Anno VIII Numero 1
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Anno VIII Numero 1
.~ 1 Sj~~l~lons in I ribbonorncnto postale ~ r u p pIII~ - N. 1 - 20 gennaio ,960 Anno v111 Direzione Redaz.: Piazza d i Treri, 86 : .P fls; i ,,? .i % :,h +..? t --v;,., di.:! p $8 - .-. g .,,t5 g; 8 _, h.;; ROMA a -' W'.+-.. :.,... ? i .N" < .,.: C&,! 8,. , ; - , , ,$, I1 2 ~ -., ;: i 3 '.%.. a . r '4 & 5p 6,. ; & ,- $l g. :: :.t gg *-.,i k4, i ., , i ? :i :.' :.,; m,,. *, 3 ?., ,. \k-M&vg2~m$~Fg&;~ h ' O R G A N O MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE I T A L I A N A P E R I L CONSIGLIO DEI C O M U N I D'EUROPA di Giancarlo Zoli Da pochi giorni ha avuto inizio il 1960; e co'me di consueto ciò h a dato occasione ad uno sguardo retrospettivo, e ad una valutazis'ne delle prospettive dell'immediato futuro. L'attenzione di tutti coloro che si uccupano del 1960 politico è accentrata sul 16 maggio: i precedenti viaggi del Presidente Gronchi a Mosca e di Kruscev in Francia e i lavori della Commissione a dieci per il disarmo sono co'nsiderati in relazione all'incontro al vertice. Non è qui il luogo di dilungarsi sugli aspetti mo'ndiali, sulle conseguenze sul piano della civiltà e della pace, che vediamo o non vediamo nel convegno dei Grandi. Ciò che è, più che necessario, urgente, è richiamare l'attenzione su altri fatti od avvenimenti che sarebbe assurdo fossero offuscati dal 16 maggio. Occorre che ci ricordiamo che la nostra azione per l'autosno'mia locale inquadrata nella Federazione Europea, che la nostra azione per gli Stati Uniti d'Europa rispettosi delle libertà locali, non meritano il minimo rallentamento né perdono affatto di significato in rappo'rto a quello di nuosvo che sta svolgendosi. Qualunque sia il giudizio sulla distensione, vi si creda moltissimo, un po' o af'ìatto, l'urgenza di fare l'Europa resta immutata e il dovere di dare a questa quelle caratteristiche che si co'nfondono col principio di autonomo sviluppo delle collettività minori non diminuisce. Infatti la nostra scelta non si collega a un determinato tipo di rapporti fra occidente ed oriente, o fra. democrazie e dittature, m a può soltanto assumere nelle diverse situazioni una funzione più o meno destinata anche a certi obiettivi esterni. Se i pessimisti avranno ragione, i motivi competitivi in un certo senso saranno f r a gli elementi per cui bisogna fare l'Europa; se avranno torto, una evo'luzione positiva di tutti i rapporti coll'oriente darà una nuova missione all'unità europea. I n ogni caso non diminuirà il dovere verso le no'stre popolazioni di far cadere gli assurdi ostacoli a l loro sviluppo ed al loro benessere, sia le anacronistiche frontiere che il non meno anacronistico centralismo, né diminuirà il dovere verso tutti di salvare attraverso strutt u r e adeguate la civiltà europea, tanto meno anticristiana e d antiumana nonostante l e sue pecche, delle civiltà basate sull'economia quali, sia pure in forma diversamente grave, sono quelle delle due potenze che attualmente dominano il mondo. Se, non assordati dal clamore delle pro- Da sinistra: Maggio, il Sottosegretario Folchi, Peyron (coperto), Serafini, Cavallaro, Micara, Giovanni Lom-T ' bardi, Antonioli. Interveiierido al Direttivo dell'AICCE assente da Roma il Ministro Pclla - I'on. Folchi ha affermato che occorre « sdiplomatizzare n I'europeismo. IN CAMPIDOGLIO 11 1 7 e 18 dicembre 1953 si è riunito a Roma, zn Campidoglio, il Consiglio Direttivo delL'AICCE; daremo nei prossimi numeri un resoconto della riunione, cui è intervenuto per il Governo nazionale l'on. Folchi. Qui sotto riportiamo le importanti rzsoluzioni, che sono state adottate dopo il lungo dibattito seguito alle relazionz Serufini (« L a presente congzuntura europea e gli Stati Generali di Cannes »), Maggio (:<Leautonomie locali in Italia e la Carta europea delle libertà locali »), G. C. Zoli (<C I Poteri locali e le cittuali Istituzioni europee »), Serafini (: I1 progetto di Carta federalista del CCE e la Comunità politica europea »). IL giudice costituzionale Ambrosini è intervenuto per alcune « considerazioni sul primo tema di Cannes 2. I - Risoluzione sui temi degli Stati Generali di Cannes e sulla Assemblea Costituente Europea. I1 Consiglio Direttivo delllAssociazione italiana per il Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa - Sezione italiana del CCE -, riunito a Roma in Campidoglio il 17 e il 18 dicembre 1959, afferma che i1 cammino verso l'integrazione sopranazionale politica ed economica è facilitato da una struttura interna federale o quanto meno regionale dei singoli Stati avviati alla federazione; ritiene tale struttura indispensabile per realizzare una pianificazione del territorio comunitario e un decentramento economico col concorso dell'autogoverno locale, cioè su basi democratiche ed efficienti; riafferma i po'stulati della <: Carta europea delle libertà loscali » ed aggiunge che è urgente l o studio delle dimensioni e delle funzio~ni degli Enti locali territoriali, in una società, come l'odierna, nella quale si è così notevolmente spostato, ovunque, il precedente rapporto tra spesa pubblica e spesa privata e dove, nell'àmbito di questo aumento di spesa pubblica, è necessaria una nuo~va,equilibrata e coo'rdinata distribuzio'ne dei còmpiti f r a il centro e la periferia; afferma altresì la sua perplessità di fro'nte alla tendenza, che si sviluppa in più Paesi d'Europa quando si operano modifiche nell,àmbito tributario, di il cespite di u n riparto più o meno automatico di imposte erariali alle talvolta invecchiate forme di imposizione locaie; e dichiara che tale sostituzione lede l'autonomia locale; richiama viceversa l'esigenza di uno studio glo- COMUNI D'EUROPA bale di tutto il sistema tributario, da basare prevalentemente su imposizione diretta, progressiva e idonea alla struttura federalista; ritiene fondamentale il principio, affermatosi con la Conferenza europea dei Poteri locali, di un intervento istituzionale dei Poteri locali alla fonte stessa del potere legislativo ed esecutivo, ad evitare forme unilaterali di rivendicazione a posteriori della autonomia locale; ritiene ormai irrimandabile l'inizio di una politica comune euro'pea delle aziende economiche di diritto pubblico, in particolare di quelle gestite per conto dei Poteri locali (municipalizzate, ecc.); prende atto del progetto di « Carta federalista del Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa >>, preparato per gli Stati generali di Cannes dalla Commissione per gli Affari europei del CCE, ed approva il principio di affiancare u n documento di tale tipo alla « Carta europea delle libertà locali »; si esprime a favore di un organico e massiccio impegno del CCE, che dovrebbe essere al centro di tutto l'impegno politico da assumere ai prossimi Stati generali, a favore di elezioni europee a suffragio universale e diretto dell'Assemblea Parlamentare Europea, condizio'nando questo appoggio ai presuppo'sti della contemporaneità di queste elezioni su tutto il territorio comunitario, del non abbinamento di queste elezioni ad altre elezioni nazionali, e dell'approvazione di una legislazione eletto'rale, che contenga dispositivi atti a restringere il più possibile l'effettuarsi del doppio mandato nazionale ed europeo': tutto ciò col co~nvincimento che comizi elettorali convo'cati su siffatti presupposti diano sufficiente pos'sibilità per inserire - nello spirito dell'Appello di Esslingen, e come tèma concreto della campagna eletto'rale - la richiesta di attribuzione di poteri costituenti, mediant,e apposito Trattato, all'Ass'emblea in tal modo eletta. I1 - Risoluzione sulla Conferenza Europea dei Poteri locali e le Comunità Europee dei Sei. I1 Consiglio Direttivo dell'Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa - Sezione italiana del CCE -, riunito a Roma in Campidoglio il 17 e il 18 dicembre 1959, riafferma la necessità di una pronta convocazione di una prima sessione a Sei della Conferenza europea dei Poteri locali, che dovrà essere seguita da altre periodiche sessioni; invita gli organi dirigenti europei del CCE a prendere le iniziative opportune, perché la Conferenza si effettui nel quadro della Assemblea Parlamentare Europea e perché nell'àmbito delle Comunità a Sei essa abbia i dovuti riconoscimenti istituzionali. I11 - Risoluzione sull'Istituto Europeo di Credito alle Collettività locali. I1 Consiglio Direttivo dell'Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa - Sezione italiana del CCE -, riunito a Roma in Campidoglio il 17 e il 18 dicembre 1959, ribadisce la sua sempre più ferma convinzione che un Istituto europeo di credito alle collettività locali, e in generale un allargamento delle possib'ilità creditizie degli Enti territoriali locali su scala europea, non sia realizzabile se non nell'àmbito in cui è prevista una politica monetaria e anticongiunturale commune: e pertanto che la creazione di questo Istituto debba avvenire, per ora, nell'àmbito dell'Europa a Sei, non escludendo la cooperazio~net r a l'Istituto europeo e Istituti di credito alle collettività lo'cali operanti nei Paesi europei esterni ai Sei; 20 gennaio 1960 ( C o r ~ t i r i u t i z i o , i e dalla pu(r. i) pagande intorno al 16 maggio, resteremo fedeli e coerenti anche intellettualmente alle nomstre convinzioni, vedremo nel calendario politico del 1960 altre date: a cominciare dal 14 di questo mese, in cui l'Assemblea Parlamentare riprenderà la discussione sulla capitale euro'pea. Pochi gio'rni dopo alcuni di no'i saranno nello stesso emiciclo di Strasburgo; e la terza Conferenza Europea dei Pot'eri L,ocali rappresenterà al tempo stesso la conferma della serietà con cui gli amafferma altresì che la politica creditizia ministratori dibattono in sede europea i loro dell'Istituto europeo v a formulata nel quaproblemi, e, attraverso la presenza congiunta dro della politica comunitaria di investimenti dei rappresentanti dei Sei e dei Sette, l'oca lungo termine e dei piani regionali di svicasione per far sentire a questi ultimi che la nostra scelta non è esclusiva e polemica. luppo economico. ma affettuosamente aperta verso chi purtroppo dimostra ancora tanta incomprensione IV - Risoluzione sul Progetto go'vernativo Per la nostra azione. italiano di Legge eomunale e provinciale. Ma la grande occasione di gridare a tutti, dai parlamentari ivi invitati all'opinione I1 Consiglio Direttivo dell'Associazio~ne pubblica che non ci potrà ignorare, dal geitaliana per il Consiglio dei Communi e dei nerale De Gaulle che attenderà t r e giorni Poteri locali d'Europa - Sezio'ne italiana del dopo la nostra partenza la visita di Kruscev CCE -, riunito a Roma in Campidoglio il agli altri governanti europei, non sempre 17 e il 18 dicembre 1959, so~lleciti quanto vorremmo verso l'Europa dei Comuni, la richiesta di costruirla davriafferma la necessità che lo studio dello vero e presto, sarà nei Vi Stati Generali schema di disegno di legge comunale e prodi Cannes. Pomtrà essere da chi ci osserva vinciale si ispiri ai postulati della « Carta e non ci ama giudicata una riuscita inanieuropea delle libertà locali », alle conclusioni festazione turistica; ma noi dovremo pordelle varie sessioni della Conferenza eurotarvi invece una carica d'entusiasmo che la pea dei Poteri locali e alle precise esigenze no'n potrà spegnere n é il sole affiepioggia e agli obblighi che scaturiscono dai Trattati volire. In questi giorni c ~ m p a i o ~ nqua o e. là di Roma; le svastiche: non sapremo anche noi innadomanda che, in sede consultiva, il promorati dell'Europa ritrovare l'entusiasmo del getto governativo sia sottoposto, ai fini di periodo della Resistenza? cui sopra, all'esame dell'Associazione, così Accanto a questi richiami imperniati sulcome dell'unione delle Province d'Italia l'aspetto europeo della nostra azione, altre (UPI) e dell'Associazione nazionale Comuni occasioni ci si presenteranno quest'anno in italiani (ANCI), prima di essere inviato defisede italiana per operare. La legge comunale nitivamente all'esame del Parlamento. e provinciale e il T.U. per la Finanza Locale, di cui governo e parlamento si occupano, richiedono' la vigilante collaborazio~nedella nostra esperienza e del nostro orientament,~. Non potranno né dovranno essere s e non un passo in avanti per una legislazione Il Segretario generale dell'AICCE ha inviato maggiomente fedele come ai principi della nostra Carta delle Libertà Loca,li, così allo i due seguenti telegrammi : spirito e alla lettera dei trattati di Rosma Dott. Sergio Piperno per la Co'munità Economica Europea. Presidente Unione Comunità Israelitiche Italiana Vi saranno infine, dulcis in fundo, le eleLungotevere Sanzio, 9 - Romu ziani amministrative. Si porranno i problemi dell'impo~stazione della propaganda, dello Amministratori locali europeisti cui fede Stati orientamento politico, delle alleanze. Quelli Uniti Europa ricollegasi at ideali Resistenza desiderano inviare at Comunit,à Israelitiche t r a no'i che si sentiranno rispettosi di se espressione piena solidarietà in occasione atstessi e della propria coerenza non dimentuale rigurgito razzista che testimonia sopravticheranno che la scelta Europa non è sul vivenze vecchia Europa legata at mitologia stati piano po'litico fatto secondario od accidennazionali sovrani cordialmente tale, e vedranno anche le elezioni amministrative e ciò che le seguirà in tale prospettiva. Ministro Medici Dal Manifesto federalista di Ventotene Ministero Pubblica Istruzione - Roma sono passati ormai quasi vent'anni; d a quello Amministratori locali fedesalisti europei viche potremmo definire, stranezze della storia, vissimamente preoccupati per episodi razzistici verificatisi in numerose scuole italiane confidano il suo rilancio, il discorso di Zurigo di Churchill, quasi quindici. S e non vogliamo troche opera educativa organi scolastici sia largavarci nemmeno a metà strada è ovvio che mente intensificata sottolineando orrori persedobbiamo da oggi al 16 maggio e dopo il cuzioni nazifasciste et rievocando speranze gioventù europea vive durante gloriosa stagione 16 maggio impegnarci sul serio. della Resistenza cordialmente Gian Carlo Zoli Vecchia Europa razzista -~ 20 gennaio 1960 COMUNI D'EUROPA Caron ai secondi Stati generali Riportiamo l'intervento che il sen. Giuseppe Caron fece ai I I ' Stati Generali di Venezia (ottobre 1954). Questi si conclusero con l'affermazione che = primo scopo del CCE è l'istituzione di una Comunità Politica Europea con poteri limitati, ma reali, sui piani politico, economico e sociale, e sottoposta a u n controllo democratico emanante dal suffragio universale diretto S . Signor Presidente, signore e signori, Giammai avrei p e n s a t , ~ , arrivando ieri sera, a Venezia, che oggi mi sarebbe destinato il grande onore, a causa dell'assenza di altri parlamentari italiani, impegnati nei lavori della Camera e del Senato, ed in quanto figlio di questa terra veneta, di porgere, a Voi tutti rappresentanti l e