scarica - Nostra Signora del Sacro Cuore
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1 Trecate, 22/02/2016 EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI Letture: 1 Pietro 5, 1-4 Salmo 23 (22) Vangelo: Luca 6, 12-26 Saluto di don Alessandro. “Vi ringraziamo per la vostra presenza e vi chiediamo di pregare per la Comunità, in cui celebrate l’Eucaristia. Abbiamo bisogno di preghiere, per essere una Comunità guidata dallo Spirito Santo e dalla comunione. Pregate per i Preti di questa Comunità e per i Preti della nostra Diocesi. Dobbiamo seguire sempre di più il Vangelo e i suggerimenti del Papa. Vi auguro di fare una bella esperienza di Cristo, questa sera, di far vedere agli altri, poi, che lo Spirito vi ha cambiati. Buona lode e buona Eucaristia!” NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN! Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa Messa annuale nella Parrocchia di Trecate. Ti benediciamo per questo regalo! Siamo nell’Anno della Misericordia e il Gruppo ha preparato, come segno, un cuore composto da tante vie, tanti segnali, così come è il nostro cuore, pieno di relazioni. 2 Molte volte, per noi, sono relazioni malate; per te, Gesù erano relazioni autentiche. Si dice che, quando andremo in Paradiso, ci porteremo le nostre relazioni, le persone, che abbiamo amato. Le nostre relazioni sane saranno per l’eternità. Le persone, con le quali ci siamo relazionati, specialmente quelle che vengono sigillate dal tuo Spirito, saranno sempre con noi. Ti ringraziamo, Signore, per questo cuore nuovo, che la Comunità ci dona, come segno. L’unico modo di vivere bene l’Anno della Misericordia è proprio avere un cuore mite ed umile, come il tuo, Gesù, che ha dato fondamento a tutta la Misericordia. Vogliamo invocare il tuo Spirito, Signore, perché scenda, ancora una volta, su di noi e, questa sera, come ci ha augurato don Alessandro, possiamo sentire parole di vita, parole, che ci spronino a vivere meglio il nostro passaggio terreno. Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù! Ebrei 10, 15-16: “Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Questa è l’alleanza che io stipulerò con loro, dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò le mie leggi nei loro cuori e le imprimerò nelle loro menti.” Grazie, Padre! Matteo 10, 26-28: “Non li temete dunque, perché non vi è nulla di nascosto che non debba essere svelato e di segreto, che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo.” 3 Chi crede in me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Ti ringraziamo, Signore, per l’immagine di mulini a vento, le cui pale venivano mosse proprio dal vento e producevano energia. L’invito del Signore è di lasciar cadere ogni resistenza, per lasciarci pervadere dal suo Spirito e lasciarci guidare nelle azioni, nelle parole, nell’uso dei carismi, seguendo questo fiume che lo Spirito viene ad aprire proprio nel nostro cuore. Ti benedico, Signore, per questo spirito di liberazione, che hai effuso sull’assemblea, perché ho avuto l’immagine di san Michele Arcangelo, che presenziava fra noi, e ho sentito le parole: -Questa sera, vengo ad abbattere muri.- ATTO PENITENZIALE Ti ringraziamo, Signore Gesù, per le parole che ci hai detto in questa apertura della Penitenziale. Con la lettera agli Ebrei ci confermi che vuoi darci questo cuore nuovo, che più volte ci hai dato, perché è uno dei segni più usati, insieme alle parole lette agli incontri di preghiera. Questo significa che il cuore va rinnovato, rivisto. 4 Ci hai parlato del vento, che muove le pale dei mulini. Prima di iniziare l’Eucaristia, ci hai dato il passo di Nicodemo: “Il vento soffia dove vuole e tu ne odi il suono, ma non sai da dove viene e dove va. Così è di chiunque è nato dallo Spirito.” Giovanni 3, 8. Bisogna rinascere di nuovo dallo Spirito. È come se volessimo volare e, da qualche parte, ci tirano in basso: situazioni, persone, che ci impauriscono e noi chiudiamo le ali. Gesù ha detto chiaramente di non temere tutto questo, perché ha solo il potere di nuocere al corpo. Ti ringraziamo, Signore, perché ci inviti a questa apertura alare, apertura del cuore, apertura del Vangelo. Chi vive il Vangelo è nel giusto. Chi vive la comunione con Gesù è nel giusto. Ti ringraziamo, Signore Gesù, anche per la presenza di san Michele Arcangelo, che presiede tutte le preghiere di liberazione. Questa sera è stata evidenziata la sua presenza: questo significa che, ancora una volta, Signore Gesù, vuoi liberarci. Questa sera pregheremo per l’Albero Genealogico, come abbiamo pregato, ieri. Ti benediciamo per questa ulteriore liberazione. Diamo il “Benvenuto” ai nostri Angeli, che ci hanno portato qui e a san Michele Arcangelo, che nella tradizione è il Capo delle Schiere Angeliche, di chi è fedele a Dio. Michele significa: “Chi è come Dio?” Signore, con Michele e come Michele, vogliamo dare adesione a te, lasciando perdere vari spiriti e poteri. Passa in mezzo a noi, Signore Gesù, e realizza la tua Parola! 5 OMELIA Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Oggi, 22 febbraio si ricorda la Cattedra di Pietro. Le letture del giorno parlano ai Pastori, al Pastore Supremo della Chiesa visibile. “Tu sei Pietro e su questa roccia costruirò la mia Chiesa.” Matteo 16, 18. Mentre pregavo per questa Messa, più volte, il Signore mi ha dato questo passo di Luca, sul quale verte l’Omelia: la chiamata dei Dodici, le Beatitudini, che sono ridotte, con l’aggiunta del “Uai!”, lamento funebre. Ieri, abbiamo sentito che Jahve ha portato fuori Abram e gli ha mostrato le stelle: lo ha portato fuori dalle sue fissazioni, dalle sue nevrosi, dai suoi problemi. Dio ci porta fuori dalle recinzioni di morte. Gesù stesso, nel Vangelo di Giovanni 10, 3: “Chiama le sue pecore, una per una, e le conduce fuori.” Sia nell’Antico Testamento, sia nel Nuovo Testamento, Dio ci porta fuori dalle problematiche. Il Vangelo inizia, dicendo che Gesù uscì, non si sa dove, e andò verso il monte, per pregare. Gesù esce di sua spontanea volontà. Questo è un messaggio per la nostra vita: non possiamo stare nei nostri recinti, nelle nostre nevrosi… Se ci vede il Dio dell’Antico Testamento, ci porta fuori, come ha fatto con Abram. Se siamo Cristiani, è Gesù stesso che ci porta fuori e ci chiama per nome. Se vogliamo fare un cammino personale, come Gesù, dobbiamo uscire di nostra spontanea volontà. Gesù è vero Dio e vero Uomo, quindi ha tutti i nostri problemi. Riesce a superarli, perché ha la Grazia Divina, che possiamo avere anche noi. In fondo, questa sera, siamo usciti di casa, per salire sul monte a pregare. 6 Il monte, qui, non ha un nome proprio. “Monte” in Ebraico si dice “H(A)R”. Significa: “energia divina, che fluisce e avvolge”. Noi usciamo dai nostri problemi, che ci tolgono l’ossigeno, la gioia, la vita e saliamo sul monte, in questa energia divina, che fluisce e ci avvolge, per pregare. Gesù ha pregato tutta la notte. Per Gesù, la notte è un incontro nella preghiera di Dio. Gesù prega il Padre e rimane nella preghiera di Dio, non nella preghiera a Dio. Noi siamo venuti qui, per pregare Dio per le nostre situazioni, le nostre malattie, i nostri problemi. Dovremmo passare dalla preghiera a Dio alla preghiera di Dio. La nostra è una preghiera personale. In questa Messa di Intercessione, preghiamo per i nostri problemi e per tutti quelli che ci vengono segnalati. Non possiamo fare sempre intercessione: importante è la preghiera di Dio. Leggiamo in Marco 11, 22: “Abbiate la fede di Dio!”, non la fede in Dio. Se avessimo un granellino di fede di Dio, potremmo dire alla montagna di spostarsi e gettarsi in mare e ciò avverrebbe. Dobbiamo compiere un passaggio successivo: dalla fede in Dio alla fede di Dio. Tutti siete venuti a Trecate e avete fatto un atto di fede, perché sapevate che c’era la Messa. Non vi siete chiesti: -Ci sarà la Messa? Ci sarà il prete?La preghiera di Dio è quando entriamo in comunione con Lui, ci fondiamo con Lui. Abbiamo bisogno anche di questo tipo di preghiera, che è la preghiera contemplativa, la preghiera del cuore, dove non c’è altro bisogno, se non l’incontro con il Dio amato. Gesù sta facendo questo, di notte. Terminata la notte, Gesù scende dal monte, esce da questa energia, che fluisce, e chiama i Dodici. 7 A volte, ci lamentiamo delle nostre Comunità, perché c’è sempre qualche persona, che disturba, ma la Comunità perfetta non esiste. Anche la prima Comunità degli Apostoli fa acqua da tutte le parti. Il primo apostolo è Pietro, il testardo. L’ultimo è Giuda Iscariota, il traditore. Da recenti studi, si sa che Luca scrive il Vangelo, dopo la morte di Gesù, quindi non lo ha conosciuto direttamente e avrebbe potuto tralasciare di citare Giuda, ma è fedele alla Parola. Giuda Iscariota è un traditore, ma rimane discepolo del Signore, perché la chiamata del Signore è irreversibile. Una volta che il Signore ci ha dato dei carismi o ci ha chiamati, questo è per sempre. Il primo discepolo, Pietro, e l’ultimo, Giuda, sono traditori. Questo, secondo le tecniche del Vangelo, significa che tutti i discepoli, compresi fra i due, hanno tradito. Immagino questo gruppo a cena! Gesù, addirittura chiama Matteo, che significa “dono di Dio”, il quale si converte. Matteo era un collaborazionista del Governo Romano. Le grandi ricchezze di Roma erano date dalle tasse, che esigeva dalle varie province dell’Impero. Roma cercava persone, che collaborassero alla riscossione delle tasse. Matteo era al banco delle imposte. Passa Gesù e gli dice: “-Seguimi!- Ed egli, alzatosi, lo seguì.” Marco 2, 14. Matteo ha una mentalità da collaborazionista, sebbene segua Gesù. 8 Nel gruppo c’è anche Simone, lo Zelota, che apparteneva al gruppo degli Zeloti, definito come gruppo di partigiani antiromani. Simone, lo Zelota, sosteneva che i Romani dovessero essere uccisi. Tra gli apostoli, l’unico, che era persona saggia all’interno del Collegio Apostolico, era Giuda Iscariota, che conosceva il Latino, l’Ebraico, il Greco. Il suo errore è stato quello di non capire che non doveva fidarsi dei preti. Tradisce Gesù ed è tradito dai preti. Anche se le Comunità sono malvagie, quando sono chiamate dal Signore, Lui compie meraviglie. Le meraviglie non dipendono da noi. Le guarigioni di questa sera dipendono dalla fedeltà del Signore alla sua Parola. “Chiedete e vi sarà dato.” Matteo 7, 7. “Mandò la sua Parola e li fece guarire.” Salmo 107, 20. Gesù chiama questa Comunità, poi si ferma in un luogo pianeggiante, dove c’erano tante persone, “che erano venute, per ascoltarlo.” Quello che dobbiamo fare in ogni Comunità, al di là dei nostri limiti, delle nostre debolezze, è di portare Gesù e far parlare Gesù, perché, ascoltandolo, noi entriamo in dinamiche di guarigione e liberazione. “Di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.” Luca 7, 7. La Parola, proclamata nelle letture, è importante, così come quella donata, attraverso il carisma della parola, della profezia, dell’intercessione, della conoscenza. Una Messa carismatica non si basa solo sulle letture canoniche, che sono sempre molto belle, ma su quello che lo Spirito ci dice in quel momento. Quello che ascoltiamo ci condiziona. Adamo ha ascoltato Eva. Eva ha ascoltato il serpente. Per questo “furto della frutta” hanno rovinato l’umanità e l’eternità. Dobbiamo prestare attenzione a quello che ascoltiamo, perché appunto l’ascolto condiziona. Ascoltiamo cose belle, perché la parola crea, ma può distruggere. Questa gente ascolta Gesù, guarisce e viene liberata. 9 “Tutta la folla cercava di toccarlo.” Noi tocchiamo Gesù, ricevendo la Comunione, e tocchiamo anche il Santissimo. Penso che quest’ultimo sia un atto di fede, perché “da Lui usciva una potenza, che sanava tutti.” Da che cosa gli veniva questa potenza? Proprio dal suo Essere Divino! Chi si avvicina a noi, che cosa riceve? Noi dovremmo fare una specie di cardioversione, perché il nostro cuore sia come quello di Gesù e ciascuno di noi porti fuori energia. Tutto questo deriva dalla preghiera. Giacomo 5, 16: “Molta energia dona la preghiera del giusto fatta con insistenza.” Più ci incontriamo con Dio, più ci riempiamo di questa energia, che viene sentita da chi entra in relazione con noi. Anche noi possiamo essere energetici. “Sollevati gli occhi”, Gesù ha cominciato a parlare delle Beatitudini. Gesù non guarda dall’alto in basso, ma dal basso verso l’alto. Ricordiamo l’episodio del “Dignitario reale”, che, quando scende dal suo ruolo, ottiene la guarigione del figlio. (Giovanni 4, 43-54) È l’invito a scendere dai ruoli, dai vari gradini, sui quali ci innalziamo. Gesù cita solo quattro Beatitudini. La prima è quella della condivisione e l’ultima è quella della persecuzione, anche se nessuno di noi la vorrebbe, ma più operiamo il bene, più scateniamo il mondo delle tenebre. Le due Beatitudini intermedie sono proprie di Luca: 10 “Beati quanti avete fame ora, perché sarete saziati.” “Beati quanti piangete ora, perché riderete.” Questo “ora” fa la differenza. Mentre la Beatitudine della condivisione, della felicità, della gioia sono, come un fiume sotterraneo, che alimenta la nostra vita, ci sono momenti, in cui le difficoltà del mangiare, che è tutto ciò che ci nutre, e il pianto, che denota fallimento, ora, si volgeranno al bene. È un invito per quando siamo in difficoltà a pensare che non sarà sempre così, ma c’è un “ora” di adesso, poi saremo sazi e rideremo. Seguono i quattro “Uai!”, che era il pianto per quanti erano morti, un pianto irreversibile. È lo stesso pianto che Gesù ha fatto davanti a Gerusalemme, perché non c’è più niente da fare. Di Gerusalemme non resterà pietra su pietra. (Luca 19, 44) Se così è stato della Città Eletta, del Tempio voluto dal Signore, cosa sarà di noi? Questo “Uai!” è per i ricchi. Questo significa che noi dobbiamo diventare signori. Il ricco è colui che ha e tiene per sé. Il signore è colui che ha e condivide. Gesù parla di coloro che sono sazi, cioè di coloro che bastano a se stessi e non sentono il bisogno di una Messa, di una preghiera. Forse vanno a Messa solo per assolvere a un precetto. Il Vangelo viene annunciato ai malati, a chi ha bisogno di Dio. Alle persone sazie, che ridono, perché tutti parlano bene di loro, Gesù ricorda che “così facevano i loro padri con i falsi profeti.” 11 È un invito ad avere sempre bisogno di Dio. Queste Beatitudini, diverse da quelle di Matteo, ci riportano alla felicità o alla morte e a questo “Uai!”. Continuiamo la Celebrazione, mettendoci in questo bisogno di Dio, che ci porta alla pienezza della felicità! AMEN! Giovanni 19, 33-34: “Venuti, però, da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua.” Grazie, Signore Gesù! PREGHIERA DI INTERCESSIONE / GUARIGIONE Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa preghiera di guarigione, che ci riallaccia a quella di ieri sull’Albero Genealogico. Quella preghiera si è conclusa in maniera mirabile con il passo di Colossesi 1, 9-10, il quale sottolinea come i nostri Cari pregano per noi, per questa pienezza in Dio. Vogliamo presentarti, Signore, le nostre situazioni e quelle degli altri. Lo facciamo con la preghiera del profeta Baruc 3: “Signore Onnipotente, noi siamo pieni di dolore e gridiamo verso di te nell’angoscia. Ascolta, Signore, ed abbi pietà. Abbiamo peccato contro di te. Signore, ascolta la nostra preghiera. Siamo come condannati a morte. 12 Siamo discendenti di un popolo, che ti ha offeso e che non ha dato retta alla tua Parola. Così ci portiamo addosso il castigo. Signore, non ricordare più il male fatto dai nostri antenati. È tempo che ti ricordi di noi. Tu sei il Signore Nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. Per questo, hai suscitato nel nostro cuore la volontà di amarti e di invocare il tuo Nome. Ti loderemo qui, in terra di esilio. Abbiamo abbandonato la condotta ingiusta dei nostri antenati. Siamo insultati; scontiamo i peccati dei nostri antenati, che si sono ribellati contro di te.” Facciamo nostra questa preghiera. Sappiamo che tu, Signore, ci porti oltre questa preghiera nella pienezza di vita. Ti chiediamo di spezzare, nel tuo Nome, ogni catena, che ancora ci tiene legati a un passato, che non ci appartiene. Spezza, Signore, tutte quelle situazioni, che portano angoscia, depressione, tristezza, malattia, rancore, un cuore pieno di sudiciume, mentre dal tuo Cuore scaturiscono Sangue ed Acqua. Spezziamo, nel tuo Nome, Signore, ogni situazione di spiritismo, di magia, di idolatria. Ti consegniamo tutti i morti dispersi in guerra, gli omicidi, i suicidi, i bambini non nati. Avvolgiamo tutti in questa preghiera di guarigione e liberazione. Noi siamo venuti, per ascoltarti e per essere guariti, liberati. Vogliamo uscire da queste situazioni di dolore, di sofferenza, per vivere bene e anche in salute. Passa in mezzo a noi, Gesù, come 2.000 anni fa, e ci sia tutta questa energia, che scaturisce da te e anche da noi, per poterla donare ai nostri fratelli. Passa in mezzo a noi! 13 2 Samuele 7, 18-22: “Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al SIGNORE e disse: «Chi sono io, Signore, DIO, e che cos'è la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fino a questo punto? Questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore, DIO; tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire. Questa è l'istruzione per l'uomo, Signore, DIO! Che potrebbe Davide dirti di più? Tu conosci il tuo servo, Signore, DIO! Per amore della tua parola e seguendo il tuo cuore, hai compiuto tutte queste cose per rivelarle al tuo servo. Tu sei davvero grande, Signore, DIO! Nessuno è pari a te e non c'è altro Dio fuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi.” Grazie, Signore Gesù! Ti ringraziamo, Signore, per quello che è stato detto. Ho chiesto il canto “Nostra Signora del Sacro Cuore”. A Maria vengono attribuite grandi intercessioni per le varie malattie. Nei vari Santuari, sparsi per il Mondo, l’intercessione di Maria è quella che porta la guarigione. Chiediamo, Gesù, l’intercessione di tua Madre, Maria, per tutte le persone, che stanno male fisicamente, qui presenti, e per tutte quelle che portiamo nel cuore. Maria, Nostra Signora del Sacro Cuore, possa, attraverso l’intercessione di Gesù, ottenere grazie particolari per tutte quelle situazioni, che i medici stentano a diagnosticare e guarire. Vengano spezzate tutte le catene generazionali e tutte le malattie trasmissibili, attraverso la generazione. Signore Gesù, ti chiediamo guarigione completa, nel tuo Nome, per intercessione di Maria. Qoelet 5, 18: “Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio.” Con questa Parola di benedizione, ci apprestiamo a chiedere la benedizione. Ti ringraziamo, Signore, perché è un dono di Dio possedere le ricchezze ed usarle, è un dono di Dio poter usare il frutto del proprio lavoro. Per godere delle ricchezze, frutto del nostro lavoro, abbiamo bisogno della salute. Ti ringraziamo, Signore, per questa Parola di benedizione! PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.