Lettera Club 46 – Il rilancio del mercato interno per la crescita dell
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Lettera Club 46 – Il rilancio del mercato interno per la crescita dell
Lettera Settembre/Ottobre 2012 - n° 46 Club The European House-Ambrosetti La presente Lettera rientra nelle attività di Ambrosetti Club. T uttavia i suoi contenuti possono non coincidere con le opinioni di tutti i numerosi membri del Club stesso. 46 Il rilancio del mercato interno per la crescita dell’Unione Europea · Poste Italiane S.p.A. - spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Milano · Tuttavia, l’Europa sta vivendo anche, e soprattutto, una crisi di competitività nello scenario globale e gli sforzi tesi alla solidità e i sacrifici imposti ai cittadini con i programmi di austerità potrebbero risultare inefficaci se le economie europee non riprenderanno il cammino della crescita. Senza crescita incombono recessione, maggiore disoccupazione e peggioramento della crisi debitoria. Al contrario, un’economia in crescita costituisce anche la base della coesione e del consenso nella società per affrontare le necessarie riforme. La priorità deve essere quindi il miglioramento della competitività. Questo tema è al centro dell’ultimo Rapporto presentato a Bruxelles lo scorso 18 giugno dall’Observatory on Europe, think tank sulla competitività e l’integrazione europea fondato da The European House-Ambrosetti nel 2005 e sostenuto attualmente da Enel, General Electric, ING Direct e Philip Morris International. L’analisi multifattoriale, condotta valutando 52 diversi parametri che definiscono il livello di competitività dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea2, restituisce ancora una volta l’immagine di un’Europa a diverse velocità. Infatti, così come la “crescita zero” sopra ricordata è il risultato del progresso di alcuni Paesi (Germania, Austria, Polonia, Danimarca) e dell’arretramento di altre economie (Grecia, Portogallo, Italia, Spagna), i livelli di competitività dei Paesi membri sono tra loro molto differenziati. 1 The Economist, “The no-growth zone”, 15 maggio 2012. stati identificati e valutati 10 fattori di competitività: apertura verso l’esterno, istruzione e innovazione, stabilità macroeconomica, ambiente pro-business, mercato del lavoro, benessere e qualità della vita, finanza, Pubblica Amministrazione, sostenibilità ambientale, collegamenti infrastrutturali. Ciascuno dei fattori è misurato attraverso un certo numero di indicatori per un totale di 52 parametri. A ciascun Paese è stato assegnato un punteggio compreso tra 1 e 10 in base al posizionamento relativo in ciascun indicatore e il risultato di sintesi è stato ottenuto ponderando le valutazioni ottenute nei 10 fattori di competitività. 2 Sono Grecia 4,0 3,6 Romania Malta Rep. Ceca Francia Irlanda 3,4 4,0 4,3 4,2 Slovacchia Italia 4,3 Lettonia Bulgaria 4,3 Polonia 4,5 Spagna Portogallo Lituania 4,6 4,3 4,9 4,6 Estonia Ungheria 5,1 5,1 5,0 Cipro Slovenia 5,7 Austria 5,3 5,8 5,7 Belgio Germania 6,4 6,2 5,8 Paesi Bassi (1= punteggio minimo, 10 = punteggio massimo) Regno Unito 6,7 6,7 Finlandia Indice di competitività dei Paesi EU-27 Danimarca 7,1 7,0 L’Europa e i governi nazionali stanno faticosamente cercando di fronteggiare la crisi dell’Euro e dei debiti sovrani e di ripristinare la fiducia dei mercati con interventi volti a rafforzare la disciplina di bilancio e realizzando le necessarie riforme strutturali. Svezia L’Economist ha definito l’Europa “terra che non cresce”1. Per il 2012 le stime diffuse da Eurostat indicano infatti una crescita pari a zero per l’aggregato dei 27 Paesi, mentre per l’area Euro si attende addirittura una nuova contrazione (-0,3%). Lo scenario globale è dominato da Cina e India, che cresceranno rispettivamente intorno all’8 e al 7%. Anche le due maggiori economie sviluppate, Stati Uniti e Giappone, termini di paragone più diretti per l’Europa, cresceranno del 