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mediare
NUMERO 2 - MARZO 2011
PERIODICO UFFICIALE F.I.M.A.A.
ITALIA
F.I.M.A.A.
C ONFCOMMERCI O
ATTUALITÀ
AMBIENTE
A MISURA DI DISABILE
IMPRESE PER L’ITALIA
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1861-2011
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Periodico ufficiale f.i.m.a.a.
Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari
Federazione fondata nel 1956
Numero 2 - Marzo 2011
Direttore responsabile
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Consulente editoriale
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Segreteria di redazione Fimaa Servizi
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Italo Paccoi
Giovanni PANTANELLA
Paolo PESANDO
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Coordinatore comitato di redazione
Piero NINNO
Hanno collaborato
Peppe ACQUATA
Massimo CURATOLO
Mauro DANIELLI
Fabrizio FRANCAVIGLIA
Cleo FUENTES
Francesca NEGRI
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Antonino NICOLOSI
Pietro ZANELLI
Impaginazione
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Progetto grafico
Fabio Monauni
Concessionaria esclusiva di pubblicità
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Stampa
Tipolitografia Alcione - Lavis (TN)
Iscirizione al Tribunale Civile di Roma
n. 366/2010 del 17/09/2010
MARZO EDITORIAL
mediare
Banche e assicurazioni:
italiani in crisi di fiducia
I
n tempi di crisi economica e di recessione è normale attendersi
una discesa della popolarità della banche. Se ciò è vero in
assoluto, la gravità della crisi che ha caratterizzato la fine del primo
decennio del XXI secolo giustifica un calo di fiducia senza precedenti
negli istituti bancari, la cui propensione speculativa ha contribuito ad
innescare un crollo finanziario che non ha tardato a far sentire i propri
effetti sull’economia reale di tutti i paesi più avanzati. Eppure, rispetto
agli altri paesi, in Italia l’intervento pubblico a favore delle banche è
stato meno pesante, con esborsi di capitale, attraverso i cosiddetti
Tremonti bond, per poco più di 4 miliardi di euro. Il nostro sistema
bancario è infatti uscito sostanzialmente indenne dal terremoto
che ha sconvolto la finanza globale e gli istituti italiani si rivelano
relativamente protetti anche davanti al pericolo default dei debiti
sovrani che agita oggi Borse e investitori, proprio perché tra i meno
esposti in Europa sui mercati esteri. Nonostante questi punti di forza,
le banche italiane non sembrano tuttavia godere di grande credito
presso i cittadini: per il secondo anno la rilevazione dell’Eurispes
fotografa un risparmiatore molto scettico e disincantato rispetto alla
capacità delle banche di farsi carico delle necessità delle famiglie,
delle imprese e più in generale della crescita dell’economia nazionale.
Intervistati sulla situazione economica individuale dell’ultimo anno, la
maggioranza assoluta (57,3%) del campione utilizzato dall’Eurispes
per la 29esima edizione del ”Rapporto Italia 2011” ha indicato
un peggioramento: grave nel 23,9% dei casi o lieve nel 33,4%.
Rispetto ad un anno fa, il numero dei pessimisti ha subìto una lieve
contrazione, pari a 2 punti percentuali; della stessa entità si è rivelata
tuttavia la crescita di quanti hanno dichiarato un miglioramento
(passati dal 6,9% all’8,8%), mentre è rimasto sostanzialmente
stabile il dato relativo a quanti ritengono invariata la propria posizione
economica (33,2% contro il 32,9% del 2010). La necessità di
chiedere un prestito bancario registra una lieve contrazione rispetto
ai dati del 2010: se un anno fa il 34,2% del campione aveva infatti
espresso questo bisogno, per il 2011 la percentuale si ferma al
29,5%, contro il 70,5% che dichiara di non aver avuto tale esigenza.
Tuttavia, se si analizza il motivo (per questa domanda era possibile
più di una risposta) per cui è stato richiesto il prestito, emerge una
sensibile contrazione di quanti hanno deciso di accendere un mutuo
per l’acquisto di una casa, che in un anno passano dal 47,7% al
40,3%. Ora il sistema bancario assicura la riapertura delle borse
per dare un aiuto concreto al rilancio economico di tutti i settori.
Un’azione quanto mai auspicabile.
ITALIA
F.I.M.A.A.
Socio effettivo
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sommario
MARZO
PIANO CASA… L’INCOMPRESO.......................... pag.10
UN SONDAGGIO DI NOMISMA RILEVA
CHE UN TERZO DEGLI ITALIANI NON HA CAPITO
LA MANOVRA PIANO CASA
FOTOGRAFIA DELLA MEDIAZIONE.................... pag.12
ECCO I RISULTATI DELLA RICERCA FIMAA,
CONDOTTA DALLO STUDIO LASCAR
DOVE COMPRARE CASA?
TI AIUTA STREETADVISOR................................................... pag.16
ECCO UNA DELLE NOVITà DEL WEB
PER SCEGLIERE IL POSTO GIUSTO DOVE VIVERE
Lo stock immobiliare
del NORD Italia................................................................. pag.20
Una lettura meditata dello stock,
a dettaglio provinciale e comunale
DA SENSALI
A MEDIATORI
FIMAA FESTEGGIA
I 150 ANNI DELL’UNITà
D’ITALIA FACENDO
UN EXCURSUS
DELLA PROFESSIONE
DI MEDIATORE
CHE HA UNA STORIA
Più CHE MILLENARIA
pag.4
FOCUS LIGURIA..................................................................... pag.40
CONTRATTO DI RETE......................................................... pag.24
ecco tutte le novità di questa nuova figura,
che ha la principale funzione
di creare regole dispositive
La nuova MEDIAZIONE CIVILE e
COMMERCIALE....................................................................... pag.46
Le spese di Rappresentanza............................. pag.48
FIMAA NEWS
Etica e morale
o ipocrisia e moralismo?.................................. pag.29
RIFORMA DELLA DISCIPLINA DEL
CREDITO AL CONSUMO................................................ pag.32
FIMAA È SOCIO FONDATORE DEL
NUOVO CEPI............................................................................. pag.34
AMBIENTI A MISURA DI DISABILE........................ pag.36
ritorno al futuro
LE BANCHE RICOMINCIANO
AD APRIRE I CORDONI DELLA
BORSA PER ALIMENTARE
IL MERCATO DEI MUTUI,
FONDAMENTALI
PER IL FUTURO
ECONOMICO
DEL PAESE
pag.30
STILE MEDITERRANEO
PER HEIDI E SEAL
LA TOP MODEL E IL CANTANTE
COMPRANO CASA A LOS ANGELES.
CON TANTO DI SPA
E CAMINO DI NAPOLEONE
pag. 18
INFORMATION TECNOLOGY...................................... pag.50
I SERVIZI FIMAA...................................................................... pag.53
I mediatori merceologici................................. pag.54
LE PROPOSTE EDITORIALI............................................. pag.55
Convegni FIMAA.............................................................. pag.56
F.I.M.A.A.
mediare 3
DA SENSALI
A MEDIATORI
FIMAA FESTEGGIA
I 150 ANNI DELL’UNITà
D’ITALIA FACENDO
UN EXCURSUS DELLA
PROFESSIONE
DI MEDIATORE.
CHE HA UNA STORIA
Più CHE MILLENARIA
4 mediare
di Francesca Negri,
Fabrizio Francaviglia
Docente di diritto e scrittore
e Antonino Nicolosi
Presidente FIMAA Sicilia
O
ggi si chiamano mediatori.
Un tempo erano i sensali. Il
sensale, una tra le più antiche figure professionali della storia
dell’uomo, era già conosciuto dai
persiani e dagli arabi dove rispettivamente era denominato “sapsar” e
“simsar”, mentre nell’antica Grecia la
figura del sensale era conosciuta con
il termine proxenètes, dal quale trae
origine la parola “proxenèta”, utilizzata sia in epoca romana che nel periodo medievale. Inizialmente la sua
funzione consisteva nel mettere in
contatto persone del luogo per soddisfare esigenze anche diverse da
quelle di carattere commerciale. Infatti, nell’antica Roma il “proxenèta”
assunse la figura di “intermediario di
matrimoni” e di “conciliatore di dissidi familiari”. Solo successivamente, grazie allo sviluppo dell’impero
romano, la sua figura assunse la più
importante funzione di “mediatore in
affari commerciali”. Già ai tempi dei
Romani la figura del proxenèta era
giuridicamente conosciuta e codificata: a testimoniarlo è il Corpus Iuris
Civilis o Corpus Iuris Iustinianeum.
Dovranno trascorrere circa settecento anni, però, per trovare con la
nascita dei Comuni nuovi riferimenti
giuridici relativi alla figura e alle attività del sensale, la cui opera, grazie
al rapido incremento dei commerci,
divenne utile ad agevolare le contrattazioni assumendo in molti casi la
funzione di pubblico ufficiale. Tra le molteplici funzioni svolte
dal sensale, due, per la loro particolarità, meritano di essere ricordate: il sensale di scommesse, il
quale raccoglieva a Firenze le scommesse sul nominativo di colui che
sarebbe stato eletto Papa o Cardinale, e il sensale di prodotti farmaceutici.
Ma non solo. A Roma, ad esempio, esisteva un sensale chiamato
“Sensale di Nostro Signore”, la cui
funzione era quella di assaggiare e
di acquistare, prima di qualsiasi altro
acquirente, il vino destinato al Palazzo Apostolico che, trasportato con le
barche lungo il fiume Tevere, veniva
venduto ai Porti di Ripa e Ripetta.
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1861-2011
LE ORIGINI
Già la stessa etimologia del termine dall’arabo simsar (con lo stesso
significato di mediatore) ci dice che
la figura specifica, se non proprio le
funzioni, furono introdotte nell’Italia
meridionale con la conquista araba
tra il 600 e l’800 d.C. Non è che prima non esistesse tale funzione, ma
essa era ricondotta dalla tradizione
giuridica romana alla figura più generale del procurator. Come appare
immediatamente visibile, le due figure sono assolutamente differenti
anche se, nella pratica e nella teoria,
le sovrapposizioni non dovevano
mancare. Mentre il procurator dello
ius civile è l’alter ego di una parte, il
IL SISTEMA TAVOLARE O DEL LIBRO FONDIARIO
di Flavio Margonari Conservatore del Tavolare del Trentino Alto Adige
L
e origini del sistema tavolare si fanno risalire all’antico istituto delle “Landtafeln” operante fin dalla prima
metà del XIV secolo in una parte dei territori della
monarchia asburgica, e precisamente nella Boemia, nella
Moravia e nella Slesia settentrionale.
Le “Landtafeln” o “tabulae terrae“, da cui appunto deriva
il termine tavolare, rappresentarono una disciplina unitaria
dettata con riguardo all’aspetto dell’acquisto della proprietà fondiaria, specificamente ispirata al principio secondo cui i diritti reali immobiliari non si
acquistano se non a seguito dell’avvenuto espletamento della relativa formalità pubblicitaria, risolventesi nella
fattispecie nell’effettuazione dell’iscrizione in particolari libri pubblici.
Le iscrizioni in tali libri pubblici non erano dunque destinate a spiegare effetto a livello unicamente probatorio,
ma piuttosto a quello sostanziale producendo le loro effettuazioni una efficacia di tipo costitutivo così da arrivare a riconoscere che quanto fosse emerso dal pubblico
registro fosse verità incontestabile e l’ignoranza intorno
al suo contenuto risultasse del tutto irrilevante.
Le evoluzioni successive che il sitema originario conobbe conseguirono
all’emanazione di una serie di provvedimenti normativi, di cui pare il
caso di citare quelli di Ferdinando II
del 1627 per la Boemia e del 1628 per
la Moravia, costituenti altrettante
occasioni di perfezionamento e affinamento dei principi informatori
mediare 5
simsar invece lavorava per sé: era
cioè un libero professionista. Durante
il primo Medioevo, caratterizzato da
sconvolgimenti politici di varia entità
e dal consolidarsi dei regni romanobarbarici, non abbiamo nulla di certo
sulla figura del sensale, perché per
natura è vincolata allo sviluppo dei
commerci ed al livello di benessere e, quindi, necessita di un quadro
di riferimento “politico” di stabilità
e sviluppo. Tale quadro si viene a
presentare nell’Italia dell’anno Mille
con la nascita del libero Comune. I
liberi Comuni, infatti, legavano la loro speranza di crescita, economica
e dunque politica, allo sviluppo delle
attività commerciali. In tale quadro di
favore per le attività commerciali si
svilupparono anche quelle ausiliarie
del commercio, come appunto quella del sensale - denominazione che
già possiamo considerare acquisita
dall’anno Mille in poi - che, come
del sistema e quindi la fondamentale Patente Sovrana del
22 aprile 1794 che, con l’introduzione dell’“Hauptbuch”
(Registro principale) organizzato come sistema di fogli facenti riferimento diretto all’immobile, avrebbe segnato il
momento dell’abbandono dell’impostazione del sistema
su base personale ed il passaggio a quella a base reale.
Di certo la tappa fondamentale successiva fu quindi
rappresentata dall’opzione del legislatore del Codice
Universale austriaco del 1811, entrato in vigore il primo
gennaio del 1812, di estendere il sistema
tavolare all’intero territorio della
monarchia.
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tutti gli aspetti della vita comunale,
inizia ad essere puntualmente regolata dalle norme degli Statuti delle
corporazioni e civici.
Il Medioevo ha due caratteristiche
mentalità, che si riverberano in tutte le sue manifestazioni e sono diametralmente opposte tra loro: da
un lato la mentalità universalistica
propria della Chiesa di Roma, mutuata dall’Impero Romano, dall’altra
una mentalità assolutamente particolaristica che è alla base dell’Idea
di libero Comune e che all’interno
di questo crea le corporazioni come
parti costitutive del Comune stesso.
In questo ordine di idee la figura del
sensale è inizialmente normata dagli
Statuti della corporazione dei mercanti, della quale fa parte di diritto,
poi, con l’assorbimento delle corporazioni all’interno della vita pubblica
del Comune, dagli Statuti comunali
stessi. Nel periodo comunale l’importanza dei sensali è tale che il
loro collegio è numerus clausus
e ad esso si accede solo essendo
in possesso di particolari requisiti
sia civili che morali. Ad esempio,
gli Statuti di mercanzia più antichi
pervenutici specificano che il sensale deve essere di elevate doti morali,
Ciò avrebbe determinato la progressiva soppressione
degli altri sistemi di pubblicità immobiliare anteriormente
vigenti, come, ad esempio, per quanto riguarda la realtà della regione Trentino Alto Adige, il sistema del libro
copiale (Verfachbuch) in provincia di Bolzano e dell’archiviazione in provincia di Trento, che si risolvevano in
mere raccolte di documenti, pur sempre ad effetto costitutivo, ordinati secondo i nomi delle parti che li avevano
posti in essere.
Avrebbe poi fatto seguito, da una parte la legge 25 luglio
1871 Bli n.95 che dettò la normativa unificata in materia di organizzazione e tenuta dei libri fondiari e quindi la
legge 25 luglio 1871 n.96, che può essere considerata a
tutti gli effetti la legge cornice in materia di impianto del
Libro fondiario a cui avrebbero dovuto far riferimento le
successive leggi provinciali.
Avendo solo riguardo ai territori italiani già facenti parte
dell’impero asburgico è da ricordare la legge
d’impianto per la Contea Principesca
del Tirolo Vorarlberg, di cui all’epoca erano parte integran-
che non può essere stato dichiarato
mai fallito e che, anche se figlio di
sensale, deve dare prova delle sue
qualità morali e professionali pena
l’espulsione dalla corporazione cui
appartiene.
Proprio questa severità fa capire la
posizione del sensale nella società
del suo tempo: una figura degna di
particolare fiducia e, come teste in
giudizio, la sua deposizione era assistita da fede privilegiata tanto che,
a differenza di altre figure professionali, non poteva essere sottoposto
a tortura nel caso di deposizione in
un procedimento criminale. A causa
della struttura della società medioevale, il campo di azione del sensale,
che poi lo rese famoso in letteratura
e musica e ne tramandò in modo
imperituro il nome, fu quella di procacciatore di matrimoni, attività nella
quale erano esaltate le doti professionali: il sensale doveva avere una
qualità non comune, quella di essere riservato, discreto, doveva tener
conto della suscettibilità umana in
tutti i risvolti di natura psicologica ed
emotiva, insomma aveva il compito
di favorire il matrimonio combinato,
ma senza far apparire gli interessi nascosti. Neppure l’agente delle tasse
era aggiornato, come il sensale, sulla
consistenza patrimoniale di certe famiglie. Il giovedì prima del matrimonio i parenti erano invitati alla casa
degli sposi per ispezionare i regali,
ma soprattutto la consistenza del
corredo e, perché no, anche la carta
dotale, dalla quale si rilevava, non
solo la quantità dei beni, ma anche
se la disponibilità del patrimonio era
dal “primo giorno” e libera da vincoli. Questa attività richiedeva doti
non comuni al sensale che avesse
deciso di esercitarla. Il fatto poi che
tale attività fosse disciplinata abbastanza rigorosamente aveva un suo
ragionevole fondamento.
Con il tramonto del periodo medioevale la professione del sensale non tramontò, anzi, trovò nuova
linfa negli Stati italiani pre unitari, i
quali, nel riadattare per i propri usi
e tradizioni il Code Napoleon, dettarono nuove norme sulla professione
del sensale. A titolo di esempio riportiamo alcune norme tratte dal “Codice per lo regno delle due Sicilie” del
1819: gli art.70/86, che disciplinavano proprio le professioni di agente di
cambio e di sensale di commercio, di
noli marittimi e terrestri e di assicurazioni; l’art.70 che stabiliva che il sen-
te gli interi territori del Trentino e dell’Alto Adige, e quelli
dei Comuni di Pedemonte in Provincia di Vicenza, di
Magasa e Valvestino in Provincia di Brescia e di Cortina
D’Ampezzo in Provincia di Belluno, 17 marzo 1897 B.L.P.
n. 9 ed il relativo regolamento di esecuzione.
Tale legge avrebbe dovuto regolare anche l’impianto dei
Comuni di Pieve di Livinallongo e di Colle di Santa Lucia, sempre in Provincia di Belluno, che pure non fu mai
realizzato, tant’è che a tutt’oggi vige ancora, in maniera
assolutamente eccezionale, il vecchio sistema dell’archiviazione, mai soppiantato.
Per quanto riguarda i territori retti a regime tavolare della
regione Friuli Venezia Giulia sono da ricordare: la legge
provinciale della Carinzia del 2 giugno 1874 B.L.P. n. 91
per il territorio del tarvisiano, mentre per il goriziano è da
citare la legge provinciale per la Contea Principesca di
Gorizia e Gradisca del 5 novembre 1874 B.L.P. n.2 che
in quelle terre avrebbe condotto al superamento del
precedente sistema tavolare ante litteram degli “Offizi
di intavolazione” gia in vigore dal 1761.
Un discorso a parte merita poi la particolare vicenda di
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sale fosse nominato dal Governo su
proposta della Camera di Commercio del luogo; l’art. 71 che sanciva
che solo sensali ed agenti di cambio
potessero trattare la negoziazione di
effetti pubblici e di tutti gli altri effetti che potessero essere iscritti nelle
liste mercantili, ad essi era esclusivamente riservato il diritto di trattare
la vendita ed il commercio di materie
metalliche; l’art.72 che determinava
che in tutti i luoghi fossero presenti
sensali; l’art.73 che imponeva che
essi soli, unitamente agli agenti di
cambio, esercitassero la senseria
delle materie metalliche; l’art.74 che
essi “…in concorrenza coi notai…”
stendessero polizze assicurative e
contratti e ne attestassero con la loro
Trieste ove pure a far data dal 1772 era in vigore un sistema pubblicitario immobiliare ascrivibile al novero dei
sistemi di tipo tavolare: l’“Ufficio di intavolazione”. Impiantato originariamente su base personale nel 1803il
sistema triestino sarebbe stato riorganizzato su base reale attraverso l’incrocio dei dati del numero della partita
tavolare dell’edificio e del numero civico dello stesso. Di
tale sistema sono rimasti in vigore i libri maestri di taluni edifici del c.d. “Borgo teresiano” nucleo centrale del
centro storico della città di Trieste. Per il resto del territorio l’impianto del libro fondiario su base reale ( mappa
franceschina) sarebbe avenuta tra il 1826 e il 1835
Alla decisione di mantenere in vigore il sistema di pubblicità immobiliare di tipo tavolare di matrice austriaca da
parte del legislatore con R.D. 4 novembre 1928 n.2325
fece seguito l’emanazione del R.D. 27 marzo 1929 n. 499
con cui si provvide ad introdurre nell’Ordinamento giuridico italiano i principi fondamentali del sistema all’epoca
contenuti nei paragrafi del Codice Universale austriaco e
a coordinare le norme del corpo normativo tavolare con
quelle dell’Ordinamento giuridico italiano stesso.
mediare 7
firma la veridicità oltre a determinare
i premi per i viaggi per mare e per
terra; gli art.75,76,77 che elencavano
i loro compiti specifici nei vari campi
del commerci. E ancora più importanti erano gli art.78/86, secondo i
quali per svolgere la professione di
sensale occorreva un’apposita autorizzazione governativa, non
poteva essere sensale chi
fosse stato dichiarato fallito, i sensali non potevano
agire in conflitto d’interessi, dovevano tenere
dei registri appositamente vidimati
e firmati dall’Autorità governativa
ed erano obbligati
ad esibirli ad ogni
richiesta dei giudici o
degli arbitri e delle parti;
non potevano formare
tra di loro o per mezzo di
prestanome società commerciali o bancarie e non potevano né agire né vendere alcunché a coloro il cui fallimento fosse stato già conosciuto.
Ogni violazione delle regole era
punita con l’espulsione dalla categoria e con severe pene pe-
I PRINCIPI INFORMATORI DEL SISTEMA TAVOLARE
“Fino a nuove disposizioni di carattere generale, per la
pubblicità dei diritti sui beni immobili è mantenuto in vigore il sistema dei libri fondiari. Con separato provvedimento sarà proceduto alla revisione delle leggi che regolano
i libri fondiari e al coordinamento delle disposizioni del
codice con dette leggi”. Così statuì il legislatore italiano
col regio decreto 4 novembre 1928, n. 2325 in occasione
dell’estensione alle c.d. “terre redente” dei codici civile,
di commercio e di procedura civile, dettando in tal modo
quello che può essere definito l’atto di nascita del diritto
tavolare italiano. Venne così singolarmente a crearsi all’interno dell’Ordinamento giuridico italiano una eccezionale
situazione di convivenza di due sistemi tra loro diversi
anche se destinati a soddisfare la medesima esigenza di
pubblicità nel settore immobiliare.
Specificamente per il legislatore patrio si trattava di recepire nel proprio ordinamento giuridico il corpo normativo
tavolare austriaco precisamente costituito in parte da norme contenute nei paragrafi del Codice civile universale e
parte delle norme contenute in una serie di leggi speciali
8 mediare
cuniarie. Da tali norme emerge il quadro di una professione importante e
delicata per la comunità e pertanto
adeguatamente regolamentata, tutelata ed all’occorrenza punita. Ancora,
la Gazzetta Ufficiale del Regno di
Napoli porta negli anni 1820 e seguenti l’istituzione e la destinazione
di sensali presso l’istituita Camera
di Commercio di Palermo (1820) e
Foggia, mentre nel 1823 viene pubblicato il divieto di essere membri di
una Camera di Commercio per padre
e figlio, e nel 1826 risulta istituito il
Tribunale di Commercio di Napoli
presso la locale Camera di Commercio. Fino al 1857 risultano pubblicati
per semestre tutte le variazioni del
numero dei sensali autorizzati in ogni
località sede di Camera di Commercio e le loro vicende.
Non possiamo non notare che
tale disciplina era già all’epoca
molto moderna e che solo oggi,
con la cd “mediazione obbligatoria”, si sta riscoprendo qualcosa
di simile ai Tribunali di Commercio del regno di Napoli.
DAGLI STATI ITALIANI AL 1866
Con la nascita degli Stati Italiani la
legislazione del sensale assunse nei
vari Stati delle regole ben precise, a
volte molto simili. Nel Regno d’Italia
il 17 luglio 1808 “Napoleone, per la
Grazia di Dio e per le Costituzioni,
l’Imperatore dei Francesi, Re d’Italia
e Protettore della Confederazione del
Reno” decretò e ordinò l’entrata in
vigore a partire dall’1 settembre dello stesso anno del “Codice di Commercio di terra e di mare pel Regno
d’Italia”. I sensali vennero divisi in
quattro sezioni in funzione dei compiti a loro attribuiti: sensali di mercanzia, di assicurazioni, sensali interpreti
e regolatori di bastimenti, sensali di
trasporto per terra e per acqua.
