressing
su Downing Street e giurare
che, «come diceva mio padre,
quello che non uccide, rafforza».
Da Londra si capisce che i
vincitori della Brexit non hanno
fretta. Guardano a ottobre, a
dopo l’addio di Cameron. Che risulta - aveva promesso a Juncker di procedere entro giugno.
Invece trapela la voglia di preparare il negoziato prima di avviarlo davvero, ma girano anche voci di un piano ardito, che
consisterebbe nella richiesta di
nuove concessioni in vista di un
secondo referendum. «Non se
ne parla», dicono i capigruppo
dell’Europarlamento. «Ogni ritardo prolungherebbe l’incertezza senza necessità», ha aggiunto uno Juncker visibilmente provato. L’Unione dovrà essere diversa, ora. Il ministro
delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, già immagina
un’associazione doganale coi
britannici. Come quella firmata
nel 1963 coi turchi.
“Doppia sovranità per Gibilterra”
Brexit irrompe nel voto spagnolo
Chi potrebbe uscire beneficiato dal voto britannico è il
premier Mariano Rajoy, il premier uscente è comparso in tv
per rassicurare gli spagnoli, invitandoli a seguire la strada intrapresa: niente avventure.
Iglesias capisce il pericolo e risponde: «Non mischiamo cose
che non c’entrano». Anche i socialisti sperano di recuperare
voti di elettori spaventati da un
salto nel buio.
Ma la Spagna ieri era impegnata in un altro fronte, quello
di Gibilterra. Senza Unione
Europea l’economia del possedimento britannico («l’ultima
eredità del colonialismo», secondo Madrid) rischia di uscire fortemente danneggiata. La
paura è la chiusura della frontiera, che vorrebbe dire un disastro economico di larghe
proporzioni, tanto che il 91%
della popolazione ha votato
«Remain». Basta fare due passi per la Main street, all’ombra
della Rocca, per percepire la
paura dell’isolamento. I primi a
pagare sono stati i tanti frontalieri (11 mila quelli regolari) che
ogni giorno arrivano qui dalle
zone oltre confine: «Il venerdì
prendiamo lo stipendio settimanale - dice Manuel, cameriere in un pub - ci pagano in sterline, ho perso l’8 per cento».
Il governo spagnolo prova
ad approfittare del caos, rispolverando l’eterna disputa
territoriale. «La bandiera spagnola è sempre più vicina alla
Rocca - dice il ministro degli
Esteri, Manuel Garcia Margallo - per aggirare il problema
della Brexit, pensiamo a una
doppia sovranità». Il primo
ministro di Gibilterra, Fabian
Picardo, compare nel primo
pomeriggio nel piccolo parlamento locale e risponde: «Non
saremo mai spagnoli, neanche
un po’». Non è giornata di
complimenti per il governo
spagnolo, persino un moderato come l’ex sindaco Solomon
Levy si lascia andare, «questi
sono peggio di Franco».
SEGUE DA PAGINA 3
Sgomenta per le difficoltà che
seguiranno, preoccupata di
tenere in piedi l’Unione nella
sua ora più buia, infastidita
dall’essersi comunque fatta
cogliere di sorpresa. Colpita
al cuore, l’Ue deve avviare una
necessaria autoriforma che
può cominciare già mercoledì
con un inedito vertice a Ventisette, storico perché non era
mai successo che si chiedesse
a un premier di accomodarsi
in un’altra stanza. Sul tavolo
ci sarà un documento che Parigi e Berlino stanno scrivendo. Oltre a riportare al centro
del palcoscenico l’asse francotedesco, spiega una fonte, il
testo ha un compito preciso:
«Impostare le regole del gioco
per l’Europa del dopo Brexit».
Dalle prime ore del venerdì
nero, a Bruxelles si è respirata
un’aria di spaesamento, certificata da metafore meteo-ca-
OLIVIER HOSLET/EPA
Jean-Claude Juncker
I frontalieri andalusi: con il crollo della sterlina perso l’8%
Reportage
FRANCESCO OLIVO
GIBILTERRA
C
i ha pensato la Gran
Bretagna a cambiare
l’agenda alla campagna
elettorale spagnola. Se di Europa finora si era parlato poco e niente, nell’ultimo giorno
utile per racimolare voti ha
fatto irruzione la Brexit. In
Spagna domani si vota, i sondaggi (quelli che girano infor-
malmente) dicono che alla
chiusura delle urne, e chissà
per quante settimane, si riproporrà lo stallo che ha costretto
il Paese a tornare al voto. Ma se
l’economia in questi mesi senza
governo tutto sommato ha retto, i risultati che arrivano da
Londra lasciano indicare che la
pazienza dei mercati (e degli
spagnoli) potrebbe durare poco. Ieri la Borsa di Madrid è
crollata, lo spread è salito a livelli d’allarme, la settimana
prossima, senza un barlume di
stabilità, potrebbe esserci il
colpo di grazia.
Gli analisti si interrogano:
chi pagherà questo clima in
termini di voti? In molti guar-
dano a Podemos, il movimento
nato dalle proteste degli Indignados e ora alleato con la sinistra post comunista. Il partito di Pablo Iglesias nei sondaggi è in forte crescita, secondo solo ai popolari e con
qualche chance persino di guidare il governo. Le posizioni di
Podemos si sono molto attenuate anche nei temi europei,
se un tempo non escludeva un
abbandono dell’euro, ora spera di far fronte comune con
l’Italia e il Portogallo per sfidare l’austerità, senza mettere in discussione la presenza
spagnola nella moneta unica e
mettendo in secondo piano la
stretta affinità con Syriza.
6
mesi
La Spagna
è senza
governo
da inizio anno
28-30
per cento
I sondaggi
assegnano
ai popolari
il 28-30%
davanti
a Podemos
Il summit di Berlino
e i cerchi concentrici
Il cantiere è aperto. Oggi a Berlino si vedono i ministri degli
Esteri dei Paesi fondatori (Gentiloni per l’Italia). La bozza di
dichiarazione chiede a Londra
di fare chiarezza e suggerisce di
riconoscere i diversi livelli di
ambizione degli Stati, frase che
apre alla formula dei cerchi
concentrici. Stasera i leader socialisti sono all’Eliseo. Lunedì a
Berlino s’incontrano Merkel,
Hollande e Renzi. Poi riunione
di Commissione ed Europarlamento. Martedì vertice a Ventotto. Mercoledì, formula a ventisette. «Avrei voluto un esito
diverso», ha detto Tusk. Ciò
non toglie che l’Ue, per salvarsi,
ha deciso di buttarsi subito nel
nuovo mondo del «meno uno».
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .9
.
Torna l’asse
Berlino-Parigi
Angela
Merkel (in foto)
e Francois
Hollande stanno
preparando un
documento in
vista
del vertice a
Ventisette di
mercoledì per
impostare le
regole del dopo
Brexit.
KAY NIETFELD/EPA
LA BREXIT
PHILIPPE HUGUEN/AFP
Un migrante nel campo di Calais, in Francia. Il tema profughi ha pesato sul voto britannico
MARTIN SCHULZ
Intervista
DAL CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
ggi parliamo francese», attacca Martin
Schulz. Lamenta, il
presidente del Parlamento europeo, che il momento è «triste» e il voto britannico - «che
non è stato razionale» - apre
«una stagione difficile per il
Regno Unito e l’Europa, perché
saranno più deboli loro senza di
noi e come noi lo saremo senza
di loro». Questo non sarà comunque una ragione per fare
sconti a Boris & Co. «Un punto
chiaro è stato definito senza
che nessuno dissentisse - dice il
leader socialdemocratico -.
Non vi sarà alcun negoziato
con Londra sinché la procedura prevista dall’articolo 50 dei
Trattati non sarà stata avviata:
l’assemblea non darà il mandato per negoziare se questo
principio non sarà rispettato».
Si può fare? A un ristretto
gruppo di giornalisti fra cui
«La Stampa», Schulz assicura
che «stiamo studiando la base
legale del dispositivo» e si confessa «dubbioso che la palla sia
solo nel loro campo», dunque
«troveremo una via per massimizzare la pressione». Ha fretta e non è il solo: «Non possiamo rimanere ostaggi delle dispute interne ai conservatori.
Ogni ritardo gonfia l’incertezza
e il suo costo».
«O
È un test importante. L’anno
prossimo votano olandesi, tedeschi e francesi. Quanto peserà
l’effetto Brexit?
«Londra ha scelto l’instabilità,
gli altri dovranno fare altrimenti. La reazione che giunge
dalle istituzioni, come dalle capitali, è la volontà di cooperare
e non fermare l’Europa. Hanno
capito l’emergenza».
È però un argomento che, a furia di nazionalizzare le vittorie
ed europeizzare le sconfitte, i
governi hanno indebolito l’Europa. In qualche modo se la meritano, la sconfitta.
«Sono d’accordo. I leader dovrebbero smetterla col giochino di dare sistematicamente la
colpa di ogni male all’Europa.
L’Ue è stata fondata dagli Stati
e non il contrario. È forte quanto i suoi membri, la responsabilità di quanto accade è dei governi. Le capitali dovrebbero
far capire che successi e insuccessi sono due facce della stessa moneta. Le istituzioni dovrebbero essere più coraggiose. Presentare l’Europa come
l’utensile che ripara ogni cosa e
non come un capro espiatorio
per tutto».
Non lo fanno quasi mai...
«Ho parlato con Merkel, Hollande, Tusk. È stato convocato
un summit a Ventisette. È un
messaggio chiaro. Mostra che
già da martedì il Regno Unito è
fuori. Siamo in una nuova fase
dell’integrazione».
Alcune capitali sono tentate dal
cambiare la formula Ue. Riparti-
“Sì a un’Europa a più velocità
Ma i leader adesso smettano
di darle la colpa di tutti i mali”
Chi nè
re dai fondatori, creare diverse
geometrie. Possibile?
«Abbiamo da anni un’Europa a
più velocità - euro, Schengen, il
sociale - e mi sono sempre chiesto se fosse parte del problema
o della soluzione. Però, sì che si
deve discutere come rendere
l’Europa più efficace. E sì che
bisogna ragionare su come
permettere di avanzare a quelli
loro vogliono. A patto che sia
un progetto aperto e che gli altri possano raggiungerli».
Aiuterebbe pure spiegarsi e agire, non crede?
«La politica europea impone risposte precise. Dobbiamo affrontare la crisi migratoria, lo
squilibrio sociale, le frodi fiscali. Dobbiamo evitare che la gente pensi che sono sempre gli
REUTERS
Il voto britannico è irrazionale.
Se c’è un Paese che ha bloccato
le decisioni, è stato il Regno Unito
Martin Schulz
Presidente del Parlamento europeo
Adesso si teme il peggio e si
prova a evitarlo. Sull’onda
dell’esito del referendum britannico cominciano a essere
in tanti, in Europa, ad auspicare un proprio voto popolare sull’Unione. Si ritiene che
dopo l’uscita del Regno Unito si rischi l’effetto domino.
Le istituzioni comunitarie
sono decise a difendere il
progetto a dodici stelle.
«L’Unione europea dei Ventisette Stati membri continuerà», hanno assicurato i
presidenti di Commissione,
Consiglio e Parlamento. JeanClaude Juncker, Donald Tusk
e Martin Schulz hanno preteso l’immediato avvio delle
procedure di divorzio con
Londra, per non dare agli eu-
roscettici il tempo di organizzarsi, in nome della tenuta europea, non scontata.
La carica dei populisti
A guidare le file degli anti-Ue
è Geert Wilders, leader del
partito olandese di estrema
destra Pvv. È stato lui il primo
a chiedere di andare alle urne.
«Il popolo olandese merita un
referendum» da cui far scaturire «un plebiscito su una
Nexit», una Brexit in salsa
orange. «Sarebbe completamente irresponsabile», avverte il primo ministro dei Paesi
Bassi, Mark Rutte: «Non si
può giocare con le persone, i
servizi e i posti di lavoro».
Le pulsioni anti-europeiste
sono però forti anche in Francia (si voterà anche qui, nella
primavera 2017), Svezia, Au-
stessi a pagare. Per questo la
campagna Brexit è stata irrazionale e, in parte, irresponsabile. Perché se c’è un paese che
ha bloccato tutte queste decisioni, è stato il Regno Unito».
Un esempio?
«Lo slogan “rivogliamo la nostra sovranità” legato alle migrazione era pura propaganda.
Non fanno parte di Schengen,
la crisi dei rifugiati è stata ben
peggiore altrove. È necessario
evitare dibattiti astratti e dare
ricette concrete. A partire dalla lotta alla disoccupazione giovanile, gli investimenti sull’innovazione e l’offensiva contro
chi non paga le tasse. Sono
obiettivi possibili, se si lavora
bene e insieme».
[MAR.ZAT.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
E l’effetto-domino spaventa l’Ue
I nazionalisti: si voti anche da noi
EMANUELE BONINI
BRUXELLES
Martin
Schulz, politico tedesco, è
stato il leader
dei socialisti
europei. Nel
2014 è stato
riconfermato
presidente
del Parlamento europeo.
stria, Germania e nella la stessa Italia. Da questi Paesi si sollevano contro la comunità a
dodici stelle Front National,
Democratici svedesi, Fpo, Afd
e Lega. Variano formule e slogan, ma non i contenuti: tutti
al voto e via dall’Ue, seguendo
la scia britannica.
«Il rischio c’è ed è uno dei
motivi per cui dobbiamo dare
certezza ai cittadini oltre che
ai mercati», ammette il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. «L’idea che si possa tenere un referendum senza
che poi si capisca bene quale
rapporto con l’Ue ne derivi ha detto a Lussemburgo, a
margine di una riunione del
Consiglio - sarebbe irrispettosa dei cittadini britannici,
capace di alimentare proprio
l’effetto domino».
Niente sconti
Francia
Austria
Marine Le Pen
ha promesso
il referendum
se sarà eletta
L’estrema
destra chiede
che i cittadini
si esprimano
Ungheria
Olanda
Il premier
vuole un voto
per limitare i
poteri dell’Ue
L’ultradestra
di Wilders ha
invocato una
consultazione
Danimarca
Svezia
A dicembre
votò contro
più poteri
a Bruxelles
Gli euroscettici chiedono
di far scegliere gli elettori
«Siamo determinati a garantire l’unione come ventisette», assicurano Juncker, Tusk e Schulz in dichiarazioni
volutamente congiunte e
concordate per meglio trasmettere il senso di coesione
e determinazione. I loro partiti europei erano stati chiari:
in caso di Brexit niente sconti
per Londra, e così sarà. I tre
hanno chiarito che «una volta
fuori si è fuori», intimando alla Gran Bretagna di avviare
«il prima possibile» le procedure di uscita così da «non
prolungare l’incertezza» che
regna attorno all’Ue.
Il semestre slovacco
I vertici dell’Europa vogliono
evitare che si pensi che un divorzio sia un gioco. Serve per
arrivare al vertice chiarificatore di martedì. Al termine
del quale, col primo di luglio, si
aprirà il semestre di presidenza Ue della Slovacchia, Stato
non tra i più convinti del progetto comunitario.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
10 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Nel panico
Gli ultimi dieci anni di Piazza Affari
L’andamento dell’indice Ftse Mib
Le peggiori giornate
44.364
-7,57%
-8,24%
-12,48%
11 settembre
2001
6 ottobre
2008
IERI
15.723
attacco
Torri Gemelle
crac
Lehman
voto
pro Brexit
18 maggio 2007
44.364 *
37.497
9 marzo 2009
12.621
Da Londra
a New York
gli operatori
delle piazze
finanziarie
globali
e gli analisti
hanno vissuto
una della
giornate più
drammatiche
di sempre
30.630
24 luglio 2012
20 luglio 2015
12.363
24.031
Peggio
di Lehman
23.763
16.896
10.029
2007
Fonte: Borsa Italiana
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
*massimo storico dal debutto Mibtel nel 1994 (valori Mibtel equiparati con Ftse Mib)
2015
2016
- LA STAMPA
Il crollo
delle Borse
è stato
più violento
di quelli
vissuti nel
2001 dopo
l’attacco alle
Torri Gemelle
e del 2008
dopo Lehman
Brothers
M
IL VENERDÌ NERO
Schianto in Borsa, Milano a picco: -12,4%
La sterlina crolla ai minimi da trent’anni
Le piazze europee bruciano oltre 600 miliardi, a Piazza Affari peggior calo di sempre
GIANLUCA PAOLUCCI
«Peggio di Lehman». Sono
passate da poco le 8 del mattino e da Londra un gestore
commenta quello che si
aspetta da una giornata che è
già drammatica prima dell’apertura dei mercati. Le
Borse asiatiche hanno chiuso
in forte calo, il grafico dei
cambi della sterlina somiglia
allo strapiombo dei cartoni
animati di Wile E. Coyote e il
mercato dei contratti futures
sugli indici di Borsa annuncia
la tempesta in arrivo. Nelle
prime ore del mattino gli economisti delle grandi banche
hanno aggiornato gli operatori su quello che potrebbe
accadere nelle prossime ore,
giorni e mesi. «Sì, possibile
che sia peggio di Lehman»,
dice un trader di una primaria banca d’affari. «Secondo i
nostri strategist, c’è una variabile politica per la Brexit
che nel crollo di Lehman non
c’era. Si apre una fase di in-
61
miliardi
La capitalizzazione persa
da Piazza
Affari in una
sola seduta
-3,38
per cento
Il calo
di Wall Street
è stato
il peggiore
dal 2011
certezza e l’incertezza non fai
mai bene ai mercati».
La rete di sicurezza arriva
dal coordinamento delle banche centrali, con Bce e Banca
d’Inghilterra che hanno riversato liquidità sui mercati e la
Fed che si è detta «pronta» a
fare altrettanto per fronteggiare «possibili effetti avversi» del voto britannico.
La previsione si rivelerà azzeccata di lì a poco: Borse a picco, petrolio in forte calo, mercato delle valute in altalena, corsa
verso i beni rifugio come l’oro. A
Piazza Affari raffica di sospensioni al ribasso, nelle prime battute solo due titoli su 40 dell’indice principale riescono a fare
prezzo. Alla fine della seduta
l’indice Ftse Mib segna un calo
del 12,4%, peggior ribasso dal
1998, peggio di Lehman e peggio
dell’11 settembre. Sono 61 miliardi di capitalizzazione persi
in una sola seduta. A picco anche Madrid e Atene, Parigi cede
oltre l’8%, Francoforte il 6,33%.
Zurigo, piazza difensiva, limita
il calo al 3,44%. Giù anche Wall
Street: il Dow Jones perde il
3,38%, peggior calo dal 2011. La
sorpresa arriva da Londra, che
cede «appena» il 3,14%. Merito
della paura di effetto domino in
Europa che penalizza maggiormente i mercati periferici, spiegano dalle sale operative. E dei
forti acquisti sui titoli legati all’oro quotati a Londra, come
Randgold che sale di oltre il 14%.
L’indice Stoxx 600 che raccoglie
le maggiori aziende europee
perde 637 miliardi di capitalizzazione. A Milano i titoli peggiori sono quelli delle banche, con
ribassi superiori al 20%. Settore
bancario che a fine giornata è
quello più penalizzato anche
nelle altre piazze continentali:
Lloyds Bank perde il 21%, SocGen oltre il 20%, Deutsche Bank
quasi il 15%. Sul mercato dei
cambi la sterlina tocca il livello
più basso dal 1985 rispetto al
dollaro, prima di recuperare
terreno e chiudere ai minimi dal
2009. Royal Bank of Scotland
«chiude» temporaneamente
I gestori: “Non è il momento di vendere le azioni
Investimenti più sicuri con oro e franchi svizzeri”
BlackRock: penalizzati i Btp, anche se il paracadute della Bce funziona
SANDRA RICCIO
MILANO
Gli operatori con più esperienza sulle spalle raccontano che
ieri è stata una di quelle giornate di Borsa in cui ci sono stati passaggi di ricchezza e distruzioni di capitali. Il venerdì
nero post-Brexit, una delle
peggiori sedute di tutti i tempi,
ha visto Milano inabissarsi di
un disastroso -12,4%. Le prospettive sono incerte. Che cosa
succederà adesso ai soldi delle
famiglie? Con la Brexit sono in
pericolo? Molti piccoli risparmiatori italiani hanno in portafoglio titoli di Stato, come i Btp,
e temono una nuova crisi dello
spread. «Il forte choc di ieri ha
160
punti
Lo spread
tra i titoli
italiani
e quelli
tedeschi
è volato fino
a quota
190 per poi
rientrare
penalizzato le obbligazioni dei
Paesi della periferia dell’Europa
che è percepita come più fragile
– racconta Bruno Rovelli, capo
investimenti di BlackRock Italia
-. Non vediamo però grandi rischi, tant’è che il movimento di
ieri è stato marginale. Segno che
il paracadute della Bce è in azione, ha funzionato e continuerà a
restare aperto». In ogni caso, va
ricordato che l’evento di ieri innesca un processo molto lungo
che richiederà due anni per
un’effettiva exit. «È un tempo eccezionalmente lungo sul quale
non è il caso di andare a prendere decisioni di investimento affrettate» dice Rovelli. La storia
insegna che i crac sui mercati si
ripetono. Poi però ritorna la
compostezza. «E’ probabile che
il momento di choc duri ancora
del tempo ma prevarrà la stabilizzazione» dice Rovelli. Chi ha
fondi di investimento o azioni in
forte rosso cosa deve fare? Gli
esperti ripetono che questo è il
momento peggiore per vendere.
Meglio evitare reazioni emotive
che fanno grandi danni. I conti
deposito e quelli in banca sono al
sicuro? I rischi a loro associati
non sono cambiati in poche ore.
L’addio di Londra non ha effetti
così immediati e profondi su
questi strumenti. A rischio sono
soprattutto gli asset percepiti
come più pericolosi, azioni in testa. E, infatti, ieri hanno pagato il
-10
per cento
La sterlina
ha vissuto
il giorno
più nero
dal 1992
-8
per cento
La picchiata
della Borsa
di Tokyo
peggiore tra
le asiatiche
per i propri clienti la possibilità
di cambiare sterline in euro. In
calo anche il petrolio, con il Wti
che cede oltre il 4%. Sul mercato
dei titoli di Stato lo spread del
debito italiano rispetto al Bund
tedesco risale a 163 punti base,
con il rendimento del Btp decennale che arriva all’1,57% A
peggiorare il quadro anche fattori tecnici. I grandi broker hanno annunciato ai propri clienti
l’aumento delle «marginazioni».
I fondi d’investimento, gli hedge
funds e gli altri operatori sui
mercati dovranno avere più capitale da depositare per operare
oppure chiudere le posizioni.
Per i titoli denominati in sterline
l’aumento è di tre volte: significa che se prima con 1 sterlina di
capitale potevi operare fino a 10
sterline, da ieri o servono altre
due sterline di capitale oppure
la vendita di asset per 6 sterline.
Una richiesta che ha aumentato
la volatilità, spiegano dalle sale
operative, contribuendo ai crolli
visti sulle Borse.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
conto più salato. Cosa rischia
l’economia reale? Ci sarà una recessione e verranno cancellati
posti di lavoro? «Una recessione
in Gran Bretagna è possibile –
afferma Rovelli -. Nell’eurozona
la ritengo molto improbabile e
quindi un freno globale è molto
difficile. Avremo un’economia
che rallenta ma non così tanto».
Se nel fine settimana ci sarà una
larga vittoria delle forze anti Europa le Borse crolleranno di nuovo. Come è fatto oggi un portafoglio inattaccabile? «Ha una forte
prevalenza di cash con conti deposito e liquidità ma non esclusivamente in euro – dice Fabrizio
Quirighetti, capo investimenti di
Banca Syz -. Occorre però dare
un piccolo spazio anche a oro e
franchi svizzeri. Proteggeranno
da altre tensioni sull’Europa».
Da evitare secondo l’esperto, le
azioni delle banche che patiranno eventuali altri tagli dei tassi.
«La Bce potrebbe decidere politiche monetarie ancora più accomodanti» dice Quirighetti.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il punto
ADDIO ALLA CITY
GRANDI BANCHE
VERSO LA FUGA
a parola che da ieri è il
nuovo incubo dei lavoratori della City è «relocation». Trasferimento massiccio di personale delle
grandi banche da Londra ad
altre città europee come
Francoforte. «I veri Brexiters», li chiama Fortune. Jamie Dimon, il numero uno di
Jp Morgan, lo ha ribadito ieri mattina: almeno mille dei
16 mila dipendenti della banca Usa attualmente basati a
Londra saranno spostati in
altri Paesi dell’Europa continentale. Deutsche Bank,
che nella capitale britannica
ha la sua base per i mercati
globali e occupa 12 mila persone, pianifica di spostarne
una parte «considerevole»,
probabilmente verso Francoforte. Credit Suisse si è
già portata avanti: trasferito
nei mesi scorsi il back office,
smantellata la divisione
Emea che da Londra gestiva
tutta Europa, nella capitale
britannica sono rimaste di
fatto solo le attività «domestiche» Uk. Le sole prime
cinque banche americane
potrebbero in qualche mese
riallocare altrove almeno
7200 posti di lavoro. Anche
Hsbc, la più globale delle
banche britanniche, potrebbe spostare dalla Gran Bretagna almeno mille persone.
Le stime più drammatiche
sono quelle di PriceWaterhouseCooper, che prevede
entro il 2020 da 70 mila a
100 mila posti in meno nella
City di Londra, che attualmente occupa 360 mila persone. Di queste, circa 40 mila arrivano dagli altri Paesi
europei. E adesso potrebbero tornarci.
[G. PAO.]
L
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .11
.
L’accordo
Le Borse
di Londra
e Francoforte
hanno detto
che la loro
fusione andrà
avanti
nonostante
la vittoria
dei «Leave»
al voto
sulla Brexit
Vendite
Piazza Affari
ha chiuso
la seduta
con un crollo
del 12,48%
A soffrire
sono stati
soprattutto
i titoli
delle banche
Peggio
di Milano
solo Atene
MATT DUNHAM/AP
LUCA BRUNO/AP
LUCAS JACKSON/REUTERS
I MERCATI
LE BANCHE CENTRALI
Bce congela il piano d’emergenza
“Intervenire? Non c’è stato bisogno
Vedremo cosa succederà lunedì”
L’asse con la Banca d’Inghilterra: pronte nuove iniezioni di liquidità
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
I
guardiani della moneta sono
rimasti ai monitor per ore e,
alla fine, non sono intervenuti. «Eravamo pronti, ma non ce
n’è stato bisogno», assicurano
fonti della Banca centrale europea. La sbandata subita dai
mercati non ha richiesto interventi di liquidità e anche le banche - sotto attacco pesante per
tutta la giornata uno dell’«Era
Brexit» - non si sono mai trovate in seria difficoltà. E’ filata via
liscia anche la prima asta dei
nuovi Tltro, i prestiti mirati a
lungo termine, che l’Eurotower
ha collocato per 399 miliardi,
venti in più rispetto a quelli concessi sinora. «I segnali dicono
che il sistema è stato capace di
autogestirsi e immunizzarsi nel
giorno del panico - insiste la voce di casa Bce -. Ora vedremo
come andrà lunedì».
Tutto era pronto da giorni.
«Sapevano che eravamo lì, questo deve averli tranquillizzati»,
assicura una fonte al corrente
del dossier. I tecnici di Francoforte avevano chiesto alle banche potenzialmente più esposte
allo sconquasso, in sostanza
quelle con maggiori legami col
Regno Unito, di alzare gli argini
per restare in piedi in caso di
voto referendario negativo per
l’Europa. La Bce e la Bank of
England si erano attrezzate per
«massicce iniezioni di liquidità» con «diverse centinaia di
miliardi» disponibili per arginare le inevitabili turbolenze,
ha assicurato Ewald Nowotny,
membro del board dell’istituto
di emissione Ue. Passata la
giornataccia, l’austriaco si è
detto convinto che già dopodomani la reazione delle Borse potrebbe farsi «più razionale».
«La Bce è pronta a far fronte
a tutte le urgenze», aveva assicurato martedì il presidente
della Bce, Mario Draghi, con
una nuova formulazione del
«Whatever it takes» usato per
proteggere l’euro durante la
crisi dei debiti sovrani. L’ex
banchiere centrale sta condu-
cendo una decisa battaglia di
tassi bassi e iniezioni di liquidità per sostenere un’economia
che gli pare ancora in pericolo e
creare le condizioni perché, insieme con una ripresa più solida, si riesca ad avere un’inflazione vicina all’obiettivo statutario del 2%. Gli scombussolamenti della Brexit minacciano
la strategia.
Per questo la preparazione
dell’azione è stata concertata.
«Come rete di protezione e per
sostenere il funzionamento dei
mercati la Banca d’Inghilterra
si dichiara pronta a fornire più
di 250 miliardi di sterline di fondi addizionali attraverso le sue
linee normali», ha affermato ieri mattina il governatore Mark
Carney. «La Bce è pronta a erogare liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e in altre valute», gli faceva eco un comunicato dell’Eurotower. Monitoraggi
costanti anche da Federal Reserve e Bank of Japan. A mer-
Banchieri
A Basilea
nel fine
settimana si
riuniscono i
governatori
È qui che si
attende di
sentire la
voce di
Mario
Draghi
JOHN THYS/AFP
La Banca centrale europea
è pronta a far fronte
a tutte le urgenze
Mario Draghi
Dichiarazione di martedì 21
del presidente della Bce
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LA SFIDA DI LONDRA
PER RESTARE LEADER
MARIO DEAGLIO
A
lla vittoria dei Brexit
nel referendum britannico ha dato una
mano anche Giove Pluvio:
una brusca ondata di maltempo ha reso difficili gli spostamenti nell’area di Londra
e tenuto lontano dalle urne
un buon numero di elettori.
Essendo i londinesi nettamente schierati contro l’uscita dall’Unione Europea (così
si sono espressi oltre il 60 per
cento degli elettori e 25 municipi su 33) gli assenti forzati
avrebbero potuto dare la differenza: qualche punto percentuale in più di votanti nella metropoli britannica
avrebbe probabilmente por-
cati chiusi, in serata, sul taccuino erano annotati solo gli interventi svizzeri e nordcoreani.
«E’ stato un referendum di
qualità, quesito chiaro, affluenza alta - ha ammesso a Roma
Ignazio Angeloni, membro del
Consiglio di Vigilanza Bce -. Noi
siamo impegnati a gestire l’impatto contingente dal punto di
vista bancario e monetario».
Certo, ha argomentato, venendo
a mancare un Paese frenatore
come il Regno Unito «alla lunga
aumenterà l’attenzione sui progetti che appartengono all’Eurozona: l’euro stesso e l’unione
bancaria che ora è una torta cotta a metà che crea rischi». Così
l’auspicio è che «la crisi di Brexit
porti a un assetto più stabile dell’Europa per il lavoro che dobbiamo fare insieme».
Il fine settimana sarà pieno.
A Basilea arrivano i governatori in occasione dell’assemblea
annuale della Bri, la banca dei
regolamenti internazionali, la
«banca centrale delle banche
centrali». E’ qui che si attende
di sentire la voce di Mario Draghi. «Chiediamo alle autorità
del Regno Unito e dell’Europa
di collaborare per assicurare
una morbida transizione verso
una nuova relazione fra britannici e europei», ha affermato la
direttrice del Fondo monetario,
Christine Lagarde. E’ un discorso che ha molti cappelli.
Uno dei quali riguarda direttamente la Banca d’Inghilterra
che, presto o tardi, sarà costretta a cedere il suo 13,67% della
Bce. La Brexit impone anche
questo.
tato al risultato opposto e indotto le Borse a festeggiare anziché a crollare.
Il «risentimento» contro il
cosmopolitismo della ricca capitale, con la sua popolazione
multirazziale - che poche settimane fa ha eletto un sindaco
musulmano - da parte di province che si sentono escluse
dall’aumento del reddito e del
benessere è stato uno dei elementi determinanti di questo
risultato epocale. Lo sostiene,
tra gli altri, sul «Guardian»,
Polly Toynbee, una delle voci
più autorevoli del giornalismo
e dell’analisi politica britannica e quest’opinione è confermata dalle statistiche regionali
europee: le Midlands, un tempo cuore dell’industria britan-
nica, oggi epicentro del terremoto referendario, mostrano
redditi per abitante inferiori fino al 25-35 per cento a quelli
dell’area di Londra. Forse in
nessun altro Paese europeo si
avverte come nel Regno Unito
un passaggio così territorialmente brusco dalla ricchezza
«globale» della capitale a una,
sia pur relativa, povertà regionale. Proprio questo divario induce a interpretare Brexit assai più come un voto dei relativamente poveri contro la globalizzazione che come un voto
contro l’Europa. A questo punto - se si considerano Scozia e
Irlanda del Nord pronte a nuovi referendum per rimanere in
Europa - il Regno Unito si presenta estremamente diviso e il
futuro di Londra è legato alla
sua capacità di mantenere, nella nuova e più difficile situazione determinatasi con Brexit, il
ruolo di piazza finanziaria leader, porta di ingresso preferita
dei nuovi capitali dei Paesi
emergenti nel grande gioco
dell’economia globale. Tale capacità non va valutata sulla base degli scossoni borsistici della prima giornata di Brexit durante la quale, peraltro, gli indici della Borsa di Londra sono
scesi assai meno di quelli del
resto d’Europa: il vero pericolo
potrebbe emergere di qui a
qualche settimana o a qualche
mese se uno o più operatori di
prima grandezza «scottati» dal
troppo ottimismo sul risultato
del referendum risultassero
troppo esposti a investimenti
imprudenti, come successe per
l’americana Lehman Brothers
con i crolli azionari del 2008. Si
potrebbe persino sostenere
che Brexit faciliti la posizione
finanziaria della piazza di Londra, non più obbligata a sottostare a regolamenti europei
che ha sopportato malvolentieri in questi anni; del resto, l’instabilità generata da Brexit
quasi certamente indurrà la
Federal Reserve americana a
rinviare ancora l’aumento del
costo del denaro che i mercati
globali temono fortemente. Paradossalmente, Brexit potrebbe avere effetti più profondi e
rapidi per l’Unione Europea.
Domenica, infatti, si terranno
le elezioni politiche spagnole,
dove il movimento Podemos,
non troppo lontano dal «risentimento» espresso dai britannici, è accreditato del secondo
posto nei sondaggi. Le patate
bollenti sono ora sul tavolo del
Consiglio Europeo del 28-29
giugno: riusciranno i leader europei - che non hanno recentemente mostrato molte qualità
di leadership - a uscire dalla
burocratica ripetizione di un,
sia pur rispettabile, passato, a
innestare una nuova marcia? O
avranno ancora bisogno di
qualche altro terremoto elettorale per convincersi che la società e l’economia europea
hanno bisogno di cambiamenti, talora radicali che rispondano alle domande derivanti dal
«risentimento»?
[email protected]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
È fantastico che il popolo britannico
si sia ripreso la propria indipendenza
I cittadini hanno votato per riavere
il controllo della loro politica,
dei confini e dell’economia
L’amministrazione Trump
si impegnerà a rafforzare i legami
con una Gran Bretagna libera e
indipendente, rendendo più profondi
i rapporti commerciali e sulla difesa
Donald Trump
Candidato repubblicano alla Casa Bianca
per le presidenziali Usa del 2016
Il magnate Usa Donald Trump in Scozia
per inaugurare il suo Trump Turnberry, esclusivo
resort e golf club nella località di Ayrshire
Più a destra il presidente russo Vladimir Putin
ANDREW MILLIGAN/PA/LAPRESSE
le collinette verdi con la moglie
e il figlio, allarga la prospettiva: «Eric ha ragione. L’Italia è
piena di opportunità, per chi fa
il nostro mestiere. A chi non
piacerebbe aprire un grande
albergo a Roma? Ma anche a
Napoli, o sulla costa. Il golf magari è meno popolare da voi,
ma si potrebbe provare a introdurlo». In Sardegna, per
esempio: «Ci siamo cresciuti,
da bambini ci andavamo molto
spesso. Sarebbe perfetta per
un resort di lusso come questo
a Turnberry». Il padre ha appena detto che l’Unione europea si sta sfaldando, ma per i
figli questa non è una buona
ragione per non puntare sull’Italia: «Per chi lavora nel nostro settore, alberghi, turismo,
il vostro Paese sarà sempre
una destinazione privilegiata.
Qualunque cosa accada, nulla
toglierà mai all’Italia il suo fascino, e alla gente la voglia di
andarci».
[P.MAS.]
gliano sempre a interpretare il
mondo. Probabilmente se non
avessero ingerito nei fatti di questo Paese, l’esito sarebbe stato
diverso». Lui attribuisce il fenomeno a diversi fattori: «Un elemento determinante sono i confini, l’immigrazione, l’arrivo di
persone che nessuno conosce.
Ma anche la stanchezza per decisioni stupide, come quelle sull’accordo nucleare con l’Iran o
sui trattati commerciali». L’Europa, in particolare, «ha commesso molti errori terribili». Tra
i Paesi pronti a seguire l’esempio
della Gran Bretagna, Trump
elenca prima di tutto la Germania: «Conosco molti amici tedeschi, da sempre orgogliosi della
loro origine, che ora vogliono abbandonare il proprio Paese». La
ragione principale è la politica
scelta nei confronti dei rifugiati:
«Un conto è creare zone protette
per l’accoglienza in Siria, bellissime e sicure. Ma quando cominciamo a far venire migliaia di
persone in Germania o negli Stati Uniti, senza sapere neppure
chi sono, è un grave errore». Per
questo, l’incertezza economica,
la volontà di determinare la politica monetaria, e l’insoddisfazione provocata dai trattati commerciali favorevoli a rivali come
la Cina, Donald è convito che «la
dissoluzione dell’Ue è in corso».
Evita di dichiarare che la favorisce, ma aggiunge: «La stiamo vedendo, è un fatto».
Sugli effetti della Brexit è meno netto: «Nessuno sa bene cosa
accadrà. La svalutazione della
sterlina potrebbe anche favorire
l’economia britannica: certamente farà venire più clienti qui
a Turnberry. Nel breve periodo
magari ci saranno difficoltà, ma
nel lungo credo che la Gran Bretagna ne uscirà più forte».
Il passo successivo è valutare
l’impatto di questo choc sugli
Stati Uniti. Jake Sullivan, braccio destro di Hillary Clinton per
la politica estera, accusa Trump
di essere «non adatto a fare il
presidente. Lo dimostra parlando di quanto la Brexit aiuterà gli
affari dei suoi campi da golf, invece del costo che avrà per le famiglie Usa». Donald però la
pensa all’opposto. Vede un’ondata di risentimento popolare,
in tutto l’Occidente, che la sua
campagna sta cavalcando. E da
ciò ricava la certezza che anche
lui, come hanno fatto i promotori della Brexit, a novembre sorprenderà il mondo: «I popoli vogliono riprendere il controllo
dei loro Paesi. A novembre anche l’America ridichiarerà la
sua indipendenza».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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IL CANDIDATO REPUBBLICANO
Trump in Scozia esulta
“Questo voto è solo l’inizio
I popoli sono arrabbiati”
Il tycoon Usa: “La Casa Bianca non doveva intromettersi”
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A TURNBERRY (SCOZIA)
uesto è solo l’inizio.
La dissoluzione dell’Unione europea è in
corso». Oltre a congratularsi con
se stesso per averla prevista, Donald Trump fa un’analisi della
Brexit che gli apre direttamente
la porta della Casa Bianca: «Vedo molti parallelismi tra quanto
è successo in Gran Bretagna, e
quanto sta accadendo negli Stati
Uniti. Le persone vogliono riprendersi i loro Paesi, riaffermare la propria indipendenza, e
questa è una cosa buona».
Secondo Donald, «il referendum è stato solo il primo passo. I
popoli del mondo sono arrabbiati. Arrabbiati per i confini, per la
gente che viene nei loro Stati e
ne prende il controllo, senza
neppure sapere chi sono. Molti
«Q
Questo momento
di incertezza sottolinea
la necessità di una
leadership esperta
alla Casa Bianca
Hillary Clinton
Candidata democratica
alla Casa Bianca
altri Paesi europei sono pronti a
seguire questa strada, la Gran
Bretagna non sarà l’ultimo. Mi
aspetto che anche gli americani
lo capiranno».
Trump arriva in elicottero,
atterrando nel golf resort di Turnberry che ha appena ristrutturato. I critici dicono che la visita
in Scozia dimostra come usa la
campagna elettorale per fare
pubblicità al suo marchio, ma il
referendum sulla «Brexit» lo
aiuta a trasformare questo affare di famiglia in un evento politico, segnato da una tendenza globale che dovrebbe favorirlo a novembre. Donald si vanta di aver
previsto il risultato - anche se qui
la Scozia ha votato per rimanere
nella Ue - senza aver commesso
l’errore di provare a influenzarlo
come ha fatto il presidente Obama: «Lui e Hillary Clinton sba-
La telefonata
OBAMA MEDIATORE
CON CAMERON E MERKEL
er Barack Obama il voto di Londra rappresenta una sconfitta anche sul piano
personale, visto che si era esposto in prima
persona. Ieri ha telefonato a David Cameron e ad Angela Merkel e ha provato a vestire i panni del mediatore. «Sono convinto
che la transizione avverrà nella maniera
più consona» ha detto il presidente degli
Stati Uniti. Che, oltre ad aver assicurato al
premier britannico che le relazioni tra i due
Paesi non cambieranno, ha sottolineato alla cancelliera tedesca la necessità di arrivare a una via d’uscita «soft» per evitare
scenari traumatici.
P
E i figli si dicono pronti a investire in Italia
“Paese ricco di fascino e opportunità”
Eric e Don: “La Sardegna è perfetta per uno dei nostri resort”
DALL’INVIATO A TURNBERRY
«Ci manca l’Italia, nelle nostre attività. Vorremmo tanto
avviare qualche progetto da
voi». L’Europa starà pure
crollando, come prevede Donald Trump, ma i suoi figli sono pronti a continuare gli investimenti nel Vecchio continente, magari a partire proprio dal nostro Paese. Lo dice
Eric, il più piccolo, parlando
sul campo da golf del resort di
Turnberry che ha appena ristrutturato, e lo conferma
Don, il più grande, che aggiunge: «Mi piacerebbe aprire un
albergo a Roma, Napoli, ma-
5
eredi
I figli
di Donald
Trump
sono Ivanka,
Tiffany,
Barron, Eric
e Donald
Trump Jr.
gari la costiera e la Sardegna,
dove noi siamo cresciuti».
Gli avversari di Donald, ma
anche alcuni dei suoi consiglieri, hanno discusso la scelta di
andare in Scozia a visitare i resort, perché così ha messo gli
interessi personali davanti alla
campagna elettorale. Anche in
questo caso, in realtà, la fortuna
lo ha aiutato, perché l’esito del
referendum sulla «Brexit» ha
caricato la visita di un significato politico che lui ha cercato di
girare a suo favore. Donald, però, ha giustificato il viaggio con
la volontà di «sostenere le attività dei miei figli, che hanno gestito bene la ristrutturazione di
Turnberry». Quindi è logico avvicinare i ragazzi, per sapere
come la vedono.
Eric, molto impegnato nella
campagna elettorale, è stato
anche il responsabile dei lavori
qui in Scozia. Il padre ha già
detto che se diventerà presidente trasferirà la guida della
sua compagnia a lui, Don, e
Ivanka. Appena sente parlare
dell’Italia, Eric si allarga in un
sorriso: «Non abbiamo ancora
progetti in corso da voi, ma ci
piacerebbe moltissimo avviarli.
È un Paese importante che
manca nelle nostre attività».
Don, mentre aspetta una
golf cart per andare in giro sul-
7
Paesi
Trump
possiede
resort
in Usa, Canada, Panama,
Scozia, Irlanda, Brasile
e Indonesia
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .13
.
È la volontà espressa dai britannici
Ora serve responsabilità
per garantire il bene del popolo
del Regno Unito e la convivenza
di tutto il continente europeo
Jorge Mario Bergoglio
Papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma
MICHAEL KAPPELER/EPA
LA BREXIT
MICHAEL KLIMENTYEV / SPUTNIK / KREMLIN /EPA
IL PRESIDENTE RUSSO
Per Putin è una vittoria
Ora spera che si sgretoli
il fronte delle sanzioni
I media del Cremlino: l’Unione europea ha fallito
LUCIA SGUEGLIA
MOSCA
finalmente Putin si pronuncia su Brexit. Negando di provare «gioia» per
l’uscita della Gran Bretagna
dalla Ue, come sostengono molti a Occidente: la Russia «non ha
mai interferito, né influenzato»
il voto, e a David Cameron che
ha agitato lo spauracchio dello
zar per sventare il Leave, ribatte: «Una manifestazione di basso livello di cultura politica».
Ma se dare alla Russia la colpa
dell’esito del referendum è fuori
luogo, non v’è dubbio che Brexit
sia una «felice sorpresa», un successo strategico di Putin: perché
insinua un cuneo tra Europa e
Stati Uniti, indebolendo la coesione atlantica. Lo dimostra la
pacata euforia dei media di Stato
E
russi ieri mattina: la Ue ha «fallito la propria missione», scrive la
Tass; «La Gran Bretagna ha
scelto l’indipendenza, una lezione per la sete di potere di Cameron», apre Radio Vesti24.
Un «regalo» per la propaganda del Cremlino e i suoi capisaldi:
un’Europa più debole e meno
compatta sulle sanzioni (di cui
Londra era tra i più strenui sostenitori), lo sprint dei movimenti euroscettici appoggiati anche
finanziariamente dai russi. Ma
soprattutto un’Europa più lontana dall’influenza Usa. «Non è
l’indipendenza della Gran Bretagna dall’Europa, ma dell’Europa
dagli Stati Uniti», esulta Boris
Titov, imprenditore consigliere
di Putin. Persino l’ex ambasciatore Usa a Mosca Michael
McFaul, ammette: «È una vitto-
ria per la politica estera di Putin». Spera il sindaco di Mosca
Sergey Sobyanin: «Senza il Regno Unito nella Ue non ci sarà
nessuno a difendere con tanto
zelo le sanzioni contro di noi».
Per Dmitri Trenin, direttore del
Centro Carnegie a Mosca,
«Brexit significa l’indebolimento
del fronte russo-scettico nella
Ue: Baltici, Polonia e Svezia».
«Dopo la Gran Bretagna, la Nato,
Schengen, e l’euro crollerà», s’infuoca il nazionalista Zhirinovsky.
A fine maggio, l’ambasciata
russa a Londra aveva lanciato
una campagna su Twitter,
#WhatBritainLost, per ricordare agli inglesi i costi della
«guerra delle sanzioni europee» contro la Russia sull’economia british. Mentre la tv filoCremlino in lingua inglese Rus-
sia Today, che trasmette anche
da Londra, parteggiava chiaramente per Leave. Forse a questo si riferiva Cameron.
Ma il «soft power» conta pure
su «Londongrad». Quei 150 mila
russi residenti a Londra, molti
ricchi oligarchi, ma anche dissidenti, per i quali Brexit potrebbe
aprire «ottime opportunità»,
spiega Ben Judah sul «Moscow
Times»: nell’immobiliare, approfittando del crollo della sterlina per far razzia di proprietà nel
Regno Unito; o sfruttando la
«opacità legale» che può seguire
allo sganciamento dalle regole
Ue per quanto riguarda riciclaggio e altri loschi affari.
Tuttavia, le società russe
quotate a Londra tremano. E alcuni temono che Brexit alla lunga possa ritorcersi contro la
Russia. Rafforzando Angela
Merkel e l’asse Germania-Polonia in Europa. Poi la Ue, nonostante le sanzioni, «è ancora il
nostro principale partner commerciale - ricorda il senatore K.
Kosachev –. Se cade a pezzi, peserà su di noi». Ieri il rublo è calato pesantemente sul dollaro,
come le azioni di Gazprom, Rosneft e Lukoil; ma il ministero
delle Finanze per ora esclude
«rischi seri». Intanto la fuga
dalla sterlina all’oro, che Mosca
ha accumulato in enormi riserve a partire dal 2006, avrebbe
fatto guadagnare 2,4 miliardi di
dollari alla Russia in 24 ore.
Leader del Front National
Le Pen: “Trionfo
della libertà, uscire
dall’Ue è possibile”
«È una giornata storica, perché una realtà si è
imposta: uscire dall’Unione europea è possibile». Sorridente, trionfante, rassicurante, ieri
Marine Le Pen, alla guida del Front National,
ha assicurato che, se vincerà alle presidenziali
del 2017, innescherà «un negoziato di sei mesi
con Bruxelles per vedere come la Francia potrà
recuperare la sua sovranità. E alla fine organizzerò un referendum: saranno i francesi a scegliere se restare dentro o fuori».
La leader dell’estrema destra aveva subito
salutato il Brexit con impeto su Twitter nella
mattina, con un: «Vittoria della libertà!». Più
tardi ha ribadito che «con il Brexit non è morta
l’Europa, ma solo l’Ue». Se un Frexit si tenesse
oggi, comunque, secondo un sondaggio realizzato di recente da OpinionWay, solo il 26% dei
francesi sarebbe favorevole a lasciare la Ue,
contro il 51% che vorrebbe rimanerci (forte tasso di indecisi, il 23%).
[LEO. MAR.]
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C A P O L AV O R I N E L T E M P O
MILANO - Via Gesù, 7 - 02 76002121 - [email protected]
14 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Renzi
Per il premier
le priorità
dopo il voto
sulla Brexit
sono due:
mettere in
sicurezza le
banche,
spingere per
ottenere più
margine sul
deficit
Protesta
Sostenitori
del Remain
protestano
contro Boris
Johnson e
Nigel Farage,
dopo le dimissioni di
Cameron a
Londra
FACUNDO ARRIZABALAGA /EPA
FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE
LA GIORNATA DEL PREMIER
Renzi, un salvagente per le banche
e l’alleanza contro l’austerità
Oggi vede Hollande, lunedì Merkel. Fra le ipotesi lo stop alle regole Ue sui salvataggi
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Due priorità: mettere in sicurezza le banche, spingere per
ottenere più margine sul deficit. La giornata più lunga del-
Il premier
Ha sentito
Merkel, Cameron, Juncker. Cenerà
con Hollande
la storia europea lo è stata anche e soprattutto per Matteo
Renzi. Il crollo della Borsa di
Milano - il peggiore di sempre e la cronaca delle ultime ore a
Palazzo Chigi testimoniano che
la Brexit non può essere liquidata come un problema di chi
vive al di là della Manica. Molti
ieri si sono chiesti cosa sarebbe
accaduto allo spread e sui mercati se non ci fosse stato l’om-
brello protettivo della Bce: le
prime cinque banche italiane
hanno chiesto liquidità 86 miliardi di euro: trentasei sono
andati a Intesa Sanpaolo, diciotto a Unicredit, dieci al Monte dei Paschi di Siena.
Per il premier, già messo in
difficoltà dalle amministrative,
è il momento di stringere i denti. Di prima mattina ha convocato i ministri Padoan, Calenda,
Gentiloni e il governatore di
Bankitalia Visco. Ha sentito al
telefono la Merkel, Cameron, il
capo della Commissione europea Juncker. Stasera cenerà all’Eliseo con Hollande, lunedì sarà a Berlino per un incontro a
tre al quale si aggiungerà il presidente del Consiglio europeo
Tusk. «L’Europa è casa nostra
ma va ristrutturata», dice Renzi in un breve messaggio di
fronte alle telecamere. «Occorre evitare l’effetto domino»,
spiega Padoan alla Cnn.
Dietro le parole ci sono preoccupazioni molto contingenti.
Il problema non sono gli effetti
diretti della Brexit, ma il timore
che quel referendum faccia traballare tutta la casa europea come mai accaduto. Non c’è bisogno di guardare troppo lontano,
potrebbe bastare una giornata
drammatica sui mercati come
quella di ieri. È’ lo spettro del
2011. «Abbiamo già toccato il
fondo», rassicura una fonte del
Tesoro che chiede di non essere
citata. «I crolli sono stati alimentati dai rialzi dei giorni
scorsi, quando i mercati si sono
convinti che avrebbe prevalso il
Remain». Ma cosa farebbe il governo se una grossa banca finisse ripetutamente nel mirino
delle vendite? Come gestire
un’eventuale emergenza se sono vietati i salvataggi a carico
degli Stati nazionali? Visco ad
esempio suggerisce di chiedere
il congelamento delle nuove regole europee sulle risoluzioni
bancarie per almeno tre anni.
Ma come reagirebbe Berlino? E
come affrontare l’ondata populista senza quello che per Renzi
è l’unico vero antidoto, ovvero
lo spazio di deficit necessario a
tagliare le tasse? Il Fiscal compact è virtualmente superato,
ma se in autunno la Commissione dovesse confermare la linea
tenuta sin qui, Renzi non avrà
molto margini. Ecco perché dicono Renzi e Padoan - la casa
europea «va ristrutturata», addirittura «rifondata» per dirla
con le parole di un fedelissimo
del premier, Andrea Marcucci.
L’uscita di scena di Londra dall’Unione potrebbe essere persino un’opportunità, non solo per
tentare di attirare i capitali in
fuga, ma anche per rafforzare il
ruolo diplomatico dell’Italia.
Renzi ha in testa un’offensiva
«senza precedenti» per ottenere ciò che finora non ha ottenuto, fino al punto di cercare una
santa alleanza anti-austerità
fra Socialisti e Popolari. L’incontro di oggi con Hollande serve a questo: cercare una sponda
nel collega francese per spingere la Cancelliera su posizioni
più dialoganti. Dipendesse da
lui, Maastricht e il suo Patto sarebbero superati da un pezzo.
Twitter @alexbarbera
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Il commento di Mattarella
«Rispettiamo l’esito con rammarico
Riaffermare la validità dell’Ue»
1 Rispetto e rammarico. Ma soprattutto,
sguardo proiettato in avanti, verso il rilancio indispensabile dell’Unione. A Lubiana
con i presidenti di Austria e Germania per
celebrare i 25 anni della Slovenia, Sergio
Mattarella ribadisce «il comune destino europeo», tanto più «dopo l’esito del referendum britannico». È un esito, afferma il Capo
dello Stato, «che rispettiamo anche se è motivo di rammarico. Intendiamo riaffermare
la validità storica e l’importanza per il futuro dei nostri
giovani dell’Ue e delle sue prospettive, che vanno rilanciate con convinzione».
1
Primo Piano .15
LA STAMPA
.
SABATO 25 GIUGNO 2016
Beppe Grillo
Luigi Di Maio
È il fondatore
del Movimento 5 stelle
È l’aspirante candidato premier
del Movimento 5 stelle
Il problema
vero non è uscire
dall’euro: è
uscire il più
velocemente possibile
Uscire dalla moneta
unica significa più
investimenti, e
significa meno troika,
e quindi meno tasse
Beppe Grillo
Luigi Di Maio
fondatore M5S
il 18 dicembre 2014
direttorio M5S
dicembre 2014
Io non ho mai detto
usciamo dall’euro! Io
non voglio uscire
dall’euro! È solo
un’opinione personale
Abbandonare l’euro
sarebbe l’extrema
ratio. Ma non
credo che
ci arriveremo
Beppe Grillo
Luigi Di Maio
nel luglio
2015
luglio 2015
LA BREXIT
ANGELO CARCONI/ANSA
ANGELO CARCONI/ANSA
IL MOVIMENTO
“Siamo in Europa”. No, “l’Ue cambia o muore”
Le giravolte di Grillo e dell’europeista Di Maio
Due versioni dello stesso testo e un giallo svelano che i Cinque stelle sono divisi sull’Unione
JACOPO I ACOBONI
I
l 18 dicembre 2014, frase storica, Beppe Grillo proclamava, alla sede della stampa
estera in via della Mercede: «Il
problema vero non è uscire dall’euro: è uscire il più velocemente possibile. Sperimentare
un altro modello di sviluppo».
Quel sanguigno uomo - di cui
tutto si potrà dire meno che sia
un calcolatore, come invece la
gran parte delle creature politiche che hanno generato - aveva
percorso in lungo e largo l’Italia
in quegli anni, e in particolare
nel 2012-2013, davanti a pochi
giornalisti, gridando che l’euro
è «un cappio al collo che si restringe di giorno in giorno», che
uscirne «è scontato, bisogna
solo fare in modo che sia in fretta», e suggerendo «una svalutazione del 40-50 per cento con la
lira». Ma poi lo stesso Grillo
s’aggrappava anche a un suo
personale piano B dialettico se
trovava qualche interlocutore
che gli rivolgesse delle obiezioni. «Io non ho mai detto usciamo dall’euro! Io non voglio usci-
re dall’euro!», urlò su un palco
nel luglio 2015. E, a un cronista
di La7: «Un referendum? Uscire dall’euro è la mia impressione, ma solo un’opinione personale». L’aveva derubricata a
«opinione personale».
Ieri sul blog è apparso invece
un post dal titolo democristiano, «La Ue o cambia o muore»:
«L’Ue deve cambiare, altrimenti muore. Le istituzioni comunitarie, e in particolare la troika
(Fmi, Bce e Commissione europea) devono iniziare a domandarsi dove hanno sbagliato e come possono risolvere l’enorme
problema che hanno generato.
Ci sono milioni e milioni di cittadini europei sempre più critici, che non si riconoscono in
questa Unione fatta di banche e
ricatti economici. Pensiamo al
caso greco, un Paese ormai al
collasso».
Va bene, direte, questo è
Grillo. Se però prendiamo Luigi
Di Maio, l’aspirante premier, la
coerenza non aumenta. Il 13 dicembre 2014 a Bovisio - al «Firma day» - Di Maio firmava per
fare un referendum, sì, ma spie-
gava anche che a quel referendum (ammesso che sia mai possibile giuridicamente tenerlo)
lui voterebbe per uscire dall’euro, «uscire dalla moneta unica
significa più energia nostra, più
investimenti per le imprese, e
significa meno troika, e quindi
meno tasse e meno stritolamento dei nostri connazionali»
(video naturalmente ben rilanciato sui siti della Casaleggio,
con record pubblicitari e di visioni http://www.tzetze.it/redazione/2014/12/di_maio_firma_per_uscire_dalleuro/). Sette mesi dopo, invece, diceva: abbandonare l’euro «sarebbe l’extrema ratio. Ma non credo che
ci arriveremo». Due mesi fa, in
missione a Londra, altro coniglio dal cilindro: «Noi siamo
contro la Brexit perché siamo
convinti che l’Ue possa essere
una risorsa. Poi tutt’altro discorso si fa sull’euro...». In un
documento della comunicazione M5S, inviato da Silvia Virgulti a tutti i parlamentari e
svelato dalla Stampa nel luglio
2015, all’epoca del dramma dei
migranti a Ventimiglia, si invi-
tava a usare la tragedia in chia- Una manina
ve no euro: «Questa storia di Giovedì sera,
Ventimiglia può farci gioco per quando pareva stesse
ritirare fuori il tema no euro e
vincendo il
no Europa dei burocrati».
