Giornale Nr. 28 Dicembre 2014
Transcript
Giornale Nr. 28 Dicembre 2014
Anno XIV N. 28 Dicembre 2014 Segreteria tel.3336971959 Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus” Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio Direttore Responsabile: Lucia Saccardo IL CLAN/DESTINO fuori dal centro LE NOSTRE VOCI 30 Aprile 2014: una data importante per tutti gli utenti della Salute Mentale della Lombardia. (a cura di Luciano Lisi) Il 30 Aprile si è formalizzata la nascita della nuova Associazione della Rete Utenti Lombarda. Dopo poco più di un anno di confronti fra utenti della salute mentale dei vari territori della Lombardia si è sentita la necessità di dare una forma giuridica a questo raggruppamento di persone che si erano avviate a cercare la propria autonomia Le discussioni fatte nei nostri incontri del 2013 e dei primi mesi del 2014 ci hanno portato a definire le finalità su cui lavorare dopo la costituzione ufficiale della nuova associazione. Riassumo qui i principali obiettivi che sono stati inseriti nel nostro Statuto: 1. ) Porsi come interlocutore diretto dei diritti e delle istanze degli utenti presso le istituzioni ed i media. 2. ) Promuovere la cultura della "Recovery" all'interno dei Servizi e tra gli utenti. 3. ) Promuovere la diffusione e la pratica dell' auto –mutuo -aiuto. 4. ) Promuovere il riconoscimento dell'ESP nell'ottica della Recovery. 5. ) Lottare contro il pregiudizio e l'ignoranza sensibilizzando la società civile organizzando eventi e convegni per vincere la diffidenza e la paura del malato psichico per il recupero dei percorsi socio - sanitari e la fruizione dei diritti civili degli utenti Molti altri soci si sono aggiunti a rappresentare i territori della Lombardia. Tra le nostre fila ci sono utenti di Milano, Saronno, Como, Legnano, Magenta, Pavia, Rho, Busto Arsizio, Cremona, Bergamo, Brescia, Monza, Cantù, Varese e molti altri sono interessati ad aggiungersi alla nostra Associazione. Dopo la necessaria pausa estiva, l’Associazione vuole ripartire, con rinnovato vigore , a proseguire i propri incontri in modo da cercare di perseguire i nostri obiettivi. In concomitanza della settimana della Settimana della Salute Mentale, a Saronno il 17 Ottobre 2014 presso al Sala Nevera faremo un incontro in cui gli utenti definiranno meglio le azioni da intraprendere e le future iniziative. Questo incontro sarà aperto alla cittadinanza. Stiamo pensando a far nascere un giornale, che verrà pubblicato online e anche su supporto cartaceo per dare più visibilità alla RUL e creare un dibattito aperto sui problemi della Salute Mentale. Ci stiamo organizzando per proseguire, ora che siamo giuridicamente riconosciuti, ad avere contatti, speriamo più proficui di quelli del 2013, con le autorità politiche della Regione Lombarda. Questi incontri serviranno a portare avanti la nostra richiesta di riconoscimento della figura professionale dell’Esperto in Supporto tra Pari(ESP) presso la politica regionale. Gli incontri mensili tra gli utenti, sono sempre più importanti, perché fra noi cresce la consapevolezza e la fiducia per superare i momenti di malattia. Sappiamo infatti che una grandissima parte di noi ha superato, o è sulla strada per uscire dalla malattia mentale. Il contatto fra utenti di territori diversi servono per cogliere le esperienze più importanti di ogni singola realtà e, quindi a trasmettere fra noi i mezzi più idonei per vincere la malattia mentale. 23 soci hanno partecipato all’atto costitutivo dell’Associazione Rete Utenti della Salute Mentale della Lombardia (RUL). Dalla Cooperativa SUN-CHI alla Cooperativa CLS SUN-CHI (a cura di Roberta Venieri e Giancarlo Catella) La Coop Sun-Chi nasce nel dicembre 2007 a partire da un Progetto Innovativo Regionale “ Consapevolezza della persona con disagio psichico: L’utente diventa facilitatore sociale” il suo scopo era ed è quello di permettere agli utenti diventati Facilitatori Sociali, ora Esperti in Supporto tra Pari (ESP), di inserirsi nel mondo del lavoro con le stesse opportunità e tutele delle persone senza disagio. La Sun-Chi ha cercato di ottemperare a questo compito nel migliore dei modi, aiutando gli ESP a trovare lavoro nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera, presso altre Cooperative e da privati; nonostante gli sforzi però, la maggior parte delle attività sono rimaste sempre finanziate dal Progetto Innovativo