Nel Regno Lombardo-Veneto, invece, con Dispaccio Aulico del 27 luglio
1824 entrò in vigore il “Codice di
Commercio di terra e di mare” che
faceva proprio, con alcune variazioni,
il Codice Napoleonico.
I sensali potevano essere nominati solamente nelle città nelle
quali esisteva una Borsa di Commercio, ovvero Milano e Venezia:
la nomina era attribuita al governo e il
numero era chiuso. I sensali di mercanzie potevano essere 40, numero
successivamente aumentato per Venezia a 80 e diminuito a Milano a 36.
Nel Regno delle Due Sicilie Ferdi-
nando I, il 26 marzo 1819, approvò
il “Codice per lo Regno delle Due
Sicilie” e anche qui i sensali erano
suddivisi secondo i dettami di Napoleone, mentre, nel Granducato di
Toscana, la professione era regolata
attraverso bandi e provvisioni. Nel
Regno Piemontese, che comprendeva anche gli Stati Sardi, troviamo
tracce dei primi decreti a partire dal
1615. Successivamente la professione del sensale venne regolata dal
“Codice Albertino” del 1842.
DAL REGNO D’ITALIA AD OGGI
Poi nacque il Codice di Commercio del Regno d’Italia, che andò in
esecuzione in tutte le province del
Regno a cominciare dall’1 gennaio
1866. I sensali divennero “mediatori” e vennero distinti in due categorie: quelli pubblici, i quali erano
muniti di mandato, e i “mediatori in
altre specie di mediazione”, ovvero i
sensali di merci, di assicurazione, per
noleggio navi e quelli per trasporto
per terra e acqua. La mediazione era
libera, il mediatore doveva iscriversi
nei ruoli camerali. Esistevano inoltre
degli organi di vigilanza per i pubblici
mediatori. Si susseguirono altri Decreti Reali, per poi arrivare alla legge
tra cui spiccava quella del 25 luglio 1871 B.L.I. n. 95, e cioè
la Legge generale sui libri fondiari. La scelta strategica operata nel senso del mantenimento in vigore nelle cosiddette
“nuove province” del sistema pubblicitario immobiliare di
tipo tavolare, implicava la necessità di disporre con norme
successive la deroga ai principi che stavano a fondamento
del diverso sistema della trascrizione già operante nelle
vecchie province. Si trattava in buona sostanza di superare sia il principio consensualistico allora contenuto nell’art.
1125 del codice civile italiano del 1865, attualmente contenuto nell’art. 1376 del codice civile in vigore, secondo cui
l’acquisto del diritto “nei contratti che hanno per oggetto
il trasferimento della proprietà di una cosa determinata,
la costituzione o il trasferimento di un diritto reale ovvero
il trasferimento di un altro diritto avviene per effetto del
consenso delle parti legittimamente manifestato”, che il
principio dell’opponibilità della trascrizione di ispirazione
francese secondo cui ex-art. 2644 codice civile gli atti
traslativi o costitutivi dei diritti reali sui beni immobili “non
hanno effetto riguardo ai terzi che a qualunque titolo hanno
acquistato diritti sugli immobili in base a un atto trascritto e
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1861-2011
del 20 marzo 1913 (n.272), che sancì che la professione di mediatore
fosse libera e senza necessità di
iscrizione ai Ruoli della Camera di
Commercio, eccezion fatta per gli
agenti di cambio e coloro che svolgevano incarichi pubblici. Novità di
questa legge, il fatto che prevedeva
la costituzione del “Sindacato dei
mediatori”, che aveva compiti di vigilanza delle attività dei sensali e di
eventuali denunce di abusi.
Nel 1958 venne quindi reintrodotto l’obbligo dell’iscrizione al
Ruolo della Camera di Commercio: agli iscritti per la prima volta
venne attribuita la qualifica di
“agenti di affari in mediazione”.
Il resto è attualità che arriva fino
ai giorni nostri.
iscritto anteriormente alla trascrizione degli atti medesimi.
Seguita la trascrizione non può avere effetto contro colui
che ha trascritto alcuna trascrizione o iscrizione di diritti acquistati verso il suo autore, quantunque l’acquisto risalga a
data anteriore”. Il sistema di pubblicità immobilare del libro
fondiario, o tavolare che dir si voglia di matrice austriaca
risulta ancora in vigore nei seguenti territori già facenti parte integrante dell’impero asburgico: in Trentino-Alto Adige
l’intero territorio delle province di Trento e Bolzano, in Friuli
Venezia Giulia l’intero territorio delle provincie di Trieste e
Gorizia nonché i territori di quindici comuni amministrativi
della provincia di Udine (Aiello del Friuli, Aquileia, Campolongo al Torre, Cervignano del Friuli, Chiopris-Viscone,
Fiumicello, Malborghetto-Valpurna, Pontebba, Ruda, San
Vito al Torre, Tapogliano, Tarvisio, Terzo d’Aquileia, Villa
Vicentina e Visco), in Veneto il territorio di un Comune
amministrativo in provincia di Vicenza (Pedemonte) e il
territorio di un Comune amministrativo in provincia di Belluno (Cortina d’Ampezzo), in Lombardia il territorio di due
Comuni amministrativi in provincia di Brescia (Valvestino
e Magasa).
mediare 9
PIANO CASA:
L’INCOMPRESO
UN SONDAGGIO DI NOMISMA RILEVA CHE UN TERZO DEGLI ITALIANI
NON HA CAPITO LA MANOVRA
di Peppe Acquata
S
e il Piano casa non ha dato
i frutti sperati dal governo, il
motivo è semplice: non è stato capito dagli italiani.
È questo quanto emerge dai risultati di un recente
sondaggio su duemila nuclei familiari effettuato da Nomisma. A
quanto pare, un terzo degli italiani
non ha capito se la propria abitazione
rientrava o meno nella casistica del
piano e se questo era quindi applicabile. Il problema in molti casi è stata
la conversione del piano a livello regionale, che è arrivata tardi e con una
quantità di vincoli tale da rendere di
ardua identificazione quali fossero gli
interventi possibili, vanificandone, in
un certo senso, l’esito.
Lo studio di Nomisma era volto a
capire quale poteva essere la domanda potenziale del Piano casa:
solo il 18,7% delle famiglie intervistate lo riteneva adatto al proprio caso,
10 mediare
mentre il 40% era convinto di non
essere idoneo. Un dato probabilmente eccessivo, ma che mostra come
la complessità della normativa abbia
scoraggiato gli utenti finali. Non solo.
Dei 4,5 milioni di famiglie che possono ritenere il Piano casa applicabile,
solo poco meno della metà erano
sono interessate a saperne di più, e
appena 800mila si sono dette certe di cogliere l’occasione: si tratta di famiglie di quattro membri,
con capo famiglia di età inferiore
ai 44 anni, residenti nei Comuni
medi del centro-sud, con elevato
livello di istruzione e basso reddito, residenti in una casa fino a 120
metri quadri. Del 50% di chi invece
potrebbe applicarlo ma non è interessato a farlo, circa il 70% ha rinunciato
perché non ne sentiva un effettivo
bisogno, mentre per il 30%, circa
650mila famiglie, il problema è stata
la mancanza di risorse economiche
che un simile intervento avrebbe richiesto.
I risultati del sondaggio Nomisma, per quanto potessero sembrare eccessivamente pessimistici
rispetto ai 42 miliardi di investimenti
attesi dal Cresme al varo della legge,
si sono rivelati fin troppo ottimistici:
a settembre dello scorso anno, infatti, un’indagine del Sole 24 Ore
ha rilevato che le domande totali
erano state solo 2700 in 63 delle
maggiori città italiane, con una
media irrisoria di 42 domande per
capoluogo di provincia. Per il 2011
le previsioni parlano di incremento
del 2% del settore dell’edilizia legato
al Piano casa. Ma il dubbio rimane:
le complicazioni normative e la poca
chiarezza, affiancata da una scarsa
comunicazione, non scoraggeranno
anche quest’anno le famiglie italiane?
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mediare 11
CI
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FOTOGRAFIA
DELLA MEDIAZIONE
ECCO I RISULTATI DELLA RICERCA FIMAA,
CONDOTTA DALLO STUDIO LASCAR
di Mauro Danielli Vicepresidente FIMAA Milano
L’
andamento del mercato immobiliare è costantemente
monitorato e molti sono i dati disponibili, scarseggiano invece,
informazioni strutturate per quanto
riguarda l’impatto della crisi sulle
condizioni generali delle agenzie immobiliari. Che una riduzione di circa il
30% delle compravendite, tra il 2006
e il 2009, abbia comportato uno stato di disagio o anche di difficoltà per
le agenzie immobiliari, è un’ovvietà
che non esaurisce la questione. Si
tratta, infatti, di cogliere le modalità
del disagio e di identificare in quali
circostanze di mercato, territoriali e
organizzative la crisi si è fatta sentire con maggiore o minore intensità.
L’identificazione di queste differenze è uno spiraglio per uscire da una
situazione in cui le agenzie immobi-
12 mediare
liari sembra debbano vivere passivamente gli andamenti del mercato.
È importante invece, porsi da protagonisti, nella convinzione che gli
andamenti del mercato immobiliare
debbano costituire una “variabile
operativa” e non l’ineluttabile destino per l’agenzia immobiliare.
Per questo è stata condotta da FIMAA Milano, tramite lo Studio Lascar, una ricerca che aveva due finalità: da un lato fotografare la situazione
e gli atteggiamenti degli operatori in
termini generali, dall’altro cogliere ed
evidenziare le differenze organizzative, operative e strategiche che hanno determinato una diversa reattività
alla crisi. Gli associati Fimaa Milano delle province di Milano, Monza e Brianza hanno collaborato in
modo massiccio consentendo di
lavorare su un campione di circa
il 5% (quindi significativo) delle
agenzie presenti sul territorio.
Seppur localizzati in un area italiana specifica, i dati emersi forniscono una fotografia valida in
tutta Italia.
In alcuni casi i dati hanno puntualmente rispettato le aspettative o il
senso comune, in altri hanno proposto evidenze inaspettate. Un dato
che era nelle aspettative è lo scarso numero di addetti per agenzia
immobiliare: oltre l’80% è risultato
composto da meno di 5 persone
(escluso l’eventuale personale di segreteria), mentre solamente l’1,9%
è risultato disporre di più di 10 collaboratori con mansioni commerciali.
La media complessiva degli addetti
con mansioni commerciali è risultata
essere di 2,77 persone per agenzia
immobiliare. Allineata con la realtà
micro-imprenditoriale delle agenzie,
è la constatazione che oltre il 63%
non ha personale di segreteria e che
il lavoro sia svolto in toto dagli agenti
e/o funzionari. Ciò è risultato essere
in parte determinato dalla crisi, ma
anche una scelta organizzativa.
A conferma del forte impulso del settore, negli ultimi anni, le agenzie immobiliari con oltre dieci anni di avviamento sono risultate poco meno del
50% e nell’ulteriore segmentazione
di questo dato si sono potute riscontrare delle dinamiche relativamente
inaspettate. Infatti, si è riscontrata
una maggiore concentrazione dei
disagi in relazione al mercato, nella
fascia delle agenzie con avviamento
tra sei e dieci anni.
Ciò che ha colpito in modo particolare è la forte differenziazione di
strategie e modelli operativi in relazione all’acquisizione. Una ragguardevole percentuale (oltre il 25%)
non ha avuto nessuna particolare
variazione del numero di immobili in portafoglio, mentre oltre
il 30% lo ha ridotto e oltre il 40%
l’ha incrementato. Sono evidenti
strategie opposte a fronte delle dinamiche del mercato, ma in questo
si è notata una prima e apparente
contraddittorietà dei dati: le agenzie
che avevano avuto un incremento
del portafoglio erano anche quelle
che più frequentemente rifiutavano
di gestire l’immobile a fronte di una
La relazioe completa è disponibile
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richiesta eccessiva da parte del proprietario. Si è desunto che queste
agenzie abbiano rafforzato l’attività
di ricerca e acquisizione immobili al
punto di darsi un maggior numero
di opportunità di acquisizione. Inoltre quando si è andati ad analizzare
ulteriormente questo segmento si è
scoperto che queste agenzie avevano un numero di componenti superiore alla media e che erano tra quelle
che meglio avevano retto l’impatto
con la crisi.
mediare 13
dispongono di un esteso portafoglio immobili. Segno, questo,
dell’importanza, anzi del valore strategico per la possibilità di concludere affari nell’attuale mercato, di una
buona gestione delle richieste la
quale è praticabile in modo efficace
soltanto accedendo ad un esteso
portafoglio immobili.
Altra importante discriminante, per
la reattività alla crisi, risulta essere la
questione della “gestione dell’incarico”. Le agenzie immobiliari con una
buona tenuta o addirittura in fase di
sviluppo, ma che soprattutto meno
frequentemente risultano concedere
sconti ai clienti, sono risultate essere
Se le concessioni di sconto al cliente sembrano essere diventate una
“prassi consolidata” (quasi il 90%
delle agenzie fa sconti al clientevenditore o al cliente-acquirente),
la dinamica di collaborazione tra le
agenzie risulta essere assolutamente
rafforzata: oltre il 43% ha incrementato le collaborazioni durante la crisi.
Questo aspetto sulle collaborazioni è
14 mediare
risultato un tratto discriminante non
tanto di per sé quanto per le implicazioni di estensione di portafoglio. Le
agenzie immobiliari che risultano
aver meglio fronteggiato la crisi
(e in una percentuale tra il 9% e
il 12% essere in fase di espansione) sono quelle o che hanno una
intensa attività di collaborazioni
o che – pur non collaborando –
quelle che, come prassi operativa,
operano per il ribasso in gestione
incarico ed evitano di tentare il ribasso in sede di proposta o in scadenza
incarico. Di converso quelle più sofferenti sono risultate essere quelle
che meno frequentemente tentano
il ribasso in gestione incarico e più
frequentemente lo tentano in fase
di proposta o in scadenza incarico.
In ultimo è emersa la necessità di
richiamare una maggiore attenzione
ai cambiamenti, sia del mercato sia
della realtà socio-economica. Se è
vero che oltre il 41% ha dichiarato
di voler investire sull’agenzia per
ottenere migliori risultati in fu-
turo, è anche vero che oltre il 36%
ha invece dichiarato di voler mantenere tutto inalterato e aspettare
che passi la crisi. Il mercato sembra
ormai proporre una situazione in cui
non è più possibile mantenere una
posizione attendista: l’integrazione
dei servizi, lo sfruttamento pieno
delle nuove tecnologie, lo sviluppo
di sinergie operativo-professionali è
ormai una condizione di necessità.
Questa ricerca sembra essere molto chiara oltre che nel confermare lo
stato di disagio della categoria, nel
delineare la possibilità di procedure,
atteggiamenti e visioni strategiche
in grado di offrire risultati e prospettive interessanti anche a fronte di un
mercato diverso da quello degli anni
passati.
mediare 15
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P
arola d’ordine, sicurezza. Secondo i dati della ricerca “Housing Evolution” redatta alcuni
mesi fa da Makno, società che da anni opera nel settore dell’abitare e del
real estate, la classifica dei criteri di
scelta che vengono utilizzati dagli italiani quando devono decidere in quale zona della città sia meglio cercare
la loro nuova casa è guidata dalla
ricerca di sicurezza. Il fatto che una
parte del centro urbano fornisca adeguate caratteristiche di protezione è
infatti ritenuto il criterio principale per
il 9% degli intervistati, mentre la percentuale dell’8,3% corrisponde sia a
16 mediare
quelli che ritengono fondamentale la
presenza in quella zona cittadina di
collegamenti e trasporti con il resto
del tessuto urbano, sia a coloro che
ricercano una facilità di parcheggio
all’esterno della nuova abitazione.
Altri valori importanti sono la vicinanza a parchi e giardini (7,7%), quella al
luogo di lavoro (7,5%), alla scuola dei
figli (7,3%) e ai servizi commerciali
(7,1%). All’ultimo posto c’è invece il
principio secondo il quale la nuova
abitazione dovrebbe essere vicina al
centro (6,8%). Abbinando a questo
fattore quello relativo alla volontà di
abitare in prossimità di spazi e aree
verdi viene naturale concludere che
la maggioranza degli italiani che cercano casa in città desiderino stare
lontani dalle caotiche aree centrali
per recuperare tranquillità e sicurezza
nelle aree più periferiche.
Per capire meglio in quale zona abitare, lo strumento del momento si
chiama Streeadvisor.it, versione
Real Estate di Tripadvisor.com,
il sito nel quale i vacanzieri di tutto il
mondo si scambiano indicazioni sulle destinazioni dei loro viaggi, consigliandosi e sconsigliandosi alberghi
e ristoranti, monumenti e punti di
interesse di tantissimi luoghi sparsi
in tutto il globo. Sull’onda di questa
esperienza di condivisione è nato
Streetdvisor.com, comunità virtuale
che comprende allo stesso tempo un
motore di ricerca e un social network
e che vuole essere uno strumento a
disposizione di chi vuole individuare
le migliori località e i più bei quartieri in cui vivere di tutte le città del
mondo. Rilasciato recentemente
anche nella sua versione italiana,
Streetadvisor.it, le informazioni sono
scritte e condivise direttamente da
chi vive e lavora proprio nelle diverse
zone delle città. Cosa volere di più?
Magari sapere anche chi potrebbero
essere i tuoi futuri vicini di casa.
CASE DA SOGNO
STILE MEDITERRANEO
PER HEIDI E SEAL
LA TOP MODEL E IL CANTANTE COMPRANO
CASA A LOS ANGELES. CON TANTO DI SPA
E CAMINO DI NAPOLEONE
18 mediare
di Cleo Fuentes
È
a Los Angeles che la top mo del Heidi Klum, indimenticabile
body di Victoria’s Secret, e suo
marito, il cantante Seal, hanno com prato la loro ultima reggia: una tenu ta mozzafiato, in stile mediterraneo,
nell’esclusiva zona di Brent wood
Countr y Estates, costata 13,4 milioni
di dollari (10 milioni di euro). Pigno rata ad un broker all’inizio del 2010,
reo di non poter più pagare le rate
del faraonico mutuo: così, a giugno
scorso è stata messa all’asta, senza
nessun successo, e quindi immessa
Ecco alcune immagini della villa di Heidi e Seal.
Con più di mille metri quadri di superficie, la
tenuta dispone di otto stanze da letto, nove
bagni, una cucina con camino datato 1603
e un salone con camino che proviene dalla
casa di campagna di Napoleone Bonaparte
nel mercato immobiliare lo scorso 15
ottobre. Con più di mille metri qua dri di superficie, la tenuta dispone di
otto stanze da letto, nove bagni, una
cucina con camino datato 1603, una
biblioteca affacciata sull’immenso
salone che, a quanto si dice, ha tanto
di camino che proviene dalla casa di
campagna di Napoleone Bonaparte.
Non mancano nemmeno una cantina
dove custodire i vini, una piscina e la
spa. A venderla alla coppia è stata
l’agenzia Hilton & Hyland. mediare 19
Lo stock
immobiliare
del NORD Italia
Si conclude l’analisi sulla distribuzione
dello stock immobiliare a dettaglio
provinciale con riferimento all’Italia del
Nord. Lo stock rappresenta il numero
di unità immobiliari censite al catasto
urbano e una lettura meditata dello
stock ci consente di percepire, ancorché
con le dovute approssimazioni, non
soltanto la dimensione in termini di
immobili presenti nel territorio, ma anche
la propensione socio economica del
territorio analizzato. Un dato immediato
che emerge dall’’analisi è rappresentato
dall’incidenza preponderante che possiede
il capoluogo nei confronti della Regione
di appartenenza. Per una migliore lettura
delle tabelle si rinvia alle indicazioni già
effettuate nell’articolo apparso
sul nr. 42 di Mediare
di Massimo Curatolo Esperto del mercato immobiliare
20 mediare
VAL D’AOSTA
PIEMONTE
residenziale n.
Commerciale n.
Terziaria n.
Produttiva n.
123.013
8.245
1.853
1.711
LIGURIA
Residenziale
Commerciale
Terziaria
Produttiva
Provincia
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Asti
128.944
5%
10.223
5%
2.075
5%
3.772
6%
Alessandria
278.261
10%
21.422
11%
4.299
11%
7.314
11%
Biella
121.310
5%
9.375
5%
2.108
6%
4.021
6%
2009
Residenziale
Commerciale
Terziaria
Produttiva
Cuneo
383.669
14%
29.279
15%
2.917
8%
8.445
13%
Provincia
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Novara
208.183
8%
15.503
8%
4.193
11%
6.095
10%
Torino
1.296.129 49%
88.792
46%
19.208
50%
28.234
44%
Genova
546.218 48%
42.081 49%
6.314 47%
Vercelli
118.482
4%
9.215
5%
1.742
5%
3.143
5%
1.788 13%
Verbania
130.718
5%
9.239
5%
1.730
5%
2.768
4%
11.918 14%
2.309 16%
2.667 20%
Savona
251.811 22%
18.397 22%
1.437 10%
2.799 21%
TOTALE
n. 1.133.086
n. 85.149
n. 14.016
n. 13.568
*HQRYD
,PSHULD
6SH]LD
6DYRQD
193.048
38.272
63.792
UHVLGHQ]LDOH
FRPPHUFLDOH
WHU]LDULR
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7R
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DQ
LD
142.333 13%
2.665.696
RY
DU
D
Spezia
TOTALE
1
1.445 10%
&
XQ
HR
12.753 15%
%L
HO
OD
192.724 17%
8.825 63%
$V
$O
WL
HV
VD
QG
ULD
Imperia
2009
Destinazione residenziale: la città con più alta presenza di stock
UHVLGHQ]LDOH
FRPPHUFLDOH
WHU]LDULD
SURGXWWLYD
abitativo è Torino (49%) con n. 1.281.344 unità, seguita da Cuneo
(14% ) ed Alessandria (10%) Il mercato residenziale è meno concen-
Destinazione residenziale: la provincia con più alta concentrazione
trato nelle rimanenti province i cui valori percentuali oscillano tra il
di stock è quella di Genova (48%) seguita da Savona (22%), mentre
4%- 5% (Asti, Biella, Vercelli, Verbania) e l ‘8% (Novara).
il mercato meno rappresentativo si trova nelle province di Imperia e
Destinazione commerciale: la provincia con più alta presenza di
La Spezia rispettivamente con la quota del 17% e del 13%.
stock è ovviamente Torino (46%) con n. 88.792 unità immobiliari.
Destinazione commerciale: la più elevata presenza di stock nel
Segue il territorio di Cuneo (15%) con n. 29.279 unità immobiliari e
segmento commerciale si trova ancora a Genova (49%) ed a
quello di Alessandria (11%) con n. 21.442 unità. Abbastanza equi-
Savona (22%), mentre Imperia e La Spezia pur risultando
territori con bassa concentrazione, rilevano una buona
propensione ad attività di tipo commerciale.
Destinazione terziaria: la ripartizione territoriale
librate sono le percentuali attribuite alle rimanenti province
che rilevano una discreta propensione ad attività di tipo
commerciale.
Destinazione terziaria: nel segmento terziario la
evidenzia ancora che la provincia di Genova (63%)
provincia con più alto stock è ancora Torino (50%)
costituisce ancora la provincia con la più alta con-
che rileva in questo settore la più alta concentra-
centrazione nel segmento terziario, mentre sempre
zioni di immobili. Una buona presenza di uffici
Imperia e Savona (con il 10%) costituiscono le pro-
si rileva nell’Alessandrino (11%) e nel territorio di
vince con minore quota di immobili che attestano
la scarsa attitudine del territorio ad attività di tipo
Novara (11%). Ridotta è la presenza nelle rimanenti province.
terziario.
Destinazione produttiva: nel segmento produttivo
Destinazione produttiva: dall’analisi
la provincia con più alta concentrazione di stock ri-
emerge che la provincia di Genova (47%), seguita da Savona
sulta ancora Torino (44%) con ben 28.234 unità
immobiliari, ma la provincia di Cuneo
(20%) e da La Spezia (20%)
ed Alessandria con quote del 13%
costituiscono i territori con
e del 11% costituiscono un polo di
la maggiore concentrazione
rilevante concentrazione produt-
di stock di tipologia produt-
tiva. Ridotte sono le percentuali
tiva. La provincia di Imperia
delle altre province che si attesta-
risulta il territorio con la più
no in maniera omogenea intorno al
bassa quota (13%) quindi
con scarsa propensione ad
4%- 6% rilevando comunque buona
propensione nel settore.
attività di tipo industriale.
mediare 21
del 16%, seguita da Bergamo e Varese (13%). In questo specifico
LOMBARDIA
segmento viene ridotto sensibilmente il gap esistente tra la provincia
2009
Residenziale
Commerciale
Terziaria
Produttiva
di Milano e le rimanenti. Trascurabili sono invece le quote attribuite
Provincia
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
a Lodi e Sondrio che si attestano sul 2%.
