Giornale Nr. 28 Dicembre 2014

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Giornale Nr. 28 Dicembre 2014
Anno XIV N. 28 Dicembre 2014
Segreteria tel.3336971959
Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus”
Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA
www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it
Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio
Direttore Responsabile: Lucia Saccardo
IL CLAN/DESTINO
fuori dal centro
LE NOSTRE VOCI
30 Aprile 2014: una data importante per tutti gli
utenti della Salute Mentale della Lombardia.
(a cura di Luciano Lisi)
Il 30 Aprile si è formalizzata la nascita della nuova Associazione della
Rete Utenti Lombarda.
Dopo poco più di un
anno di confronti fra
utenti
della
salute
mentale dei vari territori
della Lombardia si è
sentita la necessità di
dare
una
forma
giuridica a questo raggruppamento di persone che si erano avviate a
cercare la propria autonomia
Le discussioni fatte nei nostri incontri del 2013 e dei primi mesi del
2014 ci hanno portato a definire le finalità su cui lavorare dopo la
costituzione ufficiale della nuova associazione. Riassumo qui i
principali obiettivi che sono stati inseriti nel nostro Statuto:
1. ) Porsi come interlocutore diretto dei diritti e delle istanze degli
utenti presso le istituzioni ed i media.
2. ) Promuovere la cultura della "Recovery" all'interno dei Servizi e
tra gli utenti.
3. ) Promuovere la diffusione e la pratica dell' auto –mutuo -aiuto.
4. ) Promuovere il riconoscimento dell'ESP nell'ottica della
Recovery.
5. ) Lottare contro il pregiudizio e l'ignoranza sensibilizzando la
società civile organizzando eventi e convegni per vincere la
diffidenza e la paura del malato psichico per il recupero dei
percorsi socio - sanitari e la fruizione dei diritti civili degli utenti
Molti altri soci si sono aggiunti a rappresentare i territori della
Lombardia. Tra le nostre fila ci sono utenti di Milano, Saronno, Como,
Legnano, Magenta, Pavia, Rho, Busto Arsizio, Cremona, Bergamo,
Brescia, Monza, Cantù, Varese e molti altri sono interessati ad
aggiungersi alla nostra Associazione.
Dopo la necessaria pausa estiva, l’Associazione vuole ripartire, con
rinnovato vigore , a proseguire i propri incontri in modo da cercare di
perseguire i nostri obiettivi.
In concomitanza della settimana della Settimana della Salute Mentale,
a Saronno il 17 Ottobre 2014 presso al Sala Nevera faremo un incontro
in cui gli utenti definiranno meglio le azioni da intraprendere e le future
iniziative. Questo incontro sarà aperto alla cittadinanza.
Stiamo pensando a far nascere un giornale, che verrà pubblicato online e anche su supporto cartaceo per dare più visibilità alla RUL e
creare un dibattito aperto sui problemi della Salute Mentale.
Ci stiamo organizzando per proseguire, ora che siamo giuridicamente
riconosciuti, ad avere contatti, speriamo più proficui di quelli del 2013,
con le autorità politiche della Regione Lombarda. Questi incontri
serviranno a portare avanti la nostra richiesta di riconoscimento della
figura professionale dell’Esperto in Supporto tra Pari(ESP) presso la
politica regionale.
Gli incontri mensili tra gli utenti, sono sempre più importanti, perché fra
noi cresce la consapevolezza e la fiducia per superare i momenti di
malattia. Sappiamo infatti che una grandissima parte di noi ha
superato, o è sulla strada per uscire dalla malattia mentale.
Il contatto fra utenti di territori diversi servono per cogliere le
esperienze più importanti di ogni singola realtà e, quindi a trasmettere
fra noi i mezzi più idonei per vincere la malattia mentale.
23 soci hanno partecipato all’atto costitutivo dell’Associazione Rete
Utenti della Salute Mentale della Lombardia (RUL).
Dalla Cooperativa SUN-CHI alla Cooperativa
CLS SUN-CHI
(a cura di Roberta Venieri e Giancarlo Catella)
La Coop Sun-Chi nasce nel dicembre 2007 a partire da un Progetto
Innovativo Regionale “ Consapevolezza della persona con disagio
psichico: L’utente diventa facilitatore sociale” il suo scopo era ed è
quello di permettere agli utenti diventati Facilitatori Sociali, ora Esperti
in Supporto tra Pari (ESP), di inserirsi nel mondo del lavoro con le
stesse opportunità e tutele delle persone senza disagio. La Sun-Chi ha
cercato di ottemperare a questo compito nel migliore dei modi,
aiutando gli ESP a trovare lavoro nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera,
presso altre Cooperative e da privati; nonostante gli sforzi però, la
maggior parte delle attività sono rimaste sempre finanziate dal Progetto
Innovativo e così SUN-CHI non riusciva a crescere e dare opportunità
concrete ai propri soci. I volontari del Consiglio di amministrazione
hanno iniziato a guardarsi attorno per capire chi, sul vasto territorio
saronnese, condividesse gli stessi valori di rispetto – uguaglianzaappartenenza e solidarietà su cui si basava SUN-CHI, per dare avvio
ad una collaborazione che la aiutasse a crescere. Da qui nasce la
conoscenza con CLS, vicina al Servizio di Psichiatria per posizione
geografica e alla Sun-Chi per obiettivi. Lo studio tra le due cooperative
dura quasi un anno, per approdare il 31 Luglio 2014 alla nascita della
CLS SUN-CHI, Cooperativa Sociale onlus che si va ad aggiungere alle
altre cooperative appartenenti alla famiglia CLS. Le cooperative di
questa grande famiglia sono:
 CLS LA: una struttura che gestisce una vera e propria realtà di
fabbrica dove viene quotidianamente praticato il vero senso
sociale, oltre che economico, del lavoro e dell'impresa. Lavoro
come espressione della propria capacità e come stimolo al
superamento delle proprie difficoltà in un contesto in cui al di
fuori di ogni esasperato personalismo il più capace diventa
stimolo e aiuto al meno capace. E' il ruolo del lavoratore che
diventa prossimo al suo collega più debole e ciò senza che si
perda il senso economico del lavoro.
 CLS CA: comunità per le persone disabili per le quali la vita
comunitaria rappresenta la soluzione più consona. Gli spazi
comunitari sono due, ciascuno in grado di accogliere dieci
persone, con camera a due letti con servizi integrati, ampia sala
di ritrovo e animazione, sala da pranzo, cucina con dispensa,
lavanderia e stireria. La finalità della comunità alloggio è quella
di offrire un luogo in cui i residenti possano vivere
un’esperienza affettivamente ricca, possano trovare e creare
legami significativi e duraturi che garantiscano una buona
qualità di vita.
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Tutte queste Cooperative vivono sotto l’ombrello della Fondazione CLS
che intende promuovere, sostenere e tutelare iniziative di solidarietà
nei confronti delle categorie più bisognose o comunque socialmente
svantaggiate, con particolare attenzione alle situazione di disabilità
psico-fisica.
L’appartenere a questa grande casa, potrà dare alla CLS SUN-CHI
maggiore visibilità sul territorio e quindi maggiori possibilità di far
conoscere il lavoro degli ESP e il loro valore sociale, oltre ad
incrementare le opportunità lavorative per i soci.
Ma la CLS SUN CHI non dimentica da dove viene, una comunità
vivace, ricca di rapporti, esperienze, diversificata come professioni e
culture, desiderosa di essere promotrice d’innovazione nel settore e
determinata a progredire, e intende mantenere ben salde le relazioni
create con le sue origini: se si sa da dove si viene, è più facile
individuare la via per il proprio futuro…. Per questo sta nascendo un
Comitato con esponenti dei Soci, delle Associazioni amiche e dei
Servizi, che stimolerà la Cooperativa ad ampliare il suo raggio d’azione
per soddisfare sempre di più le attese dei propri soci lavoratori ed
anche a partecipare al meglio a tutte le iniziative proposte dalla
Fondazione CLS. Il viaggio è appena iniziato … tante le aspettative,
tante speranze, tanta la e voglia di fare … ci riusciremo? La sfida è
ardua, ma la forza, la volontà e la determinazione dei nostri soci
lavoratori sono una grande spinta verso il successo!