e così SUN-CHI non riusciva a crescere e dare opportunità concrete ai propri soci. I volontari del Consiglio di amministrazione hanno iniziato a guardarsi attorno per capire chi, sul vasto territorio saronnese, condividesse gli stessi valori di rispetto – uguaglianzaappartenenza e solidarietà su cui si basava SUN-CHI, per dare avvio ad una collaborazione che la aiutasse a crescere. Da qui nasce la conoscenza con CLS, vicina al Servizio di Psichiatria per posizione geografica e alla Sun-Chi per obiettivi. Lo studio tra le due cooperative dura quasi un anno, per approdare il 31 Luglio 2014 alla nascita della CLS SUN-CHI, Cooperativa Sociale onlus che si va ad aggiungere alle altre cooperative appartenenti alla famiglia CLS. Le cooperative di questa grande famiglia sono: CLS LA: una struttura che gestisce una vera e propria realtà di fabbrica dove viene quotidianamente praticato il vero senso sociale, oltre che economico, del lavoro e dell'impresa. Lavoro come espressione della propria capacità e come stimolo al superamento delle proprie difficoltà in un contesto in cui al di fuori di ogni esasperato personalismo il più capace diventa stimolo e aiuto al meno capace. E' il ruolo del lavoratore che diventa prossimo al suo collega più debole e ciò senza che si perda il senso economico del lavoro. CLS CA: comunità per le persone disabili per le quali la vita comunitaria rappresenta la soluzione più consona. Gli spazi comunitari sono due, ciascuno in grado di accogliere dieci persone, con camera a due letti con servizi integrati, ampia sala di ritrovo e animazione, sala da pranzo, cucina con dispensa, lavanderia e stireria. La finalità della comunità alloggio è quella di offrire un luogo in cui i residenti possano vivere un’esperienza affettivamente ricca, possano trovare e creare legami significativi e duraturi che garantiscano una buona qualità di vita. Pag. 1 Tutte queste Cooperative vivono sotto l’ombrello della Fondazione CLS che intende promuovere, sostenere e tutelare iniziative di solidarietà nei confronti delle categorie più bisognose o comunque socialmente svantaggiate, con particolare attenzione alle situazione di disabilità psico-fisica. L’appartenere a questa grande casa, potrà dare alla CLS SUN-CHI maggiore visibilità sul territorio e quindi maggiori possibilità di far conoscere il lavoro degli ESP e il loro valore sociale, oltre ad incrementare le opportunità lavorative per i soci. Ma la CLS SUN CHI non dimentica da dove viene, una comunità vivace, ricca di rapporti, esperienze, diversificata come professioni e culture, desiderosa di essere promotrice d’innovazione nel settore e determinata a progredire, e intende mantenere ben salde le relazioni create con le sue origini: se si sa da dove si viene, è più facile individuare la via per il proprio futuro…. Per questo sta nascendo un Comitato con esponenti dei Soci, delle Associazioni amiche e dei Servizi, che stimolerà la Cooperativa ad ampliare il suo raggio d’azione per soddisfare sempre di più le attese dei propri soci lavoratori ed anche a partecipare al meglio a tutte le iniziative proposte dalla Fondazione CLS. Il viaggio è appena iniziato … tante le aspettative, tante speranze, tanta la e voglia di fare … ci riusciremo? La sfida è ardua, ma la forza, la volontà e la determinazione dei nostri soci lavoratori sono una grande spinta verso il successo! Mini alloggi per le persone disabili in grado di gestire in maniera autonoma la loro presenza, e che in tale autonomia riscontrano una loro gratificazione. I mini alloggi protetti offrono un luogo che risponde al diritto della persona disabile ad una vita indipendente, in cui ogni residente possa svolgere attività ed effettuare scelte quotidiane autonomamente, nel rispetto delle finalità proposte dalla CLS CA: CLS FA: La Cooperativa Lavoro e Solidarietà – Formazione all’Autonomia nasce, seguendo i principi della mutualità e senza finalità di lucro, allo scopo di perseguire la promozione umana e l’integrazione sociale di persone a rischio di emarginazione, quali sono i soggetti portatori di handicap psicofisici. L’organizzazione del Servizio prevede un approccio per moduli all’interno dei quali le sollecitazioni e le richieste variano in funzione dell’obiettivo finale. Attraverso la definizione di un progetto individuale si vuole gradatamente diminuire la dipendenza, del disabile e della sua famiglia, dal Servizio