2% circa. Lussemburgo LA CRISI DI COMPETITIVITÀ DELL’EUROPA Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti 2012 È possibile identificare, pur con alcune eccezioni, quattro aree geografiche caratterizzate da performance omogenee: - i Paesi del nord Europa, vincenti soprattutto sul piano del welfare, dell’istruzione, dell’innovazione, dell’ambiente per fare impresa e dell’apertura verso l’esterno. Sono gli unici Paesi europei a tenere il passo nel confronto internazionale; - i Paesi dell’Europa continentale, che si mantengono su livelli inferiori ma comunque più elevati della media europea; - a lcuni Paesi dinamici dell’Europa centro orientale, che meglio di altri hanno saputo trarre vantaggio dall’adesione all’Unione Europea; - i Paesi del sud Europa che scontano pesanti ritardi in tutti i fattori di competitività analizzati e non a caso oggi sono al centro delle maggiori tensioni economiche e finanziarie. A fronte di questa situazione, l’Europa ha urgente bisogno di un’ambiziosa agenda per ottenere maggiore competitività e crescita. Se da un lato Europa 2020 è la strategia decennale per la crescita sviluppata dall’Unione Europea che ha fissato gli obiettivi e le iniziative prioritarie per uscire dalla crisi e creare le condizioni per uno sviluppo economico più intelligente, sostenibile e solidale3, dall’altro occorre avvalersi in modo più efficiente dell’intera gamma di politiche e strumenti trasversali di cui l’Unione Europea dispone, tra cui: - il bilancio dell’Unione Europea, che deve necessa- riamente essere allineato con gli obiettivi di crescita e sviluppo di medio-lungo termine e puntare con decisione su formazione, ricerca e innovazione; 3 Vedere la Lettera Club n° 40 “L’Unione Europea e la Strategia Europa 2020” (Set./Ott. 2011). 1 - g li strumenti di politica estera, con cui stipulare ulteriori accordi di libero scambio con i vecchi e i nuovi centri di potere nel mondo, dato che si stima che nel 2015 il 90% della crescita mondiale verrà conseguito fuori dall’Europa; - il mercato interno. In questa Lettera vogliamo approfondire in particolare il potenziale di quest’ultimo strumento. IL POTENZIALE DEL MERCATO INTERNO PER LA CRESCITA Proprio quest’anno si celebra il 20° anniversario della nascita del mercato interno, l’area di libero scambio lanciata sotto la guida di Jacques Delors. Negli anni seguenti l’avvio del mercato unico, la realizzazione delle “quattro libertà” (libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali) ha dispiegato un enorme potenziale di crescita e dato avvio a un importante processo di sviluppo economico e sociale. Tuttavia, a vent’anni dalla sua nascita, il mercato interno deve ancora superare alcuni ostacoli, che riguardano ad esempio l’attuazione poco uniforme o incompleta di alcune direttive, la permanenza di intralci alle attività transfrontaliere, la scarsa interconnessione delle reti, complessità giuridiche rilevanti in alcuni settori dovute all’esistenza di 27 normative nazionali diverse, limitazioni all’accesso al mercato per le piccole-medie imprese, ecc.. Inoltre, come è noto, negli ultimi anni fattori quali la globalizzazione dei mercati, il progresso tecnologico, l’emergere di nuovi attori economici mondiali e, da ultimo, la crisi economica hanno deteriorato la competitività degli Stati membri e hanno avuto un severo impatto sui lavoratori e sulle imprese. Per questo si impone un’operazione di rilancio del mercato interno come motore per la crescita e la competitività dell’Europa nel prossimo futuro. In particolare, l’allargamento del mercato interno a nuovi ambiti rappresenta una grande opportunità: nell’economia digitalizzata e nel commercio via internet; nel settore energetico, dove una maggiore competitività può portare prezzi più favorevoli e più sicurezza nell’approvvigionamento; nel potenziamento delle piccole-medie imprese, grazie alla riduzione della burocrazia e a un più agevole accesso al capitale di