- Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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2 e L’AZiON Primo Piano Domenica 18 settembre 2005 CONSIGLI PASTORALI PAR TANTE SENSIBILITÀ DIVERSE Nelle parrocchie, rinnovo entro Natale Tra parroci e laici una bella varietà Crediamoci ancora V ivaci. Sbiaditi. Propositivi. Rassegnati. Audaci. Formali. Sono di tanti tipi i consigli pastorali parrocchiali, specchio fedele della varietà della nostra Chiesa locale. Si va dal consiglio che si riunisce ogni mese, stende il piano pastorale parrocchiale, verifica il cammino compiuto, a quello che viene convocato, ben che vada, tre volte all’anno giusto per preparare le “feste grandi”. Nelle riunioni dei consigli emergono le diverse sensibilità di preti e laici. C’è il prete “democratico” che stimola il confronto con i laici, cerca e ascolta la loro opinione, delega più che può. C’è il prete che ancora fatica ad accettare gli “organismi di partecipazione”, perché alla fin fine “sono io il responsabile della parrocchia ed è a me, e non al consiglio, che la gente attribuisce le scelte”. C’è il prete che alla fine giunge all’obiettivo che si era prefissato ma coinvolgendo e convincendo i laici. E c’è quello che invece non riesce a guidare i laici sulla strada che ha in mente e allora si creano tensioni più o meno forti. C’è quello che vola alto proponendo progetti ambiziosi. E quello che resta ben ancorato con i piedi per terra «perché qua le forze son quelle che sono». Ma anche tra i laici si ha un quadro molto variopinto. C’è il “progressista” che sogna una Chiesa fortemente impegnata nella vita sociale. C’è chi evoca modelli comunitari distanti, come le comunità di base brasiliane. C’è chi vorrebbe una parrocchia tutta “spiritualista”. C’è chi ogni volta pone il problema dei “lontani”. C’è chi è nostalgico dei tempi andati: delle “a- dunanze oceaniche”, delle processioni solenni, delle rogazioni affollate. C’è chi non riesce ad accettare e a confrontarsi con i tempi nuovi, con l’impianto familiare che cambia, con il lavoro rivoluzionato, con i bambini-figli-della-televisione. C’è chi ad ogni pié sospinto ripete che pitòst che pèrder na usanzha l’é mèjo brusar an paese: guai allora togliere una messa, modificare la posizione dei banchi, spostare i candelieri, ritoccare il repertorio dei canti. E poi c’è chi ha fiducia cieca e totale del parroco, che non per niente l’a studià tanti ani in seminario. Scandalizzati da tanta diversità? Neanche per sogno. Come scriveva nel ’68 il giovane teologo Joseph Raztinger (Introduzione al cristianesimo) “la Chiesa viene chiamata ‘santa’ non perché i suoi membri siano, insieme e singolarmente, santi, uomini senza peccato... la santità della Chiesa sta in quel potere di santificazione che Dio esercita in essa malgrado la peccaminosità umana”. I nostri consigli pastorali, come il resto della Chiesa, non vivono che in noi, vivono “della lotta di chi non è santo per la santità”. Partendo dalla consapevolezza di questa comune condizione che ci accomuna preti e laici - diventerà più facile comprendere e accettare le diversità. E intraprendere insieme cammini nuovi. Federico Citron Consigli, specchio della varietà della Chiesa locale e L’AZ iON Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto (Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr. ROC n. 1730) Direttore responsabile GIAMPIERO MORET Redazione e amministrazione Tel. 0438 940249 e-mail: [email protected] www.lazione.it Via J. Stella, 8 - Fax 0438 555437 TIPSE - Tel. 0438 53638 - 31029 VITTORIO V. ABBONAMENTI 2005: Annuale (50 numeri) 40 Semestrale 22 Sostenitore 80 A nche nella Chiesa c’è la soddisfazione di poter votare. In questi mesi, infatti, si rinnovano i consigli pastorali ai vari livelli della Chiesa diocesana. E tra questi, l’elezione del consiglio della parrocchia è un avvenimento che richiede impegno per la preparazione e mobilitazione di tutta la comunità. Se ben preparato, è un momento di vivacità della parrocchia che può imprimerle nuovo slancio. Si deve votare con la consapevolezza di ciò che nella Chiesa rappresenta questo gesto. Ha qualcosa della democrazia con cui sono costitui- sa non è opera nostra, ma iniziativa di Dio. È lui che ha piantato la vigna, noi però siamo chiamati a lavorarvi af finché porti frutti. Tutti siamo chiamati con compiti e doni diversi. La votazione dei membri del consiglio pastorale parrocchiale, scegliendo con responsabilità le persone che ci sembrano più adatte, è un modo che manifesta la volontà di essere attivi. E gli eletti, assumendo l’incarico di consiglieri, sanno che sono investiti del ruolo di essere indicati dalla comunità per collaborare con il pastore per discernere ciò che Dio vuole da noi in questo tempo e nel luogo in cui si vive. Il nostro settimanale, nel giorno in cui viene consegnato a tutte le parrocchie il piano pastorale e si dà avvio alle attività, vuole offrire un contributo perché l’elezione del consiglio parrocchiale, che sarà il primo impegno dei prossimi mesi, non sia un’operazione di routine o, peggio, un impegno subìto, ma un’occasione per risvegliare le nostre comunità. IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE I consigli, come organi di partecipazione distribuiti a vari livelli della Chiesa diocesana, sono una conseguenza del rinnovamento della Chiesa operato dal Concilio Vaticano II. Si parte dalla comunità parrocchiale con il consiglio pastorale – al quale si aggiunge il consiglio per gli affari economici –, poi si ha un consiglio o almeno un organo di collegamento nella forania e infine al vertice della diocesi il consiglio presbiterale e il consiglio pastorale diocesano. Il consiglio pastorale parrocchiale è l’organismo che in comunione con il parroco anima la vita parrocchiale. Ha il compito di: conoscere l’ambiente della parrocchia sotto tutti i punti Questo settimanale è iscritto alla FISC Federazione Italiana Settimanali Cattolici Socio del CONSIS CONSORZIO NAZIONALE SETTIMANALI SOC. COOP. a r.l. - ROMA ed associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Per l’estero chiedere in amministrazione. Conto corrente postale n. 130310 “I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente nell’ambito della nostra attività e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.” te le nostre comunità civili, ma il suo significato è diverso: non è, infatti, il momento che stabilisce chi deve condurre la comunità e come deve condurla, esprime invece la necessità che la vita della comunità sia partecipata da tutti. Partecipata non per plasmarla secondo le proprie idee e visioni, ma nell’ascolto attento di ciò che il Signore vuole da noi. La Chie- Un voto che chiede la mobilitazione di tutta la comunità.Un momento di vivacità che può imprimerle nuovo slancio Chiuso in redazione il 14.9.2005 alle ore 18.30 di vista; promuovere, sostenere e verificare tutta l’azione pastorale; favorire lo sviluppo dei gruppi; approvare le iniziative di carattere economico proposte dal consiglio per gli affari economici. È composto da membri di diritto (parroco, altri sacerdoti, diaconi, rappresentanti delle comunità religiose, presidente di Azione cattolica). Rappresentanti eletti dai gruppi ecclesiali e dalle commissioni. Membri eletti dalla comunità. Membri cooptati. Possono essere membri del consiglio persone battezzate e cresimate, che abbiano compiuto 18 anni, che partecipino alla vita parrocchiale e siano in comunione con la Chiesa. Per l’elezione è costi- I compiti, la composizione, le modalità di elezione, l’articolazione interna tuita una commissione che definisce la lista dei gruppi che possono avere un rappresentante e la lista dei candidati. Ci può essere un’unica lista per tutta la parrocchia o più liste secondo varie zone o quartieri. Stabilisce poi le modalità concrete con cui il voto si esprime. no prevedere un incontro prolungato (una o mezza giornata) una volta l’anno. Per qualche problema particolare possono essere costituite commissioni specifiche. I membri possono essere invitati a partecipare a una delle commissioni già esistenti in parrocchia. Il consiglio ha un’articolazione interna. Nella prima seduta è eletto un vice presidente laico e altri due membri che formano la segreteria e preparano con il parroco l’ordine del giorno. Il consiglio si riunisce almeno ogni due mesi. È opportu- Lo svolgimento di ogni riunione prevede un momento di preghiera e di riflessione e un dibattito sui punti dell’ordine del giorno fino a raggiungere un consenso unanime o prevalente sulla base del quale viene presa la decisione. e L’AZiON Primo Piano ROCCHIALI Domenica 18 settembre 2005 3 scussioni; però non decidiamo mai votando a maggioranza, cerchiamo sempre di trovare dei punti comuni, e alla fine l’unanimità». Il problema del consiglio ciliense è quello dell’immagine. «È un tema su cui ci siamo molto interrogati. Per la maggior parte della comunità il cpp è un’entità astratta, un’istituzione riservata agli “addetti ai lavori”, un circolo che si dedica ad attività oscure. Non lo conoscono, non sanno quali sono le sue finalità. Tanto è vero che quando abbiamo incontrato la comunità per dare atto dei nostri quattro anni di lavoro è venuta pochissima gente». Una falsa credenza che cercano di combattere. «Nel nostro prossimo mandato vogliamo incontrare la comunità più spesso delle attuali tre volte all’anno», una frequenza peraltro già superiore a quella di altre comunità. Tommaso Bisagno IL VICEPRESIDENTE DI CEGGIA, ROBERTO PARTATA “Decidere insieme” I l problema che angustia il consiglio pastorale parrocchiale di Ceggia non è quello del funzionamento interno. «Tutte le decisioni importanti dell’ambito pastorale vengono prese in questa sede» spiega il vicepresidente Roberto Partata, insegnante trentenne che sostituisce da due anni il diacono Gino Moro, suo predecessore di lunga militanza. Partata delinea un quadro positivo: «Sono rappresentate in consiglio tutte le fasce di età e i vari movimenti e posizioni della comunità. Alle decisioni arriviamo attraverso il dialogo, che a volte è anche duro, e il parroco è parte integrante di queste di- “Ma molti lo considerano un’entità astratta” L’ESPERIENZA DI UN PARROCO, DON MARTINO ZAGONEL, DELLA CATTEDRALE Chiesa e comunione H o sempre pensato che il consiglio pastorale sia uno strumento indispensabile per la vita di una comunità parrocchiale. La visione di Chiesa maturata alla luce del Concilio Vaticano II mi fa pensare che tutti i battezzati sono responsabili dell’evangelizzazione e che la prima evangelizzazione è l’esperienza e testimonianza di comunione tra loro. Ma tra il dire e il fare… Una delle sfide che avvertivo nel momento di assumere il servizio di parroco era proprio questa: realizzare con i membri del consiglio pastorale un’autentica esperienza di Chiesa, comunione per la missione. Cercherò in queste righe di raccontare la nostra esperienza. Sono entrato in parrocchia il 3 ottobre 2004 e il 15 ottobre ho riunito il consiglio pastorale. Dopo quel primo incontro, di presentazione e conoscenza reciproca, il consiglio si è riunito altre otto volte. Nel secondo incontro abbiamo cercato di comunicarci la nostra visione di Chiesa, nella convinzione che è più facile decidere e agire se guidati da una visione condivisa. Ci ha aiutato la seguente schedaguida: Evangelizzare è fare in modo che le persone incontrino Gesù, e, incontrandolo, corrispondano fino in fondo al suo disegno di amore per ciascuna di esse. La prima opera di evangelizzazione è testimoniare che l’incontro con Gesù ha reso buona la vita, perché abbiamo preso coscienza di essere figli di Dio (da lui amati) e fratelli tra di noi (chiamati ad amarci). Evangelizzare è, quindi, prima di tutto, far nascere attorno a noi una sorpresa e una domanda: “Guarda come vivono bene!” e “Da dove viene questo loro amore?”. Inoltre, chi fa questa e- sperienza di vita buona porta in sé il desiderio di comunicarla ad altri. Da qui nasce la missione. La Chiesa è appunto esperienza di comunione e urgenza di missione. La parrocchia è la presenza della Chiesa in un preciso territorio. Dentro il nostro territorio, anche la nostra parrocchia è chiamata a evangelizzare. A vivere cioè, la comunione e la missione. La riflessione è risultata molto utile. Ha permesso ai consiglieri di interrogarsi sul grado della propria appartenenza e assunzione di responsabilità ecclesiale. Inoltre, è stato più facile leggere insieme la realtà della nostra co- “La sfida di realizzare un’autentica esperienza di Chiesa” munità parrocchiale: che cosa c’è di buono (da confermare); che cosa di negativo (da togliere); che cosa vi manca (da far nascere). L’argomento ci ha occupato per tre incontri. Altri tre incontri sono stati dedicati all’esame delle nostre celebrazioni domenicali, alla luce del decreto conciliare sulla liturgia. Le proposte emerse sono state affidate al gruppo liturgico per una pronta attuazione. Nell’incontro di maggio il consiglio ha esaminato la situazione economica della parrocchia. È stato un incontro congiunto con il consiglio per gli affari economici, in vista di una condivisione e approvazione di alcuni progetti. A conclusione del percorso, nel mese di giugno, abbiamo fatto una verifica con l’aiuto delle seguenti CAMPOLONGO / TOMASELLA “Ogni anno definiamo l’idea-guida” A Don Martino Zagonel domande: Il metodo di lavoro messo in atto negli incontri del consiglio pastorale parrocchiale ci ha fatto crescere nella coscienza e pratica della corresponsabilità pastorale? In che modo? In che cosa possiamo migliorarlo? Le risposte del gruppo mi hanno incoraggiato ad essere fedele e a migliorare questi aspetti: a) aver cura dell’accoglienza delle persone e della cordialità tra i membri; b) disporsi in posizione circolare; c) vivere un buon momento di preghiera, possibilmente su un testo della Bibbia; d) offrire conoscenze teologiche pastorali che permettano riflessioni e decisioni a partire dal senso della fede; e) favorire al massimo la partecipazione nella conversazione; f) distinguere con tutta chiarezza ciò che deve essere semplicemente comunicato (su cui il parroco ha già deciso e quindi non è corretto chiedere parere) e ciò che si vuole oggetto di vera e propria consultazione, nello spirito e pratica del discernimento pastorale. Essere Chiesa comunione per la missione! Il percorso vissuto col gruppo dei consiglieri mi ha confermato che l’obiettivo iniziale non era bella parola o pura utopia: abbiamo goduto nel camminare insieme per farci volto di Chiesa fraterna, vicina alla gente e responsabile del Regno. Don Martino Zagonel Arciprete della Cattedrale di Vittorio Veneto lle porte della chiesa di Campolongo c’è un cartellone con i nomi, le foto e i numeri di telefono dei consiglieri pastorali. «Perché per la nostra comunità il consiglio è una cosa importante – spiega il vicepresidente Giorgio Tomasella –. È il consiglio che definisce, ogni anno, l’idea-guida del nostro piano pastorale. L’elaborazione avviene nel mese di settembre, nel corso di un ritiro di tre giorni che solitamente facciamo fuori parrocchia. L’idea-guida viene poi stesa in un documento, il piano pastorale per l’appunto, che viene presentato a tutta la comunità. Intorno ad essa viene impostata la catechesi per bambini, adulti e anziani». Il consiglio pastorale di Campolongo si ritrova ogni mese, è moderato da un laico e «non prende alcuna decisione senza l’assenso del parroco (ma anche il parroco non prende alcuna decisione senza l’assenso del consiglio)». «Se non ci fosse il consiglio pastorale – continua Tomasella – la comunità Giorgio Tomasella, vicepresidente del consiglio pastorale parrocchiale di Campolongo FREGONA / CLAUDIO DE ZAN “Se non ci fosse, comunità più disgregata” C laudio De Zan da due anni e mezzo è vicepresidente del consiglio pastorale di Fregona, per il quale trae un bilancio decisamente positivo. «Il consiglio è un’entità valida, perché è costituito da persone che fanno parte di varie commissioni, e quindi rappresenta il punto di riferimento nel quale vengono affrontate tutte le problematiche della parrocchia». Com’è il rapporto tra parroci e consigli pastorali? «Nel nostro caso, il rapporto con don Ermanno è ottimo e collaborativo. Ma mi sembra che anche altrove ci sia la massima collaborazione, secondo le li- nee guida date a livello foraniale». La realtà dei borghi caratterizza Fregona. «Da quando è qui, don Ermanno ha lavorato sulla realtà dei borghi, riuscendo a fare gruppo al loro interno, favorendo anche attività in comune. In questo il consiglio lo appoggia con convinzione». Un progetto da continuare in futuro. «Bisogna continuare a lavorare sull’entità famiglia, stando vicino alle famiglie della comunità, specialmente quelle giovani. Non perché ci siano casi particolari o problematici, ma sulla base dei risultati ottenuti dal gruppo giovani cop- andrebbe avanti solo grazie al carisma e alla buona volontà del parroco. E così se lui se ne va tutte le attività rischiano di fermarsi. Inoltre, senza il consiglio non ci sarebbe una pastorale della comunità, ma ogni gruppo andrebbe per contro proprio». Il cammino di questi anni ha conosciuto successi e fatiche. «Tra le cose positive metterei sicuramente i ritiri, un’autentica esperienza di comunità. La fatica più grande è rappresentata dal far capire alla parrocchia alcune nostre scelte». Quest’autunno a Campolongo non eleggeranno il nuovo consiglio pastorale. «Riflettendo sul rinnovo abbiamo osservato che molti non conoscono ancora funzioni e scopo di questo organismo. Perciò abbiamo deciso di dare vita, per un anno, a dei consigli “aperti” a tutti. Questo allo scopo di aiutare la maturazione, nei laici, della consapevolezza del ruolo del consiglio». (FC) pie di cui faccio parte con mia moglie. Un gruppo che si dovrebbe estendere, anche se per farlo bisogna vincere una mentalità chiusa che abbiamo, forse perché siamo un po’ un paesino quasi di montagna. Arrivano anche nuove coppie da fuori, e bisogna lavorare per la loro integrazione». Come giudica il ruolo dei consigli pastorali? «È quello giusto: non appare, ma non è nemmeno nascosto. Se non ci fosse la comunità ne risentirebbe, perché sarebbe più disgregata. Già il fatto di incontrarsi ogni 40-45 giorni, affrontando le problematiche e cercando di trovare delle vie per la loro soluzione, è già molto importante». Avrete difficoltà a ricostituire il prossimo consiglio? «È difficile: si lavora al servizio degli altri, ci sono tanti impegni personali... ma il gruppo si costituirà. Ne sono certo». (AT) 4 e L’AZiON Attualità Domenica 18 settembre 2005 L a b a t t a g l i a NordEst d e g l i NOTIZIE Inceneritori A Venezia un Osservatorio per la sicurezza stradale È stato inaugurato martedì a Venezia l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, un organismo di coordinamento delle iniziative per la sicurezza della circolazione attivate nel Veneto da enti e organismi di vario genere. La Regione si sta muovendo sia con azioni per migliorare le infrastrutture ed eliminare i cosiddetti “punti neri”, sia con iniziative di educazione mirate a promuovere un comportamento più corretto da parte degli utenti della strada. È stato promosso anche l’avvio di un centro di monitoraggio, momento di raccolta e coordinamento dei dati nel campo della sicurezza stradale. I lavori dell’Osservatorio saranno organizzati da un comitato permanente ristretto, diretto da Antonio Fojadelli, procuratore capo di Treviso. Gli incidenti stradali sono in Veneto la prima causa di morte tra i giovani: per la fascia d’età 18-29 anni causano quasi una morte su due. Contributi regionali per libri di testo e trasporto scolastico Il contributo regionale per l’acquisto dei libri di testo per l’anno scolastico 2005-2006 ammonterà a 250 euro a studente. Il contributo, deciso dalla Commissione cultura del Consiglio regionale del Veneto, è riservato alle famiglie degli studenti delle scuole medie e superiori statali e non statali con reddito annuo non superiore a 17.721,56 euro. Le domande per tali contributi vanno inoltrate ai rispettivi Comuni di residenza. Vanno inoltrate, invece, entro il 10 ottobre alla Direzione regionale Istruzione di via Brenta Vecchia 8, a Mestre, le domande per ottenere l’assegno regionale per le spese di trasporto scolastico degli studenti delle scuole secondarie e degli enti di formazione professionale, sempre per nuclei familiari con reddito annuo Isee inferiore a 17.721,56 euro. Mutui prima casa: lo sportello apre anche al sabato In questi ultimi anni il servizio dello Sportello mutui prima casa ha riscosso un notevole successo: da maggio 2004 ad oggi 4 mila 408 i trevigiani che ne hanno usufruito per un totale di circa 388 milioni di euro di mutui erogati. A fronte del grande interesse (si registra una media giornaliera di 25 richieste) nasce un nuovo servizio: uno sportello aperto di sabato mattina, in viale Cesare Battisti a Treviso. Continua inoltre il servizio nelle sedi di Castelfranco Veneto, Oderzo, Vittorio Veneto e Caerano San Marco, ripreso dopo la pausa del mese di agosto. Si ricorda che per accedere al servizio bisogna prenotare telefonicamente al numero 0422-656418. Recandosi allo sportello i cittadini possono conoscere in maniera trasparente tutte le offerte proposte dalle banche convenzionate. V isto da Vittorio Veneto, il progetto di Unindustria per costruire due inceneritori per rifiuti speciali a Silea e Mogliano Veneto porta a fare innanzitutto un sospiro di sollievo. Perché in questo modo tramonta in modo definitivo l’ipotesi che un impianto del genere sorgesse nel Vittoriese, rimuovendo così, per tanti, la necessità di impegnarsi in un’aspra battaglia, pro o contro. Ma la dimensione provinciale, anzi extraregionale, del progetto rende necessaria una riflessione an- che dal punto di vista della Sinistra Piave, soprattutto per l’opportunità che i due inceneritori rappresentano, innanzitutto per le tutte le aziende che attualmente smaltiscono i propri rifiuti speciali attraverso altri canali. Infatti, finora dei rifiuti speciali chi si è preoccupato? Cosa è stato pianificato? Sulla questione si è innescato nella Marca un acceso dibattito, in cui sono via via entrati rappresentanti del mondo del lavoro, di enti ed istituzioni, di gruppi e associazioni ambientalisti, cittadini delle zo- ne interessate. Mentre il dibattito era del tutto prevedibile, meno prevedibile è l’esito della vicenda, che apre a numerosi problemi, cui dovrà rispondere innanzitutto la Regione Veneto. Ad esempio, se anche la tecnologia adottata per questi inceneritori si rivelasse davvero efficace nel contenimento dell’inquinamento atmosferico, resta il problema dello smaltimento delle scorie. Il doppio progetto di Unindustria rende necessario dare una risposta al quesito: verrà realizzata una discarica “ad hoc” Il progetto di Unindustria: costruire due impianti, a Silea e Mogliano nei paraggi dei due impianti? Gli esperti indicano gli scarti solidi della combustione rappresentino circa il 30 % dei rifiuti conferiti. Nel caso dei due inceneritori proposti da Unindustria, quindi, servono siti per smaltire circa 150 mila tonnellate di scorie all’anno. Inoltre, le potenzialità del progetto di Unindustria paiono davvero grandi. Numerosi già si sono chiesti: e se poi, per farli funzionare diventa necessario smaltire anche i rifiuti urbani, cioè il cosiddetto “secco”? Ancora, viste le dimensioni del progetto e gli altissimi costi, viene spontaneo chiedersi: chi paga? Dalla risposta si potrà capire molto riguardo ai veri obiettivi dell’operazione e, quindi, dell’affidabilità dell’operazione, delle garanzie per la tutela della salute e dell’ambiente. T ra i maggiori e- L’ESPERTO DEL WWF, SALVADOR: ti solidi urbani. Infatti il sperti locali delle forno a griglia proposto problematiche legati ai ri- “Grande concentratore di inquinanti” può bruciare indifferenfiuti c’è sicuramente Gianluigi SalvaEntrando nel merito tecnico dell’i- temente sia rifiuti speciali che rifiuti urdor, residente a Refrontolo, referente ter per la costruzione dei due incene- bani indifferenziati. per il Wwf Veneto su Energia e Rifiu- ritori («nei documenti e direttive delNel caso dei rifiuti industriali si tocti. la Comunità Europea sul tema esiste ca il tasto dolente della qualità scaIn merito alla proposta di Unindu- solo la parola incinerator o incinera- dente dei processi produttivi veneti stria Salvador ha elaborato in un do- tion»), secondo Salvador «la Via (va- che consumano molta energia e procumento una serie di argomentazioni lutazione di impatto ambientale) non ducono molti rifiuti. Infatti da dati Ucontro tale realizzazione. Proponiamo dovrà essere fatta esclusivamente a nindustria solo il 46 % dei rifiuti indualcune delle sue numerose obiezioni fronte dei due impianti richiesti ma de- striali prodotti è riciclato e solo 453 ache interpellano l’associazione degli ve contemplare anche il do nothing ziende sulle decine di migliaia esistenti industriali, ma che coinvolgono anche cioè l’Opzione Zero. Quest’ultima non nel Veneto hanno la certificazione amgli enti, a partire dalla Regione Vene- consiste solo nel non fare gli impian- bientale ISO14001, certificazione che to, che dovranno esprimersi in meri- ti, ma pianifica un’alternativa di ridu- controlla e permette di ridurre gli spreto. zione della produzione dei rifiuti in- chi energetici, di materia e l’inquina«É noto - sostiene Salvador - che gli dustriali e il miglioramento della loro mento». inceneritori sono degli enormi “con- qualità nel tempo, secondo gli obiettiE Salvador propone: «Unindustria centratori di inquinanti”, costosi e po- vi prioritari europei e nazionali. Que- non può pensare di richiedere in ogni co flessibili, opere devastanti ed irre- sta deve essere una chiara richiesta dibattito “ricerca e innovazione per versibili, alla pari delle cave o delle dei responsabili politici regionali». competere” senza poi convincere i centrali nucleari. Per C’è poi l’aspetto suoi aderenti a innovare e migliorare questi motivi, siccodella pianificazione la qualità dei processi industriali, prome esistono delle aldei rifiuti: «Vanno gettando per esempio il riciclo degli ternative ad essi, i pianificate per i scarti al 70, 80, 95 %». cittadini, i comitati e prossimi anni quaSecondo Salvador occorre andare le Amministrazioni a lità e quantità dei ri- oltre la politica dell’incenerimento: tutti i livelli devono fiuti prodotti sia dal- «Dobbiamo imitare le altre nazioni del aprire il dibattito e il l’industria come ri- nord Europa e le direttive CE che diconfronto sulle alfiuti speciali che dai sincentivano chiaramente l’inceneriternative». cittadini come rifiu- mento». SEGUE DALLA PRIMA I n questo caso. Ma in tanti altri casi? Il problema della produzione e lo smaltimento dei rifiuti ha fatto emergere una nuova dimensione della solidarietà. Nell’ambiente della Chiesa italiana, infatti, si parla della “solidarietà strutturale”. Si tratta della necessità di farsi carico degli effetti negativi che il nostro sviluppo produce distribuendoli in una struttura che copra in maniera equanime tutto il territorio nazionale. Tali effetti sono appunto i rifiuti, ma anche l’inquinamento elettromagnetico e le cave e il passaggio delle strade e tante altre cose indesiderabili. Di fronte a questi disagi la reazione istintiva è: tutto questo lontano da me. Gli americani, amanti delle sigle, ne hanno affibbiata una anche a questo atteggia- mento; lo chiamano “Nimby”, iniziali dell’espressione “not in my back yard”, non nel cortile dietro casa mia. Non è un buon atteggiamento. È espressione di egoismo perché si rifiuta di portare una parte del peso del vivere sociale, pensando solamente al proprio benessere. La solidarietà, invece, cerca il bene di tutti i componenti della società e nei disagi si fa avanti e offre la sua disponibilità ad assumersene una parte cercando in tutti i modi che la divisione sia fatta in maniera giusta. Mi ha fatto una certa meraviglia che il noto missionario padre Zanotelli abbia organizzato, insieme ad un gruppo di preti della diocesi di Trento, un movimento di protesta radicale – fino a proclamare lo sciopero della fame – contro l’impianto di termovalorizzatori, analogo a quello della provincia di Treviso, dandogli il nome “Nimby”. Questo termine colora di una certa ambiguità la protesta. A meno che il rifiuto non sia radicale, nel senso che vada alla radice del problema – e questo è il vero obiettivo di padre Zanotelli – proclamando che la via imboccata dal nostro sviluppo economico ci porta dritto ad una discarica planetaria che finirà per soffocare la vita. Non si tratta di allontanare dal proprio territorio i rifiuti e le altre porcherie, ma di impedire che vangano prodotti. Non si può continuare a creare prodotti usa e getta, prodotti fatti apposta per diventare subito rifiuti, prodotti tipo scatole cinesi dove il contenuto utile è avvolto da una serie di ingombranti e costosi contenitori e poi scandalizzarci dei rifiuti. Stiamo vivendo in maniera schizofrenica: vogliamo continuare a guazzare nell’economia del superfluo, ma non ne sopportiamo gli scarti. Finché si continua a inculcare, anche attraverso la pubblicità, che il primo dovere del cittadino è quello di consumare, è impossibile risolvere questi problemi. Allora la battaglia va fatta su ambedue i fronti: da una parte bisogna smettere di provocare agitazioni tipo nimby ed essere solidali nel portare i pesi, dall’altra dobbiamo renderci conto che i pesi stanno diventando insensati e perciò dobbiamo cercare insieme di ridurli cambiando stile di vita e sistema economico. (GpM) e L’AZiON Attualità Domenica 18 settembre 2005 Alla Marcia per la pace Perugia-Assisi In 200 mila per chiedere impegni veri per l’Onu e per la lotta alla povertà La grande sete di pace e giustizia A d immergersi nella folla infinita della sedicesima Marcia per la pace Perugia-Assisi si provano svariate sensazioni: la sorpresa di ritrovarsi dentro una girandola di gente; la leggera ubriacatura che produce l’incessante scorrere di bandiere arcobaleno o d’altro genere, colori e slogan e scritte; la curiosità di capire cosa possa muovere dalle loro case questo caleidoscopio di umanità. Ad accomunare i circa 200 mila marciatori uno slogan stampato in rosso su una fascetta bianca ed impresso anche in un piccolo braccialetto di plastica bianca: “Stop alla povertà!”. E l’attenzione della Marcia e dell’Assemblea dell’Onu dei popoli che l’ha preceduta era incentrata sull’Onu, cui restituire efficacia e dignità. Certo alla Marcia della pace partecipano persone d’ogni tipo: il papà che ha spinto per tutto il percorso la carrozzina del figlioletto per arrivare fin su alla rocca di Assisi con tutta la sua famigliola; il tipo con la radiolina incollata all’orecchio per seguire i risultati delle partite di calcio della serie A; la signora con il rosario in mano; scout in divisa e giovani con i pantaloni a vita bassa. Chissà cosa direbbe Aldo Capitini, l’ideatore della manifestazione nell’ormai lontano 1961, della “sua” marcia nell’edizione 2005! I n questa settimana si consumano ore drammatiche per l’organizzazione delle Nazioni Unite. La sessione dell’assemblea generale che inizia in questi giorni dovrà decidere su una serie di riforme di portata storica, destinate ad influire sul profilo dell’organizzazione nei prossimi decenni. Si dovrà parlare di nuova composizione del Consiglio di sicurezza, della proposta riforma della Commissione sui diritti umani, delle nuove regole sull’uso della forza, non solo per i casi di avvenuta violazione della pace e della sicurezza internazionale, ma anche per i casi di “pericolo imminente”, interventi preventivi, insomma. Il pacchetto di misu- La marcia ha avuto al suo culmine un acquazzone che ha di fatto guastato il momento finale nello spiazzo della rocca, proprio mentre Flavio Lotti, coordinatore della Tavola per la pace ed “anima” organizzativa della marcia, leggeva il messaggio del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e prima che venisse letto quello del papa Benedetto XVI. La pioggia ha impedito che venissero proposti a tutti i partecipanti appelli, messaggi, numerose testimonianze di uomini e donne provenienti da ogni par- te del mondo, giunti ad Assisi per parlare al popolo della pace di tante, troppe situazioni di ingiustizia, di tante guerre più o meno seguite dai “media”. All’arrivo della pioggia la prima sensazione per molti dev’essere stata di grande delusione, quasi di marcia fallita. Ma frate Francesco, il primo vero ispiratore di questa enorme manifestazione, alle prime gocce di pioggia avrebbe alzato gli occhi al cielo e avrebbe iniziato a ringraziare Dio per sorella acqua. Forse quel breve scroscio ha dimostrato come la Marcia della pace Festa della gente, festa dei Comuni C ’è un aspetto che non può non far riflettere della Marcia Perugia-Assisi: la massiccia adesione, e anche la partecipazione fisica, dei Comuni. Tantissimi. Centinaia e centinaia, provenienti da ogni parte d’Italia (e dalla diocesi il Comune di Ceggia). Tutti riconoscibili, se non da altro, da due emblemi: i loro variopinti gonfaloni, portati da vigili in uniformi impeccabili oppure da qualche volontario non ben identificabile; e poi la fascia tricolore, tante fasce tricolori obliquamente indossate da sindaci, vicesindaci o assessori o consiglieri delegati… Non esiste altra manifestazione in Italia che raduni così tanti re di riforma elaborato in questi mesi dal segretario generale Kofi Annan presenta insomma elementi positivi, ma anche indicazioni molto discutibili. Le posizioni degli stati non si sono nel frattempo uniformate. Da tempo non si assisteva ad una simile babele di linee politiche a livello internazionale. Nella carenza di idee forti da parte degli stati leader, ogni governo si considera in libera uscita e autorizzato a strumentalizzare le Nazioni Unite per il proprio tornaconto. Quando sono gli egoismi degli stati ad esprimersi, un’organizzazione come le Nazioni Unite perde la sua ragione di esistere. Aggiungiamoci le difficoltà personali del segretario generale, coinvolto nello scan- non si possa racchiudere in uno slogan, nei messaggi “ufficiali”, men che meno nelle interviste televisive ai leader politici e sindacali. La Marcia della pace è innanzitutto – come hanno insegnato san Francesco e Gandhi – fatica del camminare per 24 chilometri. Cioè un piccolo-grande sacrificio personale, vissuto insieme ad altri, che è il modo più semplice di pro- Comuni (ma anche decine di Province e varie Regioni). E stupisce che a riuscire in un’impresa simile sia non una convocazione ufficiale, istituzionale, bensì un’informale, spontaneissimo, itinerante raduno come la Marcia della pace Perugia-Assisi. È un segno bello di quanto la dimensione della pace e della giustizia rappresentino un richiamo di attenzione, di impegno non solo per una miriade di gruppi ed associazioni, ma anche per gli amministratori locali, solitamente presi da ben altre questioni di loro stretta pertinenza, come il Bilancio di previsione o il Piano regolatore, l’acquedotto che perde o il trasporto scolastico… Certo, questa spontanea, entusiasta espressione dei Comuni si UNA MIRIADE DI GONFALONI vare, prima a se stessi e poi agli altri, le proprie convinzioni e ideali. Flavio Lotti introduceva così, alla vigilia, la sedicesima edizione: «Se invece di essere una marcia, fosse stata una staffetta, domani il testimone passerebbe alla politica». Proprio così: i partecipanti alla Perugia-Assisi hanno la forza di manifestare, anche in modo appariscente, attese ed aspirazioni. Spetta a chi ne ha il potere, di interpretare e rendere esecutive queste aspettative. Logico, quindi, che da Assisi l’attenzione dei 200 presta anche ad una “lettura” un po’ pessimista riguardo al loro ruolo. Perché risulta che persino queste spinte ideali condivise, come anche le fatiche che caratterizzano l’azione degli enti locali, paiono destinate a restare un puzzle mai composto. Tanti pezzi che comporrebbero un’opera unica, preziosa, ma che nessuno ai livelli superiori fa lo sforzo di interpretare, assecondare, completare. Nel caso della Marcia Perugia-Assisi c’è un’evidente, diffusa, crescente sete di pace, di armonia sociale, di scelte nella direzione della giustizia e del riequilibrio socio-economico del contesto internazionale. Più prosaicamente, altre volte i Comuni si trovano ad esprimere contrarietà ai tagli ai trasferimenti da parte dello Stato, oppure allo smantellamento del welfare. Ma il risultato non cambia: i- Egoismi degli Stati, minaccia per l’Onu ambizioso. L’Onu metteva insieme, in modo eclettico ma efficace pacifismo, anti-colonialismo, impegno per i diritti umani e per lo sviluppo. Nonostante la guerra fredda, questi ideali si sono mantenuti vitali e hanno rappresentato una forza ideologica e politica di primaria importanza. Si tratta di un patrimonio ideale e politico che negli anni recenti è stato mila di domenica scorsa, e di tanti altri, si sia orientata verso New York dove, alla sede dell’Onu, c’è in questi giorni lo storico, grande vertice dei capi di Stato. Al loro indirizzo è stata spedita da Assisi una proposta di risoluzione che indica l’urgenza di un impegno vero per una democratizzazione e una riforma dell’Onu, che permetta di affrontare seriamente le grandi emergenze e i drammi del nostro tempo: la lotta contro la povertà, la pace e la sicurezza; la difesa dei diritti umani e dell’ambiente. Se il vertice fallirà, sarà il fallimento non dell’Onu, ma di chi l’ha fin qui frenato, svilito. Franco Pozzebon nascoltati. Eppure alla Perugia-Assisi la partecipazione dei Comuni non è caratterizzata da proteste o piagnistei. Sono piccoli enti “cirenei” che provano a fare la loro parte, a stretto contatto con la gente comune, l’associazionismo. E così può crescere e diffondersi una cultura diversa che, quando sarà matura, sfocerà in percorsi nuovi, aperture nuove, nella direzione di un “travaso” società-istituzioni che rappresenta un buon metro del livello di democrazia e di civiltà. (FP) Un gruppo di donne partecipanti alla PerugiaAssisi di domenica scorsa A 60 ANNI DALLA NASCITA dalo delle vendite di petrolio iracheno a società occidentali in barba alle rigide quote imposte dallo stesso Consiglio di sicurezza, e avremo chiari i motivi per cui probabilmente nei prossimi giorni gli stati membri dell’Onu decideranno di non decidere. L’Onu è sorta sessant’anni fa, sostenuta da un forte ideale e al servizio di un disegno politico 5 tuttavia allegramente dilapidato da parte di una classe politica che, consapevole di non essere all’altezza di quei valori, ha pensato bene di rinnegarli e seppellirli nel disprezzo. La favola della volpe e dell’uva. I valori calpestati dai politici di mezzo mondo sono stati invece orgogliosamente portati in piazza a Perugia e Assisi dai circa 200 mila cittadini che hanno partecipato alla Marcia della pace. La