Remain, nel
Se ricordiamo queste affertesto sulla
mazioni, giravolte, cambi di
idea, cinismi, è perché, tra la se- Brexit sul blog
di Grillo è
ra di giovedì e la giornata di ieri,
apparso un
ne sono successe un altro paio
notevoli, nel Movimento, su Eu- punto 10 che
diceva: «Il
ropa ed euro. Nella tarda serata
M5S è in
di giovedì, quando sembrava secondo i sondaggi - che stesse Europa e non
ha nessuna
vincendo il Remain, è uscito sul
blog un testo in dieci punti per intenzione di
spiegare tutti i temi della abbandonarBrexit, ma al punto 10 c’era la». Ma circola un’altra
scritto chiaramente: «Il M5S è
versione
in Europa e non ha nessuna insenza quel
tenzione di abbandonarla. Se
non fossimo interessati al- punto 10. E il
20 maggio,
l’Unione europea non ci saremsul blog, il
mo mai candidati (...). Ma ci sono molte cose di questa Europa punto 10 era
totalmente
che non funzionano. L’unico
diverso
modo per cambiare questa
“Unione” è il costante impegno
istituzionale, per questo il M5S
si sta battendo per trasformare
l’Ue dall’interno». Tuttavia esiste un’altra versione, ancora
Salvini: sull’Europa un referendum,
ma intanto è un voto per la “Renxit”
Ma il leader leghista mette la cravatta e dice tanti “se”
il caso
ALBERTO MATTIOLI
MILANO
L’
atteso bollettino della vittoria c’è tutto. Da «Un
grazie grande come il
mondo agli inglesi, ora tocca a
noi» a «Gli italiani non siano gli
ultimi ad abbandonare la casa
che brucia». Matteo Salvini scandisce: «Arriva da Londra uno
schiaffo per Renzi, Napolitano,
Prodi, Monti, quelli che pensano
che l’Europa è cosa loro». E naturalmente l’alternativa è: «O stai
con la Merkel, i massoni e i banchieri o stai con il popolo».
Però, andando oltre gli slogan,
la conferenza stampa del leader
leghista dopo la Brexit è tutt’altro
che estremista. Per essere lui,
Salvini appare quasi moderato,
perfino nel look: «Ho messo la
cravatta!». La notizia vera è che
non chiede l’uscita immediata
dall’Unione, ma di riformarla:
«La Ue ha l’ultima chance di cambiare. L’Italia dovrebbe proporre
a Bruxelles, per l’ultima volta, di
riscrivere i trattati. Se ci rispon-
dono di no, allora ce ne andiamo.
O almeno è questo che dovrebbe
fare Renzi, invece di dormire o di
rimandare delle direzioni di partito. Poco male: presto sarà l’ora
del Rexit e quando saremo al governo provvederemo noi. Quanto
al Parlamento europeo convocato
per martedì, credo che ci ammaniranno la solita supercazzola».
Però dal consueto «fuori subito»
all’attuale «fuori se» la differenza
c’è, e non piccola. E deriva da una
riflessione non post Brexit ma
post amministrative, quando in
ben visibile nelle cache di Internet, senza il punto 10. Chi l’ha
fatta introdurre quella frase, Di
Maio? Sono stati gli stessi lettori del blog a rivoltarsi: «Vi hanno puntato una pistola alla tempia per scrivere il punto 10?».
Per di più il 20 maggio apparve sul blog un altro testo,
che invitava a liberarsi dal
«cappio della moneta unica», e
aveva un punto dieci totalmente diverso, che recitava così:
«In Italia non si tiene un referendum sull’Europa dal 1989,
ed i cittadini dovrebbero poter
esprimere la loro opinione, senza dover sempre subire decisioni calate dall’alto. In ogni caso il
governo italiano dovrebbe negoziare con Bruxelles condizioni favorevoli alla sua permanenza in Ue su una molteplicità
di fattori che attualmente premiano solo ed esclusivamente i
Paesi del Nord Europa». Qual è
la verità? Ripeti una bugia cento, mille, un milione di volte, e
diventerà verità, diceva qualcuno. Anche se quella bugia la
cambi spesso.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
via Bellerio si è capito che con
l’estremismo magari si avanza,
ma di certo non si sfonda.
Resta la richiesta di un referendum come quello britannico.
Peccato che la Costituzione lo
vieti, in materia di trattati internazionali. «Per questo abbiamo
proposto un emendamento all’ultima riforma costituzionale,
che naturalmente il Pd ha bocciato. Raccoglieremo le firme
per una proposta di legge di iniziativa popolare». Ma gli alleati
non ci sono. In materia, il centrodestra non segue la Lega. «Al
centrodestra dico di non avere
paura del referendum, è sempre
una vittoria della democrazia.
Quanto a Grillo, ha fatto una capriola. I Cinque Stelle si mettano
d’accordo con loro stessi. Io ho
sempre detto che avrei votato
per il “leave” anche quando i sondaggi lo davano perdente».
Però Salvini dice anche che
vorrebbe che i suoi figli «crescessero in Europa», anche se
«non nella Ue». Guardi però che
gli under 24 britannici hanno votato in massa per restarci... Momento di incertezza, «approfondiremo», poi interviene l’economista leghista Claudio Borghi
Aquilini per dire che anche gli
exit poll, come i sondaggi, sono
taroccati dai soliti poteri forti
plutomassonici, amen. Di certo,
per Salvini «per il “remain” hanno votato i ricchi» (gli under 24,
tutti milionari?), mentre il popolo ha scelto l’isolamento, sperando che sia anche splendido. Intanto, la Lega prosegue per la
sua strada. La via italiana alla
Brexit, promette Salvini, «inizia
domani (oggi per chi legge, ndr)
da Parma», alla convention «di
ascolto» del Paese reale: «Noi ricostruiamo». Ma è un altro verbo non proprio da demolitore.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
16 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Rilancio
Per Letta la
strada presa
porta verso
un burrone:
l’unica possibilità è un
rilancio che
metta al
centro i cittadini non
banche e
istituzioni
Bisogna partire da progetti
concreti su disoccupazione
giovanile, la questione
migratoria, e la sicurezza, con
una Fbi europea
La Grecia
Per salvarla
sono stati
spesi 283
miliardi di
euro ma i
greci li hanno
percepiti
come insufficienti, perché
sono stati
dati quando
la casa era già
bruciata
Gli strumenti ci sono tutti, serve
la volontà dei Paesi membri di
usarli non solo quando la casa è
già bruciata, ma quando c’è il
primo segnale di fumo
Enrico Letta
Ex ministro e premier
ora direttore di Scienze politiche a Parigi
FEDERICO BERNINI/LAPRESSE
Intervista/1
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA
x premier italiano, oggi direttore di Sciences Po a Parigi dove
tiene lezioni in inglese a ragazzi da tutto il mondo, Enrico Letta è un concentrato di
europeismo.
E
Per Juncker non è l’inizio della
fine della Ue. E’ d’accordo? Lei
nei giorni scorsi ha ammonito
che senza Regno Unito la Ue
non sopravviverà…
«Se l’obiettivo dell’Europa sarà solo sopravvivere, si decomporrà pezzo a pezzo. La
strada presa negli ultimi dieci
anni ci sta portando verso un
burrone: l’unica possibilità è
un rilancio che rimetta al centro i cittadini anziché le banche e le istituzioni».
Come si fa?
«Bisogna partire da progetti
concreti su tre grandi problemi di oggi. La disoccupazione
giovanile, coinvolgendo un
milione di giovani europei in
un Erasmus pro, un anno di
apprendistato finanziato dall’Europa. La questione migratoria, con una polizia di frontiera comune. E la sicurezza,
con una Fbi europea».
Se cose così non vengono fatte
si va verso la fine dell’Europa?
«Sicuramente verso un ulteriore indebolimento. Bisogna
agire subito: non possiamo
aspettare le elezioni francesi
e fra sedici mesi quelle tedesche, altrimenti non ritroviamo più nulla, bisogna agire
subito dimostrando di aver
capito la lezione».
Per cambiare l’Europa serve
cambiare i trattati?
«No, gli strumenti ci sono
tutti, serve la volontà dei Paesi membri di usarli non solo
quando la casa è già bruciata, ma quando c’è il primo
segnale di fumo. Per salvare
la Grecia sono stati spesi 283
miliardi di euro, una cifra
enorme: ma i greci l’hanno
percepita come insufficiente, perché sono stati dati
quando la casa era già bruciata, invece di intervenire
quando si poteva ancora salvare la situazione».
C’è un problema di leadership
europea?
«Ci deve essere una leadership collettiva coesa,
ENRICO LETTA
“Italia e Spagna pagheranno
il conto dell’instabilità”
L’ex premier: Roma a rischio per il suo enorme debito pubblico
Lotta
Parole
d’ordine
come
“torniamo
grandi”,
“riprendiamo
il controllo”
rappresentano idee
nazionaliste
che vanno
combattute
che parli con una voce sola».
Come si gestisce il divorzio?
«Sarà un’operazione difficile,
ma un’uscita ordinata è bene
che avvenga il prima possibile. I
due anni di cui parla l’articolo
50 del Trattato di Lisbona sono
eccessivi: bisogna che in sei mesi tutti i dossier siano chiusi».
Altrimenti?
«Il rischio è una sequela di contenziosi giuridici che frenerà gli
investimenti in Gran Bretagna
e in Europa».
L’Italia corre pericoli economici?
«Sì. In caso di instabilità, i due
Paesi nel mirino sono la Spagna, che da sei mesi non ha un
governo, e l’Italia, perché ha un
debito pubblico enorme».
Renzi però rassicura che l’Italia
ha ritrovato stabilità. Possiamo
stare tranquilli?
«Il problema principale è evitare di essere messi sotto esame.
E l’unico modo per farlo è partecipare a un’iniziativa europea
di rilancio della zona euro».
E’ l’unica cosa che il governo può
fare per mettere al riparo il Paese?
«Bisogna soprattutto non perdere tempo. Vedo che sono già
in programma alcuni vertici europei, mi sembrano buone iniziative».
C’è il rischio che altri Paesi lascino la Ue?
«Fino a un certo punto. Potrebbero farsi tentare la Danimarca o la Svezia, ma penso
che il caos di queste ore spaventerà molti».
Cambierà qualcosa nella nostra
vita quotidiana?
«Non domani mattina, ma nell’arco di due o tre anni sì.
Chiunque abbia a che fare col
Regno Unito si accorgerà
quanto sia diverso fare parte di
un mercato unico o essere trattati come Paese terzo: i miei
studenti inglesi, per esempio,
smetteranno di avere agevolazioni in base al reddito come
hanno tutti gli europei».
Cosa cambierà per gli inglesi?
«Ci sarà una forte spinta centrifuga su Scozia e Irlanda del
Nord. E Londra smetterà di essere la porta del mercato unico
più ricco al mondo. L’Autorità
bancaria europea lascerà Lon-
dra: sarebbe il caso che Milano
si candidasse a sostituirla».
Cosa c’è alla radice di questa
scelta inglese?
«Parole d’ordine come “torniamo grandi”, “riprendiamo
il controllo” rappresentano
idee nazionaliste che, anche se
hanno vinto, vanno combattute. Sono la medicina pietosa
per malattie vere come le disuguaglianze. Dinamiche che
si possono modificare solo coi
fatti, e stando attenti a un uso
accorto delle parole: troppi
annunci rischiano di avere un
effetto boomerang».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
1
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Primo Piano .17
.
E’ vero che la Commissione fa
spesso cose del tutto inutili, non
potendosi occupare del futuro
dell’Europa finisce per occuparsi
anche del rosmarino
Gli italiani, e non solo loro, sono
angosciati, ma rischiano di
mettersi paura più per il
tambureggiare dell’allarmismo
che per motivazioni reali
Romano Prodi
Ex premier ed ex presidente
della Commissione europea
KAY NIETFELD /EPA
Giovani tedeschi contrari alla Brexit in girotondo a Berlino
HANNAH MCKAY/EPA
POST BREXIT
ROMANO PRODI
FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE
Intervista/2
FABIO MARTINI
BOLOGNA
l primo piano di via Gerusalemme 7, nella casa bolognese di Romano Prodi,
telefoni e telefonini squillano
senza sosta, politici, accademici
e media di mezzo mondo cercano il Professore, l’ultimo presidente di Commissione di un’Europa «felice», o quantomeno proiettata sul futuro. Prodi lasciò
Bruxelles alla fine del 2005, in
una stagione nella quale l’Europa era in crisi di crescita, mentre
oggi c’è una crisi di identità: cosa
è accaduto in questi 10 anni? «Da
allora ad oggi all’Europa della
speranza è succeduta l’Europa
della paura. Ed è intervenuto un
processo di ri-nazionalizzazione.
Con l’uscita di Kohl, si sono l’avvicendati leader per i quali il prevalere degli interessi nazionali
non si è accompagnato con una
forte visione europeista».
A
Ma oramai le alchimie dei leader
non lasciano più il segno: come
spiega queste folate di opinione
pubblica sempre più incontrollabili?
«I cittadini non odiano l’Europa, odiano questa Europa, la gestione di questi anni: una politi-
“Decisivo il vertice di Berlino
l’Ue può rinascere o fallire”
L’ex presidente della Commissione: i cittadini odiano l’Europa “burocratizzata”
ca che non capiscono, che li
danneggia. Una politica che ha
distrutto il ceto medio».
Ma ora la palla torna ai leader: il
futuro dell’Europa si decide più
nel vertice a quattro di Berlino o
nei giorni successivi al Consiglio
europeo di tutti i capi di governo?
«Non ci sono dubbi: nell’incontro di Berlino».
Lei ci crede?
«Lo spero. Confido che la nuova Europa possa nascere lunedì a Berlino. Sennò l’Europa finisce».
Gli altri Paesi seguiranno?
«Di solito, nei grandi passaggi
politici, funziona così: l’accordo lo fanno i Paesi “guida”.
L’ultima volta accadde con
l’euro. Furono decisivi, anche
nella fase finale, i contatti diretti tra Germania e Francia,
tra Germania e Italia. Se c’è
una forte regia, il Consiglio
segue. Al massimo può bloccare, ma le decisioni le prendono i Paesi più forti».
In queste ore i mercati ballano e
lo spread sale: sarà escalation?
«No. Tutto questo mi preoccupa fino a un certo punto, credo
che le turbolenze finanziarie
dureranno poco, perché non c’è
una forte sostanza che possa
alimentarle. Anche se lo spread
in queste ore è salito non poco».
Ma l’anello debole delle banche? Gli italiani potrebbero mettersi molta paura, non pensa?
«Gli italiani - e non solo loro - è
naturale che siano angosciati,
ma rischiano di mettersi paura
più per il tambureggiare dell’allarmismo che per motivazioni
reali. Ma occorre dire a tutti
quel che è vero: che esiste un
piano “B”, governo e Banca
d’Italia faranno bene a ripeterlo.
Naturalmente occorre vigilare
onde evitare che il sistema bancario entri in crisi, a quel punto
rischiando di andare in pezzi».
Ma se la crisi finanziaria sui
mercati dovesse perdurare,
non pensa che la spinta a rompere il patto di Stabilità diventerebbe una tentazione per
Paesi come l’Italia? E a quel
punto non si rischierebbe la
rottura con la Germania?
«In questi giorni nessuno può
rischiare di rompere il patto di
Stabilità. Bisogna cambiare politica, ma attenzione, io non toccherei i Trattati. Non è quella la
strada. Perché occorre evitare
di tornare a politiche di bilancio
senza controllo. Al tempo stesso però urge una svolta. Avviando una politica economica di
espansione, che cambi la direzione e la quantità della spesa».
Serve una svolta anche nella governance dell’Europa?
«E’ vero che la Commissione fa
spesso cose del tutto inutili, ma
sono le sole cose che le lasciano
fare. È ovvio che non potendosi
occupare del futuro dell’Europa, perché è passato in mano
agli Stati, finisca per occuparsi
anche del rosmarino».
Finora la Germania ha resistito
alle richieste di cambiare dottrina economica e oltretutto la Merkel ha l’appuntamento elettorale del 2017: un circolo vizioso?
«Fino a due sere fa pensavo che
Bilanci
«Bisogna
cambiare
politica, ma
non toccherei i Trattati
per evitare
di tornare a
politiche di
bilancio
senza controllo»
quella scadenza potesse essere
condizionante e dunque che
nessuna decisione potesse essere presa prima di quella data.
Ma a questo punto è diventato
troppo rischioso aspettare. Anche per la Germania».
Cameron?
«Alla base di tutto c’è stata una
sua scelta sbagliata. Il referendum ha indebolito la posizione
della Gran Bretagna a Bruxelles, ha confuso gli elettori, è stato impostato da Cameron solo
per interessi personali. E in
questo senso, si potrebbe dire:
ben gli sta».
Nel 2005 Tony Blair mise il veto
alla sua conferma a Bruxelles:
c’erano già preannunci di un
marcato euroscetticismo inglese?
«Tra me e Blair c’erano state
divergenze sulla guerra in Iraq,
ma nel suo atteggiamento
c’erano anche tracce euroscettiche nel senso che una Commissione forte e indipendente
non piaceva a nessuno!».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12324567869AB9C567DEF LA STAMPA E
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Estero .19
IL PONTEFICE A YEREVAN DI FRONTE AL PRESIDENTE SERZH SARGSYAN E ALLE AUTORITÀ POLITICHE E DIPLOMATICHE
Il Papa in Armenia: “Fu il primo genocidio”
Francesco parla a braccio e ricorda le “tragedie rese possibili da aberranti motivazioni razziali”
ANDREA TORNIELLI
INVIATO A YEREVAN
SEGUE DA PAGINA 3
Lo ha chiesto papa Francesco prendendo la parola di
fronte al presidente Serzh
Sargsyan e alle autorità politiche e diplomatiche, nel
palazzo presidenziale di Yerevan, in una grande sala
con il tetto a botte decorato
con stucchi, al termine del
primo giorno della visita in
Armenia.
Il Pontefice ha citato i
massacri perpetrati dai turchi cento anni fa e ha voluto
aggiungere a braccio la parola «genocidio», non presente nel testo. «Noi non
stiamo cercando colpevoli aveva detto il presidente riferendosi al genocidio - vogliamo solo che le cose siano
chiamate con il loro nome,
perché questo permetta a
due popoli vicini di fare passi avanti verso una genuina
riconciliazione». Francesco
ha voluto ricordare il coraggio con cui l’Armenia ha testimoniato la sua fede, soffrendo molto ma tornando
sempre a rinascere. Ha
quindi parlato del «Metz Yeghérn, il “Grande Male”», lo
sterminio di un milione e
mezzo di armeni, iniziato nel
1915. Quella «tragedia, quel
genocidio», ha aggiunto
scandendo bene la parola
dopo aver alzato lo sguardo
dai fogli, «inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo
Accoglienza
Il Papa con
il Catholicos
Karekin II
visita
la cattedrale
di Etchmiadzin, il «Vaticano armeno»,
dove sarà
ospitato
per due notti
Un «segno di
amore», lo ha
definito
Bergoglio,
che «dice in
maniera
eloquente che
cosa significhino l’amicizia e la carità
fraterna»
FEDERICO BERNINI/LAPRESSE
scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi
l’intento di annientare interi
popoli». «È tanto triste sia in
questo armeno come negli altri due - ha aggiunto a braccio,
riferendosi implicitamente alla Shoah e alle vittime dello
stalinismo - le grandi potenze
internazionali guardavano da
un’altra parte». Nell’aprile
dell’anno scorso, l’aver usato
la parola «genocidio» da parte
del Papa provocò una durissima reazione della Turchia,
che richiamò l’ambasciatore
LAPRESSE
Il Papa bacia il Vangelo all’interno della cattedrale
accreditato in Vaticano.
Strappo poi ricucito. Bisognerà attendere le prossime ore
per vedere quale sarà la reazione di Ankara.
Francesco ha chiesto che
la memoria dei fatti del passato eviti nuovi orrori. Quanti si dichiarano credenti devono unirsi per isolare chi
strumentalizza il nome di
Dio. Ha quindi osservato che
oggi, «in particolare i cristiani, come e forse più che al
tempo dei primi martiri» sono «in alcuni luoghi discriminati e perseguitati», mentre
troppi conflitti» in varie aree
del mondo causano «lutti, di-
struzioni e migrazioni forzate di intere popolazioni». Il
Papa ha fatto un appello perché i responsabili delle nazioni «intraprendano con coraggio e senza indugi» iniziative per porre fine a queste
sofferenze, avendo come
obiettivi primari la pace, la
difesa e l’accoglienza «di coloro che sono bersaglio di aggressioni e persecuzioni».
Appena atterrato in Armenia il Papa si è recato nella cattedrale di Etchmiadzin,
il «Vaticano armeno», sede
del Catholicos Karekin II,
dove sarà ospitato per due
notti. Un «segno di amore»,
lo ha definito Bergoglio, che
«dice in maniera eloquente,
molto più delle parole, che
cosa significhino l’amicizia e
la carità fraterna». Dopo
l’ingresso in processione accompagnato dai canti liturgici, sfilando tra preti e vescovi apostolici vestiti di nero con il classico cappuccio a
punta, il Papa e il Catholicos
hanno baciato il Vangelo e
una croce d’argento, e si sono abbracciati. Nel suo saluto, Francesco ha detto che
l’unità e la collaborazione
tra i cristiani mostra «all’intera società una concreta
via percorribile per armonizzare i conflitti che lacerano la vita civile e scavano divisioni difficili da sanare».
L’ecumenismo non interessa
solo le varie confessioni cristiane. È anche un segno di
pace per il mondo.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
20 .Cronache
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
NELLA TRAGEDIA DEL 12 GIUGNO HA PERSO LA VITA ANCHE UNA COPPIA
stibile nell’appartamento della
famiglia Pellicanò-Masella all’interno del quale è avvenuta
l’esplosione con particolare riferimento alla manomissione
volontaria dell’impianto gas o
di parti dell’impianto».
Ma i magistrati vogliono sapere di più. Vogliono essere sicuri che non si sia trattato solo
di un banale incidente. E al consulente tecnico chiedono di accertare dettagli minuziosi, andando ad esaminare quel che
resta dei tubi del gas, dello snodo con rubinetto, del flessibile di
acciaio collegato
alla cucina a gas.
Nel loro conferimento dell’incarico i due magistrati scrivono:
«Si accerti l’esistenza di segni o
graffiature compatibili con utensili idonei allo
smontaggio del
dado-ghiera di
serraggio del tubo flessibile in acciaio allacciato al
piano di cottura».
E ancora, per accertare che sia
stato proprio il
capofamiglia a
decidere di fare
una strage: «Si
cerchino tracce
biologiche e impronte latenti su
SALVATORE GARZILLO/ANSA
superfici ritenute
utili e in particoFerito lare alle parti dell’impianto gas
Giuseppe che sono risultate manomesse e
Pellicanò, sugli strumenti rinvenuti utilizaccusato zabili per la manomissione».
di strage Con la nomina di un perito anè ancora in che Giuseppe Pellicanò può dagravissime re incarico a un suo consulencondizioni, te. In attesa di ascoltare la sua
come le due verità, dal letto di ospedale dofiglie di 7 ve si trova ancora in gravissie 11 anni me condizioni, come le sue due
bambine di 7 e 11 anni.
Milano, non fu una fuga di gas
Un uomo indagato per strage
È il marito della donna morta nell’esplosione dell’appartamento
I tecnici: c’è la prova che l’impianto di erogazione è stato manomesso
FABIO POLETTI
MILANO
Qualche sospetto era già venuto ai tecnici di A2A, la società municipalizzata per
l’erogazione del gas a Milano.
Lo scoppio che lo scorso 12
giugno aveva sventrato una
palazzina in via Brioschi e che
aveva provocato tre vittime una donna che viveva nell’appartamento e una giovane
coppia che abitava a
fianco - era stato
provocato da 47 metri cubi di gas. Da un
esame del contatore
i tecnici avevano accertato che il gas
aveva iniziato a fuoriuscire all’una di
notte, 8 ore prima
dello scoppio, ad una
velocità di quasi 6
metri cubi all’ora.
Un’enormità: per
provocare un’esplosione basta 1 metro cubo e mezzo.
Adesso c’è la prova che
l’impianto di erogazione del
gas è stato manomesso. E per
questo nel registro degli indagati con l’accusa di strage finisce Giuseppe Pellicanò, un
pubblicitario, il capofamiglia,
il marito di Micaela Masella
rimasta uccisa e dalla quale si
stava separando, il padre di
due bambine ancora ricovera-
L’esame
I tecnici
hanno
accertato che
l’esplosione
della
palazzina di
via Brioschi è
stata
provocata da
47 metri
cubi di gas
ANSA
Il sorriso
Giuseppe
Pellicanò,
51 anni,
e la moglie
Micaela
Masella,
43 anni,
morta nell’
esplosione
te in gravissime condizioni in
ospedale, un uomo depresso
che forse in quel modo aveva
cercato di uccidersi e di sterminare la famiglia. Un’ipotesi più
che verosimile visto che l’uomo
era in cura per depressione.
Mentre la moglie si era affidata
a un mediatore famigliare per le
pratiche di separazione e per
renderla meno traumatica soprattutto alle due figlie.
La decisione di iscrivere nel
registro degli indagati per
strage Giuseppe Pellicanò è arrivata dopo che i tecnici del
gas e i vigili del fuoco hanno
accertato che l’impianto era
stato manomesso. I magistrati
Elio Ramondini e Nunzia Gatto hanno deciso inoltre di avviare altri approfondimenti
tecnici. In particolare lunedì
verrà dato un incarico a un perito di accertare «la causa della fuoriuscita del gas combu-
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
OMICIDIO MEREDITH
Primo
permesso
di 36 ore
per Guede
PERUGIA
Trentasei ore di permesso
premio per Rudy Guede, oggi
e domani. Il 29enne ivoriano è
nel carcere di Viterbo, condannato in via definitiva a 16
anni per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1° novembre 2007. Rudy Guede trascorrerà le ore di permesso
premio a Viterbo, in una
struttura del Gavac, associazione di assistenti, volontari e
animatori carcerari, seguito
dal gruppo di lavoro creato
dal Centro per gli Studi
Criminologici a sostegno dell’innocenza di Guede. Finora
Guede non ha mai usufruito
di alcun permesso, ottenuto
in tal caso alla prima richiesta
e dopo aver scontato la metà
della pena. Il giovane, che si
dichiara innocente rispetto ai
reati per cui è stato condannato in via definitiva, dovrebbe laurearsi a luglio con una
tesi sui mass media alla facoltà di Storia di Roma Tre.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
E’ mancato
Pier Carlo Jorio
Lo annuncia la famiglia. Orari telefonare 14 - 18.
- Torino, 23 giugno 2016
Giubileo 011.8181
Marco Boglione con Stella, Maria e
Rocco sono vicini con l’affetto, l’amicizia e la stima di sempre ad Alex per
la perdita del papà
Architetto
Intervista
ANTONELLA MARIOTTI
Q
uattro anni. Quattro
anni di pianti, giochi,
pranzi e cene, colazioni mezzi addormentati, lotte finte sul lettone e
corse e rincorse nei giardini
con i cani, a fare nascondino
e mangiare il gelato. Tutto
questo è finito un mattino in
un ufficio con una comunicazione: «Le bambine saranno
date in adozione». Mauro
Ferri, 49 anni, veterinario e
sua moglie Tiziana Cardile,
architetto, hanno dovuto rinunciare a Bianca 7 anni e
Sabrina 10, sono stati genitori affidatari per quattro anni
e a loro non è stato concesso
di adottare le bambine.
Adesso Bianca e Sabrina
avranno due famiglie diverse, cognomi diversi. Mauro e
Tiziana hanno affidato un
messaggio a Facebook «come un messaggio in bottiglia» perché le piccole possano, un giorno, ritrovare quei
«genitori in affitto».
Mauro Ferri, perché avete usato i social per il vostro appello
anziché contattare gli assistenti sociali?
«Circa un anno fa le nostre figlie, perché così le pensiamo
noi, sono state allontanate e
trasferite in una casa famiglia. Ci avevano detto allora
che questo avrebbe favorito
il riallacciare i rapporti con
la madre biologica, perché
secondo gli psicologi era di
nuovo possibile per lei prendersi cura delle bambine, il
Separati
Così su la Stampa
Circa un anno
fa Mauro Ferri
e la moglie
Tiziana
Cardile sono
stati separati
dalle
bambine che
avevano
avuto
in affidamento per 4 anni
Pier Carlo Jorio
- Torino, 24 giugno 2016
Il Consiglio di Amministrazione con il
Collegio Sindacale e tutte le Risorse
Umane del Gruppo BasicNet si stringono con infinita stima e amicizia al
collega e amico Alex per la scomparsa
del papà
Architetto
Pier Carlo Jorio
- Torino, 24 giugno 2016
Il «Buongiorno» di Massimo Gramellini dedicato alla storia di Sabrina e Bianca.
1
Lorenzo ed Alessandro Boglione sono
vicini all’amicoe collega Alex Jorio con
grande affetto.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
“Non ci strapperanno Sabrina e Bianca
Siamo pronti alla battaglia legale”
Parla la coppia che ha avuto le sorelle in affidamento per quattro anni
Sul social progetto con la madre biologiMauro Ferri
e la moglie
Tiziana
Cardile
hanno
affidato
a Facebook
un messaggio
diretto alle
due bambine:
«Devono sapere che noi non
le abbiamo
abbandonate»
ca è poi fallito e le bambine dichiarate in stato di abbandono.
Era stata la madre stessa a
chiedere l’allontanamento da
noi perché sarebbe stato più
facile per lei ricostruire un
rapporto, diceva. Mia moglie
ha scritto quel post perché ci
siano sentiti abbandonati, volevamo mandare un messaggio alle nostre figlie, noi non le
abbiamo abbandonate».
Vi sono stati preclusi i rapporti
con Bianca e Sabrina?
«No, ma la comunità è molto
distante da Torino e le bambine sono rimaste lì per un anno.
Abbiamo fatto il possibile per
restare in contatto con loro: ci
è stato concessa una telefonata
la settimana e tutti weekend.
Erano le nostre 48 ore di libera
uscita. Dopo qualche mese i fine settimana si sono ridotti a
uno. Dicevano che per le bimbe
era troppo pensante andare e
tornare dalla comunità. Tutto
è precipitato a metà mese».
Che cosa è successo?
«Il 15 giugno siamo stati convocati: ci hanno detto che le
bambine sarebbero andate in
famiglie diverse e rese adottabili. Le due famiglie di Bianca e
Sabrina sarebbero state scelte
tra quelle disponibili a creare
una relazione fra di loro perché le bambine possano continuare a vedersi. Noi sappiamo
quanto sarà difficile per Sabrina separarsi da Bianca».
Ora pensate di agire anche legalmente?
«Una delle paure di mia figlia
più piccola era il timore di es-
Il futuro
Bianca e
Sabrina
saranno
divise:
andranno in
famiglie
diverse e
rese
adottabili
sere separata dalla sorella.
Speriamo ci sia un passo indietro. Sulle vie legali non sappiamo ancora cosa fare, anche se
credo ci affideremo a un esperto. Diversi avvocati si sono proposti, abbiamo sempre creduto nelle istituzioni ma ora pensiamo di fare diversamente».
Sapevate dall’inizio che essere
genitori affidatari era un ruolo a
tempo?
«Sì, ci è sempre stato detto
che noi eravamo “una risorsa”, che il nostro amore era a
senso unico, che devi dare e
basta, però è dura quando ti
dicono di non dare più. In
ogni caso adesso una legge
c’è, mia figlia più grande potrebbe anche scegliere, si potrebbe chiedere a lei...».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il Presidente e tutte le Risorse Umane
della BasicItalia S.p.A. partecipano al
lutto del collega Alessandro Jorio e
della sua famiglia per la perdita del
caro papà
Architetto
Pier Carlo Jorio
- Torino, 24 giugno 2016
E’ tornato alla Casa del Padre
Vinicio Cassano
Ne danno il triste annuncio Amalia, i
figli e i parenti tutti. Funerale lunedì
27 ore 10,30 parrocchia di Sant’Andrea in Castelnuovo Don Bosco.
- Castelnuovo, 24 giugno 2016
ANNIVERSARI
2006
25 giugno
2016
Amalia Arnaud
nata Bozzoli
Nel X anniversario della sua scomparsa i figli Fabrizio e Cristiana con
Antonia e Antonio e i nipotini Ferdinando e Aimone ricordano la sua presenza con affetto e gratitudine.
1981
2016
Roberto Maggio
Ricordandoti.
2011
2016
Carla Scapino Masala
Sempre nel nostro cuore.
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Cronache .21
.
HUMAN TECHNOPOLE, BOTTA E RISPOSTA TRA SCIENZIATI ALLA STATALE DI MILANO
Lite sulla ricerca italiana
Cattaneo attacca Cingolani
La senatrice: “Regole non rispettate”. Il direttore dell’Iit: “Accuse false”
NICLA PANCIERA
MILANO
L’occasione era il convegno
«Il finanziamento della ricerca in Italia» organizzato dalla
Statale di Milano e dal Gruppo 2003 (sulla carta il centro
del dibattito era la debolezza
strutturale del nostro paese
che con gran trascuratezza si
permette di perdere i suoi
cervelli); come ci si aspettava
l’atmosfera si è riscaldata
quando si è tornati a parlare
del progetto Human Technopole (HT), il Polo della ricerca
destinato ad occupare gli spazi dell’Expo 2015 e la cui gestione è stata affidata all’Istituto Italiano di Tecnologia
(Iit) di Genova.
«La competitività e la trasparenza nella selezione e distribuzione dei fondi sono criteri che vanno rispettati sempre, sia che le linee di ricerca
siano dettate dai ricercatori
(bottom-up) sia che esse siano stabilite dall’alto (topdown)» ha affermato Elena
Cattaneo, che illustrando l’ultima delle sue slide ha citato il
progetto HT, definendolo «all’antitesi rispetto alle regole
vigenti nel mondo scientifico
internazionale». Tanto che la
senatrice ha parlato di «improvvisazione, opacità delle
decisioni del governo, disuguaglianza dell’accesso libero
alla competizione delle risorse pubbliche, discrezionalità,
assenza di meritocrazia».
Che fare ora? «Ripristinare i
binari della corretta erogazione dei fondi pubblici per
mirare alla massimizzazione
dell’investimento». Ovvero,
«libera competizione, trasparenza e moralità».
A stretto giro di posta è arrivata la replica del direttore
scientifico dell’Iit, Roberto
Cingolani, che non accetta lezioni di moralità. Pur non invitato ad intervenire, era presente in sala insieme ad una
trentina di suoi ricercatori e
Agenzia Europea
Via libera a farmaci
anti leucemie
1 Il Committee for
Medicinal Products for
Human Use (Chmp)
dell’Agenzia Europea
dei Medicinali (Ema), in
accordo con il Committee for Advanced Therapies (Cat), ha espresso parere favorevole all’immissione condizionata in commercio per
Zalmoxis (Tk), una terapia cellulare contro la
leucemia che consente
il trapianto di cellule
staminali ematopoietiche da donatori parzialmente compatibili.
La terapia è stata messa a punto da MolMed,
un’azienda biotecnologica focalizzata su ricerca, sviluppo, validazione clinica e produzione di innovative terapie geniche e cellulari: una volta infuse nei
pazienti, queste cellule
facilitano l’effetto antileucemico.
LUCA MATARAZZO/FOTOGRAMMA
ha risposto indirettamente alla
Cattaneo. «Concordo sulla
competizione e la necessità di
bandi internazionali. Ricordo
che lo studio è stato redatto assieme ai delegati dei rettori in
114 incontri. Iit e il Technopole
non sono la stessa cosa. Se poi
qui si tenta di dimostrare che
chi sta facendo lo studio di fattibilità è un bandito, non è trasparente ed è anche un ignorante, allora ciò è falso e immorale». La replica «puntuale e
durissima con i numeri» è da
oggi online sul sito dell’Istituto.
Nel botta e risposta, anche
gli 80 milioni che il decreto-legge numero 185 «attribuisce all’Iit per la realizzazione di un
progetto scientifico e di ricerca». Questi soldi, precisa Cingolani, «non sono iscritti al bilancio Iit, non sono fruibili finché
una legge non stabilirà che HT
si farà e sono stanziati per lo
start up di chi ne avrà la gestione», chiunque sarà. E sono in
molti a chiedere che a ricevere i
fondi e avviare le procedure di
reclutamento sia un ente terzo
giuridicamente autonomo. Lo
auspica anche Luca Vago, rettore della Statale di Milano, la cui
posizione è condivisa dalla Conferenza dei Rettori: «Ora ci
vuole un segnale discontinuità.
Va prevista un’architettura gestionale differente da quella
dell’attribuzione a un unico organismo. E ci vuole chiarezza
sul mandato, altrimenti si generano troppi equivoci». Il messaggio è chiaro: «Se si insiste
sull’attribuzione a Iit della responsabilità del progetto, è meglio che sia solo Iit a farlo».
per migliorarne la piattaforma.
Gli scienziati - da Usa, Regno
Unito, Giappone e Germania hanno risposto. Secondo le prime indiscrezioni trapelate dal
ministero, nel complesso hanno
valutato positivamente il progetto, spiegando che potrebbe
cambiare le sorti della scienza
italiana, se ben gestito, e che
rappresenta un innovativo tentativo di combinare dati scientifici, sequenziamento genetico e
nutrizione per raggiungere
un’essenziale comprensione dei
tumori e delle malattie neurogenetiche. Hanno anche avanzato
dubbi, proposto modifiche: dalla
leadership al reclutamento, alla
necessità di rivedere alcune
parti del progetto, ad esempio
integrarlo con un laboratorio di
epigenomica. Il progetto finale,
dopo aver recepito tutte le rac-
comandazioni contenute nelle
valutazioni internazionali, verrà
consegnato al governo cui spetta decidere come procedere: se
finanziarlo, come finanziarlo, a
chi affidarlo, se creare un nuovo
soggetto per svilupparlo, se
mettere a bando, in tutto o in
parte, i vari programmi, una
parte dei quali potrebbero partire quasi subito. Human Technopole sorgerà sulle ceneri di
Expo e dovrà, per alcune strutture attendere almeno un paio
d’anni lo smantellamento dei padiglioni e delle infrastrutture.
Potrà contare su un finanziamento, erogato dal ministero del
Tesoro, non da quello della Ricerca, consistente: 80 milioni il
primo anno e, a seguire, una cifra variabile ma non superiore a
150 milioni l’anno.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Dal Tesoro altri 150 ogni anno
Analisi
ANDREA ROSSI
TORINO
N
SEZIONE FALLIMENTARE
CONCORDATO PREVENTIVO EUROSOL PALIMODENA SRL - R.G. N.2/2016 CONC.
COMMISSARIO GIUDIZIALE: avv. Giancarlo Guarini
GIUDICE DELEGATO: dott.ssa Rossella Mastropietro
AVVISO DI VENDITA DI BENI MOBILI
Si rende noto che il Tribunale ai sensi e per gli effetti degli artt.163 bis, 105,107 e 108 R.D. 16.03.1942 n.267
ha disposto procedersi alla vendita competitiva di seguenti beni mobili di proprietà della società Eurosol Palimodena srl in pendenza del termine concesso ex art.161 sesto comma R.D. 16.03.1942 n.267 per il deposito
della proposta di concordato preventivo, del piano e della documentazione prescritta dal secondo e terzo
comma dello stesso art.161 R.D. 16.03.1942 n.267:
LOTTO 1
• n.1 Sonda Comacchio MC 1.500 matricola 1487 anno 2010 completa di kit jet grouting
PREZZO BASE EURO 175.000,00 oltre Iva
LOTTO 2
• n.3 vasconi IPC
• n.1 dissabbiatore SAICI matricola 411201 anno fabbricazione 2004;
• n.1 miscelatore per bentonite
• n.3 pompe IPC a scoccio/elettriche
• n.3 container
• n.1 baracca spogliatoio 2,50 x 6,00
PREZZO BASE EURO 14.000,00 oltre Iva
LOTTO 3
• Gru Cingolata Link Belt LS108C sn 9LKJK1556 completa di contrappeso AB, braccio, bozzello, documenti
ISPELS – anno di fabbricazione 1978;
• Centrale Idraulica K101 Casagrande – matricola K100ZC0146 – anno di fabbricazione 2005 – e di attrezzatura per scavo diaframmi Kelly tipo Casagrande KRC 2.28 matricola M6E3 – complete di benne K2500
e K3000 e valve di scorta ( 2500x500 – 2500x1000 – 3000x800 – 3000x1000 )
PREZZO BASE EURO 83.700,00 oltre Iva
LOTTO 4
• Benna Casagrande DL4 completa di valve 400-500-600.
PREZZO BASE EURO 7.000,00 oltre Iva
LOTTO 5
• Sonda tipo Casagrande C – matricola C4ZC0115 – anno di fabbricazione 2005.
PREZZO BASE EURO 37.000,00 oltre Iva
La procedura competitiva di vendita di tali beni si terrà il giorno 27.07.2016 alle ore 11.00 mediante il
sistema della raccolta di offerte segrete in busta chiusa e successiva gara in forma orale da esperirsi innanzi
al Commissario Giudiziale presso la sede dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea – Uffici Giudiziari - in Ivrea, via
Cesare Pavese n.4.
Gli interessati dovranno consegnare le offerte segrete di acquisto entro le ore 12.00 del giorno
26.07.2016 precedente la data fissata per l’asta presso la Segreteria dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea
e devono essere redatte – a pena di esclusione – secondo le modalità descritte nel disciplinare di vendita
pubblicato in “data room” del CONCORDATO PREVENTIVO EUROSOL PALIMODENA R.G. N.2/2016 sul sito
www.fallimentiivrea.com e che ciascun interessato potrà richiedere anche direttamente al Curatore.
I beni descritti e ricompresi in ciascuno dei lotti indicati sono attualmente utilizzati in regime di locazione da
soggetti terzi e, ove aggiudicati a soggetto diverso dai locatari, saranno restituiti da questi ultimi al soggetto
risultato cessionario, sotto il controllo del Commissario Giudiziale, entro il termine di 15 giorni dalla aggiudicazione definitiva ed il recupero di detti beni avverrà a cura e spese dei terzi aggiudicatari.
In presenza di una sola offerta segreta valida si procederà all’aggiudicazione in favore dell’unico offerente e
nel caso di più offerte valide si procederà alla gara tra i più offerenti utilizzando come prezzo base il valore
più alto delle offerte pervenute per tale lotto.
La gara si svolgerà immediatamente dopo la lettura delle offerte e ad essa potranno partecipare senza condizione tutti gli offerenti per tale lotto con aumenti nella misura di € 500,00 da dichiarare entro lo scadere
di un minuto dalla dichiarazione dell’offerente precedente; sarà ritenuto aggiudicatario del lotto il miglior
offerente allo scadere del tempo concesso per l’ultimo rialzo del prezzo offerto.
Le offerte segrete di acquisto devono essere accompagnate dalla cauzione, costituita mediante assegno
circolare dell’importo corrispondente al 20% del prezzo offerto intestato a “CONCORDATO PREVENTIVO
EUROSOL PALIMODENA SRL – TRIBUNALE DI IVREA R.G. N.2/2016”.
In caso di assenza di offerte verranno comunque ritenute valide le offerte pervenute per ciascun lotto dalle
società ora locatarie dei beni.
Il Commissario Giudiziale riferirà immediatamente al Tribunale l’esito della gara allegando il relativo verbale
per consentire allo stesso Tribunale l’esame e valutazione della stessa e procedere alla aggiudicazione dei lotti.
Resta salva la possibilità per il Tribunale di sospendere la gara o di non autorizzare la stipulazione dei contratti di compravendita per i motivi di cui all’art.108 R.D. 16.03.1942 n.267 ovvero in mancanza di presentazione da parte della società Eurosol Palimodena srl della proposta, del piano concordatario e della domanda
documentazione di cui al secondo e terzo comma dell’art.161 R.D. 16.03.1942 n.267 entro il termine già
assegnato dal Tribunale od eventualmente dallo stesso prorogato per l’accertamento dei giustificati motivi.
L’offerente aggiudicatario dovrà provvedere al versamento del saldo prezzo, oltre alle spese a carico dell’aggiudicatario, al netto della cauzione che sarà imputata, in caso di pagamento, al pagamento del saldo prezzo,
al più tardi al momento della stipula dell’atto di vendita a mezzo di scrittura privata autenticata dal notaio
indicato dal Commissario Giudiziale da effettuarsi entro e non oltre 10 giorni dall’aggiudicazione.
La stipulazione dell’atto di vendita sottoscritto quale parte venditrice dalla società Eurosol Palimodena srl
alla presenza del Commissario Giudiziale.
Nel caso di mancata sottoscrizione dell’atto di vendita per fatto o colpa dell’aggiudicatario, quest’ultimo si
intenderà decaduto dall’aggiudicazione e la procedura avrà diritto di incamerare la cauzione, salvo il diritto
al maggior danno.
In tal caso la procedura potrà aggiudicare il lotto al soggetto che abbia presentato la seconda offerta di
importo più elevato rispetto a quella risultata aggiudicataria.
Gli effetti contrattuali – inclusi quelli traslativi – si produrranno solo al momento della stipulazione della
scrittura privata autenticata che avverrà entro i 20 giorni successivi alla data di aggiudicazione.
Le offerte di acquisto saranno ritenute, in ogni caso, irrevocabili e vincolanti per un periodo di tempo di 60
giorni successivi alla data della gara.
Le spese, anche relative alle imposte di legge, relative agli atti che si renderanno necessari al trasferimento
della proprietà dei beni ( anche per eventuale trascrizione / volturazione ) saranno a carico dell’acquirente
e dovranno essere versate da quest’ultimo all’atto della sottoscrizione delle scritture private autenticate di
compravendita.
Si rende noto, per quanto occorra, che i trasferimenti dei beni oggetto della gara saranno soggetti ad imposta
di registro, se dovuta per legge.
Per ulteriori informazioni e dettagli potrà essere contattato direttamente il Commissario Giudiziale Avv. Giancarlo Guarini ( tel. 0125.641498 – email [email protected] ).
Ivrea, 20.06.2016
Il Commissario Giudiziale Avv. Giancarlo Guarini
Elena Cattaneo durante il suo intervento ieri mattina
Il progetto va avanti
Governo pronto a erogare
i primi 80 milioni di euro
on potendo competere
con grandi realtà mondiali - sia per risorse a
disposizione, sia perché la ricerca in alcuni campi è già in
fase avanzata - la sfida di Human Technopole è qualcosa di
diverso: mettere insieme una
serie di campi della ricerca
che hanno come collante l’analisi dei dati. Non sarà dunque
solo un grande laboratorio per
la super-genomica né per la
genomica alimentare. Sarà un
TRIBUNALE ORDINARIO DI IVREA
istituto per la ricerca ad alto livello in cui - attraverso la scienza dei dati - si cercherà di costruire algoritmi specifici (alcuni già creati) con cui estrarre più
informazioni di quelle attualmente disponibili.
Il progetto è stato inviato a
sette grandi esperti internazionali, membri di istituti riconosciuti a livello mondiale, dal Mit
al Max Planck Institute. Una
scelta compiuta per dare credibilità a Human Technopole e
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Unione Bassa Sesia
Comune di Carpignano Sesia
Avviso per la manifestazione di interesse
per l’affidamento della concessione del
servizio di ristorazione scolastica per il
periodo dal 01.09.2016 al 31.08.2020, ai
sensi dell’art. 36 comma 2 lettera b)
del D.Lgs. n. 50/2016. La manifestazione
di interesse coincide con la presentazione
della propria offerta. Importo a base
d’asta euro 499.548,00, al netto di oneri
per la sicurezza e di iva. Scadenza
ore
12.30
del
giorno
25/07/2016.
Documentazione reperibile sul sito internet
http://www.unionebassasesia.it
oppure
http://www.comune.carpignanosesia.no.it
12324567869AB9C567DEF LA STAMPA 77
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Cronache .23
.
LE STORIE
«La Collina
del vento»
L’esterno del
teatro di
Bergolo in
Alta Langa
Il finanziamento
governativo
di 1 milione
di euro
premiava i
progetti
inviati più in
fretta con
un «click» su
Internet
BRUNO MURIALDO
Il Teatro della Pietra nasce in Langa
lungo la via dei mercanti del sale
Inaugurata a Bergolo l’avveniristica struttura che ripropone il modello greco-romano
MANUELA ARAMI
BERGOLO (CUNEO)
S
ono state calpestate per
secoli dai mercanti del
sale sulla via che collega
il Piemonte meridionale alla
Liguria. Dai pellegrini che
viaggiavano carichi di fatiche,
avventure e sogni. Dai soldati
che, con il loro seguito di violenze, turbavano i ritmi di una
vita contadina scandita da
stagioni e feste. Le pietre sono
l’elemento dominante di Bergolo, 80 anime nell’Alta Langa
cuneese. Con l’arenaria o
«pietra di Langa» sono stati
costruiti edifici storici, case,
archi e l’acciottolato dell’unica via. Di arenaria sono fatte
le sculture, i mosaici e altre
opere d’arte che costellano il
centro e la collina circostante.
Con questa pietra, friabile e
modellabile, dalle venature
brune e giallastre, è stato realizzato anche un teatro.
La maxi arena, in stile greco-romano, con 250 posti al co-
250
posti al
coperto
per la maxi
arena in
stile greco
romano,
non a caso
si chiama
«Cavea»
BRUNO MURIALDO
perto, è stata progettata e costruita grazie al finanziamento
governativo di 1 milione di euro
(l’iniziativa «6000 Campanili»,
che ha premiato i progetti inviati più rapidamente, con un
«click» su Internet, alla sca-
denza. Una «manna» per un
paesino, dove i servizi principali scarseggiano.
La struttura, che ospiterà
musica, teatro e presentazioni
di libri, è stata inaugurata ieri,
con il concerto dei «Penta-
brass» del Regio di Torino.
Il nome («Cavea») e la location («La Collina del vento»)
catturano l’attenzione ed evocano poesia. Con la scenografia naturale, che dal palco si
specchia sulle colline dell’Alta
Langa, dove si possono riscoprire i vantaggi di spostarsi
lentamente, incontrare, assaporare, riempirsi gli occhi di
cielo e nuvole. Di sentire il vento che risuona tra chiesette,
torri e castelli. Dall’arena lo
sguardo spazia a 360 gradi: le
onde morbide del mare di Langa si allargano fino all’orizzonte. Sino, poeticamente, a suggerire un leopardiano «Infinito». Vicino al teatro di Bergolo, nell’antichità fu eretto un
tempio pagano dedicato a Diana, dea della caccia e della
luna. La «Cavea», inoltre, è vicino alla cappella medievale
di San Sebastiano, su una cava di arenaria.
Il sindaco Mario Marone: «Il
“teatro della pietra” è stato realizzato non solo per convegni,
spettacoli e quindi fare “cultura”, ma anche come monumento all’uomo di Langa, che
con fatica nei secoli addietro
ha forgiato un territorio della
“Malora”, rendendolo abitabi-
Dopo due secoli
la parrocchia contesa
torna nella sua diocesi
Sozzago, nel Novarese, dipendeva da Vigevano
SIMONA MARCHETTI
SOZZAGO (NOVARA)
D
omani l’orologio a Sozzago tornerà indietro
di quasi 190 anni, rimettendo ordine in una strana vicenda che risale al 1829.
La parrocchia del borgo sarà
restituita alla diocesi di Novara, da cui dista una decina di
chilometri, insieme a quella di
Vignarello, frazione di Tornaco. Finora appartenevano a
Vigevano che in compenso si
riprenderà Gravellona Lomellina. «Per noi sarà un ritorno a
casa» conferma il sindaco di
Sozzago, Carla Zucco. Una variazione più formale che sostanziale anche a Gravellona
Lomellina: «Abbiamo sempre
avuto ottimi rapporti con No-
Domani la
festa
La parrocchia
sarà restituita
alla diocesi di
Novara, da
cui dista una
decina di
chilometri.
Fino a oggi
appartenevano a
Vigevano che
in compenso
si riprenderà
Gravellona
Lomellina
vara, ritengo che resteranno tali anche con Vigevano», ribadisce il sindaco Franco Ratti.
Di novità ce ne dovrebbero
essere poche, conferma Ambrogio Rosina, responsabile
del consiglio pastorale: «Un po’
ci dispiace, perché finalmente
avevamo trovato un equilibrio
grazie a don Luciano Dall’O,
l’attuale amministratore parrocchiale. L’oratorio è tornato
a funzionare, dall’anno scorso
è ripartito anche il Grest, il
centro estivo. Speriamo che
tutto prosegua così». Il sacerdote vigevanese minimizza:
«Li ho salutati domenica scorsa: ora sono spiacenti, tra poco
tutto tornerà come prima». La
parrocchia lomellina invece
manterrà il parroco attuale,
PAOLO MIGLIAVACCA
don Sergio Bagliani: qui l’anno
scorso si era tenuto anche un
referendum, e la comunità per
timore di perdere il sacerdote
aveva scelto di non cambiare.
Così sarà, mentre Sozzago entrerà a far parte dell’unità pastorale di Trecate. «Abbiamo
già fatto un incontro con il par-
roco, don Ettore Maddalena aggiunge Rosina - siamo certi
che la vicinanza dei sacerdoti
aiuterà la nostra piccola comunità». Entrambe le parrocchie
fino a domani sono delle «enclave», completamente circondate dal territorio dell’altra
diocesi: un pezzo di Piemonte
La storia
Nel 1829 il
cardinale
novarese
Morozzo della
Rocca prese
Gravellona
Lomellina per
il ricco lascito
le e oggi visitato e vissuto anche da tanti turisti. Ne scaturiscono emozioni e suggestioni
date dalle tenui sfumature dell’arenaria in un luogo della
brughiera, dove il vento Marino, la Tramontana e il caldo
Scirocco si abbracciano».
Tutto in paese è collegato alla pietra. L’idea di togliere intonaci e stucchi dai fabbricati
per lasciare l’arenaria «a vista» è stata pionieristica: era
la metà degli Anni ’70 e, dopo
Bergolo, tutti i Comuni delle
Langhe hanno preso ad esempio quella modalità di restauro, riscoprendo centri storici e
ripavimentando le strade come usava un tempo. Insieme
con le prime manifestazioni
culturali, come il «Cantè
Magg», è stata una rivoluzione
per contrastare lo spopolamento. La scommessa, appassionata e convinta, è stato il turismo, allora sconosciuto. Oggi
si potrebbe chiamare slow. Ma
per l’epoca fu un’illuminazione. In principio ci furono entusiasmo e buone idee, poi arrivarono gli eventi che ancora
oggi attirano visitatori da tutto
il mondo, come i concerti e le
iniziative d’arte. Dal 2 al 9 luglio torna il corso estivo per ragazzi «Musica, naturalmente!», arrivato al suo decimo anno, con iscritti da Torino e Milano. E Il concerto finale si terrà il 9 luglio proprio all’arena.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
in Lombardia e viceversa.
Sono stati i due vescovi,
monsignor Giulio Franco
Brambilla a Novara e monsignor Maurizio Gervasoni a Vigevano, ad aver trovato finalmente un accordo per rimettere a posto questa anomalia
che risale al 1829. Il cardinale
Giuseppe Morozzo della Rocca, potente vescovo della città
piemontese, con un colpo di
mano si riprese Gravellona
Lomellina per non perdere un
ricco lascito. A compensazione, aveva offerto Sozzago.
L’incongruenza era evidente,
ma fino ad ora non si era mai
riusciti a trovare un’intesa.
Domani le due tessere di
questo puzzle secolare torneranno al loro posto. Le due chiese ospiteranno una celebrazione speciale: a Sozzago, arriverà
monsignor Brambilla. «Era ora
- spiega il sindaco - Sozzago è
Novara: da sempre festeggiamo san Gaudenzio, a gennaio è
tradizione andare a far visita allo scurolo, in Duomo e comprare i marroni. Non abbiamo mai
avuto problemi, finché i parroci
erano residenti. Purtroppo la
carenza di vocazioni ha creato
difficoltà anche a noi».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
24
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
ECONOMIA
FINANZA
Il punto
della
giornata
economica
Italia
&
FTSE/MIB
-12,35%
15.723 punti
FTSE Italia
All Share
-11,75%
EuroDollaro
Cambio
1,1124
Petrolio
dollaro/barile
47,64
All’estero
Dow Jones
(NewYork)
-3,38%
Nasdaq
(New York)
-4,12%
Dax
(Francoforte)
-6,82%
Ftse(Londra)
-3,15%
Oro
Euro/grammo
38,5470
IL BOARD DELLA RCS: L’OFFERTA DELL’EDITORE DI LA7 NON È SUFFICIENTE
Cda Rizzoli: nuovo no a Cairo
E Bonomi rilancia a quota 0,80
Isoci:conl’Opa10centinpiùadazione.IltitoloresistealcrollodelleBorse
FRANCESCO SPINI
MILANO
Andrea Bonomi rilancia la
sua offerta su Rcs, mentre il
cda del gruppo che pubblica
il Corriere della Sera boccia
la proposta di scambio di Urbano Cairo anche dopo la revisione al rialzo. Al termine
di una giornata di riunioni la
International Media Holding
- a cui oltre a Bonomi partecipano Diego Della Valle,
Mediobanca, Unipol e Pirelli
- ha deciso di alzare la posta
dell’offerta di acquisto (Opa)
da 0,70 a 0,80 euro. In questo
modo il corrispettivo proposto in cambio di ciascuna
azione Rcs non solo va oltre
il valore di Borsa, ma rientra
nell’intervallo di congruità
di 0,80-1,13 euro che l’advisor indipendente della Rizzoli, il professor Roberto Tasca, aveva individuato per il
titolo in base ai flussi di cassa attesi dal gruppo.
Non era una decisione
scontata, soprattutto dopo la
tempesta perfetta che si è
scatenata sul mercato in seguito al risultato del referendum che sancisce l’uscita
della Gran Bretagna dall’Unione Europea e che rende assai incerto l’andamento
Meridiana
No dei sindacati
al piano del Qatar
1 La proposta di
ANSA
Il quartier generale di Rcs in via Rizzoli a Milano
dei listini nei prossimi giorni e
nelle settimane a venire. A un
certo punto si era diffusa la voce di un mancato rilancio.
L’idea era che anche a 0,70 euro l’Opa in contanti, nella tempesta delle Borse, avrebbe potuto prevalere sull’Ops di Urbano Cairo, nonostante il rilancio di venerdì scorso. Alla fine
ha prevalso il gioco d’attacco:
Bonomi&C hanno deciso di alzare di 10 centesimi l’offerta in
una gara di rilanci che, venerdì
dopo venerdì, accompagnerà
le due offerte fino al termine,
fissato per il 15 luglio. Finora
l’Opa di International Media
Holding ha raccolto adesioni
per lo 0,006% del capitale,
quella di Cairo, partita una settimana prima, è allo 0,013%.
