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Scenari Mondo
La nuova Al Qaeda
è arrivata alle porte
di casa nostra
La guerra in Mali getta luce sui gruppi che hanno adottato
il marchio di Osama Bin Laden per trasformare l’Africa
fino al Mediterraneo nel nuovo Afghanistan.
Un pericolo per l’Europa e per le sue riserve energetiche.
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U
n nuovo Afghanistan, a macchie di leopardo, si sta
segretamente formando a nord dell’Equatore, con
oltre 10 mila talebani d’Africa alle porte di casa
nostra. Gruppi armati di una sorta di «Al Qaeda
in franchising»: ognuno per sé, un marchio e un
obiettivo, la guerra santa all’Occidente, per tutti.
Spuntano dal Mali all’Algeria e prolificano in Libia, Sudan
fino alla Nigeria e alla Somalia. Secondo il premier inglese
David Cameron, ci vorranno «non mesi, ma decenni»,
per estirpare la nuova minaccia, simile «a quella con cui
abbiamo a che fare in Pakistan e Afghanistan», ma che
stavolta si trova fra Sahara e Africa nera. Parole preoccupanti, pronunciate il 21 gennaio dopo l’uccisione di tre
ostaggi inglesi nel sanguinoso blitz algerino per liberare
l’impianto di estrazione del gas di In Amenas. I terroristi
islamici della brigata «che si firma con il sangue» l’avevano
occupato quattro giorni prima. Risultato? Un’ottantina
di morti, compresi 38 ostaggi, in gran parte occidentali.
Il mandante, Mokhtar Belmokhtar, veterano dell’Afghanistan, preparava da 2 mesi l’attacco nel nord del Mali,
un territorio grande più del doppio dell’Italia diventato dallo
scorso anno il santuario dei nuovi gruppi del terrore alle
porte di casa. Il 17 gennaio la Francia è intervenuta per fer-
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Ansar al-Sharia-Jerusalem
Partigiani della legge islamica:
movimenti politici estremisti
ma «legali» presenti in Egitto,
Libia e Tunisia.
Ansar Eddine
Difensori della fede:
forze composte da colonne
mobili su fuoristrada scoperti, dotate
di armi pesanti (anche antiaeree).
Iyad Ag Ghaly
Fronte al-Nusra
Salafiti che vogliono instaurare
lo stato islamico con rigida sharia
Abu Muhammad al-Juliani
Mujao
Movimento per l’unica guerra
santa nell’Africa occidentale:
gruppo armato, coinvolto anche
nei traffici di droga ed esseri umani.
Hamada Ould Mohamed Kheirou
Boko Haram
La cultura occidentale è peccato:
organizzazione terroristica
jihadista, nota soprattutto
per attacchi a cristiani e chiese.
Abubakar Shekau
Aqmi
Al Qaeda nel Maghreb islamico:
organizzazione islamica
di origine salafita algerina,
specializzata nei rapimenti.
Abu Musab Abdel Wadoud
Al Qaeda in Sudan
Cellule di Al Qaeda
affiliate in Sudan.
dal Mali. Il terreno è fertile grazie ai 1.000 miliziani di Boko
Haram («La cultura occidentale è peccato»), che nel 2012
hanno ucciso 770 persone, attaccando soprattutto chiese
e cristiani. Anche in Sudan stanno tornando alla luce le
cellule di Al Qaeda, che hanno addirittura fondato una
costola studentesca nell’Università di Khartoum.
Il premier algerino Abdelmalek Sellal è convinto che, dal
Sahel al Mediterraneo, la regione sia diventata «una calamita
per gli jihadisti». Per l’analista dell’International crisis group
Robert Malley, «è un lato oscuro delle rivolte arabe. I confini
colabrodo, le aree senza governo, la proliferazione delle
armi e la disorganizzazione delle forze di sicurezza sono una
manna per i combattenti della guerra santa». A Bengasi, la
seconda città libica, il consolato italiano è stato chiuso: l’11
gennaio terroristi hanno sparato all’auto del rappresentante
diplomatico Guido De Sanctis. Nel Nord Africa della primavera araba sono sorti movimenti salafiti come Ansar al-Sharia,
importata dallo Yemen. In Tunisia Sami Ben Khemais Essid
e Mehdi Kammoun, due affiliati di Al Qaeda condannati in
Italia, fanno comizi per i «partigiani della legge islamica». E
il 18 gennaio 2 mila salafiti hanno circondato l’ambasciata
francese al Cairo contro l’intervento in Mali, criticato anche dal
presidente egiziano Mohammed Morsi. (Fausto Biloslavo)
10.000
I TALEBANI D’AFRICA.
È una stima
sui miliziani in armi
in Nord Africa.
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gli attacchi suicidi
compiuti nel 2012
solo in Nigeria e Siria.
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Infografica di: Crockhaus
marli con raid aerei e 2.500 uomini. Il Mali settentrionale è
occupato da tre gruppi ispirati ad Al Qaeda. I «difensori della
fede», Ansar Eddine, sono combattenti indipendentisti tuareg
che hanno sposato la causa dell’estremismo islamico: fra i
1.000 e i 2 mila uomini guidati dall’ambiguo Iyad Ag Ghaly,
armati fino ai denti, in gran parte ripiegati dalla Libia, dopo
la caduta del regime di Muammar Gheddafi (che li usava
come mercenari). Un’altra novità è il Mujao, il Movimento
per l’unicità della guerra santa nell’Africa occidentale, il cui
migliore battaglione si chiama Osama Bin Laden. Uno dei
suoi capi, Sultan Ould Badi, è coinvolto nel traffico di droga.
Dopo l’attacco francese, ha minacciato attentati in Europa. Nel
santuario in Mali ha messo radici anche il gruppo algerino Al
Qaeda nel Maghreb islamico. I suoi emiri, come Abu Musab
Abdel Wadoud e Abdelhamid Abu Zeid, sono famosi per i
rapimenti di dozzine di occidentali, compresi quattro italiani.
«L’enclave in stile Al Qaeda che si sta formando dal
Mali alla Somalia è un pericolo per l’Europa» spiega a
Panorama il sottosegretario alla Difesa Gianluigi Magri «soprattutto se teniamo conto che si sviluppa in zone per noi
strategiche, come l’Algeria con il suo gas o i paesi limitrofi
con riserve di petrolio e uranio». Più a sud i servizi segreti
della Nigeria hanno segnalato l’infiltrazione di terroristi
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