Bergamo
594.120 11%
41.855
10%
12.900
9%
17.056
13%
Brescia
678.153 13%
57.518
14%
17.154
12%
20.742
16%
Como
335.878
6%
24.354
6%
6.802
5%
8.348
7%
Cremona
180.333
3%
14.036
3%
4.508
3%
4.596
4%
Lecco
198.366
4%
13.056
3%
3.756
3%
5.537
4%
113.260
2%
7.446
2009
Residenziale
Commerciale
Terziaria
Produttiva
Provincia
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
2%
2.355
2%
2.335
2%
Belluno
165.703
7%
11.996
5%
2.264
3%
4.549
5%
2.057.703 39% 170.821 41%
69.625
50%
35.280
28%
Padova
428.040
17%
43.073
19%
15.504
22%
15.281
18%
Mantova
193.377
4%
19.121
5%
5.589
4%
5.826
5%
Rovigo
127.393
5%
13.167
6%
3.881
5%
3.213
4%
Pavia
309.272
6%
21.893
5%
4.931
4%
8.381
7%
Treviso
408.216
16%
39.032
17%
11.755
17%
15.614
19%
Sondrio
165.356
3%
10.920
3%
2.002
1%
2.956
2%
Verona
456.901
18%
41.200
18%
13.168
19%
13.730
17%
Varese
468.197
9%
32.843
8%
10.837
8%
16.281
13%
Vicenza
434.800
17%
39.188
17%
12.431
18%
19.206
23%
Venezia
474.507
19%
42.508
18%
11.851
17%
11.210
14%
Lodi
Milano
TOTALE
n. 5.294.015
n. 413.863
n. 140.459
n. 127.338
TOTALE
UHVLGHQ]LDOH
FRPPHUFLDOH
WHU]LDULD
SURGXWWLYD
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UJ
DP
%U R
HV
FL
D
&R
&U PR
HP
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FF
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G
0 L
LO
0 DQR
DQ
WR
YD
3D
Y
6R LD
QG
9D ULR
UH
VH
VENETO
2.665.696
193.048
38.272
63.792
UHVLGHQ]LDOH
FRPPHUFLDOH
WHU]LDULR
SURGXWWLYR
%HOOXQR
3DGRYD
5RYLJR
7UHYLVR
9HURQD
9LFHQ]D
9HQH]LD
Destinazione residenziale: la città con maggiore stock, come è
Destinazione residenziale: non emerge nel settore abitativo una
ovvio, risulta Milano (39%) seguita da Brescia (13%), Bergamo (11%)
provincia catalizzante. Infatti sia Padova (17%) con n. 428.040 uni-
e Varese (9%), mentre il territorio di Lodi costituisce la provincia con
tà, sia Verona (18%) con n. 456.901 unità, sia Venezia (19%) con
minore unità di tipo abitativo (2%).
n. 474.507 unità, Vicenza (17%) con n. 434.800, Treviso (16%)
Destinazione commerciale: la provincia con più alto stock nel
con n. 408.216 unità, costituiscono poli equivalenti nell’ambito del
segmento commerciale è ancora Milano (41%), seguita da Brescia
mercato abitativo.
(14%) e Bergamo (10%). Trascurabili sono le quote attribuite a Lodi,
Destinazione commerciale: l’esame dimensionale rileva ancora
Lecco, Cremona e Sondrio. Leggermente più elevate, anche se mar-
una sostanziale equivalenza nelle province del Veneto. Il mercato
ginali, risultano quelle delle altre province, che rilevano comunque
commerciale è meno concentrato soltanto nel territorio di Belluno
bassa propensione ad attività di tipo commerciale.
(5%) e Rovigo (6%).
Destinazione terziaria: nel segmento terziario si ripropone quanto
Destinazione terziaria: l’esame dimensionale fa emergere anche
avviene in quello commerciale, per cui la provincia con più elevato
in questo segmento una sostanziale equivalenza tra le province del
stock è ancora Milano (50%) seguita da Brescia (12%) e Berga-
Veneto. Il mercato è meno concentrato soltanto nel territorio di Bel-
mo (9%). Trascurabile è la percentuale riscontrata nella provincia
luno (3%), con n. 2.264 unità e di Rovigo (5%) con n.3.881 unità.
di Sondrio che si attesta sull’1% che rilevano bassa propensione
Destinazione produttiva: anche nel segmento produttivo si ri-
nel settore.
scontra una omogeneità di stock produttivo tra tutte le province
Destinazione produttiva: nella destinazione produttiva la provincia
del Veneto. Il mercato è meno concentrato soltanto nel territorio
con più alto stock è ancora Milano (28%), ma Brescia ha la quota
provinciale di Belluno (5%) e Rovigo (4%).
22 mediare
Destinazione commerciale: nell’ambito del segmento commer-
EMILIA ROMAGNA
ciale oltre la provincia di Bologna, (42.542 u.i.) con la quota del 20%,
2009
Residenziale
Unità
Provincia immobiliari
Bologna 546.918 23%
Commerciale
Unità
immobiliari
42.542 20%
Terziaria
Unità
immobiliari
17.676 25%
Produttiva
Unità
immobiliari
13.927 18%
quella di Modena costituisce (18%) un ottimo polo commerciale
per l’intera regione. Abbastanza equilibrate sono le percentuali di
stock attribuite alle rimanenti province ( variabili tra il 7% e il 10%
Forli
198.297
8%
18.025
9%
6.062
9%
8.759
11%
che rilevano una discreta propensione nel settore commerciale.
Ferrara
217.686
9%
17.254
8%
5.394
8%
5.344
7%
Destinazione terziaria: la provincia con più alto stock risulta Bolo-
Modena
366.305
15%
37.566
18%
10.741
15%
15.636
20%
gna (25%). Una buona presenza di unità ad uffici si riscontra nel terri-
Piacenza
171.234
7%
13.903
7%
4.531
6%
3.915
5%
torio di Modena (15%). Sostanzialmente simili sono le rimanenti pro-
Ravenna
220.412
9%
19.179
9%
6.441
9%
4.320
6%
Parma
250.291
10%
19.546
9%
7.246
10%
9.675
13%
vince che si attestano percentualmente tra il 6% di Rimini ed il 10%
Rimini
169.299
7%
20.222
10%
3.866
6%
4.515
6%
Reggio E. 262.291
11%
21.990
10%
7.786
11%
10.839
14%
TOTALE
2.665.696
193.048
38.272
di Parma, rilevando una buona propensione nel segmento terziario.
Destinazione produttiva: nel segmento produttivo, con una certa
sorpresa, la provincia con più alta concentrazione di stock è Modena
63.792
con ben 15.636 u.i. (20%). Bologna è solo seconda con la quota del
18%, seguita da Reggio Emilia (14%) e Parma (13%). Leggermente
ridotte sono invece le quote attribuite alle rimanenti province rile-
vando in generale una buona propensione nel settore produttivo.
UHVLGHQ]LDOH
FRPPHUFLDOH
WHU]LDULR
FRIULI
SURGXWWLYR
5
LP
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L
HJ
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5
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D
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5
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OR
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D
Destinazione residenziale: la provincia con più alta presenza di
stock nel segmento residenziale è Bologna (23%) con n. 546.918
2009
Residenziale
Commerciale
Terziaria
Produttiva
Provincia
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Unità
immobiliari
Pordenone
157.149
37%
11.421
35%
3.711
37%
5.484
38%
Udine
290.697
65%
21.587
65%
6.209
63%
8.829
62%
TOTALE
447.864
33.008
9.920
14.313
unità. Emerge una situazione di sostanziale omogeneità per le pro-
Vengono conteggiate soltanto le province di Udine e Pordenone in
vince di Modena (15%), Reggio Emilia (11%) Parma (10%) Ferrara
quanto nelle altre province vige il catasto tavolare e di conseguenza
e Ravenna (9%) e Forlì (8%). Ultima è la provincia di Rimini con la
non è possibile commentare l'analisi regionale in quanto non esisto-
quota del 7% e con 169.291 u.i.
no i dati di confronto.
off
di
icina
luce
PROSPETTIVE
LUMINOSE
mediare 23
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CONTRATTO DI RETE
ecco tutte le novità di questa nuova figura, che ha la principale
funzione di creare regole dispositive
di Pietro Zanelli Ordinario di Diritto Civile Università di Bologna
L
a nuova figura del
contratto di rete nasce con la l. 33/2009
che ha convertito il D.L.
5/2009 prima e con la l.
99/2009 poi, successivamente profondamente modificate dal Decreto legge
n. 78/2010 convertito in l.
Pietro Zanelli
122/2010.
La rete è meramente un
contratto, non si dà origine ad un
nuovo ente né ad una qualche forma societaria o associativa: la rete non ha personalità giuridica, né
soggettività.
La principale funzione del contratto
di rete è quella di creare delle regole dispositive – e quindi come tali
liberamente derogabili dalle parti –
attraverso le quali le imprese, pur
restando autonome ed indipendenti
le une dalle altre, realizzano dei progetti comuni con il preciso scopo,
stabilito dalla legge, di accrescere,
individualmente o collettivamente
la loro capacità innovativa e la loro
competitività sul mercato in termini
di informazione e brand. Col decreto
78 cit. si è aggiunto anche l’esercizio in comune di una o più attività rientranti nell’oggetto della
propria impresa. Ed è questa la
24 mediare
rivoluzione che ne amplia
in modo esponenziale la
portata!!
La forma prevista per il
contratto di rete è quella
dell’atto pubblico o della
scrittura privata autenticata. Il contratto di rete
deve essere iscritto nel
registro delle imprese in
cui sono iscritte tutte le imprese partecipanti ed avrà efficacia al
momento dell’ultima delle iscrizioni.
C’è un controllo ex ante notarile sul
contratto ed un controllo ex post
fatto da organi ministeriali che verificano la congruità del programma di
rete ai requisiti richiesti dalla legge.
Ai sensi dell’art. 3, comma 4-ter, l.
33/2009 (così come attualmente in
vigore) il contratto di rete “deve”
indicare:
a.la precisa individuazione delle imprese aderenti alla rete;
b.gli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti
e le modalità concordate tra gli
stessi per misurare l’avanzamento
verso tali obiettivi
c.il programma di rete, che contenga l’enunciazione dei diritti e
degli obblighi assunti da ciascun
partecipante, le modalità di realizzazione dello scopo comune e,
qualora sia prevista l’istituzione di
un fondo patrimoniale comune,
la misura e i criteri di valutazione
dei conferimenti iniziali e degli
eventuali contributi successivi che
ciascun partecipante si obbliga a
versare al fondo nonchè le regole
di gestione del fondo medesimo;
d.la durata del contratto, le modalità di adesione di altri imprenditori
e, se pattuite, le cause facoltative
di recesso anticipato e le condizioni per l’esercizio del relativo diritto;
e.se il contratto ne prevede l’istituzione, il nome, la ditta, la ragione
o la denominazione sociale del
soggetto prescelto per svolgere
l’ufficio di organo comune per
l’esecuzione del contratto o di una
o più parti o fasi di esso, i poteri
di gestione e di rappresentanza
conferiti a tale soggetto come
mandatario comune nonché le
regole relative alla sua eventuale
sostituzione durante la vigenza del
contratto.
f. le regole per l’assunzione delle
decisioni dei partecipanti su
ogni materia o aspetto di interesse
comune che non rientri, quando è
stato istituito un organo comune,
nei poteri di gestione conferiti a
tale organo, nonché, se il contratto
prevede la modificabilità a maggioranza del programma di rete, le
regole relative alle modalità di assunzione delle decisioni di modifica del programma medesimo.
Il patrimonio è ora facoltativo, ma
qualora le imprese aderenti optino
per la creazione del fondo comune, il programma dovrà indicare la
misura e i criteri di valutazione dei
conferimenti iniziali e degli eventuali contributi successivi che ciascun
partecipante si obbliga a versare al
fondo nonchè le regole di gestione
del fondo medesimo.
Due gli strumenti utilizzabili per la
creazione del fondo:
1.o attraverso il conferimento di denaro o di beni in natura – a cui si
ricollegano tutte le problematiche
inerenti alla valutazione dei conferimenti di ciascun componente
nonché alle modalità di gestione
del fondo;
2.o attraverso il conferimento di un
patrimonio destinato ad uno specifico affare ex art. 2447-bis, primo
comma, lett. a) c.c.: ovviamente
tale facoltà sarà aperta alle sole
s.p.a. aderenti al contratto di rete.
Quanto ai problemi inerenti il fondo
patrimoniale comune e i rapporti con
i creditori, si applicheranno gli artt.
2614 e 2615 c.c. dettati in tema di
fondo consortile.
Anche l’organo comune è ora facoltativo, ma qualora le imprese
aderenti optino per la nomina dell’organo comune, il medesimo agirà nel
rispetto delle regole del mandato.
Salvo che sia diversamente disposto nel contratto, l’organo comune
agisce in rappresentanza degli imprenditori, anche individuali, partecipanti al contratto, nelle procedure
di programmazione negoziata con
le pubbliche amministrazioni, nelle
procedure inerenti ad interventi di
garanzia per l’accesso al credito e
in quelle inerenti allo sviluppo del
sistema imprenditoriale nei processi di internazionalizzazione e di innovazione previsti dall’ordinamento
nonchè all’utilizzazione di strumenti
di promozione e tutela dei prodotti e
marchi di qualità o di cui sia adeguatamente garantita la genuinità della
provenienza.
Di qui la necessità di prevedere regole sulle decisioni dei partecipanti.
Quali sono i principali vantaggi?
Alle imprese appartenenti ad una
delle reti di imprese riconosciute ai
sensi della l. 33/2009 competono:
- vantaggi fiscali, amministrativi e
finanziari, nonchè la possibilità di
stipulare convenzioni con l’A.B.I.
nei termini definiti con decreto
del Ministro dell’economia e delle
finanze (ancora da emanarsi);
- tutte le agevolazioni previste dal
comma 2-quater del D.L. 78/2010
convertito in legge 122/2010 e
quindi: Fino al periodo d’imposta
in corso al 31 dicembre 2012, una
quota degli utili dell’esercizio non
superiore a 1.000 di euro non concorre alla formazione del reddito di
impresa ma viene accantonato per
un triennio;
- contributi europei in corso di definizione: la rete ha ricevuto da pochi
giorni l’ok dell’Unione Europea e
quindi l’autorizzazione ai benefici
fiscali (accantonamento per tre
anni dell’imposta fino a 1 milione
di euro per rete) ed è in attesa di
decreti attuativi (90 gg. di tempo).
Queste strutture possono utilmente
servire sia per le attività promozionali
collettivamente attuate (per esempio
la commercializzazione dell’invenduto in forma integrata) sia per la partecipazione a costi più ridotti agli eventi
fieristici e in generale divulgazioni
delle iniziative imprenditoriali. mediare 25
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26 mediare
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Etica e morale
O ipocrisia e moralismo?
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L'8 FEBBRAIO 2011 è NATO IL CONsEIL EUrOPéEN DEs PrOFEssIONs IMMOBILIèrEs
LA NUOVA MEDIAZIONE CIVILE E COMMERCIALE
DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE IL PROSSIMO 20 MARZO
AMBIENTI A MISURA DI DISABILE
IL MONDO DELLE COSTRUZIONI A PORTATA DI HANDICAP
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Etica e morale
o ipocrisia
e moralismo?
FIMAA E LA DIFESA DELLA CATEGORIA NELLA POSIZIONE
DEL SUO PRESIDENTE
di Valerio Angeletti Presidente nazionale FIMAA
N
on vogliamo entrare nelle discussioni sui massimi sistemi che giornalmente sentiamo fare o leggiamo su tutti i media
italiani, ma ci vogliamo concentrare
sul nostro piccolo mondo immobiliare, che poi tanto piccolo non è se,
nel suo complesso, rappresenta una
importante fascia del Pil.
Non vogliamo peccare di provincialismo né sopravalutare il mondo della
mediazione, ma solo riprendere alcuni temi già discussi in queste pagine.
Etica e morale per noi vuol dire fare al meglio il nostro lavoro consci
del ruolo che ci viene trasmesso
dai valori di indipendenza, equilibrio
ed equidistanza con i nostri clienti
nella consapevolezza nostra ma,
soprattutto loro, che svolgiamo una
attività di natura economica e che
per la stessa ci è dovuto un giusto
riconoscimento.
Noi continueremo a difendere la nostra categoria anche se alcuni fanno
di tutto per declassarla (pubblicizzazione di 0%, informative carenti o
imprecise, scarsi servizi pre e post
vendita). Sappiamo tutti qual è il valore aggiunto del nostro lavoro ma
sembra che fatichiamo a manifestarlo e ad affermarlo con forza.
Etica e morale vuol dire anche saper
dire di no ad ogni richiesta che ci
venga formulata, vuol dire rispetto
per il collega che chiede una corretta
collaborazione.
Per svolgere al meglio la nostra attività occorre una grande coerenza,
conoscere i propri punti di forza e di
debolezza e saperli gestire nell’ambito di ogni trattativa.
C’è a volte ipocrisia nel richiedere
trasparenza e correttezza, sempre
quella degli altri; richiedere formazione ad alti livelli, tanto noi sappiamo
tutto; gridare tutela per il mercato e
pensarla come protezionismo.
In un mercato in continua evoluzione
dobbiamo essere sempre all’erta,
affrontare nuove sfide e conoscere
l’umiltà dell’autocritica, ma al contempo difendere i nostri valori.
Perché affrontiamo questi discorsi?
Perché l’essere in Europa ha modificato il nostro modo di sentirci come professionisti; i nuovi dispositivi
hanno focalizzato ancora di più sulla
natura imprenditoriale della nostra
attività e l’Europa non ha ancora ultimato il suo percorso di “modernizzazione” e di “liberalizzazione”.
Quindi dobbiamo valorizzare il nostro
ruolo come acceleratori dell’economia immobiliare, come profondi
conoscitori del mercato e come elementi che svolgono una importante
funzione pubblica e sociale.
Per riuscire in questo intento dobbiamo pensare ad una maggiore
formazione, interpretata come un
investimento di professionalità, ad
assunzioni di responsabilità per qualificare la nostra funzione e ad un
incremento della tecnologia per confrontarci meglio con la concorrenza.
Su queste tematiche FIMAA Italia ha
deciso, già da tempo, di impegnarsi
per il bene della categoria dei mediatori e per quello di ogni suo singolo
associato.
Valerio Angeletti
F.I.M.A.A.
mediare 29
ritorno
al futuro
LE BANCHE RICOMINCIANO
AD APRIRE I CORDONI DELLA BORSA
PER ALIMENTARE IL MERCATO
DEI MUTUI, FONDAMENTALI PER
IL FUTURO ECONOMICO DEL PAESE
di Giancarlo Vinacci Amministratore delegato MedioFIMAA
A
volte ritornano. In questo caso non si tratta degli inquietanti personaggi dell’antologia di racconti del maestro dell’horror
Stephen King, ma di alcune delle
Fonte: elaborazione MedioFimaa su dati ABI
Fonte: elaborazione MedioFimaa su dati ABI
30 mediare
F.I.M.A.A.
grandi banche italiane, che stanno
rientrando, caute ma decise, nel “business dei mutui”.
Cercherò di illustrare e documentare, passando dall’analisi del 2010
alle ipotesi del 2011, come le banche sono tornate a finanziare le
famiglie dando quindi credito
alla aziende che garantiscono i
loro emolumenti e quindi la ripresa in atto.
Il 2010 è stato l’anno della ri-stabilizzazione caratterizzato dalla ripresa della domanda, dal rialzo del
numero delle compravendite e dai
prezzi mediamente invariati rispetto
ai livelli di fine 2009. I punti di attenzione del 2010 si sono incentrati su
diversi interventi a sostegno delle
famiglie come portabilità, rinegoziazione, piano famiglie ABI e sospensione delle rate di mutuo.
Il 2011 è l’anno della fase ascendente della ripresa caratterizzato
da una significativa crescita delle
compravendite, da una lieve correzione al rialzo dei prezzi di vendita,
da miglioramenti del mercato del
credito e dal possibile aumento degli acquisti per investimento per ef-
2010-2011
Ripresa degli investimenti
Aumento delle compravendite
+3,4%
Fonte: elaborazione MedioFimaa su dati CENSIS
fetto della cedolare secca. I punti di
attenzione saranno incentrati sulla
disoccupazione e precarietà, che
fanno aumentare le famiglie prive
dei requisiti necessari per accedere
al credito e sulle politiche del credito
adottate dalle banche che rimarranno stringenti. L’accelerazione dei finanziamenti (privati e imprese) degli
ultimi mesi dell’anno è stata pari al
+4% tendenziale e la dinamica del
mercato italiano appare più performante rispetto all’area Euro, dove il
livello di incremento annuo si è fermato a + 1,9%.
È soprattutto nel finanziamento ai
privati che si registra l’incremento
maggiore (+7,6% contro una media
Area Euro del + 4,1%).
I “leading indicators” dell’OCSE, ovvero gli indicatori economici utilizzati
per anticipare l’evoluzione del ciclo
economico, confermano che la crescità riprenderà con maggior vigore,
che continua a salire la fiducia nelle
imprese, che l’attività produttiva mostra una ripresa e, a livello congiunturale, si registra una crescita ma,
soprattutto, che le famiglie italiane
continuano ad essere le meno indebitate d’Europa (65% contro la
media europea 79%).
Dopo il lungo ciclo positivo dell’immobiliare, iniziato nella seconda metà degli anni 90, durante il quale i
volumi delle compravendite sono
costantemente cresciuti fino ad avvicinarsi alla soglia di 850.000 scambi
all’anno (2006), la fase di ridimensionamento che ne è seguita sembra
essersi conclusa, e si registra una
positiva, anche se limitata, inversione di tendenza.
La tradizionale fiducia delle famiglie
italiane nell’investimento nel mattone torna a manifestarsi, tanto da
registrare per il 2011, dopo 3 anni
consecutivi di calo dei volumi, un
leggero progresso nelle compravendite, che possono essere stimate in 630.000, + 3,4% rispetto
al 2009).
1995-2006
Ciclo positivo
Volumi di compravendita in
continua crescita
2007-2009
Fase di ridimensionamento
Calo dei volumi
Non solo è evidente che l’inversione di tendenza si è verificata, ma la
progressione è in continua crescita,
lo confermano le elaborazioni Cerved che stimano, evidentemente in
base al “magazzino” di pratiche già
deliberate ed in attesa di erogazione, un ulteriore + 5,9%. L’incidenza
delle banche specializzate rispetto
ai grandi gruppi e le banche ordinarie è passata dal 15,5% del 2008, al
10,30% del 2009 e per il 2010 il dato
non dovrebbe superare l’8%, circa la
metà di due anni prima. Quanto visto
riconferma le tendenza positive del
2011 ed anche la volontà di riconquistare il terreno perduto da grandi
gruppi come UniCredit e BNL che,
almeno per la nostra azienda, MedioFIMAA, registrano un anomalo
trend che nel 2010 non colloca il
mese di luglio all’apice delle erogazioni in crescita fino all’ultimo mese
dell’anno. L’ultimo trimestre 2010
per MedioFIMAA e relativamente ai
mutui erogati, rappresenta il 47% del
totale… e gennaio 2011, continua a
crescere!
Fonte: elaborazione MedioFimaa su dati CERVED
Fonte: elaborazione MedioFimaa su dati CERVED
F.I.M.A.A.
mediare 31
RIFORMA
DEL CREDITO
AL CONSUMO
IL DECRETO STRAVOLGE IN PROFONDITà LA NORMATIVA RELATIVA
AGLI INTERMEDIARI FINANZIARI E A TUTTI GLI ALTRI OPERATORI DEL SETTORE
di Sandro Borselli Responsabile Consulta Mediatori Creditizi
C
ome tutti noi operatori del
settore ormai sappiamo bene,
il 4 settembre 2010 è stato
pubblicato il D.Lgs. 13 agosto 2010
n° 141, attuativo della Direttiva comunitaria n° 48/2008, che riforma
la disciplina del credito al consumo.