favorendo l’integrazione sociale e l’inserimento in realtà presenti sul territorio (lavorative, ricreative, del tempo libero e dell’associazionismo). CLS DA: ancora in studio, che si occuperà di fornire risposte adeguate ai bisogni delle persone con autismo. VERSO IL NUOVO C D (a cura di Massimo Airoldi & La Nuova Risonanza) La Band “La Nuov a Risonanza” continua, tra una esibizione e l’altra, a lav orare ai suoi nuov i brani. Sino ad ora abbiam o strutturato 7 nuove canzoni e altre sono nel cassetto, ci stiam o accorgendo che st iam o configurando il nuovo CD (che probabilm ente dov rebbe uscire nella prim avera prossim a), in m aniera div ersa rispetto al prim o, con una sfum atura più “ matura ”. I testi fav oriscono di una m aggior consapev olezz a nella loro com posizione e dei loro contenuti, credo che questo sia dovuto anche all’esperienza precedente, quando il m ateriale era un po’ più “ primario ” e m eno filtrato, e quindi si dedicava lungo tem po alla sua rev isione e alla sua analisi per renderlo fruibile e “v endibile” da un punto di v ista m usicale. Spesso i brani vengono stesi in prim a battuta “ pensandoli da se ”, com e se bastasse una sem plice struttura arm onica confezionata da altri per reggerli e conv ertirli in una canzone. In realtà non è pro prio così sem plice m a soprattutto non funziona così.. Ora pare che il “ pensiero” che sorregge un brano nella sua fase più em brionale, abbia o presenta com unque già una sua “ strutturazione compiuta ” al suo interno. Si tratta cioè di sforzarsi di elaborare le proprie em ozioni e sentim enti prim a e poi di ordinarle in un codice com unicativ o condiv isibile da chi ascolta, form attando il suo contenuto/storia in una form a m usicale eseguibile. Quindi una m aggior m aturità rispetto alla creativ ità, che trasform a l’in tuizione interna in rappresentazione esterna. Alcuni autori dei testi ponevano forte resistenza a cam biare la propria scrittura, spesso m olto introiettata in un codice personale, a favore di una direzione v erso l’esterno più condiv isibile, per un pubblico più allargato, che più difficilm ente potrebbe com prendere certe “licenze poetiche” tipiche del disagio psichico, com e le continue sfum ature (nem m eno poi tanto sfum ate ) tendenti sem pre verso aspetti depressogeni, perdenti, senza speranza, di abbandono senza soluzione di continuità. Ora c’è m aggior disponibilità a re -v isionare il proprio m ateriale, accettando di elaborare ulteriorm ente alcune rappresentazioni a fav ore di una prospettiva m eno pessim istica m a più creativa e risolutiv a, alm eno possibilista. Una ulteriore spinta evolutiva la stanno dando anche alcuni nuov i pazienti che hanno o stanno prov ando a partecipare a questa nostra avv entura, apportando m ateriale, m odalità e pensieri nuov i nel gruppo, prom uovendo giocoforza alcuni rinnov am enti positiv i e s tim oli nuov i. Per questo potrebbe sortirne un nuovo lav oro più fresco, più leggero, più giocoso, nello stile e nella form a, pur m antenendo i suoi contenuti im portanti. Lavorando anche su form e m usicali più “colorate”, con arm onizzazioni per noi m agari più insolite e divertenti, sperim entando anche nuove dinam iche, e m ettendoci in gioco al fine di perseguire quella “ nuova risonanza ” con cui v ogliam o tradurre il nostro m ondo interno. Giornata di Formazione “RECOVERY STAR” (a cura di Andrea Furlan) Mercoledì 7 Maggio presso la sala Morandi dell’ospedale di Saronno si è tenuta un’intera giornata di formazione “I processi di Recovery nei servizi del DSM – Recovery Star” per gli operatori della UOP, utenti e volontari. Giornata organizzata dall’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio Presidio di Saronno in collaborazione con Il Clan/Destino, As.V.A.P4 e Cooperativa Sun-Chi. La formazione è stata a cura dell’associazione Il Chiaro del Bosco (BS), abilitata da “Triangle Consulting” (di Londra) detentrice della licenza italiana per l’utilizzo e la sua formazione (copyright Recovery Star) Cos’è la “Recovery Star”? La Recovery Star (RS) è uno strumento sviluppato per supportare e misurare i processi di cambiamento che avvengono durante il lavoro terapeutico-riabilitativo con persone adulte (in età lavorativa), affette da problemi mentali. Funge da supporto della recovery degli utenti, fornendo loro una mappa di questo percorso ed un metodo per tenere traccia dei loro