Mini alloggi per le persone disabili in grado di gestire in maniera
autonoma la loro presenza, e che in tale autonomia riscontrano
una loro gratificazione. I mini alloggi protetti offrono un luogo
che risponde al diritto della persona disabile ad una vita
indipendente, in cui ogni residente possa svolgere attività ed
effettuare scelte quotidiane autonomamente, nel rispetto delle
finalità proposte dalla CLS CA:
CLS FA: La Cooperativa Lavoro e Solidarietà – Formazione
all’Autonomia nasce, seguendo i principi della mutualità e senza
finalità di lucro, allo scopo di perseguire la promozione umana e
l’integrazione sociale di persone a rischio di emarginazione,
quali sono i soggetti portatori di handicap psicofisici.
L’organizzazione del Servizio prevede un approccio per moduli
all’interno dei quali le sollecitazioni e le richieste variano in
funzione dell’obiettivo finale. Attraverso la definizione di un
progetto individuale si vuole gradatamente diminuire la
dipendenza, del disabile e della sua famiglia, dal Servizio
favorendo l’integrazione sociale e l’inserimento in realtà
presenti sul territorio (lavorative, ricreative, del tempo libero e
dell’associazionismo).
CLS DA: ancora in studio, che si occuperà di fornire risposte
adeguate ai bisogni delle persone con autismo.
VERSO IL NUOVO C D
(a cura di Massimo Airoldi & La Nuova Risonanza)
La Band “La Nuov a Risonanza” continua, tra una esibizione
e l’altra, a lav orare ai suoi nuov i brani. Sino ad ora
abbiam o strutturato 7 nuove canzoni e altre sono nel
cassetto, ci stiam o accorgendo che st iam o configurando il
nuovo CD (che probabilm ente dov rebbe uscire nella
prim avera prossim a), in m aniera div ersa rispetto al prim o,
con una sfum atura più “ matura ”.
I testi fav oriscono di una
m aggior
consapev olezz a
nella loro com posizione e dei
loro contenuti, credo che
questo sia dovuto anche
all’esperienza
precedente,
quando il m ateriale era un
po’ più “ primario ” e m eno
filtrato, e quindi si dedicava
lungo
tem po
alla
sua
rev isione e alla sua analisi
per
renderlo
fruibile
e
“v endibile” da un punto di
v ista m usicale.
Spesso i brani vengono stesi in prim a battuta “ pensandoli
da se ”, com e se bastasse una sem plice struttura arm onica
confezionata da altri per reggerli e conv ertirli in una
canzone.
In realtà non è pro prio così sem plice m a
soprattutto non funziona così.. Ora pare che il “ pensiero”
che sorregge un brano nella sua fase più em brionale, abbia
o presenta com unque già una sua “ strutturazione compiuta ”
al suo interno. Si tratta cioè di sforzarsi di elaborare le
proprie em ozioni e sentim enti prim a e poi di ordinarle in un
codice
com unicativ o
condiv isibile
da
chi
ascolta,
form attando il suo contenuto/storia in una form a m usicale
eseguibile. Quindi una m aggior m aturità rispetto alla
creativ ità,
che
trasform a
l’in tuizione
interna
in
rappresentazione esterna.
Alcuni autori dei testi ponevano forte resistenza a
cam biare la propria scrittura, spesso m olto introiettata in
un codice personale, a favore di una direzione v erso
l’esterno più condiv isibile, per un pubblico più allargato,
che più difficilm ente potrebbe com prendere certe “licenze
poetiche” tipiche del disagio psichico, com e le continue
sfum ature (nem m eno poi tanto sfum ate ) tendenti sem pre
verso
aspetti
depressogeni,
perdenti, senza speranza, di
abbandono senza soluzione di
continuità. Ora c’è m aggior
disponibilità a re -v isionare il
proprio m ateriale, accettando
di
elaborare
ulteriorm ente
alcune
rappresentazioni
a
fav ore di una prospettiva m eno
pessim istica m a più creativa e
risolutiv a, alm eno possibilista.
Una ulteriore spinta evolutiva
la stanno dando anche alcuni
nuov i pazienti che hanno o
stanno prov ando a partecipare
a questa nostra avv entura, apportando m ateriale, m odalità
e pensieri nuov i nel gruppo, prom uovendo giocoforza
alcuni rinnov am enti positiv i e s tim oli nuov i.
Per questo potrebbe sortirne un nuovo lav oro più fresco,
più leggero, più giocoso, nello stile e nella form a, pur
m antenendo i suoi contenuti im portanti. Lavorando anche
su form e m usicali più “colorate”, con arm onizzazioni per
noi m agari più insolite e divertenti, sperim entando anche
nuove dinam iche, e m ettendoci in gioco al fine di
perseguire quella “ nuova risonanza ” con cui v ogliam o
tradurre il nostro m ondo interno.
Giornata di Formazione “RECOVERY STAR”
(a cura di Andrea Furlan)
Mercoledì 7 Maggio presso la sala Morandi dell’ospedale di Saronno si
è tenuta un’intera giornata di formazione “I processi di Recovery nei
servizi del DSM – Recovery Star” per gli operatori della UOP, utenti e
volontari. Giornata organizzata dall’Azienda Ospedaliera di Busto
Arsizio Presidio di Saronno in collaborazione con Il Clan/Destino,
As.V.A.P4 e Cooperativa Sun-Chi.
La formazione è stata a cura dell’associazione Il Chiaro del Bosco
(BS), abilitata da “Triangle Consulting” (di Londra) detentrice della
licenza italiana per l’utilizzo e la sua formazione (copyright Recovery
Star)
Cos’è la “Recovery Star”?
La Recovery Star (RS) è uno strumento sviluppato per supportare e
misurare i processi di cambiamento che avvengono durante il lavoro
terapeutico-riabilitativo con persone adulte (in età lavorativa), affette
da problemi mentali. Funge da supporto della recovery degli utenti,
fornendo loro una mappa di questo percorso ed un metodo per
tenere traccia dei loro progressi e pianificare le azioni che intendono
attuare.
La RS si focalizza su dieci aree principali, considerate cruciali nei
percorsi di recovery:
- Gestione della propria salute mentale - Cura di sé
- Abilità per la vita quotidiana (living skills) - Reti sociali
- Lavoro
- Relazioni personali - Dipendenze
- Responsabilità
- Identità e autostima
- Fiducia e speranza (aspettative positive)
La RS misura le difficoltà dell’utente in ciascuna di queste aree ed
evidenzia la posizione dell’utente e la relativa progressione nel suo
percorso di cambiamento. La RS si basa su un modello a cinque
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stadi, con il quale gli individui possono operare dei cambiamenti in
quegli ambiti della loro vita che risultano più problematici. I Queste
cinque fasi sono quelle del Blocco, dell’Accettazione dell’aiuto, del
Crederci, dell’Apprendimento e della Fiducia in sé stessi. La RS si
basa sull’idea che una crescita positiva
sia un obiettivo possibile e realistico per
tutti gli utenti dei servizi e lo strumento è
stato costruito per supportare e misurare
questa crescita ponendo l’attenzione
sulle potenzialità delle persone piuttosto
che sui loro problemi. Inoltre, la RS
affonda le proprie radici nel Modello del
Recovery, secondo cui le persone con disturbi mentali possono
condurre una vita ricca e soddisfacente senza necessariamente
eliminare la malattia, ma piuttosto favorendo una sua gestione
efficace. L’elaborazione dello strumento è stato condotto in
collaborazione con nove progetti di cinque organizzazioni che
lavorano nel campo della salute mentale e che comprendevano un
floating support service, un servizio di supporto ad interventi di
housing sociale, due centri diurni, due progetti per la formazione e
l’inserimento lavorativo, un appartamento protetto, un servizio
residenziale riabilitativo, ed un ospedale indipendente. La RS è stata
testata con 114 utenti e le sintesi delle schede dello strumento (le
Star Charts) sono state riportate ai servizi coinvolti per la
validazione. In tutti i casi, il quadro ottenuto con la Star, e relativo ai
progressi ottenuti dagli utenti inseriti in un progetto di intervento, si è
dimostrato aderente alle aspettative dell’operatore e del
responsabile del progetto stesso. Questo modo di procedere “dal
basso verso l’alto”, nello sviluppo della RS, ha assicurato che gli
strumenti si basassero su una comprensione reale della natura del
recovery e dei processi di cambiamento, e che venissero ritenuti utili
sia dagli utenti sia dagli operatori, fornendo, inoltre, dati di esito
solidi che riflettono i veri obiettivi dei servizi.
