tutti insieme - Pagina di ingresso

Transcript

tutti insieme - Pagina di ingresso
Ottobre 1992
ANNO II
Numero 5
HHRHNBE
TUTTI INSIEME)
Periadico Parrocchiale a cura de:
"Gli Amici di Padre Elvio Costali"
Santuario del Pelingo — Furio di Acqualagna (Ps)
5
IN QUESTO NUMERO:
EDITORIALE
FESTA DELL'OTTO SETTEMBRE
IL LAVORO TRA I KARIMOJONG OGGI
L'AVVENTURA DEL RITORNO
UN AIUTO PER USCIRE DALLA DROGA
NOTIZIE IN BREVE
35° AVIS
L'ASILO
SCENOGRAFIA ECCELLENTE
NEL '93 AL PELINGO
L'ETÀ' DELL'UNIVERSO
CON LA PROPRIA TESTA? SI
GITE PARROCCHIALI
SANGUINETO ADDIO
LA MARACHELLA DEL NONNO
L'ANGOLO DELLA POESIA
HARAMBE1 SPORT
HARAMBE'CUCINA
Pag.
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"
2
3
4
8
9
11
12
14
16
17
18
19
20
22
23
24
25
31
HarambéS
Ottobre'92
EDITORIALE
ATTENZIONE AL RAZZISMO
Tutti ci siamo resi conto, leggendo i giornali e seguendo i notiziari
televisivi, della grande ondata di razzismo che coinvolge tutta l'Europa.
Nel nostro stesso paese i casi di intolleranza, verso i cosiddetti diversi, sono
sempre più numerosi e sempre più pressante si fa, di conseguenza, l'esigenza
di trovare una soluzione a questo problema. La causa principale sembra
trovarsi nel difficile momento economico che riguarda, chi più chi meno,
tutti i paesi europei. Ciò comporta, ovviamente, un malessere generale, ma
che va a colpire più duramente il mondo giovanile. Sempre più difficile si fa
per loro la vita: difficile è trovarsi un lavoro: sono cresciuti nell'abbondanza
senza grossi problemi da superare. Ora però le cose non vanno bene: il
futuro sembra piuttosto oscuro; principi morali importanti si sono persi, e di
conseguenza l'unico atteggiamento considerato idoneo per far fronte alla
dura realtà è la rabbia. Ecco, perciò, apparire i "naziskin" che con
vigliaccheria cercano di risolvere i loro problemi non costruendo, non
dandosi da fare attivamente per cercare di migliorare le cose, ripristinare i
principi veri, ridare a questi ultimi il giusto valore e, con sacrificio e con
fraternità, ripartire da zero e ricostruire un mondo migliore guardando agli
errori passati per evitarli di nuovo in futuro. No, tutto questo costa sacrificio,
forza fisica e mentale.
E' più facile, più sbrigativa la violenza: quest'ultima porta infetti ad una
soddisfazione immediata senza grandi sforzi. Si attaccano così i neri, con la
scusa che rubano il lavoro ai bianchi; gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i
meridionali, e chi più ne ha più ne metta.
Cosa fa la gente di fronte a tutto questo? Niente, non fa proprio un bel
niente, a parte qualche manifestazione qua e là. Si è di fronte ad una
qualsiasi totale indifferenza, se non addirittura ad un assenso, di fronte a
questi episodi. Stiamo forse diventando tutti pazzi? Tutto ciò è distruttivo e
non costruttivo. Cosa speriamo di costruire in questo modo: non di certo un
buon futuro per chi verrà dopo di noi.
C.S.
DISCOTECA.
?i**-* t*
e LA c>»
-2-
Ottobre'92
llarambé
CITAZIONI A RIGUARDO
Un popolo che mette i propri privilegi al di sopra dei princìpi perde, presto gli uni e gli altri.
DWIGHT D. EISENHOWER
Dobbiamo imparare a vivere tutti come fratelli, altrimenti periremo insieme come tanti
sciocchi.
MARTIN LUTHER KING
La civiltà è un processo che si prefigge lo scopo di far convivere singoli esseri umani, poi le
famiglie, e quindi le razze, i popoli e le. nazioni in una grande unione: l'unione del genere
umano.
SIGMUND FREUD
1! 1
UNA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA IN MODO STRAORDINARIO, UNA RICORRENZA
MOLTO VIVA E SENTITA, MIGLIAIA DI PERSONE CHE CONVENGONO AL SANTUARIO:
QUESTA E1 LA FESTA DEL PELINGO.
Certamente tutti sapranno che l'8 settembre rappresenta per il Pelingo la
ricorrenza più importante dell'anno, in cui si festeggia la nascita di Maria S.ma.
Se per molti altri ragazzi questa data segna solamente l'avvicinarsi dell'inizio della
scuola, per noi del luogo rappresento l'ultima festa estiva di grande importanza.
E non solo per i giovani: infatti, tutte le famiglie si preparano in precedenza, magari
ritrovandosi con amici e parenti di fuori, a rivivere questa tradizione secolare.
Per l'appunto, le persone, che in questo giorno affluiscono da molti centri di tutta la
provincia, spinte dalla devozione alla Madonna, sono sempre molto numerose e la
chiesa è gremita a tutte le ore.
Proprio quest'anno l'afflusso è
stato notevole sebbene la festa
ricorresse di martedì, giorno lavorativo. Le Messe vengono
celebrate dalle prime ore del
mattino (6,30) lino a tarda sera
(l'ultima si conclude alle 10,30
circa). All'uscita di queste, i
fedeli sono attirati a percorrere il
viale di fronte dove, per l'occasione, si trovano allestite varie
pesche di beneficenza e bancarelle di vario genere: dai
giocattoli alle bigiotterie, ai
chioschetti
di
piadine
e
porchette dove ci si ferma
volentieri a bere un bicchiere di
vino, a mangiare un panino
seduti ai tavoli dei giardini: i più
grandi chiacchierando e i
bambini giocando, fino a sera.
Tutti consapevoli di aver
ricevuto Qualcosa.
Annalisa Galli e Romlna Mascloli
Così si presenta il Pelingo in occasione della festa.
-3-
Hararnbé 5 -
-Ottobre '92
IL LAVORO TRA I KARIMOJONG OGGI
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE E1 TORNATO PADRE ELVIO DALL'UGANDA. VI PROPONIAMO
QUESTA LETTERA APERTA CHE LUI CI HA SCRITTO PER TUTTI I LETTORI DI HARAMBE1.
Carissimi amici,
sono tornato dall'Uganda e dalla terra
dei Karimojong piuttosto provato.
Provato dalla malaria e da una situa/.ioue di continua tensione per la
condizione di paura in cui si svolge la
nostra vita quotidiana. L'anno scorso,
di questi tempi, ho preso anch'io una
malaria molto brutta, con febbre molto
alta e vomito continuo per una decina
di giorni, perché la cura ordinaria con i
preparati di chinino non ha dato alcun
risultato positivo: questo tipo di malaria è resistente alla cura ordinaria. E'
proprio chiamata "malaria resistente":
una nuova malaria che preoccupa
molto i medici. Quindi, ho dovuto
prendere una nuova cura che purtroppo ha sgradevoli effetti collaterali:
a me ha causato maggiori disturbi allo
stomaco e seri fastidi alla testa con una
grande debilitazione. Questi disturbi
malarici sono continuati fino a questi
ultimi giorni. Questa malaria resistente
l'hanno presa anche gli altri e abbiamo
avuto due casi molto gravi: la Suora,
incaricata della scuola di cucito, ha
dovuto essere curata con iniezioni di
chinino puro, via endovena, sotto il
controllo del medico per tre volte, ma
la terza volta l'ha messa K.O.: ha perduto il controllo della ragione. E' stata
rimpatriata ai primi di giugno ed ora
ho saputo che, solo in questi giorni, è
potuta rientrare in famiglia per un pò
di vacanze. La cura di chinino puro ha
degli effetti collaterali molto seri:
sordità, abbassamenti della vista; si
può rimanere storditi per una settimana e può essere pericolosa per i
nervi. Infatti un'altra Suora, quella che
si curava soprattutto dei poveri, è
morbi di malaria lo scorso 25 luglio
nonostante la cura di chinino.
In generale, la situazione in
LJganda è migliorala tranne nella
regione Karimojong dove c'è una
continua tensione. Ormai tutti i
karimojong sono armati di fucili
mitragliatori e non solo: possono
rifornirsi di fucili, munizioni, bombe a
mano come vogliono, perché ogni
settimana
vendono
moltissimo
bestiame rubato alle tribù vicine e
comprano armi dai soldati. Quindi il
governo di Rampala non ha la
possibilità di riportare l'ordine e di far
rispettare la legge. E, oltre ai razziatori
di bestiame, si sono formate delle
bande armate con gente proveniente
anche da altre tribù, e con elementi già
esperti in ruberie nei grossi centri non
molto lontani. Queste bande armate
hanno cominciato a tendere imboscate
nelle strade (con tanti morti) per poter
fare soldi facilmente; quindi non si
può più viaggiare di giorno. Sono
anche riusciti a fare con successo dei
colpi di mano in tutt'e quattro le
missioni della nostra zona, che distano
tra loro dai 40 ai 50 Km. Quindi siamo
in balia delle bande armate. Sono
esperti nel tagliare le recinzioni. In
generale, sono gruppi di 5 o 6 persone
che entrano nella missione armati di
mitra. Così è successo alle nostre
Suore e, in seguito, a un infermiera
volontaria: chiamano magari di notte
per un'emergenza poi ti puntano il
fucile allo stomaco (l'infermiera
l'hanno anche malmenata con il calcio
del fucile) e prendono denaro, radio,
-4-
Ottobre'92
Haiartibc 5
macchine fòtograiiche, borse ecc...