marcia e l’as- semblea dell’Onu dei popoli che l’ha preceduta sono, in miniatura, lo specchio di quello che l’Onu è stato e dovrebbe tornare ad essere: un luogo in cui possono incontrarsi, in nome di ideali forti e condivisi, le persone e i popoli più diversi. Non un club dove tutti sono d’accordo su tutto, ma un’assemblea dove tutti sono in disaccordo su tutto, salvo che sull’essenziale per sopravvivere. Paolo De Stefani e L’AZiON Volontariato Domenica 18 settembre 2005 7 SABATO 24 SETTEMBRE A PIANEZZE DI VALDOBBIADENE DUE ADOZIONI A DISTANZA Associazioni di volontariato, il primo incontro provinciale S i svolgerà a Pianezze di Valdobbiadene, sabato 24 settembre, presso il Tempio del donatore, il primo appuntamento provinciale “Le associazioni di volontariato si incontrano”. Un pomeriggio dedicato allo scambio e al confronto, per il quale il Coordinamento delle associazioni della provincia di Treviso e il Centro di servizio hanno chiamato a raccolta le varie espressioni del volontariato, sia trevigiane, sia di stranieri. Un’occasione non solo per riflettere su cosa significhi impegnarsi nel volontariato oggi, ma anche per continuare il progetto di interazione tra culture e associazioni “Il mio vicino viene da lontano” lanciato lo scorso anno durante la festa multiculturale Ritmi e danze dal mondo. I rappresentanti del volontariato di Marca, comprese le circa 40 organizzazioni di stranieri attive sul territorio, avvieranno quindi una conoscenza re- ciproca, condividendo le proprie esperienze e proponendo forme alternative di collaborazione e di partecipazione. Tutto questo a partire dall’ap- delle finalità e gli obiettivi dell’iniziativa e con l’autorevole inter vento di Edoardo Patriarca, portavoce del Forum nazionale del terzo settore, che coordina oltre cento associazioni, per una rete di circa 18 milioni di persone. Sarà lui a introdurre l’attività dei quattro gruppi di lavoro, che si confronteranno dalle 16 alle 18: un gruppo con i rappresentanti delle associazioni dalla Castellana e dal Montebellunese, uno dall’Opitergino-Mottense, uno dalla Sinistra Piave e uno comprendente i rappresentanti da Treviso e dai comuni del Terraglio. Seguirà in plenaria il confronto di quanto emerso nelle tavole rotonde con gli interventi dei quattro portavoce. Concluderà Giovanni Grillo con alcune considerazioni sugli impegni del Coordinamento provinciale a partire da questa giornata, mentre Patriarca offrirà alle associazioni alcune indicazioni operative per at- Sul tema dell’interazione tra culture e associazioni È sempre più intenso l’impegno del Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso e del Centro del servizio per il volontariato nell’attività di informazione e di comunicazione ai volontari e alle associazioni. Per questo motivo hanno realizzato e continuano a realizzare brochure, pieghevoli e altri materiali informativi che vengono distribuiti direttamente alle associazioni stesse o che possono essere richiesti al Cds. L’opuscolo “Attivare la solidarietà” del Laboratorio scuola volontariato viene realizzato ogni anno e per le scuole superiori della provincia rappresenta ormai la guida di riferimento per scegliere i percorsi formativi che promuovono percorsi di solidarietà da seguire nell’anno scolastico che verrà. Un agile manualet- profondimento dei diversi significati che cittadini di varie provenienze – senegalese, macedone, albanese, indiana, eccetera – attribuiscono alla parola volontariato. «Nell’organizzare il meeting di Pianezze – afferma il presidente del Coordinamento delle associazioni di volontariato della Provincia di Treviso, Giovanni Grillo – siamo spinti dalla volontà di seguire le indicazioni di grandi dirigenti del volontariato italiano. Per tutti ricordo Luciano Tavazza che invita ad uscire dalla quotidianità e a sperimentare sempre nuovi percorsi per “lavorare insieme”». L’incontro inizierà alle 15 con la presentazione descrizione nella brochure comprende sia gli obiettivi, sia la struttura degli insegnamenti. Un aiuto per qualificare ulteriormente gli interventi di tutti coloro che quotidianamente e con generosità si mettono a disposizione degli altri. Nello stesso tempo, la realizzazione di nuovi materiali rappresenta anche il frutto della volontà del Cds di documentare le attività che svolge. Un esempio è rappresentato proprio dalla pubblicazione “Educare alla cittadinanza”. Si tratta del primo resoconto del percorso di confronto tra ragazzi detenuti all’Ipm di Treviso e gli studenti delle superiori. Una raccolta, a tratti toccante, di “voci di fuori e voci di dentro” su temi quali la tolleranza, l’affettività, l’accoglienza, la libertà. Non manca una preziosa testimonianza del giornalista Candido Cannavò, che racconta le sue impressioni positive sull’iniziativa conosciuta il 12 maggio scorso: “Ci sono giornate che non si dimenticano. Il carcere minorile di Treviso me lo ha ricordato”. Per informazioni: Centro di ser vizio, telefono 0422-542941, e-mail [email protected]. PUBBLICAZIONI Opuscoli e brochure, soprattutto per coinvolgere i giovani to, facile e pratico da consultare sia da parte degli insegnanti che degli studenti, che informa anche sul nuovo intervento “Civili in servizio” per far conoscere ai più giovani l’opportunità offerta dal Servizio civile, esperienza umana di solidarietà e di servizio alla comunità ma anche occasione di crescita personale e di formazione. Rappresenta invece una vera novità la “VolontarInformazione”, una guida ai corsi gratuiti proposti per la prima volta alle associazioni dall’equipe formazione del Cds, con la possibilità di adattarli alle esigenze delle singole realtà. I volontari potranno così scegliere tra le varie possibilità: dalla motivazione all’autostima, dalla comunicazione interpersonale all’educazione alla pace, dalla progettazione agli aspetti gestionali ed amministrativi nel volontariato. Un’ampia offerta formativa di ben nove corsi, la cui Edo Patriarca, portavoce del Forum nazionale del terzo settore, interverrà all’incontro delle associazioni di volontariato trevigiane a Pianezze tivare un proficuo e continuativo lavoro di rete. «La collaborazione tra volontari – afferma il presidente del Centro di servizio Alfio Bolzonello – potrebbe essere la spinta per far impegnare le associazioni di immigrati in contesti del tutto nuovi, come le case di riposo o le comunità per persone disabili. Anche la musica etnica, video e seminari sulla propria terra o i racconti tradizionali, ad esempio, possono rappresentare nuove interessanti modalità di animazione». La serata si chiuderà con un momento conviviale e di festa per tutti i partecipanti. Informazioni: Centro di servizio per il volontariato, telefono 0422-543534; [email protected]. L’Ecomaratona e il popolo Saharawi N on sarà solo un evento sportivo. Sarà di più. L’Ecomaratona dei cimbri, in programma domenica 18 settembre in Cansiglio, sarà anche un’occasione di promozione turistica, culturale e di solidarietà, che – in questa seconda edizione – coinvolge in maniera particolare il mondo del volontariato. Tra i promotori infatti figurano, insieme alla Pro loco, al Comune di Fregona e all’Associazione culturale dei Cimbri, il Gruppo volontariato di Fregona, nonché i Coordinamenti del volontariato della Sinistra Piave e della Provincia di Treviso. L’Ecomaratona dei Cimbri è inserita in un circuito di quattro Ecomaratone, tre in Italia e una nel Sahara nord occidentale, che ha lo scopo di sostenere la causa del popolo Saharawi, in lotta per ottenere l’indipendenza dal Marocco. «Per questo – spiega Gianni De Polo del comitato organizzatore – una quota dell’iscrizione alla competizione finanzierà l’adozione a distanza di un bambino etiope e di una famiglia Saharawi». Non va dimenticato inoltre l’aspetto culturale legato alle comunità Cimbri, la cui storia sarà presentata dall’Associazione culturale dei Cimbri, il 17 settembre, alle 20.30, nel centro sociale di Fregona, con la proiezione di video e fotografie. Tra le iniziative collaterali rientra anche il “Pasta party”, sabato 17 dalle 19, per promuovere i prodotti dell’associazione Libera e, domenica 18 dalle 9.30, un’escursione sui sentieri del vino Torchiato. Altro servizio nella pagina dello Sport LABORATORIO SCUOLA VOLONTARIATO: Due nuove sedi a Conegliano e Montebelluna S i sviluppa ulteriormente l’attività del progetto Laboratorio scuola volontariato in provincia di Treviso, attraverso un’attività ancora più capillare sul territorio. Dopo Treviso, Castelfranco e Vittorio Veneto, anche Conegliano e Montebelluna ospitano infatti le due nuove sedi. A Conegliano il laboratorio si trova all’Istituto tecnico Cerletti, in via XXVIII Aprile 20; a Montebelluna alla Casa del volontariato, in via Dante 14 (telefono 0423-619057). Per conoscere gli orari, telefonare allo 0422419111 (lunedì dalle 10 alle 12; mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17), www.scuolaevolontariato.org, e-mail [email protected]. VOLONTARIATO / BREVI Capire e capirsi con l’Aitsam Ripartono i percorsi formativi per la salute mentale proposti dall’Aitsam per il prossimo autunno. Il ciclo di cinque incontri su “Identità e ruolo nella società in evoluzione” partirà il 13 ottobre, alle 20.30, al centro sociale “I Tigli” a Fratta di Oderzo, con una relazione della psicologa Vittorina Jus che parlerà de “L’uomo come essere progettuale: identità, ruolo e relazioni in ambito lavorativo”. Per informazioni: 0422-710926. Un corso per l’auto mutuo aiuto È iniziato il 14 settembre, con un incontro sulla gratuità del dono, il corso di formazione promosso dall’Aitsam per facilitatori e attivatori di gruppi di auto mutuo aiuto. Le lezioni si svolgeranno tutti i mercoledì sera al centro sociale “I Tigli” a Fratta di Oderzo fino al 26 ottobre. Il prossimo appuntamento, il 21 settembre, sarà sulla relazione di coppia con il pro- fessor Roberto Gilardi, mentre il 28 settembre si parlerà dell’arte dell’ascolto reciproco con la dottoressa Vittorina Jus. Formazione per volontari di servizio civile La Regione Veneto organizza un corso di formazione generale per volontari di servizio civile di 5 giornate per 40 ore complessive. Le sedi delle lezioni saranno Padova (dal 7 ottobre al 4 novembre) e Belluno (dal 21 ottobre al 18 novembre). Nello stesso periodo (l’8 ottobre a Padova e il 15 ottobre a Belluno) si terrà anche la giornata formativa per Operatori locali di progetto. Per iscriversi è necessario inviare a [email protected] i moduli scaricabili dal sito www.venetosociale.it. Nat’s insegna il metodo della raccolta fondi “Strategie e modelli di marketing sociale”: è questo il titolo del corso promosso da Nat’s Treviso con l’obiettivo di insegnare i metodi di fund raising per organizzazioni non profit. Il corso avrà una durata di 36 ore, dal 30 settembre al 9 ottobre, nella sede dell’associazione in via Montello a Treviso. Per informazioni: 0422-305008; [email protected]. Associazione Alzheimer: corso di formazione L’associazione Alzheimer Onlus di Riese Pio X organizza un corso di formazione per familiari, volontari e operatori (in collaborazione con il Comune di Asolo) nell’aula magna della scuola media Torretti di Asolo (via Forestuzzo 50). Si inizia lunedì 10 ottobre e si termina lunedì 5 dicembre, per un totale di nove incontri su tutti gli aspetti della malattia. Per informazioni e iscrizioni: assessorato alle Politiche sociali Comune di Asolo 0423-524640; associazione Alzheimer 0423-750324 (martedì, mercoledì e venerdì 9-11.30 oppure rivolgersi alla presidente, signora Gatto, 329-4511952). 8 Taglio di 200 posti di lavoro nella fabbrica di Mel Acc, sorpresa, anzi sconcerto I n primavera salì il vescovo Giuseppe a Mel per benedire lavoratori e dirigenti dell’Acc, l’ex Zanussi. Era un pomeriggio di festa. L’azienda era reduce da un accordo tra i più innovativi in Italia: alle maestranze veniva chiesto un di più di flessibilità, l’Acc s’impegnava a non delocalizzare, anzi ad incrementare con ulteriori investimenti la sua attività produttiva sia a Mel che nello stabilimento di Rovigo. Il Vescovo stesso aveva lodato questa disponibilità dell’ex Zanussi a consolidarsi, a radicarsi nel territorio. E con genuina soddisfazione aveva ripetutamente benedetto tutti, compresi gli ambienti di lavoro. Anche le dichiarazioni rilasciate nell’occasione dai massimi dirigenti industriali al nostro giornale erano tutte improntate a questa garanzia. Ai primi di settembre, in- L’ingresso dello stabilimento di Mel dell’Acc, ex Zanussi vece, la doccia fredda. Anzi, gelata. L’Acc ha annunciato che chiuderà lo stabilimento di Rovigo e che a Mel taglierà duecento posti di lavoro. Il mercato dei compressori non tira, perché è in crisi – come viene spiegato – il mercato degli elettrodomestici. Immaginarsi la reazione dei lavoratori e di tutta la comunità: non di sorpresa, ma di sconcerto. Perché la crisi dell’Acc era l’ultima che ci si poteva aspettare in Valbelluna ma anche nell’intero Veneto. L’azienda veniva infatti considerata tra le più sicure. I lavoratori hanno reagito con proteste diverse, a Villa di Villa e soprattutto a Rovigo. Si dicono traditi, presi in giro. Mettono sotto accusa non solo l’azienda, anche la Provincia di Belluno che si era fatta garante dell’intesa. «Le rsu – ricorda il presidente della Provincia, Sergio Reolon – erano contrarie a quell’accordo, ma sono state sconfessate del voto dei lavoratori. È chiaro che senza quell’accordo non ci sarebbe stato futuro per l’im- I 60 ANNI DELLE ACLI / LE “BATTAGLIE” DELLA VITTORIESE FRANCESCA MENEGHIN “La mia vita nelle Acli” F rancesca Meneghin è un personaggio molto noto nell’ambiente dell’impegno sociale del Vittoriese. Recentemente è stata chiamata dal Circolo Acli di Avellino, nell’ambito delle celebrazioni del 60° anniversario dell’associa- Alla scuola delle Acli Ho incominciato presto a lavorare. A meno di 11 anni ero in bacologia Sbrojavacca di Vittorio Veneto. Durante la guerra ho lavorato anche in un’azienda metalmeccanica locale. Poi, dopo l’8 settembre, sono ri- zione, per raccontare la sua storia che ha come punto di partenza e costante punto di riferimento l’associazione cristiana dei lavoratori. Presentiamo la sua testimonianza come contributo alla celebrazione del 60°. tornata in bacologia. Da allora ha inizio il mio impegno sociale e politico. Infatti in quel periodo sono stata invitata da persone provenienti da Treviso, appartenenti ad un non meglio identificato movimento cattolico, a partecipare a rischiose riunioni notturne, a causa del coprifuoco, che si tenevano all’orfanotrofio Luzzatti di Vittorio. Si parlava della necessità dell’impegno sociale e politico del cattolico. Liberata Roma le riunioni procedevano con maggiore intensità. Il peri- Il futuro è il 2030, non il 1980! G iorno prima, giorno dopo, comincia la scuola. I numeri parlano chiaro: aumentano le iscrizioni ai licei e diminuiscono quelle agli istituti tecnici. Difficile spiegare con certezza i motivi di queste tendenze: forse i licei “ammorbiditi”, ma forse anche (speriamo!) la voglia di studiare, di cancellare l’idea che appare del Veneto che non sa parlare in italiano e sa solo lavorare a testa bassa. Ed ecco l’ammonizione degli Industriali veneti: «Non andate al liceo, c’è bisogno di operai e tecnici specializzati!». e L’AZiON Attualità / Economia Domenica 18 settembre 2005 Assunto che la scuola, così com’è oggi, fornisce ad ogni livello nozioni che poi devono essere comunque irrobustite da esperienza sul campo, meraviglia l’appello degli industriali. Sembra che non si siano accorti che il miracolo del Nord-Est, quando con il solo sudore e l’inventiva sono nati migliaia di imprenditori, appartiene alla preistoria. Con i mercati internazionali di merci e persone, la voglia di lavorare, l’istinto imprenditoriale, senza il sapere, non bastano più. Non si torna indietro, il futuro è il 2030, non il 1980! I nterverrà anche il governo, specificatamente il ministero del welfare, nella vicenda Acc, anzitutto per portare elementi di chiarimento. «Siamo infatti sorpresi anche noi», ammette il sottosegretario Maurizio Sacconi. Come intende operare? «Il governo vuol vederci chiaro nel piano industriale dell’Acc». Lei ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori, le rsu. Come li ha trovati? «Nei rappresentanti dei lavoratori ho riscontrato non solo preoccupazione, ma anche sconcerto. E io li capisco. Il nuovo piano industriale, infatti, viene annunciato pochi mesi dopo intese che sembravano destinate a durare nel tempo. Si dice che il piano sia determinato dalla caduta dei volumi di mercato degli elettrodomestici e, quindi, dei compressori. Probabilmente, tuttavia, è conseguenza di difficoltà più specifiche dell’azienda. Ecco perché noi vogliamo discutere fino in fondo il piano industriale». La prima preoccupazione è per la tutela dei lavoratori in esubero. Che cosa sarà possibile fare? «Certo, la tutela è doverosa, e faremo quanto è nelle nostre possibilità, peraltro coinvolgendo anche le altre istituzioni. Ma prima vogliamo capire, attraverso il piano industriale, come sta la situazione, entrare nel merito e verificare se le potenzialità di questa azienda sono tutte valorizzate. Noi dovremo cercare un accordo destinato a durare nel tempo; la cosa peggiore sarebbe quella di aprire una discussione e concluderla come è avvenuto nel passato, per poi doverla riaprire entro poco tempo». Ha avuto modo d’incontrare l’azienda? «L’azienda ha fatto a me solo un breve annuncio. Ma cercherò di capire di più, direttamente e indirettamente. Sono molto incuriosito dalle ragioni che possono avere determinato un cambiamento di direzione così repentino a distanza di pochi mesi dall’accordo». Ma c’è possibilità reale di ricollocare i lavoratori in esubero? «Non bisogna partire sfiduciati. Posti di lavoro nuovi si definiscono e non sono per ingegneri nucleari. Purtroppo quando domanda e offerta fanno fatica ad incontrarsi l’imprenditore che pensa di assumere, se non trova le persone, rinuncia a prenderle. Quindi bisogna avere un sistema efficiente di incontro della domanda e dell’offerta, come avviene con la Borsa lavoro». (FDM) SACCONI “Vogliamo discutere fino in fondo il piano industriale” pianto di Mel. L’azienda ha confermato l’investimento di 40 milioni di euro. Tra un mese visiterò la fabbrica per vedere a che punto sono. Ora vogliamo che quel testo venga rispettato nella sostanza e nello spirito». Nell’incontro del 12 settembre a Belluno, l’azienda ha confermato che la crisi di mercato impone di tagliare complessivamente 500 posti in Italia. Il 20 settembre è in programma un coordinamento sindacale del gruppo Acc per capire meglio la prospettiva. C’è il rischio, infatti, di una “guerra fra poveri”. Nonostante il taglio, il sito produttivo di Villa di Villa verrebbe con- fermato, anzi sviluppato ancor di più. A Rovigo, invece, accadrebbe l’esatto contrario. E Rovigo, ovviamente, non ci sta. Anzi, ha già protestato, per via istituzionale, contro la posizione di sicurezza tenuta dalla stessa amministrazione provinciale di Belluno. Francesco Dal Mas colo c’era e con il pericolo la paura, tanto da far sentire una foglia che cadeva, quasi una mano delle SS che ti fermava. Con la liberazione quei personaggi che rischiavano la vita (anche senza essere sulle montagne) assunsero un nome: Acli. Mi iscrivo subito all’associazione. Avendo già ricevuto una formazione, sono nominata nel direttivo cittadino e comincio a parlare dell’importanza di tale associazione in mezzo ai lavoratori. Nel ’47 trovo lavoro al lanificio Cini. Sono presto scelta quale componente la commissione interna in rappresentanza della corrente cristiana, presente nella rinata Cgil. In fabbrica la situazione si capovolge: la corrente cristiana da minoranza, come in tutte le altre aziende della città, diventa maggioranza assoluta: 80 per cento. Entro nel direttivo provinciale Acli di Treviso. Questa è stata la mia prima scuola, poi ce ne sarà una seconda. le, dichiara liquidata l’unità sindacale. Con Agostino Pavan, Silvio Zannol, Giacomo Petterle fui cofondatrice della Federazione tessile di Treviso nella Libera Cgil nel 1948. Il 30 aprile 1950 nasce la Cisl, aperta ad ogni ideologia e fede religiosa, purché si accetti il sistema democratico. Mi impegno per la fondazione in ambito provinciale e così il mio lavoro Pastore per una mia presenza a Vittorio Veneto. Questa la mia storia che comprese in seguito la presenza per 30 anni nel consiglio comunale, due mandati all’Ulss quale referente al personale e due mandati alla presidenza della locale casa di riposo, infine i viaggi in Romania e Bulgaria per portare aiuti. Se in quelle notti fredde del 1943-44 non avessi imparato da quel movimento che nell’era clandestina non aveva ancora un nome, la partecipazione del cattolico alla vita politica, amministrativa, alla difesa del lavoratore, alla solidarietà di persone e popoli, non sarei certamente diventata dirigente sindacale, operatore di patronato, amministratore pubblico e non avrei percorso le pericolose vie per portare aiuto. Tutto questo senza ambizioni, animata dalla volontà di spendere tutta la mia vita a favore dei lavoratori, degli anziani, dei poveri. Poco contano i riconoscimenti pubblici del presidente della repubblica e di varie associazioni, molto più importante per me quando, lungo la strada, incontro spesso, tra l’imbarazzo e le lacrime, i lavoratori che mi esprimono il loro grazie. Ma sono io, pubblicamente, nel sessantesimo delle Acli, a dire con caratteri cubitali il mio grazie a questa associazione che non ha ancora esaurito il suo compito. Francesca Meneghin L’impegno nella Cisl Il 14 luglio del 1948 ci fu l’attentato a Togliatti. Da subito si ha l’idea di una insurrezione nazionale. Viene proclamato lo sciopero generale, poi ritirato per pressione di Giulio Pastore, capo della corrente cristiana della Cgil. Ormai non c’erano più le condizioni per l’unità sindacale. Il 22 luglio il consiglio nazionale Acli, promotore della corrente cristiana in ambito sindaca- Francesca Meneghin si allarga all’esecutivo confederale provinciale. Nell’autunno 1956 la Cisl provinciale mi inviò ad una selezione per dirigenti sindacali alla scuola di Firenze Cisl e l’anno successivo frequentai il primo corso femminile della scuola Cisl. C’era per me una scelta difficile da fare: mi era stata fatta la proposta di trasferirmi presso il sindacato tessile di New York, addirittura, o in qualche sede italiana. La soluzione si presentò per una richiesta fatta da monsignor Zaffonato, allora vescovo della nostra diocesi, al Segretario generale e L’AZiON Economia Luigi Cosmo (Bellenda) non si preoccupa Dura,ma non crisi per il prosecco «L’ uva non è sotto un capannone, quindi è ovvio che queste bizze del tempo ci complichino la vita, ma per ora non mi preoccupo». Luigi Cosmo, titolare con i fratelli Umberto e Domenico dell’azienda agricola Bellenda a Carpesica di Vittorio Veneto, risponde sereno quando gli chiediamo cosa pensa della piovosità di questa strana estate. «Per il prosecco non c’è nessuna preoccupazione, le cosiddette varietà precoci (Chardonnay, Pinot grigio) subiscono un po’ di più l’influenza del tempo, ma non si tratta di allarme. Un buon tec- nico di cantina saprà rimediare, diciamo che il maltempo comporta problematiche di tipo organizzativo, che poi si traducono in costi». La qualità quindi è salva? «Il ritardo di maturazione è un dato positivo, il tenore acido più elevato rispetto alla media del periodo facilita la conservazione in pianta dell’uva. Tra i precoci, è particolarmente bello l’Incrocio Manzoni bianco. Le piogge di qualche decina di minuti sono nella norma, più che altro sono brutte quelle come venerdì scorso, minialluvioni che portano con sé qualche problema in più». CANTINA SOCIALE DI VITTORIO: IMPIANTO APPASSIMENTO N uovi metodi di lavorazione delle uve alla cantina sociale di Vittorio Veneto. Questa realtà cooperativa, fondata nel 1959, ha inaugurato nei giorni scorsi, in occasione dell’annuale assemblea dei soci, la nuova area destinata all’appassimento assistito e naturale delle uve. Questo nuovo settore di produzione è stato ricavato dalla costruzione di nuovi locali, sistemati in due piani, ad una profondità di circa 15 metri nel lato a sud-est della cantina stessa. In questo nuovo e fresco spazio sono stati sistemati anche una ventina di serbatoi in acciaio che serviranno a stoccare le uve appena raccolte. «Questa nuova ala di produzione – dichiara il direttore della cantina, Lauro Pagot – si snoda su circa 10 mila metri cubi ed ha comportato una spesa pari a circa 2 milioni di euro, finanziata con un aumento di capitale praticato negli anni scorsi, con la concessione di contributi regionali e fondi propri». Il nuovo sistema di lavorazione delle uve, che si aggiunge a quelli già praticati e potenziati anche con l’acquisto di nuovi macchinari, andrà a regime già a partire da quest’anno: «Il nuovo impianto – conclude Pagot – consentirà l’ottenimento di partite selezionate di uve merlot e cabernet sauvignon da destinare all’affinamento in legno». Nel corso dell’assemblea i soci (più di mille da Vittoriese e Coneglianese) hanno provveduto all’approvazione dei relativi bilanci, da cui si desume un volume di affari per il 2004 pari a circa 17 milioni di euro. (RP) Si vocifera che l’uva ai viticoltori verrà pagata meno dell’anno scorso. «È il mercato a dettare certe leggi, a decidere che l’uva venga pagata meno. Così come i fornitori ci sono venuti incontro negli anni difficili per noi (2002 e Luigi Cosmo 2003, quando il prosecco Igt, a causa anche della diminuzione della produzione, aumentò anche del 70%, ndr), noi andremo incontro a loro adesso. È una sorta di mutuo scambio. Certo, con chi viene da te o se ne va a seconda di dove gli conviene non faremo sconti». Ma come va il mercato? «Effettivamente c’è un calo. Se in Italia si aggira sul 10%, in Germania, mercato che assorbiva molto prosecco, arriva al 30%. Abbiamo lavorato molto con i tedeschi, forse c’è stata una certa illusione, che ora è finita». Come si spiega questo calo di vendite? «Non darei la colpa al prezzo, è la situazione economica generale che va così: i saliscendi del prezzo alla fonte non vengono riversati sul consumatore finale, semmai si tagliano altre spese. Il male è quando si è costretti a tagliare sulla ricerca». È allarme vino? «Secondo me assolutamente no. Diciamo che qualcuno si era illuso di avere le galline dalle uova d’oro. Ora si torna con i piedi per terra. Ma il nostro settore comunque soffre meno di altri, anche perché abbiamo un vino IDSC: PRONTI AD AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ I prezzi ballerini delle uve e lo sconcerto per certi ribassi inattesi hanno investito anche l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Vittorio Veneto, che ricava buoni redditi coltivando razionalmente la vite e producendo dei vini di qualità consolidata. All’Istituto tuttavia non ci sono “musi” lunghi. «Anche il settore vitivinicolo risente – commenta il direttore Raffaello Tolot – di una situazione economica non favorevole. L’Istituto si è tuttavia preparato per tempo ad affrontare queste evidenti difficoltà, diversificando il più possibile il proprio patrimonio viticolo, di nicchia. E poi il prodotto di qualità, sia uva o vino, mantiene il valore nel tempo. I produttori quantificano sempre lo stesso: a seconda della produzione cambia il prezzo al quintale, ma la somma finale è quella». Almeno un settore in cui la Cina non fa paura? «La Cina si fa sentire indirettamente, nel senso che del RESPONSABILITÀ OGGETTIVE PER LE COSE IN CUSTODIA grazie “in primis” alla lungimiranza del nostro compianto don Roberto Lorenzon, ma anche perseverando nella politica della qualità abbinata ad un prezzo equo». Qualità che ha inoltre ben premiato l’Istituto al concorso enologico “EnoConegliano” 2005. Infatti, tutti e tre i vini messi in gara (Raboso Igt Maso di Ronche 2000, Rosso Igt Maso di Ronche 2001 e Chardonnay Doc Piave 2004) hanno superato la selezione che imponeva un punteggio minimo di 89/100, venendo ammessi con attestato di merito alla degustazione che si terrà a Conegliano il 24 e 25 settembre. (MS) se crea difficoltà al mercato, poi si spende di meno». In compenso ci sono altri Paesi dove il prosecco tira: per esempio gli Stati Uniti, dove in questi giorni anche il fratello Umberto, assieme ad altre 26 aziende produttrici di prosecco di Conegliano Valdobbiadene, porta Bellenda a “Vino in villa” a New York. Alessandro Toffoli FORUM SPUMANTI: QUANTI INTERROGATIVI A l 1º Forum degli spumanti d’Italia di Valdobbiadene il Prosecco Spumante di “Conegliano-Valdobbiadene” si riconferma locomotiva di un settore con segni di debolezza e negli ultimi 10 anni in flessione (sui mercati esteri da oltre 2 milioni di ettolitri a 810 nel 2004). L’Italia con oltre 250 milioni di bottiglie l’anno resta comunque al terzo posto, dopo Francia e Germania, nella graduatoria delle bollicine mondiali. Su 40 milioni 100 mila bottiglie di Prosecco Doc di Conegliano-Valdobbiadene (4352 ettari in tutto) commercializzate nel 2004, 32 milioni 500 mila erano di risarcimento salvo che non provi di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha consideraCITTADINO to che non possa essere apA cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI plicato detto articolo in quanto la fase di uscita dalla stazione non può costituire attività pericolosa per la natura delle cose o dei mezzi adoperati per il deflusso dei passeggeri. Piuttosto, ha osservato la Corte, la passerella che conDomanda: Uscendo dalla stazione sono scivolata su sente l’uscita dalla stazione resa pericolosa da uno strauna passerella resa scivolosa da un pesante strato di to di ghiaccio è da considerarsi sotto la custodia delghiaccio e ho subito lesioni: posso chiedere i danni alle l’ente Ferrovie salvo che non riesca a provare il fatto Ferrovie dello Stato? fortuito. Questa norma prevede un’ipotesi di cosidRisposta: L’articolo 2051 del codice civile prevede, detta responsabilità oggettiva, essendo sufficiente che nella rubrica “danno cagionato da cose in custodia”, venga provata la sussistenza del rapporto di custodia come ciascuno sia responsabile del danno cagionato dal- tra il responsabile e la cosa (la passerella), che ha dale cose che ha in custodia, salvo che provi il caso for- to occasione all’evento dannoso. tuito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Sarà quindi possibile avanzare una domanda risarha esaminato un caso simile. Le Ferrovie dello Stato, citoria nei confronti dell’ente Ferrovie dello Stato con difendendosi nell’azione di risarcimento intentata, han- buone possibilità di accoglimento della domanda purno cercato di sostenere l’applicabilità dell’articolo 2050, ché non venga provato il caso fortuito o una sua reche prevede che chiunque cagiona un danno ad altri sponsabilità per aver omesso di adottare le ordinarie nello svolgimento di un’attività pericolosa è tenuto al cautele che è legittimo attendersi da qualsiasi utente. Sportello Domenica 18 settembre 2005 spumante (l’81%), di cui 980 mila di spumante Superiore di Cartizze (106,8 ettari), con un’esportazione pari a 8 milioni 200 mila bottiglie. Il valore del prodotto al consumo dell’annata 2004, spumante, frizzante e tranquillo, ha raggiunto la bella quota dei 250 milioni di euro. E in questo 2005, in un mare così agitato di chili d’uva dagli inimmaginabili ribassi di prezzo, che sorte toccherà a questo “principe” dell’enologia nazionale? C’è chi dice che il prezzo delle uve di Prosecco doc ConeglianoValdobbiadene da 1,05 euro il chilo dell’anno scorso inevitabilmente scenderà a 0,90 centesimi di euro. (MS) 9 IN BREVE Corsi per sommelier a Conegliano e Oderzo Partono a giorni i corsi di primo livello per sommeliers promossi dalla Federazione italiana sommeliers albergatori ristoratori (Fisar). Due le sedi: Conegliano (all’istituto Cerletti) e Oderzo (nella sede della Delegazione in via per Piavon 20). A Conegliano la prima lezione è fissata per giovedì 29 settembre, a Oderzo per venerdì 30. Le 14 lezioni iniziano alle 20.30 e terminano alle 23. La frequenza è obbligatoria. A metà gennaio, al termine del corso, è previsto un test e un galà con la consegna degli attestati. Per informazioni telefonare a Primo Minello 333-5871531 o Graziella Cescon 335-6915894. Tessitura Monti sbarca in Borsa Tessitura Monti, il gruppo tessile di Maserada sta per sbarcare in Borsa, ma non a Milano, bensì a Bombay, in India, dove opera già dal 2003. Il gruppo trevigiano punta ad un mercato in grandissimo sviluppo, proseguendo sulla linea della internazionalizzazione e delocalizzazione spinta. Per l’Italia però Tessitura Monti scommette sulla qualità: così si spiega l’acquisizione di SicTess di Masate (Milano) tessitura di alta qualità storica in Italia. Lo sport trevigiano vola in Russia Otto aziende trevigiane, coordinate da Assosport (associazione che riunisce tutti i produttori del settore, presieduta da Giancarlo Zanatta), partecipano dal 14 al 17 settembre a Ispo Russia, fiera internazionale degli articoli sportivi a Mosca. Il mercato dello sport in Russia, dove i praticanti sono il 50% della popolazione, cresce in modo vertiginoso: dagli 0,84 miliardi di dollari del 2000 all’1,7 del 2003. FORMAZIONE FSE: corsi gratuiti per disegnatori prototipisti S cadono il 27 settembre le iscrizioni per un corso gratuito Fse per tecnico disegnatore prototipista organizzato per ottobre da “Sisthema formazione”, cooperativa senza scopo di lucro di Albaredo di Vedelago (Treviso). Il prototipista ricava da progetti e modelli un prototipo meccanico del pezzo da lavorare. Deve lavorare a computer sul disegno del prodotto, e poi ritagliare in laboratorio da blocchi di plastica un esemplare tridimensionale, che servirà per completare le verifiche o per avviare la produzione. La figura del prototipista, spesso richiesta dalle aziende trevigiane, trova impiego nei settori della metalmeccanica, del legno, della plastica, ovunque si richiedano modelli tridimensionali del prodotto. Il corso, a tempo pieno, dura 858 ore, ed è completato da una prova d’esame finale e da uno stage di due mesi in aziende del settore. Gli ammessi, sulla base di una selezione, saranno dieci diplomati e riceveranno un’indennità oraria di 3 euro. Per informazioni: telefono 0423-451019, www.sisthemaformazione.org. e L’AZiON DOMENICA 18 APERTURA DELL’ANNO PASTORALE I l nuovo anno pastorale inizia domenica 18 settembre alle 16 in Cattedrale con la solenne celebrazione dei vespri, presieduta dal Vescovo, e la consegna del Piano pastorale ai vice-presidenti dei consigli pastorali. La celebrazione verrà trasmessa in diretta da Radio Palazzo Carli. INTERVISTA AL VICARIO PER LA PASTORALE Comincia il nuovo anno pastorale S i riparte con il nuovo anno pastorale. Com’è il clima nel momento della partenza? Lo domandiamo a chi è incaricato di dare il via e di vigilare sulla corsa, al Vicario per il coordinamento della pastorale, monsignor Francesco Toffoli. «Il clima lo conosce solo Dio, tuttavia voglio credere che sia per tutti di speranza e di entusiasmo, anche se sentiamo il peso delle fatiche pastorali. Motivi di speranza ci sono: il Seminario un po’ lievita, i diaconi aumentano, con i religiosi e le religiose cresce la collaborazione. Ma la risorsa da sfruttare maggiormente sono i laici. Parecchi hanno frequentato la scuola di teologia o i corsi per la ministerialità laicale». Questa domenica in cattedrale, alle 16, il Vescovo consegna il piano pastorale a tutte le parrocchie. Don Francesco, in estrema sintesi, il piano che cosa propone alla diocesi? «Il cuore della proposta è continuare ad annunciare, come gli anni scorsi, Cristo nostra speranza. Abbiamo rappresentato nel manifesto pastorale quello che il poeta francese Peguy dice della speranza: una bambina in mezzo alle altre due virtù teologali. Perché bambi- na? Perché semplice, schietta. L’idea ci è piaciuta e il pittore nostrano G. Bisson ha creato un’immagine, da esporre anche nelle chiese, in cui la bambina Speranza conduce per mano, verso Cristo, le sorelle maggiori, Fede e Carità». C’è un aspetto particolare della speranza che quest’anno viene messo in luce? «È la missione. Nella dinamica della vita cristiana la speranza spinge a guardare oltre. La missione è lo sforzo della Chiesa a guardare al mondo e alla sua complessa articolazione, non per perdersi in esso, ma per ravvivarlo con lo Spirito di Cristo e orientarlo verso di Lui, fondamento e ragione della nostra speranza. Per raggiungere questo obiettivo il piano invita a guardare in maniera privilegiata a due soggetti, famiglia e parrocchia, per farli protagonisti nel portare speranza nel mondo». Dato il tuo punto di osser vazione generale, le nostre parrocchie e le nostre famiglie cristiane sono abbastanza animate da questo spirito missionario? «Sì. In ogni parrocchia ci sono delle belle famiglie. Però le parrocchie e le famiglie hanno ancora tanto bisogno di cammini Don Francesco Toffoli di formazione per diventare più missionarie nel territorio. Esse devono conoscere il territorio, coglierne i bisogni e le sfide. La tentazione di chiudersi in se stesse è frequente e forte. Il nostro ambiente diocesano, dove tanto serpeggia la new age, soffre di confusione di idee anche sulla religione e, come reazione, si cerca di chiudersi per affrontare i pericoli. Occorre invece rafforzare la nostra identità e crescere in apertura e dialogo. Occorre mettere al primo posto nei progetti IL VESCOVO PRESENTA IL PIANO IN SEI CENTRI Lunedì 19, alle 20.30, in Seminario a Vittorio Veneto Martedì 20, alle 20.30, in casa Toniolo a Conegliano Giovedì 22, alle 20.30, al Brandolini di Oderzo Venerdì 23, alle 20.30, a palazzo Carli in Sacile Martedì 27, alle 20.30, al Careni di Pieve di Soligo Mercoledì 28, alle 20.30, al centro San Felice di Trichiana MONS. BETORI ALLE ACLI Vita, pane, pace e libertà D opo l’esperienza vissuta quest’anno con i referendum sulla procreazione assistita, la promozione della vita è oggi per i cattolici italiani la «nuova frontiera della questione sociale. Su questo fronte si misura non solo la ritrovata compattezza del mondo cattolico, ma anche il suo coraggioso spendersi su frontiere di rile- vanza pubblica che vanno ben oltre le chiuse sagrestie in cui molti vorrebbero confinarlo e le nascoste coscienze in cui alcuni vorrebbero che si consumasse». L’indicazione viene da monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana intervenendo venerdì 9 settembre ad Orvieto all’incontro naziona- pastorali la formazione degli adulti per far diventare le famiglie e le parrocchie mature e competenti e andare verso altri, anche fuori della comunità. Questa è missionarietà». In conclusione che cosa si vorrebbe ottenere con il nuovo piano pastorale? «1º Maggiore vicinanza e conoscenza del contesto che sta cambiando velocemente. 