In Borsa, anche in una seduta complicata come quella di
ieri, Rcs ha sostanzialmente
tenuto, proprio nella prospettiva del rilancio. Ha perso «solo» il 2,87%, ma è rimasto ben
Qatar Airways per Meridiana non piace ai
sindacati, ma c’è ancora un po’ di tempo,
fino a domenica, prima di gettare la spugna. Dopo la ripresa
del dialogo tra le parti
e la decisione di posticipare di 72 ore la chiusura della procedura
di mobilità, i sindacati
definiscono «irricevibili» le proposte della
compagnia araba su
esuberi e contratto e
chiedono che vengano introdotte modifiche. E mentre il governo è in campo con una
serrata mediazione, i
vertici dell’azienda
sarda preparano una
missione a Doha per
evitare un nuovo
strappo.
al di sopra dei livelli dell’Opa
pre-rilancio, a 0,76 euro. Più
marcato è stato invece il calo
della Cairo Communication,
che ha lasciato sul terreno il
3,58%, a 4,25 euro. Visto che il
patron de La7 propone uno
scambio di 0,16 titoli del suo
gruppo per ciascuna Rcs, il valore attribuito all’azione del
gruppo che pubblica il Corriere della Sera è pari a 0,68 euro.
Sempre troppo poco, secondo il cda di Rcs. Che ieri, a Milano, ha esaminato l’offerta
post rilancio. E pur «rilevato
che il corrispettivo dell’Ops incrementato risulta migliorativo del 33,3%» rispetto a prima,
non cambia idea: anche così
modificato quanto offerto
«non è congruo». Secondo
l’advisor indipendente (il professor Tasca) il titolo Rcs vale
l’equivalente di 0,19-0,23 titoli
Cairo. E segnala che pure il
concambio «implicito» a 0,20
che corrisponde al numero
massimo delle azioni dell’aumento di capitale prospettato
da Cairo non centra i valori
medi «individuati sulla base
del solo piano industriale di
Rcs». Non convince nemmeno
la preannunciata fusione tra la
società di Cairo e la Rizzoli, nel
giro di 12-24 mesi. Secondo il
cda Rcs l’orizzonte temporale
è «molto ampio». Viene evidenziata «la mancata prospettazione di un range di concambio indicativo» che si aggiunge
all’«incertezza» su termini e
condizioni. Anche il voto maggiorato che Cairo vuole introdurre «può rappresentare scrive il cda - uno strumento di
rafforzamento della posizione
di controllo, peraltro in assenza di un corrispondente investimento economico da parte
dei soci di controllo».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
CARLO DE BENEDETTI: “NESSUNA INFORMAZIONE PRIVILEGIATA”
Decreto sulle banche Popolari
I pm di Roma: l’inchiesta va avanti
La Procura chiede
l’archiviazione
per l’ostacolo
alla vigilanza
GIANLUCA PAOLUCCI
«Gli altri profili che costituirono oggetto delle dichiarazioni
del presidente Vegas vanno
avanti», dice una nota della
Procura di Roma. Mentre la
stessa Consob sta valutando
l’applicazione di sanzioni per
l’ipotesi di insider trading. Il
riferimento è all’indagine partita dopo gli accertamenti della Consob sulle anomalie registrate in Borsa nei giorni precedenti l’approvazione del decreto del governo di riforma
delle banche popolari. La Procura della capitale conferma
di aver sentito nelle settimane
scorse il premier Matteo Renzi e Carlo De Benedetti, aggiungendo che per uno dei fi-
loni scaturiti dalle dichiarazioni
del presidente della Consob
Giuseppe Vegas è stata chiesta
l’archiviazione dal pubblico ministero. Si tratta dell’ipotesi di
reato di ostacolo alla vigilanza,
per la quale era stato indagato
un broker di Intermonte sim. Il
broker è quello che avrebbe
trattato gli ordini dell’imprenditore Carlo De Benedetti, che secondo gli accertamenti della
Consob - avrebbe realizzato
una plusvalenza di 600 mila euro comprando titoli di banche
popolari prima del decreto e rivendendolo nei giorni successivi. Ieri un portavoce di De Benedetti ha precisato che l’imprenditore «è stato effettivamente
ascoltato qualche tempo fa come persona informata sui fatti
dalla Procura di Roma per sommarie informazioni», precisando che De Benedetti «ha confermato quanto già dichiarato alle
agenzie di stampa il 14 dicembre 2015: nessun abuso di informazione privilegiata c’è stato
da parte della società Romed né
tantomeno da parte sua». È op-
portuno ribadire, spiega ancora
il portavoce, che le discussioni e
le indiscrezioni relative a una
possibile riforma delle popolari
«erano di pubblico dominio già
diverso tempo prima dell’approvazione del decreto da parte
del governo. Lo stesso Vegas,
parlando alla Camera nel febbraio del 2015, aveva detto che
le prime indiscrezioni sul decreto erano circolate sulla
stampa il 3 gennaio, quasi due
settimane prima del consiglio
dei ministri che ha approvato la
riforma il 16 gennaio.
Al momento gli «altri profili»
ai quali fa riferimento la procura di Roma sarebbero a «modello 45», ovvero un fascicolo
senza reati né indagati. De Benedetti è stato sentito dalla procura alla fine di dicembre del
2015, dopo che un articolo de Il
Giornale aveva ricostruito
l’operatività in Borsa dell’imprenditore e finanziere. Renzi è
stato invece sentito dal procuratore capo di Roma, Giuseppe
Pignatone, lo scorso 20 maggio.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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LA STAMPA
.
SABATO 25 GIUGNO 2016
LEGENDA
AZIONI: Il prezzo di chiusura rappresenta l’ultima quotazione
dei titoli al termine della giornata di scambi. EURIBOR: è il tasso
interbancario comune delle piazze finanziarie dell’area euro.
il punto
Panorama
GIUSEPPE BOTTERO
IL MIGLIORE
Ambromobiliare
+4,15%
IL PEGGIORE
Banca Pop. Emilia Romagna
-24,61%
3,492
3,26
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
CROLLO STORICO IN PIAZZA AFFARI
A PICCO INTESA, UNICREDIT E BPER
N
ella giornata della Brexit, Piazza Affari affonda. Per la
Borsa di Milano, dove il Ftse Mib perde il 12,48% e l’All
Share il l’11,75%, è un tonfo storico, il più drammatico
mai registrato. Il collasso non risparmia quasi nessuno, ma a
precipitare sono soprattutto i titoli delle banche. Unicredit e
Intesa Sanpaolo lasciano sul terreno oltre il 20%, fanno lo
stesso Bper (-23,31%), Bpm (-22,78%), Banco Popolare
(-23,30%), Mediobanca (-21,22%) e Ubi (-20,69%). Profondo
rosso pure per Unipol (-18,58%), Mediaset (-17,17%), Generali
(-16,77%), Telecom Italia (-16,62%) e Montepaschi (-16,43%).
Limitano i danni Luxottica (-3,33%), Campari (-4,28%), Ferrari (-4,85%) e Tenaris (-5,04%). Dopo una fiammata iniziale,
tiene lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi che
chiude a 154 punti per un rendimento dell’1,48 per cento.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Veneto Banca, ad Atlante il 96% del capitale
Si chiude l’aumento da un miliardo di Veneto Banca che con l’11% di Cet1, torna sopra il
mino del 10,25 richiesto dalla Bce . A salvare la situazione è però il Fondo Atlante: gli
attuali soci, confinati all’1,23% del capitale
hanno sottoscritto il 2,23%. Un solo fondo
ha puntato un milione, per lo 0,01%. Numeri
piccoli per Piazza Affari e Borsa Italiana
non ha potuto far altro che dichiarare la
non ammissibilità alla quotazione. Il Fondo
Atlante, dopo essersi accollato il 99,33% del
capitale della Popolare di Vicenza, si appresta così a detenere quasi tutto il capitale di
Veneto Banca. Ieri mattina ha confermato i
propri impegni nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Come minimo il fondo gestito dalla Quaestio Sgr guidata da Alessandro Penati avrà il 96,56%.
Senza la quotazione, però, i soci che hanno
sottoscritto l’aumento ha facoltà di recedere. Dunque il Fondo Atlante potrebbe sottoscrivere per intero l’aumento e avere alla
fine il 98,76% della banca.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Unicredit, settimana decisiva
Si stringe sul nuovo Ad
Le banche in fila alla Bce
Presi 400 miliardi di prestiti
Sulla scelta del nuovo ad di Unicredit non
c’è ancora la parola fine. La prossima settimana rappresenta un crocevia importante per dipanare la matassa e sciogliere, forse, i nodi di un impasse che si trascina da più di un mese. L’attenzione è ai comitati interni di giovedì con il cda sempre
allertato e convocato per l’11 luglio.
L’obiettivo resta la definizione di una
short list (2-3 nomi), i contatti proseguono, così come i sondaggi tra i possibili candidati. La parola d’ordine è accelerare.
Chi succederà a Federico Ghizzoni sarà
chiamato a presentare il nuovo piano industriale. Gli analisti puntano a una ricapitalizzazione da 5 a 9 miliardi. E a proposito di nomi, circolano Alberto Nagel, Andrea Orcel, Carlo Vivaldi, Victor Massiah,
Flavio Valeri e Giampiero Maioli.
Banche in fila allo sportello Bce per beneficiare dei maxi-prestiti a tassi «sotto-zero» varati dall’Eurotower per incentivare i prestiti alle imprese. Alla prima asta
dei nuovi Tltro (prestiti mirati a lungo
termine) gli istituti dell’Eurozona si sono
presentati numerosi e l’Italia ha fatto da
capofila, incrementando il controvalore
complessivo di oltre 20 miliardi, sopra la
soglia dei 110 miliardi. Tirando le somme,
quindi, al termine dell’asta dei Tltro II la
Bce ha prestato ben 399 miliardi e ottenuto rimborsi per quasi 370 miliardi. Alla luce della nuova emissione l’ammontare complessivo dei finanziamenti dell’Eurotower è cresciuto di 31,3 miliardi.
La fetta italiana è stata la più consistente
con 21,9 miliardi in più rispetto a prima.
Il Mercato Azionario del 24-06-2016
AZIONI
A
A.S. Roma
A2A
Acea
Acsm-Agam
Aedes
Aegon
Ageas
Agronomia
Ahold Kon
Alba
Alcatel Lucent
Alerion
Allianz SE
Ambienthesis
Ambromobiliare
Anima Holding
ASTM
Atlantia
Autogrill Spa
Autostrade Meridionali
Axa SA
Azimut
Prezzo
chiusura
Var. %
ultima.
0,3855
1,0860
10,3100
1,4650
0,3607
3,9100
34,9500
0,0344
19,7100
2,9000
3,4680
1,6480
127,2000
0,3850
3,2600
4,4000
10,0000
21,4900
7,2500
15,9800
18,4000
16,8100
-6,7900
-9,6500
-5,3300
-5,0600
-9,9800
-10,2800
+1,1300
-16,1000
+1,2300
+0,0000
+0,0000
+1,1000
-9,7900
-3,7500
+4,1500
-14,5600
-7,4900
-9,0900
-4,4200
-1,5400
-13,4100
-13,7500
Minimi
anno
Massimi
anno
Cap.
mln
AZIONI
Prezzo
chiusura
0,3700
0,4939 -21,1300
0,9560
1,2870 -13,4000
10,3100 14,2500 -27,3900
1,2640
1,7170 -8,4400
0,3156
0,5195 -30,5700
3,7700
5,4650 -25,6700
32,1500 43,2700 -19,2300
0,0344
0,1412 -75,6400
18,7300 20,4900 +2,9200
2,2120
3,0980 -4,4800
2,8980
3,7760 -4,2000
1,6100
2,4480 -31,3300
126,9000 163,9000 -22,3900
0,3647
0,4620 -14,4400
3,0000
5,2705 -38,1500
4,4000
8,0200 -45,1400
8,9350 11,9200 -13,4200
21,4900 24,6500 -12,2900
6,2150
8,8200 -17,8000
15,9800 17,8900 -10,1700
18,4000 25,3900 -27,5300
15,5100 23,0600 -27,1000
153
3402
2196
112
115
0
1
29
72
57628
4
8
1319
880
17746
1844
70
2408
Edison rnc
EEMS
Enel
Enertronica
Enervit
ENGIE
ENI
ERG
Ergycapital
Eukedos
EXOR
0,6045
0,0925
3,6000
4,9500
1,9720
13,7000
13,2400
9,7300
0,0457
0,9400
31,8100
C
D
E
0,3700
1,2620 -68,9400
49,9000 99,9000 -24,7300
19,7700 29,1800 -32,2500
1,2710
2,2500 -34,4300
5,3150
7,7300 -17,3700
0,4361
1,2320 -63,1300
3,4920
7,0400 -50,4000
0,3801
0,9210 -58,7300
2,3000
4,1520 -44,6100
0,1680
0,2699 -37,7500
1,6010
2,7880 -38,5800
1,8590
2,5400 -24,9000
5,9000
8,2650 -28,6100
2,3240
9,5042 -75,5500
3,3580
4,6600 -26,3100
56,8000 73,0000 -5,6400
2,9500
4,8500 -38,9700
1,0230
1,6500 -35,2500
84,6500 117,0000 -24,5300
0,3600
0,4779 -24,6700
0,5425
0,7215 -18,4000
2,3100
2,8600 -1,8300
0,2305
0,3793 -20,6600
0,1270
0,2810 -54,8000
0,2075
0,3740 -43,3800
2,6500
3,1000 +0,0000
67,1000 97,9500 -30,0700
37,5000 52,5000 -24,4800
17,5000 22,3000 -19,2800
3,4700
4,3060 +9,0400
16,5900 19,1000 -6,0200
0,2500
0,2900 -6,3100
0,3420
0,3900 -12,3100
0,0457
0,0879 -45,3900
13,2800 17,8800 +1,1000
12,1000 18,2200 -6,1400
7,3500 10,5000 -9,7200
325
2
2296
228
4460
1332
1681
1669
1043
114
199
25
39
842
49250
181
126
72
1294
22
32
4
7
4
78
111
140
10
0
38
1122
2576
375
Banca Carige
Banca Carige ris
Banca Generali
Banca Intermobiliare
Banca Mediolanum
Banca Monte Paschi Siena
Banca Pop. Emilia Romagna
Banca Popolare di Milano
Banca Popolare di Sondrio
Banca Profilo
Banco di Desio e Brianza
Banco di Desio e Brianza rnc
Banco di Sardegna risp
Banco Popolare
Banco Santander
Basf
Basicnet
Bastogi
Bayer
Beghelli
Beni Stabili
Best Union Company
Bialetti Industrie
Biancamano
Bioera
Blue Note
BMW
BNP Paribas
Boero
Bolzoni
Bonifiche Ferraresi
Borgosesia
Borgosesia r
Brioschi
Brunello Cucinelli
Buzzi Unicem
Buzzi Unicem rnc
0,3920
63,0000
19,7700
1,4610
6,0400
0,4542
3,4920
0,3801
2,3000
0,1680
1,7000
1,9000
5,9000
2,3240
3,4120
66,9000
2,9600
1,0230
88,3000
0,3600
0,5700
2,3560
0,2999
0,1270
0,2075
2,9680
68,5000
39,6500
18,0000
4,2720
17,8000
0,2717
0,3420
0,0480
16,5000
15,5800
9,2000
-8,2000
+0,0000
-11,6600
-7,8800
-15,0500
-16,4300
-24,6100
-24,2800
-13,6600
-7,5900
-6,0800
-4,1400
-4,2200
-23,3000
-18,5700
-6,6300
-4,0800
-14,4600
-4,9000
-9,0000
-8,5800
+0,0000
-3,6900
-8,3000
-7,3200
+3,7800
-7,6200
-17,0500
+0,0000
-0,0500
-3,7800
+0,0000
+0,0000
-2,0400
-6,2500
-8,1400
-7,4000
Caleffi
Caltagirone
Caltagirone Editore
Campari
Carraro
Carrefour
Cattolica Assicurazioni
CdR Advance Capital
Cerved Information Solutions
CHL
CIA
Cir
Class Editori
CNH Industrial
Cofide
Conafi Prestito'
Credem
Credit Agricole
Credito Valtellinese
CSP
CTI Biopharma
1,1500
1,9500
0,8200
8,2850
1,2150
22,1000
5,5450
0,7005
7,1900
0,0172
0,1749
0,9900
0,3590
6,3850
0,3690
0,2200
6,1000
7,6800
0,4495
0,9990
0,3310
-0,8600 0,8735
-2,9900 1,7850
-5,7500 0,8065
-4,2700 6,9400
-0,3300 1,1800
-5,6400 21,8000
-10,3500 5,3800
+0,0700 0,6510
-7,2900 6,1450
-7,0300 0,0172
-4,1600 0,1749
-5,4400 0,7640
-9,5700 0,3450
-6,9900 5,1700
-5,3400 0,3164
-12,8700 0,2005
-7,2900 5,1050
-12,7800 7,6400
-15,6700 0,4495
-3,7600 0,7755
-8,3600 0,2741
1,1700
2,3600
1,0000
8,8200
1,9260
27,1500
7,3400
0,7295
7,9050
0,0338
0,2305
1,1100
0,6950
6,9200
0,4306
0,3190
6,8550
10,9100
1,0910
1,2340
1,1600
+15,0000
-17,3700
-18,0000
+3,5600
-36,9200
-18,6000
-24,4600
+0,0700
-6,6200
-49,1100
-24,1200
+2,0600
-48,3500
+0,7100
-11,3000
-28,9200
-11,0100
-29,6100
-58,8000
-5,9300
-71,3700
18
234
103
4812
56
966
8
1402
5
16
786
34
8702
265
10
2028
498
33
94
Daimler
Damiani
Danieli
Danieli rnc
Danone
De' Longhi
Deutsche Bank
Deutsche Telekom
Diasorin
Digital Magics
DigiTouch
DMail Group
55,2000
0,9595
16,3400
12,6000
61,0000
21,4000
13,4700
14,1500
51,7000
4,0900
1,8330
1,1200
-7,3000
-1,6400
-6,0900
-3,7400
-3,7900
-7,0000
-12,9800
-4,0700
-6,4300
-4,4400
-7,1400
-4,6800
54,9000
0,8990
13,4000
10,8000
57,7000
18,9300
12,9800
14,1500
42,6800
4,0900
1,7980
1,1000
77,9500
1,2150
20,1000
14,6900
64,3500
27,6700
22,6300
16,6100
56,2500
5,8000
2,3480
1,9900
-29,1900
-19,7100
-7,1600
-4,1800
-3,0200
-22,6600
-40,4800
-14,8100
+6,7100
-28,8700
-21,9300
-43,7200
79
668
509
3199
2893
20
25
2
E.ON
Ed. L'Espresso
8,4800 -8,7200
0,7350 -10,0400
7,9500
0,7050
9,6200 -5,4600
1,0300 -27,3700
0
303
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Dati forniti da FIDA-Finanza Dati Analisi
Var. %
annua.
F Ferrari
Minimi
anno
Massimi
anno
Var. %
annua.
Cap.
mln
AZIONI
Prezzo
chiusura
-7,5000 0,6045
-11,9000 0,0603
-10,0400 3,3980
+8,0800 3,8380
-17,8300 1,9720
-6,8000 13,0600
-9,1900 10,9300
-5,9000 9,7250
-10,5700 0,0450
-0,1100 0,9300
-10,0700 23,6100
0,7230
0,1190
4,1260
6,0800
3,1620
16,5300
14,5800
11,9016
0,0787
1,0680
42,0900
-16,3900
-7,1300
-7,5000
+28,9700
-30,3700
-17,1200
-4,0600
-18,2500
-41,7800
-11,5700
-24,4200
67
4
36600
17
35
48117
1463
8
21
7666
Pininfarina
Piquadro
Poligrafici Editoriale
Poligrafici Printing
Poste Italiane
Prelios
Premuda ord
Primi Sui Motori
Prysmian
1,9000
1,0900
0,1595
0,2460
6,1700
0,0730
0,0520
1,2780
18,9500
-4,8500 28,0000
-9,3700 5,2015
-7,5000 0,2700
-9,7400 5,9150
+0,0000 3,5020
-4,3100 0,7560
-5,2300 0,3408
-3,7600 0,3680
-7,3900 0,9900
44,6000
8,5196
0,4100
7,6250
4,3880
0,8900
0,5045
0,5740
1,7790
-32,9800
-16,8100
-21,5700
-19,1000
-4,3700
-12,2800
-29,9100
-35,5000
7121
678
563
3629
91
20
184
20
13
0,4799
2,5300
Gas Plus
10,9200
Generali
2,7900
Geox
9,7000
Glenalta Food
Gruppo Ceramiche Ricchetti 0,1613
0,1950
Gruppo Waste Italia
-11,9400 0,4649
-6,2300 2,5200
-16,7700 10,9200
-8,4000 2,5800
+0,4100 9,5000
-3,4100 0,1613
-9,9300 0,1653
0,8295
3,6900
16,9200
4,0820
10,3000
0,2465
0,7350
-42,1500
-29,9200
-35,4600
-31,6500
-3,0000
-32,3400
-73,1000
28
114
17034
723
78
13
11
Fiat Chrysler Automobiles
Fincantieri
Finecobank
Fintel Energia Group
First Capital
FNM
Frendy Energy
Fullsix
HHera
I
Var. %
ultima.
36,7200
5,7100
0,3330
5,9800
3,5500
0,8320
0,4237
0,4023
1,1410
G Gabetti Property Solutions
B
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2,3520 -3,1300
0,9245
0,0239
0,4966
0,4035
0,1600
9,2700
0,2037
1,7400
1,6750
0,1300
1,3580
10,4800
10,7900
2,1520
300,0000
31,5300
25,2900
-1,8100
+0,0000
-3,8500
-3,4700
-13,7000
-15,0300
-1,7400
-22,9400
-20,9900
-7,8000
-5,5000
-0,6600
-10,8300
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+0,0000
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-4,2400
0,2530 -2,2400
2,3520
2,6580
-4,0000
0,9465 +2,7200
0,6975
0,0527 -53,9500
0,0202
0,6450 -23,0100
0,4528
0,4680 -13,7800
0,3292
0,1600
0,3006 -46,3100
9,2700 12,5800 -26,3100
0,2037
0,3164 -35,6200
1,7400
3,0880 -43,6500
1,6750
2,8340 -40,9000
0,1300
0,2732 -52,0300
1,2700
1,6690 -8,8600
9,7600 10,5500 +2,2400
10,7900 26,2000 -58,8200
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0,2310
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44
2
22
137
4
35799
70
27596
1562
1
1605
3660
24
247
2
699
413
255
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0,4270 -9,6900 0,3707
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3,1000 -7,4800
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14
0
14
+4,4400
-30,5000
+1,1200
-19,5800
-25,0000
-19,9700
-8,2500
5183
38
23
21917
9
-
164,5000
8,9650
2,7000
1,5200
45,3000
0,5280
135,6000
-3,2400 144,9000 170,0000
-11,9400 8,6300 12,9000
-2,1700 2,4400
3,0100
-4,4000 1,5110
2,0840
-3,3300 43,9500 60,4000
-5,0400 0,3961
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-6,2200 134,0000 160,5000
-3,1600 0,1142
0,1640
+4,7300 2,1900
2,5000
2,7200
-9,0500 1,8550
6,0300
+1,3800 5,0000
1,6500
-4,8400 0,6700
4,0700
-17,1700 2,8660
8,8850
-21,2200 5,3100
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+0,0000 0,0960
0,2510
-9,8400 0,0481
4,6000
+0,0000 3,9100
1,5740
+2,3200 1,2900
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-4,2400 0,2398
-9,0900 12,1900 15,8400
1,0680
-7,1200 0,7140
0,1807
-6,4700 0,1220
0,2657
-11,1100 0,1640
2,1700
-3,7700 1,2480
-6,1300 149,2000 185,5000
+16,2700
-0,4900
-14,3400
-12,8800
+49,6100
-15,1400
-40,2400
-16,5900
-78,0900
+7,7500
-9,6600
-6,0400
+11,4600
-7,1200
-31,9900
-37,9000
-42,4000
-17,8100
74
26
657
17
2
3841
4625
5
7
18
124
145
3602
252
13
25
7
-
17,9800
1,7000
7,8100
6,7792
2,0720
0,5540
-32,9600
+0,2000
+5,5800
-28,1100
-49,6600
-51,6200
82
38
59
23
4
0,1540 +0,0000 0,1193
13,7500 -6,0800 13,7500
5,3150 -4,0600 5,0650
0,1991 -18,0900
16,5400 -11,8600
6,4200 -17,2100
5
1207
+0,5200 2,3040
-4,0700 20,9000
-6,7400 1,6070
-14,6000 0,2434
2,4560 -2,2600
25,5700 -6,7900
2,3260 -30,4000
0,5490 -55,6600
4333
585
13
0,1565
2,3040
2,1500
5,1400
1,2380
3,2520
5,3100
0,0960
0,0550
4,3100
1,4120
0,3435
14,4000
0,9650
0,1229
0,1640
1,2500
150,0000
12,0000
1,4730
7,1000
4,6480
1,0400
0,2680
2,3360
22,3700
1,6190
0,2434
+0,0000 12,0000
+0,0000 1,3480
-3,5300 6,4800
-7,8700 4,4457
-1,9800 1,0400
+0,0000 0,2660
R Rai Way
Ratti
RCS Mediagroup ord
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Snam
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Stefanel rcv
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T TAS
TBS Group
TE Wind
Telecom Italia
Telecom Italia R
Telefonica
Tenaris
Terna
Tiscali
Tod's
Toscana Aeroporti
Total
Trevi
U UBI Banca
UniCredit
UniCredit rnc
Unilever
Unipol
UnipolSai
V Valsoia
Vianini Industria
Visibilia Editore
Vita Societa' Editoriale
Vivendi
3,6760
2,2400
0,7620
25,4500
70,2500
0,6040
0,0820
0,5810
12,5400
0,4700
0,7840
6,6600
0,3621
5,7000
2,5680
6,8100
18,6100
69,3000
68,2500
1,5430
12,9000
7,8100
90,3500
0,0200
0,6465
4,8040
28,8200
3,0500
8,6900
0,1660
145,0000
5,0900
Var. %
ultima.
Minimi
anno
Massimi
anno
Var. %
annua.
Cap.
mln
-9,7000 1,9000
-4,2200 0,9825
-10,6900 0,1595
+0,0000 0,2210
-7,9100 5,1700
-10,9800 0,0730
-9,5700 0,0520
+5,4500 1,1906
-12,5100 16,4500
3,7000
1,3880
0,2588
0,2810
7,2000
0,2694
0,1886
3,2858
22,3400
-48,6500
-18,4700
-37,1800
-12,1400
-13,1000
-72,9000
-72,2800
-61,1100
-6,4700
57
55
21
8
8059
84
10
5
4107
-3,2600 3,6760
-4,0300 2,2400
-2,8700 0,4080
-5,1800 19,4300
-13,5400 67,1500
-4,9600 0,4267
-5,9600 0,0720
+0,0000 0,5355
-8,0000 10,1500
-1,0500
-5,9400
-5,4600
-10,5300
-1,7200
-12,1100
-4,8900
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-3,2100
-3,7400
-7,7700
-3,5900
-5,8500
-6,7600
-6,1000
-7,8400
-6,9000
-20,6100
+0,0000
+0,0000
-7,9800
+0,0000
-6,2600
4,7860
2,5780
0,7850
27,2900
94,1000
0,6890
0,1256
0,9500
13,6300
1000
61
398
5322
99
148
7
-
-22,0900
-5,4900
+22,8000
+5,6500
-25,3500
-0,3300
-34,7100
-38,8400
+7,0900
0,5235 -8,7400
0,3919
1,1890 -2,0600
0,6000
6,4050 10,7100 -37,8200
0,9429 -61,6000
0,3014
9,5000 -2,1800
3,9000
4,0100 -35,9600
2,5680
9,5100 -28,3900
6,8100
18,2700 22,8100 -14,4400
67,3500 79,9500 -13,3200
65,5000 74,4000 -6,1900
1,9520 -13,5100
1,2900
11,2700 13,5000 -0,7700
9,8000 -20,3100
7,8100
79,0000 98,4500 +0,9500
0,0355 -42,8600
0,0165
0,8925 -27,5600
0,5290
5,5300 -0,5400
4,7220
27,4000 43,3200 -33,4700
6,3200 -51,7400
3,0500
8,6900 +5,2100
7,0800
0,2500 -30,4300
0,1420
145,0000 145,0000 +0,0000
6,2700 -18,7500
4,5900
32
10
417
3661
1
1264
11
3141
1467
714
1777
1
76
16817
6
788
14
0
4637
0,4999
1,4900
0,2500
0,6900
0,5535
7,7650
12,4400
4,5240
0,0422
50,1000
13,6000
41,0500
1,2390
-4,7800 0,3850
-7,1100 1,3000
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-15,1100 0,5535
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-6,9900 4,5000
-8,4600 0,0378
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0,9510
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13,1000
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15,5000
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1,8300
+17,9000
-1,0000
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3
9315
3336
0
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9093
133
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253
204
2,5840
2,0760
6,6800
39,4200
2,4460
1,4680
-20,6900 2,5700
-23,7900 2,0760
+2,0600 6,3950
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-10,4900 1,4380
6,2000
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-59,5700
-18,1400
-3,1400
-48,6600
-37,8000
2330
12825
17
1755
4154
18,0000
1,1900
0,1142
0,0622
15,6000
-2,1700 16,8400
-0,3400 1,1500
+0,0000 0,1086
-2,0500 0,0614
-6,2500 15,2600
21,9161
1,2980
0,3668
0,0898
20,0200
-13,5400
-1,5700
-68,8700
-29,4000
-20,8500
188
36
2
1
-
0,0001
0,0050
0,0500
0,0067 -84,8500
0,0204 -66,1800
0,0574 +14,8000
0
0
0
21,6800 -9,7000 21,3500
34,5500 -37,2500
1925
STAR
Acotel Group
6,0000 -5,2900
5,7500
9,0100
-29,9500
25
Aeffe
1,0000 -9,2600
0,9450
1,4890
-32,8400
107
Aeroporto Marconi di Bologna
7,9450 -3,8700
6,1000 10,4500 +30,2500
Amplifon
8,2000 -5,2000
6,7550
8,8000
+2,5600
1852
Ansaldo Sts
9,9350 -1,4400
9,7350 10,7000
+0,6600
1987
Ascopiave
2,5100 -4,2000
2,0100
2,6200 +14,9300
588
Astaldi
3,6800 -8,9600
3,5500
5,6150
-34,4600
362
B&C Speakers
6,6700 -4,1000
6,2400
7,8100
-13,6000
73
Banca Finnat
0,3300 -4,3500
0,3276
0,4322
-23,6500
120
War First Capital 2010-2016
War IKF 2010-2018
Y Yoox Net-A-Porter Group
Z Zucchi
Zucchi rnc
0,0010 +0,0000
0,0069 +0,0000
0,0574 +0,0000
0,0188 -6,9300
0,1410 +8,4600
0,0080
0,1150
MONETE AUREE
0,0402 -53,2300
0,2095 +22,6100
7
0
Quotazioni del 24-06-2016
Dati elaborati da Bolaffi Metalli Preziosi S.p.a.
21,1000 -6,6800 20,2100 29,1100
ACQUISTO
Marengo
217,51
-
239,70
Sterlina
274,20
-
302,18
4 Ducati
515,77
-
568,39
20 $ Liberty
1.127,34
-
1.242,37
Krugerrand
1.165,82
-
1.284,78
50 Pesos
1.404,87
-
1.548,23
VENDITA
Massimi
anno
Var. %
annua.
287
-26,8100
1135
2,2420 -12,2800
2,2300
4,0000
-42,3100
180
Banzai
3,5500 -4,0500
3,2760
4,5700
-20,2200
146
41,1000 -0,7700 36,9400 54,1800
-24,1400
2435
BB Biotech
0,5540
-11,1300
62
Biesse
11,2200 -6,6600 10,5000 15,9200
-29,5200
307
Brembo
49,7300 -5,2800 32,7800 53,9500 +11,3000
3321
BE
0,4590 -6,3300
0,3584
CAD IT
3,6500 -2,4100
3,4000
4,3320
-11,4100
33
Cairo Communication
4,2520 -3,5800
3,3700
4,9900
-6,9600
333
13,4000 -1,4000 12,3500 14,2500
-3,6000
228
Cementir
3,8000 -7,3200
3,6780
5,9050
-35,6500
605
Centrale del Latte di Torino
2,6300 -3,3800
2,5800
3,3400
-20,9700
26
Cembre
D'Amico
0,3761 -4,3000
0,3750
0,6935
-45,7700
161
Dada
2,1500 -6,3600
1,9900
2,7320
-0,0900
36
13,3700 -6,3700 13,3700 17,1800
-18,4800
781
Dea Capital
1,0560 -6,5500
1,0560
1,2863
-17,9100
324
Digital Bros
6,3450 -7,3700
3,8860
8,1000
-14,6000
90
Ei Towers
45,0000 -9,1800 45,0000 59,5500
-24,4300
1272
EL.EN.
13,0800 -5,1500
8,9375 13,7900 +30,1500
252
Elica
1,8000 -2,7000
1,4020
1,9850
-9,3200
114
0,6830 -5,2000
0,6045
Datalogic
Emak
Engineering
0,8185
-11,2400
112
65,6000 -0,1500 55,1500 66,4500
+9,3300
820
Esprinet
5,5600 -5,7600
5,5600
8,6850
-34,6700
291
Eurotech
1,3100 -5,6200
1,1000
1,6180
-18,6300
47
Exprivia
0,6300 -8,3000
0,6075
0,8150
-17,0500
33
Falck Renewables
0,7300 -9,6000
0,7300
1,1060
-34,0000
213
Fidia
5,3850 -5,4400
4,1420
6,9250
-15,6000
28
Fiera Milano
1,5260 -10,8100
1,3570
2,3180
-34,1700
110
9,8500 13,0200 +10,7800
417
Fila
12,0200 -4,4500
Gefran
1,5500 -5,2600
1,4300
1,8500
-10,1400
22
IGD
0,7010 -5,6500
0,6320
0,8865
-20,9200
570
Ima
51,5500 -2,4600 41,2900 58,6000
+7,4200
2024
Interpump
14,1100 -4,3400 10,4500 14,8400
-1,4700
1536
Irce
1,6770 +0,0000
1,6700
2,1340
-21,4200
47
Isagro
1,1790 -6,8700
0,9040
1,5000
-21,4000
29
Isagro Azioni Sviluppo
0,9665 -4,2100
0,7255
1,1260
-6,9800
14
It Way
1,3960 -5,1000
1,1340
1,8200
-13,2900
11
9,8400 13,2900
-15,2500
343
La Doria
Landi Renzo
Marr
11,0600 -6,9800
0,7575
-42,2400
48
16,6200 -4,8700 15,8300 19,0800
-12,8900
1106
0,4300 -6,0100
0,3900
Massimo Zanetti Beverage
7,3500 -0,6100
6,4200
9,5050
-22,6700
252
Moleskine
2,1660 -5,8300
1,3440
2,3200 +27,2600
460
Mondo TV
3,3860 -11,3600
3,3860
6,0600
-43,3300
94
Mutuionline
7,7450 -4,4400
6,6600
8,2500
-3,1300
306
Nice
2,2000 -0,0900
1,9030
2,5300
-10,3500
255
Openjobmetis
6,8750 -1,7900
6,5250
7,5000
-5,8200
94
Panariagroup
2,4300 -10,0000
2,4300
3,9400
-30,9700
110
4,6000 -5,7000
4,4600
Poligrafica S.Faustino
Prima Industrie
Reno De Medici
Reply
Sabaf
Saes Getters
Saes Getters rnc
Sesa
12,3900 -5,4200
5,9400
-22,4300
5
8,7500 14,8200
-16,4000
130
0,3679
-17,9700
114
118,3000 -5,3600 105,0000 135,9000
-6,0400
1106
0,3018 -4,5800
0,2993
9,2000 -3,1600
8,7750 11,4800
-18,9400
106
11,0000 -6,6200
8,9850 14,0000
-14,7900
161
8,2200 -6,4800
6,7500 10,5500
-17,4300
61
3,5380 -2,7000
3,1480
3,8700
-6,8900
113
14,1700 -0,9800 12,5000 15,6800
-9,2800
222
Sogefi
1,3250 -7,6700
1,2920
2,1660
-38,8300
157
Tamburi
3,4280 -3,6000
2,5900
3,5560
+1,1800
507
TerniEnergia
0,7600 -7,0300
0,7600
1,5820
-51,9600
31
Tesmec
0,4940 -4,0800
0,4930
0,6500
-24,0000
53
TXT e-solutions
7,0700 -4,4600
7,0200
8,1300
-13,0400
92
Vittoria Assicurazioni
8,6750 -7,5200
7,7650 10,0400
-13,6000
585
Zignago Vetro
5,5100 -3,5000
5,0000
6,0650
-9,1500
485
QUOTAZIONI BOT
SCADENZA
30-06-2016
14-07-2016
29-07-2016
12-08-2016
31-08-2016
14-09-2016
30-09-2016
14-10-2016
31-10-2016
14-11-2016
30-11-2016
14-12-2016
13-01-2017
14-02-2017
14-03-2017
13-04-2017
05-12-2017
GIORNI
PREZZO
TASSO %
6
20
35
49
68
82
98
112
129
143
159
173
203
235
263
293
322
100,0010
100,0000
100,0180
100,0100
99,9990
100,0120
100,0150
100,0500
100,0250
100,0540
100,0460
100,0600
100,0760
100,0000
100,0920
100,0970
100,0760
-0,0521
-0,0747
-0,0770
-0,0687
-0,1047
-0,1577
-0,1253
-0,1436
-0,2988
-0,1379
-0,1049
-0,1682
-0,1299
-0,1412
-0,1383
-0,1199
-0,1217
EURIBOR
PER.
TA. 360
1 mese
2 mesi
3 mesi
-0,3580 -0,3630 6 mesi
-0,3090 -0,3130 9 mesi
-0,2690 -0,2730 12 mesi
TA. 365
TA. 360
PER.
TA. 365
-0,1610 -0,1630
-0,0950 -0,0960
-0,0290 -0,0290
CAMBI VALUTE
QUOT.
MERCATI
Corona Ceca
Corona Danese
Corona Islandese
Corona Norvegese
Corona Svedese
Dollaro
Dollaro Australiano
Dollaro Canadese
Dollaro di Hong Kong
Dollaro N. Zelanda
Dollaro Singapore
Fiorino Ungherese
Franco Svizzero
Leu Rumeno
Lev Bulgaro
Lira Turca
Rand Sud Africano
Sterlina
Won Sud Coreano
Yen
27,1030
7,4371
138,3893
9,4200
9,4610
1,1066
1,4910
1,4392
8,5887
1,5613
1,4973
317,9000
1,0808
4,5345
1,9558
3,2457
16,7318
0,8075
1.296,8900
113,2300
X
EURO
%
3,6896 +0,1500
100
1,3446 -0,0300
10
0,7226 +0,2600
100
1,0616 +1,3000
10
1,0570 +1,7000
10
0,9037 -2,8400
1
0,6707 -1,0000
1
0,6948 -0,8600
1
0,1164 -2,7900
1
0,6405 -0,9500
1
0,6679 -1,8300
1
0,3146 +1,1500
100
0,9252 -0,6300
1
10000 2.205,3148 +0,5100
0,5113 +0,0000
1
0,3081 -0,7200
1
0,0598 +1,6200
1
1,2384 +5,4200
1
0,7711 -0,5800
1000
0,8832 -5,9400
100
METALLI PREZIOSI
(Prezzi vendita in $ per oncia). Un'oncia Troy=gr.31,1035
24-06-2016 PRECEDENTE VAR.%
DESCRIZIONE
Argento Milano (Euro/kg)
530,7090
514,2070 +3,2100
Oro Londra P.M. (Usd/oz) 1.315,5000 1.262,1500 +4,2300
38,5470
36,0150 +7,0300
Oro Milano P.M. (Euro/gr)
BORSE ESTERE
MERCATI
QUOTAZ.
Amsterdam (Aex)
Bruxelles (Bel 20)
EuroParigi (Cac 40)
Francoforte (Dax Xetra)
Hong Kong (Hang Seng)
Londra (FTSE 100)
Madrid (Ibex 35)
Sidney (AllOrd)
Tokyo (Nikkei 225)
Zurigo (SMI)
VAR.%
424,2000 -5,7000
3.274,1900 -6,4000
4.106,7300 -8,0400
9.557,1600 -6,8200
20.259,1300 -2,9200
6.138,6900 -3,1500
7.787,7000 -12,3500
5.192,8000 -3,0900
14.952,0200 -7,9200
7.747,1800 -3,4400
OBBLIGAZIONI 24-06-2016
TITOLI
MONETE
Minimi
anno
Banca Sistema
Banca Ifis
Servizi Italia
W War Ergycapital 2016
Var. %
ultima.
Cap.
mln
Prezzo
chiusura
AZIONI
Autostrade 1.625% 12.06.2023
B.IMI USD Fix Rate 26.06.2022
B.Popolare Sub Tier 2 TV 2022
B.Popolare TF Amm.Per. 11/2020
BNP Arb.TF 10% BRL 02.12.2017
Btp 3.25% 01.09.2046
Btp 4% 01.02.2037
Btp Italia 20.04.2023
Bund 1% 15.08.2025
Cassa D.Prestiti TM 2015-2022
Cct 01.03.2017 Ind
Cct EU Euribor+0.7% 15.12.2022
Cct EU Euribor+1.2% 15.11.2019
PREZZO
104,0900
101,6000
100,9500
101,6500
98,9400
115,3100
128,5200
100,8700
108,9200
99,5500
100,1200
100,4100
102,8800
TITOLI
Comit 1998/2028 ZC
Ctz ZC 27.02.2017
EBRD ZAR ZC Notes 30.12.2027
EIB BRL 10% Bonds 17.12.2018
EIB MXN 4% Bonds 25.02.2020
EIB SEK 2.75% Bonds 13.11.2023
EIB ZAR 6.00% Bonds 21.10.2019
EIB ZAR 7.50% Bonds 21.12.2018
EIB ZAR 8.50% Bonds 17.09.2024
G.Sachs Fixed Float 26.11.2027
GS Ten-Year USD 3.5% Call.2025
IVS Group 4.5% 15.11.2022
Med.Lombardo 99/2019 3^Rev.Fl.
PREZZO
73,8000
100,0700
38,3300
103,0000
97,0000
112,5100
93,4800
101,1600
97,3600
98,0000
100,2500
101,6900
110,0000
TITOLI
Mediob.Carattere 2023 LowTier2
Mediob.II Atto 5% 2020LowTier2
Mediob.IV Atto TV 2021 L.Tier2
Mediobanca TV Floor 2015-2025
MPS 2017 TM Cap&Floor BPosta 3
Oat 0.5% 25.05.2025
Obligaciones 1.60% 30.04.2025
RBS Ottobre 19 Royal Fisso-Var
Rep.of Italy 5.375% 15.06.2033
Rep.Polonia 3% Notes 17.3.2023
SG $100 Mln Notes 23.06.2025
Sg 7.25% Idr 375 Mld 29.1.2019
SG Issuer RUB 10.5% 27.04.2018
PREZZO
113,0000
110,3000
105,8000
101,2600
100,9000
102,0200
101,3600
98,5000
119,5000
100,0000
98,5600
97,6000
103,0000
1
26 .Lettere e Commenti
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
LA STAMPA
MAURIZIO
MOLINARI
LETTERE AL DIRETTORE
La crescita contro il rigore:
duello nel cuore dell’Occidente
c.
contatti
Le lettere
vanno inviate a
LA STAMPA
Via Lugaro 15,
10126 Torino
E-MAIL:
[email protected]
Anna Masera
Garante del lettore:
[email protected]
aro Direttore, Le motivazioni, da parte
dei cittadini della Gran Bretagna, per
uscire dall’Unione europea erano sicuramente molto forti visti i risultati del referendum su Brexit e nonostante tutte le pressioni
interne ed internazionali di politici, finanza,
industria. Si è esposto perfino Barack Obama.
Il problema non è della Gran Bretagna ma della Ue ed è molto grave. Se la Gran Bretagna
dimostrerà di saper mantenere o migliorare le
proprie condizioni (economia, immigrazione,
occupazione) lo sfaldamento graduale della
Ue sarà ineluttabile.
Non sono un esperto di finanza ma Londra potrebbe diventare una Singapore o Panama europea? Tutti dicono che la Ue così com’è non
va bene ma nessuno fa proposte concrete. Mi
pare comunque che l’origine di tutta questa disaffezione verso la Ue sia la guida tedesca dell’Europa guidata da Angela Merkel.
Caro Zanatta, non c’è dubbio che le politiche di
rigore economico della cancelliera Angela Merkel hanno reso difficili scelte energiche sul
fronte della crescita invocate negli ultimi cinque
anni da più Paesi, inclusi Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. Sarebbe tuttavia ingiusto attribuire
solo a Berlino la responsabilità di un’impasse
sull’economia frutto anche di disaccordi strategici fra i partner del G7 come dell’Unione europea. Ricordo in particolare una discussione al
Peterson Institute di Washington, nel 2011, sulla differenza di impostazione fra il modello economico americano e tedesco perché il primo è
basato sulla crescita, gli investimenti e la convinzione di poter costruire un futuro migliore
mentre il secondo persegue un rigore fiscale che
tende a costringere i consumi. È una scelta etica,
prima ancora che economica, ed è la prima nella
quale mi riconosco di più.
ENZO ZANATTA
www.lastampa.it/lettere
C
FAX: 011 6568924
Quotidiano fondato nel 1867
1
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MAURIZIO MOLINARI
CONDIRETTORE
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CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA FRANCESCO BEI
ART DIRECTOR CYNTHIA SGARALLINO
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TEODORO CHIARELLI ECONOMIA E FINANZA, ANDREA MALAGUTI INCHIESTE,
MAURIZIO ASSALTO CULTURA, PIERO NEGRI SCAGLIONE SPETTACOLI,
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GUIDO BOFFO CRONACA DI TORINO
1
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LA TIRATURA DI VENERDÌ 24 GIUGNO 2016 È STATA DI 232.507 COPIE
TM
ADESSO CI SERVE
IL CORAGGIO DEI FONDATORI
GIORGIO NAPOLITANO*
SEGUE DA PAGINA 3
della Gran Bretagna, ho sperato fino alla fine che prevalesse la volontà di restare
nell’Unione anziché di uscirne. L’esito del referendum è
un duro colpo al progetto europeo, anche se l’Europa comunitaria nacque nel 1950
senza l’Inghilterra che volle
restarvi estranea. Perché il
successivo ingresso di Londra nella Comunità ridisegnata dai Trattati del 1957 allargò senza dubbio il respiro
e la visione di un’Europa unita.
E per quanto nel rapporto
con i governi inglesi all’interno
della Comunità e poi dell’Unione si sia faticato molto - innanzitutto da parte dei tre maggiori paesi fondatori - a superare via via contrasti e riserve
sulla via del processo di integrazione, non si è tuttavia mai
sottovalutato il significato della presenza tra noi di questo
grande paese che ha tanto dato all’Europa e, nel Novecento,
alla sua salvezza dall’oppressione e dalla minaccia nazista.
Inesplicabile è stata la decisione del premier Cameron di in-
dire il referendum, dato che il
Regno Unito non è mai stato
obbligato in questi anni a subire sviluppi dell’integrazione o
decisioni comuni da cui dissentisse, ma ha potuto sempre
permettersi di restarne fuori
ricorrendo largamente alla
prassi dell’opting out.
Ormai tutti coloro che hanno contribuito alla vittoria del
Brexit dovranno fare i conti
con le dure conseguenze che
l’Inghilterra soffrirà sulla propria pelle, mentre si dissolverà
l’illusione, o l’inganno, dei vantaggi promessi o attesi dalla
rottura con l’Unione europea.
IL DOMINO
SULLE ELEZIONI SPAGNOLE
JAVIER MORENO*
e non ti piace com’è apparecchiato
il tavolo», consiglia
Frank Underwood in House
of Cards, «allora rovescialo».
Ed è proprio questo quello
che hanno fatto ieri i britannici. E vero che il referendum
nel Regno Unito ha delle condizioni molto specifiche. Ma
non si può neanche negare
che arriva in un momento nel
quale le rivolte populiste si
diffondono nell’Occidente.
Nessuno può dire se Donald
Trump arriverà o no alla Casa Bianca a novembre. Marine Le Pen potrebbe avere il
suo momento di gloria l’anno
prossimo. In Spagna ci saranno le elezioni domani. Sono
delle situazioni diverse, certo:
in Spagna non c’è il fattore di
xenofobia e anti-migrazione
che c’era nella campagna per
la Brexit o in quella di Trump,
«S
né l’ascesa dell’estrema destra
francese, tedesca, dei paesi
scandinavi o dell’Austria. Ma
tutte hanno qualcosa in comune. Qualcosa di pericoloso: a
una porzione crescente dei cittadini non piace più com’è apparecchiato il tavolo.
È anche grave la frattura del
sistema politico spagnolo. Nello scorso dicembre, l’esito delle
votazioni è stato un Parlamento incapace di eleggere un governo. Quelle di domani produrranno, secondo tutti i sondaggi, qualcosa di simile, e
manca sapere ancora quale potrebbe essere la portata dell’esito del Regno Unito e la strepitosa caduta della sterlina e
delle Borse in tutto il pianeta
(Madrid ha sofferto una caduta
del 12,35%, la peggiore nella sua
storia). Gli esperti in demoscopia che monitorano l’evolversi
dell’opinione pubblica (la legge
ha imposto il divieto di pubblicare i sondaggi durante l’ultima settimana) credevano ieri
DA MARTEDÌ 28 GIUGNO
AL 26 LUGLIO CON LA STAMPA
A 9,90 EURO IN PIÙ
che l’impatto sarebbe stato minimo in Spagna. Più del 90% indicava che quello che sarebbe
successo nel Regno Unito non
avrebbe influenzato il senso del
proprio voto.
Forse il Partito Popolare
(Pp) vincerà o perderà qualche
seggio riguardo a dicembre. E
lo stesso i liberali di Ciudadanos: qualche deputato in più o
in meno. La vittima più evidente potrebbe essere il Partito
Socialista, se la nuova coalizione di sinistra Unidos Podemos
li supera sia in consensi sia in
seggi. Il Psoe, conseguentemente, dovrà affrontare il terribile dilemma di facilitare un
governo di centro-destra (con o
senza l’attuale presidente, Mariano Rajoy), o fare un’alleanza
con i loro rivali della sinistra. E
non ne uscirà certo illeso da
nessuna di queste possibilità.
Semplicemente non c’è una
terza via, perché in questi momenti è impensabile che la Spagna debba ricorrere ad una ter-
E ai 27 governi e paesi da cui
Londra ha voluto staccarsi,
toccherà serrare le file, ritrovare il massimo di fiducia reciproca, definire con coraggio
scelte di ulteriore integrazione
dell’Europa divenute più di
prima ineludibili per superare
le contraddizioni e le criticità
in cui l’Unione si dibatte. Un
ruolo decisivo spetta più che
mai ai tre maggiori paesi fondatori, in uno sforzo di più decisa ed equilibrata sintesi e iniziativa tra le posizioni di Germania, Francia e Italia.
E in Italia, riflettano bene
tutte le forze sociali e politiche
e tutte le persone che abbiano
senso di responsabilità, per arginare e superare rischi di destabilizzazione del nostro paese e della nostra democrazia.
*Senatore a vita e Presidente
emerito della Repubblica
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za votazione in meno di un anno. Ed è anche inconcepibile
che il partito socialista, che ha
governato la Spagna durante
tanti anni, smetta di avere un
ruolo protagonista. Ma tante
cose che pochi mesi fa sembravano impensabili si stanno avverando…
Cosa sta succedendo in Spagna? Cosa c’entra con quello
che succede in altri paesi dell’Europa e negli Stati Uniti? Se
chiediamo agli spagnoli, dallo
zero (estrema sinistra) al dieci
(estrema destra), dove si trovano, la media è del 4,7. E questa
cifra è appena cambiata nell’ultimo decennio. Se chiediamo
invece dove si trova Unidos Podemos, la coalizione che minaccia i socialisti con il sorpasso, la
risposta è del 3,3 (qualche mese
fa era sotto il 3). Perché scivola
fino alla seconda posizione un
partito che si trova così lontano
dal centro politico nel quale si
ritrova la maggior parte degli
spagnoli? Prendendo in considerazione altri dati elettorali e
demografici, gli esperti concludono che un 40% degli elettori,
senza cambiare le loro idee politiche, rifiuta che le cose continuino come stanno: non gli pia-
Le domande sui nuovi palinsesti Rai
Domani, come ogni domenica, a rispondere alle lettere dei
lettori sarà il direttore de «La Stampa» Maurizio Molinari.
La prossima settimana (da martedì a venerdì) Paolo Festuccia,
vice capo della redazione romana, risponderà ai lettori sui
nuovi palinsesti Rai e sulla funzione della tv pubblica.
PREMIO IGOR MAN
Flavio Corazza
Il premio Igor Man, il riconoscimento intitolato alla memoria del «Vecchio Cronista»
che la direzione de «La Stampa» assegna
ogni settimana al giornalista che più si è
messo in evidenza questa volta va a Flavio
Corazza, caporedattore centrale, per il reportage dalla passerella sul lago di Iseo installata dall’artista franco-bulgaro Christo.
AI LETTORI
La rubrica «Di profilo» di Chiara Beria di Argentine è rinviata per mancanza di spazio.
ce com’è apparecchiato il tavolo. E, arrabbiati e risentiti, sono
disposti a rovesciarlo.
Da dove nasce questo risentimento? Sin dal ristabilimento
della democrazia, un patto implicito (quello stesso che l’Europa assunse dopo la Seconda
Guerra mondiale) manteneva
la coesione sociale in Spagna:
occupazione, benessere in crescita e la promessa di un futuro
migliore per le prossime generazioni. La crisi finanziaria scatenata nel 2008 ha raso al suolo
tutto ciò. Molti cittadini non
hanno solo perso il loro lavoro
(oggi il livello della disoccupazione si aggira intorno al 23%),
o hanno visto tagliati i loro stipendi, i servizi sociali, la sanità,
l’istruzione…, ma - ed è quello
psicologicamente più devastante - hanno visto andare in
fumo la promessa di un futuro
migliore per i loro figli e nipoti.
La disoccupazione tra i giovani
è quasi al 46% e la percezione
generalizzata è che le nuove generazioni vivranno peggio dei
loro genitori. E bisogna aggiungere l’aumento della disuguaglianza (i ricchi sono sempre
più ricchi) e la corruzione,
schiacciante in Spagna.
25 luoghi IMPERDIBILI
per le VACANZE al MARE Liguria e Costa Azzurra
Sono queste grosse fasce
della società che in tutto l’Occidente si sentono abbandonate
al loro destino dal sistema, sia
economicamente sia socialmente o culturalmente, quelle
che hanno deciso di rovesciare
il tavolo. Non credono che questo o quell’altro partito abbiano
fallito. Credono che il sistema
sia rotto in sé e che non si preoccupi di loro. Ci sono indizi allarmanti. Un dato del Sondaggio mondiale di valori ha dimostrato nel 2011 che il 34% degli
statunitensi sarebbe d’accordo
con un «leader forte che non
debba più preoccuparsi del
Congresso o delle elezioni». Vi
sembra famigliare? È il momento di agire con decisione,
sia in Europa sia a livello nazionale. Le parole non saranno
sufficienti. In caso contrario,
corriamo il rischio che l’attuale
voto di scontento e protesta in
tutta l’Europa (Italia compresa) finisca molto peggio: l’abbandono, da parte di settori
consistenti della popolazione,
della propria idea di democrazia rappresentativa.
Traduzione di Pablo Lombo
*Ex direttore del País
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
NON BASTA PIÙ
L’ASSE
FRANCO-TEDESCO
Lettere e Commenti .27
.
COSA RISCHIA
MATTEO
A OTTOBRE
MARCELLO SORGI
SEGUE DA PAGINA 3
STEFANO STEFANINI
SEGUE DA PAGINA 3
ondra dovrà vedersela
con le conseguenze
economico-finanziarie,
con le ricadute politiche interne e con le incertezze di
collocazione internazionale.
Le avvisaglie di ieri sono pesanti ma anche emotive; non
fanno ancora testo. I mercati
avevano scommesso su Remain e hanno perso. Vedremo se e come si assesteranno
la settimana prossima.
Ma sono problemi britannici. Al resto dell’Europa tocca
ora innanzitutto pensare a se
stessa. E’ un’Europa più piccola, con orizzonti più ristretti
e strategicamente più debole.
Perde un pezzo non trascurabile delle già limitate capacità
militari e uno dei due seggi nazionali nel Consiglio di Sicurezza. Ma rimane una più che
ragguardevole realtà politica
e economica, in grado di assicurare il benessere e la sicurezza dei cittadini, di competere nel mondo globale e di difendere interessi e far valere
la propria voce nell’arena internazionale. Se vorrà.
Quale Europa può farlo?
L’uscita di Uk non lascia
un’Europa molto più omogenea. All’interno degli Stati
membri con forti segmenti
L
del pubblico che simpatizzano
apertamente per Brexit - e lo
vogliono imitare. Le Pen, Wilders, Alternativa per la Germania non hanno perso tempo
a festeggiare (con Donald
Trump a rimorchio dai campi
di golf della Scozia). In Italia,
già prima del voto M5S aveva
sollecitato un referendum sull’appartenenza all’Unione.
Tutti Paesi fondatori. Togliamoci dalla testa di poter tornare a un nucleo duro, coeso, se
prima i leader nazionali non saranno riusciti, a casa loro, a rigettare il canto delle sirene del
populismo nazionalista. Quello
che l’esitante campagna proUe britannica non è riuscita a
fare. Per riuscirci avranno bisogno di coraggio politico (alla soglia delle elezioni del 2017 in
Francia e Germania), ma anche
di un’Ue diversa: un’Ue meno
invadente, meno burocratica,
più rispettosa delle sensibilità e
diversità culturali del mosaico
di nazioni che la compone. Dell’Ue della sussidiarietà. Al tempo stesso, di un’Ue più risoluta
e decisiva nelle crisi che contano, dall’immigrazione al terrorismo, dal Mediterraneo alla
Russia, dall’euro al debito greco. Un’Ue presente là dove gli
europei si sentono insicuri e
minacciati. Altrimenti il rischio
di un effetto domino di Brexit è
più che reale.
Il riavvio del «motore» fran-
co-tedesco sarebbe una risposta
molto parziale. Il rapporto è
troppo sbilanciato a favore di
Berlino. L’Italia è abbastanza
importante da non voler semplicemente accodarsi o appiattirsi,
come talvolta fatto in passato;
altri Paesi di rilievo, come Spagna, Polonia, Olanda, Svezia, devono essere coinvolti nel processo di rilancio. Il processo dev’essere genuinamente collettivo.
Brexit pone l’Italia di fronte
alla necessità di fare politica
estera senza potersi più adagiare nelle sicurezze assodate dell’integrazione europea e della
solidarietà atlantica. La prima
diventa una conquista da difendere da ulteriori erosioni o perdite. Non è più un dato. L’Italia
ha bisogno di una politica europea concreta e propositiva, che
costruisca alleanze intorno ai
propri obiettivi quali la crescita
e la condivisione degli oneri
dell’immigrazione via Lampedusa e Canale di Sicilia.