Naturalmente ce l'aspettavamo da un
momento all'altro che sarebbero venuti
anche da noi, quindi ci siamo procurati
una sirena di allarme che funziona con
la corrente delle batterie dei pannelli
solari. Fino ai primi di agosto di
quest'anno non hanno osato fare il
colpo a casa nostra, perché generalmente durante i giorni lavorativi
c'erano sempre una ventina di giovanotti, con Peter, che dormivano in
missione, li 16 agosto scorso, domenica, sono stato avvisato segretamente
che quella stessa notte avrebbero
tentalo il colpo a casa nostra e che
dovevamo tenerci pronti.
mi raccomandai con le guardie di non
sparare alle persone ma in aria, che poi
avremmo dato l'allarme. Kro stato
avvisato di tutto perché l'informatore
era al corrente di tutto il piano dei
banditi: avevano seguito tutte le mie
mosse. Avrebbero atteso le 21,30,
quando io sarei andato a spegnere il
generatore di corrente, per sorprendermi e poi mi avrebbero for/.ato a
consegnare tutto quello che avevo:
guai a me se mi fossi rifiutato o avessi
reagito. Quella sera, quando sono
andato a spegnere il generatore, mi
sono fatto accompagnare dalle guardie
che poi m'hanno accompagnato fino in
stanza. Dieci minuti dopo sentii un
Padre Bivio mentre taglia l'erba nel Campo Sportivo
attorniato dai suoi ragazzi più giovani.
Dovevamo prendere degli uomini,
armati di fucili mitragliato ri, per
sventare il colpo. Prendere delle
guardie armate locali è legale, perché o
il governo stesso che insiste per
questo: per pattugliare le strade e
proteggere le istituzioni. Naturalmente
trambusto e, poi, un colpo di fucile:
qualcuno era entrato ma si era incontrato con le guardie che hanno sparato
un colpo in aria, quindi i ladri, che
pensavano di farla franca, fuggirono.
Il 19 agosto scorso vengo di nuovo
avvisato segretamente che quella
1 lariinibé 5
Otlobre '92
a rubare nelle bottegucce del piccolo
centro e a bastonare la gente: ci 111 una
forte rea/ione da parte della popolazione. Intanto il vicario del Vescovo
(che era assente) andò a Namàlu per
cercare di organizzare una grande
riunione con tutta la popolazione: cosa
che tentammo tante volte anche noi
ma senza un vero risultato perche
quelle bande di ladri avevano i loro
protettori: primi i soldati, poi gli ex
militanti del partito di Obote e anche
un deputato protestante, anche lui ex
militante di Obote. Finora erano
riusciti a meltere tutto a tacere; quindi
sotto c'era anche un movente politico e
di fanatismo religioso: i protestanti
volevano avere in mano il potere ed
erano invidiosi per il grande sviluppo
della chiesa cattolica.
Il 1° settembre, il vicario del
Vescovo
con
un
altro
suo
rappresentante andarono di nuovo a
Namàlu e questa volta riuscirono ad
organizzare questa grande riunione
con la partecipazione di tantissima
gente. Naturalmente nessuno di quelli
della banda si fece vedere, ma erano
presenti i loro protettori. Prima di tutto
ci fu un aspro scontro verbale tra le
autorità locali (queste a maggioranza
cattoliche) e i protettori dei ladri. Poi
parlò il vicario del Vescovo: "Padre
Elvio è partito e possono partire
anche gli altri; voi rimanete qui.
L'anno scorso quando c'era l'epidemia
di meningite e poi la grande fame chi
vi ha assistito? Considerate cosa è
stato fatto in tutti questi anni: la casa
delle suore, la scuola di cucito, la
scuola per le ragazze, il dispensario, e
ora la costruzione di quello nuovo; il
centro per gli incontri con due saloni,
due aule e due stanze; l'officina e la
scuola agricola con i volontari, con
oltre 300 persone che lavorano in
queste opere. Volete che si chiuda
tutto? Se volete che la missione resti
banda di ladri era più che mai decisa a
fare il colpo la notte del 21 agosto e
che sarebbero stati armati, non solo di
fucili mitragliatori ma anche di 4
pistole. Quindi i guardiani, questa
volta, dovevano sparare per primi
perche i banditi avevano deciso di
uccidere pur di poter rubare.
Naturalmente non intendevo far
uccidere e nemmeno ferire qualcuno.
Quindi per radio informai della
situazione il Superiore delle Missioni,
che risiede a Campala, perché
mandasse il suo rappresentante, per la
/.ona dei Karimojong, per prendere
serie decisioni. In questi giorni io ebbi
ancora disturbi di malaria ed era una
settimana che non riuscivo a mangiare,
anche a causa del vomito. E, siccome
sarei dovuto rientrare in Italia lo
scorso luglio, fu deciso che non
dovevo più rimandare, ma partire
subito, anche per fare un gesto forte
che scuotesse la popolazione. Era
chiaro che i banditi miravano a me che
ero il responsabile della missione per
cui, secondo loro, avrei dovuto avere
una grande quantità di denaro.
Il rappresentante del Superiore
delle Missioni arrivò quel venerdì 21
agosto, e ci mettemmo d'accordo che
lui sarebbe rimasto lì e che io sarei
partito subito, con la Land Rover del
rettore del Seminario dì Moròto
insieme a tre preti africani. Ma, passando attraverso il centro di Narnàlu, il
capo banda dei ladri, con due dei suoi
aiutanti, mi hanno riconosciuto mentre
passavo con l'auto; e probabilmente fu
questo che li distolse dal fare il colpo
quella notte. In seguito venni anche a
sapere che quel venerdì (giorno di
vendita del bestiame e di compera dei
fucili è anche giorno in cui confluiscono a Namàlu migliaia e migliaia di
persone; giorno in cui corrono molti
soldati e anche molta birra e molta
grappa) quella banda di ladri cominciò
-6-
Ottobre '<">2
Harambé .*>
aperta dovete rispettare e far rispettare il personale della missione." La
genie fu molto dispiaciuta della mia
partenza improvvisa rimpiangendo
l'insegnamento e le esortazioni che
impartivo
erano più di cento. Anche i ritiri e raduni mensili, per i catechisti e gli animatori, si sono svolti regolarmente.
LA; 22 piccole comunità cristiane di
base vanno avanti bene; così anche la
costruzione del nuovo dispensario, di
La casa delle Suore della Missione di Narnàlu.
Vedendo la forte reazione positiva
della gente anche il deputato, protettore dei ladri, fu costretto a parlare a favore della missione e a fare la storia di
tutto il male fatto, alle varie missioni e
sulle strade, dicendo che queste cose
non si potevano più tollerare.
Dopo la mia partenza ci fu un altro
tentativo di rubare nella missione cercando di sorprendere di notte il Padre
anziano, ma la prontezza e la decisione
dell'altro Padre e delle guardie sventò
il colpo. Il Padre che mi sostituisce
scampò, provvidenzialmente, anche ad
un'imboscata sulla strada, con sparatoria. Dopo il mio ritorno ho ricevuto
anche qualche buona notizia: il 5 settembre c'è stata l'adunanza mensile
delle donne cattoliche e le partecipanti
tre stanze in missione, e del quarto
blocco di aule per la scuola delle
ragazze, sono a buon punto.
Questa breve...relazione non è che
un riassunto di tutto quello che avrei
potuto raccontarvi, che potrebbe suscitare molte domande di chiarimento.
Scusatemi soprattutto se ho parlato
solo di me stesso, lasciando le ultime
righe per un semplice grazie per il
grande lavoro che avete fatto (con tutti
i benefattori) in tutti questi anni a
favore della mia missione. Che il
Signore vi benedica tutti, con lutti i
vostri cari, e che il lavoro a favore dei
più poveri e bisognosi vi riempia
sempre di una grande gioia. Grazie.
Padre Elvlo
Hararnbé 5-
-Otiobro '92
PADRE ELVIO CI RACCONTA IL ROCAMBOLESCO
AFFRONTARE PER RIENTRARE IN ITALIA.
VIAGGIO
CHE
HA
DOVUTO
Alle 16,00 ci annunciano: mentre si
sta trattando vi offriamo il pranzo.
Le trattative durano fin verso le 19,00
arrivando ad un compromesso:
avrebbero fatto salire a bordo tutti
quelli che avrebbero trovato posto,
anche in prima classe, e assicurarono
gli altri che sarebbero ripassati a
prenderli, pagando tutte le spese.
Quindi annunciarono: "Brutte notizie
per quelli che vanno a Roma; perché
l'aereo deve prima andare a
Francoforte". E dire che per le 19,00
saremmo dovuti essere già a Roma.
Siamo arrivati a Francoforte a
mezzanotte: potevamo atterrare. Se
fossimo arrivati più tardi non ci
avrebbero fatto atterrare. Si doveva
ripartire per l'una di notte, ma anche
adesso c'era un problema: molta gente
doveva salire, ma noi di Roma non
eravamo scesi. Per cui hanno riempito
ben bene l'aereo, e alle 3,00 del
mattino siamo arrivati a Roma sani e
salvi... grazie a Dio.
L'AVVENTURA
DEL RITORNO
Ilo dovuto aspettare una settimana
a Rampala per trovare un posto
sull'aereo della Compagnia Aerea
Etiopica. Siamo partiti da Kampala
alle 9,30 di mercoledì 2 settembre;
circa due ore dopo eravamo ad Addis
Abeba dove cambiamo aereo. Siamo
ripartiti alle 13,00. Alle 14,00 siamo
scesi ad Asmara. Sono le 15,00, le
16,00; e l'aereo non riparte. Poi ci
viene comunicato che, per ragioni che
non possono essere rese pubbliche,
l'aereo era stato sequestrato dal
governo eritreo. Cos'era successo?
La compagnia aerea aveva fatto più
biglietti dei posti disponibili, quindi
non c'era posto per tutti gli eritrei che
avrebbero dovuto salire. Allora il
governo eritreo ordinò: se non
partiranno gli eritrei non partirete
neppure voi.
Padre Elvio
D nuovo trattore OM
della missione di Nainàlu
che Padre Elvio, nel '89,
ha acquistato a un prezzo
vantaggioso presso la
concessionaria FIAT
di Modena.