Il decreto stravolge in profondità la
normativa relativa agli intermediari
finanziari e a tutti gli altri operatori
del settore finanziario; gli effetti di
questa riforma si manifesteranno
secondo i termini e le modalità previste dalle disposizioni transitorie via
via che le stesse saranno disciplinate
dai decreti attuativi relativi, il primo
stralcio dei quali è stato pubblicato
nella G.U. del 5 febbraio 2011.
Di seguito, vado ad illustrare per
sommi capi i principali effetti che si
produrranno per gli agenti in attività
finanziaria e mediatori creditizi.
Agenti in attività
finanziaria
Per gli agenti in attività finanziaria, il
decreto innalza i requisiti di accesso
al nuovo elenco del quale è prevista
l’istituzione. Detto elenco sarà inoltre provvisto di una sezione per gli
agenti che svolgono esclusivamente
servizi di pagamento e se ne affida
la tenuta ad un apposito Organismo. Gli agenti che risultano iscritti
all’elenco tenuto dall’U.I.F. – Banca
d’Italia – alla data di entrata in vigore
32 mediare
F.I.M.A.A.
del decreto, potranno continuare ad
operare, ovviamente con l’obbligo
di osservare le disposizioni di cui al
decreto del ministro dell’economia e
delle finanze n. 485/2001 e ciò fino
alla costituzione de nuovo Organismo di controllo.
Una volta che sarà costituito il nuovo
Organismo di controllo, ovviamente Banca d’Italia cesserà la tenuta
dell’elenco degli agenti in attività
finanziaria previsto dall’articolo 3 del
D.Lgs. 374/1999.
Mediatori creditizi
Così come per gli agenti in attività
finanziaria, anche per i mediatori
creditizi il decreto ha previsto l’innalzamento dei requisiti di accesso
all’attività e l’istituzione di un nuovo
elenco, nel quale potranno essere
iscritte solo persone giuridiche e,
nella fattispecie, società di capitali
e/o cooperative che abbiano il capitale sociale, versato, almeno pari a
quello previsto dall’art. 2327 del codice civile (€. 120.000,00), e ne affida
la tenuta ad un apposito Organismo
da costituirsi. I mediatori creditizi che
intendono proseguire con l’attività,
continueranno ad essere assoggettati alle norme ed alle disposizioni,
fino alla costituzione dell’Organismo,
previste dal DPR 287/2000. Una volta che sarà operativo il nuovo Organismo, Banca d’Italia, ovviamente,
non avrà più l’onere della gestione
dell’albo dei mediatori creditizi previsto dall’art. 16 della Legge 108/1996.
Per consentire il passaggio al nuovo
ordinamento, la normativa ha posto
a carico di Banca d’Italia l’obbligo
di sospendere le iscrizioni nell’elenco degli agenti in attività finanziaria
ed in quello dei mediatori creditizi,
a partire dal sessantesimo giorno
dopo l’entrata in vigore del decreto
(e quindi dal 18 novembre 2010) e
fino alla costituzione dell’Organismo; l’eccezione vale solo
per gli agenti che prestano
esclusivamente servizi di
pagamento, anche se non
è ben chiaro quale sarà la
loro destinazione finale.
Dopo aver chiarito, anche se in larga massima, ciò che
succederà o, meglio, ciò che già sta
succedendo alla nostra professione, rimangono da capire
alcune cose e, soprattutto, c’è la necessità
di dotarsi di “strumenti di lavoro”
che siano sia rispondenti alle nuove
disposizioni normative sia facili da
usare ma soprattutto, sufficientemente abbordabili dal punto di vista
economico e della gestione quotidiana. Premesso che la Federazione
Italiana Mediatori ed Agenti d’Affari
- Fimaa, aderente a Confcommercio, si propone, oltre alla difesa della
mediazione in tutte le sue forme e la
rappresentanza e la tutela degli interessi morali ed economici degli enti
aderenti e dei loro soci ed associati,
anche la promozione di nuove iniziative a favore dello sviluppo di tutti gli
aderenti, compresa la proposizione
e l’allestimento di strumenti operativi che favoriscano l’organizzazione,
l’aggregazione ed il coordinamento
degli aderenti, preoccupandosi della stipula di accordi, convenzioni e
contratti di lavoro, sia nazionali sia
funzionali ai vari territori, è obbligo
per la Consulta Nazionale mediatori
creditizi di Fimaa, evidenziare come
il Decreto introduca degli elementi
lesivi degli interessi degli operatori
del comparto, pur condividendo la
necessità di una nuova disciplina del
settore. A questo proposito, ricordo che la Federazione, avendo
avuto modo di interloquire
preliminarmente all’emanazione del provvedimento con il Ministero dello Sviluppo
Economico, aveva già svolto attività
di pressione manifestando i propri
punti di vista attraverso la redazione di due appositi documenti presentati con le opportune modalità.
Nonostante questo, il Decreto contiene norme per le quali la Consulta
esprime forte imbarazzo in quanto
contenenti elementi di discriminazione censoria riguardo coloro che
vogliano continuare ad esercitare la
propria attività. A questo proposito,
è in corso lo studio di possibili azioni
che evidenzino gli elementi di incostituzionalità che il Decreto contiene
e valuti i possibili interventi, di pari
passo con la verifica dell’eventualità
di ricorso anche presso l’Antitrust e
gli organismi Europei preposti.
In ogni caso, si sta procedendo
alla preparazione di un accordo
che realizzi forme di collaborazione tra gli agenti immobiliari,
ove per questi non sarà più possibile
considerare l’attività creditizia come
strumentale, ed i mediatori creditizi
attraverso la più idonea forma di coordinamento degli interessati a livello
nazionale.
Riguardo la tutela degli interessi di
quanti dovranno adeguarsi, premesso che la legge impone di costituirsi
in forma di società di capitali o cooperative, rispetto a quanto prevede
il D.Lgs. 141/2010 è in corso di realizzazione un progetto che promuova sul territorio, e a livello nazionale,
delle azioni attraverso le quali gli
operatori potranno continuare ad
esercitare la propria attività in base
alla nuova normativa emanata. Al
riguardo, la Fimaa ha inviato una
circolare informativa Federale agli
Iscritti (interessati /attivi) all’UIF, anche al fine di ottenere un ritorno che
permetta di analizzare il mercato di
coloro che vorranno continuare la
propria attività, nelle forme consentite dalla nuova normativa. In questa
circolare é evidenziato il percorso
comune con Mediofimaa (società
di mediazione creditizia di proprietà
della Federazione nazionale) di valutazione delle strategie e dei progetti
da realizzare congiuntamente a tutti
i livelli territoriali.
Nel contempo, è stato avviato un
rapporto tra la Federazione e la
Confcooperative, attraverso uno specifico protocollo d’intesa Interfederale ed Interconfederale, in merito alle
modalità di costituzione sul territorio
di società cooperative, offrendo alle
suddette ed alle costituende società
di mediazione creditizia (con capitale
sociale di 120mila euro ai sensi della nuova normativa) l’assistenza e la
rappresentanza da parte di Fimaa.
In quest’ottica, la Consulta Nazionale, grazie all’intervento della Fimaa,
ha in corso di definizione la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la
Fimaa stessa e Federascomfidi /
Confcommercio per la gestione sindacale delle società creditizie che
intenderanno avviare un processo di
collegamento con i Consorzi Fidi promossi a livello provinciale e regionale
dalle Ascom/Unioni Confcommercio.
Naturalmente, questo grande impegno e la mole di lavoro che ne
consegue, non ci impediscono
di continuare l’attività sindacale
perché, nelle normative di attuazione
venga previsto che i collaboratori di
cui i mediatori creditizi si avvarranno
possano essere lavoratori autonomi
con partita IVA e che, per quanto attiene alla composizione dell’Organismo, sia previsto un rappresentante
scelto all’interno delle associazioni
di categoria degli agenti in attività
finanziaria e dei mediatori creditizi
maggiormente rappresentative a livello nazionale, firmatarie di accordi
collettivi di lavoro.
F.I.M.A.A.
mediare 33
IL PUNTO SINDACALE
FIMAA È SOCIO
FONDATORE
DEL NUOVO CEPI
L’8 febbraio 2011 l’EPAG ed il CEAB hanno deciso di fondersi
in un’unica nuova struttura di rappresentanza di interessi.
È nato così il Conseil Européen des Professions Immobilières
di Rossano Asciolla Segretario Generale FIMAA/Confcommercio
T
utto nasce con i Trattati di
Roma del 1957 istitutivi della
CEE e dell’Euratom.
Da quell’anno qualcosa cambiò
nell’ambito della rappresentanza
degli interessi collettivi.
I problemi non potevano più essere
34 mediare
F.I.M.A.A.
trattati a livello nazionale, anzi non
più solo a livello nazionale, ma anche
in ambito più ampio: l’Europa.
40 anni dopo, sulle rive del Mosa, agli inizi del mese di febbraio
del 1992 gli esponenti dei 12 paesi
dell’allora Comunità Europea si riunivano per firmare il Trattato di Maastricht e dare avvio al processo che
avrebbe realizzato l’attuazione delle
note “4 libertà fondamentali” della
Comunità.
Libertà di circolazione delle persone.
Libertà di circolazione delle merci.
Libertà di prestazione di servizi.
Libertà di circolazione di capitali.
In un contesto europeo che si espandeva e si “liberalizzava”, gli operatori
europei del comparto della mediazione immobiliare si incontrarono
tra associazioni varie e cercarono di
razionalizzare la loro azione nei confronti degli interlocutori Istituzionali:
la Commissione ed il Parlamento
Europeo.
Era il 1989 quando i professionisti
della gestione immobiliare si aggregarono nel CEAB.
La “Confederation européenne
des Administrateurs de Biens”
rappresentava gli interessi dei gestori
di proprietà, ed aveva come obiettivo
di sviluppare la professione nel contesto europeo sfruttando l’esperienza di tutti i suoi membri ed adattando le migliori pratiche professionali
al fine di migliorare la professione,
promuovendo un più elevato livello
di professionalità e proponendo di
raggiungere l’avanguardia in questioni tecniche, know-how e standard
professionali relativi alle qualificazioni
per lo svolgimento della professione.
CEAB ha riunito la maggior parte
delle associazioni professionali dei
gestori della proprietà all’interno
dell’Unione Europea, ossia 18 associazioni provenienti da 15 Paesi
dell’UE e dell’EFTA.
Per l’Italia è presente ANACI (Associazione Nazionale Amministratori
Condominiali e Immobiliari).
Pochi anni dopo nasceva anche
EPAG. Ponendo attenzione alla prolifica produzione legislativa e all’emanazione dei regolamenti europei per
consentire al professionista immobiliare quel facile accesso ai mercati e
quella giusta posizione competitiva
sancita a Maastricht, l’“European
Property Agents Group”, è la principale associazione – senza scopo
di lucro – professionale degli agenti
immobiliari in Europa.
Riunisce 29 associazioni nazionali
provenienti da 23 paesi dell’UE e
dell’EFTA.
Dal 1991, anno della sua fondazione, i suoi obiettivi sono la difesa del
mercato di transazione immobiliare
nell’ambito dell’Unione europea, la
rappresentanza degli interessi della
professione di agente immobiliare e
la continua formazione delle associazioni aderenti.
Nel 2000 FIMAA ha aderito a EPAG
nell’ottica di avere una rappresentanza significativa di fronte agli organismi UE e da allora è in costante relazione con EPAG per l’aggiornamento
in merito alla legislazione europea e
partecipa attivamente alle attività
internazionali.
Nel corso degli anni ‘90 gli agenti
immobiliari ed i gestori di proprietà
(EPAG e CEAB) decidono di unirsi
e creare “an umbrella association
(un’associazione ad ombrello)”, a
cui assegnare una missione comune: sostenere le transazioni immobiliari europee e transfrontaliere, e
rafforzare e sviluppare il lavoro e le
attività dei professionisti del settore
immobiliare. Nel panorama prende
dunque posto CEPI, il “Conseil Européen des Professions Immobilières”, che serve entrambi gli interessi comuni e specifici delle diverse
professioni e, come organizzazione
unificante, assicura che le decisioni
prese collettivamente da EPAG e CEAB vengano implementate in modo
Al tavolo del notaio le rappresentanze di tutte le Associazioni Europee
che la loro etica ed i loro obiettivi siano sempre rispettati.
L’evoluzione politica dell’integrazione
Europea, dopo il Trattato di Lisbona del 2007, e l’armonizzazione del
mercato interno europeo ha richiesto
sistemi di istruzione compatibile tra i
vari Paesi che devono essere accettati dalle parti interessate, affinché
essi possano lavorare oltre i confini nazionali all’interno dell’Unione.
Questo insegnamento è divenuto
negli ultimi anni il cuore della missione CEPI e assume forme diverse:
formazione accademica, formazione
professionale e formazione continua.
In tale contesto CEPI organizza work-
Il Presidente Fimaa ANGELETTI (a destra) ed il
Segretario Generale Fimaa ASCIOLLA (a sinistra)
alla firma dell’atto costitutivo del nuovo CEPI
shop di informazione e di educazione, in collaborazione con le associazioni membre.
Questi sono destinati a incoraggiare
lo scambio di esperienze e competenze tra professionisti e a far conoscere meglio le caratteristiche dei
mercati transfrontalieri.
L’8 febbraio 2011 l’EPAG ed il CEAB
hanno deciso, sulla scorta di quanto
sta avvenendo in Europa e per far
assurgere la categoria alla dignità di
rappresentanza che deve contraddistinguerla, con specifiche azioni di
lobby, oltre quanto già individuato
come mission predefinita, di fondersi in un’unica nuova struttura di rappresentanza di interessi denominata
sempre CEPI (Conseil Européen des
Professions Immobilières), ma con
Organismi Amministrativi integrati e
funzioni unificate più elevate.
All’Assemblea costitutiva dell’8 febbraio FIMAA era presente. Il presidente nazionale Valerio Angeletti,
assistito dal Segretario Generale
Rossano Asciolla ed alla presenza
dall’ex Tesoriere CEPI, designato da
FIMAA, Alex Benedetti, ha posto
la sua firma in rappresentanza degli
11.250 iscritti in Italia, sull’atto costitutivo del nuovo CEPI.
FIMAA anche questa volta è stata
presente ed ha contribuito a creare,
come si diceva all’inizio di questo articolo, una voce unica in Europa per
il “bene comune”della categoria.
F.I.M.A.A.
mediare 35
AMBIENTI
A MISURA
DI DISABILE
L’ARCHITETTO ADRIANO PIFFER RACCONTA DEL MONDO
DELLE COSTRUZIONI A PORTATA DI HANDICAP. DOVE LA STRADA DA
PERCORRERE è ANCORA TANTA
di Severino Rigotti Vice presidente FIMAA
V
i è sempre più l’esiti. Basti pensare ad un ingenza, nelle nuove
cidente automobilistico, ad
costruzioni, di prouna grave caduta, ad una
gettare case, uffici, negozi
gravidanza problematica, e
e quant’altro che valutino
così via. Dobbiamo fare in
il problema del comfort
modo che tutte queste perabitativo. Per comfort insone abbiano la possibilità
tendiamo la qualità degli
di fruire di immobili e infraimmobili che tenga presenstrutture urbanistiche che
L’architetto trentino
te anche le problematiche Adriano Piffer
permettano loro di svolgeche affliggono tante persore la propria azione sociale
ne portatrici di handicap. Questi sogcome tutti gli altri cittadini e che non
getti si dividono in due categorie: i disiano obbligati a dover vivere una vita
sabili afflitti da invalidità permanente
in isolamento perché non si è pene gli invalidi temporanei ed in questo
sato a loro in fase progettuale o di
caso, potenzialmente, c’entriamo tutcostruzione degli immobili. L’ambien36 mediare
F.I.M.A.A.
te purtroppo tende ad emarginare
questi soggetti provocando talvolta
un repentino e totale cambiamento
della propria esistenza ed una ridotta
e/o compromessa aspettativa di vita
sociale. Per queste esigenze e per
tutela di tutti i cittadini sono nate delle associazioni molto attente a queste problematiche. Una di queste è
CERPA Italia Onlus Centro Europeo
di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità. Di questo Centro fanno parte
dei professionisti esperti in vari campi professionali che offrono la loro
esperienza per dare supporto tecnico ad associazioni del sociale, a en-
ti, università, professionisti e singoli
cittadini che si accostano per varie
motivazioni alle tematiche dell’accessibilità. Il CERPA Italia Onlus è
stata la prima associazione tecnicoscientifica ad adottare la filosofia del
Design For Hall anche e soprattutto
nel campo del costruito e ambientale, nel settore del turismo accessibile
a tutti, e nella promozione culturale
della parità utilizzativa dell’ambiente.
Il Centro è già referente per le tematiche inerenti l’accessibilità architettonica delle regioni Emilia Romagna – Friuli Venezia Giulia – Toscana
– Liguria. Esponente cofondatore
del CERPA Italia Onlus è l’architetto
Adriano Piffer che è al contempo
vice presidente dell’associazione
interregionale Disabili Motori Onlus,
nonché progettista - imprenditore nel
campo edilizio sia di opere pubbliche
che private. All’architetto Adriano Piffer abbiamo posto alcune domande
sulla problematica dei portatori di
handicap, sia a causa dell’insorgenza
di una patologia permanente, sia per
causa di evento traumatico a carattere limitativo temporaneo.
Cosa pensa si stia facendo concretamente, per trovare soluzioni
a queste difficoltà?
In Italia, ma anche in Europa e in
quasi tutto il mondo, è rilevabile
una maggior sensibilità alle problematiche coinvolgenti l’accessibilità
ambientale in senso lato. Non siamo più alla situazione post bellica di
metà ‘900 che ha portato tali temi
alla ribalta dell’opinione pubblica,
perché i popoli occidentali dovevano
confrontarsi con i problemi derivanti
dagli invalidi di guerra e degli invalidi
civili, sopravissuti agli eventi bellici.
In Italia abbiamo fatto passi da gigante soprattutto nell’approntamento
del supporto normativo, che è uno
dei più completi ed esaustivi del continente europeo.
A livello nazionale esiste una differenza applicativa della norma fra le
regioni del nord e quelle del resto
della nazione. Ciò, forse, è dovuto
alle modalità diversificate di sensibilità tecnico-politica nell’affrontare le questioni che si ponevano
innanzi ed in contrapposizione ad
una diversa gestione delle risorse
economiche che, soprattutto agli
inizi degli anni ottanta, anni nei quali
si è registrata l’emanazione di importanti e numerosi provvedimenti
legislativi, dovevano innescare ed
attuare una serie di provvedimenti
di base al cambiamento culturale
dei tecnici, dei costruttori, dei politici
degli amministratori degli enti preposti al controllo. L’effetto che allora
si era auspicato accadesse, era di
ridisegnare una nuova società che,
attraverso lo sviluppo e l’incentivazione alla partecipazione sociale di
ogni suo soggetto, determinasse un
crescente e maturo livello di civiltà,
nel quale la presenza dell’handicap,
della menomazione, della disabilità
non fosse più fattore di esclusione
e di emarginazione ma determinasse la maturazione del concetto di
“inclusività”.
L’attivazione tecnico-scientifica nella
formulazione degli interventi regolamentati dalla normativa, per non
citare tutti i provvedimenti emanati
oltre l’assistenza sociale e sanitaria
rimarcata profondamente sino dall’emanazione costituzionale; i piani di
abbattimento delle barriere architettoniche, l’approntamento dei servizi
e provvedimenti in ambito alla mobilità urbana e dei trasporti, delle aree a
parcheggio riservato ecc. avrebbero
dovuto stimolare un’omogenea risposta politico-amministrativa alle
esigenze delle varie categorie dei
disabili permanenti e temporanei.
Purtroppo questo non è avvenuto
compiutamente come era annunciato negli intenti normativi iniziali e
oggi ancora ci dobbiamo confrontare
e occupare degli sviluppi e applicazioni tecnico-culturali che comunque
la nostra società, nolente o volente è chiamata a rispondere fattivamente e “deve”, con ogni mezzo,
continuare ad analizzare, affrontare
e risolvere.
Pensa che la società italiana stia
rispondendo positivamente a
queste problematiche?
In generale direi di sì. Però è necessario non abbassare la guardia per-
ché non è sempre scontato che il
tema dell’accessibilità venga risolto
toutcourt e tantomeno in modo pragmatico e corretto. Stiamo sempre
più assistendo alla programmazione
di interventi di abbattimento che sono scorretti negli effetti che producono a posteriori, pur essendo concepiti e rispondenti alla normativa.
Faccio un esempio: il superamento
di un dislivello esterno ad un edificio pubblico viene superato con una
chilometrica rampa a pendenza
controllata. Come citato dalla norma,
nulla osta nella realtà alle dimensioni
dei ripiani di stazionamento; la metodologia dell’intervento con l’adozione
di rampa è formalmente corretto, ma
la barriera che si innesca conseguentemente è rappresentata dalla sua
chilometrica lunghezza, o magari dall’impossibilità di copertura ed
illuminazione della stessa. Ci sono
patologie e invalidità che non consentono di affrontare una lunghezza eccessiva dei percorsi pedonali.
Nessuna chiara norma impedisce di
adottare lunghi percorsi o artefatti
tragitti pedonali, ma è sufficiente dimostrare, per il tecnico progettista
e per il controllore, il “solo avvenuto
superamento del dislivello”. Ecco
qui sfornato “l’obbrobrio”; estremamente barrierante, sociologicamente e psicologicamente demoralizzante per il soggetto disabile o per
l’utilizzatore in condizioni di limitata
F.I.M.A.A.
mediare 37
e ridotta mobilità. La “norma” però
è “salva”.
Nella sua esperienza è difficile far
comprendere alla gente queste
realtà negative?
Quando si ha la possibilità di esprimere compiutamente le problematiche patite dai soggetti a mobilità
impedita o ridotta, queste vengono
subito recepite dal comune interlocutore, almeno così appare. Quando
invece, l’interlocutore è un tecnico,
un amministratore o responsabile politico, talvolta risulta difficile, per non
dire impossibile, comunicare l’essenza dei concetti di accessibilità e
fruibilità spaziale, non solo in ambito
architettonico ma in ogni senso, alle
necessità della vita sociale degli individui. Gli enunciati tecnico prestazionali vengono continuamente corrosi,
deformati o riposizionati dopo altre
problematiche che questi soggetti
sono chiamati ad affrontare e risolvere. Un esempio su tutti, potrebbe
essere il contrasto normativo che
si può innestare quando un amministratore condominiale antepone
sempre la normativa della sicurezza
38 mediare
F.I.M.A.A.
a quella dell’accessibilità che, pare
assurdo ma, una può determinare
o negare l’altra e viceversa. Non si
adempie alla normativa della sicurezza pienamente se non concedo accessibilità a tutti a quel determinato contesto edilizio o spaccato
ambientale interessato.
Se antepongo la normativa della sicurezza quale elemento contrastante l’accessibilità al disabile, vengo
meno al concetto generale che la
sicurezza sia rivolta a tutti indistintamente. Questo modo di ragionare
comporta un immediato effetto la
scelta da parte del tecnico e/o dell’operatore di limitare o talvolta impedire a soggetti disabili l’utilizzazione
degli spazi ed ambiti architettonici
pubblici o privati, degli impianti e
delle tecnologie presenti in essi, selezionando con questo il variegato
corpo dei destinatari privilegiando
taluni o talaltri, cosa questa, del tutto
inaccettabile.
Per eccesso di sicurezza si impedisce al disabile in sedia a ruote di
utilizzare i montascala, le piattaforme elevatrici, gli ascensori, i bagni
adattati, tutti mezzi e tecnologie a
lui dedicate per la sua autonomia
ecc... La “normativa macchine” dei
sistemi di sollevamento determina
a volte, l’impossibilità di approntare
“la piena autonomia di movimento”,
“un’autonoma fruibilità delle tecnologie”. I pulsanti di chiamata che
vengono disabilitati dai gestori degli
edifici pubblici e privati per il controllo ambientale, innescano sempre
problematiche emarginanti rispetto ad altri utilizzatori normodotati. I
sistemi di dissuasione, le stanghe
automatiche di regolamentazione
degli accessi, impediscono spesso
l’utilizzazione delle aree limitrofe a
parcheggio per disabili e, frequentemente impediscono di ridurre la
distanza di percorrenza per il raggiungimento degli accessi edilizi,
obbligando l’utente ad alternativi e
più lunghi tragitti pedonali.
Le imprese costruttrici di immobili fino a che punto tengono in
considerazione questo problema?