progressi e pianificare le azioni che intendono attuare. La RS si focalizza su dieci aree principali, considerate cruciali nei percorsi di recovery: - Gestione della propria salute mentale - Cura di sé - Abilità per la vita quotidiana (living skills) - Reti sociali - Lavoro - Relazioni personali - Dipendenze - Responsabilità - Identità e autostima - Fiducia e speranza (aspettative positive) La RS misura le difficoltà dell’utente in ciascuna di queste aree ed evidenzia la posizione dell’utente e la relativa progressione nel suo percorso di cambiamento. La RS si basa su un modello a cinque Pag. 2 stadi, con il quale gli individui possono operare dei cambiamenti in quegli ambiti della loro vita che risultano più problematici. I Queste cinque fasi sono quelle del Blocco, dell’Accettazione dell’aiuto, del Crederci, dell’Apprendimento e della Fiducia in sé stessi. La RS si basa sull’idea che una crescita positiva sia un obiettivo possibile e realistico per tutti gli utenti dei servizi e lo strumento è stato costruito per supportare e misurare questa crescita ponendo l’attenzione sulle potenzialità delle persone piuttosto che sui loro problemi. Inoltre, la RS affonda le proprie radici nel Modello del Recovery, secondo cui le persone con disturbi mentali possono condurre una vita ricca e soddisfacente senza necessariamente eliminare la malattia, ma piuttosto favorendo una sua gestione efficace. L’elaborazione dello strumento è stato condotto in collaborazione con nove progetti di cinque organizzazioni che lavorano nel campo della salute mentale e che comprendevano un floating support service, un servizio di supporto ad interventi di housing sociale, due centri diurni, due progetti per la formazione e l’inserimento lavorativo, un appartamento protetto, un servizio residenziale riabilitativo, ed un ospedale indipendente. La RS è stata testata con 114 utenti e le sintesi delle schede dello strumento (le Star Charts) sono state riportate ai servizi coinvolti per la validazione. In tutti i casi, il quadro ottenuto con la Star, e relativo ai progressi ottenuti dagli utenti inseriti in un progetto di intervento, si è dimostrato aderente alle aspettative dell’operatore e del responsabile del progetto stesso. Questo modo di procedere “dal basso verso l’alto”, nello sviluppo della RS, ha assicurato che gli strumenti si basassero su una comprensione reale della natura del recovery e dei processi di cambiamento, e che venissero ritenuti utili sia dagli utenti sia dagli operatori, fornendo, inoltre, dati di esito solidi che riflettono i veri obiettivi dei servizi. “Mi sono sentito del tutto coinvolto; è stato chiaro e semplice da capire, focalizzato sulla mia persona nel suo insieme, non solo sul problema. E’ stata una spinta notevole per valutare la mia situazione. E’ stato come fare una conversazione, come se per la prima volta qualcuno mi avesse davvero ascoltato. Puoi davvero arrivare a conoscere qualcuno e a sapere cose di lui utilizzando la Star, anche se tu magari pensi già di conoscerlo bene” Prima esperienza di ritiro sportivo per i Crazy Frogs ( a cura di Massimo Airoldi & i Crazy Frogs) La squadra di pallavolo Crazy Frogs quest’anno ha partecipato ad una nuova iniziativa sperimentale, progettata e organizzata da noi assieme ai colleghi di Rho, i RhoStar: un ritiro sportivo di 4 giorni, a Cesenatico, in un’apposita struttura, a metà settembre, 6/7 giocatori più due operatori per squadra. Questo fa parte integrante di un processo più ampio di cura riabilitativa del Servizio saronnese, che mutua i sani principi dell’agonismo e dello sport di squadra, come strumento di crescita personale, consapevolezza, aggregazione e rispetto. mischiati tra di loro dovevano cooperare per il raggiungimento di un obiettivo finale. Una al pomeriggio più tecnica, sul campo, centrata sui fondamentali della pallavolo, che vedeva sempre una partita tra le due equipe, dove si perfezionavano schemi e tattiche di gioco, applicando regole e modalità più agonistiche. Il tutto veniva documentato (foto e video) sia per una supervisione in sedute di gruppo e sia per farne una clip divulgabile, con l’intento di portare questa esperienza anche in ambienti sportivi più specifici e meno psichiatrici, nella convinzione che il confrontarsi col contesto sociale favorisca la nostra crescita e una maggior inclusione, abbattendo un certo stigma culturale. L’idea è nata dalla