Verso la COP 17 dell`UNFCCC sui CAMBIAMENTI CLIMATICI
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Verso la COP 17 dell`UNFCCC sui CAMBIAMENTI CLIMATICI
Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui CAMBIAMENTI CLIMATICI Durban (SUD AFRICA) 28 novembre - 9 dicembre 2011 --La situazione al 22 novembre 2011 NOTA TEMATICA SPECIALE n. 2 (integrazione della Nota Tematica Speciale n. 1 del 10 novembre 2011) a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo PREMESSA E INDICE La 17ma Conferenza delle Parti o COP17 dell’UNFCCC, la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, si svolgerà a Durban, in Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre 2011. In questa seconda Nota si illustrano i principali avvenimenti pertinenti succedutisi nella dozzina di giorni seguenti alla precedente Nota tematica speciale inviata al Cinsedo giovedì 10 novembre ultimo scorso. Alla nota è allegato, per l’interesse degli specialisti, il file della sintesi della relazione speciale dell’IPCC sulla gestione dei rischi derivanti da disastri ed eventi estremi in relazione all’adattamento ai cambiamenti climatici. L’indice della newsletter è molto breve. INDICE 1. 2. 3. 4. 5. La risoluzione del Parlamento Europeo del 16 novembre 2011 Alcuni incontri internazionali preparatori dal 7 al 18 novembre 2011 La 34ma sessione dell’IPCC a Kampala (Uganda), 17-18 novembre 2011 Il WEO 2011 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, 18 novembre 2011 Il Libro bianco sui cambiamenti climatici della Cina, 22 novembre 2011 a pagina a pagina a pagina a pagina a pagina 3 21 22 23 31 La 17ma sessione della Conferenza delle Parti (COP 17) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) dovrebbe ospitare, secondo le stime degli organizzatori, circa 30.000 partecipanti in rappresentanza di governi, organizzazioni internazionali, enti vari e ONG, operatori di media accreditati; alla COP 15 di Copenhagen vi erano stati 30.123 partecipanti registrati e 2.941 operatori dei media; a Cancùn alla COP 16 i partecipanti furono oltre 12.000 e gli operatori dei media 1.270. Per coloro che volessero seguirla più direttamente da casa o dall’ufficio, dal website dell’UNFCCC (http://unfccc.int/2860.php.) sono attivabili molteplici strumenti informativi (webstreaming, twitter, ecc.); per gli addetti ai lavori una eccellente fonte informativa è al solito costituita dai reportage giornalieri dell’IISD (International Institute for Sustainable Development, website di riferimento: http://www.iisd.ca/) che si chiudono abitualmente con la piacevole sezione “ON THE CORRIDOR”. Il menu sul website dell’UNFCCC è il seguente: UNFCCC resources Conference website Conference documents Overview schedule Daily Programme Agenda and documents for the Seventeenth session of the Conference of the Parties (COP 17) Agenda and documents for the seventh session of the Conference of the Parties serving as the meeting of the Parites to the Kyoto Protocol (COP/MOP 7) Agenda and documents for the Thirty-fifth session of the Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice (SBSTA 35) Agenda and documents for the Thirty-fifth session of the Subsidiary Body for Implementation (SBI 35) Agenda and documents for the Resumed fourteenth session of the Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention (AWG-LCA) Agenda and documents for the Resumed sixteenth session of the Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG-KP) Meetings archive General resources Host country website Gateway to the UN System’s Work on Climate Change Come già rilevato nella premessa della precedente Nota, a causa soprattutto della gravità della crisi finanziaria in corso, a pochi giorni dalla COP 17 di Durban si registra uno scarso se non quasi nullo interesse dei media, se paragonato all’attenzione spasmodica di due anni fa per la COP 15 di Copenhagen. NOTA TEMATICA 2 2 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 1. La risoluzione del Parlamento Europeo del 16 novembre 2011 Nella sessione plenaria del 16 novembre 2011 il Parlamento europeo ha adottato a grande maggioranza (532 voti a favore, 76 contrari e 43 astensioni) una risoluzione sulla Conferenza di Durban sul Cambiamento climatico (COP 17), sulla base della risoluzione adottata nella seduta straordinaria del 26 ottobre u.s. a Strasburgo dalla Commissione ENVI del Parlamento europeo a stragrande maggioranza (53 voti a favore, 4 contrari e 3 astensioni) derivante da un progetto di risoluzione presentato dai principali gruppi politici. La proposta di risoluzione è stata infatti redatta e presentata a cura di Karl-Heinz Florenz per il gruppo PPE, con la collaborazione di Dan Jǿrgensen del gruppo S&D, di Corinne Lepade del gruppo ALDE, di Bas Eickhout del gruppo Verdi/ALE, di Miroslav Ouzký del gruppo ECR, di Bairbre de Brùn del gruppo GUE/NGL e di Oreste Rossi del gruppo EFD. A Durban la delegazione del Parlamento europeo sarà composta da: Jo Leinen (S&D, DE, Presidente della Commissione ENVI), Karl-Heinz Florenz (EPP, DE, Vice-presidente della Commissione ENVI), Kriton Arsenis (S&D, EL), Bairbre De Brún (GUE/NGL, UK), Pilar Del Castillo (EPP, ES), Bas Eickhout (Greens/EFA, NL), Elisabetta Gardini (EPP, IT), Dan Jørgensen (S&D, DK), Corinne Lepage (ALDE, FR), Vladko Panayotov (ALDE, BG), Anna Rosbach (ECR, DK), Oreste Rossi (EFD, IT), Richard Seeber (EPP, AT), Francisco Sosa Wagner (unattached, ES) e Marita Ulvskog (S&D, SE). Jo Leinen (Germania, S&D) Presidente della Commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento Europeo (PE) Karl-Heinz Florenz (Germania, PPE) Vice-Presidente della Commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento Europeo (PE) Segue il testo della risoluzione adottata, già anticipato al Cinsedo e distribuito giovedì 17 novembre scorso. NOTA TEMATICA 2 3 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Risoluzione del Parlamento europeo del 16 novembre 2011 sulla Conferenza di Durban sul cambiamento climatico (COP 17) Il Parlamento europeo, – visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC) e il protocollo di Kyoto all’UNFCCC, – visti i risultati della Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite svoltasi a Bali nel 2007 e il piano di azione di Bali (Decisione 1/COP 13), – visti la quindicesima Conferenza delle parti (COP15) alla UNFCCC e la quinta Conferenza delle parti, che funge da riunione delle parti al Protocollo di Kyoto (COP/MOP5), tenutesi a Copenaghen, in Danimarca, dal 7 al 18 dicembre 2009, e l'accordo di Copenaghen, – visti la 16a Conferenza delle parti (COP 16) all'UNFCCC e la 6a Conferenza delle parti che funge da riunione delle parti al protocollo di Kyoto (COP/MOP 6), tenutesi a Cancún, in Messico, dal 29 novembre al 10 dicembre 2010, e gli accordi di Cancún, – viste la 17a Conferenza delle parti (COP 17) alla UNFCCC e la 7a Conferenza delle parti che funge da riunione delle parti al protocollo di Kyoto (COP/MOP 7), che si terranno a Durban, Sud Africa, dal 28 novembre al 9 dicembre 2011, – visto il pacchetto dell'Unione europea su clima ed energia del dicembre 2008, – vista la direttiva 2008/101/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di includere le attività di trasporto aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra1, – viste le sue risoluzioni del 25 novembre 2009 sulla strategia dell'Unione europea per la Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici2, del 10 febbraio 2010 sull'esito della Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici (COP 15) 3 e del 25 novembre 2010 sulla Conferenza sul cambiamento climatico di Cancun4, – vista la sua risoluzione del 4 febbraio 2009 su "2050: il futuro inizia oggi – Raccomandazioni per una futura politica integrata dell'Unione europea sul cambiamento climatico"5, – visti il Libro bianco della Commissione dal titolo "L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo" (COM(2009)0147), la sua risoluzione al riguardo del 6 maggio 20106 e la relazione speciale dell'IPCC sulle fonti rinnovabili di energia e l'attenuazione dei cambiamenti climatici del 9 maggio 20117, 1 GU L 8 del 13.1.2009, pag. 3. GU C 285 E del 21.10.2010, pag. 1. 3 GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 25. 4 Testi approvati, P7_TA(2010)0442. 5 GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 44. 6 GU C 81 E del 15.3.11, pag. 115. 7 http://srren.ipcc-wg3.de/report 2 NOTA TEMATICA 2 4 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo – vista la sua risoluzione dell'11 maggio 2011 sul Libro verde della Commissione "La protezione e l'informazione sulle foreste nell'UE: preparare le foreste ai cambiamenti climatici"8, – viste le conclusioni del Consiglio del 14 marzo 2011 sul seguito alla Conferenza di Cancún e le conclusioni del Consiglio ECOFIN del 17 maggio 2011 sul cambiamento climatico, – viste le decisioni adottate in occasione della 10a Conferenza delle parti (COP 10) della Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità (CBD), in particolare la decisione della COP 10 (2010) sulla geoingegneria, – vista la dichiarazione comune del 20 dicembre 2005 del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in seno al Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione, sulla politica di sviluppo dell'Unione europea: "Il consenso europeo", in particolare i punti 22, 38, 75, 76 e 1059, – vista la relazione della commissione per l'audit ambientale della Camera dei Comuni dal titolo "L'impatto degli aiuti esteri del Regno Unito sulla protezione ambientale e l'adattamento al cambiamento climatico e l'attenuazione dei relativi effetti", pubblicata il 29 giugno 2011, – vista la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, dell'8 settembre 2000, che esplicita gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) quali obiettivi fissati congiuntamente dalla comunità internazionale per l'eliminazione della povertà, – viste le conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2009 sull'integrazione della dimensione ambientale nella cooperazione allo sviluppo, – vista la dichiarazione di Nairobi del 25-29 maggio 2009 sul Processo africano per combattere il cambiamento climatico, – viste l'interrogazione del 27 settembre 2011 al Consiglio sulla Conferenza di Durban sui cambiamenti climatici (COP 17) (O-000216/2011 - B7-0639/2011) e l'interrogazione del 27 settembre 2011 alla Commissione sulla Conferenza di Durban sui cambiamenti climatici (COP 17) (O-000217/2011 - B7-0640/2011), – visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del proprio regolamento, A. considerando che l'esistenza del cambiamento climatico e del suo impatto è dimostrata da prove scientifiche inconfutabili, per cui un'azione a livello internazionale si rende indispensabile per far fronte a una delle principali sfide del 21° secolo e oltre; B. considerando che un accordo internazionale giuridicamente vincolante e coerente con il principio di "responsabilità comune ma differenziata" deve continuare a costituire l'obiettivo generale da raggiungere, riconoscendo in tal modo il ruolo guida che i paesi sviluppati devono svolgere e l'opportuno contributo che i paesi in via di sviluppo devono apportare; 8 9 Testi approvati, P7_TA(2011)0226. GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1. NOTA TEMATICA 2 5 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo C. considerando che gli impegni attuali, assunti nel quadro dell'accordo di Copenaghen e formalizzati con gli accordi di Cancún, non sono sufficienti per raggiungere l'obiettivo di limitare a 2°C l'aumento complessivo della temperatura media annua sulla superficie del pianeta ("l'obiettivo dei 2°C"); D. considerando che la tabella di marcia della Commissione verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, che stabilisce obiettivi a lungo termine, ribadisce l'obiettivo dell'Unione europea di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050, in modo da contenere entro i 2°C il riscaldamento globale prodotto dal cambiamento climatico, concludendo comunque che l'80% della riduzione entro il 2050 deve essere conseguito all'interno dell'UE; E. considerando che è importante fare tesoro della fiducia e della trasparenza ripristinate durante la Conferenza COP 16 di Cancún, onde mantenere l'impulso politico necessario a creare le premesse per il conseguimento di un accordo internazionale completo con obiettivi concreti e corrispondenti misure politiche; F. considerando che gli accordi di Cancún esortano i paesi sviluppati ad essere più ambiziosi in materia di obiettivi di riduzione delle emissioni, al fine di ridurre le emissioni aggregate di gas a effetto serra fino a un livello coerente con la scala compresa tra il 25 e il 40% fissata dalla quarta relazione di valutazione (AR4) dell'IPCC per il 2020 rispetto ai livelli del 1990; G. considerando che, nei paesi sviluppati, sono necessarie riduzioni collettive delle emissioni di gas a effetto serra che si situino nella fascia alta della scala compresa tra il 25 e il 40% fissata per il 2020 dalla AR4 dell'IPCC rispetto ai livelli del 1990 per poter raggiungere l'obiettivo dei 2°C con soltanto il 50% di probabilità; H. considerando che i cambiamenti radicali avvenuti sulla scena geopolitica mondiale negli ultimi decenni, a seguito dei quali alcuni paesi in via di sviluppo sono divenuti attori economici e politici di primo piano, devono essere tenuti in considerazione in quanto hanno portato a un nuovo assetto di potere e influenza ed implicano nuovi ruoli e responsabilità; I. considerando che i paesi europei si trovano di fronte a scelte critiche per preservare la loro prosperità e sicurezza future e che il passaggio a un obiettivo nazionale di riduzione dei gas a effetto serra che sia in linea con gli obiettivi climatici dell'UE può essere associato a un'economia più sana e a un aumento dell'occupazione e dell'innovazione verdi; J. considerando che, secondo alcune stime, le donne rappresentano il 70% della popolazione povera a livello mondiale, effettuano due terzi delle ore di lavoro prestate ma possiedono meno dell'1% dei beni e che, pertanto, sono meno in grado di adattarsi al cambiamento climatico e più vulnerabili a tale fenomeno; K. considerando che l'articolo 7 degli accordi di Cancún sottolinea che "la parità di genere e l'effettiva partecipazione delle donne e delle popolazioni autoctone sono importanti per agire con efficacia in tutti gli aspetti del cambiamento climatico"; NOTA TEMATICA 2 6 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo L. considerando che esistono sostanziali disparità di portata, struttura e concetto tra la notifica delle attività LULUCF (utilizzo del suolo, cambio di destinazione d'uso del suolo e silvicoltura) nel quadro della convenzione UNFCCC e la contabilità delle stesse attività nel quadro del protocollo di Kyoto, e che tali disparità pregiudicano gli sforzi di mitigazione del cambiamento climatico compiuti dalle parti; M. considerando che la contabilizzazione delle attività di "gestione forestale", responsabile della maggior parte delle emissioni prodotte dai settori LULUCF, è facoltativa nel quadro del protocollo di Kyoto; N. considerando che, stando alla Relazione sullo sviluppo mondiale 2010, il costo incrementale complessivo dell'adattamento al cambiamento climatico e dell'attenuazione dei relativi effetti nei paesi poveri sarà pari a un importo compreso fra i 170 e i 275 miliardi di USD all'anno da qui al 2030; O. considerando che qualsiasi accordo sul cambiamento climatico deve tener conto dei processi di sviluppo esistenti sia a livello internazionale (in particolare gli OSM e la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti) che a livello nazionale (programmi d'azione nazionali di adattamento); P. considerando che gli interventi dell'Unione europea dovrebbero aiutare i paesi in via di sviluppo ad eliminare gradualmente lo sviluppo ad alto tenore di carbonio e a creare infrastrutture a basso tenore di carbonio e che detti interventi devono inoltre sostenere lo sviluppo economico locale, la creazione di occupazione verde e la riduzione della povertà e non essere utilizzati per sovvenzionare le imprese europee o essere ad esse subordinati; Q. considerando che l'attuale livello dei prestiti della Banca mondiale per sostenere la produzione di energia fossile deve essere in linea con l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra; R. considerando che i parlamentari, segnatamente quelli dei paesi in via di sviluppo, possono e devono svolgere un ruolo cruciale in tale agenda, garantendo la responsabilizzazione e l'efficacia dell'amministrazione pubblica, nonché assicurando un collegamento vitale, in termini di conoscenza, con l'elettorato, entrambi aspetti importanti per garantire le capacità di recupero di un paese nei confronti del cambiamento climatico; S. considerando che i meccanismi finanziari esistenti sono complessi e frammentati; che l'impegno a destinare lo 0,7% del PIL agli aiuti pubblici allo sviluppo per conseguire gli OSM non è stato onorato dalla maggior parte dei paesi donatori; che i meccanismi finanziari dell'UNFCC dipendono da ricostituzioni attraverso i contributi volontari di donatori; T. considerando che i miglioramenti nell'ambito della gestione delle foreste costituiscono un prerequisito fondamentale per ottenere riduzioni sostenibili della deforestazione; che i negoziati sul clima devono riflettere i precedenti sforzi in materia di deforestazione e degrado delle foreste, come il Piano d'azione FLEGT dell'Unione europea, volto a limitare il disboscamento illegale, affrontando la gestione delle risorse forestali; U. considerando che dovrebbe essere creato un sistema comune per monitorare l'intera gamma di strumenti disponibili per finanziare misure di adattamento, al fine di garantire un sistema di finanziamento responsabile e trasparente; NOTA TEMATICA 2 7 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Obiettivi fondamentali 1. esorta le parti a garantire la conclusione di un accordo internazionale vincolante completo, equo ed ambizioso per il post-2012, ispirandosi al sistema internazionale fondato su regole del protocollo di Kyoto in linea con l'obiettivo dei 2°C e mirando al raggiungimento del livello di picco delle emissioni nazionali e globali di gas a effetto serra con la massima urgenza; 2. invita i Capi di Stato e di governo del mondo intero a dare prova di vera determinazione e leadership politica durante i negoziati e ad attribuire alla questione la massima priorità; 3. invita l'Unione europea a ribadire pubblicamente e in modo inequivocabile il suo forte impegno a favore del protocollo di Kyoto e ad adottare tutti i provvedimenti necessari a garantire che non si producano interruzioni tra i periodi di impegno del protocollo in parola; invita pertanto l'Unione europea a dichiarare apertamente, prima di Durban, di essere pronta a proseguire con il secondo periodo di impegno previsto dal protocollo di Kyoto e a definire altresì i passi concreti per colmare il "gigatonne gap", ossia il divario tra gli attuali livelli di ambizione e quelli necessari per contenere il surriscaldamento globale al di sotto dei 2°C; esorta l'UE a garantire che questo divario sia identificato e quantificato a Durban e a premere affinché vengano adottate misure per colmarlo; 4. riconosce tuttavia che, per garantire il conseguimento di un accordo internazionale equo, ambizioso e giuridicamente vincolante per il post-2012 che consenta di raggiungere l'obiettivo dei 2°C, sono necessari progressi comparabili nell'ambito della Convenzione; sottolinea a tal proposito l'importanza di alleanze (subglobali) con i paesi più progressisti quali strumento per fornire un ulteriore slancio al processo negoziale; invita la COP a stabilire un mandato a tempo per conseguire un accordo giuridicamente vincolante nel quadro della Convenzione da attuare quanto prima possibile e, al più tardi, entro il 2015; ricorda, a tal proposito, che i paesi industrializzati dovrebbero ridurre entro il 2020 le proprie emissioni del 25-40% rispetto ai livelli del 1990, mentre i paesi in via di sviluppo, collettivamente, dovrebbero conseguire uno scostamento sostanziale dal tasso di crescita delle emissioni attualmente previsto, con una riduzione dell'ordine del 15-30% entro il 2020; 5. esorta tutti i partner internazionali a colmare il "gigatonne gap" esistente tra i dati scientifici e gli attuali impegni delle parti, a proporre impegni ed azioni di riduzione delle emissioni più ambiziosi rispetto a quelli contenuti nell'accordo di Copenaghen, basandosi sul principio di una "responsabilità comune ma differenziata", e ad affrontare le emissioni prodotte dai trasporti aerei e marittimi internazionali e dagli idrofluorocarburi (HFC), onde garantire la coerenza con l'obiettivo dei 2°C; osserva che un importante passo verso la sensibilizzazione delle parti e l'ottenimento di impegni più ambiziosi consiste nel comunicare dettagliatamente alle parti la situazione alla quale condurranno gli attuali impegni e gli ulteriori provvedimenti che dovranno essere adottati; NOTA TEMATICA 2 8 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 6. sottolinea l'importanza di conseguire progressi in occasione della Conferenza di Durban per quanto riguarda l'ulteriore attuazione degli accordi di Cancún, la definizione della data di picco massimo per le emissioni globali e un obiettivo globale di riduzione delle stesse per il 2050, l'indicazione di un percorso chiaro verso il 2050 che comprenda obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni globali, l'adozione di strumenti strategici volti a garantire che gli obiettivi siano onorati e la soluzione della questione generale riguardante la forma che gli impegni dei paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo dovranno assumere in futuro; ribadisce che, secondo le prove scientifiche presentate dall'IPCC, per rispettare l'obiettivo dei 2ºC occorre che le emissioni globali di gas a effetto serra raggiungano il livello di picco al più tardi entro il 2015 e che entro il 2050 si riducano di almeno il 50% rispetto ai livelli del 1990, per poi continuare a diminuire; 7. invita la Conferenza di Durban a definire un processo volto a valutare l'adeguatezza degli impegni di riduzione delle emissioni in funzione dell'anno di picco, dell'obiettivo di riduzione per il 2050 e dell'obiettivo dei 2°C; 8. si compiace della tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050 che stabilisce obiettivi a lungo termine e riconferma l'obiettivo dell'Unione europea di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80-95% entro il 2050 in modo da contenere entro i 2°C il riscaldamento globale prodotto dal cambiamento climatico; prende atto della conclusione secondo la quale l'80% della riduzione entro il 2050 dovrà essere conseguito all'interno dell'Unione europea e che una riduzione lineare sarebbe ragionevole dal punto di vista economico; 9. ribadisce che