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VI
MODA
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6 GIUGNO 2014
Gli stilisti (ri)trovano l’ispirazione nello stile “used” lanciato da Marc Jacobs negli anni ’90
Il grunge ipnotizza la generazione 2.0
C
hi ha vissuto in pieno gli anni ’90 li ricorda come un periodo di grande confusione ma anche di grande fermento
creativo. Erano anni in cui la moda conosceva
il suo momento di maggiore splendore grazie
alla generazione di Top Model che in quegli
anni monopolizzava copertine di riviste e manifesti pubblicitari.
Erano gli anni in cui si affacciavano alla ribalta icone della moda come Christy Turlington, Kate Moss, Cindy Crawford,
Helena Christensen e Linda Evangelista.
Ma erano soprattutto gli anni del “grunge”, gli anni in cui conobbero la grande
Tre creazioni di Fausto Puglisi PE 2014
consacrazione i Nirvana di Kurt
Cobain. Il che, tradotto nel linguaggio della moda, significa uno stile
fuori dalle righe, una moda che non
segue una regola ben precisa e predilige il gusto per gli abiti usati e dismessi.
In questa epoca di grande confusione e avara di nuove idee il ricorso a
quello stile è molto frequente. Molti
gli stilisti che trovano in quegli anni
fonte d’ispirazione. Alcuni di essi quarantenni
per aver vissuti in pieno quegli anni come nel
caso, ad esempio, di Fausto Puglisi, e di Alexander Wang, Altri invece, come Marc Jacobs, addirittura hanno il merito di aver dato
la dignità stilistica alla moda di quegli anni
avendo consacrato per primi lo stile “grunge”.
In questa fase storica il ricorso a quegli anni e agli stili che andavano per la maggiore in
quell’epoca è continuo.
Sia nelle collezioni della
passata stagione fredda
sia - soprattutto - in
quelle della primaveraestate 2014, gli elementi immediatamente riconducibili agli anni
’90 sono molteplici.
Gli stilisti di moda,
sempre attenti all’evoluzione dei costumi si sono resi
conto che gli anni
’90, e tutto ciò che
appartiene a quel-
l’epoca storica, esercitano un appeal non indifferente sulla generazione 2.0.
Proprio in occasione del ventesimo anniversario dalla morte di Kurt Cobain, lo stile
grunge, di cui lui fu il massimo esponente torna prepotentemente in auge. Jeans strappati,
usurati dallo scorrere del tempo, camicie a
quadri e Converse All Star diventano il tema
dominante della nuova stagione calda.
Come in un romanzo di Charles Baudelaire, i perdenti diventano gli assoluti protagonisti, veri e propri modelli di riferimento. Una
sorta di nuovo romanticismo dove i nerd della
Silicon Valley, ragazzi prima considerati sfigati e secchioni vengono celebrati e rivalutati
come nuovo modello di riferimento. Tante le
case di moda che hanno celebrato nelle loro
collezioni estive il mito di Kurt Cobain. Da
Jacob Cohen a Dsquared2, da Marc Jacobs a
Yves Saint Laurent by Hedi Slimane. Così, secondo la celebre teoria dei corsi e ricorsi storici la moda del grunge a vent’anni dalla scomparse del suo massimo esponente Kurt Cobain
torna a vivere una seconda giovinezza, facendo dello stile “used” un tratto distintivo della
primavera-estate 2014.
Patrick Battipaglia
Sopra e in altro a destra due creazioni della
Yves Saint Laurent PE 2014
Nato oltre 20 anni fa a Seattle negli USA
Lo stile Grunge?
Con il termine “Grunge” si intende un
movimento giovanile e successivamente
stilistico nato nella prima metà degli anni
’90. Il movimento “Grunge” pare abbia
avuto inizio nei primi anni ’90 nella città
americana di Seattle. La città americana
celebre per un importante polo universitario è anche conosciuta ai più per aver dato
i natali ad alcune tra le più importanti band
musicali americane come Pearl Jam, Soundgarden, Hole e Nirvana.
Proprio ai Nirvana e al loro leader Kurt
Cobain è indissolubilmente legato il movimento “Grunge”. Con questo termine venivano indicati gli studenti fuori sede e in
generale tutti i disfattisti dell’epoca. Una
generazione attratta dai negozi dell’usato e
da tutto ciò che nulla aveva a che fare con
la moda: camicie di flanella, jeans Levi’s
usati, felpe e T-shirt malconce, scarpe Converse All star. Tanto per intenderci il tipico
guardaroba disordinato delle classi sociali
meno agiate e degli studenti universitari
con poca disponibilità economica. Molti
gli stilisti che presero spunto da questo
movimento controcorrente per dare vita alle loro collezioni. Uno in particolare,
l’americano Marc Jacobs, balzò agli onori
delle cronache per aver portato sulla passerella l’essenza del movimento Grunge: maglieria patchwork e vestitini sottoveste in
raso.
P.B.
Oltre 60 catanesi alla quinta edizione della kermesse di benessere
Pilates Retreat per stare in forma
La V edizione del Pilates Retreat, che si è svolta nei giorni scorsi
a Floridia, organizzata dall'associazione sportiva Pilates Fusion di
Catania, ha visto la partecipazione
di oltre 60 allievi. Un evento che
si è alternato tra le lezioni di pilates e yogalates, un seminario di
cucina e momenti musicali.
Ospite d'onore del weekend è
stato Marco Selvaggio, artista catanese e suonatore di hang apprezzato in tutta Europa. Il suggestivo
suono dell’hang, strumento musicale di origine svizzera di cui esistono solo poco più di diecimila
esemplari al mondo, ha fatto da
colonna sonora alla lezione di yogalates guidata da Enzo Ventimiglia, insegnante di pilates e yoga e
direttore tecnico del pilates fusion,
rendendola un momento davvero
indimenticabile. Il retreat è stato
scandito poi dal concerto di Marco
Selvaggio in trio con il violino di
Nicolò Borgese e la chitarra di
Giuliano Fondacaro e da un seminario di cucina naturale condotto
da Salvo Galvagno, esperto di alimentazione vegana e macrobiotica.
Il pilates è un mix di yoga, dan-
za e ginnastica, che tonifica e
snellisce efficacemente tutto il
corpo e che rappresenta un metodo ideale per ritrovare non solo la
forma fisica ma anche benessere
interiore.
Questa particolare tecnica di
ginnastica è stata introdotta nel
1920, a New York, dal trainer tedesco Joseph Pilates e ispirò sin
da subito molte star dell'epoca, tra
cui Katherine Hepburn e Lauren
Bacall. Ancora oggi sono tante celebrità che praticano questa disciplina e che ne hanno annunciato
pubblicamente i benefici, suscitan-
do l'interesse delle donne.
«Per il quinto anno consecutivo
- ha spiegato l'ideatore dell'evento
Enzo Ventimiglia - il pilates retreat è un momento di aggregazione
per chi pratica o è affascinato da
queste discipline che vanno oltre
l'impegno fisico alla ricerca di un
coinvolgimento più profondo che
si possa riflettere anche nella vita
di ogni giorno. Il programma di
questa edizione ci ha consentito di
riconnetterci con l'energia della
natura attraverso la presa di coscienza del proprio corpo, la musica e una corretta alimentazione».