- Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto

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- Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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e
L’AZiON
Primo Piano
Domenica 18 settembre 2005
CONSIGLI PASTORALI PAR
TANTE SENSIBILITÀ DIVERSE
Nelle parrocchie, rinnovo entro Natale
Tra parroci e laici
una bella varietà
Crediamoci
ancora
V
ivaci. Sbiaditi. Propositivi. Rassegnati.
Audaci. Formali. Sono di
tanti tipi i consigli pastorali parrocchiali, specchio fedele della varietà della nostra Chiesa locale. Si va dal
consiglio che si riunisce ogni mese, stende il piano
pastorale parrocchiale, verifica il cammino compiuto, a quello che viene convocato, ben che vada, tre
volte all’anno giusto per
preparare le “feste grandi”.
Nelle
riunioni
dei consigli emergono le diverse sensibilità di
preti e laici. C’è il
prete “democratico” che stimola il confronto con i laici, cerca e ascolta la loro opinione, delega
più che può. C’è il prete che
ancora fatica ad accettare
gli “organismi di partecipazione”, perché alla fin fine “sono io il responsabile
della parrocchia ed è a me,
e non al consiglio, che la
gente attribuisce le scelte”.
C’è il prete che alla fine
giunge all’obiettivo che si
era prefissato ma coinvolgendo e convincendo i laici. E c’è quello che invece
non riesce a guidare i laici
sulla strada che ha in mente e allora si creano tensioni più o meno forti. C’è
quello che vola alto proponendo progetti ambiziosi.
E quello che resta ben ancorato con i piedi per terra
«perché qua le forze son
quelle che sono».
Ma anche tra i laici si ha
un quadro molto variopinto. C’è il “progressista” che
sogna una Chiesa fortemente impegnata nella vita
sociale. C’è chi evoca modelli comunitari distanti,
come le comunità di base
brasiliane. C’è chi vorrebbe
una parrocchia tutta “spiritualista”. C’è chi ogni volta
pone il problema dei “lontani”. C’è chi è nostalgico
dei tempi andati: delle “a-
dunanze oceaniche”, delle
processioni solenni, delle
rogazioni affollate. C’è chi
non riesce ad accettare e a
confrontarsi con i tempi
nuovi, con l’impianto familiare che cambia, con il lavoro rivoluzionato, con i
bambini-figli-della-televisione. C’è chi ad ogni pié
sospinto ripete che pitòst
che pèrder na usanzha l’é
mèjo brusar an paese: guai
allora togliere una messa,
modificare la posizione dei
banchi, spostare i candelieri, ritoccare il repertorio dei
canti. E poi
c’è chi ha fiducia cieca
e totale del
parroco,
che non per
niente l’a studià tanti ani
in seminario.
Scandalizzati da tanta diversità? Neanche per sogno. Come scriveva nel ’68
il giovane teologo Joseph
Raztinger (Introduzione al
cristianesimo) “la Chiesa
viene chiamata ‘santa’ non
perché i suoi membri siano, insieme e singolarmente, santi, uomini senza
peccato... la santità della
Chiesa sta in quel potere di
santificazione che Dio esercita in essa malgrado la
peccaminosità umana”. I
nostri consigli pastorali,
come il resto della Chiesa,
non vivono che in noi, vivono “della lotta di chi non
è santo per la santità”. Partendo dalla consapevolezza di questa comune condizione che ci accomuna preti e laici - diventerà più
facile comprendere e accettare le diversità. E intraprendere insieme cammini nuovi.
Federico Citron
Consigli,
specchio della
varietà della
Chiesa locale
e
L’AZ iON
Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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ABBONAMENTI 2005:
Annuale (50 numeri) 40
Semestrale 22
Sostenitore 80
A
nche
nella
Chiesa c’è la soddisfazione di poter votare. In
questi mesi, infatti, si rinnovano i consigli
pastorali ai vari livelli della
Chiesa diocesana. E tra questi, l’elezione
del consiglio
della parrocchia è un avvenimento che richiede impegno per la
preparazione e mobilitazione di tutta la comunità. Se ben preparato, è
un momento di vivacità della parrocchia che può imprimerle nuovo
slancio.
Si deve votare con la consapevolezza di ciò che nella Chiesa rappresenta questo gesto. Ha qualcosa della democrazia con cui sono costitui-
sa non è opera nostra, ma iniziativa
di Dio. È lui che ha piantato la vigna,
noi però siamo chiamati a lavorarvi
af finché porti frutti. Tutti siamo
chiamati con compiti e doni diversi.
La votazione dei membri del consiglio pastorale parrocchiale, scegliendo con responsabilità le persone
che ci sembrano più adatte, è un modo che manifesta la volontà di essere
attivi. E gli eletti, assumendo l’incarico di consiglieri, sanno che sono investiti del ruolo di essere indicati dalla comunità per collaborare con il pastore per discernere ciò che Dio vuole da noi in questo tempo e nel luogo
in cui si vive.
Il nostro settimanale, nel giorno
in cui viene consegnato a tutte le parrocchie il piano pastorale e si dà avvio alle attività, vuole offrire un contributo perché l’elezione del consiglio
parrocchiale, che sarà il primo impegno dei prossimi mesi, non sia un’operazione di routine o, peggio, un impegno subìto, ma un’occasione per risvegliare le nostre comunità.
IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE
I
consigli, come organi di partecipazione distribuiti a vari livelli della Chiesa diocesana, sono una
conseguenza del rinnovamento della Chiesa operato dal
Concilio Vaticano II.
Si parte dalla comunità parrocchiale con il consiglio
pastorale – al quale si aggiunge il consiglio per gli affari economici –, poi si ha un consiglio o almeno un organo di collegamento nella forania e infine al vertice
della diocesi il consiglio presbiterale e il consiglio pastorale diocesano.
Il consiglio pastorale
parrocchiale
è l’organismo che in
comunione con il parroco
anima la vita parrocchiale.
Ha il compito di: conoscere l’ambiente della parrocchia sotto tutti i punti
Questo settimanale
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nostra attività e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.”
te le nostre comunità civili, ma il suo
significato è diverso: non è, infatti, il
momento che stabilisce chi deve condurre la comunità e come deve condurla, esprime invece la necessità che
la vita della comunità sia partecipata da tutti. Partecipata non per plasmarla secondo le proprie idee e visioni, ma nell’ascolto attento di ciò
che il Signore vuole da noi. La Chie-
Un voto che chiede
la mobilitazione di
tutta la comunità.Un
momento di vivacità
che può imprimerle
nuovo slancio
Chiuso in redazione
il 14.9.2005 alle ore 18.30
di vista; promuovere, sostenere e verificare tutta
l’azione pastorale; favorire lo sviluppo dei gruppi;
approvare le iniziative di
carattere economico proposte dal consiglio per gli
affari economici.
È composto da membri
di diritto (parroco, altri sacerdoti, diaconi, rappresentanti delle comunità
religiose, presidente di Azione cattolica).
Rappresentanti eletti
dai gruppi ecclesiali e dalle commissioni. Membri
eletti dalla comunità.
Membri cooptati.
Possono essere membri del consiglio persone
battezzate e cresimate,
che abbiano compiuto 18
anni, che partecipino alla
vita parrocchiale e siano
in comunione con la Chiesa.
Per l’elezione è costi-
I compiti, la composizione,
le modalità di elezione,
l’articolazione interna
tuita una commissione
che definisce la lista dei
gruppi che possono avere un rappresentante e la
lista dei candidati. Ci può
essere un’unica lista per
tutta la parrocchia o più
liste secondo varie zone o
quartieri. Stabilisce poi le
modalità concrete con cui
il voto si esprime.
no prevedere un incontro
prolungato (una o mezza
giornata) una volta l’anno.
Per qualche problema
particolare possono essere costituite commissioni
specifiche. I membri possono essere invitati a partecipare a una delle commissioni già esistenti in
parrocchia.
Il consiglio ha un’articolazione interna. Nella
prima seduta è eletto un
vice presidente laico e altri due membri che formano la segreteria e preparano con il parroco l’ordine del giorno. Il consiglio si riunisce almeno ogni due mesi. È opportu-
Lo svolgimento di ogni
riunione prevede un momento di preghiera e di riflessione e un dibattito sui
punti dell’ordine del giorno fino a raggiungere un
consenso unanime o prevalente sulla base del quale viene presa la decisione.
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Primo Piano
ROCCHIALI
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scussioni; però non decidiamo mai votando a maggioranza, cerchiamo sempre di
trovare dei punti comuni, e
alla fine l’unanimità».
Il problema del consiglio
ciliense è quello dell’immagine. «È un tema su cui ci siamo molto interrogati. Per la maggior parte
della comunità il cpp è un’entità astratta, un’istituzione riservata agli “addetti ai lavori”, un circolo che
si dedica ad attività oscure.
Non lo conoscono, non sanno
quali sono le sue finalità. Tanto è vero che quando abbiamo incontrato la comunità per
dare atto dei nostri quattro anni di lavoro è venuta pochissima gente». Una falsa credenza che cercano di combattere.
«Nel nostro prossimo mandato vogliamo incontrare la comunità più spesso delle attuali tre volte all’anno», una frequenza peraltro
già superiore a quella di altre comunità.
Tommaso Bisagno
IL VICEPRESIDENTE DI
CEGGIA, ROBERTO PARTATA
“Decidere insieme”
I
l problema che angustia il consiglio pastorale parrocchiale di Ceggia non è
quello del funzionamento interno. «Tutte le decisioni importanti dell’ambito pastorale vengono prese in questa
sede» spiega il vicepresidente Roberto Partata, insegnante trentenne che sostituisce da due anni il diacono
Gino Moro, suo predecessore di lunga militanza. Partata delinea un quadro positivo: «Sono rappresentate in consiglio tutte
le fasce di età e i vari movimenti e posizioni
della comunità. Alle decisioni arriviamo attraverso il dialogo, che a volte è anche duro,
e il parroco è parte integrante di queste di-
“Ma molti lo
considerano
un’entità
astratta”
L’ESPERIENZA DI UN PARROCO, DON
MARTINO ZAGONEL, DELLA CATTEDRALE
Chiesa e comunione
H
o sempre pensato
che il consiglio pastorale sia uno strumento
indispensabile per la vita
di una comunità parrocchiale. La visione di Chiesa maturata alla luce del
Concilio Vaticano II mi fa
pensare che tutti i battezzati sono responsabili dell’evangelizzazione e che la
prima evangelizzazione è
l’esperienza e testimonianza di comunione tra loro. Ma tra il dire e il fare…
Una delle sfide che avvertivo nel momento di assumere il servizio di parroco era proprio questa:
realizzare con i membri
del consiglio pastorale
un’autentica esperienza di
Chiesa, comunione per la
missione. Cercherò in queste righe di raccontare la
nostra esperienza.
Sono entrato in parrocchia il 3 ottobre 2004 e il 15
ottobre ho riunito il consiglio pastorale. Dopo quel
primo incontro, di presentazione e conoscenza reciproca, il consiglio si è riunito altre otto volte.
Nel secondo incontro
abbiamo cercato di comunicarci la nostra visione di
Chiesa, nella convinzione
che è più facile decidere e
agire se guidati da una visione condivisa. Ci ha aiutato la seguente schedaguida:
Evangelizzare è fare in
modo che le persone incontrino Gesù, e, incontrandolo, corrispondano fino in
fondo al suo disegno di amore per ciascuna di esse.
La prima opera di evangelizzazione è testimoniare che l’incontro con Gesù ha reso buona la vita,
perché abbiamo preso coscienza di essere figli di Dio
(da lui amati) e fratelli tra
di noi (chiamati ad amarci).
Evangelizzare è, quindi,
prima di tutto, far nascere
attorno a noi una sorpresa
e una domanda: “Guarda
come vivono bene!” e “Da
dove viene questo loro amore?”.
Inoltre, chi fa questa e-
sperienza di vita buona porta in sé il desiderio di comunicarla ad altri.
Da qui nasce la missione. La Chiesa è appunto esperienza di comunione e
urgenza di missione.
La parrocchia è la presenza della Chiesa in un
preciso territorio.
Dentro il nostro territorio, anche la nostra parrocchia è chiamata a evangelizzare. A vivere cioè, la
comunione e la missione.
La riflessione è risultata molto utile. Ha permesso ai consiglieri di interrogarsi sul grado della propria appartenenza e assunzione di responsabilità
ecclesiale. Inoltre, è stato
più facile leggere insieme
la realtà della nostra co-
“La sfida
di realizzare
un’autentica
esperienza
di Chiesa”
munità parrocchiale: che
cosa c’è di buono (da confermare); che cosa di negativo (da togliere); che
cosa vi manca (da far nascere). L’argomento ci ha
occupato per tre incontri.
Altri tre incontri sono
stati dedicati all’esame delle nostre celebrazioni domenicali, alla luce del decreto conciliare sulla liturgia. Le proposte emerse
sono state affidate al gruppo liturgico per una pronta attuazione.
Nell’incontro di maggio
il consiglio ha esaminato
la situazione economica
della parrocchia. È stato
un incontro congiunto con
il consiglio per gli affari economici, in vista di una
condivisione e approvazione di alcuni progetti.
A conclusione del percorso, nel mese di giugno,
abbiamo fatto una verifica
con l’aiuto delle seguenti
CAMPOLONGO / TOMASELLA
“Ogni anno definiamo
l’idea-guida”
A
Don Martino Zagonel
domande: Il metodo di lavoro messo in atto negli incontri del consiglio pastorale parrocchiale ci ha fatto crescere nella coscienza e
pratica della corresponsabilità pastorale? In che modo? In che cosa possiamo
migliorarlo? Le risposte
del gruppo mi hanno incoraggiato ad essere fedele e a migliorare questi aspetti: a) aver cura dell’accoglienza delle persone e
della cordialità tra i membri; b) disporsi in posizione circolare; c) vivere un
buon momento di preghiera, possibilmente su
un testo della Bibbia; d) offrire conoscenze teologiche pastorali che permettano riflessioni e decisioni
a partire dal senso della fede; e) favorire al massimo
la partecipazione nella conversazione; f) distinguere
con tutta chiarezza ciò che
deve essere semplicemente comunicato (su cui il
parroco ha già deciso e
quindi non è corretto chiedere parere) e ciò che si
vuole oggetto di vera e propria consultazione, nello
spirito e pratica del discernimento pastorale.
Essere Chiesa comunione per la missione! Il
percorso vissuto col gruppo dei consiglieri mi ha
confermato che l’obiettivo
iniziale non era bella parola o pura utopia: abbiamo
goduto nel camminare insieme per farci volto di
Chiesa fraterna, vicina alla gente e responsabile del
Regno.
Don Martino Zagonel
Arciprete della Cattedrale di Vittorio Veneto
lle porte della chiesa di Campolongo
c’è un cartellone con i nomi, le foto e i numeri di telefono dei consiglieri pastorali. «Perché per la nostra comunità il consiglio
è una cosa importante –
spiega il vicepresidente
Giorgio Tomasella –. È il
consiglio che definisce, ogni anno, l’idea-guida del
nostro piano pastorale. L’elaborazione avviene nel
mese di settembre, nel
corso di un ritiro di tre
giorni che solitamente facciamo fuori parrocchia. L’idea-guida viene poi stesa
in un documento, il piano
pastorale per l’appunto,
che viene presentato a tutta la comunità. Intorno ad
essa viene impostata la catechesi per bambini, adulti e anziani».
Il consiglio pastorale di
Campolongo si ritrova ogni mese, è moderato da
un laico e «non prende alcuna decisione senza l’assenso del parroco (ma anche il parroco non prende
alcuna decisione senza
l’assenso del consiglio)».
«Se non ci fosse il consiglio pastorale – continua
Tomasella – la comunità
Giorgio Tomasella, vicepresidente del
consiglio pastorale parrocchiale di
Campolongo
FREGONA / CLAUDIO DE ZAN
“Se non ci fosse,
comunità più disgregata”
C
laudio De Zan da
due anni e mezzo è
vicepresidente del consiglio pastorale di Fregona,
per il quale trae un bilancio
decisamente positivo. «Il
consiglio è un’entità valida,
perché è costituito da persone che fanno parte di varie commissioni, e quindi
rappresenta il punto di riferimento nel quale vengono
affrontate tutte le problematiche della parrocchia».
Com’è il rapporto tra
parroci e consigli pastorali?
«Nel nostro caso, il rapporto con don Ermanno è
ottimo e collaborativo. Ma
mi sembra che anche altrove ci sia la massima collaborazione, secondo le li-
nee guida date a livello foraniale».
La realtà dei borghi
caratterizza Fregona.
«Da quando è qui, don
Ermanno ha lavorato sulla
realtà dei borghi, riuscendo a fare gruppo al loro interno, favorendo anche attività in comune. In questo
il consiglio lo appoggia con
convinzione».
Un progetto da continuare in futuro.
«Bisogna continuare a
lavorare sull’entità famiglia,
stando vicino alle famiglie
della comunità, specialmente quelle giovani. Non
perché ci siano casi particolari o problematici, ma
sulla base dei risultati ottenuti dal gruppo giovani cop-
andrebbe avanti solo grazie al carisma e alla buona
volontà del parroco. E così se lui se ne va tutte le attività rischiano di fermarsi. Inoltre, senza il consiglio non ci sarebbe una pastorale della comunità, ma
ogni gruppo andrebbe per
contro proprio».
Il cammino di questi anni ha conosciuto successi
e fatiche. «Tra le cose positive metterei sicuramente i ritiri, un’autentica esperienza di comunità. La
fatica più grande è rappresentata dal far capire alla
parrocchia alcune nostre
scelte».
Quest’autunno a Campolongo non eleggeranno
il nuovo consiglio pastorale. «Riflettendo sul rinnovo
abbiamo osservato che
molti non conoscono ancora funzioni e scopo di
questo organismo. Perciò
abbiamo deciso di dare vita, per un anno, a dei consigli “aperti” a tutti. Questo allo scopo di aiutare la
maturazione, nei laici, della consapevolezza del ruolo del consiglio». (FC)
pie di cui faccio parte con
mia moglie. Un gruppo che
si dovrebbe estendere, anche se per farlo bisogna vincere una mentalità chiusa
che abbiamo, forse perché
siamo un po’ un paesino
quasi di montagna. Arrivano anche nuove coppie da
fuori, e bisogna lavorare
per la loro integrazione».
Come giudica il ruolo
dei consigli pastorali?
«È quello giusto: non appare, ma non è nemmeno
nascosto. Se non ci fosse la
comunità ne risentirebbe,
perché sarebbe più disgregata. Già il fatto di incontrarsi ogni 40-45 giorni, affrontando le problematiche
e cercando di trovare delle
vie per la loro soluzione, è
già molto importante».
Avrete difficoltà a ricostituire il prossimo
consiglio?
«È difficile: si lavora al
servizio degli altri, ci sono
tanti impegni personali...
ma il gruppo si costituirà.
Ne sono certo». (AT)
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Attualità
Domenica 18 settembre 2005
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NordEst d e g l i
NOTIZIE
Inceneritori
A Venezia un Osservatorio
per la sicurezza stradale
È stato inaugurato martedì a Venezia l’Osservatorio
regionale per la sicurezza stradale, un organismo di
coordinamento delle iniziative per la sicurezza della circolazione attivate nel Veneto da enti e organismi di vario genere. La Regione si sta muovendo sia
con azioni per migliorare le infrastrutture ed eliminare i cosiddetti “punti neri”, sia con iniziative di educazione mirate a promuovere un comportamento
più corretto da parte degli utenti della strada. È stato promosso anche l’avvio di un centro di monitoraggio, momento di raccolta e coordinamento dei
dati nel campo della sicurezza stradale.
I lavori dell’Osservatorio saranno organizzati da un
comitato permanente ristretto, diretto da Antonio
Fojadelli, procuratore capo di Treviso.
Gli incidenti stradali sono in Veneto la prima causa
di morte tra i giovani: per la fascia d’età 18-29 anni
causano quasi una morte su due.
Contributi regionali per libri
di testo e trasporto scolastico
Il contributo regionale per l’acquisto dei libri di testo per l’anno scolastico 2005-2006 ammonterà a 250
euro a studente. Il contributo, deciso dalla Commissione cultura del Consiglio regionale del Veneto, è riservato alle famiglie degli studenti delle scuole medie e superiori statali e non statali con reddito
annuo non superiore a 17.721,56 euro. Le domande
per tali contributi vanno inoltrate ai rispettivi Comuni di residenza. Vanno inoltrate, invece, entro il
10 ottobre alla Direzione regionale Istruzione di via
Brenta Vecchia 8, a Mestre, le domande per ottenere l’assegno regionale per le spese di trasporto scolastico degli studenti delle scuole secondarie e degli enti di formazione professionale, sempre per nuclei familiari con reddito annuo Isee inferiore a
17.721,56 euro.
Mutui prima casa: lo sportello
apre anche al sabato
In questi ultimi anni il servizio dello Sportello mutui prima casa ha riscosso un notevole successo: da
maggio 2004 ad oggi 4 mila 408 i trevigiani che ne
hanno usufruito per un totale di circa 388 milioni di
euro di mutui erogati.
A fronte del grande interesse (si registra una media
giornaliera di 25 richieste) nasce un nuovo servizio:
uno sportello aperto di sabato mattina, in viale Cesare Battisti a Treviso.
Continua inoltre il servizio nelle sedi di Castelfranco Veneto, Oderzo, Vittorio Veneto e Caerano San
Marco, ripreso dopo la pausa del mese di agosto. Si
ricorda che per accedere al servizio bisogna prenotare telefonicamente al numero 0422-656418. Recandosi allo sportello i cittadini possono conoscere
in maniera trasparente tutte le offerte proposte dalle banche convenzionate.
V
isto da Vittorio
Veneto, il progetto di Unindustria
per costruire due inceneritori per rifiuti speciali a Silea e Mogliano Veneto porta a fare innanzitutto un sospiro di sollievo.
Perché in questo modo
tramonta in modo definitivo l’ipotesi che un impianto
del genere sorgesse nel Vittoriese, rimuovendo così,
per tanti, la necessità di impegnarsi in un’aspra battaglia, pro o contro.
Ma la dimensione provinciale, anzi extraregionale, del progetto rende necessaria una riflessione an-
che dal punto di vista della
Sinistra Piave, soprattutto
per l’opportunità che i due
inceneritori rappresentano,
innanzitutto per le tutte le
aziende che attualmente
smaltiscono i propri rifiuti
speciali attraverso altri canali. Infatti, finora dei rifiuti speciali chi si è preoccupato? Cosa è stato pianificato?
Sulla questione si è innescato nella Marca un acceso dibattito, in cui sono
via via entrati rappresentanti del mondo del lavoro,
di enti ed istituzioni, di
gruppi e associazioni ambientalisti, cittadini delle zo-
ne interessate. Mentre il dibattito era del tutto prevedibile, meno prevedibile è
l’esito della vicenda, che apre a numerosi problemi,
cui dovrà rispondere innanzitutto la Regione Veneto.
Ad esempio, se anche la
tecnologia adottata per questi inceneritori si rivelasse
davvero efficace nel contenimento dell’inquinamento
atmosferico, resta il problema dello smaltimento
delle scorie. Il doppio progetto di Unindustria rende
necessario dare una risposta al quesito: verrà realizzata una discarica “ad hoc”
Il progetto di
Unindustria:
costruire due
impianti, a Silea
e Mogliano
nei paraggi dei due impianti? Gli esperti indicano gli
scarti solidi della combustione rappresentino circa
il 30 % dei rifiuti conferiti.
Nel caso dei due inceneritori proposti da Unindustria, quindi, servono siti
per smaltire circa 150 mila
tonnellate di scorie all’anno.
Inoltre, le potenzialità
del progetto di Unindustria
paiono davvero grandi. Numerosi già si sono chiesti: e
se poi, per farli funzionare
diventa necessario smaltire
anche i rifiuti urbani, cioè il
cosiddetto “secco”?
Ancora, viste le dimensioni del progetto e gli altissimi costi, viene spontaneo chiedersi: chi paga?
Dalla risposta si potrà capire molto riguardo ai veri obiettivi dell’operazione e,
quindi, dell’affidabilità dell’operazione, delle garanzie
per la tutela della salute e
dell’ambiente.
T
ra i maggiori e- L’ESPERTO DEL WWF, SALVADOR:
ti solidi urbani. Infatti il
sperti locali delle
forno a griglia proposto
problematiche legati ai ri- “Grande concentratore di inquinanti” può bruciare indifferenfiuti c’è sicuramente Gianluigi SalvaEntrando nel merito tecnico dell’i- temente sia rifiuti speciali che rifiuti urdor, residente a Refrontolo, referente ter per la costruzione dei due incene- bani indifferenziati.
per il Wwf Veneto su Energia e Rifiu- ritori («nei documenti e direttive delNel caso dei rifiuti industriali si tocti.
la Comunità Europea sul tema esiste ca il tasto dolente della qualità scaIn merito alla proposta di Unindu- solo la parola incinerator o incinera- dente dei processi produttivi veneti
stria Salvador ha elaborato in un do- tion»), secondo Salvador «la Via (va- che consumano molta energia e procumento una serie di argomentazioni lutazione di impatto ambientale) non ducono molti rifiuti. Infatti da dati Ucontro tale realizzazione. Proponiamo dovrà essere fatta esclusivamente a nindustria solo il 46 % dei rifiuti indualcune delle sue numerose obiezioni fronte dei due impianti richiesti ma de- striali prodotti è riciclato e solo 453 ache interpellano l’associazione degli ve contemplare anche il do nothing ziende sulle decine di migliaia esistenti
industriali, ma che coinvolgono anche cioè l’Opzione Zero. Quest’ultima non nel Veneto hanno la certificazione amgli enti, a partire dalla Regione Vene- consiste solo nel non fare gli impian- bientale ISO14001, certificazione che
to, che dovranno esprimersi in meri- ti, ma pianifica un’alternativa di ridu- controlla e permette di ridurre gli spreto.
zione della produzione dei rifiuti in- chi energetici, di materia e l’inquina«É noto - sostiene Salvador - che gli dustriali e il miglioramento della loro mento».
inceneritori sono degli enormi “con- qualità nel tempo, secondo gli obiettiE Salvador propone: «Unindustria
centratori di inquinanti”, costosi e po- vi prioritari europei e nazionali. Que- non può pensare di richiedere in ogni
co flessibili, opere devastanti ed irre- sta deve essere una chiara richiesta dibattito “ricerca e innovazione per
versibili, alla pari delle cave o delle dei responsabili politici regionali».
competere” senza poi convincere i
centrali nucleari. Per
C’è poi l’aspetto suoi aderenti a innovare e migliorare
questi motivi, siccodella pianificazione la qualità dei processi industriali, prome esistono delle aldei rifiuti: «Vanno gettando per esempio il riciclo degli
ternative ad essi, i
pianificate per i scarti al 70, 80, 95 %».
cittadini, i comitati e
prossimi anni quaSecondo Salvador occorre andare
le Amministrazioni a
lità e quantità dei ri- oltre la politica dell’incenerimento:
tutti i livelli devono
fiuti prodotti sia dal- «Dobbiamo imitare le altre nazioni del
aprire il dibattito e il
l’industria come ri- nord Europa e le direttive CE che diconfronto sulle alfiuti speciali che dai sincentivano chiaramente l’inceneriternative».
cittadini come rifiu- mento».
SEGUE DALLA PRIMA
I
n questo caso. Ma in tanti altri casi?
Il problema della produzione e lo
smaltimento dei rifiuti ha fatto emergere
una nuova dimensione della solidarietà.
Nell’ambiente della Chiesa italiana, infatti, si parla della “solidarietà strutturale”.
Si tratta della necessità di farsi carico degli effetti negativi che il nostro sviluppo
produce distribuendoli in una struttura
che copra in maniera equanime tutto il
territorio nazionale. Tali effetti sono appunto i rifiuti, ma anche l’inquinamento elettromagnetico e le cave e il passaggio
delle strade e tante altre cose indesiderabili. Di fronte a questi disagi la reazione istintiva è: tutto questo lontano da me. Gli
americani, amanti delle sigle, ne hanno
affibbiata una anche a questo atteggia-
mento; lo chiamano “Nimby”, iniziali dell’espressione “not in my back yard”, non
nel cortile dietro casa mia. Non è un buon
atteggiamento. È espressione di egoismo
perché si rifiuta di portare una parte del
peso del vivere sociale, pensando solamente al proprio benessere. La solidarietà, invece, cerca il bene di tutti i componenti della società e nei disagi si fa avanti e offre la sua disponibilità ad assumersene una parte cercando in tutti i modi che la divisione sia fatta in maniera giusta.
Mi ha fatto una certa meraviglia che il
noto missionario padre Zanotelli abbia organizzato, insieme ad un gruppo di preti
della diocesi di Trento, un movimento di
protesta radicale – fino a proclamare lo
sciopero della fame – contro l’impianto di
termovalorizzatori, analogo a quello della provincia di Treviso, dandogli il nome
“Nimby”. Questo termine colora di una
certa ambiguità la protesta.
A meno che il rifiuto non sia radicale,
nel senso che vada alla radice del problema – e questo è il vero obiettivo di padre Zanotelli – proclamando che la via imboccata dal nostro sviluppo economico ci
porta dritto ad una discarica planetaria
che finirà per soffocare la vita. Non si tratta di allontanare dal proprio territorio i rifiuti e le altre porcherie, ma di impedire
che vangano prodotti. Non si può continuare a creare prodotti usa e getta, prodotti fatti apposta per diventare subito rifiuti, prodotti tipo scatole cinesi dove il
contenuto utile è avvolto da una serie di
ingombranti e costosi contenitori e poi
scandalizzarci dei rifiuti. Stiamo vivendo
in maniera schizofrenica: vogliamo continuare a guazzare nell’economia del superfluo, ma non ne sopportiamo gli scarti. Finché si continua a inculcare, anche
attraverso la pubblicità, che il primo dovere del cittadino è quello di consumare,
è impossibile risolvere questi problemi.
Allora la battaglia va fatta su ambedue
i fronti: da una parte bisogna smettere di
provocare agitazioni tipo nimby ed essere solidali nel portare i pesi, dall’altra dobbiamo renderci conto che i pesi stanno diventando insensati e perciò dobbiamo cercare insieme di ridurli cambiando stile di
vita e sistema economico. (GpM)
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 18 settembre 2005
Alla Marcia per la pace Perugia-Assisi
In 200 mila per
chiedere impegni
veri per l’Onu e per
la lotta alla povertà
La grande sete
di pace e giustizia
A
d immergersi
nella folla infinita della sedicesima Marcia per la pace
Perugia-Assisi si provano
svariate sensazioni: la sorpresa di ritrovarsi dentro
una girandola di gente; la
leggera ubriacatura che
produce l’incessante scorrere di bandiere arcobaleno o d’altro genere, colori
e slogan e scritte; la curiosità di capire cosa possa
muovere dalle loro case
questo caleidoscopio di umanità.
Ad accomunare i circa
200 mila marciatori uno
slogan stampato in rosso
su una fascetta bianca ed
impresso anche in un piccolo braccialetto di plastica bianca: “Stop alla povertà!”. E l’attenzione della Marcia e dell’Assemblea
dell’Onu dei popoli che
l’ha preceduta era incentrata sull’Onu, cui restituire efficacia e dignità.
Certo alla Marcia della
pace partecipano persone
d’ogni tipo: il papà che ha
spinto per tutto il percorso
la carrozzina del figlioletto
per arrivare fin su alla rocca di Assisi con tutta la sua
famigliola; il tipo con la radiolina incollata all’orecchio per seguire i risultati
delle partite di calcio della
serie A; la signora con il rosario in mano; scout in divisa e giovani con i pantaloni a vita bassa. Chissà cosa direbbe Aldo Capitini,
l’ideatore della manifestazione nell’ormai lontano
1961, della “sua” marcia
nell’edizione 2005!
I
n questa settimana
si consumano ore
drammatiche per l’organizzazione delle Nazioni
Unite. La sessione dell’assemblea generale
che inizia in questi giorni dovrà decidere su una
serie di riforme di portata storica, destinate ad
influire sul profilo dell’organizzazione
nei
prossimi decenni. Si dovrà parlare di nuova
composizione del Consiglio di sicurezza, della
proposta riforma della
Commissione sui diritti
umani, delle nuove regole sull’uso della forza,
non solo per i casi di avvenuta violazione della
pace e della sicurezza internazionale, ma anche
per i casi di “pericolo imminente”, interventi preventivi, insomma.
Il pacchetto di misu-
La marcia ha avuto al
suo culmine un acquazzone che ha di fatto guastato
il momento finale nello
spiazzo della rocca, proprio mentre Flavio Lotti,
coordinatore della Tavola
per la pace ed “anima” organizzativa della marcia,
leggeva il messaggio del
presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e
prima che venisse letto
quello del papa Benedetto
XVI.
La pioggia ha impedito
che venissero proposti a
tutti i partecipanti appelli,
messaggi, numerose testimonianze di uomini e donne provenienti da ogni par-
te del mondo, giunti ad Assisi per parlare al popolo
della pace di tante, troppe
situazioni di ingiustizia, di
tante guerre più o meno
seguite dai “media”.
All’arrivo della pioggia
la prima sensazione per
molti dev’essere stata di
grande delusione, quasi di
marcia fallita. Ma frate
Francesco, il primo vero ispiratore di questa enorme manifestazione, alle
prime gocce di pioggia avrebbe alzato gli occhi al
cielo e avrebbe iniziato a
ringraziare Dio per sorella acqua. Forse quel breve
scroscio ha dimostrato come la Marcia della pace
Festa della gente,
festa dei Comuni
C
’è un aspetto che non può
non far riflettere della Marcia Perugia-Assisi: la massiccia adesione, e anche la partecipazione fisica, dei Comuni. Tantissimi.
Centinaia e centinaia, provenienti da ogni parte d’Italia (e dalla diocesi il Comune di Ceggia). Tutti riconoscibili, se non da altro, da due
emblemi: i loro variopinti gonfaloni, portati da vigili in uniformi
impeccabili oppure da qualche volontario non ben identificabile; e
poi la fascia tricolore, tante fasce
tricolori obliquamente indossate
da sindaci, vicesindaci o assessori o consiglieri delegati…
Non esiste altra manifestazione in Italia che raduni così tanti
re di riforma elaborato in
questi mesi dal segretario generale Kofi Annan
presenta insomma elementi positivi, ma anche
indicazioni molto discutibili. Le posizioni degli stati non si sono nel frattempo uniformate. Da
tempo non si assisteva ad
una simile babele di linee
politiche a livello internazionale. Nella carenza
di idee forti da parte degli stati leader, ogni governo si considera in libera uscita e autorizzato
a strumentalizzare le Nazioni Unite per il proprio
tornaconto. Quando sono
gli egoismi degli stati ad
esprimersi, un’organizzazione come le Nazioni Unite perde la sua ragione
di esistere. Aggiungiamoci le difficoltà personali del segretario generale, coinvolto nello scan-
non si possa racchiudere
in uno slogan, nei messaggi “ufficiali”, men che
meno nelle interviste televisive ai leader politici e
sindacali.
La Marcia della pace è
innanzitutto – come hanno
insegnato san Francesco e
Gandhi – fatica del camminare per 24 chilometri.
Cioè un piccolo-grande sacrificio personale, vissuto
insieme ad altri, che è il
modo più semplice di pro-
Comuni (ma
anche decine
di Province e
varie Regioni). E stupisce che a riuscire
in
un’impresa
simile
sia
non una convocazione ufficiale, istituzionale, bensì un’informale,
spontaneissimo, itinerante raduno come la Marcia della pace Perugia-Assisi.
È un segno bello di quanto la dimensione della pace e della giustizia rappresentino un richiamo
di attenzione, di impegno non solo per una miriade di gruppi ed associazioni, ma anche per gli amministratori locali, solitamente
presi da ben altre questioni di loro stretta pertinenza, come il Bilancio di previsione o il Piano regolatore, l’acquedotto che perde o
il trasporto scolastico…
Certo, questa spontanea, entusiasta espressione dei Comuni si
UNA MIRIADE DI GONFALONI
vare, prima a
se stessi e
poi agli altri,
le proprie
convinzioni e
ideali.
Flavio Lotti introduceva così, alla
vigilia, la sedicesima edizione: «Se invece di essere una marcia,
fosse stata una staffetta,
domani il testimone passerebbe alla politica». Proprio così: i partecipanti alla Perugia-Assisi hanno la
forza di manifestare, anche
in modo appariscente, attese ed aspirazioni. Spetta
a chi ne ha il potere, di interpretare e rendere esecutive queste aspettative.
Logico, quindi, che da
Assisi l’attenzione dei 200
presta anche ad una “lettura” un po’ pessimista
riguardo al loro ruolo.
Perché risulta che persino queste spinte ideali condivise, come anche
le fatiche che caratterizzano l’azione degli enti
locali, paiono destinate
a restare un puzzle mai
composto. Tanti pezzi
che comporrebbero
un’opera unica, preziosa, ma che
nessuno ai livelli superiori fa lo
sforzo di interpretare, assecondare, completare. Nel caso della
Marcia Perugia-Assisi c’è un’evidente, diffusa, crescente sete di
pace, di armonia sociale, di scelte
nella direzione della giustizia e del
riequilibrio socio-economico del
contesto internazionale.
Più prosaicamente, altre volte
i Comuni si trovano ad esprimere
contrarietà ai tagli ai trasferimenti da parte dello Stato, oppure allo smantellamento del welfare.
Ma il risultato non cambia: i-
Egoismi degli Stati,
minaccia per l’Onu
ambizioso. L’Onu metteva insieme, in modo eclettico ma efficace pacifismo, anti-colonialismo,
impegno per i diritti umani e per lo sviluppo.
Nonostante la guerra
fredda, questi ideali si sono mantenuti vitali e hanno rappresentato una forza ideologica e politica di
primaria importanza.
Si tratta di un patrimonio ideale e politico che
negli anni recenti è stato
mila di domenica scorsa, e
di tanti altri, si sia orientata verso New York dove,
alla sede dell’Onu, c’è in
questi giorni lo storico,
grande vertice dei capi di
Stato. Al loro indirizzo è
stata spedita da Assisi una
proposta di risoluzione che
indica l’urgenza di un impegno vero per una democratizzazione e una riforma dell’Onu, che permetta di affrontare seriamente le grandi emergenze e i
drammi del nostro tempo:
la lotta contro la povertà, la
pace e la sicurezza; la difesa dei diritti umani e dell’ambiente. Se il vertice fallirà, sarà il fallimento non
dell’Onu, ma di chi l’ha fin
qui frenato, svilito.
Franco Pozzebon
nascoltati.
Eppure alla Perugia-Assisi la
partecipazione dei Comuni non è
caratterizzata da proteste o piagnistei. Sono piccoli enti “cirenei”
che provano a fare la loro parte, a
stretto contatto con la gente comune, l’associazionismo. E così
può crescere e diffondersi una cultura diversa che, quando sarà matura, sfocerà in percorsi nuovi, aperture nuove, nella direzione di
un “travaso” società-istituzioni che
rappresenta un buon metro del livello di democrazia e di civiltà.
(FP)
Un gruppo
di donne
partecipanti
alla
PerugiaAssisi di
domenica
scorsa
A 60 ANNI DALLA NASCITA
dalo delle vendite di petrolio iracheno a società
occidentali in barba alle
rigide quote imposte dallo stesso Consiglio di sicurezza, e avremo chiari
i motivi per cui probabilmente nei prossimi giorni gli stati membri dell’Onu decideranno di non
decidere.
L’Onu è sorta sessant’anni fa, sostenuta da
un forte ideale e al servizio di un disegno politico
5
tuttavia allegramente dilapidato da parte di una
classe politica che, consapevole di non essere
all’altezza di quei valori,
ha pensato bene di rinnegarli e seppellirli nel
disprezzo. La favola della volpe e dell’uva.
I valori calpestati dai
politici di mezzo mondo
sono stati invece orgogliosamente portati in
piazza a Perugia e Assisi dai circa 200 mila cittadini che hanno partecipato alla Marcia della
pace. La marcia e l’as-
semblea dell’Onu dei popoli che l’ha preceduta
sono, in miniatura, lo
specchio di quello che
l’Onu è stato e dovrebbe
tornare ad essere: un
luogo in cui possono incontrarsi, in nome di ideali forti e condivisi, le
persone e i popoli più diversi. Non un club dove
tutti sono d’accordo su
tutto, ma un’assemblea
dove tutti sono in disaccordo su tutto, salvo che
sull’essenziale per sopravvivere.
Paolo De Stefani
e
L’AZiON
Volontariato
Domenica 18 settembre 2005
7
SABATO 24 SETTEMBRE A PIANEZZE DI VALDOBBIADENE DUE ADOZIONI A DISTANZA
Associazioni di volontariato,
il primo incontro provinciale
S
i svolgerà a Pianezze di Valdobbiadene, sabato
24 settembre, presso il
Tempio del donatore, il
primo appuntamento provinciale “Le associazioni di
volontariato si
incontrano”.
Un pomeriggio
dedicato allo
scambio e al
confronto, per il quale il
Coordinamento delle associazioni della provincia
di Treviso e il Centro di
servizio hanno chiamato
a raccolta le varie espressioni del volontariato, sia
trevigiane, sia di stranieri. Un’occasione non solo
per riflettere su cosa significhi impegnarsi nel volontariato oggi, ma anche
per continuare il progetto
di interazione tra culture e
associazioni “Il mio vicino
viene da lontano” lanciato
lo scorso anno durante la
festa multiculturale Ritmi
e danze dal mondo.
I rappresentanti del volontariato di Marca, comprese le circa 40 organizzazioni di stranieri attive
sul territorio, avvieranno
quindi una conoscenza re-
ciproca, condividendo le
proprie esperienze e proponendo forme alternative di collaborazione e di
partecipazione. Tutto questo a partire dall’ap-
delle finalità e gli obiettivi
dell’iniziativa e con l’autorevole inter vento di Edoardo Patriarca, portavoce del Forum nazionale
del terzo settore, che
coordina oltre
cento associazioni, per una
rete di circa 18
milioni di persone. Sarà lui a
introdurre l’attività dei quattro gruppi di
lavoro, che si confronteranno dalle 16 alle 18: un
gruppo con i rappresentanti delle associazioni
dalla Castellana e dal
Montebellunese, uno dall’Opitergino-Mottense, uno dalla Sinistra Piave e uno comprendente i rappresentanti da Treviso e
dai comuni del Terraglio.