Amministrazioni co'munali d'Europa, il salut,o del gruppo parlamentare italiano per l'Unione Europea. Gruppo che ha avuto fino a ieri a su.0 Capo, riconosciuto ed amato da tutti, l'onorevole Alcide De Gasperi, al quale già stamane questa Assemblea ha, p e r le paro'le del Sindaco di Firenze, tributato il suo commosso, reverente ricordo e postumo omaggio. E' nel solco del suo pensiero, per tutti noi parlamentari italiani, indimenticabile, ma particolarmente per me che gli fui vicino proprio negli ultimi mesi della sua vita, quando tutte le sue forze erano dirette al grande ideale di un'Europa Unita, che io desidero confidarvi qualche mia modesta considerazione. E' certo commovente e consolante ad un tempo, che in un momento nel quale gli ide'ali e le speranze di un'Europa unita sembrano offuscarsi ( a causa so'prattutto di un evento, qui stamane evocato, quello del rifiuto da parte dell'Assemblea Nazionale Francese di ratificare il trattato che avrebbe istituito la Comunità Europea di Difesa) che i legittimi rappresentanti dei popoli nelle libere amministrazioni comunali d'Europa tengano la seconda loro grandiosa As,selmblea. Ed è commovente e consolante ad un tempo, che stamane questi pensieri di una comune origine, di una comune natura, di una identità di aspirazioni e di ideali, sia stata riaffermata, con lingue e parole differenti ma con lo stesso pensiero degli illustri rappresentanti che a questa tribuna si sono avvicendati. tari o di Governi, in una Assemblea di settore o in u n Consiglio di Europa, che essa potrà essere trovata. No'n lo è f.3ndando la sicurezza e l'avvenire dell'Europa, su u n nuovo patto di alleanza tra gli Stati sovrani, come il trattato di Londra, i cui sviluppi attendiamo con ansia e preoccupazione ( e ciò penso possa significare adottare linguaggio chiaro per tutti), che noi eviteremo i pericoli, già troppe volte per il passato manifestati, di vedere poi, in definitiva, gli Stati regolarsi secondo i loro interessi nazionali. La Germania era pronta a farlo: l'atroce ricordo di un passato al quale fu costretta da un dittato're e da un pugno di suoi accoliti, il suo beninteso interesse nazionale, l'ideale simpatia per una unione europea, confluivano tutti nello stesso senso. Ma non si volle: in tutti i Paesi, i privilegi, i ricordi di un passato che si deve sempre ricordare per essere spronati, non per restare inerti, gli ego'ismi e le abitudini, hanno contribuito di fatto ad arrestare una politica di largo respiro che ebbe in uomini, ben presenti alla mente di noi federalisti, gli alfieri più combattivi. E' ora, quindi, di parlare chiaro: con questi mezzi, in questa confusione, nulla di costruttivo si può fare. Mi guarderò bene di rifare l a diagnosi dell'Europa fatta stamane e di discutere le tesi esposte da questa tribuna quando qui sono venuto per portare il saluto dei parlamentari italiani. Ma non posso f a r e a meno però di dichiararmi d'accordo con coloro che affermano che non è più sui Governi, sui loro diplomatici che si può contare, ma occorre che le stesse popolazioni, i loro rappresentanti più autentici e più immediati, i Consigli Comunali ed i Sindaci, i parlamentari invochino la grande crociata. Ma non, ahimé, con quei concetti che il signor Chaban-Delmas ha sviluppato stamane, non fondando l'azione su organismi sorpassati e destinati alla sterilità. dalle loro stesse carte istituzionali, ma dando un indirizzo nuovo alla azione. I1 senatore Caron !fra il Ministro Ferrari Aggradi, il sindaco di Treviso Chicrcghin (al centro) e il sindaco di Orléans Secrétain, in occasione del gemellaggio fra lc due città europee. Caron è ora vicePrcsidente della Commissione della Comunità economica europea: lo accompagna la fiducia del Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa di mieliaia di amministratori l o d i di e I'aueurio " " tutto il continente, che in lui conoscono il vecchio, coerente militante federalista europeo. Ma mi è parso però che in questa comunione di ideali e di aspirazioni, non si sia resa con evidenza, olt,re che le difficoltà del Non è creando una Comunità, come quella momento politico nel quale viviamo e nel t r a le 6 Nazioni, per le questioni inerenti quale forzatamente dobbiamo operare, la il carbone e l'acciaio, che ha certamente il necessità della slcelta di un'azione comune. grande pregio di instaurare per la prima Stamane l'eminente membro dell'Assemblea Nazionale Francese, investito dei pot,eri volta il concetto di sopranazionalità, e poi lasciarla così, quasi piantata a mezza aria di governare il suo grande Paese, nel delie avulsa dalla realtà economica, che incalza cato settore dei Lavori Pubblici, e nel cone la circonda, che noi costruiremo l'Europa. tempo Sindaco eletto di Bordeaux, ha acuLa realtà è che molti voglio'no l'Europa tamente delineato la situazione strana e n parole, ma che poi a fatti, i vari Governi quasi paradossale, di una Eiiropa divisa in (no'n voglio accusare qualcuno in partico'latanti Stati che disperatamente cercano una r e ) , scelgono la via che significa rinunzia a via tra l'Europa a 15 del Consiglio di Europa, quella appena delineata nel t,rattato dare all'Europa democratica l'unica forma di Londra dell'Europa a 7, e quella a 6 politica adeguata ai problemi di fronte ai della Comunità Europea Carbone Acciaio. quali essa si trova ed hanno imboccato la strada che li riporta purtroppo al vecchio Gli è, a mio modo di vedere, che questi Paesi, dirò molto meglio, questi Gozierni, schema delle alleanze tra Stati sovrani. si sono messi su di una strada sbagliata. La grande occasione che si presentava, coAttraverso le nebbie di una vaga as,pira- stituita dal fatto che la Germania non era anzione ad u n a Europa unita, si sono indicate cora pienamente autonoma, poteva e doveva permettere che tutti, nell'atto stesso che a quee poi tentate delle strade che mai a queste sto popolo si rendeva il suo buon diritto ( e conclusioni, nel senso co'ncreto della parola, tutto lo consigliava, la logica, la storia, il ripotranno portare. spetto al diritto delle genti) decidessero di inNon lo è certo i n un'azione di parlamensieme limitare la loro sovranità. Sviluppando cioè quel concetto di sovranazionalità che distingue la CECA dagli altri organismi internazionali creati o che si sta per creare, convinti che solo con la delega di poteri, limitati, s e si vuole, ma reali, ad una Federazione cia parte degli :;tati, si potrà fondare l'Eluropa. Poiché è chiaro che se l'unità europea non può essere più fondata, nelle presenti circostanze, su una Comunità sopranazionale della D~ifesache per malintesi interessi nazionalisti si è fatta cadere, che obb'liaava gli Stati a cedere ciò che non sanno più amministrare, occorre allora che i popoli ottengano il consenso alla convocazione di una Costituente Eurompea. Io sono convinto che u n a lotta con questo obiettivo può essere condotta ed in particolare la possono condurre gli uomini, i migliori di ciascuna città, che hanno' la fiducia piena e csmpleta dei loro cittadini. Non dimentichino i Sindaci, i capi e i membri delle Amministrazioni Comunali, qui convenuti a Venezia che se essi giustamente combattono per le autonomie amministrative, per l e libertà municipali, debbono combattere per tutte l e libertà, perché o si hanno tutte le libertà o non si h a la libertà. Voi giustamente bollate lo S'tato centralizzata che vessa e controlla i comuni, ma non tollerate forse con lo stesso vigore lo Stato sovrano ed assoluto basato nei suoi rapporti con gli altri Stati su meschini equilibri diplomatici, sulle consoiterie ed i cartelli econ.omici? Occorre quindi che voi pensiate a questa Europa federata, c h e vo'i non perdiate occasione per chiederla e per volerla, sicuri che solo così facendo, col cadere delle vecchie strutture interne ed internazionali. che ormai hanno fatto il loro tempo, voi avrete veramente dato al vostro lavoro, che ci è pro'prio,, di amministratori saggi ed oculati, il sigillo di un'opera imperitura. 4 COMUNI D'EUROPA 20 gennaio 1960 n libera PER UNA «DOMUS ROMANA DEI POTERI LOCALI » Poteri locali, quali la Confederazione della Municipalizzazione e la Famiglia piemon(alla quale sono associati i resi,denti tese a Roma piemontesi di nascita): sarebbe agevole osttenere da esse sulla base de!lla concreta esperienza già fatta notizie e suggerimenti sulla procedura più opportuna; 11 11 Caro Direttore, la pluriennale esperienza fatta nell'ambito di una delle associazioni rappresentative dei Poteri locali, s u scala sia nazionale che europea, mi ha dato modo di fare alcune constatazioni semplici, ma che tuttavia vale la pena di ricordare, al fine di trarne poi una interessante plroposta: 1) gli amministratori locali che fanno parte degli organi direttivi delle t r e associazioni esistenti sono, in parte, gli stes,si, e ciò è logico', fra l'altro perché s'ono pochi gli uomini che hanno partic'olari attitudini, ad esprimere le esigenze generali, ed inoltre hanno la possibilità specie finanziaria di sostenere le spes,e connesse con firequenti venute a Roma, e infine hanno anche la voglia d i sobbarcarsi a n'uovi impegni di lavoro, oltre quelli numero,si, propri del governo locale: logico quindi che questi uomini vengano utilizzati più frequentemente: - - - - b) l'onere finanziario verrebbe coperto da co'ntributi un,a taqbtum degli Enti loscali maggi.ori (Milano', Roma, Tosrino, Regione siciliana, ecc.), da contributi - sempre umz t8antum concessi da Enti vari ed anche, mediante apposita leggina dallo Stato ed infine a,ttsaverso un mutuo che sarebbe agevole ottenere da uno degli appositi istituti di credito edilizio: l'ammortamento di dett,o mutuo risulterebbe per buona parte co'perto all'atto pratico dall'equivalente delle rilevanti pigioni che le tre associazioni dei Po'teri locali già pagano attualmente per le rispemttive sedi; - 11, (C - - C) le t r e associazioni - che naturalmente, sia ben chiaro, conserverebbero immutata la loro attuale completa autonomia 2) una aliquota non trascurabile della attività delle t r e associazioni (Unio~nedelle Provincie d'Italia, Associazione nazional'e dei Comuni italiani e Associazione italiana per il Consi.glio dei Comuni d'Europa) ha carattere comune, e ciò vale in particolare per quanto riguarda l'azione sul piano europe'o': basta ricordare la partecipazione alla Conferenza europea dei Poteri lo.cali ed alla attività dclla Comunità europea di credit,o comunale, l'interessamento all'attività legislativa, per quanto riguarda almeno i provvedimenti di maggiar rilievo', ecc.; 3) iri questi ultimi anni si è constatata chiaramente una più attiva ed impegnata « presenza P delle 3 associazioni suddette, il che - da un punto di vista pratico - si è tradotto, fra l'altro, nella attrezzatura di sedi sempre più vaste e cos~to~se (o'ltre che, natur ~ l m e n t ~ più e , funzionali). E si tratta di tendenza di lungo periodo, che è facile prevedere avrà ulteriori manifestazioni, sia di carattere politico che propriamente organizzc.tivo. 11, a) l'acquisto dell'immobile di proprietà dovrebbe essere fatto da una so'cietà senza fini di lucro, appo'sitamente costituita, e della quale sarebbero azionisti i maggiori Enti locali. Operazioni del genere sono già state compiute da organizzazioni aventi - dal punto di vista giuridico e funzionale - caratteristiche analoghe alle organizzazioni dei esistenti, così come sono - del tutto separate, autonome, con i propri organi direttivi separati, ecc. - m a consente la loro sistemazione in una sede unica, e di proprietà: con tutte le conseguenze che se ne possono trarre, e che s'ono estremamente positive. Spero che, sulla distanza, anche questa mia nomta po~ssa apparire come uno dei miei perio'dici contributi al potenziamento di quella attività centrale - indirizzata a fini sia nazionali ed europei - dei Poteri locali che considero tanto efficace ed utile ed alla quale ho, specie in passato, dedi,cato' una non lieve aliquota del mio tempo. A te, caro Serafini, aprire e far pro'seguire il dibattito e dare una decisiva spinta verso la conc~retaattuazione. Grazie dello s,pazio concessomi e cordiali saluti. SITOSCIPIONE A mia volta ho sostenuto viv~acemente, qualche anno f a i vecchi amici della Sezi'one romana del M'ovimento fedenalista europeo lo ricorderlanno - la noatmzione di una Casa d ' E u ~ o p aa Roma, idea che ritengo complementare di quelZa dell'amico Scvpione. Idee slemplici, pratiche, che in ltlalia non ~ T O V U ~ rapida O acco'glienzia, perché la loro re~aliz~~abilitu è i n gran parte legata a l h capaatu dz produrre sfwzz B cons~wziatz11, cioè a uno spzr1to associatzvo che d a nioz non è eccessivamente sviluppato. I n fon'do La prioposta Scipione, come la vecchia mia, non richiederebbe ni8entedi eccezim~ale:i n Germania o i n Inghilterra o i n Olanda edifici siffatti e di analoga destinaione sono all'ordine del giorno. Ma i n Italia h costruzione dei palazzi è p e r lo più opera dei p.oltentati economici: 1'~assoc~zic~nismo democratico raramente promduce una domm o, volgarmente, una c'asa. Fatta questa premessa, riteng80 - lo ripeto - che una domus romana dei Poteri locali sarebbe utile, funzionale e farebbe in definitiva risparmiare ,tnolti denari. Giro La proposta anche alle consorelle ANCI, UPI, UNCEM, ecc. (oltre che a i singoli Poteri Lo8c8alin,ostri soci) e mi auguro che su di ess'a siano inviati al nostro periodico pareri integrativi e adesioni. u. S. - * * * Tutto ciò premesso mi si è venuta maturando spontanea in mente l'idea di una ' z Domus romana dei Posteri locali che sia sede comune alle t r e organizzazioni dei Poteri lo'cali oggi esistenti, sia di lo'ro proprietà c d adeguata funzionalmente anche alle prevedibili esigenze future del rispettivo lavosro. Si tratta di una idea che osvviamente qui viene abbozzata, e che colo a t t r a v e r s , ~un approfondito dibattito potrà divenire - se del caso - dettagliato progetto e quindi avere re~alizzazione. Mi sia cons'entito fare però subito', per mia parte, alc'une preci~azio~ni: La seile della Federazione italiana dei rorisorzi agrari a Ronia. La sede milariese dell'Automobile Club d'Italia. - avrebbero però mo'do, nella più ampia e comune sede, di attrezzare anche una parte dei lolcali in comune, come a d esempio un grande salone di rappresentanza per riunioni (conferenze stampa, ecc.), una sa,la di soggiorno e lettura per amministratori lomcali di pas,saggio a Roma (con relativa disponibilità d i stenodattilografe, telefono, ecc.), u n ufficio copia di manovra, al quale fare ricorso nei rispettivi periodi di superlavoro (Congressi, ecc.) o per la effettuazione d i lavori che è possibile - e magari più funzionale svolgere in comune (ad es. pubblicazione ed aggiomrnamento di un o p ~ s c o ~ lunico, o illustrativo della rispettiva attività e destinato agli ambienti esterni agli amministratori locali) e simili. Si tratta come vedi, caro Direttore, di un'idea che forse vale la pena di approfondire, dato che lascia