Scarica l`opera in formato PDF
Transcript
Scarica l`opera in formato PDF
CùPrA DCTERfORATA ARCH. L UCA BEL T RAMI PI GALEA/,/,O 'lL~ K VAR. 555 ~lAI~L\ SFOl~ZA - \< 1..1...cL \. \ f, )I[ ('('(''{{' lii GLI SP ONSALI DI GALEAZZO hl. SFORZA ARCH. LUCA BELTRAMI GLI SPONSALI DI GALEAZZO MARIA SFORZA MCCCCL - MCCCCLXVIII MILANO MDCOOXClll Francesco Siorza, riedificando nel 1480 il Castelle di Milano sulle rovine della rocca viscontea. volle assicurare la conquista del Ducato contro i nemici interni ed. esterni. Galeazzo Maria, seguendo la naturale sua inclinazione, assecondata dalle tendenze dell'epoca nella quale visse, volle temperare la severità di quella costruzione militare, con tutta la grazia dell'arte del quattro?ento. Nel giorno in cui il Castello di Milano, dopo quattro secoli di vicende militari, ridiventa sede dell'arte, ed asilo delle memorie cittadine, il mio pensiero al volge a Galeazzo Maria , e - pur riepeWmdo il severo giudizio che di lui ha pronunciato la Storia si compiace di ricostituire un episodio della sua vita, per disperdere l'accusa di un delitto, che ancora grava sulla di lui memoria. Milano, 26 ottobre 1893. LUCA BEL.TRAMI. Francesco Sforza, compiuta nel 1450 la conquista. dcl Ducato di Milano, si affrettava a ricercar e per il primogenito s~o. Galeazzo Maria - benchè questi avesse soli sei anni - qualche cospicuo parentado cbe gli procurasse una. valida. alleanza. per far fronte ai nemici della casa Sforzesca. La maggiore minaccia alla sicurezza del ducato veniva, a quel tempo dalla Repubblica VeI}eta, cosicchè l'assicurarsi con vincoli di famigliri. l'alleanza del ma1•chese di Mantova, significa.va per Francesco Sforza stabilire una sentinella avanzata a difesa del troppo incerto confine fra le due potenze rivali, Milano e Venezia: d'altra. parte il marchese di Mantova era fra. i capitani che, nel periodo delle lotte per la successione di Filippo Maria Yiscooti, avevano maggiormente giovato allo Sforza ; era quindi un debito di riconoscenza per questi il rinforzare i vincoli stretti sui campi di battaglia col promettere il primogenito ad una delle figlie di Lodovico Gonzaga. Cosi fu che nel 1450 si stabili il contratto matrimoniale fra Galeazzo M. Sforza e Susanna. Gonzaga, - 10 - · ratificato però da ambo le parti solo nel 1454 ai 20 di dicembre 1 coll'avvertenza che, qualora la figlia Susanna pervenuta alla età di quattordici anni, non fosse, per qualche difetto fisico, idonea al matrimonio, le nozze si sarebbero fatte coll'altra figlia, di minore età, chiamata Dorotea, che allora aveva soli cinque anni. Il contratto venne appunto modificato, secondo questa previsione, tre anni dopo, 2 essendosi in Susanna verificato il difetto di gibbosità: e per una precauzione che - data questa circostanza - era più che giustilbata, il nuovo contratto matrimoniale portò la clausola condizionale, che Dorotea a\l' epoca del matrimonio non avesse a mostrare « in suam personam aliqualem gibositatem vel alium consimilem defectum. » Fu Antonio Guidobono, ambasciatore di Fr. Sforza a Mantova, colui che ai 9 di settembre del 1457 firmò il nuovo istrumento di contratto nel nome di Dorotea,3 dopo che sul conto di questa ebbe ad inviare alla Corte Ducale di Milano seguenti Informazioni, colle quali la.· figura di Dorotea entra nel dominio della storia: « ha. più bellezze che non porti el comunale, grande per l'età, bella carne, bel colorito, de bona ayra et bene membruda. Gli ochi però sono bianchi et la bocha un poco largheta. • » Un anno dopo l'istrumento di matrimonio, Galeazzo Maria ebbe occasione di incontrarsi per la prima volta colla futura sua sposa, e fu quando la marchesa Barbara colla figlia Dorotea si recò a Ct•emona per condurre Gabriela, figlia naturale del marito Lodovico, incontro al promesso sposo Corrado di Fogliano, fratello uterino di Fr. Sforza, accompagnato da Bianca Maria e dal figlio Galeazzo Maria. Durante più di quindici giorni, dal 14. novembre al 3 dicembre 1458, 5 Galeazzo e Dorotea si trovarono assieme a Cremona, e fu una continua festa fra loro. Ritornata a Mantova, Dorotea sentì il bisogno di scrivere al suo promesso sposo, per dare sfogo al do- le - ii- lore provato · p er il ùistacco. Gli archivi di Milano non ci conservarono quella lettera, che forse Galeazzo portò a lungo sotto il suo giustacuore, per rilegg~rla. più volte come pegno d'amore: l'archivio ùi Mantova invece ci conservò la risposta di Galeazzo : e Illustre et suvavissima. la. mia. sposa. La littera. de la S. V. qualti G:o. dli. Milano me ha portato, me è stata. gratissima. per ogni rispecto, ma spelialmente perchè per averla. lecta. et relecta. più de cento volle, me è parso di parlare assai con la. S. V., del che ninna cosa mi po' essere più iocunda. ne piacevole, et in tal modo mi si è levato \all'ano alquanto, quale invero ha.veva. preso grandissimo de sua partita da. mi. De la qual cosa. credo seria. restato privo in tuto, se per essa littera non bavesse inteso quella essere in dolore, el quale dando a mi non mediocre passione, se per la presente non gli intervenisse giù. di poter levare per essere di mancho efficatia che la sua, pregola altnancho che per mio respecto, quale non haverò mai l'animo quieto finchè non intenda che la habia. caciato el suo dolore, si voglia.. ralegrare e vivere de bono animo, et confortare con quello rimedio che anchora mi facio, cioè credere chio sia con la mente seco, corno per certo sono e sarò fin che la vita me basta, corno creùo cho essa sia con mi, el quale me è il megliore conforto che me habia, e cos\ prego la S. V. che anche lei, se non per allro, pur per amor mio sei toglia. Le ambasate ùe la S. V. ho facto., si che piaza ad quella. de recomandarme a. quelli 111Sig. patre e matre, et a li comuni fratelli et sorelle nostre, et a vui dolce mio bene sempre me recomando. Cremona, die XI decembris McccoLvnr. Il vostro Galcazomaria se racomanda al anima sua. bella..• (fuori) Ill. ac Ex. domine sponsc mee precordialissim& domine Dorothec Sfortie Vicecom. comitisse etc. 6 > Dorotea aveva allora nove anni. - 12- Tre anni dopo Galeazzo ripassava a Mantova, dopo esser stato a caccia col marchese Lodovico nel Ducato di .Modena, e rivide la. sua Dorotea: 7 la rivide nel 1462 e nel 1463. Di quest'ultima. visita la marchesa Barbara da.va qualche notizia al tiglio Francesco, che aveva.allora diciannove anni, e già. da due anni era cardinale. e • . . Lo Ili. conte Galeaz an~or si trova. qui e monstra stargli molto voluntiera, e fa molle demonstrazione e signi de bon amor verso la Dorothea. Bagli donato un zogliello <le va.Iuta de circa VIII ducati, e quasi ogni zorno la vole cum se a desenare, o a cena, e certo non poria al parer nostro monstrarli de vederla più de bona voglia de quello se facia, nè fargli magior feste ne pii1 acarezarla. • . • . s » Si avvicinava intanto lepoca stabilita. per il matrimonio, fissata ai 7 di dicembre del 1463, giorno nel quale Dorotea. compiva i 14 anni. Sul finire dell'agosto di quell'anno, Vince11zo Scalona, ambasciatore ilei l\farchese ùi Mantova a Milano, avvisa questi come alla Corte Sforzesca. già si facessero i preparati vi per il matrimonio, e come, per prendere gli opportuni accordi, Francesco Sforza inviasse alla corte di Mantova Giacomo ùa Gallarate. 0 La. stessa notizia si affretta a comunicare Galeazzo a. Dorotea. e !Il. consors mea precordialissima. Jacomo de Galerà. viene da quelli 111. Sig. patrP. et matre, et anchora. da. la S. V. circha la conclusione de le noze nostre, le quale so certamente me pareno looge come a vui. Cara la mia sposa, pregove gli voglia credere quanto a. mi proprio, èhe per cento mille volte me vi recomando, pregandove che vogliate stare <Je bona. voglia, et fare le usate mie recomandatione. Mediolani, die xvu septembris 1463. 