Seguirà in plenaria il confronto di quanto emerso
nelle tavole rotonde con
gli interventi dei quattro
portavoce. Concluderà
Giovanni Grillo con alcune considerazioni sugli
impegni del Coordinamento provinciale a partire da questa giornata,
mentre Patriarca offrirà
alle associazioni alcune indicazioni operative per at-
Sul tema dell’interazione
tra culture e associazioni
È
sempre più intenso l’impegno del Coordinamento delle associazioni di volontariato
della provincia di Treviso e del Centro del servizio per il volontariato
nell’attività di informazione e di comunicazione ai
volontari e alle associazioni. Per questo motivo hanno realizzato e continuano
a realizzare brochure, pieghevoli e altri materiali
informativi che vengono
distribuiti direttamente alle associazioni stesse o
che possono essere richiesti al Cds. L’opuscolo
“Attivare la solidarietà” del
Laboratorio scuola volontariato viene realizzato ogni anno e per le scuole
superiori della provincia
rappresenta ormai la guida di riferimento per scegliere i percorsi formativi
che promuovono percorsi
di solidarietà da seguire
nell’anno scolastico che
verrà. Un agile manualet-
profondimento dei diversi significati che cittadini
di varie provenienze – senegalese, macedone, albanese, indiana, eccetera
– attribuiscono alla parola
volontariato. «Nell’organizzare il meeting di Pianezze – afferma il presidente del Coordinamento
delle associazioni di volontariato della Provincia
di Treviso, Giovanni Grillo – siamo spinti dalla volontà di seguire le indicazioni di grandi dirigenti
del volontariato italiano.
Per tutti ricordo Luciano
Tavazza che invita ad uscire dalla quotidianità e
a sperimentare sempre
nuovi percorsi per “lavorare insieme”».
L’incontro inizierà alle
15 con la presentazione
descrizione nella brochure comprende sia
gli obiettivi, sia la
struttura degli insegnamenti. Un aiuto
per qualificare ulteriormente gli interventi di
tutti coloro che quotidianamente e con generosità
si mettono a disposizione
degli altri. Nello stesso
tempo, la realizzazione di
nuovi materiali rappresenta anche il frutto della
volontà del Cds di documentare le attività che
svolge. Un esempio è rappresentato proprio dalla
pubblicazione “Educare
alla cittadinanza”. Si tratta
del primo resoconto del
percorso di confronto tra
ragazzi detenuti all’Ipm di
Treviso e gli studenti delle superiori. Una raccolta,
a tratti toccante, di “voci
di fuori e voci di dentro” su
temi quali la tolleranza,
l’affettività, l’accoglienza,
la libertà. Non manca una
preziosa testimonianza del
giornalista Candido Cannavò, che racconta le sue
impressioni positive sull’iniziativa conosciuta il 12
maggio scorso: “Ci sono
giornate che non si dimenticano. Il carcere minorile di Treviso me lo ha
ricordato”.
Per informazioni: Centro di ser vizio, telefono
0422-542941, e-mail [email protected].
PUBBLICAZIONI
Opuscoli e brochure, soprattutto
per coinvolgere i giovani
to, facile e pratico da consultare sia da parte degli
insegnanti che degli studenti, che informa anche
sul nuovo intervento “Civili in servizio” per far conoscere ai più giovani l’opportunità offerta dal Servizio civile, esperienza umana di solidarietà e di
servizio alla comunità ma
anche occasione di crescita personale e di formazione. Rappresenta invece una vera novità la
“VolontarInformazione”,
una guida ai corsi gratuiti
proposti per la prima volta alle associazioni dall’equipe formazione del Cds,
con la possibilità di adattarli alle esigenze delle
singole realtà. I volontari
potranno così scegliere tra
le varie possibilità: dalla
motivazione all’autostima,
dalla comunicazione interpersonale all’educazione alla pace, dalla progettazione
agli aspetti gestionali ed amministrativi nel volontariato.
Un’ampia offerta
formativa di ben
nove corsi, la cui
Edo Patriarca, portavoce del Forum
nazionale del terzo settore, interverrà
all’incontro delle associazioni di
volontariato trevigiane a Pianezze
tivare un proficuo e continuativo lavoro di rete. «La
collaborazione tra volontari – afferma il presidente del Centro di servizio
Alfio Bolzonello – potrebbe essere la spinta per far
impegnare le associazioni
di immigrati in contesti
del tutto nuovi, come le case di riposo o le comunità
per persone disabili. Anche la musica etnica, video e seminari sulla propria terra o i racconti tradizionali, ad esempio, possono rappresentare nuove interessanti modalità di
animazione».
La serata si chiuderà
con un momento conviviale e di festa per tutti i
partecipanti. Informazioni: Centro di servizio per
il volontariato, telefono
0422-543534; [email protected].
L’Ecomaratona e
il popolo Saharawi
N
on sarà solo un evento sportivo. Sarà
di più.
L’Ecomaratona dei cimbri, in programma domenica 18 settembre in Cansiglio, sarà anche un’occasione di promozione turistica, culturale e di solidarietà, che – in questa seconda edizione – coinvolge
in maniera particolare il
mondo del volontariato. Tra
i promotori infatti figurano,
insieme alla Pro loco, al Comune di Fregona e all’Associazione culturale dei
Cimbri, il Gruppo volontariato di Fregona, nonché i
Coordinamenti del volontariato della Sinistra Piave e
della Provincia di Treviso.
L’Ecomaratona dei Cimbri è
inserita in un circuito di
quattro Ecomaratone, tre in
Italia e una nel Sahara nord
occidentale, che ha lo scopo di sostenere la causa del
popolo Saharawi, in lotta
per ottenere l’indipendenza
dal Marocco. «Per questo –
spiega Gianni De Polo del
comitato organizzatore – una quota dell’iscrizione alla
competizione finanzierà l’adozione a distanza di un
bambino etiope e di una famiglia Saharawi». Non va
dimenticato inoltre l’aspetto culturale legato alle comunità Cimbri, la cui storia
sarà presentata dall’Associazione culturale dei Cimbri, il 17 settembre, alle
20.30, nel centro sociale di
Fregona, con la proiezione
di video e fotografie.
Tra le iniziative collaterali rientra anche il “Pasta
party”, sabato 17 dalle 19,
per promuovere i prodotti
dell’associazione Libera e,
domenica 18 dalle 9.30,
un’escursione sui sentieri
del vino Torchiato.
Altro servizio
nella pagina dello Sport
LABORATORIO SCUOLA
VOLONTARIATO: Due nuove sedi
a Conegliano e Montebelluna
S
i sviluppa ulteriormente l’attività del progetto Laboratorio scuola
volontariato in provincia di Treviso, attraverso un’attività ancora
più capillare sul territorio. Dopo Treviso, Castelfranco e Vittorio Veneto,
anche Conegliano e Montebelluna ospitano infatti le due nuove sedi. A
Conegliano il laboratorio si trova all’Istituto tecnico Cerletti, in via XXVIII Aprile 20; a Montebelluna alla Casa del volontariato, in via Dante 14
(telefono 0423-619057). Per conoscere gli orari, telefonare allo 0422419111 (lunedì dalle 10 alle 12; mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17),
www.scuolaevolontariato.org, e-mail [email protected].
VOLONTARIATO / BREVI
Capire e capirsi
con l’Aitsam
Ripartono i percorsi formativi per la salute mentale proposti dall’Aitsam per
il prossimo autunno. Il ciclo di cinque incontri su “Identità e ruolo nella società in evoluzione” partirà
il 13 ottobre, alle 20.30, al
centro sociale “I Tigli” a
Fratta di Oderzo, con una
relazione della psicologa
Vittorina Jus che parlerà
de “L’uomo come essere
progettuale: identità, ruolo
e relazioni in ambito lavorativo”. Per informazioni:
0422-710926.
Un corso
per l’auto mutuo aiuto
È iniziato il 14 settembre, con un incontro sulla
gratuità del dono, il corso
di formazione promosso
dall’Aitsam per facilitatori
e attivatori di gruppi di auto mutuo aiuto. Le lezioni
si svolgeranno tutti i mercoledì sera al centro sociale “I Tigli” a Fratta di Oderzo fino al 26 ottobre. Il
prossimo appuntamento, il
21 settembre, sarà sulla relazione di coppia con il pro-
fessor Roberto Gilardi,
mentre il 28 settembre si
parlerà dell’arte dell’ascolto reciproco con la dottoressa Vittorina Jus.
Formazione
per volontari
di servizio civile
La Regione Veneto organizza un corso di formazione generale per volontari di servizio civile di 5
giornate per 40 ore complessive. Le sedi delle lezioni saranno Padova (dal
7 ottobre al 4 novembre) e
Belluno (dal 21 ottobre al
18 novembre). Nello stesso periodo (l’8 ottobre a Padova e il 15 ottobre a Belluno) si terrà anche la giornata formativa per Operatori locali di progetto. Per
iscriversi è necessario inviare a [email protected] i moduli scaricabili dal sito www.venetosociale.it.
Nat’s insegna il metodo
della raccolta fondi
“Strategie e modelli di
marketing sociale”: è questo il titolo del corso promosso da Nat’s Treviso
con l’obiettivo di insegnare i metodi di fund raising
per organizzazioni non
profit. Il corso avrà una durata di 36 ore, dal 30 settembre al 9 ottobre, nella
sede dell’associazione in
via Montello a Treviso. Per
informazioni: 0422-305008;
[email protected].
Associazione Alzheimer:
corso di formazione
L’associazione Alzheimer Onlus di Riese Pio X
organizza un corso di formazione per familiari, volontari e operatori (in collaborazione con il Comune
di Asolo) nell’aula magna
della scuola media Torretti di Asolo (via Forestuzzo
50). Si inizia lunedì 10 ottobre e si termina lunedì 5
dicembre, per un totale di
nove incontri su tutti gli aspetti della malattia. Per
informazioni e iscrizioni:
assessorato alle Politiche
sociali Comune di Asolo
0423-524640; associazione
Alzheimer 0423-750324
(martedì, mercoledì e venerdì 9-11.30 oppure rivolgersi alla presidente, signora Gatto, 329-4511952).
8
Taglio di 200 posti di lavoro nella fabbrica di Mel
Acc, sorpresa,
anzi sconcerto
I
n primavera salì il vescovo Giuseppe a
Mel per benedire lavoratori e dirigenti dell’Acc,
l’ex Zanussi. Era un pomeriggio di festa. L’azienda era reduce da un accordo tra
i più innovativi in Italia: alle maestranze veniva chiesto un di più di flessibilità,
l’Acc s’impegnava a non delocalizzare, anzi ad incrementare con ulteriori investimenti la sua attività produttiva sia a Mel che nello
stabilimento di Rovigo. Il
Vescovo stesso aveva lodato questa disponibilità dell’ex Zanussi a consolidarsi,
a radicarsi nel territorio. E
con genuina soddisfazione
aveva ripetutamente benedetto tutti, compresi gli ambienti di lavoro. Anche le
dichiarazioni rilasciate nell’occasione dai massimi dirigenti industriali al nostro
giornale erano tutte improntate a questa garanzia.
Ai primi di settembre, in-
L’ingresso dello stabilimento di Mel dell’Acc, ex Zanussi
vece, la doccia fredda. Anzi, gelata. L’Acc ha annunciato che chiuderà lo stabilimento di Rovigo e che a
Mel taglierà duecento posti di lavoro. Il mercato dei
compressori non tira, perché è in crisi – come viene
spiegato – il mercato degli
elettrodomestici. Immaginarsi la reazione dei lavoratori e di tutta la comunità:
non di sorpresa, ma di
sconcerto. Perché la crisi
dell’Acc era l’ultima che ci
si poteva aspettare in Valbelluna ma anche nell’intero Veneto. L’azienda veniva
infatti considerata tra le più
sicure. I lavoratori hanno
reagito con proteste diverse, a Villa di Villa e soprattutto a Rovigo. Si dicono
traditi, presi in giro. Mettono sotto accusa non solo
l’azienda, anche la Provincia di Belluno che si era fatta garante dell’intesa. «Le
rsu – ricorda il presidente
della Provincia, Sergio Reolon – erano contrarie a quell’accordo, ma sono state
sconfessate del voto dei lavoratori. È chiaro che senza quell’accordo non ci sarebbe stato futuro per l’im-
I 60 ANNI DELLE ACLI / LE “BATTAGLIE”
DELLA VITTORIESE FRANCESCA MENEGHIN
“La mia vita nelle Acli”
F
rancesca Meneghin è un personaggio molto noto nell’ambiente dell’impegno sociale del Vittoriese.
Recentemente è stata chiamata dal Circolo Acli di Avellino, nell’ambito delle celebrazioni del 60° anniversario dell’associa-
Alla scuola delle Acli
Ho incominciato presto
a lavorare. A meno di 11 anni ero in bacologia Sbrojavacca di Vittorio Veneto.
Durante la guerra ho lavorato anche in un’azienda
metalmeccanica locale. Poi,
dopo l’8 settembre, sono ri-
zione, per raccontare la sua storia che ha
come punto di partenza e costante punto di
riferimento l’associazione cristiana dei lavoratori. Presentiamo la sua testimonianza come contributo alla celebrazione del
60°.
tornata in bacologia.
Da allora ha inizio il mio
impegno sociale e politico.
Infatti in quel periodo sono
stata invitata da persone
provenienti da Treviso, appartenenti ad un non meglio identificato movimento cattolico, a partecipare a
rischiose riunioni notturne,
a causa del coprifuoco, che
si tenevano all’orfanotrofio
Luzzatti di Vittorio. Si parlava della necessità dell’impegno sociale e politico del
cattolico. Liberata Roma le
riunioni procedevano con
maggiore intensità. Il peri-
Il futuro è il 2030, non il 1980!
G
iorno prima, giorno dopo, comincia la scuola. I numeri parlano chiaro: aumentano le iscrizioni
ai licei e diminuiscono quelle agli istituti tecnici. Difficile spiegare con
certezza i motivi di queste tendenze:
forse i licei “ammorbiditi”, ma forse
anche (speriamo!) la voglia di studiare, di cancellare l’idea che appare
del Veneto che non sa parlare in italiano e sa solo lavorare a testa bassa.
Ed ecco l’ammonizione degli Industriali veneti: «Non andate al liceo, c’è
bisogno di operai e tecnici specializzati!».
e
L’AZiON
Attualità / Economia
Domenica 18 settembre 2005
Assunto che la scuola, così com’è
oggi, fornisce ad ogni livello nozioni
che poi devono essere comunque irrobustite da esperienza sul campo,
meraviglia l’appello degli industriali.
Sembra che non si siano accorti che
il miracolo del Nord-Est, quando con
il solo sudore e l’inventiva sono nati
migliaia di imprenditori, appartiene
alla preistoria. Con i mercati internazionali di merci e persone, la voglia
di lavorare, l’istinto imprenditoriale,
senza il sapere, non bastano più. Non
si torna indietro, il futuro è il 2030,
non il 1980!
I
nterverrà anche il governo, specificatamente
il ministero del welfare, nella
vicenda Acc, anzitutto per portare elementi di chiarimento.
«Siamo infatti sorpresi anche
noi», ammette il sottosegretario Maurizio Sacconi.
Come intende operare?
«Il governo vuol vederci
chiaro nel piano industriale dell’Acc».
Lei ha incontrato i rappresentanti dei
lavoratori, le rsu. Come li ha trovati?
«Nei rappresentanti dei lavoratori ho riscontrato non solo preoccupazione, ma anche sconcerto. E io li capisco. Il nuovo piano industriale, infatti, viene annunciato pochi mesi dopo intese che sembravano destinate a durare nel tempo. Si dice che il piano sia determinato dalla caduta dei volumi
di mercato degli elettrodomestici e, quindi,
dei compressori. Probabilmente, tuttavia, è
conseguenza di difficoltà più specifiche dell’azienda. Ecco perché noi vogliamo discutere fino in fondo il piano industriale».
La prima preoccupazione è per la tutela dei lavoratori in esubero. Che cosa sarà possibile fare?
«Certo, la tutela è doverosa, e faremo
quanto è nelle nostre possibilità, peraltro
coinvolgendo anche le altre istituzioni. Ma
prima vogliamo capire, attraverso il piano
industriale, come sta la situazione, entrare nel merito e verificare se le potenzialità di
questa azienda sono tutte valorizzate. Noi dovremo cercare un accordo destinato a
durare nel tempo; la cosa peggiore sarebbe quella di aprire una discussione e concluderla come è avvenuto nel
passato, per poi doverla riaprire entro poco
tempo».
Ha avuto modo d’incontrare l’azienda?
«L’azienda ha fatto a me solo un breve annuncio. Ma cercherò di capire di più, direttamente e indirettamente. Sono molto incuriosito dalle ragioni che possono avere determinato un cambiamento di direzione così repentino a distanza di pochi mesi dall’accordo».
Ma c’è possibilità reale di ricollocare i lavoratori in esubero?
«Non bisogna partire sfiduciati. Posti di
lavoro nuovi si definiscono e non sono per
ingegneri nucleari. Purtroppo quando domanda e offerta fanno fatica ad incontrarsi
l’imprenditore che pensa di assumere, se
non trova le persone, rinuncia a prenderle.
Quindi bisogna avere un sistema efficiente
di incontro della domanda e dell’offerta, come avviene con la Borsa lavoro». (FDM)
SACCONI
“Vogliamo
discutere fino in
fondo il piano
industriale”
pianto di Mel. L’azienda ha
confermato l’investimento
di 40 milioni di euro. Tra
un mese visiterò la fabbrica per vedere a che punto
sono. Ora vogliamo che
quel testo venga rispettato
nella sostanza e nello spirito». Nell’incontro del 12 settembre a Belluno, l’azienda
ha confermato che la crisi
di mercato impone di tagliare complessivamente
500 posti in Italia. Il 20 settembre è in programma un
coordinamento sindacale
del gruppo Acc per capire
meglio la prospettiva. C’è il
rischio, infatti, di una “guerra fra poveri”. Nonostante il
taglio, il sito produttivo di
Villa di Villa verrebbe con-
fermato, anzi sviluppato ancor di più. A Rovigo, invece, accadrebbe l’esatto contrario. E Rovigo, ovviamente, non ci sta. Anzi, ha
già protestato, per via istituzionale, contro la posizione di sicurezza tenuta
dalla stessa amministrazione provinciale di Belluno.
Francesco Dal Mas
colo c’era e con il pericolo
la paura, tanto da far sentire una foglia che cadeva,
quasi una mano delle SS
che ti fermava.
Con la liberazione quei
personaggi che rischiavano
la vita (anche senza essere
sulle montagne) assunsero
un nome: Acli. Mi iscrivo
subito all’associazione. Avendo già ricevuto una formazione, sono nominata nel
direttivo cittadino e comincio a parlare dell’importanza di tale associazione in
mezzo ai lavoratori. Nel ’47
trovo lavoro al lanificio Cini. Sono presto scelta quale componente la commissione interna in rappresentanza della corrente cristiana, presente nella rinata Cgil. In fabbrica la situazione
si capovolge: la corrente cristiana da minoranza, come
in tutte le altre aziende della città, diventa maggioranza assoluta: 80 per cento.
Entro nel direttivo provinciale Acli di Treviso.
Questa è stata la mia prima scuola, poi ce ne sarà una seconda.
le, dichiara liquidata l’unità
sindacale.
Con Agostino Pavan, Silvio Zannol, Giacomo Petterle fui cofondatrice della
Federazione tessile di Treviso nella Libera Cgil nel
1948. Il 30 aprile 1950 nasce
la Cisl, aperta ad ogni ideologia e fede religiosa, purché si accetti il sistema democratico. Mi impegno per
la fondazione in ambito provinciale e così il mio lavoro
Pastore per una mia presenza a Vittorio Veneto.
Questa la mia storia che
comprese in seguito la presenza per 30 anni nel consiglio comunale, due mandati all’Ulss quale referente
al personale e due mandati
alla presidenza della locale
casa di riposo, infine i viaggi in Romania e Bulgaria
per portare aiuti.
Se in quelle notti fredde
del 1943-44 non avessi imparato da quel movimento
che nell’era clandestina non
aveva ancora un nome, la
partecipazione del cattolico
alla vita politica, amministrativa, alla difesa del lavoratore, alla solidarietà di
persone e popoli, non sarei
certamente diventata dirigente sindacale, operatore
di patronato, amministratore pubblico e non avrei percorso le pericolose vie per
portare aiuto. Tutto questo
senza ambizioni, animata
dalla volontà di spendere
tutta la mia vita a favore dei
lavoratori, degli anziani, dei
poveri.
Poco contano i riconoscimenti pubblici del presidente della repubblica e di
varie associazioni, molto
più importante per me
quando, lungo la strada, incontro spesso, tra l’imbarazzo e le lacrime, i lavoratori che mi esprimono il loro grazie. Ma sono io, pubblicamente, nel sessantesimo delle Acli, a dire con caratteri cubitali il mio grazie
a questa associazione che
non ha ancora esaurito il
suo compito.
Francesca Meneghin
L’impegno nella Cisl
Il 14 luglio del 1948 ci fu
l’attentato a Togliatti. Da subito si ha l’idea di una insurrezione nazionale. Viene proclamato lo sciopero
generale, poi ritirato per
pressione di Giulio Pastore, capo della corrente cristiana della Cgil. Ormai non
c’erano più le condizioni per
l’unità sindacale. Il 22 luglio
il consiglio nazionale Acli,
promotore della corrente
cristiana in ambito sindaca-
Francesca Meneghin
si allarga all’esecutivo confederale provinciale.
Nell’autunno 1956 la Cisl provinciale mi inviò ad una selezione per dirigenti
sindacali alla scuola di Firenze Cisl e l’anno successivo frequentai il primo corso femminile della scuola
Cisl. C’era per me una scelta difficile da fare: mi era
stata fatta la proposta di trasferirmi presso il sindacato
tessile di New York, addirittura, o in qualche sede italiana.
La soluzione si presentò
per una richiesta fatta da
monsignor Zaffonato, allora
vescovo della nostra diocesi, al Segretario generale
e
L’AZiON
Economia
Luigi Cosmo (Bellenda) non si preoccupa
Dura,ma non crisi
per il prosecco
«L’
uva non è
sotto un capannone,
quindi è ovvio che queste
bizze del tempo ci complichino la vita, ma per ora non
mi preoccupo».
Luigi Cosmo, titolare con
i fratelli Umberto e Domenico dell’azienda agricola
Bellenda a Carpesica di Vittorio Veneto, risponde sereno quando gli chiediamo cosa pensa della piovosità di
questa strana estate. «Per il
prosecco non c’è nessuna
preoccupazione, le cosiddette varietà precoci (Chardonnay, Pinot grigio) subiscono un po’ di più l’influenza del tempo, ma non si tratta di allarme. Un buon tec-
nico di cantina saprà rimediare, diciamo che il maltempo comporta problematiche di tipo organizzativo,
che poi si traducono in costi».
La qualità quindi è salva?
«Il ritardo di maturazione
è un dato positivo, il tenore
acido più elevato rispetto alla media del periodo facilita
la conservazione in pianta
dell’uva. Tra i precoci, è particolarmente bello l’Incrocio
Manzoni bianco. Le piogge
di qualche decina di minuti
sono nella norma, più che altro sono brutte quelle come
venerdì scorso, minialluvioni che portano con sé qualche problema in più».
CANTINA SOCIALE DI VITTORIO:
IMPIANTO APPASSIMENTO
N
uovi metodi di lavorazione delle uve alla cantina sociale di
Vittorio Veneto. Questa
realtà cooperativa, fondata
nel 1959, ha inaugurato nei
giorni scorsi, in occasione
dell’annuale assemblea dei
soci, la nuova area destinata all’appassimento assistito e naturale delle uve.
Questo nuovo settore di
produzione è stato ricavato dalla costruzione di nuovi locali, sistemati in due
piani, ad una profondità di
circa 15 metri nel lato a
sud-est della cantina stessa. In questo nuovo e fresco spazio sono stati sistemati anche una ventina di
serbatoi in acciaio che serviranno a stoccare le uve
appena raccolte.
«Questa nuova ala di
produzione – dichiara il direttore della cantina, Lauro
Pagot – si snoda su circa
10 mila metri cubi ed ha
comportato una spesa pari
a circa 2 milioni di euro, finanziata con un aumento
di capitale praticato negli
anni scorsi, con la concessione di contributi regionali e fondi propri».
Il nuovo sistema di lavorazione delle uve, che si
aggiunge a quelli già praticati e potenziati anche con
l’acquisto di nuovi macchinari, andrà a regime già a
partire da quest’anno: «Il
nuovo impianto – conclude
Pagot – consentirà l’ottenimento di partite selezionate di uve merlot e cabernet
sauvignon da destinare all’affinamento in legno».
Nel corso dell’assemblea i soci (più di mille da
Vittoriese e Coneglianese)
hanno provveduto all’approvazione dei relativi bilanci, da cui si desume un
volume di affari per il 2004
pari a circa 17 milioni di euro. (RP)
Si vocifera che l’uva ai
viticoltori verrà pagata
meno dell’anno scorso.
«È il mercato a dettare
certe leggi, a decidere che
l’uva venga
pagata meno. Così
come i fornitori ci sono venuti
incontro
negli anni
difficili per
noi (2002 e
Luigi Cosmo
2003,
quando il
prosecco Igt, a causa anche
della diminuzione della produzione, aumentò anche del
70%, ndr), noi andremo incontro a loro adesso. È una
sorta di mutuo scambio. Certo, con chi viene da te o se ne
va a seconda di dove gli conviene non faremo sconti».
Ma come va il mercato?
«Effettivamente c’è un calo. Se in Italia si aggira sul
10%, in Germania, mercato
che assorbiva molto prosecco, arriva al 30%. Abbiamo lavorato molto con i tedeschi,
forse c’è stata una certa illusione, che ora è finita».
Come si spiega questo
calo di vendite?
«Non darei la colpa al
prezzo, è la situazione economica generale che va così: i saliscendi del prezzo alla fonte non vengono riversati sul consumatore finale,
semmai si tagliano altre spese. Il male è quando si è costretti a tagliare sulla ricerca».
È allarme vino?
«Secondo me assolutamente no. Diciamo che qualcuno si era illuso di avere le
galline dalle uova d’oro. Ora
si torna con i piedi per terra.
Ma il nostro settore comunque soffre meno di altri, anche perché abbiamo un vino
IDSC: PRONTI AD
AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ
I
prezzi ballerini delle
uve e lo sconcerto per
certi ribassi inattesi hanno
investito anche l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Vittorio Veneto, che ricava buoni redditi coltivando razionalmente la vite e producendo
dei vini di qualità consolidata. All’Istituto tuttavia non
ci sono “musi” lunghi. «Anche il settore vitivinicolo risente – commenta il direttore Raffaello Tolot – di una situazione economica
non favorevole. L’Istituto si
è tuttavia preparato per
tempo ad affrontare queste
evidenti difficoltà, diversificando il più possibile il proprio patrimonio viticolo,
di nicchia. E poi il prodotto
di qualità, sia uva o vino,
mantiene il valore nel tempo. I produttori quantificano
sempre lo stesso: a seconda
della produzione cambia il
prezzo al quintale, ma la
somma finale è quella».
Almeno un settore in
cui la Cina non fa paura?
«La Cina si fa sentire indirettamente, nel senso che
del
RESPONSABILITÀ OGGETTIVE
PER LE COSE IN CUSTODIA
grazie “in primis” alla lungimiranza del nostro compianto don Roberto Lorenzon, ma anche perseverando nella politica della qualità abbinata ad un prezzo
equo». Qualità che ha inoltre ben premiato l’Istituto al
concorso enologico “EnoConegliano” 2005. Infatti,
tutti e tre i vini messi in gara (Raboso Igt Maso di Ronche 2000, Rosso Igt Maso
di Ronche 2001 e Chardonnay Doc Piave 2004) hanno
superato la selezione che
imponeva un punteggio minimo di 89/100, venendo
ammessi con attestato di
merito alla degustazione
che si terrà a Conegliano il
24 e 25 settembre. (MS)
se crea difficoltà al mercato,
poi si spende di meno». In
compenso ci sono altri Paesi dove il prosecco tira: per
esempio gli Stati Uniti, dove
in questi giorni anche il fratello Umberto, assieme ad
altre 26 aziende produttrici
di prosecco di Conegliano
Valdobbiadene, porta Bellenda a “Vino in villa” a New
York.
Alessandro Toffoli
FORUM SPUMANTI: QUANTI
INTERROGATIVI
A
l 1º Forum degli spumanti d’Italia di Valdobbiadene il Prosecco Spumante di “Conegliano-Valdobbiadene” si riconferma
locomotiva di un settore con
segni di debolezza e negli
ultimi 10 anni in flessione
(sui mercati esteri da oltre
2 milioni di ettolitri a 810 nel
2004). L’Italia con oltre 250
milioni di bottiglie l’anno resta comunque al terzo posto, dopo Francia e Germania, nella graduatoria delle
bollicine mondiali.
Su 40 milioni 100 mila
bottiglie di Prosecco Doc di
Conegliano-Valdobbiadene
(4352 ettari in tutto) commercializzate nel 2004, 32
milioni 500 mila erano di
risarcimento salvo che non
provi di aver adottato tutte le
misure idonee ad evitare il
danno. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha consideraCITTADINO
to che non possa essere apA cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI
plicato detto articolo in quanto la fase di uscita dalla stazione non può costituire attività pericolosa per la natura delle cose o dei
mezzi adoperati per il deflusso dei passeggeri. Piuttosto, ha osservato la Corte, la passerella che conDomanda: Uscendo dalla stazione sono scivolata su sente l’uscita dalla stazione resa pericolosa da uno strauna passerella resa scivolosa da un pesante strato di to di ghiaccio è da considerarsi sotto la custodia delghiaccio e ho subito lesioni: posso chiedere i danni alle l’ente Ferrovie salvo che non riesca a provare il fatto
Ferrovie dello Stato?
fortuito. Questa norma prevede un’ipotesi di cosidRisposta: L’articolo 2051 del codice civile prevede, detta responsabilità oggettiva, essendo sufficiente che
nella rubrica “danno cagionato da cose in custodia”, venga provata la sussistenza del rapporto di custodia
come ciascuno sia responsabile del danno cagionato dal- tra il responsabile e la cosa (la passerella), che ha dale cose che ha in custodia, salvo che provi il caso for- to occasione all’evento dannoso.
tuito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione
Sarà quindi possibile avanzare una domanda risarha esaminato un caso simile. Le Ferrovie dello Stato, citoria nei confronti dell’ente Ferrovie dello Stato con
difendendosi nell’azione di risarcimento intentata, han- buone possibilità di accoglimento della domanda purno cercato di sostenere l’applicabilità dell’articolo 2050, ché non venga provato il caso fortuito o una sua reche prevede che chiunque cagiona un danno ad altri sponsabilità per aver omesso di adottare le ordinarie
nello svolgimento di un’attività pericolosa è tenuto al cautele che è legittimo attendersi da qualsiasi utente.
Sportello
Domenica 18 settembre 2005
spumante (l’81%), di cui 980
mila di spumante Superiore
di Cartizze (106,8 ettari),
con un’esportazione pari a
8 milioni 200 mila bottiglie.
Il valore del prodotto al consumo dell’annata 2004, spumante, frizzante e tranquillo, ha raggiunto la bella quota dei 250 milioni di euro. E
in questo 2005, in un mare
così agitato di chili d’uva dagli inimmaginabili ribassi di
prezzo, che sorte toccherà a
questo “principe” dell’enologia nazionale? C’è chi dice
che il prezzo delle uve di
Prosecco doc ConeglianoValdobbiadene da 1,05 euro
il chilo dell’anno scorso inevitabilmente scenderà a
0,90 centesimi di euro. (MS)
9
IN BREVE
Corsi per sommelier
a Conegliano e Oderzo
Partono a giorni i corsi
di primo livello per sommeliers promossi dalla Federazione italiana sommeliers albergatori ristoratori (Fisar). Due le sedi: Conegliano (all’istituto Cerletti) e Oderzo (nella sede
della Delegazione in via
per Piavon 20). A Conegliano la prima lezione è
fissata per giovedì 29 settembre, a Oderzo per venerdì 30. Le 14 lezioni iniziano alle 20.30 e terminano alle 23. La frequenza è
obbligatoria. A metà gennaio, al termine del corso,
è previsto un test e un galà
con la consegna degli attestati. Per informazioni telefonare a Primo Minello
333-5871531 o Graziella
Cescon 335-6915894.
Tessitura Monti sbarca in Borsa
Tessitura Monti, il
gruppo tessile di Maserada sta per sbarcare in Borsa, ma non a Milano, bensì a Bombay, in India, dove opera già dal 2003. Il
gruppo trevigiano punta
ad un mercato in grandissimo sviluppo, proseguendo sulla linea della internazionalizzazione e delocalizzazione spinta. Per l’Italia però Tessitura Monti
scommette sulla qualità:
così si spiega l’acquisizione di SicTess di Masate
(Milano) tessitura di alta
qualità storica in Italia.
Lo sport trevigiano
vola in Russia
Otto aziende trevigiane,
coordinate da Assosport
(associazione che riunisce
tutti i produttori del settore, presieduta da Giancarlo Zanatta), partecipano
dal 14 al 17 settembre a Ispo Russia, fiera internazionale degli articoli sportivi a Mosca. Il mercato
dello sport in Russia, dove i praticanti sono il 50%
della popolazione, cresce
in modo vertiginoso: dagli
0,84 miliardi di dollari del
2000 all’1,7 del 2003.
FORMAZIONE FSE: corsi gratuiti
per disegnatori prototipisti
S
cadono il 27 settembre le iscrizioni per un corso gratuito Fse per tecnico disegnatore prototipista organizzato per ottobre da “Sisthema formazione”, cooperativa senza scopo di lucro di Albaredo di
Vedelago (Treviso).
Il prototipista ricava da progetti e modelli un prototipo meccanico del pezzo da lavorare. Deve lavorare a computer sul disegno del prodotto, e poi ritagliare in laboratorio da blocchi di plastica un esemplare
tridimensionale, che servirà per completare le verifiche o per avviare la produzione. La figura del prototipista, spesso richiesta dalle aziende trevigiane, trova
impiego nei settori della metalmeccanica, del legno,
della plastica, ovunque si richiedano modelli tridimensionali del prodotto.
Il corso, a tempo pieno, dura 858 ore, ed è completato da una prova d’esame finale e da uno stage di due
mesi in aziende del settore. Gli ammessi, sulla base di
una selezione, saranno dieci diplomati e riceveranno
un’indennità oraria di 3 euro.
Per informazioni: telefono 0423-451019, www.sisthemaformazione.org.
e
L’AZiON
DOMENICA 18 APERTURA
DELL’ANNO PASTORALE
I
l nuovo anno pastorale inizia domenica 18 settembre alle 16 in Cattedrale con la solenne celebrazione dei vespri, presieduta dal Vescovo, e la consegna
del Piano pastorale ai vice-presidenti dei consigli pastorali. La celebrazione verrà trasmessa in diretta da Radio Palazzo Carli.
INTERVISTA AL VICARIO PER LA PASTORALE
Comincia il nuovo
anno pastorale
S
i riparte con il
nuovo anno pastorale. Com’è il
clima nel momento della
partenza? Lo domandiamo
a chi è incaricato di dare il
via e di vigilare sulla corsa, al Vicario per il coordinamento della pastorale,
monsignor
Francesco
Toffoli. «Il clima lo conosce solo Dio, tuttavia voglio credere che sia per
tutti di speranza e di entusiasmo, anche se sentiamo
il peso delle fatiche pastorali. Motivi di speranza ci
sono: il Seminario un po’
lievita, i diaconi aumentano, con i religiosi e le religiose cresce la collaborazione. Ma la risorsa da
sfruttare maggiormente
sono i laici. Parecchi hanno frequentato la scuola di
teologia o i corsi per la ministerialità laicale».
Questa domenica in
cattedrale, alle 16, il
Vescovo consegna il
piano pastorale a tutte le parrocchie. Don
Francesco, in estrema sintesi, il piano
che cosa propone alla diocesi?
«Il cuore della proposta
è continuare ad annunciare, come gli anni scorsi,
Cristo nostra speranza.
Abbiamo rappresentato
nel manifesto pastorale
quello che il poeta francese Peguy dice della speranza: una bambina in
mezzo alle altre due virtù
teologali. Perché bambi-
na? Perché semplice,
schietta. L’idea ci è piaciuta e il pittore nostrano G.
Bisson ha creato un’immagine, da esporre anche
nelle chiese, in cui la bambina Speranza conduce
per mano, verso Cristo, le
sorelle maggiori, Fede e
Carità».
C’è un aspetto particolare della speranza
che quest’anno viene
messo in luce?
«È la missione. Nella dinamica della vita cristiana
la speranza spinge a guardare oltre. La missione è lo
sforzo della Chiesa a guardare al mondo e alla sua
complessa articolazione,
non per perdersi in esso,
ma per ravvivarlo con lo
Spirito di Cristo e orientarlo verso di Lui, fondamento e ragione della nostra speranza. Per raggiungere questo obiettivo
il piano invita a guardare in
maniera privilegiata a due
soggetti, famiglia e parrocchia, per farli protagonisti nel portare speranza
nel mondo».
Dato il tuo punto di
osser vazione generale, le nostre parrocchie e le nostre famiglie cristiane sono abbastanza animate da
questo spirito missionario?
«Sì. In ogni parrocchia
ci sono delle belle famiglie. Però le parrocchie e
le famiglie hanno ancora
tanto bisogno di cammini
Don Francesco Toffoli
di formazione per diventare più missionarie nel territorio. Esse devono conoscere il territorio, coglierne i bisogni e le sfide. La
tentazione di chiudersi in
se stesse è frequente e forte. Il nostro ambiente diocesano, dove tanto serpeggia la new age, soffre
di confusione di idee anche sulla religione e, come
reazione, si cerca di chiudersi per affrontare i pericoli. Occorre invece rafforzare la nostra identità e
crescere in apertura e dialogo. Occorre mettere al
primo posto nei progetti
IL VESCOVO PRESENTA
IL PIANO IN SEI CENTRI
Lunedì 19, alle 20.30, in Seminario a Vittorio Veneto
Martedì 20, alle 20.30, in casa Toniolo a Conegliano
Giovedì 22, alle 20.30, al Brandolini di Oderzo
Venerdì 23, alle 20.30, a palazzo Carli in Sacile
Martedì 27, alle 20.30, al Careni di Pieve di Soligo
Mercoledì 28, alle 20.30, al centro San Felice di Trichiana
MONS. BETORI ALLE ACLI
Vita, pane,
pace e libertà
D
opo l’esperienza
vissuta quest’anno
con i referendum sulla procreazione assistita, la promozione della vita è oggi
per i cattolici italiani la
«nuova frontiera della questione sociale. Su questo
fronte si misura non solo la
ritrovata compattezza del
mondo cattolico, ma anche
il suo coraggioso spendersi su frontiere di rile-
vanza pubblica che vanno
ben oltre le chiuse sagrestie in cui molti vorrebbero confinarlo e le nascoste
coscienze in cui alcuni vorrebbero che si consumasse». L’indicazione viene da
monsignor Giuseppe Betori, segretario generale
della Conferenza episcopale italiana intervenendo
venerdì 9 settembre ad Orvieto all’incontro naziona-
pastorali la formazione degli adulti per far diventare
le famiglie e le parrocchie
mature e competenti e andare verso altri, anche fuori della comunità. Questa
è missionarietà».
In conclusione che
cosa si vorrebbe ottenere con il nuovo
piano pastorale?
«1º Maggiore vicinanza
e conoscenza del contesto
che sta cambiando velocemente. 2º Nelle parrocchie, nelle unità pastorali e
nelle foranie elaborazione
di progetti di evangelizzazione per tutte le dimensioni della vita. 3º Uno stile dell’accompagnamento
con particolare attenzione
per il dopo-Cresima e per
i nubendi. 4º Un dialogo
con gli immigrati che favorisca l’integrazione. La
Chiesa ha ancora molto da
dare a questo mondo in vista del Regno di Dio».
Nel programma pastorale di quest’anno
c’è anche il rinnovo
dei consigli a tutti i
le di studi delle Acli su
“Bios e polis. La vita nuova frontiera della questione sociale”.
Se nel passato «la questione sociale nella sua
configurazione tradizionale, ha visto i cattolici affiancarsi ad altri uomini e
donne, di diverse ispira-
zioni religiose e culturali,
in difesa di beni primari
per l’uomo come il pane,
la casa, il lavoro, la pace, altrettanto deve avvenire oggi per la questione della vita».
Betori ha quindi indicato l’agenda dell’impegno
dei cattolici nella vita pubblica del Paese. «Vita, pane, pace, libertà formano il
nuovo alfabeto sociale.
Giova ricordare, però, che
pace, libertà e pane sono
gli stessi nomi della vita e
sono da essa inseparabili:
a chi offrire il pane, se la
vita è negata prima ancora
del suo esistere o manipolata nella sua identità personale?».
livelli. Che impressione hai in particolare dei consigli pastorali parrocchiali?
Stanno funzionando?
«Mi pare che di anno in
anno stiano prendendo una buona fisionomia. Nella misura in cui i sacerdoti sono attenti a tutte le dimensioni della vita sentiranno il bisogno di “consigli”, cioè di competenze e
responsabilità diverse, e
questa esigenza si realizza in primo luogo
nel consiglio pastorale. Io lo
chiamerei “bottega artigianale del
parroco”,
dove insieme si
“prova” e
si vede
ciò di cui
la gente
ha bisogno e si
costruiscono insieme risposte adeguate».
Presupposti per un
buon consiglio pastorale?
«Innanzitutto essere
formato da cristiani convinti e con il senso di appartenenza alla propria comunità. Poi la consapevolezza del parroco che il
modo giusto di svolgere il
suo ministero di pastore è
condividere la responsabilità con altri. Infine la stima e la fiducia reciproche
tra sacerdoti e diaconi, religiosi, religiose e laici, in
un clima di amicizia. Se la
parrocchia è sentita come
la casa comune, avremo
persone disponibili ad assumersi questo impegno».
A che punto siamo
con l’annoso problema della ridistribuzione dei preti e la
formazione dei pro-
motori di comunione?
