146 baddittu marzo 2013

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146 baddittu marzo 2013
UNO SGUARDO ALLE NOSTRE RADICI
e-mail [email protected]
n° 146 MARZO 2013 anno 12
TEMPIO PAUSANIA
ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO TEMPIO
LU BADDHITtiTmUpiésu
ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI “CITTA’ DI TEMPIO” dal 1966
USI COSTUMI TRADIZIONI POPOLARI
a cura di Mario Pirrigheddu
Continuiamo con gli usi sulla morte descritti dal De Rosa: La prefica intesseva l’elogio del
defunto, ricordandone le doti personali e quelle più durature dello spirito, la religione, i beni acquistati con il proprio lavoro e accumulati con parsimonia: paragonandolo, se era una
fanciulla, ad una rosa, o ad altro gentile fiore, che già rigoglioso sul gambo riempiva col
suo profumo l’aria, per cui molti nobili e distinti giovani desideravano coglierlo, e già allungava la mano il fortunato a cui era stato dato in sorte, quando un raggio di cocente sole,
o la falce d’incauto pastorello, lo recise, facendolo cadere in grembo alla comune madre
terra; se è un giovanotto, ne descriveva l’altero e maestoso portamento, la valentia nel rapido maneggio dell’archibugio e nella precisione del tiro, il coraggio indomito nell’affrontare le fiere, la sua abilità nel domare puledri e torelli, la sveltezza nello spiccar salti, fare
sgambetti e graziosi nodi nelle tradizionali danze, l’agilità nel correre più veloce di daini,
cervi e mufloni, il parlar or fiero, or dolce e insinuante, e la
brama ardente di molte fanciulle d’averlo per consorte; se
in corso matteotti
d’un marito, ne esaltava la laboriosità, il prudente e misurato
spendere, il suo affetto costante per la sposa, il tormentoso e
continuo pensiero di procurare il necessario alla famiglia e
assicurare
un lieto avvenire; se era una moglie, ne decantava il BAR — GELATERIA
COM’ ÉRAMI a cura di Nicola Deriu
il senno, la fedeltà coniugale, le affettuose cure per la famiLa vecchia foto, sbiadita e sfuocata, è un altro piccolo
COMU SI DICI
l’ordine, la pulizia ammirabile che appariva nella casa
particolare della vecchia Tempio. Divertitevi a scoprirlo. glia,
LEZIONI” DI TEMPIESE
lei, la saggia previdenza, il desiderio incessante di miglio- a“QUASI
La foto del mese scorso: si trattava della parte alta di Via di
cura di Gianmario Pintus
rare
le
condizioni
economiche
della
casa
con
un
parco
vivere
Roma, addananzi a la bruttéa di Malc’Antoni Baffigo.
e col proposito di risparmiare quotidianamente qualche cosa; Banconi = panca
se si trattava di un bambino, ne descriveva le grazie infantili, Bòvita = volta
Caffittera = Caffettiera
moine, i primi detti e le belle speranze che destava
PARAULI ANTICHI a cura di Sebastiano Scanu leneldolci
cuore dei genitori e dei parenti: chiunque fosse il defunto Caldata= Coperta (grossa
lamentava le fallite speranze e l’abbandono in cui lasciava i coperta in lana grezza)
Abbulumassi: mangiare a
miseri superstiti. Ma se pietosa e onorevole era l’opera delle Camara = Camera
sazietà, abbuffarsi.
prefiche, quando aveva per unico scopo il pensiero di voler
Camarédda = Cameretta
Assaéddu: ne esistevano di
onorare il defunto, altrettanto biasimevole e pericolosa si
diversi tipi. Uno era un disco
Camasinu = Magazzino;
rendeva quando scioglievano il loro canto su una persona
di legno che si applicava al
Cantina
morta per violenza umana. Allora, se erano anche parenti e
muso del manzo durante lo
affezionati all’ucciso, le loro parole venivano colorite dal fie- Capitali= Cuscino
svezzamento per impedirgli
le della vendetta e le loro lacrime erano un potente e copioso
di poppare permettendogli
veleno che versavano nel cuore dei parenti. Esse rivangavano
però di pascolare.