“Mi sono sentito del tutto coinvolto; è stato chiaro e semplice da
capire, focalizzato sulla mia persona nel suo insieme, non solo sul
problema. E’ stata una spinta notevole per valutare la mia
situazione. E’ stato come fare una conversazione, come se per la
prima volta qualcuno mi avesse davvero ascoltato. Puoi davvero
arrivare a conoscere qualcuno e a sapere cose di lui utilizzando la
Star, anche se tu magari pensi già di conoscerlo bene”
Prima esperienza di ritiro sportivo per i Crazy Frogs
( a cura di Massimo Airoldi & i Crazy Frogs)
La squadra di pallavolo Crazy Frogs quest’anno ha partecipato ad una
nuova iniziativa sperimentale, progettata e organizzata da noi assieme
ai colleghi di Rho, i RhoStar: un ritiro sportivo di 4 giorni, a Cesenatico,
in un’apposita struttura, a metà settembre, 6/7 giocatori più due
operatori per squadra. Questo fa parte integrante di un processo più
ampio di cura riabilitativa del Servizio saronnese, che mutua i sani
principi dell’agonismo e dello sport di squadra, come strumento di
crescita personale, consapevolezza, aggregazione e rispetto.
mischiati tra di loro dovevano cooperare per il raggiungimento di un
obiettivo finale. Una al pomeriggio più tecnica, sul campo, centrata sui
fondamentali della pallavolo, che vedeva sempre una partita tra le due
equipe, dove si perfezionavano schemi e tattiche di gioco, applicando
regole e modalità più agonistiche. Il tutto veniva documentato (foto e
video) sia per una supervisione in sedute di gruppo e sia per farne una
clip divulgabile, con l’intento di portare questa esperienza anche in
ambienti sportivi più specifici e meno psichiatrici, nella convinzione che
il confrontarsi col contesto sociale favorisca la nostra crescita e una
maggior inclusione, abbattendo un certo stigma culturale.
L’idea è nata dalla riflessione che un periodo intensivo, totalmente
dedicato alla disciplina sportiva, poteva essere l’occasione per
incrementare il clima di squadra tra i suoi partecipanti, indispensabile
per una corretta pratica sportiva, proprio come fanno tutte le squadre
agonistiche, durante la preparazione per i prossimo tornei.
A questo si aggiungevano momenti più liberi, ludici e turistici, secondo
libere associazioni spontanee, il tutto tranquillamente integrato
all’interno di una grossa struttura sportiva in cui vi erano circa 600 altri
ragazzi (tra cui la nazionale femminile cubana di pallacanestro), che
facevano altrettanto e nessuno sapeva (e capiva) che eravamo un
servizio psichiatrico.
Molto interessante è stato il condividere ogni momento della giornata
con gli amici della squadra di Rho, cioè proprio quelli che sarebbero i
“nostri avversari”.
In conclusione l’esperienza è stata largamente positiva, con ottimi
risultati sia sul piano tecnico che relazionale. Va anche detto che non è
stato sempre e tutto facile: proprio questo clima “full immersion”
sollecitava nello stesso momento aspetti comportamentali, emotivi e
relazionali a volte anche molto intensi, con importanti implicazioni
personali, tipici dell’attività sportiva, dove corpo e mente reagiscono
unitariamente, sollecitati da particolari dinamiche psico-fisiche, alla
conquista di un equilibrio precario e fragile e al suo controllo, per nulla
scontato e immediato. Ma proprio questo è quel “materiale” utile al
continuo processo di crescita evolutiva di ciascuno.
Al
termine
tutti si dichiaravano ampiamente soddisfatti dell’esperienza, tanto che
si pensava di mantenere fisso questo appuntamento anche per gli anni
futuri, come parte integrante dell’attività.
Inoltre ha stimolato alla sopportazione della fatica e dell’impegno fisico,
dovuto alle sessioni di allenamento quotidiano: orari, puntualità, ritmi,
coordinamento Questa continuità ha stimolato relazioni intense e
dirette, ha permesso un confronto sano e rispettoso delle forze in
campo, ha consolidato lo spirito di squadra, quel senso di
“appartenenza” verso un unico obiettivo, in cui ciascuno è chiamato a
progettare e a responsabilizzarsi, investendo ciò che ha, per quello e
quanto riesce., lavori di gruppo, proprio tipici della disciplina sportiva,
che favoriscono il superamento della dimensione personale per andare
verso una gruppale.
Il lavoro voleva essere abbastanza impegnativo e intenso, al fine di
superare un tipico atteggiamento che spesso accompagna il disagio
psichico: rallentato, apatico, abitudinario, sedentario, disimpegnato,
passivo. Due sessioni giornaliere di due ore: una al mattino, in
spiaggia, centrata sulla preparazione fisico-motoria e aerobica,
attraverso esercizi, giochi ginnico/ludici di squadra, in cui i ragazzi
La nostra gita a Marina di Massa dal 9 al 12 Ottobre
con il Clan/Destino
(a cura di Irma Giavara)
Abbiamo fatto un incontro molto interessante con i “facilitatori” toscani
a Massa Carrara in cui ci siamo
scambiati le nostre differenti
esperienze e attività, trovando
delle affinità.
Nei giorni successivi ci siamo
riposati trascorrendo il tempo in
piscina ma anche al mare, ci
siamo molto divertiti fra bagni e
sole. Nell’unica giornata di
tempo piovoso, abbiamo avuto la
brillante idea di andare a Pisa. Io non avevo mai visto dal vivo la
La mattina del 9 Ottobre siamo
partiti in 13, in 9 sul pulmino
dell’ATAC guidato da Andrea
Furlan e 4 sulla macchina di
Sandro Giachino con anche sua
moglie Giuliana. Siamo arrivati in
un bel albergo che aveva anche
la piscina. Dopo aver pranzato
abbiamo fatto un giro al mare
che si trovava vicino. Nelle
serate andavamo sempre fuori nei ristoranti che ci aveva suggerito la
cognata di Andrea ed abbiamo sempre mangiato e bevuto molto bene.
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famosa Piazza dei Miracoli con il Duomo, il Battistero e la famosa Torre
pendente. Quando mi sono trovata sotto la torre ero preoccupata
avevo la netta sensazione che mi venisse addosso, è una meraviglia !!
La mattina dell’ultimo giorno l’abbiamo trascorsa facendo quello che
volevamo tra un occhio di sole e qualche goccia d’acqua. Nel
pomeriggio siamo partiti per tornare a Saronno e, una volta arrivati a
Milano, siamo rimasti bloccati nel traffico ma comunque contenti e felici
per i giorni passati assieme in allegria. Va un particolare
ringraziamento ai nostri accompagnatori Andrea, Sandro e Giuliana.
Incontro con i facilitatori toscani a Massa Carrara.
(a cura di Anna Zocco)
Si è parlato del confronto e delle tematiche che si stanno attuando tra
Saronno/Lombardia e Massa Carrara/Toscana. Successivamente la
Sig.ra Maria Grazia Bertelloni ha illustrato la situazione del CPS a
Massa
Carrara
iniziando
ad
affrontare
l’argomento
del
“testamento
psichiatrico”
da
presentare al Parlamento che aveva
lasciato
il
Direttore
dell’ASL
precedente, attualmente deceduto.
Si è detto che un paziente
psichiatrico sceglie una persona di
sua fiducia che presenta un
testamento
psichiatrico.
Si
è
costituita
un’associazione
per
divulgare,
per
contestualizzare
nell’ambito giuridico regionale e
nazionale il testamento psichiatrico.
La Sig.ra Maria Grazia ha detto che
nella loro struttura ci sono dei ragazzi
psicotici che hanno disturbi d’ansia,
dipendenza dai videogiochi e dai
telefonini. La Sig.ra Maria Grazia
sottolinea che non è d’accordo quando le associazioni diventano
“business”, perché perdono la loro spinta di socializzazione ed
accoglienza. Lei porta con sé dentro la sua libertà di lavorare nella
Provincia. Ha lavorato per la Rete, per la Casa della Cultura e
nell’ambito nazionale.
