L`arte a garanzia dei prestiti

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L`arte a garanzia dei prestiti
L’arte a garanzia dei prestiti
L'arte a garanzia dei prestiti. Cresce la propensione a utilizzare le opere come
collaterale di operazioni finanziarie. Maria Adelaide Marchesoni
La passione e il cosiddetto dividendo estetico dovrebbero essere le principali
motivazioni per l'acquisto di opere d'arte, ma considerando le rilevanti somme di denaro
che ruotano attorno a questo mercato, come nelle ultime aste di Londra e NewYork, non
stupisce se la cosidetta finanziarizzazione è in rapido sviluppo: l'opera d'arte è sempre
più considerata un'ossei class operativa, cioè uno strumento utilizzato come garanzia a
operazioni finanziare.
Cresce la domanda della clientela private di utilizzare l'opera come
collaterale: emerge da un'indagine che Deloitte ha presentato questa settimana a
Milano al convegno «Art & Finance in Luxembourg» secondo la quale il 36% delle
private banche intervistate - in crescita rispetto al 27% del 2012 e al 22% del 2011 - ha
dichiarato che tra i servizi offerti vi è Part lending e l'ari financing attraverso l'uso di
opere e collectible come collaterali.
Le banche potrebbero aver modificato la loro propensione al rischio collegato ai prestiti
con garanzia arte, ma non è escluso che potrebbe essere anche una maggior richiesta
della clientela. Secondo le stime del broker Robertson Taylor W&P Longreach oggi il
mercato dell'art lending vale 6 miliardi di $ e nel breve potrebbe crescere fino a 20
miliardi. L'indagine conferma che, nei primi sei mesi del 2014, 48% dei clienti,
collezionisti, sarebbe interessato a utilizzare la collezione d'arte come collateral per
richiedere un prestito. Nel 2012 erano solo il 40%, ma a giudizio di collezionisti e
operatori dell'arte nei prossimi due anni è atteso un ulteriore incremento della
propensione all’art lending. Se in Europa siamo ancora agli albori, negli usa c’ è un
nutrito track record.
Tra gli istituti di credito che possono 67% 70%
L'arte entra nella pianificazione del patrimonio Fiducia: quali di questi
servizi sarà centrale per i wealth managers nei prossimi 12 mesi
Deloitte Luxembourg & Ar testimoniare una lunga esperienza nel prestito d'arte, U.S.
Trust ha in circolazione alcuni miliardi di prestiti garantiti da opere d'arte, soprattutto
nel contemporaneo e dopoguerra con emissioni di prestiti sempre più elevati. L'importo
è generalmente limitato al 50% del valore stimato della collezione che ogni anno viene
valutata per la durata del contratto. Tuttavia non tutti i collezionisti possono ambire a
ottenere un: per U.S. Trust il beneficiario deve avere una collezione del valore di almeno
di 10 milioni di $, diversificata per artisti e de poche storielle.
Di recente si sono attivati per rispondere alla domanda dei clienti Hnwi Goldman Sachs
Wealth Management negli States, che ha raddoppiato i prestiti garantiti da arte a 980
milioni di $ a fine 2013, Falcon Group ha lanciato Falcon Fine Art nel 2014 per
promuovere operazioni finanziarie su l'arte, Citi Private Bank ha ampliato la sua art
advisory e art finance business in Asia e America Latina, Right Capital lavora a Londra
dal 2013 e ora anche dal Lussemburgo, Privatbank Berlin dalla Germania e Minsheng
Bank dalla Cina. Deloitte ha chiesto al panel di collezionisti quali sono le motivazioni
che spingono a utilizzare il leverage? Per 53%, in crescita dal 39% del 2012, l'utilizzo de
U'aite come cota era Jè utile ad ampliare la collezione, per oltre il 38% (dal 18% del
2012) le nuove risorse potrebbero essere utilizzate per investire in altri business e,
infine, per il 9% per rifinanziare prestiti. Liquidità e valutazione del rischio restano i
maggiori ostacoli all’art lending, sebbene cresca la conoscenza del mercato.
Naturalmente ci si protegge da i rischi sul prestito: Hiscox e Robertson Taylor W&P
Longreach propongono polizze per coprire il rischio œntro eventuali “fughe” delle opere
in differenti giuridizioni dove il contratto di prestito non ha valore giuridico.
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