-8-
-Harainbé 5
Ottobre'92-
ATTUALITÀ
L'IMMANE PROBLEMA DELLA DROGA, ANCORA LONTANO DALL'ESSERE RISOLTO,
GIORNO PER GIORNO RISALTA DALLE CRONACHE IN TUTTA LA SUA DRAMMATICITÀ1.
VI PROPONIAMO IL PUNTO DI VISTA DI DUE ESPERTI.
UN AIUTO PER USCIRE DALLA DROGA
Presso la Presidenza del Consiglio,
Dipartimento Affari Sociali, è stato
istituito nell'ambito della seconda
campagna informativa contro le
tossicodipendenze,
il
servizio
Drogatel, uno sportello informativo ed
operativo a disposizione di quanti si
trovano a vivere direttamente o
indirettamente il problema della droga.
Il servizio Drogatel viene svolto con
orario 9 - 13,30 dal lunedì al sabato ed
i suoi numeri sono 06/ 4811229;
48] 1230. L'indirizzo è il seguente:
Dipartimento Affari Sociali, Servizio
Drogatel, Via Barberini, 47 - 00187
Roma.
La campagna informativa contro le
tossicodipendenze,
pensata
per
avvicinare lo Stato ai bisogni della
società, vuole essere un momento di
reale coordinamento e collegamento
tra le esigenze dei cittadini e le
variegate "opportunità" che istituzioni
pubbliche e private (comuni, regioni o
altri) mettono a disposizione in termini
di disintossicazione (U.S.L.), recupero
(comunità) e reinserimento (borse di
lavoro, contratti a termine, gruppi di
ricerca e informazione, ecc...). Molteplici e di diversa natura sono stati gli
interventi: si è cercato in primo luogo
di spiegare ai ragazzi in difficoltà e ai
loro familiari, persi nei labirinti dei
vari SAT, NOT, CAD, SERT, USL,
ecc..., il significato di tutte queste sigle
e come utilizzarle. Grazie ad un
aggiornato e completo indirizzario e
all'istituzione di rapporti non burocra-
ticizzati con i responsabili dei vari
servizi per tossicodipendenti, si sono
indirizzate molte persone che ne
hanno fatto richiesta, verso comunità
terapeutiche in grado di soddisfare le
loro esigenze, magari vicino a casa o
al lavoro, si è spiegato come accedervi, intervenendo direttamente in
casi particolarmente complicati.
Sulla scorta di questa esperienza ci
siamo ulteriormente convinti che
uscire dalla droga è possibile solo se
esiste o si ricostruisce un "tessuto
sano": ciò a due livelli, sia familiare
sia, più in generale, sociale. La droga
può attecchire, non v'è dubbio, anche
in ambienti familiari sani, ma mentre il
recupero in situazioni di disagio
familiare il recupero del ragazzo
tossicodipendente risulta alquanto
problematico, nelle situazioni sane è
assai più probabile e comunque più
semplice. Due sono le conclusioni che
dobbiamo trarre da questo fatto:
1 - il recupero del ragazzo
tossicodipendente
deve
passare
attraverso la famiglia, e ciò viene
sostenuto da molti operatori del settore
(uno fra tutti Don Mario Picchi), anche
alla luce del recente documento
pontifico Famiglia e tossicodipendenza.
In
quest'ottica
diviene
prioritario sostenere le famiglie che
vengono a trovarsi nella drammatica
situazione della tossicodipendenza di
un loro componente (ciò giustifica
anche il servizio stesso del Drogatel);
2 - più in generale, è necessario
-9-
Haranibé5-
Ottobre'92
pensare alla lotta alla droga come
risanamento del tessuto sociale: ciò
può essere fatto in vari modi e deve
essere
fatto
a
vari
livelli;
dall'informazione, alla prevenzione,
all'educazione. Un modo a nostro
avviso di grande importanza, forse un
strada ineludibile nella lotta alla droga
è la riconquista del territorio,
soprattutto nelle aree urbane.
E' sotto gli occhi di tutti come in
alcune città interi quartieri siano completamente abbandonati a se stessi,
privi di servizi e punti di incontro.
Una adeguata lotta alla droga deve
passare attraverso un vero e proprio
risanamento ambientale. Ciò richiede
però una diversa attenzione della
società verso il mondo della droga.
Qui non interessa esaminare le cause
criminali che stanno sotto il fenomeno
droga, gli interessi economici mondiali
che vi gravitano attorno: si vuole solo
richiamare l'attenzione sulle responsabilità che la società civile ha in questa
situazione e sulle possibilità che essa
ha di risolvere, se non del tutto certo in
gran parte, questo problema.
E' necessario, è sempre più
necessario fare opera di conversione
nella nostra vita sociale e porre con
forza al centro della nostra società il
principio di responsabilità, così come è
necessario da parte degli adulti
riprendere sulle proprie spalle il
dovere dell'educazione, che passa
attraverso la parola, la testimonianza e
la presenza. Il risanamento ambientale
passa attraverso questi momenti e,
laddove né parola né esempio possono
giungere, si deve ripristinare una vigile
presenza, che sarà al tempo stesso
prevenzione e recupero.
Ciò comporta una riflessione sul
mondo degli adolescenti e sul loro
rapporto con gli adulti.
Approfondendo
l'indagine del
Censis che in uno dei suoi ultimi
rapporti
parlava
di
"giovani
orizzontali", possiamo dire che è
accaduto negli ultimi anni, negli ultimi
quindici anni circa, che il mondo degli
adulti e quello degli adolescenti e dei
giovani si siano progressivamente
allontanati. Dal periodo dello scontro
(la contestazione giovanile), che aveva
caratterizzato gli ultimi anni sessanta e
parte degli anni settanta, siamo passati
ad un periodo di reciproca indifferenza: i giovani si sono sempre più
spesso date proprie organizzazioni, a
livello individuale e di grappo e gli
adulti si sono come ritirati.
Tutto ciò è avvenuto, è appena il
caso di ricordarlo, in un clima generale
di caduta di ideologie e, quindi, di
convinzioni forti e di ideali. Quelle
ideologie avevano un carattere spesso
totalizzante e intollerante, quegli ideali
erano troppo spesso mere utopie. C'era
però una passione per la verità che
rendeva desti gli animi e teneva alta
una tensione morale anche se troppo
spesso finiva con l'accecare le menti.
A tutto ciò è subentrata stanchezza,
insofferenza per tutto ciò che non sia
immediatamente a portata di mano.
All'amore per la verità (verità per altro
già schiacciata sulla prassi) si è
sostituita l'idolatria dell'efficienza, al
mito della rivoluzione il mito della
forza, alla garanzia ideologica uno
sfrenato relativismo, all'utopia il
successo. Come spesso accade ad un
male ne è subentrato un altro: la follia
della ragione ha ceduto il posto al
disordine dei sensi e al freddo
calcolare dell'intelletto.
Adulti e adolescenti in mondi che si
vanno pian piano allontanando hanno
vissuto, ciascuno per proprio conto,
queste trasformazioni. Soprattutto, un
relativismo mai messo in discussione,
che sul piano dell'azione diventa
indifferenza, ha impedito agli adulti di
-10-
-Haraiobé 5
Ottobre '92-
svolgere un'azione educativa e ai
giovani di sentirne l'esigenza.
Cessata la comunicazione educativa, è
restata solo una trasmissione di
informazioni e di abilità.
11 microcosmo droga riproduce
questa situazione, anzi appare come
una delle sue conseguenze più drammatiche: esso rappresenta il momento
massimo di non comunicazione tra i
due mondi. Da una parte gli adolescenti, i giovani soli con i loro
problemi, dall'altra gli adulti con le
loro paure, essi stessi senza punti di
riferimento. Ebbene, proprio la
presenza degli adulti nel mondo
giovanile deve essere ripristinata:
associazioni del volontariato, partiti
politici, ordini e istituti religiosi,
parrocchie o altri centri di incontro
dovrebbero essere interpellati in
proposito e spinti ad impegnarsi in
questa lotta per il "risanamento
ambientale".
Marla Paglia
Franco A. Meschini
NOTIZIE IN BREVE
PELINGO - LAVORI AL CAMPANILE
Sono da poco iniziati i lavori di ristrutturazione del campanile che prevedono la
ripulitura delle mura esterne, che saranno lasciate al naturale (mattoni a vista), e il
rivestimento della cuspide (il cappello del campanile) in fogli di rame.
I lavori dovrebbero protrarsi per circa un mese.
FURLO - RIPRISTINO ARGINI DEL FIUME
II Servizio Opere Pubbliche della regione Marche (ex Genio Civile) ha approvato
il progetto, del Comune di Acqualagna su sollecitazione della Pro Loco "Passo del
Furio", di ripristino e rafforzamento degli argini del fiume Candigliano dopo le
consistenti erosioni delle ultime piene. Il progetto, oltre all'abbassamento del letto
del fiume, prevede anche due muraglioni a difesa delle zone più a rischio: le
strutture de "La Ginestra" e il parco pubblico "La Golena".
Non si sa quando avranno inizio i lavori
COMMEMORAZIONI DELLE APPARIZIONI DI FATIMA
Al Pelingo, il giorno 13 di ogni mese, da maggio a ottobre, vengono ricordate le
Apparizioni di Fatima: si recita una corona del Rosario, poi viene celebrata la
S.Messa. Tutte le parrocchie vicine partecipano e così, ad ogni appuntamento, c'è
sempre una partecipazione notevole.
A chiusura di questo ciclo, il 13 ottobre scorso, ha celebrato la funzione un
sacerdote novello: Don Davide Tonti, consacrato il 5 settembre '92 a Fermignano.
Abbadonata la professione di insegnante alle scuole Superiori, egli sta ultimando gli
studi teologici al seminario Pio di Roma.
-11 -
Harat)ibó5
Ottobre'92
AVVENIMENTI
DOMENICA 20 SETTEMBRE 1992 LA SEZIONE AVIS DI ACQUALAGNA HA CELEBRATO IL
35' ANNIVERSARIO DELLA SUA FONDAZIONE.
GIORNATA STORICA - LA DONAZIONE DI SANGUE: UN DOVERE MORALE.