le cause che diedero origine all’inimicizia, rinnovando le soAddighissi: addicersi.
ggete
le
pite memorie, elencavano i caduti da nemica palla e i danni
Addrimpì: adempiere.
sofferti; esponevano l’innocenza e le ragioni a favore dei paAbbirintu: pericolo.
renti di lui; esageravano la prepotenza e l’efferatezza dello
Affùttara: rabbia.
di Giovanni Pirrigheddu
uccisore, descrivendo i fatti e le ferite che lo resero freddo
Pausania tel. 079-670449
cadavere; nominavano espressamente, ancorché lo si sapesse Tempioc.ne
S. Sebastiano
INFORMATICA
per semplice indizio o si sospettasse, l’uccisore, indirizzandogli
TESSUTI TENDE RIVESTIMENTI
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violenti imprecazioni, maledicendo chi lo portò in seno, il giorno NUOVA ESPOSIZIONE
che lo vide nascere, chi l’allevò e chi gli mise l’arma fatale in
VENDITA - ASSISTENZA
mano. Incitavano in fine il padre, i figli, i fratelli, i congiunti e gli DITTI GADDURÈSI
via Padre S. Vico 13/a
GADDURÈSI e COSSI
amici a farne aspra e sanguinosa vendetta, senza accordar quartie- a cura di Giuseppe Pintus
TEMPIO tel. 079 631048
re all’assassino, costringendo ognuno a giurare in cuor suo che la Dugna bottu agatta lu so pédi
fax 079 634688
farà pronta e terribile.
Ogni scarpu trova u su pede
MUTTETTI
Cilcati, agattati e adducati da Maria Lucia Pirrigheddu
Friagghju tu no viné / chi séi disabbili in tuttu
Né fronda arréchi né fruttu/ e né amicu bonu séi
Suggerita da Salvatore Masoni
CUREMUCI CU L’ALBA
a cura di Giovanna Rau
Curemuci cu l'aniciu
L'aniciu, dal nome botanico Pimpinella anisum è
una pianta spontanea originaria dell'Oriente, conosciuta sin dall'antichità sia in Grecia che in Egitto.
Il termine anisum, dal greco anisos, significa non
eguale riferendosi alla diversità con la pianta della
cicuta; oppure da anais che significa infiammo, eccito, dal momento che veniva data ai guerrieri Spartani per incoraggiarli negli assalti, tramandata anche
ai giorni nostri, veniva infatti somministrata sotto
forma di infuso ai reparti degli Arditi durante la 1°
Guerra. E' una pianta erbacea, annuale, con radice
semplice e caule eretto, con i fiori bianchi raccolti
ad ombrella composta. Il fiore ha corolla con 5 petali, il frutto è costituito da acheni. Le parti utilizzate
della pianta sono i frutti. I principi attivi: aldeide,
etanolo, e acido anisico, sostanze proteiche, zuccheri, acido caffeico e clorogenico. Le proprietà sono antispasmodiche, carminative, stomachiche, diuretiche, galattogoghe. Determina distensione muscolare e facilita la respirazione. Ad alte dosi può
provocare paralisi muscolari e congestione cerebrale. Dai semi si ricava il vecchio liquore Anisetta chi
si facia cussì: 20 gr di semini in 750 cc. d'ealdenti,
un pizzicu di cannedda, 250 gr di zuccaru chjusi in
un ambula pà 2 mesi e poi filtratu. In Tempiu li semini li trattaani ill'anicini, illi papassini e in Lungoni illi canestri e illi mustaccioli. Per la cattiva digestione, dolori addominali si usano 5 gr di semi in
300 cc. di H2O, bere 2/3 tazze al giorno al bisogno.
