Garantire una vita dignitosa agli anziani

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Garantire una vita dignitosa agli anziani
Bruxelles
Garantire una vita
dignitosa agli anziani
di ELIO D’ORAZIO
Uscire
dalla crisi:
cambiare
modello di
sviluppo,
ridistribuire ricchezza e
reddito
per un
sistema
sociale
senza
povertà ed
esclusione sociale
O
rganizzato da AGE Platform Europe si è svolto a Bruxelles il 7
dicembre scorso, nella sede del Comitato delle Regioni, un
importante seminario sul tema “Promuovere un reddito adeguato e
dignitoso per le persone anziane attraverso il Dialogo Civile”. Su
questo tema ha lavorato con assiduità e competenza il Gruppo di
esperti di Age Platform in questi anni, mettendo a punto una proposta per il reddito minimo, adeguato e dignitoso per le persone anziane in difficoltà. Cosa non facile se si tiene conto delle diversità esistenti nei vari paesi, sia nel merito dei sistemi pensionistici e previdenziali che assistenziali, sia rispetto al livello del reddito medio e
delle condizioni di vita nei singoli paesi.
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Il seminario è stato una occasione preziosa di
discussione tra coloro che sono chiamati ad occuparsi di questa questione, affrontando non solo il
tema del reddito minimo, ma anche quello dell’accesso ai servizi essenziali per tutti, una adeguata qualità della salute e delle cure a lungo termine, l’educazione continua, l’abitare adeguato e
dignitoso, trasporti accessibili sia in termini tariffari che di funzionalità generale, l’integrazione
sociale attraverso un buon uso del tempo libero,
di attività sociali e di partecipazione alla vita civile e politica.
Il seminario ha basato il suo dibattito su alcune
dirette testimonianze di persone anziane provenienti da diversi paesi europei come la Bulgaria,
la Repubblica Ceca, la Germania, la Finlandia, l’Italia, la Polonia e la Slovacchia. Inoltre il seminario è stata l’occasione per presentare i risultati del
progetto “INCLUSage – dibattito sui bisogni delle
persone anziane” guidato da Age Platform e partecipato dai partner di diversi Paesi.
Il progetto ha avuto lo scopo di promuovere il
dialogo civile, accrescere la consapevolezza sul
tema e consolidare un metodo permanente di
consultazione tra le parti attive: organizzazioni
delle persone anziane, operatori, istituzioni e
decisori politici.
Una combinazione di fattori quali il basso reddito, una salute cagionevole, l’età, le discriminazioni basate sul genere, una riduzione della capacità
fisica o mentale, disoccupazione, isolamento,
abuso e accesso limitato ai servizi possono svolgere un ruolo nell’aumento del rischio di povertà
e di l’esclusione sociale quando si invecchia.
Dato che persone di età superiore ai 65 anni sono
la parte che cresce più rapidamente tra la popolazione dell’UE, tutti gli Stati membri e la Commissione Europea avrebbero dovuto utilizzare l’Anno Europeo 2010 per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale per affrontare queste minacce
in modo specifico per gli anziani di oggi.
Ciò non è stato, sia a livello europeo, sia a livello
dei singoli paesi membri e tra questi l’Italia. Forse
l’anno europeo per la lotta alla povertà è stata una
occasione mancata. In Italia ben pochi si sono
accorti che il 2010 è stato l’anno della lotta alla
povertà: il Governo ha burocraticamente gestito
la partita in sordina, quasi a nascondere il problema. Oltretutto i dati relativi alla povertà ci dicono
che non ci sono segnali di controtendenza.
Anzi: la povertà cresce, sia tra gli anziani che, in
modo preoccupante, tra i giovani. La distribuzione della ricchezza continua ad avere un andamen22
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to inversamente proporzionale. Per intenderci:
l’80% della ricchezza è nelle mani del 20% della
popolazione, mentre 80% della popolazione
dispone solamente del 20% della ricchezza.
Le evasioni fiscali sono macroscopiche e molte di
queste sono anche beneficiate da condoni, mentre fughe di capitali nei paradisi fiscali sono recuperate con benefici di detassazioni scandalose.
E tutto questo continua ad essere nonostante la
pesantissima crisi dovrebbe indurre a provvedimenti radicalmente incisivi al fine di recuperare
risorse e ricchezza da ridistribuire e da investire
per riprendere il cammino di uno sviluppo da
misurare in termini di crescita generale della qualità della vita.
Per questo è necessario sostenere con forza e
ribadire quanto segue:
1. Garantire un reddito minimo adeguato in età
4.
5.
6.
7.
avanzata per combattere la povertà e prevenire l’esclusione sociale: il diritto a sistemi di
reddito minimo, compresa una pensione minima, deve essere riconosciuto come un diritto
fondamentale per garantire la dignità di tutti e
l’indipendenza.
2. Sviluppare standard di reddito minimo per i
pensionati garantendo una vita dignitosa e la
dignità personale: soddisfare le aspettative
della popolazione anziana includendo anche
aspetti non monetari quali l’accesso ai servizi
sanitari di qualità, l’educazione e l’apprendimento permanente, un alloggio decente, lo
svolgimento di attività sociali o la partecipazione civica.
3. Porre attenzione alle persone anziane nei Piani
d’Azione Nazionali per l’inclusione sociale e
coinvolgere nel processo di decisione politica
coloro che vivono in povertà: nel 2008 il a
8.
rischio di povertà per i gli anziani sopra i 65
anni è stato del 19% nell’UE a 27. Le donne
anziane sono toccate dal problema in misura
ancora più elevata rispetto a questa media.
Concordare obiettivi nazionali di riduzione
della povertà per età e sesso, per combattere
la povertà della popolazione anziana tra sottogruppi specifici, come le donne anziane, le
persone anziane che vivono da sole e nelle
zone rurali, le minoranze etniche, gli immigrati più anziani. Si potrà pertanto riuscire a
misurare i progressi globale per la riduzione
della povertà.
Applicare la parità di genere nel mondo del
lavoro al fine di garantire un adeguato reddito
da pensione per le donne. Dal momento che
la mancanza di adeguate risorse tra le donne
anziane è una conseguenza diretta della discriminazione nei loro confronti nel campo del
lavoro, i governi dovrebbero anche riflettere
profondamente su modelli sociali esistenti e
sui ruoli tradizionali di genere che cristallizzano questa situazione sfavorevole.
Raggiungere, informare e assistere le persone
anziane più vulnerabili che non sono in grado
di rivendicare i loro diritti - in particolare gli
anziani, disabili e/o soli, gli immigrati più
anziani e le minoranze etniche.
Garantire la protezione contro la povertà dei
lavoratori tra i lavoratori più anziani – garantire un salario adeguato; evitare lo sfruttamento economico, l’occupazione precaria e spiacevoli condizioni di lavoro; offrire opportunità di
conseguire competenze che permettano loro
di superare difficoltà personali e finanziarie ; e
aumentare la loro capacità economica di gestire la loro vita.
Promuovere il benessere individuale e la qualità della vita in tutte le età attraverso l’accesso universale ai servizi essenziali: gli standard
di qualità per la salute e servizi di assistenza a
lungo termine dovrebbero essere introdotti e
rispettati da parte delle autorità pubbliche.
C’è da auspicare che da parte dei Governi
Nazionali e della Commissione Europea ci sia
un forte impegno per sradicare la povertà e
l’esclusione sociale entro il 2020: tale obiettivo è direttamente premessa e conseguenza
di qualsiasi strategia europea per la ripresa
economica e la grande riforma del sistema
economico, finanziario e bancario.
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