rischio; ecc.. L’Unione Europea ha avviato dal 2010 un percorso di rilancio del mercato interno, che punta sul rafforzamento della fiducia da parte di consumatori e imprese. LA STRATEGIA EUROPEA DI RILANCIO DEL MERCATO INTERNO Il processo di definizione di questa strategia ha preso avvio con la richiesta da parte del Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso a Mario Monti di stilare un Rapporto sulle condizioni del mercato unico contenente opzioni e raccomandazioni per il suo rilancio. Il Rapporto Monti, presentato il 9 maggio 20104, ha evidenziato tre problemi da affrontare: 4 “Una nuova strategia per il Mercato Unico, al servizio dell'economia e della società europea”. 2 - l’indebolimento del sostegno politico e sociale all’integrazione del mercato in Europa, dovuto a una “stanchezza da integrazione”, che riduce il desiderio di un’Europa più grande e più forte, e a una “stanchezza da mercato”, che mina la fiducia nel mercato stesso; - l’attenzione altalenante da parte del mondo politico allo sviluppo delle varie componenti di un mercato unico efficace e sostenibile, in particolare l’espansione verso nuovi settori per tenere il passo con un’economia in rapida trasformazione e l’impegno per garantire che il mercato unico risulti uno spazio di libertà e di opportunità per tutti; - u n senso di autocompiacimento che è andato crescendo nell’ultimo decennio, come se il mercato unico fosse già stato completamente realizzato e potesse non essere più considerato una priorità politica. Il Rapporto Monti contiene un lungo elenco di proposte tese a rafforzare o costruire il mercato interno. Raccogliendo queste indicazioni, il 27 ottobre 2010 è stato adottato l’Atto per il Mercato Unico contenente 50 proposte, al quale è seguita un’ampia consultazione pubblica che ha portato alla comunicazione “Lavorare insieme per creare nuova crescita” il 13 aprile 2011, in cui la Commissione ha individuato 12 “leve” di crescita, competitività e progresso sociale. A ciascuna di esse è associata una misura prioritaria, selezionata tra le 50 proposte iniziali, che la Commissione si impegna a realizzare entro la fine del 2012. Le 12 leve e azioni chiave da realizzare entro la fine di quest’anno sono: 1.Accesso al credito per le piccole-medie imprese: creare un quadro legislativo comune per consentire ai fondi di venture capital stabiliti in uno Stato membro di investire liberamente in qualunque altro Paese europeo senza ostacoli; 2.Mobilità dei cittadini: migliorare il sistema di mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali attraverso una maggiore cooperazione tra i Paesi e un intervento sul campo di attività delle professioni regolamentate; 3.Diritti di proprietà intellettuale: creare un titolo brevettuale unico europeo per il maggiore numero possibile di Stati membri e un sistema unico di risoluzione delle controversie in materia brevettuale; 4.Protezione dei consumatori: aumentare la fiducia dei consumatori nel mercato interno, compreso quello elettronico, attraverso meccanismi stragiudiziali di risoluzione delle controversie; 5.Servizi: realizzare la revisione del sistema europeo degli standard per l’erogazione dei servizi per renderlo maggiormente efficiente, efficace ed inclusivo; 6.Reti: identificare i progetti strategici di interesse europeo e realizzare la revisione delle linee guida per lo sviluppo dei Trans-European Transport Network; 7.Mercato unico digitale: sviluppare un quadro normativo per il mutuo riconoscimento dell’identificazione e dell’autenticazione elettronica e revisionare la Direttiva sulla firma elettronica; 8.Imprenditorialità sociale: incoraggiare le aziende a perseguire obiettivi d’interesse sociale, etico o ambientale attraverso un quadro europeo per i fondi di investimento solidali; FILO LOGICO UN’EUROPA A CRESCITA ZERO Nel 2012 il PIL europeo non crescerà I Paesi emergenti (Cina, India) crescono del 7-8% Stati Uniti e Giappone crescono del 2% circa LA