In campo atlantico, venuto
meno l’anello britannico fra
Usa e Ue, l’Italia può diventare
un perno di collegamento fra
Europa e Nord America, se
manterrà e svilupperà la relazione privilegiata con Washington. Il primo appuntamento
non è lontano: il vertice Nato
del 7-8 luglio a Varsavia. Dopo
Brexit sarà la prova del fuoco
della tenuta dell’Occidente.
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IL RISENTIMENTO
NEI CONFRONTI DEL PRESENTE
GIANNI RIOTTA
Europa è finita all’alba
della festa di San Giovanni, la notte più importante
per il continente dalla fine della 2a
Guerra mondiale. Tanti vi diranno ora che la colpa dell’addio britannico all’Ue è del vacuo premier Cameron, degli inani burocrati di Bruxelles alla Juncker, dei
populisti, l’ex sindaco di Londra
Johnson o il conservatore Gove,
di Berlino drogata dall’austerità,
del laburista Corbyn che sogna i
vecchi picchetti dei minatori.
Non ascoltate. Ciascuno di questi
leader mediocri ha le sue colpe e
la Storia li castigherà, ma a persuadere una maggioranza di inglesi, vecchi contro giovani, licenza media contro laureati, campagna contro città, a votare Sì al
Brexit è stato il risentimento contro il presente. Una miscela acre
di angosce per il lavoro che scompare e l’emigrazione che cresce,
glassata dalla nostalgia per il miraggio di un passato romantico,
pub, posto fisso, Regina, orgoglio
Brit.
Donald Trump chiama «globalismo» questa ondata populista nessuno si offenda, «populismo»
è definizione scientifica per chi
mobilita paura e non ragione dei
cittadini - e vuol fare della corsa
alla Casa Bianca il suo referendum antiglobalista, con la Clinton
campionessa dello status quo, come Merkel e Hollande in Europa.
«Battere il globalismo» illude i
cittadini infuriati di castigare
banchieri e rifugiati, invece impone dazi e tariffe contro il libero
commercio, muri e reticolati con-
L’
tro l’emigrazione, disprezzando cultura e scienza - il deputato Gove ha
irriso gli «esperti», dando alla piazza un totem di ignoranza da adorare
-, diffidenza per la tecnologia, rifiuto
preconcetto di dialogo e tolleranza.
La formula aspra «Noi contro Loro»
ha vinto in Gran Bretagna con
#Brexit, ha vinto nel partito repubblicano Usa con Trump, è in testa alle presidenziali francesi 2017 con Le
Pen, ha mobilitato gli elettori dietro i
neo sindaci Raggi, Appendino e De
Magistris, i cui post sul web grondano «antiglobalismo».
I leader, gli intellettuali, gli economisti, tecnocrati e imprenditori che
hanno sostenuto in questi anni il
mondo globale hanno (abbiamo, sia
detto con profonda umiltà) molte
colpe di elitismo e arroganza, per
non aver saputo prevedere come
crisi finanziaria 2008 e automazione
avrebbero consunto standard di vita
per ceto medio e operai, amareggiati
dalla crescente disuguaglianza.
Soddisfatti per le centinaia di milioni di poveri che il mercato globale ha
sottratto alla fame in Asia e America
Latina (il progresso maggiore nella
storia dell’umanità, in soli 30 anni,
ora esteso all’Africa) non hanno (non
abbiamo) visto il risentimento delle
nostre periferie.
Ma #Brexit, Trump, Le Pen e i loro compagni di strada non sono la risposta giusta per correggere gli errori del libero scambio di idee, persone, lavoro, ricchezza. Campagne e
sobborghi, anziani e chi non ha finito
la scuola secondaria hanno votato in
massa #Brexit, le metropoli vibranti
di energia, i giovani, i laureati hanno
votato Europa. I social media, calderone dove Globalismo è strega da
bruciare ad ogni clic, obiettano a
questi dati, crudi nella loro verità,
che in democrazia un voto vale un altro, centro o periferia (vedi identica
distribuzione voto italiano GrilloPd) nessuna differenza. Vero in teoria, in pratica la Gran Bretagna che
produce ricchezza e lavoro ha perso
e ha vinto quella che declinerà nel
XXI secolo. Google trend registra
boom ricerche «E ora succede?» dei
tanti che hanno votato di pancia e
non di testa.
Le Borse ballano, la sterlina soffre, si corre all’oro. I leader #Brexit
diventano di colpo campioni di diplomazia, tubano di modello Norvegia, intese con Merkel e Obama. Mediazioni e accordi si faranno, ma la
cecità di Bruxelles, austera fino alla
morte per difendere le industrie tedesche, pavida fino al midollo su innovazione e digitale, persuasa che si
debba investire in sussidi al Camembert mentre si fa guerra a Google e
Facebook e non ci si prepara ai conflitti militari prossimi, ha chiuso il
caso. Populisti britannici e burocrati
europei sono i complici del delitto
#Brexit.
«L’ora più triste» scrive Martin
Wolf, decano del Financial Times,
britannico figlio di profughi ebrei
sfuggiti a Hitler. Profezia amara che
potrebbe rivelarsi perfino ottimista,
perché se cediamo alla cupa crociata antiglobalista, nazionalismo, xenofobia, autoritarismo e impoverimento dilagheranno in Europa: ieri
con #Brexit hanno festeggiato Putin, l’Iran, Le Pen e Trump. Il risentimento contro l’establishment ha
profonde radici, ma i lettori diffidino
da chi, in nome di un bugiardo ritorno alle glorie passate, li guida verso
l’odio, l’isolamento, l’ignoranza e il
declino, economico e morale.
Facebook riotta.it
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i vota, e l’alleanza tra nemici interni e esterni del primo ministro vince, costringendolo alle dimissioni. È accaduto in Gran Bretagna nella notte tra giovedì 23 e ieri. Potrebbe
accadere anche in Italia, al referendum costituzionale dei primi
di ottobre?
Escluderlo è difficile, anche
se Matteo Renzi sostiene che la
consultazione sulla Grande Riforma sarà l’occasione della rivincita, dopo il deludente risultato del 19 giugno. In Italia come
in Inghilterra, a soli quattro
giorni di distanza, l’alleanza di
tutti contro l’uomo da battere si
è riformata con un’inquietante
sequenza di dettagli che potrebbero ripetersi ancora. Come
Renzi, anche Cameron aveva
messo sul piatto della scommessa l’intera posta della sua vita
politica, annunciando che
avrebbe lasciato, come ha fatto,
un minuto dopo l’eventuale
sconfitta. Renzi, già ad aprile,
nel referendum sulle trivelle, si
era trovato a fronteggiare l’alleanza dei governatori regionali,
quasi tutti del suo partito, che in
barba al suo invito a disertare le
urne, avevano portato a votare
quindici milioni e mezzo di cittadini. E anche Cameron ha dovuto difendersi dall’inedita alleanza di Nigel Farage, il leader del
«Leave», cioè dell’uscita dall’Europa, con Boris Johnson,
l’ex-sindaco conservatore di
Londra, entrato nella partita
con il chiaro obiettivo di prendere il posto del primo ministro
sconfitto, e adesso, dopo le dimissioni di Cameron, a un passo
dal realizzare il suo obiettivo.
Inoltre, come Renzi, Cameron
ha scelto la strada della personalizzazione del voto, non calcolando che così avrebbe spostato
l’oggetto della consultazione, da
quello formalmente indicato
sulle schede - restare nell’Unione Europea o uscirne -, al presente e al futuro suo e del governo. In altre parole, Cameron s’è
impiccato da solo a una sfida che
nessuno gli aveva suggerito, e in
tanti al contrario gli avevano
sconsigliato.
Qui finiscono le analogie tra
Londra e Roma, e comincia la
specificità del caso italiano.
Renzi, si sa, è convinto che ci sia
differenza tra le elezioni amministrative che hanno segnato la
sua prima, cocente delusione
elettorale, la vittoria del Movimento 5 stelle grazie anche all’appoggio della destra, e il
«suo» referendum costituzionale. Un conto era il voto nelle città, a cui il Pd arrivava logorato
da un’ondata di corruzione, e a
parte Milano, con candidature
non proprio competitive. E un
altro conto sarà quando gli elettori dovranno decidere se cambiare, o lasciare intatto, un sistema politico che non funziona, tagliando i membri della casta, imponendo il doppio lavoro ai sopravvissuti e mettendo il governo, finalmente scelto per davvero dagli elettori, in condizioni di
realizzare il proprio programma
senza lungaggini e compromessi
umilianti. Diventare l’uomosimbolo di questa battaglia, ritiene Renzi, gli consentirebbe di
rivestire i panni del rottamatore
che così popolare lo avevano reso agli occhi dell’elettorato che
due anni fa lo votò al 40,8 per
cento, e domenica lo ha in parte
tradito preferendogli i 5 stelle.
S
Il ragionamento sarebbe ineccepibile se a ottobre si votasse solo e soltanto sulla Grande Riforma e non sul complesso quadro
politico italiano, in rapida evoluzione. Con le sue doti di comunicatore, non c’è dubbio che Renzi
sarebbe capace di presentare la
scelta agli elettori in termini assai
convincenti. Ma cosa succederebbe se invece, contro di lui, scendesse in campo uno schieramento
largo e variato, dai professori del
No capaci di fare a pezzi scientificamente la riforma, alla minoranza del Pd che con D’Alema è schierata con il No, ai 5 stelle, al centrodestra in tutte le sue articolazioni, comprese, sebbene non del tutto, quelle che sostengono la sua
maggioranza? È esattamente
questo, infatti, che si prepara, e
Renzi non può fingere di non capirlo. Né può ignorare che le contropartite che gli vengono chieste
- la modifica della legge elettorale
spostando il premio dalla lista alla
coalizione vincente, la rinuncia al
doppio incarico di segretario del
Pd e presidente del Consiglio seppure accettate (ma al momento sembra di no), non gli garantirebbero certo il risultato di urne
in cui gli elettori, come a Torino, si
divertono a sparare sul conducente.
I sistemi presidenziali, i governi scelti dagli elettori trasformando con meccanismi maggioritari o
premi elettorali le minoranze in
maggioranze, i Parlamenti riservati a due, tre, massimo quattro
partiti, e insomma quel che la riforma di Renzi vorrebbe introdurre in Italia, per tanto tempo,
va riconosciuto, hanno consentito
di governare il disordine delle società mutanti, il tramonto del capitalismo industriale, gli esiti, assai diversi dalle previsioni, di
trent’anni circa di globalizzazione. Ma adesso, tutt’insieme, stanno mostrando debolezze, dopo un
decennio di crisi economica, deflazione, stagnazione, rallentamento dei consumi, e impoverimento delle classi medie. Si vede
in Francia, dove due presidenze
opposte, Sarkozy e Hollande, finiscono consumandosi allo stesso
modo. S’è visto in Austria, per citare il precedente più recente. È
successo, incredibilmente, pure
nella vecchia e tradizionale Inghilterra. E a novembre, Dio non
voglia, potrebbe accadere nell’America di Trump.
Quanto a noi, appena usciti da
un passaggio elettorale carico di
presagi e malgrado ciò interpretato come l’inizio di una rivoluzione, siamo a un bivio complicato.
Per Renzi, sulla strada del cambiamento, c’è il rischio di finire
battuto dalla grande alleanza antirenzi. Cementata, ironia della
sorte, dal referendum che dovrebbe introdurre il nuovo ordinamento previsto dalla riforma.
D’altra parte, al punto in cui è arrivato, gli è difficile far marcia indietro. E verso dove, poi?
In Italia esisteva un partito governativo per vocazione, né di destra né di sinistra, interclassista,
che cercava le sue alleanze in
Parlamento e gestiva i governi
possibili, in nome di una stabilità
spesso degenerata in immobilismo: era la Dc. Rimpiangerla è
difficile, riproporla, e perfino somigliarle, impossibile. Ma la prudenza delle sindache stellate e la
distanza di Grillo da Farage, in
questi giorni, fanno riflettere.
Tra queste, e l’impazienza di
Renzi per il referendum, non c’è
dubbio su chi ricordi di più l’intuito, la saggezza e la furbizia dei
vecchi democristiani.
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28 .Società
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
E Pantone lo elegge «Color of the year»
CONFETTO, NUOVO BIONDO
UN VEZZO DA INDOSSARE
LORENZA CASTAGNERI
L’
ultima a cedere è stata
la modella Bella Hadid,
che su Instagram ha subito immortalato la sua nuova
chioma fresca di hair stylist: capelli color platino e lunghezze
rosa pastello. Ma c’è anche chi
osa molto di più, come Elodie Di
Patrizi, la cantante seconda
classificata ad Amici: se anche
chi non ha guardato il talent ha
ben presente di chi stiamo parlando non è soltanto per la sua
voce magnifica ma anche per
via di quel taglio alla maschietta rosa shocking. «Pink hair don’t care», si dice. Il motto può
essere opportunamente modifi-
Avanguardia
La modella e attrice Cara
Delevingne, icona delle
ragazzine, già l’anno scorso
aveva sfoggiato una morbida
criniera confetto
cato a seconda di ogni tipo di
acconciatura e di tinta, ma nell’estate 2016 questa sembra essere la sua versione più attuale.
Pantone
Che fosse l’anno del rosa lo aveva già previsto a fine dicembre
Pantone eleggendo il quarzo
«Color of the year». Tra tutte le
nuance arcobaleno il rosa è di sicuro quello che sta meglio a tutte: con una declinazione più sfumata, magari abbinato a un lucidalabbra pendant o a una bocca
rosso corallo e occhi nature per
le bionde, oppure più acceso e
intenso, accompagnato da un
trucco meno vistoso per chi parte da una base scura. E poi que-
Shocking
Elodie
Di Patrizi,
la cantante
seconda
classificata
ad Amici
con il taglio
alla
maschietta
rosa
shocking
sto è il colore femminile per eccellenza e come tale può essere
tollerato anche in ufficio dove
pure il bon ton richiederebbe
scelte meno ardite dal parrucchiere. «Ma certo, quando si deve andare al lavoro è vietato esagerare», consiglia Lucia Barra,
hair stylist di Jean Louis David.
Senza età
E allora si può prendere spunto,
per esempio, da Diane Kruger
che ha scelto di colorare soltanto le punte o ispirarsi alle
meches quasi impercettibili
della modella January Jones o
Il Samsung Galaxy S7 Edge d
è uno dei più interessanti
smartphone Android sul
mercato. Lo schermo da 5.5
pollici è curvo sui due lati,
per arrivare subito a notifiche
contatti e app
Professionale
Huawei Mate S ha
un display da 5.5
pollici ed è tutto in
alluminio. Ha un
look professionale,
con un tocco
di femminilità
Ue Roll 2 è uno speaker bluetooth
impermeabile e robusto, disponibile in
diversi colori tra cui anche un rosa-viola.
È possibile usarne uno solo o due,
per migliorare l’effetto stereo
BRUNO RUFFILLI
B
Modulare
Lo smartphone G5 è il top
di gamma di LG. La parte inferiore si
stacca per accogliere moduli
di espansione (come fotocamera
e convertitore digitale)
La mela rosa
Apple ha un ricco catalogo
di prodotti in quello che chiama
rose gold: dagli iPhone
(anche l’ultimo modello SE),
al sottilissimo computer MacBook,
fino all’Apple Watch e all’iPad Pro
Tutta salute
Fitbit Charge HR è un braccialetto
fitness che tiene sotto controllo il
cuore e l’esercizio fisico. Monitora
anche il sonno e permette di
impostare una sveglia silenziosa con
vibrazione
L’ultima moda dell’Hi Tech
VIE
LA
Quante sfumature
Mattel ha appena lanciato
una versione nerd della sua
bambola più famosa, che ha
capelli rossi, indossa occhiali
e sviluppa videogiochi. Apple,
che nel 1998 vendeva già un
iMac color fragola, e che a lungo ha prodotto iPod rosa, oggi
propone iPhone, iPad, Watch,
computer e accessori in rose
gold, dalle calde sfumature
dorate. Lg ha in catalogo un
microonde color cremisi e un
condizionatore con led rosa,
ma pure il top di gamma tra i
suoi smartphone, il G5, è disponibile in un raffinato pink.
Per cuffie, altoparlanti e lettori audio della linea h.ear Sony
sceglie una tonalità scurissima, che vira al bordeaux,
mentre adotta sfumature pastello per gli apparecchi meno
costosi. Anche Samsung gio-
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Curvo
Pillole sonore
ianco, nero, alluminio
non bastano più. Anche
l’oro ha fatto il suo tempo. L’ultima moda dell’hi-tech
è il rosa, declinato in tante sfumature: chiarissimo, metallico, riscaldato dai riflessi del
rame, aggressivo come il rossetto di una drag queen o bonton da anni cinquanta. Un colore oggi associato alle donne,
ma che fino alla metà dell’Ottocento poteva identificare invece bambini e bambine indifferentemente. E anche adulti,
visto che ne Il Grande Gatsby il
protagonista veste un completo dal taglio perfetto in rosa pallido.
Siamo nel 1922, e Gatsby
viene deriso, ma non perché la
sua scelta indichi scarsa virilità (anzi a New York il rosa era
il colore di chi lavorava all’aperto d’estate sotto il sole).
Tradizionalmente il rosa è
stato considerato una specie
di rosso, e come tale adatto
agli uomini; bisognerà aspettare Piccole donne (1880) per
vederlo associato alle ragazze,
come una moda bizzarra; solo
dopo la seconda Guerra Mondiale entra a far parte dei luoghi comuni dell’identità di genere. Questioni di marketing,
soprattutto: nemmeno Barbie
all’inizio indossava abiti rosa,
comincerà negli Anni 60.
ancora, se il capo è tollerante, al
caschetto corto total pink ma
delicato dell’attrice inglese Helen Mirren, la dimostrazione
più emblematica che il rosa non
ha età, nemmeno nei capelli.
Scelte più radicali come quella
avanguardista di Cara Delevingne, che già l’anno scorso aveva
sfoggiato una morbida criniera
confetto, meglio riservarla alle
vacanze o a un evento speciale.
«I capelli colorati sono un vezzo, quasi un accessorio. Da indossare come un paio di orecchini per una serata e da togliere prima di andare a dormire»,
suggerisce l’esperta. Nei negozi
si trovano spray colorati che
vanno via al primo lavaggio e
tinture ad acqua. Qualche
shampoo e i capelli tornano
normali. «Io però sconsiglio
una tintura completa. Si rischia
l’effetto Big Babol», dice Lucia
Barra. La soluzione definitiva?
E’ la parrucca, che di recente è
pure tornata parecchio in voga.
EN
ROSE
La ricerca della sfumatura giusta è un’ossessione
Metallico o scaldato dal rame, infantile o professionale
aggressivo o bonton: ogni mercato ha il suo colore
A tavoletta
Il Kindle Fire di Amazon è un tablet
robusto e facile da usare, a un ottimo
prezzo. Il display è da 7 pollici,
la memoria da 8 GB.
C’è anche in magenta
In punta di dita
Microsoft produce eccellenti
accessori hardware,
come questo Wireless Mobile
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preciso ed economico
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La tv 24E4453 di TCL ha uno
schermo da 24 pollici con buoni
colori e ottima fluidità.
Riproduce anche file
audio e video
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Il colore della musica
È disponibile anche in rosa
bordeaux tutta la linea audio
ad alta risoluzione h.ear
di Sony (cuffie con filo,
auricolari bluetooth, speaker
wireless e Walkman)
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Total pink ma delicato
per l’attrice inglese
Helen Mirren
esercizi di
12345634789A56B41C256D4EFB568B456CE7782A8
FA68E99826A446A28BE634E674BB81EAE
STILE
Sulle punte
Bella Hadid su Instagram ha
subito immortalato i suoi capelli
color platino con lunghezze rosa
pastello
Le origini
A settembre è atteso il nuovo
iPhone, e se design e caratteristiche tecniche difficilmente
stupiranno, pare che almeno ci
sarà da entusiasmarsi per un
nuovo colore: le indiscrezioni
puntano sul blu.
Bianco, nero, alluminio non
bastano più. E anche l’oro ha
fatto il suo tempo. L’ultima moda dell’hi tech è il rosa, declinato in tante sfumature: chiarissimo, metallico, riscaldato dai riflessi del rame, aggressivo come il rossetto di una drag queen
o discreto e bonton.
Un colore oggi associato alle
donne, ma che fino alla metà
dell’Ottocento poteva identificare invece bambini e bambine indifferentemente. E anche
adulti, visto che ne Il Grande
Gatsby il protagonista veste
un completo dal taglio perfetto in rosa pallido. Siamo nel
1922, e Gatsby viene deriso,
ma non perché la sua scelta indichi scarsa virilità (anzi a
New York il rosa era il colore
di chi lavorava all’aperto
d’estate sotto il sole).
12BY NC LCUNI DIRITTI RISERVATI
PAROLA D’ORDINE “PINK POSITIVE”
È IL CAPODANNO DELL’ESTATE
Il 1° luglio la riviera adriatica non va a dormire per il carnevale rosa
DESIGN
ca su più fronti: rosa metallico
con finitura a specchio per i top
di gamma S7 ed S7 edge,
shocking per il braccialetto fitness Gear Fit 2, confetto per
cuffie e accessori economici.
La ricerca della sfumatura è
un’ossessione: «Il rosa è un colore difficile da realizzare - spiegano da Huawei - non deve essere troppo chiaro, altrimenti
sembra infantile, ci vuole un po’
di arancione, per dare calore. E
non tutti i colori vanno bene per
ogni mercato». Così il Mate S,
pensato per una clientela professionale, in Italia è disponibile
in rosa, al contrario dell’ultimo
P9 (che nella serissima versione Titanium ha però qualche
sfumatura pink). Huawei ha
sperimentato anche col marrone scuro, con la ceramica bianca, con rifiniture originali e costose. Non sempre i risultati sono di grande gusto, ma lo sforzo
dei cinesi è un ulteriore conferma che i gadget hi tech oggi sono considerati accessori di moda: se la tecnologia è grosso modo equivalente tra modelli e
piattaforme, non rimane che
l’estetica a fare la differenza.
Società .29
1 A Parigi il
nuovo filone
design è tutto
al femminile
Martinelli
PAGINA 29
le. A seguire si ballerà fino a
notte fonda col dj set di Raffaele Costantino. Sempre a Riccione, prenderà il via CinéMax,
rassegna di cinema fatta di
proiezioni, installazioni, mostre e il primo festival di movie
street art, impreziosita dall’esposizione della Ecto-1, l’auto speciale dei Ghostbusters.
FRANCO GIUBILEI
RIMINI
I
l 1° luglio la riviera adriatica tornerà a tingersi di rosa per la notte più lunga,
che da queste parti hanno ribattezzato il Capodanno dell’estate e che dà il via ufficiale
alla bella stagione. Varata per
la prima volta undici anni fa
con lo scopo dichiarato di
bandire il turismo da sballo
per riportare le famiglie in riviera, la Notte rosa si è via via
trasformata in una piacevole
consuetudine che attira centinaia di migliaia di persone
lungo i 160 chilometri di costa
che si estende da Comacchio
a Senigallia. Il cuore della festa batterà come sempre a
Rimini, epicentro di concerti
e spettacoli che avranno un
degno antipasto questo sabato con la Molo Street Parade,
coi dj in console sui pescherecci a far ballare i ragazzi
sulla banchina della città romagnola.
Risate e concerti
Venerdì primo luglio, al calar
della sera, la Notte rosa avrà
inizio alla parola d’ordine
«Pink positive»: Carmen
Consoli canterà in piazzale
Ritmi latini
Fellini a Rimini, mentre i Nomadi saliranno sul palco allestito a Misano. A Riccione, in
piazzale Roma, Luca Barbarossa e Andrea Perroni terranno banco con il live della social
band di Rai Radio 2. Fra i protagonisti, Greg & The Frigidaires, la band di Claudio «Greg»
Gregori, storico compare di
Lillo ai microfoni di SeiUnoZero, con un repertorio tutto Anni 50, e Annalisa, reduce da
Sanremo con Diluvio universa-
Grandi nomi
Carmen
Consoli
canterà in
piazzale Fellini
a Rimini,
mentre i
Nomadi sul
palco allestito
a Misano. A
Riccione, in
piazzale
Roma, Luca
Barbarossa
Tornando alla musica, Cattolica batterà al ritmo della disco
music con i Moka Club e Ivana
Spagna. Risalendo la costa, Cesenatico ospiterà sul palco di
Radio Bruno Estate i live di
Dolcenera, Dear Jack e Alessio
Bernabei, mentre al Lido degli
Estensi, nel ferrarese, si rivedrà in concerto una vecchia conoscenza della musica italiana
come Ron. A Lido delle Nazioni
ballo latino sugli scudi per tutto il week end grazie a Nazioni
Latin Street Festival, con quattro piste da ballo sul lungomare. E siccome la notte rosa è
fatta apposta per tirar tardissimo, alle cinque del mattino del
2 luglio sulla spiaggia di Rimini
Terme suonerà Alberto Fortis
in un concerto per pianoforte e
voce. Concerti e spettacoli proseguiranno anche nella notte di
sabato, fra il «Mare di sound»
con 15 band e 30 dj all’opera
sulla battigia dal bagno 1 al 50
di Rimini, e i consigli di stile di
Carla Gozzi ed Enzo Miccio in
piazza Ceccarini a Riccione.
TEMPO
Carri allegorici
Poteva mancare il carnevale
rosa? Ovviamente no, e così ecco la sfilata di carri allegorici e
corteo mascherato sul lungomare di Misano. Spazio anche
alla musica classica, al teatro
Alighieri di Ravenna, e al jazz,
domenica 3 luglio a Cesenatico
alle 6 col quartetto di Eloisa Atti. Fra omaggi a Billie Holiday e
serate revival in stile disco Anni 70, il weekend in rosa avrà
attenzioni anche per i più piccoli, special guest Masha e Orso e le Winx, con 25 spettacoli
per le famiglie fra Castelsismondo a Rimini, il centro di
Bellaria e Milano Marittima.
Anche quest’anno l’iniziativa
coinvolgerà le vicine Marche,
con concerti e show a Gabicce
Mare, Tavullia, Pesaro e Senigallia. Momento clou della manifestazione, il tradizionale
spettacolo di fuochi d’artificio
su tutta la costa a mezzanotte
del primo luglio. Il programma
completo è sul sito www.lanotterosa.it.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
1A
Biella
«El Primero»
di Zenith per
Lancia Stratos
con il cronografo che corre nei Rally
De Vecchi
PAGINA 29
MODE
Senza età
.
1 In questa
pagina, il rosa
invade ogni
spazio, dai capelli alla tecnologia fino
alla notte riminese
12345367318
9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA LA STAMPA
DESIGN
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Società .31
PARIGI, L’ARCHITETTURA È DONNA
Una “banda” di ragazze sta cambiando il volto dell’interior design francese
Basta con il décor concettuale e futuristico, spazio ad atmosfere più calde e vintage
LEONARDO MARTINELLI
PARIGI
ccole, sono arrivate: una
«banda» di donne sta
cambiando il volto dell’interior design parigino, fino a
pochi anni fa preda di designer
maschili. Sono Laura Gonzalez
E
e Astrid Dieterlen, intervistate
in questa pagina. Ma tante altre ancora, vedi Dorothée Meilichzon e Sandra Benhamou.
Con loro è tutto uno stile che
cambia: basta con il décor concettuale, asettico e futuristico
degli Anni Duemila. Spazio, in-
vece, ad atmosfere più calde,
dove il vintage si mescola con i
materiali industriali. Tramontati (meno male) i ristoranti del
genere navicelle spaziali immacolate. Meno plastica, anche. E
più marmo, legno, ottone.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Laura Gonzalez
“IL FRENCH TOUCH
AVANGUARDIA DOLCE”
Quante
tasche
Per la
prossima
estate
il marchio
Letasca
Officina
sviluppa
il concetto
delle tasche
multi
funzionali
con un’intera
collezione
streetwear
Punto di
partenza le
tute dei piloti
di Formula
Uno
che danno
vita
a capi
fitti di tasche
e taschine
in nylon
ultra leggero
e cotone
Astrid Dieterlen
“I BORGHESI-BOHÈME
AMANO LA SOBRIETÀ”
sulla bocca di tutti a Parigi: il Manko, ristorante di fusion peruviana,
in avenue Montaigne. E non
solo per la cucina, ma anche
per il décor, caldo e intrigante,
firmato da Laura Gonzalez.
Appena 32 anni, questa donna
bruna, di origini spagnole, è
già un «nome» nell’interior
design della Parigi by night,
da quando giovanissima e sconosciuta, nel 2010, ripensò la
discoteca Bus Palladium.
È
Quale la caratteristica principale del suo stile?
«Mi piace mescolare materiali nobili, come il marmo e l’ottone, con altri più “caldi” e puri, tipo il legno e il vimini».
È anche la ricetta utilizzata per
il Manko?
«Sì, ma ogni volta mi faccio
ispirare anche dalla tematica
del luogo. La cucina peruviana e il suo lato esotico mi hanno portato a introdurre tante
piante, quel verde malachite
che domina gli spazi, i tessuti
kilim».
Cosa c’è di francese nel suo décor?
«Quello che si definisce “french touch”, una certa raffina-
TEMPO
tezza: significa che un’eredità
antica si perpetua, restando
sempre attuale e moderna. E
poi utilizzo tanti artigiani
francesi per le pitture, le ceramiche: per tutto quello che
posso ricorro alle maison nazionali».
«Pierre Frey, Dedar. E ovviamente Hermès».
Laura
Gonzalez
Appena 32
anni, questa
donna bruna,
di origini
spagnole, è già
un «nome»
nell’interior
design della
Parigi by night
«Capita spesso che le donne
facciano più avanguardia. E in
modo naturale, con dolcezza.
È successo in tutte le epoche e
in tanti settori. Penso a personaggi come Elisabeth Vigée le
Brun, Frida Kahlo, Sonia Delaunay. Pure Madelaine Castaing».
Un uomo che la ispira in modo
particolare?
pre qualcosa di efficace e di
ben fatto».
L
Qualche nome?
L’interior design made in Paris
è sempre più femminile. Cosa
sta succedendo?
a nuova frontiera di Parigi, per tutto (anche il design), è l’Ovest: un tempo
popolare, oggi molto «bobo»
(bourgeois-bohème). Pure il
lusso si reinventa da queste
parti: ha da poco aperto i battenti il primo hotel cinque stelle di tutta questa fetta della città, il Boutet Hôtel-Bastille, al 22
di rue Faidherbe. Che è stato il
trampolino di lancio di una
nuova rivelazione dell’«interior design» locale, Astrid Dieterlen, 29 anni, capelli rossi e
sorriso schietto. In arrivo dalla
provincia profonda (l’Auvergne), si è diplomata all’École
Boulle, un riferimento per le
arti applicate, e poi laureata all’Ens, la Normale, nello stesso
campo.
2010
l’anno
chiave
in cui la giovanissima e
sconosciuta
Gonzalez ripensò
la discoteca Bus
Palladium
«Non ho dubbi, Gio Ponti. I
suoi mobili, in particolare, e
la capacità di concepire di
tutto, perfino le ceramiche,
sempre con quel tocco unico
e rivoluzionario. Ecco, come
la modernità entra nella tradizione».
[L. MAR.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Voi giovani designer francesi
siete tutti un po’ «nipotini» di
Philippe Starck, almeno indirettamente, mediante l’ispirazione. Anche lei?
«Ho lavorato a lungo nel suo
studio: è la persona più esigente che abbia mai conosciuto.
Lui e Bruno Borrione, il suo
braccio destro, che è stato fondamentale nella mia crescita
professionale, volevano sem-
Di cosa si è occupata da Starck?
«Dell’hotel Mama Shelter a
Bordeaux. In seguito l’architetto Vincent Bastie mi ha
chiamata per il Boutet».
Come ha affrontato questo
progetto?
Astrid
Dieterlen
29 anni, capelli
rossi e sorriso
schietto.
In arrivo dalla
provincia
(l’Auvergne),
si è diplomata
all’École
Boulle,
un riferimento
per le arti
applicate,
e poi laureata
all’Ens,
la Normale,
nello stesso
campo
A Biella «El Primero» di Zenith per Lancia Stratos
IL CRONOGRAFO
CHE CORRE NEI RALLY
PAOLO DE V ECCHI
a passione che tanto spesso accomuna lancette e pistoni s’incrocia, durante il
fine settimana, lungo le strade
del Rally di Biella, giunto alla
sua sesta edizione e che si svolge
fino al 26 giugno. Al di là dell’interesse che sempre suscitano
competizioni di questo genere,
l’occasione è davvero speciale
anche per altre circostanze.
Evento dentro l’evento è, ad
esempio, il raduno di quaranta
Lancia Stratos in occasione
del 40° anniversario della vittoria al Campionato Mondiale
Rally di questa vettura, avvenuta appunto nel 1976 e per il
L
terzo anno di seguito. Nata come evoluzione della Lancia
Fulvia del 1973 e disegnata da
Bertone appositamente per
questo genere di gare, divenne
l’auto da rally per eccellenza di
quell’epoca. Ed è stata proprio
Biella la città dove fu sviluppata e perfezionata la Lancia
Stratos, ad opera di Claudio
Maglioli, pilota e collaudatore
del Reparto Corse Lancia.
Orologi e motori, si diceva,
hanno molti punti in comune,
come la specificità del design,
l’accuratezza della meccanica,
lo stile di marca e la costante ricerca delle migliori prestazioni,
cosa che li fa spesso partecipare
agli stessi eventi. In questo caso,
Serie limitata
Il cronografo El Primero Chronomatser World Stratos
Meeting Edition di Zenith, con cassa in acciaio e
movimento automatico, presentato in occasione del
Rally di Biella e del raduno Lancia Stratos .
La serie è limitata a 40 esemplari e costa 9.300 euro.
«Siamo nel faubourg SaintAntoine, tanti anni fa un quartiere di artigiani. Nell’edificio
dell’albergo, degli Anni Venti,
aveva sede una società di import e trasformazione del legname, poi sostituita da una
cioccolateria. Non volevo tradire l’anima industriale del
luogo. In modo che il décor restasse giusto e sobrio».
Come ha proceduto?
«Ho restaurato la splendida
facciata art déco d’origine.
Dentro, invece, c’era tutto da
inventare. Lì ho utilizzato materiali come l’acciaio, il legno
(noce, in particolare). Anche il
cuoio naturale, che è così
atemporale. E poi il cemento
armato, spesso grezzo, come
nella scalinata centrale: lo
spazio interno cui sono più affezionata».
[L. MAR]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
il segnatempo protagonista è
uno Zenith, con la serie speciale
e limitata a 40 esemplari del cronografo Chronomaster El Primero, espressamente dedicata
a questo raduno Lancia Stratos
e presentata in anteprima proprio durante la manifestazione.
Il rally prevede anche la partecipazione di piloti come Erik
Comas, Yannick Roche e JeanNoël Vesperini, testimonial che
corrono a Biella con i colori di
Zenith. L’orologio discende da
una fortunata e oggi molto diversificata gamma, lanciata nel
1969 e da allora sempre aggiornata, il cui successo si basa essenzialmente sull’altissima frequenza delle oscillazioni del bilanciere (36.000 alternanze orarie), un dato tecnico molto rilevante, che assicura un’altrettanto elevata precisione. Altre peculiarità di questo cronografo
sono la scala tachimetrica per la
misurazione della velocità e il
quadrante aperto su parte del
meccanismo.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
12345367318
9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 8
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
PIERO NEGRI
TORINO
al 4 al 9 luglio, nello
Stadio di Domiziano al
Palatino eccezionalmente aperto al pubblico dalla Soprintendenza per l’area
archeologica centrale di Roma, Alessandro Baricco presenta una nuova versione del
suo Palamede, la storia con Valeria Solarino. È l’anteprima
estiva del Romaeuropa Festival che fino al 3 dicembre animerà le scene della capitale.
D
.
Spettacoli .33
L’INTERVISTA DEL SABATO
ALESSANDRO BARICCO
Cosa è questo spettacolo?
«Un testo nato per un teatro particolare, piccolo,
l’Olimpico di Vicenza, che ora
va nel suo esatto contrario,
uno stadio lungo 180 metri e
largo 70. E cambia. Oggi i testi
devono poter vivere su piattaforme diverse, essere elastici,
trasformarsi. Ciò che sta fermo muore. Quel che facciamo
deve continuare a rotolare».
GIACOMO MAESTRI
Valeria Solarino in «Palamede, la storia»
Ma chi è Palamede?
«Era un eroe greco, come
Agamennone, Menelao, Odisseo. Ma nell’Iliade non c’è un
solo verso che lo cita. Perché?
Molti testi parlano di lui,
Omero lo cancella».
LUIGI SPINA
Stadio di Domiziano al Palatino (Roma)
Già, perché?
«Palamede era intelligentissimo: gli si attribuisce l’invenzione di molte macchine belliche, degli scacchi, addirittura
della scrittura. Fu probabilmente vittima di un complotto ordito da Odisseo. E Omero
è il poeta di Odisseo».
Si può dire che l’intelligenza
viene sconfitta dall’astuzia?
«Ai nostri occhi Palamede ha
un’intelligenza più pulita, più
luminosa. E anche agli occhi
dei greci, che non amavano il
torvo, triste, astuto Odisseo.
Per cui sì, si potrebbe dire. Ma
c’è di più. Se Palamede è figlio
di un’intelligenza laica, Odisseo appartiene a un élite legata alla religione, alla tradizione, al sapere antico. La lotta
tra di loro è il paradigma di
tanti scontri culturali di oggi,
è una guerra fusa in una guerra di potere, dietro di loro ci
sono Agamennone, Achille…».
Intellettuali e potere: tema
sempre attuale...
«Chi vive di prodotti culturali,
e ha la fortuna di trovarsi in
un punto visibile, sa bene che
la rivalità fra intelligenze può
essere sanguinaria, molto violenta. Ai miei allievi alla Scuola Holden spiego che questo
mestiere si fa in cima alla torre, dove tira il vento. Puoi farti
coinvolgere di più o di meno,
ma alle volte anche senza volerlo sei in mezzo alla battaglia. A me piace: so bene che
bisogna battere il rigore davanti a 80 mila persone nello
stadio e 30 milioni alla televisione, con il collega che spera
che tu lo sbagli e un portiere
GIACOMO MAESTRI
Alessandro Baricco, 58 anni, è autore e interprete dello spettacolo teatrale «Palamede, la storia»
Il «Palamede» di Antonio Canova
“Del mondo non si sa nulla
Vince chi racconta meglio”
Lo scrittore presenta lo spettacolo “Palamede, la storia”, ispirato alla Grecia Antica
di fronte che magari ti sta simpatico e che devi fregare. Se il
rigore lo tiri nel cortiletto di casa forse sei più felice, ma non
stai facendo il tuo mestiere».
A proposito di Holden, quest’anno a scuola avete ragionato sull’Europa: con quali conclusioni?
«Ogni anno scegliamo un tema
sul quale - come narratori - vogliamo sapere di più. Prima ancora della Brexit, era chiaro che
l'Europa avesse un problema di
storytelling. Con tutti gli esperti che abbiamo, nessuno sapeva
cosa sarebbe successo se la
Grecia fosse uscita dall’euro.
Neppure Draghi. Non sappia-
mo niente. E allora decidono le
storie, vincono quelle con raccontatori migliori».
Non è confortante...
«In questo momento non c’è
una narrazione dominante. Il
campo è aperto, Palamede e
Odisseo si scontrano e basta
pochissimo, un 2%, per far vincere l’uno o l’altro. C’è molta irrazionalità, ci sono pochi dati e
scarse conoscenze, e diventa
molto importante il lato narrativo della faccenda».
Sembra che la narrazione disgregante sia vincente.
«Molti oggi hanno un problema
di identità. Quasi tutti, anch’io.
Chiesa, patria, nazione, famiglia: queste istituzioni le abbiamo - giustamente - indebolite,
oggi l’identità più forte viene
dai prodotti di consumo. E non
basta. In mancanza di sicurezza - non sicurezza dai ladri, parlo di identità - prevale il panico
e quindi l’egoismo e quindi la
mossa a chiudere. Perfino gli
Stati Uniti stanno dando una
chance vera a Donald Trump».
È interessante l’uso che si fa oggi
del termine «sicurezza».
«Si parla di sicurezza pensando
ai campi rom o alla polizia, ma
la vera sicurezza è identità, è
essere padre, sapere chi sei
davvero. Mio nonno è andato in
guerra per difendere la nazione, cioè i suoi figli, chi lo farebbe
oggi?».
I nostri avi erano come Odisseo,
noi come Palamede?
«Arrivano i lupi nell’accampamento, attaccano gli uomini e
divorano le bestie. Per Odisseo
è un flagello, prende alcuni uomini e va a combattere i lupi.
Palamede dice: no, i lupi sono
un avvertimento di dio, annunciano la peste, lasciate che
mangino i più deboli. E impone
all’esercito di non nutrirsi di
carne e di stare in mare il più
possibile. Risultato: la peste si
prende tutta la legione, loro
scampano. Se vogliamo fare paragoni: scendono i lupi, c’è chi
ha una reazione istintiva e automatica e chi cerca di capire i segni del tempo, e interpretarli».
A cosa sta lavorando ora?
«Ho preparato tre nuove “Lectures”, che farò a Mantova a
settembre e poi registrerò a Roma. Sulla felicità, sulla verità,
sulla narrazione. Spiego perché
mi attraggono fatti e persone
diverse: in una tengo insieme
Kant, Leopardi e Beethoven
partendo dalla mappa della metropolitana di Londra».
E i romanzi?
«Ho scritto molto, ultimamente, fino alla Sposa giovane. Ora
aspetto che la polvere scenda,
per rivederci chiaro».
La televisione?
«Farò qualcosa ma sarà un
evento unico, tra il 2016 e il 2017.
Fare tv in maniera costante,
ogni giorno, ogni settimana, ora
non mi va. Faccio tante cose che
mi piacciono, la tv ti assorbe
completamente e dà un tipo di
popolarità che non mi aiuta».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
34
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Sette
giorni
MARCO VALLORA
NAPOLI
on emozione, le pareti
altrimenti fredde, lineari, del Madre, si aprono, malleabili ad accogliere,
come in un utero ospitale l’intera, palpitante opera d’un
grande della fotografia quale
Mimmo Jodice. Più che non
immagini ferme, icone indiscusse della luce e del buio, risultati estetici intoccabili ed
infiorati di cornici, ritrovi processi visivi, che si fanno lampi
fulminei di visioni ctonie, sondaggi archeologici della realtà, interrogativi brucianti.
Che si materializzano in un attimo di urticata folgorazione.
La chiave d’espressione più
ricorrente, in questo ulissiaco
viaggio moderno, in un tempo
che non ha più scansioni, ma
scatti sincopati e singhiozzi
visivi, intervalli lirici ma non
estetizzanti, è quello della
«vacanza», dell’assenza vistosa, del buco cavernoso, denti
guasti della civiltà e fascinazione del buio. Come mostrano tanti scatti celeberrimi: La
Tomba del Soldato Romano a
Petra oppure le ritmate finestre cave di nero petrolio magnetico, del Suor Orsola di
Napoli - oasi di riflessione filosofico-greco. Ma non si tratta
mai d’una rovina compiaciuta, in senso romantico, decadente. È sempre qualcosa di
C
CHAGALL BY SIAE 2016
Forte di Bard
Marc Chagall. La
vie è il titolo della
mostra che si apre
oggi al Forte di
Bard. Per la
prima volta si
vede in Italia il
capolavoro La vie
del maestro russo
Viareggio
Il tempo
di Signorini e De
Nittis è la mostra
che si inaugura
a Viareggio
il primo luglio
COURTESY DELL’ARTISTA
Ad Ercolano
Atleti della Villa dei Papiri (Polittico) 1986
MIMMO JODICE
La luce e il buio del Mediterraneo
in sessant’anni di immagini
Dalle sperimentazioni degli esordi ai capolavori “classici” di oggi:
al Madre di Napoli la retrospettiva di un maestro della fotografia italiana
In Calabria
Frattura 1970 stampa ai sali
d’argento su carta baritata
Sul mare
Attesa, opera n. 1, 2000 è la foto
che dà il nome alla mostra
COURTESY DELL’ARTISTA
Siena
Dal 29 giugno fino
al 31 luglio in
occasione
dell’Anno Santo ci
sarà una
scopertura
straordinaria del
pavimento del
Duomo
forte, di terremotante, come
quando il grigio topo della
Storia intacca i nasi delle sculture e le sfigura, rendendole
ancora più vive, parlanti.
Drammaticamente in dialogo
con la nostra pietas allarmata.
Perché il vuoto di Jodice, che
si riempie, per contrappasso,
d’una terribile forza magnetica, tellurica, aspirante,
un’energia vulcanica e primitiva, che tarla la pietra e sfigura le sagome è un vuoto che ci
parla e richiama, anzi esige,
l’orma dell’umano, la traccia
agonizzante del respiro vivente. La pompa di benzina «neorealista», ch’egli isola, sola,
come una scultura decrepita
(che attende però la mano ruvida del viandante meccanico) è lontana dalle algide gasolines di Ed Rucha, come una
pièce del silenzio di Cage lo
può essere da una farsa di
Scarpetta. Ma Jodice, legato
al mondo d’avanguardia di
Amelio, Lia Rumma, dello
Studio Trisorio, miscela quelle due anime, miracolosamen-
COURTESY DELL’ARTISTA
A Petra
Tomba del
soldato
romano, Petra
1993
COURTESY DELL’ARTISTA
te: come il limone caprese di
Beuys, con l’energetica lampadina, ficcata nel giallo costato.
Si guardi per esempio quell’immagine programmatica, che
dà il titolo all’ultima parte della
sezione retrospettiva, al terzo
piano, ma anche all’intera mostra: l’Attesa. La si confronti con
una non meno celebre e programmatica di Ghirri, con lo
scheletro nudo d’una porta calcistica, che inquadra desolantemente il mare. Lì l’uomo non c’è,
c’è il brullo sguardo metafisico
del mondo. Jodice ci propone invece come la vile poltrona diser-
tata, in modesto moplen turistico, d’uno spettacolo quotidiano,
che deve sempre ancora iniziare
e sta, scranno in umanissima
plastica ansiosa, come un animale in agguato, di fronte ad uno
schermo vuoto, ma promettente, vitale, che pare un cielo d’aurora, compresso in una stanza.
«Non c’è il cammino, ma il
camminare», ricordava una misticheggiante, tarda composizione di Nono, ispirato ad una
scritta sorpresa in un convento
spagnolo. Il «posto» vuoto indagato da Foucault, nelle Meninas
di Velazquez, non è più quello del
Re, ma del semplice scugnizzo,
del matto. Di noi tutti, migranti
dell’immagine. Si pensi a quella
straziante immagine del folle,
che si offre allo sguardo del fotografo, lasciando però scendere
la timida cortina del fazzolettoschermo. Che ricorda il celebre
disegno d’esordio di Paolini, che
non fa che squadrare il foglio, annunciando mille «possibili» a venire, e però l’immagine non c’è.
Oppure il «ritratto» del socio in
disarmo da manicomio, che della gabbia di prigione, col gomito,
fa spigolo d’accoglienza, teatro
perenne. «Siamo sempre in attesa, in verità, di qualcosa di buono
o di cattivo, non so, ma certo vivere non è altro che attesa», ti
accompagna con la voce Jodice,
come scivolandoti sotto un tappeto di suasione. «E poi è vero, io
non ho mai cercato l’immagine
bella, il risultato da appendere.
Per me è importante cercare, è
molto più significativo il percorso». Un «processo» che qui si di-
pana attraverso varie-stanze,
segnate da titoli illuminanti, e
spesso antifrastici: Eden, Città
visibili, Transiti. Questo bel titolo, alla Francesco Arcangeli, in
cui lui studia il trasmigrare di
certi elementi fisionomico-antropologico, dai ceffi dipinti di
Caravaggio e Ribera, ai nostri similarissimi contemporanei.
Proprio come Warburg studiava
il persistere di certe forme del
pathos, dall’antichità dionisiaca
alla sua contemporaneità futurista attraverso i suoi Chimigrammi sperimentali, i suoi Nudi deformati, figli delle performance, le
sue ri-fotografie, di fotografi sintomatici e a lui cari, come Evans,
Bill Brandt, Kertész. Le «verifiche» di Jodice, per dirla con una
terminologia alla Mulas, sono
tutte umane, come la mano, non
tecnologica, che scrive «vera fotografia» su un foglio fotografico, che poi un trancetto inciderà.
Come succede nella sala al pianterreno del Madre, le chiassose,
scarfogliane voci del ventre di
Napoli, arrivano sin entro il permeabile film di montaggio che il
figlio Francesco ha tratto dalle
paterne immagini di Teatro quotidiano: vero passaggio di testimone. «Epistemologia lirica»,
suggerisce il curatore Vigliani,
parlando di «eterno ritorno» del
ricorrente. Certo, come nel paradosso di Achille e la Tartaruga, l’Atleta trafelato di Jodice,
che non smette di rincorrerci,
tra ombre sulfuree ed essudazioni museali, è molto più vivo e
contemporaneo del nostro vicino di casa. Che si accinge, ridicolo, alla strenua maratona, con
una patetica panoplia di velleità
del Moderno.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
MIMMO JODICE. ATTESA. 1960-2016.
NAPOLI MUSEO MADRE
FINO AL 24 OTTOBRE
1
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
35
ARTE
La poesia
Mantra e madonne
Poesia Jacqueline, 1965
Collezione privata
Mantra siciliano per madonne toscane,
2006 - 2008 Mostra Modello Italia, Roma
FIORELLA M INERVINO
MILANO
M
ilano rende omaggio a
Emilio Isgrò con tre
mostre ufficiali (dal 28
giugno al 25 settembre), a Palazzo Reale con oltre 100 opere
storiche, libri cancellati, poesie
visive, particolari ingranditi, installazioni, quadri; poi alle Gallerie d’Italia, infine a Casa Manzoni. Un riconoscimento raro
per una città riservata, non incline alle lodi. L’artista siciliano
(Barcellona Pozzo di Gotto,
1937) è attivo sulle scena milanese dagli Anni 60, la cancellatura di parole oltre che di immagini è la sua cifra stilistica, un
segno che lo ha reso noto per
l’originalità; concettuale e poeta
visivo, sono talune etichette
usate per catalogarlo. In realtà
Isgrò sfugge alle formule: giornalista, scrittore, poeta, drammaturgo, artista d’avanguardia,
ha offerto una prova preziosa a
Gibellina con la trilogia dell’Orestea ispirata a Eschilo, riscritta
in un dialetto inventato. Quanto
alla cancellatura, tra quelle che
più hanno fatto rumore non
manca La Costituzione Italiana
nel 2010, l’Enciclopedia Treccani
nel 1970, poi la Britannica, il Debito pubblico e lo Spread al tempo di Monti. Cancellare è una
negazione e creazione di altro,
un gesto costruttivo e ricostruttivo che oggi incontra il gusto di
molti, soprattutto giovani.
Perché cancella e quando ha
cominciato?
«Ho iniziato nel 1964 con libri e
articoli di giornali, del resto facendo il giornalista il gesto era
riservato a quello che mi capitava a portata di mano. Non lo faccio certo per distruggere o per
nichilismo, come si è creduto a
volte, ma solo per evitare che la
parola umana risulti logorata
dall’uso e dall’abuso che ne fa
Come cambia l’ora
L’Ora italiana, 1985
installazione per 20 elementi
tecnica mista con orologi montati su legno
EMILIO ISGRÒ
“Cancello la realtà perché
si torni ad apprezzarla”
Da martedì una mostra in tre sedi a Milano celebra l’artista siciliano
L’artista
spesso la società mediatica. Lo
stesso vale per le immagini (e per
il suono), ne siamo così subissati
che ormai ci rendono ciechi. La
cancellatura serve a creare quell’incidente ottico che ci consente
finalmente di “vedere” cioè’ torniamo ad apprezzarle perché ne
sentiamo la mancanza».
con il primo libro a stampa bruciato dal Santo Uffizio, poi Malaparte scomodo un po ’ a tutti, fino a Giovanni Testori poco amato dal mondo cattolico e borghese da cui proveniva; alle Gallerie
d’Italia hanno aperto il caveau
per ospitare il ritratto del Manzoni dipinto da Hayez, l’ho cancellato e coperto di bianco, l’occhio che emerge scruta il nostro
Paese. A Casa Manzoni un’installazione di libri dove sono annullate anche le immagini dell’illustratore dell’800 Francesco
Gonin: i Promessi Sposi cancellati
per 25 lettori e 10 appestati, i primi sono quelli dello scrittore, gli
altri li ho aggiunti».
Emilio Isgrò ha 79 anni
L’attualità è indispensabile al
suo lavoro? Lei se ne serve fin
dagli Anni 60, dal particolare ingrandito di Jackie Kennedy che
si piega sul marito, fino all’L’Ora
Italiana, dopo la
bomba alla stazione di Bologna.
«Ho letto e studiato molta filosofia, ma per me
è più utile leggere i giornali piuttosto che Kant,
Hegel o Marx,
non vengo stimolato dalla Ragion
© PAOLA ARPIONE
pura piuttosto
dalla madre disperata che si toglie la vita perché
non sa come sfamare i figli».
Usa Internet?
Artista concettuale, poeta visivo, come si definisce?
«Ho aperto le strade al mondo
concettuale come ho fatto con la
Poesia Visiva, ora mi presentano
come un’anomalia nel quadro
dell’arte, io rispondo che è una
regola: gli artisti sono tutti anomali altrimenti fanno i designer
e stilisti, c’è tanto spazio».
Le sue creazioni più audaci?
«Tutte: non perché affrontano
chissà quali vette, ma perché devo ogni volta vincere una certa
paura nel crearle, forse sono insicuro; cito la Costituzione, l’Enciclopedia Britannica e la Treccani e
il Debito pubblico».
Quali lavori hanno sollevato
scandalo?
«La Volkswagen nel 1964 dove
paragonavo l’auto a Dio e non viceversa, fu oggetto di un anatema nella Cattedrale di Palermo
da parte del Cardinale, ma ricevetti pure una diffida da parte
della casa madre, a cui risposi
come Pier Capponi: “Ritirerò la
mia opera quando voi ritirerete
«La prima, curata da Marco
Bazzini, è a Palazzo Reale, con
oltre 100 opere storiche, dalle
prime cancellature alle poesie
visive, le Storie rosse, Chopin, le
formiche e gli altri insetti Anni
80 fino alla recente trilogia di
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e prenotazioni Tel. 019.6231-220 Sig.ra
Marina lunedì-venerdì dalle 9 alle 17.
Cosa si vedrà nelle tre mostre?
«Me ne servo molto, al computer
faccio cose semplici che mi fanno risparmiare tempo e con la cancellatura ho superato il fanatismo ideologico assai diffuso. Applico la cancellatura tanto ai libri che agli
eBook. Nutro interesse per le nuove tecnologie, vedo cose che fanno i
miei giovani colleghi, a volte bellissime, a volte modeste perché per un
artista innamorarsi degli strumenti può limitare la libertà, tant’è vero
che i video artisti, a parte i migliori
come Bill Viola, sono tutti uguali».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
EMILIO ISGRÒ
MILANO. PALAZZO REALE, GALLERIE
D’ITALIA, CASA DEL MANZONI
FINO AL 25 SETTEMBRE
36 .Spettacoli
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Qui a fianco,
Luca
Zingaretti,
54 anni,
celebre
per la parte
di Montalbano
nella serie tv
tratta
dai romanzi
e racconti
polizieschi
di Andrea
Camilleri
GIORGIO PESTELLI
Problemi e fatti vanno
visti partendo da un
dato di realtà, non
ascoltando passivi
spiegazioni senza
alcun fondamento
Ho già girato due corti
e mi piacerebbe
ripetere l’esperienza
Magari affrontando
proprio l’argomento
dei migranti
Colonna sonora
Da Gounod
a Leoncavallo
Flórez incanta
fuori dai cliché
Luca Zingaretti
ANSA
Intervista
FULVIA CAPRARA
PESARO
accontare la realtà,
smantellare i luoghi comuni, portare alla luce
la verità dei fatti. Non è vero
che le persone hanno solo voglia di evadere, sentirsi raccontare favole e non pensare
ai guai. Da dieci anni «Hai visto mai?», il festival di scena a
Pesaro fino a domani, dimostra che «nonostante l’abbrutimento dovuto alla scarsa
qualità di quello che gli viene
proposto, la gente ha voglia di
contenuti».
Luca Zingaretti, che dirige
l’appuntamento mettendoci
dentro tutta la sua passione e
la sua solida tenacia, racconta
soddisfatto di spazi stracolmi,
di dibattiti che dovevano durare un’ora e sono andati
avanti per tre: «Il mio mestiere mi tiene occupato tutto
l’anno, l’impegno del Festival,
che tra l’altro non è remunerato, mi prende molto e ogni
volta dico: “Questa è l’ultima
edizione”. Poi, però, mi sembra giusto prolungare l’esperienza. Sono un privilegiato e
spendermi in questa rassegna, oltre a darmi la sensazione, forse aleatoria, di incidere
sul dibattito del Paese, è una
maniera per restituire quello
che ho ricevuto».
Dedicato ai documentari
italiani e internazionali centrati su temi sociali e di costume, «Hai visto mai?» ha avuto
R
Luca Zingaretti: “Finalmente
E
la rivincita del documentario”
Il tenore Juan Diego Flórez
L’attore dirige il festival “Hai visto mai?” dedicato a film su temi sociali
“Non è vero che c’è solo voglia di evadere, in tanti cercano contenuti”
una pre-apertura con il monologo Stronzate scritto da Giuseppe Cesaro e interpretato dall’attore: «L’argomento di quest’anno è migrazione e terrorismo, il testo è una sorta di premessa, l’invito a guardare avvenimenti e problemi partendo da
un dato di realtà, smettendo di
ascoltare passivi spiegazioni
senza fondamento. Ci fanno vedere immagini di persone che
fuggono dai loro Paesi, dicono
che bisogna accoglierli, ma non
ci spiegano bene il perché».
Migrazione e terrorismo
Stronzate è una raccolta di frasi
fatte che tutti abbiamo nelle
orecchie, non semplici bugie,
ma ragionamenti insulsi e tendenziosi: «“I terroristi arrivano
dal mare nascosti tra i profughi”; loro viaggiano in aereo in
prima classe, l’obiettivo non è
morire in mare, ma diffondere
la paura seminando morte e distruzione».
Per il campione di audience
di una delle serie più amate della tv italiana, un Festival come
«Hai visto mai?» potrebbe apparire una fatica superflua, ma
la spinta a tenere viva la coscienza politica fa parte del Dna
della famiglia Zingaretti, dell’attore Luca e di suo fratello Nicola, presidente della regione
Lazio: «Certo, una rondine non
Mostra di Venezia 2016: ecco il manifesto
È l’immagine
di una curiosa
situazione
di attesa,
e un invito
alla visione
imminente
dei film
il manifesto
della prossima
73a Mostra
del cinema
di Venezia
(dal 31 agosto
al 10
settembre),
realizzato
per il quinto
anno da
Simone Massi.
