il silenzio degli innocenti. otto anni fa spegnevano la vita

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il silenzio degli innocenti. otto anni fa spegnevano la vita
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI. OTTO ANNI FA SPEGNEVANO LA VITA DI
ELUANA ENGLARO. PER NON DIMENTICARE
di Assutina Morresi (10 febbraio 2009)
Eluana è morta in solitudine, nella stanza in cui era stata confinata, a
Udine, lontano dalle carezze delle suore e dall’ambiente familiare della
clinica di Lecco. E’ morta in mani estranee, di gente che non l’aveva mai
vista prima di lunedì scorso, e che si era messa a disposizione per farla
morire di fame e di sete. Persone che l’hanno avvicinata, toccata,
maneggiata, sapendo che dovevano lasciarla morire di fame e sete.
Non c’era suo padre - che d’altra parte in questi anni l’aveva lasciata alle
suore – lui stava a Lecco, per sicurezza. Non c’era la sua specialissima
curatrice, l’avvocato Franca Alessio, che, per l’appunto, si è presa tanta
cura di Eluana, in questi anni. Non c’era neanche Defanti, il cosiddetto
medico curante, e neppure De Monte, il responsabile del protocollo di
morte. Non c’era nessuno, insomma.
Nel primo pomeriggio era stato comunicato che le sue condizioni erano stabili; sapevamo che non c’era ancora nessun blocco renale, e che non
era ancora stato raggiunto il punto di non ritorno nel digiuno e nella disidratazione forzata.
Un’agenzia Ansa delle 21.08 spiega che “la situazione di Eluana Englaro e’ rimasta stabile fino al primo pomeriggio, dopodiche’ sarebbe
avvenuto un improvviso peggioramento” , ma si contraddice con agenzie che un’ora dopo dicono: “Eluana, ha riferito Defanti, ha smesso di
vivere improvvisamente per subentrate complicazioni respiratorie: ha cominciato a respirare male, in maniera sconnessa fino all’arresto
respiratorio. “E’ stato un arresto improvviso”, conclude Defanti” (AGI, 9.02). E d’altra parte, se è morta in solitudine, se nessuno è stato
avvertito in tempo e non c’erano familiari o medici in stanza, delle due l’una: o è spirata in meno di due minuti, oppure l’attenzione dei
volontari che la “accudivano” era tale che nessuno si era accorto che stava male.
Eluana è morta molto prima del previsto, considerando anche che proprio oggi Defanti, quello convinto che morire disidratati è dolcissimo, ha
dichiarato al Corriere che Eluana stava bene, a Lecco, i suoi esami erano perfetti.
Eluana è morta – ma guarda un po’ che fatalità, che singolare coincidenza, quando si dice il caso, l’imprevisto, l’evento improvviso ed
imprevedibile, ma che sorpresa signora mia – un attimo - letteralmente un attimo - prima del voto al Senato di un Disegno di Legge che
avrebbe messo in mutande l’opposizione e avrebbe schiacciato l’imparzialità del Presidente della Repubblica sulla posizione dei suoi ex
compagni di partito.
Adesso si invoca la calma, il silenzio, la riflessione, si chiede di abbassare la voce, magari anche socchiudere gli occhi, chinare il capo, turarsi
le orecchie e l ’avverbio del momento è “pacatamente”. Noi naturalmente siamo prontissimi a seguire gli inviti alla saggezza ed alla
compostezza, e
1. Pacatamente, ricordiamo che se il Presidente della Repubblica avesse firmato il decreto venerdì scorso, adesso Eluana sarebbe viva.
2. Pacatamente, ricordiamo che gli unici a poter fermare il protocollo di morte – oltre a Giorgio Napolitano - erano il sindaco di Udine, il
Presidente della regione Tondo con i suoi assessori e il Procuratore di Udine, e non l’hanno fatto.