CRISI DI COMPETITIVITÀ La Solo i Paesi del nord Europa tengono il passo nel confronto La maggior parte dei Paesi del sud Europa è in ritardo su tutti i crisi dell’Euro e dei debiti sovrani è lo specchio del calo di competitività dell’Europa a livello globale È un’Europa a diverse velocità di crescita perché diversi sono i livelli di competitività internazionale fattori di competitività analizzati dall’Observatory on Europe GLI STRUMENTI PER IL RILANCIO DELLA COMPETITIVITÀ EUROPEA E UROPA 2020: obiettivi e iniziative prioritarie per uno sviluppo economico più intelligente, sostenibile e solidale Il nuovo bilancio dell’Unione Europea per finanziare crescita e sviluppo di medio-lungo termine Strumenti di politica estera per stipulare accordi di libero scambio extra-Unione Europea Il rilancio del mercato interno LIBERARE IL POTENZIALE DEL MERCATO INTERNO Superare gli ostacoli che ancora limitano la piena realizzazione del mercato interno Semplificare e rendere omogenea la regolamentazione all’interno del mercato Allargare il mercato a nuovi ambiti e settori LA STRATEGIA EUROPEA PER IL RILANCIO DEL MERCATO INTERNO Il Rapporto Monti: le sfide da affrontare e le diverse opzioni e proposte per rilanciare il mercato interno L’Atto per il Mercato Unico: 50 proposte selezionate dalla Commissione Europea raccogliendo i suggerimenti del Rapporto Monti L a consultazione pubblica e l’individuazione di 12 leve prioritarie: accesso al credito per le piccole-medie imprese, mobilità dei cittadini, diritti di proprietà intellettuale, protezione dei consumatori, servizi, reti, mercato unico digitale, imprenditorialità sociale, fiscalità, coesione sociale, quadro normativo per le imprese, appalti pubblici IL MONITORAGGIO DELL’IMPLEMENTAZIONE DELLA STRATEGIA E LE PROPOSTE PER LE PROSSIME MISURE PRIORITARIE uoni progressi realizzati nell’attuazione delle misure previste B entro il 2012 10 raccomandazioni dell’Observatory on Europe per il nuovo pacchetto di misure da adottare entro il 2013: investimenti nel capitale di rischio delle imprese, agenzia europea di credito alle esportazioni, mobilità dei lavoratori più giovani, trasferibilità dei diritti alla pensione supplementare tra i Paesi membri, inglese come unica lingua per il brevetto europeo, semplificazione della regolamentazione per reti energetiche e trasporto ferroviario, adozione della Direttiva sui servizi, piattaforme digitali transfrontaliere europee, sistema di valutazione dei costi della regolamentazione, innovazione e sostenibilità ambientale negli appalti pubblici europei 3 9.Fiscalità: realizzare la revisione della Direttiva sulla fiscalità energetica, armonizzare i sistemi di tassazione tra gli Stati membri tramite l’introduzione di una base imponibile comune per le aziende e avviare la revisione dei sistemi nazionali dell’IVA; 10.Coesione sociale: rafforzare l’applicazione della Direttiva che definisce le regole che un’impresa deve rispettare quando trasferisce per un periodo di tempo limitato un lavoratore sul territorio di uno Stato membro; 11.Quadro normativo per le imprese: semplificare le Direttive sui princìpi contabili e ridurre gli oneri amministrativi delle aziende, in particolare quelli che gravano sulle piccole-medie imprese; 12.Appalti pubblici: attuare la revisione delle Direttive sugli appalti e rafforzare l’azione per garantire l’accesso delle imprese europee agli appalti nei Paesi terzi. I PROSSIMI PASSI E LE PRIORITÀ SEGNALATE DALL’OBSERVATORY ON EUROPE Il nuovo Rapporto realizzato dall’Observatory on Europe, presentato anche al Commissario Europeo per il Mercato Interno e i Servizi Michel Barnier, contiene il monitoraggio dei progressi realizzati nelle 12 leve per il rilancio del mercato interno. Lo studio ha verificato l’implementazione di un buon numero delle misure dichiarate dalla Commissione o la realizzazione di avanzamenti importanti che presumibilmente ne consentiranno la realizzazione nei tempi