«Con i nuovi vicari foranei uno dei primi problemi pastorali da affrontare sarà quello delle unità
pastorali, dei moderatori e
della distribuzione dei sacerdoti. Per il gruppo dei
promotori di comunione
so che alcune parrocchie
stanno lavorando in questo senso. Ci sono già, ad
esempio, in alcune parrocchie, grazie al lavoro
degli uffici catechistico,
liturgico
e della
pastorale
familiare,
delle persone che
coordinano nei rispettivi
settori le
attività
parrocchiali in
armonia
con i parroci e in qualche parrocchia si sta avviando il gruppo dei promotori di comunione».
Il prossimo anno ci
sarà il convegno della Chiesa italiana a
Verona. Come stiamo
preparandoci?
«Al momento non abbiamo ancora definito come utilizzare lo strumento
di preparazione che è stato diffuso dalla Cei. Penso
che questo sarà deciso a
gennaio quando entreranno in attività i nuovi consigli. Dovremmo inoltre definire quale fisionomia dare al dopo-convegno 2006,
cioè all’anno Pastorale
2006-2007. Come si vede,
tanti sono i campi di impegno urgente, ma non dimentichiamoci della bambina Speranza. Lasciamoci prendere anche noi per
mano». (GpM)
LA VITA DI RATZINGER
ALLA RADIO VATICANA
O
gni domenica pomeriggio a partire
dal 25 settembre prossimo
e per 12 settimane andrà
in onda uno sceneggiato a
puntate sulla vita di Joseph
Ratzinger, Benedetto XVI,
realizzato dalla Radio Vaticana. Lo sceneggiato in lingua italiana, trasmesso
nello spazio radiofonico di
“Pagine e Fogli”, il magazine culturale dell’emittente pontificia, vedrà la
partecipazione di circa 15
personaggi, tra attori, doppiatori professionisti e collaboratori della Radio Va-
ticana.
Le puntate, che si potranno ascoltare in diretta
alle 18.30 di domenica sulle frequenze di “105-live”,
e successivamente anche
nelle repliche, abbracceranno la vita di Joseph Ratzinger dalla nascita, avvenuta il 16 aprile 1927, a
Marktl am Inn, nella diocesi di Passau (Germania), fino alla nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga del 25 marzo 1977.
Non mancheranno anche
alcuni richiami al presente.
e
L’AZiON
Chiesa
SABATO 24 SETTEMBRE A VITTORIO
E ODERZO RIPRENDE LA SCUOLA
DI FORMAZIONE TEOLOGICA
“Dio e l’uomo”
S
abato 24 settembre, alle 15 nelle
due sedi di Vittorio Veneto e Oderzo, riprende
la Scuola di formazione
teologica della nostra
diocesi. Si tratta di una
proposta privilegiata in
cui vengono presentati
i contenuti della fede in
forma approfondita e
argomentata. La scuola
risponde ad una esigenza for te di formazione
diffusa nelle nostre comunità e mira ad offrire
la possibilità di apprendere in maniera sistematica quanto crediamo
per la propria crescita
personale e per avere la
capacità di trasmettere
e proporre in maniera adulta la fede cristiana. Il
tema di quest’anno è
“Dio e l’uomo”.
La scuola è triennale
e ciclica e può essere iniziata da uno qualsiasi
dei tre anni. Al termine
dei corsi è possibile sostenere un colloquio-esame con il docente. È
però possibile par tecipare come semplici uditori, anche per alcuni
corsi soltanto.
Al termine del triennio a quanti hanno frequentato i corsi regolarmente viene rilasciato un attestato di partecipazione.
Quanti hanno anche
sostenuto gli esami riceveranno il diploma di
cultura teologica.
Programma 2005-2006
- Antropologia teologica ed Escatologia:
l’uomo creato e redento
nel progetto di Dio.
- Teologia morale fondamentale: l’agire cri-
stiano secondo
il disegno di
Dio. Liber tà e
comandamento.
Coscienza, legge e peccato.
- Antico Testamento 1: i libri storici.
- Antico Testamento 2: i libri profetici.
- Teologia biblica 1: uomo e
creazione in Gn 1-11.
- Teologia biblica 2: la
sofferenza e il dolore interrogano il rapporto tra
Dio e l’uomo. Dalla domanda di Giobbe alla risposta di Gesù.
- Teologia patristica:
La preghiera nei Padri.
UNA GRANDE SETE
DI CONOSCERE GESÙ
I
l 23 settembre dello
scorso anno mi sono presentata in seminario, nella confortevole aula che ospita gli studenti.
Pensavo di essere tra i
più giovani partecipanti
e la sorpresa è stata grande quando ho scoperto
che non era così. Anche
il numero mi ha stupito:
solo a Vittorio Veneto eravamo più di 50! Insegnanti, padri e madri di
famiglia, religiosi, persone con incarichi politici,
piastrellisti, commessi,
casalinghe: una grande
varietà di esperienze e
vissuti che per otto mesi
decidono di perseguire
un cammino comune.
Tutti legati da un desiderio di ricerca. Sete di
conoscere meglio Gesù
e il suo messaggio, sete
di capire la Chiesa, la sua
storia, le sue scelte, desiderio di accostarci ai
Padri che ci hanno preceduto nella fede. Per farlo molti professori a nostra disposizione, sacerdoti e laici preparati. Le
- Storia della Chiesa:
l’epoca antica.
- Liturgia: significato,
compito e ruolo della liturgia fonte e culmine
della vita della comunità
cristiana.
- Storia della filosofia:
l’avventura del pensare
umano alla ricerca della
verità. L’epoca antica.
- Introduzione alla fede e alla teologia: la fede nei suoi contenuti essenziali, la ragionevolezza del credere.
Le lezioni si tengono
in seminario a Vittorio
Veneto il giovedì dalle
19.30 alle 21.20 e il sabato dalle 15 alle 17.15 e
a Oderzo, nella parrocchia di San Vincenzo, il
giovedì dalle 19.30 alle
21.20 (solo per i mesi di
ottobre-novembre e febbraio-marzo) e il sabato
dalle 15 alle 17.50. Per
informazioni telefonare
in seminario (0438948411). Le iscrizioni si
ricevono all’inizio delle
lezioni a cominciare da
sabato 24 settembre. Sito web: www. puntohit.com / scuolateologica.
segretarie fissano le date
degli esami, ti incoraggiano a presentarti, predispongono tutto per la
merenda a ricreazione,
archiviano, dispensano
gli appunti, sono sempre
sorridenti e disponibili.
A maggio ci siamo tutti ritrovati a stupirci di come questi mesi siano
passati veloci e di come
noi fossimo usciti più ricchi da questo percorso.
Quando qualcuno mi
chiede se sono stata felice di frequentare la scuola rispondo: «Sì, era quello di cui avevo bisogno».
Laura
Castello Roganzuolo
Domenica 18 settembre 2005
LA SUA VITA IN UN LIBRO
Suor Valentina
sorriso di Dio
U
na
grande donna nella piccolezza del
suo
agire
quotidiano.
Questa è stata suor Valentina CabSuor Valentina (a sinistra) e suor Emilia Cabbia
bia, religiosa
di
Maria
Bambina, originaria di stile la Corrao ci offre un riCamponogara (Ve), in ser- tratto vivo della religiosa, il
vizio per diversi anni nel cui sorriso “sapeva di Papensionato San Massimo di radiso e che come per inPadova e nel paese terre- canto si comunicava a
motato di San Gregorio quanti la incontravano, frutMagno, deceduta nel 2003 to evidentemente di un ina 68 anni. La sua storia si tenso rapporto di intima aintreccia indirettamente micizia con Dio coltivato fin
con la nostra diocesi: nella da ragazzina”.
Anche il vescovo Alfrecomunità di via San Tiziano
a Vittorio Veneto vive da do ha dimostrato apprezquattro anni sua sorella ge- zamento per il libro: “Ne somella, Emilia, anch’essa re- no rimasto conquistato e
ligiosa di Maria Bambina; l’ho letto tutto d’un tratto –
negli anni trascorsi a Pado- ha scritto in una lettera a
va suor Valentina ha cono- suor Emilia –. Ne sono risciuto il nostro vescovo e- masto ammirato e mi aumerito Alfredo Magarotto. guro siano molti, specie i
È suor Emilia a farci co- giovani, a conoscerla, iminoscere il libro fresco di tarla, seguirla”.
Il volume è in vendita a
stampa dedicato alla sorella. “Suor Valentina sorriso 8 euro alla Libreria del Sedi Dio” è il titolo del volu- minario, alla cartoleria Some. Ne è autrice la giorna- nego e dalle suore di Maria
lista Gaia Corrao. Con buon Bambina.
DOMENICA 18 LE PROPOSTE
DEL CENTRO VOCAZIONI
D
omenica 18 settembre, subito dopo la consegna del piano pastorale diocesano, in Seminario sono attesi gli animatori vocazionali e i rappresentanti delle parrocchie per la presentazione
delle proposte del Centro diocesano vocazioni per il
prossimo anno pastorale.
DON FABIO SOLDAN SULLA GMG
La vita non è turismo
ma un cammino di ricerca
C
ome responsabile
della pastorale giovanile anch’io sono stato a
Colonia, e ringrazio quanti si sono dati da fare per
far sì che ci fosse una buona partecipazione di giovani anche della nostra
diocesi. Ringrazio don Pierino che come sempre ha
organizzato le iscrizioni, la
preparazione, il viaggio, e
tanto altro. Ringrazio quei
giovani che a vario titolo,
con il pellegrinaggio diocesano, ma anche con altre diocesi e con La Nostra
Famiglia hanno scelto di
esserci alla Gmg. A tutti
vorrei fare un invito, quello di scavare in profondità
sull’esperienza vissuta, di
andare oltre per cogliere il
vero dono di un incontro.
Alcune considerazioni che
ho posto al pellegrinaggio
al duomo di Colonia mi
sembra opportuno di riproporle.
1. La vita non è un turismo dove ciò che conta è
l’immagine e la sensazione che da essa scaturiscono, ma è un pellegrinaggio, un serio cammino di
ricerca che non si accontenta di qualche foto o di
qualche bel ricordo, ma si
alimenta di relazioni autentiche, di vita vera, di
contenuti forti che danno
il senso della vita. Che cosa si è fatto chiaro in me
nell’esperienza dell’incon-
tro con Cristo nel contesto della Giornata mondiale? Quali decisioni importanti sento di prendere
per la mia vita all’interno
della mia chiesa diocesana e della mia parrocchia?
La Chiesa tedesca non
è stata un albergatore che
ci ha accolto, ma è comunità che ci chiede di essere riconosciuta, amata nella sua diversità, accolta
con le sue provocazioni.
Come non pensare al coinvolgimento dei laici nelle
scelte pastorali e alla forte
dimensione sociale che ha
caratterizzato il gemellaggio con la diocesi di Limburg, il buon rapporto tra
istituzioni civili ed eccle-
siali che collaborano insieme per progetti di integrazione e recupero di
persone in difficoltà. Come non pensare a due nostri sacerdoti diocesani
che servono ventunmila italiani cattolici in una missione che non sappiamo
quale futuro avrà. Chi andrà par noi? Come non vedere che molte chiese nel
mondo vivono maggiori
povertà e secolarizzazione
della nostra e noi siamo
ancora con il pensiero di avere pochi preti in diocesi
11
di Vittorio Veneto?
La vita non è un turismo, ci chiede di esserci
con la nostra vita, è domanda radicale di impegno e risposta.
2. La vita è fatta di treni che passano a volte solo una volta. Cristo passa,
ma ha bisogno della nostra adesione, della nostra
accoglienza, della nostra
risposta. Il momento dell’incontro tra i magi e la famiglia di Nazareth è stato
breve, i magi sono tornati per altra via, Giuseppe e
Maria con il Bambino sono dovuti scappare dalla
furia di Erode. L’incontro
sorgente di gioia, è però esigente, da esso scaturisce
qualcosa di nuovo, questa
è la vita del pellegrino.
3. La vita è fatta di porte da attraversare, di ponti da percorrere. Nella vita, ciascuno di noi deve poter varcare la porta per
non rimanere sulla soglia
di un’esperienza, di un incontro, per vivere sapendo sporcarsi le mani compromettendosi, sapendosi
assumere la responsabilità di ciò che ha visto e ascoltato. Nell’incontro con
tanti popoli e culture non
può non sorgere una seria
considerazione sul nostro
stile di vita, sui mezzi che
utilizziamo, sulla povertà
del mondo, sull’ingiustizia
sociale. Tutto questo chiede una riflessione, una risposta e tanto altro.
Don Fabio Soldan
responsabile diocesano
per la pastorale giovanile
12
CON LA CARITAS DIOCESANA
Sei volontari
in Montenegro
I
nsieme ad altri cinque
giovani della diocesi
di Vittorio, ho scelto di aderire ad uno dei campi di
volontariato che la Caritas
organizza durante l’estate:
ci siamo diretti nella diocesi di Kotor, in Montenegro, dove si trovano un
campo abitato da profughi
del Kosovo e un campo
Rom.
Siamo arrivati la sera
del 15 agosto e don Ivo, il
direttore della Caritas locale, ci ha accolto, con tutta la comunità, a braccia aperte e ci ha dato le chiavi
della nostra casa. Al primo
impatto il posto era magnifico, il paesaggio che si
osservava dalla nostra canonica situata a metà montagna era da sogno… monti, mare, cielo stellato... ma
poi le porte della casa si sono aperte e l’umore è cambiato… la pulizia non era
delle migliori, i letti erano
pochi, noi eravamo stanchi... L’indomani presa in
mano la situazione, l’allegra compagnia si è tirata
su le maniche l’uno con l’al-
tro e ha cercato di sistemare l’alloggio nel migliore dei modi.
La collaborazione, il dialogo, le risate, le discussioni, le esperienze passate insieme, in modo così
puro che ci sentivamo fratelli, perché, dopo tante fatiche, quel luogo l’avevamo reso vivibile insieme:
tutto questo ci ha resi felici, e poi tristi, nel momento in cui abbiamo dovuto
lasciare la casa!
Il nostro campo di volontariato e condivisione,
oltre che occuparsi di aiutare la Caritas del luogo,
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 18 settembre 2005
mirava a far giocare in un
modo un po’ diverso dal solito i bambini che vivono in
questi campi.
Le persone che si trovano in questi luoghi non
hanno bisogno di grandi
aiuti a livello materiale: il
loro problema principale è
invece l’essere considerati
diversi, cittadini di serie B;
e per questo anche il semplice fatto di recarsi in casa loro per parlare, bere un
tè o un caffè è il regalo più
bello che gli si possa fare!
Con noi al campo c’era
anche Kledjan, un ragazzo
albanese che vive a Conegliano: e per la gente del
campo sentire parlare la loro lingua da una persona
che vive al di fuori della loro realtà è stato importante: li ha fatti sentire rispettati per ciò che erano e che
sono!
Francesca Marian
Francesca Marian con i bambini di Setmi Juli
CONVEGNO ORDO VIRGINUM
Dal battesimo
la maturità in Cristo
D
al fonte battesimale, la piena maturità
in Cristo: Umiltà e Martyria. È il tema dell’incontro
nazionale dell’Ordo Virginum delle diocesi che sono in Italia, tenutosi a Napoli dal 25 al 28 agosto scorsi. Esso ha continuato e ampliato l’approfondimento,
avviato negli incontri degli
anni precedenti, sull’identità della vergine consacrata in rapporto alla radice
battesimale della propria
vocazione e all’interno dell’iniziazione cristiana. Da
questa ricerca stanno emergendo stimoli significativi per un possibile percorso formativo della consacrata nell’Ordo Virginum.
Sempre più, tra noi consacrate, emerge la consapevolezza che una testimonianza limpida e incisiva è
affidata all’Ordo Virginum
stesso, nella pazienza di un
cammino che è ancora agli
inizi, che ha bisogno di consolidarsi, ma che lascia anche intravedere la bellezza,
la fantasia e l’azione dello
Rita Antoniazzi
Spirito Santo.
In tal senso ci sentiamo
aiutate da quanti, in questa
fase, sono accanto a noi per
sostenerci e accompagnarci nel cammino intrapreso.
«Vivete la bellezza degli
inizi che state sperimentando in un lavoro in un certo senso pionieristico» affermava monsignor Paolo
Romeo, Nunzio apostolico
in Italia, presente al convegno. E continuava: «Voi volete conoscere il cammino,
volete conoscere sempre
meglio come realizzare la
vostra vita consacrata? Bisogna sentire il Signore.
Voi volete conoscere la verità sulla vostra realtà? Ve la
manifesterà il Signore. Ma
la premessa è che voi siate
insieme».
Monsignor Vincenzo
Pelvi, vescovo ausiliare di
Napoli, ha ricordato che la
vergine non si identifica
con un compito o una funzione, ma esprime la sua identità nel sentire cum Ecclesia, allenando il cuore a
concepire e a percepire la
comunione ecclesiale come il proprio bene. Agli incontri nazionali questa comunione ecclesiale diventa lode all’unico Sposo e Signore, condivisione libera
e fraterna della propria storia vocazionale, confronto
e accoglienza di cammini e
situazioni ecclesiali diverse, disponibilità ad aiutarsi
e ad ascoltarsi.
Il clima che si respira è
caratterizzato dalla festa di
ritrovarsi, dalla gioia di sentirsi sorelle in virtù della
stessa consacrazione ricevuta, dalla gratitudine verso la Chiesa che, nella persona dei vescovi, esprime
attenzione e speranza verso questa forma di consacrazione.
All’incontro di Napoli eravamo circa 130, tra consacrate, in formazione e “in
approccio”, ed erano rappresentate circa cinquanta
diocesi italiane.
Rita Antoniazzi
Ordo Virginum
diocesano
L’UNITALSI A FIRENZE
V
Cos’è il soprannaturale?
Q
uella mattina Luigi mi rivolse a
bruciapelo una domanda:
«Cos’è il soprannaturale?
È vero che coincide con
Dio?». Gli dissi: «Sei sicuro che i tuoi compagni abbiano voglia di affrontare
proprio adesso questo argomento?». «Prof, mi rendo conto che è lunedì mattina e sono appena le 8,
ma questo è il nostro orario. Per noi va benissimo,
magari fosse così tutti i
giorni, sarebbe una vera
pacchia. La sua “ora” sarebbe per noi una vera e
propria camera di decompressione, così, per
acclimatarci. Venire alle 8
per iniziare alle 9! Non si
potrebbe venire alle 9 per
iniziare alle 10? Questa sì
che sarebbe una cuccagna!». Incerto se ritenermi o meno lusingato da
quella sibillina metafora
(l’ora di religione equiparata ad una camera di decompressione) gli dissi:
«Vuoi proprio parlarne?».
«Certo!». Ed io: «Il discorso sarebbe lungo e
come tutti i discorsi lunghi potrebbe essere anche molto noioso. Che ne
dici? Lo affrontiamo o cer-
chiamo qualcosa di più
leggero?». «Lo affrontiamo – disse dal fondo una
voce maschile – a patto
che sia veramente breve».
«Bene – dissi io – allora
cominciamo col dire che,
sì, il soprannaturale, tutto
sommato coincide con
Dio, se però questo Dio
non è il dio della mitologia, dei filosofi o quant’altro, ma il Dio della rivelazione ebraico–cristiana».
«Ma perché solo quello –
interloquì un altro ragazzo – perché solo lui è soprannaturale?». «C’è qualcuno che lo sa? – dico io
– Qualcuno vuol rispondere? Un bel argomento
hai tirato fuori questa mattina caro Marco, e chissà
se la mia risposta ti soddisferà!» Attesi un po’,
scrutando il volto dei ragazzi e delle ragazze, mi
parve che il livello dell’attenzione fosse molto alto,
ma più in termini di ascolto che di disponibilità
al dibattito, perciò attaccai: «Bene, poiché nessuno risponde, allora parlo
io: solo Lui è soprannaturale, perché solo Lui eccede del tutto la ragione umana, altrimenti sarebbe
un Dio a misura d’uomo,
un Dio comprensibile e,
dunque, un Dio rimpicciolito, come gli dei della
mitologia o il Dio dei filosofi (non di tutti, però, ma
oggi non ne parliamo). Dire che Dio è soprannaturale, perciò, è dire che
Dio è oltre la ragione, cioè
soprarazionale». «Come,
oltre la ragione? Oltre di
essa non dovrebbe esserci nulla» dice Renata.
«Perché?» chiedo io.
«Perché oltre la ragione
c’è necessariamente l’irrazionale, e, come tale, esso non si addice a Dio; dico bene?». «Che l’irrazionale non si addica a Dio,
su questo sono d’accordo
con te, ma che oltre la ragione ci sia necessariamente l’irrazionale, su
questo no; su questo non
sono d’accordo...». «Sarebbe a dire?» incalza Renata. «Sarebbe a dire – replico io – che oltre la ragione c’è qualcosa che la
sovrasta, senza umiliarla,
senza mortificarla. Lo diceva anche Pascal: “L’ultimo passo della ragione è
di riconoscere che c’è
un’infinità di cose che la
sorpassano; essa è debo-
le se non arriva a conoscere questo». E aggiungeva: «Se le cose naturali
la sorpassano, che dire
delle cose soprannaturali?». «Ragazzi – proseguo
– lascio a voi commentare questo pensiero, per
parte mia mi limito a dire
questo: è un dato di fatto
che l’uomo non conosca
tutto». S’intromette Pino
che dice: «Prof, l’ha mai
sentita questa: lo studioso conosce poco, il saggio
conosce qualche cosa, il
mona conosce tutto». Tutti ridono, io compreso. Poi
quando la battuta è totalmente metabolizzata, riprendo il discorso: «Come chiameremo le cose
che non sono né razionali, né irrazionali?». Silenzio della classe. «Ve lo dico io: le chiameremo soprarazionali o, appunto,
soprannaturali. E questo
e solo questo è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; che in Gesù Cristo
si rivela a noi come Dio Uno e Trino e che rivelando se stesso – insieme –
rivela anche noi a noi stessi».
Aldo Cappellotto
olontari e ammalati insieme a Firenze per una gita culturale
che diventa al tempo stesso occasione di incontro e
approfondimento dei rapporti di amicizia tra i partecipanti. È questa l’iniziativa che la sottosezione
dell’Unitalsi di Vittorio
Veneto ha proposto all’inizio di settembre nell’ambito dell’attività dell’associazione. Così, oltre agli
impegni di carattere formativo rivolti a sorelle e
barellieri, all’accompagnamento dei malati e dei
pellegrini presso i santuari mariani, alle celebrazioni e ai momenti aggregativi che si tengono in diocesi, da due anni a questa
parte viene organizzata
anche una due giorni in un
luogo spirituale o in una
città particolarmente interessante.
Il gruppo, composto da
quarantacinque persone,
ha quindi raggiunto la città
di Firenze. Qui c’è stato
l’incontro con Francesco,
un volontario dell’Unitalsi
fiorentina, che ha accompagnato la comitiva alla
scoperta delle meraviglie
del capoluogo toscano e di
Fiesole. Prima del ritorno
anche una sosta alla chiesa del viandante realizzata
da Michielucci, l’architetto che progettò la chiesa di
Longarone.
Altra esperienza significativa è stata l’accoglienza delle suore benedettine del convento di Santa
Marta dove gli unitalsiani
hanno trovato alloggio.
Con la comunità religiosa
essi hanno condiviso il
momento della celebrazione eucaristica domenicale.
Gerda De Nardi
Una parte del gruppo diocesano dell’Unitalsi durante la visita a Firenze
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 18 settembre 2005
OGGI Domenica
Agenda
del Vescovo
IL VESCOVO COMMENTA IL VANGELO
Domenica 18 settembre: Presiede le celebrazioni
d’ingresso dei nuovi parroci: a San Giacomo di Veglia (ore 10.30) e a Chiarano (ore 18). Nel pomeriggio in cattedrale presiede la celebrazione dei
Vespri per l’inizio del nuovo anno pastorale (ore
16).
Lunedì 19: In seminario a Vittorio Veneto presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30).
Martedì 20: Alla casa Toniolo di Conegliano presenta il
nuovo Piano pastorale (ore 20.30).
Giovedì 22: Al mattino a Motta di Livenza tiene il ritiro per il presbiterio diocesano. Al collegio Brandolini di Oderzo presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30).
Venerdì 23: A palazzo Carli di Sacile presenta il nuovo
Piano pastorale (ore 20.30).
Sabato 24: A Mansuè presiede la celebrazione d’ingresso del nuovo parroco (ore 19).
Domenica 25: Presiede le celebrazioni d’ingresso dei
nuovi parroci: a Cappella Maggiore (ore 9) e a
Lentiai (ore 11). Alla basilica di Motta di Livenza celebra la Messa per l’Unitalsi diocesana (ore
15.30).
La gratuità di Dio consente
agli ultimi di essere i primi
Domenica 18 settembre - 25ª
del tempo ordinario
Is 55, 6-9; Sal 144; Fil 1, 20c27a, Mt 20, 1-16
Prima settimana del Salterio
O
ccorreva proprio un profeta come Isaia per ricordare a tutti, in modo inequivocabile, che le vie di Dio sono
molto diverse da quelle escogitate
dalla piccola mente umana: “I miei
pensieri non sono i vostri pensieri, le
vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le
mie vie sovrastano le vostre vie, i
miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”, ammonisce nella prima lettura di questa XXV domenica del tempo ordinario.
Dio infatti ha una logica di vita e
di rapporti radicalmente diversa da
quella degli uomini che tutto misurano sull’efficienza produttiva e sulla retribuzione, anche lauta e spropositata, delle prestazioni.
La sua è una logica di gratuità assoluta. Al merito sostituisce il dono.
E perciò lascia sconcertati gli uomini che usano altri criteri nei rapporti con i loro simili.
Trasportata su un registro specificamente religioso questa logica altro non è che il canto e la sinfonia della Misericordia di Dio, il quale usa
benevolenza verso tutti coloro che
hanno coscienza del loro stato di miseria morale e spirituale e, perciò,
del bisogno di riscatto e di redenzione e si rivolgono a Lui con fiducia. In definitiva è il superamento di
una religiosità fatta di riti e di pratiche cui la divinità, sul parametro del-
la religione pagana, deve corrispondere con benefici adeguati: non l’uomo in debito con Dio che nella sua
“giustizia” lo rende giusto, facendolo partecipe della sua vita divina, ma
Dio in debito con l’uomo che può
vantare una sua giustizia, a modo del
fariseo che va al tempio, secondo la
parabola di Luca, e l’uomo creditore
di Dio.
La parabola evidenzia dunque che
tutto è grazia. Immeritata. Anche essere assunti al lavoro nella vigna di
Dio, a qualunque ora della nostra
giornata terrena. Una vita oziosa è una vita insignificante e frustrata. Una vita impegnata nel Regno di Dio
è carica di valore e di senso. Si tratta allora di passare da un rapporto
con Dio improntato su una religione
mal sopportata, appunto “sopportando il peso della giornata e del caldo”, da sudditi e schiavi, ad una religione da figli che si accorgono del
dono ricevuto. Sul modello di Paolo
che, raggiunto dalla grazia per così
dire all’ultima ora, sarà il cantore della gratuità di Dio Amore misericordioso. Ha sentito come un onore lavorare nella vigna del Signore e ha
lavorato con frutto dedicando tutte
le sue energie, come confida nel tratto della lettera ai Filippesi proclamato nella seconda lettura. È vissuto interamente per il Regno di Dio,
per la sua gloria. Anzi, ha vissuto il
regno. Concretamente ha vissuto
Cristo: “Per me il vivere è Cristo”.
Questa è stata la sua risposta alla gratuità del dono di Dio.
Alla gratuità del dono di Dio infatti
il credente risponde con la gratitudine. E la gratitudine si trasforma in
impegno a diventare regno di Dio,
ben consapevoli che non noi siamo
necessari al Regno di Dio (siamo servi non indispensabili), ma il Regno è
necessario a noi, l’unica realtà che ci
consente di dare pienezza di significato al nostro vivere terreno in cammino verso il vivere eterno.
Da queste splendide letture evidenziamo tre possibili messaggi da
affidare alla responsabilità educativa
delle nostre famiglie e delle nostre
comunità cristiane.
Il primo: la vita umana è bella se
è buona. Ed è buona non quando è
oziosa, in balìa dei “pensieri iniqui”,
dei vizi e del divertimento scatenato ma quando è impegnata, fin dalla
prima ora, a vivere secondo i principi che regolano la vigna del Signore, cioè secondo il Vangelo.
Il secondo: invece di impostare la
vita secondo criteri soggettivi che si
enucleano in “a me va bene così”, è
importante educare a lasciarsi chiamare dalla voce di Dio che invita a
lavorare nella sua vigna.
Infine: la logica della vigna di Dio
ci sollecita ad entrare nel flusso della gratuità ricevuta per donarla. Sicché i nostri interventi, anche educativi, non sono determinati dal merito, ma dalla necessità. Dio infatti non
usa la sua gratuità verso i meritevoli, ma verso i bisognosi. E tutti siamo bisognosi della sua misericordia.
Anche se fossimo stati chiamati alla
prima ora e avessimo avuto la grazia
di lavorare nella sua vigna fin dalla
prima ora. Anzi, chiamata e risposta
alla prima ora altro non sono che
somma gratuità. Di cui essere grati
ogni giorno. Sapendo bene perché
viviamo, per Chi viviamo.
+ Giuseppe Zenti
Celebrazione cresime: Domenica 18 settembre ore 11 a Soffratta di Mareno (Vicario generale).
IL DIRETTORE DELLA SCUOLA
TEOLOGICA È DON SARTORI
S
ullo scorso numero abbiamo commesso un
errore nella nomina del nuovo responsabile della Scuola
di formazione teologica. Il responsabile non è infatti don
Alberto Basso ma don Alberto Sartori (nella foto).
INIZIO ANNO CATECHISTICO:
PROPOSTA DI CELEBRAZIONE
L’
Ufficio Catechistico diocesano ha elaborato una piccola celebrazione per l’inizio dell’anno
catechistico e uno schema per l’incontro del gruppo
dei catechisti. Verrà pubblicato nel supplemento dell’Azione per l’animazione dell’Ottobre Missionario.
Coloro che sono interessati ad avere il materiale
subito, possono scaricare il tutto andando a visitare
il sito della Pastorale Giovanile Diocesana www.pgvv.it - e cliccando sull’apposita icona dell’Ufficio Catechistico oppure telefonando direttamente
in Ufficio.
Ma Dio dov’è?
S
e diamo una rapida
scorsa all’umanità,
non possiamo non sentirci fortemente interpellati.
Da che cosa? Dalla nostra
fede e cioè come fare a
credere in Dio nonostante tutto quello che ci circonda. A giudicare così gli
avvenimenti, si può avere
perfino l’impressione che
Dio abbia abbandonato la
Terra. Sul piano morale
nessuna regola ormai
sembra più porsi come
norma agli uomini. Il senso del peccato in chi esiste? Ognuno sta diventando solo misura a se
stesso. Ma in tutti i disordini che stiamo vivendo,
il Signore che cosa ci assicura? Una verità fondamentale: Egli ci assicura
se stesso (Mt 28, 20). Ed
è proprio in questa sicu-
rezza che il cristiano deve
rimanere in pace, perché
se anche tutto ci mancasse, Lui, il Signore, ci rimane. Tale convinzione prova
se noi davvero crediamo
in Dio e che cosa sia il Signore per noi. Certo, si
può rimanere sgomenti di
fronte a tante atrocità! “Ma
Dio dov’è”? È quanto da
più parti si sente chiedere. Dio è presente nel mondo com’era presente nell’umanità di Gesù pur condannato a morte, alla solitudine, alla desolazione.
Ed è proprio in questa totale sparizione di ogni appoggio umano, che maggiormente rifulge la grandezza del Cristo. Così anche la nostra vita! È nel
momento della difficoltà,
del buio, quando i conti
non tornano, che davvero
13
si prova il cristiano. È qui
che si vede se noi veramente crediamo! E la prova è proprio questa: fidarci di Dio in un abbandono
che superi ogni tipo di prova, per poggiare su di Lui
che è la roccia! Avvenga
quel che si voglia, il Signore è con noi e noi rimarremo con Lui che ci
vuole salvi per l’eternità.
Dio, all’umanità, ha promesso se stesso. Qualunque cosa accada, Egli ci rimane ed è la nostra forza!
È questa la testimonianza
cristiana! Purtroppo, spesso, ci viene presentato il
Signore come Colui che
deve mettere cuscini sotto
a tutti i gomiti, il Vangelo
invece ci dice che tutto ci
verrà dato in soprappiù
nella misura che è vivo in
noi l’impegno per il Regno
A CANEVA INCONTRI
PER GRUPPI CORALI
dei cieli (Mt 6, 33). Tutto passa, le prove non risparmiano nessuno, ma
è proprio in questo continuo spogliamento, in
questo morire a noi stessi che deve rimanere granitica la nostra fede. Il mistero del Cristo che muore in croce nel puro abbandono, è il mistero che
si ripete per ogni uomo.
E se ci sembrerà che altri, pur non osservando i
Comandamenti divini,
sia più fortunato di noi,
non lasciamoci fuorviare: il Cristo, anche attraverso un’apparente sconfitta, vince! Ma non è una vittoria secondo il
mondo, ma secondo Dio,
appunto perché il Cristo
capovolge ogni misura.
Luigi Valdevit
L
a Scuola diocesana
di musica per la liturgia “Venanzio Fortunato” organizza una serie di
incontri di formazione per
i gruppi corali parrocchiali
rivolti a direttori di coro,
organisti, cantori, animatori di assemblea. Molteplici gli scopi degli incontri: individuare repertori
di canti in sintonia con le
festività liturgiche più significative; comprendere
il valore e l’importanza del
canto nella celebrazione liturgica; valorizzare il dialogo tra coro e assemblea; apprendere nuove proposte
per arricchire il repertorio musicale.
Il primo appuntamento, dedicato al
repertorio corale, è
nella sala parrocchiale di Caneva gio-
vedì 22, 29 settembre e 6,
13 ottobre alle 20.30. Guiderà la professoressa Daniela Miele.
A novembre e dicembre si terranno invece a
Camino di Oderzo gli incontri per il repertorio
gregoriano. Guiderà il
maestro Giorgio Mazzuccato.
Gli incontri prevedono:
un momento propositivo e
uno di laboratorio.
Per informazioni rivolgersi al numero telefonico 0438-970607.
UN MESE DI INIZIATIVE
Al Molinetto arte,
cultura e ambiente
L’
associazione Molinetto della Croda
di Refrontolo da tempo ci
sorprende per la varietà e
la qualità di proposte culturali che promuove. Ma
questa volta ha superato se
stessa dando vita a un mese (17 settembre-16 ottobre) di iniziative di arte,
cultura ed educazione ambientale. Naturalmente al
Molinetto e nelle sue immediate vicinanze.
menica 18 l’associazione
Molinetto assegna cinque
borse di studio di mille euro ciascuna ai quattro migliori studenti diplomati agli istituti d’arte e licei artistici della Provincia di
Treviso e di Belluno e al
miglior diplomato di Refrontolo, nell’anno scolastico 2004/2005.
Affido di un sentiero
alle scuole. Domenica 2 ottobre avrà luogo l’affido
Mostra
di
pittura del maestro Francesco
Venier. Il Molinetto ospita dal
17 settembre al
16 ottobre una
mostra di opere
di Venier, personalità di fama internazionale (orari di apertura:
giovedì, venerdì e sabato
dalle 14.30 alle 19, e domenica dalle 10 alle 12.30 e
dalle 14.30 alle 19).
Educazione ambientale. Nelle domeniche dal 18
settembre al 2 ottobre le sezioni di Treviso di Legambiente e di Italia Nostra intervengono per accompagnare le famiglie in escursioni che si snoderanno nei
dintorni del Molinetto. Le
escursioni sono aperte a
tutti ma rivolte in particolar
modo ai nuclei familiari che
hanno figli dai 3 ai 14 anni.
Borse di studio. Do-
simbolico, da parte del sindaco, di un sentiero alle
scuole del paese, al fine di
sviluppare nei ragazzi la
sensibilità e il rispetto per
l’ambiente.
Assegnazione del premio “Molinetto”. Il premio, che sarà consegnato
domenica 2 ottobre alle
11.30, è stato istituito quale pubblico riconoscimento
a chi nel mondo culturale
e/o istituzionale si sia particolarmente contraddistinto per aver operato in
favore della cultura o dell’arte o dell’ambiente.
MEDAGLIA DI GRAVA
PER IL MUSEO BOTTACIN
S
abato 17 settembre
si celebra a Padova
il bicentenario della nascita di Nicola Bottacin,
che lasciò a questa città il
suo ingente patrimonio
d’arte e di rare, se non rarissime monete e medaglie. Ed è proprio con una medaglia che hanno
voluto in particolare ricordarlo, affidando l’ope-
S
ette artisti diocesani in mostra in Austria. Da domenica 18 a
sabato 24 a Millstatt, vicino a Spittal, in Austria si
terrà una mostra collettiva che raccoglierà alcune
delle più valide espressioni artistiche della Sinistra Piave: i vittoriesi
Franco Anselmi e Luigi
Marcon, il pittore e scultore sacilese Gabriele
Cattarin, l’acquarellista e
pittore medaglista di Re-
ra alle abili mani dello
scultore Giuseppe
Grava di Revine.
Al dritto c’è il
busto di tre
quarti del
donatore
della prestigiosa collezione al museo che porta il
suo nome, con a
AUSTRIA
Collettiva
di artisti
della Sinistra
Piave
vine Giuseppe Grava, gli
scultori Grillos di Ponte
della Priula e Giorgio Igne di Sacile, e la pittrice
delle nostre colline Anto-
CISON
A Castelbrando
rievocazione
di battaglie
medievali
S
abato 24 e domenica
25 settembre Castelbrando diventa una
grande piazza in cui rivive
la storia veneta. La manifestazione inizia sabato
mattina alle 10 con un convegno di studi sull’enogastronomia e prosegue con
l’inaugurazione dell’esposizione sull’enogastronomia (alle 16), il Palio delle
Prealpi (alle 19), la rievocazione storica con battaglie medievali (alle 19.30),
il concorso “Eleganze nella storia” sfilata di costumi
antichi (alle 21). Domenica 25 c’è il Trofeo dei Comuni delle Prealpi (alle
17). Più tardi, alle 19, ancora il Palio delle Prealpi e
la rievocazione storica con
battaglie medievali.
Nei due giorni ci saranno il mercato medievale e
gli attendamenti degli armigeri. Ingresso libero.
Organizzazione e informazioni:
Associazione
Claudia Augusta, telefono
0438-976091, fax 0438976000, [email protected].
sinistra l’iscrizione: Nicola Bottacin/4 settembre
1805-4 giugno 1876. Il rovescio è invece caratterizzato dalla veduta della
nuova sede museale con sotto
l’iscrizione:
palazzo
Zuckermann
/museo
Bottacin/Padova/2005.
(MS)
nella Tonon di Colle Umberto.
La mostra nasce nell’alveo di “Scrittori ed editori a Nordest”, la kermesse letteraria organizzata dal Consorzio di istruzione e formazione
superiore che si è svolta a
Conegliano e Sacile la
scorsa primavera, e rappresenta uno dei passi per
dare una dimensione “europea” alla manifestazione.
A Conegliano
il “writing”
è diventato
un significativo
fenomeno
artistico
e sociale.
Ma ancora
incompreso
da molti.
U
na mostra che
chiude questa
domenica, 18 settembre, ci offre l’occasione
per parlare di un fenomeno
che coinvolge molti giovani
coneglianesi, ma che è poco
considerato, studiato e capito dagli adulti. Stiamo parlando del Writing, o Graffiti
che dir si voglia.
La mostra in questione,
allestita nella nuova galleria
A-Zero in via Rosselli 23 a
Conegliano, accoglie manufatti artistici provenienti da
collezioni private tra cui
un’opera di Keith Haring. «Il
nostro intento – spiega il curatore Stefano Mitrione – è
avvicinare il cittadino alle
nuove forme di linguaggio
visivo, omaggiando sia i precursori del movimento artistico della Publica Art, sia i
pionieri dei giorni nostri, che
tramite le loro opere murarie raccontano l’evoluzione
sociale delle nostre città». E
Conegliano è città generosa
nell’offrire esempi di graffitismo, sia per qualità che per
numero. Basti pensare agli
esempi del parcheggio dell’ex area Zoppas-Zanussi o lo
scalo ferroviario merci nei
pressi del cinema Méliès.
Nata all’inizio degli anni
Settanta a New York, l’onda
lunga del graffitismo dilaga
pian piano nelle periferie del
pianeta. «Il considerevole insediamento urbano di Conegliano – osserva Mitrione
– ha prodotto un terreno fertile proprio con il suo degrado. Si ha un apprezzabile incremento del fenomeno
a partire dal 1994. La costituzione del primo gruppo writers, “Lacremeria”, risale
al 1996. Da allora è passato
un decennio e sui muri dell’ex insediamento industriale Zoppas si sono alternati
centinaia di graffiti anche di
notevoli dimensioni, di diversi stili, spesso molto elaborati».
Avvertenza necessaria al
lettore digiuno in materia.
Non ha senso fare di tutta
l’erba un fascio, accomunando ogni genere di scritta
murale pubblica sotto l’etichetta di “vandalismo”, ma
neppure, se è per quello, sdilinquirsi elevandole tutte al
rango di arte. C’è muro e
muro, c’è tratto e tratto. Totalmente aliene al discorso,
ad esempio, sono le scrittemessaggio – insulti alla parte politica avversa, peana alla propria amata –. Si passa
poi ai “tag”: ripetizioni ossessive di una firma stilizzata – come un autografo – che
vengono sparse ovunque
per poter dire: “io sono anche qui”. E poi, molto altrove, c’è il writing. Che è sempre arte, o almeno tentativo
d’arte. Con i suoi capolavori
e le sue “croste”. Certo, non
sono i quadri con la cornice:
ma non è forse tutto il movimento dell’arte negli ultimi
decenni ad essere andato oltre la classica tela esplorando nuove forme?
Un valore d’arte che ha
trovato gradualmente riconoscimento (o è solo sopportazione?) da parte delle
amministrazioni pubbliche,
che hanno concesso spazio
a questa pratica che fino a
qualche anno fa era clandestina (ragazzi che rischiavano la multa per dare sfogo
all’espressione artistica!).