le t r e associazioni oggi ), (I N COMUNI D'EUROPA 20 gennaio 1960 STRASBURGO 5 - LUSSEMBURGO - BRUXI Lronaca delle lstituzioni europee GLI EUROPEISTI dibattito, del Consiglio dei Ministri, tanto più necessaria, in quanto le spiegazioni e le RENDEN T HOMMAGE pezze d'appoggio da esso forniteci per giustificare i bilanci che esso ha elaborato sono StrnsburgO. dicembre del tutto insufficienti ». I1 piu grande dei poeti romani, Lucrezio, « L'Assemblea - ripete il Presidente delin un passo assai noto del suo celebre poela Commissione per il bilancio Vals, socialista francese, che riprende punto per punto ma De Rerum Natura, enunzia con estrema tali critiche - è u n organo politico, e non chiarezza i1 principio che i corpi gravi cau n gruppo di contabili. Non si capisce perdono nel vuoto con la stessa velocità, indiciò come il bilancio che ci è presentato non pendentemente dal loro peso. sza accompagnato d a u n exposé des motifs. Si deve per questo far risalire la fondaE se poz non si crea, come nella CECA. zione della scienza sperimentale non a Bacone, a Cartesio o a Galileo, ma agli Epicurei una intposta europea diretta, che consenta il finanziantento delle attività delle istituzioni greci o latini? No, perché non è l'enunciacomunitarie, è evidente la dipendenza di zione di un teorema, fatta per caso e senza queste, compresa l'Assemblea, dal Consiglio, la possibilità di dimostrazione sperimentale, per i fondi ad esse necessari: riducendo queche provi la fondazione di una scienza, sibsti, il Consiglio può paralizzarne l'azione. bene il chiaro e cosciente possesso di u n Ciò nonostante nulla è stato fatto e per ora metodo scientifico. che consenta di indagare si intende fare al riguardo D. sistematicamente e di codificare organicaMargulies, liberale tedesco, Vice Presimente l e leggi della natura dente del Consiglio per il bilancio: Analogamente in politica ben poco conta «Protesto anch'io per l'assenza dei Minil'accidentale ed empirico riconoscimento stri. La nostra Assentblea non ha alcun diche rimane sterile - di questo o quel diritto di modifzcare il bilancio: può solo f a r fetto di un sistema intrinsecamente contradproposte al Consiglio. Se questo è assente la dittorio e insufficiente, senza la visione di Assemblec~f a solo, a proposito d i questa diinsieme delle ragioni profonde di quelle conscussione, u n " colloquio con se stessa ". tradizioni, la sola che consente di porsi E quanto a l fatto già lamentato che i bisulla via del loro superamento. lanci ci vengono presentati senza spiegazioni. L'esercizio di chi si dedichi a spulciare i ricorderò soltanto che ancora dopo due anni resoconti di questa o quella Assemblea Europea, per constatare quante volte gli stessi non si s a bene come verranno spesi i famosi 215 milioni di dollari relativi al programma parlamentari europei - e non solo gli estrequinquennale d i ricerca dell'Euratom. misti « federalisti » - abbiano riconosciuto Una volta si diceva: 1'Etat c'est moi. Oggi l'inconsistenza delle Comunità cosiddette è il Consiglio dei Ministri che sembra dire: « sovranazionali » è perciò in gran parte un esercizio inutile: non & da credere infatti 1'Europe c'est moi. LYAssentblea può parlare a vuoto quanto vuole, nta non ha nessuna che gli autori di quelle critiche si aprono reale parola politica da dire. Le elezioni minimamente ad una prospettiva federalista; dirette. seppure ci saranno, non cambieranno anzi quelli stessi che più esplicitamente deaffatto t suoi poteri, che sono e restano nulli. nunziano l'assoluta mancanza di competenze Della sede untca se ne riparlerà nel 1962, e politiche dell'Assemblea, o di poteri reali per ora si continuerà a gettar denari dalla delle Commissioni e dell'Alta Autorità, e la fznestra. in continui spostamenti f r a Straonnipotenza del Consiglio dei Ministri, quelsburgo. Lussemburgo e Bruxelles. E quanto li stessi inorridirebbero di fronte alla proai funzionari, basterà ricordare che quelli spettiva di un'Assemblea Costituente Federale Europea - la sola che può correggere del servizio di ricerca dell'Euratom (che non quei difetti non di dettaglio m a di fondo - sono tutti scienziati atomici di fama mondiale. ma normali impiegati, segretarie. usciee la considererebbero insieme rivoluzionaria, ri) guadagnano in media 12.400 dollart alnel senso deteriore della parola, e control'anno, cioè qualcosa come 8 milioni di lire producente. a testa; e almeno 4 milioni se li beccano anE' questa la ragione per cui a tale eserche in tutte le altre istituzioni. C'è da chiecizio noi non ci siamo mai o quasi mai dedidersi - tanto più che è annitnziata un'incati, nelle nostre cronache strasburghesi. Ma tali critiche sono state ripetute nella sessione fornata di altri duecento impiegati " a d q pie paghe e più che doppi pranzi" - se i di novembre del1'A.P.E. in modo così freprogressi della idea europea, e in particolare quente, e in forma talora così dura, che per della ricerca nucleare, non s i misureranno questa volta non sappiamo resistere alla da ora in poi dalle somme che si buttatentazione di una piccola antologia, per porno via ». r e al termine di questa la biblica cancluPotremmo continuare, ma ci sembra che sione: ex ore tuo te judico. basti per comprendere qual'è il quadro e la Vediamo: discussione dei bilanci della prospettiva entro cui va visto lo « storico s Comunità Economica e dell'Euratom. I1 recolloquio (questa è stata la grande novità latore Janssens, liberale belga, esordisce afdella sessione di novembre) che l'Assemblea fermando: «Lamento l'assenza completa, da questo ha tenuto per due giorni con i Ministri (i quali, per loro conto, hanno stabilito di far compiere un'altro fondamentale passo alla idea europea ... decidendo di consultarsi ogni tre mesi sui problemi di politica estera). Chi h a ormai un'esperienza non più breve delle tristi e monotone vicende dell'europeismo a Strasburgo ricorda molto bene analoghi sforzi fatti dall'Assemblea Consultiva negli anni immediatamente successivi alla creazione del Consiglio d'Europa, perché i Ministri dei 15 paesi di quella organizzazione si degnassero almeno di prendere in considerazione l e sue raccoinandazioni, anche in questo caso con esito del tutto negativo. Ma la storia non ha insegnato nulla agli europeisti (non c'è peggior sordo di chi non vuol intendere) e la maliconica farsa ricomincia ora nelle Comunità a Sei. I1 dibattito si è svolto, ancora una volta, sui binari consueti. Chi si è limitato allo stretto tema in discussione ha chiesto che i Ministri ascoltino almeno un po' di più la Assemblea, dato che questa non ha alcun controllo politico su di essi. non disertando l e sue riunioni così sistematicamente come hanno fatto fino ad oggi. e si degnino di dar e una risposta alle interrogazioni che vengono loro rivolte. Pella, Presidente in carica del Consiglio dei Ministri, ha risposto senza prendere impegno alcuno né sull'uno né sull'altro punto. Quelli che, come Maurice Faure o Scelba, si sono levati a una visione più generale, hanno parlato più o meno vagamente della necessità di f a r evolvere le Comunità Economiche attuali verso un'imprecisata « Comunità Politica ». Discorso che poteva avere u n senso nel 1952: ma oggi, quando tutta la realtà comunitaria evolve sempre più verso l'« Europa delle patrie D, calza perfettamente, per chi non si sa liberare, da questa prospettiva e dire ad essa un franco no - e nessuno degli europeisti di Strasburgo n e è capace -, l a risposta del gollista Vendroux, conforme alle ben note tesi dei suoi compagni di parte: ben venga egli ha detto in sostanza - una tale generale coordinazione politica delle t r e Comunità; ma gettando a mare, anche nei testi, ogni aspetto genuinamente comunitario, e allineandosi a l minimo denominatore cc+ mune di integrazione. Gli europeisti rinunziano una volta per tutte, al feticcio « sovranazionale », senza di che c< da promotori àell'Europa si trasformeranno in antieuropei a. Così, di compromesso in compromesso. la associazione comunitaria sarà completamerite trasformata in una associazione meramente internazionale: questo è il senso profondo dell'« evoluzione » dell'europeismo ufficiale, ed è anche il senso vero che si è potuto trarre dal « colloquio D. Ma un altro e ancor più « storico » colloquio - pensavano gli ingenui - doveva aver luogo a Strasburgo. Proprio a metà della sessione il generale D i Gaulle visitava COMUNI D'EUROPA la capitale alsaziana. Ben inteso egli si è astenuto dal rendere omaggio all'Assemblea (e in questo non sapremmo dargli torto') o dal fare alcuna allusione - nel suo discorso pubblico in quella che viene pomposamente chiamata la « capitale dell'Europa » - alle Comunità a Sei o all'unificazione del continente. (Ha accennato so'lo, e nei termini più vaghi e più brevi, alla necessità, di fro~nte al blocco orientale, di una maggiore intesa dei Paesi o'ccidentali, into'rno al perno centrale dell'alleanza franco-tedesca, ma auesto con l'unificazione europea non ha proprio nulla a che vedere). Ciò non h a tuttavia impedito che il Presidente dell'Assemblea Schuman si recasse lui ad ossequiare ufficialmente il generale, accompagnato da altri cinque peco'roni, n,ella persona di altrettanti vice presidenti e euro~pei». Intanto, di fro'nte alle d u e o tre mezze colonne che il giornale locale (Les Dernières Nouvelles cE'Alsace) dedica, a titolo d i cronaca cittadina, ai dibattiti della Maison de L'Euro'pe, stavano fino a nove - dicesi nove - pagine consacrate giornalmente a De Gaulle, durante i giorni in cui è rimasto nella regione. I piccoli Stati nazionali, sentendo la propria impotenza, ed essendo d'altra parte incapaci di superarsi, si vogliono almeno consolare co'n un loro picco'lo Nasser e si dedicano al culto della personalità e a l nazionalismo, con mezzo seco~lodi ritardo, come un qualsiasi Paese sottosviluppato. Gli europeisti, soddisfatti, rendent hommage. abbiccì L a bomba . 'A )) francese a Franco- forte Le istituzioni democratiche nazionali e gli strumenti politici nazionali sono inadeguati a portare a fondo il processo di unificazione dell'Europa, e spesso, si ergono, ostili, fra i cittadini e l'Europa. Prendete un esempio clamoroso: quello del nostro amico Chaban-Delmas. Quest'uomo senza pregiudizi, ciovane e volto all'avvenire, sindaco di Bordeaux e benemerito presidente della Coininissii>ne per gli Affari comunali e regionali del Conqiglio d'Europa, è anche parlamentare nazionale francese (e niembro deI Governo). Ebbene. il Parlamento nazionale può condizionare anche questo amministratnre locale giovane e dinamico. Durante il dibattimento sulI'Euratom alla Camera francese il nostro amico è stato, per così dire, trascihato dall'amhiente. non ha più visto lucidamente le prospettive europee: e si è preoccupato che la Francia - il Paese, signori miei, di Montaime, di Descartes, di Pasca1 possa avere anche la gloria di una bomha atomica tutta francese. a Forse anche i piccoli potranno. in futuro, avere armi atomiche n, ha esclamato Chaban-Delmas. E cosi al Lussemburgo (mi scusino gli amici lussemburgbesi) lasceremo un fucile atoinico e alla Francia lasceremo l a « gloire » della bomba. «Altrimenti la Francia diventerh una potenza di secondo rango N, h a aggiunto Chaban-Delmas. A que~ t opunto sarà bene intendersi, senza mezze parole. Se si tratta della potenza dello spirito, la Francia h a toccato i vertici della civiltà umana: essa è stata eguagliata, mai superata. Ma se si tratta dell'economia e del peso militare e politi~co. la Francia non & sfuggita alla sorte decli altri Stati dell'Europa occidentale. Naturalmente con le sue preoccupazioni nazionalistiche Chaban-Delmas ha rimesso in ciuoco tutta la questione. Perché gli uoniini sono fatti cosi: se un francese vuole la bomba atomica, anche ali italiani sosterranno che spetta loro la bomba atomica per tradizione storica, i tedeschi noil accetteraiino - alla lunga - di esserne unilateraliiienle privi, e anche i paesi minori - minori di territorio e popolazione. non di ingegno - vorranno (come del resto ha intuito Chaban-Delmas) i loro giocattoIi per guerra atomica. E a chi giova tutto ciò? - (dalla relazione politica di Serafirii ai I11 Stati generali - ottobre 1956) 20 gennaio 1960 Due vittorie delllAlta Autorità Tre decisioni nei rapporti con i terzi I1 Consiglio dei Ministri della CECA si è riunito in novembre ed in dicembre. Aveva all'ordine del giorno problemi per la cui soluzione l'Alta Autorità domandava una co'nferma, se non una vera e propria estensio~ne, dei suoi poteri di organo esecutivo della Comunita carbo-siderurgica. S i sapeva che alcuni governi erano favorevoli ed alt,ri contrari alle proposte dell'Alta Autorità, e si temeva che, tanto per non perdere l'abitudine invalsa negli ultimi tempi, si sarebbe, tutt'al più, giunti ad un rinvio. Invece, I'unanimità dei Ministri ha co'ronato, nelle due sessioni, gli sforzi perseveranti del Presidente Malvestiti e dei su.r>i colleghi. Ma veniamo ai temi fondamentali delle sessioni di novembre e. di dicembre. Alla prima, il Consiglio ha approvato I'ultimo ritrovato dell'Alta Auto'rità in fatto di « revisione » del Trattato della CECA in materia di riadattamento della mano d'opera licenziata. (Dell'argo~mento ci siamo occupati nel numero di novembre). In che consiste il ritrovato? Nel proro'gare di tre anni ancora il regime che avrebbe do'vuto scadere il prossimo 10 febbraio e nel limitare tale proroga ai soli lavoratori del carbone. Alla sessione di dicembre, il Consiglio ha accolto favorevolmente i piani dell'Alta Autorità per fronteggiare la difficile situazione del mercato carbonifero del Belgio e per continuare, nel corso del 1960, ad aiutare i minatori di quel Paese. Riconosciuto che la situazione minaccia di pro'vocare - come dice il Trattato - perturbamenti gravi e persistenti D, l'Alta Autorità è abilitata ad ado~ttaretutta una serie di misure che vanno dal risanamento dell'industria carbonifera all'eventuale limitazione della produzione belga e delle importazioni sia dagli altri Paesi della Comunità che dall'esterno, dalla possibile fissazione di prezzi minimi a l congelamento delle attuali scorte di carbone presso le miniere. I1 governo belga, dal canto suo, si è impegnato a chiudere: entro il 30 giugno di quest'anno, 34 sedi di estrazione, il che porterebbe ad una riduzione della produzione per circa 5 milioni e mezzo di tonnellate. Le importazioni dai Paesi della Comunità dovranno raggiungere un massimo di 2,9 milioni di tonnellate, e precisamente 1,9 dalla Germania federale. 0,8 dai Paesi Bassi. 