La Sig.ra dice che noi in Lombardia abbiamo a livello politico dei freni
per sviluppare la rete dei facilitatori sociali. A riguardo dice che in
Toscana per esempio La Cassa di Risparmio di Parma ha donato loro
un pulmino per le varie attività. Oltre a questo dice che sta nascendo
un’associazione di tipo religioso a Parma e si è incrinato il rapporto tra
CPS di Massa Carrara e la Provincia di Firenze perché è diventato un
discorso politico. Sia gli utenti che gli
operatori si sono sentiti fuori luogo.
Si è sottolineata la differenza tra
Riabilitatore e Facilitatore: il primo
abbraccia altre tematiche, i Rom e i
Minori; mentre il secondo riabilita solo
chi presenta dei disturbi psichici. Ha
insistito nel suggerire che la RUL
deve essere portarla a livello
nazionale e non solo regionale
(Lombardia). Inoltre aggiunge che gli
utenti da soli non riescono a farsi
riconoscere.
Esempio: un ritiro al Mugello (22
utenti) Quinta conferenza della Rete.
Avvio verso il coordinamento.
La Sig.ra Maria Grazia dice che il
paziente/l’utente si ferma di fronte
alle responsabilità. Aggiunge,infatti,
che ha dovuto organizzare tutto lei. Un conto è mettere in piedi
seminari in Italia e un conto è a livello provinciale o regionale.
Poi la Sig.ra Maria Grazia dice che il Discorso tra Pari è un bipolare,
non è uno schizofrenico; è il paziente con la sua storia, la sua
personalità.
Andrea Furlan è intervenuto aggiungendo che lo stigma per i facilitatori
alle volte diventa auto-stigma, cioè ci svalutiamo da noi stessi quando
dobbiamo fare.
20 anni di As.V.A.P. 4 : la nostra storia
(a cura di Elisa, Micla, Michela)

Per celebrare i nostri primi venti anni abbiamo organizzato un incontro
al quale hanno partecipato i protagonisti che hanno promosso e
seguito l’As.V.A.P. 4. in tutti questi anni: l’occasione ha permesso di
ricordare la nascita dell’associazione e la cosa che ci ha
particolarmente emozionato è stato l’intervento sentito e coinvolgente
dell’allora Direttore Generale dell’ospedale e di tanti altri attori della
nostra storia.
Coordinati dalla voce narrante di Micla Callegaro (familiare e socia
fondatrice di As.V.A.P. 4) si sono così succeduti via via gli interventi di
molti familiari, volontari e operatori non solo di Saronno, ricordando
così anche l’impegno di As.V.A.P. 4 sul territorio e sulla sua presenza
nell’ambito della salute mentale della Lombardia.
Ripercorriamo insieme la nostra storia menzionando le tappe più
significative.
GLI INIZI
All’apertura (1994) del centro di
via Don Bellavita, si sono ritrovati
alcuni
volontari
che
già
operavano
in
preesistenti associazioni
(AVULSS, Caritas, S. Vincenzo)
e che seguivano alcuni pazienti
psichiatrici.
Allora
il
CRT
funzionava
solamente
come
centro diurno, e i malati di
Saronno e dintorni nei momenti più critici dovevano andare all’ospedale
di Busto dove c’era il reparto di psichiatria di competenza; per questo
alcuni famigliari, che avevano dovuto ricoverare lì i loro parenti,
indignati per il degrado totale nel quale versava il reparto, si attivarono
per migliorare la situazione che comportava enormi disagi soprattutto
per i pazienti.
L’allora responsabile del CRT (Dr. Resnati) propose di fondare
un’associazione di famigliari e volontari proprio per rafforzare la difesa
dei diritti dei pazienti e non solo, invitando alcuni fondatori dell’
As.V.A.P. 1 di Monza, già operante da 5 anni: venne pertanto fondata l’
As.V.A.P. 4 il 27 aprile del 1994 da un gruppo di familiari disperati e un
gruppo di volontari sensibili e volenterosi.
Tra le primissime attività:
Gruppi di auto mutuo aiuto inizialmente seguiti da alcune
psicologhe e in seguito autogestiti.
 Convegno sull’abitare “Voglio andare a casa, la casa dov’è?”
 Visita con famigliari e operatori del CRT a Mendrisio per
conoscere una realtà geograficamente vicina ma lontanissima
per organizzazione e vedute.
 Inizio delle attività all’interno del CRT (mercoledì dei volontari)
Ma prioritaria era per l’associazione la creazione di un reparto
psichiatrico nell'ospedale di Saronno.
Il presidente Paolo Callegaro incontrò a tale scopo nel gennaio del ’95
l’allora Direttore Generale (dr. Mancini) fresco di nomina, il quale prese
a cuore la richiesta di As.V.A.P. 4 e dopo un progetto organizzativo
della durata di tre anni finalmente nel ’98 riuscì ad aprire il reparto
SPCD di Saronno. Nel frattempo grazie all’incontro di Paolo Callegaro
con il dr. Maranesi (favorito da un’assistente sociale del CPS originaria
della Valtellina) , Mancini provvedeva a creare la UOP (Unità Operativa
di Psichiatria) e dare incarico di Primario al dr. Maranesi.
GLI SVILUPPI
Con l'arrivo del dr. Maranesi e
successivamente del dr. Goglio l’attività
si è allargata: sono cominciate iniziative
a livello cittadino con incontri pubblici,
sia per sensibilizzare la cittadinanza
ancora molto prevenuta, sia per formare
nuovi volontari.
Via via l’unità è cresciuta, con l’apertura
appunto
dell’SPDC,
della
trasformazione del CRT in comunità
residenziale e non da ultime altre due unità residenziali, la CPM (grazie
alla messa a disposizione del Comune di una struttura capiente e
ristrutturata), e successivamente un appartamento per la cosiddetta
Residenzialità Leggera, sempre messo a disposizione dal Comune di
Saronno.
Un altro avvenimento importantissimo fu la creazione del Clan/Destino,
associazione di utenti, volontari e operatori, nata dopo il citato
convegno sull’abitare (1997). Dopo un iniziale periodo in cui gli incontri
si svolgevano presso il CRT l'associazione vede la sua nascita ufficiale
nel 2001 e l’insediamento nella nuova sede al piano terra dell’ex
Regina Margherita data dal Comune in comodato e ristrutturata grazie
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ad un finanziamento concesso ad As.V.A.P. 4 dal Credito del
Varesotto.
In questo periodo si consolidano le varie attività presso i servizi e non
solo, si organizzano gite, visite a Musei, mostre di arte e partecipazioni
a Convegni sulla salute mentale e sulle possibilità di guarigione
(Trieste, Atene, Trento, Torino, Bolzano, Milano, Mantova …)
Si organizzano convegni ("Ho paura, ti faccio paura"contro lo stigma,
presso il liceo Legnani, con la partecipazione di operatori, familiari,
utenti, studenti e cittadini) e una " 3 giorni" svoltosi a Saronno
sul Benessere, coinvolgendo anche altre Associazioni del territorio.
Si da il via a nuovi
progetti insieme ad
alcune associazioni
del territorio (Uno
Spazio
per,
Il
triangolo solidale) e
con
cadenza
biennale
si
organizzano corsi
di formazione aperti
alla
cittadinanza
con lo scopo anche
di reclutare nuovi
volontari.
OGGI
Ad oggi l’associazione è composta da una trentina di soci, con più di
venti volontari, e le attività vengono svolte quasi tutte all'esterno della
struttura e senza la presenza di operatori della UOP.
Resta ancora attivo un gruppo di auto mutuo aiuto per famigliari presso
la sede , seppure il coinvolgimento di nuovi familiari resta sempre molto
difficoltoso.
Dopo 20 anni sono ancora attivi i primi volontari (Elisa, Piera, Nella,
Micla, Marie) che hanno fatto da battistrada e hanno contribuito a
creare una atmosfera accogliente e collaborativa con tutte le
componenti della psichiatria e non solo, tanto che è nato il gruppo del
"Fareassieme" (utenti, volontari, familiari, operatori e appartenenti ad
altre associazioni cittadine).