Ecco allora che, ad esempio,
writing anche in due parchi
a Vittorio Veneto: sul muro
esterno dell’Atm, prospiciente il parco giochi di via
Toniolo, ed anche al campo
da calcio del parco Papadopoli, in quest’ultimo caso a
cura di Insieme per Ceneda
Giovani.
Il maggior diffondersi del
writing ha però portato per
converso ad una perdita della centralità di Conegliano:
“un tempo nel parcheggio
della stazione c’era molta più
gente a dipingere che non adesso”.
Il writers si sente parte
dell’arte “underground”,
cioè “sottoterra”: lì giace, e
in canali sotterranei circola,
sia perché manca il riconoscimento della società, sia
perché spesso con certa società è il writer a non voler
avere nulla a che spartire.
Tanto è vero che anche i
writers sono protagonisti di
Shittysheep, il progetto di
Matteo Zanatta di Conegliano e Samuele Granzotto di
Spresiano, che stanno per
pubblicare un cd rom che è
virtuale museo dell’arte underground (informazioni
www.shittysheep.net).
Il writing in ogni caso, e
parafrasando John Donne,
non è un’isola. Dalla sua nascita infatti è solo una parte
della più vasta sfera culturale dell’hip hop; di cui è parte integrante, ad esempio, la
breakdance. Un connubio
d’arte che si ricreerà a Conegliano dal pomeriggio di
sabato 8 ottobre con “Street
Trick”: ovvero esibizioni di
breakdance, writers che dipingeranno pannelli, e gran
finale con concerto di musicisti provenienti da varie parti d’Italia – e perfino dalla
Svizzera –: musica rap, hip
hop e altro ancora.
Domenica 18 settembre 2005
15
DAL LICEO DI CONEGLIANO
“RES SPLENDA” PROPOSTA A ORSAGO
V
ginnasio
premiata
Per Valentina Biz alla Mostra del cinema
primo spettacolo in casa
L
a storia di un piccolo villaggio sospeso nel tempo, che si
può ben adattare a qualsiasi realtà locale. Si
svolgerà sabato 24 settembre, alle 21 presso il
bocciodromo di Orsago, la prima di “Res
splenda, non dire cose
ad alta voce”, spettacolo che vede come regista Valentina Biz. Nemo
profeta in patria, recita
un detto, non valido in
questo caso. Perché
l’artefice dello spettacolo – appunto Valentina Biz – è di Orsago. Al
suo fianco Yuri Stefanutti, originario di Pasiano di Prata e autore dei testi. Sarà
l’associazione Teatrinstabili a mettere
in scena questa rappresentazione sperimentale, in cui si
fondono teatro, musica, danza e video
proiezioni. Lo spettacolo, infatti, nasce
dalla ricerca di fondere in un unico spazio attori, musicisti
e danzatori, che uniscono le loro di-
verse arti per esprimere
uno stesso messaggio, in
una narrazione che racconta le vicende di un piccolo villaggio dove gli abitanti sembrano nascondere antichi e misteriosi
segreti.
Lo spettacolo, che dura circa un’ora e mezza,
narra la vicenda di Flora,
una ragazzina senza famiglia lasciata ai margini
del paese, che si trova isolata e per questo la gente sparla di lei, credendola insana. In realtà, con
la tradizionale festa che
segna l’inizio dell’inverno, si scoprirà la vera natura della ragazza.
Saranno tredici gli attori impegnati nella rappresentazione, accompagnati dalle musiche eseguite dal vivo da cinque musicisti e due cantanti, oltre ai ballerini
del gruppo Contre-Temps del Centro arte danza di Pordenone.
Tra gli altri lavori di
Valentina Biz e Yuri Stefanutti della compagnia
Teatrinstabili, la Rai di
Trieste ha acquisito un
documentario realizzato sulla stazione di Topolò, piccolo paese disperso tra le Valli del
Natisone in Friuli.
Diego Bortolotto
A
lla Mostra del cinema c’erano anche i ragazzi della V ginnasio del liceo “G. Marconi” di Conegliano per
ricevere il premio “Little
big short”.
“Little big short” è un
concorso promosso dall’Istituto Luce di Roma e
da Agiscuola, rivolto agli
studenti delle scuole medie inferiori e superiori
per la stesura di un soggetto per un cortometraggio di 5 minuti, con la
finalità di educare gli studenti all’immagine e sensibilizzarli al linguaggio
cinematografico.
La V ginnasio di Conegliano ha vinto con “Doppio fantasma”, il cui soggetto e la sceneggiatura
sono stati realizzati con il
laboratorio di scrittura ci-
nematografica di AntennaCinema Factory coordinato da Mauro Zardetto e Michelangelo Dalto.
Alla produzione del
film, che avverrà nei prossimi mesi, parteciperanno l’attore Enzo Decaro,
conosciuto per il suo esordio con “La smorfia”
insieme a Massimo Troisi e Lello Arena, il regista
Romano Scavolini e l’art
director effetti speciali
Sergio Stivaletti.
“Doppio fantasma” è una storia liberamente ispirata al racconto “Una
casa abitata da un fantasma” di Plinio il Giovane
e narra le vicende di uno
scienziato che deve fare i
conti con la propria coscienza attraverso le apparizioni di una donna e
di una ragazzina.
La 5ª ginnasio del liceo Marconi
SANTA LUCIA:
Concerto
d’organo
V
enerdì 23 settembre il
XVII Festival organistico internazionale Città di
Treviso e Marca trevigiana
fa tappa nella chiesa arcipretale di Santa Lucia di Piave
con il concerto del maestro
Michael Harris (alle 20.45).
Domenica 25 altra tappa in
diocesi, precisamente nella
chiesa di Vazzola con il concerto di Manuel Tomadin e
del coro Cappella Civica di
Trieste (alle 20.45).
VITTORIO:
Fuoridisera
S
econdo appuntamento
per Fuoridisera sotto la loggia del Museo della Battaglia
a Ceneda. Giovedì
22 alle 20.30 Giovanni Salvador parlerà di “Gli armamenti italiani per la
nuova guerra: davvero moderni?”. Al
termine della conferenza visita gratuita del Museo.
MOSTRE
ASOLO Resta aperta fino al 25 settembre
alla galleria d’arte Vardanega la personale
del pittore di Sernaglia Vittorio Marchi “Le
mie primavere - dipinti recenti en plein air”.
Cenno critico della professoressa Antonella Alban. Si visita nei giorni feriali dalle 16 alle
20 nei festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15
alle 20. Informazioni: 0438-82298, 3359290968.
TREVISO A cura di Le Venezie e Nuovi
Sentieri Editore si inaugura sabato 17 a villa Letizia in via Tandura 5 a Treviso la mostra del pittore sappadino Pio Solero “Il paesaggio, pittura di montagna, le Dolomiti”. La
mostra resta aperta fino a mercoledì 12 ottobre. L’esposizione seguirà il seguente orario: da martedì a venerdì 9-13; giovedì 1518; sabato-domenica 15-19. Entrata libera.
Informazioni: www.levenezie.it.
CAMPOMOLINO S’inaugura domenica
VITTORIO: Mostra
di Magnolato
S
i inaugura sabato 17 alle
17.30 a palazzo Piazzoni
a Serravalle “La memoria delle cose amate”, mostra della
produzione artistica degli ultimi 40 anni del pittore e incisore di Noventa di Piave Cesco
Magnolato.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 ottobre: mercoledì,
giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 19, sabato e domenica dalle
10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle
19. L’evento è curato dall’associazione “Il Filò”.
2 ottobre a villa Altan “Aspetti dell’incisione oggi in Italia 2005”, ovvero la Biennale di
Incisione di Gaiarine.
In questa nona edizione ci sarà una mostra
di quattro opere ciascuno per 19 promettenti incisori italiani.
Aperta da lunedì al sabato dalle 14.30 alle
18.30, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15
alle 18.30. Informazioni: ufficio cultura del
Comune 0434-756520; biblioteca 0434758756.
VENEZIA Fino al 6 novembre in otto sedi museali cittadine si visita il progetto di
Maurizio Pellegrin “Isole”. Informazioni:
www.museiciviciveneziani.it.
VENEZIA È aperta fino al 16 ottobre dalle 11 alle 19 escluso il sabato in campo di
Ghetto Nuovo a Cannaregio “Ikona Venezia”,
mostra di fotografie di Goran Trbuljak. Informazioni: www.ikonavenezia.com.
OPERE SACRE D’ISTRIA A TRIESTE
D
opo un accurato recupero conservativo, 21 autentici gioielli artistici appartenenti all’area sacra istriano-veneta e datati Trecento-Settecento
ritornano a incantare gli occhi del pubblico nella mostra “Histria: opere restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo”, al museo
Revoltella, a Trieste. Tele preziose e inedite, polittici a fondo dorato, tavole e sculture lignee, firmate da maestri quali
Carpaccio, Tiepolo, Alvise Vivarini, Paolo Veneziano, sottratti miracolosamente ai bom-
PORTOBUFFOLÈ Si visita fino al 2 ottobre a casa Gaia da Camino e per il ciclo
“Arte in Avis”, la mostra “I volti del silenzio” di Alina Szatanik. La mostra è aperta il
sabato dalle 16 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.
PIAVON Si visita fino al 2 ottobre a Ca’
Lozzio la mostra di Enzo Barbon.Aperta dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 24, chiuso lunedì o martedì.
VENEZIA Si visita a Ca’ Pesaro la mostra
“Bice Lazzari - L’emozione astratta 19541977”. Aperta fino al 18 settembre dalle 10
alle 18, non il lunedì.
VENEZIA È aperta fino al 30 ottobre al
museo Correr la mostra dedicata a Lucian
Freud. Tutti i giorni dalle 10 alle 19.
re
t
s
o
M
bardamenti dell’ultima guerra e ricondotti, con cura e
maestria tutta italiana, alla bellezza di un tempo.
“Histria: opere restaurate
da Paolo Veneziano a Tiepolo”, dal 22 settembre al 6 gennaio 2006, museo Revoltella,
Trieste; orari 9-13.30, 16-19
tutti i giorni, 10-19 la domenica; costo del biglietto 7 euro;
informazioni 040-6754350; sito web www.museorevoltella.it.
(EP)
MOGLIANO Al centro Brolo è visitabile fino al 13 novembre la mostra “Federico
Fellini: sogni su carta”. Aperta dalle 10 alle 19, chiusa il lunedì.
CONCERTI E DANZA
TOVENA Ultimo appuntamento per
Art&Musica 2005: venerdì 16 alle 20.30 “Viaggio nella musica per organo a quattro mani” con Davide Merello e Alex Gai all’organo, musiche di Mars, Rutini, Kellner, Albrechtsberger, Hesse, Mozart, Haendel. Ingresso
libero e rinfresco al termine. Informazioni:
associazione Giogaia, 0438-85538, 3383872545, 347-5390242, [email protected].
SALGAREDA Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, domenica 18
alle 16.30 nella chiesa arcipretale concerto
di Marie Claire Alain.
PORDENONE La stagione sinfonica del
teatro Verdi apre domenica 18 alle 20.45
con un concerto dell’orchestra del teatro lirico Verdi di Trieste diretta da Juanio Menia
con Evelyn Glennie alle percussioni. Eseguono il “Veni vidi Emmanuel” per percussioni
e orchestra di James Mc Millan, e la sinfonia n. 5 op n. 67 di Ludwig Van Beethoven.
SANTA LUCIA DI PIAVE Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, venerdì 23 alle 20.45 nella chiesa arcipretale concerto di Michael Harris.
CONEGLIANO Domenica 25 settembre
nella chiesa di Sant’Orsola alle 17 per il ciclo “Conversazioni musicali” intervento su “Le
percussioni” a cura dell’istituto musicale Benedetti Michelangeli.
VAZZOLA Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, domenica 25
alle 20.45 nella chiesa parrocchiale concerto di Manuel Tomadin e del coro della Cappella Civica di Trieste.
16
e
L’AZiON
Speciale Meridiane
Domenica 18 settembre 2005
LA PROVINCIA DELLE MERIDIANE
U
no strumento
per misurare il
tempo che ha la
forza di valicare ogni epoca
e di regalare ad edifici e siti
un sovrappiù di
valore architettonico, artistico,
storico e astronomico.
Parliamo delle
meridiane, gli “orologi solari” dei
tempi andati, che
costellano in modo abbastanza
frequente case e
ville del nostro territorio.
Ebbene, proprio la Marca sembra essere a livello
nazionale uno dei più grandi scrigni di meridiane. È
stato possibile portare alla
luce questo piccolo tesoro
grazie all’iniziativa avviata
dall’Unpli (Unione provinciale delle Pro loco trevigiane) ancora nella primavera
del 2004 e giunta ora al punto di svolta del primo, anco-
ra sommario bilancio, dopo
che le Pro loco di tutti i comuni hanno collaborato per
censire questi antichi, mai
tramontati orologi solari.
la Marca trevigiana” per ogni meridiana è stata compilata una scheda tecnicoscientifica con allegata documentazione fotografica. Si
è iniziato, così, un
percorso di studio,
recupero e valorizzazione delle meridiane destinato a
contribuire ad accrescere una coscienza di maggiore sensibilità e responsabilità nella
conservazione di
un patrimonio ricco di arte e di storia.
Tra l’altro, le meridiane
testimoniano l’alta preparazione astronomica e tecnica
degli artigiani che costruirono questi antichi misuratori del tempo, ancor oggi attuali.
Tra le tante scoperte rese possibili dal censimento
effettuato, una di carattere
generale va posta in evidenza: questi antichi misuratori
La Marca, terza provincia
d’Italia per numero
di meridiane.
Un patrimonio culturale
ed artistico da valorizzare
Infatti il censimento ha
permesso alle Pro loco di individuare e censire circa 850
meridiane. Questo dato colloca la nostra provincia al
terzo posto in Italia dopo Torino e Cuneo. E pensare che
prima di questo lavoro le meridiane conosciute nel territorio trevigiano erano 350.
Grazie al progetto “Andar
per meridiane nei paesi del-
Un progetto con tanti sviluppi
D
opo il censimento effettuato, sono
numerosi gli sviluppi possibili per
il progetto stilato dall’Unpli (l’associazione che riunisce le 94 Pro Loco trevigiane),
di cui è presidente Giovanni Follador, e il
Consorzio Pro loco del Quartier del Piave, presieduto da Roberto Franceschet.
Innanzitutto è prevista una schedatura
più completa e scientifica delle meridiane
censite. C’è poi la collaborazione con il
mondo della scuola, con l’esperienza-pilota nella scuola media di Miane.
Inoltre saranno necessari interventi di
restauro delle meridiane storiche, a partire da quelle che hanno urgente bisogno
di “manutenzione”.
Nei progetti c’è poi la pubblicazione di
un libro-guida sugli orologi solari rinvenuti nella Marca.
Le meridiane potranno poi essere filo
conduttore per proporre percorsi alla scoperta delle peculiarità storico-artistiche,
P
er conoscere la nostra storia e i beni
storico-artistici, nell’ambito del “Progetto meridiane” c’è l’idea di proporre
una visita guidata ad un edificio di grande pregio architettonico e artistico: villa Gera-Bellati di Campea,
di proprietà del conte Massimiliano Bellati, fine cultore del patrimonio storico-artistico.
La visita guidata alla storica villa di Campea dovrebbe venire inserita nell’ambito della Giornata Fai
ma anche naturalistiche della Marca. In
occasione della Giornata Fai potranno essere organizzate visite guidate, con guide
turistiche delle Pro loco, ad edifici di pregio dove siano presenti meridiane.
Altri sviluppi potrebbero concretizzarsi nella istituzione di una vera e propria
scuola di meridianisti trevigiani che metta insieme quanti sanno calcolare e costruire le meridiane, per impartire lezioni a tutti gli interessati alle tecniche per la
realizzazione delle meridiane. Collegato a
questo, potrebbe essere istituito un centro studi con varie finalità: lo studio, la tutela, la valorizzazione e la creazione di una banca dati delle meridiane trevigiane.
La prossima tappa sarà un incontro aperto alle Pro loco, ai Comuni e a tutti i
soggetti interessati per illustrare il progetto e concordare gli sviluppi. L’evento
si terrà a Miane, con la collaborazione della Banca delle Prealpi.
A CAMPEA
In visita a villa
Gera-Bellati,
con tre
meridiane
da realizzarsi in una domenica della primavera
2006. Per l’occasione si
prevede di curare un’adeguata accoglienza dei visitatori, la presenza di guide turistiche, la predispo-
La settecentesca villa Gera-Bellati, a Campea di Miane
sizione di materiale che
documenti le valenze storico-artistiche dell’edificio.
Solida e ampia casa signorile, venne fatta costruire dai nobili Gera-Minucci e appartenne loro fino alla successione dei
conti Bellati di Feltre. Si ritiene eretta in due periodi:
il primo tra il 1500-1600,
poi, la facciata principale, a
sud-est, sarebbe stata
completata nel Settecento.
La villa è composta da due
ali che si uniscono ad angolo verso sud. Possiede il
prospetto principale rivolto verso sud, che si ripete
anche dalla parte opposta.
Fino a mezzo secolo fa
essa era una residenza
completa di scuderia, latteria, pesa privata, cantina,
granaio, officina del fabbro
e del falegname, forno per
il pane e ghiacciaia; tutte
queste attività venivano
raccolte nel lungo porticato della barchessa.
del tempo sono diffusi in modo abbastanza omogeneo in
tutto il territorio trevigiano,
ma – ancor di più – senza distinzioni di… censo: infatti
si possono rinvenire in ville,
case padronali, chiese e canoniche, ma anche sulle pareti di fattorie e stalle.
La riscoperta delle meridiane si presta come filo conduttore per un’affascinante
rivisitazione della vita sociale, dei costumi e della cultura nella nostra terra attraverso i secoli. E si potrà aver conferma che l’ora delle
meridiane è davvero eterna,
infinita.
Franco Pozzebon
La meridiana che si trova all’esterno della cattedrale di Vittorio Veneto; (qui sotto, a
destra) la fontana con 14 meridiane, a Cappella Maggiore; (più in basso, a sinistra) la
più vecchia meridiana trevigiana censita, realizzata a Tarzo nel 1682
QUANTE BELLE MERIDIANE!
La meridiana
più antica
Meridiane
…ecclesiastiche
A Tarzo, su un muro di casa Moschet,
in via Toniolo, è riconoscibile la meridiana tra le più vecchie della Marca. È datata 1682 e riporta il motto latino “Dies mei sicut umbra pretereunt” (I miei giorni scorrono come l’ombra).
Gli orologi solari sono rinvenibili anche sulle pareti delle chiese e sugli
edifici ad esse collegati, come le canoniche. È il caso, ad esempio, dell’antica meridiana collocata sulla parete della canonica di Farra di Soligo. Datata 1754, ha un quadrante abbellito da una cornice floreale e riporta il motto
“Tempera tempore
tempora” (Addolcisci i tempi nel tempo).
Anche sull’esterno
della Cattedrale di
Vittorio Veneto c’è
una meridiana, settecentesca, di autore ignoto, con il
motto: “Horae pereunt ed imputantur” (Le ore muoiono e vengono addebitate).
La più antica
meridiana firmata
Tra le antiche meridiane della Marca
l’unica a riportare anche il nome dell’autore è una delle tre realizzate sulle pareti della stupenda villa GeraBellati, a Campea di Miane.
A farla, nel 1763, è stato un tale Niso, che l’ha decorata con grandi segni zodiacali.
N
el corso dell’anno
scolastico appena
iniziato ci sarà da studiare anche le meridiane nella scuola media di Miane,
grazie a un programma di
iniziative da realizzarsi in
collaborazione con l’Amministrazione comunale e
la Pro loco di Miane.
Partendo dall’iniziativa
su scala provinciale, e
considerando le valenze
didattiche che le meridiane abbracciano, gli insegnanti della Media di Miane hanno tracciato un programma di lavoro che ricalcherà in parte le linee
guida del Progetto provinciale dell’Unpli, calibrato naturalmente sul
territorio del Comune di
Miane, dove il censimento ha finora permesso di
individuare ben 26 meridiane. E studiare le meridiane significherà anche
addentrarsi nello studio
di più materie scolastiche:
Una meridiana d’autore
Tra le meridiane realizzate in epoche
passate sono rare quelle che riportano il nome dell’autore. Tra queste
una di particolare valore è stata ricavata, nell’anno 1800, nella parete
del campanile di Valdobbiadene, con
il motto “Il tempo e la vita non si
fermano”. È opera di una personalità
IN CLASSE
Nella scuola
di Miane
suonerà
...la meridiana
matematica, astronomia,
storia, arte pittorica…
È facile immaginare
che il progetto potrà rivelarsi un positivo contributo alla comunità di Miane.
Collaboreranno a que-
in fatto di meridiane: don Giovanni
Follador, vissuto nel Settecento e insegnante di matematica a Padova.
A Cappella Maggiore
una fontana
e 14 meridiane
Nella centralissima piazza Vittorio Veneto, a Cappella Maggiore, si trova una fontana di forma ottagonale in cui
sono state ricavate ben 14 meridiane, progettata dall’architetto Remo
Serafin, con calcoli di Giovanni Flora.
A Oderzo la più grande
d’Italia
Piazza Grande, la piazza principale di
Oderzo è una meridiana! O meglio,
nel progetto elaborato dall’architetto
Toni Follina è stata inserita una meridiana, probabilmente la più grande
d’Italia realizzata secondo i calcoli –
che con l’aumentare delle dimensioni diventano più complessi – dello
specialista Giovanni Flora.
sta iniziativa anche alcuni esperti: il geometra
Giovanni Flora di Treviso, un’autorità riconosciuta a livello nazionale
in materia di orologi solari; il geometra Marino
Mantese di Follina; Ivan
Ceschin, pittore e restauratore di Colfosco; Claudio D’Andrea, artista del
ferro battuto, di Cison di
Valmarino. E le loro competenze torneranno utili
anche quando sarà progettata e realizzata la meridiana della scuola.
IL CENSIMENTO CONTINUA...
I
l censimento delle meridiane in provincia di Treviso non è ancora
terminato. Chi rinviene una meridiana “nascosta” o sconosciuta può
segnalarla o compilare la scheda appositamente predisposta per il “Progetto meridiane”.
Per farsi recapitare il fac-simile della scheda, e poi inviarla completa di informazioni e documentazione, occorre far riferimento al Consorzio delle pro loco del Quartier del Piave, che ha sede a Pieve di Soligo,
piazza Vittorio Emanuele II 12, telefono 0438-980699; fax 0438-985718;
e-mail [email protected].
e
L’AZiON
Nostri
Libri
I LIBRI? OGGI SI COMPRANO
DAL GIORNALAIO
L
e statistiche dicono che la diffusione del libro è molto cresciuta in Italia, in questi ultimi anni, e i tecnici della
materia sono concordi nell’affermare che tutto dipende dal particolare modo che gli editori di giornali e riviste hanno scelto
per promuovere i loro prodotti: quello di abbinare ad
essi, per lo più settimanalmente, un libro, con un incremento del prezzo del
giornale o della rivista corrispondente a circa un
quarto del valore del libro
medesimo acquistato in libreria. Per “legare” il lettore a questo tipo di promozione, gli editori in genere scelgono libri in serie: enciclopedie, storie universali o locali in numerosi volumi, trattati di geografia, storie letterarie, collezioni di opere scelte di
autori italiani o stranieri,
perfino serie di Guide Touring, eccetera. I lettori di
quotidiani e/o di periodici
hanno mostrato di gradire
l’occasione, e si sono mes-
RACCOLTI NEL LIBRO “ELLEPI”
raccoglierli in un libro tanto sobrio quanto elegante.
E basta leggere uno di
questi pensieri per rendersi conto del paragone
che lo scrittore Elio Bartolini ha voluto proporre il
3 settembre, quando a Pordenone è stato presentato
il libro e una mostra di foto che lo “spiega”. Presente, fra gli altri, il vescovo
Poletto, anche lui felice
che un laico come Bartolini abbia osato tanto nei
confronti di un suo prete.
Ha detto lo scrittore
friulano: «Leggendo queste pagine mi viene in
mente Socrate quando si
chiede se la virtù si possa
insegnare. È il punto massimo, l’ambizione più alta
di ogni maestro quella di
poter insegnare le virtù.
Padovese lo fa in tono dimesso, neppure sussurrato. Anzi. Nulla scrive don
Luciano per impressionare. Non vi troviamo – aggiunge Bartolini – nessuna gesticolazione. L’aggettivazione è estremamente
ridotta. Ma vi leggiamo una grande convinzione di
quello che si sta dicendo.
Ognuno ha le sue fisime, i
suoi dissidi interni. Anche
Padovese è un uomo. Però
è riuscito ad imporre ad ogni suo scritto una veste
socratica, calma, riflessiva,
non offensiva, non moralistica, non conquistatrice,
non intenzionata a strappare sempre e comunque
il consenso».
Di mese in mese, fin dal
1984, Padovese ha proposto la sua riflessione sui
fatti, anche più banali, della vita quotidiana, scrivendo del piccolo per parlare
del grande. Come se il vissuto personale fosse quello del mondo.
Francesco Dal Mas
punto nella vita normale releghiamo schiavo di eventi,
circostanze e azioni, tutte artificiose e insensate. Ma chi
si nasconde dietro il “selvaggio” e qual è l’evoluzione della sua storia e quindi
del racconto stesso? Cercheremo di fornire solo alcuni brevi indizi,
per non rovinare
il crescendo d’emozioni e, la
svolta psicologica vissuta dal
protagonista. Il
selvaggio è Roberto, un ragazzo moderno che
ama il blues e la
chitarra, si laurea brillantemente in economia a Ca’ Foscari, ha pochi amici ma
buoni tra cui Marco (voce
narrante del romanzo). Ma
anche un ragazzo con l’anima antica, a cui va stretto il
conformismo culturale ed economico privo di senso
morale, imperante nei tempi della globalizzazione. Dopo la laurea arriveranno il
viaggio negli States e l’incontro con le mille contraddizioni di quella realtà, la conoscenza di nuovi amici e
fiorirà l’amore per Jane. Ma
quando tutto sembra giungere a coronamento, irrompe
imprevedibile e
violento il dolore,
“che fa crollare la
tua vita come un
castello di carte”.
E qui Roberto inizierà il viaggio
più difficile e più
arduo.
Il libro viene
presentato dall’autore sabato 17 settembre
alle 21 all’auditorium Toniolo di Conegliano.
FRANCESCO VIDOTTO Il Selvaggio, 166 pagine, casa editrice Carabba, costo 13,50 euro.
Elena Pilato
Quelli che scrivono
come parlano, anche se
parlano benissimo,
scrivono male.
Georges-Louis Buffon
I corsivi “socratici”
di mons. Padovese
C
on calma. Andiamo a pagina 347
di “Ellepi” e leggiamo insieme. “Con calma. Quanti sensi di colpa,
da tutta una vita, per essere nervosi. E ancor più a
sentir lodare gente per la
sua calma. Perché non riuscivamo ad apprezzare
flemma e lentezza come
virtù, mentre ci pareva più
caloroso e bello essere
coinvolti, veloci e grintosi.
E ora anche la pubblicità a
mettersi di quella. ‘Occorre fare tutto con calma’: così proclama. Una bella copertura per le lungaggini
dei pigri, lo strascicare dei
maldestri, promossi alla
categoria dei prudenti? Sarebbe equivoco per la nostra coscienza, cui non piace il ruolo del gregario.
Eppure, a ben riflettere, è
giunto il tempo di proteggerci dalle accelerazioni.
Da quelle stradali, come
da quelle della vita. Purché
calma e lentezza siano tenerezza e grazia, tranquillità e pace, e degustazione
attenta di momenti, stagioni ed età, senza ansia e
apprensioni. Andare a
spasso, anche, guardandosi attorno; e ascoltare,
prestando attenzione. Annoiarsi, un poco, per ozio
virtuoso; e aspettare con
fiducia quello che viene.
Scrivere a penna, gustando l’originalità dei segni; e
leggere senza saltar parole. Con calma, per l’appunto”.
Ve le immaginate 359
pagine di testi come questo e di fotografie che gli
danno un valore aggiunto?
Portano la firma di Luciano Padovese, sacerdote in
Pordenone, fondatore della Casa dello studente. “Ellepi” è la sigla con cui firma, da una ventina d’anni,
i suoi corsivi del mensile
“Il momento”. Gli amici di
don Luciano hanno voluto
SCRITTO DA VIDOTTO
Il Selvaggio, romanzo
carico di umanità
S
i affida a una scrittura cristallina e sapientemente semplice il giovane scrittore coneglianese
Francesco Vidotto, per il
suo debutto da narratore
con l’opera “Il Selvaggio”.
Uno stile diretto e agile, senza filtri e compensazioni subliminali, che Vidotto adotta per regalarci uno spicchio
di vita, solo all’apparenza comune e consueta. In realtà
la vicenda umana di Roberto, ragazzo coneglianese
prossimo alla laurea in economia e commercio, all’inizio del romanzo appare subito intrisa di verità salienti
e talora laceranti, come solo le verità più radicali e ne-
cessarie nella vita di un individuo sanno essere. La ricerca d’identità, la libertà,
l’amore che dà pienezza, il
dolore che scompagina ogni
vecchia sicurezza, la natura
come salvezza, la memoria
affettiva come rinascita. Eccoli i punti cardine che scandiscono, lungo i ventidue capitoli del racconto, il viaggio
interiore e le vicissitudini esteriori di Roberto. Un viaggio dentro di sé, condotto
con coraggio e caparbietà,
dove ciò che conta alla fine
è ritrovare la dimensione
più vera e onesta della propria esistenza, risvegliare il
“selvaggio” sommerso da
tanta ipocrisia, che per l’ap-
Mons. Luciano Padovese
si ad acquistare settimanalmente i libri messi loro
davanti dagli editori. Col risultato di gonfiare clamorosamente le statistiche
dei libri venduti ogni anno
(gli aumenti in questo senso si contano ormai a decine di milioni!). Un fenomeno veramente straordinario, che ha avuto effetti
perfino inattesi: come quello di costringere molti a
provvedersi finalmente di
un mobile-libreria, in cui
collocare, se non altro in
bella mostra, i fiammanti
volumi offerti a prezzi così convenienti dagli editori di giornali! I quali, se non
hanno ottenuto nessun si-
gnificativo incremento della vendita del loro prodotto principale, hanno almeno tamponato – non si sa fino a quando – un’emorragia nella diffusione che in
questi ultimi tempi stava
minacciando la sopravvivenza stessa di alcuni organi di stampa. Né la minaccia si può dire rientrata.
Per noi, innamorati del
libro, il fenomeno presenta comunque aspetti prevalentemente positivi. Ma
non mancano le ombre, né
motivi, anche importanti,
di perplessità. Ci torneremo su.
Aldo Toffoli
SUSEGANA: MOSTRA
DELLA PICCOLA EDITORIA
I
nizia venerdì 16 settembre alle 20.30 con la rappresentazione de “Il maestro magro” di Gian Antonio Stella, “Libri in cantina”, la Mostra nazionale della piccola e media editoria che si tiene a Susegana venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre alla cantina Conte Collalto
e il Castello di San Salvatore.
Tavole rotonde, presentazione
di libri, incontri con l’autore e
concerti fanno da cornice ai
quarantanove stand di altrettante case editrici. Il programma completo della manifestazione su www.collalto.info.
LIBRO DI EDOARDO PITTALIS
Il sangue sparso
tra il ’43 e il ’45
«T
utti i morti meritano rispetto e
pietà, ma le ragioni per cui
sono morti restano diverse, ed è su queste differenze che si basa la nostra
democrazia». Così, il vice
direttore del Gazzettino,
Edoardo Pittalis a Cison
ha presentato, a inizio agosto, il suo
ultimo libro:
“Il sangue di
tutti,
19431945 in Triveneto”. Peculiarità del volume è, secondo le parole dello stesso
autore, quella
di descrivere
un’epoca storica «vista dalla parte degli umili, di chi deve obbedire e di chi ha fame».
Questo, anche attraverso
l’uso della piccola cronaca
del periodo. «Nei numeri
del Gazzettino dell’epoca
si può trovare la storia mistificata, ma anche la quotidianità fatta di annunci,
di pubblicità e di titoli di
film».
Alla vergogna, anche italiana, della deportazione di ebrei nei campi di
sterminio tedeschi, Pittalis affianca le imprese, se
non eroiche, semplicemente umane, di piccoli
veneti e venete. Come
quella dell’ex podestà di
Cison di Valmarino, Annibale Brandolini d’Adda,
che protesse e salvò molti ebrei. Nella stessa zona
ci fu anche la contadina Ida Granzotto
Battistella,
con i suoi 5 figli, a nascondere due famiglie di perseguitati.
«Quello
che manca è
la giustizia –
ha concluso
Pittalis, ricordando “l’armadio della
vergogna” e i
crimini di guerra rimasti
impuniti –. Ed è la mancanza di questa giustizia,
in fondo, che ha fatto in
modo che la nostra storia
non potesse essere mai rimarginata come doveva».
Pittalis presenta il suo
libro anche alla mostra “I
libri in cantina” di Susegana domenica 18 alle 17.
EDOARDO PITTALIS
Il sangue di tutti.
1943-1945 in Triveneto Biblioteca dell’Immagine, 14 euro.
Ginevra Lamberti
18
e
L’AZiON
GrandEstate
Domenica 18 settembre 2005
SANTI PIETRO E PAOLO
A spasso nel tempo
insieme a Campo
SCOUT DI ODERZO, CAMPO DI GRUPPO
Gioca la tua vita,
non stare a guardare!
G
ioca, non stare a
guardare: è questo è il motto del
campo di gruppo vissuto
dall’11 al 14 agosto dagli
scout dell’Oderzo 1 a Valmorel di Limana. Centoventi scout giovani e meno
giovani, lupetti, esploratori/guide, noviziato e clan e
un’ambientazione cortese
tra dame e cavalieri: questi
gli ingredienti che hanno
reso speciale un evento
preparato da tempo e scelto per commemorare il sessantesimo anniversario dalla rifondazione del gruppo.
Un campo di gruppo richiede una preparazione attenta e scrupolosa, obiettivi concordi tra le tre branche che operano con diverse fasce di età; è una sfida che valorizza le linee
guida del metodo scout: il
gioco, l’avventura, la spiritualità scout.
L’itinerario del campo di
gruppo è stato scandito dall’individuazione di cinque
virtù cavalleresche: la giustizia, la prudenza, la temperanza, la fortezza e la fedeltà che hanno costituito
il riferimento per le cinque
compagnie miste di cavalieri, create per far sorgere
al proprio interno un clima
di amicizia e di collaborazione tra ragazzi di diverse
fasce di età.
Una parata con araldi,
giocolieri, cavalli e armi; un
torneo medievale con gio-
stre e giochi a tema; un
banchetto per compagnie;
due fuochi serali di gioia e
convivialità hanno riempito le giornate del 12 e del
13, culminate domenica
con una grande festa alla
quale hanno preso parte
tutti i genitori, molti ex
scout, amici e ospiti graditi, come il sindaco di Oderzo, che ha condiviso con
noi stralci di vissuto scout
della propria giovinezza.
Il campo di gruppo si è
incastonato all’interno dei
singoli campi che le tre
branche hanno vissuto autonomamente e si è pertanto configurato anche come una messa in comune
dei cammini rispettivi.
In particolare, il noviziato-clan “Senza frontiere”
ha risalito il corso del Piave partendo da Oderzo e
giungendo a Valmorel dopo un itinerario che ha portato a riflettere e a rivedere la carta di clan, documento nel quale la comunità riconosce le proprie
scelte prioritarie.
Il campo è finito, ciascuno porta con sé molte
immagini liete destinate a
trasformarsi in ricordi, ma
il motto del campo richiama all’impegno nel quotidiano, a dare continuità a
quanto vissuto nell’atmosfera giocosa e rarefatta di
questi giorni ed è questa la
vera sfida. Giochiamo, non
stiamo a guardare!
Gaetano de Biase
SACILE, CLAMOROSA PARITÀ VITTORIO / IL CLAN A SANTIAGO
Tre vincitori per Scout in cammino
dentro se stessi
il Trofeo del Sole
S
i è chiusa sabato 10
settembre con una
sorpresa senza precedenti la venticinquesima edizione del grest di Sacile.
Addirittura tre a pari merito sono le squadre vincitrici: Topaligo (in vantaggio fino alle ultime battute), Via Vittorio Veneto e
Trentun Ottobre. In origine il regolamento del grest prevedeva che, in caso
di parità, il vincitore dovesse essere deciso tirando una monetina ma in
questo caso, visto che
nemmeno con l’euro sono
nate monete a tre facce, si
è deciso di non applicare la
crudele usanza del sorteggio lasciato al caso e di
festeggiare l’inusuale trio
vincitore.
La giornata conclusiva
si è svolta con il saluto delle autorità alle famiglie e
ai ragazzi, ai quali sono state consegnate le coppe per
i tornei e il Trofeo del So-
le. Un particolare pensiero
è stato rivolto a don Pietro
Mazzarotto, ideatore venticinque anni fa della manifestazione e per l’ultima
volta presente in veste di
parroco; a lui il presidente
del grest Alessandro Gagliazzo ha consegnato le
sei magliette delle zone,
ossia le squadre partecipanti.
Letizia Miotto
A
ppena ritornati da
Santiago de Compostela, i 14 ragazzi dai 16
ai 18 anni del clan di Vittorio Veneto avevano ancora
tanta stanchezza e le idee
confuse. Li abbiamo incontrati invece dopo alcuni giorni, quando avevano
già cominciato a rielaborare l’esperienza compostelliana. «Il dolore ormai se
n’è andato – dice Elena –,
anche se credevamo di soffrire molto meno fisicamente…».
Hanno camminato per
circa duecento chilometri a
piedi, con pochi parentesi
di mezzi pubblici. E mentre
camminavano i pensieri si
snodavano lentamente al
ritmo del passo. Per molti
del Clan il faticoso tragitto
è stato un percorso personale di ricerca. Viene la vo-
SHREK IN SCENA A SANT’ANDREA
G
rande grest a
Sant’Andrea. Si è
appena concluso e già si
parla di un grande successo. Quest’anno vi hanno
partecipato una cinquantina di bambini dai 6 ai 14 anni seguiti da 20 animatori.
«È stato sicuramente migliore degli anni passati»,
spiega l’animatrice Martina Nardari. Dieci giorni intensi, con le attività ma-
nuali (davvero un’infinità)
ma anche con la danza, la
musica e i giochi di grup-
po. E poi il teatro con la rappresentazione di “Shrek”, il
cartone animato, molto amato dai bambini. Un grest contraddistinto da una
novità. «Per la prima volta
siamo andati a comperare
le stoffe per costruire i costumi di scena. Abbiamo
realizzato con le nostre mani tutta la scenografia». Il
tutto per rendere la storia
più verosimile. Sabato 10
L
unedì 29 agosto ha
aperto i battenti Saltatempo, il grest della parrocchia di Santi Pietro e
Paolo a Vittorio Veneto.
Quest’anno i bambini seguono le avventure dell’animatore Campo (all’anagrafe Federico Campodall’Orto), ormai eroe tradizionale delle avventure dei
grest di Santi Pietro e Paolo, che grazie alla Saltatempo – la macchina del
tempo che dà il nome al
grest – si sposta dalla preistoria alla Rivoluzione francese, dalla Cina medievale
al futuro, in un divertente
viaggio alla scoperta della
scrittura. E sono proprio le
esilaranti scenette a tema
recitate dagli animatori, e
messe in onda ogni pomeriggio grazie all’abbondante dotazione e competenza tecnologica a disposizione degli animatori, uno dei punti di forza di questo grest. Non potevano
ovviamente mancare i laboratori, ben nove quest’anno, che spaziano dai
più tradizionali cartapesta,
filografia o teatro ad innovazioni come aquiloni, polistirolo e cabaret. E che
grest sarebbe senza i tornei, la canzone-tormentone e la serata finale, in
questo caso svoltasi sabato 8 settembre (e magistralmente presentata dall’estensore stesso di quest’articolo, ndr)?
glia di stare da soli, mentre
si cammina. Poi, la sera
cercavano la compagnia
degli altri negli ostelli o nelle palestre dove venivano
ospitati per la notte.
«Lungo la strada – riprende Elena – sono state
tante le domande personali e non che mi sono posta
e a molte ho dato risposta».
Ma tanta era la fatica, che
ci sono stati pochi momenti comunitari durante
il viaggio. Il che ha deluso
un poco i ragazzi, ma ha
permesso di rivolgere l’attenzione verso il luogo che
stavano attraversando.
«Davanti all’infinità della
meseta, mi sono sentita una piccola parte del tutto –
settembre il gran finale nell’aula magna del collegio
Dante con la rappresentazione teatrale, ma anche
con la musica e la danza.
Davanti agli occhi ammirati di un vasto pubblico.
«È stata una bella avventura – confessa Martina –. Peccato che per me
sia l’ultima esperienza, dopo cinque anni di animazione è giusto far posto ad
altri».
Francesca Gallo
Fra i nuovi animatori del grest di SSPP
anche Giulia Della Giustina (sopra) e
Francesca Astori (in alto)
Piccoli grest crescono
La versione attuale del
grest di Santi Pietro e Paolo è il risultato di una crescita iniziata nel 2000 e mai
interrotta: dopo le prime timide edizioni della durata
di una settimana sono arrivate quelle di dieci giorni e poi, finalmente, le tanto sospirate due settimane.
Naturalmente tutto, dal tema ai giochi, è frutto della
fantasia (e della pazienza)
degli animatori, che piuttosto di mettere in cantiere attività “preconfezionate” da altri preferiscono
spendere qualche ora in
più e creare il “loro” grest.
Andrea Santorio
dice Marta –. Ci preoccupiamo di tanto, ma siamo
una voce nel mare. C’è un
senso di impotenza ma anche la certezza che possiamo contare sugli altri».
«Abbiamo scoperto i nostri limiti personali. Io non
pensavo di poter sopportare tanta fatica – afferma Erika –. Stavo male per il dolore fisico. Ma ho capito
che parlando con gli altri
posso superare il mio limite. Ogni giorno ho superato quello del giorno prima».
Durante il viaggio i ragazzi sono stati accompagnati da quattro capi scout
e nell’ultimo tratto li ha raggiunti don Fabio Soldan
(della parrocchia del Duomo), cappellano del gruppo scout di Vittorio Veneto.