0,2 dalla Francia. Quelle dall'esterno non dovranno oltrepassare le 600 mila tonnellate. Vale la pena di ricordare che dal febbraio 1953, cioè da quando è stato aperto il mercato comune del carbone, l'Alta Autorità ha fornito ai minatori del Belgio aiuti sociali vari per un ammontare di circa 700 milioni di franchi ed ha corrisposto alle miniere marginali un aiuto di perequazione pari a 2,5 miliardi di franchi belgi. I1 Consiglio dei Ministri della CEE, riunito a Strasburg.9 il 24 novembre, ha di nuovo discusso dei rapporti con i Paesi che della Comunità non fanno parte. Specialinente dopo la creazione della «piccola » Zona di libero scambio, i Sei sono tenuti a 0 volontà provare concretamente la 1 . ~ buona nel non incoraggiare rivalità esagerate e divisioni pericolose. Per questa ragione, i Ministri hanno adottato t r e decisioni che fanno onore al loro europeismo. Prima decisione: i Paesi terzi profittano. dal 1" gennaio del '60, dello stesso grado di allargamento dei contingenti previsto dal Trattato per i Paesi membri. Ne saranno esclusi soltanto i Paesi ai quali non è accordata la clausola della nazione più favorita. Seconda decisio'ne: i Sei potranno estendere ai Paesi terzi la riduzione delle tariffe doganali, pari a l lo%, clie interverrà il prossimo 1" luglio 1960. Si tratta qui di una facoltà e non di un'obbligazione. Terza decisione: creare una commissione di « contatto » tra i Sei del Mercato comune e gli altri Paesi europei. Compito della commissione sarebbe quello di sorvegliare le correnti di traffico, di proporre l e misure atte a correggere le difficoltà eventuali, organizzare delle co'nversazioni tra tutti i Paesi dell'OECE. Segni favorevoli nel MEC Secondo i dati ufficiali diffusi a cura della Commissione esecutiva della CEE, nel 1950, la produzione industriale della Comunità sarebbe aumentata del 5,5% in media. Contro il 3 % dell'unione belgo-lussemburghese starebbero il 6% della Germania, il 9 o 10% dell'Italia e dei Paesi Bassi. Tranne che in Belgio. dove ha raggiunto punte superiori al 1958, la disoccupazione tende dapertutto a diminuire. La stessa constatazione si può fare per la disoccupazione femminile che si è ridotta notevolinente in seguito alla ripresa dell'industria +,,"":l,. LC>DllC. I1 costo della vita ha continuato a salire. L'indice generale dei prezzi è aumentato del 3,7% in Germania, del 3,4% nei Paesi Bassi, del 2% nel Belgio. Notevole incremento hann? accusato le espo~rtazioni.I1 più rilevante si è constatato in Francia, specie per le esportazioni verso Paesi non appartenenti all'area del dollaro. Tendenza all'aumento dimostrano pure i salari dell'industria. Uno dei mo'venti è il più elevato costo della vita. Un altro è il rialzo dei prezzi dei beni consumo. Terzo: il desiderio dei lavoratori di partecipare ai pro'fitti degli accrescimenti di produzione. . . ...- .. -- G. E. C. 7 COMUNI D'EUROPA 20 gennaio 1960 . - ALCUNE OSSERVAZIONI SUL PIANO MANSHOLT E I POTERI LOCALI di Gianfranco Martini L'atteggiamento del G o v e r n o italiana v e r so il piano Mansholt, e in generale verso l'accorciame~nto dei t e m p i per arrivare al meacmto c o m u n e agri~c~olo, ci preo~ccupulm'olto. S e sappiamo v8cl.2utare bene la situazione, considerazioni settoriali nazi,onali n o n s o b influenzano i l Ministro dell'Agricolltura, m altresì i l Ministro degli Esteri e ad,dirittura il Presidente del C,onsiglio. Ebbene, l'integrazione europea, per motavi d i interess'e gemriale internazionale e italiano, è obiett i v o asso~lutamente prioaitario, e sarebbe mortificante che - fra l'[<Europa delle patrie d i Debré e altre tegole del genere. che c'adono quotidianamente sulla testa del pover'uomo europeo - inserissimo apertam e n t e (perché copertamente d i malestri n e abbiamo già compiuti a svffictenza) anche le inopinate II difficoltà italiane, invece di c~ogliere a v o l o un'occasione che s i present'a per giovare alla nausa della sopranazionulità. S e gli agricoltori saranno in difficoltà ( q u i n d i n o n t u t t i gli italiani, cosa che neanche giustificherebbe un rallentamento - o u n a mancata accelerazione - del processo unitario, che è più importante d'o~gni altra oosa, perché ci garaiztisce pace e dignità , facciano pagare qued i popolo m o ~ d e r n o )si st8e difficoltà a chi sarà avvantaggiato dai più rapidi passi verso il Mercato C o m u n e : m a n o i siamo convinti c h e n o n si tratta neppure d i tutti gli agricoltori italimani, q m n to s~olo d'una loro parte, minoranza nella minoranza. Meraviglia piuttosto ( e anche qui, paobabilmente, giuoca la nostra ingen u i t à o la nostra scarsa informazionei) che si parli dell'impiego del cc piano v e r d e s e n m che sia ancora stat'a concoadata la politica c o m u n e agraria europea. Ma come? Questi sono lo spirito e la con'creta voliontà europei del nostro Governo? Parrebbe più che giustifi~~abileche c i si impegnasse fin da ora per un K piano v e r d e a t t o e'quilibratore d i eventuali sacrifici maggiori che , integrazione europea la n e ~ e s s ~ a r i aurgente può chiedere al settore agricolo nazionale: m a esso andrà formulato i n concreto. solo dopo che sia stat,a decisa la politica agraria conveniente all'E~lropa come tale. O siamo della stessa pasta d i Debré e compagni? Cosi continuendo n o n a v r e m o d a v v e r o diritt'o alla riconoscenza dei futuri citta,dini europei o semplicemente dei nostri figli. Tant'è: forse n o n siamo all'altezza d i contribuire a rim e t t e r e i n carreggiata, col nostro serio: l u n gimirante, coraggioso c'ontributo europeista, un m o n d o dove - dopo i giovani arrabbiati - fioriscono adesso i post-arrabbiati e i sospettosi I , , erranti fra il terrore atomico; i l disgusto dei padri ( n o i ! ) e la frenesia orgiastica (leggano, leggano il nostro Ministro dell'Agricoltura, il nostro Min i s t ~ odegli Esteri, il nostro Presidente del Zenzero di Consiglio romanzetti come Donleavy o le prose d i Nathalie Snrraute, Alain Robbe-Grillet. Miche1 Butor). Il m o n d o v a a rotoli. la Federazione europea è un'idea-forza che può diventare u n a speranza e u n a guida morale pe+ i nostri giov a n i sban,clati, e noi mercanteggiamo l'avvenire, cediamo ai gruppi di pressio~ne,n ~ o n comprendiamo la gravità dell'ora. Sveglia, amici del G o v e r n o n ~ z i o n ~ a l e ! )I )I 11, 11 ,t '1 1' 11 11 Fatta questa doverosa premessa, possiamo passare al t e m a specifico più sotto trattato da Gianfranco Martini, amministratore locale nel Polesine. ,, C o m u n i d'Europa si è già i n passato occupato del t e m a dei Poteri loscali i n relazione all'agricoltura e all'integrazione europea: wedansi. fra i varii scritti, L'assistenza al C o m u n e rurale i n G e r m a nia di Renato Brugner (ottobre 1955). I C o m u n i rurali e l'Europa (resoconto del Conv'egno dell'AICCE ad A l b a ? i n provincia d i Cune80, oltre u n o stralcio dall'opuscol~o, edito dalla s e g r e t e r i , ~italiana della Campagna europea della G i o v e n t ù , s u Colopemzione ed integrazione a,gricola europea: elevazio~neu m a n a e civile del m o n d o contadin o e passi dal discorso del Ministro dell'Agricoltura Colombo alla II Assemblea generale del Consiglio Superiore dell'Agricoltura, s u « L e iniziative agricole e la reg i m e » - n o v e m b r e 1959), « L e comunità m o n t a n e d i Edoardo Pizzetti (gennai'o-febbraio 1956), Citta e campagna al C'ongresso Internazionale di Urbanistica a V i e n n a » d i Renato Briigner (luglio-agosto 1956), cc L a di maggioranza contadina vuosle l'Europa Lino Burbero (dicembre 1956), I C o m u n i rzorali e l'Europa ( d u e lettere al Direttore - febbraio 1957). C, I Landkreise d i Hans M u n t z k e (maggio 1957), reso~conto del III Convegno del Montiferru s u L e autonomie (ottobre 1957), Il balocali e l'Europa ricentro economico europeo e i poteri locali » ( n o t a sztll'intervento del Segret'ario generale dell'AICCE all'incontro organizzato dal Mov i m e n t o Europeo s u Problemi e prospettive dell'inserimento dell'economia italiana nel Mercato C0mz~n.eEuropeo - febbriaio-marzo 1958), « M e r c a t o C o m u n e Europeo, artigianato e poteri locali » d i Pietro Micara ( c o n r i f e r i m e n t i alla agricoltura - marzoaprile 1058). Ma ci preme soprattutto di ricordare la raccom,andazione conclusiva I del Colnvegno d i Palazzo Canavese s u C o m u n i rurali europei e l'equilibrio cittàc'ampagna (cfr. C o m u n i d'Europa gennaio 1959); essa dice fra l'altro: « I l Convegno, cosciente del fatto che i progetti delle grandi integrazioni economiche ( c o m e per esempio il M E C ) sono necessari, m a min'acciano da u n a parte di concentrare gli i n v e stimenti per l'industria e le abitazioni nelle città e nelle zone gin sovraccariche o che lo diverranno rapidamente. e dall'altra d i accentuare l'esodo rurale e la depressione di zo8ne già sottosviluppate, che esistono anche i n regioni prospere, a f f e r m a che parallelamente a queste integrazioni economiche è indispensabile approntare zin conveniente aménagement d u territoire il cui scooo essenziale è quello d i assicu?iare delle favorevoli conclizimi d i uità a t u t t i gli uomini. sia che abitino le città che le campagne. e di assicurare lo .sviluppo d,ella popolazione rurale, per ristabilire l'equilibrio fra le città e le campagne, dann80samenterotto nella maggior parte del!r nazioni; a f f e r m a altresì che questo « aménagement d u territoire n o n potrà corrispondere alle necessità degli uomini senza che questi possano intervenire a orientarlo per m e z z o d i convenienti istituzioni, sui piani federale, nnzionale, ~ e g i o n a l e ,pl~tricomunale ( L a n d 11 C, )) . 11 11 11 ,) (C )I 11 1, 11 11 ), 11 ),, ,( )> 1, 11: 11 kreise, arrondissement, circondario, ecc.) e comunale; sottolinea che nessuna soluzione può essere effica'ce senaa la creazione di u n a rete di (Dorfgemeinschaftsfoyers comm.unaux hauser, centri so'ciali, C o m m i t n i t y centres, ecc.) e senza giustapposizione armoniosa, n e l quadro rurale, d i u n a agricoltura modernizzata e di u n a industria proporzi~onata alla misura locale e legata, t u t t e le volte che è necessario, ad altre imprese o m o g e ~ w ~ee a un centro di ~ n o n t a g g i o che assicuri i m o derni r i t m i di produzione: sottolinea ancora che per giungere a questo obiettivo. la partecipazione delle collettività locali è indispensabile e che, pertanto m e z z i di credito devono essere messi a disposizione delle n u o v e imprese come pure delle collettivita locali; chiede che in t u t t i i nostri Paesi gli organi ufficiali si impegnino a queste realizzazioni e che la popolazione v e n g a chiamata perman e n t e m e n t e a partecipare a u n a tale attività, che interess'a t u t t o il suo destino: ... E' evidente che a u n a politica agraria sopranazionale d,ovrà corrispondere u n a com u n e - ed energica - politica d i investim e n t i a lungo t e r m i n e e d i sviluppo regionale: e i n questo quadro la Sezi80ne italiana del CCE aztspica che siano indirizzati gli sforzi della Comunità europea di credito comunale. ' 11. *** In Italia, i n questi giorni, si parla d i f f u samente del piano Mansholt, come è stato denominato il progetto d i u n a politica agraria c o m u n e , a' sensi dell'art. 43 del trattato di R o m a , predisposto dall'olandese V i c e Presidente del Comitato economico e sociale della CEE. Esso è stato definito il primo serio t e n tativo di programmazione economica delle r i f o r m e di struttura e di un sistema di m e r cato comune dei prodotti agricoli tra i Sei Paesi del MEC. T a l e progetto è stato trasmesso il 7 nov e m b r e scorso al Comitato economico sociale della CEE per il prescritto parere, c h e dovrà essere presentato entro il prossimo m e s e di febbraio a seguito di accordi intervenuti t r a il Presidente Hallstein e il Presidente S t a r k e del predetto comitato. Risulta tuttav i a che la Commissione agricola dell'assemblea ne h a già iniziato l'esame: dopo f e b braio essa sarà f o r m a l m e n t e invitata ad esprimere il suo giudizio politico sul piano. Nel f r a t t e m p o anche i n Italia uomini di gaverno, associazioni di categoria, responsabili dei vari settori produttivi agricoli e tecnici h a n n o cominciato a prendere i n esam e il piano Mansh.olt, incontrandosi anzi a Ro'ma col suo estensore per u n diretto scambio di idee. I1 progetto Mansholt consta di t r e parti: l a prima descrive la situazione attuale dell'agricoltura dei paesi m e m b r i della C E E ; l a seconda enuncia i f o n d a m e n t i di u n a politica agricola c o m u n e tali da definire u n a politica delle strutture, u n a politica d i m e r cato e u n a politica commerciale. L a terza parte prevede proposte specifiche per l'attuazione di u n a politica agraria c o m u n e per migliorare le strutture agricole e per dar COMUNI D'EUROPA vita all'organizzazione di mercato per i principali prodotti. Una valutazione analitica del piano Mansholt in relazione alla situazione dell'agricolt u r a italiana e con riferimento al preannunc i a t . « P i a n o verde >> appare oggi non facile per la c ~ m p l e s s i t àdella materia trattata e forse prematura, mancando ancora la possibilità di una adeguata documentazione. Tuttavia, e con riserva di riprendere prossimamente l'argomento, appare fin d'ora utile accennare ad alcuni settori in cui il problema d i una politica agricola comune interferisce più direttamente con le funzioni e i compiti delle amministrazioni locali. Tra questi ci pare di particolare importanza il problema dell'assistenza tecnica la quale, per consentire la realizzazione dell'impresa agricola sotto ogni profilo ed essere efficace, deve essere la più diffusa e decentrata possibile. Solo l'elevazione della capacità imprenditoriale degli agricoltori potrà mettere l'agricoltura italiana, nel suo complesso. al passo con le necessità dell'intero sistema economico nazionale e delle nuove esigenze di integrazione europea. Specialmente le minori unità aziendali saranno disponibili per le indispensabili trasformazioni se verrà diffusa la informazione professionale degli agricoltori e favqrita in genere l'evoluzione della mentalità dei ceti così detti contadini; solo così l'impiego di notevoli capitali potrà costituire un investimento pubblico positivo. Tralasciando in questa sede l'istruzione scolastica vera e propria, è sul piano delle nozioni tecnico-professionali che i poteri locali potrebbero essere chiamati a fornire un utilc contributo. Al fine di rendere sempre più estesa e capillarc l'attività di esperti volta a consigliare e formare professionalmente gli agricoltori, potrebbe essere ripreso un disegno di legge del quale era stata preannunciata tempo f a la presentazione C che prevedeva, secondr, le poche informazioni allora diffuse, l'istituzione di condotte agrarie con circoscrizione territoriale ridotta. I tecnici ai quali tale. condotte sarebbero affidate, do'vrebhero svolgere il compito di diffondere t r a gli operatori agricoli un'adeguata informazione tecnico-economico sulla base di valutazioni basate sulle specifiche condizioni locali e fornire un decentrato Nel numero agosto-settembre '59 abbiamo pubblicato l'acuto studio « Le conseguenze dell'integrazione economica europea >> del gruppo inglese del Politica1 und Economic Planning (PEP). Oggi citiamo una edizione inglese