10 Il vostro caro Galeazomaria de manu propria. > Ai 27 di settembre il Gallarate era in Mantova, ed alla - 13- marchesa Barbara - essendo assente Lodovico - espone l'ambasciata di Fr. Sforza, e cioè che il Duca di Milano era ben lieto di stringere il parentado, ed era persuaso che Dorotea. non avesse alcun difetto; pure - ad abu11dantem catdelani - intendeva. valersi della clausola del contratto per far visitare da due de' suoi medici la promessa sposa. Sdegnata per tale richiesta, l!he considerava. come un disonore per la. sua casa, e vergogna. per Dorotea, l;i. marchesa. Ba1·bara scrisse tosto al marito, 11 il quale ap· provò la rip\\lsa data. da. Barbara, ordinando che Dorotea sospendesse ogni corrispondenza. epistolare con Galeazzo.12 Bianca Maria, informata. dello sdegno di Barbara, cercò di persuadere questa come la richiesta del Duca non fosse da e pigliare se non in bona parte et per bono ef· fecto 13 » ma non fu così tacile il calmare la Corte di Man· tova. Fin qui la. richiesta di Fr. Sforza corrispondeva. rigorosamente. alla clausola già citata del contratto di matrimonio: nè doveva. sembrare strano che il Duca sentisse la. necessità. di assicurarsi che la donna, destinata a. continuare la. dinastia. degli Sforza, fosse scevra da difetto fisico: ma. lo svolgimento dei fatti non tardò a tra· dire il vero movente della. richiesta, e cioè il propo· sito in Fr. Sforza di sfruttare quella clausola per scio· gliersi da ogni vincolo di parentela. colla ca.sa Gonza· ga, e potere così rivolgere le sue mire a :tien piu co· spicuo parentado. E si comprende: assodata ormai con tredici anni di governo la conquista del Ducato, rassicura.lo abbastanza dalla. parte della Repubblica Veneta. Fr. Sfona. sentiva. quanto avrebbe giovato alla sua casa l'ottenere una parentela colla casa di Francia, la quale non dimenticava. vecchi diritti sul Ducato di Milano. Di qnl il proposito di spingere le cose per modo da rag· giungere tale intento, sottoponendo alla fredda ragione Ji stato, ogni sentimento di convenienza. e di riguardo: cosl egli attende che il termine dcl contratto sia pros· simo a. scadere, per inviare a Ma11tova. frate Agostino - il- da. Crema, perchè avesse a dichiarare alla. marchesa Barbara come egli e uoleuache Madona. Dorotea fosse veduta. per magistro de .Norsa, et in caso che refudassero che non fosse veduta da elio, che al tempo debito li manderebe a protestare 1• >.E tanto ò impaziente il Duca. di rom. pere ogni legame che, senza. aspettare la rispo~ta. di frate Agostino, imparte istruzioni ancor pi il precise al suo ambasciatore Gerardo de' Colli, il qua.le doveva a nome ·del Duca dichiarare al Marchese come e hauendo nui hauuto alcuna noticia che la dieta Madonna Dorothea ha pur certo signo per lo quale ne fa dubitare, habiamo -deliberato di far uedere da dui medici periti et intendenti dieta Madona Dorothea ~ : solo ad attenuare la crudezza della proposta. aggiunge che alla visita possono assistere due medici del Marchese, dichiarando « che la Ili. Madona Dorotl1ea non si ha ad uedere in parte men che honesta, et che molto ben servato el pudore · uirginale, non se possa demonstrare.is > Le informazioni sulle quali si basava il Duca per dubitare di Dorotea, si limita.vano a quelle ch'egli si era procurato inviando appositamente a. Mantova, per vedere -da vicino Dorotea, certo Giovanni Matteo, il quale aveva ·dichiarato e haverla veduta a. cavallo, a pede, vestita, in mantelli no et etiam in camorra; che! è bella e fatta grande, et che !altezza della spalla è poca, che chi non lo sapesse non se acorzeria, et ba vendola. ben examina.ta, non ha compreso che! habia la. spalla grossa, 16 > Il Marchese di Mantora, alla richiesta perentoria di Gerardo de' Colli, risponde di esser disposto a mostrare la sua flglinoh~ «in quello che honestamente se possa et debi a monstrare 17 ,, alla quale risposta, che sconcer. tava il piano del Duca, l'ambasciatore mostrò di prestare ben poca. fede, scrivendo a. Fr. Sforza« credo però, : per quanto ho potuto comprendere, non la. voia mon- stra.re nuda, perchè non auendo poy loco questi spon. salitii, mai non trouerebbe marito, come da voi refutata..18 » -1:> - E lo sposo Galeazzo, quale intere3se prendeva a tutte queste pratiche i Bianca Maria, avute le relazioni di frate Agostino e del Colli, le aveva comunicate al figlio, che era a Vigevano, e questi , dopo aver risposto alla madre, scriveva al padre e così me è anche parso scrivere a V. E. cioè che in tuto me remeto a quello fara vo· stra Ex.a e la Sua: faciano mo loro quanto li pare et piace, che se a mi stesse di rispondere, non respoudel'ia se non quello che loro me consiliassero et così de quello che loro farano restarò sempre contento 19 >.Curiosa rassegnazione di sposo: ma è troppo evidente come Francesco Sforza avesse già. convinto il primogenito della opportunità di sciogliersi da ogni legame colla casa Gonzaga, e di ostentare quindi una grande sottomissione. Eppure erano trascorsi soli cinque mesi daccbè Galeazzo aveva scritto da .Mantova ai suoi genitori:« per· che so veruna cosa non possere fare qui che più piaza a la Ex. v.ra quanto di portarme con mia mo(Jliera honestamente, e farle careze az-0 ognuno comprenda ch'io la amo et voglio bene de bon core, come debitamente voglio, et de questa V. E. ne sia più che certo, avisandolo che quanto più la pratico tanto pii1 me ne contento et merita altro tanto per el piasero et contentamento del S.0 padre et dc la S. V. to >. Il Marchese, sollecitato a chiarire in qual modo awebbe mostrato la figliola ai medlci del Duca, dopo aver nuovamente sfogato il suo sdegno, dichiarava: e nondimeno sapendo e cognoscendo per la gratia di Dio la prefata Dorothea se troua. in tale sauitade e tale proportione de membri che per lo aduenire secundo judicio humano de lei non se habia. a dubitare, de bona voglia spogliata e nuda ge la mostraressimo, rese1·uando solamente quelle parte che a se stessa debono esser veliate a venga crediamo che questo aù alcuno non paresse eonveniente ne honesto de mostrar una zouall"e de q~esta etad~ de nm anni, ne a questo ne siamo obbljgati!l •. - 16 - Nel fatto ridusse le sue concessioni a questi termini : siamo contenti lassar uedere ad essi medici et examinare la. pref•l.ta Dorothea nostra fiola, vogliano in zuppa o camorra ben sgoldrita, ouer in quella medesima zuppa che pur questo septembre proximo passato gli mandò la. prefala 111.a Madona f:lcta. per mano del sarto, a.fioche non se potesse presumere che curo bombace o altro, se gli volesse usar cautela. alcuna. ~e hauesse a darle altra forma da quella gli habia dato la natura.2'l " Erano intanto arrivati a Mantova i due medici del Duca, i quali convennero coi due medici del .Marchese per precisare le modalità. della visita; l'ambasciatore tli Fr. Sforza cosl riferisce tale convegno: «••.• dopo a doe hore uenero li medici del prefato S.' Marchexe' l\l ro Johan ne da GrignlJ.no et M.0 Arrivabeno et dissero chel prefato s.r Marchese voluntera sapria quelli Joci et parii della persona.. dessa l\P Dorothea voleuano ue0 dere: adlora. li pt'efati dottori M.1° Benedicto e M.' Antonio dissero como era necessario vedere tutti li spondili, incoinenzando dal collo sino ad os· caude exclusivc, et cossi tutte doe le spalle et lo pecto donante occul tando pero le ma mille. A <lieti medici del S.' Marchese non piacque diete parole, anzi se sforzareno dargli ad 23 intendere che basteria vederle <le la corexa in suxo ». Era quindi troppo manifesto come la. visita medica non fosse altro che un cavillo per rompere il contratto, e come l'accordo sui limiti della. visita. non avrebbe egualmente condotto ad un risulta.te qualsiasi, per cui le trattati ve fra. i medici rimasero interrotte < et alhora i:> Gerardo - si afTrett~ a. concludere l'ambasciatore curo debita. reverentia feci tradurre uno instrumento da. lo Ambrosio cancelero u ». Malgrado tutto ciò, l'ambasciatore mantovano alla. Corte ducale non perdeva coraggio, ed assicura.va Galeazzo Maria che Dorotea non Meva. alcu11 difetto t:.: e Oa- < -17- leazzo protestando di essere sempre disposto a sposare Dorotea che amava, e dichiarando che non poteva a meno di .obbedire ai genitori, proponeva unn. p1;orog • al matrimonio. li marchese Lodovico nc;n volle saperne di tale proroga, e dichiarò di voler troncare ogni pratica di matrimonio, manifestando la. ferma volontà. di sciogliersi anche dalla condotta. militare che pochi mesi in· nanzi aveva rinnovato col Duca. M Tale risoluzione, comunicata dall'ambasciatore mantovano alla Corte Sforzesca, produs~e in questa una grande sorpre>a. Galeazzo « comenzoe a lacrima1·e et restò ile mala voglia. 