LU BADDHITTU timpiésu Aut. Tribunale di Tempio n° 507 del 01.02.2001
DIRETTORE RESPONSABILE: TONIO BIOSA*DIRETTORE REDAZIONALE: MARIO PIRRIGHEDDU
REDAZIONE: Via di Vittorio, 4 Tempio tel. 079/632929, 079/670172—PROPRIETA’: ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI “CITTA’ DI TEMPIO”
Il n° 146 è stato realizzato grazie al lavoro e alla collaborazione gratuiti di:
ANNA DEMURU, GEROLAMO BAFFIGO, GIUSEPPE BAFFIGO, ANTONELLO CONCU, NICOLA DERIU,
ANTONELLA GARAU, GIOVANNINO MACIOCCO, GIANMARIO PINTUS, GIUSEPPE PINTUS, TINO PINTUS,
LUIGI PIRRIGHEDDU, MARIA LUCIA PIRRIGHEDDU, MARIO PIRRIGHEDDU, GIOVANNA RAU, VITTORIO
RUGGERO, MARIO SOLINAS, BASTIANO SCANU, BRUNO VARGIU
stampato in 1500 copie presso TIPOGRAFIA 2000 Tempio
ALLELLELLOMBA
da la zirrióla al computer
di Giovannino Maciocco
A LA CANNA SPACCATA
Strumento musicale, si fa per dire, di origine nuorese,
sa canna isperrada, rozzo ma efficace; più che di musica si deve parlare di rumore. Sulla tonalità della zirriola, si usava per far allontanare gli uccelli dagli alberi da frutta o dall’uva. Come si gioca: Lo strumento era
di facile realizzazione e il materiale facilmente reperibile negli orti e lungo i fiumi: circa un metro e cinquanta di canna, modesta canna del Mediterraneo.
Si toglievano in lunghezza due strisce opposte larghe
circa un centimetro lasciando intero almeno un palmo
(circa 30 centimetri) per poter prendere lo strumento. Agitando le due ali rimaste si riusciva a farle sbattere tanto da provocare un forte rumore che riusciva
a spaventare l’aia, gli uccelli.
COM’ÉRAMI in Gaddura: BASSACUTENA
a cura di Mario Pirrigheddu
Bassacutena
lu riu, la igna,
t'ani vattu curona,
ancora tu patrona,
tutta ben posta,
Un saluto a Bassacutena con
innant'a lu stradoni
una foto e i versi scritti a
Antonello Concu
con il prezioso contributo
di Andrea Rasenti
mod’e manera di la vaiddata
(Andrea Rasenti)
da BAFFIGO
troverai i numeri
arretrati del
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LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 2
Fola di Fedro tradotta da Mario Solinas Il Premio di poesia, narrativa e
saggistica nel nome di Giulio
DA CALZULAIU A DUTTÓRI Cossu, che tanto ha contribuito alEx sutore medicus ( I, 14 )
lo sviluppo delle lettere e della
cultura della Gallura promosso
Unu si pó arrangià cu l’inventi
dall’
ma meddu abbeddu è sapé fa li cosi.
ISTITUTO DI STUDI, RICERCHE
Un calzulaiu di poc’alti ma avvistu
E FORMAZIONE GIULIO COSSU
andési a un’alta ‘idda a fa lu duttóri
ha
avuto il suo clou durante la cee vindendi contravveleni invintati
rimonia di Premiazione alla Casa
cun ciavana sciolta, divintési famosu.
del Fanciullo. Le opere vincitrici
V’èra lu re in chissu lócu
sono state raccolte in un volume
chi cascatu malatu, cilchendi salutu,
rappresenta l’esito dell’avvinlu punisi a próa: illa so tazza, piena d’ea che
cente, intensa e partecipata gara,
fesi finta di miscià un vilenu
riassunta nella presentazione dal
a lu contravvilenu soiu.
presidente dell’Istituto Luigi Agus, dal presidente di giuDisi: “Un premiu si tillu bii!”
ria Giuseppe Spano, dal giornalista Sebastiano Depperu
Timendi a murì, cunfissesi:
e dallo scrittore e poeta Pasquale Ciboddo.
no s’éra fattu duttóri cu li studi
Sono risultati vincitori: per la narrativa in italiano: Gioma cu l’ingjuranzia macca di la gjenti.
vanni Maria Pedrani di Saronno, Maria Giovanna
Lampési un bandiu lu re:
Murgiano di Cagliari, Alessandro Cuppini di Bergamo;
“A chi puntu macchi séti
per la narrativa in gallurese:Francesca Ruju di Telti; per
chi salut’in manu déti
la poesia in italiano: Rita Muscardin di Savona, Virgilio
a ca mancu pa li pédi
Atz di Belgioioso, Gesuino Murru di Quartucciu e Alilla so alti cunfidéti?”
