Il teatro come percorso di vita - a cura di Marco Mondani

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Il teatro come percorso di vita - a cura di Marco Mondani
Il teatro come percorso di vita - a cura di Marco Mondani
La pratica teatrale e musicale sono importanti nell'espressione, nella comunicazione e nella liberazione del corpo
e della mente dell’individuo.
Che il teatro sia un potente mezzo di comunicazione efficace e suggestiva è noto a tutti coloro che ci si sono
avvicinati, almeno come spettatori.
Lo sperimentare attivamente l'arte drammatica diventa anche un mezzo importante per la conoscenza profonda
di sé, delle nostre dinamiche comunicative personali e di gruppo.
L’arte non è necessariamente una cura, ma può essere un buon mezzo per guardare dentro la persona, al fine di
costruire un nuovo spazio in cui vivere.
Il teatro e la musica sono strumenti che permettono di avvicinarsi alla sensibilità di tutti, possono far
comprendere come canalizzare le proprie risorse emozionali e creative, lasciando emergere lentamente un
interesse rinnovato verso il proprio corpo, veicolo di un’intelligenza, spesso relegata in secondo piano.
L’esercizio creativo è un’esperienza di crescita all’interno della quale giocando s’impara a valorizzare un ritmo, un
suono, un’espressione, un istante di magia, un impulso o il silenzio conquistato dopo una fatica.
Il “gioco” nasce dal desiderio di esporsi in uno spazio protetto, permettendo di manifestare bisogni in altri contesti
illegittimi: è occasione per imparare divertendosi, per acquisire regole, per sviluppare la capacità di ascolto, per
cooperare, per rifiutare, opporsi, unirsi, per riconoscere i limiti e le potenzialità proprie e altrui. L’azione nasce dal
desiderio di partecipare e, come nel gioco, la presenza è attiva e globale. (Armando Sanna, Pasquale Scalzi –
Teatrificio Esse)
Interpretare un ruolo in scena può consentire di espletare delle parti di sé non quotidiane che rifiutiamo e non ci
permettiamo di conoscere che possono essere vissute attraverso la dimensione sicura del “personaggio”
sospendendo, così, temporaneamente, le conseguenze delle proprie azioni pur concedendoci di ascoltare i vissuti
che il “rappresentare” può generare. Il teatro diviene, in tal modo, un gioco di ruoli e di sensazioni che, attraverso
l’interpretazione di storie reali o fittizie, consente di esplorarsi.
In questo senso il teatro assolve alla funzione di utile "percorso di vita" che nasce dal consentire la piena
espressione e realizzazione di se stessi, superando pregiudizi e stereotipi, accogliendo dolcemente parti rifiutate
della propria storia o di se stessi che possono essere rimesse in scena nella finzione e reincastrate nel proprio
mondo interno. Dopo aver creato un luogo protetto di rappresentazione delle parti più intime di sé una persona
può scoprire e ristrutturare la propria personalità attraverso il personaggio, lasciando cadere le maschere e
accedendo alla propria vera identità, a ciò che può sentire di essere, trovandosi nei panni di ciò che nella
quotidianità non è e non riesce ad essere.
Il teatro come percorso di sé, in questo senso, è un aiuto per comprendere meglio “chi si è” e “cosa si desidera
essere una volta liberi da vincoli sociali”. (http://www.benessere.com/psicologia/arg00/teatroterapia.htm a cura di
Monica Monaco).
Tramite la conoscenza corporea, l’ascolto e la concentrazione, si può arrivare a sperimentare la relazione
movimento-parola, movimento-emozione, movimento-pensiero.
Ad esempio mediante gli esercizi di gruppo possiamo ottenere un clima d'insieme che permette a ognuno di
esprimersi con fiducia e sicurezza, sperimentando nuove relazioni con l’altro.
Attraverso il gioco si affrontano i diversi aspetti della espressività sia teatrale che musicale: la respirazione, la voce,
la gestualità, il ritmo e la musicalità, il ballo, lo spazio, la coralità, l’improvvisazione, il lavoro sul personaggio.
(Armando Sanna, Pasquale Scalzi – Teatrificio Esse).
All’interno della propria formazione l’attore compie un lavoro che lo porta a rintracciare dentro sé gli stati d'animo,
le situazioni emotive e relazionali e le proiezioni "psicodinamiche" che ogni spettacolo, anche il più "elementare",
propone. Tutto questo diventa un formidabile metodo di auto-analisi e di auto-consapevolezza ed una preziosa
occasione di riflessione e comunicazione se della nostra esperienza teatrale ne facciamo un percorso.