27 > scrive l'Ambasciatoro al Marchese: Fr. Sforza, respingendo ogni proposta <li svim:olo dalla condotta militare, dichiarava. ch'egli aveva pur sempre l'intenzione di stringere il contratto colla. casa Gonzaga, e protestando contro l'accusa. eh' egli avesse già. iniziato pratiche per un matrimonio colla casa di Francia e principioe a sacramentare et sconzururo che mai non )lebbe altra intentione, trovandosi Dorotea sana et senza diffecto, ni mai fin qui fece pratica alcuna <li dare altr ~ donna ad esso conte, ot che se per altri ge ne stato facto ambassata., sempre ha. recusato de metterli ONCchie ts ». Nel fatto però da. più di tre anni correvano pratiche fra lo Sforza e il Duca. di Savoia, poichè fin dal dicem · bre del 1460 Francesco Gonza.ga., fratello di Doroten, aveva scritto da Pavia al padre per notificargli a.lcunu rivelazioni avute e da. persona. degnissima, la quale per niente vuole essere nominata -., secondo le quali ~i trattava di dare la. figlia del Duca di Savoia. a Galeazzo, anzichè a Filippo cui era. stata promessa, la~ciando così il parenta lo di casa Gonzaga, e percbè da quest,1 donne nate de sangue de gobbi, nasse altri gobbi, o de leprosi, come dice Avil)enna~ >. Bianca Maria, che per tale controversia più di tutti soffri va, nutrendo sincero atretlo per B~rbara. e per 2 -18- Dorotea, volle tentare una. soluzione, proponendo a Barbara. un convegno a Cremona, dove ella. avrebbe potuto visitare Dorotea. M" Galeazzo in questa circostanza tradì, non solo la cieca sottomissione al padre, ma la sna malevolenza verso la madre, dichiarando: e lo voglio che Dorotea sia veùuta da ogni canto, como è slato rigiesto, e se non ge fosso lrovato più difetuzo come è una pulice, che sia dicto ùa. chi se ne intende sia da furne caso, non la voglio, e in questo me perJonera mia ma.tre, non me voglio fidare de lei perchè non se ne intende 30 >. Intanto non era piu possibile a Fr. Sforza di tenere piu lunga.mento celate le pratiche in corso per un parentado colla casa. di Savoia: ed ei:tli stesso notificava. all'ambasciatore mantovano, come Francesco Nori fosse giunto alla Corte ducale con lettere ciel re di Fi'ancia e tlel Duca di Savoia, per trattare il matrimonio di una. delle due figlie di questi con Galcazzo31 : ad attenuare però la sconvenienza di questo procedere, metteva. innanzi l'idea di dare Dorote:1 in moglie a Filippo Sforza fratello di Galeazzo, idea che avrebbe trovato un fautore nello stesso Re di Francia. La duchessa Bianca :\!aria, ammirabile per la sua costanza. nel volere i mpetlire tale ,soluzione, cpntinua va ad invitare la. marchesa Barbara al convegno di Cremona: ma Blrbara al messo Manuele, speditole dalla Duchessa, risponde : « Galeaz ne foce pnro un gran torto ad usar par ole in dispregio di Dorotea, la quale etiam si sa lo amore gli ha portato, vitu perandol.i. e dicendo ma.le di lei, o in casa e fuor di casa, e a la presentia de forestieri, cosa certo che non ni pareva haver meritato. Se havessimo compresa la mente del conte Galeaz essere sincera o buona, non se baveri:i. facto caso lassarla vedere a quella. Ili. !\la.donna, a la q11al eliam altre volte se lassarono veder le altre a Casalmaggiore, ricordandoli che la S. V. era. stata la prima che aveva. facto previste le - 19 - Ex. Sue de la Susanna, ma hora, vedendo manifesLamente la indisposizione del conte Galeaz, che se ne mostra in tucto alieno de volerla, non sapemo a che se dovesse ritornare de nuovo suxo quella novella, e mettersi al dubbio, ultra il danno, de l'icever anco carico e vergogna.32 » E fu appunto mentre il messo Manuele cercava di persuadere Barbara della buona fede di Bianca Maria, che sopraggiunse Dorotea. la quale «inanti se trovava in scola, et intrò ne !a camera, pur cussi in un guarnello bianco a la domestica. Subito esso l\Ianuele cominciò a guardarla, nè gli baleva li ochi da dosso, monstrando farsi una gran meraviglia che la fusse cussi bella e ben proportionata, dicendo che mai non haveva e~timato la fosse · cussi facta, et che paga.ria un gran facto quella Ili. Madonna la potesse vedere 33 >· Tutto ciò non valse ad arrestare il corso fatale degli avvenimenti : le due madri si incontrarono nel febbraio del l465 a Cremona: invano Bianca M1.1ria rinnovò la preghiera di voler vedere Dorotea.31 li marchese Lodovico fu nobilmente irremovibile , dichiarando che non volev<1. « per alcun modo mettere in questione l'honore de casa no.;;tra., ed alle vaghe promesse che Francesco Sforza gli faceva per indurlo a non sciogliersi dalla condotta militare, rispose coll'ordinare al suo incaricato «che, per non moltiplicare inconvenienti, egli prendesse buona licenza da Sua Celsitudine, da Madonna e da Galeazzo, e senz'altro se ne tornasse a Mantovas:; >. Il destino, così crudele per Dorotea, non si appagò di queste lunghe e dolorose vicende, ma volle incrudelire sulla infelice Gonzaga. Nel maggio di quell'anno Ippo lita, figlia di Fr. Sforza andava sposa ad Alfonso, primogenito del re di Napoli. Bianca Maria volle accompa · gnare la. figlia sino a Castel bolognese: passando per Parma e Reggio : ed il marchese di Mantova, che era. in buoni rapporti col re di Napoli, si sentì in dovere di - 20 - mandare il figlio primogenito, colla sposa sua e Dorotea., ed una scorta di 350 cavalieri, a salutare gli sposi di passaggio a Reggio. 36 La marchesa, sapendo che nella. comitiva. che accompagnava Ippolita si trovava. Galeazzo, fu mossa dal materno orgoglio a disporre le cose per modo che Dorotea in quell'incontro figurasse bene : si affrettò quindi a dare al figlio primogenito le islruzioni sul cerimoniale da seguire nell'incontro col corteo Sforzesco: prescrive che debbano scendere da. cavallo, appena sa.ranno in vista degli sposi, stringere la mano a questi, e fare riverenza senza però «meter el zenocchio a terra> quindi stringere la mano a Filippo eù a Lodo>ico Sforza. Aggiunge: « sel conte Galcaz ge sara e che lui se mo va a venir a tochare la mano, la. Dorotea ge la debe tocharo facendogli reverenlia, m<t se lui non se move, ossa. non deve movere a tochargela.37 >. Consiglia. a Dorotea di mettere e il mantellino brocha.to da.rzento morello, o il cremesino, over el recamato, qual piit ge pia.cera. de questi tri >. Conclude le istruzioni col dire al primogenito « vedi a.dunque de tor un poco de carico do questa faconda, et far intendere molto ben el tuto a la Dorotea , a cio che la non pigliasse qualche sca.puzono. 38 » Dell'incontro la Marchesa. fu soddisfatta., tanto che pochi giorni dopo scrisse al figlio Cardinale e la Dorothea certo è cvmparsa molto bene e per quanto se inteso da canto, le è molto piaciuta. ad ognuno et maxime a questi napoletani, i quali la. comandano assai, et a. la. magior parte de lor la. preponeno de bellezza. a. la. m.ma madonna la Duchessa de Calabria> sorella di Galeazzo. 39 L'amor proprio di madre può avere accentuata questa impressione così favorevole , ma sla il fatto che Galeazzo si mostr.ò molto premuroso verso Dorotea, la.sciando ancora credere e che se la cosa spectasse a lui, non se ne fa.ria tante parole > per stringere il matrimonio"°. Ma non furono che vane lusinghe. li Duca - 21- <tEste, che in quella circostanza. si intromise per riannodare le trattative del parentado, dovette scrivere a. Barbara che «non si potè venire a costrutto alcuno> .•1 Pocbi mesi dopo Francesco Sforza moriva, mentre Galeazzo si trova,·a in Francia. in soccorso di Luigi Xl: la. Repubblica. Veneta. non indugiava a mosb·are le sue intenzioni bellicose, e Galeazzo, ritornato sollecita.mente a Milano per difendere il Ducato, sentì il bisogno di chiedere l' aiulo dcl marchese di Mantova. Bartolomeo Colleoni, già. minacciava il contlne, •2 cosicchè il marchese Lodovico, slrelto fra le due potenze rivali, stava. per mettersi sotto la protezione della. Serenissima, quando il re di Napoli intervenne ad assoldarlo per conto anche del Ducato di lllila110, assicurandolo così contro le mosse del Colleoni. Questa circostauza. pareva favorevole a. Lodovico per ritentare il parentado colla casa Sforzesca. Barbara, recatasi a Milano e trovandosi a cena con Galeazzo, c.:bbe da questi la confessione che« cognosceva come facendo cl pa1·entado de Fra.nza el saria casone de la morte de la Ill.ma Madonna. sua madre, et cbel deli· berava ad ogni modo farla contenta. •3 » Così per alcuni giorni tenne Barbara. a. bada. con lusinghe: poscia flnl col dichiarare che le trattative colla casa di Francia erano ormai troppo innoltrale per poter retrocedere. Barbara in una lunga lettera informa. il marito di queste lungaggini e dubbiezze di Galeazzo, e della indifferenza di questi verso Bianct\ Maria e parendoge che a. bon ora Galeazzo el comenci a far pocha. extima. della madre•• >. li lungo documento, pieno di particolari im· portanti p er la. sorte del tanto sospirato parentado , così finisce e mandovi alcuni pochi artichiochi che me ha mandato la. Gabriella da Zenova >. Narra la storia, nella sua inesoi·abile sint.isi, come Galeazzo già p1·omesso sposo a Dorotea, volendo contrarre matrimonio con Bona di S:l.voia., abbia avvelenato Dorotea per liberarsi dall'impegno: i documenti - 2~ - venuti recentemente in luce danno a questo dram ma domestico uno scioglimento pili umano. Ai primi di aprile del J 467 il duca. Galeazzo recavasi a Parma. per trattare di alTari politici col duca. di :Modena.