2º Nelle parrocchie, nelle unità pastorali e nelle foranie elaborazione di progetti di evangelizzazione per tutte le dimensioni della vita. 3º Uno stile dell’accompagnamento con particolare attenzione per il dopo-Cresima e per i nubendi. 4º Un dialogo con gli immigrati che favorisca l’integrazione. La Chiesa ha ancora molto da dare a questo mondo in vista del Regno di Dio». Nel programma pastorale di quest’anno c’è anche il rinnovo dei consigli a tutti i le di studi delle Acli su “Bios e polis. La vita nuova frontiera della questione sociale”. Se nel passato «la questione sociale nella sua configurazione tradizionale, ha visto i cattolici affiancarsi ad altri uomini e donne, di diverse ispira- zioni religiose e culturali, in difesa di beni primari per l’uomo come il pane, la casa, il lavoro, la pace, altrettanto deve avvenire oggi per la questione della vita». Betori ha quindi indicato l’agenda dell’impegno dei cattolici nella vita pubblica del Paese. «Vita, pane, pace, libertà formano il nuovo alfabeto sociale. Giova ricordare, però, che pace, libertà e pane sono gli stessi nomi della vita e sono da essa inseparabili: a chi offrire il pane, se la vita è negata prima ancora del suo esistere o manipolata nella sua identità personale?». livelli. Che impressione hai in particolare dei consigli pastorali parrocchiali? Stanno funzionando? «Mi pare che di anno in anno stiano prendendo una buona fisionomia. Nella misura in cui i sacerdoti sono attenti a tutte le dimensioni della vita sentiranno il bisogno di “consigli”, cioè di competenze e responsabilità diverse, e questa esigenza si realizza in primo luogo nel consiglio pastorale. Io lo chiamerei “bottega artigianale del parroco”, dove insieme si “prova” e si vede ciò di cui la gente ha bisogno e si costruiscono insieme risposte adeguate». Presupposti per un buon consiglio pastorale? «Innanzitutto essere formato da cristiani convinti e con il senso di appartenenza alla propria comunità. Poi la consapevolezza del parroco che il modo giusto di svolgere il suo ministero di pastore è condividere la responsabilità con altri. Infine la stima e la fiducia reciproche tra sacerdoti e diaconi, religiosi, religiose e laici, in un clima di amicizia. Se la parrocchia è sentita come la casa comune, avremo persone disponibili ad assumersi questo impegno». A che punto siamo con l’annoso problema della ridistribuzione dei preti e la formazione dei pro- motori di comunione? «Con i nuovi vicari foranei uno dei primi problemi pastorali da affrontare sarà quello delle unità pastorali, dei moderatori e della distribuzione dei sacerdoti. Per il gruppo dei promotori di comunione so che alcune parrocchie stanno lavorando in questo senso. Ci sono già, ad esempio, in alcune parrocchie, grazie al lavoro degli uffici catechistico, liturgico e della pastorale familiare, delle persone che coordinano nei rispettivi settori le attività parrocchiali in armonia con i parroci e in qualche parrocchia si sta avviando il gruppo dei promotori di comunione». Il prossimo anno ci sarà il convegno della Chiesa italiana a Verona. Come stiamo preparandoci? «Al momento non abbiamo ancora definito come utilizzare lo strumento di preparazione che è stato diffuso dalla Cei. Penso che questo sarà deciso a gennaio quando entreranno in attività i nuovi consigli. Dovremmo inoltre definire quale fisionomia dare al dopo-convegno 2006, cioè all’anno Pastorale 2006-2007. Come si vede, tanti sono i campi di impegno urgente, ma non dimentichiamoci della bambina Speranza. Lasciamoci prendere anche noi per mano». (GpM) LA VITA DI RATZINGER ALLA RADIO VATICANA O gni domenica pomeriggio a partire dal 25 settembre prossimo e per 12 settimane andrà in onda uno sceneggiato a puntate sulla vita di Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, realizzato dalla Radio Vaticana. Lo sceneggiato in lingua italiana, trasmesso nello spazio radiofonico di “Pagine e Fogli”, il magazine culturale dell’emittente pontificia, vedrà la partecipazione di circa 15 personaggi, tra attori, doppiatori professionisti e collaboratori della Radio Va- ticana. Le puntate, che si potranno ascoltare in diretta alle 18.30 di domenica sulle frequenze di “105-live”, e successivamente anche nelle repliche, abbracceranno la vita di Joseph Ratzinger dalla nascita, avvenuta il 16 aprile 1927, a Marktl am Inn, nella diocesi di Passau (Germania), fino alla nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga del 25 marzo 1977. Non mancheranno anche alcuni richiami al presente. e L’AZiON Chiesa SABATO 24 SETTEMBRE A VITTORIO E ODERZO RIPRENDE LA SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA “Dio e l’uomo” S abato 24 settembre, alle 15 nelle due sedi di Vittorio Veneto e Oderzo, riprende la Scuola di formazione teologica della nostra diocesi. Si tratta di una proposta privilegiata in cui vengono presentati i contenuti della fede in forma approfondita e argomentata. La scuola risponde ad una esigenza for te di formazione diffusa nelle nostre comunità e mira ad offrire la possibilità di apprendere in maniera sistematica quanto crediamo per la propria crescita personale e per avere la capacità di trasmettere e proporre in maniera adulta la fede cristiana. Il tema di quest’anno è “Dio e l’uomo”. La scuola è triennale e ciclica e può essere iniziata da uno qualsiasi dei tre anni. Al termine dei corsi è possibile sostenere un colloquio-esame con il docente. È però possibile par tecipare come semplici uditori, anche per alcuni corsi soltanto. Al termine del triennio a quanti hanno frequentato i corsi regolarmente viene rilasciato un attestato di partecipazione. Quanti hanno anche sostenuto gli esami riceveranno il diploma di cultura teologica. Programma 2005-2006 - Antropologia teologica ed Escatologia: l’uomo creato e redento nel progetto di Dio. - Teologia morale fondamentale: l’agire cri- stiano secondo il disegno di Dio. Liber tà e comandamento. Coscienza, legge e peccato. - Antico Testamento 1: i libri storici. - Antico Testamento 2: i libri profetici. - Teologia biblica 1: uomo e creazione in Gn 1-11. - Teologia biblica 2: la sofferenza e il dolore interrogano il rapporto tra Dio e l’uomo. Dalla domanda di Giobbe alla risposta di Gesù. - Teologia patristica: La preghiera nei Padri. UNA GRANDE SETE DI CONOSCERE GESÙ I l 23 settembre dello scorso anno mi sono presentata in seminario, nella confortevole aula che ospita gli studenti. Pensavo di essere tra i più giovani partecipanti e la sorpresa è stata grande quando ho scoperto che non era così. Anche il numero mi ha stupito: solo a Vittorio Veneto eravamo più di 50! Insegnanti, padri e madri di famiglia, religiosi, persone con incarichi politici, piastrellisti, commessi, casalinghe: una grande varietà di esperienze e vissuti che per otto mesi decidono di perseguire un cammino comune. Tutti legati da un desiderio di ricerca. Sete di conoscere meglio Gesù e il suo messaggio, sete di capire la Chiesa, la sua storia, le sue scelte, desiderio di accostarci ai Padri che ci hanno preceduto nella fede. Per farlo molti professori a nostra disposizione, sacerdoti e laici preparati. Le - Storia della Chiesa: l’epoca antica. - Liturgia: significato, compito e ruolo della liturgia fonte e culmine della vita della comunità cristiana. - Storia della filosofia: l’avventura del pensare umano alla ricerca della verità. L’epoca antica. - Introduzione alla fede e alla teologia: la fede nei suoi contenuti essenziali, la ragionevolezza del credere. Le lezioni si tengono in seminario a Vittorio Veneto il giovedì dalle 19.30 alle 21.20 e il sabato dalle 15 alle 17.15 e a Oderzo, nella parrocchia di San Vincenzo, il giovedì dalle 19.30 alle 21.20 (solo per i mesi di ottobre-novembre e febbraio-marzo) e il sabato dalle 15 alle 17.50. Per informazioni telefonare in seminario (0438948411). Le iscrizioni si ricevono all’inizio delle lezioni a cominciare da sabato 24 settembre. Sito web: www. puntohit.com / scuolateologica. segretarie fissano le date degli esami, ti incoraggiano a presentarti, predispongono tutto per la merenda a ricreazione, archiviano, dispensano gli appunti, sono sempre sorridenti e disponibili. A maggio ci siamo tutti ritrovati a stupirci di come questi mesi siano passati veloci e di come noi fossimo usciti più ricchi da questo percorso. Quando qualcuno mi chiede se sono stata felice di frequentare la scuola rispondo: «Sì, era quello di cui avevo bisogno». Laura Castello Roganzuolo Domenica 18 settembre 2005 LA SUA VITA IN UN LIBRO Suor Valentina sorriso di Dio U na grande donna nella piccolezza del suo agire quotidiano. Questa è stata suor Valentina CabSuor Valentina (a sinistra) e suor Emilia Cabbia bia, religiosa di Maria Bambina, originaria di stile la Corrao ci offre un riCamponogara (Ve), in ser- tratto vivo della religiosa, il vizio per diversi anni nel cui sorriso “sapeva di Papensionato San Massimo di radiso e che come per inPadova e nel paese terre- canto si comunicava a motato di San Gregorio quanti la incontravano, frutMagno, deceduta nel 2003 to evidentemente di un ina 68 anni. La sua storia si tenso rapporto di intima aintreccia indirettamente micizia con Dio coltivato fin con la nostra diocesi: nella da ragazzina”. Anche il vescovo Alfrecomunità di via San Tiziano a Vittorio Veneto vive da do ha dimostrato apprezquattro anni sua sorella ge- zamento per il libro: “Ne somella, Emilia, anch’essa re- no rimasto conquistato e ligiosa di Maria Bambina; l’ho letto tutto d’un tratto – negli anni trascorsi a Pado- ha scritto in una lettera a va suor Valentina ha cono- suor Emilia –. Ne sono risciuto il nostro vescovo e- masto ammirato e mi aumerito Alfredo Magarotto. guro siano molti, specie i È suor Emilia a farci co- giovani, a conoscerla, iminoscere il libro fresco di tarla, seguirla”. Il volume è in vendita a stampa dedicato alla sorella. “Suor Valentina sorriso 8 euro alla Libreria del Sedi Dio” è il titolo del volu- minario, alla cartoleria Some. Ne è autrice la giorna- nego e dalle suore di Maria lista Gaia Corrao. Con buon Bambina. DOMENICA 18 LE PROPOSTE DEL CENTRO VOCAZIONI D omenica 18 settembre, subito dopo la consegna del piano pastorale diocesano, in Seminario sono attesi gli animatori vocazionali e i rappresentanti delle parrocchie per la presentazione delle proposte del Centro diocesano vocazioni per il prossimo anno pastorale. DON FABIO SOLDAN SULLA GMG La vita non è turismo ma un cammino di ricerca C ome responsabile della pastorale giovanile anch’io sono stato a Colonia, e ringrazio quanti si sono dati da fare per far sì che ci fosse una buona partecipazione di giovani anche della nostra diocesi. Ringrazio don Pierino che come sempre ha organizzato le iscrizioni, la preparazione, il viaggio, e tanto altro. Ringrazio quei giovani che a vario titolo, con il pellegrinaggio diocesano, ma anche con altre diocesi e con La Nostra Famiglia hanno scelto di esserci alla Gmg. A tutti vorrei fare un invito, quello di scavare in profondità sull’esperienza vissuta, di andare oltre per cogliere il vero dono di un incontro. Alcune considerazioni che ho posto al pellegrinaggio al duomo di Colonia mi sembra opportuno di riproporle. 1. La vita non è un turismo dove ciò che conta è l’immagine e la sensazione che da essa scaturiscono, ma è un pellegrinaggio, un serio cammino di ricerca che non si accontenta di qualche foto o di qualche bel ricordo, ma si alimenta di relazioni autentiche, di vita vera, di contenuti forti che danno il senso della vita. Che cosa si è fatto chiaro in me nell’esperienza dell’incon- tro con Cristo nel contesto della Giornata mondiale? Quali decisioni importanti sento di prendere per la mia vita all’interno della mia chiesa diocesana e della mia parrocchia? La Chiesa tedesca non è stata un albergatore che ci ha accolto, ma è comunità che ci chiede di essere riconosciuta, amata nella sua diversità, accolta con le sue provocazioni. Come non pensare al coinvolgimento dei laici nelle scelte pastorali e alla forte dimensione sociale che ha caratterizzato il gemellaggio con la diocesi di Limburg, il buon rapporto tra istituzioni civili ed eccle- siali che collaborano insieme per progetti di integrazione e recupero di persone in difficoltà. Come non pensare a due nostri sacerdoti diocesani che servono ventunmila italiani cattolici in una missione che non sappiamo quale futuro avrà. Chi andrà par noi? Come non vedere che molte chiese nel mondo vivono maggiori povertà e secolarizzazione della nostra e noi siamo ancora con il pensiero di avere pochi preti in diocesi 11 di Vittorio Veneto? La vita non è un turismo, ci chiede di esserci con la nostra vita, è domanda radicale di impegno e risposta. 2. La vita è fatta di treni che passano a volte solo una volta. Cristo passa, ma ha bisogno della nostra adesione, della nostra accoglienza, della nostra risposta. Il momento dell’incontro tra i magi e la famiglia di Nazareth è stato breve, i magi sono tornati per altra via, Giuseppe e Maria con il Bambino sono dovuti scappare dalla furia di Erode. L’incontro sorgente di gioia, è però esigente, da esso scaturisce qualcosa di nuovo, questa è la vita del pellegrino. 3. La vita è fatta di porte da attraversare, di ponti da percorrere. Nella vita, ciascuno di noi deve poter varcare la porta per non rimanere sulla soglia di un’esperienza, di un incontro, per vivere sapendo sporcarsi le mani compromettendosi, sapendosi assumere la responsabilità di ciò che ha visto e ascoltato. Nell’incontro con tanti popoli e culture non può non sorgere una seria considerazione sul nostro stile di vita, sui mezzi che utilizziamo, sulla povertà del mondo, sull’ingiustizia sociale. Tutto questo chiede una riflessione, una risposta e tanto altro. Don Fabio Soldan responsabile diocesano per la pastorale giovanile 12 CON LA CARITAS DIOCESANA Sei volontari in Montenegro I nsieme ad altri cinque giovani della diocesi di Vittorio, ho scelto di aderire ad uno dei campi di volontariato che la Caritas organizza durante l’estate: ci siamo diretti nella diocesi di Kotor, in Montenegro, dove si trovano un campo abitato da profughi del Kosovo e un campo Rom. Siamo arrivati la sera del 15 agosto e don Ivo, il direttore della Caritas locale, ci ha accolto, con tutta la comunità, a braccia aperte e ci ha dato le chiavi della nostra casa. Al primo impatto il posto era magnifico, il paesaggio che si osservava dalla nostra canonica situata a metà montagna era da sogno… monti, mare, cielo stellato... ma poi le porte della casa si sono aperte e l’umore è cambiato… la pulizia non era delle migliori, i letti erano pochi, noi eravamo stanchi... L’indomani presa in mano la situazione, l’allegra compagnia si è tirata su le maniche l’uno con l’al- tro e ha cercato di sistemare l’alloggio nel migliore dei modi. La collaborazione, il dialogo, le risate, le discussioni, le esperienze passate insieme, in modo così puro che ci sentivamo fratelli, perché, dopo tante fatiche, quel luogo l’avevamo reso vivibile insieme: tutto questo ci ha resi felici, e poi tristi, nel momento in cui abbiamo dovuto lasciare la casa! Il nostro campo di volontariato e condivisione, oltre che occuparsi di aiutare la Caritas del luogo, e L’AZiON Chiesa Domenica 18 settembre 2005 mirava a far giocare in un modo un po’ diverso dal solito i bambini che vivono in questi campi. Le persone che si trovano in questi luoghi non hanno bisogno di grandi aiuti a livello materiale: il loro problema principale è invece l’essere considerati diversi, cittadini di serie B; e per questo anche il semplice fatto di recarsi in casa loro per parlare, bere un tè o un caffè è il regalo più bello che gli si possa fare! Con noi al campo c’era anche Kledjan, un ragazzo albanese che vive a Conegliano: e per la gente del campo sentire parlare la loro lingua da una persona che vive al di fuori della loro realtà è stato importante: li ha fatti sentire rispettati per ciò che erano e che sono! Francesca Marian Francesca Marian con i bambini di Setmi Juli CONVEGNO ORDO VIRGINUM Dal battesimo la maturità in Cristo D al fonte battesimale, la piena maturità in Cristo: Umiltà e Martyria. È il tema dell’incontro nazionale dell’Ordo Virginum delle diocesi che sono in Italia, tenutosi a Napoli dal 25 al 28 agosto scorsi. Esso ha continuato e ampliato l’approfondimento, avviato negli incontri degli anni precedenti, sull’identità della vergine consacrata in rapporto alla radice battesimale della propria vocazione e all’interno dell’iniziazione cristiana. Da questa ricerca stanno emergendo stimoli significativi per un possibile percorso formativo della consacrata nell’Ordo Virginum. Sempre più, tra noi consacrate, emerge la consapevolezza che una testimonianza limpida e incisiva è affidata all’Ordo Virginum stesso, nella pazienza di un cammino che è ancora agli inizi, che ha bisogno di consolidarsi, ma che lascia anche intravedere la bellezza, la fantasia e l’azione dello Rita Antoniazzi Spirito Santo. In tal senso ci sentiamo aiutate da quanti, in questa fase, sono accanto a noi per sostenerci e accompagnarci nel cammino intrapreso. «Vivete la bellezza degli inizi che state sperimentando in un lavoro in un certo senso pionieristico» affermava monsignor Paolo Romeo, Nunzio apostolico in Italia, presente al convegno. E continuava: «Voi volete conoscere il cammino, volete conoscere sempre meglio come realizzare la vostra vita consacrata? Bisogna sentire il Signore. Voi volete conoscere la verità sulla vostra realtà? Ve la manifesterà il Signore. Ma la premessa è che voi siate insieme». Monsignor Vincenzo Pelvi, vescovo ausiliare di Napoli, ha ricordato che la vergine non si identifica con un compito o una funzione, ma esprime la sua identità nel sentire cum Ecclesia, allenando il cuore a concepire e a percepire la comunione ecclesiale come il proprio bene. Agli incontri nazionali questa comunione ecclesiale diventa lode all’unico Sposo e Signore, condivisione libera e fraterna della propria storia vocazionale, confronto e accoglienza di cammini e situazioni ecclesiali diverse, disponibilità ad aiutarsi e ad ascoltarsi. Il clima che si respira è caratterizzato dalla festa di ritrovarsi, dalla gioia di sentirsi sorelle in virtù della stessa consacrazione ricevuta, dalla gratitudine verso la Chiesa che, nella persona dei vescovi, esprime attenzione e speranza verso questa forma di consacrazione. All’incontro di Napoli eravamo circa 130, tra consacrate, in formazione e “in approccio”, ed erano rappresentate circa cinquanta diocesi italiane. Rita Antoniazzi Ordo Virginum diocesano L’UNITALSI A FIRENZE V Cos’è il soprannaturale? Q uella mattina Luigi mi rivolse a bruciapelo una domanda: «Cos’è il soprannaturale? È vero che coincide con Dio?». Gli dissi: «Sei sicuro che i tuoi compagni abbiano voglia di affrontare proprio adesso questo argomento?». «Prof, mi rendo conto che è lunedì mattina e sono appena le 8, ma questo è il nostro orario. Per noi va benissimo, magari fosse così tutti i giorni, sarebbe una vera pacchia. La sua “ora” sarebbe per noi una vera e propria camera di decompressione, così, per acclimatarci. Venire alle 8 per iniziare alle 9! Non si potrebbe venire alle 9 per iniziare alle 10? Questa sì che sarebbe una cuccagna!». Incerto se ritenermi o meno lusingato da quella sibillina metafora (l’ora di religione equiparata ad una camera di decompressione) gli dissi: «Vuoi proprio parlarne?». «Certo!». Ed io: «Il discorso sarebbe lungo e come tutti i discorsi lunghi potrebbe essere anche molto noioso. Che ne dici? Lo affrontiamo o cer- chiamo qualcosa di più leggero?». «Lo affrontiamo – disse dal fondo una voce maschile – a patto che sia veramente breve». «Bene – dissi io – allora cominciamo col dire che, sì, il soprannaturale, tutto sommato coincide con Dio, se però questo Dio non è il dio della mitologia, dei filosofi o quant’altro, ma il Dio della rivelazione ebraico–cristiana». «Ma perché solo quello – interloquì un altro ragazzo – perché solo lui è soprannaturale?». «C’è qualcuno che lo sa? – dico io – Qualcuno vuol rispondere? Un bel argomento hai tirato fuori questa mattina caro Marco, e chissà se la mia risposta ti soddisferà!» Attesi un po’, scrutando il volto dei ragazzi e delle ragazze, mi parve che il livello dell’attenzione fosse molto alto, ma più in termini di ascolto che di disponibilità al dibattito, perciò attaccai: «Bene, poiché nessuno risponde, allora parlo io: solo Lui è soprannaturale, perché solo Lui eccede del tutto la ragione umana, altrimenti sarebbe un Dio a misura d’uomo, un Dio comprensibile e, dunque, un Dio rimpicciolito, come gli dei della mitologia o il Dio dei filosofi (non di tutti, però, ma oggi non ne parliamo). Dire che Dio è soprannaturale, perciò, è dire che Dio è oltre la ragione, cioè soprarazionale». «Come, oltre la ragione? Oltre di essa non dovrebbe esserci nulla» dice Renata. «Perché?» chiedo io. «Perché oltre la ragione c’è necessariamente l’irrazionale, e, come tale, esso non si addice a Dio; dico bene?». «Che l’irrazionale non si addica a Dio, su questo sono d’accordo con te, ma che oltre la ragione ci sia necessariamente l’irrazionale, su questo no; su questo non sono d’accordo...». «Sarebbe a dire?» incalza Renata. «Sarebbe a dire – replico io – che oltre la ragione c’è qualcosa che la sovrasta, senza umiliarla, senza mortificarla. Lo diceva anche Pascal: “L’ultimo passo della ragione è di riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano; essa è debo- le se non arriva a conoscere questo». E aggiungeva: «Se le cose naturali la sorpassano, che dire delle cose soprannaturali?». «Ragazzi – proseguo – lascio a voi commentare questo pensiero, per parte mia mi limito a dire questo: è un dato di fatto che l’uomo non conosca tutto». S’intromette Pino che dice: «Prof, l’ha mai sentita questa: lo studioso conosce poco, il saggio conosce qualche cosa, il mona conosce tutto». Tutti ridono, io compreso. Poi quando la battuta è totalmente metabolizzata, riprendo il discorso: «Come chiameremo le cose che non sono né razionali, né irrazionali?». Silenzio della classe. «Ve lo dico io: le chiameremo soprarazionali o, appunto, soprannaturali. E questo e solo questo è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; che in Gesù Cristo si rivela a noi come Dio Uno e Trino e che rivelando se stesso – insieme – rivela anche noi a noi stessi». Aldo Cappellotto olontari e ammalati insieme a Firenze per una gita culturale che diventa al tempo stesso occasione di incontro e approfondimento dei rapporti di amicizia tra i partecipanti. È questa l’iniziativa che la sottosezione dell’Unitalsi di Vittorio Veneto ha proposto all’inizio di settembre nell’ambito dell’attività dell’associazione. Così, oltre agli impegni di carattere formativo rivolti a sorelle e barellieri, all’accompagnamento dei malati e dei pellegrini presso i santuari mariani, alle celebrazioni e ai momenti aggregativi che si tengono in diocesi, da due anni a questa parte viene organizzata anche una due giorni in un luogo spirituale o in una città particolarmente interessante. Il gruppo, composto da quarantacinque persone, ha quindi raggiunto la città di Firenze. Qui c’è stato l’incontro con Francesco, un volontario dell’Unitalsi fiorentina, che ha accompagnato la comitiva alla scoperta delle meraviglie del capoluogo toscano e di Fiesole. Prima del ritorno anche una sosta alla chiesa del viandante realizzata da Michielucci, l’architetto che progettò la chiesa di Longarone. Altra esperienza significativa è stata l’accoglienza delle suore benedettine del convento di Santa Marta dove gli unitalsiani hanno trovato alloggio. Con la comunità religiosa essi hanno condiviso il momento della celebrazione eucaristica domenicale. Gerda De Nardi Una parte del gruppo diocesano dell’Unitalsi durante la visita a Firenze e L’AZiON Chiesa Domenica 18 settembre 2005 OGGI Domenica Agenda del Vescovo IL VESCOVO COMMENTA IL VANGELO Domenica 18 settembre: Presiede le celebrazioni d’ingresso dei nuovi parroci: a San Giacomo di Veglia (ore 10.30) e a Chiarano (ore 18). Nel pomeriggio in cattedrale presiede la celebrazione dei Vespri per l’inizio del nuovo anno pastorale (ore 16). Lunedì 19: In seminario a Vittorio Veneto presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30). Martedì 20: Alla casa Toniolo di Conegliano presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30). Giovedì 22: Al mattino a Motta di Livenza tiene il ritiro per il presbiterio diocesano. Al collegio Brandolini di Oderzo presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30). Venerdì 23: A palazzo Carli di Sacile presenta il nuovo Piano pastorale (ore 20.30). Sabato 24: A Mansuè presiede la celebrazione d’ingresso del nuovo parroco (ore 19). Domenica 25: Presiede le celebrazioni d’ingresso dei nuovi parroci: a Cappella Maggiore (ore 9) e a Lentiai (ore 11). Alla basilica di Motta di Livenza celebra la Messa per l’Unitalsi diocesana (ore 15.30). La gratuità di Dio consente agli ultimi di essere i primi Domenica 18 settembre - 25ª del tempo ordinario Is 55, 6-9; Sal 144; Fil 1, 20c27a, Mt 20, 1-16 Prima settimana del Salterio O ccorreva proprio un profeta come Isaia per ricordare a tutti, in modo inequivocabile, che le vie di Dio sono molto diverse da quelle escogitate dalla piccola mente umana: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”, ammonisce nella prima lettura di questa XXV domenica del tempo ordinario. Dio infatti ha una logica di vita e di rapporti radicalmente diversa da quella degli uomini che tutto misurano sull’efficienza produttiva e sulla retribuzione, anche lauta e spropositata, delle prestazioni. La sua è una logica di gratuità assoluta. Al merito sostituisce il dono. E perciò lascia sconcertati gli uomini che usano altri criteri nei rapporti con i loro simili. Trasportata su un registro specificamente religioso questa logica altro non è che il canto e la sinfonia della Misericordia di Dio, il quale usa benevolenza verso tutti coloro che hanno coscienza del loro stato di miseria morale e spirituale e, perciò, del bisogno di riscatto e di redenzione e si rivolgono a Lui con fiducia. In definitiva è il superamento di una religiosità fatta di riti e di pratiche cui la divinità, sul parametro del- la religione pagana, deve corrispondere con benefici adeguati: non l’uomo in debito con Dio che nella sua “giustizia” lo rende giusto, facendolo partecipe della sua vita divina, ma Dio in debito con l’uomo che può vantare una sua giustizia, a modo del fariseo che va al tempio, secondo la parabola di Luca, e l’uomo creditore di Dio. La parabola evidenzia dunque che tutto è grazia. Immeritata. Anche essere assunti al lavoro nella vigna di Dio, a qualunque ora della nostra giornata terrena. Una vita oziosa è una vita insignificante e frustrata. Una vita impegnata nel Regno di Dio è carica di valore e di senso. Si tratta allora di passare da un rapporto con Dio improntato su una religione mal sopportata, appunto “sopportando il peso della giornata e del caldo”, da sudditi e schiavi, ad una religione da figli che si accorgono del dono ricevuto. Sul modello di Paolo che, raggiunto dalla grazia per così dire all’ultima ora, sarà il cantore della gratuità di Dio Amore misericordioso. Ha sentito come un onore lavorare nella vigna del Signore e ha lavorato con frutto dedicando tutte le sue energie, come confida nel tratto della lettera ai Filippesi proclamato nella seconda lettura. È vissuto interamente per il Regno di Dio, per la sua gloria. Anzi, ha vissuto il regno. Concretamente ha vissuto Cristo: “Per me il vivere è Cristo”. Questa è stata la sua risposta alla gratuità del dono di Dio. Alla gratuità del dono di Dio infatti il credente risponde con la gratitudine. E la gratitudine si trasforma in impegno a diventare regno di Dio, ben consapevoli che non noi siamo necessari al Regno di Dio (siamo servi non indispensabili), ma il Regno è necessario a noi, l’unica realtà che ci consente di dare pienezza di significato al nostro vivere terreno in cammino verso il vivere eterno. Da queste splendide letture evidenziamo tre possibili messaggi da affidare alla responsabilità educativa delle nostre famiglie e delle nostre comunità cristiane. Il primo: la vita umana è bella se è buona. Ed è buona non quando è oziosa, in balìa dei “pensieri iniqui”, dei vizi e del divertimento scatenato ma quando è impegnata, fin dalla prima ora, a vivere secondo i principi che regolano la vigna del Signore, cioè secondo il Vangelo. Il secondo: invece di impostare la vita secondo criteri soggettivi che si enucleano in “a me va bene così”, è importante educare a lasciarsi chiamare dalla voce di Dio che invita a lavorare nella sua vigna. Infine: la logica della vigna di Dio ci sollecita ad entrare nel flusso della gratuità ricevuta per donarla. Sicché i nostri interventi, anche educativi, non sono determinati dal merito, ma dalla necessità. Dio infatti non usa la sua gratuità verso i meritevoli, ma verso i bisognosi. E tutti siamo bisognosi della sua misericordia. Anche se fossimo stati chiamati alla prima ora e avessimo avuto la grazia di lavorare nella sua vigna fin dalla prima ora. Anzi, chiamata e risposta alla prima ora altro non sono che somma gratuità. Di cui essere grati ogni giorno. Sapendo bene perché viviamo, per Chi viviamo. + Giuseppe Zenti Celebrazione cresime: Domenica 18 settembre ore 11 a Soffratta di Mareno (Vicario generale). IL DIRETTORE DELLA SCUOLA TEOLOGICA È DON SARTORI S ullo scorso numero abbiamo commesso un errore nella nomina del nuovo responsabile della Scuola di formazione teologica. Il responsabile non è infatti don Alberto Basso ma don Alberto Sartori (nella foto). INIZIO ANNO CATECHISTICO: PROPOSTA DI CELEBRAZIONE L’ Ufficio Catechistico diocesano ha elaborato una piccola celebrazione per l’inizio dell’anno catechistico e uno schema per l’incontro del gruppo dei catechisti. Verrà pubblicato nel supplemento dell’Azione per l’animazione dell’Ottobre Missionario. Coloro che sono interessati ad avere il materiale subito, possono scaricare il tutto andando a visitare il sito della Pastorale Giovanile Diocesana www.pgvv.it - e cliccando sull’apposita icona dell’Ufficio Catechistico oppure telefonando direttamente in Ufficio. Ma Dio dov’è? S e diamo una rapida scorsa all’umanità, non possiamo non sentirci fortemente interpellati. Da che cosa? Dalla nostra fede e cioè come fare a credere in Dio nonostante tutto quello che ci circonda. A giudicare così gli avvenimenti, si può avere perfino l’impressione che Dio abbia abbandonato la Terra. Sul piano morale nessuna regola ormai sembra più porsi come norma agli uomini. Il senso del peccato in chi esiste? Ognuno sta diventando solo misura a se stesso. Ma in tutti i disordini che stiamo vivendo, il Signore che cosa ci assicura? Una verità fondamentale: Egli ci assicura se stesso (Mt 28, 20). Ed è proprio in questa sicu- rezza che il cristiano deve rimanere in pace, perché se anche tutto ci mancasse, Lui, il Signore, ci rimane. Tale convinzione prova se noi davvero crediamo in Dio e che cosa sia il Signore per noi. Certo, si può rimanere sgomenti di fronte a tante atrocità! “Ma Dio dov’è”? È quanto da più parti si sente chiedere. Dio è presente nel mondo com’era presente nell’umanità di Gesù pur condannato a morte, alla solitudine, alla desolazione. Ed è proprio in questa totale sparizione di ogni appoggio umano, che maggiormente rifulge la grandezza del Cristo. Così anche la nostra vita! È nel momento della difficoltà, del buio, quando i conti non tornano, che davvero 13 si prova il cristiano. È qui che si vede se noi veramente crediamo! E la prova è proprio questa: fidarci di Dio in un abbandono che superi ogni tipo di prova, per poggiare su di Lui che è la roccia! Avvenga quel che si voglia, il Signore è con noi e noi rimarremo con Lui che ci vuole salvi per l’eternità. Dio, all’umanità, ha promesso se stesso. Qualunque cosa accada, Egli ci rimane ed è la nostra forza! È questa la testimonianza cristiana! Purtroppo, spesso, ci viene presentato il Signore come Colui che deve mettere cuscini sotto a tutti i gomiti, il Vangelo invece ci dice che tutto ci verrà dato in soprappiù nella misura che è vivo in noi l’impegno per il Regno A CANEVA INCONTRI PER GRUPPI CORALI dei cieli (Mt 6, 33). Tutto passa, le prove non risparmiano nessuno, ma è proprio in questo continuo spogliamento, in questo morire a noi stessi che deve rimanere granitica la nostra fede. Il mistero del Cristo che muore in croce nel puro abbandono, è il mistero che si ripete per ogni uomo. E se ci sembrerà che altri, pur non osservando i Comandamenti divini, sia più fortunato di noi, non lasciamoci fuorviare: il Cristo, anche attraverso un’apparente sconfitta, vince! Ma non è una vittoria secondo il mondo, ma secondo Dio, appunto perché il Cristo capovolge ogni misura. Luigi Valdevit L a Scuola diocesana di musica per la liturgia “Venanzio Fortunato” organizza una serie di incontri di formazione per i gruppi corali parrocchiali rivolti a direttori di coro, organisti, cantori, animatori di assemblea. Molteplici gli scopi degli incontri: individuare repertori di canti in sintonia con le festività liturgiche più significative; comprendere il valore e l’importanza del canto nella celebrazione liturgica; valorizzare il dialogo tra coro e assemblea; apprendere nuove proposte per arricchire il repertorio musicale. Il primo appuntamento, dedicato al repertorio corale, è nella sala parrocchiale di Caneva gio- vedì 22, 29 settembre e 6, 13 ottobre alle 20.30. Guiderà la professoressa Daniela Miele. A novembre e dicembre si terranno invece a Camino di Oderzo gli incontri per il repertorio gregoriano. Guiderà il maestro Giorgio Mazzuccato. Gli incontri prevedono: un momento propositivo e uno di laboratorio. Per informazioni rivolgersi al numero telefonico 0438-970607. UN MESE DI INIZIATIVE Al Molinetto arte, cultura e ambiente L’ associazione Molinetto della Croda di Refrontolo da tempo ci sorprende per la varietà e la qualità di proposte culturali che promuove. Ma questa volta ha superato se stessa dando vita a un mese (17 settembre-16 ottobre) di iniziative di arte, cultura ed educazione ambientale. Naturalmente al Molinetto e nelle sue immediate vicinanze. menica 18 l’associazione Molinetto assegna cinque borse di studio di mille euro ciascuna ai quattro migliori studenti diplomati agli istituti d’arte e licei artistici della Provincia di Treviso e di Belluno e al miglior diplomato di Refrontolo, nell’anno scolastico 2004/2005. Affido di un sentiero alle scuole. Domenica 2 ottobre avrà luogo l’affido Mostra di pittura del maestro Francesco Venier. Il Molinetto ospita dal 17 settembre al 16 ottobre una mostra di opere di Venier, personalità di fama internazionale (orari di apertura: giovedì, venerdì e sabato dalle 14.30 alle 19, e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19). Educazione ambientale. Nelle domeniche dal 18 settembre al 2 ottobre le sezioni di Treviso di Legambiente e di Italia Nostra intervengono per accompagnare le famiglie in escursioni che si snoderanno nei dintorni del Molinetto. Le escursioni sono aperte a tutti ma rivolte in particolar modo ai nuclei familiari che hanno figli dai 3 ai 14 anni. Borse di studio. Do- simbolico, da parte del sindaco, di un sentiero alle scuole del paese, al fine di sviluppare nei ragazzi la sensibilità e il rispetto per l’ambiente. Assegnazione del premio “Molinetto”. Il premio, che sarà consegnato domenica 2 ottobre alle 11.30, è stato istituito quale pubblico riconoscimento a chi nel mondo culturale e/o istituzionale si sia particolarmente contraddistinto per aver operato in favore della cultura o dell’arte o dell’ambiente. MEDAGLIA DI GRAVA PER IL MUSEO BOTTACIN S abato 17 settembre si celebra a Padova il bicentenario della nascita di Nicola Bottacin, che lasciò a questa città il suo ingente patrimonio d’arte e di rare, se non rarissime monete e medaglie. Ed è proprio con una medaglia che hanno voluto in particolare ricordarlo, affidando l’ope- S ette artisti diocesani in mostra in Austria. Da domenica 18 a sabato 24 a Millstatt, vicino a Spittal, in Austria si terrà una mostra collettiva che raccoglierà alcune delle più valide espressioni artistiche della Sinistra Piave: i vittoriesi Franco Anselmi e Luigi Marcon, il pittore e scultore sacilese Gabriele Cattarin, l’acquarellista e pittore medaglista di Re- ra alle abili mani dello scultore Giuseppe Grava di Revine. Al dritto c’è il busto di tre quarti del donatore della prestigiosa collezione al museo che porta il suo nome, con a AUSTRIA Collettiva di artisti della Sinistra Piave vine Giuseppe Grava, gli scultori Grillos di Ponte della Priula e Giorgio Igne di Sacile, e la pittrice delle nostre colline Anto- CISON A Castelbrando rievocazione di battaglie medievali S abato 24 e domenica 25 settembre Castelbrando diventa una grande piazza in cui rivive la storia veneta. La manifestazione inizia sabato mattina alle 10 con un convegno di studi sull’enogastronomia e prosegue con l’inaugurazione dell’esposizione sull’enogastronomia (alle 16), il Palio delle Prealpi (alle 19), la rievocazione storica con battaglie medievali (alle 19.30), il concorso “Eleganze nella storia” sfilata di costumi antichi (alle 21). Domenica 25 c’è il Trofeo dei Comuni delle Prealpi (alle 17). Più tardi, alle 19, ancora il Palio delle Prealpi e la rievocazione storica con battaglie medievali. Nei due giorni ci saranno il mercato medievale e gli attendamenti degli armigeri. Ingresso libero. Organizzazione e informazioni: Associazione Claudia Augusta, telefono 0438-976091, fax 0438976000, [email protected]. sinistra l’iscrizione: Nicola Bottacin/4 settembre 1805-4 giugno 1876. Il rovescio è invece caratterizzato dalla veduta della nuova sede museale con sotto l’iscrizione: palazzo Zuckermann /museo Bottacin/Padova/2005. (MS) nella Tonon di Colle Umberto. La mostra nasce nell’alveo di “Scrittori ed editori a Nordest”, la kermesse letteraria organizzata dal Consorzio di istruzione e formazione superiore che si è svolta a Conegliano e Sacile la scorsa primavera, e rappresenta uno dei passi per dare una dimensione “europea” alla manifestazione. A Conegliano il “writing” è diventato un significativo fenomeno artistico e sociale. Ma ancora incompreso da molti. U na mostra che chiude questa domenica, 18 settembre, ci offre l’occasione per parlare di un fenomeno che coinvolge molti giovani coneglianesi, ma che è poco considerato, studiato e capito dagli adulti. Stiamo parlando del Writing, o Graffiti che dir si voglia. La mostra in questione, allestita nella nuova galleria A-Zero in via Rosselli 23 a Conegliano, accoglie manufatti artistici provenienti da collezioni private tra cui un’opera di Keith Haring. «Il nostro intento – spiega il curatore Stefano Mitrione – è avvicinare il cittadino alle nuove forme di linguaggio visivo, omaggiando sia i precursori del movimento artistico della Publica