Anche As.V.A.P. 4 si trasferisce nel frattempo in Via San Giuseppe, ed
oltre alle nuove e varie attività, cresciute nel tempo, al''interno delle
strutture (giornale, taglio e cucito, cucina, musicoterapia, ecc..
mantenendo l'ormai storico "Mercoledì dei volontari") nasce la prima
attività esterna alla struttura presso la sede, con il progetto "Grazie dei
fior..." finanziato dalla Comunità del Varesotto. Si trattava di un
laboratorio artistico/creativo e di svago per chi lo frequentava, con la
soddisfazione di vedere che gli oggetti creati avevano successo alle
bancarelle periodicamente allestite in occasione delle festività natalizie
e pasquali o semplicemente cittadine .
SARONNO E NON SOLO
L’ As.V.A.P. 4 funzionava bene a Saronno, ma nel resto della Regione
vi erano poche altre associazioni sparse qua e là che non si
conoscevano. In Lombardia esisteva solo il CLP (Coordinamento
Lombardo Psichiatria) composto solamente da operatori sanitari e
medici mentre i famigliari erano esclusi, nonché i malati. Dopo un lungo
periodo di incontri con alcune poche associazioni presso la sede dell’
As.V.A.P. 1 di Monza e dopo innumerevoli discussioni fu fondata nel
1999 l’URASAM (Unione Regionale Associazioni famigliari Salute
Mentale) che poi farà parte di UNASAM (Nazionale). Si sono creati
contatti con altre realtà associative del Varesotto, dove un illuminato
psichiatra il dr. Balduzzi, contemporaneo di Basaglia e portatore di idee
innovative e fautore del cambiamento, fonda il GLP (gruppo di lavoro
provinciale psichiatrico) tavolo che vede finalmente la partecipazione di
vecchie e nuove realtà associative e dove insieme ad operatori, medici
e rappresentanti delle Asl si cerca di migliorare i servizi offerti dalla
psichiatria, e si introduce il termine di “salute mentale”. Viene
successivamente fondato il COPASAM (coordinamento provinciale per
la salute mentale) riunendo la maggior parte delle associazioni del
Varesotto.
GLI ULTIMI ANNI
Nel 2006 Paolo Callegaro, presidente fin dalla sua fondazione, dopo 12
anni di intenso e fruttuoso lavoro lascia il posto ad Elisa Nicolini, socia
fondatrice che ricopre due mandati e lascia poi l’incarico all’attuale
presidente Michela Darò.
Adesso non ci resta che rimboccarci le maniche e metterci al lavoro per
i prossimi venti anni, perché è sempre vero che ……. NON C'E
SALUTE SENZA SALUTE MENTALE!
SETTIMANA DELLA SALUTE MENTALE
(a cura di Gigi)
L’As.V.A.P. 4 quest’anno ha compiuto 20 anni di attività e, tra le varie
attività organizzate per ricordare questi primi 20 anni di presenza in
Saronno a fianco ai Servizi di Salute Mentale del nostro Ospedale, ha
pensato di fare una serie di iniziative In Sala Nevera, durante una
intera settimana dal 14 al 20 Ottobre.
Si è iniziato con l’apertura di una mostra
di quadri ed altri manufatti del nostro
amico pittore Marco Brix dal titolo “La
strada della Mente”. Tutte opere su seta
che sono rimaste esposte, lungo le
pareti della Sala Nevera, per l’intero
periodo della manifestazione e sono
state molto apprezzate dai partecipanti
ai vari incontri, riscuotendo anche un
successo nella vendita. Durante la
settimana, in due distinti incontri, il
nostro arista ed amico Marco ha dipinto
due differenti marine dando prova di
una notevole capacità espressiva.
Sono seguiti poi tanti incontri come
indicato dal volantino alcuni di carattere ludico altri più densi di
significato come l’incontro della RUL, degli ESP, dei familiari, ed anche
i nostri amici del gruppo teatro del Clan/Destino hanno presentato una
loro opera inedita molto divertente ed esilarante apprezzata dagli oltre
80 spettatori. Particolarmente seguito è stato l’incontro tra gli Operatori
dell’Unità di Psichiatria con i Medici di Base e gli operatori del Sert.
Bello e partecipato è stato l’incontro di Domenica pomeriggio quando a
tutti i bambini dai 3 ai 99 anni è stata data
l’opportunità di esprimersi liberamente
con i pennelli. Ci sono state tre
indimenticabili serate: Mercoledì i “Poeti
in bilico” hanno declamato le loro
composizioni alternandosi ai brani suonati
dalla band “La Nuova Risonanza”, il tutto
molto applaudito da una sala gremita di
pubblico. Giovedì spettacolo del nostro
amico Lino che si è esibito in uno show di
chitarra e canto molto seguito, a cui si è
alternata al flauto la carissima Lidia e
infine Sabato spettacolare spettacolo
blues degli “Yellow Frogs”. Lunedì
pomeriggio si è chiusa la manifestazione
con un brindisi a questi primi 20 anni, con l’augurio di ritrovarci tutti
assieme per i prossimi 20.
Una sera con i “Poeti in Bilico”e i ragazzi dello
“Slam Poetry”
(a cura di Sandro Giachino)
La sera del 15 Ottobre noi “Poeti in
Bilico” (Antonio Vasselli, Cinzia
Orsenigo, Emilia Banfi, Evelina
Balduccelli, Marco Strada, Margherita
Coldebella, Maria Monti, Domenico
Cazzolla,
Maurizio
Del
Marco)
abbiamo declamato nostre opere
alternandoci alla band “La Nuova
Risonanza”. Rispetto ad altre volte abbiamo invitato anche i ragazzi
che fanno “Slam Poetry” ed è stato subito successo !! ma chi sono
questi ragazzacci ?
Ci presentiamo: siamo i ragazzi del collettivo poetico Slam Lab
Autogestito. Quella che ci appartiene è una poesia “strana”, diversa,
che vi vorremmo brevemente presentare: si chiama Slam Poetry.
Slam: nel gergo americano significa sberla, impatto; Poetry: poesia.
L’arte che da un jazz club di Chicago è giunta in Europa ed ora
rappresenta una forma di espressione sempre più diffusa in Italia. Le
performance poetiche sono tra le più svariate, recitate o lette: vive.
Staccandosi dal foglio le lettere dipingono parole nell'aria e nel corpo,
catturano, interagendo con chi ascolta.
Sul territorio di Saronno, lo Slam Lab è nato nel mese di marzo 2013
come laboratorio di rime, scrittura creativa e poesia. Fondamentali per
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gabbia sterilizzante dell’entertainment ma [...] divengono rito che
alimenta, ricodifica, dà significato alla condivisione di un destino
comune” ( Davide ‘Skrim’ Fant, Slam Lab – Antologia
di testi poetici). Questa è la sensazione che,
soprattutto, abbiamo vissuto durante l’incontro di
mercoledì sera: di fronte al pubblico si sono
presentati due mondi di poeti e due mondi di poesia,
che in realtà esistono in unico solco di riscoperta
personale e collettiva. Ringraziamo molto i Poeti in
Bilico per questo invito e auguriamo a loro, e a tutti, di
continuare a cercare nella poesia bellezza e armonia,
se non per salvare il mondo, per salvare noi stessi.
Aggiungiamo noi e nel noi mi intrufolo anch’io (Sandro) che siamo felici
di avere invitato questo gruppo che ci completa nella formazione di
questi due mondi di poesia.
noi sono stati i suggestivi incontri guidati dai nostri maestri Filippo
Saccardo, Filippo ‘Π-pz’ Corbetta e Davide ‘Skrim’ Fant, e arricchiti
dalla partecipazione di numerosi ospiti di fama
nazionale ed internazionale. Questo cantiere
poetico, portato avanti da noi ragazzi in maniera
autogestita, ha quindi preso la forma di Slam Lab
Autogestito. I nostri interventi si svolti all'interno di
contesti tra i più disparati e siamo venuti a contatto
col gruppo Poeti in Bilico la scorsa primavera, in
occasione di un pomeriggio in ricordo di Simone
Cattaneo. Qualunque sia l’occasione, quello che
chiediamo alla poesia e di poter dare voce al nostro
mondo interiore, di dargli vita e di dargli una forma in continua
trasformazione. Ritroviamo nello scrivere e recitare Slam uno spazio
utile anche alla comunità “dove il gioco e l’arte non sono relegati alla
ESP QUESTO SCONOSCIUTO (Incontro con la
cittadinanza ?)