·~ Il marchese Lodovico, informato di tale viaggio, si portava a Parma allo scopo di sconsigliare Galeazzo dal troncare i rapporti col ro di Napoli.4G tllar.silio Anùreasi che accompagnava il Marchese. scrivo ai 12 di aprile a Dorotea: e Adesso che la S. V. doYel'ia star alegra. et di bona voglia, praLicaudose al presente per lo Ili. S. voslro patre, che quello che già. tanto tempo è stato desillerato per essa voslra s.111. e per tu ti li suoi servitori, habia elfecto et optato fine, come se tene tìrmamente qui per cadauno, intendo che quella se h\ssa haver malo, cho me rincresce troppo . Perhò la prego che la voglia confortarsi et attendere a farsi gagliarda, ne per alcun modo lassar.si pitt haver male, perchè a la venuta de lo III. S. vostro patre, essa V. S. intenderà. cosa che gli piacerà., et ne rimarà. ben contenta e satisfacla. Nè dubito, se gli scrivessi tuto quello che so, la non sta.ria un hora in lecto. 47 > Qualche nuova speranza di stringere il matrimonio era d n nq ue sorta : forse Galeazzo, non fidando troppo nel pa1·ontado colla casa di Savoia, vinto forse -dalle insistenze della. madre, o dalla necessità. di assicurarsi stabilmente l'appoggio di Mantova, accennò a risolversi detlnilivamente per Dorotea: ma la lettera. dell'.\ndreasi giungeva a :llantova quando la malattia cii Dorotea, cui già alludeva quella lettera., si era _aggravata. Barbara. inf<ttti scriveva. al marito in quei giorni : « la Dorothea. sta gravissimamente, e in questi dl è stata pezo da le hore xx fin a le 5 o 6 de nocte: baria pur caro cho ella la vedesse e cognoscesse prima che mancasse, maxime ba.vendo tanto nominata e desiderata essa V. S. in questo sno alTanno.48 > Lodovico informa tosto Galeazzo della malattia di Do- -23..::. rotca.~ 9 e quegli si affretta a dichiarare al marchese; e circa el ~tare de la Ilt.m• madonna Dorothea vostra figliola bavemo preso gr,rn<l.m 0 <lespiacere > e chiede notizia, e per;:hè non potressimo intendere cosa che più ne content:.\sse che la. bona convale3cientia dessa lii."' ?lfa<lonna. Dorothea .so » A nulla valsero le cnre aITettnose della fa;niglia.: Dorotea a soli lB anni spirava, cbie1le11tlo e sospirando il pa.•lrc suo a.~scnte. Bi~lnca Maria. alla. funebre notizh\ e cominciò a. piangere molto dirotta.mente non a.ltramcnti che sel fosse morta una de le tlole sneM ». Galeazzo, a.llol'qna.ndo l'An1lt'easi gli comunicò lannuncio di morte e volle veder la littera e mostrò riceverne affanno assai e con quelli er,rno in camera se ne dolst>, et de novo volse re,·e<ler la littera.st > Fu vero dolore , o insperato sollievo di essere per sempre disciolto da ogni legame 1 In quei giorni, giungeva alla Corte Sforzesca. la procura rilasciata ai 7 di aprile da Bona. di Savoia al conte di Longueville, per stabilire le condizioni del matrimonio con Galcazzo.;3 Le trattative di matrimonio con Rona di Savoia, iniziate oramai da. sette anni, E1ntrano, colla morte di Do· rotea, in una fa.se decisiva. Nel maggio del 1467 viene concordata la dotazione che la corte Sforzesca assegna.va a Bona, in quindicimila ducati d'oro all'anno, da pagare anche se Rona fosse rimasta vedova di Galeazzo. e nel caso che e ad secnnda. et nlteriore vita. transire contiogerit$ 1 • . Questa dote era assicurata sulle entrate di Pavia, Piacenza, Parma e Como : dal canto suo, Bona. doveva. portare una. dote di 100.000 scudi, da riscuotere e sul Stato et casa di Sa voya. ss > A compisre tutte le formalilà. del matrimonio, Galeazzo Maria aveva spedito alla Corte di Francia Tri<>tano Sforza, uno <lei dieci figli naturali che si conoscono di Francesco Sforza : di pi il aveva inviato il pittore Zanetto - 24- Bugatti perchè e gli portasse retracto dal naturale la. Jll.m• .Bona di Savoya.~ » Il pittore ritornava ai prim'. dcl marzo 1108 e G:i.feazzo, veduto il ritratto di Bona, scrive tosto alla. madre e che me pare non solo bella ma belli~sima, et per obscrvare Li. promessa alla S. V. non delibero mandar· glielo perchè lo voglio p<'r mi 57 > . Infatti egli ave' a promesso a Bianca Maria che le avrebbe im·iato il ritratto di Bona, se questi non gli fosse piaciuto ; cosicchè la madre, con certa filosofia. rispondeva a Galeazzo e vi vogliamo confortare che non atterrete la Yoslra. promessa et essendo bello - il ritratto - non vi piaccia p er vostra consolazione de mandarmelo, rendendone certa che !lOn debia essere allro che <l<'gna cosa.~ > Dal canto suo Tristano completò il ritratto con no tizie più positive sul conto di Bcna: e da Amboise scrive fo data 23 marzo al Duc:i: « Due fiata ch'io l'ho veduta la me parsa al mio in dilio de queste fateze: prima a mi me pare che l'habia. nna bela et apti persona a portare fioli, el volto non lungo ne curto, belli occhi, poriano esser pili nigri, bel na~o, bela. bocha, belissima gola, belli denti e belle mani, et che pili l'h:\ dolcissime maynere et sa>ie.~ > Galeazzo, a queste notizie, prende coraggio e si impegna. ad includere nel contratto di nozze l'obbligo di assicurare come dimora a Bona, quando fosse per rimaner e vedova e Caslrum seu Palatium condecens et honestum, ornatum et munitum utensilibus et ornamentis necessariis suo statuì condccentibusG0 » e questo palazzo ·viene precisato: sarà il Castello di Abbiategrasso e loco che è propinquo ad i\lilano et più piacevole et tlelectevofe61 >.Malgrado queste promesse, non manca.vano alla Corte di Francia le diffidenze verso Galeazzo, fomentate dal re Renato e dagli Angioini, poco entusiasti di quel matrimonio fra casa Savoia. e casa Sforza.Gt Finalmente ogni difficoltà. ;iene rimossa, e verso la. - 25 - tlne di aprile si comincia a fissare l' itinerario che dovrà seguire la. sposa. per venire a Milano : da Amboise, Bona si sarebbe recata a Lione, e di là. per imbarcar3i a.Ila volta. di Genova, avrebbe evitato di andare a Marsiglia, infetta di peste, recandosi invece ad Aigues MortcsG3 : il Duca dà. tosto gli ordini per il corredo della. sposa. G• Secondo le llSanze, prima. che Bona. si sta.ceasse da.li!\. famiglia. reale, venn~ in Amboise celebrato il matrimonio, per procura, con Tristano. 6:; . Galeazzo impaziente di aver notizie scriveva a questi ai primi di maggio: < celerum expeclamo de hora in hora intendere per vostra littera. dcl ordine baverile preso colla Maestate del signore Re circa el partire vostro con essa illustre nostra consorte per venire da nuy, et de la compagnia. eh' Ella meneria con se et del numero et conditione de le persone et cavalli, de la via et zornate cha farete et del di ve partirete, et quando zonzerete ad Marsilia, percl!e possiamo provedere ad tempo. ro Aggiunge < benchè bavessimo deliberato de fare le noze honorevole , nondimeno essendo pure ad Milano anchora suspicione de peste et lo simile quasi per tutta Italia., per non mettere ad pericolo la. prefata nostra. consorte et nuy et Io Stato nostro lasseremo stare, percbe non voreremo farlo meza.no no far vergogna alla Maicstate soa et ad nuy.a1 > E in data 10 maggio, Tristano cosl descriveva al Duca la cerimonia. nuziale: e lntra.rono - il Re e Bona. col seguito - in la dieta. sala con gran pompa. et triumpho et sopra el limite del uscio della dieta cappella, come è costume, solennemente me ha facto desponsa.re la prefala Maeslà. ma.damisella Bona, et io datogli l'anello: poi entrati nela dieta capella, se è <lieta. e celebrata la. Messa con tutte le altre solennità e cerimonie che se ricbiedono. Et al punto de dare la pace, la. prefata Maestà volse che la. me basasse et cosi fece molto alegramente. -2Ge