Art, sia i pionieri dei giorni nostri, che tramite le loro opere murarie raccontano l’evoluzione sociale delle nostre città». E Conegliano è città generosa nell’offrire esempi di graffitismo, sia per qualità che per numero. Basti pensare agli esempi del parcheggio dell’ex area Zoppas-Zanussi o lo scalo ferroviario merci nei pressi del cinema Méliès. Nata all’inizio degli anni Settanta a New York, l’onda lunga del graffitismo dilaga pian piano nelle periferie del pianeta. «Il considerevole insediamento urbano di Conegliano – osserva Mitrione – ha prodotto un terreno fertile proprio con il suo degrado. Si ha un apprezzabile incremento del fenomeno a partire dal 1994. La costituzione del primo gruppo writers, “Lacremeria”, risale al 1996. Da allora è passato un decennio e sui muri dell’ex insediamento industriale Zoppas si sono alternati centinaia di graffiti anche di notevoli dimensioni, di diversi stili, spesso molto elaborati». Avvertenza necessaria al lettore digiuno in materia. Non ha senso fare di tutta l’erba un fascio, accomunando ogni genere di scritta murale pubblica sotto l’etichetta di “vandalismo”, ma neppure, se è per quello, sdilinquirsi elevandole tutte al rango di arte. C’è muro e muro, c’è tratto e tratto. Totalmente aliene al discorso, ad esempio, sono le scrittemessaggio – insulti alla parte politica avversa, peana alla propria amata –. Si passa poi ai “tag”: ripetizioni ossessive di una firma stilizzata – come un autografo – che vengono sparse ovunque per poter dire: “io sono anche qui”. E poi, molto altrove, c’è il writing. Che è sempre arte, o almeno tentativo d’arte. Con i suoi capolavori e le sue “croste”. Certo, non sono i quadri con la cornice: ma non è forse tutto il movimento dell’arte negli ultimi decenni ad essere andato oltre la classica tela esplorando nuove forme? Un valore d’arte che ha trovato gradualmente riconoscimento (o è solo sopportazione?) da parte delle amministrazioni pubbliche, che hanno concesso spazio a questa pratica che fino a qualche anno fa era clandestina (ragazzi che rischiavano la multa per dare sfogo all’espressione artistica!). Ecco allora che, ad esempio, writing anche in due parchi a Vittorio Veneto: sul muro esterno dell’Atm, prospiciente il parco giochi di via Toniolo, ed anche al campo da calcio del parco Papadopoli, in quest’ultimo caso a cura di Insieme per Ceneda Giovani. Il maggior diffondersi del writing ha però portato per converso ad una perdita della centralità di Conegliano: “un tempo nel parcheggio della stazione c’era molta più gente a dipingere che non adesso”. Il writers si sente parte dell’arte “underground”, cioè “sottoterra”: lì giace, e in canali sotterranei circola, sia perché manca il riconoscimento della società, sia perché spesso con certa società è il writer a non voler avere nulla a che spartire. Tanto è vero che anche i writers sono protagonisti di Shittysheep, il progetto di Matteo Zanatta di Conegliano e Samuele Granzotto di Spresiano, che stanno per pubblicare un cd rom che è virtuale museo dell’arte underground (informazioni www.shittysheep.net). Il writing in ogni caso, e parafrasando John Donne, non è un’isola. Dalla sua nascita infatti è solo una parte della più vasta sfera culturale dell’hip hop; di cui è parte integrante, ad esempio, la breakdance. Un connubio d’arte che si ricreerà a Conegliano dal pomeriggio di sabato 8 ottobre con “Street Trick”: ovvero esibizioni di breakdance, writers che dipingeranno pannelli, e gran finale con concerto di musicisti provenienti da varie parti d’Italia – e perfino dalla Svizzera –: musica rap, hip hop e altro ancora. Domenica 18 settembre 2005 15 DAL LICEO DI CONEGLIANO “RES SPLENDA” PROPOSTA A ORSAGO V ginnasio premiata Per Valentina Biz alla Mostra del cinema primo spettacolo in casa L a storia di un piccolo villaggio sospeso nel tempo, che si può ben adattare a qualsiasi realtà locale. Si svolgerà sabato 24 settembre, alle 21 presso il bocciodromo di Orsago, la prima di “Res splenda, non dire cose ad alta voce”, spettacolo che vede come regista Valentina Biz. Nemo profeta in patria, recita un detto, non valido in questo caso. Perché l’artefice dello spettacolo – appunto Valentina Biz – è di Orsago. Al suo fianco Yuri Stefanutti, originario di Pasiano di Prata e autore dei testi. Sarà l’associazione Teatrinstabili a mettere in scena questa rappresentazione sperimentale, in cui si fondono teatro, musica, danza e video proiezioni. Lo spettacolo, infatti, nasce dalla ricerca di fondere in un unico spazio attori, musicisti e danzatori, che uniscono le loro di- verse arti per esprimere uno stesso messaggio, in una narrazione che racconta le vicende di un piccolo villaggio dove gli abitanti sembrano nascondere antichi e misteriosi segreti. Lo spettacolo, che dura circa un’ora e mezza, narra la vicenda di Flora, una ragazzina senza famiglia lasciata ai margini del paese, che si trova isolata e per questo la gente sparla di lei, credendola insana. In realtà, con la tradizionale festa che segna l’inizio dell’inverno, si scoprirà la vera natura della ragazza. Saranno tredici gli attori impegnati nella rappresentazione, accompagnati dalle musiche eseguite dal vivo da cinque musicisti e due cantanti, oltre ai ballerini del gruppo Contre-Temps del Centro arte danza di Pordenone. Tra gli altri lavori di Valentina Biz e Yuri Stefanutti della compagnia Teatrinstabili, la Rai di Trieste ha acquisito un documentario realizzato sulla stazione di Topolò, piccolo paese disperso tra le Valli del Natisone in Friuli. Diego Bortolotto A lla Mostra del cinema c’erano anche i ragazzi della V ginnasio del liceo “G. Marconi” di Conegliano per ricevere il premio “Little big short”. “Little big short” è un concorso promosso dall’Istituto Luce di Roma e da Agiscuola, rivolto agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori per la stesura di un soggetto per un cortometraggio di 5 minuti, con la finalità di educare gli studenti all’immagine e sensibilizzarli al linguaggio cinematografico. La V ginnasio di Conegliano ha vinto con “Doppio fantasma”, il cui soggetto e la sceneggiatura sono stati realizzati con il laboratorio di scrittura ci- nematografica di AntennaCinema Factory coordinato da Mauro Zardetto e Michelangelo Dalto. Alla produzione del film, che avverrà nei prossimi mesi, parteciperanno l’attore Enzo Decaro, conosciuto per il suo esordio con “La smorfia” insieme a Massimo Troisi e Lello Arena, il regista Romano Scavolini e l’art director effetti speciali Sergio Stivaletti. “Doppio fantasma” è una storia liberamente ispirata al racconto “Una casa abitata da un fantasma” di Plinio il Giovane e narra le vicende di uno scienziato che deve fare i conti con la propria coscienza attraverso le apparizioni di una donna e di una ragazzina. La 5ª ginnasio del liceo Marconi SANTA LUCIA: Concerto d’organo V enerdì 23 settembre il XVII Festival organistico internazionale Città di Treviso e Marca trevigiana fa tappa nella chiesa arcipretale di Santa Lucia di Piave con il concerto del maestro Michael Harris (alle 20.45). Domenica 25 altra tappa in diocesi, precisamente nella chiesa di Vazzola con il concerto di Manuel Tomadin e del coro Cappella Civica di Trieste (alle 20.45). VITTORIO: Fuoridisera S econdo appuntamento per Fuoridisera sotto la loggia del Museo della Battaglia a Ceneda. Giovedì 22 alle 20.30 Giovanni Salvador parlerà di “Gli armamenti italiani per la nuova guerra: davvero moderni?”. Al termine della conferenza visita gratuita del Museo. MOSTRE ASOLO Resta aperta fino al 25 settembre alla galleria d’arte Vardanega la personale del pittore di Sernaglia Vittorio Marchi “Le mie primavere - dipinti recenti en plein air”. Cenno critico della professoressa Antonella Alban. Si visita nei giorni feriali dalle 16 alle 20 nei festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20. Informazioni: 0438-82298, 3359290968. TREVISO A cura di Le Venezie e Nuovi Sentieri Editore si inaugura sabato 17 a villa Letizia in via Tandura 5 a Treviso la mostra del pittore sappadino Pio Solero “Il paesaggio, pittura di montagna, le Dolomiti”. La mostra resta aperta fino a mercoledì 12 ottobre. L’esposizione seguirà il seguente orario: da martedì a venerdì 9-13; giovedì 1518; sabato-domenica 15-19. Entrata libera. Informazioni: www.levenezie.it. CAMPOMOLINO S’inaugura domenica VITTORIO: Mostra di Magnolato S i inaugura sabato 17 alle 17.30 a palazzo Piazzoni a Serravalle “La memoria delle cose amate”, mostra della produzione artistica degli ultimi 40 anni del pittore e incisore di Noventa di Piave Cesco Magnolato. La mostra rimarrà aperta fino al 30 ottobre: mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. L’evento è curato dall’associazione “Il Filò”. 2 ottobre a villa Altan “Aspetti dell’incisione oggi in Italia 2005”, ovvero la Biennale di Incisione di Gaiarine. In questa nona edizione ci sarà una mostra di quattro opere ciascuno per 19 promettenti incisori italiani. Aperta da lunedì al sabato dalle 14.30 alle 18.30, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. Informazioni: ufficio cultura del Comune 0434-756520; biblioteca 0434758756. VENEZIA Fino al 6 novembre in otto sedi museali cittadine si visita il progetto di Maurizio Pellegrin “Isole”. Informazioni: www.museiciviciveneziani.it. VENEZIA È aperta fino al 16 ottobre dalle 11 alle 19 escluso il sabato in campo di Ghetto Nuovo a Cannaregio “Ikona Venezia”, mostra di fotografie di Goran Trbuljak. Informazioni: www.ikonavenezia.com. OPERE SACRE D’ISTRIA A TRIESTE D opo un accurato recupero conservativo, 21 autentici gioielli artistici appartenenti all’area sacra istriano-veneta e datati Trecento-Settecento ritornano a incantare gli occhi del pubblico nella mostra “Histria: opere restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo”, al museo Revoltella, a Trieste. Tele preziose e inedite, polittici a fondo dorato, tavole e sculture lignee, firmate da maestri quali Carpaccio, Tiepolo, Alvise Vivarini, Paolo Veneziano, sottratti miracolosamente ai bom- PORTOBUFFOLÈ Si visita fino al 2 ottobre a casa Gaia da Camino e per il ciclo “Arte in Avis”, la mostra “I volti del silenzio” di Alina Szatanik. La mostra è aperta il sabato dalle 16 alle 20 e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19. PIAVON Si visita fino al 2 ottobre a Ca’ Lozzio la mostra di Enzo Barbon.Aperta dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 24, chiuso lunedì o martedì. VENEZIA Si visita a Ca’ Pesaro la mostra “Bice Lazzari - L’emozione astratta 19541977”. Aperta fino al 18 settembre dalle 10 alle 18, non il lunedì. VENEZIA È aperta fino al 30 ottobre al museo Correr la mostra dedicata a Lucian Freud. Tutti i giorni dalle 10 alle 19. re t s o M bardamenti dell’ultima guerra e ricondotti, con cura e maestria tutta italiana, alla bellezza di un tempo. “Histria: opere restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo”, dal 22 settembre al 6 gennaio 2006, museo Revoltella, Trieste; orari 9-13.30, 16-19 tutti i giorni, 10-19 la domenica; costo del biglietto 7 euro; informazioni 040-6754350; sito web www.museorevoltella.it. (EP) MOGLIANO Al centro Brolo è visitabile fino al 13 novembre la mostra “Federico Fellini: sogni su carta”. Aperta dalle 10 alle 19, chiusa il lunedì. CONCERTI E DANZA TOVENA Ultimo appuntamento per Art&Musica 2005: venerdì 16 alle 20.30 “Viaggio nella musica per organo a quattro mani” con Davide Merello e Alex Gai all’organo, musiche di Mars, Rutini, Kellner, Albrechtsberger, Hesse, Mozart, Haendel. Ingresso libero e rinfresco al termine. Informazioni: associazione Giogaia, 0438-85538, 3383872545, 347-5390242, [email protected]. SALGAREDA Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, domenica 18 alle 16.30 nella chiesa arcipretale concerto di Marie Claire Alain. PORDENONE La stagione sinfonica del teatro Verdi apre domenica 18 alle 20.45 con un concerto dell’orchestra del teatro lirico Verdi di Trieste diretta da Juanio Menia con Evelyn Glennie alle percussioni. Eseguono il “Veni vidi Emmanuel” per percussioni e orchestra di James Mc Millan, e la sinfonia n. 5 op n. 67 di Ludwig Van Beethoven. SANTA LUCIA DI PIAVE Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, venerdì 23 alle 20.45 nella chiesa arcipretale concerto di Michael Harris. CONEGLIANO Domenica 25 settembre nella chiesa di Sant’Orsola alle 17 per il ciclo “Conversazioni musicali” intervento su “Le percussioni” a cura dell’istituto musicale Benedetti Michelangeli. VAZZOLA Nell’ambito del Festival organistico della Marca trevigiana, domenica 25 alle 20.45 nella chiesa parrocchiale concerto di Manuel Tomadin e del coro della Cappella Civica di Trieste. 16 e L’AZiON Speciale Meridiane Domenica 18 settembre 2005 LA PROVINCIA DELLE MERIDIANE U no strumento per misurare il tempo che ha la forza di valicare ogni epoca e di regalare ad edifici e siti un sovrappiù di valore architettonico, artistico, storico e astronomico. Parliamo delle meridiane, gli “orologi solari” dei tempi andati, che costellano in modo abbastanza frequente case e ville del nostro territorio. Ebbene, proprio la Marca sembra essere a livello nazionale uno dei più grandi scrigni di meridiane. È stato possibile portare alla luce questo piccolo tesoro grazie all’iniziativa avviata dall’Unpli (Unione provinciale delle Pro loco trevigiane) ancora nella primavera del 2004 e giunta ora al punto di svolta del primo, anco- ra sommario bilancio, dopo che le Pro loco di tutti i comuni hanno collaborato per censire questi antichi, mai tramontati orologi solari. la Marca trevigiana” per ogni meridiana è stata compilata una scheda tecnicoscientifica con allegata documentazione fotografica. Si è iniziato, così, un percorso di studio, recupero e valorizzazione delle meridiane destinato a contribuire ad accrescere una coscienza di maggiore sensibilità e responsabilità nella conservazione di un patrimonio ricco di arte e di storia. Tra l’altro, le meridiane testimoniano l’alta preparazione astronomica e tecnica degli artigiani che costruirono questi antichi misuratori del tempo, ancor oggi attuali. Tra le tante scoperte rese possibili dal censimento effettuato, una di carattere generale va posta in evidenza: questi antichi misuratori La Marca, terza provincia d’Italia per numero di meridiane. Un patrimonio culturale ed artistico da valorizzare Infatti il censimento ha permesso alle Pro loco di individuare e censire circa 850 meridiane. Questo dato colloca la nostra provincia al terzo posto in Italia dopo Torino e Cuneo. E pensare che prima di questo lavoro le meridiane conosciute nel territorio trevigiano erano 350. Grazie al progetto “Andar per meridiane nei paesi del- Un progetto con tanti sviluppi D opo il censimento effettuato, sono numerosi gli sviluppi possibili per il progetto stilato dall’Unpli (l’associazione che riunisce le 94 Pro Loco trevigiane), di cui è presidente Giovanni Follador, e il Consorzio Pro loco del Quartier del Piave, presieduto da Roberto Franceschet. Innanzitutto è prevista una schedatura più completa e scientifica delle meridiane censite. C’è poi la collaborazione con il mondo della scuola, con l’esperienza-pilota nella scuola media di Miane. Inoltre saranno necessari interventi di restauro delle meridiane storiche, a partire da quelle che hanno urgente bisogno di “manutenzione”. Nei progetti c’è poi la pubblicazione di un libro-guida sugli orologi solari rinvenuti nella Marca. Le meridiane potranno poi essere filo conduttore per proporre percorsi alla scoperta delle peculiarità storico-artistiche, P er conoscere la nostra storia e i beni storico-artistici, nell’ambito del “Progetto meridiane” c’è l’idea di proporre una visita guidata ad un edificio di grande pregio architettonico e artistico: villa Gera-Bellati di Campea, di proprietà del conte Massimiliano Bellati, fine cultore del patrimonio storico-artistico. La visita guidata alla storica villa di Campea dovrebbe venire inserita nell’ambito della Giornata Fai ma anche naturalistiche della Marca. In occasione della Giornata Fai potranno essere organizzate visite guidate, con guide turistiche delle Pro loco, ad edifici di pregio dove siano presenti meridiane. Altri sviluppi potrebbero concretizzarsi nella istituzione di una vera e propria scuola di meridianisti trevigiani che metta insieme quanti sanno calcolare e costruire le meridiane, per impartire lezioni a tutti gli interessati alle tecniche per la realizzazione delle meridiane. Collegato a questo, potrebbe essere istituito un centro studi con varie finalità: lo studio, la tutela, la valorizzazione e la creazione di una banca dati delle meridiane trevigiane. La prossima tappa sarà un incontro aperto alle Pro loco, ai Comuni e a tutti i soggetti interessati per illustrare il progetto e concordare gli sviluppi. L’evento si terrà a Miane, con la collaborazione della Banca delle Prealpi. A CAMPEA In visita a villa Gera-Bellati, con tre meridiane da realizzarsi in una domenica della primavera 2006. Per l’occasione si prevede di curare un’adeguata accoglienza dei visitatori, la presenza di guide turistiche, la predispo- La settecentesca villa Gera-Bellati, a Campea di Miane sizione di materiale che documenti le valenze storico-artistiche dell’edificio. Solida e ampia casa signorile, venne fatta costruire dai nobili Gera-Minucci e appartenne loro fino alla successione dei conti Bellati di Feltre. Si ritiene eretta in due periodi: il primo tra il 1500-1600, poi, la facciata principale, a sud-est, sarebbe stata completata nel Settecento. La villa è composta da due ali che si uniscono ad angolo verso sud. Possiede il prospetto principale rivolto verso sud, che si ripete anche dalla parte opposta. Fino a mezzo secolo fa essa era una residenza completa di scuderia, latteria, pesa privata, cantina, granaio, officina del fabbro e del falegname, forno per il pane e ghiacciaia; tutte queste attività venivano raccolte nel lungo porticato della barchessa. del tempo sono diffusi in modo abbastanza omogeneo in tutto il territorio trevigiano, ma – ancor di più – senza distinzioni di… censo: infatti si possono rinvenire in ville, case padronali, chiese e canoniche, ma anche sulle pareti di fattorie e stalle. La riscoperta delle meridiane si presta come filo conduttore per un’affascinante rivisitazione della vita sociale, dei costumi e della cultura nella nostra terra attraverso i secoli. E si potrà aver conferma che l’ora delle meridiane è davvero eterna, infinita. Franco Pozzebon La meridiana che si trova all’esterno della cattedrale di Vittorio Veneto; (qui sotto, a destra) la fontana con 14 meridiane, a Cappella Maggiore; (più in basso, a sinistra) la più vecchia meridiana trevigiana censita, realizzata a Tarzo nel 1682 QUANTE BELLE MERIDIANE! La meridiana più antica Meridiane …ecclesiastiche A Tarzo, su un muro di casa Moschet, in via Toniolo, è riconoscibile la meridiana tra le più vecchie della Marca. È datata 1682 e riporta il motto latino “Dies mei sicut umbra pretereunt” (I miei giorni scorrono come l’ombra). Gli orologi solari sono rinvenibili anche sulle pareti delle chiese e sugli edifici ad esse collegati, come le canoniche. È il caso, ad esempio, dell’antica meridiana collocata sulla parete della canonica di Farra di Soligo. Datata 1754, ha un quadrante abbellito da una cornice floreale e riporta il motto “Tempera tempore tempora” (Addolcisci i tempi nel tempo). Anche sull’esterno della Cattedrale di Vittorio Veneto c’è una meridiana, settecentesca, di autore ignoto, con il motto: “Horae pereunt ed imputantur” (Le ore muoiono e vengono addebitate). La più antica meridiana firmata Tra le antiche meridiane della Marca l’unica a riportare anche il nome dell’autore è una delle tre realizzate sulle pareti della stupenda villa GeraBellati, a Campea di Miane. A farla, nel 1763, è stato un tale Niso, che l’ha decorata con grandi segni zodiacali. N el corso dell’anno scolastico appena iniziato ci sarà da studiare anche le meridiane nella scuola media di Miane, grazie a un programma di iniziative da realizzarsi in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Pro loco di Miane. Partendo dall’iniziativa su scala provinciale, e considerando le valenze didattiche che le meridiane abbracciano, gli insegnanti della Media di Miane hanno tracciato un programma di lavoro che ricalcherà in parte le linee guida del Progetto provinciale dell’Unpli, calibrato naturalmente sul territorio del Comune di Miane, dove il censimento ha finora permesso di individuare ben 26 meridiane. E studiare le meridiane significherà anche addentrarsi nello studio di più materie scolastiche: Una meridiana d’autore Tra le meridiane realizzate in epoche passate sono rare quelle che riportano il nome dell’autore. Tra queste una di particolare valore è stata ricavata, nell’anno 1800, nella parete del campanile di Valdobbiadene, con il motto “Il tempo e la vita non si fermano”. È opera di una personalità IN CLASSE Nella scuola di Miane suonerà ...la meridiana matematica, astronomia, storia, arte pittorica… È facile immaginare che il progetto potrà rivelarsi un positivo contributo alla comunità di Miane. Collaboreranno a que- in fatto di meridiane: don Giovanni Follador, vissuto nel Settecento e insegnante di matematica a Padova. A Cappella Maggiore una fontana e 14 meridiane Nella centralissima piazza Vittorio Veneto, a Cappella Maggiore, si trova una fontana di forma ottagonale in cui sono state ricavate ben 14 meridiane, progettata dall’architetto Remo Serafin, con calcoli di Giovanni Flora. A Oderzo la più grande d’Italia Piazza Grande, la piazza principale di Oderzo è una meridiana! O meglio, nel progetto elaborato dall’architetto Toni Follina è stata inserita una meridiana, probabilmente la più grande d’Italia realizzata secondo i calcoli – che con l’aumentare delle dimensioni diventano più complessi – dello specialista Giovanni Flora. sta iniziativa anche alcuni esperti: il geometra Giovanni Flora di Treviso, un’autorità riconosciuta a livello nazionale in materia di orologi solari; il geometra Marino Mantese di Follina; Ivan Ceschin, pittore e restauratore di Colfosco; Claudio D’Andrea, artista del ferro battuto, di Cison di Valmarino. E le loro competenze torneranno utili anche quando sarà progettata e realizzata la meridiana della scuola. IL CENSIMENTO CONTINUA... I l censimento delle meridiane in provincia di Treviso non è ancora terminato. Chi rinviene una meridiana “nascosta” o sconosciuta può segnalarla o compilare la scheda appositamente predisposta per il “Progetto meridiane”. Per farsi recapitare il fac-simile della scheda, e poi inviarla completa di informazioni e documentazione, occorre far riferimento al Consorzio delle pro loco del Quartier del Piave, che ha sede a Pieve di Soligo, piazza Vittorio Emanuele II 12, telefono 0438-980699; fax 0438-985718; e-mail [email protected]. e L’AZiON Nostri Libri I LIBRI? OGGI SI COMPRANO DAL GIORNALAIO L e statistiche dicono che la diffusione del libro è molto cresciuta in Italia, in questi ultimi anni, e i tecnici della materia sono concordi nell’affermare che tutto dipende dal particolare modo che gli editori di giornali e riviste hanno scelto per promuovere i loro prodotti: quello di abbinare ad essi, per lo più settimanalmente, un libro, con un incremento del prezzo del giornale o della rivista corrispondente a circa un quarto del valore del libro medesimo acquistato in libreria. Per “legare” il lettore a questo tipo di promozione, gli editori in genere scelgono libri in serie: enciclopedie, storie universali o locali in numerosi volumi, trattati di geografia, storie letterarie, collezioni di opere scelte di autori italiani o stranieri, perfino serie di Guide Touring, eccetera. I lettori di quotidiani e/o di periodici hanno mostrato di gradire l’occasione, e si sono mes- RACCOLTI NEL LIBRO “ELLEPI” raccoglierli in un libro tanto sobrio quanto elegante. E basta leggere uno di questi pensieri per rendersi conto del paragone che lo scrittore Elio Bartolini ha voluto proporre il 3 settembre, quando a Pordenone è stato presentato il libro e una mostra di foto che lo “spiega”. Presente, fra gli altri, il vescovo Poletto, anche lui felice che un laico come Bartolini abbia osato tanto nei confronti di un suo prete. Ha detto lo scrittore friulano: «Leggendo queste pagine mi viene in mente Socrate quando si chiede se la virtù si possa insegnare. È il punto massimo, l’ambizione più alta di ogni maestro quella di poter insegnare le virtù. Padovese lo fa in tono dimesso, neppure sussurrato. Anzi. Nulla scrive don Luciano per impressionare. Non vi troviamo – aggiunge Bartolini – nessuna gesticolazione. L’aggettivazione è estremamente ridotta. Ma vi leggiamo una grande convinzione di quello che si sta dicendo. Ognuno ha le sue fisime, i suoi dissidi interni. Anche Padovese è un uomo. Però è riuscito ad imporre ad ogni suo scritto una veste socratica, calma, riflessiva, non offensiva, non moralistica, non conquistatrice, non intenzionata a strappare sempre e comunque il consenso». Di mese in mese, fin dal 1984, Padovese ha proposto la sua riflessione sui fatti, anche più banali, della vita quotidiana, scrivendo del piccolo per parlare del grande. Come se il vissuto personale fosse quello del mondo. Francesco Dal Mas punto nella vita normale releghiamo schiavo di eventi, circostanze e azioni, tutte artificiose e insensate. Ma chi si nasconde dietro il “selvaggio” e qual è l’evoluzione della sua storia e quindi del racconto stesso? Cercheremo di fornire solo alcuni brevi indizi, per non rovinare il crescendo d’emozioni e, la svolta psicologica vissuta dal protagonista. Il selvaggio è Roberto, un ragazzo moderno che ama il blues e la chitarra, si laurea brillantemente in economia a Ca’ Foscari, ha pochi amici ma buoni tra cui Marco (voce narrante del romanzo). Ma anche un ragazzo con l’anima antica, a cui va stretto il conformismo culturale ed economico privo di senso morale, imperante nei tempi della globalizzazione. Dopo la laurea arriveranno il viaggio negli States e l’incontro con le mille contraddizioni di quella realtà, la conoscenza di nuovi amici e fiorirà l’amore per Jane. Ma quando tutto sembra giungere a coronamento, irrompe imprevedibile e violento il dolore, “che fa crollare la tua vita come un castello di carte”. E qui Roberto inizierà il viaggio più difficile e più arduo. Il libro viene presentato dall’autore sabato 17 settembre alle 21 all’auditorium Toniolo di Conegliano. FRANCESCO VIDOTTO Il Selvaggio, 166 pagine, casa editrice Carabba, costo 13,50 euro. Elena Pilato Quelli che scrivono come parlano, anche se parlano benissimo, scrivono male. Georges-Louis Buffon I corsivi “socratici” di mons. Padovese C on calma. Andiamo a pagina 347 di “Ellepi” e leggiamo insieme. “Con calma. Quanti sensi di colpa, da tutta una vita, per essere nervosi. E ancor più a sentir lodare gente per la sua calma. Perché non riuscivamo ad apprezzare flemma e lentezza come virtù, mentre ci pareva più caloroso e bello essere coinvolti, veloci e grintosi. E ora anche la pubblicità a mettersi di quella. ‘Occorre fare tutto con calma’: così proclama. Una bella copertura per le lungaggini dei pigri, lo strascicare dei maldestri, promossi alla categoria dei prudenti? Sarebbe equivoco per la nostra coscienza, cui non piace il ruolo del gregario. Eppure, a ben riflettere, è giunto il tempo di proteggerci dalle accelerazioni. Da quelle stradali, come da quelle della vita. Purché calma e lentezza siano tenerezza e grazia, tranquillità e pace, e degustazione attenta di momenti, stagioni ed età, senza ansia e apprensioni. Andare a spasso, anche, guardandosi attorno; e ascoltare, prestando attenzione. Annoiarsi, un poco, per ozio virtuoso; e aspettare con fiducia quello che viene. Scrivere a penna, gustando l’originalità dei segni; e leggere senza saltar parole. Con calma, per l’appunto”. Ve le immaginate 359 pagine di testi come questo e di fotografie che gli danno un valore aggiunto? Portano la firma di Luciano Padovese, sacerdote in Pordenone, fondatore della Casa dello studente. “Ellepi” è la sigla con cui firma, da una ventina d’anni, i suoi corsivi del mensile “Il momento”. Gli amici di don Luciano hanno voluto SCRITTO DA VIDOTTO Il Selvaggio, romanzo carico di umanità S i affida a una scrittura cristallina e sapientemente semplice il giovane scrittore coneglianese Francesco Vidotto, per il suo debutto da narratore con l’opera “Il Selvaggio”. Uno stile diretto e agile, senza filtri e compensazioni subliminali, che Vidotto adotta per regalarci uno spicchio di vita, solo all’apparenza comune e consueta. In realtà la vicenda umana di Roberto, ragazzo coneglianese prossimo alla laurea in economia e commercio, all’inizio del romanzo appare subito intrisa di verità salienti e talora laceranti, come solo le verità più radicali e ne- cessarie nella vita di un individuo sanno essere. La ricerca d’identità, la libertà, l’amore che dà pienezza, il dolore che scompagina ogni vecchia sicurezza, la natura come salvezza, la memoria affettiva come rinascita. Eccoli i punti cardine che scandiscono, lungo i ventidue capitoli del racconto, il viaggio interiore e le vicissitudini esteriori di Roberto. Un viaggio dentro di sé, condotto con coraggio e caparbietà, dove ciò che conta alla fine è ritrovare la dimensione più vera e onesta della propria esistenza, risvegliare il “selvaggio” sommerso da tanta ipocrisia, che per l’ap- Mons. Luciano Padovese si ad acquistare settimanalmente i libri messi loro davanti dagli editori. Col risultato di gonfiare clamorosamente le statistiche dei libri venduti ogni anno (gli aumenti in questo senso si contano ormai a decine di milioni!). Un fenomeno veramente straordinario, che ha avuto effetti perfino inattesi: come quello di costringere molti a provvedersi finalmente di un mobile-libreria, in cui collocare, se non altro in bella mostra, i fiammanti volumi offerti a prezzi così convenienti dagli editori di giornali! I quali, se non hanno ottenuto nessun si- gnificativo incremento della vendita del loro prodotto principale, hanno almeno tamponato – non si sa fino a quando – un’emorragia nella diffusione che in questi ultimi tempi stava minacciando la sopravvivenza stessa di alcuni organi di stampa. Né la minaccia si può dire rientrata. Per noi, innamorati del libro, il fenomeno presenta comunque aspetti prevalentemente positivi. Ma non mancano le ombre, né motivi, anche importanti, di perplessità. Ci torneremo su. Aldo Toffoli SUSEGANA: MOSTRA DELLA PICCOLA EDITORIA I nizia venerdì 16 settembre alle 20.30 con la rappresentazione de “Il maestro magro” di Gian Antonio Stella, “Libri in cantina”, la Mostra nazionale della piccola e media editoria che si tiene a Susegana venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre alla cantina Conte Collalto e il Castello di San Salvatore. Tavole rotonde, presentazione di libri, incontri con l’autore e concerti fanno da cornice ai quarantanove stand di altrettante case editrici. Il programma completo della manifestazione su www.collalto.info. LIBRO DI EDOARDO PITTALIS Il sangue sparso tra il ’43 e il ’45 «T utti i morti meritano rispetto e pietà, ma le ragioni per cui sono morti restano diverse, ed è su queste differenze che si basa la nostra democrazia». Così, il vice direttore del Gazzettino, Edoardo Pittalis a Cison ha presentato, a inizio agosto, il suo ultimo libro: “Il sangue di tutti, 19431945 in Triveneto”. Peculiarità del volume è, secondo le parole dello stesso autore, quella di descrivere un’epoca storica «vista dalla parte degli umili, di chi deve obbedire e di chi ha fame». Questo, anche attraverso l’uso della piccola cronaca del periodo. «Nei numeri del Gazzettino dell’epoca si può trovare la storia mistificata, ma anche la quotidianità fatta di annunci, di pubblicità e di titoli di film». Alla vergogna, anche italiana, della deportazione di ebrei nei campi di sterminio tedeschi, Pittalis affianca le imprese, se non eroiche, semplicemente umane, di piccoli veneti e venete. Come quella dell’ex podestà di Cison di Valmarino, Annibale Brandolini d’Adda, che protesse e salvò molti ebrei. Nella stessa zona ci fu anche la contadina Ida Granzotto Battistella, con i suoi 5 figli, a nascondere due famiglie di perseguitati. «Quello che manca è la giustizia – ha concluso Pittalis, ricordando “l’armadio della vergogna” e i crimini di guerra rimasti impuniti –. Ed è la mancanza di questa giustizia, in fondo, che ha fatto in modo che la nostra storia non potesse essere mai rimarginata come doveva». Pittalis presenta il suo libro anche alla mostra “I libri in cantina” di Susegana domenica 18 alle 17. EDOARDO PITTALIS Il sangue di tutti. 1943-1945 in Triveneto Biblioteca dell’Immagine, 14 euro. Ginevra Lamberti 18 e L’AZiON GrandEstate Domenica 18 settembre 2005 SANTI PIETRO E PAOLO A spasso nel tempo insieme a Campo SCOUT DI ODERZO, CAMPO DI GRUPPO Gioca la tua vita, non stare a guardare! G ioca, non stare a guardare: è questo è il motto del campo di gruppo vissuto dall’11 al 14 agosto dagli scout dell’Oderzo 1 a Valmorel di Limana. Centoventi scout giovani e meno giovani, lupetti, esploratori/guide, noviziato e clan e un’ambientazione cortese tra dame e cavalieri: questi gli ingredienti che hanno reso speciale un evento preparato da tempo e scelto per commemorare il sessantesimo anniversario dalla rifondazione del gruppo. Un campo di gruppo richiede una preparazione attenta e scrupolosa, obiettivi concordi tra le tre branche che operano con diverse fasce di età; è una sfida che valorizza le linee guida del metodo scout: il gioco, l’avventura, la spiritualità scout. L’itinerario del campo di gruppo è stato scandito dall’individuazione di cinque virtù cavalleresche: la giustizia, la prudenza, la temperanza, la fortezza e la fedeltà che hanno costituito il riferimento per le cinque compagnie miste di cavalieri, create per far sorgere al proprio interno un clima di amicizia e di collaborazione tra ragazzi di diverse fasce di età. Una parata con araldi, giocolieri, cavalli e armi; un torneo medievale con gio- stre e giochi a tema; un banchetto per compagnie; due fuochi serali di gioia e convivialità hanno riempito le giornate del 12 e del 13, culminate domenica con una grande festa alla quale hanno preso parte tutti i genitori, molti ex scout, amici e ospiti graditi, come il sindaco di Oderzo, che ha condiviso con noi stralci di vissuto scout della propria giovinezza. Il campo di gruppo si è incastonato all’interno dei singoli campi che le tre branche hanno vissuto autonomamente e si è pertanto configurato anche come una messa in comune dei cammini rispettivi. In particolare, il noviziato-clan “Senza frontiere” ha risalito il corso del Piave partendo da Oderzo e giungendo a Valmorel dopo un itinerario che ha portato a riflettere e a rivedere la carta di clan, documento nel quale la comunità riconosce le proprie scelte prioritarie. Il campo è finito, ciascuno porta con sé molte immagini liete destinate a trasformarsi in ricordi, ma il motto del campo richiama all’impegno nel quotidiano, a dare continuità a quanto vissuto nell’atmosfera giocosa e rarefatta di questi giorni ed è questa la vera sfida. Giochiamo, non stiamo a guardare! Gaetano de Biase SACILE, CLAMOROSA PARITÀ VITTORIO / IL CLAN A SANTIAGO Tre vincitori per Scout in cammino dentro se stessi il Trofeo del Sole S i è chiusa sabato 10 settembre con una sorpresa senza precedenti la venticinquesima edizione del grest di Sacile. Addirittura tre a pari merito sono le squadre vincitrici: Topaligo (in vantaggio fino alle ultime battute), Via Vittorio Veneto e Trentun Ottobre. In origine il regolamento del grest prevedeva che, in caso di parità, il vincitore dovesse essere deciso tirando una monetina ma in questo caso, visto che nemmeno con l’euro sono nate monete a tre facce, si è deciso di non applicare la crudele usanza del sorteggio lasciato al caso e di festeggiare l’inusuale trio vincitore. La giornata conclusiva si è svolta con il saluto delle autorità alle famiglie e ai ragazzi, ai quali sono state consegnate le coppe per i tornei e il Trofeo del So- le. Un particolare pensiero è stato rivolto a don Pietro Mazzarotto, ideatore venticinque anni fa della manifestazione e per l’ultima volta presente in veste di parroco; a lui il presidente del grest Alessandro Gagliazzo ha consegnato le sei magliette delle zone, ossia le squadre partecipanti. Letizia Miotto A ppena ritornati da Santiago de Compostela, i 14 ragazzi dai 16 ai 18 anni del clan di Vittorio Veneto avevano ancora tanta stanchezza e le idee confuse. Li abbiamo incontrati invece dopo alcuni giorni, quando avevano già cominciato a rielaborare l’esperienza compostelliana. «Il dolore ormai se n’è andato – dice Elena –, anche se credevamo di soffrire molto meno fisicamente…». Hanno camminato per circa duecento chilometri a piedi, con pochi parentesi di mezzi pubblici. E mentre camminavano i pensieri si snodavano lentamente al ritmo del passo. Per molti del Clan il faticoso tragitto è stato un percorso personale di ricerca. Viene la vo- SHREK IN SCENA A SANT’ANDREA G rande grest a Sant’Andrea. Si è appena concluso e già si parla di un grande successo. Quest’anno vi hanno partecipato una cinquantina di bambini dai 6 ai 14 anni seguiti da 20 animatori. «È stato sicuramente migliore degli anni passati», spiega l’animatrice Martina Nardari. Dieci giorni intensi, con le attività ma- nuali (davvero un’infinità) ma anche con la danza, la musica e i giochi di grup- po. E poi il teatro con la rappresentazione di “Shrek”, il cartone animato, molto amato dai bambini. Un grest contraddistinto da una novità. «Per la prima volta siamo andati a comperare le stoffe per costruire i costumi di scena. Abbiamo realizzato con le nostre mani tutta la scenografia». Il tutto per rendere la storia più verosimile. Sabato 10 L unedì 29 agosto ha aperto i battenti Saltatempo, il grest della parrocchia di Santi Pietro e Paolo a Vittorio Veneto. Quest’anno i bambini seguono le avventure dell’animatore Campo (all’anagrafe Federico Campodall’Orto), ormai eroe tradizionale delle avventure dei grest di Santi Pietro e Paolo, che grazie alla Saltatempo – la macchina del tempo che dà il nome al grest – si sposta dalla preistoria alla Rivoluzione francese, dalla Cina medievale al futuro, in un divertente viaggio alla scoperta della scrittura. E sono proprio le esilaranti scenette a tema recitate dagli animatori, e messe in onda ogni pomeriggio grazie all’abbondante dotazione e competenza tecnologica a disposizione degli animatori, uno dei punti di forza di questo grest. Non potevano ovviamente mancare i laboratori, ben nove quest’anno, che spaziano dai più tradizionali cartapesta, filografia o teatro ad innovazioni come aquiloni, polistirolo e cabaret. E che grest sarebbe senza i tornei, la canzone-tormentone e la serata finale, in questo caso svoltasi sabato 8 settembre (e