le emissioni cumulative sono determinanti per il sistema climatico; rileva che, anche rispettando gli obiettivi del 2050 seguendo il percorso definito nella tabella di marcia della Commissione, l'UE sarebbe comunque responsabile, a livello di emissioni di gas a effetto serra, di una quota pro capite quasi doppia rispetto a quella del bilancio globale del carbonio compatibile con l'obiettivo dei 2°C e che ritardare le riduzioni delle emissioni comporta un notevole aumento della quota cumulativa; 10. accoglie con favore le ultime comunicazioni della Commissione e le sue analisi sulle modalità per raggiungere un obiettivo di protezione del clima del 30%; sostiene il punto di vista indicato in detti documenti secondo il quale, indipendentemente dall'esito dei negoziati internazionali, un obiettivo di protezione climatica superiore al 20% è nell'interesse dell'UE stessa, dato che implicherebbe contemporaneamente la creazione di occupazione verde e uno stimolo a crescita e sicurezza; 11. esorta l'UE e gli Stati membri, sulla base di aspettative realistiche del probabile esito della COP 17, a concludere il maggior numero possibile di accordi parziali, in settori come la scienza, il trasferimento della tecnologia e LULUCF, al fine di mantenere uno sviluppo generalmente positivo dei negoziati, offrendo quindi certezze sulle politiche e i negoziati futuri in materia di cambiamento climatico; 12. invita l'Unione europea e gli Stati membri a sviluppare un principio di "giustizia climatica"; insiste sul fatto che la maggiore ingiustizia si verificherebbe se l'UE non affrontasse il cambiamento climatico, dal momento che a risentirne sarebbero in particolare i poveri nei paesi poveri; 13. rammenta che i paesi poveri sono i più vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico e dispongono di meno mezzi per adattarsi; NOTA TEMATICA 2 9 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 14. sottolinea che le risposte al cambiamento climatico esercitano un impatto sulla parità di genere a tutti i livelli e che, al fine di garantire soluzioni vantaggiose per tutti ed evitare di aggravare le disparità, le considerazioni di genere dovrebbero essere integrate nelle politiche climatiche, in linea con gli accordi globali sull'integrazione della dimensione di genere e con la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne; Strategia dell'UE 15. sottolinea che è necessario che l'UE imposti una diplomazia del clima più ampia e più efficace condotta da tutte le sue istituzioni prima della conferenza di Durban (in particolare per riguarda le relazioni UE-Africa), nel tentativo di assumere un profilo più netto in materia di politica climatica, dando un nuovo impulso ai negoziati internazionali sul clima e incoraggiando i partner in tutto il mondo a introdurre riduzioni vincolanti delle emissioni e adeguate misure di mitigazione del cambiamento climatico e di adeguamento, con particolare riferimento alla proposta dell'UE concernente la decarbonizzazione totale entro il 2050; 16. invita l'Unione europea ad assumere un ruolo guida e a premere per una politica climatica ambiziosa che riduca il cambiamento climatico, per mostrare i vantaggi di una siffatta politica e incoraggiare gli altri paesi a fare altrettanto; 17. ribadisce che, in tale contesto, è importante che l'Unione europea, quale attore di primo piano, parli con una "sola voce" nel cercare un accordo internazionale ambizioso e dia prova di grande ambizione in occasione dei negoziati della COP 17 e rimanga unita a tale riguardo; 18. mette in evidenza la posizione unica dell'Unione europea in quanto entità sovrannazionale che, per rendere i suoi metodi di lavoro più efficaci, ha cessato di decidere all'unanimità per passare alla maggioranza qualificata, una scelta questa che potrebbe rappresentare la via da seguire in futuro anche per l'UNFCCC; 19. sottolinea che, al fine di rilanciare e influenzare i futuri negoziati, occorre concentrarsi maggiormente sul fatto che la lotta al cambiamento climatico offre anche opportunità economiche e un percorso verso società più efficienti dal punto di vista delle risorse in generale; 20. è del parere che lo sviluppo delle capacità, nella sua accezione generale e non soltanto in riferimento al trasferimento delle tecnologie, sia di importanza fondamentale e necessiti di un approccio integrato e di un'architettura istituzionale più snella che favoriscano le sinergie e il coordinamento; 21. sottolinea l'importanza d'integrare in modo sistematico la parità di genere come problematica trasversale nella struttura gestionale e negli orientamenti operativi del fondo per il clima; 22. sottolinea che è essenziale prevedere una partecipazione equilibrata sotto il profilo del genere al processo decisionale in modo che sia applicata a tutte le fasi e a tutti gli aspetti del finanziamento; esorta l'UE ad adoperarsi per raggiungere una rappresentanza femminile di almeno il 40% in tutti gli organismi pertinenti; NOTA TEMATICA 2 10 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 23. sottolinea che, se l'UE si dimostrasse restia a procedere con il secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto, i paesi in via di sviluppo riceverebbero un messaggio estremamente negativo; Fondare la conferenza di Durban sugli accordi di Cancún 24. accoglie con favore il successo ottenuto alla COP 16 del 2010 con il raggiungimento degli accordi di Cancún, che hanno riconosciuto il problema globale e urgente rappresentato dal cambiamento climatico e hanno stabilito gli obiettivi e i modi per farvi fronte, ripristinando nel contempo la fiducia nel processo dell'UNFCCC quale strumento per trovare una risposta globale al cambiamento climatico; chiede a tutti i partecipanti di preservare l'atmosfera positiva dei negoziati di Cancún e si attende che la Conferenza di Durban compia ulteriori progressi verso il proseguimento e il rafforzamento del regime multilaterale per il clima basato su norme; 25. sottolinea in particolare che gli accordi di Cancún hanno riconosciuto l'obiettivo dei 2°C (compresa la necessità di prendere in considerazione, nel quadro della prima revisione e sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili, un eventuale rafforzamento dell'obiettivo globale a lungo termine in rapporto ad un aumento della temperatura media globale di 1,5°C) e che è stato avviato un processo volto a stabilire la data di picco massimo delle emissioni globali, un obiettivo di riduzione delle stesse per il 2050 e misure politiche atte a garantire che gli obiettivi prefissati vengano raggiunti; 26. esorta le parti a sfruttare la Conferenza di Durban per rendere operativi i necessari meccanismi concordati, quali il Fondo verde per il clima e il comitato per l'adeguamento, e a concentrarsi sullo sviluppo del meccanismo tecnologico (compreso il Centro e la rete delle tecnologie in materia di clima) e sul registro per catalogare le azioni di mitigazione dei paesi in via di sviluppo che cercano di ottenere un sostegno internazionale nonché ad affrontare le principali questioni in sospeso e compiere progressi sulla questione della forma giuridica del futuro quadro per il periodo post 2012, compreso uno scadenzario per garantire un accordo su tale quadro; 27. sottolinea la necessità di esplicare ulteriori sforzi alla Conferenza di Durban per sviluppare le disposizioni relative alla trasparenza per quanto riguarda gli impegni e le azioni e di stabilire un chiaro programma di lavoro in tale settore comprendente sistemi di misurazione, rendicontazione e verifica; 28. prende atto delle lacune tuttora esistenti negli approcci settoriali e non basati sul mercato e mette in evidenza la particolare necessità di trattare il tema della produzione e dell'uso degli idrofluorocarburi (HFC) nel quadro del protocollo di Montreal; osserva che è necessario un approccio globale internazionale alle emissioni antropiche diverse dal CO2 che incidono sul clima, non da ultimo in quanto il costo della riduzione di tali emissioni è inferiore rispetto a quello delle riduzioni previste nel settore del carbonio, anche tenendo conto dell'attuale prezzo del carbonio; chiede una riforma dei meccanismi di progetto, quali il meccanismo per lo sviluppo pulito (CDM) e l'attuazione congiunta (JI), evitando l'immobilizzazione in infrastrutture ad elevato utilizzo di carbonio attraverso il ricorso improprio a meccanismi flessibili che comporterebbe un aumento dei costi generali degli sforzi atti a realizzare l'obiettivo della decarbonizzazione, mediante l'introduzione di norme qualitative rigorose da applicare ai progetti in modo da garantire il rispetto dei diritti umani e ulteriori riduzioni affidabili, verificabili e reali delle emissioni e sostenere inoltre lo sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo; appoggia parimenti il punto di NOTA TEMATICA 2 11 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo vista della Commissione, secondo cui sarebbe opportuno concordare, per il periodo successivo al 2012, meccanismi settoriali per i paesi in via di sviluppo economicamente più avanzati, mentre i paesi meno sviluppati continuerebbero a usufruire di un CDM di elevata qualità; chiede nuovi meccanismi di compensazione settoriali internazionali per garantire l'integrità ambientale e incorporare i vantaggi climatici oltre il margine del 1530% previsto dallo status quo; 29. chiede che l'efficacia ambientale degli obiettivi di riduzione delle emissioni di cui all'allegato I costituisca il principio guida dell'approccio dell'UE per quanto concerne le norme contabili internazionali in materia di gestione forestale, i meccanismi flessibili e la possibilità di tenere conto di tutti i risultati superiori agli obiettivi durante il primo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto in relazione agli obiettivi post 2012; 30. riconosce l'importanza di un adattamento proattivo alle conseguenze inevitabili del cambiamento climatico, in particolare nelle regioni del mondo più colpite da esso, e soprattutto della tutela delle fasce più vulnerabili della società; chiede pertanto che si raggiunga a Durban un accordo che comporti forti impegni politici e finanziari per assistere i paesi in via di sviluppo nel potenziamento delle capacità; Finanziamento 31. rammenta che i paesi sviluppati si sono impegnati a erogare risorse nuove e supplementari provenienti da fonti pubbliche e private per almeno 30 miliardi di dollari nel periodo 2010-2012 e successivamente per 100 miliardi di dollari l'anno entro il 2020, prestando particolare attenzione ai paesi vulnerabili e a quelli meno avanzati; invita la Commissione e gli Stati membri a onorare i propri impegni, a garantire che le risorse per l'adattamento e la mitigazione vadano ad aggiungersi all'obiettivo di un APS pari allo 0,7% e a precisare quale percentuale degli impegni proverrà da fondi pubblici; sottolinea inoltre la necessità di mobilitare risorse sia nazionali che internazionali provenienti da tutte le fonti possibili per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo e per individuare un percorso da seguire per delineare misure aggiuntive di riduzione delle emissioni nel periodo dal 2013 al 2020; invita altresì la conferenza delle parti a definire un quadro per i finanziamenti per il clima durante il periodo intermedio dal 2013 al 2020; sottolinea altresì la necessità che tali finanziamenti siano concessi sulla base di regole leali, trasparenti e non discriminatorie e che siano accompagnati da un efficace potenziamento delle capacità, dalla riduzione delle barriere tariffarie e non tariffarie sui beni, servizi e investimenti ambientali, dal concreto sostegno alle infrastrutture a basse emissioni e da regole ben definite e affidabili; 32. sottolinea la necessità di una varietà di fonti, e invita le parti a vagliare ulteriori fonti di finanziamento a lungo termine che metteranno a disposizione flussi finanziari nuovi, supplementari, adeguati e prevedibili; 33. invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire una comunicazione esauriente e trasparente sull'attuazione dei finanziamenti "ad attivazione rapida", nonché a sostenere l'attuazione tempestiva delle azioni di mitigazione e adattamento nei paesi in via di sviluppo e sottolinea la necessità di evitare divari sul piano dei finanziamenti dopo il 2012 (al termine del periodo di finanziamento "ad attivazione rapida") e ad adoperarsi per individuare un percorso da seguire per aumentare progressivamente, dal 2013 al 2020, i fondi stanziati per il clima; NOTA TEMATICA 2 12 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 34. sottolinea l'importanza di statistiche affidabili sulle emissioni, con dati comparabili e relazioni di valutazione periodiche; 35. invita la Conferenza di Durban a intraprendere misure concrete per l'attuazione degli accordi di Cancún in materia di finanziamento a lungo termine, comprese le fonti e l'incremento grazie ai finanziamenti rapidi a partire dal 2013, chiede, a tale proposito, il ricorso a fonti di finanziamento innovative e l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie a livello internazionale e che gli introiti siano utilizzati in particolare per sostenere le azioni legate al clima nei paesi in via di sviluppo, in linea con gli obiettivi stabiliti nel quadro della UNFCCC; 36. invita le parti a rendere pienamente operativo il Fondo verde per il clima in occasione della Conferenza di Durban e a svilupparlo in modo da garantire che il nuovo fondo sia in grado di sostenere i percorsi evolutivi di sviluppo a bassa emissione di carbonio e resistenti al cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo; 37. invita la conferenza delle parti a specificare ulteriormente il principio delle risorse "nuove e supplementari"; 38. sottolinea l'importanza della prevedibilità e della continuità nel finanziamento per il clima; chiede una piena trasparenza e misure adeguate per garantire l'aumento graduale dei finanziamenti destinati al clima tra il 2013 e il 2020; chiede, a questo proposito, che si ponga fine alla doppia contabilizzazione; 39. esorta la Commissione a definire quanto prima le modalità e gli strumenti per promuovere e facilitare il coinvolgimento del settore privato a contribuire al finanziamento ai paesi in via di sviluppo; 40. invita la Commissione a fare in modo che non siano rimessi in discussione gli accordi definiti in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sulla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, che sono uno strumento fondamentale per incoraggiare il coinvolgimento del settore privato nella diffusione di nuove tecnologie; 41. ricorda che gli attuali flussi finanziari per il clima destinati ai paesi in via di sviluppo, benché in aumento, coprono solo una minima parte (meno del 5%) degli importi stimati di cui i paesi in via di sviluppo avrebbero bisogno nel corso di vari decenni; 42. insiste sulla necessità che a Durban sia creata un'architettura finanziaria coerente per il cambiamento climatico, innanzitutto per garantire che non vi sia un deficit di finanziamento dopo il 2012; sottolinea che, in tale contesto, sono necessarie nuove risorse (ad esempio, una tassa sulle transazioni finanziarie, l'emissione di diritti speciali di prelievo, prelievi a carico della navigazione marittima/aerea, ecc.) e meccanismi di erogazione efficaci; 43. auspica la creazione di un meccanismo di controllo della conformità, che assicuri un rispetto più efficace degli impegni assunti in materia di riduzione dei gas a effetto serra, finanziamenti, tecnologie e sviluppo delle capacità; NOTA TEMATICA 2 13 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 44. invita i donatori a impegnarsi a stabilire l'importo dei fondi per la ricostituzione del Fondo mondiale per l'ambiente e, in tale contesto, a continuare ad attribuire un'elevata priorità ai paesi africani e a destinare risorse finanziarie sulla base delle esigenze e delle priorità dei paesi; 45. invita la Commissione e gli Stati membri dell'Unione europea ad instaurare collegamenti migliori fra gli OSM e il cambiamento climatico includendo l'impatto di detti cambiamenti e l'adattamento ad essi in progetti e programmi per conseguire gli OSM, in tutte le strategie più ampie per ridurre la povertà e nelle politiche di sviluppo; esorta la Commissione, a tale proposito, a migliorare il suo strumento di comunicazione delle informazioni finanziarie, per facilitare l'analisi finanziaria degli impegni dell'Unione europea in materia di clima e accrescere l'integrazione delle questioni climatiche nelle politiche di sviluppo; 46. ricorda che solo il finanziamento pubblico è di fondamentale importanza per raggiungere le comunità più vulnerabili, che lottano per adattarsi al cambiamento climatico, e per aiutare i paesi poveri ad adottare strategie di sviluppo sostenibile; sottolinea inoltre che la Commissione e i governi degli Stati membri devono garantire che questo finanziamento sia complementare agli obiettivi in materia di aiuti esistenti, in linea con l'articolo 4 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico; invita la Commissione a fornire, in linea con il Piano d'azione di Bali del dicembre 2007, i criteri dei "finanziamenti di misure ulteriori per contrastare il cambiamento climatico" in modo misurabile, rendicontabile e verificabile; 47. ricorda che il principio "chi inquina paga", benché volto a contribuire alla riduzione dell'inquinamento, incontra ancora difficoltà di attuazione nei paesi in via di sviluppo; insiste pertanto sulla necessità che i finanziamenti delle misure per contrastare il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo affrontino tale questione in modo più dettagliato; 48. invita la Banca mondiale ad assicurare che il suo portafoglio sia intelligente sotto il profilo climatico; 49. rileva che occorre garantire l'equilibrio di genere in tutti gli organi decisionali che intervengono nei finanziamenti per il clima, compresi il Consiglio d'amministrazione del Fondo verde per il clima e gli eventuali organi subordinati per i singoli comparti di finanziamento; sottolinea che gli esponenti della società civile, compresi i rappresentanti della parità di genere e le organizzazioni femminili, dovrebbero avere la possibilità di partecipare attivamente ai lavori del consiglio di amministrazione del GCF e di tutti i suoi organi subordinati; 50. evidenzia che le disuguaglianze di genere nell'accesso alle risorse, compreso il credito, l'estensione dei servizi, l'informazione e la tecnologia, devono essere tenute presenti al momento di sviluppare le attività di mitigazione; sottolinea che gli sforzi di adeguamento dovrebbero sistematicamente ed efficacemente riguardare le conseguenze specifiche in base al genere del cambiamento climatico nei settori energetico, idrico, della sicurezza alimentare, dell'agricoltura e della pesca, della biodiversità e dei servizi ecosistemici, della salute, dell'industria, degli insediamenti umani, della gestione delle catastrofi nonché dei conflitti e della sicurezza; NOTA TEMATICA 2 14 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Evoluzione verso un'economia e un'industria sostenibili 51. sottolinea che molti paesi si stanno muovendo velocemente verso una nuova economia verde, per vari motivi, tra cui la protezione del clima, la scarsità e l'efficienza delle risorse, la sicurezza energetica, l'innovazione e la competitività; prende atto, ad esempio, della portata dei programmi di investimento dedicati alla transizione energetica in paesi come Stati Uniti, Cina e Corea del Sud; invita la Commissione ad analizzare tali programmi, compresi i loro livelli di ambizione e di valutare il rischio di una perdita di leadership dell'UE; 52. accoglie con favore queste iniziative internazionali e ribadisce che un'azione coordinata a livello internazionale contribuisce ad affrontare le preoccupazioni riguardo alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dei settori in questione, in particolare quelli ad elevata intensità energetica; chiede un accordo volto a garantire parità di condizioni a livello internazionale per industrie ad alta intensità di carbonio; 53. è preoccupato che la crisi finanziaria e di bilancio che ha colpito la maggior parte delle economie industrializzate abbia ridotto il livello di attenzione dei governi riguardo ai negoziati internazionali sul clima a Durban; ritiene che l'Unione europea non debba lesinare gli sforzi per trasformare la propria economia, ad esempio per evitare la perdita di posti di lavoro, in particolare la perdita di posti di lavoro verdi, e che l'UE debba convincere i partner a livello mondiale che le riduzioni delle emissioni sono fattibili senza perdite a livello di competitività e posti di lavoro, soprattutto se ciò viene realizzato in modo collettivo; 54. sottolinea la necessità di sviluppare e attuare con urgenza una strategia olistica delle materie prime e delle risorse, anche per quanto riguarda la loro efficienza in tutti i settori dell'economia, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, al fine di conseguire una crescita economica sostenibile a lungo termine, e invita l'UE e i suoi Stati membri a dare il buon esempio in tal senso; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a sostenere i paesi in via di sviluppo a livello sia nazionale sia locale, mettendo a disposizione competenze in materia di attività mineraria sostenibile, di miglioramento dell'efficienza delle risorse e di riutilizzo e riciclaggio; 55. è del parere che gli approcci settoriali abbinati alla fissazione di un tetto alle emissioni a livello di sistema economico nei paesi industrializzati possano contribuire a conciliare gli interventi sul clima con la competitività e la crescita economica; sottolinea l'importanza di adottare un approccio settoriale orizzontale di tipo olistico per le emissioni industriali quale valore aggiunto per i negoziati internazionali e gli obiettivi europei in materia di CO2; auspica che tale approccio possa inoltre far parte di un quadro internazionale post2012 riguardante gli interventi a favore del clima; 56. pone in rilievo il ruolo del CDM nel processo di riduzione delle emissioni e di accelerazione del trasferimento di tecnologia da parte dell'industria europea; rammenta che il CDM deve essere riformato onde richiedere l'introduzione di rigorosi standard qualitativi che garantiscano l'elevato livello dei progetti con ulteriori riduzioni affidabili, verificabili e reali delle emissioni, favorendo inoltre lo sviluppo sostenibile in tali paesi; ritiene che in futuro il CDM dovrebbe essere limitato ai paesi meno avanzati; NOTA TEMATICA 2 15 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 57. ribadisce che un mercato mondiale del carbonio potrebbe costituire una solida base per ottenere sia riduzioni di emissioni sostanziali che pari condizioni concorrenziali nel settore; invita l'Unione europea e i suoi partner a