Qui il problema è senza dubbio a
“macchia di leopardo”. Si debbono
distinguere le varie tipologie di imprese costruttrici almeno in tre differenti categorie: quelle industriali
(meno numerose a livello nazionale),
quelle medio piccole (le più numerose in Italia) e quelle a compagine e
struttura artigianale (diffusissime a
livello locale).
Le imprese industriali ovviamente
sono quelle che per effetto della loro
particolare organizzazione sono le più
adempienti alla normativa, perché il
loro processo esecutivo impone il
rispetto rigoroso della normativa in
ogni campo e settore edilizio. L’eventuale non conforme adempimento
è essenzialmente dovuto all’incompletezza o carenza del progetto e
dell’esecutivo di cantiere. Raramente si riscontra una carenza esecutiva
delle maestranze perché rigidamente
controllate dai vari soggetti e figure
preposte al controllo del processo
produttivo. La correzione dell’errore
è automatica ed economicamente
prevista e calcolata nei capitolati e
preventivi dei costi di costruzione.
Le piccole e media imprese sono
un po’ più coinvolte dai fattori di carenze progettuali e molto di più in
quelli esecutivi perché la loro struttura organizzativa demanda molto
alla figura del geometra di cantiere
e del capo cantiere nell’esecutività
dell’opera. La commessa può avere
caratteristica pubblica o privata ed
anche in questo dualismo troviamo
sostanziali diversità nell’incorrere nella non applicabilità o difformità normativa ed esecutiva edilizia. Molto
spesso per economicità strutturale
la piccola e media impresa progetta
internamente l’edificio e demanda
a tecnici esterni il solo ottenimento
della concessione edilizia e degli atti
autorizzativi. Sviluppa internamente
con propria struttura aziendale l’elaborazione dei particolari costruttivi
di cantiere. È in questa particolare
fase che può determinarsi l’errore
nella corretta applicazione normativa o lo stravolgimento del dettato
regolamentativo che, a causa di una
latente ignoranza tecnico-culturale,
condiziona in primis la stima economica nell’adozione delle diverse
soluzioni tecniche, determinando al
contempo, inadempimenti e distorsioni esecutive, a volte volute, a volte
in buona fede. Tutto ciò compromette gravemente l’ottenimento dell’accessibilità ad ampio raggio, crea poi,
a carico dell’utilizzatore, l’impossibilità di accedere e usufruire dei manufatti edilizi.
L’impresa artigianale strutturata da
poche figure operative, ha una potenzialità di inadempimento e difformità più elevata delle altre imprese.
L’impresa artigianale è quella maggiormente utilizzata nel campo della
gestione condominiale e del parco
edilizio già costruito. Il condominio,
la casa plurifamiliare, l’albergo, il negozio, la villetta, la schiera, sono le
principali tipologie edilizie che sono
coinvolte dall’intervento dell’impresa artigiana. Il compito principale e
diffuso in capo all’intervento edilizio
assegnato all’impresa artigianale è
quello della manutenzione ordinaria
e straordinaria, dei piccoli interventi
di adeguamento alle normative (antincendio, delle reti dei sottoservizi,
dell’impiantistica termo-idraulica,
elettrica, della domotica ecc...).
La trasmissione culturale, l’aggiornamento normativo e la prassi etica
espletata nel suo operare avviene,
per l’impresa artigiana, in modo indotto e correlato da molteplici fattori
e attori con la stessa relazionati. Ad
esempio, il progettista dell’opera, il
tecnico delle reti tecnologiche trasmettono continuamente l’aggiornamento normativo ed il senso culturale delle buone prassi di come
l’intervento debba venire realizzato e
quali siano le aspettative dell’utente
e le caratteristiche prestazionali da
esso auspicato e atteso. La preparazione e sensibilità professionale della
componente tecnica che si espleta
nel contatto fisico in cantiere e dei
tecnici d’ambito a specializzazione
specifica (direttore dei lavori, termo
tecnico, calcolatore dei cementi armati, geologo, responsabile della
sicurezza, tecnico serramentista,
elettrotecnico, ecc..) assumono valenza trasmissiva di un complesso
culturale nozionistico e tecnico non
indifferente all’esito qualitativo dell’opera finale. Se i cosiddetti compagni
di viaggio nella collaborazione ed
orientamento dell’impresa artigiana (assuntrice per natura della sola veste di mera parte esecutiva di
quanto progettato, diretto, calcolato,
dimensionato, verificato, collaudato),
non sono professionalmente e qualitativamente all’altezza dell’incarico
assunto, noi avremo come effetto
un ambiente costruito non completamente rispettoso della norma e non
rispondente ai parametri della qualità e prestazionalità edilizia indicati
dalle buone prassi, ma sarà l’opera,
ancor più gravemente deficitaria alle
necessità dei destinatari, siano essi
soggetti con o senza disabilità motoria. F.I.M.A.A.
mediare 39
FOCUS
LIGURIA
IL MERCATO IMMOBILIARE
NTN
I sem 2010
Var % NTN I
sem 2010 / I
sem 2009
Genova
5.143
10,0%
1,64%
Imperia
1.734
3,8%
0,55%
La
Spezia
1.518
23,6%
0,48%
Province
Quota %
NTN Italia
Var %
quotazione I
sem 2010 / II
sem 2009
N. indice
quotazioni
I sem 2010
(base = I
sem 2004)
2.823
0,4%
168,5
2.339
0,2%
136,6
2.128
0,0%
132,2
Quotazione
I sem 2010
€ mq.
Savona
2.509
10,7%
0,80%
3.060
0,4%
124,9
Liguria
10.904
10,8%
3,48%
2.706
0,3%
146,6
Italia
313.22
4,2%
1.574
0,0%
128,7
In questo scenario possiamo individuare perlomeno due diverse realtà
del mercato immobiliare: quella tradizionalmente residenziale, tipica dei
capoluoghi, e quella decisamente orientata al turistico, tipica delle Riviere
ed in parte dell’entroterra.
NTN
I sem 2010
Quota % NTN
capoluoghi Italia
Var % NTN I sem 2010 /
I sem 2009
Bologna
2.385
2,4%
-1,3%
Principali Capoluoghi
Firenze
2.336
2,4%
13,9%
Genova
3.444
3,5%
9,3%
Milano
9.739
9,9%
6,1%
Napoli
3.571
3,6%
9,6%
Palermo
2.905
3,0%
9,8%
Roma
17.201
17,5%
16,7%
Torino
5.852
6,0%
2,7%
Principali
Capoluoghi
47.343
48,3%
10,0%
Italia
98.114
100%
8,3%
40 mediare
F.I.M.A.A.
Per il 2011 Genova ha stanziato 220
milioni per il potenziamento della
cantieristica e lo sviluppo portuale.
Il potenziamento della ferrovia verso la
Francia, il terzo valico che collegherà
Genova a Rotterdam, l’ultimazione
del metrò fino al levante genovese, il
tunnel sottomarino, sono alcuni degli
interventi NEL FUTURO DELLA LIGURIA
di Gigi Bairo Presidente FIMAA Liguria
P
ochi sanno che la Liguria, comunemente apprezzata per il
suo mare e le sue coste, è la
regione italiana con la maggior superficie verde, oltre il 70%, in rapporto al proprio territorio.
La sua peculiarità, l’avere le montagne che sembrano emergere direttamente dal mare, è sempre stato
pregio e vanto delle austere popolazioni liguri che, nei secoli, hanno
rubato spazio ai monti per coltivare
l’impossibile.
F.I.M.A.A.
mediare 41
GENOVA
La provincia di Genova è quella che maggiormente incarna le due anime
del mercato immobiliare: il capoluogo, nonostante la rinnovata propensione turistica degli ultimi lustri, è ancora quasi totalmente influenzato
dalla richiesta residenziale, con recenti influssi dell’immigrazione extracomunitaria, specie nelle zone del ponente cittadino.
Il centro storico, straordinario esempio del possibile recupero e rilancio
di un’area urbana per anni dimenticata, continua il suo trend positivo, sia
per l’abitativo che per il commerciale, trainato dall’inarrestabile movida
pressoché quotidiana e dall’apertura di decine di nuove attività, specialmente della somministrazione.
I valori sono significativamente differenziati, con punte soprattutto nelle
storiche zone residenziali di Albaro e Carignano, ma anche di Castelletto
e della Foce, e con valori decisamente più contenuti nelle delegazioni del
ponente, le più interessate dai nuovi flussi migratori.
L’attrazione del più grande centro storico d’Europa, con l’acquario inserito nel porto antico, i musei ed i palazzi dei Rolli, affascinano un numero
sempre crescente di visitatori, mentre il porto, con l’attività croceristica
ed i nuovi poli tecnologici, determina un rinnovato interesse per la città
ed una buona ripresa del mercato immobiliare, sia per un diretto utilizzo
che per investimento.
Le Riviere, con le loro perle conosciute in tutto il mondo, hanno risentito
in misura inferiore della crisi globale del recente passato, rivolte come
sono ad un pubblico meno sensibile alle difficoltà contingenti.
Nel levante, Portofino, Santa Margherita e Rapallo hanno mantenuto le
loro quotazioni, Sestri Levante, addirittura, le ha viste perfino crescere.
Nel Ponente, Arenzano è in piena ripresa, forte del suo recente patrimonio edilizio.
I valori, a Genova variano dai 1.100/2.800 euro al mq. del ponente ai
3.000/5.000 delle zone residenziali di pregio, fino a top del levante cittadino che tocca i 7.000 euro al metro quadrato.
Nelle cittadine dell provincia, Rapallo arriva agli 8.000 euro/mq. per le
posizioni più prestigiose, Santa Margherita supera i 12.000 euro/mq,
Portofino, pur senza un preciso valore unitario, si può posizionare fino ai
20.000 euro/mq., Sestri Levante fino ai 9.000 euro/mq., Chiavari fino a
8.000. Nel ponente, Arenzano sfiora i 7.000 euro/mq. per le nuove costruzioni di pregio.
Rapallo - Il castello
I 5.416 Km2 di territorio ospitano
1.615.951 abitanti in quattro province: il capoluogo, Genova, al centro
dell’arco che contraddistingue la Regione; Imperia, all’estremo ovest, al
confine con la Francia, dove si incontrano le due principali catene montuose, Alpi ed Appennini; Savona,
nel medio ponente, con il maggiore
– seppur esiguo – territorio pianeggiante; infine La Spezia, all’estremo
levante, già sensibile alle contaminazioni toscane ed emiliane.
La densità media della popolazione,
IMPERIA
Il primo dato rilevante di questa città è di essere capoluogo di Provincia
che deve il suo nome al torrente Impero, che separa Oneglia da Porto
Maurizio. La vocazione industriale della città è legata alla produzione
dell’olio di oliva e di pasta, con il vantaggio di poter usufruire del porto
dove attraccano le navi da carico.
Sono in fase di ultimazione i lavori di ampliamento di Porto Maurizio con
Oneglia che permetteranno un sviluppo anche turistico per le navi.
Per l’anno 2010 si evidenzia un calo di richieste nel settore residenziale,
con valori per il residenziale centrale compreso tra 2.600 e 3.600 euro
al metro quadrato; per il commerciale centrale da 2.500 a 3.500 euro al
metro quadrato.
Diano Marina
Importante centro turistico e balneare con spiagge sabbiose immerse
nella vegetazione tra l’esotico e il mediterraneo con palme, agavi, pini
Riviera, di Genova
42 mediare
F.I.M.A.A.
marittimi, agrumi. La lenta ma razionale ricostruzione con moderni criteri
edilizi, dovuta dalla distruzione dell’antico abitato dal terremoto del 1887,
permise a Diano di assumere un piacevole aspetto urbanistico.
È dotata da un porto turistico, di strutture alberghiere, ritrovi, negozi.
Come per il resto della provincia, un calo di richieste ha portato una lieve
flessione dei prezzi.
Residenziale centrale da 4.300 a 5.400 euro al metro quadrato; commerciale da 3.100 a 4.300 euro al metro quadrato.
in prevalenza concentrata sulla costa,
è di 297,88 abitanti per Km2, molto al
di sopra della media nazionale.
Da diversi anni la Liguria ha il primato
nazionale dell’indice d’invecchiamento della popolazione che, nonostante
l’apporto dell’immigrazione – circa il
6,5% della popolazione è composto
da stranieri – vede ancor oggi un decremento in termini assoluti.
Il turismo è da sempre una grande
fonte di ricchezza e concorre in misura rilevante a formare il PIL di oltre
41 miliardi di euro, con un pro capite
di oltre 21mila euro. Gli arrivi annui di
turisti superano i 3,6 milioni di cui oltre un milioneduecentomila stranieri.
Il clima mediterraneo della costa
Sanremo
È la culla dorata della canzone italiana, conosciuta in mezzo mondo per
il Festival.
La sua vocazione turistica incominciò nel 1864 con la Zarina Maria
Aleksandrovna che per prima scelse Sanremo per “svernare”, seguita
dall’elite della nobiltà russa, e dall’Imperatrice d’Austria Elisabetta di Baviera (la futura Sissi).
Con la Belle Epoque, Sanremo si dotò di importanti strutture tra cui il
Golf, l’Ippodromo, lo Stadio e il Casinò in stile liberty.
Nel 1970 la nascita del nuovo porto “Porto Sole” diede notevole impulso
al turismo nautico.
La recente pista ciclabile lunga 24 km segue il traccato dell’ex ferrovia e
abbraccia il percorso di 8 comuni.
Ha avuto solo un lieve calo sul prezzo degli immobili, forse dovuto ad un
tempo di aspettativa di vendita maggiore ed a una trattativa più lunga.
Centrale residenziale da 2.700 a 4.500 euro al metro quadrato; commerciale da 3.500 a 4.500.
Bordighera
Detta “Città delle Palme” questa cittadina turistica è abbellita dalla lunga
passeggiata a mare detta “Lungomare Argentina” perché fu inaugurata
da EVITA PERON nel 1947.
Da anni Bordighera, dotata di moderne attrezzature ricettive alberghiere
e turistiche, è munita di un porto turistico a levante dell’abitato.
Bodighera è da oltre cinquant’anni sede del “Salone Internazionale
Imperia
Gigi Bairo
F.I.M.A.A.
mediare 43
dell’Umorismo” che la fece conoscere in tutto il mondo come la Città
del Sorriso.
Mantiene soprattutto negli immobili sia residenziali che turistici le sue
quotazioni di mercato, forse con una aspettattiva di vendita in tempi più
lunghi. Residenziale centrale da 4.000 a 5.500 euro al metro quadrato;
commerciale da 3.500 a 4.500.
Ventimiglia
Porta Occidentale dell’Italia o Porta Fiorita d’Italia è divisa in due dal Fiume
Roya che sfocia nel Mar Ligure; intrattiene forti rapporti economici con
la vicina Costa Azzurra (Francia) e il Principato di Monaco (Montecarlo).
Le numerose scorrerie e invasioni piratesche costrinsero gli abitanti ad
arroccarsi sulle alture e dare origine alla Città Medioevale detta Ventimiglia Alta. È il secondo centro storico della Liguria per estensione, dopo
quello di Genova. La città moderna è stata edificata sulla riva sinistra del
fiume a partire dall’Ottocento. Rinomata per il suo clima, le sue spiagge
ciottolose e sabbiose, ora rocciose e frastagliate, ospita al confine francese il Museo archeologico con i resti dei primi ominidi.
Nell’ultimo anno, il progetto in fase avanzata del nuovo porto turistico ai
piedi del centro storico ha portato ad una rivalutazione e ristrutturazione quasi completa di Ventimiglia Alta, “un Bijou” che merita una visita.
Poco distante dalle frazioni di Latte, Mortola, Grimaldi, i famosi “GIARDINI HANBURY”, occupano una superficie di 18 ettari sul promontorio
della Mortola, a pochi km dal confine francese.
Questo parco botanico noto in tutto il mondo racchiude ben seimila piante
coltivate all’aria aperta (cactus, edere, oleandri, glicini, lillà,rose, begonie e
molto altro) fu voluto e creato dal nobile Inglese Sir Hanbury che acquistò
il terreno e la villa dalla Famiglia Orengo, che a sua volta l’aveva rilevata,
prima del 1600, dalla Famiglia Lanteri.
Il parco è attraversato da un tratto dell’antica Via Augusta, strada romana lunga circa 1.500 km che attraversando la Spagna arrivava fino alla
Costa Atlantica.
La vicinanza con Mentone e Montecarlo, nonché il piano regolatore della
città fermo da più di vent’anni, hanno fatto sì che i prezzi degli immobili
non abbiano subito ribassi, ma una più lunga trattativa e aspettativa nelle vendite.
Recentemente la proposta di fare di una parte di Ventimiglia “ZONA
FRANCA” ha fatto si che gli immobili commerciali fossero rivalutati, visto
la forte richiesta da parte di Imprenditori Italiani e Stranieri. I valori: per il
residenziale centrale si va da 3.000 a 4.500 euro al metro quadrato; per
il commerciale da 3.500 a 5.000.
(La sezione sulla provincia di Imperia è stata curata da Anna Maria Beatrici).
LA SPEZIA
La provincia della Spezia chiude la Liguria all’estremo levante, incastonandosi nelle propaggini dell’Emilia Romagna e della Toscana.
È la più piccola delle province liguri per estensione, ma riassume le peculiarità della regione con profonde contaminazioni delle confinanti.
Il territorio, come nel resto della regione, è quasi totalmente montuoso
o collinare, con pianure statisticamente quasi irrilevanti.
L’economia, influenzata dall’eterogeneità del suolo, spazia dall’industria,
concentrata soprattutto attorno al capoluogo e legata in modo particolare al settore militare e navale, all’agricoltura, che vede le sue punte di
diamante nei vini di Luni e delle Cinque Terre, nonché nelle produzioni
44 mediare
F.I.M.A.A.
risulta, durante l’inverno, notevolmente più temperato di quello delle
regioni confinanti a nord, dietro gli
Appennini, mentre le brezze estive
abbattono la calura dando un gradevole refrigerio.
Oltre a tutte le attrazioni balneari, la
Liguria offre inaspettate bellezze naturalistiche nei suoi tredici parchi tra
nazionali, regionali e riserve naturali,
oltre all’incredibile Alta Via dei Monti Liguri, un itinerario escursionistico
di 440 Km che la percorre dal confine francese alla Toscana. La salvaguardia marina è affidata a due aree
protette ed al Santuario dei Cetacei
che si estende dalla costa ligure alla
Corsica e alla Costa Azzurra.
L’agricoltura è orientata ad una produzione di qualità, su tutto olio e vini, oltre ad un modesto allevamento
nell’entroterra ed alla pesca lungo
le coste.
L’industria, pur uscita ridimensionata
dal disimpegno pubblico, si concentra intorno alle principali città in sinergia con i porti, Genova, La Spezia
e Savona. Petrolchimica, chimica e
metalmeccanica, in particolare navale, sono la tradizione, mentre negli ultimi anni si stanno affermando
eccellenze nel settore elettronico e
biomedicale.
Le infrastrutture, su un territorio così
Riviera,
Cinque Terre,
Manarola,
La Spezia
tormentato, hanno sempre richiesto
importanti investimenti che, negli ultimi anni, non hanno rispecchiato le
reali necessità.
Solo recentemente si è tornati ad
investire nella portualità (6° bacino
di carenaggio a Genova, nuovo polo
per le autostrade del mare a Voltri,
piattaforma logistica Maersk a Savona, solo per fare degli esempi) ed i
risultati non si sono fatti attendere;
Genova è tornata ad essere il maggior porto del Mediterraneo per i
container, La Spezia ha aumentato
del 20% il traffico dei contenitori e di
oltre il 50% le rinfuse solide; Savona
ha puntato sulla logistica e sulle crociere, trasformando di conseguenza
il suo porto.
Per il 2011 Genova ha stanziato 220
milioni per il potenziamento della
cantieristica e lo sviluppo portuale
che, dal 2012, dovrà essere sostenuto dai privati, data la drastica contrazione dei finanziamenti pubblici.
Il potenziamento della ferrovia verso
la Francia, il terzo valico verso il nord,
che collegherà Genova a Rotterdam,
l’ultimazione del metrò fino al levante
genovese, il tunnel sottomarino che
consentirà di unire agevolmente il
centro al ponente senza alcun impatto ambientale, sono alcuni degli
interventi che potranno dare crescita
biologiche della Val di Vara, fino alla pesca ed al rinomato allevamento
dei molluschi.
L’arsenale militare della Spezia è una delle basi più antiche ed importanti
della Marina Miliatre Italiana ed è da sempre un polo trainante dell’economia dela zona.
Il turismo è in forte crescita nel capoluogo che ha in cantiere importanti
progetti di rinnovamento del fronte mare ed ha rilanciato i suoi musei, oltre ad essere la naturale base di partenza per i collegamenti marittimi con
le rinomate perle dei dintorni, da Portovenere a Lerici, alle Cinque Terre,
spettacolare esempio di incontaminato lavoro delle antiche popolazioni
liguri che hanno modellato le colline a strapiombo sul mare ottenendo
terrazzamenti, le “fasce”, coltivabili.
Nell’entroterra spicca, capoluogo della valle del biologico, Varese Ligure,
primo comune italiano ad ottenere, anni orsono, la certificazione ambientale europea ISO 14001.
Sul confine toscano Castelnuovo ed Ortonovo, centri di produzione del
Vermentino di Luni e, proprio a Luni, l’interessante sito archeologico; a
Sarzana il bel centro storico sede del Festival della Mente, apprezzato a
livello internazionale.
La provincia spezzina è quella, in Liguria, ad aver avuto il maggior incremento di compravendite nel 2010, con un aumento superiore al 26%,
a cui è legato un discreto aumento delle quotazioni. In centro città i valori spaziano dai 1500 euro/mq. delle abitazioni di medio pregio, sino ai
4.000 euro/mq. del nuovo di prestigio; nelle zone intermedie i valori si
attestano attorno ai 2.000 euro/mq. di media. Sarzana 1.500/2.500 – Castelnuovo e Ortonovo 1.000/2.000 – San Terenzo 2.000/5.000 – Lerici
2.000/8.000 – Portovenere 2.000/8.000 – Levanto 2.000/7.000 – Cinque
Terre 3.000/9.000.
Vernazza
F.I.M.A.A.
mediare 45
La nuova
MEDIAZIONE CIVILE
e COMMERCIALE
Il 20 marzo 2011
dovrebbe
(il condizionale in
questi casi è sempre
d’obbligo) entrare
in vigore il Decreto
legislativo
4 marzo 2010
n. 28 che ha istituito
la COSIDDETTA
Mediazione Civile
e Commerciale
di Paolo Pesando
e Daniele Mammani
Consulenti legali FIMAA
N
ella definizione del legislatore
la nuova mediazione è “l’attività, comunque denominata,
svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti
sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una
controversia, sia nella formulazione
di una proposta per la risoluzione
della stessa”, ovvero rappresenta
l’attività professionale svolta da un
soggetto terzo imparziale che ha
come fine la ricerca di un accordo
bonario per la soluzione di una lite o
la formulazione di una proposta che
possa definire la lite stessa.
È quindi chiaramente tutt’altra cosa rispetto alla mediazione immobiliare o merceologica pur avendo
il legislatore utilizzato, per questo
46 mediare
F.I.M.A.A.
nuovo istituto, una denominazione
che nel gergo comune identifica la
predetta mediazione immobiliare e
merceologica.
Il mediatore, in tale procedimento,
è quindi “la persona o le persone
fisiche che, individualmente o collegialmente, svolgono la mediazione
rimanendo prive, in ogni caso, del
potere di rendere giudizi o decisioni
vincolanti per i destinatari del servizio
medesimo”.
Si tratta quindi dell’introduzione, nel
nostro ordinamento giuridico, di una
procedura deputata a decongestionare il carico di lavoro dei tribunali
attraverso il tentativo di ricerca di una
soluzione conciliativa alla vertenza
con l’ausilio di soggetti terzi, professionalmente a ciò preparati.
Questo particolare tipo di mediazione sarà obbligatoria nei casi di una
controversia in materia di: condominio, diritti reali, divisione, successioni
ereditarie, patti di famiglia, locazione,
comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla
circolazione di veicoli e natanti, da
responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o
con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari.
Quindi, prima di avviare qualsiasi
azione giudiziaria che abbia per oggetto una controversia che investa
una delle predette materie, le parti
dovranno rivolgersi ad un organismo
di mediazione per attivare il nuovo
procedimento che rappresenta conseguentemente una condizione di
procedibilità della successiva azione
giudiziaria.
La mediazione potrà anche essere
facoltativa, cioè scelta dalle parti
(nell’ipotesi di contenzioso riguardante altre materia rispetto a quelle
sopra indicate, ad esempio quella
relativa all’intermediazione immobiliare), o “demandata”, quando il
giudice stesso, a cui le parti si siano
già rivolte, invita le stesse nel corso
del giudizio a tentare la mediazione.