La. prefata. Maestà. vole che questa. mattina. desina qua. in Castello con quella, poi se fara.no alcune altre cerimonie solite qui. GS > Al che Galeazzo rispondeva ai 21 maggio: e In questo dì havemo havnto la desyderata et expectata. novella. per vostra lettera del IO del presente de l:i. felice conclusione del parentado contracto et ilrmato, con tante feste et solennità de cerimonie secundo el costume de qnella. serenissima. casa regale. e Et certamente non hebbymo mai novella. alli dl nostri, che pi(1 ne allargasse il core et l'animo nostro che questa. A la rn.ma noslra cara. et dulcissima consorte direte che nny non baveressimo possuto ha.vere novella che piì1 ne fosse piaciuto, et che quando sarà de qua se troverà ben contt-nta dc nuy. G9 » Intanto sopraggiungeva l'altra lettera. di Tristano la quale specificava le « altre cerimonie solite q 11i > cui aveva alluso nella precedente lettera., e che risultano dalla lettera scritta in risposta. dal Duca, la quale merita di essere trascritta integralmente: « Alla parte che la dieta. nostra. mogliera vi habbi basato et vvi ley, secnndo che ne seri veli è de costume in quello rea.me in simile cose, restiamo etiandio contenti, et cossì che li habiati tocchato la. gamba. nuda con la gamba. vostra similiter nuda, et corrigato suso el lecto voy da uno lato e lei da. l'altro, secondo el costume pre<licto, in signo de vero matrimonio, dicemo che ne piace et siamo ben contenti: et quando gli fosti ben stato più presso et in lecto con epsa, siamo certi che non haveresti facto se non de bono fratello, et così ve la fidaressimo in la. mane, et ogni altra nostra cosa.,. ma a limita.re tale eccessiva confidenza aggiunge tosto « excepto Baptista de Mons.re a l quale sapiamo non usare_ste quella. continentia, si che nuy ve lo fideressiroo in le mane per niente. 10 .,. Avuto l'annuncio che Bona. era sulle mosse di partire -2i- per l'Italia, il Duca. si atrretlò ad organizzare il rice\-imento della sposa. Già. si trornva. a Genova Visconte Sagramoro, per inviare una nave incontro a Bona, e il Sagramoro il 30 maggio informa il Duca. dei prepara.ti vi: dice che ha. allestito e una Galeaza. la quale è una cosa magnifica et li sarà. ca mare XllII ve! X V bo ne et li sarà. di,po logiamento per la Ili.ma Madona vostra consorte >. Aggiunge che la Galeaza porterà« piil cli 300 persone ad sla.re larghi» e sarà scortata. da otto navi con 300 o 400 marinari perchè altrimenti «se qualche fusta di corsari se imbattesse in dicti liuti, non se poteriano difendere». E poichè il Duca lo aveva autorizzato a spendere sei mila. ducati, e questa somma. non ba.stava - occorrendone 3000 per la Galeazza sola.- mentre i genovesi non volevano dare di più di quanto avevano stabilito per le foste, così il Sagra.moro consiglia al Duca di mandare qualcuno autorizzato a spendel'o «per non haver vergogna. ne manchamento. 71 > Intanto Bona. era. giunta a Lione il 1.0 di giugno, e di quì Giov. Antonio Moneta informa il Duca. delle feste: e cum la gratia de Dio giunse qui beri a. bore XXII la nostra Ili.ma :\ladona. per la quella se mosse tuta. la terra. andarli incontra. cum mazore honore, o così noi tnti milanesi li andasemo in contra in compagnia. cum el signor Tristano con grandi trionfi come se reche<le a. una. tanta. dama, la quale è de lo bele creature che vedesse mai; e Dio per questa. sua li doni gratia a lei o al nostro lll.m0 Signore, de scampare anni cento in bona sanitade e in grande prosperitate, che sonno el pilt bello pairo che sia. in cristianitato 72 >:aggiunge qualche particolare sul ricevimento fatto dai milanesi : «A zascheduno li misemo lo suo giocho: chi gioca.va. a tavole, chi a carte, chi stava in a lo de sposare una. fia, chi in ato de inamorarse. > Anche i fiorentini fecero delle rappresentazioni,« ma el nostro - osserva il Moneta. - è stato u110 de li piu belli pcrsona.gi che fosse mai facto in su la terra. T.J > -28- Lodovico Sforza - il futuro Duca - incaricato dal fratello di recarsi a Genova per ricevere Bona allo sbarco, prima. di partire domanda denaro alla madre Hianca Maria e per pagare li debiti miei, e da spendere a ciò che andando a Genova. non sia senza denari » e poichè la madre gli aveva. già dato pochi giorni prima dei fondi, aggiunge di averli < in parte consumati in farne fare una zornea et uno zuppone di panno d'oro et in altre spese necessarie. 74 » Alla Corte Ducale intanto si lavorava alacremente apreparare le gioie da regalare alla sposa «un hornamento de testa con el monte con l'aquila, el !ione de la balla, el lion de le segie, l'arco con li diamanti, l'arco con li rubini.» E il Duca. ordina al cameriere suo Anguissola. da Piacenza di versare « doamillia ducati d'oro per ornamento dell'Jll.m:i. Duchessa nostra consorte. 15 » Agli otto di giugno la Galeazza è pronta per partire: lo annuncia il Sagmmoro, che scrive di avere «fornite le ca.mare de dodici straponti coperte et piumazi > ed aggiunge, particolare curioso, che« in fare l'ornamento per la popa de la Galeaza. si adoperara el brochalo d'argento mandalo qui per V. S. facendo un poco de gionta de pede » essendo troppo scarso. 76 Il giorno dopo la Galeazza partiva. e benissimo ad ordine» e Jacopo Bona velli scrive al Duca che «a.Ili patroni de la Galeatia se li è ordinato e imposto che debano fare scalla a le Acque Morte per rispecto de schiITare e Vignone e Marsilia per la peste», aggiunge che Genova e è sana, che è più giorni che non s'è a.mallato ne morto persona. de simile contagione. n » Giungevano intanto noi porto di Genova « doe galee de la maestà del signor Re Ftlrdinando, che hanno por· tato alcune veste d"estate per la 111.m" ~Jadona Duchessa. di Calabria> Ippolita, sorella del Duca, Yenuta a. Milano per assistere al matrimonio: ed arnndo il Re di ~apoli fatte le scuse di non aver mandato maggior numero di - 29- navi per festeggiare l'arrivo di Bona, « perchè aveva. inteso da Tunisi esser fora. multe fuste de mori per damnificare el regno de Napoli et Sicilia. », così il Duca ri spondeva al capitano delle ùne triremi inviate e vi credemo et ne siamo certi che sua maestà. l' babia. facto per questo respecto. 78 » Una brutta notizia. dava a Galeazzo, il 16 giugno, Giovanni Giapano cameriere ducale : due casi di peste si erano veriHcati in Milano e uno a.costo a l'hosteria del Capello, l'altro nel borgo: de pY VC;rieli na 79 » e poichè egli era stato incaricato di organizzare il corteo delle dame che, montate a cavallo, dovevano ricevere Bona, aggiungeva « non sera mancho difflcultate ad havere donne che siano honoreNle, perchè trovo che la mitade de quelle donne che sonno mandate in lista a V. S. ùa qui, sonno de fuora et più et de queste che sonno qui gli ne sonno poche che habiano cavalli. Pur anco in questo se dara ogni opra possibile p er satisfare al desiderio de V. S. > Queste preoccupazioni però non distolgono il tldo cameriere dalle cure minori, per cui finisce così la lettera: « mando a V. S. uno cesto di ma.giostre secondo l'usato. so» Il giorno dopo, il Consiglio segreto ticrive al Duca, dissuadendolo ùal celebrare le nozze a Milano per la peste «la quale da tre dì in qua. è assai pegiorata » facendo notare come per le nozze «hanno ad concorrere molte miglia.re de persone, che eiiam molte persohe se re~caldano in simili acti et se relaxano in cibi e conviti. si » Storia. di tutti i tempi I Anche il Vescovo di Parma arrivato a. Milano per assistere alle nozze, assieme a Federico Gonzaga, fra · tello di Dorotea, e gli ambasciatori ,,eneti, si lamenta che le nozze si facciano a Milano e per la peste che fa progresso. si > A Genova, mentre si attendeva l'arrivo di Bona di - 30- cui non si aveva alcuna notizia « poichè li venti sono contrari a venire da. Provenza. in qua, 83 » si facevano i preparativi per lo sbarco ed Ant. Meraviglia, ai 23 giu· gno, scrive al Duca: « non potondose accostare la Oaleaza. si è fatto un pontile di cento braccia. qua.le ponte non essendo ornalo, seria una cosa non honorevole, è parso al magn. Vicegubernatore et anche a my che, parendo a V. S, si dovesse spalùare di panno bianco e morello a la divisa di V. E. et perchè dubitiamo smontata. la prelibata. ma.dona, dicto pano non sia sachezato come si solle fare a simile feste, non siamo voluti intrare in dieta. spexa. di ducati 100 e più senza. licentia. da V. E.84 » Invece il Sagra.moro, che a Genova era. ridotto alla. funzione di economo ducale, trova. una. soluzione e scrive al Duca.: «et perchè a coprire t utto questo ponte seria. più grossa spesa., ho pensato eh' el sia bene de coprire lo fondo de herba et le spalle solamente de panno. s5 > Si organizzava altresì il corteo e già si delinea.vano le gelosie fra le varie rappresentanze che dovevano ricevere la sposa: così Cieco Simonetta consiglia. al Duca. di ordinare che gli ambasciatori genovesi lascino la. precedenza. ai florenlini, avver tendo come questi e se non si facesse altrimenti, pigliariano qualche sdegno, che de sua natura sonno sdegnosi. 