.
(a cura di Alessandra Reina)
Nell'ambito
delle
manifestazioni
per
il
festeggiamento dei venti
anni dell'A.S.V.A.P ed allo
stesso
tempo
per
la
settimana
della
salute
mentale a Saronno, è stato
organizzato un incontro con
i cittadini con lo scopo di
spiegare il significato di
ESP (Esperto in Supporto tra Pari) e le mansioni di questa nuova e
poco conosciuta figura lavorativa.
L'evento è stato un vero fallimento !!
Nessun cittadino si è fatto vedere al di fuori della nostra cerchia di
addetti ai lavori, a meno che non vogliamo contare mio marito...
Certo, forse avremmo dovuto fare maggiore pubblicità, forse siamo
arrivati a farla tardi, forse alla gente non piace avere a che fare con noi
“pazzerelli”, forse ci immaginano con la bava alla bocca come degli
zombi ovviamente chi si avvicinerebbe a gente così e, meno ancora,
affiderebbe un parente a qualcuno che oltre a tutto, “non è normale”,
forse la sofferenza mentale in generale non interessa... finché non si è
toccati..
Bene, questo è stato un fallimento ma ha messo a frutto le nostre
capacità di non abbatterci e risorgere dalle ceneri come la più famosa
Fenice. Approfittando del fatto che noi ESP eravamo un bel gruppetto
insieme alla nostra tutor, la dottoressa Venieri, al nostro primario,
l'esimio dottor Goglio e alcuni volontari, si è deciso di fare il punto tra di
noi.
Usando una specie di gioco della verità, ci siamo posti domande l'un
l'altro, chiunque avesse qualcosa da chiedere e chiunque volesse
rispondere.
A poco a poco si è creato un ambiente molto unito emotivamente dove
ciascuno si sentiva parte di qualcosa di importante, ho sentito
fortemente una grossa unione con tutti, unione di intenti e motivazione
ma soprattutto una forte empatia, che, a mio parere, si poteva toccare
con mano.
Peccato che la città non sia venuta, avrebbe sentito in modo chiaro una
delle qualità che contraddistingue il nostro lavoro cioè la capacità di
entrare in empatia con l'altro, grazie al nostro vissuto di dolore e grazie
alla consapevolezza di
noi stessi e delle nostre
capacità acquisita con il
corso, il tirocinio, il lavoro
ed il costante confronto
con gli altri e con gli
operatori.
Devo dire che da un fatto
negativo, l'assenza di
pubblico curioso, è nato
un evento positivo, dove ciascuno di noi, compresi i volontari presenti,
si sono portati a casa una bella fetta di emozioni e la soddisfazione di
pensare che non sempre tutto è perduto.
Confronto tra l’Unità Operativa di Psichiatria e i
Medici di Assistenza Primaria (MAP)
(a cura di Marco Goglio)
Chi sono i M.A.P.?
Sono quelli che abbiamo sempre chiamato
Medici di famiglia o Medici di base, che da un
paio d’anni hanno cambiato il nome ma non il
contenuto del loro lavoro.
Perché presentarsi ai MAP?
Da sempre la “psichiatria di comunità” (quella
forma di lavoro in psichiatria per cui si
privilegiano gli interventi nella comunità
territoriale, quella dove vivono i cittadini) si è
impegnata nella sensibilizzazione dei territori e quindi, come
importante, riferimento ha sempre valorizzato la medicina di base
accanto alle risorse sociali e lavorative presenti nel territorio.
Quale può essere il valore di sensibilizzare il medico di
famiglia (MAP)?
Il medico di famiglia, spesso, è la persona che conosce il nucleo
familiare; è quello che ha visto crescere il bambino, l’adolescente,
l’adulto, incontrandolo i diverse epoche della sua vita. E, quindi,
l’operatore sanitario più vicino alla conoscenza e alla situazione del suo
assistito. Naturalmente non sempre, ma spesso, è il medico che fa
meno soggezione al cittadino (rispetto allo specialista) e quindi può
dare dei consigli, può convincere con modalità ‘amicali’ ad una terapia
farmacologica, può consigliare come meglio comportarsi davanti al
comparire di un disagio psichico.
Ma i MAP dovrebbero già conoscere l’Unità Operativa di
Psichiatria (UOP)!
Da molti anni sia i Medici di base e la UOP cercano incontri e contatti.
Alcuni sono stati fatti ma rimane sempre difficile trovarsi per ragionare
intorno al disagio: impegni, congressi, aumento del lavoro, procedure
che vengono richieste per migliorare la qualità
di cura ma che impegnano sempre di più le
ore dei medici. Per questo abbiamo raccolto
la proposta dell’As.V.A.P. 4 ed abbiamo
avviati contatti col Sindaco di Saronno (MAP
dr. Luciano Porro) per organizzare questo
evento.
Contenuti dell’incontro.
La mattina di sabato 18 ottobre, all’interno
delle iniziative per la ricorrenza mondiale della
salute mentale, abbiamo presentato il lavoro dell’Unità Operativa di
Psichiatria proprio per confrontarci e raccogliere eventuali proposte e
richieste di approfondimenti da parte dei MAP. Dopo una mia
presentazione la dr.ssa Giudici ha presentato il lavoro articolato che
svolge il Centro Psicosociale: chi visita, chi prende in carico, chi rinvia
al MAP. La dr.ssa Di Gennaro ha chiarito anche gli aspetti relazionali
difficili che a volte si instaurano nel rapporto genitori figli (erano
presenti all’incontro anche medici Pediatri). La dr.ssa Ferrari ha infine
parlato di alcune patologie che noi chiamiamo “di confine” ossia quelle
che non sono totalmente di appannaggio alla psichiatria ma
coinvolgono altri Servizi ospedalieri o extra ospedalieri: le persone che
si ammalano di demenza, le persone che hanno una dipendenza da
sostanze stupefacenti.
Chi ha partecipato dei medici MAP?
La dr.ssa Ivessich (presidente dell’Associazione saronnese dei medici
(me.di.fas) e la dr.ssa Tischer hanno sottolineato l’importanza di
promuovere incontri e formazione intorno ad alcune problematiche
frequenti negli studi dei medici di base: disturbi d’ansia e panico,
disturbi dell’alimentazione, sindromi ansioso depressive. Anche nel
Pag. 6
dibattito si è auspicato ad una continuità di incontro proprio per dare al
MAP più strumenti possibili per assistere i propri clienti.
La cornice delle autorità
Hanno partecipato all’evento con contributi personali dettati dalla
grande esperienza: il Sindaco dr. Porro che è stato, come detto, uno
dei promotori dell’iniziativa; il dr. Rossitto (responsabile del Distretto
ASL) che ha caldeggiato uno scambio fitto intorno ai temi della
psichiatria, soprattutto in periodi di crisi come quelli attuali; il dr. Reina,
responsabile del SERT locale, che già collabora molto col nostro CPS;
il dr. Corbella della Direzione Medica del nostro ospedale.
Quale futuro a questa iniziativa?
Si dice che le buone intenzioni non portano a buoni risultati, ma questa
è la scommessa. Tutti, unanimi, sono stati d’accordo a dare seguito a
questa iniziativa; sarà importante definire alcuni contenuti monotematici
e coinvolgere il maggior numero di MAP. In questi propositi chiedo,
come
spesso
faccio,
aiuto
all’As.V.A.P. 4 e
al Clan/Destino
perché possano
fungere
da
stimolo
e
possano
sollecitare
le
dimenticanze di
noi medici. Quindi ci rivedremo il prossimo anno certo che le nostre
Associazioni del Fareassieme svolgano il loro ruolo di “grilli parlanti”.