berto Cocco di Cagliari; per la poesia in gallurese: QuiBè li stia, dici la fola,
rina Ruiu di Telti, Nandina Addis, e Andrea Muzzeddu
a ca si faci maccu e credi.
entrambi di Tempio; per la saggistica: Domenico Branca
di Olbia e Alessandro Pisano di Sassari. Premi Speciali
della critica sono andati a Francesco Tola per la poesia in
PASTA FRESCA da Tonina
gallurese e ad A. Farris e per la narrativa in italiano.
PRODUZIONE GIORNALIERA DOLCI TIPICI
La serata è stata condotta da Antonio Masoni coadiuvato
rivendita specialità sarde:FORMAGGI SALUMI LIQUORI da Maria Antonietta Pirrigheddu per la recita delle poeVia Sassari, 24 Tempio Pausania tel. 079 633280
sie, da Vincenzo Murino che ha musicato diversi componimenti e dal Coro Gabriel
che ha proposto canzoni del
ANNA e BIANCA MANZOLI
hanno festeggiato assieme proprio repertorio.
Per il Comune era presente
al cuginetto Federico
il 1° COMPLEANNO l’Assessore Roberto Cossu.
Gli auguri a mamma Elena, papà Roberto e pa la
palti chi li tocca, ai nonni
Anna ed Angelo e a bisnonna Lisa. Un saluto al
giovanotto Federico e un
bacione grande grande alle
gemelline di Gallarate.
Per continuare la pubblicazione del BADDHITTU timpiésu
ci occorre il tuo aiuto.
Se ancora non l’hai fatto PUOI CONTRIBUIRE in 3 modi:
offerta libera da consegnare personalmente -o versala sul c/c postale n°42198150
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intestato a: ACCADEMIA TRADIZIONI POPOLARI CITTÀ DI TEMPIO
CHISTU SOCH’ÉU in Tempiu a cura di Mario Pirrigheddu
In questa foto abbiamo riconosciuto Antonio Cossu,
Giovanni Quidacciolu, Lentini, Carlo Giua, Pietro
Pala e Sergio Cancedda.
NOZZE
La Redazione del Baddhittu timpiésu brinda con gli
sposi novelli
PATRIZIA CANOPULO
e
ROBERTO PIRRIGHEDDU
per una vita coniugale serena, piena di salute e felicità.
Gli auguri estesi ai genitori:
Giovanna, Angela, Tonino
e naturalmente a Gabriele,
il supertestimone speciale.
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LI PUETTI TIMPIESI
GIULIO COSSU
a cura di Mario e Luigi Pirrigheddu
La rugiada, le valli, il suono della campana, la calarina fanno da contorno alla festa nella quale si canta, si balla, si
prega e… si beve. E alla sera, il pellegrino, un pocu affumacciatu, si inginocchia di fronte alla statua del Santo chiedendogli di farlo tornare a casa
sano e di prestagli il suo bastone di
leccio per appoggiarsi in quanto il vino
distribuito durante la festa era tanto
e il moscato era traditore. Intanto il
buio della sera era arrivato e per colpa della grande sbornia , il povero pellegrino non ha trovato la sua cavalla.
ALLIGRÌA RUSTICA
Come alèni almuniósi, li campani
spagliani li só' soni in chissa festa
e ghjunt'éra ancór'éu affacc'a mani
cun calarina ben striddhata e presta.
Dugnunu si scambiàa lu benvinutu
e parìa a cióia postu dugna córi.
Li 'addhi érani in risa di salutu
e véra pratta parìa lu lintóri.
Ma a séra séra, un pocu affumacciatu,
troppu di baddhu ghjri fatt’aìa
e ill’altari, lu santu, inghjnucchjatu
prichési di scansammi a malaìa.
Pa’ turramminni abà, famm'un faóri.
Prestami lu tó' bacculu liccinu,
chì illa tó' festa scurrìa troppo 'inu
e v'aìa muscatéddhu traditóri!
Calàa la notti, a fini sirintina
ed éu no agattàa la calarina.