riflessione che un periodo intensivo, totalmente dedicato alla disciplina sportiva, poteva essere l’occasione per incrementare il clima di squadra tra i suoi partecipanti, indispensabile per una corretta pratica sportiva, proprio come fanno tutte le squadre agonistiche, durante la preparazione per i prossimo tornei. A questo si aggiungevano momenti più liberi, ludici e turistici, secondo libere associazioni spontanee, il tutto tranquillamente integrato all’interno di una grossa struttura sportiva in cui vi erano circa 600 altri ragazzi (tra cui la nazionale femminile cubana di pallacanestro), che facevano altrettanto e nessuno sapeva (e capiva) che eravamo un servizio psichiatrico. Molto interessante è stato il condividere ogni momento della giornata con gli amici della squadra di Rho, cioè proprio quelli che sarebbero i “nostri avversari”. In conclusione l’esperienza è stata largamente positiva, con ottimi risultati sia sul piano tecnico che relazionale. Va anche detto che non è stato sempre e tutto facile: proprio questo clima “full immersion” sollecitava nello stesso momento aspetti comportamentali, emotivi e relazionali a volte anche molto intensi, con importanti implicazioni personali, tipici dell’attività sportiva, dove corpo e mente reagiscono unitariamente, sollecitati da particolari dinamiche psico-fisiche, alla conquista di un equilibrio precario e fragile e al suo controllo, per nulla scontato e immediato. Ma proprio questo è quel “materiale” utile al continuo processo di crescita evolutiva di ciascuno. Al termine tutti si dichiaravano ampiamente soddisfatti dell’esperienza, tanto che si pensava di mantenere fisso questo appuntamento anche per gli anni futuri, come parte integrante dell’attività. Inoltre ha stimolato alla sopportazione della fatica e dell’impegno fisico, dovuto alle sessioni di allenamento quotidiano: orari, puntualità, ritmi, coordinamento Questa continuità ha stimolato relazioni intense e dirette, ha permesso un confronto sano e rispettoso delle forze in campo, ha consolidato lo spirito di squadra, quel senso di “appartenenza” verso un unico obiettivo, in cui ciascuno è chiamato a progettare e a responsabilizzarsi, investendo ciò che ha, per quello e quanto riesce., lavori di gruppo, proprio tipici della disciplina sportiva, che favoriscono il superamento della dimensione personale per andare verso una gruppale. Il lavoro voleva essere abbastanza impegnativo e intenso, al fine di superare un tipico atteggiamento che spesso accompagna il disagio psichico: rallentato, apatico, abitudinario, sedentario, disimpegnato, passivo. Due sessioni giornaliere di due ore: una al mattino, in spiaggia, centrata sulla preparazione fisico-motoria e aerobica, attraverso esercizi, giochi ginnico/ludici di squadra, in cui i ragazzi La nostra gita a Marina di Massa dal 9 al 12 Ottobre con il Clan/Destino (a cura di Irma Giavara) Abbiamo fatto un incontro molto interessante con i “facilitatori” toscani a Massa Carrara in cui ci siamo scambiati le nostre differenti esperienze e attività, trovando delle affinità. Nei giorni successivi ci siamo riposati trascorrendo il tempo in piscina ma anche al mare, ci siamo molto divertiti fra bagni e sole. Nell’unica giornata di tempo piovoso, abbiamo avuto la brillante idea di andare a Pisa. Io non avevo mai visto dal vivo la La mattina del 9 Ottobre siamo partiti in 13, in 9 sul pulmino dell’ATAC guidato da Andrea Furlan e 4 sulla macchina di Sandro Giachino con anche sua moglie Giuliana. Siamo arrivati in un bel albergo che aveva anche la piscina. Dopo aver pranzato abbiamo fatto un giro al mare che si trovava vicino. Nelle serate andavamo sempre fuori nei ristoranti che ci aveva suggerito la cognata di Andrea ed abbiamo sempre mangiato e bevuto molto bene. Pag. 3 famosa Piazza dei Miracoli con il Duomo, il Battistero e la famosa Torre pendente. Quando mi sono trovata sotto la torre ero preoccupata avevo la netta sensazione che mi venisse addosso, è una meraviglia !! La mattina dell’ultimo giorno l’abbiamo trascorsa facendo quello che volevamo tra un occhio di sole e qualche goccia d’acqua. Nel pomeriggio siamo partiti per tornare a Saronno e, una volta arrivati a Milano, siamo rimasti bloccati nel traffico ma comunque contenti e felici per i giorni passati assieme in allegria. Va un particolare ringraziamento ai nostri accompagnatori Andrea, Sandro e Giuliana. Incontro