Il procedimento di mediazione non
può in ogni caso durare più di 4 mesi, trascorsi i quali il processo può
iniziare.
Tabella relativa ai costi del procedimento di mediazione:
Valore della lite
Spesa (per ciascuna parte)
Fino a Euro 1.000:
Euro 65
da Euro 1.001 a Euro 5.000:
Euro 130
da Euro 5.001 a Euro 10.000:
Euro 240
da Euro 10.001 a Euro 25.000:
Euro 360
da Euro 25.001 a Euro 50.000:
Euro 600
da Euro 50.001 a Euro 250.000:
Euro 1.000
da Euro 250.001 a Euro 500.000:
Euro 2.000
da Euro 500.001 a Euro 2.500.000:
Euro 3.800
da Euro 2.500.001 a Euro 5.000.000:
Euro 5.200
oltre Euro 5.000.000:
Euro 9.200
I costi sono stabiliti con regolamento
del ministero competente.
Se la mediazione si conclude positivamente l’accordo raggiunto è
omologato dal giudice e diventa titolo esecutivo.
Nel caso invece non si raggiunga un
accordo il mediatore può fare una
proposta di risoluzione della lite che
le parti restano libere di accettare
o meno.
Il mediatore ha l’obbligo di effettuare la proposta solo se le parti concordemente glielo richiedono.
Se la
proposta non viene accettata e il processo davanti al giudice viene iniziato, qualora la sentenza corrisponda
alla proposta, le spese del processo
saranno a carico della parte che ha
rifiutato ingiustificatamente la soluzione conciliativa.
Tutte le dichiarazioni e informazioni
fornite dalle parti nel corso del procedimento di mediazione non possono
essere utilizzate nel successivo processo e sono coperte da un obbligo
di riservatezza da parte del mediatore. Per diventare “mediatore” bisogna possedere un titolo di studio non
inferiore al diploma di laurea universitaria triennale ovvero, in alternativa,
essere iscritti ad un ordine o collegio
professionale.
Occorre quindi accreditarsi presso
uno o più enti riconosciuti (massimo
cinque) e dimostrare di possedere una specifica formazione e uno
specifico aggiornamento, almeno
biennale, acquisiti presso gli enti di
formazione. Il mediatore dovrà pos-
sedere anche i requisiti di onorabilità
(non avere riportato condanne definitive per delitti non colposi o a pena
detentiva non sospesa; non essere
incorso nell’interdizione perpetua o
temporanea dai pubblici uffici; non
essere stato sottoposto a misure di
prevenzione o di sicurezza; non avere
riportato sanzioni disciplinari diverse
dall’avvertimento). È opinione di chi scrive che non possa sussistere incompatibilità tra la
predetta nuova figura di mediatore
e quella “classica” regolata dal codice civile e dalle leggi speciali (legge
272/1913 e 39/1989) e quindi anche
i mediatori “classici” potranno accedere a detta nuova attività, qualora
di loro interesse ed in possesso dei
requisiti richiesti, anche se sul punto sarà decisiva la posizione che
assumeranno le singole Camere di
Commercio o, per loro, il Ministero
competente.
F.I.M.A.A.
mediare 47
Le spese
di Rappresentanza
VEDIAMO NEL DETTAGLIO LA DISCIPLINA CHE REGOLA QUESTI COSTI
di Giovanni Pantanella Consulente nazionale FIMAA
L
a disciplina delle spese di rappresentanza per i redditi d’impresa è stata modificata relativamente di recente e in maniera
abbastanza radicale.
La attuale disciplina, contenuta
nell’articolo 108 del TUIR e nel D.M.
19/11/2008, a differenza di quella
precedente, ne definisce specifici
criteri di qualificazione; ciò nonostante le spese di rappresentanza
continuano ad essere spesso confuse con altre tipologie di spesa, in
particolare con quelle di pubblicità e
48 mediare
F.I.M.A.A.
propaganda, che hanno un regime
di deducibilità diverso. Vediamo,
quindi, di definirne sinteticamente
i contenuti.
Sono spese di rappresentanza,
secondo la definizione che si ricava dal D.M. del 2008, quelle
sostenute per erogazioni a titolo
gratuito di beni e servizi effettuate con finalità promozionali o
di pubbliche relazioni, ideonee a
generare benefici economici per
l’impesa e coerenti con pratiche
commerciali del settore.
Requisiti delle spese di rappresentanza sono quindi:
• la gratuità, riferita ai destinatari dei
beni e servizi;
• le finalità, promozionali o di pubbliche relazioni;
• la ragionevolezza, intesa come
idoneità a generare benefici economici per l’impresa;
• la coerenza, rispetto alle pratiche
commerciali del settore.
A proposito di tali requisiti, l’Agenzia
delle Entrate ha chiarito che:
• le spese di rappresentanza assol-
vono a una funzione promozionale e di consolidamento degli affari
dell’impresa, analoga a quella delle tradizionali forme di pubblicità
e di propaganda, differenziandosi
da queste ultime per l’assenza di
un corrispettivo e di una generica
controprestazione;
• le “finalità promozionali” consistono nella divulgazione sul mercato
dell’attività svolta, dei beni e servizi prodotti, a beneficio di clienti
o di potenziali clienti;
• sono riconducibili alla categoria
delle spese di rappresentanza
quelle per cosiddette “pubbliche
relazioni”, intendendosi per tali le
iniziative volte a diffondere e/o a
consolidare l’immagine dell’impresa e ad accrescerne l’apprezzamento presso il pubblico, senza
una diretta correlazione con i ricavi.
Costituiscono, quindi, spese di
rappresentanza:
• le spese per eventi di intrattenimento, organizzati in occasione
di ricorrenze aziendali o festività,
inaugurazione di nuove sedi o uffici o stabilimenti, partecipazione a
mostre o fiere in cui sono esposti
i beni o i servizi dell’impresa;
• la spese per viaggi turistici organizzati, per ragioni promozionali,
in favore di soggetti estranei alla
compagine aziendale;
• ogni altra spesa per beni e servizi
distribuiti o erogati gratuitamente,
ivi compresi i contributi erogati
per convegni, seminari e manifestazioni simili, il cui sostenimento
risponda ai requisiti in precedenza indicati; tra queste rientrano le
spese sostenute in relazione all’esigenza di instaurare o mantenere
rapporti con i rappresentanti delle
amministrazioni statali o locali, o
con organizzazioni private, quali le
associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, ecc.
Le spese di pubblicità, quindi, a differenza delle spese di rappresentanza,
sono frutto di un contratto a prestazioni corrispettive, nel quale la controparte assume l’obbligo, a fronte
di un corrispettivo, di pubblicizzare/
propagandare il marchio e/o il prodot-
to dell’impresa al fine di stimolarne
la domanda.
Non costituiscono spese di rappresentanza quelle sostenute per eventi
aziendali o viaggi in cui sono presenti
esclusivamente dipendenti dell’impresa (mancando, in questo caso,
il collegamento con i ricavi), mentre
ove dipendenti dell’impresa partecipino a viaggi organizzati per ragioni promozionali, rientreranno tra le spese
di rappresentanza solo i costi relativi
a quelli che, nell’ambito del viaggio,
abbiano svolto specifiche mansioni
necessarie per il raggiungimento delle finalità cui è preordinato il viaggio
medesimo.
Diversamente da quanto era previsto dalla disciplina precedente (secondo la quale le spese di
rappresentanza erano dedubili solo parzialmente e ripartite
in più esercizi), le spese di rappresentanza sono ora deducibili
nell’esercizio nel quale sono state
sostenute, per intero, ma nei limiti
della loro “congruità”, rispetto ai ricavi dell’esercizio. Il legislatore ha,
in sostanza, ritenuto che per questa
categoria di spese sussista un limite
quantitativo di ragionevolezza, proporzionato al giro di affari dell’impresa. Detto limite è stabilito a scaglioni,
uguale per tutte le categorie di contribuenti, a prescindere dall’attività
esercitata, ed è pari a:
• l’1,3 per cento dei ricavi fino a 10
milioni (intendendosi per ricavi solo
quelli relativi alla gestione caratteristica dell’impresa);
• lo 0,5 per cento, per la parte di ricavi oltre 10 e fino a 50 milioni;
• lo 0,1 per cento, per la parte di ricavi eccedente 50 milioni.
Ad esempio, per un impresa con 1
milione di ricavi, saranno deducibili
spese di rappresentanza per un massimo di 13.000 euro, mentre per un
impresa con 12 milioni di ricavi, saranno deducibili spese per 140mila
euro. Le eventuali spese di rappresentanza sostenute in eccedenza
rispetto ai predetti limiti non possono essere dedotte, né riportate negli esercizi successivi. Tuttavia, una
particolare disciplina è prevista per le
spese di rappresentanza sostenute
dalle imprese di nuova costituzione,
che generalmente le sostengono
prima ancora di conseguire i ricavi.
Queste imprese possono dedurre
le spese di rappresentanza sostenute in esercizi anteriori a quello di
conseguimento dei primi ricavi, nel
primo esercizio in cui i ricavi vengono conseguiti e in quello successivo.
Da rilevare che, tra le spese di rappresentanza, possono rientrare quelle
relative ad alberghi e ristoranti (la cui
deducibilità è attualmente limitata al
75 per cento), laddove le stesse siano sostenute per ospitare clienti, anche potenziali, in occasione di eventi
promozionali, ovvero siano finalizzate
al mantenimento di rapporti con particolari soggetti (c.d. “spese per pubbliche relazioni”). In questa ipotesi, la
spesa sostenuta rientrerà tra quelle
di rappresentanza nel limite del 75%
(il 25% sarà comunque indeducibile)
e questo 75% sarà deducibile, unitamente alle altre spese di rappresentanza, nei limiti sopra riportati, relativi
ai ricavi conseguiti.
Resta ferma la integrale deducibilità, al di fuori dei limiti rapportati ai
ricavi, delle spese per beni distribuiti
gratuitamente, di valore unitario non
superiore a 50 euro.
Da rilevare, infine, che l’IVA relativa
alle spese di rappresentanza non è
deducibile, salvo quella relativa ai beni distribuiti gratuitamente, di valore
unitario, però, non superiore a 25,82
euro. F.I.M.A.A.
mediare 49
INFORMATION
TECHNOLOGY
LA CASE HISTORY FIMAANETWORK.IT
di Roberto Brunetti Amministratore delegato Devleap
M
olti progetti di sviluppo (intranet, e-commerce, CRM,
ERP, sistemi gestionali personalizzati, e così via) nascono come
progetti faraonici, in particolare per
la quantità di risorse impegnate: una
percentuale troppo alta di questi progetti non arriva a una conclusione
positiva. Altri non funzionano come
dovrebbero, anche se qualche servizio riescono a erogarlo. Altri ancora
non generano i ritorni sperati, soprattutto se paragonati agli investimenti
sostenuti (con l’aggravante che i primi spesso sono originariamente sovrastimati e i secondi sottostimati).
Purtroppo questo fenomeno è diffuso a molti livelli, nelle piccole come nelle grandi aziende, pur se con
dimensioni diverse. È chiaro che le
aziende, presto o tardi, reagiscono a
questa situazione. E la reazione più
scontata è un taglio dei costi, che si
tramuta in un taglio agli investimenti
di sviluppo: meno consulenti, meno
dipendenti, meno incentivi, meno
infrastruttura e meno formazione/
fasi di apprendimento. Quando ci
si focalizza sull’aspetto economico
50 mediare
F.I.M.A.A.
ignorando le parti di cui è composto,
agendo a tutto campo invece che in
maniera selettiva, il risultato è che
qualcuno scende dal treno. Chi? Di
solito i migliori. Ora, se il software
fosse veramente un gadget, qualcosa di non essenziale per la vita e la
competitività dell’azienda, ragionare
in questi termini sarebbe corretto.
Da un punto di vista pratico, analizzando l’impatto di un “disimpegno”
nell’innovazione tecnologica, il risultato nel breve periodo non può che
essere positivo: meno costi, maggiori profitti, a volte maggiori ricavi,
perché si possono concentrare tutti
gli sforzi sul marketing e sulle attività
più commerciali.
Ma ragioniamo sul lungo termine: pensare che un sistema informativo efficace ed efficiente
sia un accessorio utile ma non
indispensabile è un grave errore. Sarà una questione di sopravvivenza: attualmente lo è già in alcuni
settori, in futuro lo sarà per un’area
di attività sempre più ampia.Quando un progetto va male, spesso la
colpa è del team, che comprende
analisti, sviluppatori, persone che
si occupano di controllo qualità e di
documentazione. I motivi per cui il
team non funziona possono essere
diversi, ma essenzialmente ce ne sono due molto più importanti di altri:
la dimensione del team e le competenze delle persone che lo costituiscono. A rischio di dire cose ovvie:
è molto, molto, molto meglio avere
poche persone brave che tante un
po’ meno brave (per non dire di peggio). Vale praticamente per qualsiasi
attività lavorativa, ma nel software
assume un’importanza ancora più
grande. È noto (o dovrebbe esserlo)
che i migliori prodotti software sono
realizzati da team di sviluppo limitati
in quantità ma non certo in capacità.
Ovviamente, quello che non si può
chiedere è di rispettare scadenze
impossibili: spesso è proprio questa
necessità che porta ad aumentare
la dimensione di un team, il più delle
volte inutilmente.
Ora, creare un team con queste caratteristiche non è facile ma non è
neanche impossibile. Bisogna puntare sulle persone, purché abbiano
motivazione, capacità e attitudine.
Poi, però, un team va tenuto in piedi e va mantenuta la sua capacità
di eccellenza: questo è più difficile.
Bisogna fornire un ambiente stimolante, un’infrastruttura efficiente (non
date a un bravo sviluppatore una
macchina lenta, con poca RAM e
un disco quasi pieno) e la possibilità
di aggiornarsi.
In tutte queste considerazioni, in
realtà, non c’è nulla di nuovo. Sono
stati scritti articoli e libri su questi argomenti. DevLeap si concentra sulla
necessità di formazione e supporto
continuo che è propria di chi vuole
restare “in prima linea”. DevLeap
credeo nel valore competitivo dell’information technology, crediamo nella qualità del software, crediamo
nell’innovazione, crediamo nella formazione, crediamo nel valore della
qualità in senso più ampio.
Insomma, noi di DevLeap “ci crediamo”. Per questo motivo abbiamo
supportato Cometa Informatica
nella realizzazione del loro pacchetto FimaaNetwork.it fornendo
formazione e consulenza di alto
livello che hanno consentito al
team di sviluppo di realizzare una
applicazione basata su tecnologia
innovativa.
La scelta tecnologica è ricaduta su
Silverlight per la user interface e
sull’utilizzo di servizi sicuri per lo
scambio dei dati via web. Silverlight rappresenta ad oggi una scelta innovativa nel panorama delle
applicazioni gestionali che spesso
vengono progettati per la sola piattaforma Windows e richiedono una
installazione complessa. L’utilizzo di
Silverlight consente di ottenere la
semplicità di fruizione di una applicazione web da parte di più piattaforme
client come Windows e Mac con un
livello di interattività paragonabile
alle applicazioni Windows di ultima
generazione. FimaaNetwork rientra perfettamente nell’area delle
applicazioni “Line of Business”
(LOB) e sfrutta a pieno le componenti grafiche e di interazione
con l’utente dell’ultima versione
di Silverlight.
La comunicazione con la base dati è
effettuato tramite servizi standard:
questa scelta rende possibile l’utilizzo dell’applicazione da diverse piattaforme connesse a internet con le
moderne tipologie di comunicazione.
Per rendere sicura la comunicazione,
oltre all’utilizzo di algoritmi di cifratura
a 2048 bit, sono state adottate le più
moderne tecniche di protezione della
provenienza delle chiamate: questi
algoritmi consentono di certificare
la soluzione come “estremamente
sicura”. Spesso non basta usare però
una tecnologia innovativa: è importa-
te usarla bene, calarla nel contesto
reale a ottimizzarne le performance
in base allo scenario e ai requisiti applicativi. Per questo motivo, il team
di Cometa Informatica, che aveva già
definito l’analisi funzionale e avviato
il progetto software, ha chiesto il
nostro intervento: da un lato erano
emerse alcune problematiche tecniche da risolvere e dall’altro l’intervento è stato mirato su un’ulteriore
ottimizzazione del codice per, non
solo attendere, ma superare le performance prefisse.
L’applicazione risulta quindi molto semplice da usare grazie al lavoro fatto durante il design delle
videate e dei flussi che l’utente
segue nell’utilizzo dell’applicazione e, dietro le quinte, molto
veloce nell’interazione fra i componenti grazie al lavoro di ottimizzazione delle parti critiche del
codice.
CHI è DEVLEAP
DevLeap è un gruppo di professionisti nato nel 2002 dall’incontro di
consulenti di fama nazionale e internazionale su tecnologia Microsoft. Il
gruppo è fondato da 4 persone con l’obiettivo di fornire servizi di formazione, mentoring, consulenza architetturale e implementativa di elevata
qualità. Il risultato di questo impegno è ben visibile nelle 300 sessioni
erogate nelle più importanti conferenze italiane ed estere e nei 16 libri
che i componenti del gruppo hanno scritto direttamente per Microsoft
Press. Il gruppo conta inoltre oltre 130 esami di certificazione Microsoft
suddivisi tra i 4 esponenti. Il gruppo, oggi, conta 3 aziende, ognuna specializzata in settori diversi: ciascuna di queste realtà può contare sulle
competenze dell’intero gruppo per le scelte architetturali e l’interazione
fra i componenti di applicazioni enterprise, e fornire, al contempo, competenze specifiche nel settore di riferimento. Loader Srl è l’azienda specializzata nella realizzazione di basi dati altamente efficienti e soluzione
di Business Intelligence: i componenti dell’azienda hanno scritto 6 libri
su questi argomenti e tengono regolarmente corsi e seminari in Europa
e Stati Uniti. Pialorsi Sistemi Srl (http://www.piasys.it) è l’azienda del
gruppo specializzata nella realizzazione di soluzioni di fascia enterprise
basate su servizi web e SharePoint. ThinkAhead (http://we.thinkahead.
it) nasce invece per supportare il gruppo DevLeap nella realizzazione di
soluzioni mobile e applicazioni basate sul cloud computing. ThinkAhead
può contare anche sul supporto di uno staff di designer e architetti per
la realizzazione di interfacce utente di nuova generazione.
Alcuni casi di successo a cui le aziende del gruppo DevLeap hanno lavorato nell’ultimo periodo sono:
1)Microsoft Italia: realizzazione del sistema di valutazione delle conferenze tecniche
2)MilanLab: in collaborazione con Microsoft, DevLeap ha realizzato la
intranet del MilanLab (A.C. Milan Spa) e il sistema di monitoraggio
AthleteLog
3)Microgame S.p.A: il gruppo ha realizzato l’architettura e l’implementazione di un servizio Security Token Service
4) Gruppo Impresa: realizzazione della soluzione internet/intranet/extranet usata come piattaforma di backend e CMS
5) DevLeap ha realizzato anche il CMS alla base delle Microsoft Technical
Conferences
www.devleap.com
[email protected]
http://blogs.devleap.com
F.I.M.A.A.
mediare 51
52 mediare
I SERVIZI FIMAA
LE ULTIME NOVITÀ da Fimaa Servizi
Sdì: ancora vantaggi per
gli associati FIMAA nel 2011
Prosegue nel 2011 la collaborazione
tra il Supermercato dell’Informazione - www.supermercato.it -, leader
nell’offerta di servizi informativi professionali e FIMAA.
La partnership tra Zucchetti e FIMAA, protagonisti rispettivamente
nel settore ICT e immobiliare, già
collaudata negli ultimi due anni, consentirà agli associati FIMAA di continuare ad usufruire dei servizi Sdì a
condizioni vantaggiose acquistando
la Sdì Card - la comoda carta prepagata per l’acquisto di tutti i servizi Sdì
- con uno sconto del 10%. Inoltre,
per agevolare ulteriormente gli associati FIMAA l’importo minimo acquistabile è stato ridotto 50 euro. Al
settore immobiliare Sdì dedica alcuni
importanti servizi; tra i più apprezzati in questi anni vi è senza dubbio
Visure Ipocatastali che consente di
ottenere in modo comodo e veloce
relazioni immobiliari di altissimo livelPer offrire agli Associati
un servizio di visure
catastali celere e
conveniente al tempo
stesso, Fimaa Servizi
ha stipulato una
convenzione con l’Agenzia
del Territorio Sister
In virtù di tale accordo, ogni Associato avrà la facoltà di effettuare visure
catastali illimitate nel corso dell’anno
solare - previa acquisizione di un’apposita password - che verrà rilasciata in tempi molto brevi ed il cui
costo sarà di 50 euro + IVA.
Sarà possibile effettuare visure relativamente ad immobili ubicati in
qualunque provincia del territorio
nazionale, usufruendo dell’assoluta
affidabilità del sistema informatico
dell’Agenzia del Territorio Sister!
lo qualitativo, con un rapporto qualità-prezzo che non teme confronti.
Le visure offerte da Sdì sono infatti sempre aggiornate, perché le
informazioni vengono reperite di
volta in volta alla fonte senza alcun
riciclo di informazioni interne datate;
certificate, perchè i processi e le
metodologie di produzione sono costantemente monitorati e verificati,
come testimonia la Certificazione
ISO 9001 del fornitore; complete, in
quanto il servizio copre tutto il territorio nazionale senza alcuna limitazione
legata al processo di meccanizzazione degli uffici e infine chiare, perché
facilmente comprensibili anche a co-
loro che non possiedono particolari
competenze o esperienza.
Oltre alle visure ipocatastali, Sdì offre
numerose altri strumenti a supporto
dell’attività degli associati FIMAA,
tra cui visure camerali su persone fisiche e imprese e report dettagliati
sulla loro affidabilità e solvibilità. CERTIFICAZIONE ENERGETICA
Alla luce dei recenti sviluppi della normative in tema di certificazioni energetiche ed in vista di una crescente domanda dei servizi correlati, Piramid
Srl, società controllata dal Gruppo Lercari, ha avviato una serie di iniziative
rivolte alla potenziale clientela, sia mediante rafforzamento delle proprie
strutture operative, sia attraverso l’offerta di interessanti soluzioni economiche. In quest’ottica, assume particolare rilievo l’accordo - convenzione
recentemente stipulata con FIMAA Servizi, associazione che, a livello
nazionale, raccoglie oltre 14mila operatori in campo immobiliare. Diverse
le condizioni che hanno reso possibile tale
lusinghiero risultato, tra le quali spiccano la
capillare distribuzione territoriale che Piramid
Srl offre agli associati FIMAA per tramite
della rete del Gruppo Lercari, la gestione
“on line” degli incarichi nonché dei principali aspetti contabili ed amministrativi dei
rapporti attivati attraverso l’associazione
e, non ultimo, l’accordo economico caratterizzato da livelli di costo particolarmente
competitivi, giustificato dall’ampia base deGiovanni Lercari
gli utenti e dal potenziale di espansione nel
medio periodo. Il recente tour che FIMAA Servizi sta effettuando
nelle principali provincie italiane, ha reso possibile la presentazione dell’accordo quadro con Piramid Srl; tale presentazione,
sembra già aver prodotto i primi positivi risultati cui, siamo
certi, altri ne seguiranno, facendo sì che Piramid possa
validamente candidarsi ad assumere il ruolo di interlocutore naturale dell’Associazione per quanto
concerne le certificazioni energetiche.
mediare 53
I mediatori
merceologici
LA realtà del trentino
Luigi Ortolina
di Luigi Ortolina Delegato FIMAA Trentino del settore degli agenti in mediazione merceologica
S
u iniziativa del comitato promotore formato da Gino Inama, Guerrino Pilati, Oliviero
Fedrizzi ed Enzo Pancheri nel lontano 1990 venne formalizzata a Trento, presso l’Unione, la costituzione
dell’Associazione degli Agenti d’affari
in mediazione ortofrutticola. Scopo
di tale iniziativa era quello di elevare la professionalità dei mediatori e
tutelarne l’immagine offuscata dalla
presenza sul mercato di molti abusivi. Per intenderci, in quegli anni,
si era giunti ad una situazione tale
per cui sul mercato operavano molti
“personaggi”, taluni privi di qualsiasi
autorizzazione e preparazione professionale, che spacciandosi per mediatori praticavano l’attività in totale
spregio delle più elementari norme
comportamentali ed etiche recando grave danno all’immagine della
categoria. La neonata associazione
si proponeva quindi di ricercare un
chiarimento sull’identità dei propri
associati sia dal punto di vista civilistico che fiscale. Fu così che iniziò
l’attività di ricostruzione dell’immagine del mediatore attraverso innumerevoli incontri sia con le Istituzioni sia con gli operatori commerciali
che operavano in zona. Questa fase,
dopo un periodo iniziale di notevole
fervore ed entusiasmo, ebbe successivamente una stasi durante la quale
cominciarono a diminuire sempre più
gli incontri e diversi mediatori, che
avevano concorso alla costituzione
dell’associazione ed a mantener vivo
l’interesse della categoria per l’attività di rappresentanza intrapresa, abbandonarono progressivamente le
54 mediare
F.I.M.A.A.
cariche. Seguirono alcuni anni in cui
l’associazione era presente solo sulla
carta senza svolgere più alcun ruolo.