trovare, nell'immediato futuro, il modo più efficace per promuovere collegamenti tra il regime ETS dell'UE e altri regimi di scambio, al fine di puntare alla creazione di un mercato mondiale del carbonio, assicurando una maggiore varietà di opzioni di riduzione, un incremento delle dimensioni del mercato e della liquidità, la trasparenza e, in ultima analisi, una più efficiente ripartizione delle risorse; Ricerca e tecnologia 58. plaude all'accordo concluso a Cancún sul quadro di adattamento di Cancún volto a rafforzare le azioni in materia di adattamento al cambiamento climatico, nonché sulla creazione di un meccanismo tecnologico, che prevede un comitato esecutivo tecnologico e un centro e una rete di tecnologia del clima, per migliorare lo sviluppo tecnologico e il trasferimento di tecnologie, stabilendo il giusto equilibrio tra l'adattamento e la mitigazione e i diritti di proprietà intellettuale al fine di rendere questo strumento pienamente operativo; 59. sottolinea che lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative sono la chiave per lottare contro il cambiamento climatico e, allo stesso tempo, convincere i partner dell'UE in tutto il mondo che è possibile ridurre le emissioni senza perdere competitività e posti di lavoro; chiede un impegno internazionale per aumentare gli investimenti destinati alla R&S in tecnologie innovative nei settori corrispondenti; ritiene essenziale che l'Europa dia l'esempio aumentando considerevolmente la spesa nella ricerca sulle tecnologie industriali ed energetiche che rispettino il clima e siano efficienti dal punto di vista energetico, e che l'Europa sviluppi una stretta cooperazione scientifica in questo campo con partner internazionali, quali i paesi BRIC e gli Stati Uniti; 60. ritiene che l'innovazione sia fondamentale al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2° C e rileva che vi sono modi diversi di incoraggiare l'innovazione; invita la Commissione a valutare i diversi meccanismi che permettono di ricompensare le imprese più dinamiche a seconda della loro capacità di promuovere l'innovazione e trasferire e applicare le tecnologie a livello globale; 61. sottolinea l'importanza di una più stretta cooperazione tra l'Europa e i paesi meno sviluppati; invita pertanto la Commissione a presentare in tempo, prima della Conferenza di Durban, idee volte a creare programmi comuni di ricerca sulle fonti di energia alternative e sul modo in cui l'UE può incoraggiare la cooperazione tra i diversi settori industriali dei paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa; 62. sollecita la creazione di un quadro istituzionale che consenta di affrontare tutti gli aspetti dello sviluppo e del trasferimento di tecnologie, ponendo in particolare l'accento sulle tecnologie adeguate (TA), concepite con speciale attenzione per gli aspetti ambientali, etici, culturali, sociali, politici ed economici della comunità cui sono destinate; chiede la creazione di pool di brevetti grazie ai quali brevetti detenuti da entità diverse, come aziende, università o istituti di ricerca, vengano messi a disposizione di altri in un pool comune per la produzione o l'ulteriore sviluppo della ricerca; chiede il riconoscimento del diritto dei paesi in via di sviluppo di utilizzare appieno tutte le flessibilità offerte dall'accordo TRIPS; NOTA TEMATICA 2 16 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 63. rileva l'enorme potenziale di energia rinnovabile presente in molti paesi in via di sviluppo; invita l'Unione europea e i suoi Stati membri ad attuare progetti riguardanti l'energia rinnovabile nei paesi in via di sviluppo e a mettere a disposizione tecnologia, competenze e investimenti; 64. reputa che, per affrontare tale questione in modo adeguato, sia necessaria una ricerca sulle migrazioni come conseguenza del cambiamento climatico; Energia, efficienza energetica ed efficienza delle risorse 65. si rammarica che il potenziale di risparmio energetico non sia adeguatamente utilizzato a livello internazionale e nell'UE; sottolinea che il risparmio energetico permette la creazione di posti di lavoro, risparmi a livello economico e sicurezza energetica, competitività e riduzione delle emissioni; invita l'UE ad accordare maggiore attenzione alla questione del risparmio energetico in sede di negoziati internazionali, sia nei dibattiti sul trasferimento di tecnologie, sia nei dibattiti sui programmi di sviluppo per i paesi in via di sviluppo o sull'assistenza finanziaria; 66. ritiene estremamente importante, ai fini dei negoziati sul clima, che i paesi industrializzati rispettino gli impegni finanziari assunti a Copenaghen e Cancún; chiede un'attuazione rapida e coordinata a livello internazionale dell'obiettivo definito al G20 di Pittsburgh di eliminare gradualmente a medio termine le sovvenzioni inefficienti concesse ai combustibili fossili, il che rappresenterebbe un contributo importante alla protezione del clima e sarebbe particolarmente pertinente nell'attuale contesto di deficit pubblico elevato in numerosi paesi; 67. richiama l'attenzione sul fatto che, in tutto il mondo, circa 2 miliardi di persone continuano a non avere accesso a un'energia sostenibile e a prezzi abbordabili; sottolinea la necessità di affrontare il problema della povertà energetica in conformità degli obiettivi della politica climatica; rileva che sono già disponibili tecnologie energetiche che rispondono sia alle esigenze della tutela dell'ambiente a livello mondiale che alle necessità di sviluppo locali; 68. ritiene che l'Europa dovrebbe sostenere gli sforzi del Sudafrica per aiutare i paesi africani a trovare partner e finanziamenti per gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle tecnologie verdi; Destinazione dei suoli, cambiamento della destinazione dei suoli e silvicoltura (LULUCF) 69. chiede che a Durban si raggiunga un accordo su norme rigorose in materia di LULUCF, che rafforzino le ambizioni delle parti all'allegato I, siano finalizzate a ridurre le emissioni imputabili alla silvicoltura e alla destinazione dei suoli, impongano alle parti all'allegato I di giustificare qualsiasi aumento delle emissioni dovute alle attività LULUCF e siano coerenti con gli attuali impegni delle parti a proteggere e potenziare i pozzi e serbatoi di gas a effetto serra, onde garantire l'integrità ambientale del contributo alla riduzione delle emissioni dato dal settore in questione; oltre a una sana contabilizzazione LULUCF, chiede che siano definite misure strategiche atte a riconoscere il valore del contenuto di carbonio nei prodotti di legno tagliato; NOTA TEMATICA 2 17 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 70. ritiene che le comunicazioni del LULUCF debbano essere riferite a un determinato periodo/anno di base e applicate all'interno di entrambi i percorsi del protocollo di Kyoto e della convenzione; 71. chiede, a tale proposito, l'introduzione obbligatoria delle emissioni (eliminazioni e rilascio) provenienti dalla gestione forestale nell'allegato I degli impegni delle parti in materia di riduzione del LULUCF dopo il 2012; 72. chiede alla Commissione, agli Stati membri e a tutte le parti di lavorare presso l'Organo sussidiario di consulenza scientifica e tecnologica e gli altri organismi internazionali per stabilire una nuova definizione delle foreste, fondata sul bioma, stabilita dalle Nazioni Unite, che rispecchi le grandi differenze in materia di biodiversità nonché i valori di carbonio dei diversi biomi e, al contempo, operi una chiara distinzione tra le foreste native e quelle dominate da monocolture di alberi e da specie non native; 73. prende atto con preoccupazione dell'ipotesi, alla base del metodo di calcolo dell'UNFCCC, secondo cui la biomassa utilizzata a fini energetici non causa un aumento delle emissioni di gas serra; chiede l'istituzione di nuove norme contabili più solide che rivelino il reale potenziale in termini di risparmio di gas serra della bioenergia; 74. sostiene la creazione di un fondo che ricompensi o fornisca incentivi per la riduzione delle emissioni tramite pratiche di gestione del territorio sostenibili, compresa la conservazione delle foreste, la loro gestione sostenibile, misure volte a prevenire la deforestazione e a favorire il rimboschimento e l'agricoltura sostenibile; 75. rammenta che, per ridurre le emissioni imputabili alla deforestazione e al degrado forestale, è necessario discostarsi da un processo limitato di quantificazione dei flussi di carbonio delle foreste a favore di un approccio più ampio, che comprenda l'individuazione delle cause dirette e all'origine della deforestazione, sulla base di un processo di consultazione simile a quello dell'accordo di partenariato volontario; Riduzione delle emissioni prodotte dalla deforestazione e dal degrado delle foreste 76. riconosce la necessità di certezza normativa in un meccanismo a lungo termine di finanziamento REDD+; esorta la conferenza delle parti a definire un meccanismo per mobilitare ulteriori finanziamenti a favore di REDD+ provenienti da fonti pubbliche e private; 77. sottolinea la necessità di adottare ulteriori azioni, in occasione della COP 17, per attuare REDD+ (riduzione delle emissioni derivanti dalla deforestazione e dal degrado forestale) e per colmare le eventuali lacune in tale settore, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti a lungo termine e sistemi solidi e trasparenti di monitoraggio forestale, specie nell'ambito della consultazione efficace delle parti e delle comunità autoctone e locali; 78. sottolinea che la concezione del meccanismo REDD+ dovrebbe assicurare benefici significativi per la biodiversità e i servizi ecosistemici vitali che vadano oltre la mitigazione dei cambiamenti climatici e dovrebbe contribuire a rafforzare i diritti e a migliorare il sostentamento delle popolazioni che dipendono dalle foreste, in particolare delle comunità autoctone e locali; NOTA TEMATICA 2 18 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 79. è del parere che il meccanismo di finanziamento REDD dovrebbe basarsi su criteri di efficienza, compresa la gestione delle risorse forestali e prendere in considerazione gli obiettivi del piano strategico per la biodiversità 2011, convenuti nel quadro della COP 10 della Convezione sulla diversità biologica a Nagoya; 80. sottolinea la necessità di accelerare i finanziamenti pubblici per le azioni REDD+ basate sulle prestazioni, al fine di premiare la riduzione della deforestazione in linea con i valori nazionali di riferimento onde arrestare la deforestazione tropicale lorda entro il 2020 al più tardi; 81. deplora il fatto che i finanziamenti REDD siano basati su una definizione talmente ampia di foreste da comprendere piantagioni monospecie di specie non indigene; ritiene che tale definizione possa fornire un incentivo perverso a dirottare i finanziamenti dalla necessaria protezione delle foreste vecchie e antiche verso nuove piantagioni commerciali e dall'innovazione; 82. chiede inoltre all'Unione europea di assicurare che lo strumento REDD+ includa meccanismi di salvaguardia volti a garantire il rispetto dei diritti delle popolazioni che abitano nelle foreste e l'efficacia delle iniziative per porre un freno alla perdita di patrimonio boschivo; insiste in particolare sul fatto che REDD+ non dovrebbe pregiudicare i progressi finora conseguiti grazie a FLEGT (Applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale), soprattutto per quanto riguarda la gestione delle risorse forestali e il riconoscimento dei diritti consuetudinari delle piccole proprietà fondiarie; Trasporti marittimi e aviazione internazionale 83. accoglie con favore i recenti progressi compiuti nell'ambito dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) relativamente all'introduzione di misure obbligatorie di efficienza energetica per i trasporti marittimi internazionali, ma osserva che tale provvedimento deve essere considerato soltanto un primo passo; esorta pertanto l'UE a proporre obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni nei trasporti marittimi, onde incoraggiare l'IMO a realizzare ulteriori progressi e ad attuare le misure necessarie ai fini di riduzioni globali vincolanti delle emissioni attribuibili ai trasporti marittimi nel quadro dell'UNFCCC; 84. desidera sottolineare che, a causa dell'incremento del traffico marittimo, le emissioni dei trasporti marittimi aumenteranno nonostante tali misure, in quanto si applicano solo alle navi nuove; ritiene pertanto che, a questo proposito, occorra dare rilievo agli approcci alternativi (ad esempio la fissazione del prezzo del carbonio, ulteriori misure basate sulla tecnologia anche per le navi esistenti); 85. invita l'UE a garantire che si tenga conto dell'impatto totale dell'aviazione in un accordo internazionale che preveda obiettivi vincolanti di riduzione per il settore aereo e sollecita tutti gli attori a fare in modo che tali obiettivi siano sostenuti da strutture preposte all'applicazione; ritiene che la risoluzione di detto problema sia divenuta una questione sempre più urgente e sostiene l'inclusione dell'aviazione nel sistema europeo di scambio delle quote di emissione; 86. riconosce il principio di una "responsabilità comune, ma differenziata" e raccomanda l'introduzione di strumenti internazionali con obiettivi globali di riduzione delle emissioni volti a ridurre l'impatto climatico dei trasporti aerei e marittimi internazionali; NOTA TEMATICA 2 19 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Delegazione del Parlamento europeo 87. ritiene che la delegazione UE svolga un ruolo essenziale nei negoziati sul cambiamento climatico e reputa quindi inaccettabile che i deputati al Parlamento europeo non abbiano potuto partecipare alle riunioni di coordinamento dell'UE durante le precedenti conferenze delle parti; si attende che quanto meno i presidenti della delegazione del Parlamento europeo possano assistere alle riunioni di coordinamento dell'UE a Durban; 88. osserva che, in conformità dell'accordo quadro concluso tra la Commissione e il Parlamento nel novembre 2010, la Commissione è tenuta a facilitare la partecipazione dei deputati al Parlamento, in qualità di osservatori, alle delegazioni dell'Unione responsabili di negoziare gli accordi multilaterali; ricorda che, in base al trattato di Lisbona (articolo 218 TFUE), il Parlamento europeo deve dare la propria approvazione agli accordi tra l'Unione e i paesi terzi o le organizzazioni internazionali; 89. ribadisce l'obbligo delle parti all'UNFCCC di incoraggiare la più ampia partecipazione possibile al processo dell'UNFCCC, anche per le organizzazioni non governative; chiede che ai negoziati della COP 17 partecipi il Forum internazionale delle popolazioni indigene, in quanto si tratta di popolazioni particolarmente interessate dai cambiamenti climatici in sé e dall'adattamento a detti cambiamenti; o o o 90. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al Segretariato dell'UNFCC, con la richiesta che sia fatta circolare a tutte le parti contraenti che non sono membri dell'UE. Durban, skyline Durban, il Centro Congressi NOTA TEMATICA 2 20 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 2. Alcuni incontri internazionali preparatori per Durban dal 7 al 18 novembre 2011 Nel corso delle ultime due settimane o poco meno si sono svolti alcuni importanti incontri preparatori internazionali per Durban. A Santiago del Cile vi è stata il 7-8 novembre 2011 una riunione del Dialogo di Cartagena, il Cartagena Dialogue for Progressive Action, uno spazio informale di discussione sulle politiche per contrastare i cambiamenti climatici, cui partecipano una trentina di paesi di vari continenti; per l’UE vi partecipano: Belgio, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Commissione europea. Al termine dell’incontro, ove sono stati approfonditi in particolare gli aspetti giuridici dell’accordo, vi sono state conclusioni a cura della presidenza cilena. A Madrid il 10-11 novembre 2011 si è svolto - organizzato dalla Spagna, dal Messico e dal Sud Africa – un incontro di esperti incentrato su scenari e opzioni di una possibile forma giuridica degli accordi e sull’interpretazione del principio delle responsabilità comuni ma differenziate; l’incontro, giudicato uno dei migliori di carattere informale degli ultimi dieci anni dalla Commissione europea, si è concluso senza dichiarazioni formali. A Washington si è svolto il 17-18 novembre 2011 un incontro del MEF (Major Economies Forum) per il Clima e Energia, che ha consentito anche proficui contatti bilaterali dell’UE con Cina, India e altri paesi. Negli stessi due giorni si è svolto a Varsavia un seminario preparatorio nell’ambito del Partenariato Orientale (Eastern Partnership, inaugurato a Praga il 7 maggio 2009, che sviluppa i rapporti fra la UE e sei paesi dell’Europa orientale: Ucraina, Bielorussia, Azerbeijan, Moldavia, Armenia e Georgia), dove si è registrata una attiva posizione dell’Ucraina. Nelle ultime due settimane il Servizio esterno dell’Unione Europea (EEAS, European External Action Service), costituito dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ha operato una ampia demarche (incontri diplomatici nelle capitali scelte per comprendere l’opinione su un determinato tema o processo negoziale) verso 53 paesi extra-UE. Nei prossimi giorni un vertice molto importante dell’Unione Europea con gli USA si svolgerà a Washington il 28 novembre p.v., il giorno dell’inizio della COP 17 di Durban. E’ improvvisamente mancato nei giorni scorsi a Bonn un negoziatore di lungo corso in materia di cambiamenti climatici, Mamo KONATE, nato nel 1950, direttore nazionale della meteorologia del Malì e presidente o chair del Consiglio scientifico e tecnologico (SBSTA, Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice), importante organismo sussidiario dell’UNFCCC. Le esequie di Mamo Konate si sono svolte a Boulkassoumbougou (Bamako) sabato 19 novembre scorso. Mamo KONATE NOTA TEMATICA 2 21 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 3. La 34ma sessione dell’IPCC (Kampala, Uganda, 17-18 novembre 2011) Il panel o commissione intergovernativa sui cambiamenti climatici (IPCC) fu istituita nel 1988 dalla Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e dal Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP). Il suo scopo è la valutazione di informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche rilevanti per comprendere i rischi connessi alle attività umane che influiscono sui cambiamenti climatici, i loro impatti potenziali e le opzioni per l’adattamento e la mitigazione. L’IPCC non deve fare nuove ricerche ne monitorare dati relativi al clima, ma effettuare valutazioni sulla base della letteratura scientifica e tecnica pubblicata e revisionata (peer reviewed). L’IPCC ha attivato tre gruppi di lavoro (WG): - WGI: si occupa degli aspetti scientifici del sistema del clima e dei cambiamenti climatici; - WGII: si occupa della vulnerabilità dei sistemi naturali e socioeconomici ai cambiamenti climatici, degli impatti dei cambiamenti climatici e delle opzioni di adattamento; - WGIII: si occupa delle opzioni per limitare le emissioni di gas ad effetto serra e della mitigazione dei cambiamenti climatici La 34ma sessione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) si è tenuta a Kampala, in Uganda, il 14-19 novembre 2011, con il seguente programma dei lavori: relazione speciale sulla gestione dei rischi estremi e di disastri per anticipare l’adattamento ai cambiamenti climatici; preparazione della quinta relazione di valutazione (AR5); revisione dei processi e delle procedure IPCC; procedure finanziarie, variazioni del programma di lavoro e di bilancio, ecc. Il Panel ha adottato nuove procedure per la preparazione, la revisione, l’accettazione, l’adozione, l’approvazione e la pubblicazione dei rapporti dell’IPCC (a seguito dei problemi e delle critiche che erano sopravvenuti nel 2009 prima e a margine della COP 15 di Copenhagen) così come le nuove procedure per evitare i conflitti di interesse. Il Panel ha anche formalmente accettato la sintesi per i decisori politici (SPM=Sumamry for Policy Makers) della relazione speciale sulla gestione dei rischi derivanti da disastri ed eventi estremi in relazione all’adattamento al cambiamento climatico (SRX=Special Report on Managing the Risks of Estreme Events and Disasters to Advance Climate Change Adaptation), approvato dai gruppi di lavoro I e II nella loro riunione del 14-17 novembre 2011. Per chi fosse interessato a consultare il summary report finale da parte dell’IISD (International Institute for the Sustainable Development) lo trova all’indirizzo web: http://www.iisd.ca/download/pdf/enb12522e.pdf. La documentazione dei lavori e altre informazioni al website dell’IPCC: http://www.ipcc.ch/scripts/_session_template.php?page=_34ipcc.htm. La sintesi della relazione speciale citata precedentemente e accettata al 34mo IPCC viene allegata in forma elettronica e con altra documentazione può essere consultata sul website del IPCC all’indirizzo http://ipcc-wg2.gov/SREX/. Secondo tale relazione speciale che analizza la vulnerabilità dei differenti paesi ai rischi legati al cambiamento climatico, l’umanità dovrebbe già organizzarsi per fare fronte al moltiplicarsi e alla maggiore intensità, attesa per i prossimi decenni, di eventi estremi come i cicloni e le piogge torrenziali nei paesi tropicali, la siccità in aumento nel 21° secolo, l’avanzare dell’erosione dei suoli e le inondazioni, lo scioglimento dei ghiacciai, ecc. Si tratta di avvertimenti gravi che, come ha dichiarato il Commissario europeo per l’Azione per il Clima, Connie Hedegaard, dovrebbero spingere molti governi ad abbandonare rapidamente, a partire da Durban, la inazione attuale. NOTA TEMATICA 2 22 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 4. La pubblicazione del WEO 2011 da parte dell’Agenzia internazionale dell’Energia, il 18 novembre 2011 L’Agenzia internazionale dell’Energia (AIE o IEA, International Energy Agency) ha pubblicato l’annuale World Energy Outlook (WEO), di cui riportiamo la sintesi nella versione in lingua italiana, dove fra l’altro a pagina 4 si sottolinea che “Non possiamo permetterci ulteriori ritardi nell’implementare le azioni necessarie a contrastare il cambiamento climatico se vogliamo che l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale nel lungo termine entro i 2°C venga raggiunto ad un costo ragionevole”. Maggiori informazioni e documentazione, comprese le modalità di acquisto del testo completo del WEO 2011 all’indirizzo web: http://www.iea.org/weo/. SINTESI “Se non cambiamo presto direzione, finiremo esattamente dove siamo diretti” Sono pochi i segnali che indicano che il necessario ed urgente cambiamento di direzione dei trend energetici globali è effettivamente in corso. Nonostante a partire dal 2009 la ripresa dell’economia mondiale sia stata disomogenea e le future prospettive economiche restino incerte, nel 2010 la domanda globale di energia primaria è tornata a crescere di un significativo 5%, spingendo le emissioni di CO2 ad un nuovo massimo. I sussidi che incoraggiano consumi superflui di combustibili fossili hanno superato i 400 miliardi di dollari. Il numero di persone senza accesso all’elettricità rimane inaccettabilmente alto a 1,3 miliardi, circa il 20% della popolazione mondiale. Nonostante molti paesi abbiano dato priorità al miglioramento dell’efficienza energetica, l’intensità energetica mondiale è peggiorata per il secondo anno consecutivo. In un contesto così poco promettente, eventi quali l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi e le rivolte che hanno interessato diverse zone dell’area Medio Oriente e Nord Africa (MENA) hanno sollevato dubbi sull’affidabilità delle forniture energetiche; al contempo, le preoccupazioni legate alla crisi dei debiti sovrani e all’integrità finanziaria degli Stati coinvolti hanno allontanato l’attenzione dei governi dalla politica energetica e limitato i loro strumenti di intervento, segnale tutt’altro che incoraggiante per il conseguimento degli obiettivi climatici concordati a livello globale. Il presente Outlook, attraverso una rigorosa analisi quantitativa dei trend energetici e climatici, esamina le minacce e le opportunità che il sistema energetico mondiale si trova ad affrontare. L’analisi presenta tre scenari globali e molteplici casi di studio. Lo scenario principale proposto in questa edizione del WEO è lo Scenario Nuove Politiche, in cui si ipotizza che i recenti impegni assunti dai governi e le relative politiche vengano implementati solo moderatamente - anche nel caso in cui non siano ancora state definite le relative misure di attuazione. Il confronto con i risultati cui perviene lo Scenario Politiche Attuali, in cui si assume l’assenza di modifiche rispetto alle politiche in vigore a metà 2011, evidenzia il valore delle politiche e dei programmi considerati nello scenario principale. Da un altro punto di vista, è interessante anche il confronto con lo Scenario 450, che descrive un percorso energetico coerente con l’obiettivo internazionale di limitare l’aumento a lungo termine della temperatura media globale entro i due gradi Celsius (2°C) oltre i livelli preindustriali. La grande diversità dei risultati che emergono da questi tre scenari sottolinea il ruolo critico dei governi nel delineare il nostro futuro energetico, tramite la definizione di obiettivi e l’implementazione delle politiche necessarie al loro conseguimento. NOTA TEMATICA 2 23 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo L’incertezza del breve termine incide poco sulle prospettive di lungo termine Nonostante l’incertezza che caratterizza le prospettive di crescita economica nel breve termine, nello Scenario Nuove Politiche la domanda di energia cresce in modo sostenuto, aumentando di un terzo tra il 2010 e il 2035. Le ipotesi di un aumento della popolazione mondiale di 1,7 miliardi di persone e di una crescita media annua dell’economia globale del 3,5% generano una domanda sempre più elevata di servizi energetici e di mobilità. Un tasso di crescita del PIL mondiale inferiore, nel breve termine, a quello ipotizzato nel presente Outlook inciderebbe solo marginalmente sui trend di lungo periodo. Le dinamiche dei mercati energetici sono sempre più determinate dai paesi non-OCSE. Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2035, i paesi non-OCSE sono responsabili del 90% della crescita demografica, del 70% dell’aumento dell’attività economica e rappresentano oltre il 90% dell’incremento previsto della domanda globale di energia. La Cina consolida la sua posizione di primo consumatore mondiale di energia: nel 2035 la sua domanda energetica supererà del 70% circa quella degli Stati Uniti, il secondo maggior consumatore, anche se a quell’orizzonte temporale il consumo di energia pro-capite della Cina sarà ancora meno della metà di quello statunitense. India, Indonesia, Brasile e Medio Oriente sperimenteranno tassi di crescita della domanda di energia ancora più sostenuti della Cina. Globalmente, nel periodo 2011-2035, gli investimenti richiesti in infrastrutture per l’offerta di energia ammontano a 38.000 miliardi di dollari (in dollari 2010). Circa i due terzi del totale si concentrano nei paesi non-OCSE. Petrolio e gas contano complessivamente per quasi 20.000 miliardi di dollari, in quanto nel medio-lungo termine aumentano sia il bisogno di investimenti per l’upstream che i costi associati all’attività mineraria. Il settore elettrico assorbe gran parte dell’ammontare residuo, con oltre il 40% degli investimenti del comparto destinato alle reti di trasmissione e distribuzione. L’era dei combustibili fossili è tutt’altro che terminata, ma il loro dominio diminuisce. Il consumo di tutte le fonti fossili aumenta, ma la loro percentuale sulla domanda globale di energia primaria diminuisce leggermente scivolando dall’81% nel 2010 al 75% nel 2035; in questo orizzonte, il gas naturale è il solo combustibile fossile che aumenta la sua quota nel mix energetico mondiale. Nel settore elettrico, le tecnologie rinnovabili, in primis idroelettrico ed eolico, rappresentano il 50% della nuova capacità installata e volta a soddisfare la crescita della domanda. Sono stati fatti alcuni progressi, ma la porta dei 2°C sta per chiudersi Non possiamo permetterci ulteriori ritardi nell’implementare le azioni necessarie a contrastare il cambiamento climatico se vogliamo che l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale nel lungo termine entro i 2°C, analizzato nello Scenario 450, venga raggiunto ad un costo ragionevole. Nello Scenario Nuove Politiche, il mondo si muove verso un livello di emissioni coerente con un innalzamento della temperatura mondiale nel lungo termine superiore ai 3,5°C. In assenza di queste nuove politiche, ci avvieremo lungo un percorso ancora più pericoloso che porterebbe ad un incremento di 6°C o addirittura superiore. Quattro quinti delle emissioni totali di CO2 legate all’energia consentite nello Scenario 450 all’orizzonte 2035 sono già allocate dallo stock di capitale esistente (centrali elettriche, edifici, stabilimenti industriali, ecc.). Se entro il 2017 non verrà implementata una nuova e decisa azione, le infrastrutture connesse al settore energetico esistenti in quel momento produrranno l’intero volume di emissioni di CO2 consentito nello Scenario 450 al 2035. In NOTA TEMATICA 2 24 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo questa ipotesi, non rimarrebbe alcuno spazio di inserimento per centrali elettriche, stabilimenti industriali ed altre infrastrutture di nuova costruzione a meno che non siano a zero emissioni di anidride carbonica, il che sarebbe estremamente costoso. Ritardare l’azione è un finto risparmio: per ogni dollaro di investimento evitato nel settore elettrico prima del 2020, sarà necessario investire 4,3 dollari in più negli anni successivi al fine di controbilanciare l’aumento delle emissioni. Le nuove misure di efficienza energetica apportano un contributo sostanziale ma è necessario fare molto di più. Nello Scenario Nuove Politiche, l’efficienza energetica aumenta durante il periodo di proiezione e mostra un tasso di crescita doppio rispetto a quello osservato negli ultimi 25 anni grazie a standard più severi in tutti i settori e alla parziale eliminazione dei sussidi alle fonti fossili. Nello Scenario 450, è necessario raggiungere un miglioramento ancora più significativo in quanto la maggiore efficienza energetica incide per la metà della riduzione addizionale di emissioni prevista in questo scenario. Il principale contributo al conseguimento degli obiettivi climatici e di sicurezza energetica proviene dall’energia che non consumiamo. L’aumento della domanda del settore trasporti e dei costi dell’upstream riconfermano la fine del petrolio a buon mercato Nel breve termine, le pressioni al rialzo che interessano i mercati petroliferi possono venire attenuate da una crescita economica più lenta del previsto e dall’atteso ritorno sul mercato del greggio libico; ciò nonostante, le dinamiche di lungo periodo lato domanda e lato offerta continuano a sostenere i prezzi. Nello Scenario Nuove Politiche, si stima che il prezzo medio dell’import del greggio nei paesi membri dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) rimanga alto, avvicinandosi a 120 dollari al barile in dollari 2010 (oltre 210 dollari al barile in termini nominali) nel 2035. Tuttavia, è probabile che nel breve termine la volatilità dei prezzi continui ad essere elevata. Il previsto incremento netto della domanda petrolifera proviene interamente dal settore trasporti delle economie emergenti, in quanto la crescita economica di questi paesi sostiene la domanda di mobilità di persone e merci. Il consumo di petrolio (biocarburanti esclusi) aumenta da 87 milioni di barili al giorno (mb/g) nel 2010 a 99 mb/g nel 2035. In quello stesso anno, il numero totale di autoveicoli raddoppia fino ad avvicinarsi a 1,7 miliardi. Nel 2020, le vendite nei mercati non-OCSE superano quelle OCSE, con il baricentro della produzione automobilistica che già prima del 2015 si sposta verso i mercati emergenti. Il consumo di petrolio aumenta nonostante in diverse regioni si registrino impressionanti miglioramenti di efficienza volti ad ottimizzare il consumo di carburante: è il caso dell’Europa principalmente per i veicoli per il trasporto passeggeri e degli Stati Uniti per i veicoli pesanti dedicati al trasporto merci. Emergeranno tecnologie motoristiche alternative che consumano petrolio in modo molto più efficiente o che non lo utilizzano affatto, come i veicoli elettrici, ma ci vorrà tempo prima che riescano a diffondersi su scala commerciale e penetrino i mercati. Date le limitate possibilità di sostituzione dei prodotti petroliferi con carburanti alternativi, la concentrazione della domanda di petrolio nel settore trasporti la rende meno elastica a variazioni dei prezzi (soprattutto laddove i prodotti petroliferi sono sussidiati). Durante il periodo di previsione, il costo di produzione del petrolio aumenta in quanto le compagnie petrolifere sono costrette ad orientarsi verso fonti più costose e di difficile estrazione per rimpiazzare la capacità utilizzata e soddisfare la crescente domanda. La produzione di greggio convenzionale – principale componente dell’offerta petrolifera – si mantiene sui livelli correnti prima di diminuire leggermente a circa 68 mb/g nel 2035. Per NOTA TEMATICA 2 25 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo compensare il declino produttivo dei giacimenti esistenti, è necessario aggiungere 47 mb/g di nuova capacità, il doppio dell’attuale produzione di tutti i paesi OPEC del Medio Oriente. Una quota crescente dell’output deriva dalle frazioni liquide del gas naturale (oltre 18 mb/g nel 2035) e da fonti non convenzionali (10 mb/g). Il maggior incremento della produzione petrolifera proviene dall’Iraq, seguito da Arabia Saudita, Brasile, Kazakhstan e Canada. Grazie ai 1.400 miliardi di dollari in sussidi elargiti durante il periodo di proiezione considerato, la produzione di biocarburanti aumenta di tre volte superando i 4 mb/g. Le importazioni di petrolio degli Stati Uniti, oggi il primo importatore mondiale, diminuiscono grazie alla maggiore efficienza che riduce i consumi e allo sviluppo di nuove fonti quali il tight oil (greggio estratto da giacimenti a bassa permeabilità); tuttavia, la crescente dipendenza dalle importazioni in altre parti del mondo aumenta le preoccupazioni legate al loro costo e alla sicurezza degli approvvigionamenti. Nel 2035, i quattro quinti del petrolio consumato nell’aggregato di paesi Asia non-OCSE sono importati, contro un livello di poco superiore al 50% nel 2010. A livello mondiale, cresce la dipendenza da un numero relativamente esiguo di paesi produttori, per lo più concentrati nell’area MENA, il che implica il ricorso a rotte di trasporto vulnerabili. Durante il periodo di proiezione, la maggior produzione proveniente da questa regione rappresenta, a livello aggregato, oltre il 90% della crescita attesa dell’offerta petrolifera mondiale; la quota OPEC sulla produzione totale arriva così a superare il 50% nel 2035. Un calo degli investimenti per l’upstream nell’area MENA potrebbe avere conseguenze di vasta portata per i mercati energetici mondiali. Una situazione di questo tipo potrebbe originarsi da una molteplicità di fattori, tra cui la percezione dei maggiori rischi associati agli investimenti, deliberate politiche governative volte a rallentare lo sviluppo di nuova capacità produttiva o le limitate disponibilità finanziarie nazionali da destinare all’upstream dato che la priorità viene accordata ad altri programmi pubblici. Se tra il 2011 e il 2015 gli investimenti nell’area MENA saranno inferiori di un terzo rispetto ai 100 miliardi di dollari all’anno richiesti nello Scenario Nuove Politiche, i consumatori potrebbero dover affrontare nel breve termine un sostanziale aumento dei prezzi del petrolio a 150 dollari al barile(in dollari 2010). Il futuro del gas naturale: verso un’età d’oro Le prospettive del gas naturale appaiono molto meno incerte: vi sono fattori, lato offerta e lato domanda, che sembrano indicare un futuro roseo, si potrebbe addirittura parlare di un’età d’oro del gas. Il nostro Outlook rafforza le conclusioni cui si era giunti nello Rapporto Speciale del WEO pubblicato a giugno 2011: il consumo di gas aumenta in tutti e tre gli scenari, nonostante i diversi scenari di politica energetica presi in considerazione. Nello Scenario Nuove Politiche, la domanda di gas si avvicina, sin quasi a raggiungerla, a quella di carbone; l’80% dell’incremento atteso proviene dai paesi non-OCSE. In Cina, le politiche volte a promuovere la diversificazione energetica incentivano una forte espansione del consumo di gas, soddisfatto attraverso una maggior produzione domestica, un aumento del commercio di Gas Naturale Liquefatto (GNL) e importazioni tramite la rete di gasdotti che attraversa l’Eurasia. Durante il periodo di previsione considerato, il commercio mondiale dgas raddoppia e la Cina è responsabile di oltre un terzo di questo incremento. Nel 2035 la Russia si conferma il principale produttore di gas e fornisce il maggior contributo alla crescita dell’offerta mondiale di questa fonte, seguita da Cina, Qatar, Stati Uniti e Australia. NOTA TEMATICA 2 26 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo A tutt’oggi, il gas non convenzionale rappresenta il 50% della quantità totale stimata delle risorse di gas ed è geograficamente molto più diffuso rispetto a quello convenzionale, il che ha positive implicazioni in termini di sicurezza energetica. Lungo il periodo di proiezione, la quota di gas non convenzionale sulla produzione complessiva di gas aumenta sino a rappresentare un quinto del totale, nonostante la velocità di sviluppo vari significativamente da regione a regione. La crescita della produzione dipenderà anche da come l’industria del gas risponderà alle sfide ambientali che interessano la fase di estrazione: in sostanza, un’età d’oro del gas richiederà standard di produzione di pari livello. Il gas naturale è la più pulita tra le fonti fossili ma il suo maggiore consumo (senza il supporto di tecnologie di stoccaggio e cattura dell’anidride carbonica - CCS) non sarà di per sé sufficiente ad indirizzare il mondo lungo un percorso di emissioni coerente con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media mondiale entro i 2°C. Le energie rinnovabili vanno acquisendo un ruolo sempre più significativo La quota delle fonti rinnovabili, idroelettrico escluso, nella generazione elettrica mondiale cresce dal 3% nel 2009 al 15% nel 2035, sostenuta da sussidi annuali che aumentano di quasi 5 volte a 180 miliardi di dollari. Cina ed Unione Europea guidano l’espansione di queste fonti, contribuendo al 50% circa della crescita. Anche se il costo medio dei sussidi per unità di output è atteso diminuire, per tutto il periodo di previsione la maggior parte delle rinnovabili richiede il mantenimento degli incentivi per essere competitiva nei mercati elettrici. Il costoso ricorso a misure di supporto trova giustificazione nei benefici a lungo termine in termini di sicurezza energetica e di protezione ambientale che le rinnovabili apportano. Produrre più elettricità da fonti rinnovabili, talvolta anche in località isolate, richiede investimenti addizionali in reti di trasmissione per un ammontare pari al 10% dell’investimento complessivo relativo alla trasmissione di elettricità: nell’Unione Europea, per raggiungere questo obiettivo è necessario destinare alle reti di trasmissione il 25% dell’investimento totale. Il contributo della fonte idroelettrica alla produzione mondiale di elettricità rimane costante a circa il 15%, con Cina, India e Brasile che coprono quasi la metà dei 680 gigawatts (GW) di nuova capacità. Il futuro del carbone: incerto o di espansione? Nello scorso decennio, il carbone ha rappresentato quasi il 50% dell’incremento della domanda mondiale di energia. Se questo trend si modificherà e quanto velocemente sono due dei più importanti interrogativi che interessano il futuro del sistema energetico mondiale. L’assenza di modifiche rispetto alle politiche attualmente in vigore comporterebbe un aumento del consumo di carbone del 65% nel 2035, superando il petrolio come combustibile preponderante nel mix complessivo di fonti primarie di energia. Nello Scenario Nuove Politiche, invece, il prossimo decennio è caratterizzato da un incremento della domanda globale di carbone, ma successivamente tale crescita rallenta stabilizzandosi ad un livello superiore del 25% a quello del 2009. La realizzazione dello Scenario 450 prevedeche il consumo di carbone raggiunga il picco prima del 2020 per poi declinare. Nei tre scenari considerati nel presente Outlook, il range di previsioni relative alla domanda di carbone nel 2035 è ampio quasi quanto la sua domanda mondiale del 2009. Le scelte politiche e tecnologiche volte a contrastare il cambiamento climatico hanno implicazioni determinanti sull’evoluzione di questa fonte. NOTA TEMATICA 2 27 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Il consumo di carbone della Cina rappresenta quasi la metà della domanda mondiale di questa fonte e il Piano Quinquennale di Pechino per il periodo 2011-2015, che punta a ridurre l’intensità energetica e carbonica dell’economia cinese, costituirà un fattore determinante per i mercati mondiali del carbone. Nel 2009, l’affermazione della Cina quale importatore netto di carbone ha causato un aumento dei prezzi di questo combustibile fossile e ha generato nuovi investimenti nei paesi esportatori, tra cui Australia, Indonesia, Russia e Mongolia. Nello Scenario Nuove Politiche, il principale mercato di sbocco per il commercio di carbone continua a spostarsi dall’Atlantico al Pacifico, ma l’entità e la direzione dei flussi di commercio internazionali sono molto incerte, soprattutto dopo il 2020. Basterebbe solo una piccola variazione della domanda o della produzione della Cina perché questa torni ad essere un esportatore netto, trovandosi quindi in competizione con quei paesi che oggi stanno realizzando investimenti per soddisfare i suoi fabbisogni. Nello Scenario Nuove Politiche, l’India raddoppia il suo consumo di carbone; nel decennio 2020-2030 supera gli Stati Uniti come secondo maggior consumatore di carbone e diventa il primo importatore mondiale. Un’ampia diffusione sia di più efficienti centrali elettriche a carbone che di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2 potrebbe migliorare le prospettive di lungo termine del carbone, ma ci sono ancora considerevoli ostacoli da superare. Se l’efficienza media di tutti gli impianti a carbone fosse 5 punti percentuali più alta di quanto previsto nello Scenario Nuove Politiche per il 2035, una così accelerata sostituzione delle tecnologie di combustione meno efficienti ridurrebbe sia le emissioni di CO2 del settore elettrico dell’8% sia l’inquinamento atmosferico locale. Optare per nuove centrali tecnologicamente più efficienti richiede investimenti addizionali relativamente contenuti, mentre migliorare il livello di efficienza degli impianti esistenti comporta un costo molto più elevato. Nello Scenario Nuove Politiche, i sistemi di CCS assumono rilevanza solo verso la fine del periodo di previsione. Nello Scenario 450, invece, la tecnologia CCS è una delle principali opzioni di abbattimento delle emissioni, incidendo per circa un quinto della riduzione addizionale richiesta in questo Scenario. Se nel decennio 2020-2030 i sistemi di CCS non raggiungessero un’ampia diffusione, le altre tecnologie low-carbon dovrebbero compiere uno sforzo straordinario per produrre minori emissioni, in linea con il conseguimento degli obiettivi climatici mondiali. Ripensamenti sull’uso di energia nucleare avrebbero conseguenze di vasta portata L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi ha sollevato molti interrogativi circa il futuro ruolo dell’energia nucleare, anche se in paesi come Cina, India, Russia e Corea, che stanno guidano l’espansione di questa fonte, le politiche in materia non sono state modificate. Nello Scenario Nuove Politiche, la produzione di energia nucleare aumenta di oltre il 70% durante il periodo di previsione, leggermente meno di quanto previsto lo scorso anno. Tuttavia, il presente Outlook propone anche un “Low Nuclear Case” in cui vengono esaminate le possibili conseguenze di una più consistente uscita da questa fonte: in questo scenario si assume che nessun nuovo reattore venga costruito nell’area OCSE, che i paesi non-OCSE costruiscano solo la metà dei nuovi impianti previsti nello Scenario Nuove Politiche e che la vita residua degli impianti esistenti venga ridotta. Oltre a creare nuove opportunità per le fonti rinnovabili, un futuro low-nuclear come quello delineato comporterebbe anche un aumento della domanda di combustibili fossili: l’incremento del consumo mondiale di carbone equivarrebbe, in volume, a due volte il livello corrente delle esportazioni di carbone dell’Australia; la maggior richiesta di gas corrisponderebbe, invece, ai due terzi delle attuali esportazioni di gas della Russia. NOTA TEMATICA 2 28 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Queste dinamiche eserciterebbero un’ulteriore pressione al rialzo sui prezzi energetici, solleverebbero nuove preoccupazioni in materia di sicurezza energetica e renderebbero più difficile e costoso combattere il cambiamento climatico. Le conseguenze sarebbero particolarmente gravi per quei paesi con limitate risorse energetiche disponibili sul loro territorio e che avevano pianificato di ricorrere in modo relativamente consistente all’energia nucleare. Uno scenario di questo tipo renderebbe anche molto più complicato per le economie emergenti