A casa l’onda lunga del
pellegrinaggio continua il
suo effetto. Hanno ripensato a quelle giornate, all’autonomia che gli ha dato, alla fiducia negli altri e
in se stessi, alla condivisione vissuta, alla ricerca
della spiritualità, al cellulare o alla televisione che
non avevano e che, qualcuno di loro, continua ad
usare meno.
Isabella Mariotto
Curiosando
I consigli del medico
a cura della dottoressa Caterina Bisol
Come gustare i funghi ... senza rischi
I
n una recente escursione in montagna ho potuto vedere una enorme varietà di funghi, alcuni noti come i
porcini, i chiodini, le mazze di tamburo,
le russole, le amanite muscarie o falloidi, altri sconosciuti ma tutti ugualmente belli e affascinanti. Ho capito come a
volte ci possa pigliare la “febbre” di andare per boschi a cercare questo fugace frutto della natura. Il fungo è un vegetale atipico perché è sprovvisto della
clorofilla e per poter vivere necessita di
sostanze già elaborate da altri esseri viventi. Quello che noi comunemente chiamiamo fungo è il frutto del micelio: una
intricata rete di filamenti bianchi, il più
delle volte invisibili ad occhio nudo, che
è presente nel sottosuolo e vi rimane anche per centinaia di anni. Questo spiega come i funghi vadano cercati sempre
negli stessi luoghi, come ben sanno tutti coloro che si dilettano anche occasionalmente nella loro raccolta.
Ed ora alcuni consigli sul consumo
dei funghi.
È sconsigliato conservare i funghi in
sacchetti di plastica perché favoriscono
i processi di putrefazione. In ogni caso
la destinazione finale deve avvenire nel
più breve tempo possibile sia che si tratti di consumo diretto che di conservazione mediante essiccazione o congelamento.
Devono evitarne l’utilizzo le donne in
gravidanza o in allattamento, le persone
con intolleranze a particolari alimenti,
oppure che soffrono di insufficienza epato-pancreatica. Per tutti gli altri ricordare che i funghi non sono particolarmente digeribili ed è quindi meglio evitare le abbuffate.
In caso di dubbi sulla commestibilità
di quanto raccolto è opportuno consultare l’esperto micologo al Servizio Igiene della propria Ulss.
Nella malaugurata ipotesi di insorgenza di disturbi dopo aver mangiato dei
funghi è bene recarsi subito in ospedale, tenere a disposizione avanzi del pasto e fornire indicazioni per l’identificazione della specie fungina consumata e
del luogo di raccolta.
MOTTA: Erika De Pieri,
talento del fumetto
È
in rampa di
lancio il primo
lavoro a diffusione
nazionale della giovane disegnatrice Erika De Pieri. La ventiseienne di Motta di
Livenza, talento poliedrico, è autrice
della sceneggiatura
e dei disegni de “La saponificatrice di
Correggio”, terzo volume a fumetti della collana Cronaca nera edita dalla casa editrice Becco Giallo di Ponte di Piave. Il libro, che fa seguito all’incoraggiante successo incontrato da “Unabomber” di
Paolo Cossi e “I delitti di Alleghe” di Gianluca Maconi, sarà
presentato in anteprima a “Fiumettopoli”, il salone del fumetto che si terrà a Fiume Veneto
(Pordenone) il 25 e 26 settembre prossimi. Dopo la manifestazione che l’anno scorso ospitò Quino, il celebre creatore di Mafalda, Erika sarà anche
a Treviso Comics l’1 e 2 ottobre e a Lucca Comics dal 29 al
31 ottobre. De Pieri, dopo il liceo artistico a Treviso e la
scuola del fumetto di Milano si è dedicata alla professione esponendo in
due occasioni a Motta di
Livenza, collaborando con
testate locali come caricaturista, illustrando libri
per l’infanzia, tenendo
corsi di fumetto e pure
realizzando una tela per la
chiesa parrocchiale di Santa Maria di
Campagna. “La saponificatrice di Correggio” consta di 160 pagine a colori
fra tavole e schizzi realizzati con la
tecnica dell’acquerello. Il volume, che
ripercorre la macabra storia di Leonarda
Cianciulli
che, fra il 1939 e il
1940, in preda alla
follia, attirò in casa
con l’inganno e uccise tre donne, lavorandone le spoglie per ricavarne
saponette, sarà distribuito su scala
nazionale.
Giacinto
Bevilacqua
In uscita il suo
libro “La
saponificatrice
di Correggio”
L’atlante dei sapori
“D
a Gigetto”, a Miane,
un’anteprima gustosa e golosa per la 21ª “Festa
della patata del Quartier del
Piave”, complici la Pro loco di
Moriago della Battaglia, la celebre gastronoma Maria Antonietta Vendramini, e naturalmente l’equipe di “Gigetto”
guidata in cucina, e con sapienza, dal giovane figlio Marco.
La patata, considerata per
tanto tempo cibo “riempi-pancia”, e per lo più da tavola povera, è oggi ortaggio di tutto rispetto, soprattutto in quella ristorazione blasonata, che rivisita con successo la storia dei
nostri “mangiari” del tempo
che fu.
Una crema per esaltare
la patata QdP
È chiaro che l’ortaggio, in
questo caso la patata, deve avere l’indispensabile requisito della bontà, altrimenti è meglio lasciar perdere. E di bontà la “patata del Quartier del Piave” ne
ha da vendere, visto che ancora
prospera nonostante la spietata
concorrenza di un mondo sempre più “piccolo”. Non ci sono solo i pomidori dalla Cina a far paura, ma anche le patate novelle
d’Egitto!
L’equipe di “Gigetto”, armata
come sempre d’indiscussa bravura, e le patate dei Codello, Dal
Gallo, Giotto e Corazzin hanno
stupito anche gli scettici, in un
“brolo” (l’elegante dependance
di “da Gigetto”) affollato come
non mai.
Con la “crema di patate all’erborinato”, di cui diamo di seguito la ricetta per 4, un bis, ma pure un tris, l’avrebbero fatto davvero in parecchi!
Cominciando dalla crema di
patate, servono dapprima mezzo
chilo di patate “Junior”, poi 3 scalogni, mezzo bicchiere di olio extra vergine d’oliva, un pugno di
erbe aromatiche, e mezzo litro
di brodo vegetale. «Passire lo
scalogno in poco olio extra ver-
gine e rosolarvi – spiega Marco
– le patate pelate e tagliate a pezzettoni. Coprire col brodo e continuare la cottura per circa
mezz’ora fino a quando le patate
cominceranno a rompersi. A parte aromatizzare l’olio extra vergine d’oliva con le erbe aromatiche e aggiungere l’olio alle patate. Frullare il composto aggiungendo poco alla volta il brodo finché si arriva alla consistenza vo-
luta».
Per la crema al gorgonzola,
unire a freddo il gorgonzola
con il mascarpone, e regolare
di sale. Versare quindi in capienti calici di vetro un cucchiaio di composto al gorgonzola, sopra la crema calda e –
sottolinea ancora il bravo Marco – «guarnire con delle gocce
d’olio di zucca».
Mario Sanson
COZZUOLO: CAPITELLI DI SANT’ANTONIO E SAN MAURO
A
poche centinaia di
metri dall’inizio di
via S. Mor a Cozzuolo si
trova un capitello posto ad
un bivio. Di colore bianco
in origine, alquanto disadorno, appare scrostato
nella pittura e aperto da una crepa sulla parete posteriore, che si ripresenta
all’interno fin sulla parte
anteriore dell’altare.
Il capitello è intitolato a
Sant’Antonio da Padova
ed è stato costruito come
voto per la guarigione di
un malato.
Un cancello, sempre aperto, di manifattura contemporanea in ferro color
antracite, funge da porta.
Sul lato destro è appesa un’icona che narra al-
cune tappe della vita di Riccardo Granzotto, conosciuto come fra Claudio, il
frate scultore di Santa Lucia di Piave che papa Giovanni Paolo II beatificò il
20 novembre 1994.
L’altare del capitello
presenta un
tondo
al
centro con
l’immagine
del Buon
Pastore accanto ad un
agnello
(sproporzionato rispetto
alla figura).
Al di sopra una nicchia color
azzurro in-
tenso raccoglie la statua di
sant’Antonio, che ha nella
mano destra il giglio e nella sinistra il Vangelo sul
quale vi è il Bambino Gesù
in piedi che accarezza il volto del Santo. Sulla parete
sinistra una stampa del
Santo.
Ogni 13
giugno, festa
di Sant’Antonio, viene celebrata
la
messa alle 20
dal parroco
di Carpesica.
Proseguendo per
la via, si giunge ad un cortile privato
dove si trova
A
Sant’Antonio
un’icona
racconta la vita
di fra Claudio
una piccola edicola in legno con l’immagine di san
Mauro discepolo di san Benedetto. Da questo santo
(da “Mauro” trasformato in
“Mor”), il nome della via.
Un tempo qui esisteva una
chiesa o chiesetta dedicata
al Santo, come si ricava dal
“Libro dell’extimo di Ceneda”, anno 1532 (fol. 157
v.). La festa del Santo è il 15
gennaio.
Isabella Mariotto
22
C
sabato
domenica
lunedì
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
17 settembre
18 settembre
PORDENONE Ultimo appuntamento domenica 18 settembre
FREGONA Venerdì 16 settem- con la tappa “Apollo, Dionisio, Fanbre alle 20.30 è di scena per “Sce- tozzi” de “L’Arlecchino errante”, fena Foresta 2005”“Sul pajon”, spet- stival che elegge la commedia deltacolo di musica e teatro popo- l’arte come ponte tra le tradilare interpretato dal Gruppo Fol- zioni e le avanguardie di tutto il
cloristico brasimondo e come
liano di Rio
lingua franca
Grande do Sul.
per immaginare
CARENI
L’ingresso è a ofil teatro del fuferta libera.
turo. Alle 11,
11.50, 12.40,
PORDENO15, 15.50, 16.40
NE Venerdì 16
e 17.10 torna al
settembre alle
Nuovo Teatro
21, nell’ambito
Verdi “Dionisio”,
Riprende la programmazione con per la regia di
della terza tappa
“Herbie - il supermaggiolino” Massimo Munadel festival Arlecchino errante,“Aro, l’interpretapollo, Dionisio,
zione del Teatro
Fantozzi”, la sala San Francesco Lemming e un pubblico di 9 spetospita lo spettacolo di danza “L’al- tatori per volta. A concludere la
chemia dei sogni”, liberamente giornata, alle 18 il Teatro Tascatratto da “Cassandra” di Christa bile di Bergamo calca il palco
Wolf, interpretato da Simona Li- della sala San Francesco con “E
si. Seguirà alle 22.30 lo spetta- d’ammuri t’arricuordi”, pièce dicolo “Dyonisus” con Remo Anzo- retta da Renzo Vescovi.
vino e Claudia Contin e alle 23
“Tratti indosso”, reportage video PORDENONE Gran finale
di Valeria Spera sul progetto “E- mercoledì 21 settembre per “L’Argon Schiele” della Scuola speri- lecchino errante”. A concludere la
rassegna alle 21 ci pensano “Les
mentale dell’attore.
etoiles de Fareta”, sotto le luci
PORDENONE Sabato 17 set- dei riflettori al Deposito Giordatembre prosegue la tappa “Apol- ni.
lo, Dionisio, Fantozzi” del festivalCineforum
laboratorio “L’Arlecchino errante”,
ideato e organizzato da Ferruccio
Merisi e Claudia Contin. Alle 15, PIEVE DI SOLIGO Venerdì
15.50, 16.40, 17.10, 18, 18.50 e 16 settembre alle 21, sabato 17
19.40 è di scena al Nuovo Tea- alle 15, 18 e 21 e domenica 18
tro Verdi “Dionisio”, spettacolo per alle 15, 18 e 20.30 il cinema tea9 spettatori alla volta, interpre- tro Careni riprende la sua attitato dalla compagnia Teatro del vità dopo la pausa estiva con la
Lemming e diretto da Massimo proiezione di “Herbie - Il superMunaro. Alle 21 Paolo Villaggio al- maggiolino”, il film di Angela Rolestisce al teatro Verdi “Fantozzi binson, con Lindsay Lohan, Miparla con Arlecchino”, con il sup- chael Keaton e Matt Dillon. Ingresso intero 5 euro, ridotto 4 euporto di Claudia Contin.
ro.
Teatro
Sempre di più
la storia fa audience
menti del pasaccurate e badi
sato in Supersui fatti,
Gianfranco Da Re sate
quark e Uliscome quella di
se, tanto che i
Luigi Bizzarri
documentari vengono sem- della vita di papa Luciani o
pre replicati in prima sera- quella della settimana prita. L’esame dei dati di a- ma, su Pio XII.
scolto riportato dal CorrieUn altro segno evidente
re della Sera mette in evi- è il moltiplicarsi di rubriche
denza che la storia interes- di storia contemporanea
sa di più al pubblico degli non solo su Raitre, ma an“anta”, ma questo è norma- che sulle altre reti. Non tutle. Per i più giovani la storia te altrettanto rigorose, il riè soprattutto scoperta, rac- schio fantastoria infatti è
conto, a volte avventura, è sempre in agguato, anche
solo quando si è raggiunta perché i romanzi basati su
una certa età che si inco- complotti mai esistiti sono
mincia a desiderare di met- molto di moda, vedi Dan
tere ordine nei ricordi e si Brown.
apprezzano le ricostruzioni
Mi sembra un dato posi-
tivo in coincidenza con l’inaugurazione dei palinsesti
invernali, che si annunciano
come sempre dominati dal
calcio parlato (dato che
quello visto è sempre più
per chi può permettersi Sky
o i canali digitali Mediaset).
Ma anche qui ci sono buone notizie: in una settimana
in cui sono moltiplicate le
giornate di campionato la
Rai dà spazio alla pallavolo,
al basket, al ciclismo e persino al tennis: ci sono di
mezzo le rispettive nazionali
e la Coppa Davis, d’accordo, e forse c’è da compensare la perdita dei diritti sul
calcio, ma va bene così.
PROGRAMMI SCELTI PER VOI da GdR
19 settembre
T eatro
20 settembre
C
inema &
21 settembre
a rete funziona benissimo come macchina del tempo.
Ci sono siti, indirizzi che ci proiettano nel futuro e altri che ci ricordano il nostro passato con una punta di nostalgia storiografica che
non guasta mai. Tra questi segnaliamo www.casonpiavon.it che come
rivela lo stesso indirizzo ci racconta la storia di uno dei pochi cason
(un tipo di casa contadina) sopravvissuto nella capannonizzata provincia di Treviso. L’edificio in questione, per chi volesse visitarlo dopo
aver dato un’occhiata al sito, si trova a Piavon di Oderzo in via Frassenè.
L’home page è essenziale e un po’ rustica come era la vita di chi abitava i cason. Sulla colonna di destra ci sono le varie sezioni a cui
si può accedere per avere un quadro completo della cronologia del
cason da quando è stato costruito ad oggi. Ora all’interno c’è un piccolo museo etnografico organizzato come il sito dagli Amici del cason.
La lettura dei documenti è lineare, ci sono alcune foto esplicative o
delle fasi del restauro recente o dell’allestimento del museo. Si tratta
di un prodotto amatoriale senza troppe pretese che assolve appieno
al suo scopo, che è quello di informare e magari di trasmettere a chi
lo guarda un po’ della sana passione che ha animato i suoi autori.
Igor Della Libera
22 settembre
L
i sono moltissimi segni che lasciano capire come la storia sia uno
degli argomenti che appassionano di più i telespettatori, l’ultimo è stato il buon
numero di ascolti ottenuto
da “Giovanni Paolo I - Il papa del sorriso”: oltre tre milioni. Non è la prima volta
che i documentari della serie “La grande storia” di Raitre si piazzano bene.
Non siamo ai record delle partite di calcio, del Festival di Sanremo o di alcune fiction, ma sono dati che
fanno capire come i telespettatori siano di varie
specie e di diversi gusti, e
non si lascino tutti incantare dai reality show o dalle
chiacchiere. Buoni ascolti
hanno sempre fatto anche
gli Angela padre e figlio
quando hanno ricostruito epoche storiche o avveni-
23 settembre
IL CASON DI PIAVON
e
L’AZiON
Spettacoli
Domenica 18 settembre 2005
TV
L’
si apre con l’esilarante commedia
Rumori fuori scena di Peter
Bogdanovich. L’evento sportivo è
la partita di basket Italia-Russia
per i Campionati europei su Raidue alle 17.55. In prima serata, alle 21, La 7 presenta il capolavoro
di Hitchcock La finestra sul cor-
tile, su Raidue ritorna la serie
Senza traccia con due telefilm;
su Raitre Ulisse ci porta nella Firenze dei Medici; su Retequattro
indaga il Commissario Moulin
in “Presunto innocente”, e su Canale 5 Russell Crowe è Il gladiatore di Ridley Scott.
I
gli avvenimenti sportivi segnalo
i Campionati europei di basket
su Raidue alle 17.55 con Italia-Ucraina. Telechiara alle 18 presenta l’incontro-dibattito tra
Massimo Cacciari e il cardinale Scola. Due film dedicati a
Clint Eastwood su Retequattro:
un western, Il cavaliere pallido,
alle 16 e il thriller Fino a prova
contraria alle 21. Alla stessa ora
su Raidue proseguono le storie
dei medici di E.R., su Raitre Carlo Lucarelli si occupa della scomparsa del giornalista De Mauro in
Blu notte.
A
pionati europei di pallavolo femminile con Italia-Turchia, su Raidue alle 17.55. In prima serata, alle 21, su Raiuno ultimo appuntamento con Miss Italia 2005,
mentre Raidue presenta due episodi della serie Desperate Housewives, Canale 5 presenta la pri-
ma parte del film drammatico
Paolo Borsellino con Ennio
Fantastichini, Retequattro manda in onda il film di guerra U571, e su Italia 1 la Gialappa’s
Band presenta l’anteprima di
Mai dire lunedì.
L
do Jim alle 19 e il grande successo spagnolo
Paso adelante alle
20.10. In serata, alle 21,
su Raiuno Una donna
tre vite - Angela, primo
di una serie di film drammatici interpretati da Sa-
brina Ferilli; su Canale 5 si conclude Paolo Borsellino (nella
foto); su Raitre Giovanni Floris
conduce Ballarò; e su Retequattro Alessandro Cecchi Paone rievoca la battaglia di Berlino in Appuntamento con la
storia.
offerta cinematografica inizia alle 9 su Raitre con
l’ultimo capitolo della saga dell’ispettore Clouseau: Sulle orme
della pantera rosa; su Canale 5
alle 9.30 c’è il thriller Il segreto
di Agatha Christie con Vanessa
Redgrave. Il pomeriggio di La 7
l pomeriggio di Raiuno è dedicato a Whoopi Goldberg
che possiamo vedere in Sister
Act alle 14 e Il grande cuore di
Clara alle 15.45. Su La 7 alle 14
c’è la commedia Questo pazzo,
pazzo, pazzo, pazzo mondo con
una manciata di grandi attori. Tra
nche se sono cambiati i palinsesti su Raiuno si trovano ancora i telefilm dell’Ispettore Derrick alle 14.10 e del
Commissario Rex alle 15.05; e
su La 7 Jag - Avvocati in divisa alle 18 e Star Trek Enterprise alle 19. Continuano i Cama commedia Baciami, stupido
di Billy Wilder apre la
mattinata di Raitre alle
9.05. Fra i telefilm del
pomeriggio di Italia 1 ci
sono Dawson’s Creek
alle 15, La vita secon-
D
za), poi in serata alle
20.30, c’è “Un mercoledì da tifosi con Paolo
Bonolis su Canale 5. A
contrastarlo, dalle 21, ci
sono Danni collaterali
con Arnold Schwarzenegger su Raiuno, La
G
L’appuntamento col cinema
anni Cinquanta è su Raitre alle
16.25: Scaramouche con
Stewart Granger. In serata, alle
21, inizia la seconda parte di Elisa di Rivombrosa con Vittoria
Puccini e Alessandro Preziosi su
Canale 5. In alternativa si può se-
I
16. In serata, alle 21,
Carlo Conti presenta
50 canzonissime figlie dei fiori su Raiuno, Andrea Vianello riprende Mi manda Raitre, parte l’ottava serie
di Incantesimo su Rai-
ue gli avvenimenti sportivi del pomeriggio: i
Campionati mondiali di ciclismo
femminile under 23 su Raitre
alle 15.15 e quelli di pallavolo
femminile su Raidue alle 17.55
con Olanda-Italia (nella foto la giocatrice di Codognè Jenny Barazli avvenimenti sportivi di
oggi includono la cronometro individuale dei campionati mondiali di ciclismo femminile su Raitre alle 15.15 e l’incontro Italia-Russia degli europei
di pallavolo femminile alle
17.55 su Raidue.
niziano gli incontri di tennis
tra Italia e Spagna (nella foto Rafael Nadal) per l’ammissione alla Coppa Davis: Raidue dalle 17.15. Il giallo Assassinio sul
Nilo di John Guillermin da Agatha Christie con un cast di ottimi attori è su Retequattro alle
squadra su Raitre, la
nuova edizione dell’Isola dei famosi su
Raidue. Più tardi, alle
23.10, Retequattro presenta la commedia Le
streghe di Eastwick
con Jack Nicholson.
guire “Giro di boa” del Commissario Montalbano su Raiuno, il thriller Vanilla Sky con
Tom Cruise su Raitre, o lo Speciale Colonia Gmg 2005 su Telechiara. Più tardi, alle 23.55, Raitre presenta la Storia della prima repubblica di Paolo Mieli.
due, mentre su Retequattro Frank Riva
mette in scena il poliziotto Alain Delon e
Italia 1 fa indagare il
C.S.I. Miami in
“Complici” e “Una
notte infernale”.
dai
Nostri Paesi
Vittorio Veneto
A CONFRONTO IL PRESIDE CHE LASCIA, DOPO 21 ANNI,
E QUELLO CHE RITORNA A DOVE INSEGNÒ 32 ANNI FA
Il Flaminio cambia guida
C
ambio della guardia al liceo Flaminio. Il
preside che aveva raccolto la pesante e
gloriosa eredità di Ippolito Pinto, il coneglianese Luigi Floriani, dopo 21 anni scolastici alla guida della scuola ha scelto la pensione.
Al suo posto è stato nominato il collumbertese
Pietro Panzarino, una lunga esperienza da preside
in varie scuole della Marca, con ultima fermata l’I-
psia di Conegliano. Attraverso il bilancio di Floriani e le idee di Panzarino cerchiamo di scorgere la
storia e il futuro del glorioso istituto vittoriese, che
al liceo classico primogenito ha successivamente aggiunto lo scientifico e, in tempi recenti, l’Itis, cambiando anche nome: non più il nobile “liceo”, ma
il burocratico “istituto secondario di istruzione suTB)
periore”. Ma la sostanza è rimasta la stessa? (T
L’IDEA: UNA FONDAZIONE CULTURALE
CON STUDENTI, PROFESSORI ED EX
P
er Pietro Panzarino il Flaminio è anche un tuffo nella memoria.
«Ho iniziato la mia carriera di insegnante nel
Trevigiano nel 1973 come insegnante di filosofia
proprio al Flaminio, dove
ora ritorno come preside. La scelta di ritornare
è stata data dalla mia formazione umanistica di
fondo».
Un confronto con
l’eredità culturale
del Flaminio.
«Ho conosciuto personalmente Ippolito Pinto:
mi ha per così dire “portato per mano” per permettermi di rimanere alle superiori dopo il primo
“Andrò
dai ragazzi
durante le ore
di supplenza,
come faceva
Pinto”
Pietro Panzarino
anno trascorso al liceo:
gli sono legato da profonda stima e riconoscenza.
Quanto a Luigi Floriani, è
innanzitutto un amico.
Ho esaminato l’eredità
culturale da lui lasciata,
sintetizzata dai festeggiamenti del centenario:
la mia intenzione è quella di partire dalle risorse
umane che hanno collaborato, e sulla base di
quanto emerso proseguire con un progetto ancora più ambizioso, che potrebbe avere la forma di
una fondazione, costruito
insieme con studenti, genitori, professori operatori scolastici e tutti gli
“ex”, per mantenere alta
la fama del Flaminio sul
territorio. Per ottenere
questo vorrei essere presente con attività cadenzate nel tempo e iniziative culturali promosse anche in collaborazione con
altri istituti, primo tra tutti il concorso di poesia,
che vorrei valorizzare
con una dimensione più
ampia sul territorio, anche in collegamento con
altri premi letterari».
Uno dei punti di forza del Flaminio è
stata, oltre alla trasmissione del sapere, l’intensità e l’umanità dei rapporti
personali.
«L’eredità del Flaminio deve continuare ad
essere alimentata da un
confronto costante con
gli operatori scolastici: è
necessario individuare la
specificità dei vari ruoli,
con il contributo dei genitori e con il contatto diretto con gli studenti. Desidererei continuare la
tradizione inaugurata da
Pinto e andare a trovare
i ragazzi durante le ore di
supplenza per mantenere così il clima di colloquio».
Andrea Santorio
tazione del piano pastorale alla presenza del Vescovo.
VENERDÌ 16 SETTEMBRE
Per il ciclo “Venerdì sera con tutta un’altra musica”, alle 21 al bar
Duomo concerto dei La Femme
con quindici artisti ospiti.
DOMENICA 18
Il Cai organizza per oggi una gita
al monte Piana. Partenza alle 6.30 dal parcheggio del supermercato Cadoro. Arrivo previsto a
Vittorio alle 19.
Alle 10 nella piscina comunale e
pista di atletica Minitriathlon
e Triathlon Kids, quinta prova sportiva del circuito “Estateinsieme 2005” aperta a tutti i ragazzi/e di età compresa tra gli 8
e i 17 anni, accompagnati dai ge-
nitori e in possesso del certificato
medico di idoneità alla pratica sportiva non agonistica.
Alle 16 in Cattedrale celebrazione
dell’inizio dell’anno pastorale con il vescovo Zenti.
LUNEDÌ 19
Alle 20.30 in seminario presen-
Stefano Maroelli de La Femme: al bar
Duomo venerdì 16
MERCOLEDÌ 21
Alle 21 nella sede del Cai alle Filande presentazione della “Traversata dal passo Cibiana ad Ospitale di Cadore” in programma domenica 2 ottobre.
GIOVEDÌ 22
Alle 20.30 sotto la loggia del Museo della Battaglia di Ceneda “Fuoridisera 2005”, approfondimenti sul
tema della Grande Guerra. Tema:
“Gli armamenti italiani per la nuova guerra: davvero moderni?”. Relatore: Giovanni Salvador. Dopo la
conferenza, sarà possibile visitare
gratuitamente il museo.
Farmacia di turno: Comunale San Giacomo, telefono 0438-500351.
La sede del liceo classico e degli uffici del “Flaminio”
“HO FATTO DA DIRETTORE D’ORCHESTRA,
PER FARE DEL FLAMINIO UNA FAMIGLIA”
L
ei è stato preside
per ventuno anni.
Quali cambiamenti
hanno subito scuola e
studenti in questo periodo di tempo?
«Ho cercato di gestire la
fase di grande transizione,
che ha fatto passare dalla
scuola degli anni SessantaSettanta alla “scuola dell’autonomia” di oggi, dove non
è più importante organizzare un orario delle lezioni
quanto raggiungere dei risultati, produrre conoscenza
grazie all’apporto di tutti, dai
docenti ai genitori. Fare il
preside in questa fase è stato come essere un direttore
d’orchestra: fare sì che tutti
facciano la loro parte, mettere in rapporto armonioso
tutte le componenti. Un ruolo di servizio insomma».
Sotto la sua presidenza il liceo Flaminio si è
unito all’itis per creare
un unico polo di istruzione superiore. Ci sono state difficoltà?
«Il fatto di avere l’itis oltre
al liceo ha rappresentato una sfida. La presenza dell’itis accanto al liceo ha portato una ventata di pragmatismo, mentre il liceo ha dato
Luigi Floriani
all’itis la possibilità di trovare un senso a ciò che si fa».
Come caratterizzerebbe l’“era Floriani” del
Flaminio?
«Ho cercato di rendere l’istituto aperto al territorio
non solo a livello locale, ma
anche verso l’Italia e l’estero:
ho incoraggiato i viaggi d’istruzione, gli scambi culturali, i progetti Socrates/Comenius. Abbiamo cercato di
far sì che la scuola imparasse dal territorio. E un esempio ne sono stati i festeggiamenti del centenario, in cui
ancora una volta si è manifestato il legame tra istituto
e territorio, con particolare
riferimento agli ex allievi».
C’è qualche cosa del
suo operato di cui è
particolarmente orgo-
glioso?
«Ho cercato di trasformare i rapporti nell’istituto
in quelli di una comunità, di
una famiglia dove ognuno
collabora in un clima di fiducia. E alla fine del mio servizio ho sentito di dover esprimere gratitudine a tutte
le componenti scolastiche
per aver realizzato, almeno
in parte, questo traguardo».
Guardando al futuro,
quali crede saranno le
sfide che un istituto come il Flaminio dovrà
affrontare?
«Utilizzare nel migliore
dei modi le risorse che l’autonomia concede per fare sì
che la scuola diventi un luogo dove gli studenti possano compiere tutto il lavoro,
senza avere “appendici” a casa, e vivere anche la loro vita personale e culturale attraverso esperienze come lo
sport, il teatro…
E naturalmente nuove sfide sono imminenti con la
riforma della scuola superiore: se ho considerato concluso il mio compito proprio
ora, è stato anche per permettere ad altri di fare il mio
lavoro, magari anche meglio
di me». (AS)
e
L’AZiON
Vittorio Veneto
Domenica 18 settembre 2005
25
IL SALUTO DI DON GIACOMO FERRIGHETTO CONCERTO SOLIDALE IL 17
SALSA
“Fraternità, comprensione, carità Piccolo Rifugio,
i grandi valori di Sant’Andrea”
via ai lavori
È
D
L’addio a Vincenzo
Ruzza, l’autore della
prima guida turistica
di Vittorio
on Giacomo
Ferrighetto saluterà la parrocchia di Sant’Andrea
domenica 18 settembre
nella messa delle 11. La
cerimonia sarà animata
da tutti i gruppi della parrocchia. Subito dopo la
messa ci sarà un rinfresco in oratorio. «Don Giacomo – spiega il vicepresidente del consiglio pastorale Elio Dei Tos –
sarà ricordato per l’impegno nelle attività pastorali, ma anche per aver seguito da un punto di vista
tecnico i lavori di ristrutturazione e restauro dell’antica pieve, della scuola materna e della chiesetta di San Giuseppe in
Campis. È stato anche di
esempio durante la grave
malattia che lo ha colpito, seguendo sempre da
vicino e con coraggio la
vita della parrocchia, dimostrando una fede
profonda». Don Ferrighetto lascia Sant’Andrea, ma continuerà a
reggere la piccola parrocchia di San Lorenzo in
Montagna. Al suo posto a
Sant’Andrea arriva don
Roberto Camilotti, che lascia Formeniga, dove è
sostituito da don Teonisto Ceschin.
Don Giacomo dopo
quattro
anni
a
Sant’Andrea è costretto a lasciare.
Come si sente?
«Mi dispiace molto. Ero partito con tante speranze. Avevo appena iniziato a seguire le attività
e ad impostare un lavoro
pastorale organico quando la malattia mi ha costretto a lasciare la parrocchia. Mantengo co-
munque la certezza che
le mie speranze saranno
realizzate dal nuovo parroco e dall’impegno di
tutta la comunità. Il Signore ha i suoi disegni
che noi dobbiamo accettare».
Cosa ha trovato a
Sant’Andrea?
«Anche se a Sant’Andrea le attività non sono
numerosissime, devo dire che ho trovato molta
fraternità, carità e comprensione. Spero che
questi valori trovino la
maniera di svilupparsi ancora».
Cosa si porterà dell’esperienza
di
Sant’Andrea a San
Lorenzo?
«Mi porterò tutta la comunità con i valori che ho
trovato. La abbinerò alla
comunità di San Lorenzo
in maniera più profonda
rispetto a quanto avveniva prima. Non sarà solo
un collegamento di attività ma un’unione di fede».
Francesca Gallo
IL 18 ENTRA A S. GIACOMO
CORSO
Cappella ringrazia
don Giulio di cuore
Come
diventare
nonno
vigile
E
rano più di
500 i parrocchiani di Cappella
Maggiore che hanno preso parte domenica 11 alla cerimonia di saluto a
don Giulio Fabris,
che domenica 18
con l’ingresso nella
messa delle 10.30 assumerà la titolarità della parrocchia di San Giacomo di
Veglia.
Dopo 18 anni, quindi,
don Giulio lascia Cappella
Maggiore.
La commozione per la
partenza di don Giulio ha aleggiato nel corso di tutta la
messa di saluto, durante la
quale il parroco ha espresso il suo ringraziamento a
tutta la comunità per la collaborazione. A prendere la
parola per ringraziare don
Giulio per quanto in questi
18 anni ha profuso per il
paese sono stati diversi. Da
parte del consiglio pastorale si è sottolineato come
don Giulio abbia avuto in
tutti questi anni un ruolo
prezioso nel ridare alle
strutture della parrocchia
una loro più consona funzionalità, ad iniziare dalla
scuola materna, e nel creare nuovi servizi come l’asi-
N
lo nido integrato. Anche un
rappresentante dei cori ha
preso la parola e con la voce interrotta più volte dalla commozione ha voluto
ringraziare il parroco per
la grande attenzione riservata alla musica a nome di
tutti i cantori del coro degli
adulti, di quello dei ragazzi e dei piccoli.
Da più parti si è sottolineato anche come l’azione
di don Giulio sia stata incisiva nello stimolare organi
di partecipazione alla vita
pastorale, dal consiglio pastorale alle varie commissioni parrocchiali, e nel
creare spazi “a misura di
giovani”. Un ringraziamento è giunto anche dal
sindaco del paese, Gianpiero Possamai, che a nome della comunità tutta ha
donato a don Giulio una targa ricordo e un’immagine
sacra.
Rossella Pagotto
onni e nonne vigili
sui banchi di scuola con il nuovo corso organizzato dall’assessorato alla Pubblica istruzione.
Un’occasione per diffondere la cultura della partecipazione attiva e responsabile alla vita della città, valorizzando le risorse delle
persone i “meno giovani”. Il
corso partirà il 20 settembre e si terrà dalle 16.30 alle 18.30 nella sala rappresentanza del municipio. Alla prima lezione, focalizzata
sul ruolo del nonno vigile
nelle attività di primo soccorso, interverrà Sergio
Conte, esperto in sicurezza. Il 28 settembre la psicologa Luciana Della Giustina
parlerà del rapporto con i
minori e i genitori, mentre
il 4 ottobre si parlerà di viabilità ed educazione stradale con Angela Zoppè, comandante della Polizia locale. I nonni vigili riceveranno, oltre al consueto rimborso spese, un abbonamento gratuito all’autobus
urbano oppure uno sconto
di pari valore sulla quota di
partecipazione ai soggiorni
climatici organizzati dal Comune. Informazioni: Ufficio
pubblica istruzione 0438569204. (AD)
ormai vuota la casa femminile del
Piccolo Rifugio.
Nel corso di questa
settimana le ospiti – con
mobili, strutture, effetti
personali e, naturalmente, educatrici e operatrici
sanitarie – si sono trasferite nella sede del Cesana
Malanotti in piazza Meschio, che sarà la loro casa provvisoria per circa
un anno.
Il loro trasloco è necessario: partono infatti a
giorni i radicali lavori di
ristrutturazione e rinnovamento. E prendono il
via proprio dalla casa femminile, ossia lo stabile
che affaccia su via Brandolini. Verrà trasformato
in modo da poter ospitare al suo interno un nucleo per dieci ospiti – di
funzione analoga all’impostazione attuale – ma
anche un appartamento
per disabili che imparano
a gestirsi in autonomia
nella quotidianità.
«La cerimonia ufficiale di inaugurazione dei lavori sarà verso metà ot-
tobre» spiega il direttore
del Rifugio Dino Mulotto.
Al termine di questa
prima fase dei lavori le
donne ospiti potranno fare ritorno alle loro camere; a quel punto toccherà
agli uomini traslocare, in
vista della seconda fase
dei lavori, quella al corpo
principale del Rifugio,
che affaccia su viale della Vittoria. Sarà la più lunga, la più radicale, la più
impegnativa, la più costosa.
Nel frattempo prosegue anche la raccolta fondi del Rifugio.
Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 17: alle 20.30 nel salone del patronato della
Cattedrale si terrà il
“Concerto per il Piccolo
Rifugio” della prestigiosa
Corale San Salvatore di
Susegana diretta dal maestro Gianni Bortoli. Il
concerto è organizzato
dalla Fondazione Piccolo
Rifugio in collaborazione
con l’associazione Lucia
Schiavinato.
Tommaso Bisagno
DOMENICA 18 PELLEGRINAGGIO
A SANT’AUGUSTA
S
i svolge domenica 18 il pellegrinaggio foraniale
al santuario di Sant’Augusta, che come da secolare tradizione si svolge la terza domenica di settembre. Si parte alle 16 dalla base della gradinata monumentale; le stazioni di sosta per la preghiera sono al
portico “della Madonnetta” e alle chiesette di San Giovanni Battista, San Sebastiano,
San Paolo, San Lorenzo, San Pietro e Sant’Elena. Al termine
verrà celebrata l’eucaristia a
Sant’Augusta. I canti eseguiti lungo il percorso saranno accompagnati da un quartetto di ottoni. Sarà anche possibile ottenere l’indulgenza plenaria.
IL SALUTO DELLA PARROCCHIA
Pranzo in monastero
con don Gabriele
I
l saluto a don Gabriele Secco che ha
lasciato, dopo dieci anni,
la parrocchia di San Giacomo per assumere l’incarico di parroco di Lentiai, è stato dato domenica scorsa. Alla celebrazione eucaristica hanno
partecipato oltre ai parrocchiani molte altre persone della città perché
don Gabriele animava anche il gruppo Caritas della forania e dirigeva, con
un forte gruppo di volontari, il Centro di ascolto foraniale.
Tante sono state le espressioni di affetto e di
Vincenzo Ruzza
S
i sono celebrati
martedì pomeriggio a Salsa i funerali di
Vincenzo Ruzza, morto
domenica mattina a 84
anni.
Per lunghi anni vicesegretario comunale a
Vittorio, Ruzza era conosciuto per aver fondato e nei primi anni di vita presieduto il Circolo
vittoriese di ricerche storiche, e poi soprattutto
per i molti libri e interventi da lui pubblicati. Si
ricorda in particolare la
“Guida di Vittorio Veneto e dintorni”, la prima
opera del suo genere,
pubblicata nel 1970, e
che fu poi rinnovata e
ampliata nel 1981 e nel
2000, ma anche il “Saggio di bibliografia del
Vittoriese”, il “Dizionario biografico vittoriese
e della Sinistra Piave”, e
anche “Il Risorgimento
a Vittorio Veneto e in Sinistra Piave”. Nel 1944,
mentre ricopriva il ruolo
di segretario comunale
a Revine, fu sospettato di
aver favorito i partigiani:
fu allora bloccato e portato al castello di Conegliano. Solo il personale
e accorato intervento del
vescovo Zaffonato poté
ottenere la sua successiva liberazione. (TB)
riconoscenza durante la
celebrazione in un clima
di intensa commozione.
Dopo l’eucaristia i partecipanti si sono ritrovati
in monastero dove le monache hanno preparato un
ricco pranzo comunitario.
Don Gabriele farà il suo
ingresso nella nuova parrocchia il 25 settembre.
Un momento del pranzo comunitario in onore di don Gabriele
nei locali del monastero di San Giacomo
26
Due fortunate trasmissioni musicali controcorrente
I giovani di Colle per
Radio Palazzo Carli
C’
è musica nell’aria a Colle Umberto. Una recente indagine statistica vede concentrati in questo lembo della Marca
trevigiana giovani talentuosi nel cui sangue scorrono note. Novelli deejay alla ricerca della musica rock perduta o impavidi talent scout di gruppi
punk locali. Sono i giovani di Colle Umberto che
rimpinguano le fila di due note trasmissioni musicali in onda sull’emittente diocesana Radio Palazzo Carli: Jacksound e Rockalt. E noi non potevamo non incontrarli! State a sentire.
Angela Deganis
I MAGNIFICI CINQUE VENTENNI DI JACKSOUND
L
argo ai giovani con
Jacksound, la scintillante trasmissione in diretta ogni mercoledì dalle
20 alle 21 su Radio Palazzo
Carli. Cinque ventenni che,
sulle orme dei loro fratelli
maggiori di Rockalt, anche
se a loro non piace essere
etichettati con questo metaforico (per qualcuno dei
conduttori) o reale (per altri) grado di parentela, intrattengono il loro pubblico con «la musica che in
genere non viene trasmessa nelle altre stazioni radio:
dal rock in tutte le salse, allo ska, al punk. Con tanto
di spazio dedicato ai gruppi locali emergenti» spiega
Paolo Bottecchia, che assieme a Mirko e Denis
Stoppan, Daniele Armellin
e Marco Bortolotto (tutti
di Colle Umberto tranne
Marco che è di Ogliano)
costituisce la squadra di
Jacksound, con il supporto
esterno degli altri due collumbertesi Giovanni Bozzoli e Alessandro Lavina,
occasionalmente guest
stars in trasmissione. «L’idea è nata circa due anni fa
e solo in seguito siamo passati dalla fase sperimentale ai fatti – prosegue Paolo
–. Nel corso delle puntate
affrontiamo tematiche diverse di volta in volta e segnaliamo i concerti a cui
abbiamo assistito e che
consideriamo degni di nota».
Perché
Jacksound?
«Jack è il nome della sala
dove da anni ci ritroviamo.
Il nostro gruppo è innanzitutto costituito da amici. All’inizio al progetto aderivano anche altri ragazzi, che
sono stati costretti a lasciare la trasmissione per
motivi di studio o lavoro.