di Allcn and Unwin (London 1959), in cui il professor Tibor Scitowsky (il titolo del libro è « Economic Theory and Western European Integration ») offre una sua dimostrazione, scientifica, dei vantaggi di una integrazione economica europea, chiarendo che non ci può essere autentica integrazione senza organi comunitari dotati di effettivo potere sopranazionale. Vorremmo inviare il volume in omaggio alla redazione del settimanale I1 Punto n , che nel numero del 9 gennaio ha pubblicato un tipico articolo di Franco Martini, dal titolo (significativo) s L'Italia esclusa dal direttori0 economico a 4 .. A proposito del vertice occidentale servizio di assistenza, adattando gli orientamenti produttivi alle esigenze del mercato interno ed internazionale. I1 problema è coinplesso e sono tutt'altro che trascurabili le riserve formulate nei confronti di tale iniziativa nella quale è insito il pericolo di una certa burocratizzazione: tuttavia, in una situazione quale quella italiana, in cui gli agricoltori non hanno ancora dimostrato, salvo eccezioni, la loro consapevole intenzione di dotarsi autonomamente di strumenti organizzativi e di assistenza tecnica, anche le condotte agrarie, intese come organismi collegati coi poteri locali e operanti in stretta collaborazione con gli stessi operatori agricoli, potrebbero costituire un utile strumento di diffusione, in mo'do istituzionale e permanente, dell'assistenza tecnica nel campo agricolo. I1 pian-o Mansholt prevede, tra l'altro, l'acceleramento dei tempi di piena applicazione del trattato di Roma, riducendo ad otto i dodici anni previsti per il periodo transitorio, il che significa che entro sci anni si dovrebbe addivenire all'unificazione del mercato agricolo. Tale riduzione cronglogica ha suscitato perplessità non tutte ingiustificate data la situazione dell'agricoltura italiana e i suoi vizi di origine e la incomprimibilità dei così detti tempi tecnici per la conversione di certi ordinamenti produttivi e per le relative modificazioni strutturali. Tuttavia è innegabile che il fattore tempo sta divenendo pressante sia per neutralizzare la creazione di nuove strutture difensive contro l'integrazione che una lunga attesa potrebbe favorire, sia di fronte alle prospettive di competizione economica che il clima di distensione f r a Est e Ovest sembra delineare: così stando lc cose! bisogna bruciare le tappe e risalire, con visione organica ed aperta, lo svantaggio in cui l'Italia si trova, creando soprattutto un dinamico ceto di operatori agricoli pronti ad accogliere le innovazioni del-progresso e capaci di agire attivamente ed in forma associata sul mercato interno ed internazionale. L'AICCE ha fin dalla sua origine richiamato gli amministratori locali a divenire sempre più consapevoli delle profonde innovazioni chc la rcaltà economica del paese e quella internazionale impongono anche agli attuali compiti dei poteri locali, e a dibattere perciò liberamente tutti quei pro- economico di Parigi vi si legge: s Perché duiique sostenere che 11011 siamo di fronte ad una energica iniziativa degli americani e degli inglesi. diretta a ricondurre i "micro-europeisti " in seno a quella più grande Europa che era stata concepita e che si è in realtà attuata nell'OECE so'tto l'impulso morale e materiale dei due paesi nord-americani [USA e Canadàl? Evidentemente, perché non si vuole ammettere che il MEC ha subito, questa volta, una vera e propria disfatta n. A parte quel <. micro-europeisti ,, che, francamente, non ci piacc (mentre vorremmo sapere perché, poco prima del varo del MEC, i = macro-europeisti >, inglesi volessera - proprio cssi - dare l'ultimo colpo alla moribonda OECE: salvo a risvegliarsi, proporre la ZLS. ecc. ecc., quando i Trattati di Roma arrivarono inopiiiatamente in porto), quale soddisfazione ricava la redazione di I1 Punto n dalla dislatta del MEC? Può darsi che noi sbagliamo e che il settimanale, diretto da un excollaboratore dcl conte Sforza. voglia semplicemente criticare le deformazioni autarchiche >) 20 gennaio 1960 blemi di pubblica amministrazi.one che più strettamente si intrecciano con le esigenze dell'unificazione europea. Tra questi si possono ricordare i problemi dell'ordinamento regionale come presupposto per la redazione di concreti piani di sviluppo su base locale, l'aggiornamento dei criteri per l'aménagement d u territoire, i nuo'vi rapporti tra città e campagna, l e modalità delle migrazioni e così via: t r a detti problemi abbiamo ritenuto non del tutto fuori luogo, in una prospettiva di nuo~virapporti tra poteri locali e integrazione europea, il presente richiamo all'urgenza dell'assistenza tecnica in agriccltura e all'eventuale istituzione delle condotte agrarie, lieti se l'argomento potrà essere da altri ripreso e approfondito. Gianfranco Martini OPINIONI Ii Piano Mansholt per 1'Agricoltiira Europea Riportiamo dal n. 9, anno I, di «Iniziativa europea >> questo òra7zo dell'articolo di Antonio Landolfi. L'accoglienza riservata dagli ambienti e dalle organizzazi.oni dei grandi produttori agricoli, europei ed italiani, alle proposte formulate dal vice presidente della CEE, il socialista olandese Mansholt, pongono in luce le resistenze, gli ostacoli che il processo di integrazione europea incontra nel settore agricolq, vedono intaccati tradizionali situazioni di privilegio e di protezione. Ersse si trasferiscono, bensì, negli schieramenti politici. dove si verificano le più contraddittorie ed ibride convergenze. E' stato possibile, infatti; leggcrc sull'« Unitci » dei giorni 5 e 6 del novembre scorso, in occasione della sessi.3ne dei sei ministri dell'agricoltura dei paesi del MEC, una difesa d'ufficio dei « p r o duttori », cioè della confagricoltura e dei coltivatori diretti italiani, e delle corrispondenti organizzazioni straniere, che nc sposava le tesi avverse alle proposte Mansholt. E persino, sullo stesso quotidiano, un inatteso elogio al ministro Pella, che nel suo saluto aveva raccomandata una cautela nell'attuazione delle forme integrative, che suonava come reciso rifiuto dell'Italia agli impegni indicati dal progetto. Non è un mister.0, del resto, che il PCI, come il PCF, in Francia, è impegnato in una battaglia di retroguardia contro il mercato comune, che trova il terreno più fertile nel settore agricolo, dove gli interessi più retrogradi delle singole società nazionali convergon3 nella resistenza alla rottura di un equilibrio insopportabile e sempre più pesante per l'economia di ciascun paese. In ciascun paese infatti, e con particolare riguardo in Italia ed in Francia, l'organizzazione nazionale della produzione e della distri'ouzione agricola è basata su sistemi protezionistici e corporativi, che hanno i1 loro coerente e naturale collocamento in un mercato nazionale chiuso da alte barriere doganali. Spezzare queste barriere, per la costituzione di un mercato più largo e competitivo, vu31 dire aprire una crisi nell'equilibrio degli interessi privilegiati, proporre un sistema produttivo e distributivo basato su un aperto circuito concorrenziale, laddove oggi esiste la stagnazione dei costi, i1 sistema degli alti prezzi e dello scarso reddito dei salariati e dei piccoli e medi produttori. 20 gennaio 1960 COMUNI D'EUROPA 9 PENSIERO E AZIONE DEI FEDERALISTI EUROPEI U n meridionalista eurobeo : Renato G i o r d a n o La prima volta in cui mi ricordo di Renato Giordano è nelle stanze un po' buie d'un circolo culturale di Napoli, ove era con Francesco Compagna e un altro amico di quel gruppo di giovanissimi meridionalisti - usciti prevalentemente dall'Istituto Italiano di Studi Storici creato da Benedetto Croce -, che sono poi tutti risultati assai aperti ai problemi della Federazione europea; che, anzi, s3no riusciti a vedere in un coerente quadro unitario meridionalismo e federalismo europeo. Vicini prima al partito d'azione e poi ai repubblicani, hanno altresì rappresentato uno dei gruppi politico-culturali italiani più sensibili, accanto ai « popolari », ai liberali einaudiani, ai socialisti wmunitari, verso i problemi di una società pluralista, e di uno Stato articolato in effettive autonomie locali. Nel 1945, a dieciannove anni, Giordano era segretario di Guido Dorso all'Azione di Napoli. Nel 1948-'49 fece l'esperienza americana (alla Princeton University), che risultò una componente piu che rilevante della sua formazione intellettuale e del su3 giudizio politico: giudizio talvolta perfino trascinato - per una polemica assai rispettabile contro certo possibilismo levantino di larghi strati della classe dirigente europea - a semplificazioni e a oltranzismi in politica internazionale, che potevano rasentare la prevenzione. Nella battaglia federalista europea Giordano fu attivissimo e coerente, ma si schierò fra i moderati. Legato, dal tempo in cui prestò servizio presso l'Alta Autorità della CECA, a Jean Monnet - che aveva apprez- Nel prossimo numero pubblicheremo i resoconti sull'attività delle Giunte d'intesa fra i Comuni di Udine, di Esslingen a m Neckar (Germania) e Vienne (Francia); sulla riunione di Francaforte della Commissione del CCE per le autonomie locali e sul convegno di Abano Terme per .l'insegnamento dell'educazione civica e l'Europa. zato questo giovane meridionale di così vivo ingegno -, con quel tanto di smaliziato scetticismo che viene dalla routine della pubblicistica politica e dai contatti di « vertice », non sentiva forse congeniale al suo temperamento l'azione di tipo mazziniano, l'azione di base, l'utopismo populista. Ma non si adagiò mai nell'europeismo di maniera e, nutrito di vastissimi interessi per cose e teorie (politiche, giuridiche ed economiche: ricordo un suo acuto intervento sugli oligo- poli nel mercato comune europeo, in un dibattito a proposito di un libro di Galbraith), dava il prezioso contributo delle sue analisi critiche, infaticabilmente, ai lettori dall'orientamento più diverso, uomini pratici e intellettuali, militanti federalisti e operatori economici. La lettura della sua prosa era sempre stimolante e ci faceva spesso pentire di non aver approfondito qualche argomento, di cui egli, con informata sicurezza, ci sottolineava l'importanza. E' m3rto a trentaquattro anni, d'un male che lo minava da tempo e senza speranza e che pure non intaccava il suo sereno sembiante: tanto che, frequentando quest'uomo estremamente signore di sé, si poteva anche non avvertire che fosse o si sentisse ammalato. La malattia riguardava l'io empirico, mentre egli dava l'impressione di riuscire a vivere costantemente, se è possibile esprimersi così, sul piano trascendentale. I federalisti europei non dovranno dimenticare la sua lezione intellettuale e morale. U. S. Comitato d'azione del Movimento europeo I1 21 e il 22 novembre si è riunito a Strasburgo il C.3mitato d'Azione del Movimento Europeo. sotto la presidenza dell'on. Pacciardi, presenti il presidente del Consiglio Parlamentare del M.E. (Bohy), il Delegato generale (Drapier), i rappresentanti della Lega economica per !a Cooperazione europea, del Movimento socialista per gli Stati Uniti d'Europa, del Movimento Federalista Europeo, di Azione Europea Federalista, del Consiglio dei Comuni d'Europa (Bareth, Cravatte, Serafini). della Confederazione internazionale sindaccti cristiani, dei Consigli nazionali belga (Duvieusart e Rifflet), francese (Courtin e Lhuillier), italiano (Secco Suardo e Contigliozzi), lussemburghese (Werne e Eissen), 3landese (Nord e Molenaar), tedesco (Furler e Koppe), Gaetano Martino, vice-presidente del gruppo liberale dell'APE, Poher. presidente del gruppo democristiano delllAPE, Georges, segretario generale del gruppo socialista dell'APE, Dehousse, presidente del gruppo di lavoro dell'APE per le elezioni europee, nonché il segretario generale del M E. van Schendel. Deh3usse ha fatto una relazione ampia, esauriente sulle conclusioni del Gruppo di lavoro per l'elezione a suffragio universale, diretto dell'Assemblea Parlamentare Europ e a la relazione Dehousse ha suscitato u n largo dibattito, durante i1 quale da parte di tutti si è riconosciuto che - data la via obbligata che si presentava al Gruppo di lavoro - quant3 esposto da Dehousse risulta pienamente positivo. Piuttosto Rifflet, Serafini ed altri hanno cercato di individuare quali potranno essere i compiti dei militanti federalisti una volta aperta una campagna e!ettorale europea per l'elezione di un'Assemblea dai poteri indubbiamente insufficienti. Martino ha fatto una relazione sulla coordinazime delle politiche estere dei Sei, sottolineando che la collaborazione politica e la consultazione fra i governi non è quanto oggi basti all'Europa, attaccando la concezione gollista dell'« Europa delle patrie », esprimendosi contro una segreteria politica (segreteria, permanente per la politica ester a ) dei Sei, perché essa rappresenterebbe solo del fumo e una pericolosa « istituzionalizzazione » del principio della cooperazione, mentre - anche sul terreno politico - urge l'integrazione. Gli intervenuti ai sono divisi sull'utilità o meno della creazione della segreteria permanente, rimanendo ccmunque tutti perplessi sulle caratteristiche della segreteria stessa (donde proverrebbe? chi la costituirà? come sarà costituita? quali i suoi compiti? quale la sua autorità?). Duvieusart ha presentato una relazione scritta di la Vallée Poussin sulla coordinazione degli Esecutivi delle C3munità europee. La discussione ha mostrato u n orienta- A Gaetano Martino si deve il merito principale dei terzi commi dell'art. 108 Euratom e 138 CEE (« L'assemblea [~arlamentare europea] elaborerà progetti intesi a permettere l'elezione a suffragio universale diretto secondo una procedura uniforme in tutti 'gli Stati membri... n) mento in linea di massima favorevole a una futura unificazione dei tre Esecutivi, ma presentemente preoccupato che una modificazione dei Trattati appiattisca la soprana~ i o n a l i t àdella CECA al livello meno francamente sopranazionale del MEC e del1'Euratom. I1 Comitato d'Azione ha infine trattato tutta una serie di argomenti pratici, organizzativi, propagandistici (congressi e conferenze, agenzie europee di stampa, ecc.). COMUNI D'EUROPA In izìutiue del Congress,o del Pobolo Eurobeo La Sessione di Darmstadt I1 4, 5 e 6 dicembre scorso si è svolta a D a r m s t a d t l a I11 Sessione del Congresso del Popolo Europeo, sotto l a presidenza del prof. Mcuskhély dell'università di S t r a sburgo. E' s t a t a approvata all'unanimità u n a m o zione che così indica il m a n d a t o d a affidare a l Comitato p e r m a n e n t e del Congresso p e r l'anno 1960: 1 ) accentuare l a nostra opposizione all'involuzione nazionalistica delle forze n a zionali c h e ci governano; 2) moltiplicare e rinnovare. nella più s t r e t t a collaborazione col Movimento Federalista Europeo, l e elezioni primarie, p e r d a r e una più larga base poposlare europea alle rivendicazioni del Popolo Euro'peo; 3) intervenire presso t u t t i i parlamenti e i governi per