Una immagine
che ha ricevuto
molte critiche
sui social
ANSA
fa primavera, ma io sono convinto che far vedere bei documentari sia importante. Finora
è stato un genere trascurato,
adesso, per fortuna, si sta muovendo qualcosa, la gente inizia a
interessarsi. È un po’ come con
mia figlia, quando diceva “io il
cocomero non lo mangio” e io le
rispondevo “ma se non lo hai
mai assaggiato?”...».
La Rai, secondo Zingaretti,
avrebbe dovuto «investire nel
settore, e invece non l’ha mai
fatto». Potrebbe anche succedere che, proprio per realizzare
un’opera di questo tipo, Zingaretti decida di tornare dietro la
macchina da presa: «Ho già girato due documentari, il più importante è stato quello dedicato
a Suso Cecchi D’Amico che si
raccontava in un’intervista fatta dalla nipote Margherita, la
mia prima moglie. Mi piacerebbe ripetere l’esperienza, magari
affrontando l’argomento dei
migranti». Prima però, assieme
agli impegni familiari da dividere con la moglie Luisa Ranieri,
c’è tanto altro da fare: «A settembre recito in un film francese sulla storia di una squadra di
calcio femminile, poi, fino a febbraio, riprendo in teatro The
Pride di Alexi Kaje Campbell,
dopo girerò un’opera prima italiana». Il commissario Montalbano può attendere: «L’abbiamo appena finito, vediamo se
l’anno prossimo si farà».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ntusiasmo alle stelle
per Juan Diego Flórez,
ospite d’eccezione dell’Orchestra Sinfonia della
Rai per il concerto fuori abbonamento diretto da Christopher Franklin che ha concluso il Festival di Primavera
«La voce e l’orchestra». Dopo
l’esordio a Pesaro poco più
che ventenne nell’estate 1996
(e pochi mesi dopo alla Scala), il tenore peruviano si è affermato in tutti i teatri del
mondo come tenore di grazia
rossiniano d’irraggiungibile
bravura; ma qui a Torino, dove non tornava dal 2007 dopo
un Elisir d’amore al Regio, ha
voluto uscire da ogni cliché e
regalarci un viaggio musicale
per i paesi e gli stili più diversi, da Mozart a Gounod e
Massenet, dalla Spagna della
zarzuela con Soutullo e Serrano all’Italia di Tosti, Leoncavallo e pagine rare di Verdi: fra cui un’aria bella dal dimenticato Un giorno di regno.
Sempre e ovunque stile altissimo nel fraseggio, facilità
incredibile di raggiungere gli
acuti, scioltezza nelle colorature, come quelle nella Betulia liberata di Mozart, senza
mai modificare timbro ed
emissione, come se tutto fosse facile; commovente poi il
dolce «legato» nell’Aura amorosa di Mozart, nella Demeure
chaste e pure di Gounod, gemma del più puro lirismo francese; con la lingua spagnola
vien fuori poi una nativa disinvoltura, che unisce l’incanto melodico (Bella enamorada da Juan Vert di Reveriano Soutullo) all’umorismo; a
questo tuffo nella zarzuela,
così poco conosciuta da noi,
ha collaborato anche il direttore Franklin che ha diretto
con brillante vivacità lo spassoso intermezzo da La boda
de Luis Alonso di Geronimo
Gimenez, assieme ad altre
pagine sinfoniche di Mozart,
Gounod e Verdi, incuneate
fra i pezzi vocali. Florez ha
ancora cantato l’aria più appassionata del Werther di
Massenet (Pourquoi me
réveiller), ma di una passione
sempre regolata dallo stile;
Rossini l’ha tenuto in serbo
per un bis travolgente, assieme ad altre meraviglie. Insomma, rapida apparizione
di un grande artista che è pure simpatico a prima vista;
chi può e vuole, potrà inseguirlo a Pesaro, dove ad agosto canta nella Donna del lago
di Rossini, o a Bologna per un
Werther in dicembre.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LA VOCE E L’ORCHESTRA
Juan Diego Flórez ospite
dell’Orchestra Sinfonia della Rai
Auditorium Toscanini
****
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Spettacoli .37
Dory, pesciolina senza memoria
è l’eroina del cartone dei record
Incassi da primato per il film animato che celebra i diversi e la diversità
LAPRESSE
Una scena con Hank, polipo cui manca un tentacolo
il caso
LORENZO SORIA
LOS ANGELES
ono passati tredici anni
da quando Alla ricerca
di Nemo si era concluso
con successo, con il ritrovamento appunto di Nemo perso tra le meraviglie e anche i
misteri e a volte il terrore dei
mari. Missione compiuta, ma
Andrew Stanton, il regista
formatosi alla scuola della
Pixar che aveva diretto il film
e che poi ci ha dato anche
Wall-E, ogni volta che tornava su quel suo film ci vedeva
un ché di irrisolto.
La stessa domanda che si
faceva lui gli arrivava anche
dai fan del film, o dagli amici
dei suoi figli: e Dory? Già, che
ne era di Dory, la deliziosa
amica di Nemo e soprattutto
del suo papà, una pesciolina
azzurra smemorata, che ricordava fatti, luoghi e pesci
del passato ma non quanto
appena accaduto?
«Ho capito che ero un po’
preoccupato per Dory - racconta Stanton -. La premessa della sua perdita della memoria a breve termine non
era stata risolta. E se si fosse
persa di nuovo? Ce l’avrebbe
fatta? Sapevo che c’era una
storia da raccontare, e ora
l’ho fatto. Questa è più che altro la storia di Dory che ritrova se stessa. È fragile e
vulnerabile, ma riesce a riconoscere la propria forza».
Dory e Nemo sono dunque
di nuovo assieme, circondati
da un colorito assortimento
di altre creature marine che
hanno tutte un po’ di problemi. C’è Hank, un polipo un
po’ scontroso cui manca un
tentacolo. C’è Destiny, uno
squalo con seri problemi di
vista. C’è Bailey, una balena
un po’ melodrammatica. C’è
Squirt, la tartaruga saggia.
E ora la curiosità che ha
mosso Stanton e la Pixar (nel
frattempo diventata parte
dell’impero Disney) a tornare a rivisitare questo mondo,
deve essere stata condivisa
da molti altri: la settimana
scorsa, al debutto nelle sale,
Finding Dory ha racimolato
solo negli Stati Uniti 130 milioni di dollari, record per un
film di animazione e anche
per un film uscito nel mese di
giugno. Alla ricerca di Dory,
che arriverà nelle sale italiane a settembre, è uscito nel
frattempo in altri 29 Paesi,
raccogliendo altri 50 milioni,
20 dei quali generati in Cina.
Anche se hanno cercato
di mantenere lo stile del primo film, gli animatori della
Pixar hanno creato un mare, una barriera corallina e
creature marine sempre più
realistici e credibili. Hanno
dato al film azione, emozioni, humour, sentimento. E
senza mai cadere nella predica e nella correttezza politica, ma anzi con giusta leggerezza hanno saputo affrontare temi importanti
come gli handicap mentali e
la diversità.
«Too crazy», dice Hank il
polipo a Dory della sua ricerca dei genitori nell’immensità degli oceani. Troppo folle,
S
A settembre
in Italia
Qui a fianco,
Dory,
la pesciolina
già apparsa
in «Alla
ricerca
di Nemo»
che ora
ha un film
tutto per sé:
«Alla ricerca
di Dory»,
anch’esso
prodotto
dalla Pixar
AP
Qui sopra,
Ellen
DeGeneres, che
dà voce a Dory
nella versione
Usa: «Non è un
personaggio
tragico - dice ma una
creatura
diversa con
diverse
opportunità»
AP
ma lei gli risponde: «I’m okay
with crazy». La storia di Nemo,
nato con una pinna deformata,
era stata una lode alla tenacia.
Dory è un film centrato di più
sull’accettazione del caos: in
particolare la questione della
perdita della memoria della
pesciolina e della sua incapacità di fare dei piani diventa sia
180
milioni
È l'incasso
(in dollari)
del film
nella prima
settimana
di uscita
occasione per riderci sopra sia
per riflettere su come un handicap può diventare in realtà
anche un vantaggio.
È una celebrazione dei diversi e della diversità e Ellen
DeGeneres, che dopo così tanti anni torna a dare la voce a
Dory, adora questo personaggio. «Mi piace il messaggio che
30
Paesi
Sono quelli
in cui è
già uscito:
in Italia
il film arriva
a settembre
una invalidità possa in realtà
diventare una grande forza sostiene la celebre attrice e
presentatrice televisiva -.
Dory non è rappresentata come una figura tragica, ma come una creatura diversa con
diverse opportunità. E questo
è un significato molto potente,
specie per i bambini che sono
in un’eta in cui non hanno sviluppato pregiudizi nei confronti delle disabilità».
Ellen DeGeneres è stata
una delle prime voci hollywoodiane a dichiarare apertamente la propria omosessualità, e
da otto anni è sposata con l’attrice Portia De Rossi. Nel film
qualcuno ci ha visto anche un
messaggio a favore dell’amore
lesbico. E ora, nel ricordarglielo, ci ride sopra. «Sì, ho sentito
questa voce nata su Internet e
quando ho rivisto il film alla
“prima” ho studiato con attenzione la scena che ha generato
questa riflessioni. Sono abbastanza brava nell’avvistare e
nell’individuare donne omosessuali. Ma qui tutto ciò che
ho visto è solamente che ci sono due donne e che una delle
due ha davvero un brutto taglio di capelli. Nulla di più».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il film uscirà a ottobre
Bernabei e Timberlake
“Diamo voce ai Trolls”
Da sinistra,
Alessio
Bernabei
e Justin
Timberlake
alla
presentazione
a Los Angeles
del cartone
«Trolls» della
Dream Work
LOS ANGELES
Alessio Bernabei sarà la voce italiana del troll Branch
nel nuovo lungometraggio
d’animazione Trolls in uscita
a ottobre realizzato dai creatori di Shrek, Madagascar e
Kung Fu Panda e diretto da
Mike Mitchell e Walt Dohrn
per la Dream Work Animation. Il film, che sarà distribuito in Italia da 20th Century Fox, vede nella sua versione originale la voce di Branch affidata a Justin Timberlake. Il ventiquattrenne di
Tarquinia, frontman dei Dear Jack fino all’anno scorso,
ha incontrato l’attore e cantante americano a Los Angeles proprio alla presentazione del film.
«Ho fatto ridere Justin
Timberlake - racconta con
orgoglio Alessio - gli ho detto
che ho il ciuffo dei Trolls, mi
ha detto che dovrei farlo cre-
scere di più». Continua Bernabei: «Se penso a una figura
di riferimento per la mia carriera penso proprio a Justin
Timberlake. Questa è la mia
prima volta negli States: ho
così esaudito uno dei miei più
grandi sogni, venire negli Stati Uniti e venire proprio a Los
Angeles. Sono cresciuto con
Shrek, con Madagascar e con
gli altri film di animazione degli anni Novanta».
I protagonisti della storia
raccontata in Trolls sono la
Principessa Poppy e il troll
Branch, i quali decidono di
allontanarsi dal loro mondo,
alla volta di un altro del tutto
sconosciuto, per andare a
cercare il re della foresta dei
troll che è stato rapito. Sarà
un viaggio avventuroso che
metterà alla prova Poppy e
Branch i quali verranno a conoscenza della misteriosa
origine dei capelli colorati
[S. N.]
dei Trolls.
1234534634137839A39B3A63CD31E3B73B9
F474163E38A63E2 LA STAMPA LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Spettacoli .39
Programmi tv
I programmi settimanali completi delle principali tv satellitari, del digitale terrestre e delle radio su: www.lastampa.it/programmi
del 25 giugno 2016
Rai 1
Rai 2
Rai 3
6.55 Rai Player Attualità
7.00 Tg 1
7.05 Rai Parlamento Settegiorni Attualità
8.00 Tg 1
8.25 A Sua immagine
8.55 Santa Messa presieduta
da Papa Francesco
10.30 Tg1 L.I.S.
10.35 Buongiorno benessere
11.05 Il Giubileo di Francesco
11.35 Linea Verde Orizzonti
estate Magazine
12.25 In viaggio con la zia
13.30 Telegiornale
14.00 Lineablu Magazine
15.20 Legàmi Telenovela
17.00 Tg1
17.15 A Sua immagine
17.45 Passaggio a Nord Ovest
18.45 Reazione a catena Gioco
20.00 Telegiornale
6.30 Memex - La scienza raccontata dai protagonsti
7.00 Sulla via di Damasco
7.30 Sea Patrol Telefilm
9.00 Rai Parlamento Punto
Europa Attualità
9.30 Amore tra i fiordi Film-tv
10.55 Meteo 2
11.00 Senti chi abbaia
11.25 Il nostro amico Charly TF
12.10 Il nostro amico Kalle TF
13.00 Tg 2 Giorno
13.25 Il Caffè degli Europei
14.00 Last Cop - L’ultimo sbirro
Telefilm
15.40 Squadra speciale Lipsia TF
17.10 Sereno variabile estate
17.55 Rai Player Attualità
18.00 Tg 2 Flash L.I.S.
18.05 Il commissario Voss TF
19.00 NCIS New Orleans TF
20.30 Tg2 20.30
8.15 Italia: Viaggio nella bellezza Documentari
9.05 Scandali al mare Film ★★
10.45 Pocahontas Film ★★
12.00 Tg 3
12.25 Tgr l’italia del Settimanale Magazine
13.25 Tgr Regioni e Ragioni del
Giubileo Attualità
14.00 Tg Regione. Meteo
14.20 Tg 3
14.45 Tg3 Pixel Attualità
14.50 Tg 3 Lis
14.55 Rai Player Attualità
15.00 I cento passi Film
(dramm., 2000) ★★★★
16.45 Report Attualità
18.20 Rivediamoli - Gabriella
Ferri Varietà
19.00 Tg 3. Tg Regione. Meteo
20.00 Blob Videoframmenti
20.10 I giorni di Parigi Sport
Tg 5 Prima pagina
Traffico
Tg 5 Mattina
Le ali di Katja Film (avv.,
1999) ★★
11.00 Mamme al via Reality
show
13.00 Tg 5. Meteo.it
13.40 Miss Fbi: infiltrata speciale Film (comm., 2005)
★★
16.10 Funny Money - Come far
soldi senza lavorare Film
(comm., 1997) con
Whoopi Goldberg,
Dianne Wiest. Regia di
Donald Petrie ★★
18.45 Caduta libera smile
Game show
20.00 Tg 5. Meteo.it
20.40 Paperissima sprint estate
Varietà
20.35
Agente 007, dalla
★★★★
Russia...
21.10
Le quattro piume ★★
21.10
Jumanji
FILM. (avv., 2002) con Heath Led-
FILM. (fant., 1995) con #Robin Wil-
FILM. (spion., 1963) con Sean
ger, Wes Bentley. Regia di S.
Kapur. Harry Feversham, uno dei
migliori soldati del suo reggimento, deve partire per il Sudan
ma, assalito dai dubbi, si dimette
liams, Bonnie Hunt. Regia di Joe
Johnston. Il dodicenne Alan e la
sorella Sarah trovano un misterioso gioco in scatola. Basta lanciare i dadi e ci si finisce dentro
0.00 Speciale Tg5- La Vie en
rose Attualità
1.30 Tg 5 Notte. Meteo.it
2.15 Paperissima sprint estate
Varietà (Replica)
3.15 L’ultima porta Film
(dramm., 2004) ★★
23.20 Open Water Film (thriller,
2003) con Blanchard
Ryan, Daniel Travis, Saul
Stein ★★
1.05 X-Style motori Attualità
1.55 Studio aperto - La giornata
20.35
Croazia-Portogallo
21.05
NCIS
SPORT. Campionato europeo
TELEFILM. Gibbs (Mark Harmon)
2016. In diretta dallo Stade Bollaert-Delelis, Lens, i croati allenati da Ante Cacic affrontano la
nazionale di calcio portoghese
di Fernando Santos
e l’intera squadra devono fare
luce sulla morte di un ufficiale
di marina. L’autopsia rivela che
il giovane è deceduto per un
forte trauma cranico
23.10 Il grande match Varietà
0.40 Tg 1 - Notte. Che tempo fa
0.55 Calcio: Croazia-Portogallo
2.35 Milleeunlibro - Scrittori
in Tv Attualità
3.05 Le vie del cuore Film
4.35 Da Da Da
22.35 The good wife Telefilm
23.25 Tg 2
23.40 Tg2 Dossier Attualità
0.35 Tg2 Storie. I racconti
della settimana
1.15 Tg2 Mizar Attualità
1.35 Tg2 Cinematineè
Canale 5
6.00
7.55
8.00
8.45
Connery. Regia di T. Young.
James Bond deve assicurare alla
Gran Bretagna un decodificatore che si trova a Istanbul
22.45 Tg 3. Tg Regione
23.05 Un giorno in pretura
0.20 Tg 3
0.30 Tg3 Agenda del mondo
0.45 Tg3 Chi è di scena
1.00 Appuntamento al cinema
1.05 Fuori orario
Italia 1
6.40
7.00
7.15
7.30
8.20
9.15
Shit! My dad says Sitcom
Mototopo Autogatto
Pixie and Dixie Cartoni
Scooby Doo Cartoni
I Flintstones Cartoni
Che campioni Holly e
Benji! Cartoni animati
10.10 Una mamma per amica
Telefilm
12.05 Smart touch Varietà
12.25 Studio Aperto. Meteo
13.05 Sport Mediaset Sport
13.45 I Simpson Cartoni
14.10 Top Dj Musicale
15.45 Honey 2 Film (mus.,
2011) ★
18.10 Tom & Jerry Cartoni
18.30 Studio Aperto. Meteo
19.00 Tom & Jerry Cartoni
19.25 Ant Bully - Una vita da
formica Film (animaz.,
2006) ★★
★★
Rete 4
La 7
7.55 Chase Telefilm
9.40 Stalker Attualità
9.45 Carabinieri Telefilm
10.45 Ricette all’italiana
Attualità
11.30 Tg 4 - Telegiornale
12.00 Detective in corsia TF
13.00 La signora in giallo TF
14.00 Lo sportello di Forum
Attualità
15.30 I viaggi di Donnavventura Attualità
15.40 Stalker Attualità
15.45 Monk Telefilm
16.50 Poirot Telefilm David
Suchet interpreta Hercule Poirot
18.55 Tg4 - Telegiornale
19.35 Dentro la notizia
Attualità
19.55 Tempesta d’amore
Soap opera
6.00 Tg La7. Meteo. Oroscopo.
Traffico Attualità
7.55 Omnibus Attualità
9.45 Coffee break Attualità
11.00 L’aria che tira - Sabato
11.55 Il pollice verde sono io
12.50 Bellezze in bicicletta
Magazine
13.30 Tg La7
14.00 Tg La7 Cronache
14.20 La libreria del mistero –
Foto di compleanno
Film-tv
16.00 La libreria del mistero – Il
weekend del mistero
Film-tv
17.45 Smith, un cowboy per gli
indiani Film (western,
1969) con Glenn Ford,
Nancy Olson★★
20.00 Tg La7
20.35 Otto e mezzo - Sabato
21.15
Verdetto finale ★★
21.10
L’ispettore Barnaby
FILM. (thriller, 2009) con E. Durance. Regia di R. Roy. Megan, procuratore alle prime armi, vince
il suo primo caso importante
facendo condannare un uomo
per l’omicidio della moglie
TELEFILM. Nell’episodio “Matrimonio con la morte”, una
donna in abito nuziale viene
ritrovata senza vita in un cottage. Barnaby inizia a indagare per vederci chiaro
23.05 Virus Film (fant., 1999)
con Jamie Lee Curtis,
William Baldwin,
Donald Sutherland,
Joanna Pacula ★★
1.10 Tg4 Night News
1.15 Ieri e oggi in tv speciale
0.45 Tg La7
0.55 Otto e mezzo - Sabato
Attualità (R)
1.30 ... E giustizia per tutti
Film
3.30 Coffee break Attualità (R)
4.35 Omnibus Attualità
digitale terrestre
RAI 4
21
16.35 Rush Telefilm
17.20 Rai News - Giorno
Notiziario
17.25 Rai Player
Magazine
17.35 Perception Serie
19.05 Medium Serie
20.45 Rai Dire Europei Ottavi 3 Sport
23.10 13 Film
0.40 Rai News - Notte
0.45 Anica
Appuntamento Al
Cinema Rubrica
0.50 Ray Donovan Serie
RAI 5
23
18.35 Rai News - Giorno
18.40 Sinatra All Or
Nothing At All
Documentari
20.40 Rai Player
Magazine
20.50 Come Si Guarda
Un’opera D’arte
Documentari
21.15 Osn - Franklin Florez Musicale
23.15 Album La Comune
di Gemona Teatro
0.00 Wynton Marsalis
Septet Documentari
RAI STORIA 54
19.45 a.C.d.C. Thomas
Muntzer e la guerra dei contadini
20.35 Il giorno e la storia Documentari
20.45 Il tempo e la storia. Battaglia di
Teutoburgo-La
sconfitta di Roma
21.40 Documentari
d’autore-Sacro
G.R.A. Documentari
23.15 Eco della Storia.
Pier Paolo
Pasolini
RAI MOVIE
13.55 Transsiberian Film
15.45 Tuck Everlasting:
Vivere per sempre
Film
17.20 Rai News - Giorno
Notiziario
17.25 Rai Player
Magazine
17.35 Simon Konianski
Film
19.15 Qui dove batte il
cuore Film
21.15 Happy Family Film
22.55 As Good as Dead
Film
film
19.10 La guerra di Troia Dopo
la morte di Ettore,
Enea prende il comando. Ma i greci entrano
in città SKY CLASSICS
19.15 Il cielo in una stanza
Paolo ha un figlio,
Marco, con il quale ha
frequenti diverbi SKY
COMEDY
Nightwatch Studente,
guardiano all’obitorio,
s’imbatte in un serial
killer. Con Nick Nolte
SKY MAX
19.30 Daddy Sitter John
Travolta e Robin
Williams sono colleghi
in affari da una trentina d’anni SKY CINEMA
FAMILY
21.00 Mimzy - Il segreto
dell’universo Due fratellini trovano casualmente tra le onde degli
oggetti misteriosi SKY
CINEMA FAMILY
Totò Story Antologia
composta da otto episodi tratti dai più celebri film di Totò SKY
CLASSICS
Natale a New York Due
storie intersecate che
vedono i protagonisti
nella magica New York
SKY COMEDY
Il mio angolo di paradiso In amore, Marley
preferisce avere delle
avventure senza impegni SKY PASSION
Automata 2044, la
superficie della Terra si
sta desertificando ia
causa dell’uomo SKY
MAX
21.10 Quantum of Solace
Daniel Craig veste per
la seconda volta lo
smoking di James Bond
SKY HITS
Survivor Un’americana
del Dipartimento di
Stato si trova al centro
di una cospirazione SKY
CINEMA 1
22.40 Un principe tutto mio
Paige Morgan è impegnata al massimo per
coronare il sogno di
diventare medico SKY
CINEMA FAMILY
22.50 Ant-Man Paul Rudd
dentro una cassaforte
troverà una strana tuta
SKY CINEMA 1
22.55 Quinto potere Peter
Finch dichiara davanti
le telecamere di volersi
suicidare. Di Sidney
Lumet SKY CLASSICS
Una hostess tra le
nuvole Gwyneth
Paltrow decide di
lasciare il Nevada e
diventa assistente di
volo SKY PASSION
Terminator Genisys
2029, John Connor è al
comando della lotta
contro le macchine SKY
MAX
IRIS
24
serie tv
15.50 I Simpson FOX
16.20 The Catch FOX LIFE
16.35 NCIS FOX CRIME
16.40 American Dad FOX
17.05 American Dad FOX
17.10 Castle FOX LIFE
17.30 NCIS FOX CRIME
How I Met Your
Mother FOX
17.55 How I Met Your
Mother FOX
18.10 Castle FOX LIFE
18.20 NCIS FOX CRIME
Quantico FOX
19.10 Bones FOX CRIME
Castle FOX LIFE
19.15 I Simpson FOX
20.00 Grey’s Anatomy FOX
FOX CRIME
FOX
LIFE
2 Broke Girls FOX
21.25 2 Broke Girls FOX
21.50 Mom FOX
21.55 Cucine da incubo
FOX
22.05 Il caso O.J. Simpson American Crime Story
FOX CRIME
FOX
LIFE
22.55 Il caso O.J. Simpson American Crime Story
FOX CRIME
CIELO
TV8
26
12.15 Fratelli in affari
Varietà
14.15 Master Pasticciere
di Francia Varietà
16.15 Alessandro
Borghese - 4
ristoranti Varietà
17.15 Joe Bastianich Restaurant
Startup Varietà
18.15 Cucine da incubo
20.15 Top Gear UK
Varietà
21.15 Play Motel Film
23.15 Naked Film
8
15.15 Studio MotoGP
15.35 Motomondiale
Qualifiche Sport
16.45 Studio MotoGP
17.15 Una scatenata
dozzina Film
19.15 Scandali ad
Hollywood
Documentari
20.15 House of Gag
21.15 Fuga senza fine
23.00 In Good Company
Film
1.15 Body Shock
Documentari
REAL TIME
GEOGRAPHIC
19.10 Come è fatto
DISCOVERY CHANNEL
19.20 Italie invisibili: Il
Deserto di Accona e le
Crete Senesi ARTE
19.30 Hell’s Kitchen USA
SKY UNO
19.35 Come è fatto
DISCOVERY CHANNEL
19.55 Italie invisibili: La
Riviera del Brenta e le
Ville Venete ARTE
Marocco: la grande
sfida NATIONAL
GEOGRAPHIC
DISCOVERY CHANNEL
20.20 Hell’s Kitchen USA
SKY UNO
20.30 Italie invisibili: Lo
Stato dei Presidi e la
Maremma ARTE
20.55 Tabù - Fisicamente
modificati NATIONAL
21.00 Music & Cocktail John Lennon e Yoko
Ono ARTE
Costruzioni senza limiti DISCOVERY CHANNEL
21.10 Bullseye SKY UNO
21.15 San Pietro e le
Basiliche Papali di
Roma 3D ARTE
21.55 L’invasione dei coccodrilli DISCOVERY
CHANNEL
Tabù USA
GEOGRAPHIC
NATIONAL
31
6.00 Alta infedeltà
12.20 Quel mostro di
mamma
14.20 Bake Off UK
16.10 Il boss delle torte
18.10 Il boss delle torte:
vacanze in famiglia
19.10 Il mio grosso
grasso matrimonio gipsy US
21.10 Body Bizarre
23.05 Sopravvissuta
all’inferno
1.05 Jodie Marsh: corpi
scolpiti
DMAX
18.30 J. Edgar Leonardo
DiCaprio diretto da
uno dei maestri del
cinema, Clint Eastwood
PREMIUM CINEMA
19.25 Niente da dichiarare?
Quando in Europa
cadono le frontiere,
due doganieri perdono
il lavoro PREMIUM
COMEDY
19.35 Step Up 4 Revolution
Sean, ballerino di talento, si guadagna da
vivere facendo il cameriere a Miami PREMIUM
CINEMA EMOTION
19.45 Animal - Il Segreto
della Foresta PREMIUM
CINEMA ENERGY
20.40 Hollywood Singing
And Dancing: A
Musical History
PREMIUM UNIVERSAL
20.55 L’amore è Cieco
PREMIUM CINEMA
21.15 Come ti spaccio la
famiglia Dopo essere
stato rapinato, uno
spacciatore accetta un
incarico pericolosissimo
PREMIUM CINEMA
Matrimonio a Parigi I
figli di un imprenditore
e un finanziere condividono un appartamento
a Parigi PREMIUM COMEDY
42 Storia di Jackie
Robinson, primo giocatore di baseball professionista di colore
PREMIUM CINEMA EMOTION
22.55 Una Donna Per La Vita
PREMIUM COMEDY
23.05 Amityville Horror Una
famiglia si trasferisce in
una casa dov’è stato
commesso un orrendo
delitto PREMIUM
UNIVERSAL
23.15 Amore a mille...miglia
Garrett ed Erin, costretti a separarsi, continuano ad amarsi a distanza
PREMIUM CINEMA
23.20 Il dilemma Ronny e
Nick, amici da sempre,
si accorgono di avere
dei segreti PREMIUM
CINEMA EMOTION
23.30 Wolverine: L’immortale
PREMIUM CINEMA ENERGY
PREMIUM UNIVERSAL
0.40 D.A.R.Y.L. Un bambino
abbandonato viene
adottato da una coppia. Ma nasconde un
segreto PREMIUM
X-Men - Giorni di un
futuro passato Gli XMen del presente e del
passato uniti per cambiare il futuro PREMIUM
0.45 Ghost Movie Malcolm
e Kisha, nella loro casa
dei loro sogni, coprono
di non essere soli
Adventureland Appena
diplomato, James
accetta un lavoro in un
parco dei divertimenti
CINEMA ENERGY
UNIVERSAL
PREMIUM COMEDY
52
14.10 Gli indistruttibili
15.05 100 cose da non
fare a casa
15.55 Formula (sotto)
zero - 1^TV Varietà
16.50 Dollari al volante
17.45 I maghi delle auto
18.35 Street Custom Las
Vegas
19.30 Affari a quattro
ruote
21.10 Affari a quattro
ruote World Tour
22.00 Top Gear
22.55 Killer Karaoke
film
intrattenimento
18.55 Megastrutture: Il Burj
Khalifa NATIONAL
GEOGRAPHIC
LIFE
22.15 Mom FOX
22.45 The Grinder FOX
22.50 Chirurgia estrema
12.05 Nato il 4 luglio
Film
14.45 Adesso Cinema!
15.10 Ali’ Film
18.15 Quel pomeriggio
di un giorno da
cani Film
21.00 Quelle strane
occasioni Film
23.20 Il Conte Max Film
1.20 Visti da Vicino
1.50 Canterbury N. 2
Nuove storie
d’amore del ‘300
Film
20.05 Ingegneria degli errori
LIFE
20.05 Bones FOX CRIME
I Griffin FOX
20.30 I Griffin FOX
21.00 Il caso O.J. Simpson American Crime Story
Cucine da incubo
22
serie tv
16.25 Gotham ACTION
16.45 Big Bang Theory JOI
16.55 Chicago Med STORIES
17.05 Big Bang Theory JOI
17.15 The Vampire diaries
ACTION
17.30 2 Broke Girls JOI
17.35 The Mysteries Of
Laura TOP CRIME
17.45 Chicago Med STORIES
17.55 The middle JOI
18.05 The Originals ACTION
18.20 The middle JOI
18.30 The Mysteries Of
Laura TOP CRIME
18.35 Chicago Med STORIES
18.45 The middle JOI
19.05 Undercover ACTION
19.10 Mom JOI
19.25 Rizzoli & Isles TOP
CRIME
19.30 Chicago Med STORIES
19.35 Hart Of Dixie JOI
20.10 Undercover ACTION
20.20 Gossip Girl STORIES
Hart Of Dixie JOI
Rizzoli & Isles TOP
CRIME
21.10 The Closer TOP CRIME
21.15 The Mysteries Of
Laura STORIES
New Girl JOI
Supergirl ACTION
21.40 New Girl JOI
22.00 The Closer TOP CRIME
22.05 The Mysteries Of
Laura STORIES
Significant Mother JOI
Supergirl ACTION
22.35 Significant Mother JOI
22.50 Major Crimes TOP
CRIME
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
5678 1234
OGGI
OTTAVI DI FINALE
SVIZZERA
POLONIA
Ore 15 - St. Etienne
Sky Sport 1
GALLES
NORD IRLANDA
Ore 18 - Parigi
Sky Sport 1
CROAZIA
PORTOGALLO
Ore 21 - Lens
Raiuno, Sky Sport 1
IN TV
ore 12
Zona 12 Pm
Europei
(Rai Sport 1)
ore 13,30
Il Caffè degli
Europei (Raidue)
ore 13,30
Estate Europei
(Sky Sport 1)
ore 17
Paris Jour Live
(Sky Sport 1)
ore 19
Zona 19 Pm
Europei
(Rai Sport 1)
ore 20
Paris Nuit Live
(Sky Sport 1)
ore 20,10
I giorni di Parigi
(Raitre)
ore 20,30
Campionato
Europeo (Raiuno)
ore 23
Paris Nuit Live
(Sky Sport 1)
ore 23,10
Il Grande Match
(Raiuno)
MASSIMILIANO NEROZZI
INVIATO A MONTPELLIER
Di fronte allo specchio delle
sue brame, l’Europa, Antonio
Conte tenta l’impresa che finora gli è mancata: vincere
una grande partita in Eurovisione. Che alla fame aggiunge
la fama, come hanno dimostrato i titoloni dei tabloid
dopo l’impronosticabile 2-0
al Belgio. Da allenatore della
Juve fece tripletta di scudetti, dopo doppietta di settimi
posti, e stracciò record, ma
andare oltre confine fu spesso un po’ morire: dal nemico
più forte di tutti (il Bayern
Monaco di Heynckes) alla neve di Istanbul, fino al mancato turnover in vista del Benfica, sull’uscio della finale di
Europa League, in casa. Ormai al timone del Chelsea,
che anticipando la Brexit non
farà Coppe, ora Conte avrà
Italia-Spagna, lunedì a SaintDenis, ottavi di finale dell’Europeo: a questi livelli, sarà la
sua prossima chance, ci si augura non l’ultima.
Aria da Champions
Come fu ai tempi della Juve,
Conte parte sfavorito, se carta canta: la Spagna arruola
20 giocatori reduci dalla
scorsa Champions, l’Italia la
metà. Uscendo da un flop
continentale di tragiche proporzioni: zero squadre su sei
ai quarti delle Coppe, come
non capitava da quindici anni. Gli allenatori italiani restano di gran successo, come
dimostra l’import in Premier,
non il nostro modo di giocare:
non più italianista e non ancora europeista. A partire dal
ritmo, tutt’altro che frenetico, della serie A: Turchia a
parte, il campionato più vecchio d’Europa. Esperienza e
talento ci hanno lasciato una
grande difesa, non una grande squadra. Tocca al manico,
dunque. Che, al solito, lavora
e fa lavorare: «Vi assicuro che
dopo quel quarto d’ora davanti alle telecamere, comincia il vero allenamento», sorrideva ieri Giorgio Chiellini.
Come sempre, Conte allena il
fisico: «Per il nostro gioco è
importante tenere alti intensità e pressing», ancora il di-
LUNEDÌ A SAINT-DENIS L’OTTAVO CONTRO I CAMPIONI IN CARICA
Orgoglio
Antonio
Conte,
46 anni,
osserva
l’allenamento
dei suoi
ragazzi
L’Italia
ha chiuso
il gruppo E
al primo
posto
con due
vittorie
(2-0 Belgio,
1-0 Svezia)
e una
sconfitta
(0-1 Irlanda)
ANSA
Eurovisione
Battere la Spagna per prendersi la vetrina e qualche rivincita
Con l’Italia Conte cerca la sua prima impresa internazionale
fensore. E la mente, se in questi
giorni il ct ha sventolato sotto il
naso degli azzurri qualche titolo di giornale, tanto per tenere
vivo l’orgoglio e accendere il
fuoco della rivincita. Del resto
a Vinovo, campo base Juve,
qualche volta gli articoli finivano appesi in bacheca. Pensiero
tradotto nell’ormai famoso primo discorso juventino: «È ora
di smetterla di fare schifo».
Dubbio Candreva
Con Conte al governo, la squa-
DALL’INVIATO A MONTPELLIER
LO JUVENTINO A MALTA: «GRANDI ACQUISTI»
Dybala: «Pjanic e Alves per una super Juve»
1 Visita agli orfanotrofi di Malta per Paulo Dybala (al centro nella
foto), attaccante della Juve: «Pjanic e Dani Alves sono grandi acquisti e già fanno capire le ambizioni della Juve». Peccato per Morata,
salutato via social e stuzzicato dall’amico argentino: «Spero cambi
idea. Italia-Spagna? Mi auguro di vedere molti gol, anche se Alvaro
in allenamento ha sempre temuto Chiellini».
SPORT
Una scelta definitiva, una
mossa che ha l’effetto di
spiazzare gli attori in campo. Marcello Lippi non sarà
il prossimo direttore tecnico
della Federcalcio perché l’ex
ct campione del mondo ha
capito che c’è una questione
di opportunità che avrà
sempre, e comunque, un suo
peso specifico sullo sfondo
della vicenda. «Non torno
indietro, non voglio essere
strumentalizzato», dice Lippi. Strumentalizzato da chi?
E perché? Il punto di partenza è lontano e non privo
di qualche leggerezza. C’è
una federazione che annuncia di cercare una figura di
prestigio ed esperienza che
possa ricoprire il ruolo di direttore tecnico dentro un
progetto più ambizioso:
l’obiettivo è ricreare quella
«cantera» di allenatori federali in grado di prendere in
mano la Nazionale quando
13
successi
Nel percorso
azzurro
di Conte
ci sono 13
vittorie
sulle 23
partite da ct
dell’Italia,
oltre a sei
pareggi
e 4 ko
il caso
40
dra diventa gruppo e l’io il noi.
Così, quel che diceva ieri Chiellini avrebbe potuto essere parole del ct: «Non eravamo
scarsi e non siamo fenomeni».
C’è aria da combattimento,
sempre e comunque: «Eravamo morti prima del via dell’Europeo, siamo stati esaltati
e poi riaffossati». Capita che il
ct se la prenda («Sono uno sceso dalla luna?»), ma poi gli importa solo del campo. Ricordava Chiellini: «Prepariamo ogni
dettaglio per qualunque parti-
11
vittorie
Per Conte
nelle coppe
europee
da tecnico
della Juve
in due
stagioni.
Le sconfitte
sono cinque
e i pareggi
otto
ta, figuriamoci contro la Spagna». Sedute video e undici
contro zero, per quasi un’ora a
3-5-2 di serie, con un unico
grande dubbio: gli adduttori di
Antonio Candreva, che s’è allenato con il gruppo, ma che sarà
sub judice medico fino a domani. In bilico, come il calcio italiano, che lunedì torna davanti
allo specchio: per veder riflessa alla grande la propria immagine, e non respinta, un’altra volta.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Lippi sbatte la porta
Una sconfitta per tutti
L’ex ct col figlio procuratore non sarà il dt azzurro
Tavecchio: “Ci sono delle regole”. Che erano note
serve. Lippi è l’uomo giusto,
ma Lippi ha un figlio, Davide,
procuratore sportivo e le norme parlano di un’incompatibilità generica che vieta un legame fra i due ruoli.
Leggerezza evitabile
Il punto di partenza racconta
di una leggerezza, da parte
della Figc, nel non fare una
riflessione normativa sul tema nel momento in cui era
stata individuata nell’ex ct la
svolta. Ma il punto di arrivo
dice anche che, forse, non
c’era bisogno di aspettare la
Campione
del mondo
Marcello Lippi,
68 anni,
ct campione
del mondo
nel 2006
vigilia del parere della Corte
Federale (martedì il verdetto) per uscire di scena facendo un passo indietro. I giudici, fra poche ore, diranno se il
rapporto fra un procuratore
e una generica figura all’interno della federazione sia
compatibile, ma intanto Lippi ha fatto valere la questione di opportunità. «Non abbiamo preso in giro nessuno.
Ci sono delle regole, non potevamo non chiedere un parere alla Corte Federale», così il numero uno della Figc
Carlo Tavecchio.
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
41
Basket, Belinelli a Charlotte da Jordan
Milan, dai cinesi 150 milioni per il mercato: il sì forse il 7 luglio. Obiettivo Pavoletti
Marco Belinelli saluta Sacramento e va a Charlotte,
accolto dalla telefonata del proprietario Michael Jordan.
«Cercavo proprio una squadra che mi potesse far
crescere», ha detto l’azzurro, impegnato nel torneo di
Bologna. Oggi si giocano Cina-Canada (ore 18) e ItaliaFilippine (20,30), domani le finali (tutto su Sky Sport 2),
poi il ct Messina sceglierà i 12 per il Preolimpico di Torino.
C’è una data: il 7 luglio. È il giorno del raduno del Milan,
ma soprattutto quello in cui potrebbe arrivare il sì alla
cessione del 70% del club alla cordata asiatica. Un
annuncio che avrebbe grande impatto mediatico e
soprattutto «made in Italy», come vuole Berlusconi e senza
volare in Cina come l’Inter. Le parti sono ottimiste, ma non
c’è ancora certezza per due motivi: restano da definire
Beffe, polemiche e ko
I suoi euro-precedenti
punti dell’accordo e la decisione finale è solo dell’ex
premier. Oltre alla vendita c’è un altro tema fondamentale:
il mercato, per cui ci saranno 150 milioni e scelte condivise.
Se il sì arrivasse il 7 luglio l’affare si chiuderebbe a fine
agosto: le parti stanno studiando un meccanismo per
tutelarsi in caso l’operazione saltasse. Intanto, dopo
Lapadula, Galliani lavora per arrivare a Pavoletti.
Morata, attenti al fuoco amico
“Non gli faremo sconti”
GUGLIELMO BUCCHERI
INVIATO A MONTPELLIER
Doppio 2-0 contro il Bayern
Nella sua prima Champions, Conte
con la Juve si ferma ai quarti:
nell’aprile 2013 il Bayern Monaco
vince 2-0 in Germania e allo Stadium
(nella foto il gol di Mandzukic)
Qualche piccolo, o più doloroso, calcione se l’è già preso.
«Alvaro lo sa che può capitare: si è allenato tante volte
contro di noi negli ultimi due
anni e non gli abbiamo mai risparmiato niente...», sorride
Giorgio Chiellini. Lunedì a Parigi, la storia dell’attaccante
tornato a Madrid, laddove è
cresciuto, conoscerà una pagina da libro cuore: Morata
all’attacco dell’Italia, Morata
contro il muro di amici bianconeri per cercare, e trovare,
un posto nei quarti di finale
degli Europei.
Personaggio
Sfida subito gli ex compagni della Juve: “Sarò sempre bianconero”
La seconda avventura in Champions
termina ai gironi (dicembre 2013),
sul campo impraticabile di Istanbul
contro il Galatasaray (ko 1-0). «This
is not football», disse Conte
gol
Segnati
da Alvaro
Morata nelle 93
partite giocata
con la Juve
nelle ultime
due stagioni: 15
in campionato,
7 nelle coppe
europee
e 5 nelle coppe
nazionali
Gli auguri di Zaza
Attaccante di movimento, piede destro o sinistro non fa differenza, con la porta ha confidenza: Morata è di nuovo del Real
Madrid. «Speriamo per lui non
come merce di scambio. È una
«I calcioni? Può capitare»
La neve di Istanbul
27
mi troverò - scrive - mi sentirò
sempre uno juventino e potrò
dire orgoglioso e ad alta voce
che ho indossato la maglia della
Juve e di essere stato campione
con questa squadra. Sono stato
felice a Torino e nel club, grazie
a tutti...». Morata è così: spagnolo dentro, meglio madridista, ma juventino per amore ed
affetto. Poi, c’è il campo, la sfida, la voglia di stupire contro
l’Italia e una delle difese più impenetrabili.
La Spagna che cambia ha
scelto di riprovare con un
centravanti di ruolo e mestiere, così come è stato quando
c’era Fernando Torres e come
non è capitato più dai tempi di
Fabregas attaccante prestato
per l’occorrenza. Nasce in
questo quadro la grande occasione di un ragazzo, Morata, già per tre volte a segno fino ad ora in Francia e che, prima di guardare in faccia il suo
recentissimo passato, ha scelto la via più diretta per raccontare al mondo la sua
ferita. «Ovunque
La lettera d’addio
Ovunque mi troverò
mi sentirò sempre uno
juventino orgoglioso
Sono stato felice
a Torino e nel club,
grazie a tutti
persona straordinaria - dice
Chiellini -, merita di essere il
punto di riferimento della Spagna e del club per almeno dieci
anni. Noi siamo orgogliosi di
averlo aiutato a crescere: è arrivato alla Juve che era un ragazzino, ora è un’altra storia...».
Il passato è dolce, il futuro non
si sa: Alvaro, la giovane stella
spagnola, sa come farsi volere
bene. A Torino è stato così, sotto i riflettori e lontano dal palcoscenico. Chiellini, Bonucci e
Barzagli lo aspettano per fermarne la corsa e disinnescarne
lo scatto fulmineo («I cartellini
gialli non possono condizionarci...», così Chiellini); Zaza, duellante per una maglia alla Juve,
lo saluta. «La competizione per
un posto da titolare ci ha reso
fratelli: nella mia vita sono poche le persone che ho voluto rimanessero per sempre a far
parte di me e tu sei una di queste. Buona vita, Alvaro», le parole dell’attaccante della Juve e
della Nazionale.
Appena tornato al Real
C’è la Spagna, arriva Morata.
L’allenatore delle Furie Rosse,
Vicente Del Bosque, ha deciso
di scommettere su di lui, di concedergli la chance più importante della sua giovane carriera. Al Real Madrid hanno scelto
di farlo ritornare a casa dopo
due anni a Torino: non si sa ancora se rimarrà là.
Alvaro Morata
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
FASE FINALE
OGGI St. Etienne, ore 15
Sky Sport 1
SVIZZERA
POLONIA
Niente finale allo Stadium
CROAZIA
39
PORTOGALLO TERZA
VINCENTE 37
45
VINCENTE 39
B/E/F
OGGI Parigi, ore 18
Sky Sport 1
GALLES
38
NORD IRLANDA
Zaccheroni in corsa
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
30 giugno
Marsiglia, ore 21
OGGI Lens, ore 21
Raiuno, Sky Sport 1
La Juve «retrocede» in Europa
League, ma ha la chance di giocare
la finale allo Stadium. Stop
in semifinale contro il Benfica
(2-1, 0-0) tra le polemiche arbitrali
Lippi ha annunciato la sua
scelta, Tavecchio ne ha preso
atto. Cosa accadrà adesso?
La storia senza lieto fine riporta le lancette dell’orologio
indietro di tre mesi: il ruolo
di direttore tecnico verrà assegnato, ma non sarà una
scelta facile. Dietro a Lippi
correvano Guidolin e Arrigo
Sacchi, il primo ha rinnovato
con lo Swansea (fra l’altro, il
figlio è anche lui procuratore
sportivo), il secondo potrebbe tornare a ricoprire un incarico, in parte, già svolto.
Potrebbe concretizzarsi una
candidatura Zaccheroni o
una promozione per Viscidi,
già nello staff federale. Quello che rimane della vicenda è
un film che avrebbe potuto
avere un altro copione. Lippi
era a un passo dal suo terzo
mandato a casa azzurri, dopo
le due esperienze in panchina da ct: il suo futuro sarà
[G. BUC.]
lontano dall’Italia.
37
Visto da chi lo conosce bene
Chiellini: “Il meglio di Alvaro”
VINCENTE 38
46
VINCENTE 42
42
OTTAVI
GERMANIA
SLOVACCHIA
QUARTI
41
ITALIA
SPAGNA
Attaccante moderno
FRANCIA
IRLANDA
Ç
Eclettico e tempista
Il lato umano
«Calcia con entrambi i piedi.
Destro o sinistro per lui non
fa differenza e, così, riesce
sempre a mettere in
difficoltà i portieri»
«È un ragazzo straordinario,
sa stare nel gruppo senza
creare alcun problema. E ha
una gran voglia di imparare
e di crescere»
FINALE
43
40
DOMANI Lione, ore 15
Sky Sport 1
Ç
SEMIFINALI
VINCENTE 41
47
VINCENTE 43
7 luglio VINCENTE 47
50
Marsiglia
ore 21 VINCENTE 48
27 giugno St. Denis, ore 18
Raiuno, Sky Sport 1
«Sa muoversi anche lontano
dall’area di rigore: in questo
modo riesce a non dare
punti di riferimento alle
difese avversarie»
1°-2° POSTO
10 luglio VINCENTE 49
St. Denis
ore 21 VINCENTE 50
2 luglio
Bordeaux, ore 21
DOMANI Lille, ore 18
Sky Sport 1
Ç
6 luglio VINCENTE 45
49
Lione
ore 21 VINCENTE 46
1 luglio
Lille, ore 21
DOMANI Tolosa, ore 21
Raiuno, Sky Sport 1
UNGHERIA
BELGIO
- LA STAMPA
3 luglio
St. Denis, ore 21
VINCENTE 40
48
VINCENTE 44
INGHILTERRA 44
Marcelo (Brasile) autorete
ISLANDA
Autoreti
27 giugno Nizza, ore 21
Raiuno, Sky Sport 1
Clark (IRL);
Sævarsson (ISL)
MARCATORI
3 Bale (GAL); Morata (SPA)
FRA);
2 Stancu (ROM); Payet (FRA);
Lukaku (BEL); Perisic (CRO);
Nani, Ronaldo (POR); Dzsudzsák (UNG)
1 Giroud, Griezmann (FRA); Schär, Mehmedi (SVI); Robson-Kanu, Ramsey, Taylor (GAL);
gol Duda, Weiss, Hamsik (SVK); Dier, Vardy, Sturridge (ING); Berezutski, Glusakov (RUS);
Modric, Rakitic, Kalinic (CRO); Milik, Blaszczykowski (POL);
Mustai, Schweinsteiger, Gomez (GER); Piqué, Nolito (SPA); Hoolahan, Brady (IRL);
Giaccherini, Pellè, Eder (ITA); Szalai, Stieber, Gera (UNG);
Bjarnason, Sigurdsson, Bödvarsson, Traustason (ISL); McAuley, McGinn (NIR);
Skoda, Necid (CZE); Witsel, Nainggolan (BEL); Sadiku (ALB);
Burak Yilmaz, Ozan Tufan (TUR); Schöpf (AUT)
FUORICAMPO
Tabellone pazzo
Era meglio
un sorteggio
GIGI GARANZINI
l momento, di Gran
Bretagna in Europa
ce n’è persino troppa.
Tre su sedici, e passi per l’Inghilterra e il sorprendente
Galles che ha perso il confronto diretto e poi l’ha scavalcata nel girone: ma due Irlanda su due (c’è anche l’Eire, uscendo dai confini del
Regno Unito), entrambe ripescate come migliori terze,
sembrano davvero tante.
Benvenuti all’Europeo più
pazzo della storia, che riparte nel pomeriggio da Saint
Etienne con un tabellone che
pare disegnato da Farage ed
è invece frutto, in gran parte,
di una formula voluta dall’Uefa per elevare da una
parte il consenso (più federazioni partecipano alla fase finale, più le poltrone di Nyon
si consolidano, o almeno così
pensava Platini) e dall’altra il
fatturato (più partite si giocano e più diritti televisivi si
incassano).
Morale. C’è una parte alta
di tabellone in cui Croazia - o
Portogallo - e Belgio si ritrovano la strada spianata verso
la semifinale. E c’è quella
bassa che costringe Germania, Italia o Spagna, Francia
e Inghilterra a scannarsi per
l’identico obiettivo. Come se
da lunedì a Wimbledon, a
proposito di epicentro londinese, trovassimo da una parte Nishikori, Raonic e Thiem,
e dall’altra Djokovic, Federer,
Murray e Wawrinka, in assenza di Nadal. Anche il caso
ci ha messo lo zampino, questo è vero, perché i secondi
posti di Spagna e Inghilterra
nei rispettivi gironi hanno
ancor più zavorrato quella
parte di tabellone che sarebbe stato comunque sbilanciato. Ma se la formula rimarrà
questa, oggettivamente pessima, bisognerà in futuro per
complicato che sia provare a
metterci mano. Per esempio,
e pazienza per la logistica
preventiva delle partecipanti, le combinazioni della seconda fase a eliminazione diretta potrebbero essere sorteggiate al termine dei gironi. Premiando le prime classificate con una collocazione
in tabellone che le tenga distanziate tra di loro: decisa
dunque dal merito in corso
d’opera, non dalle palline magari più o meno calde o più o
meno fredde del sorteggio di
tanti mesi prima.
Se ne parlerà, oppure no.
Per ora prepariamoci alla
passeggiata di salute di chi
arriverà in finale da una parte, e alle forche caudine attraverso cui dovrà passare
chi proviene dall’altra. Con
questa differenza. Che per
Germania, Francia e Inghilterra la battaglia comincerà
dai quarti. Per Italia e Spagna da subito.
A
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
42 .Sport
.
56781234
Gli «italiani»
Gol decisivi
OTTAVI DI FINALE
Da sinistra,
Luka Modric,
30 anni, due
presenze,
ha segnato
il gol decisivo
alla Turchia:
è al Real
dal 2012
Accanto a lui
Ivan Rakitic,
28 anni, tre
presenze
e un gol alla
Repubblica
Ceca, al Barça
da due
stagioni
LENS
Croazia
Portogallo
(4-2-3-1)
(4-4-2)
RAIUNO - SKY SPORT 1
ORE 21
23
Subasic Rui Patricio
1
11
Srna Vieirinha
11
5
Corluka Pepe
21
Vida Bruno Alves
3
Strinic Guerreiro
10
Modric W. Carvalho
19
14
Badelj Sanches
3
2
5
14
16
Brozovic Andrè Gomes 15
7
Rakitic Joao Mario
10
4
Perisic Nani
17
17
Mandzukic C. Ronaldo
LAPRESSE
7
Sopra
a sinistra,
Ivan Perisic,
27 anni, tre
presenze, 2
gol e 1 assist
in questo
Europeo:
gioca
nell’Inter
Sotto, Mario
Mandzukic,
30 anni,
attaccante
della Juve,
a Euro 2016
due presenze
senza gol
Era
in panchina
contro
la Spagna
AFP
ARBITRO: V. CARBALLO (SPAGNA)
All.: CACIC
All.: SANTOS
Il primo ottavo
Svizzera-Polonia
per un posto
tra i grandi
DAMIANO BASSO
INVIATO A LILLA
Occhio alla Croazia. La rocambolesca vittoria sulla Spagna ha
acceso i riflettori sui ragazzi di
Cacic, favoriti oggi contro il Portogallo nonostante un certo Cristiano Ronaldo. Negli ultimi
giorni si è parlato molto di questa nuova «generazione dorata», i cui testimonial si chiamano Modric, Perisic, Rakitic e
Mandzukic. Inevitabile il paragone con la precedente, terza al
Mondiale 1998. Per molti la differenza sta alla base: Boban,
Suker e compagni appartenevano ancora alla scuola jugoslava.
Oggi invece si parla di Croazia.
OTTAVI DI FINALE
SAINT-ETIENNE
Svizzera
AP
Generazione d’oro
La Croazia ci riprova
“Vale la finale”
I ricordi di Blazevic
Stasera negli ottavi sfida il Portogallo di Ronaldo
Il ct del 3º posto Mondiale: “Ma noi eravamo più forti”
Personaggi
Il ct di allora, Ciro Blazevic, respinge questa teoria: «No, anche i miei giocatori erano
croati, non saremmo mai riusciti ad arrivare terzi senza lo
spirito di appartenenza. Il paragone? È come chiedere a un
padre se suo figlio è meglio di
chiunque altro. Per me siamo
più forti noi del ‘98, ma riconosco il valore della nuova generazione. Ha battuto i campioni
d’Europa pur senza Vida, Modric e Mandzukic. Ha il talento per andare in finale». Blazevic, 79 anni, sottolinea anche
un altro aspetto: «La nostra è
un’area geografica che produce tanti talenti. Perché la nostra storia è fatta soprattutto
di occupazioni e questo ha aiutato il popolo a sviluppare senso di sacrificio, capacità e inventiva, che ora fanno parte
del nostro codice genetico e si
manifestano benissimo nel
calcio». Non solo giocato, visto
che i «figli» di Blazevic sono
arrivati anche nella stanza dei
MAGNESIO
POTASSIO
bottoni: Boban è vicesegretario
generale Fifa e Suker membro
del Comitato esecutivo Uefa.
Real, Barça e tanta serie A
Il punto di svolta invece della
storia di questa Croazia è datato
settembre 2015. A due turni dalla fine del girone di qualificazione i biancorossi si fanno soffiare
il secondo posto dalla Norvegia.
La federazione esonera Kovac e
chiama Cacic, un santone, trent’anni di panchine, incluso un
passaggio con l’Under 21. Mossa
azzeccata. Fa sei punti e porta la
nazionale all’Europeo. Poi stu-
dia il mix migliore per comporre
la rosa dei 23. Il meglio della Liga
(Modric, Rakitic e Kovacic), il
gruppo serie A (Badelj, Brozovic, Kalinic, Mandzukic, Perisic,
Strinic e Vrsaljko ), il blocco Dinamo Zagabria, la squadra che
ha vinto gli ultimi undici campionati. Una rosa dal valore di
288 milioni di euro, per il sito
specializzato Transfermarkt. Il
prodotto è piacevole (ieri l’ha
detto pure Rooney) e di qualità,
con un centrocampo tra i migliori dell’Euro, un Perisic devastante sulla fascia, Mandzukic e Kalinic che vedono la porta e la note-
1998
sul podio
La Croazia
stupì tutti
ai Mondiali
di Francia
’98: ko 2-1
in semifinale
con i francesi,
vinse 2-1
la finalina
con l’Olanda
Sopra, Suker
(a sinistra)
e Boban
vole capacità di lettura dell’avversario: aspettarlo per succhiarne le energie e poi colpirlo
(Turchia e in parte con la Spagna) o aggredirlo (Repubblica
Ceca e Spagna dopo lo 0-1).
Il ricatto degli hooligan
Punti deboli, la continuità caratteriale e una linea difensiva
non sempre compatta. Ronaldo
potrebbe approfittarne. Ma pare che Modric, che nel 2009
quando giocava nel Tottenham
lo criticò («Non sopporto la teatralità di Cristiano») salvo poi
cambiare opinione quando lo
ha trovato nel Real Madrid («È
un fenomeno»), abbia già consegnato nello spogliatoio la lista
delle opportune contromisure.
Per finire, gli hooligan. C’è allerta a Lens. Anche se le intriganti
prospettive della nazionale potrebbero invitare le frange più
calde a non creare problemi.
L’Uefa non tollererebbe altri disordini. Quanto alle due generazioni dorate, ecco il segno del
destino: la Croazia torna allo
stadio Bollaert diciotto anni dopo quel 3-1 alla Giamaica (gol di
Stanic, Prosinecki e Suker) primo passo verso lo storico terzo
posto Mondiale.
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Polonia
(4-2-3-1)
(4-4-2)
SKY SPORT 1
ORE 15
1
2
Sommer Fabianski
Lichtsteiner Piszczek
22
20
22
Schär Glik
15
20
Djourou Pazdan
2
13
11
10
15
23
18
7
Rodríguez Jedrzejczyk
3
Behrami Blaszczykowski 16
Xhaka Jodlowiec
Dzemaili Grosicki
Shaqiri Maczynski
Mehmedi Milik
Embolo Lewandowski
6
11
5
7
9
ARBITRO: CLATTENBURG (ING)
All.: PETKOVIC
All.: NAWALKA
«Mi aspetto una partita molto
dura, non c’è una favorita.