Al di là del tempo investito, non è così semplice la-
vorare in radio, soprattutto
parlare al microfono sapendo che qualcuno ti ascolta». Insomma, una tra-
smissione fresca e in divenire che sta trovando una
sua forma e un suo spazio
nell’etere. (AD)
COLLE UMBERTO / DIECI GRUPPI IN CERCA
DI SUCCESSO SUL PALCO DI “IPOGEI”
R
ock in tutte le salse, pop metal e
crossover. È il menù di Ipogei 7.0,
la maratona per gruppi emergenti giunta alla sua VI edizione, organizzata dall’associazione Giovani di Colle Umberto
in collaborazione con Pro loco e Comune di Colle Umberto. L’appuntamento è
sabato 17 settembre all’area IV Novembre, a Colle Umberto, nell’ambito della
sagra paesana. Un turn over impegnativo che dalle 15.30 proseguirà fino all’una di notte, intervallato alle 19.30 e concluso all’una dal dj set di Jacksound, il
gruppo radiofonico di Radio Palazzo Carli (vedi articolo sopra). A precedere la
maratona l’inaugurazione alle 15 della sala prove, situata sotto il municipio, allestita un anno e mezzo fa. Ad esibirsi, in
singolar tenzone, i gruppi locali Blast,
D.R.A.M.A., Principio Attivo, Velenia, Capitan Guepiere, Pericolo Acustico, Borderline, Catarsi, Tiberiade e Glen or
Glenda. Due i concorsi in ballo: il “gruppo fans più numeroso” e il concorso “dai
un nome alla sala prove”. A quest’ultimo
è possibile partecipare anche via mail inviando le proprie proposte all’indirizzo
[email protected]. Allettanti i premi
in palio.
L’ingresso a Ipogei 7.0 è libero.(AD)
L’ADDIO A IVAN FIOROT: “UN ESEMPIO DA IMITARE”
S
i è spento lo scorso 8
settembre, tre giorni
prima del suo quarantaduesimo compleanno. A
stroncare la giovane vita di
Ivan Fiorot è stato, con tutta probabilità, un infarto
che lo ha colto nella sua casa, al mattino presto quando, come infinite altre volte
si apprestava a dare inizio
alla sua giornata di marito,
di padre, di imprenditore edile.
La sua morte improvvisa
quanto inaspettata ha gettato nel dolore la moglie Luciana, il figlio Juri, la mamma Antonietta, la sorella Ivana e tutti i famigliari. La
numerosissima partecipazione ai funerali è stata una
conferma della stima e dell’affetto delle comunità in
cui è vissuto e ha operato.
La sua dedizione al lavoro
e alla famiglia non gli ha impedito di mettere a disposizione energie e tempo al vo-
lontariato. Membro, fin dalla fondazione, del Nucleo di
Protezione civile di Colle
Umberto, da alcuni mesi ne
aveva assunto l’incarico di
presidente.
Nel giugno scorso aveva
coordinato, a San Martino,
il proprio gruppo nel prestare servizio in occasione
dell’incontro di preghiera
foraniale dei bambini del catechismo e delle loro famiglie. Recentemente aveva
preso parte, insieme agli altri volontari, all’emergenza
maltempo di Treviso. Ai funerali, svoltisi il 10 settembre, presieduti dal parroco
don Angelo Granziera e
concelebrati dal parroco di
San Fior, don Francesco Veronese, sono intervenute
diverse autorità, molti volontari della Protezione civile, provenienti anche da
altri comuni, e una rappresentanza dei Vigili del fuo-
co. Don Angelo ha ricordato i
valori portanti di attaccamento alla famiIvan Fiorot
glia e di impegno nei confronti di chi è
nel bisogno che hanno fatto della vita di Ivan un esempio da testimoniare e
da imitare.
Gerda De Nardi
VERSO IL PIANO PASTORALE FORANIALE
I
e
L’AZiON
Vittoriese
Domenica 18 settembre 2005
n questo inizio di anno pastorale, la forania Pedemontana si appresta ad approfondire il piano diocesano. Il consiglio pastorale foraniale ha predisposto
alcune serate di riflessione, che fanno seguito alla consegna del piano domenica 18
in cattedrale e alla sua presentazione lunedì 19 in seminario (vedi articoli nelle pagine di Chiesa). A Santo Stefano di Pinidello si terrà martedì 20 alle 20.30 un incontro nel quale verranno presentate delle indicazioni comuni per formare il piano a livello foraniale. Nella stessa sera avrà luogo il lavoro di gruppo. Martedì 27,
alle 20.30 a Pinidello, è fissato l’incontro del consiglio pastorale foraniale allargato
per l’illustrazione e l’approvazione delle proposte elaborate dalle commissioni. Lunedì 3 ottobre infine, alle 20.30 a Pinidello, interverrà don Fabio Dal Cin, delegato
vescovile per le vocazioni. (GDN)
ROCKALT, I VETERANI
DELLA MUSICA ALTERNATIVA
E
ccola
l’eclettica
squadra che anima
le fila di Rockalt, la trasmissione del centro giovani di Colle Umberto che
dal 21 settembre ritorna al
suo tradizionale appuntamento: in onda ogni mercoledì dalle 21 alle 23 su Radio Palazzo Carli.
I protagonisti di Rockalt
sono Matteo Ghirardi, Luca Zanette, Ivo Armellin e
Michele Peruch, quattro
giovani sui 30 anni. Tutti di
Colle Umberto – anche se
Ivo dopo il matrimonio si è
trasferito a Godega – con una grande passione che li
accomuna.
La buona musica; anzi, il
buon rock. «Rockalt è nata
nell’agosto del 2001 dall’idea di quattro amici,
ex musicisti dello
stesso
gruppo, di
trasmettere la musica rock emergente –
spiega
Matteo Ghirardi –. E da lì
è iniziata la nostra avventura. Il pubblico ci segue
ed interviene nel corso delle nostre trasmissioni, via
telefono, via mail o tramite
sms, soprattutto quando
mettiamo in palio biglietti
per i concerti organizzati al
Deposito Giordani di Por-
denone. Oltre a proporre
cd di etichette indipendenti e artisti emergenti del
rock e a gestire lo spazio
dedicato all’informazione,
con notizie sulle date dei
concerti, di autori noti o
meno noti, proponiamo varie rubriche: dall’approfondimento di un argomento scelto sulle pagine
dei quotidiani, alla lettura
di poesie, libri e riviste fino
alla rubrica sulla storia del
rock. Lo spazio più caratteristico è quello dedicato
agli ospiti, gruppi italiani
che pubblicizzano la loro
musica e intervengono in
trasmissione suonando i loro pezzi in diretta».
Nella vita, che fate?
«Luca ed io lavoriamo in
un ufficio, Michele fa il magazziniere,
mentre Ivo progetta impianti
elettrici».
Da dove viene
il nome?
«Sta
per
rock alternativo, ma anche
per rock cult, ossia di culto, per assonanza con la
pronuncia inglese».
Altre passioni?
«Oltre alla musica rock,
ci accomunano le escursioni in montagna e una
grande amicizia».
Tutti sintonizzati su
Rockalt, allora! (AD)
Al via il 21
settembre il
quinto anno di
trasmissioni
CANSIGLIO: partigiani e autorità
per ricordare la Liberazione
D
omenica scorsa, 11
settembre, l’“incontro sul Cansiglio” per
commemorare il 60º anniversario della Liberazione.
La manifestazione promossa dalle Associazioni
Partigiane di Belluno, Pordenone e Treviso ha visto
una folta partecipazione,
complice anche un’insperata mattinata di bel sole. Il
lungo corteo ha raggiunto
il rinnovato monumento a
ricordo dei 490 caduti della Divisione “Nino Nannetti”, dove sono intervenuti,
fra gli altri, il presidente
della Provincia di Belluno,
Sergio Reolon, per l’orazione ufficiale, e Giancarlo
Scottà, sindaco di Vittorio
Veneto. Il professor Scottà
ha sottolineato “l’inumanità
del terrorismo” e richiamato con forza che “gli antichi rancori vengano finalmente ricomposti nel no-
Mons. Rino Bechevolo, che ha celebrato la
messa
me della pietà di tutti i caduti”. Anche nella messa al
campo, che ha preceduto
la cerimonia civile, il celebrante monsignor Rino Bechevolo si è più volte soffermato sulla doverosa necessità del perdono. «Siamo qui – ha detto il monsignore – per esaltare l’amore, con l’odio e la discordia
si distrugge ogni cosa».
Mario Sanson
e
L’AZiON
Vallata / Bellunese
INAUGURAZIONE SABATO 17
Casa della dottrina,
restauro terminato
È
un uomo fortunato
don Venanzio Buosi. Nel giro di pochi anni
ha visto degnamente restaurate le più rilevanti testimonianze della vita religiosa della sua parrocchia:
la chiesa, la canonica, e la
Casa della dottrina. Il restauro di quest’ultima è
terminato proprio in questi giorni e sabato 17 alle
11 don Venanzio e il sindaco Cristina Pin taglie-
ranno il nastro che segna
la restituzione dell’edificio
ai cisonesi. Non a caso il
parroco e il sindaco saranno uno fianco all’altro.
Parrocchia e Comune
hanno infatti siglato una
convenzione d’uso ventennale con cui la prima ha
concesso al secondo l’uso
dell’edificio come punto
informativo turistico-culturale della Vallata. Nel
contempo la parrocchia
potrà continuare a utilizzarlo per le proprie attività.
Lo spazio interno è così organizzato: al piano terra c’è un ufficio turistico –
con bancone per reception
ed espositori – e tre stanze per riunioni dotate di
pannelli per esposizioni
permanenti di foto di beni
artistici e paesaggistici
della Vallata. Al piano superiore c’è un bel salone
di 80 posti a sedere con tra-
vature (originali) e tavelle
a vista. L’accesso al salone
è consentito anche ai disabili e agli anziani grazie
ad un ascensore. Il progetto del restauro è stato
curato dall’architetto cisonese Carlo Da Mar: alla
sua firma si deve anche un
altro recente intervento
nel centro di Cison: il recupero del palazzo municipale.
All’inaugurazione saranno presenti il vescovo
Giuseppe e l’assessore regionale ai Lavori pubblici
Massimo Giorgetti. Gran
parte della spesa (per la
precisione il 70 per cento)
è stata infatti finanziata con
un contributo di 644 mila
euro dell’Unione europea,
contributo ottenuto mediante la Regione. Il resto
della cifra, intorno ai 200
mila euro, è a carico della
parrocchia. (FC)
Dal 1600 l’edificio
è a servizio della parrocchia
R
isale a fine Quattrocento l’edificio che ospita la Casa della dottrina. Nel Seicento venne donato dalla famiglia Fabris alla parrocchia. Nel catasto napoleonico è registrato con una pianta ad “elle”. Fu nel 1936, a seguito di un terremoto, che
venne demolita una parte dell’edificio. Una lapide, oggi conservata in canonica, ricorda il restauro operato da monsignor Angelo Mior. La casa non ospitava solo lezioni di catechismo. I più
anziani non hanno infatti dimenticato la signorina Monica Buffon
che, dopo il vespro, intratteneva i bambini con il teatrino delle
marionette. Davvero altri tempi!
FOLLINA / CIMITERO DI GUERRA
Non verranno esumati
tutti i cadaveri!
“L
’Azione cominciò
a scrivere del
grande cimitero austroungarico di Follina già dal
gennaio 2003, seguendo
poi il travagliato caso nel
corso di questi ultimi anni con diversi altri articoli. Lo abbiamo fatto, sollecitati da lettori anche
non italiani. Il cimitero degli ex nemici accolse quasi 900 caduti, poi trasferiti altrove e con lavori a-
leatori al sopravvenire
dell’8 settembre 1943, infine dismesso, ma… sotto c’erano ancora altri
morti! Oggi possiamo finalmente scrivere che sono finite tutte le esumazioni supplementari, almeno nell’area a ridosso
del cimitero civile, la quale sarà destinata all’inderogabile ampliamento del
medesimo. Sono stati raccolti, dallo scorso set-
tembre e con la decisiva
opera di scavo del gruppo
Alpini di Follina, un’ottantina di scheletri completi e in buone condizioni, più diverse altre ossa
umane da due fosse comuni e per questo non riconducibili ad un esatto
numero di corpi sepolti.
Resterebbe da esplorare
l’area ad est, dov’era cresciuto un boschetto di abeti, ma sentito anche
l’“Onorcaduti” austriaco
e ungherese (disposti a
pagare una buona fetta
delle spese, che dovrebbero ammontare a 100150 mila euro, non conteggiando la mano d’opera del tutto volontaria), si
è concordato di lasciare
in “pace” gli eventuali altri morti, che riposerebbero così sotto ad un già
progettato “parco della rimembranza”, sormontato
da un piccolo ossario, in
cui collocare gli esumati,
oggi provvisoriamente
messi in alcuni loculi dei
cimiteri di Follina e Farrò.
Mario Sanson
Domenica 18 settembre 2005
TREDICI GIOVANI DIOCESANI
Una settimana a piedi
tra le Dolomiti
S
carponi ai piedi, calzettoni, scorte di biscotti, cioccolata, acqua,
cerotti e via... comincia la
Zoppada, un’avventura
che ha visto 13 baldi giovani (5 donzelle e 8 impavidi cavalieri) di Revine,
Lago, Mareno, San Martino di Colle “scarpinare”
sette giorni (3-10 agosto)
per le Dolomiti con i loro
zaini stracolmi di sogni,
colori e risate sulle spalle.
Siamo partiti mercoledì 3 agosto da Vittorio
Veneto e fra treno, autobus e navetta abbiamo
raggiunto le sorgenti del
Piave: da qui è iniziata la
nostra “impresa”. Queste
le tappe: rifugio Calvi (dove il mitico gestore Giulio Galler ci ha raccontato il suo storico incontro
con Giovanni Paolo II),
Passo del Mulo, laghi
d’Olbe, passo Siera, rifugio De Gasperi, Valle di
Cadore, rifugio Costapiana, chiesetta di San Dionisio, rifugio Antelao (dove don Giovanni Dan ha
celebrato per noi una
n un tempo in cui i
simboli della fede popolare cristiana sono sempre più lasciati soli nella
lotta contro l’usura del
tempo, ci fa proprio piacere pubblicare queste due notizie che
vengono da Tarzo.
Si riferiscono a due
capitelli, uno restaurato e l’altro nuovo,
inaugurati lo scorso
mese di maggio.
Il primo si trova
in Contrada alta (via
Marconi) presso la
casa di Leonardo
Pradal: vi è raffigurata la Madonna in
trono con bambino,
opera del pittore Gabriele Cattarin. Il dipinto ha sostituito
un’antica immagine ormai
scomparsa. Per l’occasione è stata pure restaurata
l’edicola, di stile gotico,
che racchiude il dipinto. È
merito del signor Pradal
se gli abitanti della Contrada alta
hanno di nuovo
un’immagine sacra cui rivolgere
lo sguardo, le
preghiere, un saluto.
Il secondo capitello, nuovo di
zecca, è stato realizzato nel giardino delle Suore
Ancelle Missionarie del Santissimo Sacramento
in via dei Pascoli.
A sinistra: il capitello restaurato di Contrada alta
Progettato dalSopra: il nuovo capitello nel giardino delle Ancelle Missionarie
l’ingegnere Alberto Baldassar e
realizzato dall’impresa di ad esso si ritrovano in preFranco De Coppi, il capi- ghiera, specie nel mese di
tello è dedicato alla Ma- maggio, le suore ospitate
donna di Lourdes. Intorno nella casa-famiglia.
messa in mezzo alla natura), Zoppè, rifugio Venezia, Passo del Gatto, cima del Pelmo.
È stata un’esperienza
davvero indimenticabile,
perché aiutandoci e sostenendoci a vicenda siamo cresciuti giorno per
giorno insieme, superando le difficoltà e imparando il valore della condivisione. (ADR)
Raccolti dopo la messa, con alle spalle il
rifugio Antelao e le Marmarole
REVINE: MOSTRA DI FOTO
SULLA SCUOLA DEL PRIMO ’900
M
ercoledì 21 settembre alle 19.30 nella sala espositiva della Banca Prealpi a Revine si tiene la
cerimonia di inaugurazione della mostra fotografica “Revine tra i banchi nel primo ’900”. La mostra è promossa
dall’assessorato alla cultura del Comune e dalla biblioteca.
NAVE DI MEL: FESTA
DELLA SMONTICAZIONE
S
abato 17 e domenica 18 settembre seconda festa
della smonticazione a Nave di Mel. Nel pomeriggio di sabato arriva la mandria mentre alle 20 cena con
spiedo; a seguire musica Country con il dj Eros. Domenica 18 saranno all’opera pittori, scultori e contadini; nel
pomeriggio mostra di attrezzi di tradizioni perse e alle
17.30 musica con il gruppo Country. Organizzano bruschetteria El Mighelon, Grs Nave e Pro loco Zumellese.
IL PREMIO COERENZA
A RENATO ZAMBON
DUE NUOVI CAPITELLI A TARZO
I
27
È
stato assegnato allo scultore Renato
Zambon il premio Coerenza 2005 che l’Associazione Radiantistica Trevigiana, Gruppo Radio Italia
Alfa Tango di Santa Lucia
di Piave ogni anno
consegna, nell’ambito della Festa della
radio in montagna, a
persone o enti per il
loro impegno a favore di iniziative umanitarie, ricreative e di
volontariato.
L’artista, originario di Rai di San Polo
di Piave dove per
molti anni fu parroco
don Luigi Chiarel, ha
voluto donare una
delle sue opere, un crocifisso scolpito nel legno, alla chiesetta della Madonna della Neve di Revine Lago in cui ogni anno si tiene la ricorrenza dedicata
ai radioamatori. (GDN)
28
IMMIGRAZIONE / L’IMPEGNO DI MORO
«Sempre più
integrazione»
D
alle nostre parti non capita di
frequente sentire da un sindaco una esplicita dichiarazione a favore dell’accoglienza degli immigrati. Ragioni elettorali inducono a posizioni opposte (ricordate il
gentiliniano proclama “rimandiamoli a casa sui vagoni piombati”?), tutt’al
più a un diplomatico silenzio. Per questo va registrato l’intervento del primo cittadino di Pieve di
Soligo, Giustino Moro,
che in occasione della conclusione del corso di lingua e cultura italiana per
immigrate, tenutosi nel
suo Comune, si è detto fiero di questa iniziativa e si
è impegnato a continuare
su questa strada. Appoggiato su questa linea dal
consigliere regionale Marco Zabotti, presente alla
serata.
Al corso, promosso u-
nitamente dal Comune e
dalla Caritas foraniale del
Quartier del Piave, hanno
preso parte venti donne
bengalesi. Come Zakia,
che in questo corso non
ha imparato solo i verbi e
la grammatica ma anche
«a parlare con il dottore, a
cercare lavoro, a fare i documenti», o come Roksana che da quando ha imparato l’italiano può rispondere al telefono, fare
la spesa e accompagnare
nel lavoro il marito vendi-
FARRA:
Il paesaggio
in 90 foto
CARENI:
Con “Herbie”
ritorna il cinema
N
ovanta scatti dedicati al territorio tra
Farra e Pieve di Soligo sono i protagonisti della mostra fotografica “Identificazione di un paesaggio” presso l’ex sede anziani del municipio di Farra fino al 18
settembre (orari: venerdì
20-21.30, sabato 18.3021.30, domenica 11-12.30 e
16.30-20). La mostra si tiene nell’ambito della festa
dell’uva e della sopressa.
tore ambulante. Eh sì perché queste donne - solitamente molto molto giovani - vorrebbero uscire di
più di casa ed essere autonome, ma come fare se
non sanno dove si acquista un biglietto dell’autobus, non riescono a leggere l’orario delle corriere («cosa vuol dire feriale
e festivo?» ha chiesto Rosy), non conoscono il nome delle malattie, sono costrette a muoversi solo col
marito perché loro non
Alcune donne bengalesi partecipanti al progetto “Un ponte per le Donne”
V
enerdì 16 settembre riprendono le
proiezioni di film al Cinema Careni di Pieve di Soligo. Il primo film in cartellone è “Herbie - Il supermaggiolino” (orari: venerdì 16 alle 21, sabato 17
alle 15, 18 e 21, domenica 18 alle 15, 18 e 20.30).
Il costo del biglietto è di
5 euro (ridotto 4 euro).
Organizza l’associazione
culturale Careni.
e
L’AZiON
Quartier del Piave
Domenica 18 settembre 2005
hanno la macchina?
«Oggi, nella realtà delle migrazioni, le donne sono l’anello più fragile e in
ombra - sottolinea l’assessore ai ser vizi sociali di
Pieve Silvia Mazzocco -.
Partecipano poco alla vita
sociale non per loro volontà ma perché non sanno come muoversi». «Ultimamente l’80 per cento
degli arrivi nel Quartier
del Piave è costituito da
donne - aggiunge Angelo
Cremasco (il “signor” Angelo per tutti gli immigrati) del Centro d’ascolto foraniale -. Questo è positivo
perché stabilizza le famiglie, ma impone l’adozione
di politiche per il loro inserimento. Ne stiamo ragionando anche a livello di
piano di zona dell’Ulss 7».
Non è un caso se al corso hanno preso parte solo
donne bengalesi: nel triangolo Pieve-Farra-Sernaglia vive il 46 per cento dei
bengalesi residenti in provincia di Treviso. A Pieve
hanno dato vita a un’associazione di coordinamento
che mantiene buoni rapporti con l’amministrazione, tanto che all’ultima edizione di Pieve di Sera
l’associazione era presente con un proprio stand di
magnifiche opere di cucito.
Federico Citron
Corsi di musica e danza africane
orsi di djembè, il tipico tamburo africano, e di danza afro da mercoledì 21 a Barbisano (dalle 20 alle 21 presso le ex scuole elementari). Organizza l’associazione Africa Chiossan. Per informazioni: Monica Marchesin 0434.759082 338.3130052.
C
VENERDÌ 16 ALLE 20
Il saluto a don Mario
veterano del Collegio
D
opo il suono della
campanella d’inizio anno di lunedì 12 settembre uno dei primi appuntamenti a cui sono
chiamati alunni, insegnanti, genitori del Collegio Balbi Valier è la messa
che viene celebrata venerdì 16 settembre alle 20
nel Duomo di
Pieve di Soligo ad apertura del nuovo
anno scolastico 2005/06.
Questa celebrazione ha una doppia valenza in quanto vuole essere anche un
saluto a don
Mario Borga
che lascia il Collegio dopo
43 anni si prezioso servizio, per guidare assieme a
don Mario Dall’Arche le
parrocchie di Cappella Sarmede - Anzano. La partenza di don Mario Borga
segue, a distanza di un anno, quella di un altro “veterano” del Collegio,
mons. Mario De Luca insieme per oltre quarant’anni alla testa del prestigioso Istituto.
Si sentirà sicuramente
molto la mancanza si don
Mario in quanto egli ha
PIERO BIANCO DI SOLIGHETTO
Un orticultore
d’altri tempi
C’
è ancora chi, nel
giardino di casa,
ama ritagliare un angolino
di terra da trasformare in
orto. Pochi, per la verità.
Prevalgono anche da noi il
prato erboso da radere in
fretta - i fiori spontanei vengono decapitati prima di
sbocciare -, le composizioni floreali proposte dalle
ditte specializzate, le geometrie artificiali che ripetono stili identici, le imponenti siepi di lauro a separare visivamente le proprietà. Scomparsi o quasi i
luoghi del possibile; quei
cortili cioè nei quali da un
cespuglio scomposto può
comparire una famigliola
di merli, dal manto verde
l’anemone e il radicchio,
da una spolverata di sassolini steli di camomilla.
Scomparsi o in via di estinzione quei luoghi di natura addomesticata sì, ma
racchiudente ancora i caratteri della propria origine
e proprio per questo rassicurante; quella natura che,
ripetendo la fisionomia dei
padroni di casa, si poneva
come intermezzo tra l’arte
divina della creazione e l’umana ars topiaria, sua erede cadetta. Sopravvivono qua e là, dicevamo, ritagli di terra messa a coltura domestica, strappata
dalla mano disciplinante
del giardiniere standardizzato da un’architettura
uguagliante e perciò avara
di sorprese. Sopravvivono
uomini e donne che un
tempo, per necessità più
che per ideologia, avevano
trasformato i dettami dell’autarchia in preziosissimi
orti utili all’economia di
guerra, imparandone i segreti e appassionandosene. Sono loro gli orticultori di adesso: curiosi, attenti, gratificati, custodi in
qualche modo di una cultura antica.
Piero Bianco, di Solighetto, è uno di questi. Appeso al chiodo il grembiule da fornaio, chiusa la porta di un negozio dove ha
faticato una vita intera, ecco gli slarghi rilassanti di
Piero Bianco
un campo attorno alla propria casa su cui disegnare
aiuole, porche, solchi, su
cui immaginare un ritorno
all’infanzia ripulito della
povertà che la contraddistingueva e arricchito dall’esperienza, dentro il quale dare sfogo ad abilità apprese dagli avi ma costrette dai tempi troppo esigui
lasciati da un lavoro totalizzante. Il risultato del sogno a lungo vagheggiato è
un posto straordinario e
“pedagogico” - un po’ corte, un po’ giardino - in cui
c’è più o meno tutto ciò che
un orto di qui deve avere,
ma impreziosito da piante
e colture di memoria, un
tempo familiari e presenti,
ora rare o inselvatichite.
Ci sono i peschi che una volta sorreggevano la
vite, il melo degli irregolari “pon Canadà” che si trovavano nei rovesci assola-
svolto all’interno del Collegio tantissime e svariate
mansioni, tutte di primaria
importanza: insegnante di
religione nelle classi della
Media e in Ragioneria, tecnico del laboratorio di
informatica, maestro di
informatica per i bambini
delle classi elementari, assistente nel
doposcuola
per i ragazzi
della scuola
media, collaboratore degli insegnanti
per il sostegno degli alunni in difficoltà nelle varie discipline,
Don Mario Borga segretario e,
all’occorrenza
“provetto” elettricista, idraulico, giardiniere… Eh
già! Don Mario ha la meravigliosa dote di saper fare tutto e, per questo, oltre
che per la sua affabilità,
bontà, allegria tutti al Balbi lo ricorderanno e di lui
avranno forte nostalgia.
Al ritorno a scuola agli
allievi hanno trovato una
bella sorpresa: la sostituzione dei balconi e la tinteggiatura della facciata
prospiciente il Soligo, grazie al contributo di Ascopiave e Banca Prealpi.
ti delle colline, peri di ogni
tipo, il melograno, i ciliegi
e i fichi dai frutti diversi
per forme, colore e gusto,
i pruni raccolti nelle piccole fratte di Rolle e qui trapiantati, così come i susini... Tra gli uni e gli altri
un’imprevista esplosione
di calle; più in là le file ordinate di piantine tradizionali improvvisamente limitate da una varietà inconsueta e magari a lungo
cercata; quindi paletti, spaghi, assicelle di sostegno,
profumi… I prodotti di
questo luogo delle meraviglie, di cui il padrone è
gelosissimo e unico “signore”, verranno poi lavorati per l’inverno, essiccati o messi in vaso, comunque protagonisti di un piccolo magazzino alimentare di cui Piero, fra l’altro
cuoco sapiente, è a ragione orgoglioso. «Se i ragazzi di oggi si appassionassero all’orto, se cominciassero a lavorare la terra
dietro casa, forse ci sarebbero meno morti, forse più
felicità» - afferma. Un’illusione? Giriamo la convinzione di Piero ai nostri giovani lettori e la lasciamo alla loro riflessione, sicuri
noi, di un’altra età, che in
essa cova una parte di verità.
Elvira Fantin
e
L’AZiON
Conegliano
Domenica 18 settembre 2005
LE PESANTI DENUNCE DEI PENDOLARI
Treni a Conegliano:
ritardi e sporcizia
R
itardi, sovraffollamento,
sporcizia, poche corse normali. Queste le principali
critiche mosse a Trenitalia dai pendolari che salgono in treno a Conegliano per andare a lavorare o a studiare in altre località della provincia,
ma anche a Udine, Venezia, Padova
e Bologna. E mentre il sistema ferroviario metropolitano regionale
(Sfmr) - un sistema di treni-navetta
che viaggino con tempi ravvicinati (o-
gni 12-15 minuti) potendo usufruire
di un numero maggiore di stazioni
ferroviarie intermedie rispetto alle attuali e di linee di bus coordinate con
gli orari dei treni - non è ancora divenuto realtà, la Regione Veneto dal
prossimo 19 settembre attiverà un numero verde per raccogliere le segnalazioni degli utenti sulla qualità
del servizio.
Se avesse un appuntamento importante, si fiderebbe a prendere il
PRIMO PROBLEMA:
RALLENTAMENTI E GUASTI
P
roblema numero 1:
rallentamenti e guasti sono all’ordine del giorno sulla tratta Udine-Venezia, dovuti - pare - a scarsa manutenzione e alla recente automazione della linea ancora da perfezionare. Giovedì
della scorsa
settimana,
tanto
per
non andare
troppo indietro nel tempo, il treno
passeggeri
delle 18.17
da Venezia,
carico
di
pendolari, si
è fermato
per un guasto
all’ingresso della
SABATO 17
Alle 14 inizia l’intenso fine settimana con la 28° edizione
dell’Expo automotociclistico, lungo le vie del
centro e di via XX Settembre,
occasione per vedere le nuove
proposte del mercato dell’automobile e del trasporto pesante e turistico. Spazio anche
alla parola stampata con la
Mostra mercato della lettura per ragazzi, dalle 15.30 alle 19.30.
Alle 21 presso il teatro Toniolo si terrà il primo incontro
della stagione culturale 20052006 del Centro Culturale Humanitas dedicata al tema “La libertà”. Interveranno gli scrittori Ario Sciolari e il coneglianese Francesco Vidotto. Stesso orario, ma
presso l’auditorium Dina Orsi,
si svolgerà Conegliano
per l’acqua serata di beneficenza in favore delle popolazioni dell’Angola, con il
concerto del Corocastel, e la
stazione di Conegliano e ci
sono volute due ore perché il traffico tornasse normale: effetto domino sui
treni successivi, passeggeri infuriati per non essere stati informati di ciò
che stava accadendo. (FN)
treno? Abbiamo posto questa domanda ad alcuni pendolari che frequentano la tratta Udine-Venezia, partendo da o arrivando a Conegliano.
«Quando ho un appuntamento importante, in genere prendo due treni
prima per sicurezza - afferma Federico S., impiegato in una ditta del Pordenonese -. I treni sono quasi sempre in ritardo, di almeno 10 minuti, ma
il cartellino, quello no, non fa sconti».
Francesca Nicastro
SECONDO PROBLEMA:
IL SOVRAFFOLLAMENTO
P
roblema numero 2:
l’affollamento. Gli
utenti di Trenitalia hanno
la “sindrome della sardina”: «Mi capita quasi
sempre di stare in piedi e
di assistere a veri e propri
assalti, come quella volta
La stazione di Conegliano
presentazione del volume “Un
viaggio dall’Altopiano - dall’Eritrea a Lampedusa” di Buzzat
e Musumeci. Info: [email protected]
Sempre alle 21, in Piazza Cima, Galà dello Sport coneglianese con la partecipazione delle ragazze del Team
NordEst, squadra di pallavolo
di A/2.
DOMENICA 18
Alle 9 in Piazza Cima stand
informativo del gruppo Conegliano Sub, che
si pone all’attenzione dei cittadini con la scuola di subacquea.
Prosegue la 20° edizione della Collettiva d’arte in
Campiello degli artisti del
Gruppo Vecchio Centro.
Nella Gradinata degli Alpini
Gradinata in fiore, mostra mercato di piante e fiori,
il cui ricavato andrà a sostegno dei progetti dell’associazione “Lotta contro i tumori
Renzo e Pio Fiorot”.
Prosegue, fino alle 19, l’Expo
automobilistico, con il Granprix della autoradio,
presso l’autostazione dell’ex area Zanussi, oggi Piazzale Rulo, e la mostra di auto d’epoca.
Alle 15 nel Piazzale del Castello
Sabati Creativi, laboratori creativi per attività manuali e sonore, con angolo per
racconti e fiabe.
LUNEDÌ 19
Prosegue fino al 30 settembre
il concorso a premi Libernauta - Scrivi la
tue righe sulla scia
dei libri. Il gioco invita il
lettore a scrivere la recensione di uno o più libri fra quelli proposti. Ai vincitori verranno consegnati ricchi buoni omaggio. Info: Progetto Giovani
0438.413252 - [email protected]
GIOVEDÌ 22
Alle 14.30 visite guidate “Scopri la tua città”, curate da Astante Servizi Culturali, informazioni presso l’Informagiovani, tel. 0438.413319.
a Treviso che non c’era
più posto e i pendolari
hanno bloccato i convogli
(l’episodio avvenne il 29
gennaio 2004, ndr) - dice
Sabrina R., studente di architettura - Ma la prima
classe è spesso vuota. Ci
vorrebbero più vagoni e
che fossero più puliti,
spesso c’è una puzza insopportabile». «E le dimensioni dei posti a sedere “a misura di nano”
dei treni regionali? - sbotta Marco R., impiegato
tecnico in una ditta di Mestre -. Io sono alto un metro e 80 e non so dove
mettere le gambe quando qualcuno si siede nel
posto davanti al mio. È una vergogna aver progettato dei treni nuovi in
questo modo». (FN)
TERZO PROBLEMA:
SEMPRE MENO TRENI
P
roblema numero 3:
il numero delle corse dei treni, troppo pochi
rispetto alle esigenze.
«Lavoro a Udine e prendo il treno delle 7.11 che
ha il capolinea a Sacile.
Qui devo scendere e aspettare la coincidenza
per Udine delle 7.44 che
però parte spesso in ritardo - racconta Francesco D. -. Mi auguro che ripristino presto in quell’orario il treno diretto Venezia-Udine». Anche
perché il treno prima,
quello delle
7, è un intercity e quello
dopo parte
alle
7.43.
Molti passeggeri lamentano anche i “buchi”
tra un treno e l’altro, a volte anche di due ore in tratte sempre molto frequentate. «Se si vuole incentivare il trasporto pubblico,
è questo il modo?» polemizza un passeggero che
sale in tutta fretta sul treno delle 7.44 e di cui non
riusciamo a carpire il nome. In effetti, se si va da
Conegliano in direzione
Udine, dopo il treno delle
8.17 si deve aspettare fino alle 9.44 e dopo la corsa delle 10.46 c’è solo
quella delle 12.43: un “buco” di due ore. Da Conegliano verso Venezia, invece, dopo la corsa delle
9.15 bisogna aspettare fino alle 10.44, escluso però
il mese di agosto, quando
questo treno viene soppresso. Avari di treni normali, prodighi di costo-
a giunta comunale di Conegliano
ha approvato il progetto esecutivo relativo a
quattro interventi di sistemazione di parcheggi comunali.
Le aree interessate
dai lavori sono: par-
sissimi treni “speciali”?
Stando alle proteste dei
pendolari coneglianesi organizzati in un comitato
pare proprio che le cose
stiano così. Nel mirino
delle proteste è finito l’eurostar per Roma delle 7
da Udine (a Conegliano
alle 7.49) che, a fine 2003,
fu oggetto di una lettera di
protesta indirizzata a Trenitalia: il “treno degli onorevoli”, come è stato
battezzato, è andato infatti a sostituire due treni
regionali. E
che dire dei
treni per
Bologna da
Mestre? O
si riesce a
prendere
quello delle
8.14 oppure
si è costretti a salire sull’eurostar delle 8.44 o sull’intercity delle 9.19 o, ancora, sull’eurostar delle
10.44. Per avere un treno
normale bisogna attendere fino alle 11.11! Ma ora,
forse, le proteste quotidiane di migliaia di utenti non cadranno più nel
vuoto. La Regione Veneto
ha istituito il numero verde gratuito 800.042.822
per raccogliere segnalazioni sulla qualità del servizio di trasporto ferroviario regionale erogato
da Trenitalia. Il call center
sarà attivato dal prossimo
19 settembre nei seguenti orari: dalle 11 alle 15 dal
lunedì al venerdì nel periodo dal 19.09.05 al
23.12.05, e dalle 9 alle 16,
sempre nei soli giorni feriali, dal 24.12.05 al
18.09.06.
Anche
due ore
tra un treno
e un altro
QUATTRO INTERVENTI
SU PARCHEGGI COMUNALI
L
29
cheggio del cimitero di
Collalbrigo (sistemazione di un’area di 1.260 mq
con la realizzazione di 18
stalli veicolari); parcheggio presso il campo sportivo di Parè (sistemazione di 940 mq per 22 stalli veicolari); parcheggio
polifunzionale “Fallai”
in località Colnù (sistemazione di 3.300 mq
per 83 stalli veicolari);
parcheggio della piazza di Scomigo (sistemazione con finiture a
porfido e realizzazione
di tre stalli veicolari).
La spessa complessiva prevista per questi
lavori è di 296 mila euro.
SCOMIGO: I CUGINI DAL BIANCO
Sabato 30 luglio a
Scomigo si è tenuto il
ritrovo dei cugini Dal
Bianco, discendenti di
Guerrino Dal Bianco e
Carolina Sossai, originari di
Conegliano. I
centocinquanta parenti,
arrivati da tutta Italia, ma
anche dall’estero - persino
dall’Australia - hanno
pranzato in un clima
cosmopolita di grande
festa e calorosa
condivisione, anche se
molti di essi si
incontravano solo per la
prima volta.
30
e
L’AZiON
nese
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Co
Domenica 18 settembre 2005
MA MANCANO I DUE KM CENTRALI A LUI SI DEVE LA NASCITA DEL GRUPPO
Menarè, nuovo tratto
di pista ciclabile
I
l 28 luglio scorso la
giunta comunale
coneglianese ha approvato il progetto esecutivo di un tratto di pista
ciclabile lungo il Menarè,
e precisamente i 560 metri di collegamento tra la
pista ciclabile proveniente dalla zona industriale
“Prealpi trevigiane”, che
ora finisce in corrispondenza del distributori di
carburanti lungo la statale Alemagna, e via Media.
Il nuovo pezzo di pista ciclopedonale bidirezionale, largo circa 2,50 metri,
sorgerà sul lato ovest della carreggiata separata
dalla sede stradale dall’area verde esistente, in cui
trova dimora un filare di
platani. Il costo dell’opera è di 200 mila euro. Il
progetto esecutivo contiene, rispetto al definitivo, alcune modifiche tecniche ritenute opportune
per meglio adeguare l’opera alle esigenze del territorio: i muretti di sostegno di calcestruzzo sono
stati sostituiti con scarpate erbose di raccordo.
I lavori, la cui partenza è
prevista entro l’anno, prevedono inoltre il tombinamento dell’attuale fosso di guardia con tubazioni in calcestruzzo e la
predisposizione
della
pubblica illuminazione
della pista. «Continua a
mancare il tratto di pista
ciclopedonale decisivo,
quello centrale – denuncia il consigliere di opposizione Mario Botteon, da
anni impegnato nella battaglia con il Comune per
la messa in sicurezza del
Menarè – quei 2 km centrali che collegano la pista
in Comune di San Vendemiano con il tratto coneglianese. Non è pensabile lasciare “scoperto” il
pezzo di strada più pericoloso per ciclisti e pedoni!». Ma il costo di quei
2 chilometri di pista ciclabile, circa 1,5 milioni
di euro, è spropositato
per le casse comunali, come ha ribadito qualche
tempo fa il sindaco in risposta a una mozione dello stesso Botteon. (FN)
Pista ciclabile lungo in Menarè
ovità in arrivo sul
fronte della gestione dei rifiuti nel Coneglianese. A partire dal
19 settembre entreranno
in vigore i nuovi orari di
accesso all’Ecosportello
di via Maggiore Piovesana e, contestualmente,
verrà attivato un nuovo
ufficio in centro.
Per favorire le persone
anziane e chi ha difficoltà
di trasporto, Savno aprirà
infatti, in via Vittorio Emanuele II 31 presso il
Cit, un ufficio preposto alla distribuzione dei sacchetti con i seguenti orari: lunedì, martedì e mercoledì dalle 14 alle 15.
Per tutte le altre pratiche e per ritirare i bidoni
gli utenti dovranno recarsi, come di consueto,
agli uffici di via Maggio-
re Piovesana 146/d il lunedì, martedì, mercoledì
dalle 8.30 alle 12.30, il giovedì dalle 14 alle 19 e il
venerdì dalle 8.30 alle
13.30 (telefono/fax 0438418571).
Tra breve, inoltre, i
clienti potranno contattare Savno anche attraverso un semplice “click”. La
società sta infatti predisponendo il proprio sito
internet che conterrà tutte le informazioni di maggiore interesse per gli utenti.
LOURDES
CONCERTO
BICI
Festa
della
comunità
Corocastel
sabato 17
per la gente
dell’Angola
Transcollinare
ConeglianoVittorio
SAVNO: NUOVO UFFICIO
IN CENTRO A CONEGLIANO
N
D
al 9 settembre è in
corso la festa della
comunità della parrocchia
Immacolata di Lourdes. Organizzata dal Circolo Enars,
si protrarrà fino al 18 settembre quando si festeggeranno gli anniversari di matrimonio. Il piatto tipico sarà
la “strecca di cavallo”, piatto
padovano. Alle 21 ci sarà
un’asta di beneficenza di sette opere donate al Circolo Enars dai pittori che durante
la Festa della birra di giugno
hanno partecipato alla mostra “L’arte per ricordare Davide”. Il ricavato verrà utilizzato per completare i lavori
di arredamento della nuova
struttura in muratura. (AC)
S
i intitola “Conegliano
per l’acqua” lo spettacolo di sabato 17 alle 21 all’auditorium Dina Orsi, organizzato da Africa Chiama
e dall’associazione Medici
con l’Africa. La serata mira
a raccogliere fondi per le popolazioni dell’Angola per attivare l’acquedotto per l’ospedale e la cittadina di Songo, dove una grave epidemia ha fatto centinaia di vittime, tra cui la dottoressa coneglianese Maria Bonino. Il
programma prevede un
concerto del Corocastel e la
presentazione del volume
“Un viaggio dall’Altopiano dall’Eritrea a Lampedusa” di
A. Buzzat e R. Musumeci.
T
ranscollinare Conegliano-Vittorio in bici
domenica 25 settembre insieme a Liberalabici. Il percorso,
con salite di pendenza non indifferente, parte da Conegliano (zona piscine) e salendo
per Manzana e Formeniga
giunge al primo picco: le Perdonanze. Da qui scende verso Vittorio per imboccare la
strada che porta in Valscura e
quindi a Santa Augusta. Nel
pomeriggio salita all’osservatorio quindi a borgo Ciser e
alle grotte del Caglieron per
poi rientrare a Conegliano.
Partenza alle 9. Percorso
di 55 chilometri. Per informazioni rivolgersi ad Antonella:
0438-34810.