Giulio Cossu
Il FAI - FONDO AMBIENTE ITALIANO
nella persona del responsabile locale Vanni Bionda, con
grande sensibilità ed amore per le cose belle da valorizzare e
far conoscere, ha scelto quest’anno il borgo di Nuchis come
meta per la prossima giornata del FAI (24 marzo). Gli alunni
della Scuola Media Grazia Deledda, del Liceo Artistico
Fabrizio de Andrè, guidati dalla loro insegnante prof.ssa
Anna Bianco e seguiti dai volontari del FAI di Tempio, illustreranno il percorso predisposto per la conoscenza di tesori
nascosti del Piccolo Borgo Antico. Gli studenti hanno già
avuto l’esperienza positiva quando lo scorso anno, nella xx Giornata FAI, coordinati dalla Professoressa Anna Marcucci, illustrarono ai visitatori il Palazzo degli
Scolopi con annesso Teatro del Carmine, il Chiosco e il Museo del tenore Bernardo De Muro. In quella occasione furono presentati anche gli antichi costumi del
Carnevale tempiese che valse, con altre scuole, l’inserimento nel Museo Virtuale
Italia. Grande successo ebbe la Mostra del Liceo Artistico lavori dagli alunni con il
loro Prof. Cappai.
Per la primavera di quest’anno, sempre in data 24 marzo è prevista la visita organizzata dalla prof.ssa Maria Caterina Sanna con un gruppo dei suoi alunni che faranno da guida. Seguendo la strada che ospita la Via Crucis, si arriva al complesso parrocchiale dello Spirito Santo del XIII secolo, dove sarà possibile ammirare i due
crocifissi lignei del XII secolo ed il quadro della Pentecoste del Marghinotti.
Del complessp fanno parte la chiesa dei Santi Cosma e Damiano del 1526 e quella
di Santa Croce. La veduta che offre il piazzale antistante è mozzafiato. Fa da cornice a quest’angolo di profonda e religiosa serenità, il monte
Limbara: gli abitanti sono giustamente fieri del loro angolo di
paradiso che rispettano e curano con amore.
La Funtana d’ignò e il Lavatoio Pubblico, ben conservato,
abbisognano solo di un’opera di pulizia che porta alla luce il lavoro degli esperti scalpellini di un tempo. Mostre di Arte
Contemporanea dei ragazzi dell’Artistico, guidati da prof.
Cappai, e quella di Icone opera del gruppo di lavoro guidati
dal parroco di Nuchis Padre Joseph Hackarian, poi il Convegno storico culturale di don Francesco Tamponi, responsabile dei Beni Culturali della Diocesi, concluderanno la giornata.
Vi anticipiamo che il 9 marzo la Città renderà omaggio a
FRANCESCO MENZIO
concittadino di grande importanza nel campo
dell’arte della pittura del 900.
La figlia Eva Menzio sarà presente i giorni
8,9 e 10 marzo ospite della citta a cura del
FAI e dell’Amministrazione Comunale.
Anna Demuru
OCCORRONO 4 DONATORI AL GIORNO!
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aperto tutti i giorni sabato compreso
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CARRASCIALAI: TIMPIESI MINORI E MANNI a cura di Anna Demuru
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Ciao Elvira !
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Foto di: Carnevale di Tempio,
Danilo Loriga,
Marco Pinna,
Giovanni Debidda,
Anna Figoni,
Loredana Loverci
e del nostro valido
collaboratore Vittorio Ruggero.
Vittorio Ruggero
LU BADDHITTU timpiésu
Pagina 4
DA LA PISCHINACCIA AL DEMURO a cura di Tino Pintus
Negli anni ’70 a contendere il primato cittadino alla declinante SEF Tempio comparve sulle scene calcistiche tempiesi il
Pausania, nato dalla fusione della gloriosa S.Lorenzo e del
Rinaggiu, che ebbe anche il merito tra l’altro di rilanciare,
sotto la guida di Mastru Zecca, l’appannato settore giovanile
sulle cui basi venne costruita la squadra della foto. Con entrambe le squadre in I^ Categoria, si disputarono allora derby cittadini inediti e mai più ripetuti grazie anche alla fusione
tra le società che portò alla nascita dell’U.S.Tempio, arrivata
ai fasti del calcio professionistico. La foto risale a circa metà
di quel decennio, nello scenario di un Bernardo Demuro in
perfette condizioni fangose, come era ed è usuale negli inverni tempiesi. La formazione, da sinistra in piedi nella foto che
ci ha passato Vittorio Ruggero: Tonino Cansella, Mr. Muzzu, Mario Montagna Usai, Pierfranco Demuro, Pischedda,
Piermario Battino, Roberto Sanna, Tanca; accosciati,
sempre da sinistra: Dente, Tore Addis, Giannetto Addis,
Bastiano Trogu, Piero Pruneddu, Raspitzu, Carlo Giua.