Siamo due squadre più o meno allo stesso livello». Alla vigilia di Svizzera-Polonia, il difensore polacco Glik, in partenza dal Toro, fiuta la grande
occasione di arrivare tra le
prime otto d’Europa. Sull’altro fronte, grande cautela dal
ct elvetico Petkovic: «La Polonia è un avversario compatto,
nel suo girone non ha subito
neanche un gol. Stiamo prendendo gusto a stare tra i grandi». Il premio per chi vince?
Croazia o Portogallo nella sfida con in palio la semifinale.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
56781234
Sport .43
.
Galles-Nord Irlanda, fratelli contro
Il derby della Brexit cambia confini
Divise dal referendum, si contendono un posto nei quarti ma nulla
è più come prima. Il ct dei verdi: “Avrei dovuto votare per posta”
Il tweet
rimosso
GIULIA ZONCA
INVIATA A PARIGI
Tra calcio e politica
Appello all’unificazione
«Riaccensione delle fiamme
di riunificazione», twitta
McClean (Eire). Con lui in foto
McGuinness, vicepremier
Irlanda del Nord ed ex Ira
Onda verde
I tifosi
dell’Irlanda
del Nord,
nazionale
all’esordio
nella fase
finale di un
Europeo
La prima
storica
vittoria
è arrivata
nel secondo
match contro
l’Ucraina (2-0)
A poche ore dal conteggio
delle schede un altro irlandese, stavolta dell’Eire, ha
postato e poi cancellato un
tweet destinato ad alimentare polemiche. James McClean, la punta che ha brillato
nell’ultima gara con l’Italia, ha
spedito una sua foto con Martin McGuinness, figura di
spicco del Sinn Féin. Oggi è vicepremier, un tempo era un
uomo dell’Ira. Sotto lo scatto
l’appello all’Irlanda unita. McClean è nato a Derry, Irlanda
del Nord, e ha scelto di giocare
per l’Eire. Dall’altra parte
Niall McGinn, riserva di lusso
che ha segnato contro l’Ucraina, anche lui nato a Derry, ha
idee ben diverse e infatti ha
scelto la Nazionale di origine. I
due ragazzi vengono dalla
stessa città ma non parlano
della stessa Irlanda. Agitano
bandiere e fantasmi, ombre di
anni che si portano dietro storie di sangue. Per ora echi, ma
già così ingombranti e dopo un
solo giorno.
Acqua sul fuoco
Per riportare Galles-Irlanda
del Nord dentro il Parco dei
Principi, sopra un campo, il ct
del Galles Chris Coleman prova a ricordare tutte le similitudini dello stile britannico, le
emozioni da tenere sotto controllo «in una sfida tra fratelli
di pallone». Si conoscono bene, praticano lo stesso calcio,
il Galles ha Bale, il calciatore
più pagato al mondo, l’Irlanda
del Nord no. Ma entrambe, in
Francia, hanno vinto per la
prima volta in un Europeo: sono in orbita, hanno un tifo appassionato ed erano gemellate
da inni e bandiere. Fino all’altro giorno. Ora nulla è concretamente cambiato però tutto
è diverso e anche Coleman si
ritrova a riflettere sulla sua
Francese
?
Dimitri
Payet,
29 anni,
con la maglia
del West
Ham
Il trascinatore
della Francia
agli Europei
è tra i 105
stranieri
che non
sarebbero
andati
in Premier
con il Paese
fuori dall’Ue
Le
domande
DALL’INVIATA A PARIGI
Il campionato più ricco e
più visto del mondo sbanda
dietro al voto che ha stravolto l’Europa. Hanno appena rinegoziato i diritti tv
con cifre astronomiche, 7
miliardi per i canali britannici, quasi 4 per le reti
estere, record e ricaschi
che aumentano il potere
della Premier e che potrebbero essere gli ultimi grandi incassi del campionato
inglese.
Perché Brexit dovrebbe
cambiare il valore del
calcio?
Perché attualmente ci sono
più di 100 stranieri che si ritroverebbero senza permesso di lavoro e con le regole che
ora hanno in Gran Bretagna
non avrebbero mai potuto ottenerlo.
Come fa un calciatore ad
avere il permesso di
lavoro?
Regolamento complesso. La
Lega inglese ha varato un sistema in base al ranking Fifa:
LAPRESSE
Gareth Bale, 26 anni, gallese, capocannoniere a quota 3 gol
LAPRESSE
La storia
Il derby britannico non somiglia alla riunione di famiglia che doveva essere. Gli
Europei di Francia mettono
di fronte il Galles e l’Irlanda
del Nord negli ottavi, aggiungono alle bizze del tabellone pure un arbitro inglese,
il tutto nel primo giorno in
cui la Gran Bretagna ha
cambiato rotta. Brexit sposta i confini del calcio e agita
il futuro di chi ha scelto una
maglia per definire la propria identità.
Non si tratta solo di Europa Unita, ma di Regno disunito e basta una partita per
chiarire che gli equilibri sono fragilissimi. Il tecnico dell’Irlanda del Nord, Michael
O’Neill, si rimprovera di aver
«mancato» il voto per posta:
«Avrei potuto, ma certo siamo qui concentrati su un
obiettivo importante». Dalle
sue parti la maggioranza
spingeva per restare nell’Ue
e ora si parla di scissione, come in Scozia, solo che in Irlanda, qualsiasi Irlanda, l’appartenenza è una questione
delicata.
LASTAMPA
Meno star e meno soldi
Premier, futuro a rischio
Stranieri e diritti tv, ecco i tagli della Brexit
105
Giocatori
Gli stranieri
che oggi sono
in Premier e
non avrebbero potuto
andarci con
l’Inghilterra
fuori dall’Ue
se un giocatore arriva da uno
dei Paesi che stanno nei primi
10 posti in classifica deve aver
giocato almeno il 30 per cento
delle partite nelle due stagioni
precedenti, dall’undicesimo al
ventesimo posto il 45 per cento delle presenze e a salire fino
a oltre il 70. Significherebbe
dare un posto solo ai giocatori
di prima fascia, quelli che oggi
sono attratti da ingaggi desti-
7
nati a scendere se gli arrivi si
ridimensionano.
Miliardi
In concreto, con questo
sistema chi non avremmo
visto in Premier?
Payet, l’uomo che ha salvato la
Francia all’esordio e che è diventato l’idolo di casa, non sarebbe andato al West Ham. I
Bleus hanno ben 11 giocatori
della rosa in questa situazione.
Il costo dei
diritti tv
nazionali
della Premier
(2016-2019)
Quelli esteri
venduti per
3,8 miliardi
OTTAVI DI FINALE
PARIGI
Galles
Nord Irlanda
(3-5-2)
(4-4-2)
SKY SPORT 1
ORE 18
1
Hennessey McGovern
1
5
Chester Hughes
18
6
As. Williams McAuley
4
4
Davies Cathcart
20
2
Gunter J.Evans
5
16
Ledley Ward
19
10
Ramsey C.Evans
13
7
Allen Davis
3
Taylor Norwood
8
16
11
Bale Dallas
14
18
Vokes Lafferty
10
ARBITRO: ATKINSON (ING)
All.: COLEMAN
All.: O’NEILL
Pure gli italiani sarebbero
bloccati: Fabio Borini non
avrebbe potuto giocare per il
Sunderland, ad Angelo Ogbonna sarebbero mancati i requisiti per firmare il contratto con il
West Ham.
Queste regole potranno
cambiare?
Dipende dalla Federazione inglese ma è difficile stravolgerle. E comunque per il regolamento Uefa resterebbe impossibile ingaggiare i più giovani
tra i 16 e i 18 anni. Pogba non
sarebbe potuto passare dalla
Francia al Manchester United.
Cambierà qualcosa in
Champions o nei prossimi
Europei?
No, le regole di ammissione le
decide l’Uefa e non seguono le
leggi comunitarie.
storia. Lui ha iniziato sulle
panchine straniere, in Spagna, poi in Grecia e sa che
adesso un giovane allenatore,
da extracomunitario, faticherebbe a fare la stessa strada:
«È triste pensarlo, spero trovino il modo di lasciare ai giovani questo tipo di opportunità. Ma smettiamola con questi
discorsi. Noi siamo ancora in
Europa e vogliamo restarci».
Parla di una partita, di pensieri che tradiscono idee anti
Brexit e di un futuro che mette
troppa ansia a chi lo guarda da
lontano, da una Francia caotica ma ancora europea. Il derby del Regno Unito ha cambiato confini in una notte e ora
racconta un’altra storia. E
nuove paure.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
In breve
MotoGp: oggi qualifiche
Assen, Iannone davanti
1 Nelle libere ad Assen, Gp
d’Olanda, Iannone e Rossi davanti a Marquez. «Ma la pioggia potrebbe cambiare tutto»
ha detto Valentino. Oggi le
qualifiche (14,10 SkyMotoGp,
sintesi TV8 alle 15,35).
Basket: finale di Legadue
Brescia promossa in A
1 Nella
5ª e ultima finale
playoff di Legadue, a Montichiari (Bs) Brescia ha battuto
la Fortitudo Bologna 83-59 ed
è promossa in serie A.
Volley: World League
Azzurri, 3-0 a Roma
Cosa succede ai giocatori
britannici che vanno
all’estero?
Diventano extracomunitari. Se
il Real Madrid tra due anni volesse tenersi Bale dovrebbe
fargli spazio.
1 World
Quando la Premier
ridiscuterà i diritti tv,
scenderanno le offerte?
Se sarà costretta a perdere
tutti i giocatori che in futuro
non potranno firmare i contratti sì. Il valore globale del
campionato risponde a diverse
voci tra cui l’affluenza di pubblico e le stelle presenti nelle
varie squadre.
[G. ZON.]
boratorio antidoping di Rio.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
League a Roma:
Italia-Australia 3-0. Oggi (20,
Rai Sport 1): Italia-Belgio.
Doping: intervento Wada
Stop a laboratorio di Rio
1 La Wada ha sospeso il la-
Scherma: Europei a Torun
Due argenti per l’Italia
1 Europei di Torun (Pol), fi-
nali a squadre: fioretto donne,
Russia-Italia (Errigo, Di Francisca, Volpi, Batini) 45-38;
spada uomini, Francia-Italia
(Cuomo, Garozzo, Pizzo, Santarelli, Buzzi) 45-40.
12345367318
9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 9A
Le storie
Che
tempo
fa
L’intercity
fantasma
parte in orario
Il campo di terra
dove sognano
i rifugiati
Il Genova-Torino
cancellato dai tabulati
viaggia regolarmente
Gol da tutto il mondo
nelle reti bucate
di Barriera di Milano
Marco Menduni
Paolo Coccorese
A PAGINA 52
A PAGINA 61
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Aperto il Sabato
TORINO
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 B fax 011 6639003,
e-mail: [email protected] B [email protected]
Facebook: La Stampa Torino B Twitter: @StampaTorino
& PROVINCIA
Situazione
Aria umida
atlantica
collegata a
una depressione sulla
Francia attiva
in giornata un
peggioramento temporalesco.
12345367318
Migliaia di persone per lo spettacolo di San Giovanni
Torino ha detto addio ai botti
ma non tutti sono d’accordo
Nel 2017 cambia tutto. In piazza cittadini divisi sul divieto animalista
L’ultimo San Giovanni dei fuochi col botto. Dal 2017 si cambia. La prima della neo sindaca
Appendino, che ieri non ha potuto presenziare in piazza Vittorio, perché ammalata. All’alba è finita al pronto soccorso,
con febbre alta e tosse. Come di
tradizione, questo sì, lo show ha
riunito decine di migliaia di torinesi. Che sul futuro dei fuochi
si dividono. La maggior parte si
dice pronta per una svolta animalista dello show.
22° 34°
Oggi
Soleggiato con
addensamenti in
estensione dalle
zone montane, e
tendenza a
rovesci e temporali, localmente
intensi.
Irene Famà
ALLE PAGINE 46 E 47
RETROSCENA
Una poltrona
per tre
Gianduja
LETIZIA TORTELLO
C
i sono due città, due
squadre di calcio, otto
circoscrizioni ma non
ci può essere più di un Gianduja. Altrimenti regna il caos. Invece in questo momento sono in tre inseguire il ruolo di volto simbolo del Carnevale e soprattutto delle feste
più care ai torinesi a cominciare da San Giovanni. Ognuno ha le sue valide ragioni: sia
lo storico Andrea Flamini,
sia il burattinaio Marco Grilli
e anche Aldo Rocchietti March il Gianduja della Famija
Turineisa. Forse bisognerebbe metterli ai voti, far scegliere ai torinesi. A PAGINA 49
L’attacco di Esposito alla sindaca
“Se cambiano i progetti
a rischio i finanziamenti”
18° 32°
Domani
Ampie schiarite,
ma in giornata
tendenza ad
addensamenti e
locali temporali.
17° 28°
Lunedì
Abbastanza
soleggiato con
nubi in aumento
nel pomeriggio
e tendenza a
temporali sparsi.
REPORTERS
I fuochi visti dal grattacielo il colpo d’occhio dalla torre di Intesa Sanpaolo è stato la novità del 2016
Da candidato a Palazzo Civico al sogno mondiale
LUCA FERRUA
A
ndrea Scarpa è uno
che non smette mai di
sognare. E i sogni li fa
senza paura. Solo qualche
settimana ha messo la faccia
davanti agli elettori per la
«Lista Civica per Fassino»
portando cinquanta voti di
preferenza alla causa del primo cittadino uscente. Stasera quella stessa faccia il ventinovenne la metterà davanti
ai guantoni di John Wayne
Hibbert per il titolo mondiale
della Wbc Silver Superleggeri. Il match è in programma a
Londra (diretta su «Sky
sport» nella stessa notte
che assegnerà il titolo
mondiale dei massimi Ibf
tra il discusso inglese Anthony Joshua e l’americano Dominici Breazeale.
Il sogno della politica forse è tramontato anche
se Andrea Scarpa aveva solo
pensato di mettere a disposizione di un progetto la sua
esperienza di atleta e il suo lavoro con i giovani. Stasera
sarà diverso. Non ci sarà
un’urna ma un ring, un
ambiente che Andrea conosce meglio anche perché combatte da sempre.
Nato a Foggia 29
anni fa è ormai
stato adottato
da Torino dove in tanti lo
conoscono
per il lavoro
da barista
Il campione
Andrea Scarpa
ha 29 anni
all’Esperia. Un lavoro che nelle ultime settimane ha un po’
trascurato perché c’era un
mondiale da vincere. Stasera il
Circolo e tantissimi torinesi tiferanno per lui come è già accaduto quando ha portato a
casa 18 successi consecutivi
nei suoi ultimi incontri. Ieri sera da Londra prima di addormentarsi tranquillizzava via
sms i tifosi: «Sto bene, molto
bene. Il mio avversario è tosto
ma ce la giochiamo. Darò tutto
quello che ho». E sul ring non è
questione di voti e di schieramenti, ma soltanto di restare
in piedi. Per ultimo.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
A Stefano Esposito il Movimento Cinquestelle non è
mai andato giù, basta leggere come li sfida continuamente su Facebook. Anche la
sua battaglia per Torino è
una costante della sua vita
politica così da vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato mette in
guardia la sindaca sull’idea
di modificare i progetti: «Se
cambia il tracciato i fondi
verranno utilizzati altrove,
poi si vedrà».
Tropeano A PAGINA 53
LA GIUNTA
Altri 200
curriculum
per fare
l’assessore
Cultura, Trasporti
e Sicurezza i nodi
ancora da sciogliere
Beppe Minello A PAGINA 53
12345367318
7
46 .Cronaca di Torino
LA STAMPA
.SABATO 25 GIUGNO 2016
La festa
di San Giovanni
LETIZIA TORTELLO
IRENE FAMA’
uattro quintali di esplosivo e 45 minuti di
meraviglia. Il cielo su Torino illuminato dai
fuochi, quest’anno come non mai, è la cartolina di una città che ha deciso di
cambiare. Dall’anno prossimo,
anche San Giovanni non lo
riconosceremo più senza botti.
Li abbiamo visti ieri sera con il
naso all’insù. Nei giorni in cui
tutto attorno a noi sembra una
rivoluzione, da Palazzo Civico
all’Europa. Loro erano sempre
gli stessi. Dal 2017 chissà. E se il
Giulia
Farò è caduto dalla parte giusta,
Robba
l’anno che finisce e inizia di
«Viva i fuochi,
nuovo con San Giovanni e il suo
ma senza
rito ancestrale, è senz’altro il
botti. Il gatto
marcatore di un nuovo corso
si spaventa e
per Torino.
non capisce»
Ieri sera, comunque sia per il
futuro, Piazza Vittorio non ha
tradito la tradizione. Traboccante di gente. È un’esondazione
di uomini, donne, bambini,
musica e saltimbanchi, artificieri ai giardini Ginzburg e sul
ponte della Gran Madre, sotto la
gru che aveva montato sopra un
«sole pirotecnico», marchingegno che spara botti a raffica.
Marco
Uno spettacolo che toglie il fiato
Berry
e illumina gli occhi. Impossibile
«Il mio cane
immortalarlo nei selfie, l’emoha paura dei
zione di tornare un po’ bambini
tuoni, ma io
al mare, per la festa di paese,
non chiedo
non s’imbriglia con lo smardi silenziarli»
tphone. La piazza senza monumenti più grande d’Europa è un
fiume di facce di tutti i tipi, età diverse, tacchi
vertiginosi e scarpe comode, le prime abbronzature, le combriccole di amici che si ritrovano per
l’aperitivo con piattini pieni di pasta in mano, San
Giovanni è già un po’ vacanza, le coppiette con il
gelato, baci e abbracci stretti, coperte per accucciarsi a terra e star più comodi. San Giovanni,
quella festa popolare che trascina nel centro chic,
nel centro della città turistica dei musei e delle
strade in ordine, i torinesi tutti. Da tutti i quartieri,
comprese le periferie che dall’esito del voto lamentano abbandono e trascuratezza, che si
sentono distanti e mal collegati
al cuore di Torino. Che hanno
fatto chilometri a piedi pur di
parcheggiare e trovare un angolo di marciapiede, per guardare
il cielo illuminato degli ultimi
fuochi accesi prima della rivoluBruno
zione.
Q
1325
le origini
Secondo la Famija
Turinèisa le origini
della festa di San
Giovanni sono antiche
2017
la svolta
Dal prossimi anno
cambia il programma,
addio ai botti, lo show
sarà silenzioso
35.000
euro
Il costo dei fuochi
quest’anno
si aggira intorno
ai 35 mila euro
REPORTERS
REPORTERS
I preparativi
Ieri mattina, transennato il ponte della Gran Madre, i tecnici si sono messi al lavoro
per posizionare i quattro quintali di esplosivo per i fuochi artificiali
Gli ult
G
li ultimi fuochi di San Giovanni, così come Torino li ha conosciuti, li abbiamo visti
ieri notte. Il cielo della città si è illuminato di luci e musica, per lo spettacolo pirotecnico che quest’anno ha rinunciato alla danza a pelo d’acqua, ma segue ancora
la tradizione. Dall’anno prossimo si cambia: una mozione del Consiglio comunale
votata a inizio febbraio e proposta dal consigliere di Sel Trombotto impegna la
Città a realizzare fuochi silenziosi. L’assessorato allo Sport, ancora sotto la giunta
Fassino, aveva studiato un progetto di massima, che prevederebbe uno show
pirotecnico, ma con la sordina. A cambiare sarebbe anche la location. Non più il
Lungopo e piazza Vittorio, ma uno spettacolo musicale in piazza Castello, fronte
Palazzo Reale, magari con musiche barocche e proiezioni sulla facciata aulica. La
ragione dei fuochi al silenziatore? Il benessere degli animali e dei bimbi piccoli.
Un’inversione di rotta che mette la parola fine a un’usanza ormai consolidata, ma
che risponde, per i sostenitori del «no ai botti», a una nuova sensibilità ecologista.
La neo sindaca Chiara Appendino, che ieri sera non ha potuto essere presente
alla cerimonia perché a casa con la febbre alta, appoggia in pieno la direzione del
cambiamento. Nel suo Consiglio a 5 Stelle, peraltro, è stata eletta Chiara Giacosa,
animalista convinta. Tutto lascia intendere, dunque, che San Giovanni non sarà
mai più come prima. Certo, l’incognita sono i costi: i fuochi della tradizione, almeno di quelli di ieri sera, sono costati circa 35 mila euro e sono stati ammirati da
quasi 100 mila persone. Lo show alternativo e senza il botto potrebbe essere
goduto da meno della metà dei torinesi. Uno spettacolo d’élite? Non è questa la
direzione auspicata da Appendino. I torinesi non glielo perdonerebbero.
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Gambarotta
La voglia di cambiare
«I fuochi
senza botti
Gli ultimi. Si chiude un ciclo.
sono come il
Verso dove si andrà? Dove li
pesto senza
ammireremo nel 2017? Gianaglio. Follia»
duja, la maschera della tradizione per come la reinterpreta
la Famija Turineisa dal 1926,
cammina per la piazza vestito
di panno sotto il solleone e
gradi centigradi 33, cerone in
viso e cappello, roba da non
invidiarlo per niente, e neanche
la sorridente Giacometta. La
gente lo inonda di foto, vuole
portarsi a casa questo simulaBeatrice
cro di piemontesità. È pomeZuliani
riggio, gli artificieri fanno gli
«Contraria
ultimi controlli. Il palco d’onore
alla rivoluzioè pronto, ma la sindaca, la più
ne, per me
attesa, non ci sarà. A rapprei fuochi sono
sentare la città è il vicedirettoalti in cielo»
re generale del Comune, Giuseppe Ferrari. C’è invece chi è
arrivato presto, per accaparrarsi il posto in
prima fila. E c’è chi va a rifugiarsi a casa di un
amico, ai piani alti dove lo spettacolo è ancora
più bello, come in un gigantesco cinema che
proietta lo stupore sopra lo skyline, al fresco del
balcone di una sera di mezza estate. La signora
Maura Leonardi la festa del santo patrono ha
deciso di trascorrerla così. Tira giù la serranda
del negozio l’Angolo del Bijoux e va a godersi i
botti dal settimo piano, dall’appartamento di
una parente. Il cambiamento verso fuochi silenziosi lo aspettava da tempo: «Finalmente ci
siamo arrivati - dice -. Non sa che paura tremenda hanno i cani. Ci aggiorniamo su tutto,
non vedo perché non dobbiamo toccare i fuochi».
Migliaia di torinesi in piazza
I fuochi d’artificio
colorano la notte
Ma dal 2017 si cambia
Stop ai botti rumorosi, ma non tutti sono d’accordo
spari una volta all’anno».
Lo scoppiettante Gambarotta
Un tabù, quello dei botti, che per altri «non può
essere infranto». Salvo non chiamare i fuochi di
San Giovanni «sputacchini». «I fuochi senza
botti sono come il pesto senza aglio, la bagna
caoda rivisitata». Parola di Bruno Gambarotta.
Lo scrittore torinese ammette di non essere
proprio un amante del genere spettacolo pirotecnico, tantomeno della bolgia sudata, ma
visto che ci siamo, visto che San Giovanni è
quella festa in cui ci si riprende la città, allora
difende a spada tratta «il fuoco come dio comanda». Con il botto e il controbotto. Senza
idee strane e mezze intenzioni di show. E gli
animali domestici? Non ci pensa troppo su per
dire che «non è un problema se sopportano due
Il tabù di Berry
Diego
Giachetto
«C’è una
sensibilità
nuova verso
gli animali, va
assecondata»
Ma chiedete anche un parere a uno che di magia se ne intende e troverete un Marco Berry
agguerrito e conservatore. «Non mi facciano
credere che per 40 minuti cane e gatto non
reggono il colpo - spiega -. Da quando esistono, i
fuochi fanno “boom”, è anche il loro bello». L’ex
Iena sfida gli innovatori e gli animalisti di San
Giovanni: «Avevo un cane che pativa i tuoni. E
allora? Chi me li silenzia? E le campane della
chiesa la mattina quando dormo?». La soluzione, a suo dire, è semplice. «Chi ha cane o gatto
stia a casa a coccolarli o vada con loro a cena
fuori porta, così siamo tutti felici».
1
23456471428
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cronaca di Torino .47
REPORTERS
Dal grattacielo
La Gran Madre illuminata
Una nuova angolazione per i fuochi di San Giovanni: per la prima quest’anno è stato possibile
vedere il tradizionale spettacolo pirotecnico dalla terrazza del grattacielo Intesa Sanpaolo
I lampi di colore come ogni anno hanno riempito di suggestioni
l’affascinante cupola della Gran Madre
imi botti
Tre giorni di riposo assoluto
Al pronto soccorso
poi a letto: la bronchite
ferma Chiara Appendino
NOEMI PENNA
È dall’indomani del ballottaggio che Chiara Appendino ha
l’influenza. Lo stesso malessere le aveva impedito di partecipare alla processione della
Consolata di lunedì scorso.
«Me l’ha passata mia figlia - ha
detto la neo sindaca giovedì,
subito dopo aver indossato la
fascia tricolore in Municipio -:
neanche lei si è ancora ripresa.
Oramai sono tre giorni che
prendo medicine: tachipirina,
antibiotico, cortisone, ma non
scende». E il peggioramento
dell’altra notte le ha fatto saltare tutti gli appuntamenti di
San Giovanni, a partire dalla
cerimonia in Cattedrale.
Alla messa di Nosiglia non
c’era nessuna fascia tricolore
seduta in prima fila, a rappresentare la Città. Ed saltato anche il tradizionale «incontro»
con l’arcivescovo sul sagrato:
non accadeva dai
tempi del «pentapartito» dei primi
Anni 90. Appendino è stata dimessa
dal Mauriziano
solo nella tarda
mattina e non c’è
stato il tempo materiale per delegare un altro rappresentante.
Era presente
In ospedale
comunque, insieL’Appendino si è
me con l’assessopresentata alre regionale Giol’accettazione La fascia tricolore
vanni Maria Ferdel pronto socraris e il senatore
corso alle prime
Mauro Marino, il
luci dell’alba di ieri. Le è stato capo di gabinetto del nuovo
assegnato un codice verde ed sindaco, Paolo Giordana.
è stata sottoposto agli esami
di rito: prelievo del sangue e Sul web
radiografia toracica, che ha Per la sindaca si è mobilitato
escluso infezioni ai polmoni. ancora una volta il web, utilizSi tratterebbe dunque di zato da attivisti, colleghi e avuna tracheo-bronchite, cu- versari politici per centinaia di
rabile non solo con le medi- messaggi di auguri di pronta
cine ma anche con un po’ di guarigione.
E con un cinguettio su Twitriposo: oltre agli antibiotici,
i sanitari le hanno infatti ter la Appendino ha voluto rasprescritto tre giorni di ripo- sicurare anche tutti i torinesi:
so assoluto. «Ringrazio i me- «Torno tra voi presto». Codici e il personale ospedalie- munque per ora sono stati anro, ora sono a casa» ha scrit- nullati tutti gli appuntamenti
to Chiara Appendino in una in agenda di oggi e domani.
nota poco prima di pranzo, L’attendono altri due giorni di
anticipando che non avreb- riposo che trascorrerà nella
be potuto presenziare nean- sua casa, a San Donato.
che ai fuochi sul Po.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Una mattina in ospedale, al
pronto soccorso del Mauriziano, poi dritta a letto. I medici hanno raccomandato tre
giorni di riposo assoluto a
Chiara Appendino. La neo
sindaca ha da giorni febbre
alta e tosse, che neanche antibiotici e cortisone sono riusciti a mandar via. Una situazione aggravata non solo dalla stanchezza della lunga
campagna elettorale, ma anche dal caldo e dalla scarpinata della prima uscita pubblica di giovedì sera con la fascia tricolore.
La 32enne, infatti, nonostante la febbre a 39 e mezzo
non ha rinunciato a partecipare al cerimoniale del corteo storico e al farò di San
Giovanni. Ma nella notte la
febbre è salita ancora e, preoccupata, ha
preferito rivolgersi al pronto
soccorso del
Mauriziano, lo
stesso ospedale
che l’ha seguita
durante la gravidanza e dov’è
nata la piccola
Sara, lo scorso
19 gennaio.
REPORTERS
Tutti i colori della festa
Sono stati soprattutto i fuochi d’artificio colorati a entusiasmare il pubblico che ha riempito la città
per uno spettacolo tradizionale a cui Torino ha deciso di dire addio dal 2017
Non è una festa per giovani
Maura
Leonardi
«Era ora di
cambiare,
il nostro cane
ha una paura
tremenda»
Nel giorno del patrono, che già nel Medioevo
riusciva a fermare la città (all’epoca per ben
due giorni) i giovani in piazza Vittorio sono
tantissimi. Si arrampicano sulle colonne del
porticato per lo spettacolo. Elena Ferraris, al
primo anno di Filosofia, sa che la tradizione
cambierà, ma non se ne dispiace: «Non è una
festa per giovani. Forse ci rimarrà male mia
madre se non ci saranno più i botti. Per me, se
abolissero proprio la serata e dirottassero i
fondi sui trasporti Torino ne guadagnerebbe.
Quelli non funzionano tutti i giorni, San Giovanni in un’ora finisce». Neppure Diego Giachetto,
insegnante all’Avogadro, ci tiene a conservare:
«Cambiamo, poi diventerà di nuovo tradizione.
Elena
Ferraris
«Non è una
festa per
giovani, usino
i soldi per
riparare bus»
C’è una sensibilità inedita verso gli animali che
va assecondata». La voglia di novità è diffusa.
Ma tra i torinesi c’è anche chi storce il naso.
Come Beatrice Zuliani, 21 anni: «È la prima
volta che vengo a vederli. È giusto pensare agli
animali, ma un botto è simile a un temporale. I
fuochi d’artificio sono quelli che vanno alti in
cielo. Se saranno solo un gioco di luci su una
facciata, per me non hanno senso». Alle 23,10 la
festa finisce, la folla scema a fatica. Corso Moncalieri, su per la strada dei Cappuccini, diventano una bolgia di auto, il traffico va in tilt. Nelle
vie sopra la Gran Madre, alcuni condomini si
ritrovano senza luce e lamentano un black out.
San Giovanni volta pagina. Arrivederci al prossimo anno, quello delle sorprese.
Agenda cancellata
12345367318
9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 12345367318
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cronaca di Torino .49
Alla sfilata
Il più giovane
Rocchietti
March
con la sua
Giacometta
Proprietario
dell’Alfa Teatro,
di mestiere
fa il burattinaio
Gianduja siamo noi,
perché siamo gli unici
che il Comune
autorizza con un atto
notarile tutti gli anni
La festa va rinnovata
per avvicinarla
anche ai giovani sennò
tra poco le daranno
l’estrema unzione
Aldo Rocchietti March
Marco Grilli
Gianduja
e proprietario Alfa Teatro
Gianduja
Famija Turineisa
REPORTERS
Una tradizione che risale alla fine del ’700
E per la festa esplode la guerra dei Gianduja
Accuse e frecciate: pronti a tutto per impersonare nei cortei la “maschera” simbolo della Città
Il più
anziano
LETIZIA TORTELLO
«Gianduja sun mi». Gianduja
sono io. Già, ma chi? In questi
giorni di festa, chiunque si sia
trovato a seguire i cortei della
maschera di Torino ha strabuzzato gli occhi perché non
si ritrovava più. A vestire i
panni del simbolo della città,
giacca marrone, pantaloni
verdi e cappello a forma di
gianduiotto, erano almeno in
tre: il «giovane» Marco Grilli,
l’autorità Andrea Flamini, che
si è fatto dimettere apposta
dall’ospedale dove era stato
ricoverato per una bronchite
per presenziare alla sfilata, e
Aldo Rocchietti March.
Andrea
Flamini
si è fatto
dimettere
apposta
dall’ospedale
dove
era stato
ricoverato
per una
bronchite
per poter
presenziare
alla sfilata
Maschere concorrenti
San Giovanni è la guerra dei
Gianduja. I tre depositari della
tradizione che affonda le radici
a fine ’700, non hanno intenzione di mollare il marchio agli avversari, sfilano marcando il territorio, sfoggiano facce tonde e
rubiconde e sorridono con orgoglio di fianco alle loro Giacomette. Fanno di tutto per non
incontrarsi perché si detestano,
e soprattutto rivendicano tutti
il bollino di «Gianduja doc».
Il più agguerrito è Marco
Grilli, che giovedì pomeriggio,
apriva il corteo del Farò e benediceva i torinesi sfoggiando
la patente di burattinaio proprio come gli inventori di
Gianduja, nato a fine ’700 dalla fantasia Giacchino Bellone
e di Giovanni Battista Sales.
REPORTERS
Ma avete visto
il mio curriculum?
È tutta la vita
che porto avanti
questa tradizione
Andrea Flamini
Gianduja
Associassion Piemonteisa
Famija Turineisa e Associassion Piemonteisa, fondata da
Andrea Flamini, il Gianduja numero tre, anzi il numero uno, visto che è il più anziano (ha 88
anni) e da 60 anni fa quello, c’è
pace armata. March dal palco
ringrazia Flamini, sopraggiunto al Farò in auto perché ammalato, ma sempre combattente:
«Altro che l’ultimo San Giovanni - diceva ieri, tornato convale-
Corsa alle sfilate
Ma se guerra fredda dev’essere,
a tallonarlo c’era un altro burattino patriota dal vestito color
cioccolato: Rocchietti March,
della Famija Turineisa, che invece ieri ha figurato come il
Gianduja ufficiale alla messa
del Duomo con l’arcivescovo
Nosiglia e per tutto il giorno, fino alla sera, dove è salito sul
palco e ha dato via ai fuochi. Tra
scente nella casa di cura di via
San Marino -, se Dio vuole mi
trovate ancora qua, non ho nessuna intenzione di andarmene,
anche se qualcuno vorrebbe così». E fa le corna di soppiatto.
Botta e risposta
La frecciata del vecchio leone
va dritta nella schiena di Grilli,
che dell’Associassion Piemonteisa vorrebbe diventare l’ere-
de e proverà a farsi eleggere
presidente alla prossima assemblea. Con Flamini non corre buon sangue: «Quello lì si è
alzato un mattino e ha preteso
di essere Gianduja, ma avete visto il mio curriculum? È tutta la
vita che porto avanti la tradizione gloriosa di questa maschera
meravigliosa». Grilli, dalla sua,
ribatte secco: «Dubito che a 88
anni Flamini possa ancora fare
molte edizioni di San Giovanni,
gli anziani facciano i padri nobili e si mettano da parte di loro
spontanea volontà. La festa va
rinnovata per avvicinarla ai giovani sennò tra poco le daranno
l’estrema unzione». Grilli di mestiere fa il burattinaio ed è a capo dell’Alfa Teatro in corso Casale. Ma non è solo una guerra
di tradizione. Il «giovin Gianduja» si è anche candidato alle
ultime elezioni con i Moderati
per Fassino, e per questo lamenta che la neo sindaca Appendino e il suo gabinetto, al Farò gli hanno fatto un dispetto e
non gli hanno permesso di salire sul palco. «Gianduja sun mi»,
ripete Grilli, «perché Sales possedeva un teatro-tenda in corso
Cairoli, e perché possiedo le
carte del primo discorso della
maschera, i regi decreti di inizio
’800». Non l’avesse mai detto:
Rocchietti March non gliela fa
passare liscia: «Gianduja siamo
noi, perché siamo gli unici che il
sindaco autorizza con un atto
notarile tutti gli anni». Gianduja
uno nessuno e centomila.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
1
Un lettore scrive:
lì, ricoverato una
notte al Pronto Soccorso del
Gradenigo, al braccio una siringa, su torace e caviglie gli
elettrodi dell’elettrocardiogramma da cui partono fili che
si ricongiungono in una macchinetta che registra il battito
come nei film americani. I piedi ti spuntano dalla barella, la
testa ti scoppia. Dormire non
si può: il freddo e il rumore dell’aria condizionata proprio sulla testa, l’emicrania, l’assenza
di cuscino, la macchina accanto che ti monitora il cuore e appena ti appisoli lancia un allarme sonoro: suono, un infermiere accorre e mi risponde
premuroso che, ovvio, quando
si dorme la frequenza cardiaca scende, lanciando l’allarme.
Tanto vale esplorare la penombra attorno. In camera ho
tre anziane, di 77, 79 e 84 anni.
Quella di 77 è sudamericana. Il
personale sanitario le parla
spagnolo: “Falta el aire?” Quel-
2 «Sei
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1
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1
la di 84 dice “Eh, sono del 32, ho
fatto la guerra”. “Ma anch’io” risponde l’altra del ’37 “sono vecchia”. “E no, io molto di più, alla
nostra età 5 anni fanno la differenza. Ma marca pioggia. Ah,
l’estate è finita prima di cominciare. Buonanotte.” Brontolo
anch’io un buonanotte, e penso
che tutto il personale, qui, è gentile e molto professionale. Per
farmi sentire a mio agio la giovane dottoressa che mi aveva visitato per prima mi aveva detto:
“Nato ad Alba? Io a Montà”. Ti
senti curato, in questi ospedali
che qualcuno voleva chiudere».
TERESIO ASOLA
Un lettore scrive:
2 «Desidero sapere chi ha da-
to il permesso di costruire un
obbrobrio di cemento, tipo garitta o pollaio per galline ipertrofiche, nella bellissima piazza
Carlina. Immagino che la torretta in questione possa fungere da
punto di ingresso al garage sotterraneo in via di ultimazione.
Non è ancora terminata, tuttavia forma e materiali non lasciano presagire nulla di bello!
«E’ proprio necessario un parallelepipedo di cemento, così
indecente? In altri luoghi e con
lo stesso utilizzo, ad esempio ingressi alla metropolitana o al
parcheggio sotterraneo di piazza Bodoni, sono state costruite
strutture non offensive».
GUIDO MARIA GUIDA
Un lettore scrive:
febbraio 2010, in seguito ad un trasloco, decido di
cambiare fornitore di luce e gas
e passo ad Eni. Con le bollette
del gas nessun problema, con la
luce inizia un calvario che si è
concluso pochi giorni fa, molto
negativamente. Già dalle prime
bollette ho notato che il fornitore non conteggiava l’effettivo
consumo e io mi ritrovavo così a
pagare una cifra minore, rispet-
2 «Dal
to a quella dovuta. Inizio quindi
a reclamare l’accaduto recandomi presso i punti Eni della mia
città e chiamando il numero
verde per segnalare i consumi
effettivi, mai presi in considerazione. Tutto questo va avanti
per sei lunghi anni in cui Eni mi
rassicura del fatto che ci sarà
una rateizzazione del consumo
non pagato. E difatti qualche
giorno fa ho ricevuto una bolletta con relativo conguaglio di
1600 euro che, da loro sistema,
dovrò pagare in 8 rate da 200
euro l’una. Ora, essendo io pensionato, monoreddito e dovendo
far fronte ad affitto e altre spese
mensili, chiedo, tramite fax, una
maggiore rateizzazione, ma la
risposta telefonica è che il loro
“sistema” funziona così e non
posso appellarmi a niente. Ma
che sistema adotta un fornitore
che per anni non fa pagare il
consumo effettivo ad un cliente
che richiede più e più volte la
giustezza del pagamento? Proprio oggi scopro su Internet un
articolo in cui Eni è stata multata dall’Antitrust per pratiche aggressive nelle bollette, questo
mi rincuora perché comprendo
di non essere l’unico a cui è stato
riservato questo “trattamento
privilegiato”. Ora attendo di capire come muovermi per risolvere al meglio questa situazione
e sicuramente passare ad un altro fornitore».
DOMENICO GENTILE
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
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www.facebook.com/specchiodeitempi
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9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA D
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cronaca di Torino .51
L’OMELIA DELL’ARCIVESCOVO
L’arcivescovo a San Giovanni
“Andrò d’accordo con una Giunta
che mette al centro poveri e periferie”
I punti
chiave
dell’omelia
Nosiglia: “Alla sindaca dirò che collaboreremo per far crescere la fratellanza”
MARIA TERESA MARTINENGO
Un San Giovanni insolito, ieri,
in Cattedrale. La sindaca Chiara Appendino, malata, non ha
potuto essere presente e neppure ha avuto modo di delegare
un neo-consigliere o un assessore. Così la festa del patrono
ha preso il via sul sagrato con
l’arcivescovo accolto dall’assessore regionale Giovanni Maria
Ferraris, dal senatore Mauro
Marino e dal capo di gabinetto
di Appendino, Paolo Giordana.
Nessuno con la fascia tricolore,
ma non importa. I contenuti
dell’omelia, quella in cui l’arcivescovo tradizionalmente riflette sui problemi della città,
monsignor Cesare Nosiglia li riferirà presto a Chiara Appendino. Ne ha accennato al termine
della Messa con i giornalisti,
riassumendo il senso sia dell’omelia sia della Lettera alla
Città appena presentata, significativamente intitolata «Mio
fratello abita qui».
L’Agorà
1 «Abbiamo
moltiplicato le
“agorà” sul
territorio, coinvolgendo giovani, professionisti, responsabili
istituzionali: è
emersa la voglia
di fare comunità,
affrontare insieme i problemi».
Il lavoro
1 «I giovani
pensano alla
famiglia, alla
casa: ma l’accesso è sempre più
difficile perché il
mercato da un
lato pretende
garanzie economiche e di stabilità che rifiuta di
offrire dall’altro».
Città nuova
REPORTERS
In Cattedrale
L’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia durante l’omelia e
sul sagrato mentre saluta le autorità presenti
Nell’omelia, sottolineando fortemente la necessità di agire in
prima persona per il bene comune, Nosiglia ha detto che «una
città “nuova”, ha bisogno di tutelare e promuovere il contributo
di ogni cittadino ma anche di
concepire una distribuzione delle risorse economiche e culturali
più equa e più diffusa capillarmente». Per l’arcivescovo «le vere “pari opportunità” vengono
da un contesto realmente attento a ogni persona, ai suoi bisogni
come alle sue potenzialità. Questo significa abbandonare una
visione del sociale puramente
“assistenziale”, di aiuti a pioggia, di interventi di emergenza
come voucher o borse lavoro,
necessari in certe situazioni ma
alla lunga inefficaci. E di risorse
che nella maggior parte servono
a coprire le spese pure legittime
del personale e delle strutture
che le ospitano». L’augurio è di
«un nuovo welfare che tenda all’inclusione sociale delle perso-
Collaborazione
«Dirò al sindaco che bisogna far
crescere la fratellanza - ha spiegato Nosiglia - e che siamo
pronti a collaborare sui fronti
dell’educazione, dei giovani, dei
rom e per tanti altri aspetti. Soprattutto, perché c’è da ricostruire un tessuto di fraternità,
di condivisione. Non riusciremo mai ad arrivare al traguardo di una città che non sia solo
contenitore di tante realtà ma
sia davvero comunità, se ciascun cittadino non prende coscienza che deve fare la sua
parte senza aspettare sempre
le istituzioni, gli altri». Poi ha
aggiunto: «Sono fiducioso: come Chiesa non dobbiamo privilegiare questo o quel programma, l’importante è che si mettano al centro gli ultimi, i poveri,
le periferie, chi è in difficoltà.
Su questo credo che andremo
molto d’accordo».
La solidarietà
1 «Dico alla
mia Chiesa e ai
tanti che contano su un reddito
più che sufficiente di compiere quel gesto
concreto e continuativo di
solidarietà che
singoli e famiglie stanno già
attuando».
REPORTERS
PAOLO COCCORESE
MASSIMILIANO PEGGIO
n uomo si è buttato nelle acque
per salvarla ed è
riuscito a trascinarla sulla
riva dell’isolotto. Poi sono
intervenuti gli elicotteri
che l’hanno portata in ospedale. Spero che si salvi» dice Michele, 13 anni. Lui ha
visto tutto, ieri sera, affacciandosi al parapetto del
ponte di corso Vercelli, sopra le acque torbide del fiume Stura. Ha visto i soccorritori scendere dagli elicotteri, raccogliere quella bimba Rom di 11 anni e rianimarla per più di mezz’ora
con movimento concitati,
finché il suo cuore ha ripreso a battere, seppur flebilmente. Adesso la piccola è
ricoverata in terapia intensiva al Regina Margherita,
Emergenza al campo rom
A 11 anni rischia di morire
«U
REPORTERS
In elicottero
I vigili del
fuoco hanno
trasportato
la bimba
in ospedale
in prognosi riservata. «Le
sua condizioni sono davvero
critiche» dicono i medici.
Sulle isolette
L’allarme è scattato poco dopo le 19. La bimba stava gio-
cando con altri amici lungo il
corso d’acqua. La temperatura estiva di ieri ha spinto fin
dal primo pomeriggio un
gruppo nutrito di nomadi, per
lo più rom romeni dei campi
non autorizzati di via Germagnano, a fare il bagno del fiume Stura, spingendosi anche
sulle isolette che si trovano in
quel tratto. In tutto una trentina di persone. Su una di queste isolette si è avventurata la
bambina, in compagnia di altri ragazzi del campo nomadi.
Stava giocando con loro nell’acqua, quando improvvisamente è stata trascinata via
dalla corrente. In quel tratto
di fiume, compreso tra il ponte ferroviario e quello di corso
Vercelli, «l’acqua diventa di
colpo profonda. Anch’io mi
sono spaventato facendo il ba-
gno lì. Dopo pochi passi, si
sprofonda di colpo in una risacca dove la corrente è fortissima» dice Michele, che
abita in via Germagnano. Uno
degli altri ragazzi raggiunge
l’accampamento e dà l’allarme. Uno degli adulti raggiunte il fiume e si getta nell’acqua. Trova la piccola dopo poche bracciata e la porta a riva,
sull’isoletta. Ma la bimba è già
priva di sensi.
I soccorsi
In pochi minuti arrivano le
ambulanze del 118 con l’equipe medica, l’elicottero dei vigili del fuoco con i sommozzatori e le volanti della polizia.
Attorno ai soccorritori, ammassati, più di un centinaio di
nomadi del campo. La bambina è stata rianimata per oltre
Il look
In un altro passaggio monsignor Nosiglia ha richiamato a
una sobrietà che è anche verità:
«Giovanni non si preoccupa del
“look”, sa di non aver bisogno di
piacere a chi lo ascolta. Soprattutto, è consapevole che il
“look” rischia di essere l’armatura di chi si sente debole e deve difendersi con la corazza di
uno stile: un modo di vestire, un
certo telefonino, l’appartenenza a quel “giro”. La verità che è
in noi non dipende da oggetti e
ricchezza, da posizioni e poteri:
come cristiani e cittadini dobbiamo recuperare l’essenziale
del “bene comune”, nella vita
pubblica e in quella privata».
Ringraziamenti e auguri
Al termine della celebrazione
Nosiglia ha ringraziato il sindaco
uscente Fassino e il vice sindaco
Elide Tisi per la collaborazione
in questi anni, in particolare ricordando l’Ostensione e la visita
di Papa Francesco. Poi si è rivolto alla «nuova sindaca della Città
con un cordiale saluto - ed anche
un augurio e una preghiera per
una pronta guarigione - e ai suoi
collaboratori. Mi auguro che
promuovano quel coinvolgimento responsabile di ogni cittadino
e delle realtà sociali, culturali e
religiose di cui è ricca la nostra
Città, in modo da affrontare uniti le conseguenze della crisi tuttora presente». Ai giornalisti ha
aggiunto: «Torino ha una grandissima capacità di reagire alle
situazioni più difficili: bisogna
suscitarne l’anima, che è aperta
alla solidarietà e alla giustizia, ai
valori fondamentali. Questo è
determinante per il programma
politico che si vuole attuare».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
mezz’ora. Poi con l’elicottero
dei vigili del fuoco, con a bordo il medico del 118, viene trasportata al Regina Margherita. È arrivata in pronto soccorso in condizioni disperate
e subito trasferita nel reparto
di terapia intensiva.
Bimba Rom grave al Regina Margherita
il caso
ne offrendo opportunità di riscatto, ma anche sostenendo la
progettazione di lavori nuovi.
L’innovazione è la frontiera del
nostro domani».
Un luogo pericoloso
40
minuti
È il tempo
impiegato
a rianimare
la bimba per
recuperare
il suo battito
30
persone
Sono i nomadi che ieri
hanno cercato refrigerio
tra le acque
Nel tratto di fiume che costeggia via Germagnano, alle spalle del canile della Lega del Cane, ci sono diverse isolette di
pietre che si allungano tra i piloni del ponte dei binari della
tratta per Milano e il ponte
del curvone di corso Vercelli.
Nell’isoletta più grande, dall’alto si intravedono le buche
fatte dai bambini. E lì stavano
giocando, ieri sera, con le pietre, a pochi passi dal corso
dell’acqua.
Molte persone che abitano
in questo angolo di città amano fare il bagno nella Stura.
Da sempre. Spesso le persone
si sdraiano su quella riva pietrosa a prendere il sole, come
si faceva negli anni Cinquanta
quando le sponde del fiume
Stura erano conosciute come
«le spiagge di Barriera di Milano». Incuranti dei pericoli.
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52 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Quando la tecnologia va in tilt: disguido causato da un cambio di numerazione del convoglio
È un treno fantasma ma parte in orario
Un baco nel sistema informatico di Trenitalia cancella dai tabulati l’Intercity 500 da Genova a Torino
lì, in tutta la sua massiccia
consistenza. Ma non ce n’è
alcuna altra traccia. Non c’è
sull’orario, è impossibile
prenotarlo, persino fare il
biglietto.
Il treno fantasma, complice il passaparola, continua a
trasportare un pugno di
pendolari che hanno mangiato la foglia. Per chi non
conosce questo metafisico
segreto, non c’è verso: non
saprà mai che esiste.
MARCO MENDUNI
GENOVA
In Scozia, vicino a Glasgow, lungo la Highland
Railway, è stato avvistato
in passato più volte un
grande treno grigio che
sembrava fluttuare nell’aria. Questa è un’altra
storia, ma una presenza le
accomuna: quella di un treno fantasma. Un treno che
non c’è, ma che qualcuno
vede e sul quale, persino,
riesce a salire a bordo. È la
leggenda (anzi, la storia)
dell’Intercity 500 che alle
6.57 parte da Genova e dirige su Torino, con il suo carico di pendolari abituati a
un viaggio non breve per
raggiungere tutti i giorni il
posto di lavoro.
Con l’orario estivo, a
partire dal 12 giugno scorso, l’Intercity 500 scompare dagli orari. Non ce n’è
più traccia.
In autunno
Il treno riprenderà la sua
tradizionale numerazione a
settembre. E, dettaglio ancora più curioso, chi in queIl problema
sto periodo avesse voluto acIl mistero si dipana
quistare con largo
solo ieri mattina,
anticipo il biglietquando dopo le
to, l’avrebbe
segnalazioni
tranquillastupite il tremente trovano finalmento al suo pote ricompasto, nell’orare sui taburio
non più
Sono i convogli
lati: l’ectoestivo.
gestiti ogni giorno
plasma torna
Nel fratdal sistema informatico
a manifestarsi
tempo, i pendi Trenitalia
nella
realtà.
dolari hanno
Tutto torna alla
continuato a viagregolarità. Le prenotagiare, informati più o
zioni, l’acquisto dei biglietti. meno a voce: «L’ordine ai
Semplicemente, le Ferrovie capitreno - spiega ancora
si erano «perse» un treno.
Trenitalia - è stato quello di
Può capitare? Capita. «Il fare il biglietto a bordo sencambio di numerazione - za alcun supplemento, perspiega Trenitalia - necessa- ché è evidente che era imrio per esigenze tecniche re- possibile procurarselo in
lative ad alcuni lavori che si anticipo e di questo disguistanno svolgendo sulla trat- do eravamo consapevoli.
ta ha cancellato quel convo- Così abbiamo avvisato tutto
glio dal sistema informatico, il personale». E per chi
che deve gestire più di 9 mila nemmeno sospettava che il
treni al giorno». Non solo: treno esistesse? Più che un
anche gli acquisti, la regi- orario, ci sarebbe voluta la
strazione, le fatturazioni.
palla di cristallo.
Ancora: «Ci siamo accorti
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
9.000
treni
Le proteste
Sulle prime chi è solito utilizzarlo impreca, poi si rassegna: maledetti tagli. Si
attrezza per svegliarsi anche prima, per prendere
un convoglio precedente,
quello delle 6.44, che arriva
dal Sud e ha la stessa destinazione: Torino. Ma quando arriva sul binario, la
sorpresa.
Il treno delle 6.57 è pronto a partire. Esiste e c’è chi
è disposto a giurarlo. Ha
cambiato numero (è diventato 35500) e fisicamente è
del problema, ma purtroppo
c’è voluto molto tempo per
riuscire a risistemare le cose e lavoreremo in futuro
per abbreviare i tempi in casi del genere, perché effettivamente l’operazione ha
comportato una reazione
troppo lunga ».
Tutti in carrozza grazie al passaparola
Con la cancellazione del treno dagli elenchi di Trenitalia si sono bloccate anche le procedure
di prenotazioni e di acquisto online dei biglietti: solo il passaparola tra i «detentori del segreto»
ha permesso ad un pugno di pendolari di continuare a usufruire del servizio,
il collegamento quotidiano tra Genova a Torino delle 6,57
Diario
Infortunio in via Botticelli
Due operai ustionati al volto
nell’incendio al quadro elettrico
«Un boato tremendo». Così
hanno descritto i residenti di Barriera di Milano lo scoppio della centralina elettrica alle spalle del supermercato Mercatò di via Botticelli. Nello scoppio, causato da un
quadro elettrico, sono rimasti feriti
gravemente due operai cuneesi:
Alessio Giraudo, 29 anni, di Centallo, ricoverato in coma al Cto con Il box andato a fuoco
ustioni di terzo grado sul cinquanta per cento del corpo. Il collega, Enrico Montalto, 33 anni, di
Alba, ha riportato ustioni di secondo grado sul trenta per
cento del corpo e lesioni di terzo grado sulle punte della dita. I
due operai, dipendenti della ditta Edil impianti, stavano facendo una verifica della tensione nella centralina di derivazione da 20 mila a 380 volt, quando è scoppiato l’incendio.
1
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
L’aggressore denunciato dalla polizia
Due donne molestate e rapinate
di fronte al Regina Margherita
Ha rapinato due donne nei pressi del Regina Margherita: in un caso la vittima è stata anche molestata e palpeggiata. Un uomo di 27 anni, italiano, è stato denunciato dagli agenti del commissariato Barriera Nizza per i due episodi, avvenuti a marzo e ad aprile. La prima rapina si è
verificata nei pressi delle scale che conducono all’ospedale. La donna è rimasta leggermente ferita a causa dell’aggressione. Più grave il secondo episodio di marzo. In questo caso la donna è stata rapinata mentre si dirigeva verso
il parcheggio di corso Unità d’Italia. La vittima è stata
bloccata alle spalle: l’uomo, dopo averle messo una mano
sulla bocca per impedirle di gridare, con l’altra le ha toccata nelle parti intime. La donna è riuscita a fuggire, ma l’uomo le ha strappato la borsa. Il rapinatore è fuggito con
un’auto: la donna è riuscita a prendere il numero di targa.
Da qui le indagini. Il bandito è stato denunciato per le due
aggressioni. Non si esclude che l’uomo possa essere l’autore di altre azioni simili.
1
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cronaca di Torino .53
Appendino
Intervista
I curriculum
arrivati al
Movimento 5
Stelle per fare
l’assessore,
sono
esaminati da
un gruppo
ristretto di
persone
guidato dalla
sindaca
MAURIZIO TROPEANO
l futuro della linea 2 della
metropolitana accende il
primo scontro tra Pd e
Movimento 5 Stelle dopo la
vittoria di Chiara Appendino.
«Chi vince le elezioni ha tutto
il diritto di smontare quello
che hanno fatto in precedenza gli altri amministratori
della città ma deve sapere
che ad ogni azione corrisponde una conseguenza e, in questo caso, cambiare il tracciato
significa perdere i fondi per la
progettazione».
Stefano
Esposito, vicepresidente della commissione Trasporti del
Senato, aggiunge: «Non si
tratta di un ricatto ma di regole amministrative».
In effetti la gara internazionale per individuare i progettisti si è chiusa ma non stata ancora individuata la commissione che dovrà esaminare le domande che sono arrivate nelle scorse settimane. Il
progetto individuato dalla
giunta Fassino non è mai piaciuto al M5S e Montanari in
un colloquio con La Stampa,
aveva definito l’opera «il
grande bluff: hanno calato
dall’alto il progetto, come
hanno sempre fatto limitando
il controllo pubblico e facendosi guidare dai promotori
dei progetti stessi. L’idea è
quella di sfruttare il trincerone della ferrovia già esistente
e sfruttare le aree attorno per
costruire ancora. Personalmente sono convinto che la
soluzione migliore sarebbe
quella di puntare direttamente su San Mauro e utilizzare
la Torino-Ceres per il collegamento da Caselle e arrivare in
centro».
I
Senatore Esposito le sue affermazioni suonano come un ricatto. Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino ha inviato il nuovo sindaco a ragionare insieme sul futuro. Perchè
fare le barricate?
«La campagna elettorale è finita e non si può governare a
forza di slogan. Il mio richiamo vuole essere un invito a
collaborare insieme, a fare
squadra così come è stato fatto quando presidente del Piemonte era il leghista Cota».
Collaborare minacciando?
REPORTERS
Per Cultura, Trasporti e Sicurezza
Altri 200 curriculum
per candidarsi a fare
l’assessore di Appendino
La talpa
Il senatore
Stefano
Esposito.
A fianco
il cantiere
della linea 1
del metrò
da piazza
Bengasi
a Lingotto
BEPPE MINELLO
REPORTERS
Il vicepresidente della Commissione Trasporti
“Se cambia il tracciato
addio ai fondi
per la linea 2 del metró”
Esposito (Pd) al M5S: stop slogan, diano risposte rapide
fico modificarlo significa rifare
daccapo le procedure, dunque
rifare il preliminare, consultare
i cittadini. Se tutto va bene per
completare tutti questi passaggi servono almeno 12 mesi e in
un periodo di carenza di liquidità quei fondi non possono restare fermi per così tanto tempo e
potrebbero essere dirottate su
altre opere».
Il bando è legato al
percorso, per rifarlo ci
vorrebbero almeno
12 mesi, i fondi non si
possono congelare
Dove potrebbero finire i fondi?
«In un periodo di risorse scarse è
evidente che quei fondi non possono essere congelati per un lungo periodo ma devono essere utilizzati in progetti che sono in fase
più avanzata di realizzazione».
Ad esempio?
«Ad esempio, ritornare da dove
erano stati stornati, cioè dal
prolungamento della linea 1 da
Nel piano del governo
c’è la linea 2 del metrò,
se si cambia progetto
si dovrà aspettare una
nuova pianificazione
«Un conto è la politica, un
conto è l’amministrazione. Il
bando per la progettazione è
collegato ad un trattato speci-
Collegno a Cascine Vica. Senza
dimenticare che c’è il rischio di
perdere altre risorse».
Una nuova minaccia?
«No. Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio presenterà alla fine della prossima
settimana il piano di finanziamento delle metropolitane. In
quell’elenco è stata inserita la linea 2 perché c’era il bando della
progettazione e di un percorso
avviato. Se Appendino vuole legittimamente rifare tutto l’opera uscirà tra quelle finanziabili
con questo piano».