Godega, centro anziani
intitolato a don Pianca
È
stato inaugurato
a Godega il nuovo centro anziani
dedicato a don Antonio
Pianca, parroco del paese
dal 1990 al 1997 e oggi missionario in Brasile. Per l’occasione don Antonio è ritornato tra i suoi “vecchi”
parrocchiani per benedire
il centro ricreativo, domenica 28 agosto. È stato il sacerdote nell’aprile del 1992
ad avviare la creazione del
gruppo anziani di Godega,
in collaborazione con quello di Orsago. Nel decimo
anno della fondazione sono
stati i membri dell’associazione anziani che hanno
chiesto a don Antonio di poter intitolargli il gruppo e la
nuova sede. «Fino ad oggi
gli anziani si riunivano nel
salone dell’asilo parrocchiale – spiega Speranza Irzoni, attuale presidente dell’associazione – pertanto un
ringraziamento particolare
va alle suore. Ora gli anziani hanno una sede tutta loro concessa dall’amministrazione comunale, un paio
di stanze completamente ristrutturate adiacenti al piazzale della chiesa, in cui si ritrovano un paio di giorni alla settimana. Nella nuova
sede ha trovato anche posto un gonfalone donato da
uno degli associati, in cui
sullo sfondo blu è disegnato uno dei simboli storici di
Godega, il Pozzo della regola».
Tombola e carte sono le
attività preferite dagli anziani, che si riuniscono per
passare momenti allegri in
compagnia. Numerose sono anche le gite organizzate, con pellegrinaggi in vari santuari: il prossimo è in
programma il 4 ottobre con
destinazione la Basilica del
Santo a Padova.
Nel Comune ci sono altre due associazioni d’anziani, a Pianzano e Bibano,
che superano ognuna i cento iscritti. Da circa cinque
anni il gruppo anziani di
Pianzano si ritrova nei locali
dell’ex stazione ferroviaria.
«Cerchiamo di stare vicini
alle persone sole – spiega
una delle fondatrici, Adelina
Stival, a cui l’anno scorso è
stato consegnato un attestato di riconoscimento per
i dieci anni della fondazione
dell’associazione –. Tra le
attività ci sono i lavori a uncinetto, che poi vengono donati ad un’associazione per
la lotta contro le leucemie».
Anche il gruppo anziani
di Bibano è molto attivo,
con circa 140 iscritti, con il
centro di via Millennio che
è stato eretto con l’impegno
anche economico dei primi
fondatori, e prosegue grazie al volontariato. Ogni mese vengono organizzate delle cene per festeggiare il
compleanno degli iscritti.
Diego Bortolotto
ASS. ANZIANI DI SAN FIOR
COLFOSCO
Quindici anni di vita,
oltre trecento soci
Scuola
di musica
promossa dalle
associazioni
H
a raggiunto quota
quindici anni il bagaglio di storia e di iniziative promosse dall’associazione Pensionati
Anziani e Volontariato di
San Fior. L’importante
traguardo è stato ricordato con una serata di festa e con la pubblicazione di un opuscolo che
raccoglie le tappe salienti, dall’inizio quando i nove fondatori costituirono
l’associazione, ad oggi
tempo in cui la stessa
conta 325 soci e 36 volontari.
Nella serata dedicata
all’anniversario il presidente, Renzo Brescacin,
ha ricordato i momenti
più significativi dall’apertura, nel 1997, del centro
socio-ricreativo-culturale
poi intitolato a Dalmazio
Fanton, all’acquisto di
un’auto, nel 1999, con il
contributo del Centro
servizi per il volontariato
di Treviso e della Banca
della Marca, per il trasporto a sostegno dei servizi sociali del Comune.
Motivazione ed entusiasmo sono i fondamen-
ti di una realtà voluta proprio per dar sostegno, in
diverse forme, ai più bisognosi. Per far questo,
molteplici sono le collaborazioni, con l’Amministrazione comunale in
primis, con l’Anteas Treviso, con la scuola e il territorio. «Non sono eroi
solo quelli che compiono
opere straordinarie una
tantum, sono eroi coloro
che ogni giorno cercano
di risolvere i problemi di
chi gli sta accanto – ha
sottolineato il sindaco di
San Fior, Cesare De Martin –. L’associazione Pensionati, Anziani e Volontariato dà risposte alla
gente nel quotidiano. Essa svolge il proprio compito in maniera egregia e
per questo troverà sempre l’Amministrazione
comunale al suo fianco».
Un particolare ringraziamento è stato rivolto
ai soci fondatori, ai quali
è stata consegnata una
pergamena ricordo. La
serata è stata poi allietata dal gruppo folcloristico “i Posagnot”.
Gerda De Nardi
Q
uattro associazioni
locali che riuniscono le forze per dare vita a
una scuola di musica. Questo bell’esempio di collaborazione viene da Colfosco dove la Corale, gli Alpini, la Pro loco e l’associazione Arianuova hanno
dato vita, lo scorso anno,
alla scuola “San Daniele”.
Con un fine davvero bello:
offrire ai bambini, ai ragazzi e agli adulti del paese un’opportunità in più
di crescita.
In questi
giorni sono aperte le iscrizioni per il secondo anno della scuola.
Vasta la scelta dello strumento: dal pianoforte alla
chitarra acustica, dal violino al sax, dalla batteria alle percussioni, e tanto altro
ancora.
Le iscrizioni si ricevono
sabato 17 settembre dalle
15 alle 17 nella sede della
scuola in viale degli Alpini
15/a, oppure tutti i giorni
chiamando la segreteria al
329-7040383.
32
A PONTE DELLA PRIULA
Nuova zona residenziale,
ma serve proprio?
C
ome può l’amministrazione comunale stipulare
una convenzione che interessa un’area su cui la Regione, in sede di esame della nuova variante generale
al Piano regolatore comunale, ha chiesto vengano riviste le volumetrie? Se lo
chiede Alessandro Borean,
capogruppo dell’Ulivo. Secondo Borean, il Comune
di Susegana avrebbe fatto i
conti senza l’oste, cioè senza la Regione, chiamata ora a riesaminare le controdeduzioni del Comune approvate nella seduta del
consiglio comunale dell’11
agosto scorso. Ma andiamo
per ordine. Nel settembre
2004, il Comune invia il nuovo Prg a Venezia. La Commissione tecnica regionale
però avanza alcune osservazioni, e nel mese di maggio rispedisce al mittente la
pianificazione. Tra le osservazioni della Regione,
ce n’è una che riguarda un
comparto di 80 mila mq, nei
pressi della palestra di Pon-
te della Priula, reso edificabile dal Comune per circa
100 mila mc, dove sono previste abitazioni, la nuova
scuola elementare e porzioni lasciate a verde pubblico e privato. Il no della
Regione riguarda proprio la
cubatura, considerata eccessiva rispetto al trend demografico del Comune. A
fine giugno però l’amministrazione stipula con l’Immobiliare Mercatelli di Grigolin, proprietaria di una
parte del comparto per circa 30 mila mq, una convenzione che prevede la concessione di cubatura (18
ZOPPÈ: IN CHIESA I DIPINTI
DI SERGIO FAVOTTO
D
omenica 25 settembre verranno
inaugurati i nuovi dipinti
del soffitto della chiesa
parrocchiale di Zoppè. Si
tratta di tre medaglioni
realizzati dal professor
Sergio Favotto e raffiguranti il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. L’inaugurazione farà seguito alla celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal vescovo Giuseppe (alle
mila mc) in cambio di opere pubbliche per un ammontare di 600 mila euro. Si
tratta di due piste ciclabili,
ritenute strategiche dalla
giunta Montesel: una in via
Mandre dal sottopasso ferroviario al cimitero e una in
via Colonna dal sottopasso
ferroviario ai confini comunali verso Santa Maria del
Piave. «Per me questa convenzione non ha valore –
spiega Borean – perché la
Regione ha stralciato quell’area e non è detto che non
respinga la controdeduzione del Comune, che non so
con quale artificio abbia po-
Marco Zanin, nazionale
di basket in carrozzina
D
Da quanto tempo
giochi a basket?
«Sei anni fa ho avuto
l’incidente in motorino
(che lo ha costretto in carrozzina, ndr), all’inizio ho
provato con l’atletica e poi
mi sono avvicinato al basket, quindi è da quattro
anni. Questo sport per
me era una novità, infatti
all’inizio è stato difficilissimo. Comunque praticavo sport anche prima dell’incidente, soprattutto lo
sci».
Come è nata la nazionale giovanile di
basket in carrozzina?
«La nazionale giovanile è una realtà che esiste
solo da tre anni. È nata
per affiancare la nazionale maggiore che invece
tuto non cambiare praticamente nulla. Susegana non
necessita certo di un’area
di espansione così sovradimensionata». Secondo l’assessore all’urbanistica Angelo Carrer un passo indietro invece il Comune lo
avrebbe fatto, «stralciando
20 mila mc e
quindi riducendo la volumetria
del comparto da
100 mila a 80 mila mc». Sarà sufficiente per ottenere il via libera
da Venezia? «La
decisione finale
spetta alla Regione – afferma Carrer –. Se si opporrà
nuovamente è evidente che dovremmo rivedere
anche la convenzione con
l’Immobiliare Mercatelli».
L’assessore sembra però
non nutrire particolari timori in merito. La risposta
arriverà entro fine anno.
Quanto alle critiche di cementificazione spinta assicura: «Rispetto alla variante adottata dalla passata amministrazione, la nuova versione da noi approvata riduce della metà la capacità
di espansione edificatoria
prevista per il Comune, passando da 1 milione a 500 mila metri cubi».
Francesca Nicastro
10.30).
Nella stessa occasione verrà festeggiato l’anniversario
della consacrazione
della chiesa, avvenuta il 27 settembre
1615 da parte del patriarca di Venezia
Francesco Vendramin.
HA 21 ANNI, È DI ORSAGO
i ritorno da un
torneo tenutosi in Belgio
Marco Zanin, orsaghese,
21 anni, studente di Relazioni internazionali all’Università di Padova, racconta la sua esperienza
nella nazionale under 22
di basket in carrozzina.
«Siamo partiti il 1º settembre e tornati il 4. A
Malle in Belgio si è tenuto un torneo internazionale di preparazione all’Europeo del prossimo
anno. Noi siamo la prima
squadra italiana a partecipare e ci siamo trovati
davanti una selezione della Catalogna, la Danimarca, una mista composta
da atleti di Austria e Repubblica Ceca e i padroni
di casa del Belgio»
e
L’AZiON
Coneglianese
Domenica 18 settembre 2005
Marco Zanin
ne ha 20, ma non aveva
mai raggiunto risultati importanti finché non si è
aggiudicata gli ultimi due
Europei. C’è da aggiungere che noi della nazionale giovanile abbiamo la
fortuna di avere un allenatore
bravissimo,
Clifford Fisher. Prima la-
vorava in America, poi si
è appassionato al basket
per disabili, lui stesso sostiene che è lo sport più
bello che ci sia. In effetti
è davvero spettacolare,
bisogna assistere a una
partita per capire».
Cosa rappresenta
per te lo sport?
«Bella domanda... Fare sport è un modo per
raggiungere più facilmente certi traguardi.
Questo non vuol dire che
chi non lo pratica non può
riabilitarsi, ma impegnarsi in questo tipo di attività
è diverso e rende attivi anche mentalmente oltre
che fisicamente. In particolare il basket, nell’ambito degli sport per disabili, è quello considerato
il più completo perché
prevede anche degli schemi e un gioco di squadra.
Comunque l’obiettivo primario resta il “reinserimento” delle persone che
si trovano ad avere una disabilità e portarle fuori di
casa in modo che possano rimettersi in gioco».
Ginevra Lamberti
SANTA LUCIA DI PIAVE
Aliu è guarito,
la solidarietà continua
A
liu sta meglio. Il
suo viaggio di speranza dalla Guinea Bissau a Conegliano gli ha
permesso di risolvere i
problemi di salute dovuti ad una malformazione
alla gamba.
Grazie al coraggio e alla
perseveranza
di un gruppo
di amici, guidato da Clementa Dos Olis Vieira che
si è presa a
cuore il bambino come se
si trattasse del
proprio figlio,
il piccolo di
quattro anni
ha
potuto
giungere in Italia dove è
stato operato, all’ospedale di Conegliano, il 5 settembre scorso.
Ora, il suo ritorno nella terra di origine sarebbe rischioso perché nello Stato africano si è diffusa un’epidemia di colera che ha già contagiato
undicimila persone e
provocato trecento morti. Per questo i suoi amici stanno cercando, tramite il Tribunale dei minori, di ottenere il permesso per posticipare la
partenza.
La catena di solidarietà, che è stata attuata
per aiutare Aliu, si e-
stende ora alla popolazione della Guinea Bissau che sta attraversando un periodo particolarmente difficile. Per
questo è stata organizzata, con il patrocinio della
Caritas diocesana, una
serata di solidarietà che
avrà luogo
sabato
24
settembre
alle 20 a Santa Lucia di
Piave, nel salone
Fra’
Claudio. All’appuntamento interverranno padre Alberto,
superiore
Il piccolo Aliu del convento
dei frati minori di Vittorio Veneto
per dodici anni missionario in Guinea Bissau,
il medico Geraldo Monteiro, specialista in medicina tropicale, monsignor Ferruccio Sant, direttore della Caritas diocesana. Sarà inoltre possibile ammirare l’esposizione fotografica appositamente allestita e cenare con i piatti tipici del
paese africano. Il ricavato dell’iniziativa servirà
per l’acquisto di medicinali da inviare nella terra
colpita dall’epidemia di
colera.
Gerda De Nardi
SAN POLO: Prima professione
religiosa di Alessandra Camatta
D
omenica 25 settembre, alle 11.30
nella chiesa parrocchiale
della Sacra Famiglia di
Monza, Alessandra Camatta farà la
prima professione religiosa
nell’ordine delle Missionarie
dell’Immacolata. Con i familiari sarà presente una rappresentanza di
amici e parrocchiani di
San Polo di Piave. Per
l’occasione la parrocchia
raccoglierà dei fondi per
finanziare la formazione
e il lavoro
degli insegnanti delle
scuole rurali seguite
dalle Missionarie dell’Immacolata in Guinea
Bissau.
GODEGA: “La grande truffa”,
libro di Carlo Callegari
I
l 18 settembre alle
17, al Palaingresso
Fiera di Godega di
Sant’Urbano Luciano Todero, preside dell’istituto
secondario superiore di
Pieve di Soligo e Giovanni Tabelletti dell’Università degli adulti di Conegliano presenteranno il libro di Carlo Callegari “La
grande truffa”.
e
L’AZiON
Friuli
CANEVA/ IL PUNTO SUL SOCIALE
Apre l’asilo nido,
chiude “La nocciolina”?
È
l’apertura del
nuovo asilo nido
la novità più attesa nel panorama dei servizi sociali applicati al territorio comunale di Caneva.
È quanto emerge dalla
nostra inchiesta sulla situazione del sociale nei comuni diocesani del Friuli,
che questa settimana fa
tappa appunto a Caneva.
Anche nella Pedemontana, come nel resto del
Friuli occidentale, l’esigenza di trovare strutture
affidabili e attrezzate per
ospitare i bimbi in età prescolastica è molto forte,
come spiega l’assessore
comunale ai servizi sociali Stefano Rupolo.
«Sono sempre più numerose le famiglie nelle
quali lavorano entrambi i
genitori, così a Caneva, come nei centri più grossi
quali Pordenone e Sacile,
si è reso necessario avvia-
L’assessore
Rupolo
illustra anche
i progetti per
Villa Frova
re un asilo nido vero e proprio. A Caneva già esisteva un servizio di babysitting, “La nocciolina”; da ottobre avvieremo l’asilo nido presso il plesso scolastico. Si tratta di un servizio che Caneva non ha mai
conosciuto e sarà in grado
di ospitare fino ad un massimo di venti bambini.
Funzionerà dalle 7 del
mattino alle 18, compresa
l’erogazione del pasto ma
le famiglie potranno scegliere, nell’ottica della più
ampia flessibilità, se affidarlo solo per mezza gior-
nata».
Riguardo al servizio di
babysitting, lo stesso assessore Rupolo ha di recente annunciato a un
gruppo di genitori la probabilità di un forzato e ingente aumento delle rette,
perchè il Comune non può
più sostenere la spesa del
servizio. Ed è stato agitato anche lo spettro della
chiusura!
Ma passiamo agli altri
temi-cardine del sociale.
Come procede la
convivenza con la popolazione extracomunitaria?
«Gli stranieri residenti
nel comune sono circa il
5% della popolazione totale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande aumento dovuto soprattutto ai ricongiungimenti famigliari. Fra gli extracomunitari la colonia albanese rappresenta più o
meno la metà del totale
L’ADDIO AL CONTE BRANDOLINI,
UN PEZZO DI STORIA DI VISTORTA
Q
uella villa in mezzo alla campagna,
la carrozza che percorreva le strade silenziose della campagna, è stata per
anni motivo di orgoglio e
curiosità per la piccola comunità di Vistorta. Con il
conte Brando Brandolini
d’Adda, morto a Venezia
martedì 6 settembre,
qualche giorno prima di
compiere 88 anni, se ne va
un’epoca, una parte della
storia di Vistorta che resta
ben impressa nella memoria dei suoi abitanti e
viene tramandata con toni
fiabeschi ai più giovani.
Mamme e papà di oggi
erano bambini quando il
VENERDÌ 16
Alle 15.30 in biblioteca a Brugnera è in programma una festa di
inizio anno scolastico organizzata dall’associazione culturale Attivamente e dalla biblioteca.
Ci sarà anche uno spettacolo di burattini. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0434613112
Alla Sagra di San Michele,
a Sacile, festa della birra e serata
dedicata ai giovani a cura dell’associazione “Comunità Nuova Ronche - San Michele”.
SABATO 17
A Stevenà prosegue la Bayeri-
conte, la moglie Cristiana
Agnelli e i figli Rutiberti,
Brandino, Nuno e Leonello, vivevano nella frazione. La villa non era un
castello chiuso ma la famiglia ha sempre cercato
di partecipare alla vita del
paese e di farlo crescere.
Il conte Brando ha voluto e promosso la costruzione della chiesa - abbellita personalmente con
opere d’arte - dove si è
svolto il suo funerale mercoledì 7: presenti anche,
per la famiglia Agnelli, la
vedova di Gianni, donna
Marella Caracciolo e i nipoti Lapo e Jaki Elkann.
Anche la scuola dell’in-
scher Bierfest, festa della birra bavarese in collaborazione con
il comune gemello di Neumarkt
Sankt Veit. Alle 19 aprono gli stand
enogastronomici e alle 21 si terrà
uno spettacolo bavarese.
Alla sagra di San Michele, a Sacile, serata danzante con porchetta allo spiedo.
DOMENICA 18
Alle ore 9 al palasport Micheletto
di Sacile l’associazione Immaginario presenta il Fotomercato, rassegna dedicata agli appassionati di fotografia.
A San Michele, nell’ambito della sa-
La chiesa di Vistorta
fanzia di Vistorta è stata
aperta per opera della famiglia Brandolini Agnelli.
All’epoca era una scuola
moderna e innovativa dove si insegnava con il metodo Montessori. Uno dei
gra, l’associazione Nuova RoncheSan Michele organizza un torneo di calcetto e il pranzo
con specialità di selvaggina. La serata sarà dedicata alla musica e al
ballo.
Serata finale per la festa della birra di Stevenà . Alle 21 parte la serata musicale con la band Effetti collaterali.
LUNEDÌ 19
Alle 19 nell’ex chiesa di San Gre-
Gli “Effetti collaterali” suonano a Stevenà
senza che tuttavia si siano
verificate particolari problematiche legate al disagio sociale e di integrazione. È in significativa ascesa la concentrazione di badanti provenienti dall’est
Europeo, in particolare
dall’Ucraina e dalla Croazia».
Cosa sta progettando
l’amministrazione comunale in tema di politiche giovanili e di assistenza dell’anziano?
«Uno dei progetti più
importanti della rinnovata
amministrazione comunale consiste nel restauro di
Villa Frova a Stevenà. Tanto dal punto di vista economico che da quello sociale. Abbiamo in programma, infatti, di trasferirvi un domani la biblioteca comunale e di crearvi un centro anziani e un
punto giovani. Certo i tempi non saranno brevi a
causa di problematiche diverse, dal momento che la
villa risale al Settecento.
Per quanto riguarda le politiche giovanili due centri
sono già attivi nel capoluogo e nella frazione di
Sarone. Sul piano più generale riteniamo già buona
la situazione generale dei
servizi sociali, nel prossimo quinquennio puntiamo
a migliorarla ulteriormente».
Giacinto Bevilacqua
figli minori della coppia,
quando si trovava a Vistorta frequentò per un
anno la scuola elementare
locale insieme ai bambini
del paese che, oggi adulti, ricordano ancora la festa di compleanno del loro compagno di classe. E
poi c’era - e continua ad
esserci - l’azienda agricola di famiglia che ha dato
lavoro a diverse persone
e dove tanti ragazzi hanno trascorso spensierate
stagioni di vendemmia. Una famiglia molto amata
quella dei Brandolini
D’Adda, perché ha sempre dimostrato affetto e rispetto per la piccola comunità di Vistorta che oggi conserva gelosamente
il ricordo del suo benefattore.
Martina Milia
gorio a Sacile si terrà il consiglio comunale. Maggioranza
e opposizione sono chiamate ad approvare la convenzione per la gestione in forma associata di funzioni e servizi comunali, il regolamento per il funzione della commissione per il controllo della mensa scolastica e lo schema di convenzione che disciplina i rapporti
tra il Comune e le scuole dell’infanzia paritarie e gli asili nido privati. Tra altri punti di discussione
anche un ordine del giorno sulla
sanità.
Alle 21 a Villorba ripartono gli incontri con le frazioni. Oggetto della serata la discussione di
un servizio di trasporto urbano che
colleghi la frazione al centro. Gli
incontri proseguiranno per tutto il
mese di ottobre e novembre.
Domenica 18 settembre 2005
33
SACILE/ NUOVO PARROCO
“Corriamo insieme,
don Graziano!”
H
a fatto il suo ingresso domenica
11 settembre, in un Duomo gremito di gente per la
messa delle 19.00, il nuovo
parroco di Sacile, don Graziano De Nardo.
La riconoscenza nei
confronti di don Piero (il
parroco uscente mons.
Pietro Mazzarotto) da parte della comunità sacilese
non verrà mai meno, ma
in questa messa protagonista assoluto è stato, naturalmente, don Graziano.
Il Vescovo Zenti ha presieduto la cerimonia che è
stata concelebrata da sacerdoti della forania e della diocesi e ha spiegato i
diversi riti, come la consegna del Vangelo, della stola, e della chiave del tabernacolo, che hanno preceduto la salita all’altare
da dove don Graziano ha
celebrato la sua prima
messa da parroco di Sacile.
Durante l’omelia, don
Graziano ha espresso le
sue riflessioni riguardo a
questa importante missione che gli è stata affidata,
la sua riconoscenza verso
il Vescovo e verso don Pietro dal quale riceve una
preziosa eredità, le sue titubanze e anche la speranza che, sostenuto dai
suoi confratelli e dall’esperienza del precedente
parroco che permarrà all’interno della comunità, il
futuro possa essere in continua crescita. A questo
speranza ha fatto eco l’augurio del consiglio pastorale parrocchiale, attraverso il suo vicepresidente Mirco Zaia, che, utilizzando una metafora rubata all’atletica leggera, e parafrasando l’ultimo articolo del decalogo del grest
da poco concluso, ha augurato al nuovo parroco di
poter “correre insieme
sorridendo” .
Letizia Miotto
PRATA: un imbarcadero
per il turismo fluviale
P
rove tecniche di avvio del turismo fluviale. È riuscito l’esperimento realizzato qualche
settimana fa di navigazione del fiume Noncello e
del Meduna da Pordenone a località Borgo Passo
a Prata. La gita è durata
un’ora e 20 minuti ma
quando il collegamento
Pordenone – Prata andrà
a regime potrebbe essere
accorciato ad un’ora. Già
si pensa di coinvolgere le
scolaresche per percorsi
didattici oppure lanciare una vera e propria forma di
turismo alternativo attingendo ai fondi ad hoc messi a disposizione da un progetto che coinvolge la Regione. Prata, che potrebbe
fare da capofila per l’intero bacino liventino, mostra
di credere in questa nuova
opportunità, dal momento
che va a terminare l’imbarcadero di Borgo Basso.
(GB)
e
L’AZiON
Friuli
CANEVA/ IL PUNTO SUL SOCIALE
Apre l’asilo nido,
chiude “La nocciolina”?
È
l’apertura del
nuovo asilo nido
la novità più attesa nel panorama dei servizi sociali applicati al territorio comunale di Caneva.
È quanto emerge dalla
nostra inchiesta sulla situazione del sociale nei comuni diocesani del Friuli,
che questa settimana fa
tappa appunto a Caneva.
Anche nella Pedemontana, come nel resto del
Friuli occidentale, l’esigenza di trovare strutture
affidabili e attrezzate per
ospitare i bimbi in età prescolastica è molto forte,
come spiega l’assessore
comunale ai servizi sociali Stefano Rupolo.
«Sono sempre più numerose le famiglie nelle
quali lavorano entrambi i
genitori, così a Caneva, come nei centri più grossi
quali Pordenone e Sacile,
si è reso necessario avvia-
L’assessore
Rupolo
illustra anche
i progetti per
Villa Frova
re un asilo nido vero e proprio. A Caneva già esisteva un servizio di babysitting, “La nocciolina”; da ottobre avvieremo l’asilo nido presso il plesso scolastico. Si tratta di un servizio che Caneva non ha mai
conosciuto e sarà in grado
di ospitare fino ad un massimo di venti bambini.
Funzionerà dalle 7 del
mattino alle 18, compresa
l’erogazione del pasto ma
le famiglie potranno scegliere, nell’ottica della più
ampia flessibilità, se affidarlo solo per mezza gior-
nata».
Riguardo al servizio di
babysitting, lo stesso assessore Rupolo ha di recente annunciato a un
gruppo di genitori la probabilità di un forzato e ingente aumento delle rette,
perchè il Comune non può
più sostenere la spesa del
servizio. Ed è stato agitato anche lo spettro della
chiusura!
Ma passiamo agli altri
temi-cardine del sociale.
Come procede la
convivenza con la popolazione extracomunitaria?
«Gli stranieri residenti
nel comune sono circa il
5% della popolazione totale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande aumento dovuto soprattutto ai ricongiungimenti famigliari. Fra gli extracomunitari la colonia albanese rappresenta più o
meno la metà del totale
L’ADDIO AL CONTE BRANDOLINI,
UN PEZZO DI STORIA DI VISTORTA
Q
uella villa in mezzo alla campagna,
la carrozza che percorreva le strade silenziose della campagna, è stata per
anni motivo di orgoglio e
curiosità per la piccola comunità di Vistorta. Con il
conte Brando Brandolini
d’Adda, morto a Venezia
martedì 6 settembre,
qualche giorno prima di
compiere 88 anni, se ne va
un’epoca, una parte della
storia di Vistorta che resta
ben impressa nella memoria dei suoi abitanti e
viene tramandata con toni
fiabeschi ai più giovani.
Mamme e papà di oggi
erano bambini quando il
VENERDÌ 16
Alle 15.30 in biblioteca a Brugnera è in programma una festa di
inizio anno scolastico organizzata dall’associazione culturale Attivamente e dalla biblioteca.
Ci sarà anche uno spettacolo di burattini. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0434613112
Alla Sagra di San Michele,
a Sacile, festa della birra e serata
dedicata ai giovani a cura dell’associazione “Comunità Nuova Ronche - San Michele”.
SABATO 17
A Stevenà prosegue la Bayeri-
conte, la moglie Cristiana
Agnelli e i figli Rutiberti,
Brandino, Nuno e Leonello, vivevano nella frazione. La villa non era un
castello chiuso ma la famiglia ha sempre cercato
di partecipare alla vita del
paese e di farlo crescere.
Il conte Brando ha voluto e promosso la costruzione della chiesa - abbellita personalmente con
opere d’arte - dove si è
svolto il suo funerale mercoledì 7: presenti anche,
per la famiglia Agnelli, la
vedova di Gianni, donna
Marella Caracciolo e i nipoti Lapo e Jaki Elkann.
Anche la scuola dell’in-
scher Bierfest, festa della birra bavarese in collaborazione con
il comune gemello di Neumarkt
Sankt Veit. Alle 19 aprono gli stand
enogastronomici e alle 21 si terrà
uno spettacolo bavarese.
Alla sagra di San Michele, a Sacile, serata danzante con porchetta allo spiedo.
DOMENICA 18
Alle ore 9 al palasport Micheletto
di Sacile l’associazione Immaginario presenta il Fotomercato, rassegna dedicata agli appassionati di fotografia.
A San Michele, nell’ambito della sa-
La chiesa di Vistorta
fanzia di Vistorta è stata
aperta per opera della famiglia Brandolini Agnelli.
All’epoca era una scuola
moderna e innovativa dove si insegnava con il metodo Montessori. Uno dei
gra, l’associazione Nuova RoncheSan Michele organizza un torneo di calcetto e il pranzo
con specialità di selvaggina. La serata sarà dedicata alla musica e al
ballo.
Serata finale per la festa della birra di Stevenà . Alle 21 parte la serata musicale con la band Effetti collaterali.
LUNEDÌ 19
Alle 19 nell’ex chiesa di San Gre-
Gli “Effetti collaterali” suonano a Stevenà
senza che tuttavia si siano
verificate particolari problematiche legate al disagio sociale e di integrazione. È in significativa ascesa la concentrazione di badanti provenienti dall’est
Europeo, in particolare
dall’Ucraina e dalla Croazia».
Cosa sta progettando
l’amministrazione comunale in tema di politiche giovanili e di assistenza dell’anziano?
«Uno dei progetti più
importanti della rinnovata
amministrazione comunale consiste nel restauro di
Villa Frova a Stevenà. Tanto dal punto di vista economico che da quello sociale. Abbiamo in programma, infatti, di trasferirvi un domani la biblioteca comunale e di crearvi un centro anziani e un
punto giovani. Certo i tempi non saranno brevi a
causa di problematiche diverse, dal momento che la
villa risale al Settecento.
Per quanto riguarda le politiche giovanili due centri
sono già attivi nel capoluogo e nella frazione di
Sarone. Sul piano più generale riteniamo già buona
la situazione generale dei
servizi sociali, nel prossimo quinquennio puntiamo
a migliorarla ulteriormente».
Giacinto Bevilacqua
figli minori della coppia,
quando si trovava a Vistorta frequentò per un
anno la scuola elementare
locale insieme ai bambini
del paese che, oggi adulti, ricordano ancora la festa di compleanno del loro compagno di classe. E
poi c’era - e continua ad
esserci - l’azienda agricola di famiglia che ha dato
lavoro a diverse persone
e dove tanti ragazzi hanno trascorso spensierate
stagioni di vendemmia. Una famiglia molto amata
quella dei Brandolini
D’Adda, perché ha sempre dimostrato affetto e rispetto per la piccola comunità di Vistorta che oggi conserva gelosamente
il ricordo del suo benefattore.
Martina Milia
gorio a Sacile si terrà il consiglio comunale. Maggioranza
e opposizione sono chiamate ad approvare la convenzione per la gestione in forma associata di funzioni e servizi comunali, il regolamento per il funzione della commissione per il controllo della mensa scolastica e lo schema di convenzione che disciplina i rapporti
tra il Comune e le scuole dell’infanzia paritarie e gli asili nido privati. Tra altri punti di discussione
anche un ordine del giorno sulla
sanità.
Alle 21 a Villorba ripartono gli incontri con le frazioni. Oggetto della serata la discussione di
un servizio di trasporto urbano che
colleghi la frazione al centro. Gli
incontri proseguiranno per tutto il
mese di ottobre e novembre.
Domenica 18 settembre 2005
33
SACILE/ NUOVO PARROCO
“Corriamo insieme,
don Graziano!”
H
a fatto il suo ingresso domenica
11 settembre, in un Duomo gremito di gente per la
messa delle 19.00, il nuovo
parroco di Sacile, don Graziano De Nardo.
La riconoscenza nei
confronti di don Piero (il
parroco uscente mons.
Pietro Mazzarotto) da parte della comunità sacilese
non verrà mai meno, ma
in questa messa protagonista assoluto è stato, naturalmente, don Graziano.
Il Vescovo Zenti ha presieduto la cerimonia che è
stata concelebrata da sacerdoti della forania e della diocesi e ha spiegato i
diversi riti, come la consegna del Vangelo, della stola, e della chiave del tabernacolo, che hanno preceduto la salita all’altare
da dove don Graziano ha
celebrato la sua prima
messa da parroco di Sacile.
Durante l’omelia, don
Graziano ha espresso le
sue riflessioni riguardo a
questa importante missione che gli è stata affidata,
la sua riconoscenza verso
il Vescovo e verso don Pietro dal quale riceve una
preziosa eredità, le sue titubanze e anche la speranza che, sostenuto dai
suoi confratelli e dall’esperienza del precedente
parroco che permarrà all’interno della comunità, il
futuro possa essere in continua crescita. A questo
speranza ha fatto eco l’augurio del consiglio pastorale parrocchiale, attraverso il suo vicepresidente Mirco Zaia, che, utilizzando una metafora rubata all’atletica leggera, e parafrasando l’ultimo articolo del decalogo del grest
da poco concluso, ha augurato al nuovo parroco di
poter “correre insieme
sorridendo” .
Letizia Miotto
PRATA: un imbarcadero
per il turismo fluviale
P
rove tecniche di avvio del turismo fluviale. È riuscito l’esperimento realizzato qualche
settimana fa di navigazione del fiume Noncello e
del Meduna da Pordenone a località Borgo Passo
a Prata. La gita è durata
un’ora e 20 minuti ma
quando il collegamento
Pordenone – Prata andrà
a regime potrebbe essere
accorciato ad un’ora. Già
si pensa di coinvolgere le
scolaresche per percorsi
didattici oppure lanciare una vera e propria forma di
turismo alternativo attingendo ai fondi ad hoc messi a disposizione da un progetto che coinvolge la Regione. Prata, che potrebbe
fare da capofila per l’intero bacino liventino, mostra
di credere in questa nuova
opportunità, dal momento
che va a terminare l’imbarcadero di Borgo Basso.
(GB)
e
L’AZiON
Opitergino/Mottense
LE PREPARERÀ UN CORSO AL VIA
PRESSO L’OPERA PIA MORO A ODERZO
Babysitter professionali
D
a cent’anni si occupa di infanzia,
seguendo l’evoluzione dei tempi. È per
questo motivo che l’Opera
Pia Moro ha lanciato un
corso di formazione per 40
babysitter, al termine del
quale le donne verranno assunte da una cooperativa
con un contratto a progetto.
Ma come, dirà qualcuno, con gli asili nido che ci
sono in giro l’Opera Pia si
mette a far loro concorrenza? Niente di più errato. Per
prima cosa non tutti i Comuni dispongono di tali
strutture. La città di Oderzo, che invece ne ha quattro, vede comunque delle
liste d’attesa per accedere
ad alcuni di essi. Così sono
numerose le mamme lavoratrici che per necessità si
ritrovano nella condizione
di dover cercare una “tata”.
Tate in giro ce ne sono,
eccome, lavorano in nero,
quasi sempre senza copertura assicurativa. La novità
proposta dal
“Moro” è di far emergere queste lavoratrici, dare
loro dignità e professionalità ed anche una retribuzione che contenga una
parte di previdenza.
«Questo corso - ha detto
il presidente Enrico Bazzichetto durante la presentazione - è il primo passo verso la creazione delle “tane
BAR E SCHIAMAZZI
Le donne
saranno poi
assunte da una
cooperativa
familiari”, cioè l’assistenza
dei bambini a domicilio
svolta da personale qualificato». La seconda novità sta
nel fatto che il progetto ha
coinvolto i 14 Comuni del
comprensorio opiterginomottense, l’Usl 9 tramite il
distretto sanitario n.4, le
parrocchie, mettendo in rete questi soggetti e facendoli collaborare fra loro. Le
domande per iscriversi al
corso vanno presentate alla segreteria dell’Opera Pia
Moro di Oderzo, presso la
scuola materna, entro il 23
settembre. Nei criteri di selezione per l’ammissione
verrà data precedenza alle
donne disoccupate; sono
accettate le donne straniere, purchè abbiano compiuto le scuole in Italia, la
conoscenza della lingua italiana è ritenuta fondamentale. Il corso si svolgerà negli spazi del centro
parrocchiale di San Vincenzo, dal 17 ottobre per
concludersi a febbraio
2006. È previsto uno stage
residenziale nelle strutture
della Cooperativa sociale
Casa Bimbo di Laives, Bolzano. Per l’iscrizione è richiesto un contributo di 200
euro. Al termine queste novelle bambinaie dovranno
essere disponibili ad ospitare nella loro casa piccoli
gruppi di bimbi dai 3 ai 5
anni. Info: 0422 712131
Annalisa Fregonese
CESSALTO/ NUOVA SCUOLA
Animano il paese “A noi la sede degli
o tolgono il sonno? uffici di presidenza”
E
state rumorosa: è
in crescendo, da
qualche anno a questa
parte, nell’Opitergino,
il numero delle persone
che si lamentano
della rumorosità
notturna
di bar, pub,
birrerie,
pubblici esercizi. A
diversi giovani piace sostare al bar fino a tarda notte, non mancano
gli schiamazzi dovuti alla maleducazione e forse anche a qualche birra o superalcolico in eccesso, non mancano le
automobili che partono
strombazzando e sgommando a tutta velocità.
Comportamenti che ci
vengono segnalati da Oderzo, da Fontanelle, da
San Polo di Piave.
Nella città opitergina da tempo è in atto una battaglia fra un cittadino ed un pub in via
Garibaldi. In riviera
Monticano un altro cittadino ha perso un ricorso al Tar, promosso
contro la concessione di
metter tavolini all’aperto da parte di un altro locale, che secondo
questa persona disturba
il proprio riposo. Il disturbo della quiete pubblica si accentua in maniera insoppor tabile
nelle ore notturne, dalle 23 in poi, quando i
residenti, che di norma
si alzano alle 7 per recarsi al lavoro, aspira-
no al meritato riposo.
Singolare è il caso di
San Giorgio nel sanpolese dove, davanti alle
proteste di coloro che vivono
nei
pressi
del bar,
espresse anche attraverso una
petizione popolare presentata al sindaco Mario Vendrame, pare sia
stata avviata una raccolta di firme a sostegno
del pubblico esercizio. Il
quale avrebbe il merito
di portare un po’ di animazione nella vita
della comunità paesana. La riflessione a questo punto è d’obbligo:
per ravvivare la vita associativa sono davvero
necessari gli schiamazzi, le auto che sgommano, le bestemmie? Già,
perché quando si è su di
giri è dif ficile controllare la lingua. Obiezione: i gestori non sono responsabili della maleducazione dei loro
clienti. È vero: chi gestisce un locale pubblico non può certo fare il
cane da guardia. Il suo
mestiere è d’essere gomito a gomito con i suoi
avventori avendo però
nel contempo le briglie
della situazione. Un
bravo gestore sa quando allentarle e quando
tirarle. Ne va pure dell’immagine del locale.
Annalisa Fregonese
Aumentano le
lamentele
nell’Opitergino
L’assessore regionale Fabio Gava e il sindaco di Cessalto Giovanni Artico tagliano il
nastro della nuova scuola media di Cessalto
L
a nuova scuola media di Cessalto è
pronta per accogliere gli
studenti delle scuole medie. L’edificio è stato inaugurato lunedì 12 settembre,
dal sindaco Giovanni Artico
e dall’assessore regionale
Fabio Gava. Presente anche il parroco di Cessalto
don Giuseppe Querin, che
ha ricordato quanto sia fondamentale la formazione
che la scuola dà ai ragazzi:«La prima cosa che chiedo ai miei giovani è, quanto tempo e quanto impegno
mettono nello studio» ha
sottolineato don Giuseppe.
«Questa è una data quasi
storica per il comune di
Cessalto- ha commentato il
sindaco al momento del ta-
glio del nastro- dall’appalto
alla conclusione dei lavori
è trascorso appena un anno e il giorno 14 i ragazzi
potranno iniziare l’anno
scolastico in un edificio moderno e razionale, che è costato un milione e quattrocento mila euro». Il sindaco Artico ha anche formulato una proposta:«Ora che
abbiamo gli spazi adeguati, anche per gli uffici direttivi, vorremmo che la
presidenza delle scuole
medie ed elementari, che
da anni è trasferita altrove,
tornasse a Cessalto». Al termine della cerimonia ai tanti ragazzi presenti è stata
donata una copia della Costituzione italiana.
Giuseppina Piovesana
ODERZO: l’addio a Salvatore
Leonardi, ex segretario comunale
C
ordoglio a Oderzo
per la dipartita del
dottor Salvatore Leonardi,
69 anni, residente in via Parise. Il professionista era
molto noto nell’opitergino,
aveva ricoperto per diversi
anni l’incarico di segretario comunale ad Oderzo. Aveva inoltre lavorato in Casa di Riposo, al Pio Istituto
di Gaiarine ed in diversi altri Comuni. Il dottor Leo-
nardi era una persona dai
modi affabili e gentili, lo si
poteva incontrare spesso a
passeggio con il suo fido
cagnolino. Negli ultimi
tempi aveva svolto il ruolo
di difensore civico al Consorzio dei Comuni opitergino. Il funerale si è svolto
martedì scorso nel duomo
di Oderzo. La salma è stata tumulata nel cimitero di
Portobuffolè. (AF)
Domenica 18 settembre 2005
35
LUTRANO SALUTA DON LUCIO
“Cambi parrocchia,
ma il legame resta”
Quindici anni e due
giorni è il tempo che don
Lucio Marian ha vissuto
come parroco nella comunità di San Nicola a Lutrano; gli è stata poi affidata anche la guida della
comunità di Fontanellette,
divenute da circa due anni
unità pastorale.
Domenica 18 le saluterà
entrambe; domenica 25
farà il suo ingresso a Mansuè e Basalghelle, le sue
nuove parrocchie, o per meglio dire la sua nuova unità pastorale.
Al posto di don Lucio a
Lutrano e Fontanellette arriva don Zeno Pessotto.
Sul saluto a don Lucio
riceviamo e pubblichiamo
questo contributo del consiglio pastorale di Lutrano.