previsti. Inoltre, dato che nel prossimo autunno la Commissione dovrà indicare un nuovo pacchetto di misure da realizzare entro il 2013, nel Rapporto sono state individuate alcune azioni prioritarie relative alle diverse leve, che l’Observatory on Europe desidera sottoporre all’attenzione dei decisori politici europei. Si riportano a titolo rappresentativo le seguenti 10 misure5: 1.Promuovere investimenti nel capitale di rischio delle imprese (private equity) con forme di incentivo fiscale, in particolare per le piccole-medie imprese; 2.Creare un’agenzia europea di credito alle esportazioni; 5 Il Rapporto 2012 dell’Observatory on Europe è scaricabile dal sito www.observatoryoneurope.eu 3.Avviare programmi per favorire la mobilità dei lavoratori più giovani per ridurre l’enorme disoccupazione giovanile in alcuni Stati membri; 4.Garantire la trasferibilità dei diritti alla pensione supplementare di un lavoratore tra Stati membri; 5.Scegliere l’inglese come unica lingua per il brevetto unico europeo; 6.Affrontare l’eccesso di regolamentazione e la disomogeneità delle norme nazionali nel settore delle reti energetiche e del trasporto ferroviario; 7.Stabilire un meccanismo di premi/sanzioni per conseguire rapidamente la completa adozione negli ordinamenti nazionali della Direttiva sui servizi; 8. Implementare piattaforme digitali transfrontaliere europee per l’accesso da parte di cittadini e imprese a dati, informazioni, applicazioni e strumenti condivisi; 9.Stabilire un sistema di valutazione dei costi generati dall’introduzione di ogni nuova forma di regolamentazione e mutuare su scala europea l’iniziativa inglese “one in, one out” che prevede un’azione di deregolamentazione per ciascuna nuova norma che crea un costo per le imprese; 10. Promuovere l’innovazione, il contenuto tecnologico e la sostenibilità ambientale negli appalti pubblici europei inserendo appositi criteri di valutazione delle offerte. Ci pare importante riportare una frase del Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso sul ruolo del mercato unico: “Il mercato unico resta il cuore ed il motore economico principale dell’Unione Europea. Continua anche ad essere la nostra carta migliore per rispondere alla crisi economica attuale. Il suo potenziale di crescita non è ancora pienamente utilizzato, malgrado i progressi realizzati dalla sua creazione nel 1992. Il mercato unico deve pertanto superare una ulteriore tappa per porre le basi di una nuova crescita più verde e più inclusiva.” La prossima Lettera tratterà il tema: “I grandi paradossi dell’alimentazione nella nostra epoca”. La Lettera Club The European House-Ambrosetti si avvale di diagnosi, di ipotesi e di terapie che si originano nell’ambito delle attività del Club e, più in generale, nelle attività professionali del Gruppo The European House-Ambrosetti. Siamo consapevoli di disporre di un osservatorio di informazioni e di una rete di relazioni, anche internazionali, particolarmente privilegiati ma allo stesso tempo sappiamo di non essere “depositari del verbo”. Al fine di essere utili al nostro Paese e all’Europa, obiettivo verso il quale ci sentiamo molto impegnati, auspichiamo vivamente che ai contenuti di ogni Lettera faccia seguito una grande quantità di suggerimenti critici, sia sostanziali che formali, da parte dei destinatari. Si prega di indirizzare i suggerimenti a [email protected]. Ringraziamo in anticipo per la preziosissima collaborazione. 4 Chiunque fosse interessato alle attività di Ambrosetti Club è pregato di contattare Silvia Lovati all’indirizzo e-mail [email protected] o al seguente numero di telefono +39 02 46753 1. ANNO VII NUMERO 46 Lettera Club The European House Ambrosetti, 2012 Tutti i diritti sono riservati. DIRETTORE RESPONSABILE: Nino Ciravegna Stampa: TFM - Via San Pio da Petralcina, 15/17 - 20010 Pogliano Milanese REDAZIONE: The European House Ambrosetti S.p.A. Via F. 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