soddisfare la loro domanda di elettricità, interessata da una rapida crescita. Il mondo ha bisogno dell’energia russa, e la Russia ha bisogno di ridurre i suoi consumi Nei decenni a venire, la Russia confermerà il suo ruolo di pietra miliare nel panorama energetico mondiale grazie all’immense risorse di cui dispone. Le prospettive di crescita della domanda e dei prezzi internazionali delle fonti fossili sembrano garantire alla Russia un futuro roseo; tuttavia, le difficoltà che il paese si trova ad affrontare sono, sotto diversi punti di vista, non meno impressionanti della consistenza delle sue risorse. I principali giacimenti di petrolio e gas della Russia attualmente in produzione, situati nella Siberia Occidentale, entreranno in fase di declino; occorrerà quindi sviluppare nuovi e più costosi campi, sia nelle aree di produzione tradizionali quali la Siberia Occidentale stessa che in nuove aree di frontiera come la Siberia Orientale e l’Artico. Per incentivare adeguatamente gli investimenti sarà necessario adottare un regime fiscale flessibile. La produzione petrolifera si stabilizzerà sui 10,5 mb/g prima di avviarsi verso un lento declino che la porterà a 9,7 mb/g nel 2035; entro quello stesso anno, la produzione di gas aumenta del 35% a 860 miliardi di metri cubi (m3), con la penisola di Yamal che diventerà il nuovo baricentro dell’offerta russa di gas. Il cambiamento nella geografia di produzione di idrocarburi in Russia si riflettera’ in una nuova geografia delle esportazioni. La maggioranza delle esportazioni russe continuerà ad essere diretta ad ovest, verso i tradizionali mercati dell’Europa; tuttavia, l’attenzione per i mercati asiatici crescerà sensibilmente. Ne consegue una maggior diversificazione degli introiti derivanti dall’export russo: il contributo della Cina al totale delle entrate della Russia provenienti dalle esportazioni di combustibili fossili aumenta dal 2% nel 2010 al 20% nel 2035, mentre nello stesso periodo la quota dell’Unione Europea scende dal 61% a meno del 50%. La Russia punta a creare un’economia più efficiente e meno dipendente da petrolio e gas, ma deve accelerare l’attuazione dei cambiamenti necessari. Se la Russia migliorasse l’efficienza energetica in ogni settore portandola a livelli equiparabili a quelli dei paesi OCSE, potrebbe risparmiare quasi un terzo del suo consumo annuo di energia primaria, una quantità prossima a quella consumata in un anno dal Regno Unito. I potenziali risparmi sui consumi di gas, pari a 180 miliardi di m3, si avvicinerebbero al volume delle esportazioni nette della Russia rilevato nel 2010. Nuove politiche di efficienza energetica e continue revisioni dei prezzi di gas ed elettricità apportano qualche miglioramento, ma secondo la nostra analisi costituiscono solo una parte del potenziale. Una più rapida implementazione delle misure di miglioramento dell’efficienza, unita a riforme del mercato energetico, velocizzerebbe la modernizzazione dell’economia russa e, di conseguenza, allevierebbe la dipendenza del paese dalla volatilità dei prezzi internazionali delle commodity. NOTA TEMATICA 2 29 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo L’accesso universale all’energia è conseguibile ad un costo ragionevole Nel 2009, stimiamo che siano stati investiti a livello mondiale circa 9 miliardi di dollari per consentire un primo accesso a forme moderne di energia; tuttavia, se l’obiettivo finale è quello di pervenire all’accesso universale entro il 2030 sarà necessario investire oltre 5 volte questo ammontare per ogni anno del periodo considerato, vale a dire 48 miliardi di dollari l’anno. Consentire l’accesso universale all’energia entro il 2030 è un obiettivo riconosciuto come prioritario dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. A tutt’oggi, 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità e 2,7 miliardi si affidano ancora all’uso della biomassa tradizionale per cucinare. Affinché tutti possano accedere ai servizi energetici moderni è necessario sostenere, fino al 2030, una spesa aggiuntiva pari al 3% circa degli investimenti energetici totali. Senza questo maggior investimento, la situazione mondiale al 2030 cambierebbe di poco rispetto ad oggi e nell’Africa sub-sahariana si rileverebbe addirittura un peggioramento. Alcune politiche in vigore, volte ad aiutare la parte più povera della popolazione, hanno mancato il loro obiettivo. Nel 2010, solo l’8% dei sussidi al consumo di combustibili fossili ha interessato il 20% più povero della popolazione. A livello internazionale, l’attenzione alla questione dell’accesso universale all’energia stanno aumentando. Le Nazioni Unite hanno definito il 2012 come l“Anno Internazionale dell’Energia Sostenibile per Tutti” e il vertice Rio+20 rappresenta un’importante opportunità per muoversi in questa direzione. Affinché tutti possano accedere a forme moderne di energia sono necessarie più risorse finanziarie, provenienti da diverse fonti ed erogate secondo diverse modalità, con soluzioni pensate ad hoc in base alle problematiche, ai rischi e ai ritorni di ciascuna tipologia di progetto. Sarà il settore privato a dover implementare la maggior parte degli investimenti aggiuntivi richiesti, ma questo non accadrà a meno che i governi nazionali non si dotino di solidi sistemi normativi e di governance e non investano nello sviluppo di competenze. Il settore pubblico, qui inteso includere anche gli aiuti internazionali, dovrà usare tutti i mezzi a sua disposizione , per incentivare il settore privato ad investire laddove la convenienza sarebbe altrimenti marginale. L’accesso universale entro il 2030 comporterebbe un aumento della domanda mondiale di combustibili fossili e delle correlate emissioni di CO2 pari a meno dell’1%, una crescita trascurabile in rapporto al contributo che ne deriverebbe allo sviluppo e al benessere dell’umanità. NOTA TEMATICA 2 30 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 5. Il Libro bianco sui cambiamenti climatici della Cina, 22 novembre 2011 Stamane, prima della chiusura di questa Nota, abbiamo trovato una notizia di agenzia che annunciava la presentazione da parte dell’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese di un libro bianco sulle politiche e sulle azioni per affrontare il cambiamento climatico (“China’s Policies and Actions for Addressing Climate Change”); il testo che abbiamo scaricato è riportato di seguito. In particolare, al Capitolo VIII sono delineate le posizioni negoziali fondamentali della Cina per la COP 17 di Durban. China's Policies and Actions for Addressing Climate Change Information Office of the State Council The People's Republic of China November 2011, Beijing Contents Foreword I. Mitigating Climate Change II. Adapting to Climate Change III. Enhancing Basic Capability IV. Participation of the Whole Society V. Participation in International Negotiations VI. Strengthening International Cooperation VII. Objectives, Policies and Actions during the 12th Five-Year Plan Period VIII. China's Basic Position in International Climate Change Negotiations Concluding Remarks NOTA TEMATICA 2 31 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Foreword Climate change is a global issue of common concern to the international community. In recent years, worldwide heat waves, droughts, floods and other extreme climate events have occurred frequently, making the impact of climate change increasingly prominent. It has become a main world trend that all countries join hands to respond to climate change and promote green and low-carbon development. China is the world's largest developing country, with a large population, insufficient energy resources, complex climate and fragile eco-environment. It has not yet completed the historical task of industrialization and urbanization and its development is unbalanced. China's per-capita GDP in 2010 was only a little more than RMB29,000. By the UN standard for poverty, China still has a poverty-stricken population of over 100 million, thus it faces an extremely arduous task in developing its economy, eliminating poverty and improving the people's livelihood. In the meantime, China is one of the countries most vulnerable to the adverse effects of climate change. Climate change generates many negative effects on China's economic and social development, posing a major challenge to the country's sustainable development. The Chinese government constantly sets great store by the issue of climate change and has included addressing climate change into its mid- and long-term planning for economic and social development as a major issue concerning its overall economic and social development. In 2006, China set forth the compulsive goal of reducing its per-unit GDP energy consumption in 2010 by 20 percent from that of 2005. In 2007, China became the first developing country to formulate and implement a national program to address climate change. In 2009, China put forward the goal of action to reduce the per-unit GDP greenhouse gas emission in 2020 by 40-45 percent as compared to that of 2005. To accomplish the above goals, China adopted a range of major policy measures to mitigate and adapt to climate change during the Eleventh Five-Year Plan (2006-2010) period, and has achieved remarkable results. The Outline of the Twelfth Five-Year Plan for National Economic and Social Development released in 2011 established the policy orientation of promoting green and low-carbon development, and expressly set out the objectives and tasks of addressing climate change for the next five years. China has been playing a constructive role in international negotiations on climate change, actively pushing forward the negotiation process, thereby making a significant contribution to addressing global climate change. This white paper is hereby issued to enable the international community to fully understand China's policies and actions for addressing climate change, and the positive results achieved in this regard during the Eleventh Five-Year Plan period, as well as China's overall arrangements to address climate change and its related negotiating position during the Twelfth Five-Year Plan period (2011-2015). I. Mitigating Climate Change During the Eleventh Five-Year Plan period, China accelerated the transformation of its economic development mode, and achieved remarkable results in controlling greenhouse gas emission by promoting industrial restructuring, energy restructuring and energy conservation, improving energy efficiency, and increasing carbon sink. 1. Optimizing Industrial Structure Reforming and upgrading traditional industries. China has formulated and released plans for restructuring and rejuvenating ten major industries, including automobiles, and iron and steel, revised the Guideline Catalogue for Industrial Restructuring, and issued the Opinions on Curbing Overcapacity and Redundant Construction in Some Industries and Guiding the Sound Development of Industries. China has raised the market entry threshold for high-energy-consuming industries, conducted energy conservation evaluation and examination of fixed asset investment projects, enhanced technology transformation and upgrading in traditional industries, promoted corporate merger and restructuring, adjusted export tax rebate policies, imposed export duties on coal, some nonferrous metals, steel billets and chemical fertilizers, and restrained the export of high-energy-consuming, high-emission and highresource-consuming products. Efforts have been made to accelerate the pace of eliminating backward production capacity. By implementing the policy of "replacing small thermal power generating units with larger ones," China shut down small thermal power generating units with a total generating capacity of 76.82 million kw, and eliminated backward steel production capacity to the tune of 72 million tons; iron production capacity, 120 million tons; cement production capacity, 370 million tons; coke production capacity, 107 million tons; paper production capacity, 11.3 million tons; and glass production capacity, 45 million cases. The proportion of thermal power generating units with a generation capacity above 300,000 kw each in China's thermal power installed capacity increased from 47 percent in 2005 to 71 percent in 2010; the proportion of large iron production blast furnaces with an capacity above 1,000 cu m each increased from 48 percent to 61 percent; and the proportion of the output of large aluminum electrolysis prebaking tanks increased from 80 percent to above 90 percent. The industry concentration in the iron, steel, cement, nonferrous metals, machinery and automobile sectors among other key industries was remarkably improved, while energy consumption in major industries was dramatically reduced. From 2005 to 2010, coal consumption in thermal power supply dropped 10 percent from 370 to 333 g/kwh; comprehensive energy consumption per ton of steel decreased 12.8 percent from 694 to 605 kg of standard coal; that in cement production, down by 24.6 percent; that of ethylene production, down by 11.6 percent; and that of synthetic ammonia production, 14.3 percent. NOTA TEMATICA 2 32 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Fostering and strengthening strategic and newly emerging industries. China has issued the Decision on Accelerating the Fostering and Development of Strategic and Newly Emerging Industries, which defines the overall principles, key tasks and policy measures for fostering and developing strategic and newly emerging industries. The Chinese government has selected key fields of these industries, implemented a number of major projects and built a range of related programs. China has accelerated the pace of building a national innovation system, implemented knowledge- and technology-innovation projects, and intensified efforts on tackling key technological problems. The government has initiated a venture capital investment program in newly emerging industries, established 20 venture capital investment funds, and supported the growth of innovative enterprises in energy conservation, environmental protection, new energy development and other sectors in strategic new industries. In 2010, the output value of China's high-tech manufacturing industries reached RMB7.6 trillion, ranking the second in the world, and more than twice the figure for 2005. Accelerating the development of the service industry. China has formulated and implemented the Opinions Concerning Accelerating the Development of the Service Industry, Opinions on the Implementation of Some Policies and Measures for Accelerating the Development of the Service Industry, and other important documents, vigorously promoting the development of production- and life-related service trades. The government has also issued the Guidelines for Accelerating the Development of Hightech Service Industry. From 2005 to 2010, the added value of China's service sector increased 11.9 percent per year on average, with an average annual growth rate of 0.7 of a percentage point higher than that of GDP, and with its proportion in GDP rising from 40.3 percent to 43 percent. 2. Energy Conservation Enhancing target responsibility assessment. China has resolved and assigned responsibilities to fulfill set targets in energy conservation, and established a statistical monitoring and evaluation system to regularly evaluate the completion of energy conservation targets and the implementation of energy conservation measures by 31 provincial governments and 1,000 key enterprises. In 2010, China launched special supervision over energy conservation and emission reduction in 18 key regions. Strict target responsibility evaluation and accountability contributed to achieving the national energy conservation targets. Promoting energy conservation in key fields. The Chinese government has carried out ten key energy conservation projects, including upgrading of industrial boilers and kilns, combined heat and power generation, electromechanical system energy conservation and residual heat and pressure utilization, conducted energy conservation in 1,000 enterprises, enhanced energy conservation management of key energy-consuming enterprises, and promoted energy audit and energy efficiency benchmarking activities. It has launched the low-carbon transportation action for automobiles, ships, roads and harbors in 1,000 enterprises, vigorously developed urban public transport. It has also improved the implementation rate of mandatory energy conservation standards of new buildings, quickened the energy conservation transformation of existing buildings, promoted the use of renewable energy resources in buildings, and conducted energy conservation transformation of government office buildings. By the end of 2010, the implementation rate of mandatory energy efficiency standards for new urban buildings reached 99.5 percent in the design stage and 95.4 percent in the construction stage. During the Eleventh Five-Year Plan period, the accumulated total energy-efficient floor space constructed was 4.857 billion sq m, with energy-saving capacity of 46 million tons of standard coal. The government has taken energy conservation actions in the retail sector by restraining the production, marketing and use of plastic shopping bags, and curbing over-packaging. Promoting energy-saving technology and products. China has released a total of 115 state key energyefficient technology promotion catalogues in three batches, and specially promoted seven energyefficient technologies in the iron and steel, building material and chemical industries. The government has launched a project to promote energy-efficient products for the benefit of the people, and promoted high-efficiency illumination products and air-conditioners, energy-efficient motors and other energyefficient products by way of government subsidies. The central treasury has appropriated subsidies to support the production of and promote the use of some 360 million high-efficiency illumination products, 30 million high-efficiency air conditioners and one million energy-efficient motor vehicles, which have realized an annual energy-saving capacity of 20 billion kwh. China has carried out energy conservation and new-energy vehicle demonstration and promotion, and taken the lead in using mixed-power vehicles, electric vehicles and fuel cell vehicles. The government has established a preferential procurement system for energy-efficient products, released a government procurement list of energyefficient products, and ordered mandatory procurement of nine kinds of energy-efficient products, including air-conditioners, computers and illumination products. During the Eleventh Five-Year Plan period, a large variety of high-efficiency energy technologies were widely applied, including lowtemperature waste heat power generation, new type cathode aluminum reduction cells, high-voltage frequency conversion, rare earth permanent magnet motors and plasma oil-less ignition. Meanwhile, the market share of high-efficiency illumination products reached 67 percent, and that of high-efficiency airconditioners, 70 percent. NOTA TEMATICA 2 33 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Developing a circular economy. National "city mine" demonstration bases have been built to promote the concentrated, circular and high-added-value utilization of obsolete electromechanical equipment, waste household appliances, plastic and rubber, and other waste resources in key cities, and efforts are being made to promote the comprehensive utilization of major industrial solid waste. During the Eleventh FiveYear Plan period, China comprehensively utilized about one billion tons of fly ash, 1.1 billion tons of coal slag, and 500 million tons of metallurgical slag. The central government funded the industrialization of remanufacturing projects. By the end of 2010, China had formed a remanufacturing capacity of automobile engines, gearboxes, steering engines and electric generators, totaling 250,000 pieces (sets). Promoting energy conservation market mechanism. The government is proactively pushing forward energy management through contract management, power demand side management, voluntary energy conservation agreements and other market mechanisms. In 2010, China issued the Opinions on Accelerating the Implementation of Contract Energy Management and Promoting the Development of the Energy Conservation Service Industry, increased financial support, adopted policy of taxation support and improved related accounting systems and financial services to strengthen support for the energy conservation service industry. From 2005 to 2010, the number of energy conservation service companies increased from 80 to over 800, the number of employees in this sector increased from 16,000 to 180,000, the industry scale was enlarged from RMB4.7 billion-worth to RMB84 billion-worth, and the annual energy-saving capacity rose from some 600,000 to more than 13 million tons of standard coal. Improving related standards. The government has improved the energy-efficient design standards for residential buildings in three climate zones (freezing cold and cold, hot in summer and cold in winter, and hot in summer and warm in winter); improved energy-efficient design standards for public buildings and the code of acceptance inspection of energy-efficient building construction; issued 27 mandatory national standards for energy consumption quotas of high energy-consuming products and 19 mandatory national energy efficiency standards for major terminal energy-using products; formulated 15 national standards for the discharge of major pollutants; promulgated 71 environmental labeling standards; and released an energy efficiency labeling product catalogue. Incentive policies. China has quickened the reform of the energy pricing mechanism, reformed the taxes and fees of refined petroleum products, adopted a differential electricity pricing policy for high-energyconsuming industries, imposed electricity pricing penalties on products with super-high energy consumption, and promoted the metered charging of heat supply by actual consumption of each household. The government has earmarked special funds for energy conservation and emission reduction. During the Eleventh Five-Year Plan period, the central treasury invested an accumulative total of RMB225 billion to support energy-efficient technology upgrading and the popularization of energyefficient products, forming an energy conservation capacity of 340 million tons of standard coal. The government meanwhile has been steadily pushing forward the reform of the resource taxation system, improving the export tax rebate system, adjusting the policy on vehicle purchase, and vehicle and vessel tax, using preferential taxation policies to promote energy and water conservation, the comprehensive utilization of resources, and the import of energy-efficient and low-carbon products. Through the efforts of all sectors, China accomplished its energy conservation goals listed in the Eleventh Five-Year Plan. China's energy consumption per unit of GDP dropped 19.1 percent from that of 2005 accumulatively, or a reduction of 1.46 billion tons of carbon dioxide emissions. During the same period, China's national economy expanded at an average annual rate of 11.2 percent, while its energy consumption grew only 6.6 percent annually on average. The energy consumption elasticity coefficient dropped from 1.04 in the Tenth Five-Year Plan period (2001-2005) to 0.59, which eased the contradiction between energy supply and demand. 