magistralmente presentata dall’estensore stesso di quest’articolo, ndr)? glia di stare da soli, mentre si cammina. Poi, la sera cercavano la compagnia degli altri negli ostelli o nelle palestre dove venivano ospitati per la notte. «Lungo la strada – riprende Elena – sono state tante le domande personali e non che mi sono posta e a molte ho dato risposta». Ma tanta era la fatica, che ci sono stati pochi momenti comunitari durante il viaggio. Il che ha deluso un poco i ragazzi, ma ha permesso di rivolgere l’attenzione verso il luogo che stavano attraversando. «Davanti all’infinità della meseta, mi sono sentita una piccola parte del tutto – settembre il gran finale nell’aula magna del collegio Dante con la rappresentazione teatrale, ma anche con la musica e la danza. Davanti agli occhi ammirati di un vasto pubblico. «È stata una bella avventura – confessa Martina –. Peccato che per me sia l’ultima esperienza, dopo cinque anni di animazione è giusto far posto ad altri». Francesca Gallo Fra i nuovi animatori del grest di SSPP anche Giulia Della Giustina (sopra) e Francesca Astori (in alto) Piccoli grest crescono La versione attuale del grest di Santi Pietro e Paolo è il risultato di una crescita iniziata nel 2000 e mai interrotta: dopo le prime timide edizioni della durata di una settimana sono arrivate quelle di dieci giorni e poi, finalmente, le tanto sospirate due settimane. Naturalmente tutto, dal tema ai giochi, è frutto della fantasia (e della pazienza) degli animatori, che piuttosto di mettere in cantiere attività “preconfezionate” da altri preferiscono spendere qualche ora in più e creare il “loro” grest. Andrea Santorio dice Marta –. Ci preoccupiamo di tanto, ma siamo una voce nel mare. C’è un senso di impotenza ma anche la certezza che possiamo contare sugli altri». «Abbiamo scoperto i nostri limiti personali. Io non pensavo di poter sopportare tanta fatica – afferma Erika –. Stavo male per il dolore fisico. Ma ho capito che parlando con gli altri posso superare il mio limite. Ogni giorno ho superato quello del giorno prima». Durante il viaggio i ragazzi sono stati accompagnati da quattro capi scout e nell’ultimo tratto li ha raggiunti don Fabio Soldan (della parrocchia del Duomo), cappellano del gruppo scout di Vittorio Veneto. A casa l’onda lunga del pellegrinaggio continua il suo effetto. Hanno ripensato a quelle giornate, all’autonomia che gli ha dato, alla fiducia negli altri e in se stessi, alla condivisione vissuta, alla ricerca della spiritualità, al cellulare o alla televisione che non avevano e che, qualcuno di loro, continua ad usare meno. Isabella Mariotto Curiosando I consigli del medico a cura della dottoressa Caterina Bisol Come gustare i funghi ... senza rischi I n una recente escursione in montagna ho potuto vedere una enorme varietà di funghi, alcuni noti come i porcini, i chiodini, le mazze di tamburo, le russole, le amanite muscarie o falloidi, altri sconosciuti ma tutti ugualmente belli e affascinanti. Ho capito come a volte ci possa pigliare la “febbre” di andare per boschi a cercare questo fugace frutto della natura. Il fungo è un vegetale atipico perché è sprovvisto della clorofilla e per poter vivere necessita di sostanze già elaborate da altri esseri viventi. Quello che noi comunemente chiamiamo fungo è il frutto del micelio: una intricata rete di filamenti bianchi, il più delle volte invisibili ad occhio nudo, che è presente nel sottosuolo e vi rimane anche per centinaia di anni. Questo spiega come i funghi vadano cercati sempre negli stessi luoghi, come ben sanno tutti coloro che si dilettano anche occasionalmente nella loro raccolta. Ed ora alcuni consigli sul consumo dei funghi. È sconsigliato conservare i funghi in sacchetti di plastica perché favoriscono i processi di putrefazione. In ogni caso la destinazione finale deve avvenire nel più breve tempo possibile sia che si tratti di consumo diretto che di conservazione mediante essiccazione o congelamento. Devono evitarne l’utilizzo le donne in gravidanza o in allattamento, le persone con intolleranze a particolari alimenti, oppure che soffrono di insufficienza epato-pancreatica. Per tutti gli altri ricordare che i funghi non sono particolarmente digeribili ed è quindi meglio evitare le abbuffate. In caso di dubbi sulla commestibilità di quanto raccolto è opportuno consultare l’esperto micologo al Servizio Igiene della propria Ulss. Nella malaugurata ipotesi di insorgenza di disturbi dopo aver mangiato dei funghi è bene recarsi subito in ospedale, tenere a disposizione avanzi del pasto e fornire indicazioni per l’identificazione della specie fungina consumata e del luogo di raccolta. MOTTA: Erika De Pieri, talento del fumetto È in rampa di lancio il primo lavoro a diffusione nazionale della giovane disegnatrice Erika De Pieri. La ventiseienne di Motta di Livenza, talento poliedrico, è autrice della sceneggiatura e dei disegni de “La saponificatrice di Correggio”, terzo volume a fumetti della collana Cronaca nera edita dalla casa editrice Becco Giallo di Ponte di Piave. Il libro, che fa seguito all’incoraggiante successo incontrato da “Unabomber” di Paolo Cossi e “I delitti di Alleghe” di Gianluca Maconi, sarà presentato in anteprima a “Fiumettopoli”, il salone del fumetto che si terrà a Fiume Veneto (Pordenone) il 25 e 26 settembre prossimi. Dopo la manifestazione che l’anno scorso ospitò Quino, il celebre creatore di Mafalda, Erika sarà anche a Treviso Comics l’1 e 2 ottobre e a Lucca Comics dal 29 al 31 ottobre. De Pieri, dopo il liceo artistico a Treviso e la scuola del fumetto di Milano si è dedicata alla professione esponendo in due occasioni a Motta di Livenza, collaborando con testate locali come caricaturista, illustrando libri per l’infanzia, tenendo corsi di fumetto e pure realizzando una tela per la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Campagna. “La saponificatrice di Correggio” consta di 160 pagine a colori fra tavole e schizzi realizzati con la tecnica dell’acquerello. Il volume, che ripercorre la macabra storia di Leonarda Cianciulli che, fra il 1939 e il 1940, in preda alla follia, attirò in casa con l’inganno e uccise tre donne, lavorandone le spoglie per ricavarne saponette, sarà distribuito su scala nazionale. Giacinto Bevilacqua In uscita il suo libro “La saponificatrice di Correggio” L’atlante dei sapori “D a Gigetto”, a Miane, un’anteprima gustosa e golosa per la 21ª “Festa della patata del Quartier del Piave”, complici la Pro loco di Moriago della Battaglia, la celebre gastronoma Maria Antonietta Vendramini, e naturalmente l’equipe di “Gigetto” guidata in cucina, e con sapienza, dal giovane figlio Marco. La patata, considerata per tanto tempo cibo “riempi-pancia”, e per lo più da tavola povera, è oggi ortaggio di tutto rispetto, soprattutto in quella ristorazione blasonata, che rivisita con successo la storia dei nostri “mangiari” del tempo che fu. Una crema per esaltare la patata QdP È chiaro che l’ortaggio, in questo caso la patata, deve avere l’indispensabile requisito della bontà, altrimenti è meglio lasciar perdere. E di bontà la “patata del Quartier del Piave” ne ha da vendere, visto che ancora prospera nonostante la spietata concorrenza di un mondo sempre più “piccolo”. Non ci sono solo i pomidori dalla Cina a far paura, ma anche le patate novelle d’Egitto! L’equipe di “Gigetto”, armata come sempre d’indiscussa bravura, e le patate dei Codello, Dal Gallo, Giotto e Corazzin hanno stupito anche gli scettici, in un “brolo” (l’elegante dependance di “da Gigetto”) affollato come non mai. Con la “crema di patate all’erborinato”, di cui diamo di seguito la ricetta per 4, un bis, ma pure un tris, l’avrebbero fatto davvero in parecchi! Cominciando dalla crema di patate, servono dapprima mezzo chilo di patate “Junior”, poi 3 scalogni, mezzo bicchiere di olio extra vergine d’oliva, un pugno di erbe aromatiche, e mezzo litro di brodo vegetale. «Passire lo scalogno in poco olio extra ver- gine e rosolarvi – spiega Marco – le patate pelate e tagliate a pezzettoni. Coprire col brodo e continuare la cottura per circa mezz’ora fino a quando le patate cominceranno a rompersi. A parte aromatizzare l’olio extra vergine d’oliva con le erbe aromatiche e aggiungere l’olio alle patate. Frullare il composto aggiungendo poco alla volta il brodo finché si arriva alla consistenza vo- luta». Per la crema al gorgonzola, unire a freddo il gorgonzola con il mascarpone, e regolare di sale. Versare quindi in capienti calici di vetro un cucchiaio di composto al gorgonzola, sopra la crema calda e – sottolinea ancora il bravo Marco – «guarnire con delle gocce d’olio di zucca». Mario Sanson COZZUOLO: CAPITELLI DI SANT’ANTONIO E SAN MAURO A poche centinaia di metri dall’inizio di via S. Mor a Cozzuolo si trova un capitello posto ad un bivio. Di colore bianco in origine, alquanto disadorno, appare scrostato nella pittura e aperto da una crepa sulla parete posteriore, che si ripresenta all’interno fin sulla parte anteriore dell’altare. Il capitello è intitolato a Sant’Antonio da Padova ed è stato costruito come voto per la guarigione di un malato. Un cancello, sempre aperto, di manifattura contemporanea in ferro color antracite, funge da porta. Sul lato destro è appesa un’icona che narra al- cune tappe della vita di Riccardo Granzotto, conosciuto come fra Claudio, il frate scultore di Santa Lucia di Piave che papa Giovanni Paolo II beatificò il 20 novembre 1994. L’altare del capitello presenta un tondo al centro con l’immagine del Buon Pastore accanto ad un agnello (sproporzionato rispetto alla figura). Al di sopra una nicchia color azzurro in- tenso raccoglie la statua di sant’Antonio, che ha nella mano destra il giglio e nella sinistra il Vangelo sul quale vi è il Bambino Gesù in piedi che accarezza il volto del Santo. Sulla parete sinistra una stampa del Santo. Ogni 13 giugno, festa di Sant’Antonio, viene celebrata la messa alle 20 dal parroco di Carpesica. Proseguendo per la via, si giunge ad un cortile privato dove si trova A Sant’Antonio un’icona racconta la vita di fra Claudio una piccola edicola in legno con l’immagine di san Mauro discepolo di san Benedetto. Da questo santo (da “Mauro” trasformato in “Mor”), il nome della via. Un tempo qui esisteva una chiesa o chiesetta dedicata al Santo, come si ricava dal “Libro dell’extimo di Ceneda”, anno 1532 (fol. 157 v.). La festa del Santo è il 15 gennaio. Isabella Mariotto 22 C sabato domenica lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì 17 settembre 18 settembre PORDENONE Ultimo appuntamento domenica 18 settembre FREGONA Venerdì 16 settem- con la tappa “Apollo, Dionisio, Fanbre alle 20.30 è di scena per “Sce- tozzi” de “L’Arlecchino errante”, fena Foresta 2005”“Sul pajon”, spet- stival che elegge la commedia deltacolo di musica e teatro popo- l’arte come ponte tra le tradilare interpretato dal Gruppo Fol- zioni e le avanguardie di tutto il cloristico brasimondo e come liano di Rio lingua franca Grande do Sul. per immaginare CARENI L’ingresso è a ofil teatro del fuferta libera. turo. Alle 11, 11.50, 12.40, PORDENO15, 15.50, 16.40 NE Venerdì 16 e 17.10 torna al settembre alle Nuovo Teatro 21, nell’ambito Verdi “Dionisio”, Riprende la programmazione con per la regia di della terza tappa “Herbie - il supermaggiolino” Massimo Munadel festival Arlecchino errante,“Aro, l’interpretapollo, Dionisio, zione del Teatro Fantozzi”, la sala San Francesco Lemming e un pubblico di 9 spetospita lo spettacolo di danza “L’al- tatori per volta. A concludere la chemia dei sogni”, liberamente giornata, alle 18 il Teatro Tascatratto da “Cassandra” di Christa bile di Bergamo calca il palco Wolf, interpretato da Simona Li- della sala San Francesco con “E si. Seguirà alle 22.30 lo spetta- d’ammuri t’arricuordi”, pièce dicolo “Dyonisus” con Remo Anzo- retta da Renzo Vescovi. vino e Claudia Contin e alle 23 “Tratti indosso”, reportage video PORDENONE Gran finale di Valeria Spera sul progetto “E- mercoledì 21 settembre per “L’Argon Schiele” della Scuola speri- lecchino errante”. A concludere la rassegna alle 21 ci pensano “Les mentale dell’attore. etoiles de Fareta”, sotto le luci PORDENONE Sabato 17 set- dei riflettori al Deposito Giordatembre prosegue la tappa “Apol- ni. lo, Dionisio, Fantozzi” del festivalCineforum laboratorio “L’Arlecchino errante”, ideato e organizzato da Ferruccio Merisi e Claudia Contin. Alle 15, PIEVE DI SOLIGO Venerdì 15.50, 16.40, 17.10, 18, 18.50 e 16 settembre alle 21, sabato 17 19.40 è di scena al Nuovo Tea- alle 15, 18 e 21 e domenica 18 tro Verdi “Dionisio”, spettacolo per alle 15, 18 e 20.30 il cinema tea9 spettatori alla volta, interpre- tro Careni riprende la sua attitato dalla compagnia Teatro del vità dopo la pausa estiva con la Lemming e diretto da Massimo proiezione di “Herbie - Il superMunaro. Alle 21 Paolo Villaggio al- maggiolino”, il film di Angela Rolestisce al teatro Verdi “Fantozzi binson, con Lindsay Lohan, Miparla con Arlecchino”, con il sup- chael Keaton e Matt Dillon. Ingresso intero 5 euro, ridotto 4 euporto di Claudia Contin. ro. Teatro Sempre di più la storia fa audience menti del pasaccurate e badi sato in Supersui fatti, Gianfranco Da Re sate quark e Uliscome quella di se, tanto che i Luigi Bizzarri documentari vengono sem- della vita di papa Luciani o pre replicati in prima sera- quella della settimana prita. L’esame dei dati di a- ma, su Pio XII. scolto riportato dal CorrieUn altro segno evidente re della Sera mette in evi- è il moltiplicarsi di rubriche denza che la storia interes- di storia contemporanea sa di più al pubblico degli non solo su Raitre, ma an“anta”, ma questo è norma- che sulle altre reti. Non tutle. Per i più giovani la storia te altrettanto rigorose, il riè soprattutto scoperta, rac- schio fantastoria infatti è conto, a volte avventura, è sempre in agguato, anche solo quando si è raggiunta perché i romanzi basati su una certa età che si inco- complotti mai esistiti sono mincia a desiderare di met- molto di moda, vedi Dan tere ordine nei ricordi e si Brown. apprezzano le ricostruzioni Mi sembra un dato posi- tivo in coincidenza con l’inaugurazione dei palinsesti invernali, che si annunciano come sempre dominati dal calcio parlato (dato che quello visto è sempre più per chi può permettersi Sky o i canali digitali Mediaset). Ma anche qui ci sono buone notizie: in una settimana in cui sono moltiplicate le giornate di campionato la Rai dà spazio alla pallavolo, al basket, al ciclismo e persino al tennis: ci sono di mezzo le rispettive nazionali e la Coppa Davis, d’accordo, e forse c’è da compensare la perdita dei diritti sul calcio, ma va bene così. PROGRAMMI SCELTI PER VOI da GdR 19 settembre T eatro 20 settembre C inema & 21 settembre a rete funziona benissimo come macchina del tempo. Ci sono siti, indirizzi che ci proiettano nel futuro e altri che ci ricordano il nostro passato con una punta di nostalgia storiografica che non guasta mai. Tra questi segnaliamo www.casonpiavon.it che come rivela lo stesso indirizzo ci racconta la storia di uno dei pochi cason (un tipo di casa contadina) sopravvissuto nella capannonizzata provincia di Treviso. L’edificio in questione, per chi volesse visitarlo dopo aver dato un’occhiata al sito, si trova a Piavon di Oderzo in via Frassenè. L’home page è essenziale e un po’ rustica come era la vita di chi abitava i cason. Sulla colonna di destra ci sono le varie sezioni a cui si può accedere per avere un quadro completo della cronologia del cason da quando è stato costruito ad oggi. Ora all’interno c’è un piccolo museo etnografico organizzato come il sito dagli Amici del cason. La lettura dei documenti è lineare, ci sono alcune foto esplicative o delle fasi del restauro recente o dell’allestimento del museo. Si tratta di un prodotto amatoriale senza troppe pretese che assolve appieno al suo scopo, che è quello di informare e magari di trasmettere a chi lo guarda un po’ della sana passione che ha animato i suoi autori. Igor Della Libera 22 settembre L i sono moltissimi segni che lasciano capire come la storia sia uno degli argomenti che appassionano di più i telespettatori, l’ultimo è stato il buon numero di ascolti ottenuto da “Giovanni Paolo I - Il papa del sorriso”: oltre tre milioni. Non è la prima volta che i documentari della serie “La grande storia” di Raitre si piazzano bene. Non siamo ai record delle partite di calcio, del Festival di Sanremo o di alcune fiction, ma sono dati che fanno capire come i telespettatori siano di varie specie e di diversi gusti, e non si lascino tutti incantare dai reality show o dalle chiacchiere. Buoni ascolti hanno sempre fatto anche gli Angela padre e figlio quando hanno ricostruito epoche storiche o avveni- 23 settembre IL CASON DI PIAVON e L’AZiON Spettacoli Domenica 18 settembre 2005 TV L’ si apre con l’esilarante commedia Rumori fuori scena di Peter Bogdanovich. L’evento sportivo è la partita di basket Italia-Russia per i Campionati europei su Raidue alle 17.55. In prima serata, alle 21, La 7 presenta il capolavoro di Hitchcock La finestra sul cor- tile, su Raidue ritorna la serie Senza traccia con due telefilm; su Raitre Ulisse ci porta nella Firenze dei Medici; su Retequattro indaga il Commissario Moulin in “Presunto innocente”, e su Canale 5 Russell Crowe è Il gladiatore di Ridley Scott. I gli avvenimenti sportivi segnalo i Campionati europei di basket su Raidue alle 17.55 con Italia-Ucraina. Telechiara alle 18 presenta l’incontro-dibattito tra Massimo Cacciari e il cardinale Scola. Due film dedicati a Clint Eastwood su Retequattro: un western, Il cavaliere pallido, alle 16 e il thriller Fino a prova contraria alle 21. Alla stessa ora su Raidue proseguono le storie dei medici di E.R., su Raitre Carlo Lucarelli si occupa della scomparsa del giornalista De Mauro in Blu notte. A pionati europei di pallavolo femminile con Italia-Turchia, su Raidue alle 17.55. In prima serata, alle 21, su Raiuno ultimo appuntamento con Miss Italia 2005, mentre Raidue presenta due episodi della serie Desperate Housewives, Canale 5 presenta la pri- ma parte del film drammatico Paolo Borsellino con Ennio Fantastichini, Retequattro manda in onda il film di guerra U571, e su Italia 1 la Gialappa’s Band presenta l’anteprima di Mai dire lunedì. L do Jim alle 19 e il grande successo spagnolo Paso adelante alle 20.10. In serata, alle 21, su Raiuno Una donna tre vite - Angela, primo di una serie di film drammatici interpretati da Sa- brina Ferilli; su Canale 5 si conclude Paolo Borsellino (nella foto); su Raitre Giovanni Floris conduce Ballarò; e su Retequattro Alessandro Cecchi Paone rievoca la battaglia di Berlino in Appuntamento con la storia. offerta cinematografica inizia alle 9 su Raitre con l’ultimo capitolo della saga dell’ispettore Clouseau: Sulle orme della pantera rosa; su Canale 5 alle 9.30 c’è il thriller Il segreto di Agatha Christie con Vanessa Redgrave. Il pomeriggio di La 7 l pomeriggio di Raiuno è dedicato a Whoopi Goldberg che possiamo vedere in Sister Act alle 14 e Il grande cuore di Clara alle 15.45. Su La 7 alle 14 c’è la commedia Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo con una manciata di grandi attori. Tra nche se sono cambiati i palinsesti su Raiuno si trovano ancora i telefilm dell’Ispettore Derrick alle 14.10 e del Commissario Rex alle 15.05; e su La 7 Jag - Avvocati in divisa alle 18 e Star Trek Enterprise alle 19. Continuano i Cama commedia Baciami, stupido di Billy Wilder apre la mattinata di Raitre alle 9.05. Fra i telefilm del pomeriggio di Italia 1 ci sono Dawson’s Creek alle 15, La vita secon- D za), poi in serata alle 20.30, c’è “Un mercoledì da tifosi con Paolo Bonolis su Canale 5. A contrastarlo, dalle 21, ci sono Danni collaterali con Arnold Schwarzenegger su Raiuno, La G L’appuntamento col cinema anni Cinquanta è su Raitre alle 16.25: Scaramouche con Stewart Granger. In serata, alle 21, inizia la seconda parte di Elisa di Rivombrosa con Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi su Canale 5. In alternativa si può se- I 16. In serata, alle 21, Carlo Conti presenta 50 canzonissime figlie dei fiori su Raiuno, Andrea Vianello riprende Mi manda Raitre, parte l’ottava serie di Incantesimo su Rai- ue gli avvenimenti sportivi del pomeriggio: i Campionati mondiali di ciclismo femminile under 23 su Raitre alle 15.15 e quelli di pallavolo femminile su Raidue alle 17.55 con Olanda-Italia (nella foto la giocatrice di Codognè Jenny Barazli avvenimenti sportivi di oggi includono la cronometro individuale dei campionati mondiali di ciclismo femminile su Raitre alle 15.15 e l’incontro Italia-Russia degli europei di pallavolo femminile alle 17.55 su Raidue. niziano gli incontri di tennis tra Italia e Spagna (nella foto Rafael Nadal) per l’ammissione alla Coppa Davis: Raidue dalle 17.15. Il giallo Assassinio sul Nilo di John Guillermin da Agatha Christie con un cast di ottimi attori è su Retequattro alle squadra su Raitre, la nuova edizione dell’Isola dei famosi su Raidue. Più tardi, alle 23.10, Retequattro presenta la commedia Le streghe di Eastwick con Jack Nicholson. guire “Giro di boa” del Commissario Montalbano su Raiuno, il thriller Vanilla Sky con Tom Cruise su Raitre, o lo Speciale Colonia Gmg 2005 su Telechiara. Più tardi, alle 23.55, Raitre presenta la Storia della prima repubblica di Paolo Mieli. due, mentre su Retequattro Frank Riva mette in scena il poliziotto Alain Delon e Italia 1 fa indagare il C.S.I. Miami in “Complici” e “Una notte infernale”. dai Nostri Paesi Vittorio Veneto A CONFRONTO IL PRESIDE CHE LASCIA, DOPO 21 ANNI, E QUELLO CHE RITORNA A DOVE INSEGNÒ 32 ANNI FA Il Flaminio cambia guida C ambio della guardia al liceo Flaminio. Il preside che aveva raccolto la pesante e gloriosa eredità di Ippolito Pinto, il coneglianese Luigi Floriani, dopo 21 anni scolastici alla guida della scuola ha scelto la pensione. Al suo posto è stato nominato il collumbertese Pietro Panzarino, una lunga esperienza da preside in varie scuole della Marca, con ultima fermata l’I- psia di Conegliano. Attraverso il bilancio di Floriani e le idee di Panzarino cerchiamo di scorgere la storia e il futuro del glorioso istituto vittoriese, che al liceo classico primogenito ha successivamente aggiunto lo scientifico e, in tempi recenti, l’Itis, cambiando anche nome: non più il nobile “liceo”, ma il burocratico “istituto secondario di istruzione suTB) periore”. Ma la sostanza è rimasta la stessa? (T L’IDEA: UNA FONDAZIONE CULTURALE CON STUDENTI, PROFESSORI ED EX P er Pietro Panzarino il Flaminio è anche un tuffo nella memoria. «Ho iniziato la mia carriera di insegnante nel Trevigiano nel 1973 come insegnante di filosofia proprio al Flaminio, dove ora ritorno come preside. La scelta di ritornare è stata data dalla mia formazione umanistica di fondo». Un confronto con l’eredità culturale del Flaminio. «Ho conosciuto personalmente Ippolito Pinto: mi ha per così dire “portato per mano” per permettermi di rimanere alle superiori dopo il primo “Andrò dai ragazzi durante le ore di supplenza, come faceva Pinto” Pietro Panzarino anno trascorso al liceo: gli sono legato da profonda stima e riconoscenza. Quanto a Luigi Floriani, è innanzitutto un amico. Ho esaminato l’eredità culturale da lui lasciata, sintetizzata dai festeggiamenti del centenario: la mia intenzione è quella di partire dalle risorse umane che hanno collaborato, e sulla base di quanto emerso proseguire con un progetto ancora più ambizioso, che potrebbe avere la forma di una fondazione, costruito insieme con studenti, genitori, professori operatori scolastici e tutti gli “ex”, per mantenere alta la fama del Flaminio sul territorio. Per ottenere questo vorrei essere presente con attività cadenzate nel tempo e iniziative culturali promosse anche in collaborazione con altri istituti, primo tra tutti il concorso di poesia, che vorrei valorizzare con una dimensione più ampia sul territorio, anche in collegamento con altri premi letterari». Uno dei punti di forza del Flaminio è stata, oltre alla trasmissione del sapere, l’intensità e l’umanità dei rapporti personali. «L’eredità del Flaminio deve continuare ad essere alimentata da un confronto costante con gli operatori scolastici: è necessario individuare la specificità dei vari ruoli, con il contributo dei genitori e con il contatto diretto con gli studenti. Desidererei continuare la tradizione inaugurata da Pinto e andare a trovare i ragazzi durante le ore di supplenza per mantenere così il clima di colloquio». Andrea Santorio tazione del piano pastorale alla presenza del Vescovo. VENERDÌ 16 SETTEMBRE Per il ciclo “Venerdì sera con tutta un’altra musica”, alle 21 al bar Duomo concerto dei La Femme con quindici artisti ospiti. DOMENICA 18 Il Cai organizza per oggi una gita al monte Piana. Partenza alle 6.30 dal parcheggio del supermercato Cadoro. Arrivo previsto a Vittorio alle 19. Alle 10 nella piscina comunale e pista di atletica Minitriathlon e Triathlon Kids, quinta prova sportiva del circuito “Estateinsieme 2005” aperta a tutti i ragazzi/e di età compresa tra gli 8 e i 17 anni, accompagnati dai ge- nitori e in possesso del certificato medico di idoneità alla pratica sportiva non agonistica. Alle 16 in Cattedrale celebrazione dell’inizio dell’anno pastorale con il vescovo Zenti. LUNEDÌ 19 Alle 20.30 in seminario presen- Stefano Maroelli de La Femme: al bar Duomo venerdì 16 MERCOLEDÌ 21 Alle 21 nella sede del Cai alle Filande presentazione della “Traversata dal passo Cibiana ad Ospitale di Cadore” in programma domenica 2 ottobre. GIOVEDÌ 22 Alle 20.30 sotto la loggia del Museo della Battaglia di Ceneda “Fuoridisera 2005”, approfondimenti sul tema della Grande Guerra. Tema: “Gli armamenti italiani per la nuova guerra: davvero moderni?”. Relatore: Giovanni Salvador. Dopo la conferenza, sarà possibile visitare gratuitamente il museo. Farmacia di turno: Comunale San Giacomo, telefono 0438-500351. La sede del liceo classico e degli uffici del “Flaminio” “HO FATTO DA DIRETTORE D’ORCHESTRA, PER FARE DEL FLAMINIO UNA FAMIGLIA” L ei è stato preside per ventuno anni. Quali cambiamenti hanno subito scuola e studenti in questo periodo di tempo? «Ho cercato di gestire la fase di grande transizione, che ha fatto passare dalla scuola degli anni SessantaSettanta alla “scuola dell’autonomia” di oggi, dove non è più importante organizzare un orario delle lezioni quanto raggiungere dei risultati, produrre conoscenza grazie all’apporto di tutti, dai docenti ai genitori. Fare il preside in questa fase è stato come essere un direttore d’orchestra: fare sì che tutti facciano la loro parte, mettere in rapporto armonioso tutte le componenti. Un ruolo di servizio insomma». Sotto la sua presidenza il liceo Flaminio si è unito all’itis per creare un unico polo di istruzione superiore. Ci sono state difficoltà? «Il fatto di avere l’itis oltre al liceo ha rappresentato una sfida. La presenza dell’itis accanto al liceo ha portato una ventata di pragmatismo, mentre il liceo ha dato Luigi Floriani all’itis la possibilità di trovare un senso a ciò che si fa». Come caratterizzerebbe l’“era Floriani” del Flaminio? «Ho cercato di rendere l’istituto aperto al territorio non solo a livello locale, ma anche verso l’Italia e l’estero: ho incoraggiato i viaggi d’istruzione, gli scambi culturali, i progetti Socrates/Comenius. Abbiamo cercato di far sì che la scuola imparasse dal territorio. E un esempio ne sono stati i festeggiamenti del centenario, in cui ancora una volta si è manifestato il legame tra istituto e territorio, con particolare riferimento agli ex allievi». C’è qualche cosa del suo operato di cui è particolarmente orgo- glioso? «Ho cercato di trasformare i rapporti nell’istituto in quelli di una comunità, di una famiglia dove ognuno collabora in un clima di fiducia. E alla fine del mio servizio ho sentito di dover esprimere gratitudine a tutte le componenti scolastiche per aver realizzato, almeno in parte, questo traguardo». Guardando al futuro, quali crede saranno le sfide che un istituto come il Flaminio dovrà affrontare? «Utilizzare nel migliore dei modi le risorse che l’autonomia concede per fare sì che la scuola diventi un luogo dove gli studenti possano compiere tutto il lavoro, senza avere “appendici” a casa, e vivere anche la loro vita personale e culturale attraverso esperienze come lo sport, il teatro… E naturalmente nuove sfide sono imminenti con la riforma della scuola superiore: se ho considerato concluso il mio compito proprio ora, è stato anche per permettere ad altri di fare il mio lavoro, magari anche meglio di me». (AS) e L’AZiON Vittorio Veneto Domenica 18 settembre 2005 25 IL SALUTO DI DON GIACOMO FERRIGHETTO CONCERTO SOLIDALE IL 17 SALSA “Fraternità, comprensione, carità Piccolo Rifugio, i grandi valori di Sant’Andrea” via ai lavori È D L’addio a Vincenzo Ruzza, l’autore della prima guida turistica di Vittorio on Giacomo Ferrighetto saluterà la parrocchia di Sant’Andrea domenica 18 settembre nella messa delle 11. La cerimonia sarà animata da tutti i gruppi della parrocchia. Subito dopo la messa ci sarà un rinfresco in oratorio. «Don Giacomo – spiega il vicepresidente del consiglio pastorale Elio Dei Tos – sarà ricordato per l’impegno nelle attività pastorali, ma anche per aver seguito da un punto di vista tecnico i lavori di ristrutturazione e restauro dell’antica pieve, della scuola materna e della chiesetta di San Giuseppe in Campis. È stato anche di esempio durante la grave malattia che lo ha colpito, seguendo sempre da vicino e con coraggio la vita della parrocchia, dimostrando una fede profonda». Don Ferrighetto lascia Sant’Andrea, ma continuerà a reggere la piccola parrocchia di San Lorenzo in Montagna. Al suo posto a Sant’Andrea arriva don Roberto Camilotti, che lascia Formeniga, dove è sostituito da don Teonisto Ceschin. Don Giacomo dopo quattro anni a Sant’Andrea è costretto a lasciare. Come si sente? «Mi dispiace molto. Ero partito con tante speranze. Avevo appena iniziato a seguire le attività e ad impostare un lavoro pastorale organico quando la malattia mi ha costretto a lasciare la parrocchia. Mantengo co- munque la certezza che le mie speranze saranno realizzate dal nuovo parroco e dall’impegno di tutta la comunità. Il Signore ha i suoi disegni che noi dobbiamo accettare». Cosa ha trovato a Sant’Andrea? «Anche se a Sant’Andrea le attività non sono numerosissime, devo dire che ho trovato molta fraternità, carità e comprensione. Spero che questi valori trovino la maniera di svilupparsi ancora». Cosa si porterà dell’esperienza di Sant’Andrea a San Lorenzo? «Mi porterò tutta la comunità con i valori che ho trovato. La abbinerò alla comunità di San Lorenzo in maniera più profonda rispetto a quanto avveniva prima. Non sarà solo un collegamento di attività ma un’unione di fede». Francesca Gallo IL 18 ENTRA A S. GIACOMO CORSO Cappella ringrazia don Giulio di cuore Come diventare nonno vigile E rano più di 500 i parrocchiani di Cappella Maggiore che hanno preso parte domenica 11 alla cerimonia di saluto a don Giulio Fabris, che domenica 18 con l’ingresso nella messa delle 10.30 assumerà la titolarità della parrocchia di San Giacomo di Veglia. Dopo 18 anni, quindi, don Giulio lascia Cappella Maggiore. La commozione per la partenza di don Giulio ha aleggiato nel corso di tutta la messa di saluto, durante la quale il parroco ha espresso il suo ringraziamento a tutta la comunità per la collaborazione. A prendere la parola per ringraziare don Giulio per quanto in questi 18 anni ha profuso per il paese sono stati diversi. Da parte del consiglio pastorale si è sottolineato come don Giulio abbia avuto in tutti questi anni un ruolo prezioso nel ridare alle strutture della parrocchia una loro più consona funzionalità, ad iniziare dalla scuola materna, e nel creare nuovi servizi come l’asi- N lo nido integrato. Anche un rappresentante dei cori ha preso la parola e con la voce interrotta più volte dalla commozione ha voluto ringraziare il parroco per la grande attenzione riservata alla musica a nome di tutti i cantori del coro degli adulti, di quello dei ragazzi e dei piccoli. Da più parti si è sottolineato anche come l’azione di don Giulio sia stata incisiva nello stimolare organi di partecipazione alla vita pastorale, dal consiglio pastorale alle varie commissioni parrocchiali, e nel creare spazi “a misura di giovani”. Un ringraziamento è giunto anche dal sindaco del paese, Gianpiero Possamai, che a nome della comunità tutta ha donato a don Giulio una targa ricordo e un’immagine sacra. Rossella Pagotto onni e nonne vigili sui banchi di scuola con il nuovo corso organizzato dall’assessorato alla Pubblica istruzione. Un’occasione per diffondere la cultura della partecipazione attiva e responsabile alla vita della città, valorizzando le risorse delle persone i “meno giovani”. Il corso partirà il 20 settembre e si terrà dalle 16.30 alle 18.30 nella sala rappresentanza del municipio. Alla prima lezione, focalizzata sul ruolo del nonno vigile nelle attività di primo soccorso, interverrà Sergio Conte, esperto in sicurezza. Il 28 settembre la psicologa Luciana Della Giustina parlerà del rapporto con i minori e i genitori, mentre il 4 ottobre si parlerà di viabilità ed educazione stradale con Angela Zoppè, comandante della Polizia locale. I nonni vigili riceveranno, oltre al consueto rimborso spese, un abbonamento gratuito all’autobus urbano oppure uno sconto di pari valore sulla quota di partecipazione ai soggiorni climatici organizzati dal Comune. Informazioni: Ufficio pubblica istruzione 0438569204. (AD) ormai vuota la casa femminile del Piccolo Rifugio. Nel corso di questa settimana le ospiti – con mobili, strutture, effetti personali e, naturalmente, educatrici e operatrici sanitarie – si sono trasferite nella sede del Cesana Malanotti in piazza Meschio, che sarà la loro casa provvisoria per circa un anno. Il loro trasloco è necessario: partono infatti a giorni i radicali lavori di ristrutturazione e rinnovamento. E prendono il via proprio dalla casa femminile, ossia lo stabile che affaccia su via Brandolini. Verrà trasformato in modo da poter ospitare al suo interno un nucleo per dieci ospiti – di funzione analoga all’impostazione attuale – ma anche un appartamento per disabili che imparano a gestirsi in autonomia nella quotidianità. «La cerimonia ufficiale di inaugurazione dei lavori sarà verso metà ot- tobre» spiega il direttore del Rifugio Dino Mulotto. Al termine di questa prima fase dei lavori le donne ospiti potranno fare ritorno alle loro camere; a quel punto toccherà agli uomini traslocare, in vista della seconda fase dei lavori, quella al corpo principale del Rifugio, che affaccia su viale della Vittoria. Sarà la più lunga, la più radicale, la più impegnativa, la più costosa. Nel frattempo prosegue anche la raccolta fondi del Rifugio. Il prossimo appuntamento è fissato per sabato 17: alle 20.30 nel salone del patronato della Cattedrale si terrà il “Concerto per il Piccolo Rifugio” della prestigiosa Corale San Salvatore di Susegana diretta dal maestro Gianni Bortoli. Il concerto è organizzato dalla Fondazione Piccolo Rifugio in collaborazione con l’associazione Lucia Schiavinato. Tommaso Bisagno DOMENICA 18 PELLEGRINAGGIO A SANT’AUGUSTA S i svolge domenica 18 il pellegrinaggio foraniale al santuario di Sant’Augusta, che come da secolare tradizione si svolge la terza domenica di settembre. Si parte alle 16 dalla base della gradinata monumentale; le stazioni di sosta per la preghiera sono al portico “della Madonnetta” e alle chiesette di San Giovanni Battista, San Sebastiano, San Paolo, San Lorenzo, San Pietro e Sant’Elena. Al termine verrà celebrata l’eucaristia a Sant’Augusta. I canti eseguiti lungo il percorso saranno accompagnati da un quartetto di ottoni. Sarà anche possibile ottenere l’indulgenza plenaria. IL SALUTO DELLA PARROCCHIA Pranzo in monastero con don Gabriele I l saluto a don Gabriele Secco che ha lasciato, dopo dieci anni, la parrocchia di San Giacomo per assumere l’incarico di parroco di Lentiai, è stato dato domenica scorsa. Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato oltre ai parrocchiani molte altre persone della città perché don Gabriele animava anche il gruppo Caritas della forania e dirigeva, con un forte gruppo di volontari, il Centro di ascolto foraniale. Tante sono state le espressioni di affetto e di Vincenzo Ruzza S i sono celebrati martedì pomeriggio a Salsa i funerali di Vincenzo Ruzza, morto domenica mattina a 84 anni. Per lunghi anni vicesegretario comunale a Vittorio, Ruzza era conosciuto per aver fondato e nei primi anni di vita presieduto il Circolo vittoriese di ricerche storiche, e poi soprattutto per i molti libri e interventi da lui pubblicati. Si ricorda in particolare la “Guida di Vittorio Veneto e dintorni”, la prima opera del suo genere, pubblicata nel 1970, e che fu poi rinnovata e ampliata nel 1981 e nel 2000, ma anche il “Saggio di bibliografia del Vittoriese”, il “Dizionario biografico vittoriese e della Sinistra Piave”, e anche “Il Risorgimento a Vittorio Veneto e in Sinistra Piave”. Nel 1944, mentre ricopriva il ruolo di segretario comunale a Revine, fu sospettato di aver favorito i partigiani: fu allora bloccato e portato al castello di Conegliano. Solo il personale e accorato intervento del vescovo Zaffonato poté ottenere la sua successiva liberazione. (TB) riconoscenza durante la celebrazione in un clima di intensa commozione. Dopo l’eucaristia i partecipanti si sono ritrovati in monastero dove le monache hanno preparato un ricco pranzo comunitario. Don Gabriele farà il suo ingresso nella nuova parrocchia il 25 settembre. Un momento del pranzo comunitario in onore di don Gabriele nei locali del monastero di San Giacomo 26 Due fortunate trasmissioni musicali controcorrente I giovani di Colle per Radio Palazzo Carli C’ è musica nell’aria a Colle Umberto. Una recente indagine statistica vede concentrati in questo lembo della Marca trevigiana giovani talentuosi nel cui sangue scorrono note. Novelli deejay alla ricerca della musica rock perduta o impavidi talent scout di gruppi punk locali. Sono i giovani di Colle Umberto che rimpinguano le fila di due note trasmissioni musicali in onda sull’emittente diocesana Radio Palazzo Carli: Jacksound e Rockalt. E noi non potevamo non incontrarli! State a sentire. Angela Deganis I MAGNIFICI CINQUE VENTENNI DI JACKSOUND L argo ai giovani con Jacksound, la scintillante trasmissione in diretta ogni mercoledì dalle 20 alle 21 su Radio Palazzo Carli. Cinque ventenni che, sulle orme dei loro fratelli maggiori di Rockalt, anche se a loro non piace essere etichettati con questo metaforico (per qualcuno dei conduttori) o reale (per altri) grado di parentela, intrattengono il loro pubblico con «la musica che in genere non viene trasmessa nelle altre stazioni radio: dal rock in tutte le salse, allo ska, al punk. Con tanto di spazio dedicato ai gruppi locali emergenti» spiega Paolo Bottecchia, che assieme a Mirko e Denis Stoppan, Daniele Armellin e Marco Bortolotto (tutti di Colle Umberto tranne Marco che è di Ogliano) costituisce la squadra di Jacksound, con il supporto esterno degli altri due collumbertesi Giovanni Bozzoli e Alessandro Lavina, occasionalmente guest stars in trasmissione. «L’idea è nata circa due anni fa e solo in seguito siamo passati dalla fase sperimentale ai fatti – prosegue Paolo –. Nel corso delle puntate affrontiamo tematiche diverse di volta in volta e segnaliamo i concerti a cui abbiamo assistito e che consideriamo degni di nota». Perché Jacksound? «Jack è il nome della sala dove da anni ci ritroviamo. Il nostro gruppo è innanzitutto costituito da amici. All’inizio al progetto aderivano anche altri ragazzi, che sono stati costretti a lasciare la trasmissione per motivi di studio o lavoro. Al di là del tempo investito, non è così semplice la- vorare in radio, soprattutto parlare al microfono sapendo che qualcuno ti ascolta». Insomma, una tra- smissione fresca e in divenire che sta trovando una sua forma e un suo spazio nell’etere. (AD) COLLE UMBERTO / DIECI GRUPPI IN CERCA DI SUCCESSO SUL PALCO DI “IPOGEI” R ock in tutte le salse, pop metal e crossover. È il menù di Ipogei 7.0, la maratona per gruppi emergenti giunta alla sua VI edizione, organizzata dall’associazione Giovani di Colle Umberto in collaborazione con Pro loco e Comune di Colle Umberto. L’appuntamento è sabato 17 settembre all’area IV Novembre, a Colle Umberto, nell’ambito della sagra paesana. Un turn over impegnativo che dalle 15.30 proseguirà fino all’una di notte, intervallato alle 19.30 e concluso all’una dal dj set di Jacksound, il gruppo radiofonico di Radio Palazzo Carli (vedi articolo sopra). A precedere la maratona l’inaugurazione alle 15 della sala prove, situata sotto il municipio, allestita un anno e mezzo fa. Ad esibirsi, in singolar tenzone, i gruppi locali Blast, D.R.A.M.A., Principio Attivo, Velenia, Capitan Guepiere, Pericolo Acustico, Borderline, Catarsi, Tiberiade e Glen or Glenda. Due i concorsi in ballo: il “gruppo fans più numeroso” e il concorso “dai un nome alla sala prove”. A quest’ultimo è possibile partecipare anche via mail inviando le proprie proposte all’indirizzo [email protected]. Allettanti i premi in palio. L’ingresso a Ipogei 7.0 è libero.