La giornata celebrativa dell'anniversario di fondazione della locale
se/ione AVIS (Associazione Volontari
Italiani del Sangue) ha vissuto nella
mattinata la parte più intensa e
significativa. (Ore 8,30) Si è iniziato
con l'accoglienza dei rappresentanti di
altre sezioni AVIS della provincia, da
parte di quelli locali, invitate per
l'occasione: si sono radunale più di 20
sezioni, ognuna con il proprio
stendardo.
(Ore 10,15) Accompagnato dalla
banda musicale di Acqualagna, il nutrito gruppo di donatori si è portato
presso il cippo di marmo (vicino il
bivio della ex statale Flaminia) posto
in occasione del 30° anniversario di
fondazione, dove il presidente, Franco
Conti, ha deposto una corona d'alloro
alla memoria dei donatori defunti.
(Ore 10,30) Nel teatro comunale
Antonio Conti si è tenuto l'incontro
generale, coordinato dal prof. Oberdan
Stroppa, vicepresidente
locale
AVIS e assessore
alla Cultura del
Comune di Acqualagna, in cui sono
intervenuti: il presidente locale, con
il discorso di benvenuto; il sindaco
di
Acqualagna,
con il discorso di
accoglienza e di
ringraziamento per
tutti gli operatori
AVIS; il vicepresidente provinciale, che ha raccontato un
breve
spaccato dell'apparato amministra11 momento della deposizione della Corona d'Alloro.
tivo delle donazio(Ore 9,15) Si è partecipato alla Santa
ni a livello provinciale; il dott.
Messa celebrata da Don Irmo
Bechelli, primario del Centro Trasfu(anch'egli donatore) con mano accalosionale di Pesare (centro di raccolta
rata. Nell'omelia ha messo in risalto il
provinciale). Molto interessante la sua
grande valore, umano e spirituale,
relazione che ha illustrato i vari aspetti
della donazione di sangue.
-12-
Ottobre'92
Harambé 5
e le problematiche delle trasfusioni,
soffermandosi in particolare sul
problema dell'aids che principalmente
vede coinvolto l'apparato delle
trasfusioni. A riguardo, la nostra
provincia è da considerarsi zona sana:
dall'anno '85, in cui si è scoperto il
virus, ad oggi in tutta la provincia, tra
le circa 80.000 donazioni prelevate in
questi 7 anni, non è mai stata
riscontrata una donazione infetta da
virus di aids. Comunque - come ha
spiegato il dottor Bechelli - la garanzia
assoluta non c'è, a causa del periodo
"finestra", il tempo di circa 4/5
settimane in cui, se si è contratto il
virus, non si è ancora in grado di
rilevarlo. Oggigiorno il rischio di
contrarre il virus tramite trasfusione è
di una probabilità su 300/350 mila.
Nota dolente, toccata in ogni
intervento, è il calo generale di
donatori in tutto il territorio nazionale:
non avviene il naturale ricambio: le
nuove generazioni non donano
sangue. Nessuno ha indicato dei
motivi precisi, ma delle supposizioni si
possono fare: forse è una conseguenza
dell'eccessivo benessere, per cui si
diventa egoisti e di riflesso si evita il
problema della sofferenza altrui; forse
è stata colpa anche degli adulti, che
non si sono adoperati fermamente a
sensibilizzare in questo senso i propri
figli; forse sarà anche, oggi più che
mai, per la generale mancanza di fiducia verso il mondo pubblico-amministrativo cui è strettamente connesso
anche quello della sanità. Quali siano
le ragioni, rimane un grande problema:
il sangue donato in tutto il territorio
nazionale è insufficiente per il nostro
fabbisogno, per cui siamo costretti ad
importarlo dall'estero, a volte anche in
zone a rischio dove è maggiore la percentuale di malati di aids. Per quanto
riguarda il sangue artificiale siamo
ancora nella fantascienza.
(Ore 11,00) Sono stati premiati i
donatori locali che hanno raggiunto le
varie quote di donazioni per cui, per
regolamento, vengono assegnati tali
riconoscimenti:
8 donazioni - diploma di benemerenza
16
"
- medaglia di bronzo
25
"
- medaglia d'argento
50
"
- medaglia d'oro
75
"
- distintivo d'oro con fronde
100
"
- croce d'oro
Nell'occasione è stato assegnato il
massimo riconoscimento, la croce
d'oro, al Sig. Giuliano Rosati cui è
stato riservato l'onore del bacio
"accademico" dalla massima autorità
cittadina. Uno speciale riconoscimento
al merito è stato donato al presidente
Conti per le sue eccezionali 152
donazioni: sicuramente si tratta di un
primato, ineguagliabile.
Infine sono state assegnate delle
targhe ricordo ad ogni delegazione
ospite presente. (Ore 12,30) Si è
ufficialmente
conclusa
questa
semplice ed importante giornata
all'insegna dell'allegria nelle sale del
ristorante "Birra al Pozzo" dove si è
consumato il pranzo. Per chi è sano
donare sangue è un dovere morale; è
un grande gesto di fraternità: questo il
messaggio essenziale emerso da
questa giornata
importante, da
ricordare nella storia locale. Ora spetta
ad ognuno di noi; spetta a te stesso.
(un donatore del Furio)
...E IN CASA NOSTRA?
Cogliamo l'occasione dell'avvenimento per ricordare, ancora una volta,
che i donatori Avis in tutta la nostra
parrocchia sono addirittura diminuiti:
sono rimasti QUATTRO.
Non è un pò triste?
-13-
HarambéS
Ottobre'92
L'ASILO
UN VANTO DELLA NOSTRA PARROCCHIA E1 L'ASILO DOVE CIASCUNO DI NOI, DA PIÙ DI
UN TRENTENNIO A QUESTA PARTE. HA RICEVUTO I PRIMI INSEGNAMENTI DELLA
PROPRIA INFANZIA. - UNO SGUARDO SU QUESTO IMPORTANTE SERVIZIO.
L'asilo del Pelingo nasce come vera
e propria istituzione educativa nel
1956, quando il parroco Don Renato
richiede, per poterlo avviare, la
collaborazione di tre suore. Prima di
questo momento, un piccolo locale,
situato nell'odierna residenza di
Ermanno Marclietti presso il Furio ,
era stato adibito dal CIP (Centro
Italiano Femminile) allo scopo di
ospitare giornalmente i bambini ivi
residenti, seguiti da alcune maestre. Il
numero dei "piccoli ospiti" era molto
ridotto, non era più conveniente, così
venne aperto l'asilo del Pelingo.
Inizialmente i partecipanti erano dai
35 ai 40, poi ci rii una grande
diminuzione, soprattutto agli inizi
degli anni '70. Oggi i bambini sono 39,
di cui nove provenienti da Cà RioDrogo, poiché la loro scuola materna è
stata
chiusa
per
il
numero
insufficiente.
L'istituzione è parrocchiale ed è
presieduta da Don Renato. Per i
genitori l'attuale spesa è di L. 80.000
mensili. Rispetto all'anno scorso c'è
stato un piccolo aumento, per
uguagliare il costo dell'asilo di Pelingo
a quello privato di Acqualagna.
L'asilo accoglie bambini dai tre
anni in su e li prepara ad accedere alla
scuola elementare. Quando i bambini
sono numerosi, come quest'anno,
vengono divisi in due sezioni secondo
l'età, e l'insegnamento è seguito da una
maestra. Questo si svolge secondo
programmi determinati; generalmente
due:
1. programma della direzione
didattica;
2. programma comunitario in
collaborazione con Pesaro, Piobbico e
Acqualagna.
Qualunque sia il programma
seguito, la scuola materna cerca di
aiutare il bambino nell'acquisizione di
concetti logici ed approfondire le sue
conoscenze in campo didattico e
pedagogico. L'esperienza ha fatto di
questa scuola un "rifugio" ridato e
sicuro per diversi anni e continua
imperterrita nella sua "missione".
I primi bambini ospitati al
Pelingo sono ora i genitori di quelli
odierni e... chissà se questi avranno la
possibilità di mandarci anche i loro
figli!!
Antonella M. e Rita R.
LE SUORE DEL PELINGO
Ordine: Le Piccole Ancelle del Sacro Cuore
proveniente da
al Pelingo dal
1956
Force(AP)
Suor Lorenza (supcriora)
1983
Città di Castello (PG)
Suor Anselma
1989
San Martino in Strada (MI)
Suor Natàlia
Contarina (RO)
1992
Suor Noemi
Si sono recentemente trasferite: Suor Faustina che era al Pelingo dal 1960 e Suor Eugenia dal 1984.
Suor Faustina si trova nella casa di riposo, per le suore dell'ordine, in Arazzo; Suor Eugenia presta il
suo servizio presso la Curia Vescovile di Città di Castello.
-14-
Ottobre'92-
-Harambé 5
f* Ci '
o^;.*"" SL-àìL*
' ~"'* '
' ' ~ '• •
'
'
* " - ' " '-
•-' '
Suor Natàlia con i bambini dell'asilo di due armi fa.
DIAMO IL NOSTRO SALUTO ALLE NOSTRE DUE AMICHE CHE SI SONO TRASFERITE.
Carissima SUOR EUGENIA,
tutti sicuramente ricorderemo la tua
"infinita" dolcezza e semplicità; da
parte nostra, in più, c'è il riconoscimento del grandissimo contributo che
ci hai dato per organizzare le Pesche di
ferragosto a favore delle missioni.
Senza di te non avremo mai raggiunto
i risultati conseguiti. Tutti noi ricordiamo quanto impegno e fatica ti è
costata la raccolta dei premi presso le
varie ditte, recandoti tante volte fino a
Deruta a raccogliere le ceramiche.
Dobbiamo ammetterlo, senza di te
tutto sarà più difficile. Ti ringraziamo
infinitamente per tutto quello che hai
fatto e, soprattutto, per il tuo grande
esempio di fede che ci ha sostenuto in
questi anni. Rimarrai per sempre nei
nostro cuore.