8ò > Finalmente da Savona Andrea Grifo, ai ~6 di giugno, con un corriere 1·aplissime, - come sareùbe a <lire oggi un dispaccio con urgenza - manda le prime notizie di Bona, arri \'ala a San Remo dopo aver superato una violenta tempesta. la. quale aveva scompigliato tutte le navi che la acl!ompagnavano : il Grifo, che si era recato incontro a Bona. a. San Remo, si affretta. a. scrivere al Duca: « I ll.mo mio signore, mi è parso di vedere una. bella creatura e degna. di un grande signore, ha opt.iroi gusti e una oplima. venustà. che pare cosa incredibile in una e tate cosi j uvenile. s1 > Due giorni dopo Bona giun- -31- geva a Genova, e grande dovette essere la meraviglia dei genovesi nel vedere che non era. arrivata colla galeazza spedii.agli incontro: il Buna vello infatti seri ve : ~ ozi a le ventidoe è giunta la nosira Ex.a Ma.dona sula Galeaza franzese benissimo aù ordine et <lui galee del re Ferrando: la Galeaza cola quale anùò incontro Piero da Pusterla, dom. Filippo Visconti e Zenon Coso, non s'è scontrata inseme."> Egli pure si crede in dovere di comunicar e la impressione avuta dalla sposa: e è una bella et gentile chreatura, pare una maistà et da tutti è stata laudata et comendata gratamente.s9 » Allre lettere informano il duca della cerimonia dello sbarce>: « heri sera sua m.ru" Sig."' giunse a Genova a ore XXI dentro del porto: fecesse sua Sig.a. condurre a riva da uno leguto (anche il pontile, come la galeazza, non servi a nulla) e messo che l'ebe el pede in terra fu li lo lll. 0 Sig. Ludovicho vostro fratello e basola per mezzo la bo· chaoo : ~ più tardi l'infelice Bona, perseguitata da Lodovico, dovette ricordare amaramente q_uel primo bacio ricevuto mettendo il piede in Italia. Altre lettere descrivono il cerimoniale dell'andata di Bona, sotto il baldacchino, dal porto al palazzo, col seguito delle donne a cavallo, la consegna delle chiavi della fortezza fatta dal Castellano, ecc. Ognuno gareggia nel fare al Duca gli elogi della bellezza di Bona. L'uno scrive: e Vostra Ex."' ha stare de bona voglia che è una degnissima e bellissima madona, 91 > oppure «è la sua signoria, per vostra consolazione, bellissima quanto dire se possa.9 2 :o Corrado Bigurro invece osserva che la eposa si è e facta un pocho magrolina, si per li caldi et la faticha del lungo camino et de le montagne, si anche . del mare: tamen è sanissima. 91 > Il Duca però, ansioso di avere ipformazioni più precise sulla bellezza della sposa, aveva incaricato Giovanni Borromeo e Guido da Parati di r ecarsi a Genova incontro a Bona; entrambi la sera stessa dell'arrivo in- - .' • 3!- formarono il Duca. Il Borromeo così si espresse: « per obedire et per notificare ad essa vostra Ex.• cosa che li piaza, !'a.viso cum infinita alegrezza et consolatione como la prefata ill.m~ sua consorte veramente è belis · sima quanto dire e pensare se potesse. Et tra l' altre sue inextimabile bellezze ha quattro cose che certamente non se potriano formare più degne nè belle. La prima è la bocca a la quale certamente per bellezza non se troveria parangone, deinde lo mentozo, la gola et le mane, quale non se potriano megliorare, ricor· dando a vostra exc.• <:he, per aver mane deli<!ate et belle, la stara molto bene a parangone de la prefata vostra exc." Appresso le inaudite sue bellezze ba una condecento grandezza. et ò piutosto majore che altramente de la Ili.ma madonna duchessa soa sorella.• Conclude cosi: « et in tuto veramente stimo ha.vere dicto la verità a V. E. ne mo ba.storia l'animo dirli la bosia per conditione del mondo, et del medesimo parere che sono, io è Cleofe mia mogliere che se ne intende pur ancora Iey. w • Guido da. Parati, maggiormente libero nel suo giudizio, non a vendo ai fianchi la Cleofe, scrisse: « ••. benchè io sa.pia essere superfluo el scriver mio delle bellezze de la Ili... ' madonna vost1·a consorte, poiche da infiniti cauti a. vostra signoria. ne è dato a.viso, nienteùemanco per obeùir q:.iela ne scriverò qualche cosetta, avisando V. ~. che quella è la piu bella madona et de piu belo mn.niere che mai vedessi. Et se a vostra signoria, comoncia.ndo a. vertice usque ad piantam pedi bus la non piacerà. summa.mente et cosl le ma· nine et deporta.menti suoi, non me creda mai cosa. al· cuna. Li p1u belli occhi non furono mai veduti, ne più signorile et bonestamente governati : bellissima fronte naso, bocca., colo et pecto cu m ad mirabile bianchezza., strectissima. nella. centura cum doi pomi sopra. che non se toccano l'un l'altro al costume nostro, ma. distanti -33- un buon palmo: le mani bianchissime, simili a quelle de V. S. denti belli : eh' io prego Iddio a V. S. dagba. tanta forteza che la possa aspectar la benedizione de Milano, che son certissimo che non sarà. niente. e De la pinctura de magistri Zanneto V. S. ne po fare un presente, perchè nou attinge a questa viva, e mostra. piU tempo assai che questa <5 >. In pari tempo, Giacomo da Seregno, spedito espres• sa.mente dal Duca per conoscere i gusti della sposa~ scriveva : « l'er satisfare a ciò me comisse vostra. Ill.m'" Sig." quando me partii da Pavia che fu de intendere diii· gentemente quello che più agra.diva et apetiva più per mangiare a la V. Ili. consorte a.viso quela. como io me parti da Buzala et andai a Gienova.. Trovo che da presente sua Sig.& mangia voluntera legoratini novelli, pernicboni, conilli e noce novelle, siche V. S. de facile li po provedereoo >. La sera del 29 giugno, Bona lascia.va. Genoya per recarsi, secondo le disposizioni di Galeazzo, a Busalla per la cena. A Milano intanto, malgrado le preoccupazioni della peste, continuavano i preparativi per le nozze, e i camerieri di Galeazzo si rivolgevano a Bianca Maria per avere da lei a prestito degli arazzi, poichè quelli del Duca erano stati impiega.ti per l'addobbo della galeazza. spedita. incontro alla sposa. e per il palco eretto sulla. piazza. del Duomo : avver tendo come e ùe le tapeze· rie cbe habiano i gentiluomini e i cittadini non se ne possono valere de niente, parche tutt.i sono in villa per lo suspecto de la peste, et senza tapezerie non possiroo fare, che oltremodo sa.riamo vergogna.tiW >; di pili notificano di avere per le feste imminenti e concluso certo mercbato cum ma.gistro Ant. 0 da Peroso spetiaro de cera. confecti et spetiarie, per fornimento de queste noze98 >. Merita di essere menzionato il dono fatto allo sposo dalla. Signoria. di F'irenze: fin dai primi di giugno 3 -31- Princivallo da. Lampugnano annunciava da Piacenza al Duca, il passaggio di certo Simone di Jacomo mandatario della. Mago.a Comunità. di Fiorenza < con due peze ùe drapo d'oro r izato cremisi Ile per donare alla vostra. lii." Signoria a nome della comunità predicta99 » e riferisce, come, dietro dichiarazione del messo e non essere stato in loco suspecto de peste, mi è parso più presto lassarlo passare che tenirlo qui in posto. 100 > Pare che alla Corte Ducale non si fosse data sufficiente importanza al dono, perchè ai 2 di luglio, Nicodemo, incaricato ducale a Firenze, scrive da questa città per far rilevare a. Galeazzo l'invio e il valore delle < due pezze ùe brocato d' oro larghe bracia uno e mezo, et lunghe l'una. braccia 34: l'altra. 36, quale intendo costano circa di dµe mila duca.ti - il che equivale a 250 ducati il braccio,» che sa· rebbe in moneta d'oggi L. 3000 al metro. 101 Dopo di che aggiunge questa osservazione, abbastanza curiosa: e et perchè in simili casi è de consuetudine donare qualcosa. a.I donzello che porta simili presenti , el qual poi ha. ad partecipare cum li altri donzelli de questa signoria, sono stati ad me tucti questi donzelli et pregatomi gli racomanda a vostra sublimità, rccordando a quello che, quando fosti qui ultimamente non donaste cosa. alcuna ne a loro ne a. li altri de la fa.mi· glia. de questa signoria, che fu però mia colpa perchè non vel r ecorday 1~ >. Il Duca, che da molti giorni si trovava in Pavia «in grande expectatione et non senza affanno de la vennta ad Genova de la M.'