esortarli a sostenere l a richiesta dell'Assemblea Costituente E u r o p e a ; 4 ) p r e p a r a r e l e forze federaliste a p a r tecipare i n massa d i r e t t a m e n t e alle elezioni politiche europee quando a v r a n n o luogo. F r a l e a l t r e mozioni politiche votate, n e è stata approvata una, s u proposta d e l delegato d i Lione Lesfargues, sulla situaz,ione dclla penisola iberica, in c u i si invitano quelle popolazioni « a d associarsi, nella m i s u r a in cui possono f a r l o >>, all'edificazione di un'Europa Federale, c h e sola p e r m e t t e r à d i ristabilire le tradizionali istituzioni democratiche e il libero esercizio dei diritti umani più elementari. P u r e all'unanimità è stata approvata una mozione del Segretario generale dott. Bolis, sottoscritta anche d a numerosi delegati a u striaci, s u l problema del Tirolo M e r i d i n a l e , che riportiamo nel testo integrale: « I delegati austriaci e italiani alla I11 Sessione del C P E constatano che d a u n lato e dall'altro della frontiera politica c h e separa i loro d u e S t a t i nazionali persistono delle incomprensioni c h e sono eredità d i rivalità d e l passato e origine d'intolleranza e d i litigio t r a i d u e popoli. I delegati sono convinti c h e la sola soluzione possibile p e r il f u t u r o n o n consiste nella revisione delle frontiere, m a nella loro abolizione, nel q u a d r o della Federazio'ne Europea, nella salvaguardia dei diritti dei gruppi etnici originari. I n t a l modo soltanto, l e minoranze nazionali potranno partecipare alla vita democratica di u n a E u r o p a F e d e r a t a >). La presentazione del trattato di Costituente Delegazioni internazionali d e l Congresso d e l Popolo Europeo h a n n o presentato il 10 n o v e m b r e scorso a i Presidenti delle Assemblee politiche dei Sei Paesi del Mercato comune il progetto d i T r a t t a t o p e r l a convocazione dell'Assemblea costituente e u ropea. I l Documento. p r e p a r a t o d a u n a commissione d i delegati del CPE, presieduta d a l prof. G u y H é r a u d , è stato accolto con molto interesse dagli esponenti p a r l a m e n t a r i d i Francia, Italia. Belgio, Olanda e Lussemburgo, m e n t r e nella G e r m a n i a f e d e r a l e il Presidente del B u n d s t a g Gestermayer, non h a ricevuto l a delegazione, guidata d a l Pres i d e n t e d e l CPE, Miche1 Mouskhély, motiv a n d o l a decisione con l'osservazione che l a iniziativa a v r e b b e potuto intralciare il lavoro del G r u p p o d i lavoro p e r l e elezioni europee, presieduto d a l sen. Déhousse. A R o m a l a delegazione, della q u a l e faceva p a r t e il nostro vice-presidente avv. Centazzo, sindaco d i Udine, è s t a t a ricevuta molto cordialmente d a l P r e s i d e n t e Merzagora, c h e h a mostrato d i conoscere i problemi concreti dell'azione federalista e d i interessarsi vivam e n t e a questi, e dall'on. Semeraro, in r a p presentanza del Presidente Leone, indisposto. (Continuozionc~daliu p a g . 8) del MEC, l'improprio uso politico del ME'C in funzione antidistensiva, il connubio nazionale franco-tedesco che cerca di u servirsi m del MEC: ma si faccia attenzione, perché guardando fideiaticamente a l di fuori della piccola n Europa, buttando a mare i Trattati di Roma e ricomminciando tutto daccapo, si rinuncia a strumenti reali per l'integrazione eurompea, mentre non si scalfisce minimamente il nazionalismo francese o te'desco o nostrano (vedans'i accoglienze al piano Mansholt). Del resto il MEC non è nato sotto il regime di de Gaulle, ha avuto adesioni su un arco che va da Maurice Faure ai socialdemocratici tedeschi, rappresenta una prospettiva mo'lto meno votata a una disfatta di quanto sembri a << I1 Punto > . se gli stessi comunisti si sono accorti che bisogna fare i conti con esso (cfr. a Riemsaminare il MEC di Eugenio Peggio, in Politica ed economia n dello scorso dicembre). Ci pare molto più ragionevole, se mai, l'atteggiamento del PSI (da Riccardo Lombardi a Basso), che h a accettato il principio del MEC (meglio: della CEE) m a ha distinguo sui gruppi politici fatto il suo destinati a realizzarlo. In ogni modo l'idea di una OECE allargata a tutti gli effetti a USA e Canadà (una vera e propria OACE) è stata sostenuta, fin dallo scorso giugno al Congresso Atlantico di Londra (sul quale v. * Comuni d'Europa n. 7-8, 1959, pag. 71, proprio dai micro-europeisti P ; e a proposito del vertice ccono,mico occidentale B di Parigi il New York Herald Tribune (European Edition) n del 13 gennaio afferma che e to the British, who camc more preoccupied with " sixes " and " sevens "... than with international aid, Mr. Dillon's speech must have been a disappointment n. C C q l> I1 problema non è quello neo-nazionalista d i f a r e una p i ù abile politica estera per ess e r e presenti a questo o a q u e l « direttori0 2 occidentale o mondiale: si t r a t t a invece d i opporre, con chiarezza e senza l a viltà d i n o n voler s e m b r a r e utopisti, il federalismo ai direttorii. Certo, finché siamo sul terreno delle coalizioni classiche o sul terreno semplicemente cooperativo, che pare contentare la redazione di N I1 Punto B , la formazione dei direttorii è inevitabile, con buona pace del Lussemburgo e anche dell'Italia: come, con buo'na pace della Francia, rimarranno di difficile accesso i clubs atomici. La Comunità atlantica? Ci pare abbia sensatamente risposto l'ex presidente del Consiglio francese Gaillard, sulla rivista OccidentWestern World, che è assolutamente prematuro parlare di integrazione atlantica s, finché non si sia stati capaci d i porre su solide basi l'integrazione europea. La s grande Europa? Dipende: esiste una agguerrita minoranza inglese, destinata a diventare domani maggioranza, che sia disposta a far sue l e tesi del professor Scitowsky (il quale, per altro, insegna in una università californiana)? L'unica sensata politica estera che si apra alllItalia è quella di contrattare i vantaggi nazionali degli altri non con i presunti vantaggi nazionali propri, ma con acquisizioni - valide per sé e per gli altri - sul terreno sopranazionale e comunitario. L'iniziativa europeista: ecco il contributo solido che può dare l'Italia a una reale distensione, cioè a un sicuro equi)> 20 gennaio 1960 librio mondiale. E perché scartare a priori che la creazione di una Federazione europea libera e democratica - non comunista ma neanche franchista o soustelliana o gestione privata della e August Thyssen B e compagni - possa essere contrattata con la stessa Unione Sovietica, se già nella presente stagione gli agenti commerciali cinesi mettono da parte i lo'ro colleghi sovietici sin nella Tunisia e in Marocco? Molta destalinizzazione dovrà ancora compiersi - e non è detto che si compia - prima che i russi capiscano (co'sa che da un pezzo ha giudicato elementare l'indiano Manvendra Nath Romy, ex capo del Dipartimento orientale del Comintern, nelle sue riflessioni sull'unità europea che possono leggersi nel volume The Russian Revolution n - Renaissance Publishers. Calcutta [19491) l'enorme vantaggio di trovarsi ai propri confini o'ccidentali una grande Comunità politica, prospera, interessata a larghi scambi e non a rivendicazioni territoriali, in luogo di avere la modesta e instabile trancia del Comecon e poi un continente balcanizzato: molta destalinizzazione dovrà compiersi, ma l'ipotesi merita di essere avanzata. Non piace l'ipotesi? R,ovesceremo il discorso. Nella fase, ormai raggiunta, dell'equilibrio del terrore, se non saremo uniti, forti, autonomi, se in altri termini no'n saremo capaci da soli noi europei di scoraggiare, di rendere pericolosa per l'aggressore (non certo con la bomba autarchica di de Gaulle) un'eventuale spinta espansionistica russa, perché dovremmo aspettarci l'effettivo intervento in nostro soccorso degli americani, ove questi rischiassero sul proprio territorio rappresaglie missilistico-nucleari (o addirittura di a armi incredibili n)? Insomma, si sia liberali, demo'cratici cristiani o so~cialisti (anche non rifornisti, anche rivoluzionari, purché policentrici .), il domani di casa nostra nosn possiamo affidarlo a l l ' ~impulso morale e materiale B nordamericano, né, beninteso, al vomlenteroso dinamismo kruscioviano, ma bisogna pazientemente costruircelo fra noi eurofinché pei; peggio: fra noi micro-europei i a macro-eurompei , seguiranno una rispettabilissima, ma superata democrazia nazionale. . 11 2 , E non si dimentichi c h e dalla realizzazione d i u n a autentica Comunità economica europea, con u n a s u a politica commerciale comune, dipende altresì la stabilizzazione economica e politica dei P a e s i sottosviluppati, d i c u i siamo i principali acquirenti e con cui solo u n a ampia comunità, i n t e g r a t a e i n sviluppo, potrà concordare condizioni d i acquisto e q u e e a lungo termine. I discorsi sull'Europa e la sua unificazione sono intessuti abitualmente di luoghi comuni e non sono frequenti l e letture stimolanti o comrroboranti. Questa volta ci piace indicare quattro letture che abbiamo fatto con interesse: 1) G. PALERMO-PATERA, USA, Europa e paesi sottosviluppati (sull'e Avanti! 8 del 29 dicembre 1959); 2) GAETANO MARTINO,Patriottismo europeo (sul e Giornale d'Italia B del 14-15 gennaio 1960 - è una requisitoria contro la lentezza delle trattative per la costituzione dell'università europea. prevista già fin dagli accordi di Messina del 1955: riguarda da vicino il CCE, perché l'impaccio maggiore proviene ora dalle università tedesche. che sono sovrane e, in ogni caso, dipendono dai Lander, non esistendo un Ministero federale della Pubblica Istruzione); 3) PIERREGALLOIS,L'Europe et la défense de I'Occident (è un saggio pubblicato nel volume L'Europe au défi ., della collana s Tribune libre n dell'editore Plon [Paris 19591 il generale Gallo'is è uno degli esperti della NATO sulla strategia nucleare); 4) A. ARZUMANIAN, intervento nel dibattito su L ' a integrazione , europea, le contraddizioni del capit,alismo e la classe operaia (in La no'uvelle revue internationale: problèmes de la paix e t du socialisme ottobre 19'59 - per comodità citiamo l'edizione francese della rivista comunista, ma esiste anche l'edizione italiana: l'int,ervento del sovietico Arzumanian è una utile prefazione all'articolo di Eugenio Peggio sopra citato). - ., Argo 20 gennaio 1960 COMUNI D'EUROPA Attività del CCE L'adesione della Provincia di Roma all'AICCE L'Amministrazione Provinciale di Roma, in una vivace seduta tenuta 1'11 dicembre scorso, ha approvato all'unanimità la sua adesione al Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali d'Europa - Sezione italiana. La mozione di adesione è stata presentata dall'avv. Teodoro Cutolo (PLI), che ha illustrato brillantemente l'opera che il Consiglio dei Comuni d'Europa va svolgendo da anni per la difesa delle autonomie locali e per la Federazione europea: « I fini del Consiglio dei Comuni d'Europa sono - ha detto Cutolo - di contribuire a creare una reale Comunità economica europea, di ampiezza e connessione tali da essere in condizione di affrontare la seconda rivoluzione industriale e di evolversi rapidamente in una Comunità politica europea, d a cui tragga origine il controllo democratico e popolare dell'integrazione economica. Nel contempo il Consiglio dei Comuni di Europa e la sua Sezione italiana si battono per una vigorosa rinascita delle Comunità locali, le cui riaffermate autonomie - delle quali la misura minima è stata enunciata nella " Carta europea delle libertà locali ", proclamata nei primi Stati Generali dei Comuni d'Europa a Versailles, il 18 ottobre 1953 - dovranno tendere sempre, correndo parallelamente, alla creazione della Federazione sopranazionale. Infatti, soltanto attraverso un rafforzamento delle autonomie locali e l'attuazione di un democratico decentramento dell'economia e delle amministrazioni europee, si potrà evitare una concentrazione territoriale delle industrie, del capitale e del lavoro specializzato, in altri termini quella Lotaringia economica che alcuni temono debba conseguire all'integrazione europea; d'altra parte già l'esperienza storica ci conferma che ai processi federativi superstatali - purché reali e non nominali - corrisponde di norma il rifiorire delle autonomie locali. In sostanza, la burocrazia centrale e le forze economiche e sociali ad essa connesse, subita una sconfitta sul terreno della illimitata sovranità nazionale - nelle federazioni nasce un equilibrio e un reciproco contro~llo tra lo Stato federale e gli Stati federati finiscomno per capitolare anche sul terreno del decentramento autarchico, a tutto benef i ~ i odell'autogoverno locale. Indubbiamente, è giunta l'ora delle Comunità di ampiezza comntinentale; se parliamo talvolta di " piccola Europa " - troppo piccola, invero. non è - ciò avviene soltanto perché questo è quel primo nucleo che ci pare possa federarsi subito, e mostri l'intenzione di volerlo fare. Resta, peraltro, inteso che, nel concetto di tutti i federalisti, la Federazione europea deve rimanere un organismo tipicamente aperto: aperto non per esporsi ad essere disgregato ma per comprendere sotto una comune legge tutte quelle nazioni, che accettino di sottomettersi al patto federale ». Prima che il consigliere Cutolo i!lustrasse la sua mozione, il Presidente avv. Bruno (PSI) aveva comunicato all'assemblea che il consigliere Morandi (PRI) aveva presentato sull'argomento un 0.13.g. che diceva: « il Con- federalismo, che vuole dire insieme solidaesso non è rietà rispetto delle un generico movimento per l'unità europea, perché è più specificamente il movimento dell'unità europea voluta dagli amministratori locali. Quindi un'Europa unita nel rispetto delle diversità, nel rispetto delle minoranze, nel rispetto delle cosidette Comunità intermedie, nel rispetto della personalità umana ». Dopo che il consigliere Cundari ha portato l'adesione condizionata e ricca di riserve del Gruppo stesso, e dopo una brevissima dichiarazione di vomto - favorevole - socialista, e avendo il Presidente sostanzialmente accettato che 1'o.d.g. Morandi si considerasse non a sé stante ma come iconclusivo della discussione aperta dal consigliere Cutolo, 1'o.d.g. è stato approvato all'unanimità. , siglio Provinciale di Roma, discutendo la partecipazione della Provincia di Ro'ma alllAICCE, ricwdando che 1'UPI ha già da tempo aderito alla detta Associazione, considerato che è esigenza fondamentale della vita moderna - sempre più pressante per il progredire della scienza e della tecnica, e tale da superare i confini dei singoli Stati - quella di incrementare al massimo gli scambi di esperienze fra i rappresentanti delle amministrazioni elettive; che la Provincia di Roma, per il particolare impegno che le deriva dal fatto di essere la Provincia della Capitale italiana, non può dissociarsi dagli sforzi rivolti a garantire l'autonomia delle Comunità e sviluppare la loro insostenibile funzione sociale e di evoluzione democratica dei pubblici poteri, d.