3. Developing Low-carbon Energy Accelerating the development of natural gas and other clean resources. The government is vigorously developing natural gas, encouraging the development and utilization of coal-bed methane, shale gas and other unconventional oil and gas resources, and has enacted a number of policies in this regard, such as financial subsidies, preferential taxation, connecting generated power to grid and electricity price subsidies. China has formulated and implemented an overall plan of management and utilization of coal mine methane, and is forcefully pushing forward the clean utilization of coal, guiding and encouraging the utilization of coal mine methane and the development of ground coal-bed methane. Natural gas production increased from 49.3 billion cu m in 2005 to 94.8 billion cu m in 2010, an average annual increase of 14 percent. In that period, China's natural gas consumption accounted for 4.3 percent of its total energy consumption, and the extraction of coal-bed methane reached 30.55 billion cu m, with the amount utilized reaching 11.45 billion cu m, equivalent to a reduction of 170 million tons of carbon dioxide emissions. NOTA TEMATICA 2 34 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Proactively developing and utilizing non-fossil energy. China has enhanced the development and utilization of hydropower, nuclear energy and other low-carbon energy sources through policy guidance and fund input. By the end of 2010, China's installed hydropower capacity had reached 213 million kw, doubling the figure for 2005; and installed nuclear power capacity had reached 10.82 million kw, with another 30.97 million kw under construction. China supports the development of wind power, solar power, geothermal, biomass energy and other new types of renewable energy. It has improved the pricing policy for on-grid power generated by wind, and launched the "Golden Sun Demonstration Project" to promote the franchise bidding for large-scale photovoltaic power stations. It has improved the pricing policy for power generated by agricultural and forestry biomass energy, increased financial support for the development of biomass energy and enhanced methane development in rural areas. China's installed wind power capacity grew from 1.26 million kw in 2005 to 31.07 million kw in 2010, and installed photovoltaic power capacity increased from less than 100,000 kw in 2005 to 600,000 kw; the number of solar water heaters in use reached 168 million sq m; and installed biomass energy capacity was about 5 million kw. With an annual utilization of methane of about 14 billion cu m, the total number of methane users in China reached 40 million households; utilized ethanol bio-fuel was 1.8 million tons; and the contribution made by all types of biomass energy totaled 15 million tons of standard coal. 4. Controlling Non-energy-related Greenhouse Gas Emission The government has enhanced control over greenhouse gas emission in industrial and agricultural production, waste disposal and other fields. China has applied the raw material substitution technology such as replacing limestone with carbide slag in the cement clinker production process, applied the technique of producing cement with blast furnace slag and fly ash as added mixed materials, applied secondary- and tertiary-stage treatment to address the discharge of nitrous oxide during the nitric acid production process, applied catalytic decomposition and thermal oxidative decomposition to address the discharge of nitrous oxide during the adipic acid production process, and thermal oxidative decomposition to capture and remove HFC-23. China has quickened transformation in the mode of animal husbandry production, and reduced the emission of methane and nitrous oxide in cropland, and poultry and livestock farming. The government has launched the soil organic matter advancement subsidy project, and promoted returning straw to farmland, green manure growing, adding organic fertilizer and other technologies to an accumulated total area of about 30 million mu (a Chinese unit of area equal to 1/15 of a hectare). The government has improved urban waste disposal standards, adopted a household garbage charging system, promoted advanced waste incineration technology, and formulated incentive policies for landfill gas recovery. China also carries out research and demonstration for carbon capture, utilization and sequestration technologies. Statistics showed that by the end of 2010 China's nitrous oxide emission in industrial production generally remained at the level of 2005, and the growth of methane emission was basically brought under control. 5. Increasing Carbon Sink Increasing forest carbon sink. China is continuously carrying out ecological protection projects, such as the key shelterbelt construction project in northwest, northeast and north China and along the Yangtze River, and projects to return farmland to forest, natural forest protection project, the program to control sandstorms in the Beijing and Tianjin area. It has carried out a pilot afforestation project with an aim to expand carbon sinks, enhanced sustainable forest management, and increased the forest stock volume. The central finance has raised the standard for afforestation investment subsidy from RMB100 to 200 per mu, and established the China Green Carbon Fund. Currently, China's man-made forest reserve has reached 62 million ha; its national forest coverage has reached 195 million ha, with the forest coverage rate rising from 18.21 percent in 2005 to 20.36 percent in 2010, with a forest stock volume of 13.721 billion cu m. China's total carbon storage in forest vegetation has reached 7.811 billion tons. Improving farmland and grassland carbon sinks. China is implementing the systems to promote grasslivestock balance, prohibiting or temporarily banning pasturing in certain areas, and regionally rotating pasturing, so as to control the livestock-carrying capacity of pastures and curb pasture degeneration. It is expanding the project of returning grazing land to grassland, strengthening the construction of manmade forage meadows and irrigated pastures, enhancing the prevention and control of grassland natural disasters, and increasing the grassland coverage rate and grassland carbon sinks. By 2010, protective farming technology had been applied to an area of 64.75 million mu; the no-tillage mechanical seeding area had reached 167 million mu; and mechanically-crushed straw had been returned to farmland in a total area of 428 million mu. NOTA TEMATICA 2 35 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 6. Promoting Low-carbon Development in Localities Promoting low-carbon pilot projects in selected provinces and cities. In 2010, China launched a national "low-carbon province and low-carbon city" experimental project. The first batch of selected localities included five provinces, namely, Guangdong, Hubei, Liaoning, Shaanxi and Yunnan, and eight cities, namely, Tianjin, Chongqing, Hangzhou, Xiamen, Shenzhen, Guiyang, Nanchang and Baoding. Currently, all the pilot provinces and cities have established leading work teams, formulated implementation schemes, and promulgated their respective goals for carbon intensity reduction in the Twelfth Five-Year Plan period -- and 2020. They have also vigorously promoted the transformation of the local economic development mode, took major actions to advance the construction of key low-carbon development projects, and vigorously developed low-carbon industries to promote green and low-carbon development. Actively drawing on low-carbon development experience. To build a "culture-enriched, technologyempowered and environmentally-friendly Beijing," Beijing, the capital city of China, has accelerated the development of the green, low-carbon and circular economy, vigorously developed strategic newly emerging industries and modern service industries, quickened the low-carbon transformation of existing buildings and transport systems, and advocated low-carbon consumption and a low-carbon lifestyle. Shanghai has sped up the pace of optimizing its energy structure, launched low-carbon development pilot projects in Hongqiao CBD and Chongming Island, implemented the concept of low-carbon development in the design, construction and operation of the Shanghai World Expo Park, and carried out "voluntary emission reduction activities to achieve a low-carbon World Expo." Jiangsu Province has selected four cities, ten industrial parks and ten enterprises for pilot experiments in developing a lowcarbon economy. II. Adapting to Climate Change During the 11th Five-Year Plan period, China strengthened scientific research in and impact evaluation of climate change, improved relevant laws and policies, and enhanced the capability of key sectors to adapt to climate change, so as to reduce the negative impact of climate change on economic and social development and people's lives. 1. Agriculture China strives to consolidate farmland and water conservancy infrastructure, raise the overall production capacity of agriculture, encourage large-scale construction of standard farmland with stable yields despite drought or flood, support major irrigation areas to continue building supporting and big irrigation and drainage pump stations, expand the irrigation area, improve the irrigation efficiency and spread water-conservation technology, and carry out agricultural water pricing reform and pilot waterconservation renovations of farmland ditches, and enhance the nation's capacity to resist disasters. It has built and improved agricultural meteorological monitoring and early-warning systems. China also carries out research into and cultivates stress-resistant varieties of seeds with high yield potential and high quality and resistance to drought, waterlogging, high temperature, diseases and pests, and expands the growing areas of super strains of crops. It has further increased subsidies for superior strains of crops, and accelerated integration of the cultivation, reproduction and spreading of such superior strains. Currently, more than 95 percent of the farmland nationwide is sown with superior strains of major crops, which contributes 40 percent to the grain output increase. 2. Water Resources China has formulated National Comprehensive Plan for Water Resources, Seven Major River Basins' Flood Control Plan, National Mountain Torrent Disaster Prevention and Control Plan, National Plan to Guarantee the Safe Supply of Drinking Water to Urban Dwellers, and National Plan for the Eco-protection of Major Rivers and Lakes. It has strengthened river basin management and water resources allocation, and organized and implemented the work of diverting water from the Yellow River to Tianjin and Hebei Province, from the Qiantang River to Lake Taihu at time of urgent need, and ecological water re-charge to the Heihe and Tarim rivers. It has quickened the implementation of the strictest water resources control, and improved the policy system concerning the development, utilization, conservation and protection of water resources. It has started constructing a batch of water-shed flood control projects, while accelerating the pace of some key water conservancy projects and major water resource projects. It has tightened soil erosion control, and has completed the comprehensive improvement of 230,000 sq km of land suffering from water and soil erosion. It has completed the reinforcement of large and medium-sized reservoirs as well as key small ones in danger. More efforts have been made to guarantee the safe supply of drinking water to 210 million rural residents, meeting the relevant target set in the UN Millennium Development Goals six years in advance. NOTA TEMATICA 2 36 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 3. Marine Resources China has strengthened the construction of a marine meteorological observation network. With such a network in place, the country has been able to observe the key climate factors in its offshore regions and some oceans, and basically built up a typical monitoring system in the eco-sensitive marine areas, thereby effectively enhancing its ability to monitor the sea-air carbon dioxide exchange flux. China has started redefining the national and provincial marine functional zoning, has started marine ecosystem restoration projects in the coastal areas and on key islands, and launched eco-restoration demonstration projects such as cultivating and replanting mangroves, protecting coral reefs by way of relocation, and returning coastal wetlands to beaches. The observation and early warning work related to storm surge, sea wave, tsunami, sea ice and other marine disasters have effectively reduced the casualties and property losses caused by such marine disasters. Observation, investigation and evaluation have been conducted of sea level rise, coastal erosion, seawater intrusion and saline tide, and the datum tide marks of 94 tidal gauging stations have been re-verified. Through comprehensive offshore investigation and evaluation, it has obtained systematic knowledge of the distribution, both spatially and temporally, of marine disasters. In addition, annual gazettes have been released on marine conditions, sea levels and marine disasters to provide information for preventing and combating various marine disasters. 4. Public Health China has worked out and promulgated the National Health Emergency Response Plan against Natural Disasters (Trial) which has clearly defined the health-related goals and principles in case of floods and droughts, meteorological and biological disasters, and other natural disasters, established the natural disaster emergency response work system, the levels and measures of such response, and formulated emergency response work plans against different types of natural disasters. The Emergency Response Plan against High-temperature Heat-stroke (Trial) and National Environment and Health Action Plan (2007-2015) have also been enacted. Researches have been carried out in the monitoring of the quality of drinking water, the impact of air pollution on health, infectious diseases caused by climatic factors, the impacts of climate change on vector-borne parasitic diseases and water-borne communicable diseases, and other diseases caused by impacts of climate change on environment, so as to provide technical support for the formulation of policies and measures to adapt to climate change. 5. Meteorology The meteorological departments have released and implemented the Weather Research Plan (20092014), Climate Research Plan (2009-2014), Applied Meteorology Research Plan (2009-2014) and Comprehensive Meteorological Observation Research Plan (2009-2014), and distributed the China Implementation Plan of the Climate Observation Systems, in an effort to promote the observation, preevaluation and evaluation of climate change. China has set up the first-generation operational system based on a dynamical climate model for short-term climate prediction, developed the new-generation dynamical climate model system, and conducted various evaluations regarding the impact of climate change on the safety of national grain supply, water supply, ecology and human health. III. Enhancing Basic Capability To build up its basic capability in this regard, during the 11th Five-Year Plan period China continued to improve relevant legislation, management system and working mechanism for addressing concerning climate change, strengthened statistical and calculation research and institutional construction, raised the level of scientific research and policy study, and further strengthened relevant education and training. 1. Formulating Relevant Laws and Regulations and Important Policies Improving relevant laws and regulations. China has formulated or amended the Renewable Energy Law, Circular Economy Promotion Law, Energy Conservation Law, Clean Production Promotion Law, Water and Soil Conservation Law and Islands Protection Law, promulgated the Regulations on Civil Buildings Energy Conservation, Regulations on Public Organizations Energy Conservation and Regulations on Drought Control, and issued the Interim Measures for Energy Conservation Evaluation and Review of Fixed Assets Investment, Measures for Energy Conservation Supervision of High-Energy-Consuming Special Equipment and Interim Measures for Supervision of Energy Conservation and Emission Reduction of National Enterprises. It has also conducted pre-legislation study on climate change. Formulating and implementing China's National Climate Change Program. This Program defines the guiding principles, main fields and key tasks concerning the work of addressing climate change. As required by this document, 31 provinces, autonomous regions and municipalities directly under the central government have all worked out their own programs to address climate change, and have put them into practice. The work to address climate change has been gradually incorporated into the plans of economic and social development of each locality, and placed on the priority agendas of local governments. Relevant departments have also worked out action plans and working programs in such fields as marine resources, meteorology and environmental protection. NOTA TEMATICA 2 37 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Promulgating a series of important policy documents. China has promulgated the Mid- and Long-term Plan for the Development of Renewable Energy, Mid- and Long-term Plan for the Development of Nuclear Energy, the 11th Five-Year Plan for Renewable Energy Development, Decision on Energy Conservation Work, Opinions on Accelerating the Development of Circular Economy and other important documents. The Comprehensive Working Plan for Energy Conservation and Emission Reduction in the 11th Five-Year Plan Period, released in 2007, stated the goals, key fields, and policy measures regarding energy conservation and emission reduction, and played a significant role in promoting energy conservation and emission reduction work in the period 2006-2010. 2. Improving Management Systems and Working Mechanism China has built and constantly improved its management system and working mechanism to address climate change, which features the unified leadership of the National Leading Group to Address Climate Change, administration by the National Development and Reform Commission (NDRC), division of work with separate responsibilities among relevant departments and wide participation of various localities and industries. In 2007, the National Leading Group to Address Climate Change was set up, with premier of the State Council as its head and 20 ministers as its members. The NDRC was assigned the specific work by the leading group, and in 2008 the NDRC set up a department to coordinate and supervise the relevant work. Following that, relevant government departments established functional organs and working mechanisms to address climate change work in their own fields. To coordinate the inter-ministry work, a liaison office was set up within the framework of the National Leading Group to Address Climate Change in 2010, and the National Panel on Climate Change was adjusted and strengthened to ensure scientific decision-making. All provinces, autonomous regions and municipalities directly under the central government have established their own leading groups and working organs to address climate change, and some sub-provincial or prefectural cities have also set up offices to address climate change. Relevant departments under the State Council have founded supportive organs such as the National Center for Climate Strategy and International Cooperation of China, and the Research Center for Climate Change, and some universities and scientific institutions have opened their own climate change research organizations. 3. Enhancing Statistical and Accounting Capabilities Improving energy and related statistical systems. China has issued the Implementation Plan and Methods for Statistical Monitoring and Reviewing of Energy Conservation and Emission Reduction, further improved the energy-consumption accounting calculation system, and worked out ten new energy statistical systems, which basically cover energy consumption by all sectors of society. The various localities have improved their energy statistical setups and personnel placement to spur statistical work in this field. All provinces, autonomous regions and municipalities directly under the central government have set up energy statistics organizations, and key energy consumption units have boosted their energy statistical and accounting work. A reporting system has been in place for key energy consumption units to report their energy utilization, and standardize their submission of such reports. Technical guidance for forest carbon sink metering and monitoring has been formulated to promote the construction of such metering and monitoring systems. Reinforcing greenhouse gas emission accounting. In the wake of its submission of the Initial National Communication on Climate Change of the People's Republic of China to United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) at the tenth session of the Conference of the Parties in 2004, China organized the compilation of a greenhouse gas emission list and the second national communication report in 2005. It has built a national databank of greenhouse gas lists, issued the Guidance for Compiling Provincial Greenhouse Gas Emission Lists (Trial), and started the compilation work at provincial level and held a series of training courses in this regard. 