(AD) L’ADDIO A IVAN FIOROT: “UN ESEMPIO DA IMITARE” S i è spento lo scorso 8 settembre, tre giorni prima del suo quarantaduesimo compleanno. A stroncare la giovane vita di Ivan Fiorot è stato, con tutta probabilità, un infarto che lo ha colto nella sua casa, al mattino presto quando, come infinite altre volte si apprestava a dare inizio alla sua giornata di marito, di padre, di imprenditore edile. La sua morte improvvisa quanto inaspettata ha gettato nel dolore la moglie Luciana, il figlio Juri, la mamma Antonietta, la sorella Ivana e tutti i famigliari. La numerosissima partecipazione ai funerali è stata una conferma della stima e dell’affetto delle comunità in cui è vissuto e ha operato. La sua dedizione al lavoro e alla famiglia non gli ha impedito di mettere a disposizione energie e tempo al vo- lontariato. Membro, fin dalla fondazione, del Nucleo di Protezione civile di Colle Umberto, da alcuni mesi ne aveva assunto l’incarico di presidente. Nel giugno scorso aveva coordinato, a San Martino, il proprio gruppo nel prestare servizio in occasione dell’incontro di preghiera foraniale dei bambini del catechismo e delle loro famiglie. Recentemente aveva preso parte, insieme agli altri volontari, all’emergenza maltempo di Treviso. Ai funerali, svoltisi il 10 settembre, presieduti dal parroco don Angelo Granziera e concelebrati dal parroco di San Fior, don Francesco Veronese, sono intervenute diverse autorità, molti volontari della Protezione civile, provenienti anche da altri comuni, e una rappresentanza dei Vigili del fuo- co. Don Angelo ha ricordato i valori portanti di attaccamento alla famiIvan Fiorot glia e di impegno nei confronti di chi è nel bisogno che hanno fatto della vita di Ivan un esempio da testimoniare e da imitare. Gerda De Nardi VERSO IL PIANO PASTORALE FORANIALE I e L’AZiON Vittoriese Domenica 18 settembre 2005 n questo inizio di anno pastorale, la forania Pedemontana si appresta ad approfondire il piano diocesano. Il consiglio pastorale foraniale ha predisposto alcune serate di riflessione, che fanno seguito alla consegna del piano domenica 18 in cattedrale e alla sua presentazione lunedì 19 in seminario (vedi articoli nelle pagine di Chiesa). A Santo Stefano di Pinidello si terrà martedì 20 alle 20.30 un incontro nel quale verranno presentate delle indicazioni comuni per formare il piano a livello foraniale. Nella stessa sera avrà luogo il lavoro di gruppo. Martedì 27, alle 20.30 a Pinidello, è fissato l’incontro del consiglio pastorale foraniale allargato per l’illustrazione e l’approvazione delle proposte elaborate dalle commissioni. Lunedì 3 ottobre infine, alle 20.30 a Pinidello, interverrà don Fabio Dal Cin, delegato vescovile per le vocazioni. (GDN) ROCKALT, I VETERANI DELLA MUSICA ALTERNATIVA E ccola l’eclettica squadra che anima le fila di Rockalt, la trasmissione del centro giovani di Colle Umberto che dal 21 settembre ritorna al suo tradizionale appuntamento: in onda ogni mercoledì dalle 21 alle 23 su Radio Palazzo Carli. I protagonisti di Rockalt sono Matteo Ghirardi, Luca Zanette, Ivo Armellin e Michele Peruch, quattro giovani sui 30 anni. Tutti di Colle Umberto – anche se Ivo dopo il matrimonio si è trasferito a Godega – con una grande passione che li accomuna. La buona musica; anzi, il buon rock. «Rockalt è nata nell’agosto del 2001 dall’idea di quattro amici, ex musicisti dello stesso gruppo, di trasmettere la musica rock emergente – spiega Matteo Ghirardi –. E da lì è iniziata la nostra avventura. Il pubblico ci segue ed interviene nel corso delle nostre trasmissioni, via telefono, via mail o tramite sms, soprattutto quando mettiamo in palio biglietti per i concerti organizzati al Deposito Giordani di Por- denone. Oltre a proporre cd di etichette indipendenti e artisti emergenti del rock e a gestire lo spazio dedicato all’informazione, con notizie sulle date dei concerti, di autori noti o meno noti, proponiamo varie rubriche: dall’approfondimento di un argomento scelto sulle pagine dei quotidiani, alla lettura di poesie, libri e riviste fino alla rubrica sulla storia del rock. Lo spazio più caratteristico è quello dedicato agli ospiti, gruppi italiani che pubblicizzano la loro musica e intervengono in trasmissione suonando i loro pezzi in diretta». Nella vita, che fate? «Luca ed io lavoriamo in un ufficio, Michele fa il magazziniere, mentre Ivo progetta impianti elettrici». Da dove viene il nome? «Sta per rock alternativo, ma anche per rock cult, ossia di culto, per assonanza con la pronuncia inglese». Altre passioni? «Oltre alla musica rock, ci accomunano le escursioni in montagna e una grande amicizia». Tutti sintonizzati su Rockalt, allora! (AD) Al via il 21 settembre il quinto anno di trasmissioni CANSIGLIO: partigiani e autorità per ricordare la Liberazione D omenica scorsa, 11 settembre, l’“incontro sul Cansiglio” per commemorare il 60º anniversario della Liberazione. La manifestazione promossa dalle Associazioni Partigiane di Belluno, Pordenone e Treviso ha visto una folta partecipazione, complice anche un’insperata mattinata di bel sole. Il lungo corteo ha raggiunto il rinnovato monumento a ricordo dei 490 caduti della Divisione “Nino Nannetti”, dove sono intervenuti, fra gli altri, il presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon, per l’orazione ufficiale, e Giancarlo Scottà, sindaco di Vittorio Veneto. Il professor Scottà ha sottolineato “l’inumanità del terrorismo” e richiamato con forza che “gli antichi rancori vengano finalmente ricomposti nel no- Mons. Rino Bechevolo, che ha celebrato la messa me della pietà di tutti i caduti”. Anche nella messa al campo, che ha preceduto la cerimonia civile, il celebrante monsignor Rino Bechevolo si è più volte soffermato sulla doverosa necessità del perdono. «Siamo qui – ha detto il monsignore – per esaltare l’amore, con l’odio e la discordia si distrugge ogni cosa». Mario Sanson e L’AZiON Vallata / Bellunese INAUGURAZIONE SABATO 17 Casa della dottrina, restauro terminato È un uomo fortunato don Venanzio Buosi. Nel giro di pochi anni ha visto degnamente restaurate le più rilevanti testimonianze della vita religiosa della sua parrocchia: la chiesa, la canonica, e la Casa della dottrina. Il restauro di quest’ultima è terminato proprio in questi giorni e sabato 17 alle 11 don Venanzio e il sindaco Cristina Pin taglie- ranno il nastro che segna la restituzione dell’edificio ai cisonesi. Non a caso il parroco e il sindaco saranno uno fianco all’altro. Parrocchia e Comune hanno infatti siglato una convenzione d’uso ventennale con cui la prima ha concesso al secondo l’uso dell’edificio come punto informativo turistico-culturale della Vallata. Nel contempo la parrocchia potrà continuare a utilizzarlo per le proprie attività. Lo spazio interno è così organizzato: al piano terra c’è un ufficio turistico – con bancone per reception ed espositori – e tre stanze per riunioni dotate di pannelli per esposizioni permanenti di foto di beni artistici e paesaggistici della Vallata. Al piano superiore c’è un bel salone di 80 posti a sedere con tra- vature (originali) e tavelle a vista. L’accesso al salone è consentito anche ai disabili e agli anziani grazie ad un ascensore. Il progetto del restauro è stato curato dall’architetto cisonese Carlo Da Mar: alla sua firma si deve anche un altro recente intervento nel centro di Cison: il recupero del palazzo municipale. All’inaugurazione saranno presenti il vescovo Giuseppe e l’assessore regionale ai Lavori pubblici Massimo Giorgetti. Gran parte della spesa (per la precisione il 70 per cento) è stata infatti finanziata con un contributo di 644 mila euro dell’Unione europea, contributo ottenuto mediante la Regione. Il resto della cifra, intorno ai 200 mila euro, è a carico della parrocchia. (FC) Dal 1600 l’edificio è a servizio della parrocchia R isale a fine Quattrocento l’edificio che ospita la Casa della dottrina. Nel Seicento venne donato dalla famiglia Fabris alla parrocchia. Nel catasto napoleonico è registrato con una pianta ad “elle”. Fu nel 1936, a seguito di un terremoto, che venne demolita una parte dell’edificio. Una lapide, oggi conservata in canonica, ricorda il restauro operato da monsignor Angelo Mior. La casa non ospitava solo lezioni di catechismo. I più anziani non hanno infatti dimenticato la signorina Monica Buffon che, dopo il vespro, intratteneva i bambini con il teatrino delle marionette. Davvero altri tempi! FOLLINA / CIMITERO DI GUERRA Non verranno esumati tutti i cadaveri! “L ’Azione cominciò a scrivere del grande cimitero austroungarico di Follina già dal gennaio 2003, seguendo poi il travagliato caso nel corso di questi ultimi anni con diversi altri articoli. Lo abbiamo fatto, sollecitati da lettori anche non italiani. Il cimitero degli ex nemici accolse quasi 900 caduti, poi trasferiti altrove e con lavori a- leatori al sopravvenire dell’8 settembre 1943, infine dismesso, ma… sotto c’erano ancora altri morti! Oggi possiamo finalmente scrivere che sono finite tutte le esumazioni supplementari, almeno nell’area a ridosso del cimitero civile, la quale sarà destinata all’inderogabile ampliamento del medesimo. Sono stati raccolti, dallo scorso set- tembre e con la decisiva opera di scavo del gruppo Alpini di Follina, un’ottantina di scheletri completi e in buone condizioni, più diverse altre ossa umane da due fosse comuni e per questo non riconducibili ad un esatto numero di corpi sepolti. Resterebbe da esplorare l’area ad est, dov’era cresciuto un boschetto di abeti, ma sentito anche l’“Onorcaduti” austriaco e ungherese (disposti a pagare una buona fetta delle spese, che dovrebbero ammontare a 100150 mila euro, non conteggiando la mano d’opera del tutto volontaria), si è concordato di lasciare in “pace” gli eventuali altri morti, che riposerebbero così sotto ad un già progettato “parco della rimembranza”, sormontato da un piccolo ossario, in cui collocare gli esumati, oggi provvisoriamente messi in alcuni loculi dei cimiteri di Follina e Farrò. Mario Sanson Domenica 18 settembre 2005 TREDICI GIOVANI DIOCESANI Una settimana a piedi tra le Dolomiti S carponi ai piedi, calzettoni, scorte di biscotti, cioccolata, acqua, cerotti e via... comincia la Zoppada, un’avventura che ha visto 13 baldi giovani (5 donzelle e 8 impavidi cavalieri) di Revine, Lago, Mareno, San Martino di Colle “scarpinare” sette giorni (3-10 agosto) per le Dolomiti con i loro zaini stracolmi di sogni, colori e risate sulle spalle. Siamo partiti mercoledì 3 agosto da Vittorio Veneto e fra treno, autobus e navetta abbiamo raggiunto le sorgenti del Piave: da qui è iniziata la nostra “impresa”. Queste le tappe: rifugio Calvi (dove il mitico gestore Giulio Galler ci ha raccontato il suo storico incontro con Giovanni Paolo II), Passo del Mulo, laghi d’Olbe, passo Siera, rifugio De Gasperi, Valle di Cadore, rifugio Costapiana, chiesetta di San Dionisio, rifugio Antelao (dove don Giovanni Dan ha celebrato per noi una n un tempo in cui i simboli della fede popolare cristiana sono sempre più lasciati soli nella lotta contro l’usura del tempo, ci fa proprio piacere pubblicare queste due notizie che vengono da Tarzo. Si riferiscono a due capitelli, uno restaurato e l’altro nuovo, inaugurati lo scorso mese di maggio. Il primo si trova in Contrada alta (via Marconi) presso la casa di Leonardo Pradal: vi è raffigurata la Madonna in trono con bambino, opera del pittore Gabriele Cattarin. Il dipinto ha sostituito un’antica immagine ormai scomparsa. Per l’occasione è stata pure restaurata l’edicola, di stile gotico, che racchiude il dipinto. È merito del signor Pradal se gli abitanti della Contrada alta hanno di nuovo un’immagine sacra cui rivolgere lo sguardo, le preghiere, un saluto. Il secondo capitello, nuovo di zecca, è stato realizzato nel giardino delle Suore Ancelle Missionarie del Santissimo Sacramento in via dei Pascoli. A sinistra: il capitello restaurato di Contrada alta Progettato dalSopra: il nuovo capitello nel giardino delle Ancelle Missionarie l’ingegnere Alberto Baldassar e realizzato dall’impresa di ad esso si ritrovano in preFranco De Coppi, il capi- ghiera, specie nel mese di tello è dedicato alla Ma- maggio, le suore ospitate donna di Lourdes. Intorno nella casa-famiglia. messa in mezzo alla natura), Zoppè, rifugio Venezia, Passo del Gatto, cima del Pelmo. È stata un’esperienza davvero indimenticabile, perché aiutandoci e sostenendoci a vicenda siamo cresciuti giorno per giorno insieme, superando le difficoltà e imparando il valore della condivisione. (ADR) Raccolti dopo la messa, con alle spalle il rifugio Antelao e le Marmarole REVINE: MOSTRA DI FOTO SULLA SCUOLA DEL PRIMO ’900 M ercoledì 21 settembre alle 19.30 nella sala espositiva della Banca Prealpi a Revine si tiene la cerimonia di inaugurazione della mostra fotografica “Revine tra i banchi nel primo ’900”. La mostra è promossa dall’assessorato alla cultura del Comune e dalla biblioteca. NAVE DI MEL: FESTA DELLA SMONTICAZIONE S abato 17 e domenica 18 settembre seconda festa della smonticazione a Nave di Mel. Nel pomeriggio di sabato arriva la mandria mentre alle 20 cena con spiedo; a seguire musica Country con il dj Eros. Domenica 18 saranno all’opera pittori, scultori e contadini; nel pomeriggio mostra di attrezzi di tradizioni perse e alle 17.30 musica con il gruppo Country. Organizzano bruschetteria El Mighelon, Grs Nave e Pro loco Zumellese. IL PREMIO COERENZA A RENATO ZAMBON DUE NUOVI CAPITELLI A TARZO I 27 È stato assegnato allo scultore Renato Zambon il premio Coerenza 2005 che l’Associazione Radiantistica Trevigiana, Gruppo Radio Italia Alfa Tango di Santa Lucia di Piave ogni anno consegna, nell’ambito della Festa della radio in montagna, a persone o enti per il loro impegno a favore di iniziative umanitarie, ricreative e di volontariato. L’artista, originario di Rai di San Polo di Piave dove per molti anni fu parroco don Luigi Chiarel, ha voluto donare una delle sue opere, un crocifisso scolpito nel legno, alla chiesetta della Madonna della Neve di Revine Lago in cui ogni anno si tiene la ricorrenza dedicata ai radioamatori. (GDN) 28 IMMIGRAZIONE / L’IMPEGNO DI MORO «Sempre più integrazione» D alle nostre parti non capita di frequente sentire da un sindaco una esplicita dichiarazione a favore dell’accoglienza degli immigrati. Ragioni elettorali inducono a posizioni opposte (ricordate il gentiliniano proclama “rimandiamoli a casa sui vagoni piombati”?), tutt’al più a un diplomatico silenzio. Per questo va registrato l’intervento del primo cittadino di Pieve di Soligo, Giustino Moro, che in occasione della conclusione del corso di lingua e cultura italiana per immigrate, tenutosi nel suo Comune, si è detto fiero di questa iniziativa e si è impegnato a continuare su questa strada. Appoggiato su questa linea dal consigliere regionale Marco Zabotti, presente alla serata. Al corso, promosso u- nitamente dal Comune e dalla Caritas foraniale del Quartier del Piave, hanno preso parte venti donne bengalesi. Come Zakia, che in questo corso non ha imparato solo i verbi e la grammatica ma anche «a parlare con il dottore, a cercare lavoro, a fare i documenti», o come Roksana che da quando ha imparato l’italiano può rispondere al telefono, fare la spesa e accompagnare nel lavoro il marito vendi- FARRA: Il paesaggio in 90 foto CARENI: Con “Herbie” ritorna il cinema N ovanta scatti dedicati al territorio tra Farra e Pieve di Soligo sono i protagonisti della mostra fotografica “Identificazione di un paesaggio” presso l’ex sede anziani del municipio di Farra fino al 18 settembre (orari: venerdì 20-21.30, sabato 18.3021.30, domenica 11-12.30 e 16.30-20). La mostra si tiene nell’ambito della festa dell’uva e della sopressa. tore ambulante. Eh sì perché queste donne - solitamente molto molto giovani - vorrebbero uscire di più di casa ed essere autonome, ma come fare se non sanno dove si acquista un biglietto dell’autobus, non riescono a leggere l’orario delle corriere («cosa vuol dire feriale e festivo?» ha chiesto Rosy), non conoscono il nome delle malattie, sono costrette a muoversi solo col marito perché loro non Alcune donne bengalesi partecipanti al progetto “Un ponte per le Donne” V enerdì 16 settembre riprendono le proiezioni di film al Cinema Careni di Pieve di Soligo. Il primo film in cartellone è “Herbie - Il supermaggiolino” (orari: venerdì 16 alle 21, sabato 17 alle 15, 18 e 21, domenica 18 alle 15, 18 e 20.30). Il costo del biglietto è di 5 euro (ridotto 4 euro). Organizza l’associazione culturale Careni. e L’AZiON Quartier del Piave Domenica 18 settembre 2005 hanno la macchina? «Oggi, nella realtà delle migrazioni, le donne sono l’anello più fragile e in ombra - sottolinea l’assessore ai ser vizi sociali di Pieve Silvia Mazzocco -. Partecipano poco alla vita sociale non per loro volontà ma perché non sanno come muoversi». «Ultimamente l’80 per cento degli arrivi nel Quartier del Piave è costituito da donne - aggiunge Angelo Cremasco (il “signor” Angelo per tutti gli immigrati) del Centro d’ascolto foraniale -. Questo è positivo perché stabilizza le famiglie, ma impone l’adozione di politiche per il loro inserimento. Ne stiamo ragionando anche a livello di piano di zona dell’Ulss 7». Non è un caso se al corso hanno preso parte solo donne bengalesi: nel triangolo Pieve-Farra-Sernaglia vive il 46 per cento dei bengalesi residenti in provincia di Treviso. A Pieve hanno dato vita a un’associazione di coordinamento che mantiene buoni rapporti con l’amministrazione, tanto che all’ultima edizione di Pieve di Sera l’associazione era presente con un proprio stand di magnifiche opere di cucito. Federico Citron Corsi di musica e danza africane orsi di djembè, il tipico tamburo africano, e di danza afro da mercoledì 21 a Barbisano (dalle 20 alle 21 presso le ex scuole elementari). Organizza l’associazione Africa Chiossan. Per informazioni: Monica Marchesin 0434.759082 338.3130052. C VENERDÌ 16 ALLE 20 Il saluto a don Mario veterano del Collegio D opo il suono della campanella d’inizio anno di lunedì 12 settembre uno dei primi appuntamenti a cui sono chiamati alunni, insegnanti, genitori del Collegio Balbi Valier è la messa che viene celebrata venerdì 16 settembre alle 20 nel Duomo di Pieve di Soligo ad apertura del nuovo anno scolastico 2005/06. Questa celebrazione ha una doppia valenza in quanto vuole essere anche un saluto a don Mario Borga che lascia il Collegio dopo 43 anni si prezioso servizio, per guidare assieme a don Mario Dall’Arche le parrocchie di Cappella Sarmede - Anzano. La partenza di don Mario Borga segue, a distanza di un anno, quella di un altro “veterano” del Collegio, mons. Mario De Luca insieme per oltre quarant’anni alla testa del prestigioso Istituto. Si sentirà sicuramente molto la mancanza si don Mario in quanto egli ha PIERO BIANCO DI SOLIGHETTO Un orticultore d’altri tempi C’ è ancora chi, nel giardino di casa, ama ritagliare un angolino di terra da trasformare in orto. Pochi, per la verità. Prevalgono anche da noi il prato erboso da radere in fretta - i fiori spontanei vengono decapitati prima di sbocciare -, le composizioni floreali proposte dalle ditte specializzate, le geometrie artificiali che ripetono stili identici, le imponenti siepi di lauro a separare visivamente le proprietà. Scomparsi o quasi i luoghi del possibile; quei cortili cioè nei quali da un cespuglio scomposto può comparire una famigliola di merli, dal manto verde l’anemone e il radicchio, da una spolverata di sassolini steli di camomilla. Scomparsi o in via di estinzione quei luoghi di natura addomesticata sì, ma racchiudente ancora i caratteri della propria origine e proprio per questo rassicurante; quella natura che, ripetendo la fisionomia dei padroni di casa, si poneva come intermezzo tra l’arte divina della creazione e l’umana ars topiaria, sua erede cadetta. Sopravvivono qua e là, dicevamo, ritagli di terra messa a coltura domestica, strappata dalla mano disciplinante del giardiniere standardizzato da un’architettura uguagliante e perciò avara di sorprese. Sopravvivono uomini e donne che un tempo, per necessità più che per ideologia, avevano trasformato i dettami dell’autarchia in preziosissimi orti utili all’economia di guerra, imparandone i segreti e appassionandosene. Sono loro gli orticultori di adesso: curiosi, attenti, gratificati, custodi in qualche modo di una cultura antica. Piero Bianco, di Solighetto, è uno di questi. Appeso al chiodo il grembiule da fornaio, chiusa la porta di un negozio dove ha faticato una vita intera, ecco gli slarghi rilassanti di Piero Bianco un campo attorno alla propria casa su cui disegnare aiuole, porche, solchi, su cui immaginare un ritorno all’infanzia ripulito della povertà che la contraddistingueva e arricchito dall’esperienza, dentro il quale dare sfogo ad abilità apprese dagli avi ma costrette dai tempi troppo esigui lasciati da un lavoro totalizzante. Il risultato del sogno a lungo vagheggiato è un posto straordinario e “pedagogico” - un po’ corte, un po’ giardino - in cui c’è più o meno tutto ciò che un orto di qui deve avere, ma impreziosito da piante e colture di memoria, un tempo familiari e presenti, ora rare o inselvatichite. Ci sono i peschi che una volta sorreggevano la vite, il melo degli irregolari “pon Canadà” che si trovavano nei rovesci assola- svolto all’interno del Collegio tantissime e svariate mansioni, tutte di primaria importanza: insegnante di religione nelle classi della Media e in Ragioneria, tecnico del laboratorio di informatica, maestro di informatica per i bambini delle classi elementari, assistente nel doposcuola per i ragazzi della scuola media, collaboratore degli insegnanti per il sostegno degli alunni in difficoltà nelle varie discipline, Don Mario Borga segretario e, all’occorrenza “provetto” elettricista, idraulico, giardiniere… Eh già! Don Mario ha la meravigliosa dote di saper fare tutto e, per questo, oltre che per la sua affabilità, bontà, allegria tutti al Balbi lo ricorderanno e di lui avranno forte nostalgia. Al ritorno a scuola agli allievi hanno trovato una bella sorpresa: la sostituzione dei balconi e la tinteggiatura della facciata prospiciente il Soligo, grazie al contributo di Ascopiave e Banca Prealpi. ti delle colline, peri di ogni tipo, il melograno, i ciliegi e i fichi dai frutti diversi per forme, colore e gusto, i pruni raccolti nelle piccole fratte di Rolle e qui trapiantati, così come i susini... Tra gli uni e gli altri un’imprevista esplosione di calle; più in là le file ordinate di piantine tradizionali improvvisamente limitate da una varietà inconsueta e magari a lungo cercata; quindi paletti, spaghi, assicelle di sostegno, profumi… I prodotti di questo luogo delle meraviglie, di cui il padrone è gelosissimo e unico “signore”, verranno poi lavorati per l’inverno, essiccati o messi in vaso, comunque protagonisti di un piccolo magazzino alimentare di cui Piero, fra l’altro cuoco sapiente, è a ragione orgoglioso. «Se i ragazzi di oggi si appassionassero all’orto, se cominciassero a lavorare la terra dietro casa, forse ci sarebbero meno morti, forse più felicità» - afferma. Un’illusione? Giriamo la convinzione di Piero ai nostri giovani lettori e la lasciamo alla loro riflessione, sicuri noi, di un’altra età, che in essa cova una parte di verità. Elvira Fantin e L’AZiON Conegliano Domenica 18 settembre 2005 LE PESANTI DENUNCE DEI PENDOLARI Treni a Conegliano: ritardi e sporcizia R itardi, sovraffollamento, sporcizia, poche corse normali. Queste le principali critiche mosse a Trenitalia dai pendolari che salgono in treno a Conegliano per andare a lavorare o a studiare in altre località della provincia, ma anche a Udine, Venezia, Padova e Bologna. E mentre il sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr) - un sistema di treni-navetta che viaggino con tempi ravvicinati (o- gni 12-15 minuti) potendo usufruire di un numero maggiore di stazioni ferroviarie intermedie rispetto alle attuali e di linee di bus coordinate con gli orari dei treni - non è ancora divenuto realtà, la Regione Veneto dal prossimo 19 settembre attiverà un numero verde per raccogliere le segnalazioni degli utenti sulla qualità del servizio. Se avesse un appuntamento importante, si fiderebbe a prendere il PRIMO PROBLEMA: RALLENTAMENTI E GUASTI P roblema numero 1: rallentamenti e guasti sono all’ordine del giorno sulla tratta Udine-Venezia, dovuti - pare - a scarsa manutenzione e alla recente automazione della linea ancora da perfezionare. Giovedì della scorsa settimana, tanto per non andare troppo indietro nel tempo, il treno passeggeri delle 18.17 da Venezia, carico di pendolari, si è fermato per un guasto all’ingresso della SABATO 17 Alle 14 inizia l’intenso fine settimana con la 28° edizione dell’Expo automotociclistico, lungo le vie del centro e di via XX Settembre, occasione per vedere le nuove proposte del mercato dell’automobile e del trasporto pesante e turistico. Spazio anche alla parola stampata con la Mostra mercato della lettura per ragazzi, dalle 15.30 alle 19.30. Alle 21 presso il teatro Toniolo si terrà il primo incontro della stagione culturale 20052006 del Centro Culturale Humanitas dedicata al tema “La libertà”. Interveranno gli scrittori Ario Sciolari e il coneglianese Francesco Vidotto. Stesso orario, ma presso l’auditorium Dina Orsi, si svolgerà Conegliano per l’acqua serata di beneficenza in favore delle popolazioni dell’Angola, con il concerto del Corocastel, e la stazione di Conegliano e ci sono volute due ore perché il traffico tornasse normale: effetto domino sui treni successivi, passeggeri infuriati per non essere stati informati di ciò che stava accadendo. (FN) treno? Abbiamo posto questa domanda ad alcuni pendolari che frequentano la tratta Udine-Venezia, partendo da o arrivando a Conegliano. «Quando ho un appuntamento importante, in genere prendo due treni prima per sicurezza - afferma Federico S., impiegato in una ditta del Pordenonese -. I treni sono quasi sempre in ritardo, di almeno 10 minuti, ma il cartellino, quello no, non fa sconti». Francesca Nicastro SECONDO PROBLEMA: IL SOVRAFFOLLAMENTO P roblema numero 2: l’affollamento. Gli utenti di Trenitalia hanno la “sindrome della sardina”: «Mi capita quasi sempre di stare in piedi e di assistere a veri e propri assalti, come quella volta La stazione di Conegliano presentazione del volume “Un viaggio dall’Altopiano - dall’Eritrea a Lampedusa” di Buzzat e Musumeci. Info: [email protected] Sempre alle 21, in Piazza Cima, Galà dello Sport coneglianese con la partecipazione delle ragazze del Team NordEst, squadra di pallavolo di A/2. DOMENICA 18 Alle 9 in Piazza Cima stand informativo del gruppo Conegliano Sub, che si pone all’attenzione dei cittadini con la scuola di subacquea. Prosegue la 20° edizione della Collettiva d’arte in Campiello degli artisti del Gruppo Vecchio Centro. Nella Gradinata degli Alpini Gradinata in fiore, mostra mercato di piante e fiori, il cui ricavato andrà a sostegno dei progetti dell’associazione “Lotta contro i tumori Renzo e Pio Fiorot”. Prosegue, fino alle 19, l’Expo automobilistico, con il Granprix della autoradio, presso l’autostazione dell’ex area Zanussi, oggi Piazzale Rulo, e la mostra di auto d’epoca. Alle 15 nel Piazzale del Castello Sabati Creativi, laboratori creativi per attività manuali e sonore, con angolo per racconti e fiabe. LUNEDÌ 19 Prosegue fino al 30 settembre il concorso a premi Libernauta - Scrivi la tue righe sulla scia dei libri. Il gioco invita il lettore a scrivere la recensione di uno o più libri fra quelli proposti. Ai vincitori verranno consegnati ricchi buoni omaggio. Info: Progetto Giovani 0438.413252 - [email protected] GIOVEDÌ 22 Alle 14.30 visite guidate “Scopri la tua città”, curate da Astante Servizi Culturali, informazioni presso l’Informagiovani, tel. 0438.413319. a Treviso che non c’era più posto e i pendolari hanno bloccato i convogli (l’episodio avvenne il 29 gennaio 2004, ndr) - dice Sabrina R., studente di architettura - Ma la prima classe è spesso vuota. Ci vorrebbero più vagoni e che fossero più puliti, spesso c’è una puzza insopportabile». «E le dimensioni dei posti a sedere “a misura di nano” dei treni regionali? - sbotta Marco R., impiegato tecnico in una ditta di Mestre -. Io sono alto un metro e 80 e non so dove mettere le gambe quando qualcuno si siede nel posto davanti al mio. È una vergogna aver progettato dei treni nuovi in questo modo». (FN) TERZO PROBLEMA: SEMPRE MENO TRENI P roblema numero 3: il numero delle corse dei treni, troppo pochi rispetto alle esigenze. «Lavoro a Udine e prendo il treno delle 7.11 che ha il capolinea a Sacile. Qui devo scendere e aspettare la coincidenza per Udine delle 7.44 che però parte spesso in ritardo - racconta Francesco D. -. Mi auguro che ripristino presto in quell’orario il treno diretto Venezia-Udine». Anche perché il treno prima, quello delle 7, è un intercity e quello dopo parte alle 7.43. Molti passeggeri lamentano anche i “buchi” tra un treno e l’altro, a volte anche di due ore in tratte sempre molto frequentate. «Se si vuole incentivare il trasporto pubblico, è questo il modo?» polemizza un passeggero che sale in tutta fretta sul treno delle 7.44 e di cui non riusciamo a carpire il nome. In effetti, se si va da Conegliano in direzione Udine, dopo il treno delle 8.17 si deve aspettare fino alle 9.44 e dopo la corsa delle 10.46 c’è solo quella delle 12.43: un “buco” di due ore. Da Conegliano verso Venezia, invece, dopo la corsa delle 9.15 bisogna aspettare fino alle 10.44, escluso però il mese di agosto, quando questo treno viene soppresso. Avari di treni normali, prodighi di costo- a giunta comunale di Conegliano ha approvato il progetto esecutivo relativo a quattro interventi di sistemazione di parcheggi comunali. Le aree interessate dai lavori sono: par- sissimi treni “speciali”? Stando alle proteste dei pendolari coneglianesi organizzati in un comitato pare proprio che le cose stiano così. Nel mirino delle proteste è finito l’eurostar per Roma delle 7 da Udine (a Conegliano alle 7.49) che, a fine 2003, fu oggetto di una lettera di protesta indirizzata a Trenitalia: il “treno degli onorevoli”, come è stato battezzato, è andato infatti a sostituire due treni regionali. E che dire dei treni per Bologna da Mestre? O si riesce a prendere quello delle 8.14 oppure si è costretti a salire sull’eurostar delle 8.44 o sull’intercity delle 9.19 o, ancora, sull’eurostar delle 10.44. Per avere un treno normale bisogna attendere fino alle 11.11! Ma ora, forse, le proteste quotidiane di migliaia di utenti non cadranno più nel vuoto. La Regione Veneto ha istituito il numero verde gratuito 800.042.822 per raccogliere segnalazioni sulla qualità del servizio di trasporto ferroviario regionale erogato da Trenitalia. Il call center sarà attivato dal prossimo 19 settembre nei seguenti orari: dalle 11 alle 15 dal lunedì al venerdì nel periodo dal 19.09.05 al 23.12.05, e dalle 9 alle 16, sempre nei soli giorni feriali, dal 24.12.05 al 18.09.06. Anche due ore tra un treno e un altro QUATTRO INTERVENTI SU PARCHEGGI COMUNALI L 29 cheggio del cimitero di Collalbrigo (sistemazione di un’area di 1.260 mq con la realizzazione di 18 stalli veicolari); parcheggio presso il campo sportivo di Parè (sistemazione di 940 mq per 22 stalli veicolari); parcheggio polifunzionale “Fallai” in località Colnù (sistemazione di 3.300 mq per 83 stalli veicolari); parcheggio della piazza di Scomigo (sistemazione con finiture a porfido e realizzazione di tre stalli veicolari). La spessa complessiva prevista per questi lavori è di 296 mila euro. SCOMIGO: I CUGINI DAL BIANCO Sabato 30 luglio a Scomigo si è tenuto il ritrovo dei cugini Dal Bianco, discendenti di Guerrino Dal Bianco e Carolina Sossai, originari di Conegliano. I centocinquanta parenti, arrivati da tutta Italia, ma anche dall’estero - persino dall’Australia - hanno pranzato in un clima cosmopolita di grande festa e calorosa condivisione, anche se molti di essi si incontravano solo per la prima volta. 