Il M5S ha sempre contestato le
operazioni immobiliari che permetterebbero di finanziare la
metropolitana....
«Non credo sia possibile trovare 1,5 miliardi di fondi pubblici
per la sua costruzione».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Se per individuare i primi 9
assessori della prima giunta
grillina di Torino Chiara Appendino ha potuto e dovuto
spulciare 400 dossier incontrando i candidati più promettenti, ora ne ha a disposizione altri 200. Sono arrivati
tutti tra lunedì e ieri e non solo all’indirizzo mail indicato
sul sito del Movimento. Altri
ne arriveranno prima del 30
giugno quando avverrà la
proclamazione degli eletti e
quando, probabilmente, Appendino ne approfitterà per
completare e ufficializzare la
sua squadra. Una corsa che
vede impegnato chi è sempre
pronto a salire sul carro del
vincitore ma anche chi, nell’incertezza dell’esito elettorale, aveva
preferito
non esporsi.
Nel quartier
generale di
Chiara Appendino che
è, causa maPortavoce
lattia della
Paolo
sindaca e, da
Giordana
ieri, anche
del suo capo
ufficio stampa, Luca Pasquaretta, la casa di via Baumont,
si guardano con fastidio auto
candidature che circolano
sui social e tra i simpatizzanti grillini. Auto promozioni
che corrispondono solo alla
smania di protagonismo di
chi le diffonde, ma non alla
realtà. Com’è noto, sul piatto
ci sono le tre, pesanti, deleghe rimaste scoperte: Cultura, Sicurezza e Trasporti.
Tre poltrone, molto probabilmente, lasciate volutamente vuote per non offrire,
durante la campagna eletto-
Davide Balena nuovo commissario cittadino
Forza Italia riparte dai quarantenni
“Andremo a cercarci i voti nei quartieri”
Retroscena
ALESSANDRO MONDO
a buca sempiterna, l'erba non tagliata, i marciapiedi dissestati, lo spacciatore sotto casa: a Torino
Forza Italia prova a ripartire
dal territorio, cioè dai quartieri
che hanno punito il Pd, premiato i Cinquestelle, sostanzialmente ignorato un centrodestra diviso e incoerente, incredibile a sè stesso prima che agli
L
occhi degli elettori. Un programma «minimal» che però ha dimostrato di portare voti a chi sa andarseli a cercare, specialmente
nelle periferie: lontane dal centrosinistra, lontane anni-luce dal
partito di Berlusconi .
Prova a ripartire da esponenti
più giovani, anche, pronti a mettersi alla prova, tenendo in seconda linea volti fin troppo noti:
scelta obbligata per una forza
politica che a Torino non ha mai
toccato palla ed prossima al punto di non ritorno. La scelta di Davide Balena come nuovo commissario cittadino è un segnale,
per ora timido, in questa direzione: succede a Roberto Rosso,
omonimo del candidato-sindaco
di area centrista, a fine mandato.
Nomina fiduciaria del coordinatore regionale, quella di Balena,
cioè di Gilberto Pichetto («il rilancio è la parola d’ordine di una
nuova classe dirigente»), in attesa del congresso.
«Ricominciamo dagli eletti e
dai candidati che in campagna
elettorale si sono dati da fare spiega il nuovo commissario, 44
anni, cresciuto nel movimento
giovanile, da due anni portavoce
regionale, eletto nella prima circoscrizione -: nei quartieri abbiamo una bella squadra di 3040 persone motivate». E quelli
che alle elezioni non si sono spesi
o hanno strizzato l’occhio ad altri? «Possono continuare sulla
loro strada o lavorare con noi,
andremo avanti comunque fa-
I militanti del centrodestra chiedono l’unità
Basta dibattere
sui massimi sistemi,
possiamo fare
un’opposizione vera
sia al centrosinistra
che ai Cinquestelle
Davide Balena
commissario cittadino
di Forza Italia
cendo un’opposizione vera ai
Cinquestelle e al Pd». Pausa:
«Non un’opposizione sui massimi sistemi ma sulle cose spicciole, occupandoci dei problemi dei
cittadini». Di rigore l’auspicio all’unità del centrodestra, per ora
improbabile, mentre l’invito a
superare le correnti interne è un
atto di fede.
Lo aspetta un compito molto
difficile: tirare le fila di un partito allo sbando, motivare chi ha
rale, armi in più all’offensiva
fassiniana. Che, ricorderete,
aveva sparato subito ad alzo
zero contro Guido Montanari,
il responsabile dell’Urbanistica, distintosi in passato per le
sue posizioni fortemente critiche verso le scelte dell’amministrazione Fassino. In ogni
caso, nessuno dei nomi circolati fino ad oggi corrisponderebbe al profilo cercato da Appendino . Ne sa qualcosa Biagio Burdizzo, storico dirigente
comunale della Viabilità, bollato sui social come «voltagabbana» perchè indicato come
possibile responsabile dei
Trasporti. Il
30 giugno è
anche una data importante
perchè scadono i contratti
Dirigente dei cosiddetti
Gianmarco «Bassanini»
Montanari figure dirigenziali scelte
direttamente dall’amministrazione. Tra loro ci sono il comandante dei vigili, Alberto
Gregnanini, prossimo alla
pensione e che sarà confermato il tempo necessario per
procedere a un bando pubblico con il quale sarà scelto il
successore. Sparirà la figura
del city manager oggi affidata a Gianmarco Montanari.
Paolo Giordana, futuro capo
di gabinetto, assumerà alcune delle sue competenze insieme a quella di portavoce
della sindaca. Un bel risparmio al quale si aggiungerà
quello degli staffisti per gli
assessori che potranno assumerne soltanto uno dall’esterno, mentre un secondo
lo potranno individuare tra i
dipendenti comunali.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
sottomano e fare campagna acquisti all’esterno, destreggiarsi
tra gli scontri interni - dal recente affondo di Napoli contro Vignale e Porchietto al risentimento di Tronzano -, guardarsi dagli
ex-alleati in ordine sparso. «Alle
ultime elezioni Forza Italia ha lavorato per indebolire Salvini frena Riccardo Molinari, segretario della Lega piemontese -:
oggi non vedo margini per un
riavvicinamento».
Tra gli «azzurri», almeno a
parole, il clima è positivo. Via libera da Alberto Cirio, che da
tempo si è candidato ad un ruolo
di primo piano nella «nuova»
Forza Italia: «La scelta di Balena
premia un giovane che ha portato nella sua circoscrizione il dato
più alto del partito». «Nonostante l’età ci sa fare, lavoreremo in
team», premette Napoli. Apertura anche da Vignale: «Davide è
giovane e motivato, questo è positivo. Organizzare un partito
non è facile ma gli darò volentieri
una mano». Staremo a vedere.
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54 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Il 13
novembre
Guerra al terrorismo
Abdessamad
Chouaa,
34 anni, nato
in Marocco
ma cittadino
belga da
diversi anni
sarebbe
fuggito
da Molenbeek
subito dopo
gli attacchi
nella
capitale
francese
Sarebbe
inoltre legato
al clan a cui
fa riferimento
l’imam
integralista di
Molenbeek
che porta
il suo stesso
cognome
Consegnato a Bruxelles
il sospetto jihadista
degli attacchi di Parigi
Belga di origini marocchine: era su un treno a Torino
Identificato negli uffici dell’Immigrazione della questura,
Chouaa è stato scortato su un
volo per Bruxelles e consegnato alle autorità del Belgio, per
essere interrogato.
il caso
MASSIMILIANO PEGGIO
Il provvedimento
Il sudoku
Medio
Il gioco consiste nel riempire tutte le caselle in modo tale che
ogni riga, ogni colonna e ogni settore contenga tutti i numeri
senza alcuna ripetizione: negli junior sudoku sono in gioco
i numeri da 1 a 6, nel sudoku medio e difficile i numeri da 1 a 9
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spetta attività connessa ai
gruppi terroristici anche direttamente riconducibili agli attentati perpetrati nella capitale francese».
I sospetti
La sua presenza in Piemonte
ha attirato l’attenzione di molti
apparati intelligence, non solo
italiani. Perché il cognome
Chouaa è abbastanza noto negli ambienti del radicalismo
islamico, a partire dalla lotta in
Algeria. A Molenbeek, l’imam
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Il tempo: sole e caldo estivo, ma dal pomeriggio temporali e più fresco.
Soleggiato al mattino; nel pomeriggio
sviluppo di cumuli sulle zone montane e
collinari, con tendenza a qualche
temporale sulle vallate alpine e tra
pomeriggio e sera tra Langhe,
Monferrato, Appennino, zone orientali,
più rari altrove.
Nel complesso prevale ancora il sole, con
massime diurne oltre i 30 gradi, ma
tendenza a una maggiore variabilità in
giornata, con rovesci e temporali sulle
zone montane, Valle d’Aosta e tra
pomeriggio e sera anche su pianure e
colline, specie a Nord del Po.
Addensamenti sulla costa ligure.
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La prima ondata di caldo estivo, determinata dall’espansione di un promontorio
dell’alta pressione africana verso le regioni alpine, ha raggiunto il suo culmine. Dal
pomeriggio una depressione sulla Francia convoglierà aria più fresca e umida verso
l’arco alpino e da qui si attiveranno focolai temporaleschi che si propagheranno entro
sera alle zone di pianura. Dopo il passaggio di questo fronte temporalesco tornerà a
espandersi l’alta pressione con una maggiore componente atlantica.
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--.-10.58
05.40
Abdelkader Chouaa, che compare più volte citato in dossier
dell’antiterrorismo, è stato accusato di fare proseliti a favore
della lotta jihadista, spingendo
i giovani europei ad andare in
Siria. La serata degli attacchi
di Parigi, Salah Abdeslam
avrebbe cercato di contattare
Abdeilah Chouaa, figlio dell’Imam, che lavora presso l’aeroporto di Zaventem. Lo stesso aeroporto colpito dagli attentati dello scorso 22 marzo.
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Difficile
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Junior Sudoku
2 1
3
sta rimasto in vita dopo le stragi del 13 novembre, lui si sarebbe allontanato in fretta e furia
dal Belgio, raggiungendo l’Italia. Da qui il provvedimento di
allontanamento, gestito in
grande segretezza dalla questura. Motivato dal fatto che «a
carico del predetto - si legge
nel decreto prefettizio, confermato dal tribunale di Torino risultano precedenti penali di
polizia internazionale relativi
agli anni 2013, 2014, 2015 per
incendio volontario e per so-
13.32
21.24
27 GIU
4 LUG
12 LUG 20 LUG
La soluzione
dei giochi di ieri
Medio
Sudoku
za» nel suo genere, perché non
era mai capitato di detenere in
un Cie un cittadino comunitario, con regolare passaporto,
ancorché scaduto, e doverlo allontanare d’urgenza con una
motivazione così grave. Il
provvedimento è del 15 gennaio, a carico di Abdessamad
Chouaa, 34 anni, nato in Marocco ma cittadino belga da diversi anni. Secondo le autorità
francesi, l’uomo avrebbe avuto
un coinvolgimento negli attentati di Parigi del 23 novembre.
LAPRESSE
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Difficile
C’
è un fascicolo, tra i
più riservati in questura, ancora in fase
di indagine, che racconta la
storia di un giovane marocchino, naturalizzato belga,
fermato nei primi giorni di
gennaio su un treno della Riviera ed allontanato dall’Italia con un decreto della prefettura di Torino per «sospetta attività terroristica». Un
provvedimento a firma dell’ex prefetto Paola Basilone,
che ha «fatto giurispruden-
Sono stati alcuni poliziotti della Ferroviaria a incrociarlo su
un treno, proveniente dalla
Francia, con pochi spiccioli in
tasca. Insospettiti dal suo silenzio misurato, lo hanno portato a Torino per essere identificato. Sul suo passaporto, scaduto nel 2015, c’erano timbri di
ingresso e uscita dalla Siria, di
poco precedenti alla guerra civile. Il suo nome compariva tra
quelli ricercati a livello internazionale. Negli ultimi giorni
dell’anno scorso, mentre era
ancora in corso la caccia a Salah Abdeslam, l’unico terrori-
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cronaca di Torino .55
Le aziende che lavorano in Gran Bretagna
La Brexit spaventa
gli imprenditori
“Export più caro”
L’allarme dell’Api: costi aumentati già del 10%
CRISTINA INSALACO
«Il nostro futuro ora è un
enorme punto interrogativo, che lascia immaginare
solo cambiamenti peggiorativi». L’uscita della Gran
Bretagna dall’Unione europea spaventa Corrado
Alberto, presidente Api,
l’associazione delle piccole
imprese. «È stato uno
choc: adesso il commercio
con l’Inghilterra sarà molto più complicato. Sarà come esportare in Svizzera».
Gli imprenditori torinesi
sono spaventati. Probabilmente dovranno pagare un
dazio doganale, uno spedizioniere, e l’Inghilterra
non sarà più una sorta di
El Dorado in cui aprire
un’attività sfruttando tasse più basse, poca burocrazia e tempi rapidi. «Con la
svalutazione della sterlina,
i costi dell’esportazione sono già aumentati del 10% prosegue Alberto, imprenditore del Caffè che porta
il suo nome -. A poche ore
dal risultato del referendum i listini erano già più
cari, e lo scenario non può
che complicarsi».
Il controesodo della start up
L’azienda dei corsi di inglese on line
torna a casa: aperta una sede a Torino
AFP
Cambio svantaggioso
1 Fluentify, la start up
che aiuta a migliorare l’inglese con le conversazioni
online, ha aperto una sede a Londra, si è ingrandita e poi è tornata in Italia,
inaugurando un ufficio a
Torino. La start up nata
dall’idea di quattro ragazzi continua ad avere sempre più successo: oggi conta più di 30 mila iscritti, 130
tutor di inglese, e un fatturato di circa 200 mila euro. È
una realtà che costituisce una sorta di “ponte” con
l’Inghilterra e l’Europa per molti italiani, che ha scelto
di mantenere la sede a Londra, da un lato, ma espandersi a Torino, per via della professionalità dei programmatori formati al Politecnico.
Per chi esporta in Gran Bretagna la caduta della sterlina è un grave danno perché l’euro forte
penalizza i nostri prodotti, ora più cari e dunque meno appetibili
prosegue il presidente Api -. Di
fronte a noi abbiamo una grande incertezza, e come tutte le incertezze porterà ad un rallentamento». E siccome a breve dovrebbe essere firmato un trattato di libero scambio con il
Nord America, «paradossalmente potrebbe essere più
semplice esportare in America
che nella vicina Inghilterra».
-60%
il lavoro
Il costo del lavoro
in Gran Bretagna
è inferiore del 60%
rispetto all’Italia
Il crollo della sterlina
Era un’isola felice
L’Inghilterra viene scelta da
molti imprenditori italiani come meta ideale per aprire un’attività e del costo del lavoro, più
basso di circa il 60% rispetto a
quello italiano, cosa che porta i
titolari delle aziende ad assumere personale molto più agevolmente. «Adesso cambieranno le norme sugli investimenti,
sul commercio, sull’assunzione
del personale, e aumenteranno i
costi legati alla burocrazia -
Anche Riccardo Andreoni è un
po’ preoccupato, ma non drammatizza. È l’amministratore
delegato di Ergon & Cradle,
che possiede il marchio Savurè, il pastificio di via Garibaldi.
Tra qualche settimana, con un
investimento di circa 750mila
euro, aprirà un secondo pasti-
ficio a Londra, che sarà anche
ristorante. Ma sta già pensando di inaugurarne almeno altri
due, sempre a Londra, che è un
terreno fertile per l’enogastronomia italiana. «Noi acquisteremo le materie prime in Italia,
soprattutto dal Piemonte - dice
Riccardo Andreoni - e il crollo
della sterlina per noi sarà sicuramente un danno». L’importazione è la prima cosa che lo
preoccupa, insieme alle probabili complicazioni per un ragazzo torinese di volare a Londra in cerca di un lavoro, come
oggi accade sempre più di frequente. «Per il resto, non credo
ci saranno grandi cambiamenti per chi vuole fare impresa prosegue -. Fuori o dentro
l’Unione Europea, continuerà
ad essere interesse dell’Inghilterra avere imprenditori che
portino capitale, che investano
nel mercato inglese e creino
occupazione». Ci sarà da capire se ai nostri imprenditori
converrà continuare a farlo.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Torinesi d’Inghilterra
Gli emigrati a Londra
tra rabbia e sconforto
“Ora ci sentiamo rifiutati”
Non potevo votare
ma mi sono battuta
per il «Remain»
Stare soli è peggio
che stare assieme
LUCIA CARETTI
Ci sono i numeri, la politica,
le analisi: aiutano. Però per
capire la Brexit bisogna alzare il telefono: ogni torinese
ha almeno un amico partito,
tornato o con le valigie pronte, a cui il referendum sta
cambiando la vita. Dalla Mole al Big Ben c’è un’ora di aereo ma la preoccupazione degli italiani oltremanica, grazie ai social media, viaggia
molto più veloce. E si sente
anche sotto la Mole.
Pietro Piglione è messo
come Antonio Conte: alla fine degli Europei comincerà a
lavorare a Londra. Ha studiato alla Bocconi e all’Hec Paris; finalmente a 25 anni si è
meritato un posto in una
grande banca. Nel momento
sbagliato. «Partirò lo stesso,
ma un po’ più triste – racconta – ci siamo abituati ad
appartenere a qualcosa di
più ampio di uno stato e ora
ci sentiamo rifiutati. L’Europa non è solo un lavoro, l’euro o l’inflazione, ma una cultura condivisa: fa male sapere che qualcuno è deliberatamente contrario a questa
integrazione». Non è solo
questione di ideali. «Conseguenze immediate? Per il
crollo della sterlina, probabilmente guadagnerò un po’
meno. Per il resto bisognerà
aspettare i prossimi due an-
Jennifer Taylor
insegnante
a Oxford
È triste sapere che
qualcuno è
deliberatamente
contrario a questa
integrazione
Pietro Piglione
funzionario
di banca
ni». E poi? «Il mio settore sarà molto penalizzato, sono già
stati annunciati futuri ricollocamenti. Non credo che tornerò in Italia: è probabile che
tanti come me finiranno a
Francoforte o Parigi».
Da Parigi, in vacanza, risponde Jennifer Taylor. Mamma italiana, papà canadese,
nonni danesi. Nel 2005, a 28
anni, ha lasciato la sua Torino,
per amore. Nella campagna vicino a Oxford, dove il marito
ha un’azienda di artigianato,
sono nati quattro bambini.
«Non ho mai fatto politica in
Italia, ma qui, anche se non potevo votare, ho dato una mano». Volantini, banchetti, dibattiti per il «Remain». «Credo davvero nella causa». Non
c’è bisogno di dire perché, con
una famiglia così. «Insegno in
una scuola internazionale ad
Oxford, una delle città con il
più alto tasso di voti a favore
dell’Europa». Merito della forte presenza universitaria.
«Studenti e prof non avevano
dubbi, molti colleghi stranieri
dovranno rimpatriare tra due
anni, perché non guadagnano
abbastanza e non sono sposati
con dei britannici». Nell’istituto però i bidelli erano tutti per
il «Leave». «Certi media hanno
fatto il lavaggio del cervello alle classi sociali più umili». Lei
ha fatto la mamma: «Ho spiegato ai miei figli che essere da
soli è peggio che stare insieme.
E che non è giusto non voler
dare niente a nessuno».
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56
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Aperte tutti i giorni: piazza Massaua 1, sempre aperta (24 ore su 24); atrio Stazione Porta Nuova, dalle 7,00 alle ore 19,30.
Orario minimo 9-19,30: corso Vitt. Emanuele
II 66; via Crescentino 34; corso Vercelli 236;
corso Vitt. Eman. 182 bis C; corso Cosenza
39; via Barletta 84/F; via V. Carrera 88; via Genova 64; via S. Franc. da Paola 10.
Circoscrizione
Orario minimo 9-15: via O. Vigliani 55/G; corso R. Margherita 72; via Breglio 16; corso
Unione Sovietica 85; via Monginevro 245.
Di sera (19,30-21,30): piazza Galimberti 7; corso Vitt. Emanuele II 66; via Borgaro 58.
Aperte anche di notte: via XX Settembre 5;
piazza Massaua 1.
Informazioni: www.farmapiemonte.org
Sono rimasti spenti per tutta la mattina di ieri i semafori di corso
Moncalieri al fondo del ponte Isabella e all’angolo con corso
Sicilia. Un guasto alla centralina elettrica ha mandato in tilt gli
impianti, creando il caos tra gli automobilisti. Per riparare il
danno, i tecnici di Iren son dovuti intervenire due volte: alle 14 gli
apparecchi sono stati riattivati.
[P. F. CAR.]
In tutta la città
Mazurke, grigliate e teatro
ecco l’estate di periferia
Dal maxi ritrovo di piazza d’Armi al festival musicale alla Tesoriera
REPORTERS
Circoscrizione 1/ Centro
Cappella dei Mercanti
terminato il restauro
del maxi affresco
DIEGO MOLINO
Gli ultimi
lavori
Ora resta
da completare il
sistema
di illuminazione
e da pulire
i quadri
e le statue
lignee
Appena varcata la soglia di questo piccolo gioiello incastonato fra i palazzi di via Garibaldi, è
impossibile non spalancare gli occhi davanti
all’esplosione di colori della volta affrescata dal
«Legnanino». Merito del restauro, ormai alle
ultime fasi, della «Cappella dei Mercanti» realizzata a cavallo fra Seicento e Settecento e di
proprietà della «Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti». Un lavoro iniziato alla fine dello scorso anno e che culminerà il prossimo 16 ottobre, quando sarà celebrata la tradizionale messa della domenica. Gli interventi più importanti hanno interessato la
volta, sui cui 250 metri quadri è tornato allo
splendore originario l’affresco di Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino. A spiegarlo è
l’architetto Paolo Giannetto, direttore dei lavori. «La difficoltà è stata quella di cancellare gli
effetti dei due restauri dei secoli precedenti,
che avevano reso opache le decorazioni e ripristinare la vivacità dei colori originari». L’ultima fase di cantiere servirà a installare i nuovi
faretti a led. Quaranta punti luce a illuminazione incrociata, da destra a sinistra e viceversa,
che renderanno più uniforme il colpo d’occhio
per chi osserva l’affresco dal basso. Altri interventi di pulitura saranno eseguiti sugli undici
quadri delle pareti e che rappresentano il tema
della Natività e sulle sei statue di legno raffiguranti i Padri della Chiesa. Già dalla prossima
settimana - ogni martedì e giovedì - verranno
organizzate visite guidate per illustrare i lavori
fatti all’interno del cantiere. La spesa complessiva del restauro, pari a 350 mila euro, è stata
finanziata interamente dalla Compagnia di
San Paolo.
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Circoscrizione 2/ Santa Rita
il caso
FEDERICO CALLEGARO
MIRIAM CORGIAT MECIO
estate è arrivata, portando i termometri oltre i 35 gradi centigradi. Per chi passerà pomeriggi
e serate in città, non c’è solo
l’opzione di andare in centro
nei consueti locali della movida. Non mancano infatti spazi per l’intrattenimento anche nelle periferie: in particolare i Punti Verdi, aree dedicate alla musica e al cibo
che richiamano fino a mille
persone ogni giorno. Si va da
piazza d’Armi - uno dei più
frequentati dai
pensionati - all’Evergreen
Fest, nel
parco della Tesoriera, che
attira
inÈ la media delle
vece un
presenze quotidiane
pubblico di
al punto di piazza
tutte le età
d’Armi
con spettacoli
artistici di ogni
genere, al Punto
verde di Cascina Marchesa,
in Barriera di Milano, che
porta il teatro in periferia
grazie alla compagnia Araba
Fenice.
L’
1400
persone
Piazza d’Armi
Quello di piazza d’Armi è un
punto verde storico: nato dieci anni fa, ruota intorno alla
pista da ballo, che si popola
già dal primo pomeriggio. «Io
arrivo appena apre e rimango
fino a chiusura - racconta Leone Mafrica, un residente L’anno scorso avevano inizia-
to tardi, a metà luglio, e la gente non sapeva dove andare.
Anche perché ad agosto chiudono tutte le sale da ballo e venire qui è d’obbligo». Ma quest’anno gli organizzatori sono
riusciti ad aprire ai primi di
giugno: «Ogni giorno arrivano qui più di mille persone spiega Renato Selvi, anima e
gestore del ballo e del ristorante - Organizziamo balli,
concerti e facciamo molta attenzione a non disturbare con
la musica i palazzi vicini».
Quello del disturbo della quiete pubblica è un tema delicato
per questo settore, perché rischia di decretarne la fine. Lo
sanno bene gli organizzatori
dell’Evergreen Fest della Tesoriera: «Abbiamo dato il nostro numero di cellulare ai residenti. Se hanno lamentele
possono chiamare direttamente noi - racconta Simone
Schinocca, direttore artistico
di Tedacà, associazione che
organizza l’evento - Inoltre chi
abita nei paraggi ha il 10% di
sconto».
Largo ai giovani
Simone
Scianocca
organizzatore
Evergreen
Fest
al parco
della
Tesoriera
A Mirafiori Nord, dove i residenti sono al momento orfani
della stagione di eventi alla Cascina Giajone, si è fatto spazio
ai giovani. È infatti interamente dedicata ai ragazzi dagli 11 ai
29 anni la rassegna «Estate giovani alla 2» che parte il 27 giugno in piazza Livio Bianco. Fino
al 22 luglio, dal lunedì al venerdì, tutti i pomeriggi sarà presente uno staff di animatori
che organizzerà tornei ed eventi. Anche al parco del Valentino
l’unica iniziativa strutturata e
sostenuta dalla Circoscrizione
è per i più giovani. L’Asai organizza laboratori e tornei sportivi per i ragazzi dai 15 anni in su.
A Mirafiori Sud
Nella periferia Sud parte il 1°
luglio allo spazio Mrf di corso
Settembrini la prima edizione
del «Now Summer Festival»:
un mese di eventi che per la
prima volta animeranno lo
spazio ex industriale gestito
da Torino Nuova Economia.
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Il Summervillage non c’è più
Niente ritmi sudamericani alle spalle dell’Oval
1 Per i residenti di Nizza Millefonti il «Sum-
mer Village« era sinonimo di rumori e disordine. Ma quest’anno la festa Latino americana
non ci sarà. I primi a ritirarsi erano stati gli organizzatori che di combattere con gli orari di
chiusura e i decibel troppo alti non avevano più
voglia. Qualche giorno dopo la notizia del loro
ritiro si era fatto avanti un altro gruppo. Anche
in questo caso erano stati i regolamenti a farli
desistere. «I costi, per chi decidere di mettere in
piedi un punto verde, sono troppo alti - spiega
Massimiliano Miano, della Circoscrizione 9 -. E’
questa la principale causa della moria di eventi
del genere in tutta la città».
[F. CAL.]
Circoscrizione 3/ San Paolo
Circoscrizione 6/ Barriera di Milano
Festa dei commercianti Si demolisce l’America “Disegnate le strisce
oggi in via Barletta
Pedoni in difficoltà
in corso Giulio Cesare”
PAOLO COCCORESE
Domani, dalle 9 alle 20, via Barletta ospita la festa di via, organizzata dall’associazione commercianti e residenti. Chiusa al traffico, ospiterà bancarelle di produttori e artigiani, giostre
per i più piccoli ed esibizioni di sbandieratori e
majorettes. Partecipano anche i negozi della
via, aperti per tutta la giornata.
[M. C. M.]
I lavori per la demolizione della storica discoteca «America» di via Frejus proseguono ma i residenti lamentano il restringimento del marciapiede a causa delle paratie del cantiere. «Per
camminare su quel lato di strada di via Revello spiegano i cittadini - è si deve fare lo slalom tra
le macchine parcheggiate».
[F. CAL.]
Più strisce pedonali in corso Giulio Cesare che,
l’anno scorso, ha conquistato un record poco invidiabile: è la strada dove sono state investite
più persone in città. Record dovuto, si sospetta,
alla presenza dei binari del tram Quattro, una
delle linee più usate dai torinesi, nel bel mezzo
della carreggiata. Un record che si vorrebbe dimenticare ridisegnando le strisce pedonali che
mancano. Come all’angolo con via Lauro Rossi.
«In corso Giulio alla fermata del 4 non vi è nemmeno traccia delle zebre» dice Carlo Varetto.
L’obiettivo è aumentare la sicurezza. «Anche
perché nelle altre fermate, bisognerebbe tracciarle» dice il residente di Barriera di Milano.
Secondo i dati raccolti nel 2015 dal Centro di
Monitoraggio Regionale sulla Sicurezza stradale (Cmrss),su questa strada ci sono stati ben diciotto i pedoni investiti.
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Mandate le vostre segnalazioni,
foto e video a
[email protected]
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57
QUARTIERI
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Circoscrizione 8/ Cavoretto
Parco Europa
sotto l’attacco
dei teppisti
PIER FRANCESCO CARACCIOLO
C’è più amarezza del solito, nelle parole di
Carlo Bassi, nel commentare l’ultimo atto
vandalico al Parco Europa. Nelle scorse ore i
teppisti hanno imbrattato con vernice azzurra panchine, fontane, porfido e persino i tronchi degli alberi del polmone verde collinare, in
particolare nello spiazzo centrale e lungo la
scalinata principale. Un gesto che chi, da due
anni e mezzo, si prende cura del parco non ha
mandato giù. «Perché stavolta è diverso»
commenta Bassi, a capo del gruppo di volontari del Centro d’incontro che si occupa di tagliare l’erba, ripulire i sentieri, potare le piante infestanti. E spiega: «Non soltanto hanno
REPORTERS
Ballo a palchetto, ma non soltanto
In piazza d’Armi c’è il più grande ballo a palchetto della città che richiama ogni giorno oltre mille persone
in contemporanea anche eventi collaterali come esibizioni concerti e una taverna all’aperto
Spray
blu
REPORTERS
vanificato il nostro lavoro. Hanno provocato
danni cui sarà difficile porre rimedio». Più di
una volta i volontari hanno dovuto fare i conti
con raid teppistici nel parco che mantengono
ordinato e pulito dal 2014. Lo scorso anno, nel
corso del loro settimanale intervento di manutenzione, si trovarono di fronte a panchine
distrutte e cestini divelti. Danni che riuscirono a riparare in pochi giorni. «Ora, rimettere
in sesto assi di legno è stato relativamente
semplice - continua Bassi -. Diverso il discorso
per le panchine in pietra, che sono porose e
piene di asperità: per smacchiarle ci vogliono
solventi particolari, che noi non abbiamo».
Per una volta, insomma, servirà il sostegno
dell’amministrazione. «Appena le giunte di
Comune e Circoscrizione si saranno assestate, chiederemo loro di aiutarci a reperire i
prodotti giusti. Dobbiamo intervenire subito,
se non vogliamo che panchine e porfido restino macchiati per sempre».
Anche quest’anno in piazza d’Armi c’è il bistrot delle maxi grigliate
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Pellerina
Un’altra stagione senza attività
È stato
adoperato
per scrivere
sui gradini
sulle
fontane
e sugli
arredi
del
parco
1 L’area verde «L’Isola che non c’è», fino a due anni
fa, era uno dei punti più gettonati tra i giovani che volevano passare una serata all’aperto senza andare in
centro. Nata dentro il parco della Pellerina, nella Circoscrizione 4, offriva piste da ballo con musica latino
americana e una lunga serie di chioschi che preparavano cocktail o piatti caldi. Per una lunga serie di problemi tra gli organizzatori e l’amministrazione, l’evento è
stato cancellato e nemmeno quest’anno riaprirà i battenti. «Ci sono stati problemi legati anche al disturbo
della quiete pubblica - racconta il presidente della Circoscrizione Claudio Cerrato - Quest’anno avevamo dei
dubbi sul fatto di riproporre la serata ma ormai nemmeno gli organizzatori erano più interessati». [M. C. M.]
Circoscrizione 5/ Borgo Vittoria
Circoscrizione 4/ Parella
Circoscrizione 7/ Vanchiglia
Imbragatura anti-crolli Vandali all’opera
alla cascina Fossata
nell’area cani
Finalmente gli stalli
contro sosta selvaggia
In attesa che i lavori entrino nel vivo, la Cascina
Fossata è stata imbragata. Legata per aumentare la stabilità di un edificio che da anni vive nell’abbandono più totale. Il sogno del quartiere è
vederla riqualificata con la costruzione di un social housing, una piazza per il quartiere con un
piccolo spazio commerciale.
[P. COC.]
Allarme vandali all’area cani della Tesoriera: a segnalarlo sono alcuni frequentatori della zona, che
lamentano danni ad alcune strutture del giardino.
In particolare ad essere danneggiate sarebbero la
chiusura di una parte dell’area. «Si tratta dell’ennesimo episodio - dicono - per questo segnalere[F. CAL.]
mo la cosa alle forze dell’ordine».
Dopo le molte richieste di chi vive nelle vie interne a
lungo Dora Voghera, tra corso Cadore e corso Brianza, nei giorni scorsi sono stati disegnati i parcheggi.
«Qui le auto venivano lasciate in seconda e terza fila.
E spesso bisognava suonare il clacson a lungo per
poter uscire con la propria macchina», spiegano i re[P. F. CAR.]
sidenti. «Ora è tutto più ordinato».
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58
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Poirino, mezzi militari al raduno
Orbassano, spaccata in profumeria
Chieri, mercatino dell’antiquariato
Oggi e domani nella tenuta di Ternavasso,
a Poirino, appuntamento con «Militali»,
raduno di veicoli storici, uniformi,
accampamenti, crocerossine, soldati,
blindati, cingolati e anfibi in «azione».
Dalle 9 alle 18, ingresso 5 euro.
[A. TOR.]
Ennesima spaccata a due passi dal
Municipio, la scorsa notte. Verso le 3 due
uomini incappucciati hanno sfondato a
colpi di mazza la vetrina della profumeria
Amoretti e hanno fatto incetta di profumi
e cosmetici di marca.
[M. MAS.]
Domani in piazza Cavour e via Vittorio
Emanuele, mercatino dell’antiquariato
minore, modernariato, abiti ed accessori
vintage. Si potranno trovare oggetti da
collezione, libri, dischi, fumetti, abiti,
francobolli, monete e medaglie.
[A. TOR.]
Nella residenza per anziani Al Castello di Alpignano
Infermieri nello scantinato
per la reperibilità notturna
La denuncia arriva all’Ispettorato del lavoro
il caso
NOEMI PENNA
ALPIGNANO
garantire almeno una volta
la settimana la «notte passiva». Otto ore da trascorrere
in struttura anche se non si
lavora, retribuita sul cedolino come «indennità mancata
mensa»: un modo per raggirare tasse e controlli?
Senza bollatura
O
bbligati a trascorrere
a turno le notti in una
stanzetta angusta, vicino alle camere mortuarie,
nel turno di reperibilità per
cinque euro all’ora. Sono le
condizioni a cui devono sottostare per non perdere il lavoro dodici infermieri della
residenza per anziani Al Castello di Alpignano.
Una situazione che ha
portato i lavoratori a presentare una denuncia all’Ispettorato del lavoro. A
parlare sono le minacce - «O
così o te ne vai!» pare sia il
leitmotiv ricorrente - e i numeri: 180 pazienti seguiti
ogni notte da un solo infermiere in turno, che in caso di
emergenza può rivolgersi al
collega reperibile che non si
trova a casa sua, ma nella
stanzetta ricavata nel seminterrato della residenza di via
Collegno, pronto ad entrare in
servizio.
Busta paga furbetta
La residenza Al Castello è dei
Missionari della Consolata:
ospita anziani laici e delle
Missioni nella nuova struttura del Sassetto, dopo il trasferimento dal parco del Castello dei Provana. Il servizio
infermieristico è appaltato
esternamente alla cooperativa sociale Quadrifoglio Due
di Pinerolo, di cui tutti i dipendenti sono soci e devono
Ora toccherà all’Ispettorato
del lavoro verificare la situazione. La denuncia presentata
all’ente parla di «una preoccupante situazione da verificare
con urgenza, visto che l’appalto cesserà il prossimo 30 giugno». Il documento descrive
nel dettaglio la gestione dei
turni di lavoro e della così detta «notte passiva», che obbliga gli infermieri a rimanere in
struttura ma senza una presenza ufficiale. Si legge, infatti, che «la cooperativa costringe chi copre la notte di reperibilità dopo il turno pomeridiano a firmare l’uscita delle 22 e
di non registrare l’entrata nel
nuovo turno, che prosegue sino alle 6 del mattino». Ad ag-
Al castello
La residenza
dà ospitalità
a persone
anziane,
laici e
missionari
della
Consolata
Si trova ad
Alpignano:
prima era
nel parco
Provana,
ora è in via
Collegno
REPORTERS
gravare il tutto è poi la paga
oraria di 5 euro, neanche segnalata in busta come ore di
servizio.
«Una situazione che rappresenta una grave violazione
delle norme e tutele dettate in
tema di pronta disponibilità
ed espone gli infermieri a seri
rischi, oltre che a subire un
trattamento economico palesemente degradante».
Situazione inammissibile
«Non è ammissibile che gli infermieri continuino ad esercitare in condizioni che configurano lo sfruttamento lavorativo», commenta Barbara Chiapusso, vice presidente del Collegio Ipasvi Torino. «Ormai si
è giunti a situazioni, come
questa, in cui addirittura la vita privata viene messa duramente a repentaglio con un ri-
conoscimento economico irrisorio e degradante, peraltro
camuffato con una voce nel
cedolino di difficile comprensione. E’ necessario che con
l’assessorato preposto si individuino modalità di controllo
a difesa dei professionisti e soprattutto dei cittadini che meritano un’assistenza infermieristica di qualità nelle 24 ore».
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
59
ETROPOLI
M
A San Mauro, solo tre gli assessori
Sono solo tre gli assessori al fianco del sindaco
Marco Bongiovanni (M5s): Davide Ansaldo, 26
anni (Commercio, assistenza, sport, politiche
giovanili), Licia Nigrogno, 40 anni (Urbanistica,
lavori e verde) e Paola Caravelli, 25 anni
(Bilancio, patrimonio e partecipate).
[N. BER.]
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Nichelino
Pino
Pronta la nuova giunta
Il super-assessore è Sarno
Parlamentino
al debutto:
quasi tutti
volti nuovi
Al reduce di Riggio vanno cultura, urbanistica ed edilizia privata
GIUSEPPE LEGATO
E’ pronta la nuova giunta di
Nichelino. Il neo sindaco
Giampiero Tolardo ha impiegato cinque giorni per
mettere a punto la squadra
di governo. Filippo D’Aveni,
il più anziano, sarà il vicesindaco con deleghe ai lavori
pubblici, manutenzione e
istruzione. Il super assessore è certamente Diego Sarno, 35 anni, uomo cresciuto
nel gruppo Abele e nelle sue
diramazioni anche più recenti: da Libera alla Fondazione Benvenuti in Italia.
Nella giunta Riggio aveva gestito la delega alla cultura, ma da domani dovrà
lavorare anche su urbanistica ed edilizia privata.
Sarno è netto: «Dopo decenni di costruzioni selvagge a Nichelino verrà applicato il principio della campagna elettorale: zero consumo di nuovo suolo».
Sarà mica un avvertimento ai costruttori che in
città hanno lavorato in lungo e in largo? «Non proprio.
Saranno anche loro i nostri
interlocutori e il lavoro
porta occupazione, ma si
archivia un’era. Va recuperato e riqualificato l’esistente. Il messaggio va
compreso da subito. Varianti al piano regolatore
non ce ne saranno più».
Insieme a Sarno ci sono
tanti volti espulsi dal Partito
democratico non più tardi di
due mesi fa.
Giorgia Ruggero avrà le
deleghe al commercio, grandi eventi, terza età, quartieri
e polizia amministrativa,
Antimo De Ruosi si occuperà di trasporti, viabilità e
ambiente. Sara Sibona gestirà igiene urbana turismo,
settori demografici, cimiteri
«Basta
varianti»
Alpignano
È la promessa
della nuova
squadra di
governo. Al
centro della
foto il sindaco
Giampiero
Tolardo, alla
sua destra
Filippo D’Aveni, vicesindaco, e alla
sinistra il
super-assessore Diego
Sarno
protezione civile. Toccherà invece a Gabriella Ramello, presidente del consorzio socio assistenziale Cisa, lavorare sulle
deleghe al welfare, alla casa e
alle pari opportunità.
Entra per la prima volta in
giunta «con emozione ma anche con grande motivazione»
Fiodor Verzola, primo eletto
del Partito comunista d’Italia.
A lui, Tolardo, ha affidato le
deleghe al lavoro, alle politiche sugli animali (è padrone di
un boxer, «Tito», da cui è inseparabile) e politiche giovanili.
Il lavoro è il chiodo fisso del
neo assessore: «Una delle
prime delibere sarà quella di
inserire in tutti gli appalti di
Nichelino – rifiuti, mensa etc
– le cosiddette clausole sociali, per garantire l’occupazione nei turnover degli appalti». Tolardo tiene per sé le deleghe al bilancio, al personale, patrimonio, affari generali, arredo urbano, polizia locale e sanità.
FOTO ROMANO
Oliva con gli assessori
Il sindaco
tiene le deleghe
al personale
e alla tecnologia
PATRIZIO ROMANO
Carmagnola
Rispettati i patti, l’ex colonnello sarà
il nuovo vice con numerose deleghe
1 Poche sorprese nella giunta del nuovo sindaco Iva-
na Gaveglio. Il vicesindaco sarà l’ex colonnello Vincenzo
Inglese che ottiene le deleghe a polizia municipale, manifestazioni, associazioni e gestione del personale. Nella squadra torna dopo 5 anni l’ex primo cittadino Gian
Luigi Surra, Fi (attività produttive e sviluppo del territorio). Ad Alessandro Cammarata (Fi) i lavori pubblici, ambiente, cultura e trasporti, mentre a Graziana Grasso
(unico nome fuori pronostico) toccano politiche giovanili e politiche per la persona. A Massimiliano Pampaloni (Lega Nord) la protezione civile, sport, servizi demografici, igiene urbana e trasparenza, mentre il sindaco
Gaveglio tiene l’urbanistica e il bilancio. Al posto dei
neo-assessori Surra e Cammarata sui banchi della maggioranza in Consiglio comunale siederanno Domenico
Tuninenti e Diego Quaterni (Fi) che vanno ad affiancare
Pasquale Sicilia, Roberto Gerbino, Domenico La Mura e
Alberto Albani. Lorenzo Piana sostituirà Pampalon e
completerà il gruppo della Lega con Paolo Sobrero, Luca Alberto Filiberto e Giuseppe Quattrocchio. [M. MAS.]
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Si è insediata ufficialmente
la nuova giunta anche ad
Alpignano. Come già annunciato nei giorni scorsi,
siederanno al fianco del sindaco Andrea Oliva (deleghe
al personale e all’innovazione tecnologica): Giovanni
Brignolo vicesindaco (servizi alla persona, istruzione, cultura, sport e associazioni), Maria Luigia d’Abbene (servizi finanziari e patrimonio), Tamara Del Bel
Belluz (urbanistica), Massimiliano Pirrazzo (polizia locale, protezione civile, commercio e attività produttive) e Maurizio Di Cella (ai
lavori pubblici).
Il Consiglio comunale, invece, dovrebbe insediarsi esclusi cambi dell’ultimo minuto - nella seduta prevista
per l’8 luglio. E sarà composto così: in maggioranza, per
«Alpignano SiCura» Giulia
Bruno, Luigi Cipriano, Marina Mallen, Fabrizio Dosio,
Cristina Bertello e Pierpaolo
Barbiani; per «SiAmo Alpignano» Giacomo Bosio, Toni
Pennisi, Francesco Talarico
e Tiziana Garreffa. All’opposizione, per M5S, Cosimo Di
Maggio ed Antonia Bagnato;
per il Pd Roberto Voerzio e
Renato Mazza e poi il sindaco uscente Gianni Da Ronco
e Leonardo Tucci per «Alpignano democratica».
Carignano, al campo volo
Carignano, non sono in pericolo di vita
Ultraleggero si incendia
sulla pista all’atterraggio
Marito e moglie ustionati
al volto dal generatore
MASSIMO MASSENZIO
«L’autogiro ha toccato terra
con una ruota e si è ribaltato.
Poi abbiamo visto Simone
correre e l’incendio alle sue
spalle». Dopo alcuni istanti di
terrore i volontari della Sat
(Sorveglianza aerea territoriale), l’organizzazione che
fornisce velivoli e droni alla
protezione civile, possono finalmente tirare un sospiro di
sollievo. Simone Magrin, 34
anni, giornalista televisivo di
Varese, è uscito praticamente illeso dallo spettacolare incidente avvenuto ieri mattina sui 450 metri pista del
campo volo Ca’ Matilde di
Carignano. L’ultraleggero si
è schiantato in un campo di
grano in fase di atterraggio ed
è stato distrutto dalle fiamme.
L’incendio è stato subito spento dalle squadre di protezione
civile e il pilota è stato ricoverato al Cto, ma le sue condizioni non sono preoccupanti.
È stato proprio Magris a
tranquillizzare tutti: «Sono
riuscito a sganciarmi subito. È
andata bene». Simone, pilota
esperto, era partito da Varese
di buon’ora per non mancare
alla giornata di presentazione
della nuova base di protezione
civile. Oggi la pista, che non è
aperta a velivoli da turismo,
verrà inaugurata ufficialmente e per quello Magris era decollato una seconda volta per
REPORTERS
I resti del velivolo bruciato
scattare alcune fotografie. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Carignano potrebbe esser stato disturbato da
una corrente discendente:
«Sono inconvenienti che possono capitare – spiega Francesco Garganese, presidente della Sat – Ma l’autogiro è un velivolo destramente sicuro, che
non è soggetto a stallo e non
entra in vite. Noi lo usiamo per
ricognizioni e fornire supporto
logistico».
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Stavano azionando un generatore di corrente, collegato
al pozzo per l’irrigazione, ma
sono stati investiti da una
fiammata provocata dalla saturazione dei vapori di benzina. Una coppia di pensionati
carignanesi è stata ricoverata giovedì sera al Cto dopo un
incidente avvenuto nel loro
orto, in via Villastellone, poco distante dal centro sportivo La Serenissima.
I due coniugi, 79 anni lui e
74 lei, hanno riportato gravi
ustioni al volto e sono stati
inizialmente ricoverati in
prognosi riservata. Fortunatamente, dopo alcune ore di
osservazione, i medici hanno
escluso il pericolo di vita, ma
il quadro clinico resta delicato
per entrambi.
Le indagini sono state affidate ai carabinieri, arrivati in
riva al Po assieme alle ambulanze e all’elicottero del 118. In
base ai primi accertamenti,
marito e moglie sarebbero andati nell’appezzamento che
coltivano da anni in via Villastellone per bagnare piante e
verdure. Operazioni di assoluta routine. Ma dopo aver azionato una prima volta il vecchio
motore Honda da barca, interrato in un cilindro di cemento
completamente sigillato, hanno dovuto fare un nuovo rifornimento, utilizzando una tanica di carburante. Un’operazione, questa, apparentemente di
FOTO A. TORRA
Il sindaco Alessandra Tosi
ANTONELLA TORRA
Tanti volti nuovi, una sola riconferma: si è presentata ieri
sera in Consiglio Comunale
la nuova giunta del sindaco di
Pino Torinese, l’architetto
Alessandra Tosi (eletta nella
lista Pd e Indipendenti). Lei
si occuperà, tra gli altri impegni da sindaco, di urbanistica, mobilità sostenibile e politiche ambientali. La affiancherà l’ex consigliere, ora vice sindaco, Paolo Pellegrini
che dovrà avere a che fare
con bilancio, associazioni e
digitalizzazione dei servizi
comunali.
Caterina Piana, che ha
avuto più preferenze personali dopo Pellegrini, ha avuto
l’incarico di occuparsi di politiche sociali, famigliari e pari
opportunità. A Marcello
Concas sono stati affidati i lavori pubblici, l’edilizia pubblica e privata, la viabilità.
Infine l’unica riconferma: Fabrizio Radicati sarà ancora
assessore allo sport, agricoltura e politiche educative.
Incarichi anche per i consiglieri: Gianni Rubatto si occuperà di centri anziani, manutenzione del patrimonio
comunale e valorizzazione
prodotti del territorio; Beatrice Verri di cultura ed
eventi, Stefano Ceppi di politiche giovanili e Marialinda
Brizzolara di comunicazione
istituzionale.
Il cilindro dove erano affacciati
routine, compiuta chissà
quante volte, ma l’altra sera
qualcosa è andato storto. Con
ogni probabilità i due anziani
si sono affacciati contemporaneamente sulla bocca del pozzo per azionare il generatore,
ma sono stati colpiti in pieno
volto dalla fiammata che si è
sprigionata. La donna ha riportato le ustioni più profonde
ed è stata giudicata guaribile
in 40 giorni, mentre il marito
avrà bisogno di 20 giorni di cure e assoluto riposo.
[M. MAS.]
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9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 12345367318
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
61
&
CULTURA
SPETTACOLI
Sotto
i palazzi
PAOLO COCCORESE
e reti rotte, il terreno
che col vento si trasforma in una nuvola
di sabbia, le porte arrugginite. Per raccontare l’impianto
di via Oxilia la tentazione è
soffermarsi su quello che
non c’è: manca una tribuna
per il pubblico, manca il bar
per bere un caffè, manca l’erba sintetica. Fino a due anni
fa, mancavano anche le
squadre. Addio. Dimenticato
il vecchio – e ultimo - campo
base del Comune in città.
«Era alla deriva. Poi, tramite
il Balon Mundial, si sono aggregate diverse squadre di
ragazzi extracomunitari. La
cosa bella?», osserva Francesco Pellicani, pensionato,
70 anni, il volontario che tiene in ordine l’Oxilia. «I passanti che si fermano per
guardarli. Era da tanto che i
tifosi erano spariti».
Le case Fiat di Rebaudengo guardano dall’alto quello
che Tommaso Pozzato, il presidente dell’Asd Balon Mundial, la Coppa Mondiale delle
comunità migranti, bolla come «il più brutto campo della
città». Difficile dargli torto.
L’Oxilia è un rettangolo di
terra con cinque spartani
spogliatoi: docce, luci al neon
e panchine di ferro. «In accordo con la Circoscrizione,
siamo entrati nel comitato di
gestione. Loro pagano acqua
ed elettricità. Noi ci occupiamo della piccola manutenzione. Qui giocano le nostre
squadre che altrimenti non
saprebbero dove andare».
In via Oxilia, il calcio scarta le differenze. Anche se il
tocco di palla è ruvido come
quello degli ultimi arrivati: i
ragazzi pachistani. «Con noi
giocano gli studenti del Poli e
richiedenti asilo dei centri
d’accoglienza. Quando siamo
partiti eravamo in tre: il primo allenamento in 25», dice
Federico Floris, 35 anni, uno
dei «manager», che lavora
per l’Onlus European Research Institute. Al suo fianco
c’è Alì, 22 anni, difensore, il
suo primo sport è il cricket.
«Col calcio ho trovato altri ragazzi del mio paese», racconta. Poi, però, ammette: «Non
avevo mai visto un campo a
11. È il nostro Camp Nou».
Qui lo sport abbandona la
forma per la sostanza. Su
Il campetto di
via Oxilia era
abbandonato
Tramite Balon
Mondial
si sono aggregate squadre
di ragazzi
extracomunitari e il rettangolo di gioco
si è rianimato:
«La cosa bella
è che anche i
passanti
si fermano
non
succedeva più
da tanto»,
dice il
settantenne
volontario
che si occupa
dell’Oxilia
L
Canzoni
dal
mare
Si intitola «Mediterraneo canzoni
dal mare» ed è il
concerto di fine
anno del corso di
canto «La voce e
la chitarra». Ma è
qualcosa di più
di un saggio: il
ricavato, a offerta libera, sarà
devoluto all’associazione «Refugees Welcome
Italia» che si
occupa di cercare
ospitalità in
famiglie che si
rendono disponi-
bili per i richiedenti asilo.
Appuntamento
domani dalle
19,30 alla Casa
del Quartiere di
via Morgari 14
Vedrà 15 cantanti esibirsi accompagnati da Stefano Carrara (tastiera), Marcello
Coco (chitarre) e
Mel Contino
(batteria)
Al Campo Oxilia in Barriera di Milano gli allenamenti dei rifugiati
Terra, polvere e reti bucate
“Ma per noi è il Camp Nou”
L’impianto tra le case operaie torna a vivere grazie agli immigrati
Senza tacchetti
L’idolo
«Qualcuno non ha le scarpe con i tacchetti,
ma non importa: il calcio è divertimento»
«Il mio idolo è Kakà», dice Malang, senegalese
capitano della squadra «Cuori d’Aquila»
Personaggio
“Con ago e filo sono fuggito dalla povertà”
Bama, sarto a Vanchiglia da 25 anni
Immigrato nel 1983
dal Burkina Faso
“Ora ho clienti
anche in collina”
IRENE FAMÀ
ella sartoria di Bama
Moubie Diendonne il
tempo sembra essersi fermato ai primi anni Novanta. E le macchine da cucire sono le vecchie Singer e
Necchi. «Quelle di ultima
generazione non mi convincono, si rompono troppo
spesso», spiega nella sua
N
bottega in via Giulia di Barolo, mentre ripara un paio di
pantaloni beige. I colori delle
giacche, dei cappotti, degli
scamiciati sono quelli di
un’era passata. Grigio cenere,
azzurro cobalto, rosa antico.
In vetrina c’è una gonna appesa con due puntine da disegno e un vestito da uomo. Di
quelli dal taglio un po’ demodé, che i nonni si ostinano a
indossare ancora oggi.
Bama è uno dei pochi sarti
africani che vivono e lavorano
a Torino. È arrivato dal Burkina Faso nel 1983 con un obiettivo: studiare alla Ligas, storica scuola di taglio. I dettagli
sono custoditi nel diploma appeso al muro, preso un anno
dopo, nel giugno 1984. Un diploma che racconta non solo
la storia di Bama e dell’immigrazione del secolo scorso,
prima dei barconi, prima dei
grandi flussi, prima delle
emergenze. Ma anche quella
di Torino e della sua tradizione sartoriale.
«Abel, un mio caro amico,
aveva imparato il mestiere
proprio a Torino. E una volta
tornato in Africa era diventato una star. Allora sono partito
anche io. Volevo scappare dalla povertà». In Bukina Faso,
Bama era riuscito a racimolare qualche soldo coltivando
pomodori, cipolle e vendendoli al mercato. «Ho guadagnato
quanto basta per trasferirmi
Scuola
di taglio
Bama Moubie
Diendonne
ha 65 anni
Ha studiato
alla Ligas
storica
scuola
di taglio
di Torino
REPORTERS
prima in Costa D’Avorio e poi
in Italia. Da noi, tutti parlano
della moda piemontese».
A Torino, viveva alle Vallette, nella Casa Albergo per Giovani Lavoratori di Federico
Ozanam. «Ero uno dei pochi
africani in giro. Soprattutto
sul pullman, erano tutti bianchi – ricorda - Le persone mi
chiedevano se ero americano.
L’idea che qualcuno arrivasse
sino in Italia dal Continente
Nero sembrava strana. Un’in-
questo terreno hanno giocato
in tanti: quelli del Gambia, i rifugiati che occupano l’ex Moi, i
ragazzi della Palestina, Egitto
e anche le ragazze di «Nessuno
Fuori Gioco» che coinvolge anche le giovani rom. Nel comitato di gestione, della vecchia
guardia dell’Oxilia è rimasto lo
Sport Sud: nome omen per la
squadra di un quartiere di case
operaie dove Maradona batteva Platini in gradimento. «Il
mio idolo è Kaka», dice Malang
Saddio, 21, senegalese, capitano dei «Cuori d’Aquila», la rappresentativa dei rifugiati.
«Qualcuno di noi non ha le
scarpe con i tacchetti, ma giochiamo lo stesso: il calcio è sfida, divertimento e una cosa
bella che serve a dimenticare i
brutti momenti vissuti per arrivare fin qua».
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venzione, una follia. Pensi che
una volta, in una paesino vicino a Torino, una signora anziana mi ha guardato e si è
spaventata. Non aveva mai visto da vicino una persona di
colore», scherza.
Quando, 25 anni fa, ha aperto il suo negozio nel cuore di
Vanchiglia, i clienti erano praticamente tutti somali. «Gli
italiani non si fidavano. Ma io
so fare diversi modelli: non solo quelli tipici della mia terra»,
ride. Ora per farsi aggiustare
gli abiti da lui arrivano anche
dalla collina. Come Giampiero
Giuliano che i suoi vestiti non
li fa toccare da nessun altro.
«Ultimamente lavoro soprattutto con le riparazioni – dice
Bama –. Confezionare abiti costa troppo. E io ho prezzi bassi. Non voglio alzarli».
A Torino, Bama, oggi
65enne, ha moglie e quattro figli. E un rammarico: «Nessuno di loro, però, vuole seguire
le mie orme».
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62 .Cultura & Spettacoli
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Kappa Drone Festival al Parco Dora
Festival diffuso di arte performativa
Borgo Medievale, fiabe sotto le torri
Al Parco Dora tra corso Svizzera e via
Borgaro, oggi e domani dalle 9,30 alle 19,
si svolge il «Kappa drone festival».
Presenti stand di produttori, rivenditori,
scuole di volo.
Per «Living Circus - Festival diffuso di arte
performativa», al Borgo Medievale di viale
Virgilio 107, alle 15 sono in scena gli artisti
della Compagnia diretta da Milo Scotton.
Gratuito.
Al Borgo Medievale di viale Virgilio 107,
appuntamento per famiglie alle 15,30 dal
titolo «Fiabe sotto le torri. Animali
fantastici, dame e cavalieri». Il racconto
prosegue con un laboratorio
REPORTERS
REPORTERS
REPORTERS
L’uomo di Stato
Il poeta
Il medico
All’inizio serviva per brevi comunicazioni, come fa Massimo
d’Azeglio: «Il ministro sarà in casa lunedì verso le 9».
Il poeta Ippolito Pindemonte fa disegnare sul suo bigliettino
una veduta di Verona, città in cui è vissuto ed è morto
Si afferma l’uso del biglietto per promuoversi: il medico
Tarsizio Riviera fa ritrarre sul suo un’allegoria della medicina
CRISTINA INSALACO
Anche un nome e un cognome
sul biglietto da visita possono
raccontare la società che
cambia, la storia italiana. A
Palazzo Madama è stata inaugurata ieri la mostra «L’originalità nel distinguersi. L’arte
del biglietto da visita tra Sette
e Ottocento», che si chiuderà
il 12 settembre. Sono in esposizione quaranta biglietti da
visita, che mostrano non solo
l’evoluzione del cartoncino,
nato in Francia sotto il regno
di Luigi XIV, il Re Sole, ma anche i ruoli sociali e le relazioni
che attraverso il cartoncino
personalizzato si sono evoluti.
«Nel 1700 era una sorta di comunicazione tra privati, e veniva utilizzato soltanto dai nobili e dall’alta borghesia - dice
la curatrice Anna La Ferla -.