4. Fueling Support from Scientific and Policy Research Augmenting fundamental research. China has compiled its first and second National Evaluation Reports on Climate Change. It has conducted research into the relations between climatic change and environment quality, coordinated control of greenhouse gas and pollutants, climate change and the water cycle mechanism, and climate change and forestry response measures. It has built a data set on climate change trend, and released a data set on Asian climate change prediction. It has opened several special laboratories in sea-air interaction and climate change, and has conducted large amounts of work in fundamental research. NOTA TEMATICA 2 38 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Promoting climate-friendly technological R&D. With the support of the National Hi-tech R&D Program ("863 Program") and the National Key Technologies R&D Program, China has started R&D into clean and efficient utilization of energies, energy-saving technology and equipment in certain key industries, key energy-saving technology and materials for buildings, key technology and equipment of clean production for key industries, and pattern of a low-carbon economic development and integrated application of key technologies, and has made significant progress with a number of invention patents of its own intellectual property rights. China also pushes forward the R&D of technology for the development and application of renewable and new energies, and key technology for the smart grids. It has made evaluations of the practice of using greenhouse gas as a resource to enhance the petroleum recovery ratio, and of the capacity of underground storage and storage of carbon dioxide in underground saline water, and has carried out R&D in the preparation and sifting of new, safe and efficient absorption materials. Included in the National Key Technologies R&D Program through the 11th Five-Year Plan are special programs to study the impacts caused by and adaption to climate change and corresponding key technologies to address them, and to demonstrate the technologies used to adapt to climate change in typical fragile zones. In terms of carbon emission monitoring, China has begun its research in Orbiting Carbon Observatory. With the support of the "863 Program" and the National Key Technologies R&D Program, China has started to research in and demonstrate carbon capture and emission reduction technologies applied in major agricultural and forestry ecosystems, and key technologies in forestry ecoconstruction, and research into the technologies for monitoring, early warning and addressing major agriculture-related climatic disasters. It has carried out evaluation and applied research into technologies of energy conservation and emission reduction for key industries, which is a project of the National Key Technologies R&D Program. By 2010, the country had built 288 state engineering research (technological) centers and 91 state engineering laboratories. Strengthening strategy and policy study. Centering on the major tasks in addressing climate change during the 12th Five-Year Plan period, China is studying a long-term strategy to cope with the issue of climate change, a strategy of low-carbon development, and a national overall strategy to address climate change and carbon trading mechanism, as well as relevant laws and regulations at home and abroad related to climate change. It has started a special scientific action, with a total investment of 110 million yuan, to deal with climate change, and begun studying major strategies and technical issues to promote its own green development. 5. Strengthening Education and Training Gradually including climate change into the national education system. Education on environmental protection and climate change has been given more attention in secondary schools and universities, and relevant courses, teaching and research bases have been set up. All these have played an important role in fostering professionals in this regard. More training on climate change for officials. Collective studies, lectures and reports have been organized to help officials enhance their awareness of climate change and scientific management. The training classes organized by relevant departments under the central government cover such subjects as climate change, sustainable development and environmental management, capability building of provincial decision-makers in charge of climate change work, capability building of local officials in charge of clean development mechanism, climate-change-adaptation capability building, and capability building of provincial greenhouse gas lists compilation. Local governments have also organized various training courses on climate change. IV. Participation of the Whole Society China proactively publicizes relevant scientific knowledge in addressing climate change, enhances public awareness of low-carbon development, gives full play to the initiatives of non-governmental organizations, the media and other outlets, and uses various channels and measures to guide the whole society to participate in actions addressing climate change. 1. Proactive Government Guidance Since 2008, China has published an annual report titled "China's Policies and Actions for Addressing Climate Change" to give comprehensive introductions to China's policies and progress in addressing climate change. It organizes an "energy-saving publicity week" every year to publicize knowledge of energy conservation and emission reduction, and knowledge of climate change among the people. It also proactively popularizes the scientific knowledge of climate change on World Environment Day, World Meteorological Day, the Earth Day, World Oceans Day, World Car-free Day, National Day of Disaster Prevention and Reduction, National Day of Science Popularization and other theme days. The local governments of Beijing, Tianjin, Guiyang and other cities have held large international seminars, forums and exhibitions on climate change, energy conservation and environmental protection to enhance exchanges on low-carbon development with other countries and public awareness on addressing climate change, energy conservation and low-carbon development. The government also has given full play to the roles of newspapers, radios, televisions, magazines and other traditional media as well as the Internet, mobile phones and other new media to strengthen publicity and education on addressing climate change, energy conservation and low-carbon development. NOTA TEMATICA 2 39 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 2. Proactive Actions by Non-governmental Organizations The China Society of Territorial Economics has opened low-carbon territory experimental areas, the AllChina Environment Federation and China Tourism Association have carried out the nation's first lowcarbon tourism experiments at 48 tourist resorts, and the China Iron and Steel Industry Association and All-China Federation of Trade Unions have organized benchmarking contests on energy conservation and consumption of large-scale energy-consuming steel production equipment. The China Energy Conservation Association and other organizations have held summit media forums on climate change and low-carbon economic development. The China National Coal Association, China Nonferrous Metals Association, China Petroleum and Chemical Industry Association, China Building Materials Federation, China Electricity Council and other organizations have also played important roles in the planning of industry energy conservation, formulation and implementation of energy conservation standards, promotion of energy conservation technology, energy consumption statistics, and energy conservation publicity and training, information and inquiry, and related areas. Some non-profit organizations have also held publicity and education campaigns to boost public awareness on addressing climate change.` 3. Vigorous Media Publicity The Chinese media organs constantly strengthen publicity and news coverage on climate change, energy conservation and low-carbon development. The media have compiled and published a series of introductory and publicity picture books on climate change and the prevention of meteorological disasters, produced films and TV series, including Facing Climate Change, Warming Earth, Focusing on Climate Change, and Same Hot, Same Cool, the World Over, actively introducing China's policies, actions and achievements in addressing climate change, advocating a low-carbon lifestyle, increasing the public's knowledge and understanding of climate change and presenting China's efforts and achievements in combating climate change. 4. Public Participation The Chinese public proactively responds to climate change with action: taking their own shopping bags, using both sides of paper, limiting the temperature of air-conditioners, refusing to use disposable chopsticks, purchasing energy-saving products, choosing low-carbon means of transport, preferring lowcarbon food, leading low-carbon lifestyles and practicing low-carbon life and consumption in every aspect of daily life, including clothing, food, residence and travel. People all around China actively participate in the Earth Hour program and turn off their lights on the last Saturday of March each year to express their mutual aspiration for the protection of the global climate. The 1,000-youth environment-friendly ambassador program and other activities are held to publicize the concept of environmental protection, advocate a low-carbon lifestyle and practice green consumption at state organs, schools, communities, barracks, enterprises, parks and public squares. In some big and medium-sized cities, a low-carbon life has become a trend sought after by people who pursue a simple and low-carbon lifestyle. Shanghai, Chongqing, Tianjin and other cities have carried out the "Cool China -- National Low-carbon Action" to survey and analyze family carbon emissions. Harbin and other cities have initiated energy-saving and emission-reduction programs in communities, mobilizing families, schools, businesses and services, and state organs in communities to take part in energy conservation and emission reduction. Universities, high schools and primary schools all around the country have actively publicized the low-carbon lifestyle and environmental protection, and the goal of building a "green campus" set by some universities has aroused wide-spread attention. V. Participation in International Negotiations The Chinese government attaches great importance to the issue of global climate change. With a high sense of responsibility, it has proactively and constructively participated in international negotiations to address climate change, strengthened multi-level negotiations and dialogues with other countries in the area of climate change, striving to promote consensus among all parties on the issue of climate change and make positive contributions to building a fair and reasonable international mechanism for addressing climate change. 1. Proactive Participation in International Negotiations within the UN Framework China adheres to the double-track negotiation mechanism defined in the UNFCCC and the Kyoto Protocol, abides by the principles of signatory leadership, openness and transparency, extensive participation and consensus through consultations, gives active play to the main channel of international climate change negotiations within the UN framework, sticks to the principle of "common but differentiated responsibility," proactively and constructively participates in negotiations, strengthens communication and exchanges with various parties, and promotes consensus among all parties. In 2007, China proactively and constructively attended the United Nations climate change talks in Bali, Indonesia, and made a substantial contribution to the development of the Bali Road Map. China's three suggestions at the talks -- that the emission-reduction goals of developed countries shall be negotiated and decided before the end of 2009 at the latest, that fund and technology transfer for developing nations be provided as stipulated in the UNFCCC and Kyoto Protocol -- and other advice received extensive acknowledgement, and were finally adopted and included in the road map. NOTA TEMATICA 2 40 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo In 2009, China proactively participated in the Copenhagen Climate Change Conference, and played a key role in breaking the negotiation deadlock and promoting consensus among all parties. The Chinese government delivered a statement titled "Implementation of the Bali Road Map -- China's Position at the Copenhagen Climate Change Conference," in which the Chinese government put forward China's principles, goals and position on the conference, including further strengthening the comprehensive, effective and continuous implementation of the UNFCCC and quantifying emission-reduction targets for developed countries for the second commitment period. At the meeting of state leaders, Chinese Premier Wen Jiabao called on all parties to reach a consensus, strengthen cooperation and jointly promote global cooperation to address the climate change problem. During the conference, Premier Wen had intensive consultations with various state leaders, and promoted the adoption of the Copenhagen Accord, making outstanding contributions to the promotion of international talks on climate change. In 2010, China took an active part in the negotiations and consultations at the Cancun Conference, adhered to the principles of maintaining openness and transparency, extensive participation and consensus through consultations, proposed constructive plans on various issues and made important contributions to help the conference achieve practical results and put the talks back on track. During the negotiations on issues with greater disparity in particular, such as the long-term global goal, the second commitment period of the Kyoto Protocol, the system of "international consultation and analysis" to reduce the burden on developing countries and reach the emission-reduction goals of developed countries, China actively communicated and coordinated with the engaged parties, candidly exchanged in-depth opinions with all parties at all levels, enhanced mutual understanding and converged political impetus. Before the Cancun Conference was summoned, China enhanced exchanges and coordination with developing countries through the "G77 and China" and the "BASIC" (Brazil, South Africa, India and China) mechanisms, and strengthened dialogue with developed countries through various channels for the preparation of the conference. China also maintained close communication and exchanges with the host nation, Mexico, and provided beneficial suggestions and full support. In October 2010, prior to the opening of the Cancun Conference, China hosted a UN climate change meeting in Tianjin, which laid the basis for the Cancun Conference to achieve positive results. 2. Proactive Participation in Relevant International Dialogues and Exchanges Promoting negotiations with exchanges of high-level visits and important meetings. At the G20 Summit, dialogue meetings of state leaders of the G8 and developing countries, Major Economies Meeting on Energy Safety and Climate Change, APEC meetings and other important multi-lateral diplomatic occasions, Chinese President Hu Jintao made important speeches to promote consensus in the international community to address the climate change issue, and jointly promote global cooperation to address the climate change process. On September 22, 2009, President Hu attended the United Nations Summit on Climate Change, and delivered a speech titled "Join Hands to Address Climate Change," in which he set forth China's goals, position and opinions on addressing climate change, and expressed China's wish for strengthening international cooperation. At the East Asia Summit, EU-China Business Summit, Asia-Europe Meeting and other important international conferences, Chinese Premier Wen Jiabao repeatedly stated China's position and actions adopted on issues including the deepening of international cooperation and exchanges to address climate change and the development of a green economy, calling for further international cooperation on climate change technology and management, and deepening mutual understanding among the involved parties. Proactively participating in relevant international processes on climate change talks. China took part in the informal ministerial-level consultation meeting held by the host nation of the UN Climate Change Conference, the energy and climate forum of major economy leaders, the ministerial-level dialogue meeting on climate change in Petersburg, the ministerial-level meeting on climate change of small island states, the ministerial-level dialogue meeting of climate technology mechanism, the high-level consultation team meeting on climate change financing of the general secretary of the UN, meetings of the International Civil Aviation Organization, the International Maritime Organization and the Global Agricultural Greenhouse Gas Research Alliance, and many other international consultation and exchanges. China proactively participated in the activities of the Intergovernmental Panel on Climate Change and its working groups, and Chinese scientists took part in the drafting of each assessment report. Strengthening consultation and dialogue with various countries. China is strengthening ministerial-level consultation with the United States, the European Union, Denmark, Japan and other developed countries and regions; and enhancing communication with other developing countries, promoting the establishment of a consultation mechanism among the BASIC countries, and coordinating and promoting the process of climate change talks by adopting the "BASIC plus" framework. It is also beefing up communication with the African countries, the least-developed nations and small island states. China National Panel on Climate Change actively holds academic exchanges and dialogues with relevant think tanks of other nations to promote international cooperation in the scientific research in climate change, technology transfer, public education, information sharing and other areas. NOTA TEMATICA 2 41 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo VI. Strengthening International Cooperation China proactively participates in and promotes practical cooperation with governments, international organizations and institutions based on the principles of "mutual benefit and win-win cooperation, being practical and effective," and is playing a positive and constructive role in promoting cooperation of the global community in addressing climate change. In March 2010, China issued the Interim Measures on the Administration of External Cooperation to Address Climate Change, which further standardized and promoted international cooperation on climate change. 1. Expanding cooperation with international organizations China strengthens communication and exchanges, resource sharing and practical cooperation with relevant international organizations and institutions, and has signed a series of cooperative research agreements and implemented a batch of research projects on the scientific study, mitigation, adaptation, policies and measures to respond to climate change, including project cooperation with the United Nations Development Program, World Bank and European Investment Bank; carbon capture, utilization and sequestration cooperation with the Asian Development Bank, Carbon Sequestration Leadership Forum and Global Carbon Capture and Sequestration Research Institute; cooperation on the assessment of China' s technological needs with the Global Environment Facility; and cooperation with the Energy Foundation on the greenhouse gas inventory preparation capability, research into related policies and technical road maps, and legislation concerning climate change. China proactively joins relevant international scientific cooperation programs, such as the World Climate Research Program within the framework of the Earth System Science Partnership, International Geosphere-Biosphere Program, International Human Dimensions Program, Intergovernmental Group on Earth Observation Satellites, Global Climate Observation System and other programs, and the results of relevant researches have provided a useful reference to China in formulating its policies to address climate change. 2. Strengthening practical cooperation with developed countries China has established a dialogue and cooperation mechanism on climate change with the United States, European Union, Italy, Germany, Norway, Britain, France, Australia, Canada, Japan and other countries and regions, and has signed relevant joint communiques, memorandums of understanding and cooperation agreements with climate change as the focus of cooperation. China has promoted cooperation on energy conservation and environmental protection with Japan; carried out joint research on the three prioritized areas of building energy conservation, clean coal/carbon capture and sequestration, and clean energy automobiles with the United States; boosted scientific cooperation on electric vehicles with Germany; and pursued cooperation on the geological sequestration of carbon dioxide with Australia, cooperation on clean energy/carbon capture and sequestration technology with Italy, cooperation on building energy conservation and quality with the European Union, cooperation on green buildings and ecological urban development with Britain, cooperation on the adoption of modern wooden structures to address climate change with Canada, and cooperation on urban and rural sustainable development with Sweden. 3. Deepening practical cooperation with developing countries China has signed relevant joint communiques, memorandums of understanding and cooperation agreements with South Africa, India, Brazil, Republic of Korea and other countries, established a cooperation mechanism on climate change, strengthened cooperation on meteorological satellite monitoring, new energy development and utilization and other areas, and aided the construction of 200 clean energy and environmental protection projects in developing countries. China is strengthening its cooperation on science and technology, and has implemented 100 China-Africa joint scientific and technical research demonstration projects. It also bolsters agricultural cooperation and aids the construction of agricultural demonstration centers. It has dispatched agricultural technical experts, trained agricultural technical personnel and improved Africa's ability to realize food security. It attaches importance to cooperation in human resource development, and has carried out 85 foreign aid training programs. China held a training session on clean development mechanism and renewable energy resources in Djibouti in December 2008; held a seminar on addressing climate change for officials of developing countries in Beijing in June 2009; opened an advanced seminar on climate and climate change in developing countries for officials and scholars from African nations in Beijing in July the same year; and arranged a total of 19 international seminars addressing climate change and clean energy in 2010, which offered training to 548 officials and professionals of the recipient countries. China has also offered support and assistance to small island states in the South Pacific, the Caribbean and other regions, and aided the construction of over 130 projects in the island countries of the Pacific, providing assistance within its ability to developing countries to improve their capability to mitigate and adapt to climate change. NOTA TEMATICA 2 42 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo 4. Proactively carrying out cooperation on clean development mechanism projects In order to promote the orderly implementation of clean development mechanism (CDM) projects, China formulated and promulgated the Measures on the Operation and Management of Clean Development Mechanism Projects in 2005, which was amended in 2010 to increase the efficiency of CDM program development and validation and verification. China vigorously carries out relevant capacity building to improve its capacity to promote CDM project development, and organizes experts to calculate baseline emission factors for power grids each year which are timely published and shared by others. By July 2011, China had approved 3,154 CDM projects, mainly focusing on new energy and renewable energy, energy conservation and the enhancement of energy efficiency, methane recycling and reutilization and other areas. A total of 1,560 Chinese projects have been successfully registered with the United Nations Clean Development Mechanism Executive Board, accounting for 45.67 percent of the world's total registered programs, and their estimated certified emission reduction (CER) has reached an annual issuance volume of 328 million tons of carbon dioxide equivalent, accounting for 63.84 percent of the world's total, providing valuable support for the implementation of the Kyoto Protocol. VII. Objectives, Policies and Actions during the 12th Five-Year Plan Period During the 12th Five-Year Plan period, China will take addressing global climate change as an important task in its economic and social development. With scientific development as the theme and accelerating the transformation of the country' s economic development pattern as the main focus, China will foster the concept of green and low-carbon development, and take addressing climate change as an important strategy for its economic and social development as well as an important opportunity for economic restructuring and the transformation of its economic development pattern. It will adhere to the new road of industrialization, rationally control total energy consumption, take various measures such as comprehensively optimizing the industrial structure and energy mix, practicing energy conservation and raising energy efficiency, and increasing the capacity of carbon sinks to , effectively control greenhouse gas emissions, improve the capacity to cope with climate change, conduct extensive international cooperation on climate change, and promote sustainable economic and social development. 1. Main Objectives Before the Copenhagen Climate Change Conference was held in 2009, the Chinese government had announced the objective of reducing greenhouse gas emissions per-unit GDP by 40-45 percent by 2020 as compared with that in 2005, and had it included as a compulsory indicator in its medium- and longterm program for national economic and social development. In March 2011, the Outline of the 12th Five-Year Plan for National Economic and Social Development of the People' s Republic of China adopted by the National People's Congress stated the following compulsive objectives to address climate change during the 12th Five-Year Plan period: By 2015, carbon dioxide emission per-unit GDP would be reduced by 17 percent and energy consumption per-unit GDP by 16 percent as compared with that in 2010; the proportion of consumption of non-fossil energy to the consumption of primary energy would be increased to 11.4 percent; and the acreage of new forests would increase by 12.5 million ha, with the forest coverage rate raised to 21.66 percent and the forest growing stock increased by 600 million cu m. This fully demonstrates Chinese government' s determination to promote low-carbon development and address climate change. 2. Policies and Actions Centering on the aforesaid objectives, China will cope with climate change in the following 11 major aspects during the 12th Five-Year Plan period: First, strengthening the legal system building and strategic planning. In accordance with the requirements set in the Resolution of the Standing Committee of the National People' s Congress on Making Active Responses to Climate Change, China will study and enact special laws in addressing climate change, and revise relevant laws, regulations, rules and standards in line with the requirements of the work on climate change. China will also conduct research in low-carbon development strategy and study of the overall strategy to adapt to climate change, put forward China' s road map for technological development to respond to climate change and control greenhouse gas emission, and compile the National Plan to Address Climate Change (2011-2020) to guide the work in the coming ten years. Second, accelerating economic restructuring. Through policy readjustment and institutional innovation, China will promote industrial upgrading and optimization, and accelerate the transformation of the economic development pattern. It will limit the excessively rapid expansion of energy-hungry and highemission industries, accelerate the pace of eliminating backward production capacity, vigorously develop modern services, foster newly emerging industries with strategic significance, and speed up R&D of lowcarbon technology and product promotion, with a view to gradually establishing energy, industry, transportation and construction systems featuring low-carbon development. NOTA TEMATICA 2 43 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Third, optimizing energy mix and developing clean energy. China will rationally control its total energy consumption, formulate energy development plans, and define the total consumption control target and the mechanism to share out the tasks and responsibilities. It will accelerate the development of clean coal technology, push forward the production and use of clean coal, promote the rapid growth of natural gas output, speed up the development and utilization of such unconventional oil-gas resources as coalbed gas and shale gas, safely and efficiently develop nuclear energy, and accelerate the development of renewable water, wind, solar, geothermal and biomass energy in accordance with local conditions. Fourth, continuing to implement key energy-conservation projects. China will carry out various energy-conservation renovation, including the remodeling of boiler and kiln systems, motor system energy saving, energy system optimization, utilization of residual heat and pressure, economical use and substitution of oil, energy conservation in buildings and green lighting. It will also carry out key energyconservation projects such as demonstration projects in the industrialization of energy-saving technology, energy-saving product promotion, popularization of energy performance contracting and energy-saving capacity building, promote energy conservation in the key fields and sectors of industry, construction and transport, and endeavor to raise overall energy efficiency. Fifth, vigorously developing a circular economy. China will continue to coordinate low-carbon development strategies, and other resources- and environment-related policies, support technological R&D, demonstration and popularization, and capacity building for the development of a circular economy, and make efforts to increase the productivity of resources. China will compile an overall national circular economic development plan, intensify demonstration pilot projects, speed up the establishment of an evaluation index and statistical systems that can reflect the development of the circular economy, and make key enterprises, industrial parks and cities ecology friendly through application of recycling technologies and the market mechanism. Sixth, steadily launching low-carbon pilot projects. China will organize provinces, autonomous regions and municipalities chosen to undertake pilot projects to compile low-carbon development plans, actively explore low-carbon development modes with local characteristics, take the lead in formulating policies, systems and mechanisms conducive to low-carbon development, and speed up the establishment of industrial systems and consumption patterns characterized by low-carbon development. China will also organize low-carbon pilot projects in industrial parks, communities and commerce. Seventh, gradually establishing a carbon emissions trading market. China will, drawing on the experience of the international carbon emissions trading market while taking into consideration its actual conditions, gradually promote the establishment of a carbon emissions trading market. The country will further reform the price formation mechanism of carbon emissions trading by standardizing voluntary trading in emission reduction and discharge rights, gradually establish trans-provincial and trans-regional emissions trading systems, so as to give full play to the fundamental role of the market mechanism in optimizing the allocation of resources, and realize the objective of controlling greenhouse gas emission at minimum cost. Eighth, enhancing the capacity of carbon sinks. China will vigorously promote afforestation, continue to carry out ecological protection projects, such as the key shelterbelt construction project in Northwest, Northeast and North China and along the Yangtze River, and projects to return farmland to forest, natural forest conservation project, the program to control sandstorms in the Beijing and Tianjin area, and the comprehensive treatment program of rocky desertification in the karst areas. China will also make extensive efforts to promote afforestation in the urban areas and speed up the building of forest eco-barriers for the cities. At the same time, it will conduct pilot projects in carbon sink afforestation and promote the healthy and orderly development of forest carbon sinks. It will continue to carry out projects such as protective farming and turning grazing area back to grassland, and increase the areas of farmland and grassland carbon sinks. Ninth, enhancing the capacity of adaptation to climate change. China will attach great importance to capability building in addressing extreme climate events, and enhancing the capacity to respond to climate change in the key fields of farming, forestry, water resources and public health, as well as in the coastal and eco-fragile areas. It will study and formulate policies and measures allowing agriculture and forestry to respond to climate change, and guaranteeing food and ecological safety. It will rationally tap and optimize the allocation of water resources, and strengthen various water-saving policies and measures. It will enhance monitoring and protection of marine and coastal ecosystems, and increase the coastal areas' capacity to resist marine disasters. It will improve the emergency-response system, starting mechanism and multi-disaster early warning mechanism to tackle extreme meteorological disasters. NOTA TEMATICA 2 44 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Tenth, continuously strengthening capacity building. China will establish a basic statistical system for monitoring greenhouse gas emissions, and intensify statistical work on renewable resources, and resource supply and consumption. It will strengthen scientific and technological support, promote independent R&D of key low-carbon technologies, and expand low-carbon technology demonstration and popularization. It will further improve systems and mechanisms conducive to the development of human resources to cope with climate change, and constantly improve their quality. It will also extensively publicizes knowledge necessary to respond to climate change and advocate low-carbon consumption through the mass media. Eleventh, carrying out all-directional international cooperation on climate change. China will continue to strengthen dialogues and exchanges with developed countries, initiate South-South cooperation on climate change in an all-round way, conduct capacity building and training in response to climate change, carry out technological cooperation programs to adapt to climate change, and organize energy-saving and water-saving activities as well as publicize and give out new-energy products and facilities. It will provide practical support to other developing countries in coping with climate change, and gradually build up a comprehensive system of foreign exchanges and cooperation under the guidance of a general plan, with the support of special funds and a contingent of professionals and with effective coverage of mitigation of and adaptation to climate change, as well as technology transfer and capacity building in addressing climate change. In 2011, the Chinese government released the Comprehensive Work Plan for Energy Conservation and Emission Reduction during the 12th Five-Year Plan period and the Work Plan for Greenhouse Gas Emission Control during the 12th Five-Year Plan period, making an overall arrangement for energy conservation, emission reduction and greenhouse gas emission control during that period. VIII. China's Basic Position in International Climate Change Negotiations China has taken an active part in international climate change negotiations, playing a constructive role. It insists on the double-track negotiation mechanism of the UNFCCC and the Kyoto Protocol and upholds the principle of "common but differentiated responsibilities" in promoting the progress of international climate change negotiations. A UN climate change conference is scheduled for late November to early December, 2011 in the South African city of Durban. China maintains that the Durban climate change conference should put into effect the consensus reached at the 2010 Cancun Climate Change Conference, determine the arrangements of relevant mechanisms, continue with the negotiations on issues left unresolved at the Cancun Conference, and strive for positive results on the basis of consensus already reached. 1. China's Principled Stand in International Climate Change Negotiations China adheres to the following principled stand in its efforts to promote progress at the Durban climate change conference in accordance with the Bali Road Map: First, China upholds the basic framework of the UNFCCC and Kyoto Protocol, and strictly follows the Bali Road Map. The UNFCCC and Kyoto Protocol are the basic framework and legal foundation of international cooperation for addressing climate change. They represent the international consensus reached as well as the basis and guide to action in implementing the Bali Road Map. The Bali Road Map requires that the UNFCCC and Kyoto Protocol are comprehensively, effectively and continuously implemented, and the developed countries should undertake to achieve substantial emission reduction targets for the second commitment period under the Kyoto Protocol, and corresponding arrangements are made regarding mitigation of and adaption to climate change, as well as technology transfer and funding in this regard. Second, China sticks to the principle of "common but differentiated responsibilities." Developed countries should be responsible for their accumulative emissions during their 200-odd years of industrialization, which is the main reason for the current global warming, and they should naturally take the lead in shouldering the historical responsibilities to substantially reduce emissions. With regard to capabilities, developed countries have substantial economic strength and advanced low-carbon technologies, while developing countries lack the financial strength and technologies to address climate change, and face multiple arduous tasks of developing their economies, fighting poverty and addressing climate change. Therefore, developed countries should, on the one hand, take the lead in reducing emissions substantially, and, on the other, provide financial support and transfer technologies to developing countries. The developing countries, while developing their economies and fighting poverty, should actively adopt measures to adapt to and mitigate climate change in accordance with their actual situations. Third, China holds fast to the principle of sustainable development. The present development should not compromise the development capacity of future generations. Instead, it is necessary to take into overall consideration economic development, poverty alleviation and climate protection within the framework of sustainable development, actively promote green and low-carbon development, and strive for a win-win situation in both socio-economic development and response to climate change. NOTA TEMATICA 2 45 Bruxelles, 23 novembre 2011 Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea Verso la COP 17 dell’UNFCCC sui Cambiamenti Climatici – a cura del Dottor Prina Pera Giancarlo Fifth, China upholds the principle that the United Nations leads climate change negotiations as well as the decision-making mechanism of reaching unanimity through consultation. China does not object to informal or small-scale consultations on urgent issues outside the negotiations on the UNFCCC and Kyoto Protocol which are conducive to the negotiation progress, but these consultations should be supplements to rather than substitutes for the negotiation process of the UNFCCC and Kyoto Protocol. The principle of "reaching unanimity through consultation" is an important part of the spirit of the UN Charter. It conforms to the general and long-term interests of the United Nations, and plays a significant role in strengthening democracy, authority and legality of decision making. Therefore, it is imperative to uphold the decision-making mechanism of "reaching unanimity through consultation," and raise work efficiency through appropriate means under the premise of guaranteeing an open and transparent negotiation process with wide participation. 2. Prospects of the Durban Conference China maintains that the Durban climate change conference should yield tangible results in three aspects: First, clarifying absolute quantities for developed countries' substantial emission reduction in the second commitment period under the Kyoto Protocol. The Kyoto Protocol, the first commitment period of which is due to expire by the end of 2012, is one of the double tracks of Bali Road Map negotiation mechanism. The emission-reduction plan for developed countries in the second commitment period under the Kyoto Protocol should be made clear as soon as possible so as not to leave a space between the two commitment periods under the Kyoto Protocol, as is required by the Cancun Accord. This task, the most urgent at Durban, is vital to the conference's success. Second, defining the emission reduction commitment under the UNFCCC for developed countries outside the protocol, which should be comparable with that of developed countries inside the protocol. Since developed countries inside the Kyoto Protocol have assumed their shares of emission reduction, developed countries out-side the protocol should also assume comparable emission reduction commitments under the UNFCCC, in accordance with the Bali Road Map. The commitment should be comparable in terms of the nature and scope of emission reduction, and the compliance mechanism. In such circumstances, developing countries should also actively reduce their emissions within the framework of sustainable development with funds and technological support from developed countries. Many developing countries have put forward their climate change mitigation plans by 2020. In accordance with the principle of "common but differentiated responsibilities," after developed countries assume their law-binding emission reduction targets under the UNFCCC and the second commitment period of the Kyoto Protocol, developing countries' similar targets should also be clarified in the form of law, and their efforts for emission reduction should also be recognized. Third, specifying mechanisms and arrangements for adaptation, funding, technological transfer and capacity building, as well as measures to make the differences of emission reduction responsibilities transparent, measurable, reportable and verifiable between developed and developing countries. Most developing countries have taken active measures within their capacity to cope with climate change, and made important contributions. However, the international community still needs to provide effective support in a funds and technological transfer to developing countries. The latter will not be able to effectively carry out actions to mitigate and adapt to climate change without an effective mechanism, new, additional and abundant funds or technological transfer. The Cancun Accord specified the "measurable, reportable and verifiable" mechanisms and the principle of transparency. China maintains that specific arrangements should be made at the Durban conference regarding developed countries' emission reduction commitments, their support to developing countries in funds, technological transfer and capacity building, various "measurable, reportable and verifiable" responsibilities between developing and developed countries, as well as "international negotiation and analysis" of developing countries' voluntary climate change mitigation. The arrangements should also fully embody the principle of "common but differentiated responsibilities" between developing and developed countries. Concluding Remarks China is clearly aware of the challenges brought about by climate change while advancing its modernization and urbanization. As a responsible and major developing country, China will take into account its basic national conditions and development stage, unswervingly ad-here to the path of sustainable development, and make greater contributions to the cause of addressing global climate change. China will continue to promote international negotiations on climate change, take an active part in UN climate change conferences, and support the coming Durban climate change conference to achieve comprehensive and balanced results in implementing the Bali Road Map, and make reasonable, fair and effective arrangements for the full, effective and continuous implementation of the UNFCCC and Kyoto Protocol. China is willing to work with the international community to ensure the success of the Durban conference. NOTA TEMATICA 2 46 Bruxelles, 23 novembre 2011