Entrare in empatia con il personaggio che rappresentiamo sulla scena, spesso diverso dal nostro modo di essere
e di agire, richiede un "lavoro" su di sé, che parte dalla necessaria graduale consapevolezza di limiti e pregi
personali e si esplica attraverso la valorizzazione di capacità e possibilità espressive talvolta "nascoste" o
volutamente represse e allo stesso tempo fa prendere coscienza del "ruolo" che ognuno di noi gioca nella propria
vita.
Le situazioni emotive e relazionali che ci si trova ad interpretare sul palcoscenico, manifestano le molteplici
sfaccettature della “vita nella possibilità”, così da poter eventualmente riflettere sulle scelte personali operate, sui
comportamenti normalmente agiti, sulle azioni e reazioni alle sollecitazioni degli altri individui e della società in
senso lato (le leggi, le regole sociali, ecc.), su quanti e quali punti di vista le stesse situazioni che ci si pongono
davanti possono essere affrontate, gestite, risolte o rimanere irrisolte.
Interpretare significa prima di tutto capire il mondo, il pensiero, la situazione emotiva, sociale e caratteriale di un
altro che è il personaggio scenico, con il suo modo di essere e la sua cultura.
Certamente il teatro è "finzione" scenica, ma nel senso che l'attore prende "le distanze" da ciò ch'egli non è,
precisando meglio tutto quanto in realtà sa di essere o vorrebbe essere, proprio "vestendo" i panni dell'altro, con
tutta l'alterità possibile e le difficoltà comunicative connesse.
Recitare, inoltre, mette in contatto con l'autore, il suo pensiero, la sua "filosofia" e pone problemi di adesione
culturale, morale, filosofica, religiosa, sociale.
Si vede l'esistenza da un altro punto di vista, anzi: da "altri" punti di vista, diversi e talvolta molto lontani dal
proprio modo di vedere, con la necessaria conseguente consapevolezza dei propri limiti e, allo stesso tempo,
della bontà delle proprie convinzioni.
E' un modo per confrontarsi senza scendere sul piano dello scontro con chi "non la pensa come me", diventando,
quindi, un efficace mezzo di educazione alla tolleranza e al confronto, al rispetto di sè e degli altri.
Il teatro "praticato", inoltre, pone problemi di disciplina (bisogna rispettare delle regole imposte dal mezzo
comunicativo e tecnico), di concentrazione e coordinamento con gli altri, di superamento delle proprie timidezze
ed inibizioni comunicative, permettendo l'approccio ad una più libera (e meno sofferente) comunicazione di sé,
all'interno di un "lavoro" avente finalità ed obiettivi comuni.
L'attore deve uscire da sé ed "entrare" nel processo comunicativo dello spettacolo, adeguando il proprio "codice"
a quello degli altri attori, dell'autore, del regista e degli spettatori.
Uno spettacolo teatrale impone attenzione e studio del mezzo comunicativo: la voce e l'espressione, il corpo, il
movimento, l'azione scenica nel suo insieme. Impone attenzione e studio del "significato", del "messaggio" e dei
simboli utilizzati per trasmettere tale messaggio e richiede sacrificio, passione e volontà, ma allo stesso tempo
diverte, appaga, soddisfa la naturale esigenza di dire e fare, di apparire e di auto-svelarsi, di comunicare in modo
artistico, simbolico ed emotivamente significativo.
Ecco perché si vede come utile e possibile l'applicazione delle tecniche attorali, con la sperimentazione attiva ed
effettiva del mezzo teatrale, nel difficile e allo stesso tempo fantasioso (nel senso di "poliedrico") campo della
psico-terapia e dell'educazione in genere. (http://www.ilteatrodellanima.com/ del Dott. Pino Gargiulo).
A cura di Marco Mondani
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Orioli W., 2007, Teatroterapia, Erickson.
Orioli W., 2001, Teatro come terapia, Macroedizioni.
Sue J., 1997, Dramatherapy: Theory and practice 3. Routledge, NY.
Lewis P., Johnson D. Read, 2000, Current approaches in Drama Therapy, Paperback.
Rubit J., 2006, Expressive and creative Arts Methods for Trauma survivors, Paperback.
Studio Adel . Tel +39 0574 052191 . Via Libero Grassi, 78 - Prato . Email [email protected] . P. Iva 01904540976