Da questo nirvana venne risvegliata
per iniziativa di alcuni soci che, rendendosi conto dell’assoluta inerzia
in cui era caduta l’associazione, presero in mano la situazione e, convocando l’assemblea generale dei
pochi iscritti rimasti, diedero inizio
ad un nuovo corso che si concretizzò con la ricostituzione del Direttivo.
Fu un’azione di vera ricostruzione in
quanto il periodo di inattività aveva
indebolito e ridotto numericamente
la base associativa ormai rassegnata a doversi gestire individualmente
ogni situazione.
Come prima cosa il Presidente ed il
Consiglio assunsero l’onere di perseguire gli obiettivi iniziali che la
costituzione dell’associazione si era
prefissa e perciò tutela dell’immagine degli agenti in mediazione, lotta
all’abusivismo e sviluppo degli aspetti fiscali e civilistici che interessavano
alla categoria. L’azione si sviluppò
attraverso contatti continui con la
Camera di Commercio di Trento e
con le maggiori realtà regionali di
commercializzazione dei frutti quali
La Trentina, Melinda, Vog Marlene,
VIP Val Venosta e con l’associazione
delle Aste dell’Alto Adige/Südtirol.
Queste ultime furono inizialmente
restie a riconoscere alla rediviva associazione dei mediatori il proprio
ruolo di rappresentanza, ben consapevoli che ciò avrebbe significato
doversi confrontare non più con il singolo mediatore ma con una struttura
ben organizzata che poteva usufru-
ire dell’appoggio operativo esterno
dell’Unione Commercio e quindi ben
più forte sul piano della contrattazione. Questa iniziativa rappresentò e
rappresenta tuttora una delle pietre
miliari dell’attività di promozione e tutela dei mediatori ortofrutticoli. L’associazione riuscì infatti a stabilire un
rapporto importante e preferenziale
con queste realtà che con il tempo
riconobbero la FIMAA Trentino quale
valida ed importante interlocutrice fra
consorzi di produttori e mediatori. È
d’obbligo a questo punto puntualizzare che nel 2002 l’Associazione dei
mediatori ortofrutticoli e merceologici del Trentino si fuse con quella dei
mediatori immobiliari in quanto non
potevano più sussistere due associazioni che nella stessa provincia facevano capo ad un’unica Federazione,
la FIMAA.
Ritornando all’attività svolta, bisogna
precisare che i contatti con i vari consorzi hanno nel tempo consolidato
un reciproco rispetto fra mediatori
e responsabili commerciali delle cooperative. Sul piano strettamente
umano, infatti, tutto ciò si tramutò
nello sviluppo di una rete di vendita
molto più estesa impensabile fino
a qualche anno prima. La categoria
dei mediatori ortofrutticoli trentini, a
livello nazionale, a ragione può essere considerata una delle più attive
e rappresentative con taluni iscritti
provenienti anche da fuori provincia.
Questo è un aspetto importante perché dimostra la grande considerazione di cui gode l’associazione anche
fuori dal territorio provinciale in virtù
dei risultati raggiunti. PROPOSTE EDITORIALI
IN LIBRERIA CON FIMAA
Autore:
Leslie Geddes-Brown
Editore:
Mondadori illustrati - Electa
Autori:
Michele Pizzullo, Alfredo Passeri,
Salvatore Cataldo, Alessandro Cusano
Editore:
Maggioli
Curatore:
Alessandro Gabbianelli
Editore:
Gangemi
55 mediare
Abitare con i libri
Una bella guida illustrata che ribalta l’ottica consueta della cultura: i libri, se abilmente disposti per la casa, permettono di creare una gran quantità di effetti
decorativi dal classico e formale a soluzioni solo apparentemente disordinate.
Non solo idee da cui trarre ispirazione per arredare, ma anche espedienti per
organizzare i volumi in maniera pratica, sfruttando abilmente tutti gli angoli liberi di casa. I quattro capitoli sono delle miniguide che aiutano a “vivere con
i libri” migliorando l’atmosfera degli ambienti, dalla camera da letto alla cucina; a “lavorare con i libri” organizzandoli in biblioteche formali o informali, in
scaffali che dal pavimento arrivano al soffitto o in comode librerie chiuse; a
“progettare con i libri” scegliendo al meglio colori, luci e dimensioni dei mobili.
Nell’ultimo capitolo, infine, l’autrice suggerisce ingegnose strade per sfruttare
appieno l’appeal infinito e irresistibile del libro, lasciandolo libero di riempire e
arricchire gli spazi di ogni giorno.
L’agente immobiliare
Guida per l’esame e la professione
Il manuale, rivolto principalmente al superamento dell’esame di abilitazione
professionale, si propone tuttavia anche come strumento di consultazione ed
aggiornamento quotidiano per chi già esercita stabilmente l’attività, in virtù
di un’estrema completezza delle materie trattate e dell’impostazione pratica
dell’opera, accentuata dalla presenza di un cd rom contenente una serie di appendici dedicate all’approfondimento di argomenti specifici, alcuni questionari
su tematiche finanziarie e tributarie, nonché la principale normativa di settore.
Abitare il recinto.
Introversione dell’abitare contemporaneo
Abitare il recinto è una raccolta di riflessioni attorno al tema della casa a patio,
realizzata sulla base di sperimentazioni didattiche. Tali esercitazioni sono state
condotte all’interno di due facoltà di architettura, Venezia e Ascoli, che hanno
visto coinvolti due laboratori di progettazione del primo anno in una sorta di
gemellaggio fondato sullo scambio di saperi, collaborazioni e confronti e, non
ultimo, su un rapporto di amicizia. I materiali contenuti nel libro, pazientemente
ordinati da Alessandro Gabbianelli, sono costituiti da contributi teorici delle due
docenze attorno al tema dell’abitare, con particolare riferimento al tipo della
casa a patio, e da alcune sperimentazioni progettuali svolte dagli studenti. Il
primo anno, in molti corsi di studi incentrato sull’approfondimento dell’abitazione, rappresenta un’occasione importante, un banco di prova, per sviscerare
il nucleo primario dell’idea di abitare. Perché la casa a patio, è presto detto.
Essa rappresenta uno degli archetipi dell’organizzazione spaziale della casa. Ci
è sembrato opportuno prendere l’avvio dallo studio di un modello originario,
vivisezionandolo, reinterpretandolo per giungere, ampliando lo sguardo alle
modalità dell’abitare contemporaneo, a coglierne la profonda attualità.
F.I.M.A.A.
mediare 55
Convegni FIMAA
panoramica sugli appuntamenti
Varese: Prima Borsa Immobiliare
“La Casa in piazza” e XII convegno
provinciale FIMAA Varese
n successo andato oltre le più rosee aspettative”: così Santino Taverna, presidente regionale
e provinciale FIMAA Varese, commenta la prima Borsa
Immobiliare di Varese e provincia “La casa in piazza”, promossa l’8 e il 10 ottobre 2010 dalla Camera di Commercio
varesina attraverso la sua azienda speciale PromoVarese
in collaborazione con FIMAA, Anama, Fiaip e Ance. Un
grande evento con oltre cinquemila proposte immobiliari
che hanno catalizzato l’attenzione di più di tremila persone
che hanno affollato il palazzo camerale in piazza Monte
Grappa a Varese a caccia di occasioni e della casa dei sogni. “Tutte le agenzie che hanno partecipato hanno fissato
appuntamenti di vendita – conferma Taverna – e anche gli
operatori più scettici si sono detti disponibili a partecipare
in futuro. La location, nel cuore della città, è stata vincente
ma si dovrà ipotizzare per le prossime edizioni soluzioni
“U
Scorcio dell’expo “La casa in piazza”
56 mediare
F.I.M.A.A.
alternative per carenza di spazio. L’aspetto più positivo è
stato l’accesso a una fiera dedicata, specifica: chi si è avvicinato alla Casa in piazza, l’ha fatto pervisionare le offerte
di tutta la provincia”. Per un intero fine settimana, i visitatori hanno potuto conoscere le proposte più allettanti, le
novità sui contratti e alcune tematiche burocratiche grazie
ad un presidio gestito da mediatori e notai. “L’obiettivo di
offrire opportunità – sottolinea Taverna - a chi agisce su
questo mercato di grande rilievo per il sistema economico
varesino, è stato raggiunto”.
Giovedì 16 dicembre scorso, invece, alle Ville Ponti di Varese si è tenuto il tredicesimo convegno provinciale Fimaa
dal titolo “Il mercato immobiliare: opportunità da cogliere
in un nuovo rapporto consumatori – mediatori immobiliari”.
Molto qualificati gli interventi dei relatori a partire dal presidente nazionale Fimaa, Valerio Angeletti, ad Eugenio
Magno e Daniele Mammani, consulenti Fimaa, a Antonino
Ferrara del consiglio notarile di Milano. Giancarlo Vinacci,
amministratore di Mediofimaa, Giovanni Solbiati e Alessio
PALERMO:
FIMAA PROMUOVE LA FORMAZIONE
a FIMAA Palermo nell’ambito della formazione continua e per l’ingresso nel mondo del lavoro in collaborazione con la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
di Palermo ha dato vita a progetti di formazione finanziati
dalla Comunità Europea ed altri enti pubblici affinché la
categoria possa migliorare il proprio livello professionale e
sia sempre in linea con le novità legislative che si susseguono nel mondo della mediazione, sia essa immobiliare
che creditizia. In quest’ambito nasce il progetto “Home
and Money: Mediazione immobiliare e del credito per
il mercato del futuro” già inserito nella graduatoria utile
dell’Assessorato al Lavoro della Regione Sicilia al n. 336
ed attualmente in attesa di firma alla Corte dei Conti. Tale
progetto prevede la possibilità di formare agenti immobiliari e creditizi seguendo il percorso formativo previsto
dal bando che prevede due mesi di formazione in aula
presso la Facoltà di Scienze Politiche e poi dieci mesi di
stage presso le aziende della fimaa che hanno aderito all’iniziativa remunerati con un contributo a carico del F.S.E.
di 800 euro mensili.
L’altro progetto in fase avanzata di realizzazione è “Lo Sviluppo Professionale delle Donne a Supporto della Mediazione e dei Servizi” presentato al Ministero del Lavoro e
della Previdenza Sociale per l’autorizzazione e l’erogazione
del finanziamento. Questo progetto si svolgerà in due fasi.
La prima di 48 ore sarà in presenza, presso la Facoltà di
Scienze Politiche, mentre la seconda, sempre di 48 ore,
sarà on line e a tal proposito ad ogni partecipante verrà
assegnato un portatile con chiavetta internet ed abbonamento annuale. Le materie che compongono il progetto
sono marketing aziendale, Tecniche di Vendita, Strategie
di comunicazione, normative sulla mediazione, normative
in materia di privacy, normative in materia di antiriciclaggio
e Tecniche di archiviazione dei dati su software di ultima
generazione.
Per il 2011 in collaborazione con Scienze Politiche FIMAA
Palermo sta analizzando l’idea di istituire nuove iniziative
di formazione per tutti gli iscritti a FIMAA Palermo.
L
Da sx, Giorgio Angelucci presidente Confcommercio Varese, Santino Taverna
presidente Fimaa Varese e del Consiglio regionale Lombardia, e il Cav. Sergio
Bellani segretario generale Confcommmercio Varese
di Nobili, responsabili commerciali di CheBanca, hanno
illustrato l’attualità del mercato immobiliare dal punto di
vista creditizio. Ha chiuso i lavori Giuseppe Vuolo di Living
is Life. Hanno portato i loro saluti il presidente Uniascom,
Giorgio Angelucci, Giorgio De Wolf, vicesindaco di Varese, i vertici della Camera di Commercio di Varese con il
presidente Bruno Amoroso e il segretario Mauro Temperelli. Moderatori del convegno, il presidente provinciale
e regionale Fimaa, Santino Taverna, e il vice presidente
provinciale Dino Vanetti.
Torino: Trent'anni da Consigliere
Fimaa del Presidente Berlincioni
Torino il 14 dicembre scorso ha avuto luogo
la festa di Natale che è stata l’occasione per
festeggiare i “trent’anni da Consigliere Fimaa” del
PresidenteAlessandro Berlincioni, insieme al Past
President Piero Bertinetto ed alcuni Consiglieri del
passato, Antonio Rabbia e Angelo Giustetto, che
hanno ricordato episodi curiosi della storia della federazione torinese. Alla festa, oltre ai numerosissimi
associati, hanno partecipato i Presidenti Provinciali
di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, La Spezia e da
Roma l’Amministratore Delegato della Fimaa Servizi
Giovanni Acampora.
A
BIELLA: ASSEMBLEA E APPROFONDIMENTI
i è svolta lo scorso 20 novembre al Circolo sportivo Vandornese di Biella l’assemblea provinciale
Fimaa Biella alla quale hanno partecipato come relatori il vice presidente Fimaa Alessandro Berlincioni,
l’avvocato Paolo Pesando, il presidente Fimaa Piemonte Sergio Garlando, il presidente Fimaa Valle d’Aosta Luigi Signorato ed il notaio biellese Carlo Scola
(nella foto con il presidente Fimaa Biella Carlo Botto
Steglia). Nel corso del convegno si sono trattati vari
argomenti di attualità per il nostro settore e gli associati presenti hanno potuto trarre utili indicazioni
per la loro attività.
S
F.I.M.A.A.
mediare 57
RAVENNA:
“Rapporto 2010 del mercato
immobiliare a Ravenna e provincia”
i è svolta lo scorso 4 dicembre, alla Sala Cavalcoli
della Camera di Commercio di Ravenna, la presentazione del “Rapporto 2010 del mercato immobiliare a
Ravenna e provincia”, organizzata dal Sindacato provinciale FIMAA Ravenna e da Confcommercio provincia
di Ravenna.
Hanno aperto la giornata i saluti del Presidente della Camera di Commercio Gianfranco Bessi e del vice sindaco Giannantonio Mingozzi.
Moderatore dell’incontro il docente
dell’Università di Bologna Stefano
Stanzani.
L’intervento di apertura è stato
affidato a Fabrizio Savorani, consigliere nazionale FIMAA, che ha
illustrato i dati annuali contenuti
nel rapporto con i prezzi delle abitazioni, dei negozi e degli uffici a
Ravenna, nel forese e in tutti i
Comuni della provincia. Sono
seguiti gli interventi di Elio Gasperoni, presidente di Agenda;
S
TRENTO: ECCO Guidacasa 2011, XV EDIZIONE
DELla guida completa al mercato
immobiliare TRENTINO
tempi sono cambiati: dobbiamo passare dalla qualità del costruire alla qualità dell’abitare; il territorio
trentino è limitato, non possiamo permetterci di avere
un patrimonio edilizio dalla scarsa efficienza energetica».
L’assessore all’urbanistica della provincia di Trento, Mauro
Gilmozzi, ha ribadito la volontà dell’esecutivo provinciale di
elevare la qualità delle costruzioni nel suo intervento alla
presentazione di Guidacasa 2011 (limitato a causa della
concomitanza con la discussione in Consiglio della manovra di bilancio), la guida giunta alla 15esima
edizione e diventata un riferimento autorevole
per il mercato immobiliare trentino.
Severino Rigotti, presidente della Fimaa del
Trentino e vicepresidente Fimaa Italia, venerdì
17 dicembre, nella Sala Pluriuso dell’Unione
di Trento ha presentato la pubblicazione (edita da Curcu & Genovese) di fronte ad un nutrito pubblico di addetti ai lavori e giornalisti.
L’occasione è servita anche per presentare
l’andamento del mercato delle compravendite immobiliari, già duramente coinvolto
dalla crisi dei mercati finanziari inziata
nel 2008.
«I
58 mediare
F.I.M.A.A.
Un momento dell’incontro
Gabrio Maraldi, assessore comunale all’Urbanistica
e all’edilizia privata; Mauro Lacchini, direttore commerciale Banca Popolare di Ravenna; Daniele Ugolini,
presidente del Collegio dei Geometri della provincia di
Ravenna; Elena Delsignore, Il Punto Real Estate Edvisor
Srl; Giorgio Cornacchia, presidente Coordinamento Provinciale FIMAA. Valerio Angeletti, presidente nazionale
FIMAA, ha curato le conclusioni. A tutti i partecipanti
è stata consegnata una copia del “Rapporto 2010 del
mercato immobiliare a Ravenna e provincia”.
«Il nuovo tiene bene – ha detto Rigotti – e in alcuni ambiti abbiamo registrato anche delle lievi crescite. L’usato
invece, specie quello più datato, prosegue la regressione
nelle vendite. Non è più possibile, oggi, fare il conto di una
cifra per risanare le costruzioni più datate adattandole ai
moderni standard edilizi, perché oggi c’è un’altra consapevolezza ed un’altra modalità di costruzione, orientata
alla sostenibilità energetica totale».
Dal canto suo l’assessore Gilmozzi ha spiegato che la legge sulle seconde case che porta il suo nome si inserisce
nella volontà di accrescere la qualità delle costruzioni e
delle abitazioni, puntando su settori più redditizi in termini
di apporto al Pil provinciale, come il settore alberghiero. «Il contributo del turismo alberghiero
sul Pil è del 10% mentre il mercato delle seconde case è una percentuale molto minima
del 3% totale delle costruzioni. Dobbiamo
passare da una mentalità che privilegi l’abitare, e non possiamo permetterci di regredire.
Dobbiamo demolire e ricostruire secondo i
nuovi standard di certificazione energetica».
La presentazione nel dettaglio dei dati di Guidacasa 2011 è stata affidata a
Carlo Inama, consigliere Fimaa Trento e
referente dell’intero progetto all’interno
dell’associazione.
IMPERIA: 5 INCONTRI SULLA COMUNICAZIONE
i terranno a partire dai primi di marzo, nella sede della Confcommercio di Sanremo, i cinque incontri di 2,5 ore
ciascuno e dedicati ad alcune forme si comunicazione. Un percorso che intende rappresentare un momento
formativo specifico, ed inoltre un’occasione, il più aperta e creativa, per condividere anche fra colleghi alcuni temi
di riflessione. Un’occasione al servizio sia di quanti operano da tempo nella mediazione immobiliare, sia anche di
quanti cominciano ad operarvi, per potenziare “brand” e risultati. I cinque appuntamenti vertiranno sui seguenti
temi: “Le domane e le parole. Una strategia per le trattative col cliente”, “Il reale e l’apparenza. Quando la percezione inganna”, “Real Estate English verso un lessico immobiliare e creditizio in lingua inglese”, “I linguaggi non
verbali”, “Comunicare attraverso il web e i suoi motori di ricerca. Opportunità e limiti”.
S
VICENZA: TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA E UNA
PROFESSIONE CHE CAMBIA
n esame della direttiva comunitaria Bolkestein che, di
fatto, ha portato all’abolizione del “ruolo” degli agenti
immobiliari anche se, a livello provinciale, i requisiti morali e professionali sono ancora necessari per iscriversi al
Registro delle Imprese e al REA (Repertorio Economico
Amministrativo) in Camera di Commercio. Ma anche lo
stato dell’arte sul contestato Decreto legislativo 141/2010,
che andrà a modificare in modo significativo la figura del
mediatore creditizio. Sono stati questi i temi principali
della partecipata assemblea degli agenti immobiliari vi-
U
anche nel Vicentino, dopo due anni di crisi che hanno fatto
calare, in Italia, da 900mila a 640mila le intermediazioni degli agenti. Occhi puntati, infine, sulla figura del mediatore
creditizio, che dopo la liberalizzazione dell’Albo (gli iscritti
erano passati in poco tempo da alcune migliaia a quasi
200mila), trova uno stop dall’approvazione del decreto
legislativo 141/2010: FIMAA è intervenuta sulla questione, evidenziando alcuni elementi di incostituzionalità della
norma ed altri discriminanti nei confronti degli operatori del
comparto ed ora, ha spiegato Angeletti, “auspichiamo che
le nostre richieste siano recepite dalle disposizioni attuative del decreto”. «L’impegno di FIMAA – ha affermato in
conclusione Serafino Magistro – sarà quello di ragionare
sulle modalità di accesso e mantenimento delle “qualità
professionali” di chi è in attività, cercando di innalzare la
qualità del servizio offerto alla clientela con più formazione, aggiornamento professionale e anche con maggiori
sinergie fra colleghi».
FROSINONE:
RINNOVO DEI VERTICI
a Federazione provinciale degli agenti immobiliari
FIMAA Frosinone ha eletto come presidente Angelo Claudio Alfano. Il consiglio direttivo, quindi, ha
nominato i due vice presidenti della categoria degli
immobiliaristi che sono rispettivamente Massimo
Costa, agente di Sora, e Monica Bottini, agente di
Frosinone. Nella stessa riunione è stato nominato
Segretario della FIMAA di Frosinone Giovanni Ambrosetti, agente di Fiuggi.
L
Valerio Angeletti interviene all’assemblea di Vicenza
centini, tenutasi lo scorso venerdì 3 dicembre nella sede
provinciale della Confcommercio di Vicenza alla presenza
di Valerio Angeletti, presidente nazionale della FIMAAConfcommercio. L’incontro è stato anche la prima uscita
ufficiale in veste di presidente regionale della Federazione,
di Serafino Magistro, da sette anni al vertice della Fimaa
provinciale ed eletto nei giorni scorsi alla guida dell’associazione veneta di categoria. Il presidente Angeletti ha
focalizzato il suo intervento sul ruolo e le responsabilità
dell’agente immobiliare a fronte delle modifiche normative
recentemente intervenute e soprattutto sui gravosi obblighi in tema di registrazione degli atti, normativa antiriciclaggio e privacy. Si è parlato anche dell’attuale situazione
del mercato immobiliare, che denota lievi cenni di ripresa,
F.I.M.A.A.
mediare 59
PISA: “Tutti uniti per la ripresa del
mercato immobiliare”
i è svolto lo scorso sabato 13 novembre, all’Hotel Continental di Tirrenia-Pisa, il convegno organizzato dalla
fimaa Pisa in collaborazione con Confcommercio, dal titolo
“La ripresa del mercato immobiliare”. Ospiti d’eccezione
il presidente nazionale FIMAA Italia Valerio Angeletti. Ha
fatto gli onori di casa Pierluigi Bernardeschi, presidente
provinciale FIMAA, che ha avuto il compito di introdurre
il tema del convegno. «Almeno a livello provinciale – secondo Bernardeschi – ci sono segnali inequivocabili di
una buona ripresa del mercato immobiliare. Per chi vuole
mantenere il potere di acquisto del proprio denaro, per
chi ha il desiderio di possedere una casa di proprietà, per
S
Tavolo dei relatori nel partecipato convegno
L’AQUILA: NUOVA SEDE DI CONFCOMMERCIO
o scorso 27 ottobre 2010 si è svolta in L’Aquila l’inaugurazione della nuova sede provvisoria della Confcommercio provinciale alla presenza del vice presidente nazionale delegato alla task force nazionale per il terremoto
Renato Borghi. Alla sobria ma partecipatissima cerimonia
hanno preso parte rappresentanti di Ascom di molte regioni italiane che con autonoma iniziativa di solidarietà hanno
sostenuto le attività svolte dall’Associazione aquilana per
la riprese delle imprese del terziario colpite dal sisma.