QUANDO A DARE I NUMERI NON SONO LE PERSONE …
MA LA PSICHIATRIA
Mal-essere e psichiatria nel saronnese
(a cura di Andrea Furlan)
contare 1828 pazienti con almeno una prestazione, le visite
ambulatoriali sono state circa 20.000 di cui 394 prime visite, le
visite a domicilio 1.600, i gruppi riabilitativi 399. Nel 2014, in soli 10
mesi, la proiezione delle prime visite è in significativo aumento.
CRA - È una comunità residenziale aperta che svolge il proprio
intervento su 20 utenti, nell’ambito della salute mentale, con
programmi terapeutico-riabilitativi a termine e su obiettivi specifici ed
individuali. Accanto alla residenzialità, il CRA di Saronno, offre la
possibilità di programmi riabilitativi di semi-residenzialità (Centro Diurno
- CD), al fine di favorire un accoglimento o la dimissione in modo
graduale e rispettando le esigenze ed i tempi dei singoli. I posti per la
semi-residenza del Centro Diurno sono dieci. I programmi promossi dal
CRA vengono dichiarati nel PTR (Progetto Terapeutico Riabilitativo)
dove vengono definiti, in seguito ad una attenta valutazione insieme
all’ospite, obiettivi specifici e strumenti idonei al loro raggiungimento;
nel rispetto delle indicazioni presenti nel PTI (Piano di Trattamento
Individuale) redatto dall’inviante del CPS. Gli interventi riguardano
l’area di cura farmacologica, psicologica e riabilitativa. Particolare
attenzione viene posta all’autonomia (abilità di base, cura del sé,
possibilità di relazioni esterne al Servizio), alla consapevolezza
(orientamento alla “recovery” ossia al percorso di guarigione possibile e
soggettivo) e all’inclusione sociale (gestione di una casa, questione
lavorativa, contatti territoriali). Per promuovere i programmi riabilitativi il
CRA si avvale anche di collaborazioni con l’Associazione “AsVAP4”,
con l’Associazione “Il Clan/Destino”, con la Cooperativa SUN- CHI, col
Comune di Saronno, con Associazioni e Cooperative del territorio.
L’età delle persone va dai 18 ai 50 anni; i pazienti soffrono
prevalentemente di disturbo schizofrenico, disturbo dell’umore, disturbo
di personalità. Il periodo di permanenza in comunità varia dai 3 ai
18 mesi; per alcune indicazioni particolari si può chiedere una proroga
all’ASL. Le notti trascorse da persone residenti sono state 6.300
mentre le giornate di pazienti semi-residenti 3.800.
CPM - RL - Comunità Protetta a Media Intensità : 10 posti letto, con
presenza di operatori nella sola fascia diurna (ore 8-20). Residenzialità
Leggera: 4 posti in normale
abitazione civile, vede la
presenza di operatori in orari
concordati durante il giorno
ed è prevista per il 2015
l’apertura di un’altra RL. La
CPM di Saronno è una
struttura
residenziale
a
carattere riabilitativo che
costituisce parte integrante
dell’Unità
Operativa
di
Psichiatria n° 5, della quale
rappresenta un elemento
costitutivo.
Ospita
10
persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che soffrono di disturbo
schizofrenico, affettivo o disturbo di personalità. La RL è una normale
abitazione civile che ospita 4 pazienti su invio del CPS attraverso il
PTI (Piano di Trattamento Individuale). I pazienti sperimentano una
comune abitazione e la presenza di operatori è limitata a poche ore
durante il giorno. Obiettivo di questa residenzialità è quello di aiutare gli
ospiti a prendere contatto con le autonomie prima di recarsi in una
abitazione privata. Sono abitazioni dove, concordando con il CPS, si
può prevedere anche una permanenza prolungata. L’età delle
persone va dai 18 ai 65 anni; i pazienti soffrono prevalentemente di
disturbo schizofrenico, disturbo dell’umore, disturbo di personalità;
sono escluse le patologie con demenze primarie, gravi ritardi. Il periodo
di permanenza in CPM dura fino ai 36 mesi; per alcune indicazioni
Saronno ed il suo hinterland godono ancora di un
relativo benessere rispetto ad altre zone e
Regioni d’Italia. Ma è poi così vero? Certo se ci si
limita solo a parametri prettamente economici e
finanziari potrebbe sembrare sicuramente vero,
non vi sono situazioni di particolare degrado, il
reddito medio è più che accettabile, la vita sociale
gode di momenti di svago, cultura e così via.
Tutto farebbe pensare ad un territorio dove la gente, ripeto, gode di
una condizione di benessere. A questo punto chi legge si chiederà il
perché del titolo: “Mal-essere e psichiatria nel saronnese”, ebbene,
come dice un vecchio adagio “non è tutto oro ciò che luccica” e qui
entrano in gioco i numeri inerenti all’Unità Operativa di Psichiatria a
Saronno (UOP). La UOP è composta dal Servizio Psichiatrico di
Diagnosi e Cura (SPDC), dal Centro Psico Sociale (CPS), dal Centro
Residenziale Alta Intensità (CRA), dalla Comunità Protetta Media
Intensità (CPM) e dalla Residenzialità Leggera (RL). A queste strutture
dobbiamo aggiungere due associazioni onlus che operano sul territorio
in stretta e costante collaborazione con la UOP: un’Associazione di
volontari e familiari per l’aiuto ai sofferenti di disagio psichico As.V.A.P.
4 e un’Associazione di cittadini (senza nessuna distinzione se
operatori, utenti, volontari o familiari) che opera nell’ambito della
“Recovery, dell’ “Empowerment” per il totale reinserimento Sociale e
contro lo “stigma”, Il Clan/Destino.
Ed ecco i numeri nel 2013:
SPDC - Il reparto ha 15 posti letto. Le giornate di ricovero sono state
4.600 per un totale di 390 pazienti, con una durata media di ricovero di
circa 12 giorni a paziente. Le cure prestate sono prevalentemente di
natura farmacologica ma lo stile di lavoro è determinato da una cultura
psichiatrica e psicoterapica attenta ai bisogni del singolo e al sistema di
relazioni tra pazienti, tra operatori, tra operatori e pazienti; tale
attenzione fa del gruppo di lavoro il primo strumento terapeutico. Inoltre
v’è la presenza di volontari che svolgono attività di socializzazione.
CPS - Mission del CPS è la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei
disturbi psichici in età adulta.
- Prevenzione Primaria con
interventi
di
educazione
sanitaria e ( cosa più difficile
in psichiatria che in altri settori
della medicina) con interventi
mirati alla individuazione ed
eliminazione dei fattori di
rischio.
Cura
(prevenzione
secondaria) con interventi di
individuazione della patologia
emergente e di trattamento
terapeutico
(farmacologico,
psicoterapico, sociale). In quest’ambito il paziente segue tre tipologie di
percorso a seconda del bisogno/disagio presentato: consulenza,
assunzione in cura, presa in carico.
- Riabilitazione (prevenzione terziaria) con interventi volti a ridurre le
conseguenze della malattia mentale e a recuperare le abilità sociali,
lavorative e relazionali.
- Reinserimento nel contesto sociale delle persone con disturbi psichici
con interventi di supporto alle famiglie e di attivazione del privato
sociale e del volontariato-Reinserimento nel contesto sociale delle
persone con disturbi psichici con interventi di supporto alle famiglie e di
attivazione del privato sociale e del volontariato. In ambulatorio
vengono curate psicosi schizofreniche, depressioni gravi e lievi, nevrosi
(ansie, fobie, ossessioni), disturbi del carattere. Nel 2013 possiamo
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particolari si può chiedere una proroga. In RL non esiste limite di
tempo. In CPM le visite dei conoscenti sono previste nei momenti non
occupati dalle attività. Sono possibili permessi a casa preventivamente
concordati con l’équipe. In RL le visite vanno concordate con gli
abitanti della residenzialità.
I numeri che abbiamo visto riguardano solo pazienti ed interventi della
Struttura Pubblica, ma se a questi sommiamo quanti, anziché al
pubblico si rivolgono ad Operatori o Strutture Private o peggio non
vengono assistiti da nessuno, i numeri, aimè, diventano veramente
significativi, e senza fare facili allarmismi, preoccupanti. Alla luce di
questi dati torno a pormi la domanda di apertura di questo articolo: è
davvero possibile affermare che i cittadini del saronnese godono di una
situazione di reale ben-essere? O si tratta semmai solo di benessere
economico? Ed in questo caso, qual è la differenza tra i due, tra il
benessere economico ed il vero ben-essere? È possibile colmarla?