con i facilitatori toscani a Massa Carrara. (a cura di Anna Zocco) Si è parlato del confronto e delle tematiche che si stanno attuando tra Saronno/Lombardia e Massa Carrara/Toscana. Successivamente la Sig.ra Maria Grazia Bertelloni ha illustrato la situazione del CPS a Massa Carrara iniziando ad affrontare l’argomento del “testamento psichiatrico” da presentare al Parlamento che aveva lasciato il Direttore dell’ASL precedente, attualmente deceduto. Si è detto che un paziente psichiatrico sceglie una persona di sua fiducia che presenta un testamento psichiatrico. Si è costituita un’associazione per divulgare, per contestualizzare nell’ambito giuridico regionale e nazionale il testamento psichiatrico. La Sig.ra Maria Grazia ha detto che nella loro struttura ci sono dei ragazzi psicotici che hanno disturbi d’ansia, dipendenza dai videogiochi e dai telefonini. La Sig.ra Maria Grazia sottolinea che non è d’accordo quando le associazioni diventano “business”, perché perdono la loro spinta di socializzazione ed accoglienza. Lei porta con sé dentro la sua libertà di lavorare nella Provincia. Ha lavorato per la Rete, per la Casa della Cultura e nell’ambito nazionale. La Sig.ra dice che noi in Lombardia abbiamo a livello politico dei freni per sviluppare la rete dei facilitatori sociali. A riguardo dice che in Toscana per esempio La Cassa di Risparmio di Parma ha donato loro un pulmino per le varie attività. Oltre a questo dice che sta nascendo un’associazione di tipo religioso a Parma e si è incrinato il rapporto tra CPS di Massa Carrara e la Provincia di Firenze perché è diventato un discorso politico. Sia gli utenti che gli operatori si sono sentiti fuori luogo. Si è sottolineata la differenza tra Riabilitatore e Facilitatore: il primo abbraccia altre tematiche, i Rom e i Minori; mentre il secondo riabilita solo chi presenta dei disturbi psichici. Ha insistito nel suggerire che la RUL deve essere portarla a livello nazionale e non solo regionale (Lombardia). Inoltre aggiunge che gli utenti da soli non riescono a farsi riconoscere. Esempio: un ritiro al Mugello (22 utenti) Quinta conferenza della Rete. Avvio verso il coordinamento. La Sig.ra Maria Grazia dice che il paziente/l’utente si ferma di fronte alle responsabilità. Aggiunge,infatti, che ha dovuto organizzare tutto lei. Un conto è mettere in piedi seminari in Italia e un conto è a livello provinciale o regionale. Poi la Sig.ra Maria Grazia dice che il Discorso tra Pari è un bipolare, non è uno schizofrenico; è il paziente con la sua storia, la sua personalità. Andrea Furlan è intervenuto aggiungendo che lo stigma per i facilitatori alle volte diventa auto-stigma, cioè ci svalutiamo da noi stessi quando dobbiamo fare. 20 anni di As.V.A.P. 4 : la nostra storia (a cura di Elisa, Micla, Michela) Per celebrare i nostri primi venti anni abbiamo organizzato un incontro al quale hanno partecipato i protagonisti che hanno promosso e seguito l’As.V.A.P. 4. in tutti questi anni: l’occasione ha permesso di ricordare la nascita dell’associazione e la cosa che ci ha particolarmente emozionato è stato l’intervento sentito e coinvolgente dell’allora Direttore Generale dell’ospedale e di tanti altri attori della nostra storia. Coordinati dalla voce narrante di Micla Callegaro (familiare e socia fondatrice di As.V.A.P. 4) si sono così succeduti via via gli interventi di molti familiari, volontari e operatori non solo di Saronno, ricordando così anche l’impegno di As.V.A.P. 4 sul territorio e sulla sua presenza nell’ambito della salute mentale della Lombardia. Ripercorriamo insieme la nostra storia menzionando le tappe più significative. GLI INIZI All’apertura (1994) del centro di via Don Bellavita, si sono ritrovati alcuni volontari che già operavano in preesistenti associazioni (AVULSS, Caritas, S. Vincenzo) e che seguivano alcuni pazienti psichiatrici. Allora il CRT funzionava solamente come centro diurno, e i malati di Saronno e dintorni nei momenti più critici dovevano andare all’ospedale di Busto dove c’era il reparto di psichiatria di competenza; per questo alcuni famigliari, che avevano dovuto ricoverare lì i loro parenti, indignati per il degrado totale nel quale versava il reparto, si attivarono per migliorare la situazione che comportava enormi disagi soprattutto per i pazienti. L’allora responsabile del CRT (Dr. Resnati) propose di fondare un’associazione di famigliari e