VIA MANNU E DINTORNI a cura di Bruno Vargiu
Le precipitazioni intanto cessarono ma la temperatura si tenne
bassa sicché i cumuli di neve rimasero intatti. Dei lunghi ghiaccioli, spettacolari quanto minacciosi, pendevano da poggioli e
grondaie. Gli incidenti dovuti a cadute per scivolamento furono
frequentissimi. Persino mio padre, nonostante la padronanza di
movimento che lui mostrava di possedere per l’esperienza maturata sui campi innevati di Trafoi durante la Prima Guerra
Mondiale, una sera rientrò a casa fortemente claudicante. L’insidia del ghiaccio aveva tradito pure lui: “ciamade s’americcanu!” implorava. Ghjuanni Maria l’Americcanu, era un anziano signore che in gioventù aveva soggiornato per molti anni in America e, pare, avesse vissuto a contatto con indiani pellerossa dai
quali apprese l’arte di rimettere a posto i legamenti e nervi
fuori posto tramite il massaggio. Di alta statura, borsalino, portava occhiali con lenti spesse, viso solcato da profonde rughe e
naso vistoso, energico e simpatico. Con andatura leggermente
dinoccolata, passava molto spesso davanti a casa diretto alla vigna che era diventata il suo passatempo principale. Era sempre
pronto e disponibile quando lo si chiamava, senza nulla accettare in compenso, salvo una tazzina di caffè se gliela si offriva.
Allora si intratteneva in piacevole conversazione raccontando,
col sorriso che gli era tipico, esperienze e aneddoti della sua
parentesi americana. Era un figura buona e rassicurante. Con
sapienti massaggi delle sue grosse dita che intingeva leggermente nell’ ociu’ lmanu, rimetteva le cose a posto se si trattava
di slogature o di nervi fuori posto. Anche mio padre quindi ebbe
modo di apprezzare, nella sua caviglia, gli effetti benefici di
quei massaggi. Poi, quasi all’improvviso, la neve cominciò a sciogliersi, complici l’innalzamento della temperatura e una fitta
nebbia. Piccoli cumuli di ghiaccio fuliginoso e nerastro sopravvissero ancora per settimane mentre la vita riprese un ritmo
normale come pure le lezioni a scuola. Da quella volta, quando si
parla di nevicate, l’anno di riferimento é lu nioni di lu 56!
CHISTU SOCH’ÉU a cura di Mario Pirrigheddu
Una compagnia di caccia degli anni ‘50: abbiamo riconosciuto
Saba lu funtaneri, Tumasiccu Cusseddu lu bidellu, Mondo
Chirico, Pippinu Scano, ?,?, sotto: Biancareddu, Masino
Maurelli, Peppino Sini. Foto elaborata da Gerolamo Baffigo.
A volta le vicissitudini della vita ti fanno
chiamare Mamma anche chi non ti ha
dato alla luce. E’ il caso di zia Pitrina
che come una mamma ‘éra ha ammannatu
il piccolo Salvatore, coprendolo di affetto, carezze e di tanti esempi di amore e altruismo verso il prossimo.
Un ricordo indelebile che a distanza di
tanti anni è ancora più vivo che mai.
A ZIA PITRINA
Errata corrige
nella poesia del mese scorso
L’amori, abbiamo erroneamente scritto sciuccatu anziché
chjuccatu, da chjucca, testa
(A femina o a omu chjuccati
(fuori di testa, innamorati pazzi) no vali cunsiddu;
e intrallazzi anziché intrallatti.
