A002336 Da PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, del 15/1/2011, pag
Transcript
A002336 Da PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, del 15/1/2011, pag
A002336, 1 A002336 FONDAZIONE INSIEME onlus. Da PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, del 15/1/2011, pag 47 <<ALESSITIMIA E SESSUALITÀ>> di Chiara Simonelli e Stefano Eleuteri (vedi nota in fondo al pezzo) Per la lettura completa del pezzo si rimanda al periodico citato. La risposta alla domanda se maschi e femmine si somigliano di più dopo la rivoluzione sessuale degli anni settanta risulta contraddittoria Le donne, infatti, prendono sempre più spesso l’iniziativa e possono cercare esperienze al di fuori di un rapporto d’amore senza provare disagio o sensi di colpa. Contemporaneamente, tuttavia, registriamo il successo crescente della prostituzione e della pornografia tra gli uomini. Per non parlare delle parafilie, più semplicemente conosciute come perversioni sessuali quasi esclusivamente a carico maschile, si pensi ad esempio al sex addiction, o dipendenza dal sesso, che sono in vertiginosa crescita anche grazie ad internet. Da questo ed altre evidenze si può dedurre che l’identità di genere, il filo rosso che orienta dalla nascita un maschio o una femmina nella costruzione dell’identità in termini più ampi, resta affidata a bisogni e funzioni differenti. È molto probabile, ad esempio, che il grande successo editoriale di libri tradotti in tutto il mondo, come Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere di John Gray, corrisponda proprio ad una sofferenza specifica dei due sessi: troppo spesso la nella realtà quotidiana di un rapporto d’amore ci si imbatte nella terribile sensazione di non capire il partner e, soprattutto, di non sentirsi capiti e apprezzati. Questa solitudine a due può essere fonte di grande angoscia. In estrema sintesi, gli autori che hanno più successo in questo campo sottolineano che le donne cercano l’amore e sono disponibili sessualmente solo in questo caso, mentre gli uomini hanno bisogno di sesso e sono ben disposti ad amare quando tale bisogno venga preso in seria considerazione. Resta difficile, da un punto di vista strettamente scientifico, aderire a quest’ipotesi, ma altrettanto faticosa ne appare la negazione. CORPO DI UOMO, CORPO DI DONNA Non ci addentreremo sul primato del ruolo della biologia o di quello della cultura, dando per scontata l’interazione costante di questi due fattori anche in quel particolare “oggetto” che è il corpo umano. In definitiva, potremmo dire che il nostro corpo è la nostra identità e parla di noi e della nostra storia con mille linguaggi diversi. A complicare le cose rispetto alla scelta individuale si aggiunge il peso notevole della cultura e dei modelli proposti dal contesto, normalmente molto diversi per i due sessi. A002336, 2 Se per tutti vale il mandato di avere un corpo giovane, bello e in forma, rimangono indiscutibili, da un lato, il primato dello sguardo maschile, inteso come grande occhio che penetra, osserva, valuta ed eventualmente desidera, e, dall’altro, il ruolo del corpo femminile che rimane l’oggetto per eccellenza, oggetto che deve poter essere in grado di attrarre sessualmente per avvincere l’altro o anche per far vendere un prodotto qualsiasi. La vista è il canale privilegiato di attivazione erotica maschile e lo sanno bene i mercanti del porno! Soldi, sesso e potere sembrano strettamente legati nella storia dell’identità maschile vincente e ne abbiamo riscontri di ogni tipo anche oggi. I tanti clienti delle prostitute -e spesso anche i pedofilisono uomini del tutto “normali”, spesso sposati, di ogni reddito ed estrazione sociale e cercano, nella breve esperienza, qualcosa che non presenti difficoltà relazionali tanto da far dire a un giovane bello, ricco e affascinante: <<Posso avere gratis nel mio letto tutte le donne che voglio ... ma non sparirebbero subito dopo come fa una escort!>>. La parola d’ordine è <<Pago per evitare problemi>>, soddisfacendo anche il bisogno di variare partner a piacere, sempre senza coinvolgimento e con un senso di colpa molto relativo, proprio perché non si ritiene il sesso a pagamento un tradimento vero e proprio. EMOZIONI A DISTANZA DI SICUREZZA Se oggi 1’“andamento di genere” è difficile da capire, è dal lavoro clinico che arrivano alcuni suggerimenti che fanno emergere il primato dell’erezione come fulcro di un’identità virile potente e la problematica delle dimensioni del pene come una vera fonte di angoscia per molti fin dall’adolescenza. Quando l’organo sessuale maschile non risponde alle aspettative per misura o prestazioni, ecco che ne viene investita l’identità complessiva e questi uomini si sentono così sminuiti e umiliati che alcuni finiscono con il chiudersi a