volontari proprio per rafforzare la difesa dei diritti dei pazienti e non solo, invitando alcuni fondatori dell’ As.V.A.P. 1 di Monza, già operante da 5 anni: venne pertanto fondata l’ As.V.A.P. 4 il 27 aprile del 1994 da un gruppo di familiari disperati e un gruppo di volontari sensibili e volenterosi. Tra le primissime attività: Gruppi di auto mutuo aiuto inizialmente seguiti da alcune psicologhe e in seguito autogestiti. Convegno sull’abitare “Voglio andare a casa, la casa dov’è?” Visita con famigliari e operatori del CRT a Mendrisio per conoscere una realtà geograficamente vicina ma lontanissima per organizzazione e vedute. Inizio delle attività all’interno del CRT (mercoledì dei volontari) Ma prioritaria era per l’associazione la creazione di un reparto psichiatrico nell'ospedale di Saronno. Il presidente Paolo Callegaro incontrò a tale scopo nel gennaio del ’95 l’allora Direttore Generale (dr. Mancini) fresco di nomina, il quale prese a cuore la richiesta di As.V.A.P. 4 e dopo un progetto organizzativo della durata di tre anni finalmente nel ’98 riuscì ad aprire il reparto SPCD di Saronno. Nel frattempo grazie all’incontro di Paolo Callegaro con il dr. Maranesi (favorito da un’assistente sociale del CPS originaria della Valtellina) , Mancini provvedeva a creare la UOP (Unità Operativa di Psichiatria) e dare incarico di Primario al dr. Maranesi. GLI SVILUPPI Con l'arrivo del dr. Maranesi e successivamente del dr. Goglio l’attività si è allargata: sono cominciate iniziative a livello cittadino con incontri pubblici, sia per sensibilizzare la cittadinanza ancora molto prevenuta, sia per formare nuovi volontari. Via via l’unità è cresciuta, con l’apertura appunto dell’SPDC, della trasformazione del CRT in comunità residenziale e non da ultime altre due unità residenziali, la CPM (grazie alla messa a disposizione del Comune di una struttura capiente e ristrutturata), e successivamente un appartamento per la cosiddetta Residenzialità Leggera, sempre messo a disposizione dal Comune di Saronno. Un altro avvenimento importantissimo fu la creazione del Clan/Destino, associazione di utenti, volontari e operatori, nata dopo il citato convegno sull’abitare (1997). Dopo un iniziale periodo in cui gli incontri si svolgevano presso il CRT l'associazione vede la sua nascita ufficiale nel 2001 e l’insediamento nella nuova sede al piano terra dell’ex Regina Margherita data dal Comune in comodato e ristrutturata grazie Pag. 4 ad un finanziamento concesso ad As.V.A.P. 4 dal Credito del Varesotto. In questo periodo si consolidano le varie attività presso i servizi e non solo, si organizzano gite, visite a Musei, mostre di arte e partecipazioni a Convegni sulla salute mentale e sulle possibilità di guarigione (Trieste, Atene, Trento, Torino, Bolzano, Milano, Mantova …) Si organizzano convegni ("Ho paura, ti faccio paura"contro lo stigma, presso il liceo Legnani, con la partecipazione di operatori, familiari, utenti, studenti e cittadini) e una " 3 giorni" svoltosi a Saronno sul Benessere, coinvolgendo anche altre Associazioni del territorio. Si da il via a nuovi progetti insieme ad alcune associazioni del territorio (Uno Spazio per, Il triangolo solidale) e con cadenza biennale si organizzano corsi di formazione aperti alla cittadinanza con lo scopo anche di reclutare nuovi volontari. OGGI Ad oggi l’associazione è composta da una trentina di soci, con più di venti volontari, e le attività vengono svolte quasi tutte all'esterno della struttura e senza la presenza di operatori della UOP. Resta ancora attivo un gruppo di auto mutuo aiuto per famigliari presso la sede , seppure il coinvolgimento di nuovi familiari resta sempre molto difficoltoso. Dopo 20 anni sono ancora attivi i primi volontari (Elisa, Piera, Nella, Micla, Marie) che hanno fatto da battistrada e hanno contribuito a creare una atmosfera accogliente e collaborativa con tutte le componenti della psichiatria e non solo, tanto che è nato il gruppo del "Fareassieme" (utenti, volontari, familiari, operatori e appartenenti ad altre associazioni cittadine). Anche As.V.A.P. 4 si trasferisce nel frattempo in Via San Giuseppe, ed oltre alle nuove e varie attività, cresciute nel tempo, al''interno delle strutture (giornale, taglio e cucito, cucina, musicoterapia, ecc.. mantenendo l'ormai storico "Mercoledì dei volontari") nasce la prima attività esterna alla struttura presso la sede, con