Carissima SUOR FAUSTTNA,
alla notizia della sua partenza i
parrocchiani del Pelingo si sono
rattristali in quanto lutti hanno
conosciuto la tua simpatia, la tua
bontà. Il tuo modo di essere era così
gioviale che contagiava chi ti era
vicino: ci hai offerto un tuo esempio di
fede gioiosa che non dimenticheremo.
Ci mancherai.
Anche la tua squisita cucina ci
mancherà, in particolare a tutti quelli
che hanno frequentato l'asilo - di cui
eri cuoca - mancheranno i tuoi famosi
"gobbetti".
Ci mancherai.
Ma, anche se non sarai presente
tìsicamente, sappiamo con certezza
che il tuo cuore sarà sempre e
comunque qui con noi al Pelingo.
Per tutti, un saluto da Claudia
Per tutti, un saluto da Alvarc
-15-
HarambéS—
Ottobre'92
ACQUALAGNA - FESTA DELLA MADONNA DEL GIRO.
SABATO 8 AGOSTO '92, L'IMMAGINE DELLA MADONNA DEL GIRO, PROVENIENTE DAL
PETRICCIO. E' STATA ACCOLTA IN UNO SCENARIO SUGGESTIVO.
ABBIAMO INCONTRATO L'IDEATORE.
"Fu
deciso
di
accogliere
l'Immagine
nel campo
sportivo
adiacente la chiesa, così si è cercato
di adattare l'idea in base alla
disposizione del luogo che si prestava
favorevolmente". Inizia così la nostra
chiacchierata con il Sig. Marco
Marchetti di Acqualagna, insegnante
di Educazione Artistica nelle scuole
medie, che è stato l'ideatore e il
direttore dei lavori dello scenario
allestito per la festa della Madonna del
Giro,
tanto
apprezzato
dalla
moltitudine di persone intervenute in
quest'occasione speciale.
Marco ha preso molto a cuore la
cosa: quasi una sfida personale per
realizzare quell'idea che aveva in
mente, in cui doveva esserci un
enorme drappo bianco, suggerito da
una delle tante scenografie di un
viaggio del Papa. Marco aggiunge:
"Inizialmente l'idea, accettata dal
comitato organizzatore (di cui
anch'egli fa parte), era più semplice: si
era pensato di fare un baldacchino
come quelli tipici delle processioni del
Corpus Domini. Poi a qualcuno
pareva troppo semplice". Così lui ha
pensato di fare qualcosa di più
La scenografia
allestita per la festa.
Momento
della celebrazione
di sabato 8 agosto.
-16-
Ottobre'92
Harambé 5
un'automobile mentre per quelli brevi
a spalla d'uomo.
Questo
carro particolare ha
un'intelaiatura in ferro; quattro ruote
da ciclomotore, le due anteriori
snodate; entrambi gli assi sono dotati
di bilanciere, per mantenere in piano il
pianale di appoggio; quattro stanghe di
legno per il traino manuale, risultato
leggerissimo; il tutto interamente
ricoperto con stoffa rossa e tovagliette
bianche. Mesi di lavoro per due giorni
di festa; e un pò di tristezza nello
smontare il tutto. Ma, dentro di lui,
rimarrà per sempre quella gioia
impagabile,
quella soddisfazione
personale per aver realizzato una
propria idea come dono gratuito alla
comunità, così gradito.
importante. Ha fatto il disegno di un
baldacchino, in legno, ispirato a quello
del Bernini in San Pietro. Sempre sotto
la sua direzione, i signori Lamberto
Lesina e Mario Ronconi hanno
realizzato il lavoro: le quattro colonne
in legno e la parte alta in truciolato.
Qualche curiosità sul grande drappo:
era alto 14 m; ci sono voluti 84 m di
stoffa x 1.50 di larghezza; tutti questi
teli erano agganciati ad una carrucola
per poterli innalzare e togliere più
facilmente.
Mentre l'impianto d'illuminazione è
stato affidato alla ditta incaricata
dell'intero addobbo di luci di tutto il
paese. Marco è stato anche il
realizzatore del carro predisposto al
trasporto dell'Immagine. E' stata una
novità. Di solito, per i lunghi trasporti
l'Immagine viene fissata su di
d.f.
IL PROSSIMO ANNO L'AVVENIMENTO INTERESSERÀ LA NOSTRA PARROCCHIA
NEL '93 AL PELINGO
CONCLUSA LA PRIMA FASE DI PREPARAZIONE ALLA FESTA. HA INIZIO LA SECONDA. IL COMITATO FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE.
Fino ad oggi l'opera del comitato
organizzatore
è stata quella di
raccogliere fondi; con le offerte
raccolte presso le famiglie e con il
ricavato di varie iniziative. Ora ci si
deve organizzare per la preparazione
della festa vera e propria.
A proposito rivolgiamo un appello
a tutti i parrocchiani, che invitiamo a
proporci idee ed anche a darci una
mano per le varie cose da preparare. I
lavori più impegnativi saranno: gli
addobbi delle luci, che ne serviranno
molti
per
l'ampiezza
dell'area
circostante la chiesa e per i vari
accessi, specie il lungo viale da
Casenuove; gli addobbi floreali che,
per le stesse ragioni, occorrerà
prepararne molti: si è deciso di
confezionare fiori di carta; e poi gli
archi: da decidere ancora il numero e
le varie collocazioni. Quindi, di lavoro
c'è n'è ed è indispensabile la
collaborazione di tutti.
Prossimamente si terrà una riunione
aperta a tutti in cui saranno presentati
programmi più precisi.
Si coglie l'occasione per ringraziare
tutte le famiglie che hanno contribuito
all'ultima raccolta di offerte avvenuta
nel mese di maggio.
(Il comitato organizzatore)
-17-
Haramb(S5
Ottobre '92
SCIENZA/FLASH
UN NOSTRO AMICO. APPASSIONATO DI ASTRONOMIA,
AFFASCINANTE CHE HA SEMPRE INCURIOSITO L'UOMO:
CI
PARLA DI UN TEMA
L'ETÀ1 DELL'UNIVERSO
Secondo il racconto biblico l'intero
Universo, la Terra, il Sole, i pianeti e le
stelle furono creati 6000 anni addietro,
lutto ciò ai tempi odierni ci appare,
ovviamente, sbagliato. Il grande progresso scientifico ha rilevato in
maniera esauriente l'età dell'Universo
proporzionalmente legata alla sua
dimensione. Per capire questo dobbiamo rifarci agli inizi del nostro
secolo quando l'astronomo americano
E.P. Hubble, che usava il più grande
telescopio di allora, tramite l'osservazione di alcune nebulose a spirale,
dimostrò che queste non erano altro
che delle galassie, al di fuori della
nostra Galassia e grandi come la
nostra. Certamente fu una grande scoperta che dimostrò quanto l'Universo
fosse immensamente più grande di
quanto si credesse. Hubble proseguì le
sue ricerche fino ad annunciare nel
1929 che le galassie intorno a noi si
allontanano tra loro ad una velocità
proporzionale alla distanza che le
divide. Ciò dimostrò che l'Universo è
in espansione, ed inoltre venne logica
la seguente considerazione: da qualsiasi parte ipotetica dell'Universo
osservassimo il fenomeno vedremmo
sempre le galassie allontanarsi dal
nostro punto di osservazione. Un Universo in espansione offre subito il
modo di determinane l'età. Supponendo di guardare indietro nel tempo
sarebbe come guardare un film a
ritroso: l'Universo si espande e si
allarga quando andiamo avanti nel
tempo, si contrae e diminuisce via via
che andiamo indietro.
L'espansione potrebbe continuare
all'infinito, ma la contrazione ridurrà il
volume ad un ipotetico zero, cioè il
momento in cui si creò l'Universo.
Calcolando approssimativamente la
velocità di allontanamento di una
galassia per mezzo dello spettroscopio,
applicando la legge di Hubble secondo
cui la velocità è proporzionale alla
distanza secondo la formula v = H d,
possiamo calcolare il tempo e lo
spazio che ci divide dall'astro
osservato.
Se questo tipo di
rilevamento viene eseguito sul corpo
celeste più lontano conosciuto al
momento, cioè quello più vecchio per
età, tenendo conto che rispetto al
centro di esplosione iniziale (Big
Bang) abbiamo una certa attrazione di
gravita che rallenta l'accelerazione
della velocità di allontanamento, si
potrà appurare che l'età dell'Universo,
fino ad oggi conosciuto, è di circa
15.000.000.000 di anni. Non si può
escludere che, frugando con strumentazioni sempre più sofisticate negli
spazi infiniti, si possa, in prossimo
futuro, calcolare età superiori a quelle
constatate finora. Pensando che il
nostro giovane pianeta Terra ha
appena 4,5 miliardi di anni, che i primi
umanoidi apparsi sulla Terra risalgono
a 3,5 milioni di anni e che l'età media
di vita di un uomo è di soli 70 anni, ci
si può rendere conto quanto ridicola
sia la nostra presunzione di "essere"
padrone e dominatore incontrastato di
un mondo che certamente non ci appartiene: microscopica goccia d'acqua
in un oceano tanto immenso.
Leonardo Grilli
-18-
Ottobre'92
—-
Harambé 5
PENSIERO DEI VENTANNI DA UN TEMA ALL'ALTRO, LE FERVENTI OPINIONI DEI GIOVANI DI OGGI
Vorrei parlare, questa volta, di un
grave problema che attanaglia la
nostra società e che molti non
considerano neanche grave: vorrei
parlare del rifiuto della gente a
pensare. Secondo il mio parere oggi la
gente è talmente superficiale che non
riesce neanche a vedere a un palmo
dal proprio naso. Il problema, come
contrariamente qualcuno sostiene, c'è
ed è , secondo me, anche grave. La
colpa è, in predominanza, dei mezzi di
comunicazione di massa, i famigerati
mass media ed in particolare della
televisione. La televisione è un mezzo
di comunicazione molto utile perché
ha il pregio di riferire a milioni di
persone, nello stesso momento, le
stesse notizie, ma ha anche un grande
difetto: toglie alle persone la voglia di
pensare, la voglia di leggere. "Perché
devo
leggere
un
noiosissimo
quotidiano quando stasera in TV,
Emilio Fede o Lilli Gruber, o altri
ancora mi racconteranno tutto quello
che è successo?" In modo cortese e
stilisticamente perfetto ma sempre
come vogliono raccontarlo loro; e
l'informazione ne esce falsata da
emozioni che non ci appartengono.
