Scarica qui il giornalino - Associazione Laerte Poletti

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Quei bottoni……
E’ domenica pomeriggio. Sono in cucina e divido la tavola da pranzo con mia figlia. Per lei
libro, dizionario e quaderno di latino, per me una scatola con migliaia di bottoni da separare
in base al colore.
Li guardo un po’ spaventata, penso a quanto tempo mi servirà ma mi sorprende il fatto che
sono contenta. In quel momento sono felice di essere lì. “Ma perché poi?”- mi domando.
La risposta è per me immediata: servono ad un laboratorio per la festa di fine anno della
scuola.
E allora, cosa c’è di bello nel dover dividere dei bottoni? Il significato che in questo momento
hanno questi bottoni per me! Serviranno a me, alle mie “compagne” di lavoro
dell’Associazione Laerte Poletti, agli alunni ed alle loro famiglie.
A noi a testimoniare il bello incontrato, e ad altri, poterlo riconoscere.
Come tutti gli altri laboratori, non è voluto tanto per riempire i tempi della festa. E’
semplicemente il desiderio, il piacere di far vedere il bello che noi genitori abbiamo
incontrato in questa scuola, un’esperienza personale, un incontro tra noi pieno di
significato, qualcosa per cui essere veramente grati.
E’ un invito ai genitori. L’Associazione Laerte Poletti è aperta a tutti!
Angela
La festa di San Martino
"La festa di San Martino è stata realmente una grande sorpresa. Fino dai preparativi della
festa mi sono trovato coinvolto e sollecitato dalle e-mail di Gloria a proposito delle tradizioni
della festa di San Martino in Romagna, delle cose da fare per la festa, dei giochi e delle
canzoni. Nonostante le cose da organizzare fossero molte ed in poco tempo non sono mai
stato preso dal senso di fatica che a volte ti viene sul lavoro, quando quello che fai sembra
non far parte delle cose che ti stanno più a cuore. In quella corrispondenza c'era un
entusiasmo ed una creatività interessante, familiare, nonostante fosse la prima volta che mi
implicavo nella organizzazione di iniziative con gli amici ed i genitori dell'Associazione.
Ho colto la stessa attenzione nei genitori che aiutavano l'animazione della serata verso i
ragazzi e le loro famiglie presenti alla festa. Qual era la ragione che mi faceva stare bene
durante la festa? Beh, l'origine di quella positività era il desiderio che anche per me fosse
possibile vivere un po' del bello del contenuto della proposta educativa che la scuola San
Giovanni Bosco offre alle mie figlie insieme alle persone, bambini e genitori, con cui stiamo
facendo questo pezzo di vita insieme.
La bellezza vissuta quella sera non è stata scalfita neanche dai ladri che hanno "visitato" le
nostre macchine nel parcheggio della chiesa di Mezzocolle. Si respirava un calore vero...
come sotto il mantello che San Martino ha condiviso con il povero."
Con il nuovo anno l’Associazione Amici della Scuola San Giovanni Bosco ha cambiato il
proprio nome in Associazione Laerte Poletti – Famiglie per la libertà di educazione.
Nata nel 1992 a Imola dal piccolo gruppo di famiglie che per prime avevano affidato alla
Scuola San Giovanni Bosco l’educazione scolastica dei propri figli, con il passare degli
anni ha visto avvicendarsi diverse generazioni di genitori che continuano come volontari
l’opera di questa onlus.
L’intento è immutato: il desiderio di affermare la libertà della famiglia nella scelta della
scuola per i propri figli e di conseguenza il sostegno e l’offerta di collaborazione con le
scuole San Giovanni Bosco per tutte le iniziative che favoriscono i rapporti scuolafamiglia e che aiutano i genitori nel difficile compito educativo. Si promuovono incontri
sul tema dell’educazione, momenti di aggregazione: feste e gite, momenti culturali,
mostre didattiche, il grande appuntamento con “Accadde a Betlemme” e la rassegna di
teatro per famiglie “Storie dal Palcoscenico” in collaborazione con l’Assessorato alla
Cultura ed il Teatro Comunale di Imola.