Molti i vertici Nazionali che hanno preso parte all’appuntamento, a partire dal presidente nazionale della FIMAA
Valerio Angeletti, quello della FIDA Dino Abascià e del
Terziario Donna Maria Lucia Galdieri. Nell’occasione, Angeletti e Giuseppe Di Pangrazio hanno consegnato un
assegno di 5mila euro a Confcommercio di L’Aquila. Tali
fondi sono destinati alla realizzazione di un sito telematico nel quale ogni socio aquilano di FIMAA, quindi ogni
agenzia immobiliare associata, potrà inserire le proprie
offerte immobiliari, in vendita e/o in affitto, catalogandole
per tipologia, per località e per range di prezzo, una sorta
di sportello borsa immobiliare-telematico. L’obiettivo di
chi vuole mettere a reddito i propri risparmi e le proprie
risorse, per chi vuole acquistare una casa vacanza, per
chi vuole investire nel mattone, per tutti questi portatori
di interessi, l’acquisto di una casa consente di centrare
più obiettivi contemporaneamente: possedere una casa
secondo i propri desiderata, investire al meglio i propri
risparmi, ottenere nel tempo una rivalutazione dei beni
immobili posseduti».
Densa di significati la relazione di Angeletti, che ha ricordato alla numerosa platea di agenti e professionisti come
«il mercato italiano sta dando segnali di positività, anche
se ancora deboli e fragili, a macchia di leopardo. Il mercato immobiliare soffre la fragilità del sistema Italia, un
sistema che vede l’80% degli italiani possedere almeno
un immobile, all’interno di un mercato diverso dal resto
d’Europa, con caratteristiche uniche di amore per l’immobile e per la sua salvaguardia». Significativo anche il
richiamo che Angeletti ha fatto alla reciproca e proficua
collaborazione con Confcommercio. Gli altri relatori del
convegno sono stati Luca Ciappi, presidente Confcommercio Pisa, Gianni Bassignani, vice presidente FIMAA,
Sandro Borselli, responsabile mediatori creditizi FIMAA,
Giancarlo Vinacci, amministratore delegato MedioFIMAA,
Giovanni Acampora, amministratore delegato FIMAAServizi, Federico Pieragnoli, direttore Confcommercio Pisa,
Sergio Napolitano, notaio.
Durante il convegno è stato consegnato a tutti i partecipanti una copia del Borsino Immobiliare FIMAA 2010 di
Pisa e Provincia.
L
60 mediare
F.I.M.A.A.
Scatto durante la cerimonia
questa iniziativa è quello di favorire la ripresa produttiva
del settore nelle aree del cratere che hanno una situazione di particolare difficoltà in conseguenza del sisma.
Il presidente provinciale Confcommercio provinciale Roberto Donatelli e il direttore Celso Cioni hanno espresso
particolare gratitudine e apprezzamento per la solidarietà
dimostrata ai nostri associati.
CATANIA: RICONFERMATO ANTONINO NICOLOSI
ll’unanimità è stato confermato alla guida dell’associazione Antonino Nicolosi mentre vice Presidente
vicario è stato eletto Domenico Marcedone.
La giunta dei vice presidenti è composta da Silvestro Conticello, Angelo Nicolosi, Marco Peruzzo, Rosario Siscaro,
Giuseppe Tomaselli, Marcello Ungaro, Roberto Vecchio e Giuseppe Virgillito.
Consiglieri:Salvatore Asmundo, Giuseppe Caltabiano, Mario Massimo Cardillo,
Giovanni Coco, Mario Catena Cosentino,
Vincenzo Di Marco, Maria Ferraro, Corrado Giunta, Aldo Ferdinando Isaia, Marco
LoJacono, Daniela Tania Marletta, Andrea
Maresci, Giuseppe Paci, Gaetano Proietto,
Sergio Santagati, Vito Scafali, Michele Scuderi, Rosario Terranova e Roberto Torrisi.
Un direttivo ”misto”, composto da navigati
dirigenti e giovani associati, in segno di rinnovamento, tanto da aver fatto abbassare
Antonino Nicolosi
l’età media di circa 15 anni.
I progetti del nuovo direttivo guidato da Nicolosi si muovono verso una grande direttiva, il consolidamento dei rapporti con l’università di Catania. «Nell’ottica
di un potenziamento dei rapporti con l’ateneo catanese –
spiega il presidente Nicolosi – stiamo portando avanti un
progetto per creare nuove figure, grazie all’istituzione di
nuovi master universitari specifici, per elevare il concetto
di mediazione a livello di arbitrato nelle controversie con-
A
trattuali. Ed ancora, con la collaborazione della facoltà di
economia dell’Università di Catania, affidare agli studenti il censimento degli immobili adibiti al commercio nei
centri commerciali naturali delle città al fine di rafforzare
la continuità commerciale». Ipotizzando una percentuale
di riduzione iniziale del canone locativo condiviso con tutti i proprietari a favore dei futuri conduttori
che oltre a godere di un canone locativo
più basso all’inizio potranno usufruire di
una miriade di servizi tipici dei detti centri.
A Catania la FIMAA rappresenta la mediazione immobiliare per eccellenza a tutti i
livelli. Raramente infatti non è presente
con un commento, una indicazione, un parere su tutte le espressioni giornalistiche e
televisive relative al mercato immobiliare.
La qualità dei soci FIMAA Catania è rilevante anche per il maggior numero di compravendite e locazioni che transitano presso
gli uffici dei soci, per il maggior volume
pubblicitario investito su tutte le testate
giornalistiche e televisive e per il maggior
numero di addetti e collaboratori operanti presso le stesse agenzie.
La conferma di Antonino Nicolosi, il più “longevo” di tutti
i sessanta presenti delle sezioni Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Catania rappresenta una
eccezione condivisa che garantisce alla FIMAA catanese
compattezza modernità e prestigio.
Lombardia: nuove regole sulla formazione degli Agenti d’Affari in Mediazione
n Lombardia si continua a lavorare sulla formazione e sulla preparazione dei futuri agenti d’affari in mediazione.
Le ultime novità introdotte dalla Regione riguardano i corsi professionali formativi per l’accesso all’attività. Le
materie e le nozioni da apprendere sono talmente variegate da determinare l’aumento del monte ore dei corsi
formativi per la preparazione dei nuovi professionisti del settore. “In Lombardia – commenta il presidente della Fimaa, Valerio Angeletti – sono state recepite le necessità del mercato, dei consumatori e degli operatori, e si sono
adottati quei criteri indispensabili alla maggiore preparazione professionale degli operatori. Sono elementi distintivi
e qualificanti che dimostrano, ancora una volta, grazie a Fimaa, l’attenzione verso i fruitori del servizio prima ancora dell’esclusivo interesse della categoria”. La Giunta Regionale, infatti, nella delibera n. 887 (pubblicata sul Burl
49 – 4° supplemento straordinario del 10 dicembre), ha approvato i nuovi standard professionali e formativi delle
figure che operano nel commercio. Nello specifico, per i corsi formativi indirizzati all’esercizio della professione
dell’agente d’affari in mediazione, si profilano diverse novità rispetto al passato. La durata dei corsi per sostenere
l’esame abilitante passerà, dalle attuali 100 ore di didattica, a ben 220 ore di formazione. Il training formativo, che
costa 1200 euro, prevede inoltre una frequenza obbligatoria non inferiore all’80% del monte ore programmato, in
sostituzione del 75% previsto in passato. Al fine di valutare compiutamente la preparazione acquisita dal candidato,
la Regione ha previsto altresì la presenza di due esperti del settore all’interno della commissione esaminatrice. Il
presidente di Fimaa Lombardia, Santino Taverna, dichiara: “Questo risultato è stato il frutto di anni di lavoro, condiviso e concertato, che potrà permettere eccellenza operativa nei servizi erogati alla collettività”. Fimaa accoglie
con entusiasmo l’iniziativa lombarda e auspica che tali modelli virtuosi possano diffondersi su tutto il territorio nazionale elevando ulteriormente la professionalità a vantaggio, tutela e garanzia dei consumatori.
I
F.I.M.A.A.
mediare 61
ORGANI SOCIALI FIMAA
Presidente
Valerio Angeletti - Roma
Vice Presidente Vicario
Gianni Bassignani - Parma
Amministratore
Angelo Virga - Palermo
Segretario Generale
Rossano Asciolla
Vice presidenti
Alessandro Berlincioni - Torino
Lionella Maggi - Milano
Antonino Nicolosi - Catania
Guerino Polito - Padova
Severino Rigotti - Trento
Giunta esecutiva
Annamaria Beatrici - Imperia
Arrigo Brandini - Firenze
Pietro Alfredo Falbo - Catanzaro
Marco Mainas - Cagliari
Roberto Maccaferri - Bologna
Stefano Sala - Milano
Consiglieri nazionali
Giovanni Acampora - Latina
Giulio Baiocchi - Parma
Pierluigi Bairo - Genova
Pierluigi Bernardeschi - Pisa
Bruno Biagiotti - Perugia
Angela Bollettinari – Piacenza
Sandro Borselli - Padova
Giorgio Cornacchia - Ravenna
Mauro Danielli - Milano
Giancarlo De Bartolomeo - Taranto
Dina d’Onofrio - Campobasso
Enrico Fenoglio - Asti
Alessandro Gabriele - Lucca
Sergio Garlando - Alessandria
Giovanni Gulino - Ragusa
Saverio Iaccarino - Napoli
Roberto Marzola - Ferrara
Domenico Martiradonna - Bari
Piero Ninno - Ancona
Andrea Oliva - Trieste
Antonio Parmigiani - La Spezia
Stefano Persenda - Savona
Maurizio Pezzetta - Roma
Maria Grazia Savant Ros - Torino
Fabrizio Savorani - Ravenna
Luigi Signorato - Aosta
Michele Tallarico - Catanzaro
Santino Taverna - Varese
Maria Grazia Savant Ros - Torino
Formazione
Responsabile Nazionale
Giovanni Gulino
Vice Responsabile Nazionale
Rino Polito
Roberto Marzola
Collegio revisore dei conti
Presidente
Giuseppe Campisciano - Milano
Revisori effettivi
Aba Albertini - Ascoli Piceno
Federico Crispino - Padova
Revisore supplente
Sabrina Minichiello - Firenze
Collegio dei probiviri
Presidente
Giuseppe De Palo - Lodi
Probiviri effettivi
Angelo Di Bartolo - Messina
Claudio Zanetti - Como
Probiviri supplenti
Marco Beretta - Firenze
Michele Zampieri - Padova
ORGANIGRAMMA FIMAA
Consulte nazionali
settore immobiliare
Responsabile Nazionale
Giovanni Acampora
Vice Responsabile Nazionale
Sergio Garlando
Settore creditizio
Responsabile Nazionale
Sandro Borselli
Vice Responsabile Nazionale
Paolo Fusilli
Settore merceologico
Responsabile Nazionale
Giulio Baiocchi
Vice Responsabile Nazionale
Stefano Pezzoni
COMMISSIONI NAZIONALI
PERMANENTI FIMAA
Organizzazione e servizi
Responsabile Nazionale
Enrico Fenoglio
Vice Responsabile Nazionale
Severino Rigotti
62 mediare
F.I.M.A.A.
Comunicazione
Responsabili Nazionali
Alessandro Gabriele
Piero Ninno
Rapporti intersindacali con fiaip/
Confedilizia/Confindustria e
ANAMA/Confesercenti
Responsabile Nazionale
Santino Taverna
Donne imprenditrici FIMAA
Responsabile Nazionale
Annamaria Beatrici
Vice Responsabile Nazionale
Maria Grazia Savant Ros
GRUPPI NAZIONALI
DI LAVORO FIMAA
Revisione Statuto Nazionale
fimaa, Regolamento Regionale
fimaa e predisposizione Statuto
tipo Provinciale FIMAA
Responsabile Nazionale
Relazioni sindacali
Responsabile Nazionale
Arrigo Brandini
Vice Responsabile Nazionale
Antonio Parmigiani
Antonino Nicolosi
GRUPPI NAZIONALI
PERMANENTI FIMAA
Daniele Mammani
Giovani Imprenditori FIMAA
Responsabile Nazionale
Stefano Persenda
Vice Responsabile Nazionale
CONSULENTI NAZIONALI
FIMAA
Consulenti legali
Paolo Pesando
Consulente tributario fiscale
e del lavoro
Giovanni Pantanella
Sedi Provinciali Fimaa/ASCOM - UNIONI CONFCOMMERCIO PROVINCIALI
VALLE D’AOSTA
AOSTA - Regionale Borgnalle, 10 - Complesso "Le Miroir" - 11100 Aosta
Tel. 0165/40004 - Fax 0165/236728 - [email protected]
Presidente: Signorato Luigi
PIEMONTE
TORINO - Via Casalis, 33 - 10143 Torino
Tel. 011/4733030 - Fax 011/4730808 - [email protected]
Presidente: Berlincioni Alessandro
ALESSANDRIA - Via Modena, 29 - 15100 Alessandria
Tel. 0131/314821 - Fax 0131/314841 - [email protected]
Presidente: Garlando Sergio
ASTI - Corso Felice Cavallotti, 37 - 14100 Asti
Tel. 0141/535711 - Fax 0141/436958 - [email protected]
Presidente: Fenoglio Enrico
BIELLA - Via Tripoli, 1 ang. Via Torino - 13900 Biella
Tel. 015/8352711 - Fax 015/351638 - [email protected]
Presidente: Botto Steglia Carlo
CUNEO - Via A. Avogadro, 32 - 12100 Cuneo
Tel. 0171/437111 - Fax 0171/437221 - [email protected]
Presidente: Baravalle Giuseppe
NOVARA - Via Paletta, 1 - 28100 Novara
Tel. 0321/614411 - Fax 0321/35781 - [email protected]
Presidente: Leo Andrea
VERBANIA - Via Quarto, 2 - 28921 Verbania
Tel. 0323/402576 - 0323/402825 - Fax 0323/402768 - [email protected]
Presidente: Croce Marco
VERCELLI - Galleria Verdi - Via Duchessa Jolanda, 26 - 13100 Vercelli
Tel. 0161/250045 - Fax 0161/259095 - [email protected]
Presidente: Teonesto Franchino
liguria
GENOVA - Via Cesarea, 8/4 - 16121 Genova
Tel. 010/55201 - Fax 010/582207 - [email protected]
Presidente: Bairo Pierluigi
IMPERIA - Via Aprosio, 28 - 18039 Ventimiglia (IM)
Tel. 0184/351114 - Fax 0184/351114 - [email protected]
Presidente: Beatrici Anna Maria
LA SPEZIA - Via del Canaletto, 222 - 19125 La Spezia
Tel. 0187/523452 - Fax 0187/1874939 - [email protected]
Presidente: Parmigiani Antonio
SAVONA - Corso A. Ricci, 14 - 17100 Savona
019/8331338 - [email protected]
Presidente: Persenda Stefano
lombardia
MILANO - Corso Venezia, 39 - 20121 Milano
Tel. 02/76007671 - Fax 02/783008 - [email protected]
Presidente: Maggi Lionella
BERGAMO - Via Borgo Palazzo, 137 - 24100 Bergamo
Tel. 035/4120111 - Fax 035/231082 - [email protected]
Presidente: Patelli Luciano
BRESCIA - Via Bertolotti, 1 ang. Via X Giornate - 25121 Brescia
Tel. 030/292181 - Fax 030/2400500 - [email protected]
Presidente: Bocelli Valerio
COMO - Via Ballarini, 12 - 22100 Como
Tel. 031/2441 - Fax 031/271667 - [email protected]
Presidente: Zanetti Claudio
CREMONA - Via Manzoni,2 - 26100 Cremona
Tel. 0375 201475 - Fax 0375 201630 - [email protected]
Presidente: Feroldi Paolo
LECCO - Piazza Garibaldi, 4 - 23900 Lecco
Tel. 0341/356911 - Fax 0341/284209 - [email protected]
Presidente: Colombo Sergio
LODI - Via Hussmann, 11/I - 26900 Lodi
Tel. 0371/432106 - Fax 0371/432386 - [email protected]
Presidente: De Palo Giuseppe
MANTOVA - Via Valsesia, 46 - 46100 Mantova
Tel. 0376/2311 - Fax 0376/360381 - [email protected]
Presidente: Montanari Ercole
PAVIA - Corso Cavour, 30 - 27100 Pavia
Tel. 0382/37251 - Fax 0382/538048 - [email protected]
Presidente: Bianco Fabio
SONDRIO - Via Del Vecchio Macello, 4/C - 23100 Sondrio
Tel. 0342/533311 - Fax 0342/511042 - [email protected]
Presidente: Cioccarelli Domenico
VARESE - Via Valle Venosta, 4 - 21100 Varese
Tel. 0332/342210 - Fax 0332/335518 - [email protected]
Presidente: Taverna Santino
VENETO
VENEZIA - Viale Ancona, 9 - Mestre - 30172 Venezia
Tel. 041/5310988 - 041/5311170 - 041/5311271 - Fax 041/5310422 - [email protected]
Presidente: Simonetto Alessandro
BELLUNO - Piazza Dei Martiri, 16 - (Pal. Porta Dante) - 32100 Belluno
Tel. 0437/215111 - 0437/215213 - Fax 0437/25736 - [email protected]
Presidente: Michieletto Marilisa
PADOVA - P.zza V. Bardella, 3 - 35131 Padova
Tel. 049/8209711 - Fax 049/8209726 - [email protected]
Presidente: Borselli Sandro
ROVIGO - Viale Del Lavoro, 4 - 45100 Rovigo
Tel. 0425/471174 - Fax 0425/471176 - [email protected]
Presidente: Montagnini Luigi
TREVISO - Via S. Venier, 55 - 31100 Treviso
Tel. 0422/5706 - 0422/570722 - Fax 0422/546695 - [email protected]
Presidente: Posocco Mauro
VERONA - Via Sommacampagna, 63/H - 37137 Verona
Tel. 045/8060811 - Fax 045/8060888 - [email protected]
Presidente: Gentili Francesco
VICENZA - Via Luigi Faccio, 38 - 36100 Vicenza
Tel. 0444/964200 - 0444/964300 - Fax 0444/963400 - [email protected]
Presidente: Magistro Serafino
FRIULI VENEZIA GIULIA
TRIESTE - Via San Nicolò, 7 - 34121 Trieste
Tel. 040/7707366 - Fax 040/7707361 - [email protected]
Presidente: Oliva Andrea
GORIZIA - Via Locchi, 14/1 - 34170 Gorizia
Tel. 0481/532499 - 0481/534972 - 0481/532464 - 0481/533447 - Fax 0481/549110
[email protected]
Presidente: Faragona Fabio
PORDENONE - Piazzale dei Mutilati, 4 - 33170 Pordenone
Tel. 0434/549411 - Fax 0434/541865 - [email protected]
Presidente: Lozzer Maria Grazia
UDINE - Viale Duodo, 5 - 33100 Udine
Tel. 0432/538700 - 0432/530880 - Fax 0432/532122 - [email protected]
Presidente: Savoia Adriano
TRENTINO ALTO ADIGE
TRENTO - Via Solteri, 78 - 38100 Trento
Tel. 0461/880111 - Fax 0461/880540 - [email protected]
Presidente: Rigotti Severino
BOLZANO - Via di Mezzo ai Piani, 5 - 39100 Bolzano
Tel. 0471/310311 - Fax 0471/310400 - [email protected]
Presidente: Ausserhofer Karlheinz
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA - Strada Maggiore, 23 - 40125 Bologna
Tel. 051/6487558 - Fax 051/6487673 - [email protected]
Presidente: Maccaferri Roberto
FERRARA - Via Baruffaldi, 18 - 44100 Ferrara
Tel. 0532/234211 - Fax 0532/241336 - [email protected]
Presidente: Marzola Roberto
FORLì - CESENA - Piazzale Della Vittoria, 19 - 47100 Forlì - Via Giordano Bruno, 118 - 47023 Cesena
Tel. 0543/378011 - 0547/639811 - Fax 0543/456336 - 0547/638322 - [email protected] [email protected]
Presidente: Savarino Emilio
MODENA - Via Begarelli, 31 - 41100 Modena
Tel. 059/584211 - Fax 059/221050 - [email protected]
Presidente: Dallari Francesco
PARMA - Via Abbeveratoia, 63/A - 43100 Parma
Tel. 0521/2986 - Fax 0521/298888 - [email protected]
Presidente: Bassignani Gianni
PIACENZA - Bivio Galleana - (Strada Valnure/Bobbiese) - 29100 Piacenza
Tel. 0523/461811 - Fax 0523/451427 - [email protected]
Presidente: Bollettinari Angela
RAVENNA - Via Di Roma, 102 - 48100 Ravenna
Tel. 0544/515611 - Fax 0544/219370 - [email protected]
Presidente: Cornacchia Giorgio
REGGIO EMILIA - Via Giglioli Valle, 10 - 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522/708511 - Fax 0522/708764 - [email protected]
Presidente: Della Giustina Massimo
RIMINI - Via Italia, 9/11 - 47900 Rimini
Tel. 0541/743545 - 0541/743602 - Fax 0541/742706 - [email protected]
Presidente: Steiner Roberto
TOSCANA
FIRENZE - Corso dei Tintori, 29 - (Palazzo Bargagli) - 50122 Firenze
Tel. 055/203691 - Fax 055/2036901 - [email protected]
Presidente: Brandini Arrigo
AREZZO - Via XXV Aprile, 6/12 - 52100 Arezzo
Tel. 0575/350755 - 0575/350756 - 0575/350757 - 0575/350758 - Fax 0575/353729
[email protected]
Presidente: Torzini Roberto
GROSSETO - Via Della Pace, 154 - 58100 Grosseto
Tel. 0564/470111 - Fax 0564/23853 - [email protected]
Presidente: Paccoi Italo
F.I.M.A.A.
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LIVORNO - Via Grotta delle Fate, 41 - 57128 Livorno
Tel. 0586/217111 - Fax 0586/217244 - [email protected]
Presidente: Canelli Roberto
LUCCA - Via Fillungo, 121 - 55100 Lucca
Tel. 0583/47311 - Fax 0583/48587 - [email protected]
Presidente: Gabriele Alessandro
MASSA CARRARA - Via Massa Avenza, 30 - 54037 Massa
Tel. 0585/799122 - Fax 0585/799151 - [email protected]
Presidente: Cecchinelli Francesco
PISA - Via Carrara, 10 - 56100 Pisa
Tel. 050/26199 - Fax 050/21332 - [email protected]
Presidente: Bernardeschi Pierluigi
PISTOIA - Viale Adua, 128 - 51100 Pistoia
Tel. 0573/99151 - Fax 0573/365710 - [email protected]
Presidente: Benedettini Adriano
PRATO - Via S. Trinità, 27 - 59100 Prato
Tel. 0574/43801 - Fax 0574/438033 - [email protected]
Presidente: Gelsumini Elena
SIENA - Via dei Termini, 32 - Palazzo Tolomei - 53100 Siena
Tel. 0577/248811 - Fax 0577/223188
MARCHE
ANCONA - Piazza della Repubblica, 1 - 60121 Ancona
Tel. 071/22911 - Fax 071/205996 - [email protected]
Presidente: Capriglione Roberto
ASCOLI PICENO - Via Dino Angelini, 62/A - 63100 Ascoli Piceno
Tel. 0736/258400 - 0736/258461 - Fax 0736/254556 - [email protected]
Presidente: Albertini Aba
FERMO - Via Sant’Alessandro, 3 - 63023 Fermo (AP)
Tel. 0734/622333 - Fax 0734/620312
MACERATA - Via Colle di Montalto, 8 - 62100 Macerata
Tel. 0733/231573 - 0733/231574 - 0733/231575 - Fax 0733/230844 - [email protected]
Presidente: Coicchio Maria Laura
PESARO URBINO - Strada delle Marche, 58/60 - 61100 Pesaro
Tel. 0721/6981 - Fax 0721/69559 - [email protected]
Presidente: Baldocchi Simona
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PERUGIA - Via Settevalli, 320 - Casella Postale 19 S. Sisto - 06129 Perugia
Tel. 075/506711 - Fax 075/5067177 - [email protected]
Presidente: Biagiotti Bruno
TERNI - Via Mentana, 50 B/E - 05100 Terni
Tel. 0744/275467 - Fax 0744/220124 - [email protected]
Presidente: Casadei Giampiero
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ROMA - Via Properzio, 5 - 00193 Roma
Tel. 06/68437204 - Fax 06/68437310 - [email protected]
Presidente: Pezzetta Maurizio
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VITERBO - Via Monte S. Valentino, 2 - 01100 Viterbo
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Presidente: Iasci Federico
L’AQUILA - Via S. Chiara D’Acquili, 23 - 67100 L’Aquila
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Presidente: Barone Camillo
TARANTO - Viale Magna Grecia, 119 - 74100 Taranto
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Presidente: De Bartolomeo Giancarlo
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CATANZARO - P.zza G. Garibaldi, 16 - 88100 Catanzaro
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Presidente: VIRGA Angelo
AGRIGENTO - Via Imera, 223/C - 92100 Agrigento
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Presidente: Cantavenera Rosario
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Presidente: Palermo Maria Concetta
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