30 e L’AZiON nese a li g e n o C / o n a li g e n Co Domenica 18 settembre 2005 MA MANCANO I DUE KM CENTRALI A LUI SI DEVE LA NASCITA DEL GRUPPO Menarè, nuovo tratto di pista ciclabile I l 28 luglio scorso la giunta comunale coneglianese ha approvato il progetto esecutivo di un tratto di pista ciclabile lungo il Menarè, e precisamente i 560 metri di collegamento tra la pista ciclabile proveniente dalla zona industriale “Prealpi trevigiane”, che ora finisce in corrispondenza del distributori di carburanti lungo la statale Alemagna, e via Media. Il nuovo pezzo di pista ciclopedonale bidirezionale, largo circa 2,50 metri, sorgerà sul lato ovest della carreggiata separata dalla sede stradale dall’area verde esistente, in cui trova dimora un filare di platani. Il costo dell’opera è di 200 mila euro. Il progetto esecutivo contiene, rispetto al definitivo, alcune modifiche tecniche ritenute opportune per meglio adeguare l’opera alle esigenze del territorio: i muretti di sostegno di calcestruzzo sono stati sostituiti con scarpate erbose di raccordo. I lavori, la cui partenza è prevista entro l’anno, prevedono inoltre il tombinamento dell’attuale fosso di guardia con tubazioni in calcestruzzo e la predisposizione della pubblica illuminazione della pista. «Continua a mancare il tratto di pista ciclopedonale decisivo, quello centrale – denuncia il consigliere di opposizione Mario Botteon, da anni impegnato nella battaglia con il Comune per la messa in sicurezza del Menarè – quei 2 km centrali che collegano la pista in Comune di San Vendemiano con il tratto coneglianese. Non è pensabile lasciare “scoperto” il pezzo di strada più pericoloso per ciclisti e pedoni!». Ma il costo di quei 2 chilometri di pista ciclabile, circa 1,5 milioni di euro, è spropositato per le casse comunali, come ha ribadito qualche tempo fa il sindaco in risposta a una mozione dello stesso Botteon. (FN) Pista ciclabile lungo in Menarè ovità in arrivo sul fronte della gestione dei rifiuti nel Coneglianese. A partire dal 19 settembre entreranno in vigore i nuovi orari di accesso all’Ecosportello di via Maggiore Piovesana e, contestualmente, verrà attivato un nuovo ufficio in centro. Per favorire le persone anziane e chi ha difficoltà di trasporto, Savno aprirà infatti, in via Vittorio Emanuele II 31 presso il Cit, un ufficio preposto alla distribuzione dei sacchetti con i seguenti orari: lunedì, martedì e mercoledì dalle 14 alle 15. Per tutte le altre pratiche e per ritirare i bidoni gli utenti dovranno recarsi, come di consueto, agli uffici di via Maggio- re Piovesana 146/d il lunedì, martedì, mercoledì dalle 8.30 alle 12.30, il giovedì dalle 14 alle 19 e il venerdì dalle 8.30 alle 13.30 (telefono/fax 0438418571). Tra breve, inoltre, i clienti potranno contattare Savno anche attraverso un semplice “click”. La società sta infatti predisponendo il proprio sito internet che conterrà tutte le informazioni di maggiore interesse per gli utenti. LOURDES CONCERTO BICI Festa della comunità Corocastel sabato 17 per la gente dell’Angola Transcollinare ConeglianoVittorio SAVNO: NUOVO UFFICIO IN CENTRO A CONEGLIANO N D al 9 settembre è in corso la festa della comunità della parrocchia Immacolata di Lourdes. Organizzata dal Circolo Enars, si protrarrà fino al 18 settembre quando si festeggeranno gli anniversari di matrimonio. Il piatto tipico sarà la “strecca di cavallo”, piatto padovano. Alle 21 ci sarà un’asta di beneficenza di sette opere donate al Circolo Enars dai pittori che durante la Festa della birra di giugno hanno partecipato alla mostra “L’arte per ricordare Davide”. Il ricavato verrà utilizzato per completare i lavori di arredamento della nuova struttura in muratura. (AC) S i intitola “Conegliano per l’acqua” lo spettacolo di sabato 17 alle 21 all’auditorium Dina Orsi, organizzato da Africa Chiama e dall’associazione Medici con l’Africa. La serata mira a raccogliere fondi per le popolazioni dell’Angola per attivare l’acquedotto per l’ospedale e la cittadina di Songo, dove una grave epidemia ha fatto centinaia di vittime, tra cui la dottoressa coneglianese Maria Bonino. Il programma prevede un concerto del Corocastel e la presentazione del volume “Un viaggio dall’Altopiano dall’Eritrea a Lampedusa” di A. Buzzat e R. Musumeci. T ranscollinare Conegliano-Vittorio in bici domenica 25 settembre insieme a Liberalabici. Il percorso, con salite di pendenza non indifferente, parte da Conegliano (zona piscine) e salendo per Manzana e Formeniga giunge al primo picco: le Perdonanze. Da qui scende verso Vittorio per imboccare la strada che porta in Valscura e quindi a Santa Augusta. Nel pomeriggio salita all’osservatorio quindi a borgo Ciser e alle grotte del Caglieron per poi rientrare a Conegliano. Partenza alle 9. Percorso di 55 chilometri. Per informazioni rivolgersi ad Antonella: 0438-34810. Godega, centro anziani intitolato a don Pianca È stato inaugurato a Godega il nuovo centro anziani dedicato a don Antonio Pianca, parroco del paese dal 1990 al 1997 e oggi missionario in Brasile. Per l’occasione don Antonio è ritornato tra i suoi “vecchi” parrocchiani per benedire il centro ricreativo, domenica 28 agosto. È stato il sacerdote nell’aprile del 1992 ad avviare la creazione del gruppo anziani di Godega, in collaborazione con quello di Orsago. Nel decimo anno della fondazione sono stati i membri dell’associazione anziani che hanno chiesto a don Antonio di poter intitolargli il gruppo e la nuova sede. «Fino ad oggi gli anziani si riunivano nel salone dell’asilo parrocchiale – spiega Speranza Irzoni, attuale presidente dell’associazione – pertanto un ringraziamento particolare va alle suore. Ora gli anziani hanno una sede tutta loro concessa dall’amministrazione comunale, un paio di stanze completamente ristrutturate adiacenti al piazzale della chiesa, in cui si ritrovano un paio di giorni alla settimana. Nella nuova sede ha trovato anche posto un gonfalone donato da uno degli associati, in cui sullo sfondo blu è disegnato uno dei simboli storici di Godega, il Pozzo della regola». Tombola e carte sono le attività preferite dagli anziani, che si riuniscono per passare momenti allegri in compagnia. Numerose sono anche le gite organizzate, con pellegrinaggi in vari santuari: il prossimo è in programma il 4 ottobre con destinazione la Basilica del Santo a Padova. Nel Comune ci sono altre due associazioni d’anziani, a Pianzano e Bibano, che superano ognuna i cento iscritti. Da circa cinque anni il gruppo anziani di Pianzano si ritrova nei locali dell’ex stazione ferroviaria. «Cerchiamo di stare vicini alle persone sole – spiega una delle fondatrici, Adelina Stival, a cui l’anno scorso è stato consegnato un attestato di riconoscimento per i dieci anni della fondazione dell’associazione –. Tra le attività ci sono i lavori a uncinetto, che poi vengono donati ad un’associazione per la lotta contro le leucemie». Anche il gruppo anziani di Bibano è molto attivo, con circa 140 iscritti, con il centro di via Millennio che è stato eretto con l’impegno anche economico dei primi fondatori, e prosegue grazie al volontariato. Ogni mese vengono organizzate delle cene per festeggiare il compleanno degli iscritti. Diego Bortolotto ASS. ANZIANI DI SAN FIOR COLFOSCO Quindici anni di vita, oltre trecento soci Scuola di musica promossa dalle associazioni H a raggiunto quota quindici anni il bagaglio di storia e di iniziative promosse dall’associazione Pensionati Anziani e Volontariato di San Fior. L’importante traguardo è stato ricordato con una serata di festa e con la pubblicazione di un opuscolo che raccoglie le tappe salienti, dall’inizio quando i nove fondatori costituirono l’associazione, ad oggi tempo in cui la stessa conta 325 soci e 36 volontari. Nella serata dedicata all’anniversario il presidente, Renzo Brescacin, ha ricordato i momenti più significativi dall’apertura, nel 1997, del centro socio-ricreativo-culturale poi intitolato a Dalmazio Fanton, all’acquisto di un’auto, nel 1999, con il contributo del Centro servizi per il volontariato di Treviso e della Banca della Marca, per il trasporto a sostegno dei servizi sociali del Comune. Motivazione ed entusiasmo sono i fondamen- ti di una realtà voluta proprio per dar sostegno, in diverse forme, ai più bisognosi. Per far questo, molteplici sono le collaborazioni, con l’Amministrazione comunale in primis, con l’Anteas Treviso, con la scuola e il territorio. «Non sono eroi solo quelli che compiono opere straordinarie una tantum, sono eroi coloro che ogni giorno cercano di risolvere i problemi di chi gli sta accanto – ha sottolineato il sindaco di San Fior, Cesare De Martin –. L’associazione Pensionati, Anziani e Volontariato dà risposte alla gente nel quotidiano. Essa svolge il proprio compito in maniera egregia e per questo troverà sempre l’Amministrazione comunale al suo fianco». Un particolare ringraziamento è stato rivolto ai soci fondatori, ai quali è stata consegnata una pergamena ricordo. La serata è stata poi allietata dal gruppo folcloristico “i Posagnot”. Gerda De Nardi Q uattro associazioni locali che riuniscono le forze per dare vita a una scuola di musica. Questo bell’esempio di collaborazione viene da Colfosco dove la Corale, gli Alpini, la Pro loco e l’associazione Arianuova hanno dato vita, lo scorso anno, alla scuola “San Daniele”. Con un fine davvero bello: offrire ai bambini, ai ragazzi e agli adulti del paese un’opportunità in più di crescita. In questi giorni sono aperte le iscrizioni per il secondo anno della scuola. Vasta la scelta dello strumento: dal pianoforte alla chitarra acustica, dal violino al sax, dalla batteria alle percussioni, e tanto altro ancora. Le iscrizioni si ricevono sabato 17 settembre dalle 15 alle 17 nella sede della scuola in viale degli Alpini 15/a, oppure tutti i giorni chiamando la segreteria al 329-7040383. 32 A PONTE DELLA PRIULA Nuova zona residenziale, ma serve proprio? C ome può l’amministrazione comunale stipulare una convenzione che interessa un’area su cui la Regione, in sede di esame della nuova variante generale al Piano regolatore comunale, ha chiesto vengano riviste le volumetrie? Se lo chiede Alessandro Borean, capogruppo dell’Ulivo. Secondo Borean, il Comune di Susegana avrebbe fatto i conti senza l’oste, cioè senza la Regione, chiamata ora a riesaminare le controdeduzioni del Comune approvate nella seduta del consiglio comunale dell’11 agosto scorso. Ma andiamo per ordine. Nel settembre 2004, il Comune invia il nuovo Prg a Venezia. La Commissione tecnica regionale però avanza alcune osservazioni, e nel mese di maggio rispedisce al mittente la pianificazione. Tra le osservazioni della Regione, ce n’è una che riguarda un comparto di 80 mila mq, nei pressi della palestra di Pon- te della Priula, reso edificabile dal Comune per circa 100 mila mc, dove sono previste abitazioni, la nuova scuola elementare e porzioni lasciate a verde pubblico e privato. Il no della Regione riguarda proprio la cubatura, considerata eccessiva rispetto al trend demografico del Comune. A fine giugno però l’amministrazione stipula con l’Immobiliare Mercatelli di Grigolin, proprietaria di una parte del comparto per circa 30 mila mq, una convenzione che prevede la concessione di cubatura (18 ZOPPÈ: IN CHIESA I DIPINTI DI SERGIO FAVOTTO D omenica 25 settembre verranno inaugurati i nuovi dipinti del soffitto della chiesa parrocchiale di Zoppè. Si tratta di tre medaglioni realizzati dal professor Sergio Favotto e raffiguranti il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno. L’inaugurazione farà seguito alla celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal vescovo Giuseppe (alle mila mc) in cambio di opere pubbliche per un ammontare di 600 mila euro. Si tratta di due piste ciclabili, ritenute strategiche dalla giunta Montesel: una in via Mandre dal sottopasso ferroviario al cimitero e una in via Colonna dal sottopasso ferroviario ai confini comunali verso Santa Maria del Piave. «Per me questa convenzione non ha valore – spiega Borean – perché la Regione ha stralciato quell’area e non è detto che non respinga la controdeduzione del Comune, che non so con quale artificio abbia po- Marco Zanin, nazionale di basket in carrozzina D Da quanto tempo giochi a basket? «Sei anni fa ho avuto l’incidente in motorino (che lo ha costretto in carrozzina, ndr), all’inizio ho provato con l’atletica e poi mi sono avvicinato al basket, quindi è da quattro anni. Questo sport per me era una novità, infatti all’inizio è stato difficilissimo. Comunque praticavo sport anche prima dell’incidente, soprattutto lo sci». Come è nata la nazionale giovanile di basket in carrozzina? «La nazionale giovanile è una realtà che esiste solo da tre anni. È nata per affiancare la nazionale maggiore che invece tuto non cambiare praticamente nulla. Susegana non necessita certo di un’area di espansione così sovradimensionata». Secondo l’assessore all’urbanistica Angelo Carrer un passo indietro invece il Comune lo avrebbe fatto, «stralciando 20 mila mc e quindi riducendo la volumetria del comparto da 100 mila a 80 mila mc». Sarà sufficiente per ottenere il via libera da Venezia? «La decisione finale spetta alla Regione – afferma Carrer –. Se si opporrà nuovamente è evidente che dovremmo rivedere anche la convenzione con l’Immobiliare Mercatelli». L’assessore sembra però non nutrire particolari timori in merito. La risposta arriverà entro fine anno. Quanto alle critiche di cementificazione spinta assicura: «Rispetto alla variante adottata dalla passata amministrazione, la nuova versione da noi approvata riduce della metà la capacità di espansione edificatoria prevista per il Comune, passando da 1 milione a 500 mila metri cubi». Francesca Nicastro 10.30). Nella stessa occasione verrà festeggiato l’anniversario della consacrazione della chiesa, avvenuta il 27 settembre 1615 da parte del patriarca di Venezia Francesco Vendramin. HA 21 ANNI, È DI ORSAGO i ritorno da un torneo tenutosi in Belgio Marco Zanin, orsaghese, 21 anni, studente di Relazioni internazionali all’Università di Padova, racconta la sua esperienza nella nazionale under 22 di basket in carrozzina. «Siamo partiti il 1º settembre e tornati il 4. A Malle in Belgio si è tenuto un torneo internazionale di preparazione all’Europeo del prossimo anno. Noi siamo la prima squadra italiana a partecipare e ci siamo trovati davanti una selezione della Catalogna, la Danimarca, una mista composta da atleti di Austria e Repubblica Ceca e i padroni di casa del Belgio» e L’AZiON Coneglianese Domenica 18 settembre 2005 Marco Zanin ne ha 20, ma non aveva mai raggiunto risultati importanti finché non si è aggiudicata gli ultimi due Europei. C’è da aggiungere che noi della nazionale giovanile abbiamo la fortuna di avere un allenatore bravissimo, Clifford Fisher. Prima la- vorava in America, poi si è appassionato al basket per disabili, lui stesso sostiene che è lo sport più bello che ci sia. In effetti è davvero spettacolare, bisogna assistere a una partita per capire». Cosa rappresenta per te lo sport? «Bella domanda... Fare sport è un modo per raggiungere più facilmente certi traguardi. Questo non vuol dire che chi non lo pratica non può riabilitarsi, ma impegnarsi in questo tipo di attività è diverso e rende attivi anche mentalmente oltre che fisicamente. In particolare il basket, nell’ambito degli sport per disabili, è quello considerato il più completo perché prevede anche degli schemi e un gioco di squadra. Comunque l’obiettivo primario resta il “reinserimento” delle persone che si trovano ad avere una disabilità e portarle fuori di casa in modo che possano rimettersi in gioco». Ginevra Lamberti SANTA LUCIA DI PIAVE Aliu è guarito, la solidarietà continua A liu sta meglio. Il suo viaggio di speranza dalla Guinea Bissau a Conegliano gli ha permesso di risolvere i problemi di salute dovuti ad una malformazione alla gamba. Grazie al coraggio e alla perseveranza di un gruppo di amici, guidato da Clementa Dos Olis Vieira che si è presa a cuore il bambino come se si trattasse del proprio figlio, il piccolo di quattro anni ha potuto giungere in Italia dove è stato operato, all’ospedale di Conegliano, il 5 settembre scorso. Ora, il suo ritorno nella terra di origine sarebbe rischioso perché nello Stato africano si è diffusa un’epidemia di colera che ha già contagiato undicimila persone e provocato trecento morti. Per questo i suoi amici stanno cercando, tramite il Tribunale dei minori, di ottenere il permesso per posticipare la partenza. La catena di solidarietà, che è stata attuata per aiutare Aliu, si e- stende ora alla popolazione della Guinea Bissau che sta attraversando un periodo particolarmente difficile. Per questo è stata organizzata, con il patrocinio della Caritas diocesana, una serata di solidarietà che avrà luogo sabato 24 settembre alle 20 a Santa Lucia di Piave, nel salone Fra’ Claudio. All’appuntamento interverranno padre Alberto, superiore Il piccolo Aliu del convento dei frati minori di Vittorio Veneto per dodici anni missionario in Guinea Bissau, il medico Geraldo Monteiro, specialista in medicina tropicale, monsignor Ferruccio Sant, direttore della Caritas diocesana. Sarà inoltre possibile ammirare l’esposizione fotografica appositamente allestita e cenare con i piatti tipici del paese africano. Il ricavato dell’iniziativa servirà per l’acquisto di medicinali da inviare nella terra colpita dall’epidemia di colera. Gerda De Nardi SAN POLO: Prima professione religiosa di Alessandra Camatta D omenica 25 settembre, alle 11.30 nella chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia di Monza, Alessandra Camatta farà la prima professione religiosa nell’ordine delle Missionarie dell’Immacolata. Con i familiari sarà presente una rappresentanza di amici e parrocchiani di San Polo di Piave. Per l’occasione la parrocchia raccoglierà dei fondi per finanziare la formazione e il lavoro degli insegnanti delle scuole rurali seguite dalle Missionarie dell’Immacolata in Guinea Bissau. GODEGA: “La grande truffa”, libro di Carlo Callegari I l 18 settembre alle 17, al Palaingresso Fiera di Godega di Sant’Urbano Luciano Todero, preside dell’istituto secondario superiore di Pieve di Soligo e Giovanni Tabelletti dell’Università degli adulti di Conegliano presenteranno il libro di Carlo Callegari “La grande truffa”. e L’AZiON Friuli CANEVA/ IL PUNTO SUL SOCIALE Apre l’asilo nido, chiude “La nocciolina”? È l’apertura del nuovo asilo nido la novità più attesa nel panorama dei servizi sociali applicati al territorio comunale di Caneva. È quanto emerge dalla nostra inchiesta sulla situazione del sociale nei comuni diocesani del Friuli, che questa settimana fa tappa appunto a Caneva. Anche nella Pedemontana, come nel resto del Friuli occidentale, l’esigenza di trovare strutture affidabili e attrezzate per ospitare i bimbi in età prescolastica è molto forte, come spiega l’assessore comunale ai servizi sociali Stefano Rupolo. «Sono sempre più numerose le famiglie nelle quali lavorano entrambi i genitori, così a Caneva, come nei centri più grossi quali Pordenone e Sacile, si è reso necessario avvia- L’assessore Rupolo illustra anche i progetti per Villa Frova re un asilo nido vero e proprio. A Caneva già esisteva un servizio di babysitting, “La nocciolina”; da ottobre avvieremo l’asilo nido presso il plesso scolastico. Si tratta di un servizio che Caneva non ha mai conosciuto e sarà in grado di ospitare fino ad un massimo di venti bambini. Funzionerà dalle 7 del mattino alle 18, compresa l’erogazione del pasto ma le famiglie potranno scegliere, nell’ottica della più ampia flessibilità, se affidarlo solo per mezza gior- nata». Riguardo al servizio di babysitting, lo stesso assessore Rupolo ha di recente annunciato a un gruppo di genitori la probabilità di un forzato e ingente aumento delle rette, perchè il Comune non può più sostenere la spesa del servizio. Ed è stato agitato anche lo spettro della chiusura! Ma passiamo agli altri temi-cardine del sociale. Come procede la convivenza con la popolazione extracomunitaria? «Gli stranieri residenti nel comune sono circa il 5% della popolazione totale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande aumento dovuto soprattutto ai ricongiungimenti famigliari. Fra gli extracomunitari la colonia albanese rappresenta più o meno la metà del totale L’ADDIO AL CONTE BRANDOLINI, UN PEZZO DI STORIA DI VISTORTA Q uella villa in mezzo alla campagna, la carrozza che percorreva le strade silenziose della campagna, è stata per anni motivo di orgoglio e curiosità per la piccola comunità di Vistorta. Con il conte Brando Brandolini d’Adda, morto a Venezia martedì 6 settembre, qualche giorno prima di compiere 88 anni, se ne va un’epoca, una parte della storia di Vistorta che resta ben impressa nella memoria dei suoi abitanti e viene tramandata con toni fiabeschi ai più giovani. Mamme e papà di oggi erano bambini quando il VENERDÌ 16 Alle 15.30 in biblioteca a Brugnera è in programma una festa di inizio anno scolastico organizzata dall’associazione culturale Attivamente e dalla biblioteca. Ci sarà anche uno spettacolo di burattini. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0434613112 Alla Sagra di San Michele, a Sacile, festa della birra e serata dedicata ai giovani a cura dell’associazione “Comunità Nuova Ronche - San Michele”. SABATO 17 A Stevenà prosegue la Bayeri- conte, la moglie Cristiana Agnelli e i figli Rutiberti, Brandino, Nuno e Leonello, vivevano nella frazione. La villa non era un castello chiuso ma la famiglia ha sempre cercato di partecipare alla vita del paese e di farlo crescere. Il conte Brando ha voluto e promosso la costruzione della chiesa - abbellita personalmente con opere d’arte - dove si è svolto il suo funerale mercoledì 7: presenti anche, per la famiglia Agnelli, la vedova di Gianni, donna Marella Caracciolo e i nipoti Lapo e Jaki Elkann. Anche la scuola dell’in- scher Bierfest, festa della birra bavarese in collaborazione con il comune gemello di Neumarkt Sankt Veit. Alle 19 aprono gli stand enogastronomici e alle 21 si terrà uno spettacolo bavarese. Alla sagra di San Michele, a Sacile, serata danzante con porchetta allo spiedo. DOMENICA 18 Alle ore 9 al palasport Micheletto di Sacile l’associazione Immaginario presenta il Fotomercato, rassegna dedicata agli appassionati di fotografia. A San Michele, nell’ambito della sa- La chiesa di Vistorta fanzia di Vistorta è stata aperta per opera della famiglia Brandolini Agnelli. All’epoca era una scuola moderna e innovativa dove si insegnava con il metodo Montessori. Uno dei gra, l’associazione Nuova RoncheSan Michele organizza un torneo di calcetto e il pranzo con specialità di selvaggina. La serata sarà dedicata alla musica e al ballo. Serata finale per la festa della birra di Stevenà . Alle 21 parte la serata musicale con la band Effetti collaterali. LUNEDÌ 19 Alle 19 nell’ex chiesa di San Gre- Gli “Effetti collaterali” suonano a Stevenà senza che tuttavia si siano verificate particolari problematiche legate al disagio sociale e di integrazione. È in significativa ascesa la concentrazione di badanti provenienti dall’est Europeo, in particolare dall’Ucraina e dalla Croazia». Cosa sta progettando l’amministrazione comunale in tema di politiche giovanili e di assistenza dell’anziano? «Uno dei progetti più importanti della rinnovata amministrazione comunale consiste nel restauro di Villa Frova a Stevenà. Tanto dal punto di vista economico che da quello sociale. Abbiamo in programma, infatti, di trasferirvi un domani la biblioteca comunale e di crearvi un centro anziani e un punto giovani. Certo i tempi non saranno brevi a causa di problematiche diverse, dal momento che la villa risale al Settecento. Per quanto riguarda le politiche giovanili due centri sono già attivi nel capoluogo e nella frazione di Sarone. Sul piano più generale riteniamo già buona la situazione generale dei servizi sociali, nel prossimo quinquennio puntiamo a migliorarla ulteriormente». Giacinto Bevilacqua figli minori della coppia, quando si trovava a Vistorta frequentò per un anno la scuola elementare locale insieme ai bambini del paese che, oggi adulti, ricordano ancora la festa di compleanno del loro compagno di classe. E poi c’era - e continua ad esserci - l’azienda agricola di famiglia che ha dato lavoro a diverse persone e dove tanti ragazzi hanno trascorso spensierate stagioni di vendemmia. Una famiglia molto amata quella dei Brandolini D’Adda, perché ha sempre dimostrato affetto e rispetto per la piccola comunità di Vistorta che oggi conserva gelosamente il ricordo del suo benefattore. Martina Milia gorio a Sacile si terrà il consiglio comunale. Maggioranza e opposizione sono chiamate ad approvare la convenzione per la gestione in forma associata di funzioni e servizi comunali, il regolamento per il funzione della commissione per il controllo della mensa scolastica e lo schema di convenzione che disciplina i rapporti tra il Comune e le scuole dell’infanzia paritarie e gli asili nido privati. Tra altri punti di discussione anche un ordine del giorno sulla sanità. Alle 21 a Villorba ripartono gli incontri con le frazioni. Oggetto della serata la discussione di un servizio di trasporto urbano che colleghi la frazione al centro. Gli incontri proseguiranno per tutto il mese di ottobre e novembre. Domenica 18 settembre 2005 33 SACILE/ NUOVO PARROCO “Corriamo insieme, don Graziano!” H a fatto il suo ingresso domenica 11 settembre, in un Duomo gremito di gente per la messa delle 19.00, il nuovo parroco di Sacile, don Graziano De Nardo. La riconoscenza nei confronti di don Piero (il parroco uscente mons. Pietro Mazzarotto) da parte della comunità sacilese non verrà mai meno, ma in questa messa protagonista assoluto è stato, naturalmente, don Graziano. Il Vescovo Zenti ha presieduto la cerimonia che è stata concelebrata da sacerdoti della forania e della diocesi e ha spiegato i diversi riti, come la consegna del Vangelo, della stola, e della chiave del tabernacolo, che hanno preceduto la salita all’altare da dove don Graziano ha celebrato la sua prima messa da parroco di Sacile. Durante l’omelia, don Graziano ha espresso le sue riflessioni riguardo a questa importante missione che gli è stata affidata, la sua riconoscenza verso il Vescovo e verso don Pietro dal quale riceve una preziosa eredità, le sue titubanze e anche la speranza che, sostenuto dai suoi confratelli e dall’esperienza del precedente parroco che permarrà all’interno della comunità, il futuro possa essere in continua crescita. A questo speranza ha fatto eco l’augurio del consiglio pastorale parrocchiale, attraverso il suo vicepresidente Mirco Zaia, che, utilizzando una metafora rubata all’atletica leggera, e parafrasando l’ultimo articolo del decalogo del grest da poco concluso, ha augurato al nuovo parroco di poter “correre insieme sorridendo” . Letizia Miotto PRATA: un imbarcadero per il turismo fluviale P rove tecniche di avvio del turismo fluviale. È riuscito l’esperimento realizzato qualche settimana fa di navigazione del fiume Noncello e del Meduna da Pordenone a località Borgo Passo a Prata. La gita è durata un’ora e 20 minuti ma quando il collegamento Pordenone – Prata andrà a regime potrebbe essere accorciato ad un’ora. Già si pensa di coinvolgere le scolaresche per percorsi didattici oppure lanciare una vera e propria forma di turismo alternativo attingendo ai fondi ad hoc messi a disposizione da un progetto che coinvolge la Regione. Prata, che potrebbe fare da capofila per l’intero bacino liventino, mostra di credere in questa nuova opportunità, dal momento che va a terminare l’imbarcadero di Borgo Basso. (GB) e L’AZiON Friuli CANEVA/ IL PUNTO SUL SOCIALE Apre l’asilo nido, chiude “La nocciolina”? È l’apertura del nuovo asilo nido la novità più attesa nel panorama dei servizi sociali applicati al territorio comunale di Caneva. È quanto emerge dalla nostra inchiesta sulla situazione del sociale nei comuni diocesani del Friuli, che questa settimana fa tappa appunto a Caneva. Anche nella Pedemontana, come nel resto del Friuli occidentale, l’esigenza di trovare strutture affidabili e attrezzate per ospitare i bimbi in età prescolastica è molto forte, come spiega l’assessore comunale ai servizi sociali Stefano Rupolo. «Sono sempre più numerose le famiglie nelle quali lavorano entrambi i genitori, così a Caneva, come nei centri più grossi quali Pordenone e Sacile, si è reso necessario avvia- L’assessore Rupolo illustra anche i progetti per Villa Frova re un asilo nido vero e proprio. A Caneva già esisteva un servizio di babysitting, “La nocciolina”; da ottobre avvieremo l’asilo nido presso il plesso scolastico. Si tratta di un servizio che Caneva non ha mai conosciuto e sarà in grado di ospitare fino ad un massimo di venti bambini. Funzionerà dalle 7 del mattino alle 18, compresa l’erogazione del pasto ma le famiglie potranno scegliere, nell’ottica della più ampia flessibilità, se affidarlo solo per mezza gior- nata». Riguardo al servizio di babysitting, lo stesso assessore Rupolo ha di recente annunciato a un gruppo di genitori la probabilità di un forzato e ingente aumento delle rette, perchè il Comune non può più sostenere la spesa del servizio. Ed è stato agitato anche lo spettro della chiusura! Ma passiamo agli altri temi-cardine del sociale. Come procede la convivenza con la popolazione extracomunitaria? «Gli stranieri residenti nel comune sono circa il 5% della popolazione totale. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un grande aumento dovuto soprattutto ai ricongiungimenti famigliari. Fra gli extracomunitari la colonia albanese rappresenta più o meno la metà del totale L’ADDIO AL CONTE BRANDOLINI, UN PEZZO DI STORIA DI VISTORTA Q uella villa in mezzo alla campagna, la carrozza che percorreva le strade silenziose della campagna, è stata per anni motivo di orgoglio e curiosità per la piccola comunità di Vistorta. Con il conte Brando Brandolini d’Adda, morto a Venezia martedì 6 settembre, qualche giorno prima di compiere 88 anni, se ne va un’epoca, una parte della storia di Vistorta che resta ben impressa nella memoria dei suoi abitanti e viene tramandata con toni fiabeschi ai più giovani. Mamme e papà di oggi erano bambini quando il VENERDÌ 16 Alle 15.30 in biblioteca a Brugnera è in programma una festa di inizio anno scolastico organizzata dall’associazione culturale Attivamente e dalla biblioteca. Ci sarà anche uno spettacolo di burattini. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 0434613112 Alla Sagra di San Michele, a Sacile, festa della birra e serata dedicata ai giovani a cura dell’associazione “Comunità Nuova Ronche - San Michele”. SABATO 17 A Stevenà prosegue la Bayeri- conte, la moglie Cristiana Agnelli e i figli Rutiberti, Brandino, Nuno e Leonello, vivevano nella frazione. La villa non era un castello chiuso ma la famiglia ha sempre cercato di partecipare alla vita del paese e di farlo crescere. Il conte Brando ha voluto e promosso la costruzione della chiesa - abbellita personalmente con opere d’arte - dove si è svolto il suo funerale mercoledì 7: presenti anche, per la famiglia Agnelli, la vedova di Gianni, donna Marella Caracciolo e i nipoti Lapo e Jaki Elkann. Anche la scuola dell’in- scher Bierfest, festa della birra bavarese in collaborazione con il comune gemello di Neumarkt Sankt Veit. Alle 19 aprono gli stand enogastronomici e alle 21 si terrà uno spettacolo bavarese. Alla sagra di San Michele, a Sacile, serata danzante con porchetta allo spiedo. DOMENICA 18 Alle ore 9 al palasport Micheletto di Sacile l’associazione Immaginario presenta il Fotomercato, rassegna dedicata agli appassionati di fotografia. A San Michele, nell’ambito della sa- La chiesa di Vistorta fanzia di Vistorta è stata aperta per opera della famiglia Brandolini Agnelli. All’epoca era una scuola moderna e innovativa dove si insegnava con il metodo Montessori. Uno dei gra, l’associazione Nuova RoncheSan Michele organizza un torneo di calcetto e il pranzo con specialità di selvaggina. La serata sarà dedicata alla musica e al ballo. Serata finale per la festa della birra di Stevenà . Alle 21 parte la serata musicale con la band Effetti collaterali. LUNEDÌ 19 Alle 19 nell’ex chiesa di San Gre- Gli “Effetti collaterali” suonano a Stevenà senza che tuttavia si siano verificate particolari problematiche legate al disagio sociale e di integrazione. È in significativa ascesa la concentrazione di badanti provenienti dall’est Europeo, in particolare dall’Ucraina e dalla Croazia». Cosa sta progettando l’amministrazione comunale in tema di politiche giovanili e di assistenza dell’anziano? «Uno dei progetti più importanti della rinnovata amministrazione comunale consiste nel restauro di Villa Frova a Stevenà. Tanto dal punto di vista economico che da quello sociale. Abbiamo in programma, infatti, di trasferirvi un domani la biblioteca comunale e di crearvi un centro anziani e un punto giovani. Certo i tempi non saranno brevi a causa di problematiche diverse, dal momento che la villa risale al Settecento. Per quanto riguarda le politiche giovanili due centri sono già attivi nel capoluogo e nella frazione di Sarone. Sul piano più generale riteniamo già buona la situazione generale dei servizi sociali, nel prossimo quinquennio puntiamo a migliorarla ulteriormente». Giacinto Bevilacqua figli minori della coppia, quando si trovava a Vistorta frequentò per un anno la scuola elementare locale insieme ai bambini del paese che, oggi adulti, ricordano ancora la festa di compleanno del loro compagno di classe. E poi c’era - e continua ad esserci - l’azienda agricola di famiglia che ha dato lavoro a diverse persone e dove tanti ragazzi hanno trascorso spensierate stagioni di vendemmia. Una famiglia molto amata quella dei Brandolini D’Adda, perché ha sempre dimostrato affetto e rispetto per la piccola comunità di Vistorta che oggi conserva gelosamente il ricordo del suo benefattore. Martina Milia gorio a Sacile si terrà il consiglio comunale. Maggioranza e opposizione sono chiamate ad approvare la convenzione per la gestione in forma associata di funzioni e servizi comunali, il regolamento per il funzione della commissione per il controllo della mensa scolastica e lo schema di convenzione che disciplina i rapporti tra il Comune e le scuole dell’infanzia paritarie e gli asili nido privati. Tra altri punti di discussione anche un ordine del giorno sulla sanità. Alle 21 a Villorba ripartono gli incontri con le frazioni. Oggetto della serata la discussione di un servizio di trasporto urbano che colleghi la frazione al centro. Gli incontri proseguiranno per tutto il mese di ottobre e novembre. Domenica 18 settembre 2005 33 SACILE/ NUOVO PARROCO “Corriamo insieme, don Graziano!” H a fatto il suo ingresso domenica 11 settembre, in un Duomo gremito di gente per la messa delle 19.00, il nuovo parroco di Sacile, don Graziano De Nardo. La riconoscenza nei confronti di don Piero (il parroco uscente mons. Pietro Mazzarotto) da parte della comunità sacilese non verrà mai meno, ma in questa messa protagonista assoluto è stato, naturalmente, don Graziano. Il Vescovo Zenti ha presieduto la cerimonia che è stata concelebrata da sacerdoti della forania e della diocesi e ha spiegato i diversi riti, come la consegna del Vangelo, della stola, e della chiave del tabernacolo, che hanno preceduto la salita all’altare da dove don Graziano ha celebrato la sua prima messa da parroco di Sacile. Durante l’omelia, don Graziano ha espresso le sue riflessioni riguardo a questa importante missione che gli è stata affidata, la sua riconoscenza verso il Vescovo e verso don Pietro dal quale riceve una preziosa eredità, le sue titubanze e anche la speranza che, sostenuto dai suoi confratelli e dall’esperienza del precedente parroco che permarrà all’interno della comunità, il futuro possa essere in continua crescita. A questo speranza ha fatto eco l’augurio del consiglio pastorale parrocchiale, attraverso il suo vicepresidente Mirco Zaia, che, utilizzando una metafora rubata all’atletica leggera, e parafrasando l’ultimo articolo del decalogo del grest da poco concluso, ha augurato al nuovo parroco di poter “correre insieme sorridendo” . Letizia Miotto PRATA: un imbarcadero per il turismo fluviale P rove tecniche di avvio del turismo fluviale. È riuscito l’esperimento realizzato qualche settimana fa di navigazione del fiume Noncello e del Meduna da Pordenone a località Borgo Passo a Prata. La gita è durata un’ora e 20 minuti ma quando il collegamento Pordenone – Prata andrà a regime potrebbe essere accorciato ad un’ora. Già si pensa di coinvolgere le scolaresche per percorsi didattici oppure lanciare una vera e propria forma di turismo alternativo attingendo ai fondi ad hoc messi a disposizione da un progetto che coinvolge la Regione. Prata, che potrebbe fare da capofila per l’intero bacino liventino, mostra di credere in questa nuova opportunità, dal momento che va a terminare l’imbarcadero di Borgo Basso. (GB) e L’AZiON Opitergino/Mottense LE PREPARERÀ UN CORSO AL VIA PRESSO L’OPERA PIA MORO A ODERZO Babysitter professionali D a cent’anni si occupa di infanzia, seguendo l’evoluzione dei tempi. È per questo motivo che l’Opera Pia Moro ha lanciato un corso di formazione per 40 babysitter, al termine del quale le donne verranno assunte da una cooperativa con un contratto a progetto. Ma come, dirà qualcuno, con gli asili nido che ci sono in giro l’Opera Pia si mette a far loro concorrenza? Niente di più errato. Per prima cosa non tutti i Comuni dispongono di tali strutture. La città di Oderzo, che invece ne ha quattro, vede comunque delle liste d’attesa per accedere ad alcuni di essi. Così sono numerose le mamme lavoratrici che per necessità si ritrovano nella condizione di dover cercare una “tata”. Tate in giro ce ne sono, eccome, lavorano in nero, quasi sempre senza copertura assicurativa. La novità proposta dal “Moro” è di far emergere queste lavoratrici, dare loro dignità e professionalità ed anche una retribuzione che contenga una parte di previdenza. «Questo corso - ha detto il presidente Enrico Bazzichetto durante la presentazione - è il primo passo verso la creazione delle “tane BAR E SCHIAMAZZI Le donne saranno poi assunte da una cooperativa familiari”, cioè l’assistenza dei bambini a domicilio svolta da personale qualificato». La seconda novità sta nel fatto che il progetto ha coinvolto i 14 Comuni del comprensorio opiterginomottense, l’Usl 9 tramite il distretto sanitario n.4, le parrocchie, mettendo in rete questi soggetti e facendoli collaborare fra loro. Le domande per iscriversi al corso vanno presentate alla segreteria dell’Opera Pia Moro di Oderzo, presso la scuola materna, entro il 23 settembre. Nei criteri di selezione per l’ammissione verrà data precedenza alle donne disoccupate; sono accettate le donne straniere, purchè abbiano compiuto le scuole in Italia, la conoscenza della lingua italiana è ritenuta fondamentale. Il corso si svolgerà negli spazi del centro parrocchiale di San Vincenzo, dal 17 ottobre per concludersi a febbraio 2006. È previsto uno stage residenziale nelle strutture della Cooperativa sociale Casa Bimbo di Laives, Bolzano. Per l’iscrizione è richiesto un contributo di 200 euro. Al termine queste novelle bambinaie dovranno essere disponibili ad ospitare nella loro casa piccoli gruppi di bimbi dai 3 ai 5 anni. Info: 0422 712131 Annalisa Fregonese CESSALTO/ NUOVA SCUOLA Animano il paese “A noi la sede degli o tolgono il sonno? uffici di presidenza” E state rumorosa: è in crescendo, da qualche anno a questa parte, nell’Opitergino, il numero delle persone che si lamentano della rumorosità notturna di bar, pub, birrerie, pubblici esercizi. A diversi giovani piace sostare al bar fino a tarda notte, non mancano gli schiamazzi dovuti alla maleducazione e forse anche a qualche birra o superalcolico in eccesso, non mancano le automobili che partono strombazzando e sgommando a tutta velocità. Comportamenti che ci vengono segnalati da Oderzo, da Fontanelle, da San Polo di Piave. Nella città opitergina da tempo è in atto una battaglia fra un cittadino ed un pub in via Garibaldi. In riviera Monticano un altro cittadino ha perso un ricorso al Tar, promosso contro la concessione di metter tavolini all’aperto da parte di un altro locale, che secondo questa persona disturba il proprio riposo. Il disturbo della quiete pubblica si accentua in maniera insoppor tabile nelle ore notturne, dalle 23 in poi, quando i residenti, che di norma si alzano alle 7 per recarsi al lavoro, aspira- no al meritato riposo. Singolare è il caso di San Giorgio nel sanpolese dove, davanti alle proteste di coloro che vivono nei pressi del bar, espresse anche attraverso una petizione popolare presentata al sindaco Mario Vendrame, pare sia stata avviata una raccolta di firme a sostegno del pubblico esercizio. Il quale avrebbe il merito di portare un po’ di animazione nella vita della comunità paesana. La riflessione a questo punto è d’obbligo: per ravvivare la vita associativa sono davvero necessari gli schiamazzi, le auto che sgommano, le bestemmie? Già, perché quando si è su di giri è dif ficile controllare la lingua. Obiezione: i gestori non sono responsabili della maleducazione dei loro clienti. È vero: chi gestisce un locale pubblico non può certo fare il cane da guardia. Il suo mestiere è d’essere gomito a gomito con i suoi avventori avendo però nel contempo le briglie della situazione. Un bravo gestore sa quando allentarle e quando tirarle. Ne va pure dell’immagine del locale. Annalisa Fregonese Aumentano le lamentele nell’Opitergino L’assessore regionale Fabio Gava e il sindaco di Cessalto Giovanni Artico tagliano il nastro della nuova scuola media di Cessalto L a nuova scuola media di Cessalto è pronta per accogliere gli studenti delle scuole medie. L’edificio è stato inaugurato lunedì 12 settembre, dal sindaco Giovanni Artico e dall’assessore regionale Fabio Gava. Presente anche il parroco di Cessalto don Giuseppe Querin, che ha ricordato quanto sia fondamentale la formazione che la scuola dà ai ragazzi:«La prima cosa che chiedo ai miei giovani è, quanto tempo e quanto impegno mettono nello studio» ha sottolineato don Giuseppe. «Questa è una data quasi storica per il comune di Cessalto- ha commentato il sindaco al momento del ta- glio del nastro- dall’appalto alla conclusione dei lavori è trascorso appena un anno e il giorno 14 i ragazzi potranno iniziare l’anno scolastico in un edificio moderno e razionale, che è costato un milione e quattrocento mila euro». Il sindaco Artico ha anche formulato una proposta:«Ora che abbiamo gli spazi adeguati, anche per gli uffici direttivi, vorremmo che la presidenza delle scuole medie ed elementari, che da anni è trasferita altrove, tornasse a Cessalto». Al termine della cerimonia ai tanti ragazzi presenti è stata donata una copia della Costituzione italiana. Giuseppina Piovesana ODERZO: l’addio a Salvatore Leonardi, ex segretario comunale C ordoglio a Oderzo per la dipartita del dottor Salvatore Leonardi, 69 anni, residente in via Parise. Il professionista era molto noto nell’opitergino, aveva ricoperto per diversi anni l’incarico di segretario comunale ad Oderzo. Aveva inoltre lavorato in Casa di Riposo, al Pio Istituto di Gaiarine ed in diversi altri Comuni. Il dottor Leo- nardi era una persona dai modi affabili e gentili, lo si poteva incontrare spesso a passeggio con il suo fido cagnolino. Negli ultimi tempi aveva svolto il ruolo