- Ma.dona Bona 103 > tosto che ebbe notizia dell'arrivo di questa, mosse verso Tortona ed Alessandria, poi a Novi, dove finalmente s'incontrò il 2 luglio con Bona. Ed ecco come al Panigarola, incaricato presso il Re di Francia, Galeazzo descrive, il giorno dopo, l'incontro e il matrimonio consumato e et venendo Bona, nui gli andassimo incontro fino a. Nove et dove la trovassimo et le fechno la prima visitalione, in la. l - 35- quale essa ne fece tante demonstractione in vista et belli modi che ne parse cosa tropo degna: suces -ive venissimo ad Salle et beri gionsimo qui in Vigevano: et parendone questo logo comodo et stantia molto ad proposito, facte le prime sponsalie per nui personalmente per verba de presenti et le altre cose cne se rechiedono per l'ordine della. sancta chiesa, in questo di ne siamo coniuncti insieme et legitimamente consumato el matrimonio. Et per certo quanto più l'bavemo praticata et conversato con lei, tanto più ne ba sa.tisfacto et satisfa all'animo et gusto nostro, parche ultra ch'ella è bella et formosa, l'havemo trovata de tanta virtute et costumi et de tanta huma.nita et mansuetudine.... 104 » Da ormai quattordici anni Galeazzo l\laria era promesso sposo, ed otto anni erano trascorsi dalle prime trattative per il matrimonio con Bona: non erano però trascorse ancora ventiquattro ore dall'istante in cui aveva veduto per la prima. volta Bona, e già Galeazzo aveva e legitimamente consumato il matrimonio > e incaricava il Panigarola di ringraziare il Re di Francia « perchè questo matrimonio è il majore dono et benefitio che mai sua. maestà ne ha.vessa potuto fare 1M >. Nello stesso giorno il Duca ordina.va. ad Antonio da Piacenza. <li sborsare duca.ti mille per alcuni bisogni della duchessa, usando l'espressione « volemo tu esborsi ducati mille d'oro in oro et la valuta di quelli in moneta 10& >. Anche a. quell'epoca l'oro faceva. aggio l Il giorno dopo il Duca annuncia anche ai sudditi come « facto quello bisognava per l'ordine de sancta ecclesia in el nostro castello di Vigevano, ne coniunxemo con Bona et consumassimo el matrimonio 107 >: fa il suo ingresso in .Milano colla sposa, e - come riferi.>ce l'atto di roatl'iroonio - «super uno tribunali ante et apud ecclesia.m majorem desponsavit Jll.• dominam Bonam in ejus legitimam uxorem curo anulis tribus 1os » ordinando che - a;coloro e se trovano detenuti per debiti di priva.ti citt~ dini debiano essere liberati per allegreza. de la felice et jocond~ noze.1w > Cosl debitori e creditori poterono, almeno nel pagare le spese delle feste, affratellarsi. E qui finisce la lunga istoria degli sponsali del Duca.. Galeazzo. Ma. due documenti mi sia concesso ancora. di citare come epilogo. Passata la. festa, gabbato lo santo - doveva essere proverbio ancbe a. qnei tempi in voga. Durante le feste di Milano - cui aveva. preso parte Jppolila, sorella. di e Galeazzo, duchessa di Calabria - era.no rimasti a. Genova i famigli di q nesta. Antonio Mera viglia., ai 23 di luglio, scrive da Genova a.Ila Duchessa madre, come «quelli famigli et cani banno facto debito qui in suxo la Hostaria del FalcoM per ftn a questo di de ducati 36 d'oro;,. e aggiunge e ho ricordato el vicegubernatoru che volesse operare che questi cittadini pagassero dieta spesa, et me ha risposto che non voleva.no fare altra provvisione.no> La storia non ci dice se i buoni sudditi genovesi si siano lasciati - secondo la. frase del Mera.viglia - operare in favore dei fa.migli e dei cani della. Duches:;a. di Calabria. l<'u a. Pavia che Bona mutò l'abito francese nell'abito lombardo, e tale cerimonia fornì argomento per una. delle sei composizioni che Galeazzo ordinò fossero dipinte sulle pareti della sala della. Duchessa., nel Ca.stellodi Pavia. 111 Ed è da questa città che è datata la prima. lettera, che noi troviamo scritta da Bona in Italia. È una lettera. degna. di formare la chiusa a questa. ormai troppo lunga narrazione; alla. tlne di luglio la. duchessa. di Calabria. aveva dovuto accomiatarsi dalla. Corte Sforzesca per tornare a. Napoli: il distacco dovette essere ben doloroso per liL povera. Bianca. Maria, che vedova, e tra~curata dal primogenito, si sentiva sempre piu iso· lata, e già. prevedeva. tutte le ingratitudini di Galeazzo. Bona. così seri ve va a Bianca. :\Iaria. ai 4 di agosto, per con- - 37- solarla: « insema cum vostra signoria non bo potuto contenermi de pianti et lacrime reducendo in memoria la partita de la rn.a vostra filia et mia sorella ducessa de Calabria, la cui conversatione a mi era tanto jocunda et suave et che mi è stato molto doloroso esser lei così subito da mi separata. Essa erami di singolari conforti de la privatione di miei e·t de la mia patria per lo immenso amore mi dimostrava in ogni suo acto. Ma pur cognoscendo che questo suo viagio ad ogni modo bisognava prender principio, et da my col corpo solamente alongarsi, parerne che vostra signoria. debba alquanto capace de questo affanno. « Io per Dio gratia sto bene et de giorno in giorno mi trovo pii.i contento del I11.m 0 signor Vostro filio et mio consorte. 112 » Quanto sentimento in questo conforto, offerto da una. donna che aveva da pochi giorni abbandonato patria e famiglia, per legare la propria esistenza a quella di Galeazzo! Fu veramente una sorte ben cruda: dopo pochi anni dì mahimonio, certo non felice, per la vita dissoluta del marito, Bona rimaneva vedova, sola, priva di ogni ap· poggio, in lott.a coi consiglieri che le rivoltarono contro il figlio minorenne: spodestata prima, poi esiliata, spiata continuamente, sopravvive al primogenito Giovanni Galeazzo, che misteriosamente si spegne nel castello di Pavia. Si direbbe che il destino abbia voluto, colla sventura di Bona, vendicare la memoria dell'infelice Dorotea. documenfi cifofi {l} i45t - 20 dicembre - Coittractus atfinitatis inter Ill. D. Comitem Galeazma1·iam et Ili. D. Sua:anam aut D. Dorotheam, cum ad legitimam etatem pervenire/, (llanto\"a - Archivio Gonzaga. D. Ili. i7}. (2) 1451 - 2 luglio - Contractus afflnitalis inter Ili. Comitem Galeannar·arn et Do,·otheam. (Mantova - Arch. Goozaga. D. III. 18). (3) 1451 - 9 settembre - Controctus atfinitatis, etc. {Mantova - Arch. Oonzaga). (4) i457 - fO agosto - Lettera di Antonio Ouidobono al Duca Francesco. {Milano -Arch. di Stato - Potenze Estere: Mantova). (5) 1158 - 14 novembre al 3 dicembre. {Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere ed F. H. 6). (6) H 58 - 11 dicembre - Lettera di Galeazzo .M. a Dorotea. (~Iantova - Arch. Oonzaga. E. XLIX, 2). (7) 1161 - agosto. {llantova - Arch. Gonzaga, copialettere lib. 48). (8) 1461 - novembre. {Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 48). I -40(9) 1463 - 31 agosto - Lettera di Vincenzo Scalona alla Corte di Mantova. (Mantova - Arch. Oonzaga). (lO) 1463 - i7 settembre - Lettera di Oaleauo M. a Dorotea. (Mantova - Arch. Oonzaga. D. III. 18). {li) 1463 - U settembre - Lettera della .Marchesa al Marchese Lod. Oonzaga. (M11ntova - Arch. Oonzaga). (l2) 1403 - 24 settembre - Lettera di Lod. Gonzaga alla Marchesa. (Mantova - Arch. Oon1.ag:1). (l3) 1463 - 25 settembre - Lctt )ra di Bianca Maria, dal Castrum Melegnani, alla Marchesa Barbara. (Mantova - Arch. Go1ozaga. E. XLIX. 2). ( 11) 1463 - novembre - lstruz. del Duca a Gerardo de Colli. (Parigi - Biblioteca Nazionale. MSS ital. Cod. 1589, fol. 2i9). (15) Idem. (16) 1403 - 13 giugno - Lettere di Vine. Scalona alla ì\farchesa Gonzaga. (Mantova - Arch. Oonzaga). (l 7) 1463 - 23 novembre - Lettera di Gerardo de' Colli al Duca. (Parigi - Biblioteca Nazionale. MSS il.al. Cod. 15S9, fol. 292;. (lSl Idem. (1!