riccio con il mondo intero. Sullo sfondo c’è uno scenario di competizione tra maschi in cui soggettivamente ci si percepisce come irrimediabilmente perdenti. Molti, orientati ad essere indipendenti e invulnerabili, hanno rinunciato presto all’espressione emotiva: prima nei confronti degli altri, poi, allontanandosi sempre più dal mondo interno multiforme e volubile delle passioni, per favorire le proprie caratteristiche di controllo e di potere. Quando risultano impoveriti sia l’elaborazione cognitiva che il linguaggio interiore ed esteriore relativi alle proprie emozioni, allora, in termini tecnici, si parla di alessitimia. Questa dimensione disfunzionale è molto più presente tra gli uomini ed è, con ogni probabilità, strettamente collegata all’identità di genere. A002336, 3 Tradizionalmente sono state le donne ad essere investite di un ruolo relazionale più attento nel riconoscere anche negli altri gli sbalzi di umore e i bisogni. Mediamente nel mondo femminile si coltiva precocemente, e più che nel mondo maschile, l’empatia, quella capacità dimettersi in sintonia e nei panni dell’altro, e il pensiero e il discorso sulle emozioni e i sentimenti raggiungono talvolta l’esasperazione. Questo ruolo diverso tra maschi e femmine non pare tramontato e troppo spesso, davanti a un problema di coppia, la donna desidera sviscerarlo in profondità, mentre il maschio cerca disperatamente una soluzione pratica ritenendo certi discorsi essenzialmente inutili, se non dannosi. Anche nel contesto clinico pare difficile uscire dallo scarno resoconto che fa un paziente su ciò che non funziona. Poche le emozioni riferite, assenza di empatia nei confronti del partner e di chiunque altro, ricerca attiva di soluzioni pratiche e desiderio di non soffermarsi più di tanto su aspetti storici o relazionali che potrebbero invece fornire i nessi necessari alla comprensione del problema. Proprio per questo la moderna sessuologia ritiene necessario, per il trattamento di un sintomo sessuale maschile, coinvolgere la partner già nella fase diagnostica: in generale il clinico avrà da lei una dovizia di dettagli emotivi e relazionali preziosi, anche se soggettivi e tutti da verificare. Questo, naturalmente, risulta ancor più vero nel caso di uomini alessitimici, un po’ “muti e sordi” alle emozioni proprie e altrui. Partendo dall’ipotesi che l’alessitimia sia una presenza inquietante e invadente nel setting terapeutico, persino capace di mettere in discussione il buon esito di un trattamento, alcune recenti ricerche hanno voluto indagare questa dimensione correlandola sia al deficit dell’erezione sia all’eiaculazione precoce, i sintomi maschili più frequenti (Michetti et al., 2006; 2007). I risultati hanno sottolineato che non solo si assiste alla presenza massiccia e contemporanea di quei sintomi con la difficoltà personale a trattare con il mondo emotivo, ma che, a un grado di gravità maggiore della disfunzione lamentata, corrisponde un aumento della dimensione alessitimica stessa. Da un punto di vista scientifico non siamo in grado di affermare che il sintomo sia causato da questa difficoltà specifica, così come è difficile stabilire se la depressione o l’ansia che spesso accompagnano un problema sessuale ne siano la causa o l’effetto. In altri termini, non possiamo escludere che, a partire da una sofferenza prettamente corporea, la mente elabori stati d’animo depressivi o ansiosi o, ancora, che prenda le distanze da realtà ritenute ingestibili. Il delicato e intenso rapporto corpo-mente non procede solo nella ben nota direzione psicosomatica, in cui un conflitto si incarna in un sintomo corporeo specifico, ma è ovviamente in grado di percorrere la strada inversa, quella somatopsichica, alterando A002336, 4 l’assetto psicologico proprio a partire da un dolore fisico persistente. Resta il fatto che gestire le emozioni e le relazioni è ritenuto da molti uomini faticoso e spesso demotivante, come dichiarano tra gli altri i sostenitori della prostituzione e del sesso in Internet senza pensieri. LA TERAPIA SESSUALE La sessuologia moderna cerca di interpretare e intervenire sul problema presentato dal paziente o dalla coppia in maniera integrata: indagando contemporaneamente sia sui meccanismi biologici di competenza dell’andrologo, del ginecologo o di altri specialisti medici, sia sul versante psicologico individuale e relazionale. L’esito dei risultati diagnostici è discusso prima tra gli esperti anche in prospettiva terapeutica e poi condiviso con l’utente. È importante che il gruppo di lavoro sia esperto e affiatato per non riproporre la solita dicotomia tra corpo e mente ai danni del paziente stesso. Inoltre, vista l’alta incidenza di alessitimia negli uomini con disfunzione sessuale, risulta importante, come abbiamo già