di difensore civico al Consorzio dei Comuni opitergino. Il funerale si è svolto martedì scorso nel duomo di Oderzo. La salma è stata tumulata nel cimitero di Portobuffolè. (AF) Domenica 18 settembre 2005 35 LUTRANO SALUTA DON LUCIO “Cambi parrocchia, ma il legame resta” Quindici anni e due giorni è il tempo che don Lucio Marian ha vissuto come parroco nella comunità di San Nicola a Lutrano; gli è stata poi affidata anche la guida della comunità di Fontanellette, divenute da circa due anni unità pastorale. Domenica 18 le saluterà entrambe; domenica 25 farà il suo ingresso a Mansuè e Basalghelle, le sue nuove parrocchie, o per meglio dire la sua nuova unità pastorale. Al posto di don Lucio a Lutrano e Fontanellette arriva don Zeno Pessotto. Sul saluto a don Lucio riceviamo e pubblichiamo questo contributo del consiglio pastorale di Lutrano. «S iamo stati la sua prima parrocchia - sottolinea con orgoglio una catechista lutranese -e ora, che andrà a far parte di un’altra famiglia sentiamo che non sarà un perdersi: il legame più forte sarà la nostra crescita come cristiani maturata grazie alla sua sensibilità, alla sua fermezza per i valori della fede e la sua cura pastorale». Il sentito e commosso ringraziamento che la comunità di Lutrano rivolge a don Lucio scaturisce proprio da quel senso di “essere famiglia in Cristo” che ha sempre animato le numerose iniziative pastorali. Don Lucio ci ha fatto percepire in questi anni che la parrocchia è un luogo privilegiato per incontrare Cristo attraverso l’accoglienza, il servizio e l’attenzione ai fratelli. In questo senso, significative sono state ad esempio le esperienze di missione in DOMENICA 18 A partire dalle ore 9 lungo le rive del Monticano a Oderzo: seconda edizione della gara di pesca per ragazzi diversamente abili. Organizza la FIPSAS in collaborazione con il Comune di Oderzo. L’unità pastorale Lutrano-Fontanellette saluta il parroco don Lucio Marian, in partenza, con una S. Messa in mattinata a Fontanellette e una alle 17 a Lutrano. Vedi articolo. Nel pomeriggio, adorazione eucaristica in Duomo a Oderzo. MERCOLEDÌ 21 Ore 17-20 presso il centro AITSaM di Fratta: continua il Corso di formazione per facilitatori e attiva- Don Lucio Marian, da Lutrano e Fontanellette a Mansuè e Basalghelle parrocchia, organizzate in collaborazione con i Frati Francescani di Portogruaro i quali hanno percorso le vie del paese bussando ad ogni porta; la rivalutazione dell’oratorio per le occasioni di festa comunitarie e come luogo d’incontro per genitori e figli. Consapevole di quanto sia importante educare i giovani ad accogliere e vivere il messaggio del Vangelo, don Lucio è stato guida e amico tra i giovani anche attraverso l’esperienza dei campeggi estivi e del Grest che, in questi 15 anni, ha coinvolto un numero sempre crescente di bambini e di giovani. Domenica 18 settembre le comunità parrocchiali di Lutrano e Fontanellette saluteranno don Lucio ed esprimeranno, con riconoscenza e commozione, il loro grazie! perché attraverso la sua umanità, la sua preoccupazione pastorale, la sua sollecitudine verso gli ammalati, la sua attenzione verso i collaboratori, e la sua testimonianza di fede, è stato per tutti un sacerdote, un amico e un fratello in Cristo. Il consiglio pastorale parrocchiale di Lutrano tori di gruppi di auto mutuo aiuto (A.M.A.). Tema del giorno: “La relazione di coppia: amore, condivisione, identità, ruoli". Relatore il dott. Roberto Gilardi, docente Università di Trieste. GIOVEDÌ 22 Ore 20.30 al teatro del Brandolini: presentazione del piano pastorale diocesano per il 2005/2006. Sarà presente il vescovo Giuseppe. VENERDÌ 23 In serata i Califfo De Luxe suonano a San Nicolò di Ponte di Piave. * FARMACIA DI TURNO: Scotto, via Umberto I 28. Tel. 0422 712221 36 d’acqua maggiori (Livenza, Meduna, Monticano, Piave) e non i canali di sfogo dell’acqua piovana e le fognature urbane. Dopo il venerdì apocalittico, che ha comportato l’interruzione dell’erogazione di energia elettrica (compresi gli impianti semaforici, gli ascensori, alcuni servizi ospedalieri a Motta) e la sospensione dell’attività lavorativa, mentre la rabbia popolare è montata a livelli di guardia, è cominciata la caccia ai responsabili. Chi la prende con filosofia, compresi alcuni amministratori comunali, dà la colpa alle variazioni climatiche (“Le stagioni non sono più quelle di una volta” o giù di lì), altri con superiore responsabilità additano i vari consorzi di bonifica (“Non tengono puliti i fossi”) o i Comuni (“Gli scarichi fognari sono insufficienti, i tombini tappati di foglie e aghi”). In realtà il problema è generale e non più procrastinabile. Fino a ieri si è permesso di edificare praticamente ovunque, modificando i livelli del terreno, innalzando dighe al posto delle naturali vie di sfogo e di raccolta delle acque meteoriche. Da Oderzo a Motta si contano a decine gli esempi lampanti di corsa sragionata alla cementificazione: è forse un caso se sotto acqua sono finite le zone industriali o le aree di più recente realizzazione oppure le zone commerciali di prossima sbocciatura? I moderni sottopassi o i garage sotterranei che vanno tanto di moda si sono trasformati in paludi. Se un intervento va fatto è l’analisi dei problemi irrisolti: le fognature sempre uguali nonostante vi si allacci un numero sempre crescente di utenti, la scomparsa delle fosse e delle depressioni dove per secoli le acque si sono raccolte, il soffocamento di fossi e fiumi minacciati dalle arature e dalle strade asfaltate, la mancanza di manutenzione perfino dei tombini. Giacinto Bevilacqua senso un esempio, è ancora assai sensibile a tutto quanto gli accade intorno e ogni giorno legge i giornali. «Sono contenta di rimanere in casa di riposo – spiega ancora con lucidità – perché qui mi sento a casa». «Nonna Rita è ospite della casa di riposo da oltre nove anni – ha detto il direttore della casa di riposo Angelo Sacilotto – e dopo essere rimasta vedova ed aver accudito numerosi nipoti che ancor’oggi vengono a trovarla con assiduità, ha chiesto lei stessa di poter essere seguita nella struttura mottense. Nonna Rita è ancora in buona salute e in per- fetta lucidità mentale e partecipa alle attività di animazione». Come ogni anno ha scritto un messaggio per ringraziare gli intervenuti; devota alla Madonna, ha chiesto per tutti la protezione del Signore. Gianandrea Rorato In tutto l’Opitergino e il Mottense le piogge intense hanno causato gravi danni: siamo vittime della natura o è anche un po’... Colpa nostra? D ue acquazzoni di straordinaria intensità hanno messo in ginocchio l’intero Opitergino-Mottense. Da Oderzo a Motta di Livenza, passando per Chiarano e l’hinterland, a centinaia sono stati allagati scantinati, garage e magazzini, i tombini sono saltati, le acque nere risalivano dagli scarichi fognari e dai sanitari domestici, fossi tracimati, strade interrotte al traffico e trasformate in torrenti, il canale Piavon esondato, rami, foglie e spazzatura ovunque, campi Gli allagamenti nella zona industriale nord di Oderzo e parchi ricoperti d’acqua. Un’emergenza del genere non si viveva da anni, forse addirittura dal 1966, visto che gli eventi alluvionali del 2002 hanno riguardato principalmente i corsi Una via allagata a Camino HA COMPIUTO 107 ANNI Auguri, nonna Rita Luvison! H a festeggiato la scorsa domenica i 107 anni: una vita vissuta a cavallo di tre secoli. È ospite della casa di riposo da poco meno di una decina d’anni, e della struttura mottense è una delle ospiti più conosciute. Nonna Rita Luvison è nata a Camino di Oderzo il 16 agosto del 1898, ma presto si è trasferita a Mansuè. Ha festeggiato questo suo nuovo traguardo domenica 11 insieme a tutta la comunità della casa di riposo e alle rappresentanze dell’amministrazione dell’ente, delle amministrazioni comunali di Motta e di Mansuè, ai parenti e ai tanti amici. Rita, la cui fede è profonda e cristallina, in questo con una cena aperta a tutti; parteciperanno inoltre le autorità avisine locali. VENERDÌ 16 Questa sera al Gin Bar di Motta concerto dei Brothers, Ziroldo and friend. Lo Skating Club Mottense presenta dei corsi di vari tipi di ginnastica. I corsi inizieranno il 26 e 27 settembre. Per informazioni: 0422-740210, oppure [email protected]. DOMENICA 18 Il Cai di Motta organizza un’escursione all’Anello di e L’AZiON e Opitergino / Mottens Domenica 18 settembre 2005 Cima dell’Albero. Per informazioni 0422-765615, sede sociale. Alle 11 viene inaugurata la mostra personale di dipinti di Bruno De Luca, dal sottotitolo “Il palpitare delle cose”, al palazzo comunale “La Loggia” a Motta. Presenta Ezio Ciprian. L’orario sarà: sabato e domenica 10-12 e 1619.30; mercoledì, giovedì e venerdì 16-17.30. Questa sera si concludono i festeggiamenti della Braciolata Avisina 2005, MARTEDÌ 20 Lo Skating Club Mottense presenta dei corsi di pattinaggio, di base, pre-agonismo e pattinaggio spettacolo. I corsi si terranno sulla pista esterna (vicino scuole elementari) oppure nella palestra delle scuole Isiss il martedì e il venerdì dalle 16.30 e le 18. Per informazioni: 0422-740210, oppure [email protected]. Farmacia di turno: Scotto, via Umberto I 28, Oderzo, telefono 0422-712221. L’INGRESSO A CHIARANO Un concerto per don Giancarlo C’ è grande attesa per l’arrivo di don Giancarlo Tondato che farà il suo ingresso in parrocchia domenica 18 alle 17. Si apre dunque un nuovo corso per la parrocchia che è stata retta per parecchi anni da don Mario Dall’Arche. Don Giancarlo Tondato, sacerdote di profonda cultura e preparazione, vanta al suo attivo anche un’esperienza missionaria in Argentina, dove ha retto una parrocchia di circa 25 mila abitanti. È stato parroco a San Giacomo di Veglia, quindi pastore nelle parrocchie di Mansuè e Basalghelle. A Chiarano già diverse persone l’hanno incontrato e hanno subito avuto modo di apprezzarne l’umanità e la preparazione. In onore dell’ingresso di don Giancarlo (come leggiamo sotto) si terrà a Chiarano anche un concerto. (AF) SUONA PERISSINOTTO, AUSTRALIANO DI CHIARANO S i svolgerà mercoledì 21 settembre alle 21 nella chiesa arcipretale di Chiarano un concerto d’organo e tromba, eseguito dai maestri Dominic Perissinotto all’organo e Anthony Pope alla tromba, provenienti dall’Australia. La tappa a Chiarano del loro tour europeo non è casuale: ci sono almeno due buoni motivi. Il primo è perché il papà di Dominic, Guerrino, è originario proprio di Chiarano, dove è nato e da dove partì per l’Australia nel lontano 1951. Già due anni fa Dominic eseguì proprio qui a Chiarano un concerto in una chiesa gremita di parenti e conoscenti; come da lui allora promesso, due anni dopo ritorna, e questa volta ad ascoltarlo ci sarà anche il padre. Il secondo motivo del concerto, non meno importante, è che con questo concerto la parrocchia di Chiarano vuole dare il benvenuto al nuovo parroco Dominic Perissinotto don Giancarlo. Dominic Perissinotto si è laureato alla Melbourne University; nel 1990 continuò gli studi alla Royal College of Music di Londra dove fu nominato organista della Westminster Roman Cathedral of London e in seguito della chiesa italiana di San Pietro in London. In seguito al suo ritorno in Australia nel 1993 è stato molto attivo sia come solista sia come accompagnatore di cori, strumentisti e cantanti. Attualmente è coordinatore di musica della University of Notre Dame of Australia, organista e direttore di musica alla basilica di St. Patrick a Fremantle. ADDIO, CARI PLATANI DI GORGO... C ari vecchi platani malati di Gorgo: non c’è speranza per voi, sarete abbattuti. Decisione sofferta ma necessaria, soprattutto per impedire che la malattia si propaghi ad altri alberi, ora sani. Il territorio gorghense vanta diverse strade alberate. Sono il frutto di una decisione presa decenni or sono quando lungo le nuove strade si piantavano gli alberi, quasi sempre platani. Albero maestoso e bellissimo il platano, purtroppo, può di- ventar preda di una malattia mortale: il cancro. Quando un albero ne è affetto non c’è più nulla da fare, muore inesorabilmente. Fra le cause di questa malattia sembra esserci l’inquinamento atmosferico. I tecnici della Guardia forestale hanno effettuato la diagnosi, segnando quali sono le piante che andranno abbattute. Per quest’intervento sono stati stanziati 30 mila euro. Il legname non potrà essere venduto. Essendo di albero ammalato dovrà essere smaltito in un inceneritore per evitare che le spore della malattia si propaghino ad altri alberi. Certo, è un intervento che suscita tristezza, soprattutto pensando che esso è diretta conseguenza della civiltà dei consumi. Una proposta per il Comune di Gorgo: piantare presto degli altri alberi in sostituzione di quelli tagliati, portando una nota di verde su quell’asfalto che si sta sempre più diffondendo nei nostri paesi. Annalisa Fregonese e L’AZiON orie m e M / o n ia z e n e V / Mottense Domenica 18 settembre 2005 37 ESPOSIZIONE A SAN GIORGIO CURIOSITÀ A GRASSAGA Pasqual e Celeghin mostrano “Quando il lavoro è arte” La storia in soffitta della canonica È giunta alla sua dodicesima edizione la mostra “Quando il lavoro è arte” allestita al centro sociale di San Giorgio di Livenza in occasione dei tradizionali festeggiamenti in onore del santo patrono. L’esposizione sarà inaugurata sabato 17 settembre, alle 20.30, alla presenza del parroco don Angelo Arman, del sindaco di San Stino e del sindaco del Comune di Caorle (a cui San Giorgio appartiene), che ha dato il suo patrocinio. Organizzata con passione e cura da due sangiorgensi, Paola Pasqual e Tiziano Celeghin, la mostra è cresciuta negli anni, affermandosi come preziosa occasione per conoscere e ammirare le opere di alcuni artisti provenienti da varie città e paesi del Veneto e del Friuli, che spesso vivono proprio del loro lavoro di pittori, scultori, artigiani. Per il 2005 si è riusciti a raccogliere le creazioni di ben 25 artisti. Tra questi, come ogni anno, non mancherà l’“ospite d’onore”, un artista di fama, apprezzato dalla critica nazionale o internazionale: sarà Andrea Pavon Mancinelli, scultore-pittore residente a San Giorgio di Nogaro, che la comunità parrocchiale ha già cono- Il monumento al donatore Avis in piazza Duomo a Portogruaro, opera di Giuseppe Celeprin, uno degli scultori protagonisti della mostra “Quando il lavoro è arte” sciuto l’8 dicembre scorso, per il primo anniversario dell’inaugurazione della cappella dedicata a Maria Madre della Chiesa. In quell’occasione, infatti, i fedeli parteciparono ad una celebrazione dedicata a Maria, ispirata all’opera di Pavon Mancinelli Tutto il programma dei festeggiamenti P roseguono i festeggiamenti a San Giorgio di Livenza, all’insegna della musica e della buona cucina. Nell’area adiacente i locali parrocchiali è stato allestito lo stand enogastronomico, la pesca di beneficenza e, accanto alla mostra d’arte (vedi articolo sopra), un’esposizione fotografica su san Giorgio, con immagini dagli anni venti ai giorni nostri. Alcune foto saranno anche proiettate su uno schermo e accompagnate da un sottofondo musicale di brani corrispondenti all’epoca rappresentata. una famiglia posto a tavola”, GAINIGA la festa annuache cresce quella di “Insieme per le dell’associal’Africa”, l’associazione nei locali zione di volontaadiacenti la riato che sostiene chiesa parrocla missione di pachiale di Gainidre Gianfranco ga. Gottardi a CaIl programma boxangue in Nuodella giornata va Guinea. prevede la celeOggi infatti l’associazione è alle brazione della messa alle 10.30, soglie dei duecento iscritti, sen- alle 12 il saluto del presidente za contare le numerose persone Silvio Florian nelle sale parrocdisponibili a dare una mano per chiali, alle 12.30 il pranzo a bale numerose iniziative di raccol- se di piatti tradizionali, alle 15 ta fondi. estrazione della lotteria. Domenica 25 settembre si rinnova Per prenotarsi telefonare al nul’appuntamento con “Aggiungi un mero 335-6284206. (BD) È Festa di Insieme per l’Africa il 25 PIANZANO “La Regina del mare”, una vera e propria vela affrescata ed esposta nel coro della nuova chiesa. «Ogni anno – spie- ga Paola Pasqual – cerchiamo di invitare sempre nuovi artisti e di mantenere la varietà nelle tecniche, dalla pittura, alla scultura, all’artigianato». Questi i nomi dei partecipanti: come scultori, Roberto Bertolo, Giulio Bonacin, Giuseppe Celeprin, Arrigo Da Rozze, Lauretta Donè, Torquato Ongaretto, Giorgio Picchetti, Umberto Sartori, Vinicio Stocco, Vittorino Zane; come pittori, Giacinto Biancon, Ezio Ciprian, Paolo Benvenuto Cellini, Antonio Franceschi, Sandro Gaetani, Danilo Marchesin, Antonio Marini, Laura Mior, Gabriella Musso, Paola Pasqual, Lucia Piazza, Laura Poletto, Gianfranco Tagliapietra, Lucio Trabucco. La mostra sarà visitabile nei giorni della festa (che proseguirà nei fine settimana fino al 25 settembre), dalle 19.30 a mezzanotte. Beatrice Doretto CAPPELLA MAGGIORE Questo il programma dei prossimi giorni: sabato 17, ballo con l’orchestra Jimmy e Ricordi e alle 20.30 inaugurazione della mostra “Quando il lavoro è arte”; domenica 18, alle 17 processione comunitaria con il simulacro della Madonna, alle 21 ballo con “I cadetti” e cabaret con Giusy Zenere dalla trasmissione tivù “La sai l’ultima”; sabato 24 alle 20 assaggio di torte casalinghe offerte dalle donne del paese, alle 21 ballo con “I romantici”; domenica 25 ballo con l’orchestra “Andrea Orlando”. “C uriosando in soffitta”: è questo il titolo della mostra allestita in occasione della sagra di Grassaga, nel salone parrocchiale. Si tratta infatti di una esposizione frutto proprio di una visita esplorativa nella polverosa soffitta della canonica. Qui sono rinvenuti una grande quantità di oggetti sacri, tuniche, oltre che interessanti documenti parrocchiali dai primi del Novecento. Preziose testimonianze che, già lo scorso anno, il sacrestano Bruno Presotto decise di riportare alla luce durante i festeggiamenti paesani e CEGGIA: la Caritas trasloca in via Piavon L a Caritas di Ceggia a causa dei lavori di sistemazione alla Casa della dottrina, affinché questa possa accogliere gli studenti della elementare Collodi, si è trasferita temporaneamente in via Piavon, presso gli ex-ambulatori. È aperta il sabato, dalle 9 alle 11. che, visto l’apprezzamento dimostrato dai visitatori, sono stati esposti anche per questa edizione, con qualche significativa novità: meno spazio agli oggetti sacri e molto di più alle immagini che documentano la storia di Grassaga nel ventesimo secolo. Gli organizzatori – Presotto insieme a Roberto Ciottolo, Maria Rosa Zorzetto e Marco Sartorello – si sono mobilitati per raccogliere fotografie più o meno antiche, in grado di raccontare quasi cento anni di storia di una piccola comunità, che oggi conta poco meno di 400 abitanti. Così dalla soffitta della canonica, la mostra è diventata il pretesto per curiosare nei sottotetti di molte famiglie e scovare storici scatti di gruppi, di paesaggi, della chiesa in costruzione, delle comunioni e delle cresime, dell’alluvione. «Pezzosimbolo della mostra – spiega Marco Sartorello – è il vecchio orologio del campanile, che per la prima volta può essere visto da vicino». (BD) OSIGO MOTTA: affollatissimi funerali della maestra Bruna Favretto M oltissimi i partecipanti nel duomo di San Nicolò a Motta lo scorso sabato pomeriggio ai funerali di Bruna Favretto in Dal Ferro, 52 anni, maestra elementare. La donna è deceduta in seguito ad un male incurabile. Da tempo non godeva di buona salute, negli ultimi giorni il peggioramento e il decesso. Il SUSEGANA papà Giovanni era bidello alla scuola media locale, il marito Sandro Dal Ferro è apprezzato falegname e artigiano. Lascia i tre figli Marco, Andrea ed Elena. Le esequie sono state caratterizzate dall’emozione dei partecipanti che hanno conosciuto la donna: infatti la sua professione di insegnante elementare l’aveva fatta conoscere a generazioni di S. VENDEMIANO mottensi. La salma è stata tumulata nel cimitero di San Giovanni. (GR) GIOVANNI DE CONTI n. 28.11.1924 - m. 18.8.2005 Sei sempre vicino a noi. Tua moglie Ormelia con i figli Meri, Francesca e Francesco e i nipoti ti ricordano con immensa nostalgia. SAN VENDEMIANO / UNITI NELLA PACE DEL SIGNORE S AUGUSTA SANSON n. 24.11.1910 - m. 18.6.2005 Nel trigesimo della tua morte ti ricordiamo con tanto affetto perché continui a vivere vicino a noi nella mente e nel cuore. Il marito Antonio, figli, nuora, generi, nipoti, pronipoti e parenti tutti. LUIGI ULIANA n. 21.6.1923 - m. 20.9.2001 Sono passati quattro anni, ma tu sei sempre vivo nei nostri cuori. Tutti i tuoi cari. MARIO MORANDIN 23.9.1995 - 23.9.2005 Lenti e pigri sono trascorsi questi ultimi dieci anni senza di te, che ci sei mancato soprattutto nei momenti di gioia vissuti in famiglia. Il tuo ricordo rimane sempre vivo come allora nei nostri cuori. FRANCESCO DAL POS n. 6.5.1910 - m. 16.9.1988 MARIA DALL’ANESE n. 18.10.1914 - m. 22.2.1998 Cari genitori, ricordiamo l’esempio di onestà e bontà che ci avete insegnato: aiutateci a seguirlo. I vostri cari ANGELO DAL POS n. 5.5.1905 - m. 20.9.1982 CARMELA SANSON n. 15.7.1907 - m. 10.10.1996 iete uniti tutti e due nella pace di nostro Signore, nel venitreesimo e nono anniversario della vostra morte. Cari genitori, l’amicizia, la bontà e l’amore che ci avete donato resteranno immutati nei nostri cuori. Vi ricordano il figlio, le figlie, i generi, i nipoti e i pronipoti. Seguiranno le messe negli anniversari. I vostri cari con tanto affetto vi ricordano. DOPPIA VOCAZIONE, ECOLOGICA E SOLIDALE, PER LA ECOMARATONA DEI CIMBRI CHE SCATTA DOMENICA 18 Per l’ambiente, per i Saharawi P arte domenica 18 settembre alle 8.30 da Fregona la seconda edizione dell’ Ecomaratona dei cimbri. Caratterizzata da un percorso di 42 km e 195 mt (è a tutti gli effetti una maratona) quasi interamente su strada sterrata o sentiero (nome tecnico: trail running), la manifestazione sportiva si snoderà attraverso luoghi suggestivi come le grotte del Caglieron, il monte Pizzoc - il primo tratto di gara comprende appunto i 1300 metri di salita da Fregona alla vetta- e il bosco del Cansiglio cono alcuni siti cimbri, tra cui Campon. La competizione, che vedrà l’assegnazione al vincitore del secondo trofeo Permasteelisa, non è aperta a corridori improvvisati, ma a persone con un adeguato allenamento: i parte- cipanti devono essere muniti di certificazione di idoneità medica per l’atletica. Quest’ultima, infatti, è necessaria per le iscrizioni, aperte fino a sabato 17 stesso. Con l’aiuto di 150 volontari e una previsione di più di 200 partecipanti, anche quest’anno l’Ecomaratona si pone obbiettivi multiformi, dalla valorizzazione ambientale e storica, fino all’impegno nel sociale. Infatti, come spiega Tiziana De Conti della Pro Loco di Fregona, «L’Ecomaratona dà la possibilità di mantenere attivi sentieri bellissimi da un punto di vista paesaggistico e anche di percorrere luoghi intrisi di storia». Oltre alla valorizzazione e promozione dell’ambiente locale, l’eco-maratona sarà l’occasione per promuovere un’azione di sensibilizzazione e di solida- rietà a favore dei profughi del popolo Saharawi, la cui terra, il Sahara Occidentale, è indebitamente occupata da 30 anni dal Marocco, suo potente vicino di casa settentrionale. L’impegno solidale dell’Ecomaratona prevede che una quota dell’iscrizione pagata dai partecipanti finanzi l’adozione di un bambino ugandese disabile e di sua madre, e quella, simbolica, di un desaparecido del popolo Saharawi. Inoltre la competizione fregonese fa parte del circuito delle Ecomaratone d’Italia, le cui consorelle sono l’Ecomaratona del Ventasso (in provincia di Reggio Emilia), quella dei Marsi (in provincia dell’Aquila) e la Sahara Marathon, che si svolge appunto in Sahara Occidentale, a contatto e a beneficio dei Saharawi. CAI E DINTORNI - TUTTE LE PROPOSTE A vevate forse dei dubbi? Come promesso, la rubrica di appuntamenti on the road sulle vette dei monti si prodiga questa settimana in allettanti sorprese, con tanto di eventi eccezionali, come l’attesissima ecomaratona dei Cimbri di cui si parla qui sopra. Una full immersion di due giorni, sabato e domenica, per la sezione Cai di Sacile: direzione Piccolo Lagazuoi, Gasser Depot, nelle Dolomiti Ampezzane. Informazioni: www.caisacile.org La sottosezione Cai di San Polo non se ne sta con le mani in mano e questa domenica organizza una gita escursionistica a bivacco Grisetti e Cima Moiazzetta. Informazioni: www.caisanpolo.it Promette bene la sezione family Cai di Pieve di Soligo, intenta questa domenica a percorrere un itinerario escursionistico a Farra di Soligo. Infor- mazioni: www.caipievedisoligo.it Ed ecco la prima sorpresa: sezione Cai di Motta di Livenza e Gruppo Jonathan uniti nell’escursione domenicale in Val Tovanella. Da Castellavazzo Podenzoi, luogo designato alla partenza delle 8.30, si sale al bivacco Casera Busnich (1563 mt), si raggiunge forcella Busnich (1617 mt) entrando nella Riserva Orientale Val Tovanella, dove si ammira la parte meridionale del Gruppo del Bosconero. Altre tappe: forcella Sesarola, forcella Pezzei (1668 mt) e Costa del Duo. Informazioni: www.caimotta.it Il Cai di Vittorio Veneto opta invece per una visita ai luoghi che furono teatro di aspre battaglie nel 1915-18: la zona a nordest del lago di Landro, la Croce di Dobbiaco (2305 m.), la Forcella Dei Castrati (2227 m.), la Piramide Carducci, il rifugio A. Bosi, fino al lago di Antorno (1866 m.). Dislivello di 900 m. e partenza alle 6.30 dal parcheggio Cadoro. Informa- zioni: www.caivv.it L’appuntamento per il Cai di Conegliano è al passo Valles e al passo San Pellegrino. Sono previsti due distinti percorsi: il primo, per veri duri, dal passo Valles a malga Vallazza, al lago di Iuribrutto ed all’omonima forcella dalla quale si scenderà al passo San Pellegrino; il secondo, più adatto ai ragazzi della sezione Alpinismo Giovanile, dalla forcella a Cima Bocche (2745m) ed al bivacco Jelici fino a percorrere il sentiero attrezzato Gronton fino alla forcella Lusia. Ma le sorprese della sezione di Conegliano non finiscono qui: sabato 17 settembre alle 21 il Centro Culturale Humanitas in collaborazione con il Cai di Conegliano presenta all’Auditorium Teatro Toniolo Liberi di avere o liberi di essere? un incontro con Ario Sciolari, guida alpina di San Vito di Cadore, e Francesco Vidotto. L’ingresso è libero. Informazioni: www.caiconegliano.it. (AD) La manifestazione ha sin dalla sua nascita l’appoggio di Legambiente, che nella sua prima edizione, l’ha insignita della Bandiera Verde. Proprio per te- Un passaggio della Ecomaratona 2004. A fianco, il momento della partenza. nere fede a questo impegno, una par- zione del Pasta Party, preticolare cura è riservata al- visto per la sera di sabato la manutenzione e al ri- 17 settembre all 19, seguispetto dei sentieri percorsi, to alle 20 dalla proiezione di che saranno sgomberati un video sul Cansiglio. In dalla segnaletica sin dal precedenza, alle 17 al cenpassaggio dell’ultimo cor- tro sociale meeting per gli atleti della Ecomaratona e ridore a fine gara. Il cenedese Gianni De gli aspiranti tali con l’atleta, Polo, membro del comita- giornalista e massofisioteto organizzatore insieme al- rapista Fulvio Massa sul tel’altro cenedese Stefano ma “Il trail running: prepaMichelet e a Tiziana De razione, alimentazione, tecConti, spiega che «altro nica, tattica di gara”. Per chi non corre, dopregio dell’Ecomaratona è quello di fungere da col- menica mattina alle 9.30 elante tra le varie associa- scursione guidata sui senzioni di volontariato del fre- tieri del Torchiato attorno gonese», che collaborano a Fregona. Alle 15 le premiazioni all’organizzazione. Dunque anche un’occa- del vincitore, alle 16.30 il sisione di socializzazione, pario sull’Ecomaratona. Ginevra Lamberti confermata dall’organizza- 15 GIORNI PER LA MONTAGNA A BELLUNO “OLTRE LE VETTE” G iunge alla sua IX edizione “Oltre le vette. Metafore, uomini, luoghi della montagna”, la rassegna dedicata alla montagna in programma al teatro comunale di Belluno dal 24 settembre al 9 ottobre. Protagonista della manifestazione il grande cinema di ambientazione alpina del XX secolo, con esposizioni, mostre a tema, come quella del pittore Giovanni Bettolo, tavole rotonde, convegni di studio, presentazioni di libri e proiezioni di film, tra cui spiccano le opere di Arnold Fanck, Leni Riefensthal e Frank Capra. A inaugurare la rasse- gna, sabato 24 settembre, il film di Alberto Maria De Agostini “Terre Magellaniche”, un’opera del 1933 sulla esplorazione della Patagonia, con commento musicale dal vivo di violoncello e pianoforte. Tra gli ospiti d’onore, è previsto Reinhold Messner, atteso per la serata del 2 ottobre. Oltre le vette va anche a teatro con gli attori-autori Sandro Buzzatti, Paola Favero e Patrizia Zanco, che, la sera del 9 ottobre, anniversario della tragedia del Vajont, ricostruirà il percorso umano e professionale di Tina Merlin. Angela Deganis e L’AZiON Lettere & interventi Domenica 18 settembre 2005 39 DOPO IL SUCCESSO DEL FILM DOCUMENTARIO SU PAPA GIOVANNI PAOLO I Gli anni di Luciani vescovo vittoriese, riscoprirli per conoscerlo davvero I l documentario su Giovanni Paolo I, Albino Luciani, trasmesso recentemente dalla Rai, ha suscitato consensi, ma anche critiche. Pubblichiamo il commento di due “vecchi” collaboratori de L’Azione che hanno ambedue avuto modo di essere stati vicini ad Albino Luciani nel periodo del suo ministero episcopale a Vittorio Veneto. Condividiamo la loro valutazione critica per la carenza del documentario nella parte riguardante la nostra diocesi. Siamo convinti che certe sorprese che il suo brevissimo pontificato ha suscitato nascano da alcune caratteristiche della sua personalità che sono maturate proprio a Vittorio Veneto. Appoggiamo poi l’invito perché qualcuno, che sa e può, intraprenda quest’opera di doveroso completamento della figura del nostro amato Giovanni Paolo I. “CONVERTITO DAL CONCILIO” La forza della semplicità H o avuto il privilegio di avere papa Luciani, allora nostro vescovo, come “celebrante” del mio matrimonio nel settembre del 1966 e di seguire con emozione ed entusiasmo, da giovane cattolico impegnato nelle istituzioni diocesane, la sua prodigiosa semina pastorale fra le nostre comunità cristiane. Il pregevole film-documento (Il Papa del sorriso), che Raitre ha proposto sulla figura e il ruolo di questo “prete bellunese” divenuto Giovanni Paolo I come per incanto e al di là di ogni pronostico della vigilia, merita un paio di rilievi che nulla tolgono alla bravura e correttezza giornalistica degli autori del servizio. 1- Lo spazio riservato dalla trasmissione alle tre fasi del cammino biografico e pastorale di Albino Luciani verso il soglio pontificio (prete nel bellunese, vescovo di Vittorio Veneto e patriarca di Venezia) mi sembra penalizzi in modo evidente proprio il periodo episcopale nella nostra diocesi. Non mi riferisco tanto ad una questione di “tempo-trasmissione” dedicato a questa fase, quanto piuttosto ad un’analisi limitata e talora superficiale dei segni socio-pastorali che papa Luciani ha lasciato su questo territorio e ai cambiamenti di mentalità ecclesiale che la sua personalità dolce e determinata ha saputo favorire gestendo con maestria e senza clamori il messaggio travolgente del Concilio. Citare l’episodio vagamente guareschiano di Montaner (“il cappellano è nostro, guai a chi ce lo tocca”) quale esempio di come l’allora monsignor Luciani difendesse l’ortodossia canonica e l’autorità dell’Episcopus sulla comunità, mi è sembrato riduttivo e certamente non rivelatore di quanto quest’uomo di Chiesa e di Dio sapesse interpretare e calare nelle realtà concrete le “gioie e le speranze” che la stagione conciliare stava suscitando in quegli anni. Al suo ingresso a Vittorio Veneto, a metà degli anni Sessanta, monsignor Luciani si trovò a dover traghettare, seguendo il vento conciliare che soffiava provvidenziale, una Chiesa locale sottoposta, negli stessi anni, a profonde mutazioni sociali, culturali e politiche: si pensi all’industrializzazione galoppante di aree quali il Coneglianese e il Quartier del Piave, con perdita graduale dei connotati rurali di abitudini, mentalità e culture locali, al bisogno di “ruolo attivo” da parte di un laicato cattolico che in quegli anni richiedeva spazi più significativi di presenza ecclesiale che andassero oltre la gestione delle tradizionali attività parrocchiali e, sul terreno più squisitamente politico, al dibattito aperto, nel mondo cattolico, dalla alleanza, a partire dal 1963, fra il partito cattolico della Democrazia cristiana e il Partito socialista che contribuiva a spingere verso esperienze “socialmente coraggiose” un sindacalismo a ispirazione cristiana che gestiva le spinte e le richieste del mondo del lavoro in forte tensione e talora in fibrillazione. Il vescovo Luciani riuscì, con il suo stile, la sua catechesi e la sua didattica a tratti disarmanti nella loro profonda semplicità, a far emergere una Chiesa viva, capace di metabolizzare i cambiamenti senza cercare il conflitto e in grado di far crescere e progredire non tanto singole esperienze “socialmente ed ecclesialmente dirompenti” come in altre realtà del Paese bensì l’intero popolo di Dio delle comunità cristiane affidate alla sua cura pastorale. Mi sembrava questo il terreno privilegiato sul quale gli autori del servizio avrebbero potuto scavare e indagare per far capire quanto questo autentico interprete dello spirito conci- liare abbia plasmato un’intera comunità. Non è casuale che alle persone a lui più vicine e nel corso di incontri con responsabili della pastorale e della comunicazione diocesana, il vescovo Il vescovo Albino Luciani davanti alla cattedrale di Ceneda Luciani fosse solito ripetere: «Io sono un con- merosi documenti di quevertito dal Concilio». La gli anni) secondo criteri di grandezza ecclesiale di apertura, comprensione e quest’uomo va capita, a mio rigore dottrinale. Vale a dimodesto avviso, solo se in- re: la preferenza della Chieterpretata rileggendo i testi sa va sempre e comunque conciliari più significativi, verso chi è povero, senza dalla Populorum Progres- potere, sofferente e si batte per elevare la dignità delsio alla Gaudium et Spes. 2 - Le immagini relative l’uomo; la Chiesa deve metalla fase veneziana del pa- tere gli uomini e la loro cretriarca Luciani appaiono scita totale prima del propuntuali ed efficaci nel ri- fitto; le esperienze “ideololevare il rigore e l’inflessi- gicamente discutibili” o “cabilità nel contrastare qual- nonicamente non facilsiasi coinvolgimento della mente compatibili” che laiChiesa in operazioni finan- ci e preti decidono di fare, ziarie più o meno traspa- vanno seguite con attenrenti e in manovre con po- zione ed eventualmente teri forti ed occulti. Si rica- corrette con comprensione va invece un’impressione e carità non bollate con adistorta della posizione di natemi. Senza scomodare cateLuciani nei confronti del mondo del lavoro, in parti- gorie abusate di progressicolare quello di fabbrica, e smo e conservatorismo, mi nei confronti di chi, all’in- sembra ancora una volta terno della Chiesa, sia pre- che la rigorosità conciliare te che laico, si “compro- del vescovo Luciani abbia metteva” in tentativi, giusti trovato la sua espressione o discutibili che fossero, di più efficace e genuina ducapire e condividere le rea- rante il suo episcopato nelli condizioni di lavoro degli la nostra diocesi. Avrei vooperai le quali, in quegli an- luto che il servizio di Raitre ni, non erano sempre in sin- avesse dedicato un aptonia né con la dottrina so- profondimento specifico a ciale della Chiesa né, so- questo aspetto. Un’analisi attenta dei doprattutto, con le più recencumenti di quegli anni e ti esortazioni conciliari. Pur senza indulgere in delle eventuali testimoproclami e prese di posi- nianze ancora disponibili zione eclatanti, monsignor potrebbero svelare ulterioLuciani, nella fase vittorie- ri aspetti sulla grandezza se del suo ministero epi- conciliare di questo “umile scopale, ispirò i suoi inter- vescovo” il cui ricordo anventi e orientò la pastorale cor oggi ci stimola e comdel mondo del lavoro (si muove. Fiore Piovesana leggano in proposito i nu- RACCONTATI PARZIALMENTE La solita delusione per gli anni “nostri” C aro Direttore, il documentario su Papa Luciani trasmesso su Raitre lunedì 5 settembre ha ottenuto il consenso della critica e, a tener conto dei dati Auditel (3.101.000 spettatori e uno share di quasi il 14%), anche dei telespettatori. Per fare un paio di esempi: il critico del Corriere della Sera (del 7 settembre) lo definisce “una densa pagina di tivù”, mentre quello dell’Espresso (numero 35 del 15 settembre) parla addirittura di “Un piccolo, ma non tanto piccolo, capolavoro, televisivo e non solo televisivo”. Non sono un esperto della materia ma, nel mio piccolo, mi sento di condividere i due autorevoli giudizi, almeno sull’opera televisiva in sé, considerata nel suo complesso. Devo aggiungere però che, nel seguire il documentario, ho anche provato delusione. Vorrei dire: la “solita” delusione, quella che provano tutti coloro che, in diocesi, hanno conosciuto il vescovo Luciani e lo hanno seguito nei suoi anni vittoriesi, quando leggono le sue biografie, soprattutto nelle sintesi giornalistiche ma non solo in quelle, e non trovano in esse (quando lo trovano) se non un breve cenno superficiale al suo episcopato vittoriese. E va anche detto che, nel documentario di cui parliamo, questa parte è la meno riuscita, non solo per la sua incompletezza dal punto di vista biografico, ma anche per il rilievo sproporzionato che in essa si dà (nonché la rappresentazione reticente e confusa) ai due noti “scandali” che procurarono non poche sofferenze al vescovo Luciani, ma che comunque, nell’economia generale della sua “presenza” tra noi, costituiscono due episodi del tutto marginali. Il rischio fortissimo, parlando solo di essi e pressoché niente del resto, è di capire poco, per non dire nulla, di Albino Luciani vescovo di Vittorio Veneto e del mirabile percorso di pensiero e di anima che in quegli anni per noi indimenticabili egli maturò, alla luce – è proprio il caso di dirlo – del Concilio, che egli visse con un entusiasmo letteralmente contagioso. Ma la delusione, caro Direttore, si accompagna a un rammarico, che è anche – pro quota – un po’ senso di colpa: perché l’ombra da cui viene avvolta la storia di monsignor Luciani vescovo di Vittorio Veneto è anche, e forse soprattutto, dovuta al fatto che fin qui nessuno tra noi – ente, associazione, gruppo, singolo – ha mai pensato di compilarla, magari anche solo a cominciare dalla raccolta delle innumerevoli testimonianze ancora reperibili in terra di San Tiziano. Mi auguro che il documentario televisivo susciti, se non altro, qualche iniziativa in questa direzione. Aldo Toffoli Papa Giovanni Paolo I con colui che diventerà suo successore a San Pietro