Avevano appena un nome e un
cognome, senza indirizzo, e
venivano lasciati dalla servitù
a casa della persona con cui
un conte, ad esempio, voleva
prendere un appuntamento la
settimana successiva». È il caso di un biglietto di Massimo
D’Azeglio, su cui c’è scritto «Il
Ministro di Stato Massimo
D’Azeglio sarà in casa lunedì
verso le 9». O del conte di Wilzeck, che prega il generale
Manfredini e la consorte di
pranzare con lui il 22 giugno
1785. Sempre nel Settecento, i
nobili sceglievano le carte da
gioco per i biglietti da visita.
Ci scrivevano sopra il nome,
oppure l’appuntamento, e le
lasciavano come segno del
proprio passaggio. Un’immagine che ricorda un po’ quella
di Jocker.
La mostra a Palazzo Madama
Anche nei biglietti da visita
si può leggere la storia
Dal ’700 a oggi, l’arte di presentarsi e di promuovere se stessi
REPORTERS
Nati in Francia sotto il Re Sole
Sono esposti 40 biglietti da visita che mostrano l’evoluzione del cartoncino, nato in Francia sotto il regno di Luigi XIV,
il Re Sole, così come i ruoli sociali e le relazioni che attraverso il biglietto personalizzato si sono evoluti
«Verso la fine del 1700 le carte sono di dimensioni più grandi, e vengono decorate con fiori
e ornamenti - prosegue La Ferla
- diventando sempre più personalizzate». C’è quello del poeta
Ippolito Pindemonte, nel quale
si vede il disegno di Verona, città nella quale ha vissuto ed è
morto. Quello dei coniugi Mariotti e quello del conte Enrico
Bardi Serzelli e la contessa Teresa Martellini, che scelgono di
non avere un unico cartoncino,
ma due identici e con la stessa
calligrafia.
L’ultima sezione della mostra è dedicata alle professioni.
Nell’ottocento il biglietto da visita ha le stesse funzioni di quello di oggi: promuovere se stessi
e la propria attività, e rimanere
in contatto con qualcuno, soprattutto per lavoro. Ed ecco
che un medico chirurgo, Tarsizio Rivieri, ci fa disegnare sopra
una donna con un coltello nella
mano destra che solleva un lenzuolo e copre un cadavere, e
rappresenta un’antica allegoria
della medicina.
I biglietti in mostra appartengono alla collezione di 2.500
pezzi di Palazzo Madama, che
dal 1937 a oggi è rimasta nei depositi del museo. Sono stati selezionati da 15 studenti vincitori della partecipazione alla prima Summer School di Palazzo
Madama, un tirocinio nel museo, attraverso il «concorso
Porta, Castello, Residenza e
Museo. Raccontami Palazzo
Madama» promosso dalla Consulta per la Valorizzazione dei
Beni artistici e Storici di Torino, improvvisandosi e studiando da curatori.
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Via Salbertrand 68 – 10146 Torino – Tel. 011 7714656
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LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
.
Cultura & Spettacoli .63
El Mico, un peluche alto sei metri
Aperitivo con dj Max Paris e George
Teatro di strada a Ciriè con Lunathica
Per la rassegna «The Children’s World», alle
16 in piazzetta Reale, «Museum flash» con
la Fondazione Trg e, a seguire, «El Mico»
con il peluche alto 6 metri dei catalani
Efimer.
Per «Un normale sabato sera», al The Beach
(murazzi del Po, lato sinistro), a partire
dalle 20,30, aperitivo con prodotti a
chilomentro zero e ballo con dj Max Paris e
George.
Per il festival internazionale di teatro di
strada «Lunathica», dalle 20,45 è in
cartellone una serata di spettacoli,
performance e animazione nel centro
storico di Ciriè. Ingresso libero.
Prima sera con I Nemici, Stefano Giaccone e La Scapigliatura
Vedessi com’è bello il cielo
a via Di Nanni questa sera
Due giorni di concerti nell’isola pedonale ricordando il partigiano
PAOLO FERRARI
Due giorni di concerti gratuiti nell’isola pedonale di via
Dante Di Nanni ricordano il
partigiano a cui la stessa
strada è intitolata. Oggi dalle
20 si avvicendano sul palco I
Nemici, Stefano Giaccone e
La Scapigliatura, con ospiti di
riguardo: sono Lele Battista e
Violante Placido, che quando
lascia il set per passare alla
chitarra diventa semplicemente Viola. Chiude alle 23 la
Ukulele Turin Orchestra. Domani, sempre tra le 20 e mezzanotte, sarà il turno di Ricky
Avataneo, di Luca Barbarossa in formato duo acustico
sulla scia dei live al suo popolare «Radio 2 Social Club», di
Lalli con Stefano Risso, uniti
nel progetto discografico «Un
tempo», e di Riccardo Sinigallia accompagnato dalla
sua band. Gli inviti sono stati
diramati dal musicista torinese Gigi Giancursi. La kermesse si intitola «Il cielo a via
Di Nanni», sulla scia della
canzone «Via Margutta» di
Luca Barbarossa, che rievocava i bombardamenti su Roma nella seconda Guerra
Mondiale («Amore vedessi
com’è bello il cielo a via Margutta questa sera»)
In tour con il suo gruppo, il
quarantaseienne Riccardo
Sinigallia devia su Borgo San
Paolo per chiudere, domani
sera, l’happening: «Quando
Giancursi mi ha chiamato
parlandomi di Dante Di Nanni – racconta il cantautore e
produttore romano – ho subito pensato alla canzone
che gli dedicarono gli Stormy Six. Mi sono documentato, è una storia tanto tragica
quanto affascinante. Sono
onorato di partecipare al
concerto dedicato a lui ed
emozionato all’idea di vedere
Oggi l’inaugurazione
Emigrazioni e confini, filo rosso
del Festival della Montagna
La ventunesima edizione
del festival «Lo Spettacolo
della Montagna» riprende il
suo percorso, seguendo il filo
tematico che gli è, storicamente, congeniale. Innanzitutto la montagna, con la sua
capacità di trasformarsi e di
essere fedele a se stessa. «La
montagna come confine naturale ci fa pensare al tema del
viaggio e, soprattutto, al tema dell’emigrazione e a tutti i
confini che limitano il nostro viaggio», spiegano gli organizzatori di Onda Teatro, la formazione che nel 2016 compie vent’anni di attività. La rassegna, che si svolge sino al
12 agosto fra Caprie, Chianocco, San Didero, Bussoleno,
San Giorio, Chiomonte e Oulx, si inaugura però con un
appuntamento torinese, in programma per domani. Alle
18, al Pav– Parco Arte Vivente , Onda Teatro/T.ùrbano
presenta «Integrazioni», performance che parla di interazioni, inclusioni, esclusioni, relazioni fra le persone. (Nella foto: Claudio Zanotto Contino con l’asina Geraldina, a
San Giorio il 15 luglio).
[S. FRA.]
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Al Ratatouille
Viola e Lele Battista ospiti speciali
Viola (Violante Placido) e Lele Battisti sono gli ospiti di stasera
Domani sul palco Luca Barbarossa, Ricky Avataneo, Lalli e Stefano Risso, Riccardo Sinigallia
Riccardo
Sinigallia
«Sono molto
emozionato
all’idea di
vedere la casa
dove combatté Di Nanni»
la casa dove combatté». Di
fronte alla storia e alle pagine
della Resistenza si finisce per
riflettere di valori assoluti:
«Difficile non pensare che quel
ragazzo cadde a 19 anni per la
libertà senza mai cedere di
fronte ai suoi aguzzini, mentre
oggi accendiamo il televisore e
vediamo dei ventenni in lacrime per una partita di calcio».
L’happening in via Di Nanni
è anche l’occasione per ritrova-
re la Torino musicale: «Con Gigi ci si conobbe a Sanremo
2014, lui era ancora nei Perturbazione e si fece una discussione appassionata di fronte all’Ariston ripromettendoci di
collaborare. Non conosco, invece, ma stimo da sempre, Lalli e
Stefano Giaccone». Altro link
caldo con la città, il progetto
Deproducers è pronto per un
secondo atto: «Con Max Casacci, Vittorio Cosma e Gianni
Maroccolo abbiamo cambiato
tema, dopo il cosmo dello spettacolo “Planetario” siamo passati alla botanica. Il nostro secondo disco sarà all’insegna
del verde e delle piante, lo porteremo in tournée in autunno e
già stanno arrivando molte richieste, ci saranno anche diverse date all’estero». Ora, pe-
rò, c’è da concludere il tour con
il gruppo, passaggio torinese
compreso: «Ci siamo tutti, il
fatto che fossimo già al Nord
per suonare in questi giorni ci
permette di suonare al completo senza gravare di costi l’organizzazione, che non ha scopo di
lucro né sponsor. In quintetto
elettrico proporremo una sintesi dello show con cui siamo in
giro da due anni, con una massiccia presenza di brani di “Per
tutti”, l’ultimo disco che ho
pubblicato, e una scelta di canzoni dei lavori precedenti”.
L’evento «Il cielo a via Di
Nanni» è promosso dall’Anpi,
dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale e dal progetto Arci «Resistenza elettrica».
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Una torta vegana da 87 kg
in corsa per il Guinness
Pesa 87 kg, misura 3 metri per 1 metro e mezzo ed è vegana
e gluten free: è la torta realizzata in 4 giorni dal ristorante
Ratouille per uno studio immobiliare. «Abbiamo richiesto il
Guinness dei primati, staremo a vedere», scrive lo staff.
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9ABA1C38D3EFEC382 LA STAMPA 12345367318
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Il premio è
una colazione
.
Sport Cronaca .65
L’iniziativa
Da martedì
a lezione di corsa
Non ci sono classifiche né
limiti di tempo.
Al traguardo latte, yogurt
e croissant per tutti
i partecipanti
LUCIA CARETTI
Ci sono emozioni che non bastano mai e correre all’alba è
una di queste. Dopo il successo della Run 5,30, venerdì 1°
luglio ritorna una gara da
mattinieri: una 5 chilometri
non competitiva con lo stesso
profumo di caffè e una nuova
formula. Si chiama Rds Breakfast Run, è firmata Rcs e
nelle scorse settimane ha
esordito a Reggio Emilia e
Milano. Ieri, le prove generali
a Trento: quella di venerdì
potrebbe essere la tappa più
partecipata della tournée,
che proseguirà a Verona e
Padova. La comunità dei podisti torinesi è una delle più
affiatate in Italia. E ama svegliarsi presto.
Sarà il paesaggio: il centro
colorato dall’aurora non si
scorda più. Sarà che a quell’ora è impossibile avere impegni. Sarà la sfida con se
stessi: alzarsi alle 4 per fare
sport è già una vittoria. Le
buone ragioni per la levataccia non mancano e il testimonial del progetto, il maratoneta Stefano Baldini, ne ha
una definitiva: «Correre scatena le endorfine e iniziare la
giornata con l’adrenalina in
corpo è una sensazione impagabile». Parola di campione olimpico.
L’appuntamento è alle 5,45
in piazza Bodoni, dove il circuito comincia e finisce: non
sarà transennato e non sono
previsti disagi al traffico, le
strade saranno chiuse sol-
1 Cominciano mar-
Dopo il successo della «5.30»
Correre all’alba è di moda
Arriva la Breakfast Run
tedì 28 giugno le lezioni con i Running Motivator Carlotta Montanera e Giuseppe Tamburino (nella foto): il
progetto, in collaborazione con la Breakfast
Run, vuole aiutare i
principianti a prepararsi alla gara del 1° luglio e avviarli ad una
pratica equilibrata e
costante del podismo.
Appuntamento tutti i
martedì e giovedì (fino
ad agosto) alle 7 in corso Moncalieri 2 per un
allenamento di un’ora.
Costo: 50 euro, 5 lezioni; 75 euro 8 lezioni.
Venerdì alle 5.45: cinque chilometri non competitivi da piazza Bodoni
tanto per pochi minuti. Il tracciato porta sui luoghi più belli
della città: piazza Carignano,
piazza Carlo Felice, piazza San
Carlo, piazza Castello, via Po e
piazza Vittorio, da cui si risale
fino al traguardo, al cospetto
del Conservatorio. La musica è
protagonista, anche se sottovoce: niente altoparlanti per
non disturbare i residenti, ma
divertimento assicurato con la
diretta di Rds, sponsor princi-
pale della kermesse. La radio
racconterà la mattinata nella
trasmissione «Tutti pazzi per
Rds Breakfast Run», con i collegamenti da Torino di Barty
Colucci, che intervisterà i runners lungo il percorso.
Principianti, agonisti, famiglie: sono attesi gli habitué come gli amatori, gli studenti e i
pensionati, ma pure bambini e
ragazzi, che alla Run 5,30 erano numerosissimi ed entusia-
sti. Non ci sono limiti di tempo,
si può pure camminare, non
conta la velocità. Il premio è lo
stesso per tutti: un buffet con il
latte e lo yogurt di Zymil, i croissant ai 5 cereali di Bauli, barrette ai mirtilli, cracker dolci,
succhi e frutta secca offerti da
Eurospin. E ancora i prodotti
Meritene, l’acqua Levissima e
ovviamente il caffè.
Il menu è approvato dagli
esperti della Scuola di Nutri-
zione e Integrazione nello
Sport, che collaborano per ribadire l’importanza della colazione. Sana alimentazione e
movimento: diffondere buone
abitudini è il vero obiettivo della manifestazione.
Le iscrizioni sono aperte e
costano 13 euro: la quota
comprende la t-shirt ufficiale
e la colazione. Tutti i concorrenti riceveranno in omaggio
una copia di «Origami», il
nuovo settimanale della
«Stampa». Ci si può registrare su www.breakfastrun.it
oppure nei negozi sportivi
convenzionati: l’elenco completo è online. Giovedì 30 giugno sarà allestito il villaggio
degli sponsor, in piazza Bodoni: dalle 12 alle 20, poi venerdì
dalle 5 in poi. Negli stessi orari ci si può iscrivere e ritirare
il pacco gara.
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66 .Dove andiamo
STAMPA
.LA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Musei
ACCADEMIA ALBERTINA - PINACOTECA (Via Accademia Albertina 8; tel 011/0897370). Orario: lun, mar, giov,
ven, sab, dom e festivi: 10-18. Ultimo ingresso alle ore 17.30. Mercoledì chiuso. Mostra «Andrea Gastaldi» (fino al 04/09).
A... COME AMBIENTE (c.so Umbria 90, tel. 011 0702535). Sab-dom 14-19, ultimo ingresso alle 18.
ARCHIVIO DI STATO (p.zza Castello 209, tel. 011 540382). Sala studio di piazza Castello e via Piave 21, orario:
lun-ven 8-18,30, sab 8-14. Mostra: «Storie di archivi, storia di uomini. L’Archivio di Stato di Torino tra guerra e
Resistenza», fino al 30 novembre.
ARCHIVIO STORICO DELLA CITTA’ (via Barbaroux 32, 011 4431811). Or.: lun-ven 8,30-18,30, dom 10,30-18,30.
ARMERIA REALE (bigl. unica Palazzo Reale p. Castello 191, tel. 011 543889). Or.: mar-dom e festivi 8,30-19,30.
BASILICA DI SUPERGA E REALI TOMBE DI CASA SAVOIA (strada Basilica di Superga 75, tel. 011 8997456). Lundom 9,30-19. Visite alla Cupola, lun-ven 10-18, sabato 9,30-19, dom 12,45-19.
BIBLIOTECA REALE (piazza Castello 191, tel. 011/543855). Orario: lun-mar-mer 8,15-18,45; gio-ven 8,1513,45; 14-18,45; sab 8,15-13,45.
BORGO E ROCCA MEDIEVALE (viale Virgilio - Parco del Valentino, tel. 011/4431701). Orario Borgo: tutti i giorni 919. Rocca: mar-dom 11-20 . www.borgomedievaletorino.it
FONDAZIONE 107 (via Sansovino 234, tel. 011/45 444 74). Or.: gio-dom 14-19. Visite guidate su prenotazione.
FONDAZIONE ACCORSI OMETTO - MUSEO DI ARTI DECORATIVE (via Po 55, interno 3, tel. 011/8376883).
Mostre: «I maestri dell’Accademia Albertina. Andrea Gastaldi, le opere e i giorni», sino al 4 settembre.
FONDAZIONE MERZ (via Limone 24, Torino). Mar-dom 11-19.
FONDAZIONE SANDRETTO (via Modane 16, tel. 011/379.76.00). Orari: gio: 20-23, ven-sab-dom: 12-19.
GAM (via Magenta 31, tel. 011/4429518). Mar-dom 11-19, lun chiuso. Mostre: «Organismi. Dall’Art Nouveau di Émile Gallé alla Bioarchitettura» fino al 6 novembre, «Braco Dimitrijevic», «VideotecaGAM - Piero Gilardi. May days in Turin». «Vuoi parlare alla GAM?» Dal martedì alla domenica alle 12 in punto in Arena Paolini.
La biglietteria chiude un’ora prima. www.gamtorino.it
JUVENTUS MUSEUM (via Druento 153 interno 42). Orario: lun-merc-gio-ven 10,30-18, sab-dom e festivi
10,30-19,30, mar chiuso. Aperto anche il giorno gara. Per info www.juventus.com
MAO - MUSEO D’ARTE ORIENTALE (Via San Domenico 11, tel 011/4436927) Or. mar-dom 11-19, lun chiuso.
Mostre: «Bushi – Ninja e Samurai», «Nothing is real». Quando i Beatles incontrarono l’Oriente». La biglietteria
chiude un’ora prima. www.maotorino.it
MUSEO DEL CARCERE «Le Nuove» (via P. Borsellino n. 3, tel. 011/309.01.15; 011/76.04.88). Or. visita guidata:
lun-sab ore 15; dom ore 15 e 17; 2° e 4° dom ore 9, 15 e 17; Ricovero antiaereo sab-dom 17.15.
MUSEO DELLA SINDONE (via San Domenico 28, tel. 0114365832). Or. tutti i giorni 9/12 e 15/19. Ultimo ingr.
un’ora prima della chiusura.
MUSEO DI ANTICHITA’ (via XX Settembre 86, tel. 011 521 2251). Biglietteria unica presso Palazzo Reale. Or.:
da mar-sab. 8.30-19.30; dom e festivi 14-19,30. Tutte le domeniche alle 16 visita tematica gratuita.
MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE CESARE LOMBROSO (via P. Giuria 15, 011 6708195). lun-sab 10-18.
MUSEO DI STORIA NATURALE DON BOSCO DELL’ISTITUTO VALSALICE (viale Thovez 37, 011 6601066). Sab e
dom 14,30-18,30. Previa prenotazione lun-ven 9-12,30 e 14,30-18,30.
MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA (c.so Valdocco 4/A, tel. 011 4420780). Allestimento permanente: «Torino
1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione». Or.: mar-mer-ven-sab-dom 10-18, gio 14-22. Lun chiuso.
MUSEO EGIZIO (via Accademia delle Scienze 6, tel 011 5617776). Orario: tutti i giorni 8,30-19,30; lun 9-14.
Ultimo ingresso un’ora prima.
MUSEO ETTORE FICO (via F. Cigna 114, 011 853065). Orario: da merc a ven ore 14 -19, sab e dom 11-19
MUSEO NAZIONALE DELL’AUTO (corso Unità d’Italia 40, tel. 011 677666). Or.: lun 10-14, mar 14-19, mergio., dom 10-19, ven-sab 10-21. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA ALLA MOLE ANTONELLIANA (via Montebello 20, tel. 011 8138560). Orario:
tutti i giorni 9-20, martedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA (p.le Monte dei Cappuccini 7, tel. 011/6604104). Da mar. a dom. 1018. Chiuso il lunedì. Mostre: «Un principe in copertina. Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi» sino all’11
settembre.
MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO – PALAZZO CARIGNANO (piazza Carlo Alberto 8, 011 5621147). Or. da
mar a dom dalle 10 alle 18 (ult. ingresso ore 17). Visite guidate sab e dom alle 15.30. Mostra «Torino e la
Grande guerra 1915-1918» (fino al 22 gennaio ).
MUSEO PIETRO MICCA (Via Guicciardini 7/a tel. 011 54 63 17). Mar-dom 10-18 (ultimo ingresso 17). Visite
guidate 10,30, 14,30, 16,30.
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI (via Giolitti 36, tel. 011/4326354). Chiuso.
MUSEO STORICO REALE MUTUA (Via Garibaldi 22) . Mar e gio 16-18, primo e terzo weekend del mese sab
14,30 – 18, dom 10 - 18. Su prenotazione lun- gio 9 – 13.
MUSLI – MUSEO DELLA SCUOLA E DEL LIBRO PER L’INFANZIA (Palazzo Barolo, via Corte d’Appello 20/c, tel.
011/197.84.944). lun-ven 9,30-12,30; dom. 15,30-18,30. Visita guidata 5 euro. www.fondazionetancredidibarolo.com
PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO DI ARTE ANTICA (p.zza Castello, tel. 011 4433501). Collezioni permanenti:
lun 11-19; mer-dom 11-19. Mar chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima. Mostre: «Da Poussin agli Impressionisti. Tre secoli di pittura francese dall’Ermitage»; «Gioielli Vertiginosi. Ada Minola e le avanguardie artistiche a Torino nel secondo dopoguerra». www.palazzomadamatorino.it
PALAZZO REALE (p. Castello, tel. 011 4361455). Or.: tutti i giorni 9-19,30, lun chiuso, sab visite 9,30 - 18,10.
PAV PARCO ARTE VIVENTE (Via Giordano Bruno 31, tel. 011 3182235). Or. ven 15-18, sab-dom 12-19.
PINACOTECA «GIOVANNI E MARELLA AGNELLI» (Lingotto, 8 Gallery - via Nizza 230, tel. 011 0062713). Orario:
mar-dom 10-19, ultimo ingresso 18,15.
PROMOTRICE BELLE ARTI (viale Crivelli 11, tel. 011/5790095). Mar-sab 11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30.
SPAZIO LA STAMPA (via Lugaro 21 www.lastampa.it/spaziolastampa). Lun-ven 9-19, sab 15-19, dom e fest
15-19. Visite guidate su prenotazione allo 011/6568.319 o mail a [email protected] - Visite diurne: museo+redazione - Visite serali: museo+redazione+stabilimento.
TEMPORARY MUSEUM (c.so Verona 15/C, c/o BasicVillage, tel. 011/432.4591). Esposizione permanente: «La
Rivoluzione Informatica: dal Mainframe all’iPad». Mer-ven 15-19, sab-dom 10-19.
CASTELLO DI RIVOLI - MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA (piazza Mafalda di Savoia, tel. 011 9565220/22). Or.:
mar- ven 10-17, sab-dom 10-19, lun chiuso.
FORTE DI FENESTRELLE. Or: da gio a lun 10-17; chiuso mar e mer. Prenotazioni tel. 0121 83600.
MUSEO DELLO SPAZIO E PLANETARIO DIGITALE (via Osservatorio 8, Pino Torinese, tel. 011 8118740,
www.planetarioditorino.it).
REGGIA DI VENARIA REALE (p.zza Repubblica, Venaria, tel. 011/4992333; www.lavenaria.it). Mostre: «Fatto
in Italia. Dal Medioevo al Made in Italy»; «La Regia Scuderia. Il Bucintoro e le Carrozze Regali»; «Il mondo di
Steve Mc Curry». Da mar. a ven. 9-17; sab.-dom. e festivi 9-18.30; lunedì chiuso. Giardini: da mar. a dom. e festivi 9-18.30.
PALAZZINA DI CACCIA (p.zza P. Amedeo 7, Stupinigi). Da mar a ven 10-17.30 (ultimo ingresso 17); sab, dom e
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Now you see me 2 - I maghi del crimine P 16.25-20.10-22.30
Conspiracy - La cospirazione
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La canzone del mare
P 14.50-18.40
Jem e le Holograms
P 15.20-17.40-20.20-22.35
The Conjuring - Il caso Enfield
P 15.00-17.30-20.00-22.35
Angry birds - Il film
P 15.00-16.50-18.40-20.30
CLASSICO piazza Vittorio Veneto 5, tel. 01153.63.323. Prezzi:
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Nirvana
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Nirvana
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La pazza gioia
Ombrerosse P 16.30-18.45-21.15
ELISEO p.zza Sabotino, tel. 01144.75.241. Prezzi: € 7,50 int.; €
5,00 under 18, universitari, militari, Aiace, over 60; Abb. 14 € 4,60
Kiki & i segreti del sesso Eliseo Grande
16.30-18.45-21.00
Ma ma - Tutto andrà bene Eliseo Blu
P 16.30-18.45-21.00
L’uomo che vide l’infinito Eliseo Rosso P 16.30-18.45-21.00
F.LLI MARX ARTHOUSE - UNIVERSITY FRIENDLY corso Belgio
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L’uomo che vide l’infinito Sala Groucho P 16.30-21.30
Passo falso
Sala Groucho P 18.30-20.00
Julieta
Sala Chico
P 16.30-20.30
La pazza gioia
Sala Chico
P 18.20
Porno & libertà
Sala Chico
P 22.20
Cinque tequila
Sala Harpo
P 16.15-19.30
Porno & libertà
Sala Harpo
P 18.00
La pazza gioia
Sala Harpo
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GREENWICH VILLAGE via Po 30, tel. 01183.90.123. Prezzi: €
7,50 int.; € 5,50 rid., militari, under 18, universitari, Io studio; € 5,00 over
60. Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto, militari, under 18, Io studio,
universitari; € 7,00 over 60
Perfetti sconosciuti
Sala 1
P 16.00-20.30
The Neon Demon
Sala 1
P 18.00-22.30
Dove andiamo .67
.
Ma ma - Tutto andrà bene Sala 2
The Nice Guys
Sala 2
Tutti vogliono qualcosa Sala 3
P
P
P
16.00-20.30
18.00-22.30
16.00-18.15-20.30-22.30
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Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
The Conjuring - Il caso Enfield
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Mother’s Day
P 15.15-17.40-20.05-22.30
Angry birds - Il film
P 15.40-17.50-20.10
Now you see me 2 - I maghi del crimine P 22.30
Tutti vogliono qualcosa
P 15.30-20.10
Conspiracy - La cospirazione
P 17.50
Warcraft - L’inizio
P 15.15-22.30
The Nice Guys
P 17.45-22.30
Alice attraverso lo specchio
P 20.05
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int.; € 5,50 rid., militari, under 18, universitari, Io studio; € 5,00 over 60.
Proiezioni 3D: int. € 10,00, € 8,00 ridotto, militari, under 18, Io studio,
universitari; € 7,00 over 60
Conspiracy - La cospirazione
Sala 1
P 15.30-17.45
Now you see me 2 - I maghi del crimine
Sala 1
P 20.10-22.30
Kiki & i segreti del sesso Sala 2
P 15.30-17.45-20.30-22.30
Angry birds - Il film
Sala 3
P 15.30-17.45-20.30
Conspiracy - La cospirazione
Sala 3
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€ 3,00 over 60. Proiezioni 3D € 10,00 int.; € 8,00 rid.
Gli invisibili
Massimo 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
La pazza gioia
Massimo 2
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Le vacanze di Monsieur Hulot VO
Massimo 2
P 18.30-20.30 (sott.it.)
The attack VO
Massimo 3
P 16.30 (sott.it.)
Inch’Allah VO
Massimo 3
P 18.30 (sott.it.)
Quelques heures de printemps VO
Massimo 3
P 20.30 (sott.it.)
Luce mia
Massimo 3
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NAZIONALE via Pomba 7, tel. 01181.24.173. Prezzi: € 7,50 int.;
€ 5,00 under 18, universitari, militar, Aiace, over 60; Abb. 14 € 4,60
In nome di mia figlia
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16.00-18.00-20.00-22.00
La casa delle estati lontane
Nazionale 2
16.00-18.00-20.00
Porno & libertà VM14 Nazionale 2
22.00
REPOSI via XX Settembre 15, tel. 011531.400. Prezzi: € 8,00
int. serale; € 6,00 int. pomeridiano, Militari, Under 18, Universitari, Io studio; € 4,50 over 60; € 27,00 abb. 6 ingr.; € 51,00 abb. 12 ingr.; Abb. Agis
accettato. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
Mother’s Day
P 15.15-17.40-20.05-22.30
Angry birds - Il film
P 15.30-17.50-20.10
La pazza gioia
P 22.30
The Conjuring - Il caso Enfield
P 15.00-17.30-20.00-22.30
La pazza gioia
15.30
L’uomo che vide l’infinito
17.50-20.10-22.30
Now you see me 2 - I maghi del crimine
15.00-17.30-20.00-22.30
ROMANO galleria Subalpina, tel. 01156.20.145. Prezzi: € 7,50
int.; € 5,00 under 18, universitari, militari, Aiace, Over 60; Abb. 14 € 4,60
Julieta
Sala 1
P 16.00-22.00
Tra la terra e il cielo
Sala 1
P 18.00-20.00
Segreti di famiglia
Sala 2
P 16.00-18.00-20.00-22.00
Un mercoledì di maggioSala 3
P 16.00-18.00-20.00-22.00
THE SPACE CINEMA TORINO - PARCO DORA salita Michelangelo Garove 24, tel. 892111.
The Conjuring - Il caso Enfield
Sala 1
P 16.10-19.15-22.20
Now you see me 2 - I maghi del crimine
Sala 2
P 16.05-19.00-22.00
Angry birds - Il film
Sala 3
P 16.55-19.25-22.05
Kiki & i segreti del sesso Sala 4
P 15.15-17.40-20.10-22.40
Warcraft - L’inizio
Sala 5
P 16.30-19.30-22.30
Alice attraverso lo specchio
Sala 6
P 16.50
L’uomo che vide l’infinito Sala 6
P 19.35
Conspiracy - La cospirazione
Sala 6
P 22.15
Mother’s Day
Sala 7
P 16.45-19.40-22.25
Angry birds - Il film
Sala 8
P 15.10
Friend Request - La morte ha il tuo profilo
Sala 8
P 17.35-20.05-22.35
UCI CINEMAS LINGOTTO via Nizza 262, tel. 892960. Prezzi: €
8,20 int.; € 6,50 rid., ragazzi fino a 14 anni, over 65; € 6,50 Lunedì e Mercoledì; € 5,00 Matinee. Proiezioni 3D: int. € 10,50, rid. € 9,00
Warcraft - L’inizio
P 16.35-22.00
L’uomo che vide l’infinito
P 19.30
Alice attraverso lo specchio
P 16.40-19.25
Friend Request
P 22.15
Mother’s Day
P 16.30-19.15-22.00
Passo falso
P 17.10-19.40-21.50
Pelé
P 16.30
Tutti vogliono qualcosa
P 19.05
The Conjuring - Il caso Enfield
P 21.40
Angry birds - Il film
P 16.40
The Conjuring - Il caso Enfield
P 16.30-19.05-22.10
Angry birds - Il film
P 19.30-21.50
Kiki & i segreti del sesso
P 16.45-19.25-22.00
Conspiracy - La cospirazione
P 16.50-22.15
The Nice Guys
P 19.20
Now you see me 2 - I maghi del crimine P 16.30-19.15-22.10
Jem e le Holograms
P 16.45-19.15-21.50
Cinema:Torino e altre visioni
AGNELLI via P. Sarpi 111/a, tel. 01131.61.429. Riposo
CINE TEATRO BARETTI via Baretti 4, tel. 011655.187.
Chiusura estiva
CINE CARDINAL MASSAIA via Sospello 32, tel. 011257.881.
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ESEDRA via Bagetti 30, tel. 32488.68.183.
Perfetti sconosciuti
21.15
MONTEROSA via Brandizzo 65, tel. 01123.04.153. Riposo
BRUTTO · MEDIOCRE ·· INTERESSANTE/DIVERTENTE ··· BELLO ····
A CURA DI Daniele Cavalla
ANGRY BIRDS - IL FILM
Animazione. Regia di Clay Kaytis e Fergal Reilly.
Durata: 97 minuti. Le avventure di Chuck, Red e Bomb,
uccelli buffi e variopinti che popolano un’isola da sogno.
(Massaua, Reposi, Uci, The Space, Ideal)
···
LA CASA DELLE ESTATE LONTANE
··· Commedia drammatica. Regia di Shirel Amitay,
con Géraldine Nakache, Yaël Abecassis. Durata: 91 minuti. Nell’Israele del 1995 nella piccola città di Atlit, Cali ritrova le sue due sorelle, Darel e Asia, per vendere la casa
ereditatadai genitori. (Nazionale)
CINQUE TEQUILA
··· Commedia. Regia di Jack Zagha Kababie, con Luis
Bayardo e Eduardo Manzano. Durata: 93’. Arriva dal
Messico la storia di tre arzilli ottantenni che intraprendono un movimentato viaggio per esaudire l’ultimo desiderio di un loro compagno di gioco. (Due Giardini, Marx)
CONSPIRACY
··· Thriller. Regia di Shintaro Shimosawa, con Al Paci-
no e Anthony Hopkins. Durata: 106 minuti. Il rampante
avvocato Ben Cahill si ritrova coinvolto in un intricato caso tra un corrotto manager farmaceutico e uno dei soci
del suo studio legale. (Ideal, Lux, Massaua, Uci)
JULIETA
···· Drammatico. Regia di Pedro Almodóvar, con Emma Suarèz e Adriana Ugarte, Durata: 98 minuti. Nella
lunga lettera che scrive alla figlia, la madrilena Julieta ricorda i momenti principali della sua vita. Dal romanzo di
Alice Munro. (Ambrosio, Due Giardini, Romano, Fratelli Marx, Uci, The Space)
IN NOME DI MIA FIGLIA
···· Drammatico. Regia di Vincent Garenq, con Daniel
Auteuil e Sebastian Koch. Durata: 87 minuti. Nel 1982 la
giovane figlia del francese André Bamberski muore mentre
è in vacanza in Germania con madre e patrigno: convinto
che non si sia trattato di un incidente, comincia un’indagine che si protrarrà per anni. Da una storia vera. (Nazionale)
GLI INVISIBILI
···· Drammatico. Regia di Oren Moverman, con Ri-
chard Gere e Jena Malone. Durata: 117 minuti. George è
un senzatetto che vaga per le strade di una New York indifferente e cerca rifugio al Bellevue Hospital, il maggior
centro di accoglienza per barboni di Manhattan. Dall’autore di «Oltre le regole». (Massimo)
KIKI E I SEGRETI DEL SESSO
··· Commedia. Regia di Paco León, con Natalia de Mo-
lina. Durata: 102 minuti. Cinque storie d’amore e di bizzarre fantasie sessuali. (Eliseo, Lux, The Space, Uci)
LAURENCE ANYWAYS
···· Commedia drammatica. Regia di Xavier Dolan, con
Melvil Poupaud e Suzanne Clément. Durata: 159 minuti.
Montréal, Canada, 1989. Lo stimato professore Laurence
confessa alla fidanzata di essere nato nel corpo sbagliato.
Dall’autore del pluripremiato «Mommy». (Classico)
MA MA TUTTO ANDRA’ BENE
··· Drammatico. Regia di Julio Medem, con Penelope
Cruz e Luis Tosar. Durata: 111 minuti. Dalla Spagna, la storia
pluripremiata in patria che descrive le vicissitudini di una donna alle prese con una grave malattia. (Eliseo, Greenwich)
MOTHER’S DAY
Commedia. Regia di Garry Marshall, con Jennifer
Aniston e Julia Roberts. Durata: 118’. Dal regista del
campione d’incassi «Pretty woman», la storia di alcune
donne che si incrociano nella settimana prima della festa
della mamma. (Ambrosio, Ideal, Reposi, Uci, Space)
···
Cinema aperti: Area Metropolitana e Provincia
BARDONECCHIA
CUORGNÈ
SABRINA 012299.633.
Angry birds - Il film
Conspiracy - La cospirazione
Now you see me 2 - I maghi del crimine
MARGHERITA 0124657.523.
La pazza gioia
17.30
20.30
22.30
BEINASCO
THE SPACE CINEMA BEINASCO - LE FORNACIvia G. Falcone, tel. 892111.
Angry birds - Il film
Sala 1
16.10-18.40-21.10
The Conjuring - Il caso Enfield Sala 2
16.00-19.05-22.00
Warcraft - L’inizio
Sala 3
16.40-19.35-22.20
Mother’s Day
Sala 4
16.30-19.10-21.50
Jem e le Holograms
Sala 5
17.00-19.40-22.20
Now you see me 2
Sala 6
16.25-19.20-22.15
Friend Request
Sala 7
15.35-17.45-19.55
The Nice Guys
Sala 7
22.10
Alice attraverso lo specchio Sala 8
15.45-18.25
The Conjuring - Il caso Enfield Sala 8
21.00
Angry birds - Il film
Sala 9
17.15
Conspiracy - La cospirazione Sala 9
20.10
CARMAGNOLA
ELIOS.
Julieta
21.00
CHIERI
SPLENDOR via XX Settembre 6, tel. 01194.21.601.
L’uomo che vide l’infinito
21.15
COLLEGNO
CINEMA PARADISO piazza Bruno Trentin 1.
Angry birds - Il film
10.30-12.25-14.25-16.2518.25-20.25
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In nome di mia figlia
20.10-22.05
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PINEROLO
BOARO 0125641.480.
Now you see me 2 - I maghi del crimine
POLITEAMA 0125641.571.
Angry birds - Il film
HOLLYWOOD 0121201.142.
In nome di mia figlia
The Neon Demon
MULTISALA 0121393.905.
The Conjuring
Italia 200
Angry birds - Il film
Italia 500
RITZ 0121374.957.
Ma ma - Tutto andrà bene
Conspiracy - La cospirazione
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18.30-21.00
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Mother’s Day
P 17.00-19.45-22.30
Passo falso
P 17.00-19.30-22.00
Kiki & i segreti del sesso
P 17.15-19.50-22.20
La canzone del mare
P 17.00
The Conjuring - Il caso Enfield
P 18.45-22.00
The Conjuring - Il caso Enfield
P 17.30-21.00
Ma ma - Tutto andrà bene
P 19.30
Friend Request
P 17.10-22.20
Pelé
P 17.00-19.40
Miami Beach
P 22.20
The Nice Guys
P 19.40-22.15
Now you see me 2 - I maghi del crimine P 18.30-21.30
Angry birds - Il film
P 17.00-19.30-22.00
Angry birds - Il film 3D
P 17.30
Angry birds - Il film
P 20.00
Tutti vogliono qualcosa
P 22.25
Warcraft - L’inizio
P 17.00-22.25
La pazza gioia
P 19.50
Angry birds - Il film
P 17.10
Conspiracy - La cospirazione
P 19.40-22.15
X-Men: Apocalisse
P 19.10-22.10
CONDOVE
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Angry birds - Il film
16.30-18.30-21.00
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Conspiracy - La cospirazione
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21.30
Now you see me 2 - I maghi del crimine
The Conjuring - Il caso Enfield
Angry birds - Il film
16.00-18.05-20.20-22.25
16.00-18.30-21.00
16.00-18.10-20.15-22.25
15.30-17.25-19.20-21.15
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IL MULINO - UNIVERSITY FRIENDLY 01190.41.984.
Angry birds - Il film
18.30-20.30
SAUZE D’OULX
SAYONARA 0122859.652.
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The Conjuring - Il caso Enfield
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SETTIMO TORINESE
PETRARCA via Petrarca 7, tel. 01180.07.050.
The Conjuring - Il caso Enfield Sala 1
16.30-19.50-22.30
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Sala 2
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L’uomo che vide l’infinito
Sala 2
18.15-20.30-22.40
Angry birds - Il film
Sala 3
15.20-17.30-20.00
Julieta
Sala 3
22.15
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SUPERCINEMA 01145.94.406.
Alice attraverso lo specchio
Julieta
Now you see me 2 - I maghi del crimine
The Conjuring - Il caso Enfield
Angry birds - Il film
Conspiracy - La cospirazione
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P
P
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15.30
17.45
20.10-22.30
15.30-17.30-20.00-22.30
15.30-18.00-20.30
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salborgone16/I,tel.0118399929.
Sono aperte le iscrizioni allo stagediAttitudinimotivazionalitenuto da Augusto Grilli per il mese di luglio. Nel mese di giugno
saggidivariescuoledidanza,musica e teatro. Alfateatro dispone ancora di giornate per eventuali affitti . E’ in preparazione
il cartellone della prossima
27°stagione teatrale23016/2017
ALFIERI piazza Solferino 2, tel.
011 56.23.800. È iniziata la campagna abbonamenti per tutti i
cartelloni 2016-17 nei Teatri Erba, Alfieri e Gioiello, con prezzi
promozionaliperchiacquistaentroil10luglio. Invenditabiglietti
singoli per la rassegna Piemonte in scena, Festival Cultura ClassicaeFestivalOperetta.Scoprialle biglietterie Torino Spettacoli il
programma della 11° edizione
del Festival “Ferie di Augusto”
a Benevagienna
CARIGNANO/TEATRO STABILE TORINO piazza Carignano 6, tel.
800.235.333. Martedì 28 inizio
vendita nuovi abbonamenti Posto fisso Teatro Carignano. Proseguono le conferme abbonamento Posto fisso Teatro Cari-
Woody Harrelson. Durata: 129 minuti. I Quattro Cavalieri
mettono in scena un numero sensazionale organizzato
insieme a un Fbi: obiettivo degli illusionisti, un corrotto
magnate della tecnologia. Seguito del successo internazionale di tre anni orsono. (Ideal, Reposi, Massaua, Lux,
Uci Cinemas, Eliseo, The Space)
PASSO FALSO
···· Drammatico. Regia di Yannick Saillet, con Pascal El-
bé e Laurent Lucas. Durata: 78 minuti. Dopo essere sopravvissuto ad una missione in Afghanistan, un sergente francese, unico sopravvissuto della sua pattuglia, resta bloccato in
un deserto con un piede incastrato su una mina mentre il
nemico si avvicina. (Fratelli Marx)
LA PAZZA GIOIA
···· Commedia drammatica. Regia di Paolo Virzì, con
Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi. Durata: 118
minuti. Dall’autore de «La prima cosa bella» e «Il capitale
umano», la storia dell’amicizia che nasce tra Donatella e Beatrice, in fuga dalla comunità per donne con disturbi mentale. (Ambrosio, Due Giardini, Fratelli Marx, Reposi, Massimo, Uci, The Space)
SEGRETI DI FAMIGLIA
··· Drammatico. Regia di Joachim Trier, con Isabelle
Huppert e Gabriel Byrne. Durata: 107 minuti. Un’importante mostra a New York celebra la fotografa di guerra
Isabelle Reed: per organizzare l’archivio materno, il figlio
maggiore Jonah torna nella casa di famiglia con il fratello
adolescente, Conrad, e il padre, Gene, un professore di
liceo. Scopriranno i segreti di Isabelle. (Romano)
LA SPOSA BAMBINA
···· Drammatico. Regia di Khadija Al-Salami. Durata: 99
minuti. Nello Yemen, una bambina di dieci anni entra in
un’aula di Tribunale e dice al giudice «Voglio il divorzio». Il
marito ha 30 anni. Da una storia vera. (Centrale)
THE CONJURING
··· Horror. Regia di James Wan, con Patrick Wilson e
Vera Farmiga. Durata: 133’. Seconda avventura cinematografica per gli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren; alle prese con una madre single che vive in
una casa infestata da spiriti maligni. Dall’autore di «SawL’enigmista». (Ideal, Reposi, Massaua, Uci, Space)
del 25 giugno 2016
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Spettacoli a scelta, 10 Spettacoli a scelta, 12 Spettacoli a scelta,
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cartelloni 2016-17 nei Teatri Erba, Alfieri e Gioiello, con prezzi
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ti singoli per la rassegna Piemonte in scena, Festival Cultura
Classica e Festival Operetta
GIOIELLOTEATROviaCristoforoColombo31bis,tel.0115805768.Èiniziata la campagna abbonamenti
per tutti i cartelloni 2016-17 nei
Teatri Erba, Alfieri e Gioiello, con
prezzi promozionali per chi acquista entro il 10 luglio. In vendita biglietti singoli per la rassegna
Piemonte in scena, Festival Cultura Classica e Festival Operetta
GOBETTI TEATRO/TEATRO STABILE
TORINO via Rossini 8, tel.
800.235.333. Martedì 28 inizio
vendita nuovi abbonamenti Posto fisso Teatro Carignano. Proseguono le conferme abbonamento Posto fisso Teatro Carignano
I CONCERTI DEL POMERIGGIO
piazza Solferino 4. Prelazione e
rinnovo abbonamenti posti numerati per stagione autunnale
2016 presso Teatro Alfieri, tel.
0115623800.Inaugurazionestagione: Luna tu... Selezione di arie
dalle operette più amate con Susy Picchio soprano, Fulvio Massa baritono, Massimiliano Brizio pianoforte
LAVANDERIA A VAPORE c. Pa-
MONTEROSAviaBrandizzo65,tel.
TANGRAM TEATRO via Don Orio-
strengo angolo via Tampellini
(Collegno), tel. 011 40.33.800.
Stage internazionale di danza.
Acqui Terme 3 luglio - 3 agosto.
Docentiospiti:JamesUrbain,Veli-Pekka Peltokallio, Josè Reches
LBT- LA BOTTEGA TEATRALE corso Govone 16, tel. 0161 840.796.
Domani 26 giugno ore 17 al TeatroSocialediBalmuccia(VC)spettacoloinauguraledellaNonaEdizione del Festival Itinerante Europeo di Teatro di Figura EuroPuppetFestiValsesia. La compagnia Teatrino dei fondi presenta lo spettacolo Pinocchio e poi.
Per un pubblico dai 3 anni in poi
01123.04.153.Inquestomesesaggi delle scuole di Teatro e saggi
di Danza di fine anno. E’ in allestimento la stagione teatrale e
cinematografica 2016/2017.
OFFICINA CAOS piazza E. Montale 18 A, tel. 011 73.99.833. Per
il progetto Metropolitan ArtArte Contemporanea per una
Metropoli, sei percorsi turisticoculturali da Porta Susa al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, alle Officine Caos
de Le Vallette a Torino e ritorno.
Tre week end in giugno: sabato
25 e domenica 26, ore 18, ore 23
MONCALIERI LIMONE FONDERIE
TEATRALI/TEATROSTABILETORINO
PICCOLO REGIO GIACOMO PUCCINI. Stagione d’Opera 2016-2017:
via Pastrengo 88, tel. 800235333.
Martedì 28 giugno inizio venditanuoviabbonamentiPostofisso
TeatroCarignano.Proseguonole
conferme abbonamento Posto
fisso Teatro Carignano e la venditaabbonamentoPremium,abbonamenti-senzal’assegnazione
dei posti - 7 Spettacoli a scelta,
10 Spettacoli a scelta, 12 Spettacoli a scelta, nuovo abbonamento [TO]BIKE, abbonamento Teatro e Danza, abbonamenti e biglietti Torinodanza
Labohème,SansoneeDalila,West Side Story, La bella addormentata, Pagliacci, Katia Kabanova,
ManonLescaut,L’incoronazione
di Dario, Il flauto magico, Macbeth. Prenotazione nuovi abbonamenti fino al 29/7
TEATRO MURIALDO piazza Chiesa della Salute 17/b, tel. 011
22.15.161.Èinallestimentolastagioneteatrale2016/2017.Inquesto periodo saggi scolastici, di
danza e recitazione
ne 5, tel. 011 338.698. Martedì 5
Luglio ore 12:30 presso il Circolo dei lettori di Torino – Conferenza stampa di presentazione
del Festival Teatro & Letteratura 2016
TEATROAGNELLIviaSarpi111,tel.
011 30.42.808. Informazioni sull’attività di Assemblea Teatro
www.assembleateatro.com
TEATRO CARDINAL MASSAIA via
Sospello32,tel.011257.881.Giugno 2016 saggi di fine corsi Info
e prenotazioni: [email protected],tel.
011257881 e presso la cassa del
teatroinviaSospello32/c(damar
a sab ore 16-19)
TEATRO MARCHESA corso Vercelli 141. Stasera ore 21, al Teatro
Agnelli in Via Paolo Sarpi 111,
Saggio di fine anno degli allievi
delCentrodanzaL’ArabaFenice,
in “Ciak si gira”
TEATRO REGIO. Ore 11 - 11.45 15 - 15.45 Al Regio dietro le quinte, visite guidate. Ore 20 Carmen
di G. Bizet. A. Fisch direttore.
RegiadiM.Hartmann.Orchestra
eCorodelTeatroRegio.ConV.Simeoni, R. Aronica, M. Sicilia, L.
Grassi. Repliche fino al 3/7
··· Azione. Regia di Shane Black, con Russell Crowe e
Ryan Gosling. Durata: 99’. Nella Los Angeles degli anni Settanta un investigatore privato e un detective senza scrupoli
si alleano per risolvere una complicata inchiesta. Dirige lo
sceneggiatore di «Arma letale». (Uci, Greenwich)
THE NEON DEMON
··· Drammatico. Regia di Nicolas Winding Refn, con
Elle Fanning e Jena Malone. Durata: 110 minuti. Jesse si
trasferisce a Los Angeles in cerca di fortuna come modella: si troverà coinvolta in un gioco ambiguo e molto pericoloso. Dall’autore di «Drive». (Uci, Space, Greenwich)
TRA LA TERRA E IL CIELO
···· Commedia drammatica. Regia di Neeraj Ghaywan,
con Richa Chadda. Durata: 103 minuti. A Benares in India,
città sacra sulle rive del fiume, Deepak si innamora di una
ragazza che appartiene a una casta diversa dalla sua mentre
Devi, una giovane studentessa, è tormentata dal senso di
colpa per la scomparsa del suo primo amante. (Romano)
TUTTI VOGLIONO QUALCOSA
··· Commedia. Regia di Richard Linklater, con Austin
Amelio e Temple Baker. Durata: 116 minuti. Dall’autore
del caso «Boyhood», le avventure universitarie del texano Jake negli anni Ottanta. (Ideal, Greenwich)
UN MERCOLEDI’ DI MAGGIO
···· Commedia drammatica. Regia di Vahid Jalilvan.
Durata: 103 minuti. Un mucchio di gente viene radunata in
una piazza di Teheran da un singolare annuncio sul giornale:
la polizia interviene per dispedere la folla. (Romano)
L’UOMO CHE VIDE L’INFINITO
··· Commedia drammatica. Regia di Matt Brown, con
Dev Patel e Jeremy Irons. Durata: 108 minuti. Da una storia vera, il rapporto di amicizia che nasce a Cambridge
agli inizi del ’900 tra un genio della matematica originario dell’India e un eccentrico professore. (Uci, Reposi,
Eliseo, Marx, Centrale, Ambrosio)
12345316
78981A36B3CDECFA362 LA STAMPA 1234534634137839A39B38C3DE3FE3FB313B9
LA STAMPA
SABATO 25 GIUGNO 2016
Il tempo
Ancora caldo, ma tornano i temporali al Nord; più fresco da domani
LE PREVISIONI DI OGGI
SITUAZIONE
Il promontorio dell’alta
pressione africana che ha
portato caldo estivo al CentroNord tende a ritirarsi
favorendo l’ingresso di aria
più umida che attiverà
temporali al Nord; nel
contempo al Sud l’instabilità
temporalesca andrà ad
attenuarsi.
NORD
Al mattino soleggiato a parte
qualche addensamento sulla
costa ligure e sul Nord
Piemonte; nubi in aumento
dai rilievi piemontesi e
valdostani con temporali
sparsi, in accentuazione nel
pomeriggio, in estensione a
zone piemontesi a Nord del
Po, alta Lombardia e
Triveneto.
IN EUROPA
Il Sole
CENTRO
Condizioni soleggiate al
mattino con nubi sparse sui
rilievi; nel pomeriggio
addensamenti in
accentuazione sui rilievi
abruzzesi con qualche
temporale a carattere sparso.
Venti deboli o moderati da
Nord-Ovest, con rinforzi sulla
Sardegna e sul Tirreno. Mari
poco mossi o mossi.
SUD
In prevalenza soleggiato al
mattino, ma con
addensamenti sulla Sicilia
orientale; in giornata
soleggiato con più nubi
sulle zone interne della
Campania, Calabria e
Sicilia, associate a locali
temporali, in particolare su
Maiella, Irpinia e zona
etnea in Sicilia.
Sorge
alle ore
05.34
Culmina
alle ore
13.13
Tramonta
alle ore
20.52
Orari medi Italia
La Luna
ULTIMO
QUARTO
Si leva Cala
alle ore alle ore
10.42
--.-27 GIU
SOLE
NUVOLOSO
POCO NUVOLOSO
COPERTO
DOMANI
VARIABILE
Tempo .69
.
PIOGGIA DEBOLE-MODERATA
PIOGGIA INTENSA
TEMPORALE
NEBBIA
NEVE
VENTO
MARE CALMO
POCO MOSSO
MARE MOSSO
Peggiora il tempo
sull’Europa
Centrale, con
piogge e rovesci
più estesi e intensi
sulla Germania, ma
sparsi anche tra la
Francia, i Paesi Bassi
e l’Olanda. Qualche
passaggio nuvoloso
in contesto
soleggiato sulla
Penisola iberica e
più nuvoloso sul
Nord Europa.
Soleggiato su Est
Europa, Balcani e
Russia.
MARE AGITATO
Le precipitazioni attese oggi
LA TENDENZA DELLE
TEMPERATURE
Stazionarie, ma in calo
all’arrivo dei
temporali al Nord.
Trento
Trieste
21 30
Aosta
Milano
22 34
18 31
25 31
24 29
Bologna
22 32
Torino
22 34
Venezia
Genova
21 27
Firenze
Ancona
21 33
Perugia
20 33
17 31
Al Nord tendenza a temporali pomeridiani
tra spazi soleggiati; al Centro-Sud
soleggiato con qualche temporale su
interno Abruzzo.
DEBOLI
L‘Aquila
Roma
Campobasso
22 35
DOPODOMANI
18 32
Foggia
FORTI
MOLTOFORTI
Vigilanza meteo di oggi e domani
24 35
Bari
Napoli
23 27
21 32
Alghero
MODERATE
Temporali dal pomeriggio dal Nord-Ovest a
Lombardia e Nord-Est.
18 30
Potenza
18 28
19 28
Cagliari
Catanzaro
21 36
20 31
Palermo
Reggio Calabria
22 32
22 28
Catania
20 30
Instabilità temporalesca tra Lombardia e
Nord-Est, più soleggiato al Nord-Ovest e al
Centro-Sud.
NESSUNA
MODERATA
ELEVATA
ESTREMA
Possibili nubifragi tra Piemonte, Valle
d’Aosta e Triveneto.
Acura di www.nimbus.it
Sabato Al mercato
Tempo e temperature previsti nel mondo e in Europa
CITTÀ
ALGERI
ANKARA
BAGHDAD
BANGKOK
BEIRUT
BOMBAY
BRASILIA
BUENOS AIRES
CALGARY
CARACAS
CASABLANCA
CHICAGO
CITTÀ DEL CAPO
CITTÀ DEL MESSICO
DAKAR
DUBAI
FILADELFIA
GERUSALEMME
HONG KONG
IL CAIRO
JOHANNESBURG
KINSHASA
LA MECCA
L'AVANA
LOS ANGELES
MANILA
MELBOURNE
MIAMI
MONTREAL
NAIROBI
NEW YORK
NUOVA DELHI
PECHINO
SHANGAI
SINGAPORE
TOKYO
WASHINGTON
MIN °C MAX °C OGGI
16
19
30
27
24
26
16
7
12
26
21
18
10
14
24
33
17
24
30
26
5
19
32
24
18
27
3
28
16
13
18
30
24
20
27
22
20
35
32
48
33
34
30
26
15
24
31
25
33
18
25
29
44
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34
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38
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46
33
26
34
13
32
31
20
30
40
38
29
31
29
29
CITTÀ
AMSTERDAM
ATENE
BARCELLONA
BELGRADO
BERLIN
BERNA
BRATISLAVA
BRUSSELS
BUCAREST
BUDAPEST
COPENHAGEN
DUBLIN
EDIMBURGO
HELSINKI
ISTAMBUL
LISBONA
LONDRA
LUBIANA
MADRID
MOSCA
OSLO
PARIGI
PODGORICA
PRAGA
REYKJAVIK
ROMA
SARAJEVO
S. PIETROBURGO
SOFIA
STOCCOLMA
TALLINN
TIRANA
VARSAVIA
VIENNA
VILNIUS
ZAGABRIA
MIN °C MAX °C OGGI
14
23
21
21
19
16
22
15
22
22
18
11
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15
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17
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15
15
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36
34
31
32
Con le pesche arriva l’estate
tabacchiere, nettarine o “patanù”
CARLO BOGLIOTTI
D
etto nelle settimane scorse dei
problemi che avrebbe avuto soprattutto la frutta in quest’annata che è iniziata in maniera difficile – vedi i buchi di mercato ciclici sulle albicocche o la scarsa qualità delle ciliegie –
quest’oggi possiamo sciogliere le riserve sulle pesche. Il caldo che già da un
po’ impazza al Sud e più recentemente
ha avvolto anche le regioni settentrionali ha concesso alle pesche buoni livelli
di maturazione. Se anche non parliamo
di quantità eccezionali, ma comunque
nella norma, siamo in piena stagione
per le pesche provenienti dal Centrosud, che arrivano finalmente buone, comunque accettabili per gli standard
stagionali, al contrario di quanto non
sia avvenuto fino agli ultimi giorni.
Completano il quadro le varietà precoci
che si iniziano a raccogliere anche al
Nord (Emilia Romagna, Veneto, Piemonte); un settentrione che con il passare del tempo avrà anche a disposizione maggiori quantità di prodotto locale.
Ci vorranno, infatti, un paio di settimane per le varietà più classiche, fino a un
mese per le saluzzesi, tradizionalmente
quelle che chiudono la campagna e si
protraggono ad agosto inoltrato.
In ogni caso possiamo iniziare a
comprare pesche, anche le nettarine e
le tabacchiere più schiacciate e decisamente delicate. Buona la qualità delle
nettarine, quelle senza peluria («nude», si dice in piemontese: «patanù»)
che scontano sempre il fatto curioso
per cui il mercato europeo riconosce in
esse un prodotto di seconda categoria
quando in realtà sarebbero migliori.
Se infatti sono «sporcate» sulla buccia
da cospicui puntini bianchi il mercato
ufficiale le tratta come una seconda
scelta mentre questi puntini indicano
alti gradi di concentrazione zuccherina che le rendono più dolci. Costeranno meno, come costano un po’ meno le
più piccole: da un euro e 50 fino a due.
Per le pesche più grosse e più «pulite»
si arriva fino a due euro e 50 e anche
tre euro al chilo, indifferentemente
dalla varietà, siano esse le comuni, le
nettarine (vanto emiliano romagnolo)
o tabacchiere (dette anche saturnine).
Ci sono anche le percoche, con la buccia verde-gialla, più interessanti per
l’industria alimentare. Fresche, sciroppate, in macedonia, col gelato e in
una torta: scegliete il modo migliore
per trovare sollievo dalla calura che
inizia a farsi sentire. Già, perché ora si
può dire sia davvero arrivata l’estate.
www.slowfood.it
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