à mandato all'on. Presidente di provvedere ad iscrivere la Provincia di Roma all9AICCE, indicando con questo passo la volo~ntà del Consiglio e delle popolazioni della Provincia di allargare al massimo i contatti e i legami tra Comuni, Provincie, Regioni di o,gni Stato d'Europa, in modo da po~rtareuno specifico, responsabile contributo allo sviluppo della collaborazione t r a le amministrazioni elettive dei po'teri locali ». Ad inquadrare ancora di più storicamente e sul piano delle attività concrete 1'AICCE è intervenuto il consigliere Andreoli (DC) il quale partecipò all'Assemblea costitutiva del CCE a Ginevra, nel gennaio 1951. Andreoli h a precisato che « il CCE porta al processo federativo delllEuropa importanti forze popolari ed è veramente il movimento che raccoglie tutti gli orientamenti democratici sotto la comune bandiera del federalismo. Alla sua fondazione hanno partecipato amministratori locali liberali, socialisti e democratici cristiani di quel gruppo di paesi d'Europa che, per ragioni storiche e per collocazione territoriale, sentono più viva l'esigenza della unità sopranazionale. I1 CCE parte da una visione di integrale e organizzazione a Parigi I1 9 e il 10 novembre si è riunita a Parigi, all'H6tel de Ville, presso i locali del C m siglio generale della Senna, la Commissione per gli Affari europei del CCE. Presiedeva jl sen. Georges Dardel, presidente del Comnsiglio generale della Senna; la Sezione S a liana era rappresentata da Serafini e da G. C. Zoli. I n una interruzione dei lavori i membri della Commissione si sono incontrati con Devraigne, presidente del Consiglio municipale di Parigi, con cui hanno avuto uno scambio di idee. Cravatte ha riferito intorno alla perdurante ostilità di alcuni rappresentanti nel Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa contro l a Conferenza europea dei poteri locali e un suo regolare ordinamento. La Commissione è stata informata sui lenti progressi della Carta o Statuto della CEPL e sulla presa in considerazione, d a parte dell'Assemblea consultiva della Carta europea delle libertà locali: Serafini ha messo in BANCO DI SANTO SPIRITO FONDATO NEL T 6 0 5 DIREZIONE CENTRALE Roma - Via del Corso, 173 in tutto il mondo COMUNI D'EUROPA tato stesso. Per la Sezione italiana del CCE guardia i colleghi osservando che mai memG. C. Zoli seguirà in modo particolare la bri del CCE potranno in sede CEPL approformulazione dei quesiti sul secondo tema vare principi difformi da quelli sanciti dalla di Cannes. Carta europea ratificata a Versailles. La I1 Comitato per gli Affari europei si è Commissione ha inoltre preso atto dell'increanche interessato di un eventuale incontro sciosa situazione della CEPL, che di diritto dei Presidenti dei Parlamenti dei Sei a Cannon dispone più di una sua autonoma segrenes, in occasione degli Stati Generali, e ha teria e di fatto si trova a poggiare sulla preso atto di una riunione del Consiglio di segreteria della Commissione dei Poteri loPresidenza del CCE, allargato, che avrà cali dell'Assemblea consultiva, già oberata luoqo agli inizi del '60 a Lione (o ad Aixdi lavoro. la segreteria europea del CCE les-Bains) in vista della terza sessione della farebbe risalire una parte della responsaCEPL. bilità di questa situazione alla Segreteria generale del Consiglio d'Europa, e del13 stesso avviso parrebbe essere il presidente della Commissione dei Poteri locali. In ogni Il Comitato a Sei della CEPL modo è evidente che s'impone al più presto a Milano la convocazione di periodiche sessioni a Sei I1 5 novembre u S. si è riunito a Milano, della Conferenza dei Poteri locali: il MEC sotto la presidenza di Merlot, il Comitato è realtà ben più concreta del Consiglio d'Eua Sei della Conferenza europea dei Poteri ropa, dove non pochi Paesi sono ostili a locali Partecipavano per l'Italia i membri ogni seria iniziativa europea. titolari Cavallaro. Peyron e Serafini, oltre La Commissione per gli Affari europei ha i due supplenti Buracchio e G. C Zoli. poi affrontato gli arg3menti specifici del I1 Comitato ha esaminato le misure da suo o.d g , tutti relativi alla preparazione prendere in seguito all'incontro con l'Alta dei documenti e delle relazioni per gli Stati Autorità della CECA e alla corrispondenza Generali di Cannes. Serafini ha rinunciato successivamente sviluppatasi, in relazione a illustrare il suo progetto di « preambolo D aila situazione degli alloggi dei lavoratori ( O Carta federalista del CCE) alla terza nelle industrie della CECA e al problema relazione di Cannes (sulla Comunità polidella designazione dei rappresentanti dei tica europea), di cui la sessione di Esslingen Poteri locali nelle C C3mmissioni regionali della Commissione gli aveva affidato la redaper la costruzione di case operaie con l'aiuto zione, e il Bureau di Innsbruck aveva approfinanziario dell'Alta Autorità ». Successivavato il principio informatore, trattandosi di Serafini ha fatto una esposizioni orale mente lesto già distribuito da tempo - con un dell'ampia relazione scritta su mandato del commento esplicativo - a tutte le Sezioni Comitato redatta con la collaborazione deldel CCE e a tutti i membri della Commisla Segreteria del Comitato stesso la relasione: si è limitato ad aggiungere che non zicne verteva sul tema delle incidenze della c'è un passo del « preambolo » che non trovi 1nteqrazior.e economica europea sui Poteri i suoi precedenti, più o meno espliciti, in locali come si ricavano dalle due prime reun precedente documento ufficiale del CCE lazioni generali della Commissione della e che i vari punti delle quattro parti, in CEF. Sull'esposizione di Serafini si è svolta cui si divide il testo proposto, sono strettala parte centrale del dibattito del Comitato mente interdipendenti. Constatato che nesa Sei. Zoli ha particolarmente insistito per suna Sezione nazionale e nessun membro un appr3fondimento tempestivo dello studio della C3rnmissione ha obiezioni di sorta degli schemi proposti per una politica agricontro detto testo, il progetto di «Carta cola comune - che dovrà essere rapidafederalista » redatto da Serafini è stato apmente definita - nelle loro incidenze sui provato all'unanimità e sarà presentato senPoteri locali Concrete proposte sono anche za modifiche agli Stati Generali. state fatte per un incontro formale con la La Commissione riprende quindi la discussione sul tema della Comunità ~ o l i t i c a Ccmmissione della CEE. I1 C3mitato a Sei si è altresì occupato europea, già iniziata nella sessione di Esslindelle attività della Banca europea per gli gen e - malgrado alcune obiezioni dei deleInvestimenti, dei contatti con l'Assemblea gati tedeschi sull'argomento della rappresenparlamentare europea e le sue Commissioni, tanza dei Poteri locali nel futuro Parlamento e del rapporto di attività da mesentare alla federale - viene approvato in linea di masterza sessione della CEPL (fine gennaio sima lo schema di relazione preparato dalla 1960). Seqreteria generale del CCE Circa la preparazione della relazione sul secondo tema di Cannes ( i Poteri locali e l e attuali Istituzioni europee) riferisce Ba- Simposio europeo sugli Enti reth, il quale s3ttolinea che prima degli intermedi Stati Generali si sarà già svolta la terza I1 4 e il 5 novembre si è svolto a Milano, sessione della Conferenza europea dei Poteri locali. Serafini insiste perché la maggiore, promosso da quella Amministrazione provinciale. un Simposi? europeo sulle stmtture quasi totale attenzione si concentri sulle amministrative degli Enti locali intermedi, Tstituzioni dei Sei e perché non si lasci cioè sulle strutture di quelle comunità sosfuggire l'occasione di fare una lettura ad ciali organizzate che si pongono, per così hoc del Trattato della CEE, esaminando gli dire, a mezza strada - come ha chiarito articoli -- e sono molti - la cui materia nella sua relazione introduttiva I'on. Lucirientra in tutto o in parte nelle competenze fredi - fra il Comune e lo Stato. dei Poteri locali. Per il resto ci si atterrà Oltre a numerosi amministratori locali e ai dibattiti in corso presso l'Assemblea Parstudiosi di diritto di diversi Paesi europei lamentare Europea, curando specialmente sono intervenuti al Simposio i membri degli quanto indicato nella relazione sui rapporti Organi permanenti della Conferenza eurocon la CEE presentata da Serafini alla sespea dei Poteri locali (Comitato dei Presidenti sione di Milano del Comitato a Sei della e Comitati a Sei), ospiti negli stessi giorni CEPL e curata dalla segreteria del ComiQ 20 gennaio 1960 della Provincia di Milano per una loro sessione, il Direttore generale per 1'Amministrazione civile del Ministero dell'Interno italiano, Strano, il Presidente dell'unione delle Provincie d'Italia, Maggio. Sono state presentate interessanti relazioni e comunicazioni sull'ordinamento francese (Let.ourner), tedesco (Partsch, Ronge, Peters, Kraus), olandese ( R a v e s l o o t ) , inglese (Yasdley, Blow). italiano (Cataldi), turco (Balta), svedese (Dahlgren, Sundberg) greco (Hadjyannis), irlandese, ecc., o di carattere comparativo (Giovenco). Merlot, Cravatte, Dardel, Peyron, Duvert hanno portato la parola del CCE, lodando una autonoma iniziativa di studio che approfondisca le caratteristiche specifiche degli Enti intermedi - i quali indubbiamente avranno un ruolo determinante in un aménagement du territoire su scala europea -, ma chiarendo nello stesso tempo che, politicamente e organizzativamente, il CCE è aperto a tutti i Poteri locali (ad essi aderiscono, per esempio, numerosi Landkreise tedeschi, dipartimenti francesi, provincie italiane, ecc.). I lavori sono stati aperti e conclusi dall'avv. Adrio Casati, presidente della Provincia di Milano. I1 CCE ha offerto ai promotori del Simposio di Milano di costituire una Commissione ad hoc del CCE, ed ha espresso la speranza che questi studi specifici e su prospettive europee continuino in forma organica: dello stesso avviso non sono sembrati, al Simposio di Milano, i rappresentanti scandinavi, il turco ed altri, o perché provenienti da Paesi meno interessati all'integrazione europea e a studi comparativi veramente impegnati o perché ispirati dallo spirito di disgregazione del1'Union internationale des Villes et P o u v d r s locaux, di cui, malgrado l e <<giornateeuropee >>, sono note le difficoltà che crea continuamente ad ogni concreta iniziativa europea e alla alleanza democratica di tutti gli amministratori locali federalisti. La XZX Assemblea dell' UP1 La XIX Assemblea ordinaria dell'unione delle Provincie d'Italia, si è riunita in Milano, a Palazzo Isimbardi, dal 5 al 9 novembre scorso. La relazione generale sull'attività del Consiglio direttivo dell'UPI è stata tenuta dal Presidente, avv. Giovanni Maggio, membro anche del Direttivo della Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa. L'avvocato Maggio, dopo aver passato in rassegna i principali problemi che sono alla base dell'attività e della vita degli Enti locali, e cior? il riordinamento della finanza locale e la riforma del testo unico della Legge comunale e provinciale, ha sostenuto che 1'UPI continuerà a propugnare la Regione come organo di decentramento, come sancito d a una precisa norma della nostra Costituzione. Rispondendo all'invito del Presidente che, parlando dei rapporti con l e altre organizzazioni degli Enti locali aveva preso in esame quelli con la Sezione italiana del Consiglio dei Comuni d'Europa, il vice-sindaco di Chieti, avv. Nicola Buracchio, membro del Direttivo dell'AICCE e rappresentante al Congresso dell'UPI del CCE, ha chiarito che il CCE non è una Associazione europea di soli Comuni ma raggruppa in sé anche gli altri poteri locali territoriali dai Laender e Kreise tedeschi, ai Dipartimenti francesi, dalle Regioni alle Provincie 20 gennaio 1960 italiane - e dopo aver ricordato che la Sezio'ne italiana annovera fra gli aderenti le quattro Regioni a statuto speciale e numero'se Pro'vincie, ha annunciato che nella prossima Assemblea generale il CCE modificherà il proprio nome per abbracciare, anche sul piano formale, gli altri Enti territoriali locali. L'avv. Buracchio ha inoltre dichiarato che il CCE pone grande attenzione al lavoro delle Associazioni nazionali degli Enti locali, come l'Unione delle Provincie d'Italia, perché ha il con~pitodi portarne le istanze in una visione unitaria sul piano europeo. Egli ha richiamato l'attenzione dei convegnisti sul fatto che le prime idtuzioni europee sono già al lavoro e determineranno profonde trasforinazioni economiche e sociali che investiranno quanto prima le responsabilità degli amministratori locali. Commissione del C C E per i Comuni forestali e montani 11 7 novembre si è svolta a Parigi la costituzione della Commissione tecnica del CCE per i Comuni forestali, con sezione speciale per i Comuni montani. L'assemblea costitutiva è stata presieduta da Bernard Dufay, direttore generale onorario des Eaux et Forèts e presidente della Fédératioin des Communes forestières francaises. L'Italia era rappresentata d a una delegazione concordata fra la Sezione italiana del CCE e l'Unione Nazionale dei Comuni ed Enti montani (UNCEM), di cui facevano parte, oltre il prof. Serafini, l'onorevole Pintus, vice-presidente delllUNCEM, l'avv. Bosisio, consigliere provinciale di Com.0, e il dott. Pezza, segretario generale delllUNCEM. Si è deciso che la Commissione non si limiterà a co'ntemplare il problema circoscritto della tutela del patrimonio forestale dei Comuni, ma affronterà il problema forestale nel suo complesso e quello del mercato del legn.9 e derivati in Europa, nella sua incidenza sui Comuni interessati. Serafini, data la presenza alla riunione di Parigi di Paesi esterni alla Comunità econon~icaeuro'pea (CEE o, volgarmente e imprecisamente, MEC) ha sottolineato la radicale differenza che corre fra semplice cooperazione e programmazione comunitaria: una autentica comunità richiama il problema di un'unica tariffa doganale verso i Paesi terzi per quanto riguarda il mercato del legno e derivati; richiama problemi di sviluppo regionale, a cui è legato anche il bosco, nel quadro di una politica comunitaria di sviluppo; non può scindere i problemi econo'rnici comuni dai comuni problemi sociali; richiede una armonizzazione fiscale, anche nel dominio comunale. Pintus ha evocato a sua volta alcuni problemi relativi a culture specifiche (per es. il sughero), che implicano concwrenza fra Paesi interni (Italia, Franci& ed esterni (Spagna, Portogallo) alla Comunità. L'assemblea h a poi sottolineato l'importanza dei mezzi finanziari per conservare ed espandere l e foreste, e rilevato gli obblighi che inco~mberanno in materia agli organi communitari. S i è proceduto a un primo abbo'zzo di « piano di lavoro » della Commissione, prevedendo uno studio comparativo dei boschi comunali di ciascun Paese aderente, così come uno studio generale sulla gestione delle foreste: si è raccomandato da parte dei delegati italiani