Nel solco di questa storia ventennale l’associazione rinnova l’immagine scegliendo il
nome del suo primo Presidente, il dottor Laerte Poletti, fondatore dell’ Associazione,
per rendere omaggio al suo operato che in città ha investito campi diversi: dall’impegno
nel sociale, nella politica, nella cultura e nell’arte.
Maestro nella vita, dal suo operato traspariva grande passione per l’opera educativa
della scuola San Giovanni Bosco e più in generale per ogni espressione ed iniziativa
rivolta all’educazione ed alla formazione scolastica dei ragazzi.
I genitori dell'Associazione
Giacomo
Imola, giugno 2012, fotocopiato in proprio
per informazioni: [email protected]
Una cuoca irlandese...
Quando una sera Monica mi ha telefonato per chiedermi se me la sentivo di cucinare per
una cena irlandese, ho pensato che fosse matta. Cucinare piatti irlandesi io, che non avevo
mai messo piede in un pub e men che meno in Irlanda?
Tanto per non dire di no subito, ho chiesto un po’ di tempo per pensarci e poi la curiosità mi
ha portato ad andare in Internet per vedere se trovavo qualche ricetta …
Man mano che trovavo del materiale, l’ idea non mi sembrava più tanto male, anzi, l’
Irlanda diventava sempre più interessante, e quindi ho dato la mia disponibilità a cucinare.
In seguito ho conosciuto le altre persone che organizzavano questo “evento” (Roberta,
Gloria e la prof. Bacchilega) e il loro entusiasmo mi ha definitivamente contagiato.
Con la prof. , fra l’ altro, ho passato un piacevolissimo pomeriggio a decidere il menu,
bevendo il the con la torta alla Guinness e ascoltando racconti sull’ Irlanda.
Poi ho passato alcune settimane a provare i piatti irlandesi a casa, a correggere gli
ingredienti e le dosi (le ricette prese da Internet non sono sempre molto accurate) e
sottoponendo i risultati al giudizio dei miei figli e di mio marito (che per fortuna amano
sperimentare in cucina!) e alle mie compagne di avventura.
Insomma, finalmente è arrivato il giorno fatidico! Devo dire che all’ inizio l’ angoscia era
tanta, ma per fortuna con me in cucina c’ erano due compagne eccezionali, Patrizia e
Monica, che hanno lavorato ininterrottamente dalla mattina alla sera con grande passione e
letizia.
La stessa passione che ho visto in tutte le persone che hanno contribuito alla serata,
compresi i ragazzi che hanno fatto i camerieri (si sono perfino messi la camicia bianca!).
Devo dire che mentre la prof. Traini cantava, ho smesso di lavorare, mi sono messa ad
ascoltare dietro la porta della cucina … e mi sono commossa!
Alla fine la soddisfazione è stata tanta: a parte gli applausi, mi sembra che le persone siano
state contente ed è per questo che mi piace cucinare.
Elena
Per continuare un incontro
Anche in questo anno scolastico, l’associazione ha proposto a dicembre, un momento
significativo per genitori ed insegnanti della Scuola dell’Infanzia, con il Dott. Coerezza, per
proseguire un confronto di esperienze sul tema educativo: “Libertà e autorità”.
Tanti gli spunti offerti dal relatore e tante le domande. In particolare è emersa la sfida
educativa che i figli pongono ai genitori per cercare le risposte, le certezze, lo sguardo
‘benevolo’, le modalità dell’affronto del reale. “Il problema della libertà è ‘tenere’”, è stato
sottolineato dal relatore. Tante infatti sono le sfide educative che sembrano essere fatte per
verificare se l’adulto ‘tiene’ nei confronti della realtà, se ‘tiene’ rispetto al significato che
attribuisce alle cose che accadono e alla vita; e ‘riuscire a tenere’ è possibile solo se si è certi
di questo. “Noi genitori siamo gli ‘amministratori fiduciari’ di un Altro, dove la parola
amministrare significa aiutare a portare a compimento, ma se l’autorità si dimentica di essere
fiduciaria, si impone, e diventa autoritarismo”.