Leggendo invece un "noiosissimo"
quotidiano si avrebbe l'opportunità di
ascoltare, veramente e direttamente dal
nostro cervello, quello che proviamo;
e potremo con tutta calma riflettere e
trarre considerazioni importanti anche
per decisioni future. E noi invece no;
preferiamo farci raccontare da altri
quello che dovremo capire da soli; ci
facciamo dire se dovremmo
commuoverci per un omicidio o se
essere indignati per una manovra
fiscale. Questo è il colmo. La gente si
vanta di essere libera ma questa è una
menzogna: che gente libera sarebbe
mai quella che si fa indicare chi ha
ragione chi no in una disputa se prima
non ha ascoltato e riflettuto sui motivi
per cui essa è nata?! Io credo che la
poca voglia di pensare della gente sia
anche uno dei motivi per cui l'Italia sta
andando a rotoli. Il popolo se ne frega
di quello che combinano i politici e si
arrabbia quando gli toccano il
portafoglio: non che l'arrabbiarsi sia
sbagliato, ma è un pò come chiudere la
stalla quando i buoi sono già scappati.
Se la gente si fosse interessata un
pò di più a quello che stavano facendo
i nostri politici, invece di lasciarli fare
il proprio comodo, ora non saremmo a
questo punto. E' a questo che ci ha
portato la pigrizia mentale: il farci
raccontare quello che succede dagli
altri, prendendo tutto quello che
dicono per oro colato, senza pensarci
un pò su. Comunque non è ancora
tardi per un risveglio. La gente deve
decidersi a pensare con la propria testa
non con quella degli altri come ha
fatto fino ad ora, e forse qualcosa potrà
ancora
cambiare,
in
meglio
naturalmente. Un utopia? Forse!
Ma non è possibile continuare in
questo modo: bisogna prendere
coscienza della propria identità per
poter fare finalmente qualcosa di
buono; anche per questo stato, che di
cose buone ne ha un infinito bisogno.
Micco Bllancloni
-19-
Ottobre '92
DON RENATO TIENE MOLTO A QUESTE GITE DOVE, OLTRE IL MOMENTO DI SVAGO. C'È1
L'OCCASIONE PER RAFFORZARE LE AMICIZIE E INTENSIFICARE I RAPPORTI TRA
PARROCCHIANI E NON. OGNI ANNO NE ORGANIZZA DUE: IN MAGGIO E SETTEMBRE IL RACCONTO DI GIOVANISSIMI PARTECIPANTI.
persone si sono intrattenute per poi
ritirarsi nelle proprie stanze, mentre
noi ragazzi siamo rimasti svegli fino a
tardi. La mattina successiva siamo
andati a Lugano ed in corriera, mentre
tutti si divertivano, noi dormivamo
cercando di recuperare il sonno
perduto. Ci siamo fermati a Lugano
poco prima di pranzo: mi è rimasto
impresso l'ordine, la pulizia e le
banche. Siamo ripartiti per visitare la
"Svizzera in miniatura": qui abbiamo
pranzato al sacco e abbiamo fatto tante
foto, perché questa era costruita tutta
molto bene e curata nei minimi
particolari.
Nel pomeriggio abbiamo preso la
via del ritorno e, per finire in bellezza,
ci siamo fermati alla Certosa di Pavia:
un convento di frati dove abbiamo
potuto vedere come questi trascorrono
le giornate di lavoro e preghiera. Dopo
questa ultima visita, siamo ritornati a
casa sempre in allegria e amicizia.
Iliiliiiiillli
Siamo partiti la notte del 12 giugno
dal Santuario del Pelingo con due
corriere al completo. Tutte queste
persone sembravano come rinate:
cantavano, scherzavano, ridevano.
Anche quelle persone che nei giorni
"normali" sono laboriose, si erano
proprio liberate da ogni pensiero della
vita quotidiana. Durante il viaggio di
andata abbiamo fatto solo una breve
fermata, verso l'ora di pranzo, in un
paese, anche questo molto bello,
situato proprio all'inizio del lago di
Como. Di questi paesaggi mi è rimasto
molto
impresso
la
bellissima
vegetazione. Ripartiti, ci siamo diretti
verso un luogo meraviglioso: una villa
enorme, Villa Carlona, lungo la costa
del lago, tutta circondata da viali,
piante di agrumi e gelsomini che
profumavano l'aria. Dopo aver visitato
questa bellissima villa, siamo andati
verso la stazione dei traghetti dove
siamo saliti per poter visitare il piccolo
paese di Bellagio, situato sul lago.
A Bellagio sono rimasto colpito da
alcune
anziane
persone
che
lavoravano, e poi rivendevano, oggetti
artigianali bellissimi come ad esempio
merletti e centrini a tombolo.
Ritornati a riva, ci siamo imbattuti
in un temporale e quindi ci siamo
ritirati in albergo. Qui ci siamo tutti
riuniti in una sala dove Don Renato ha
celebrato la S.Messa. Subito dopo ci
siamo sistemati nelle camere e poi
abbiamo cenato. Dopo cena, molte
Michele Marcozzl
Illlliiliiiiillil
Una giornata passata diversamente,
un sacco di risate, dei luoghi stupendi:
questo è quello che ricordiamo di
questo giorno. Partenza alle ore 4,00
dal Santuario del Pelingo: questo
quello che c'era scritto sul programma
distribuito a tutti, ma molti, forse per
l'emozione, sono arrivati sul posto
almeno 15 minuti prima.
-20-
Ottobre'92
-
—l-larambé 5
La prima fermata, come di solito, è
stata fatta in autostrada per il ristoro e
una
piccola
colazione
poi,
nuovamente, alla chiesa di Padre Pio
dove abbiamo visitato la sua celletta, il
crocifisso e il confessionale situato
nella parte antica della chiesa. Sulla
tomba (di Padre Pio) Don Renato ha
celebrato la S.Messa.
lecci, quercie di età che superano i 300
anni; ed insieme ad esse molteplici
varietà di animali selvatici, come ad
esempio caprioli, cinghiali, lepri,
donnole e daini. Tutto questo io
completa armonia con la popolazione
del luogo che li rispetta e ne valorizza
la bellezza. Ma in Puglia le meraviglie
non finiscono mai; e, dopo la
San Giovanni Rotondo.
La scalinata che porta alla chiesa di Padre Pio.
meravigliosa foresta, lo stupendo mare
azzurro di Vieste e Peschici. Dopo una
breve sosta in spiaggia, eccoci di
nuovo in viaggio, ma questa volta
verso una casa: la nostra! Impressioni
di alcuni partecipanti: "E1 una gita
riuscita molto bene; forse sarà il
fascino di posti nuovi, ma mi è
sembrato tutto molto divertente, anche
le ore in pullman." - "/7 viaggio è staro
lungo ma ne è valsa la pena: io lo
rifarei." Se non ci credete, alla
prossima gita, venite pure voi!
Usciti dalla chiesa, abbiamo
osservato lo stupendo paesaggio che
quei luoghi offrivano: distese immense
di olivi e viti, che richiamano al valore
antico di quelle terre. Ripartiti, con
negli occhi quelle stupende immagini,
abbiamo visto in lontananza la grotta
dell'Arcangelo Gabriele. Un pò delusi
per non averla potuta visitare, ci siamo
diretti verso la stupenda Foresto
Umbra; e qui siamo subito ripagati del
precedente rammarico. La macchia
mediterranea è uno dei posti più
visitati dell'intera Puglia. Solamente
qui si possono trovare eriche, mortelli.
Crlstina Baffioni e RafTaalla Palazzetti
-21 -
HarambéS—-
Ottobre '92
SGUARDO AL PASSATO
SANGUINETO ADDIO
LA NUOVA RIDISEGNAZIONE DEI CONFINI DIOCESANI HA CANCELLATO NUMEROSE
PICCOLE PARROCCHIE, ALCUNE RIMASTE ADDIRITTURA DISABITATE COME LA CHIESA
DI SANGUINETO CHE, CON QUELLE DI SAN GIOVANNI SCALZO DI MONTEVARCO E SAN
MARTINO VALFABBRICA, E1 STATA ACCORPATA ALL'UNICA PARROCCHIA. CONGIUNTA,
DELLA PIEVE DI SAN VINCENZO DI MONTE PAGANUCCIO E DI SAN BARTOLOMEO DI
DROGO.
pendici del colle; e non, come si è
sempre superficialmente raccontato,
per il sangue che scorreva a fiumi
durante la famosa battaglia del
Metauro (anno 207 a.C.) dove i romani
sconfissero i Cartaginesi comandati da
Asdrubale. "E" del tutto improbabile
che i Cartaginesi nella loro ritirata
siano andati a complicarsi la vita oltrepassando l'angusto passo -allora
Saxa Intercisa - presidiato dai romani:
per proseguire dove? per allungarsi il
cammino? Il passo restava fuori della
linea di ritirata ideale, quella per la
Toscana. Per cui i Cartaginesi sono
sicuramente passati per la pianeggiante valle metaurense oltrepassando il valico di Bocca Trabaria".
Questa la sicura ed autorevole
opinione del dott. Umberto Marini.
Dal 7-6-86 per la chiesa e dal 12-1286 per lo stato la parrocchia di
Sanguineto non esiste più. Ma quel
picco discreto rimarrà, già pronto a
raccontare nuove storie.
Nella nostra piccola vallata la
posizione centrale
del colle di
Sanguineto, del massiccio di Montevarco, avrà sicuramente attirato
l'attenzione dell'uomo fin dai primordi.
Da questo picco, non molto alto, si
può godere di una buona veduta
panoramica in tutte le direzioni, con
quella frontale più suggestiva della
Gola del Furio. Nei documenti più
antichi, per la prima volta, si trova il
nome della parrocchia dei S.ti Gervasio e Protasio di Sanguineto nel 1299,
negli elenchi della diocesi di Cagli.