di profilare s u COMUNI D'EUROPA e ciò in considerazione della caratteristica di tali comuni, che sono di norma a scarsa potenzialità economica e comunque da incoraggiare in funzione di una politica europea di sviluppo della montagna. Distintamente (ma, se possibile, contemporaneamente) alla delibera di adesione o di rinnovo di adesione all'UNCEM, i Comuni provvederanno ad una regolare delibera di adesione all'AiCCE, che peraltro conterrà il riferimento della loro appartenenza all'UNCEM, con il conseguente diritto di avvalersi delle quote ridotte, come qui sotto elencate: Comuni con una popolazione fino a 6.OUO abitanti pagheranno una quota annua di L. 2.000 (in luogo della quota di L. 4.000 degli altri aderenti all'AICCE), comprensiva di L. 750 per l'adesione alla Comunità europea di Credito comunale e di L. 500 per l'abbonamento all'organo sociale « Comuni Accordo JÌa l'unione Nazionale Co- d'Europa D ; Comuni da 6.001 a 10.000 abitanti, muni ed Enti Montani (UNCEM) quota annua di L. 4.000 (in luogo delle e l'Associazione Italiana per i l L. 10.000 previste per gli altri associati), Consiglio dei Comuni d'Europa comprensive di L. 750 per l'adesione alla CECC e di L. 1.000 per l'abbonamento al(AICCE), l'organo « Comuni d'Europa »; 1) L'UNCEM si impegna ad aderire alla - Comuni da 10.001 a 15.000 abitanti, Associazione Italiana per il Consiglio dei L. 0,50 per abitante (in luogo della quota Comuni d'Europa, in base a l quinto comma fissa di L. 20.000 dovuta dagli altri Comuni), dell'art. 7 dello Statuto dell'AICEE stessa comprensive di L. 1.500 per la CECC e di («Sono ammessi in qualità di soci aderenti L. 2.000 per l'organo «Comuni d'Europa »; le persone fisiche e gli enti che dichiarino - Comuni da 15.001 a 50.000 abitanti, di accettare lo Statuto dell'Associazione ») L. 0,80 per abitante (iu luogo della quota Ciò comporta l'onere formale di L. 3.000 annue, salve sempre le ulteriori quote vo- fissa di L. 20.000 degli altri Comuni assolontarie e gli abbonamenti sostenitori a ciati da 15.000 a 20.000 abitanti e di L. 40.000 «Comuni d'Europa », che i soci ade~renti degli altri Comuni associati da 20.001 a che non siano persone fisiche hanno la con- 50.000), comprensive di L. 4.000 per la CECC e di L. 5.000 per «Comuni d'Europa» per suetudine di fare. i Comuni fino a 20.000 abitanti e compren2) L'AICCE si impegna alla cooptazione, sive di L. 4.000 per la CECC e L. 8.000 per extra-numero, di un rappresentante del« Comuni d'Europa » per i Comuni da 20.001 l'UNCEM, designato dalla Presidenza di que- a 50.000 abitanti; sta organizzazione, quale membro del Diret- da 50.001 abitanti in su, L. l per tivo stesso con diritto di parola e voto conabitante (in luogo di L. 1,50 per abitante), sultivo, impegnandosi altresì di invitare comprensive di versamento per l a CECC e costantemente alle riunioni del Consiglio per l'organo «Comuni d'Europa D da regoDirettivo, quale osservatore, un secondo raplare all'interno del17AICCE in analogia al presentante dell'NCEM pure designato dalla riparto fatto per i versamenti degli altri Presidenza di questa organizzazione. Comuni associati. 3) L'AICCE, che si è fatta parte diligente (L'accordo è stato ratifzcato il 1 7 e il 18 diaffinché rappresentanti del19UNCEM partecembre dalla Giunta Esecutiva clell'UNCEM cipassero il 7 novembre 1959 a Parigi alla e dal Consiglio Direttivo dell'AICCE). riunione costitutiva della Commissione tec- scala europea soprattutto i problemi della profilassi (Bosisio), della fiscalità (Pezza), della mutualità e delle assicurazioni (Bosisio). Avvicinandosi la scadenza per la presentazione di un programma di politica agricola comune del MEC, si è raccomandato che non risulti assente la voce forestale, pur osservandosi che, entro certi limiti, i problenii del bosco e del legno rientrang nel dominio industriale. L'assemblea ha quindi discusso dettagliatamente il regolamento interno della Commissione, ed ha creato una Sezione specializzata dei Comuni di montagna, di cui il vice-presidente italiano della Commissione forestale sarà, di diritto, il presidente. L'assemblea si è sciolta decidendo di riconvocarsi in occasione degli Stati generali di Cannes. - - . nica del CCE dei Comuni forestali, con apposita Sezione speciale per i Comuni montani, si impegna a designare costantemente quali responsabili della Sottocommissione e della Sottosezione relativa deii9AICCE, dirigenti del19UNCEM, indicati dalla Presidenza della stessa, che abbiano peraltro il contemporaneo requisito di soci individuali del19AICCE. D'altro canto 1'AiCCE si impegna a dare tutta la sua completa assistenza organizzativa e tecnica allo sviluppo della Sotto'c~mmissio~ne e della Sott,osezione, e a conservare l'archivio dei documenti inerenti. 4) L'UNCEM si impegna a diramare, entro la fine dell'anno 1959, una circolare a tutti i propri associati, nella quale li esorterà, nei limiti di una loro eventuale posizione non pregiudizialmente contraria a quel federalismo sopranazionale che è previsto nell'art. 11 deiia nostra Costituzione, ad aderire formalmente all'AICCE. 5) L'AICCE delibera quote speciali per tutti i comuni già adereniti ail'UNCEM, che chiedano altresì l'adesione all'AICCE stessa, A Chalons sur Marne L'8 novembre si è svolto a Chalons sur Marne, promosso dalla Sezione francese del CCE(AF'CCE), un convegno di sindaci della Champagne, a cui il Segretario generale dell'AICCE, Serafini, h a portato il saluto oltre che della Sezione italiana - del Consiglio di Presidenza del CCE. Malgrado fosse giorno tradizionalmente dedicato alla caccia, al convegno ha partecipato un centinaio di sindaci, di cui la maggior parte di idee tutt'altro che moderate in fatto di integrazione europea: talché qualcuno dei relatori ufficiali è stato perfino rimproverato dagli intervenuti per essersi dimostrato, a loro avviso eccessivamente prudente. Dopo il saluto di Simonot, sindaco di Chalons, sono state svolte le seguenti relazioni: Bareth, Segretario generale del CCE, su I1 CCE e la rappresentanza dei Comuni nelle Istituzioni europee »; Sergent, sindaco di Etréchy, ispettore regionale del Ministero dell'Econ~~mia nazionale, su « I1 credito co- - COMUNI D'EUROPA munale europeo e l'attrezzatura regionale »; Desroches, sindaco di Mandement-Montgivroux, segretario del comitato della Marna del CCE, su « L e applicazioni delle tecniche nucleari all'agricoltura »; Charpentier, membro dell'Assemblea Parlamentare Europea, consigliere generale, deputato della Marna, su I1 MEC e l'agricoltura della Champagne i>. Successivamente i convegnisti si sono divisi in 3 cammissioni (agricola, del credito, istituzionale) e hanno discusso 3 rapporti specifici, per tornare a riunirsi in seduta plenaria sotto la presidenza di Terre, deputato e sindaco di Troyesl presidente del Consiglio generale delllAube. In chiusura sono state adottate alcuni riso~luzioni ed è stato eletto il Comitato regionale del CCE. Esecutivo del 29 novembre 1959 I1 19 novembre u. S. si è riunito a Roma il Comitato Esecutivo dell'AICCE. Presenti: Antonioli, Brugner, Crovetto, Jori, Peyron, Serafini e Zoli; presidenza di Peyron. La riunio'ne è stata in lunga parte dedicata a una discussione sul reperimento dei mezzi finanziari idonei alle attività sempre crescenti e al poderoso impegno po'litico e organizzativo del Consiglio dei Comuni d'Europa e della sua Sezione italiana. S i è poi preparato l'o'.d.g. della riunione di dicembre del Consiglio Direttivo. All'inizio della riunione il Vice-Presidente Brugner ha commemorato Piero Pellegrini: ad esso si sono associati c.ommossi il Presidente Peyron con tutti i membri dell'Esecutivo. che gli è affidato, egli ha occasione di trattare frequentemente anche sulla rivista mensile « Amministrazione civile » (Via in Arcione 71 - Roma) che egli dirige; questa è ormai al suo terzo anno e si è brillantemente affermata come uno degli strumenti più idonei a l fine « di chiamare a sempre più frequenti incontri, in uno spirito di aperta confidenza, i cittadini e lo Stato per discutere attorno ai problemi di fondamentale impo'rtanza ». E il Ministro dell'Interno del tempo, nel suo messaggio di adesione pubblicato nel primo numero, pr.oseguendo esprimeva il suo plauso al proposito che la rivista si prefiggeva di «schiudere, anche a coloro che sono lontani dalla pratica attività del Governo della cosa pubblica, una visione più sicura e realistica dei molti e grossi pr.oblemi che governanti, legislatori, amministratori e tecnici si trovano in ogni mo'mento ad affrontare ». Ebbene, quella attitudine alla semplicità del linguaggio - p u r senza diminuire il valore e il rigore scientifico della ricerca A Roma il Gruppo di lavoro Dehousse In occasione della riunione in Roma, a Mo~ntecitorio, del Gruppo di lavoro per le elezioni europee, il Segretario Generale del1'AICCE Serafini, ilella sua qualità di VicePresidente della Commissione per la Comunità politica europea degli Stati Generali di Cannes, h a avuto un lungo ed esauriente colloquio con il sen. Dehousse, presidente del Gruppo stesso. Libri e riviste LUIGI GIOVENCO, Gli interventi del Comune sull'Economia: Opere pubbliche - Piani urbanistici - Municipalizzazione - Interventi nel comme~cioe nel consumo - Editore Giuffrè - Milano 1959 - L. 800. S i tratta di un'opera che segue e fa sistema con una precedente, « L'ordinamento comunale - Struttura, organi, controlli », pubblicata nel 1058 (Giuffré - L. 1.500) ed entrambe non rappresentano che una parte della nutrita attività pubblicistica del dottor Luigi Giovenco, attualmente Vice Prefetto Direttore della Divisione Affari Regionali e studi al Ministero dell'Interno (Direzione generale Amministrazione civile). I1 dott. Giovenco è uno dei più attenti ed originali studiosi - f r a quelli delle leve encor giovani ma già mature - dei problemi relativi, f r a l'altro, agli Enti Locali (ordinamento, strutturazione, finalità, ecc.) ed alla funzione della Prefettura, modernamente intesa. Questi temi, che rientrano nella specifica competenza istituzionale dell'ufficio - della quale Luigi Giovenco dà continuamente manifestazione, nelle relazioni, nei convegni, o negli articoli sulla sua rivista, è forse la caratteristica che prima colpisce il lettore di questo suo libro sugli interventi del Comune nell'economia. La lettura n e è agevole e l a materia è efficacemente sintetizzata in poco più di 100 pagine, grazie anche ad un sapiente e ben dosato ricorso alle note, il che ha consentito di spostare ai margini della trattazione principale una ampia messe di dati, riferimenti e citazioni. I1 volume rappresenta - se non andiamo errati - la prima organica trattazione. sotto il profilo giuridico, degli interventi del Comune nell'economia, escludendo qualsiasi esame della parte relativa alle finanze locali: proprio in queste delimitazioni, e quindi nella più efficace messa a fuoco dei pochi temi salienti, sta l'originalità dell'opera, nella quale l'autore h a potuto avvalersi anche della lunga esperienza acquisita nello svolgimento del suo normale lavoro, al Ministero dell'Interno. Lo studio è articolato in 5 capitoli, che trattano rispettivamente i seguenti argomenti: le opere pubbliche dei Comuni; i piani urbanistici; gli interventi nel commercio; la municipalizzazione; gli interventi nel consumo. Sono preceduti da una introduzione, che tende ad inquadrare la materia trattata nel libro nello schema più ampio delle autonomie locali e dei loro fini istituzionali. 20 gennaio 196 Una breve conclusione consente di individuare il nocciolo del problema, le sue caratteristiche, le soluzioni auspicabili. « Riguardo alle dimensioni quantitativoqualitative dei risultati conseguibili mediant e gli effetti giuridici previsti dalle norme che regolano le attività comunali economicamente rilevanti, vi è un triplice ordine di elementi negativi che condiziona tali effetti: la divergenza fra la disciplina sostanziale e quella organizzativa, che rende incerto e complicato lo svolgimento di molte funzioni, e ne svuota il contenuto; la insufficienza finanziaria, la quale impedisce qualsiasi cfficiente azione amministrativa; talvolta la inadeguatezza delle strutture, che si esprimono nelle istituzioni f.grmali, alla misura della effettiva entità dei problemi eco'nomici. Con la revisione ed il riordinamento dei rapporti organizzativi tra i pubblici poteri a ciò dovrebbe tendersi: ridimensionare, secondo organici criteri, la estensiomne e il contenuto dei compiti affidati dall'ordinamento alla cura degli enti pubblici territoriali, in modo che per ciascuno di essi sia delimitata, m a assicurata, una effettiva potestà di direzione, di attività, con ogni connessa responsabilità giuridica e amministrativa D. E' evidente che noi condividiamo e facciamo nostri questi concetti, con i quali il dott. Giovenco termina il suo libro, perché è proprio la necessità di approfondire con visione e problematica generale - questi aspetti dell'attività economica su scala locale che, specie da un certo tempo a questa parte, noi andiamo sostenendo in seno a l Consiglio dei Comuni d'Europa, ed in particolare nell'ambito della Sezione italiana. L'incontrarsi - in questi visione e valutazione dei fatti - fra persone aventi formazione tecnica ed esperienze di lavo'ro diverse, è motivo di soddisfazione e ci esorta a persistere. L'utilità, per il Consiglio dei Comuni d'Europa, di impegnarsi anche in una seria attività di studio - sia pure in stretta collaborazione con altri enti specializzati già esistenti - è ormai condivisa dai più qualificati esponenti, specie della Sezione italiana; è giunta la fase dell'azione e, come già spesso in passato anche questa volta saremo in testa. T. S. C O M U N I D'EUROPA Organn dell'A.1.C.C.E. Anno VI11 - n. 1 - 20 gennaio 1960 Direttore responsabile: UMBERTO SERAFINI Redattore capo: EDMONDO PAOLINI E REDAZIONE: 684.556 DIREZIONE Roma - tel. Piazza di Trevi, 86 687.320 AMMINISTRAZIONE: Via Castelfidardo, 68 Roma Roma Indirizzo telegrafico: Comuneuropa - - - - - Un numero L. 100 Abbonamento annuo Abbonamento Sostenitore ordinario L. 1.000 L. 5.000 per Privati e Enti Locali - L. 100.000 Abbonamento benemerito per Enti vari. L. 300.000 - I versamenti &bbono essere effettuati sul c/c postale n. 1127135 intestato a: "Banca Ndonale del Lavoro Roma, Via Bwsolati Associdone Italiana per il Consiglio dei Comuni di Europa Piazza di Roma ", oppure a mezzo asseT r w i , 86 gno circolare - non trasferibile - intestato a "Comuni d'Europaw. - - - - Antoriuu. del Tribunale di Roma n. 4696 dell'll-6-1955 TP I- U S T W I - W -1960 B A N C O D I STCILIIA ISTITUTO D I CREDITO DI DIRITTO PUBBLICO Patrimonio, fondi rischi e di garanzia: L. 33.632.876.601 PRESIDENZA E DIREZIONE GENERALE IN PALERMO S E D I I N : AGRIGENTO, BOLOGNA, CALTAGIRONE, CALTANISSETTA, CATANIA, ENNA, FIRENZE, GENOVA, MESSINA, MILANO, PALERMO, RAGUSA, ROMA, SIRACUSA, TERMINI IMERESE, TORINO, TRAPANI, TRIESTE, VENEZIA. 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