(continua nella pagina seguente)
Il bambino ha bisogno di essere certo di un rapporto con l’adulto che non prendere mai le
distanze da una realtà che a volte basterebbe semplicemente guardare, perché è essa stessa
che educa.
‘Stare al reale’ ha ripetuto più volte Coerezza, usando gli strumenti di cui ogni uomo è dotato
fin dall’origine: cuore inteso come esigenze di felicità, verità, bellezza, giustizia, e ragione,
come capacità di ‘leggere’ dentro al reale. Non occorrono quindi, pedagogisti o esperti
dell’educazione, ci è già stato dato tutto: il nostro compito è quello di comunicare ai nostri
figli, vivendo, ciò per cui vale la pena stare al mondo. Il problema dell’educazione, quindi, è
innanzitutto ‘curare’ sé. L’importante, in questo, è non essere soli.
Claudia
Una sera con San Patrizo a Cena...
La sera di sabato 31 marzo, presso la parrocchia di Mezzocolle, abbiamo festeggiato San
Patrizio, il patrono d’Irlanda che gli irlandesi in tutto il mondo festeggiano il 17 marzo.
Abbiamo festeggiato alla maniera italiana e cioè mangiando, perché per noi italiani il cibo ha
un valore culturale fondamentale ed è un modo semplice ma chiaro ed inequivocabile per
avvicinarci alla conoscenza di un luogo e della sua gente.
Gli irlandesi festeggiano dipingendosi di verde, indossando il trifoglio (la pianta nazionale) e
sfilando per le vie del centro della città a Dublino piuttosto che a New York, a Philadelphia
piuttosto che a Sidney. Ma noi abbiamo avuto la nostra “Irish Dinner”, una cena in cui hanno
trionfato le patate, la birra Guinness, il pesce, la carne e i dolci così come vengono mangiati in
Irlanda.
Durante la cena i piatti sono stati intervallati da racconti riguardanti la storia irlandese, la
storia di San Patrizio con le leggende e le tradizioni che la circondano, dalla visione di
immagini della magnifica natura d’Irlanda e dei luoghi significativi che ancora oggi, a distanza
di oltre mille anni, ci ricordano le radici cristiane di questo popolo e le radici monastiche di
tutta l’Europa che proprio qui hanno cominciato a svilupparsi. I canti poi hanno confermato il
grande valore della musica per il popolo irlandese, una musica che ha tenuto sempre vivo in
esso il desiderio di indipendenza e libertà dall’usurpatore inglese.
Ma come è stato possibile tutto ciò? E’ stato possibilissimo perché anche questa volta il motto
“l’unione fa la forza” ha funzionato in modo perfetto. Le cuoche sotto la sapente e
organizzatissima supervisione di mamma Elena, che da settimane provava i piatti, hanno
preparato una cena gustosa e fedele ai piatti originali. Le altre mamme dell’Associazione
hanno curato l’organizzazione della serata, l’allestimento della tavola, abbellendola con trifogli
dei colori irlandesi e il menù, tutto in inglese, su cartoncino finemente decorato. L’esperto
Palmonari ha procurato fiumi di birra Guinness. Alcuni alunni e alunne della scuola media
hanno servito ai tavoli con grande gentilezza ed efficienza. E, infine, i partecipanti hanno
avuto la possibilità di capire un po’ meglio l’Irlanda, apprezzandone alcuni degli aspetti più
belli come il cibo, la storia e la musica in una serata davvero ben riuscita.
Carla Bacchilega