}) U G3 - 27 novembre - Lettera di Galeazzo M. al padre Fr. Sfor1.a. Pari gi - Biblioteca Nazionale. MSS ital. Cod. 185), fui. 296). {20) 1463 - 13 giugno - Lettera di Galeazzo M. al padre Fr. Sforza. (Milano - Arch. di Stato - Castello Oaleazo )faria). (21) f 163 - dicembre - Responsio et protestalio secunda 111.0 Dom. l\1arch. l\lantua. (Pa rigi - Biblioteca Nazionale. ì\ISS ital. Cod. 1589, fui. 303). (22) Idem. (23) j 163 - 5 dicembre - Lettera di Gerardo de' Colli al Duca. (Parigi - Biblioteca nazionale. MSS ital. C0tl 1539, fol. 309) -41(24) Idem. 9 dicembre - Lettera di Vine. Scalona alla Mar· cbesa Barbara. {Mantova - Arch. Oo01:ag11). {26) 146'3 - H dicembre - Istruzioni di Lod. Gonzaga a Giacomo da Palazz.o. {Mantova - Arcb. di Stato. D. lii. 18). {27) 1463 - 17 dicembre - Lettera di Vincenzo Scalona alla Marchesa Barbara. (Mantova - Arch. Oonzaga). {28) Idem. {29) 1460 - il dicembre - Lettera ciel Protonotario apostolico Fr. Gonzaga al padre Marchese Lodovico. (Mantova - Arch. Oonzaga). {30) 146-1 - i I febbraio - Lettera di Giacomo da Palazzo alla Marchesa Barbara. (Mantova - Arch. Ooniaga). {31) 1461 - 3 giugno - Lettera di Vine. Scalona alla Marchesa Barbara. (Mantova - Arch. Oonzaga). {32) 1461 - 27 agosto - Lettera di Lod. Gon1.aga alla Marchesa Barbara. (Mantova - Arcb. Oonzag11). (33) 1461 - 28 agosto - Lettera della Marchesa Barbara. (Mantova - Arch. 0001,aga). (34) 1465 - 20 febbraio - Lettera di Lod. Gonzaga alla moglie. (Mantova - Arch. Gonzaga). (35) 1465 - 13 aprile - Lettera di Locl. Oonzaga a Giacomo da Palazzo. (Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 52). (3ò) 1465 - 26 giugno - Le ttera della Marchesa Barbara al Cardinale Oonzaga. (Mantova - Arcb. Oonzaga, copialettere lib. 54). {37) 1465 - 14 giugno - Lettera della Marchesa. Barbara al .figlio Federico. (Mantova - Arch. Oonzaga). (38) Idem. (39) i465 - 26 giugno - Lettera della Marchesa Barbara al .figlio Francesco. (Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 54). {25) 1463 - f - 42 - ' (40) Idem. (41) 1405 - 17 giugno - Lettera della Marchesa Barbara a Lod. Oonzaga. (Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 54). (42) 1466 - 15 marzo - Lettera della Marchesa Barbara a Maraiglio AndreasL (Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 55). (43) 1466 - 23 aprile - Lettera della Marchesa Barbara a Lodovico Gonzaga. (Mantova - Arch. Oonzaga). (44) Idem. (45) 1457 - aprile - Lettera di Marsilio Andreasi al Marchese. (Mantova - Arch. Gonzaga, copialettere lib. 59). (46) 1467 - aprile - Lettera di Lod. Gonzaga alla Marchesa. (Mantova - Arch. Gonzaga. F. Il. 6). (47) 1467 - 12 aprile - Lettera di Marsilio Andreasi a Dorotea. (Mantova - Arch. Oonzaga). (48) 1467 - 14 aprile - Lettera della Marchesa Barbara a Lodovico Oonzaga. (Mantova - Arch. Oonzaga). (49) 1467 - 17 aprile - Lettera di Lod. Oonzaga a Galeazzo M. (Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 56). (50) 14:17 - 15 aprile - Lettera •li Galeazzo M. al )larchese Oonzaga. (Mantova - Arch. Oonzaga. E. XLIX. 2). (51) 1467 - 22 aprile - Lett. di Marsilio Andreasi al Marchese. (Mantova - Arch. Gonzaga). (52) Idem. (53) 1467 - 7 aprile - Procura di Bona di Savoia al conte di Longueville. (Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi). (5-i) 1467 - 4 maggio - Capitulorum per instrumentum contraendorum, ecc. (Milano - Arch. di Stato). (55) 1468 - gennaio - .Memoriale super agendis pi·o ea;peditione inst1·umento1·um /lendorum .Afediolmii,pro matrimonio Jzt.mt D. Galeatii, etc. (Milano - Arch. di Stato). (56) 1468 - 7 marzo - Lettera da Vigevano, di Oaleazio Maria alla madre. (Milano - Arch. di Stato). -43- (57) Idem. 8 marzo - Lettera di Bianca MaTia a Galeazzo. (Milano - Arch. di Stato). (5!l) 1468-23 - marzo - Lettera di Tristano Sfona al Duca Galeazo M. Sforza. (Milano - Arch. di Stato). (60) i468 - 2ll aprile - Adjunctione rle li capituli che si domandano per la maestà del Signore re di FranUI, ecc. (Milano - Arch. di Stato). (6l) Idem. (62) i468 - 9 aprile - Lettera da Tours di Giov. Pietro Panigarola al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (63) 1468 - 28 aprile - Lettera da Genova di Sagramoro Visconti al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (61) 1168 ·- maggio - Lista de cose se faranò per Mad." Ducissa. (Milano - Arch. di Stato). (65) H68 - 10 maggio - Lettera da Amboise, di Tristano a Galeazzo. (Milano - Arch. di Stato). (6G) i 168 - maggio - Lettera di Galeazzo M. a Tristano. {Milano - Arch. di Stato). (67) Idem. (68) 1 lGS - iO maggio - Lettera di Tristano a Galeazzo succitata. \69) il iS - 21 maggio - Lettera da Pavia, di Galeazzo a Tristano. (Milano - Arch. di Stato). (58) 1468 - (iO) !clero. \91) 1468 - 30 maggio - Lettera da Genova, di Visconti Sagramoro al Duca. (~Jilano - Arch. di Stato). (i2) 1168 - 2 giugno - Lettera. da Lione, di Giov. Ant. Moneta al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (73) Idem. (7~} 1168 - 5 giugno - Lettera di Lodovico M. Sforza alla madre Bianca M. (Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi). -4l- (i5) 1463 - 7 giugno - Letter:i da Milano, di Frane. Pagnano al Duca. (Milano - Areh. di Stato). (70) 1468 - 8 giugno - Lettera da Genova, di Sagramoro Viseon ti al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (77) f.168 - 9 giugno - Lettera da Genova, di Giacomo Bonarcllo al nuca. (Milano - Arch. di Stato). (78) 1468 - 14 giugno - Lettera da Pavia del Duca a Giovan Paolo pa ro>10 dual"um trirtmtim ser.m• dom.• 1·egis • Ferdiwtndi. (Milano - Arch. cli Stato). 16 giugno - Lettera da Milano, di Giov. Giapano cameriere duCAle a Galeazzo M. Sf. (Milano - Areh. di Stato). (8(\) Idem. (81) 1468 - 17 giugno - Lettera del Consiglio Segreto al Duca. (~1ilano - Arch. <li Stato). (82) 1408 - 2!3 giugno - Lettera da Milano, di Giov. Simonetta al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (83) 1. 166 - 23 giugno - Lettera da Oenova, di Ant. Meraviglia e Lodovico Beccaria al Duca. (:\lilano - Areh. di Stato). (Sl) Idem. (85) 1468 - 23 giugno - Lettera da Genova di Yisconti Sa gramoro al Duca. Pei· voscas cito cito et t;Olantissime die noctuque. (Milano - Areh. di Stato). (86) 1468 - 25 giugno - Lettera da Pavia, di Cieco Simonetta al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (87) 1468 - 26 giugno - Lettera da Savona, di Andrea Grifo al Duca - raptissime. (l\lilano - Arch. <li Stato). (83) 1468 - 23 giugno - Lettere da Oenova, di Giacomo Bonavello al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (89) Idem. (79) 1468 - - \ - 45 - (90} 1468 - 2\1 giugno - Lettera di Giacomo da Seregno al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (91) 1468 - 28 giugno - Lettera di Leonardo da Saratico al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (92) 1468 - 29 giugno - Lettera di Giacomo da Seregno al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (93) 1468 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Corrado Bigurro al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (94) 1468 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Giovanni Borromeo al Duca. (i\lilano - Arch. di Stato). (95} i 168 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Guido Parati al Duca. (Milano - Arch. di Stato - Carteggio generale). (96) 1468 - 29 giugno - Lettera cli Giacomo da Seregno al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (97) 1468 - 29 giugno - Lettera di Oiov. Castronovate e Giov. Oiapano alla Duchessa Bianca Maria. (Milano -· Arcb. di Stato). (98) Idem. (9'.l) il68 - 9 giugno - Lettera da Piacenza, di Lampugnano Princivallo al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (100) Idem. (iOi) 1468 - 1.0 e 2 luglio - Lettera da Firenze, di Nicodemo al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (102) Idem. (103) 1468 - 3 luglio - Lettera del Duca a Giov. Pietro Panigarola. (Milano - Arch. di Stato). (104) Idem. (105} Idem. (106) 1468 - S luglio - Lettera del Duca ad Ant. di Piacenza, tesoriere ducale. (Milano - Arch. di Stato}. / - 46- (107) 1468 - 5 luglio - Lettera del Duca, domini$ de i'troquc1 consilio, potestali et capitaneo justitia! (Milano - Arch. di Stato). (108) 1468 - 7 luglio - Atto di matrimonio. (Milano - Arch. di Stato}. (109) 1468 - 5 luglio - Lettera del Consiglio Segreto al Duca. (Milano - Arch. di Stato). (110) 1468 - 23 luglio - Lettera da Genova, di Ant. Meraviglia alla Duchessa Bianca Maria. (Milano - Arch. di Stato). ( I ti) 1468 - 4 agosto - Lette ra da Pavia, di Bona diSavoja a Bianca Maria. (Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi). (112) 1469 - 3 giugno - Ordine secundo el quale el nostro • Ill.n>o Signore vole se depinga li infrascripti lochi del Castello di Pavia. .. • • ' • 5~fl20 2 4 L O'G. 1~8