sottolineato, coinvolgere anche l’eventuale coppia per approfondire le ricadute negative del sintomo sulla vita sessuoaffettiva del partner (Michetti et al., 2006; Simonelli et al., 2008). Infatti, il portatore del sintomo può essere visto come egoista e sfuggente o può essere accusato di non voler risolvere il problema. Come conseguenza crescono nell’altro la frustrazione e la rabbia poiché si ritiene di subire una sottrazione ingiusta di attenzione, di intimità e di piacere. Inoltre, anche il partner può sviluppare una disfunzione sessuale che può essere considerata come fattore di mantenimento della problematica principale. È l’importanza di tali dinamiche che ci fa propendere per un lavoro con la coppia anche se la terapia individuale è prevista nei casi di uomini single o in una relazione non stabile, oppure qualora si presentino situazioni in cui il partner non sia disponibile o quando la situazione relazionale è ritenuta troppo caotica o ingestibile. In presenza di alessitimia, con lo scarso livello introspettivo che questa comporta, ad un approccio psicodinamico si preferisce l’utilizzo di tecniche corporee, training autogeno, ipnosi, tecniche da abbinare ai farmaci quando necessari (Simonelli et al., 2008). Un limite frequente all’efficacia del trattamento consiste nella mancanza di motivazione del paziente, in quanto è spesso il partner a richiedere il trattamento. Un problema ulteriore si verifica se le reazioni del terapeuta alle difficoltà alessitimiche del paziente sono poco comprese. A002336, 5 In tal caso il clinico sottovaluta, non percependolo, il disagio individuale associato alla disfunzione sessuale. La reazione emotiva del terapeuta al paziente alessitimico spesso comporta sentimenti di impotenza, frustrazione o rabbia, riproducendo lo stile relazionale della dinamica di coppia: in questo senso il controtransfert può essere un ottimo punto di partenza da restituire alla consapevolezza dell’altro con la pazienza e il tempo necessari. CHE COSA CONCLUDERE? Il significato che il nostro contesto attribuisce oggi alla sessualità non ha precedenti. Specialmente quando si tratta di coppia si dà per scontata la presenza di uno scambio erotico soddisfacente che abbia la funzione di ratificare la bontà di quell’unione. Separazioni e divorzi non sono tuttavia in calo, anzi. E nelle coppie che resistono alla rottura spesso i problemi non mancano. Inoltre, se teniamo presenti tutti gli scenari descritti, restiamo colpiti dalle manifestazioni chiaramente patologiche, ma anche da quelle cosiddette “normali”, che sembrano sottolineare un quadro ben più controverso e difficile per le relazioni sessuoaffettive durature tra maschi e femmine. Dall’ambito clinico, infatti, ci giungono notizie di una crescita esponenziale di problemi di calo del desiderio, spesso al maschile e solo relativi alla coppia stabile, dove il coinvolgimento emotivo è inevitabile. Se l’amore resta un’idea astratta su cui convergono uomini e donne, la costruzione di una coppia progettuale è probabile che veda invece due scenari con due aspettative a confronto spesso troppo distanti. Una maggiore conoscenza dei meccanismi relativi all’identità di genere e alle emozioni probabilmente non risolverebbe completamente i problemi, ma potrebbe davvero avvicinare e rendere più comprensibili e flessibili i ruoli e la comunicazione tra maschi e femmine. A002336, 6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI GRAY J. (1992), Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, Fabbri, Milano. MICHETTI P. M., ROSSI R., BONANNO D., TIESI A., SIMONELLI C. (2006), <<Male sexuality and regulation of emotions: A study of the association between alexithymia and erectile dysfunction (ED)», International Journal of Impotence Research, 18, 170-174. MICHETTI P. M., ROSSI R., BONANNO D., DE DOMINICIS C., TORI F., SIMONELLI C. (2007), <<Dysregulation of emotions and premature ejaculation (PE): alexithymia in 100 outpatients>>, Journal Sex Medicine, 4, 1462-1467. SIMONELLI C. (a cura di, 2006), L’Approccio Integrato in Sessuologia Clinica, Franco Angeli, Milano. SIM0NELLI C., BONANNO D., MICHETTI P.M., ROSSI R. (2008), <<Premature Ejaculation and Dysregulation of emotions: Research and Clinical Implications Alexithymia in patients with Premature Ejaculation (PE)>>, SEXOLOGIES, 17(1),18-23. GLI AUTORI CHIARA SIMONETTI, Presidente della European Federation of Sexology (EFS), è Professore associato e insegna Psicologia dello sviluppo sessuale presso la Facoltà di Psicologia 1 della “Sapienza” Università di Roma. STEFANO ELEUTERI, consulente sessuale, collabora con l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma e con la cattedra di Psicologia dello sviluppo sessuale presso la Facoltà di Psicologia 1 della “Sapienza” Università di Roma.