«S
iamo stati la sua
prima parrocchia - sottolinea con orgoglio una catechista lutranese -e ora, che andrà a far
parte di un’altra famiglia
sentiamo che non sarà un
perdersi: il legame più forte sarà la nostra crescita
come cristiani maturata
grazie alla sua sensibilità,
alla sua fermezza per i valori della fede e la sua cura pastorale».
Il sentito e commosso
ringraziamento che la comunità di Lutrano rivolge
a don Lucio scaturisce proprio da quel senso di “essere famiglia in Cristo”
che ha sempre animato le
numerose iniziative pastorali. Don Lucio ci ha fatto
percepire in questi anni
che la parrocchia è un luogo privilegiato per incontrare Cristo attraverso l’accoglienza, il servizio e l’attenzione ai fratelli. In questo senso, significative sono state ad esempio le esperienze di missione in
DOMENICA 18
A partire dalle ore 9 lungo le rive del Monticano a Oderzo: seconda edizione della gara di
pesca per ragazzi diversamente abili. Organizza la FIPSAS in collaborazione con
il Comune di Oderzo.
L’unità pastorale Lutrano-Fontanellette saluta il parroco don
Lucio Marian, in partenza,
con una S. Messa in mattinata a
Fontanellette e una alle 17 a Lutrano. Vedi articolo.
Nel pomeriggio, adorazione
eucaristica in Duomo a Oderzo.
MERCOLEDÌ 21
Ore 17-20 presso il centro AITSaM
di Fratta: continua il Corso di formazione per facilitatori e attiva-
Don Lucio Marian, da Lutrano e
Fontanellette a Mansuè e Basalghelle
parrocchia, organizzate in
collaborazione con i Frati
Francescani di Portogruaro i quali hanno percorso le vie del paese bussando ad ogni porta; la rivalutazione dell’oratorio
per le occasioni di festa comunitarie e come luogo
d’incontro per genitori e figli.
Consapevole di quanto
sia importante educare i
giovani ad accogliere e vivere il messaggio del Vangelo, don Lucio è stato guida e amico tra i giovani anche attraverso l’esperienza
dei campeggi estivi e del
Grest che, in questi 15 anni, ha coinvolto un numero sempre crescente di
bambini e di giovani.
Domenica 18 settembre le comunità parrocchiali di Lutrano e Fontanellette saluteranno don
Lucio ed esprimeranno,
con riconoscenza e commozione, il loro grazie!
perché attraverso la sua umanità, la sua preoccupazione pastorale, la sua sollecitudine verso gli ammalati, la sua attenzione
verso i collaboratori, e la
sua testimonianza di fede,
è stato per tutti un sacerdote, un amico e un fratello in Cristo.
Il consiglio pastorale
parrocchiale di Lutrano
tori di gruppi di auto mutuo aiuto (A.M.A.). Tema del giorno: “La
relazione di coppia: amore, condivisione, identità, ruoli".
Relatore il dott. Roberto Gilardi,
docente Università di Trieste.
GIOVEDÌ 22
Ore 20.30 al teatro del Brandolini: presentazione del piano
pastorale diocesano per
il 2005/2006. Sarà presente il vescovo Giuseppe.
VENERDÌ 23
In serata i Califfo De Luxe suonano a San Nicolò di Ponte di Piave.
* FARMACIA DI TURNO:
Scotto, via Umberto I
28. Tel. 0422 712221
36
d’acqua maggiori (Livenza,
Meduna, Monticano, Piave) e non i canali di sfogo
dell’acqua piovana e le fognature urbane. Dopo il venerdì apocalittico, che ha
comportato l’interruzione
dell’erogazione di energia
elettrica (compresi gli impianti semaforici, gli ascensori, alcuni servizi ospedalieri a Motta) e la sospensione dell’attività lavorativa, mentre la rabbia popolare è montata a livelli di
guardia, è cominciata la
caccia ai responsabili.
Chi la prende con filosofia, compresi alcuni amministratori comunali, dà
la colpa alle variazioni climatiche (“Le stagioni non
sono più quelle di una volta” o giù di lì), altri con superiore responsabilità additano i vari consorzi di bonifica (“Non tengono puliti i fossi”) o i Comuni (“Gli
scarichi fognari sono insufficienti, i tombini tappati di foglie e aghi”).
In realtà il problema è
generale e non più procrastinabile. Fino a ieri si è
permesso di edificare praticamente ovunque, modificando i livelli del terreno,
innalzando dighe al posto
delle naturali vie di sfogo e
di raccolta delle acque meteoriche.
Da Oderzo a Motta si
contano a decine gli esempi lampanti di corsa sragionata alla cementificazione: è forse un caso se
sotto acqua sono finite le
zone industriali o le aree di
più recente realizzazione
oppure le zone commerciali di prossima sbocciatura? I moderni sottopassi
o i garage sotterranei che
vanno tanto di moda si sono trasformati in paludi. Se
un intervento va fatto è l’analisi dei problemi irrisolti: le fognature sempre uguali nonostante vi si allacci un numero sempre
crescente di utenti, la
scomparsa delle fosse e
delle depressioni dove per
secoli le acque si sono raccolte, il soffocamento di
fossi e fiumi minacciati dalle arature e dalle strade asfaltate, la mancanza di manutenzione perfino dei
tombini.
Giacinto Bevilacqua
senso un esempio, è ancora
assai sensibile a tutto quanto gli accade intorno e ogni
giorno legge i giornali. «Sono contenta di rimanere in
casa di riposo – spiega ancora con lucidità – perché
qui mi sento a casa».
«Nonna Rita è ospite della casa di riposo da oltre nove anni – ha detto il direttore della casa di riposo Angelo Sacilotto – e dopo essere rimasta vedova ed aver
accudito numerosi nipoti
che ancor’oggi vengono a
trovarla con assiduità, ha
chiesto lei stessa di poter essere seguita nella struttura
mottense. Nonna Rita è ancora in buona salute e in per-
fetta lucidità mentale e partecipa alle attività di animazione».
Come ogni anno ha scritto un messaggio per ringraziare gli intervenuti; devota
alla Madonna, ha chiesto per
tutti la protezione del Signore.
Gianandrea Rorato
In tutto l’Opitergino e il Mottense le piogge
intense hanno causato gravi danni: siamo
vittime della natura o è anche un po’...
Colpa nostra?
D
ue acquazzoni
di straordinaria
intensità hanno
messo in ginocchio l’intero Opitergino-Mottense.
Da Oderzo a Motta di Livenza, passando per Chiarano e l’hinterland, a centinaia sono stati allagati scantinati, garage e magazzini,
i tombini sono saltati, le acque nere risalivano dagli
scarichi fognari e dai sanitari domestici, fossi tracimati, strade interrotte al
traffico e trasformate in torrenti, il canale Piavon esondato, rami, foglie e
spazzatura ovunque, campi
Gli allagamenti nella zona industriale nord di Oderzo
e parchi ricoperti d’acqua.
Un’emergenza del genere non si viveva da anni,
forse addirittura dal 1966,
visto che gli eventi alluvionali del 2002 hanno riguardato principalmente i corsi
Una via allagata a Camino
HA COMPIUTO 107 ANNI
Auguri, nonna
Rita Luvison!
H
a festeggiato la scorsa domenica i 107
anni: una vita vissuta a cavallo di tre secoli.
È ospite della casa di riposo da poco meno di una
decina d’anni, e della struttura mottense è una delle ospiti più conosciute.
Nonna Rita Luvison è nata a Camino di Oderzo il 16
agosto del 1898, ma presto si
è trasferita a Mansuè.
Ha festeggiato questo
suo nuovo traguardo domenica 11 insieme a tutta la comunità della casa di riposo e
alle rappresentanze dell’amministrazione dell’ente, delle amministrazioni comunali di Motta e di Mansuè, ai
parenti e ai tanti amici.
Rita, la cui fede è profonda e cristallina, in questo
con una cena aperta a tutti;
parteciperanno inoltre le autorità avisine locali.
VENERDÌ 16
Questa sera al Gin Bar di
Motta
concerto
dei
Brothers, Ziroldo and
friend.
Lo Skating Club Mottense presenta dei corsi di
vari tipi di ginnastica. I corsi inizieranno il 26 e 27 settembre. Per informazioni:
0422-740210, oppure [email protected].
DOMENICA 18
Il Cai di Motta organizza un’escursione all’Anello di
e
L’AZiON
e
Opitergino / Mottens
Domenica 18 settembre 2005
Cima dell’Albero. Per informazioni 0422-765615, sede
sociale.
Alle 11 viene inaugurata la
mostra personale di dipinti di
Bruno De Luca, dal sottotitolo “Il palpitare delle cose”, al palazzo comunale “La
Loggia” a Motta. Presenta Ezio Ciprian. L’orario sarà: sabato e domenica 10-12 e 1619.30; mercoledì, giovedì e venerdì 16-17.30.
Questa sera si concludono i
festeggiamenti della Braciolata Avisina 2005,
MARTEDÌ 20
Lo Skating Club Mottense presenta dei corsi di pattinaggio,
di base, pre-agonismo e pattinaggio spettacolo. I corsi si
terranno sulla pista esterna
(vicino scuole elementari) oppure nella palestra delle scuole Isiss il martedì e il venerdì
dalle 16.30 e le 18. Per informazioni: 0422-740210, oppure [email protected].
Farmacia di turno:
Scotto, via Umberto
I 28, Oderzo, telefono 0422-712221.
L’INGRESSO A CHIARANO
Un concerto
per don Giancarlo
C’
è grande attesa
per l’arrivo di
don Giancarlo Tondato
che farà il suo ingresso
in parrocchia domenica
18 alle 17. Si apre dunque un nuovo corso per
la parrocchia che è stata
retta per parecchi anni
da don Mario Dall’Arche. Don Giancarlo Tondato, sacerdote di
profonda cultura e preparazione, vanta al suo
attivo anche un’esperienza missionaria in Argentina, dove ha retto una parrocchia di circa 25
mila abitanti. È stato parroco a San Giacomo di
Veglia, quindi pastore
nelle parrocchie di Mansuè e Basalghelle. A
Chiarano già diverse persone l’hanno incontrato e
hanno subito avuto modo
di apprezzarne l’umanità
e la preparazione. In onore dell’ingresso di don
Giancarlo (come leggiamo
sotto) si terrà a Chiarano
anche un concerto. (AF)
SUONA PERISSINOTTO,
AUSTRALIANO DI CHIARANO
S
i svolgerà mercoledì 21 settembre alle 21 nella chiesa arcipretale di Chiarano un concerto d’organo e tromba,
eseguito dai maestri Dominic Perissinotto all’organo e Anthony Pope alla
tromba, provenienti dall’Australia.
La tappa a Chiarano del
loro tour europeo non è casuale: ci sono almeno due
buoni motivi.
Il primo è perché il papà
di Dominic, Guerrino, è originario proprio di Chiarano, dove è nato e da dove partì per l’Australia nel
lontano 1951.
Già due anni fa Dominic eseguì proprio qui a
Chiarano un concerto in una chiesa gremita di parenti e conoscenti; come
da lui allora promesso, due
anni dopo ritorna, e questa volta ad ascoltarlo ci
sarà anche il padre.
Il secondo motivo del
concerto, non meno importante, è che con questo
concerto la parrocchia di
Chiarano vuole dare il benvenuto al nuovo parroco
Dominic Perissinotto
don Giancarlo.
Dominic Perissinotto si
è laureato alla Melbourne
University; nel 1990 continuò gli studi alla Royal
College of Music di Londra dove fu nominato organista della Westminster
Roman Cathedral of London e in seguito della chiesa italiana di San Pietro in
London. In seguito al suo
ritorno in Australia nel
1993 è stato molto attivo
sia come solista sia come
accompagnatore di cori,
strumentisti e cantanti. Attualmente è coordinatore
di musica della University
of Notre Dame of Australia, organista e direttore di
musica alla basilica di St.
Patrick a Fremantle.
ADDIO, CARI PLATANI DI GORGO...
C
ari vecchi platani malati di
Gorgo: non c’è speranza per voi, sarete
abbattuti.
Decisione sofferta
ma necessaria, soprattutto per impedire che la malattia si
propaghi ad altri alberi, ora sani. Il territorio gorghense vanta diverse strade alberate. Sono il frutto
di una decisione presa decenni or sono quando lungo le nuove strade si piantavano gli alberi, quasi
sempre platani. Albero
maestoso e bellissimo il
platano, purtroppo, può di-
ventar preda
di una malattia mortale: il
cancro. Quando un albero
ne è affetto
non c’è più
nulla da fare,
muore inesorabilmente.
Fra le cause di questa malattia sembra esserci l’inquinamento atmosferico. I
tecnici della Guardia forestale hanno effettuato la
diagnosi, segnando quali
sono le piante che andranno abbattute. Per quest’intervento sono stati stanziati
30 mila euro. Il legname
non potrà essere venduto.
Essendo di albero ammalato dovrà essere smaltito
in un inceneritore per evitare che le spore della malattia si propaghino ad altri
alberi. Certo, è un intervento che suscita tristezza,
soprattutto pensando che
esso è diretta conseguenza
della civiltà dei consumi.
Una proposta per il Comune di Gorgo: piantare
presto degli altri alberi in
sostituzione di quelli tagliati, portando una nota di
verde su quell’asfalto che
si sta sempre più diffondendo nei nostri paesi.
Annalisa Fregonese
e
L’AZiON
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Mottense
Domenica 18 settembre 2005
37
ESPOSIZIONE A SAN GIORGIO
CURIOSITÀ A GRASSAGA
Pasqual e Celeghin mostrano
“Quando il lavoro è arte”
La storia in soffitta
della canonica
È
giunta alla sua dodicesima edizione
la mostra “Quando il lavoro è arte” allestita al
centro sociale di San Giorgio
di Livenza in occasione dei
tradizionali festeggiamenti in
onore del santo patrono.
L’esposizione sarà inaugurata sabato 17 settembre,
alle 20.30, alla presenza del
parroco don Angelo Arman,
del sindaco di San Stino e del
sindaco del Comune di Caorle (a cui San Giorgio appartiene), che ha dato il suo patrocinio. Organizzata con
passione e cura da due sangiorgensi, Paola Pasqual e
Tiziano Celeghin, la mostra
è cresciuta negli anni, affermandosi come preziosa occasione per conoscere e ammirare le opere di alcuni artisti provenienti da varie città
e paesi del Veneto e del Friuli, che spesso vivono proprio
del loro lavoro di pittori, scultori, artigiani. Per il 2005 si è
riusciti a raccogliere le creazioni di ben 25 artisti. Tra
questi, come ogni anno, non
mancherà l’“ospite d’onore”,
un artista di fama, apprezzato dalla critica nazionale o internazionale: sarà Andrea Pavon Mancinelli, scultore-pittore residente a San Giorgio
di Nogaro, che la comunità
parrocchiale ha già cono-
Il monumento al
donatore Avis in piazza
Duomo a Portogruaro,
opera di Giuseppe
Celeprin, uno degli
scultori protagonisti
della mostra “Quando il
lavoro è arte”
sciuto l’8 dicembre scorso, per il
primo anniversario dell’inaugurazione della cappella dedicata a Maria Madre della
Chiesa.
In quell’occasione, infatti, i fedeli parteciparono ad una celebrazione
dedicata a Maria, ispirata all’opera di Pavon Mancinelli
Tutto il programma dei festeggiamenti
P
roseguono i festeggiamenti a San
Giorgio di Livenza, all’insegna della musica e della buona cucina. Nell’area
adiacente i locali parrocchiali è stato allestito lo stand enogastronomico, la pesca di beneficenza e, accanto alla mostra
d’arte (vedi articolo sopra), un’esposizione fotografica su san Giorgio, con immagini dagli anni venti ai giorni nostri.
Alcune foto saranno anche proiettate su
uno schermo e accompagnate da un sottofondo musicale di brani corrispondenti
all’epoca rappresentata.
una famiglia
posto a tavola”,
GAINIGA la festa annuache cresce quella di “Insieme per
le dell’associal’Africa”, l’associazione nei locali
zione di volontaadiacenti la
riato che sostiene
chiesa parrocla missione di pachiale di Gainidre Gianfranco
ga.
Gottardi a CaIl programma
boxangue in Nuodella giornata
va Guinea.
prevede la celeOggi infatti l’associazione è alle brazione della messa alle 10.30,
soglie dei duecento iscritti, sen- alle 12 il saluto del presidente
za contare le numerose persone Silvio Florian nelle sale parrocdisponibili a dare una mano per chiali, alle 12.30 il pranzo a bale numerose iniziative di raccol- se di piatti tradizionali, alle 15
ta fondi.
estrazione della lotteria.
Domenica 25 settembre si rinnova Per prenotarsi telefonare al nul’appuntamento con “Aggiungi un mero 335-6284206. (BD)
È
Festa di
Insieme per
l’Africa il 25
PIANZANO
“La Regina del mare”, una vera e propria vela affrescata
ed esposta nel coro della nuova chiesa. «Ogni anno – spie-
ga Paola Pasqual –
cerchiamo di invitare sempre nuovi
artisti e di mantenere la varietà nelle tecniche, dalla
pittura, alla scultura, all’artigianato».
Questi i nomi
dei partecipanti:
come scultori, Roberto Bertolo, Giulio Bonacin, Giuseppe Celeprin, Arrigo Da
Rozze, Lauretta Donè, Torquato Ongaretto, Giorgio
Picchetti, Umberto Sartori,
Vinicio Stocco, Vittorino Zane; come pittori, Giacinto
Biancon, Ezio Ciprian, Paolo
Benvenuto Cellini, Antonio
Franceschi, Sandro Gaetani,
Danilo Marchesin, Antonio
Marini, Laura Mior, Gabriella Musso, Paola Pasqual, Lucia Piazza, Laura Poletto,
Gianfranco Tagliapietra, Lucio Trabucco.
La mostra sarà visitabile
nei giorni della festa (che
proseguirà nei fine settimana
fino al 25 settembre), dalle
19.30 a mezzanotte.
Beatrice Doretto
CAPPELLA MAGGIORE
Questo il programma dei prossimi
giorni: sabato 17, ballo con l’orchestra
Jimmy e Ricordi e alle 20.30 inaugurazione della mostra “Quando il lavoro è arte”; domenica 18, alle 17 processione comunitaria con il simulacro della Madonna, alle 21 ballo con “I cadetti” e cabaret
con Giusy Zenere dalla trasmissione tivù
“La sai l’ultima”; sabato 24 alle 20 assaggio di torte casalinghe offerte dalle
donne del paese, alle 21 ballo con “I romantici”; domenica 25 ballo con l’orchestra “Andrea Orlando”.
“C
uriosando in
soffitta”: è questo il titolo della mostra
allestita in occasione della sagra di Grassaga, nel
salone parrocchiale.
Si tratta infatti di una
esposizione frutto proprio di una visita esplorativa nella polverosa
soffitta della canonica.
Qui sono rinvenuti una
grande quantità di oggetti sacri, tuniche, oltre
che interessanti documenti parrocchiali dai
primi del Novecento.
Preziose testimonianze che, già lo scorso anno, il sacrestano Bruno
Presotto decise di riportare alla luce durante i
festeggiamenti paesani e
CEGGIA: la
Caritas trasloca
in via Piavon
L
a Caritas di Ceggia
a causa dei lavori
di sistemazione alla Casa
della dottrina, affinché
questa possa accogliere
gli studenti della elementare Collodi, si è trasferita temporaneamente
in via Piavon, presso gli
ex-ambulatori. È aperta il
sabato, dalle 9 alle 11.
che, visto l’apprezzamento dimostrato dai visitatori, sono stati esposti anche per questa edizione, con qualche significativa novità: meno
spazio agli oggetti sacri
e molto di più alle immagini che documentano la storia di Grassaga
nel ventesimo secolo.
Gli organizzatori –
Presotto insieme a Roberto Ciottolo, Maria Rosa Zorzetto e Marco Sartorello – si sono mobilitati per raccogliere fotografie più o meno antiche, in grado di raccontare quasi cento anni di
storia di una piccola comunità, che oggi conta
poco meno di 400 abitanti.
Così dalla soffitta della canonica, la mostra è
diventata il pretesto per
curiosare nei sottotetti di
molte famiglie e scovare
storici scatti di gruppi, di
paesaggi, della chiesa in
costruzione, delle comunioni e delle cresime,
dell’alluvione. «Pezzosimbolo della mostra –
spiega Marco Sartorello
– è il vecchio orologio
del campanile, che per la
prima volta può essere
visto da vicino». (BD)
OSIGO
MOTTA: affollatissimi funerali
della maestra Bruna Favretto
M
oltissimi i partecipanti nel
duomo di San Nicolò a
Motta lo scorso sabato
pomeriggio ai funerali di
Bruna Favretto in Dal
Ferro, 52 anni, maestra
elementare. La donna è
deceduta in seguito ad
un male incurabile. Da
tempo non godeva di
buona salute, negli ultimi giorni il peggioramento e il decesso. Il
SUSEGANA
papà Giovanni era bidello
alla scuola media locale, il
marito Sandro Dal Ferro
è apprezzato falegname e
artigiano. Lascia i tre figli Marco, Andrea ed Elena. Le esequie sono state caratterizzate dall’emozione dei partecipanti
che hanno conosciuto la
donna: infatti la sua professione di insegnante elementare l’aveva fatta conoscere a generazioni di
S. VENDEMIANO
mottensi. La salma è stata tumulata nel cimitero
di San Giovanni. (GR)
GIOVANNI DE CONTI
n. 28.11.1924 - m. 18.8.2005
Sei sempre vicino a noi.
Tua moglie Ormelia con i figli
Meri, Francesca e Francesco
e i nipoti ti ricordano con immensa nostalgia.
SAN VENDEMIANO / UNITI
NELLA PACE DEL SIGNORE
S
AUGUSTA SANSON
n. 24.11.1910 - m. 18.6.2005
Nel trigesimo della tua morte
ti ricordiamo con tanto affetto
perché continui a vivere vicino
a noi nella mente e nel cuore.
Il marito Antonio, figli, nuora,
generi, nipoti, pronipoti e parenti tutti.
LUIGI ULIANA
n. 21.6.1923 - m. 20.9.2001
Sono passati quattro anni, ma
tu sei sempre vivo nei nostri
cuori.
Tutti i tuoi cari.
MARIO MORANDIN
23.9.1995 - 23.9.2005
Lenti e pigri sono trascorsi
questi ultimi dieci anni senza di
te, che ci sei mancato soprattutto nei momenti di gioia vissuti in famiglia. Il tuo ricordo
rimane sempre vivo come allora nei nostri cuori.
FRANCESCO DAL POS
n. 6.5.1910 - m. 16.9.1988
MARIA DALL’ANESE
n. 18.10.1914 - m. 22.2.1998
Cari genitori, ricordiamo l’esempio di onestà e bontà che ci
avete insegnato: aiutateci a seguirlo.
I vostri cari
ANGELO DAL POS
n. 5.5.1905 - m. 20.9.1982
CARMELA SANSON
n. 15.7.1907 - m. 10.10.1996
iete uniti tutti e due
nella pace di nostro
Signore, nel venitreesimo
e nono anniversario della
vostra morte.
Cari genitori, l’amicizia,
la bontà e l’amore che ci avete donato resteranno immutati nei nostri cuori.
Vi ricordano il figlio, le
figlie, i generi, i nipoti e i
pronipoti.
Seguiranno le messe
negli anniversari.
I vostri cari con tanto affetto vi ricordano.
DOPPIA VOCAZIONE, ECOLOGICA E SOLIDALE,
PER LA ECOMARATONA DEI CIMBRI CHE SCATTA DOMENICA 18
Per l’ambiente, per i Saharawi
P
arte domenica 18
settembre alle
8.30 da Fregona
la seconda edizione dell’ Ecomaratona dei cimbri. Caratterizzata da un percorso
di 42 km e 195 mt (è a tutti gli effetti una maratona)
quasi interamente su strada sterrata o sentiero (nome tecnico: trail running),
la manifestazione sportiva
si snoderà attraverso luoghi suggestivi come le grotte del Caglieron, il monte
Pizzoc - il primo tratto di gara comprende appunto i
1300 metri di salita da Fregona alla vetta- e il bosco
del Cansiglio cono alcuni
siti cimbri, tra cui Campon.
La competizione, che vedrà l’assegnazione al vincitore del secondo trofeo
Permasteelisa, non è aperta a corridori improvvisati,
ma a persone con un adeguato allenamento: i parte-
cipanti devono essere muniti di certificazione di idoneità medica per l’atletica.
Quest’ultima, infatti, è necessaria per le iscrizioni, aperte fino a sabato 17 stesso.
Con l’aiuto di 150 volontari e una previsione di più
di 200 partecipanti, anche
quest’anno l’Ecomaratona
si pone obbiettivi multiformi, dalla valorizzazione ambientale e storica, fino all’impegno nel sociale.
Infatti, come spiega Tiziana De Conti della Pro
Loco di Fregona, «L’Ecomaratona dà la possibilità
di mantenere attivi sentieri bellissimi da un punto di
vista paesaggistico e anche
di percorrere luoghi intrisi
di storia».
Oltre alla valorizzazione
e promozione dell’ambiente locale, l’eco-maratona
sarà l’occasione per promuovere un’azione di sensibilizzazione e di solida-
rietà a favore dei profughi
del popolo Saharawi, la cui
terra, il Sahara Occidentale, è indebitamente occupata da 30 anni dal Marocco, suo potente vicino di casa settentrionale.
L’impegno solidale dell’Ecomaratona prevede che
una quota dell’iscrizione
pagata dai partecipanti finanzi l’adozione di un bambino ugandese disabile e di
sua madre, e quella, simbolica, di un desaparecido
del popolo Saharawi.
Inoltre la competizione
fregonese fa parte del circuito delle Ecomaratone
d’Italia, le cui consorelle sono l’Ecomaratona del Ventasso (in provincia di Reggio Emilia), quella dei Marsi (in provincia dell’Aquila)
e la Sahara Marathon, che
si svolge appunto in Sahara Occidentale, a contatto e
a beneficio dei Saharawi.
CAI E DINTORNI - TUTTE LE PROPOSTE
A
vevate forse dei dubbi? Come
promesso, la rubrica di appuntamenti on the road sulle vette dei monti si prodiga questa settimana in allettanti sorprese, con tanto di eventi eccezionali, come l’attesissima ecomaratona dei Cimbri di cui si parla qui sopra.
Una full immersion di due giorni, sabato e domenica, per la sezione Cai di
Sacile: direzione Piccolo Lagazuoi,
Gasser Depot, nelle Dolomiti Ampezzane. Informazioni: www.caisacile.org
La sottosezione Cai di San Polo non
se ne sta con le mani in mano e questa
domenica organizza una gita escursionistica a bivacco Grisetti e Cima
Moiazzetta. Informazioni: www.caisanpolo.it
Promette bene la sezione family Cai
di Pieve di Soligo, intenta questa domenica a percorrere un itinerario escursionistico a Farra di Soligo. Infor-
mazioni: www.caipievedisoligo.it
Ed ecco la prima sorpresa: sezione
Cai di Motta di Livenza e Gruppo Jonathan uniti nell’escursione domenicale in Val Tovanella.
Da Castellavazzo Podenzoi, luogo
designato alla partenza delle 8.30, si sale al bivacco Casera Busnich (1563 mt),
si raggiunge forcella Busnich (1617 mt)
entrando nella Riserva Orientale Val
Tovanella, dove si ammira la parte meridionale del Gruppo del Bosconero.
Altre tappe: forcella Sesarola, forcella
Pezzei (1668 mt) e Costa del Duo. Informazioni: www.caimotta.it
Il Cai di Vittorio Veneto opta invece
per una visita ai luoghi che furono teatro di aspre battaglie nel 1915-18: la
zona a nordest del lago di Landro, la
Croce di Dobbiaco (2305 m.), la Forcella Dei Castrati (2227 m.), la Piramide Carducci, il rifugio A. Bosi, fino al lago di Antorno (1866 m.).
Dislivello di 900 m. e partenza alle
6.30 dal parcheggio Cadoro. Informa-
zioni: www.caivv.it
L’appuntamento per il Cai di Conegliano è al passo Valles e al passo San
Pellegrino. Sono previsti due distinti
percorsi: il primo, per veri duri, dal passo Valles a malga Vallazza, al lago di Iuribrutto ed all’omonima forcella dalla
quale si scenderà al passo San Pellegrino; il secondo, più adatto ai ragazzi
della sezione Alpinismo Giovanile, dalla forcella a Cima Bocche (2745m) ed
al bivacco Jelici fino a percorrere il sentiero attrezzato Gronton fino alla forcella Lusia.
Ma le sorprese della sezione di Conegliano non finiscono qui: sabato 17
settembre alle 21 il Centro Culturale
Humanitas in collaborazione con il Cai
di Conegliano presenta all’Auditorium
Teatro Toniolo Liberi di avere o liberi
di essere? un incontro con Ario Sciolari, guida alpina di San Vito di Cadore,
e Francesco Vidotto. L’ingresso è libero. Informazioni: www.caiconegliano.it.
(AD)
La manifestazione ha
sin dalla sua
nascita l’appoggio di Legambiente,
che nella sua
prima edizione, l’ha insignita della
Bandiera
Verde. Proprio per te- Un passaggio della Ecomaratona 2004. A fianco, il momento della partenza.
nere fede a
questo impegno, una par- zione del Pasta Party, preticolare cura è riservata al- visto per la sera di sabato
la manutenzione e al ri- 17 settembre all 19, seguispetto dei sentieri percorsi, to alle 20 dalla proiezione di
che saranno sgomberati un video sul Cansiglio. In
dalla segnaletica sin dal precedenza, alle 17 al cenpassaggio dell’ultimo cor- tro sociale meeting per gli
atleti della Ecomaratona e
ridore a fine gara.
Il cenedese Gianni De gli aspiranti tali con l’atleta,
Polo, membro del comita- giornalista e massofisioteto organizzatore insieme al- rapista Fulvio Massa sul tel’altro cenedese Stefano ma “Il trail running: prepaMichelet e a Tiziana De razione, alimentazione, tecConti, spiega che «altro nica, tattica di gara”.
Per chi non corre, dopregio dell’Ecomaratona è
quello di fungere da col- menica mattina alle 9.30 elante tra le varie associa- scursione guidata sui senzioni di volontariato del fre- tieri del Torchiato attorno
gonese», che collaborano a Fregona.
Alle 15 le premiazioni
all’organizzazione.
Dunque anche un’occa- del vincitore, alle 16.30 il sisione di socializzazione, pario sull’Ecomaratona.
Ginevra Lamberti
confermata dall’organizza-
15 GIORNI PER LA MONTAGNA
A BELLUNO “OLTRE LE VETTE”
G
iunge alla sua IX
edizione “Oltre
le vette. Metafore, uomini, luoghi della montagna”, la rassegna dedicata alla montagna in programma al teatro comunale di Belluno dal 24 settembre al 9 ottobre. Protagonista della manifestazione il grande cinema
di ambientazione alpina
del XX secolo, con esposizioni, mostre a tema,
come quella del pittore
Giovanni Bettolo, tavole
rotonde, convegni di studio, presentazioni di libri
e proiezioni di film, tra
cui spiccano le opere di
Arnold Fanck, Leni Riefensthal e Frank Capra.
A inaugurare la rasse-
gna, sabato 24 settembre,
il film di Alberto Maria
De Agostini “Terre Magellaniche”, un’opera del
1933 sulla esplorazione
della Patagonia, con commento musicale dal vivo
di violoncello e pianoforte.
Tra gli ospiti d’onore, è
previsto Reinhold Messner, atteso per la serata
del 2 ottobre. Oltre le vette va anche a teatro con
gli attori-autori Sandro
Buzzatti, Paola Favero e
Patrizia Zanco, che, la sera del 9 ottobre, anniversario della tragedia del
Vajont, ricostruirà il percorso umano e professionale di Tina Merlin.
Angela Deganis
e
L’AZiON
Lettere
& interventi
Domenica 18 settembre 2005
39
DOPO IL SUCCESSO DEL FILM DOCUMENTARIO SU PAPA GIOVANNI PAOLO I
Gli anni di Luciani vescovo vittoriese,
riscoprirli per conoscerlo davvero
I
l documentario su Giovanni Paolo I, Albino
Luciani, trasmesso recentemente dalla Rai,
ha suscitato consensi, ma anche critiche. Pubblichiamo il commento di due “vecchi” collaboratori de L’Azione che hanno ambedue avuto modo di
essere stati vicini ad Albino Luciani nel periodo del
suo ministero episcopale a Vittorio Veneto. Condividiamo la loro valutazione critica per la carenza del
documentario nella parte riguardante la nostra diocesi. Siamo convinti che certe sorprese che il suo
brevissimo pontificato ha suscitato nascano da alcune caratteristiche della sua personalità che sono
maturate proprio a Vittorio Veneto. Appoggiamo poi
l’invito perché qualcuno, che sa e può, intraprenda
quest’opera di doveroso completamento della figura del nostro amato Giovanni Paolo I.
“CONVERTITO DAL CONCILIO”
La forza della semplicità
H
o avuto il privilegio
di avere papa Luciani, allora nostro vescovo, come “celebrante” del
mio matrimonio nel settembre del 1966 e di seguire con emozione ed entusiasmo, da giovane cattolico impegnato nelle istituzioni diocesane, la sua prodigiosa semina pastorale
fra le nostre comunità cristiane.
Il pregevole film-documento (Il Papa del sorriso),
che Raitre ha proposto sulla figura e il ruolo di questo
“prete bellunese” divenuto
Giovanni Paolo I come per
incanto e al di là di ogni pronostico della vigilia, merita
un paio di rilievi che nulla
tolgono alla bravura e correttezza giornalistica degli
autori del servizio.
1- Lo spazio riservato
dalla trasmissione alle tre
fasi del cammino biografico
e pastorale di Albino Luciani verso il soglio pontificio (prete nel bellunese, vescovo di Vittorio Veneto e
patriarca di Venezia) mi
sembra penalizzi in modo
evidente proprio il periodo
episcopale nella nostra diocesi. Non mi riferisco tanto
ad una questione di “tempo-trasmissione” dedicato
a questa fase, quanto piuttosto ad un’analisi limitata
e talora superficiale dei segni socio-pastorali che papa
Luciani ha lasciato su questo territorio e ai cambiamenti di mentalità ecclesiale che la sua personalità
dolce e determinata ha saputo favorire gestendo con
maestria e senza clamori il
messaggio travolgente del
Concilio. Citare l’episodio
vagamente guareschiano
di Montaner (“il cappellano è nostro, guai a chi ce lo
tocca”) quale esempio di
come l’allora monsignor
Luciani difendesse l’ortodossia canonica e l’autorità
dell’Episcopus sulla comunità, mi è sembrato riduttivo e certamente non rivelatore di quanto quest’uomo di Chiesa e di Dio sapesse interpretare e calare
nelle realtà concrete le
“gioie e le speranze” che la
stagione conciliare stava
suscitando in quegli anni.
Al suo ingresso a Vittorio
Veneto, a metà degli anni
Sessanta, monsignor Luciani si trovò a dover traghettare, seguendo il vento conciliare che soffiava
provvidenziale, una Chiesa
locale sottoposta, negli stessi anni, a profonde mutazioni sociali, culturali e politiche: si pensi all’industrializzazione galoppante
di aree quali il Coneglianese e il Quartier del Piave,
con perdita graduale dei
connotati rurali di abitudini, mentalità e culture locali, al bisogno di “ruolo attivo” da parte di un laicato
cattolico che in quegli anni
richiedeva spazi più significativi di presenza ecclesiale che andassero oltre la
gestione delle tradizionali
attività parrocchiali e, sul
terreno più squisitamente
politico, al dibattito aperto,
nel mondo cattolico, dalla
alleanza, a partire dal 1963,
fra il partito cattolico della
Democrazia cristiana e il
Partito socialista che contribuiva a spingere verso esperienze “socialmente coraggiose” un sindacalismo
a ispirazione cristiana che
gestiva le spinte e le richieste del mondo del lavoro in forte tensione e talora in fibrillazione.
Il vescovo Luciani riuscì,
con il suo stile, la sua catechesi e la sua didattica a
tratti disarmanti nella loro
profonda semplicità, a far emergere una Chiesa viva,
capace di metabolizzare i
cambiamenti senza cercare il conflitto e in grado di
far crescere e progredire
non tanto singole esperienze “socialmente ed ecclesialmente dirompenti”
come in altre realtà del Paese bensì l’intero popolo di
Dio delle comunità cristiane affidate alla sua cura pastorale.
Mi sembrava questo il
terreno privilegiato sul quale gli autori del servizio avrebbero potuto scavare e
indagare per far capire
quanto questo autentico interprete dello spirito conci-
liare abbia
plasmato
un’intera
comunità.
Non è
casuale che
alle persone a lui più
vicine e nel
corso di incontri con
responsabili della pastorale e
della comunicazione
diocesana,
il vescovo
Il vescovo Albino Luciani davanti alla cattedrale di Ceneda
Luciani fosse solito ripetere: «Io sono un con- merosi documenti di quevertito dal Concilio». La gli anni) secondo criteri di
grandezza ecclesiale di apertura, comprensione e
quest’uomo va capita, a mio rigore dottrinale. Vale a dimodesto avviso, solo se in- re: la preferenza della Chieterpretata rileggendo i testi sa va sempre e comunque
conciliari più significativi, verso chi è povero, senza
dalla Populorum Progres- potere, sofferente e si batte per elevare la dignità delsio alla Gaudium et Spes.
2 - Le immagini relative l’uomo; la Chiesa deve metalla fase veneziana del pa- tere gli uomini e la loro cretriarca Luciani appaiono scita totale prima del propuntuali ed efficaci nel ri- fitto; le esperienze “ideololevare il rigore e l’inflessi- gicamente discutibili” o “cabilità nel contrastare qual- nonicamente non facilsiasi coinvolgimento della mente compatibili” che laiChiesa in operazioni finan- ci e preti decidono di fare,
ziarie più o meno traspa- vanno seguite con attenrenti e in manovre con po- zione ed eventualmente
teri forti ed occulti. Si rica- corrette con comprensione
va invece un’impressione e carità non bollate con adistorta della posizione di natemi.
Senza scomodare cateLuciani nei confronti del
mondo del lavoro, in parti- gorie abusate di progressicolare quello di fabbrica, e smo e conservatorismo, mi
nei confronti di chi, all’in- sembra ancora una volta
terno della Chiesa, sia pre- che la rigorosità conciliare
te che laico, si “compro- del vescovo Luciani abbia
metteva” in tentativi, giusti trovato la sua espressione
o discutibili che fossero, di più efficace e genuina ducapire e condividere le rea- rante il suo episcopato nelli condizioni di lavoro degli la nostra diocesi. Avrei vooperai le quali, in quegli an- luto che il servizio di Raitre
ni, non erano sempre in sin- avesse dedicato un aptonia né con la dottrina so- profondimento specifico a
ciale della Chiesa né, so- questo aspetto.
Un’analisi attenta dei doprattutto, con le più recencumenti di quegli anni e
ti esortazioni conciliari.
Pur senza indulgere in delle eventuali testimoproclami e prese di posi- nianze ancora disponibili
zione eclatanti, monsignor potrebbero svelare ulterioLuciani, nella fase vittorie- ri aspetti sulla grandezza
se del suo ministero epi- conciliare di questo “umile
scopale, ispirò i suoi inter- vescovo” il cui ricordo anventi e orientò la pastorale cor oggi ci stimola e comdel mondo del lavoro (si muove.
Fiore Piovesana
leggano in proposito i nu-
RACCONTATI PARZIALMENTE
La solita delusione
per gli anni “nostri”
C
aro Direttore,
il documentario su Papa Luciani trasmesso
su Raitre lunedì 5 settembre ha ottenuto il consenso
della critica e, a tener conto dei dati Auditel (3.101.000
spettatori e uno share di quasi il 14%), anche dei telespettatori. Per fare un paio di esempi: il critico del Corriere della Sera (del 7 settembre) lo definisce “una
densa pagina di tivù”, mentre quello dell’Espresso (numero 35 del 15 settembre) parla addirittura di “Un piccolo, ma non tanto piccolo, capolavoro, televisivo e
non solo televisivo”.
Non sono un esperto della materia ma, nel mio piccolo, mi sento di condividere i due autorevoli giudizi,
almeno sull’opera televisiva in sé, considerata nel suo
complesso.
Devo aggiungere però che, nel seguire il documentario, ho anche provato delusione. Vorrei dire: la
“solita” delusione, quella che provano tutti coloro che,
in diocesi, hanno conosciuto il vescovo Luciani e lo
hanno seguito nei suoi anni vittoriesi, quando leggono le sue biografie, soprattutto nelle sintesi giornalistiche ma non solo in quelle, e non trovano in esse
(quando lo trovano) se non un breve cenno superficiale al suo episcopato vittoriese. E va anche detto
che, nel documentario di cui parliamo, questa parte è
la meno riuscita, non solo per la sua incompletezza dal
punto di vista biografico, ma anche per il rilievo sproporzionato che in essa si dà (nonché la rappresentazione reticente e confusa) ai due noti “scandali” che
procurarono non poche sofferenze al vescovo Luciani, ma che comunque, nell’economia generale della sua
“presenza” tra noi, costituiscono due episodi del tutto marginali. Il rischio fortissimo, parlando solo di essi e pressoché niente del resto, è di capire poco, per
non dire nulla, di Albino Luciani vescovo di Vittorio
Veneto e del mirabile percorso di pensiero e di anima
che in quegli anni per noi indimenticabili egli maturò,
alla luce – è proprio il caso di dirlo – del Concilio, che
egli visse con un entusiasmo letteralmente contagioso.
Ma la delusione, caro Direttore, si accompagna a
un rammarico, che è anche – pro quota – un po’ senso di colpa: perché l’ombra da cui viene avvolta la storia di monsignor Luciani vescovo di Vittorio Veneto è
anche, e forse soprattutto, dovuta al fatto che fin qui
nessuno tra noi – ente, associazione, gruppo, singolo
– ha mai pensato di compilarla, magari anche solo a
cominciare dalla raccolta delle innumerevoli testimonianze ancora reperibili in terra di San Tiziano.
Mi auguro che il documentario televisivo susciti, se
non altro, qualche iniziativa in questa direzione.
Aldo Toffoli
Papa Giovanni Paolo I con colui che diventerà suo successore a San Pietro