3. Pacatamente, chiediamo al Procuratore di Udine dove sono finite le testimonianze raccolte dopo l’esposto, quelle delle compagne di scuola e
degli insegnanti che dichiaravano di non aver mai sentito Eluana parlare di morte e stati vegetativi dalla mattina alla sera, fin dalla più tenera
età.
4. Pacatamente, vorremmo sapere che fine ha fatto la relazione degli ispettori ministeriali, dove ci risulta scritto, tra l’altro, che Eluana era
sedata anche per via orale, cioè per bocca (perché lei deglutiva, ricordiamo).
5. Pacatamente, vorremmo chiedere allo stesso procuratore come mai chi ha tanto amorevolmente sedato per bocca Eluana, non si è
preoccupato anche di darle da bere, visto che era in grado di ingoiare.
6. Pacatamente, temiamo che i risultati dell’autopsia facciano la fine degli esposti e delle relazioni di cui sopra e che l’eventuale cremazione
impedisca per sempre di conoscere la verità.
7. Pacatamente, ricordiamo che il Presidente della Repubblica, mesi fa, aveva risposto ad una lettera di Carlo Casini dichiarando che non
sarebbe mai intervenuto nel merito del caso Englaro. Tutto il mondo politico sapeva da tempo che Giorgio Napolitano non avrebbe mai firmato
un decreto per impedire la morte di Eluana, e d’altra parte, se non l’ha fatto quando già avevano iniziato il digiuno e la disidratazione forzati,
figuriamoci quanto poteva essere disposto a farlo quando Eluana stava ancora a Lecco dalle suore.
8. Pacatamente, ricordiamo che il Presidente Napolitano ha contestato che ci fosse il requisito dell’urgenza, necessario a fare un decreto,
quando Eluana aveva già iniziato la disidratazione forzata. Non c’era niente di urgente, secondo lui.
9. Pacatamente, ricordiamo anche che il ministro Sacconi ha emanato un atto di indirizzo lo scorso dicembre, in attesa di una legge sul fine
vita, che proibiva nei fatti di uccidere Eluana. Atto di indirizzo contestato dai compagni del PD (d’ora in poi Partito Disidratato) che prima hanno
accusato Sacconi di violenza (c’è anche una denuncia per violenza privata nei suoi confronti, alla Procura di Roma, proprio per l’atto di
indirizzo); gli stessi del PD adesso chiedono cosa ha fatto il governo per impedire la morte di Eluana. Se tutto il Parlamento veramente avesse
voluto impedire la morte di Eluana, bastava difendere l’atto di indirizzo. Semplice, no? Molto pacatamente, vorrei far notare che il decreto di
urgenza del governo di venerdì scorso è stato contestato con forza dal PD, che ha chiesto un confronto parlamentare per la legge sul fine vita.
Ma se confronto deve essere – com’è giusto che sia – ci vuole tempo. Provate solo ad immaginare – pacatamente – come avrebbe reagito il PD
se a novembre il PdL avesse detto: bene ragazzi, vogliono far morire Eluana di fame e sete, facciamo la legge in due settimane, senza tante
storie.
10. Pacatamente, vorremmo sapere perché tanta ansia del Procuratore di Trieste – superiore di quello di Udine – nel gridare per monti e per
mari che mai e poi mai si stava indagando sul caso Englaro, e che mai e poi mai si sarebbero sequestrate le stanze di Eluana, e che mai e poi
mai si sarebbe impedito di attuare il decreto. Il Procuratore di Trieste, Beniamino Deidda, è fra i fondatori di MD, Magistratura Democratica,
d’ora in poi Magistratura Disidratata (non è colpa nostra se Democratici comincia con la D, come Disidratati).
Abbiamo tante domande da farci, pacatamente. E cercheremo di rispondere a tutte, sempre pacatamente.
Adesso vogliamo solo piangere Eluana, morta innaturalmente per una sentenza dei magistrati ma soprattutto, come ha dichiarato Gustavo
Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale, e firma pacata di Repubblica, “la premessa più importante è che ciò che è accaduto fino
ad ora è legale”.
da «Strano Cristiano»