il progetto "Grazie dei fior..." finanziato dalla Comunità del Varesotto. Si trattava di un laboratorio artistico/creativo e di svago per chi lo frequentava, con la soddisfazione di vedere che gli oggetti creati avevano successo alle bancarelle periodicamente allestite in occasione delle festività natalizie e pasquali o semplicemente cittadine . SARONNO E NON SOLO L’ As.V.A.P. 4 funzionava bene a Saronno, ma nel resto della Regione vi erano poche altre associazioni sparse qua e là che non si conoscevano. In Lombardia esisteva solo il CLP (Coordinamento Lombardo Psichiatria) composto solamente da operatori sanitari e medici mentre i famigliari erano esclusi, nonché i malati. Dopo un lungo periodo di incontri con alcune poche associazioni presso la sede dell’ As.V.A.P. 1 di Monza e dopo innumerevoli discussioni fu fondata nel 1999 l’URASAM (Unione Regionale Associazioni famigliari Salute Mentale) che poi farà parte di UNASAM (Nazionale). Si sono creati contatti con altre realtà associative del Varesotto, dove un illuminato psichiatra il dr. Balduzzi, contemporaneo di Basaglia e portatore di idee innovative e fautore del cambiamento, fonda il GLP (gruppo di lavoro provinciale psichiatrico) tavolo che vede finalmente la partecipazione di vecchie e nuove realtà associative e dove insieme ad operatori, medici e rappresentanti delle Asl si cerca di migliorare i servizi offerti dalla psichiatria, e si introduce il termine di “salute mentale”. Viene successivamente fondato il COPASAM (coordinamento provinciale per la salute mentale) riunendo la maggior parte delle associazioni del Varesotto. GLI ULTIMI ANNI Nel 2006 Paolo Callegaro, presidente fin dalla sua fondazione, dopo 12 anni di intenso e fruttuoso lavoro lascia il posto ad Elisa Nicolini, socia fondatrice che ricopre due mandati e lascia poi l’incarico all’attuale presidente Michela Darò. Adesso non ci resta che rimboccarci le maniche e metterci al lavoro per i prossimi venti anni, perché è sempre vero che ……. NON C'E SALUTE SENZA SALUTE MENTALE! SETTIMANA DELLA SALUTE MENTALE (a cura di Gigi) L’As.V.A.P. 4 quest’anno ha compiuto 20 anni di attività e, tra le varie attività organizzate per ricordare questi primi 20 anni di presenza in Saronno a fianco ai Servizi di Salute Mentale del nostro Ospedale, ha pensato di fare una serie di iniziative In Sala Nevera, durante una intera settimana dal 14 al 20 Ottobre. Si è iniziato con l’apertura di una mostra di quadri ed altri manufatti del nostro amico pittore Marco Brix dal titolo “La strada della Mente”. Tutte opere su seta che sono rimaste esposte, lungo le pareti della Sala Nevera, per l’intero periodo della manifestazione e sono state molto apprezzate dai partecipanti ai vari incontri, riscuotendo anche un successo nella vendita. Durante la settimana, in due distinti incontri, il nostro arista ed amico Marco ha dipinto due differenti marine dando prova di una notevole capacità espressiva. Sono seguiti poi tanti incontri come indicato dal volantino alcuni di carattere ludico altri più densi di significato come l’incontro della RUL, degli ESP, dei familiari, ed anche i nostri amici del gruppo teatro del Clan/Destino hanno presentato una loro opera inedita molto divertente ed esilarante apprezzata dagli oltre 80 spettatori. Particolarmente seguito è stato l’incontro tra gli Operatori dell’Unità di Psichiatria con i Medici di Base e gli operatori del Sert. Bello e partecipato è stato l’incontro di Domenica pomeriggio quando a tutti i bambini dai 3 ai 99 anni è stata data l’opportunità di esprimersi liberamente con i pennelli. Ci sono state tre indimenticabili serate: Mercoledì i “Poeti in bilico” hanno declamato le loro composizioni alternandosi ai brani suonati dalla band “La Nuova Risonanza”, il tutto molto applaudito da una sala gremita di pubblico. Giovedì spettacolo del nostro amico Lino che si è esibito in uno show di chitarra e canto molto seguito, a cui si è alternata al flauto la carissima Lidia e infine Sabato spettacolare spettacolo blues degli “Yellow Frogs”. Lunedì pomeriggio si è chiusa la manifestazione con un brindisi a questi primi 20 anni, con l’augurio di ritrovarci tutti assieme per i prossimi 20. Una sera con i “Poeti in Bilico”e i ragazzi dello “Slam Poetry” (a cura di Sandro Giachino) La sera del 15 Ottobre noi “Poeti in Bilico” (Antonio Vasselli, Cinzia Orsenigo, Emilia Banfi, Evelina Balduccelli, