OK, il prezzo è giusto! - Migliori Pasticcieri d`Italia
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OK, il prezzo è giusto! - Migliori Pasticcieri d`Italia
Verso una pasticceria evoluta In collaborazione con Molino Quaglia Spa Testi a cura di Piero Gabrieli Per saperne di più sull’iniziativa MPI: www.miglioripasticcieriditalia.it Definire con precisione costi fissi e variabili aiuta a praticare il prezzo giusto, accontentare il cliente e guadagnare OK, il prezzo è giusto! Riccardo Antoniolo (nella foto), giovane chef pasticciere brillante ed eclettico, creativo e bravo formatore. Un professionista che si è formato grazie a esperienze a cavallo tra la pasticceria e la ristorazione. Si occupa di ideare e sviluppare nuove soluzioni per la pasticceria con le farine speciali Molino Quaglia Siete sicuri di praticare il prezzo giusto in base ai vostri costi effettivi? Sapete cosa vuole la vostra clientela? E la scelta dei fornitori è sempre la migliore? T empo e denaro Dopo la premessa del numero precedente, doverosa per inquadrare i motivi che suggeriscono il calcolo dei costi di un prodotto di pasticceria, procediamo con l’analisi di una modalità di determinazione dei costi di produzione e vendita finalizzata a fissare in modo corretto i prezzi da praticare alla clientela. Il calcolo tradizionale dei costi di un prodotto si basa sulla classificazione dei consumi, in modo da attribuire a ciascuno di essi un valore proporzionale alla quantità impiegata e al prezzo di acquisto. Per esempio, il costo delle materie prime è pari ai chili di farina, burro, uova, latte, ecc., utilizzati in un impasto moltiplicati per i relativi prezzi di acquisto. Il costo della manodopera è pari alle ore lavorate per il relativo costo orario. Il costo dell’energia è uguale ai Kw per il prezzo del Kw, e così via. Chiunque però stia utilizzando questo metodo di calcolo si sarà accorto del fatto che il risultato della somma dei singoli costi è poco utile ai fini della fissazione dei prezzi di vendita, perchè porta a prezzi troppo alti o troppo bassi. In altre parole, applicando il tradizionale calcolo dei costi si parte con un obiettivo di guadagno annuale che quasi sempre non si raggiunge alla chiusura dell’anno. Per calcolare i costi di ogni prodotto in vendita in modo da non avere sorprese quando si faranno i conti a fine anno è quindi necessario seguire una via diversa. Innanzitutto si deve decidere quali costi considerare come fissi e quali invece attribuire con precisione a ogni singolo prodotto da valutare. Nel caso della pasticceria artigiana, diversamente dall’industria dolciaria, motivi di praticità e di scarsi mezzi contabili interni suggeriscono l’opportunità di considerare come imputabili a ogni singolo prodotto esclusivamente i costi delle materie prime (gli ingredienti della ricetta) e come fissi, e quindi ripartibili, tutti gli altri. Il problema sta quindi nell’individuare un criterio di ripartizione dei costi fissi (che rappresentano circa il 70% dei ricavi totali). Questa, che a prima vista sembrerebbe un’approssimazione grossolana, in realtà torna particolarmente utile alla piccola impresa, perchè supera il limite della difficoltosa, se non quasi impossibile, rilevazione dei costi variabili a favore della possibilità ben più utile di parametrare i costi al contributo che la vendita di ciascun prodotto deve dare al guadagno netto dell’imprenditore. L’applicazione del metodo è semplice: dopo aver calcolato con esattezza il costo per chilo degli ingredienti di ciascuna ricetta si deve aggiungere una quota di tutti gli altri costi (personale dipendente, consumi energetici, fitti passivi, manutenzioni, consulenze, imposte e tasse, contributi previdenziali e assistenziali, canoni di leasing, ammortamenti, ecc.) in rapporto al prezzo unitario di Fratino Formula impasto Frolla • • • • Zucchero di canna grezzo 780 g Burro 600 g Uova intere 150 g Latte intero 45 g • • • • Farina Frolla M.Q. 1200 g Cannella macinata 22,5 g Lievito chimico 18 g Sale 6 g Sabbiate il burro, precedentemente plastificato, nell’impastatrice con la farina, quindi unite lo zucchero, il sale, la cannella, il lievito e finite la sabbiatura. Aggiungete i liquidi e appena l’impasto sarà omogeneo toglietelo dalla macchina e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 2 ore. Stendete la pasta a uno spessore di 1,8/2 mm e formate delle placche 60x40. Cuocete in forno a 190°C. Tagliate la frolla ancora tiepida con un cutter affilato in quadrati da 6x6 cm e rimettete in forno a 100°C per circa un’ora per togliere l’acqua in eccesso. Formula impasto Biscotto arrotolato • Albumi 600 g • Tuorli d’uovo 400 g • Zucchero semolato 400 g • Zucchero invertito 150 g • Farina Molino Quaglia Bignè e Dolci Fritti 400 g • Amido di riso 100 g • Buccia d’arancia 1 n • Bacca di vaniglia 1 n • Pistacchi sgusciati q.b. • Fave di cacao q.b. • Nocciole in granella q.b. • Mandorle a bastoncino q.b. Montate gli albumi con 250 g di zucchero semolato e 150 g di zucchero invertito formando una schiuma areata ed elastica. A parte montate i tuorli d’uovo con il resto dello zucchero semolato, la buccia d’arancia grattugiata e la polpa della bacca di vaniglia. Successivamente montate le due masse amalgamando con delicatezza e infine unite le polveri setacciate insieme. Disponete su una placca ricoperta di carta da forno a uno spessore di 2 cm aiutandovi con uno stampo da ganache o un rettangolo 60x40. Cospargete la superficie con pistacchi, fave di cacao sbriciolate, granella di nocciole e mandorle a bastoncino. Cuocete in forno a 210°C per 13-15 minuti. Formula impasto Cremino • Cioccolato al latte 1000 g • Pasta di nocciola 500 g • Burro liquido 150 g Sciogliete il cioccolato a 45°C, unitevi il burro liquido e la pasta di nocciola. Temperate a 23°/24°C. Montaggio finale Assemblate il tutto utilizzando la frolla come base, quindi il cremino da unione e infine il biscotto anch’esso tagliato 6x6 cm. continua a pag. 38 36 Dolcesalato Dolcesalato 37 Verso una pasticceria evoluta prime M aterie di valore Si sa che in una ricetta l’ingrediente peggiore fa la qualità del prodotto finito. È così anche nella pasticceria, dove mettere insieme materie prime di differente livello qualitativo certo non giova al gusto e al risultato finale. Il progetto de I Migliori Pasticcieri d’Italia mira, tra le altre cose, a focalizzare l’attenzione dei lettori sulla necessità di selezionare nel mercato ingredienti prodotti da aziende che dichiarino valori e filosofia simili e orientati alla qualità senza compromessi. Perchè, come già più volte evidenziato in queste pagine, la scelta di un fornitore non deve essere basata solamente sul prezzo e sulla qualità di ciò che vende, quanto piuttosto sulla capacità della sua azienda di affrontare il mercato con l’ottica dell’investimento continuo, indirizzato allo sviluppo di proposte che stimolino la crescita economica e culturale dei clienti pasticcieri. Credo che a tale proposito sia determinante trattare con aziende fornitrici che siano in grado di mettere a disposizione strumenti e uomini dedicati a facilitare l’uso delle materie prime, trasferendo i segreti del loro utilizzo. Sarebbe bello se un pool di aziende allineate all’eccellenza coinvolgessero i pasticceri in sessioni di aggiornamento con la presenza contemporanea dei rispettivi tecnici. Si ricreerebbe la situazione di ogni giorno, quella del pasticciere che produce eccellenza grazie al contributo dei suoi migliori fornitori. 38 Dolcesalato vendita di ciascun prodotto. Così facendo i prodotti a più alto prezzo saranno caricati di una quota proporzionalmente maggiore dei costi sopra elencati, a prescindere dall’effettivo consumo dei relativi fattori produttivi. Ciò che dal punto di vista contabile potrebbe apparire discutibile è invece corretto dal punto di vista della logica di mercato. Cosa vuole il cliente? Un bell’arredamento, un locale ben illuminato, merci ben esposte in vetrine alla moda, personale di vendita cortese e competente, confezioni di grande immagine, una gamma articolata di prodotti sempre nuovi, insieme a quelli tradizionali, e soprattutto un prodotto gustoso e rispettoso della salute. Per tutto questo è disposto a spendere, anche molto, e quindi è logico che i costi fissi siano imputati in maggior misura a quei prodotti di elevato prezzo e valore aggiunto che richiedono uno standard di produzione e vendita senza compromessi. Come dire che il pasticciere sceglie il personale dipendente, l’arredamento, le confezioni, il luogo di vendita, pensando ai suoi prodotti più pregiati e non a quelli più poveri. Questa impostazione del calcolo dei costi porta a definire prezzi di vendita al pubblico tanto più elevati rispetto al costo delle materie prime quanto più il prodotto rappresenta la specialità che rende il pasticciere riconoscibile rispetto ai concorrenti. Con l’effetto di tenere bassi e concorrenziali i prezzi dei prodotti più comuni, il cui rapporto qualità-prezzo risulterà essere molto vantaggioso, perchè il contesto di vendita e di servizio sarà tarato sui prodotti più pregiati. Quello che ho appena descritto è il sistema di calcolo dei costi che meglio associa il prezzo di un prodotto al valore del tempo dedicato a produrlo e venderlo, e che permette di costruire un listino di prezzi crescenti a favore di quei prodotti per i quali i clienti sono disposti a spendere perchè danno valore al tempo dedicato al loro consumo. Ma di questo parleremo nel prossimo appuntamento.