Quindi deve considerarsi tra le più
antiche parrocchie della diocesi.
Ancor prima di questa data, è accertato
che il castello con torre di Sanguineto
era una delle chiese dipendenti
dall'Abbazia di San Vincenzo, tra cui
San Nicolo di Pietralata e San Martino
di Montecroce (si possono intravedere
i ruderi nei pressi del profilo di monte
Furio). Quasi sicuramente il nome
Sanguineto deriva da sanguinella, una
pianta rossastra che proliferava nelle
pur.
I PARROCI DI SANGUINETO DAL 1800 IN POI
Don Francesco Venturi
( 1800 - 1815)
Don Carlo Marchetti
(1826 - 1859)
Don Antonio Brillarelli*
(1859 -1866)
Don Pietro Cini
(1886 -1895)
Don Gaetano Luzi
(1897 - 1934)
Don Giuseppe Bonetti
(1940 -1946)
Don Valentino Bartolucci
(1947 -1982)
* Don Antonio era lo zio dell'ultracentenaria Sig.ra Ainneris Brillarelli, classe 1891
-22-
Ottobre'92
Harambé 5
LA MARACHELLA DEL NONNO
Riguardo a questo fatto avvenuto molto tempo fa, negli anni dal 1920 al 1925,
non abbiamo potuto ascoltare nessun testimone diretto, ma in base a tutto quello che
ci è stato raccontato le cose dovrebbero essere andate, grossomodo, così. Ci
troviamo davanti al Ristorante - Bar "Furio" di Domenico Candiracci. Erano della
nutrita compagnia Dido e Adelelmo. Dido era un uomo intelligente a cui piaceva
scherzare; mentre Adelelmo, era risaputo, andava fiero di aver combattuto la guerra
del 1915/18 nel corpo di Cavalleria.
E così la trappola scattò...
AriovrerfHsoMAR
f
Hararnbé 5
Ottobre'92
L'ANGOLO DELLA POESIA
La bufera
Ah la giovinezza dei poeti!
ora sembra nostra
che il tempo,
come l'acqua di un fiume
i sassi,
eguaglia le nostre ossa.
Invano, abbarbicati
alle "segrete pene"
gridiamo un io disperato.
Calmo su di noi il mare
si chiude
e la bottiglia che il nostro
nome racchiude
insidia già la bufera.
7/6/89
Ad un amico
...e se la nube non dispare?
Lieve forma
è
la vita,
un filo
tra le dita,
il tempo di una nube
e scompare.
Il sereno
è
di lacrime pieno,
ogni forma
si perde
smarrita.
Se trattieni una nube
- essenza o parvenza ancora resta
un poco di vita.
Ettore Fazlo
4/4/89
Ettore Fazlo
DETTI LOCALI
Chi sputa pr'eria i arcasca adoss
(Chi dice malignità gli si ritorcono contro)
L'ann bisest chi s'ia scampa è lest
(E'fortunato chi riesce a passare l'anno bisestile incolume)
Quant la gent parla se en è un lup un chèn ner è sicur.
(Quando ci sono delle voci in giro parte di verità la portano sempre)
San Francese san Francese dop del cald vien el frese.
-24-
Ottobre'92
Harambé 5
SPORT
TORNEO DI CALCETTO
UN IMMANCABILE APPUNTAMENTO DELL'ESTATE MOLTO ATTESO DA TUTTI.
SPORTIVI E NON.
FURLO - Come da tre anui a
questa parte si è svolto il torneo di
calcetto. Sul campo si
sono
fronteggiate 7 squadre in un girone
all'italiana. Per rendere più divertente
la competi/.ione sono stati scelti ed
abbinati, alle squadre partecipanti,
nomi di altrettanti importanti clubs a
livello europeo: PSV Eindhoven,
Barcellona, Leeds, Stoccarda, Stella
Rossa, Olimpique Marsiglia, Porto.
Il torneo si è concluso alla fine di
luglio proclamando vincitrice il PSV
Eindhoven, capitanata da Rossano
Rosetti; al T posto il Barcellona:
capitano Mirco Bilancioni; e al 3° il
Leeds di Fabrizio Fiorani.
Questa manifestazione, oltre a far
vedere del buon calcio, ha evidenziato
tanta solidarietà fra un gruppo di amici
accomunati dalla passione per questo
sport. In concomitanza al torneo si è
disputato anche un insolito e
divertente quadrangolare tra vecchie
glorie di tutta la nostra zona.
A conclusione del torneo, per
ricordare le belle serate trascorse in
allegria, l'organizzazione ha offerto a
tutti, partecipanti e non, paesani e non
paesani, un'appetitosa cena all'aperto,
sul terreno di gioco, a base di fagioli e
polenta; permettendo di trascorrere
insieme un'altra splendida e vivace
serata d'estate in nome dello sport e
dell'amicizia.
Rossano Rosoni
Così si è presentata una squadra per un incontro di qualificazione
del Torneo "VECCHIE GLORIE": con la divisa di "Balla".
Sicuramente vincitori in originalità e simpatìa.
-25-
Haraiubé 5-
-Ottobre '92
MOUNTAIN BIKE - PROVA PROVINCIALE DEL CAMPIONATO UDACE
POCHI MA BUONI
VILLA FURLO - L'associandone
"Massiccio del Furio" ha confermato il
proprio interesse per lo sport, in particolare per questa giovane disciplina,
organizzando per il 2° anno consecutivo, in collaborazione con il G.S.
Mastini di Cagli, domenica 30 agosto,
una gara di biciclette da montagna
quest'anno valevole per il campionato
regionale U.D.A.C.E. (Unione Degli
Amatori Ciclismo Europeo). In questa
occasione è risultata dimezzata la
partecipazione dei concorrenti perché
potevano partecipare
solo atleti
tesserati, inoltre, la pioggia del primo
mattino e la concomitanza con altre
gare vicine non hanno favorito una
partecipazione numerosa.
1 44 iscritti hanno dato vita ad una
gara vivace svolta nel solito percorso,
molto suggestivo, dal Furio a Villa
Furio passando per il Profilo e Pagine.
Circa 14 Km percorsi dai primi intorno
ai 45': un ottimo tempo. Questo il
podio: 1" Giobbetti, 2" Lazzarini, 3°
Valentiui. Oltre al già citato Lazzarini,
il campione di "casa", diversi sono
stati i partecipanti locali tra i quali:
Cleri, Dini, Duranti, Pantaleoni,
Campeggi, Gorgolini, Grilli.
Congratulazioni agli organizzatori
per l'impegno che stanno portando
avanti; gli amanti dello sport e della
nostra terra gliene sono grati.
d.f.
La suggestiva
posizione del traguardo
con lo sfondo della Gola.
Momento dell'arrivo
del T assoluto:
Carlo Lazzarini.
,
.
-26-
-Haiambé 5
Ottobre '92-
AMARCORD
I
FUTURO CAMPIONE ?
NEL 1958 VIENE SCRITTA UNA STRAORDINARIA PAGINA DI SPORT
VI RACCONTIAMO LA STORIA DI UN CORRIDORE CICLISTA DEL
DICIASSETTENNE MARIO PAMBIANCHI.
Il Furio viveva l'era di maggior
afflusso turistico; l'economia del
piccolo
centro
ruotava
quasi
totalmente sulla lavorazione della
pietra che dava lavoro a centinaia di
persone; l'Italia, rialzatasi dal difficile
dopoguerra, era alla vigilia dello
sviluppo industriale: siamo nel 1958.
Allora la vita era difficile. Ne erano a
conoscenza anche i giovani del Furio:
d'estate, finite le scuole, andavano a
lavorare sulle cave. Così faceva anche
Mario Pambianchi, il protagonista del
nostro racconto.
Come quasi sempre avviene, il
gruppo di amici di Mario è unito da
una passione comune, quella per la
bicicletta; nata perché i fratelli Lazzeri,
che facevano parte del gruppo,
avevano dei cugini a Calmazzo che
correvano in bicicletta.
Qui a
Calmazzo il ciclismo era molto seguito
e praticato perché vi abitava un certo
Catullo Ciacci, oggi residente a
Torino, che corse il Giro d'Italia: si
classifico 2° in una tappa con arrivo in
volata dietro un forte velocista di
allora. Mario, consapevole della dura
vita dei suoi genitori, e forse della
propria che avrebbe dovuto affrontare
in futuro, è affascinato dal sogno di
diventare corridore e partecipare al
Giro d'Italia.
All'epoca si organizzavano spesso
gare a livello amatoriale in cui
partecipavano i più forti ciclisti del
circondario. A Calmazzo se ne
FURLO,
IL
organizza una, ma Mario non ha la
bicicletta: gliela presta un barbiere di
Canavaccio, un'ottima "Guerra" di 7
Kg. Il percorso si snoda tra Calmaz/o,
Fermignano, Urbauia e Urbino.
Mario sulle salite delle Capute stacca
tutti e arriva a Urbino con 25 minuti di
vantaggio. Lungo le discese per il
Bivio Borzaga comincia a saltargli la
catena; più volte deve fermarsi per
rimetterla, così viene raggiunto dal
secondo, uno forte di Lucre/ia.
Arrivano nei pressi del traguardo, a
Calmazzo, insieme. Al momento della
volata gli salta di nuovo la catena: è
secondo.
Di seguito prende parte ad altre due
gare che vince entrambe; una delle
quali al Furio, davanti ai suoi
compaesani. Mario si fa subito
conoscere a suon di vittorie. Il ragazzo
ha talento, va forte. Si crea grande
interesse su di lui e viene iscritto nel
G.S. Benelli di Pesaro. Da adesso è un
corridore
ufficiale,
iscritto alla
federazione italiana nella categoria
allievi; ma è senza bicicletta. Il padre
Guerrino gli compra una bicicletta
nuova a Cagli, una bellissima
Torpado, che Mario dalla gioia prova
subito andando tutto eccitato in
Acqualagna. "M'impegnai più che in
gara - ci racconta - ma ritornai
avvilito con i tubolari attoreigliati".