Zia Pitrina, Mamma t'hagghju chiamatu
E sempri in cori t'hagghju autu
Cu li tò carigni m'hai crisciutu
E come mamma 'era t'hagghju amatu
Passoni come Te pocu ni nasci
Sinnò lu mundu meddu di lu ch'è sarìa
No ci sarìa invidia e ghilusia
Lotti, gherri e alti sfasci
ORDINAZIONE
SACERDOTALE
Gli auguri sinceri da tutta
la Redazione del Baddhittu timpiésu e dai suoi
lettori al neo sacerdote
Cantu eri brava Tu no rescu a dì
A l'alti e no a Te sempri hai pinsatu
Lu chi pudii, cun cori bonu, Tu l'hai datu
Gudendi candu 'idii l'alti gudì
Canti 'olti appungulatu in lu spidali
hai linzoli e biancheria pa li malati
Una paraula di cunfoltu sempri hai autu
Pa li chi v'erani sia in pedi che culcati
E canti 'olti a la stazioni semu andati
Pal vidè si lu trenu ci 'arìa turratu a Ninu
Chi paltut’era in gherra drittu com’un pinu
E turrat’éra siccatinu pa li mali ch'aia passatu
Lu Signori, lu ch'ai miritatu, t'arà datu
La ghiusta ricumpensa chi a l'omu spetta
A tutti li ch'ani datu e dani retta
A li legghi e li prinzipi chi Iddu c(i) ha lassatu.
SALVATORE MASONI
ABBISABBISA E IRRISPOSTI
A LA PASTURINA
a cura di Sebastiano Scanu
ABBISABBISA di G. di Scanu:
Chiddi chi séti ancóra studiendi
pruccuréti di favvi assappiùti.
Illa muntéra und'érani li muti
chenza pinsavvi unu raiu è falatu;
e da la muntéra ni l'ani bucatu
abbislasciatu chi parìa un mostru.
E li puetta, è lu duvéri nostru
di cumpunì lu fini in puisia.
Illa muntéra lu raiu staggjìa
in mez'a chiddi muti annettarendi.
Chiddi chi séti ancóra studiendi..
In una muschéra (v. nota) agattésini unu razzu natendi ill'ea in
mezu a li muschi.
LI PISATI:
lila muntéra: illa muschéra
li muti: li muschi
unu raiu: unu razzu
abbislasciatu: ?
parìa un mostru: paria moltu
annettarendi: natendi
nota: La muschéra: un globo di
vetro contenente acqua che si
metteva su un tavolo con dell'esca per attirare le mosche, che
poi, volando via, non trovando
l'uscita, finivano nell'acqua contenuta nella muschéra stessa.
Questa volta l'esca, (zucchero)
aveva ingannato anche il topo.
La Gallura *Le sue tradizioni
La sua storia
Le più belle
immagini su
Don
LUCIANO
BROZZU
www.labeltula.it
Con fraterno affetto la Redazione del
Baddhittu si unisce al dolore del marito
Andrea, del figlio Francesco e della sorella Stefania per la perdita dell’amata
OTTAVIA SOLINAS in Pasella
Lu Baddhittu ha perso una cara e generosa lettrice
NINA MASU ved. Mossa
Alle figlie Stefania con Pier Lucio
Pileri e Vanna con Mario Carta, ai
nipoti Martina e Giuseppe il cordoglio
sincero della Redazione.
La Redazione è vicino al dolore del marito Nando Pinna, della sorella Lucia,
dei cognati Anna con Nino, Sergio con
Pina, Ettore con Maria, Delia con Giacomino, per la perdita della loro
ANNITA FORTELEONI
Lu Baddhittu si stringe al dolore del
marito Domenico Serra, delle figlie Anna con Ninni Piga, Maria con Antonio
Masu, Iana con Virginio Dettori, dei
nipoti Luigi, Gerolamo, Domenica e
Giuliano e per la perdita della loro cara
MINICUCCIA ACHENZA
Il giornale è vicino con affetto al dolore
della moglie Minicuccia, del figlio Paolo con Rosa e Matteo per la scomparsa
del caro
SEBASTIANO AISONI