Rappresentazione del Gruppo Teatro del Clan/Destino
in Sala Nevera il 18 Ottobre 2014
(a cura di Maria Grazia Radice)
Il 18 Ottobre in Sala Nevera, nell’ambito della Settimana della Salute
Mentale organizzata dall’As.V.A.P. 4 per il suo ventennale di
fondazione, il nostro gruppo teatro del Clan/Destino ha esordito con
una rappresentazione nella quale quattro signore, di diversa condizione
sociale, si trovavano a chiacchierare
mentre facevano dei lavoretti.
Lidia era una contadina, Sandra
rappresentava una contadinotta, Anna
era una maestra e Maria Grazia una
signora aristocratica. Le quattro
amiche,
mentre
lavoravano,
si
scambiavano opinioni e commenti su
argomenti comuni in chiave ironica e
satirica.
Mentre le quattro parlavano c’erano degli intermezzi pubblicitari (come
alla televisione) in cui intervenivano Davide (in sostituzione di Andrea
che per una bronchite non c’era), il nostro registra, e Cinzia che, nelle
vesti di una veterinaria, spiegava come in vari modi si potesse
somministrare una pillola ad un gatto per Cinzia era la prima volta che
recitava davanti ad un pubblico molto numeroso e non ha avuto
esitazioni anzi sembrava una professionista.
Il pubblico ha molto appezzato la nostra fatica ed impegno, più volte
siamo stati interrotti da applausi a scena aperta e da fragorose risate di
compiacimento.
Un ringraziamento particolare va fatto al nostro registra Davide
Lomazzi per il lavoro svolto in tutti questi anni con molta passione e
pazienza. Purtroppo, per motivi di
lavoro, non potrà più seguire il
gruppo e per questo a fine
rappresentazione gli abbiamo
fatto omaggio del libro di Corrado
a nome del Clan/Destino e Lidia
gli ha dedicato una suonata di
flauto
che
lo
stesso
ha
particolarmente
apprezzato.
Auguriamo a Davide che, il
successo ottenuto con noi, lo possa spronare nel nuovo lavoro ed a lui
auguriamo maggiori successi.
Una sera con gli “YELLOW FROGS”
(a cura di Sandro Giachino)
Serata molto interessante il 18/10 /2014 il
trio degli Yellow Frogs (Simone Dal Corso
Acoustic bass, Lucio Morandi Piano &
Voce, Mario Raimondi Drums) a coinvolto
i presenti in una splendida serata di blues.
Hanno suonato ininterrottamente per due
ore applauditi sonoramente da un
interessato pubblico.
Il trio ha fermato, sull'ormai terzo loro C D, una parte del modo di
re/interpretare il blues.
Storie di passione che nascono da improvvisazioni non fine a se
stesse, ma con una precisa identità, là dove il blues offre ampi spazi di
inventiva.
“Il piano” non è mai sottoposto a straordinari funambolici giri di
boogie,ma è concreto e sapientemente suonato, mentre il basso è
impiegato come sua natura vuole, sostenere e dare corpo con fraseggi
sobri o più accentuati; la batteria poi è semplicemente formidabile.
Inusuale e interessante trio.
Atelier di pittura con “ColoraMente”
(a cura Alice ed Eleonora)
Domenica 19 ottobre siamo stati invitati dall'Associazione AS. V. A. P.
4 a lavorare con il nostro atelier di pittura "Closlieu", all'interno del
programma della Settimana della Salute Mentale.
Con grande piacere abbiamo allestito uno spazio
nella Sala Nevera, in particolare la sala al piano
inferiore, in concomitanza della mostra dello
splendido artista di seta Marco Brix. Questo
abbinamento, ossia il nostro atelier di pittura
espressiva, insieme ai lavoro e al modo di
operare di Marco, è stato secondo noi vincente e
ne siamo stati molto contenti e ammirati.
A partire dalle 16.00 sono arrivati i primi bambini
(e non solo) a dipingere. Abbiamo visto papà, mamme e figli dipingere
insieme, oltre a nipoti, adulti e anziani. Tutte le età racchiuse in un
unico momento, in un'unica stanza, condividendo colori e pennelli e
dipingendo in totale libertà. Anche Marco è venuto a trovarci e a vedere
il nostro lavoro e i nostri strumenti.
Fino alle 18.00 abbiamo lavorato ininterrottamente con gruppi di
bambini che andavano e venivano ed il bilancio
finale è stato positivo: una cinquantina di persone
hanno partecipato al nostro laboratorio con
entusiasmo, sia da parte nostra che da parte loro,
e l'ultima a lasciare la stanza è stata una signora
di ottant'anni che, ci ha confidato, citando le sue
parole: "mi sono divertita e il mio disegno mi piace
tanto!".
Con l'augurio che tutte le persone che sono
passate di lì in questo pomeriggio di pittura e di gioco si siano divertite
e siano tornate un po' bambine, ringraziamo tutti i membri di As.V.A.P.
4 per l'opportunità che ci è stata data.
Incontro con l’Associazione “piccoli passi per….” Di
Venerdì 31 ottobre 2014
(a cura di Luciano Lisi)
E’ stato un vero
piacere incontrare Camilla, Anna e Mauro
dell’Associazione “piccoli passi per…” di Torre Boldone che opera
principalmente nel territorio che afferisce all’Azienda Ospedaliera –
Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
L’incontro è durato poco più di 2 ore ed ha visto Fiorenzo, Lidia ed io in
molteplici veste di Soci del Clan/Destino, Soci RUL e ESP a
trasmettere le nostre esperienze e il nostro agire nel quotidiano.
Ma il risultato più proficuo è stato quello di apprendere da loro quelle
che sono le loro caratteristiche:
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La “piccoli passi per” è un’Associazione nata nel 1996 da un piccolo
gruppo di familiari di sofferenti di disagio psichico che, attraverso l’auto
mutuo aiuto, avevano acquisito da un lato maggiore capacità di
convivenza con la difficile quotidianità della malattia, dall’altro una
maggiore consapevolezza sia dei problemi di malati e famiglie che dei
loro diritti. La loro mission è quella di unire le forze per favorire una
migliore qualità di vita delle persone con sofferenza psichica,
tutelarne i diritti di cittadinanza, sostenere la famiglia, incentivare
la cultura dell’accoglienza e della solidarietà.
Al loro interno alcuni utenti hanno maturato il desiderio di partecipare a
corsi per Esperti in Supporto tra Pari e da qui è nato l’incontro di oggi.
Noi abbiamo messo a disposizione le nostre esperienze di ESP e dei
nostri percorsi al fine di agevolare le loro aspettative.
Al termine dell’incontro abbiamo mostrato la reciproca volontà di
continuare la collaborazione per migliorare le nostre azioni nelle nostre
associazioni e delle persone che in esse operano.
Le nostre Pubblicazioni
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Mercatino di Natale
Presso la sede del “Il Clan/Destino”
Via San Giuseppe 36 - Saronno
6-7- 8 Dicembre 2014 - 09.30 /12.30 – 15.00/18.00
13 – 14 Dicembre 2014 – 09.30/12.30 – 15.00/18.00
Festa di Natale
Come ogni anno ci troviamo tutti a fare festa e a farci gli auguri, invitiamo tutti i lettori
del Giornale ,i loro familiari e i loro amici a partecipare alla nostra festa che quest’anno si
terrà :
Giovedì 18 Dicembre 2014
Presso ex self – service Prealpi
Via San Francesco, Saronno
Dalle 17,00 alle 22
Ricordiamo che la festa inizierà con la ormai famosa tombolata, proseguirà con un ricco
buffè e musica live.
I soci del Clan/Destino
in prossimità delle prossime festività
augurano a tutti i lettori del nostro giornale
Associazione Culturale di Auto Mutuo Aiuto – ONLUS - Via San Giuseppe, 36 -21047 SARONNO - C.F. 94012900125
[email protected] - www.il-clan-destino.it Il Clan/Destino
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