Non era stato messo mastice a
sufficienza nei cerchi.
^i riacuorò.
HarambeS
Ottobre 1( >2
apprensione. Ila una fame da lupo: si
mangia 5 o 6 uova di tagliatcllc.
PRIMA GARA UFFICIALE
Si corre a Jesi. Al mattino presto
Mario parte da solo, con la corriera
delle 6.30, portandosi dietro la sua bici
e 250 lire in tasca. A Fano prende il
treno fino a Jesi. Alle 10,00 ha inizio
la corsa. Mario, conccntratissimo e
inesperto, parte con il suo passo
poderoso; dopo un pò si accorge di
essere rimasto da solo. Pensa: "Non
posso continuare da solo così per più
di 100Km." (quanti ne mancavano alla
fine della corsa). Rallenta e attende gli
altri. Nel prosieguo della gara rimane
sempre nelle prime posi/ioni.
Nei pressi del traguardo un pugno
di uomini si gioca la volata. Lui si
sente sicuro: parte da dietro. Mentre li
sta superando uno di loro non s'avvede
del suo arrivo e lo stringe. Mario cade
a terra e transita a rotoloni sul
traguardo: è 7". Gli danno 1800 lire.
Oat. ALLIEVI / ANNO 1958
GARE DISPUTATE
TIFOSI AL SEGUITO
Le imprese di Mario scaldarono
fino all'entusiasmo i tifosi locali. Dopo
la prima gara, in cui era andato da
solo, non lo lasciarono più. Tra i tifosi
più affezionati vi era Vitaliano lidera,
che l'accompagnava con il suo
Topolino, e Rjno Ruggeri. Andavano
ad assistere alle gare anche numerosi
tifosi di Acqualagna, capitanati da
Rudio Pambianchi.
Una volta un latto curioso vide
protagonisti i tifosi di Mario: 15 agosto
'58 - S.Angelo in Vado - circuito
cittadino. Al 3 giro Mario è in fuga.
Viene raggiunto da un perugino molto
forte, un certo Bigi. Mentre stìinno
conducendo insieme la corsa, in una
curva Bigi sfiora un ceppo di rose e
Piazzamento
r
TESI
PESARO
FABRIANO
rit. per foratura
1°
2"
S.ANGELO IN VADO
NOVAFELTRIA
r
REPUBBLICA DI SAN MARINO
ORCIANO
6"
1 ' della sua categ.
r
TROVIGIANO DI CINGOLI
II tutto finisce alle 6 di pomeriggio:
è giorno; così riparte sulla sua
bicicletta. Arriva a Fano che è quasi
buio. La bici da corsa è senza fanale;
la lascia in una stazione di servizio e si
mette a fare l'autostop. Resta lì per
parecchio e non lo sale nessuno.
Riprende la bici e si rimette a pedalare
verso casa. Arriva al Furio alle undici
di sera mentre i genitori stavano in
buca. Mario ne approfitta e scatta:
comincia a tirare forte perché si mette
in testa di doppiarlo per poterlo poi
avere sotto controllo. Ma, per tutta la
durata della gara condotta sempre in
testa, non vi riesce. A 400 m.
dall'arrivo viene raggiunto da un
gruppetto di corridori, tra cui tre della
sua squadra (la Benelli), e Mario si
apposta in attesa della volata.
-28-
Ottobre '92-
Proprio
in
quel
frangente,
all'improvviso gli spunta da dietro,
velocissimo, Bigi che passa tutti.
Mario scatta dietro di lui ma non riesce
a raggiungerlo e taglia il traguardo 2°,
leggermeute staccato.
Nel fine gara accadono dei tumulti
perché i tifosi di Acqualagna si erano
accorti che Bigi, ad ogni giro, veniva
trainato da una motocicletta nella parte
alta del percorso, mori dal tratto
cittadino. Tale calorosa protesta non
viene accolta e la classifica rimane
immutata.
Mario (a sinistra)
insieme al compagno
di squadra
Bruno Storaci.
La foto è stata scattata
nel 1958 a Fossombrone,
in corso Garibaldi:
davanti allo studio
fotografico Paci.
-Harambc S
PRIMA VITTORIA
UFFICIALE
E' il 23 agosto del '58. Siamo a
Nevate Uria. In questa occasione Mario
viene accompagnato da un certo
Storaci con la sua FIAT 1100 conosciuto al Furio perché veniva a
proiettare i film - il quale aveva il
figlio che correva nella stessa squadra
di Mario. Questo signore gli dice:
"Oggi mangi quello che ti dico io".
Arrivano a Novafeltria che è
mezzogiorno. Mario è costretto a
mangiare una minestrina e un'insalata:
Harainbti 5-
-Otlobre '92
ma , dopo quel poco che aveva
mangiato, a metà gara gli prende una
crisi di lame che fatica a tenere il
passo della corsa. Quel giorno erano
venuti a vederlo i suoi amici Rino e
Tonino
(Bacciardi),
oltre
che
naturalmente Vitaliano appostato da
un'altra parie.
Quando Mario passa davanti a loro
gli dice forte: "HO FEMAAA !".
In questo percorso c'era un tratto di
pavé
dove
a
Mario,
nella
continuazione della gara, gli si
rompono alcuni raggi. Prosegue. Nel
giro successivo si ferma dove sono i
suoi amici. In tutta fretto scardina i
raggi contorti e prende dalle mani di
Rino quello che erano riusciti a
trovargli: un ceppo di banane.
Riprende subito la corsa; trangugia
tutte le banane; riprende le forze, e si
riporta alla testa della corsa. All'ultimo
giro parte un ciclista, velocissimo.
Mario scatta dicendo ad un compagno:
"Vienimi
dietro!".
I
due
lo
raggiungono poco prima del traguardo
e lo passano di slancio. Mario va a
vincere con a ruota il suo compagno, e
con la ruota posteriore fuori centro.
Encomiabile.
E' grande lèsta, soprattutto la sera
al Furio al ritorno del vincitore,
riaccompagnato dal trio del Topolino.
Tutti bevono nella coppa del vincitore.
squadra; a volte prendeva la direzione
opposta in direzione del valico di
Scheggia . Verso la fine della stagione
sportiva Mario ha un incidente mentre
si stava allenando, proprio nel centro
abitato del Furio: mentre stava
passando, un bambino gli attraversa la
strada
all'improvviso - era il
compianto Emidio De Angelis -, non
riesce ad evitarlo e lo prende in pieno.
Emidio non si fa niente, mentre Mario
cade battendo fortemente le ginocchia.
Dopo questo incidente non si riprese.
Provò a gareggiare ancora, ma aveva
le ginocchia gonfie e non riusciva a
pedalare forte.
Ancora oggi, in certi periodi,
risente di quella botta. Al termine di
quell'annata
entusiasmante,
dove
dimostrò di avere delle grandi doti,
doveva passare addirittura nella
squadra GHIGI. A quel punto doveva
scegliere tra la incerta carriera
ciclistica (incerta anche per l'incidente)
e la più sicura scuola di scultura di
Fano che alla fine gli avrebbe garantito
un lavoro, ("osi Mario, anche per non
andare contro il parere dei genitori,
decise di continuare la scuola
abbandonando per sempre le gare e il
suo sogno.
Oggi Mario ha 51 anni, è impiegato
come geometra alla SICAP di
Calmazzo, risiede in Acqualagna ed è
uno dei più stimati artisti della pietra.
Non sapremo mai se negli anni a
seguire il corridore Pambianchi
avrebbe potuto contendere la maglia
rosa ai vari Anquetil, Balmamion,
Adorni, Motta; ma sappiamo di poter
ammirare un bellissimo frammento di
storia che fa onore al Mario uomo,
prima di tutto, alla nostra località e agli
amanti dello sport: per questo gli
siamo debitori.
Grazie Mariulìn.
DESTINO AVVERSO
Mario si allenava con passione e
costanza. Tutti i giorni saliva sulla sua
bici. Spessissimo saliva sulla strada
sterrata del monte Furio fino al profilo:
dal Furio fino alla sbarra del demanio,
oltre il rifugio forestale del profilo,
impiegava 19 minuti. Eccezionale.
Spesso
faceva
il
giro
Fano-Pesaro-Urbino con i compagni di
d.f.
-30-
Ottobre '92
Harambé ^
CUCINA
PERSEVERIAMO NEI CONSIGLI DI CUCINA PER ABBONDANZA DI CUOCHI:
SPERIAMO CHE GRADIATE. QUESTA LA RICETTA CHE VI CONSIGLIA IL Gì Gì MILITARE.
SEMIFREDDO ALL'ANANAS
Ingredienti: Ananas in scatola
500 g. di panna
250 g. di latte
75 g di zucchero
25 g. di farina
2 uova
1 bustina di vanillina
Procedimento:
Preparare la crema pasticcerà. Fare bollire il latte con una scorza di
limone. A parte, montare le uova con lo zucchero. Quando il composto
è ben amalgamato unire la farina e la bustina di vanillina. Quando il
latte bolle unire il composto e fare alzare leggermente il bollore. Poi
togliere dal fuoco e far raffreddare la crema. Frullare l'ananas, eccetto 5
fette per decorare, e montare 200 g. di panna, da unire delicatamente
con l'ananas frullato e la crema pasticcerà precedentemente preparata.
Versare il composto in uno stampo da plumkake e mettere nel
congelatore per almeno 4 ore. Poco prima di servirlo immergere lo
stampo in acqua calda per qualche secondo e rovesciarlo in un piatto di
servizio. Decorare: con l'ananas rimasto e con la panna montata.
Luigi Clarinetti
Questo giornalino e' stato preparato presso:
CARTOLIBRERIA
"II Matitene"
via Kennedy, 10
61041 Acqualagna (Ps)
Ringraziarne:
tutto lo studio de "II Matitene" per la
sincera collaborazione, indispensabile per
realizzare il genere di iniziativa;
in modo particolare Giorgio Candiracci per
la programmazione computerizzata.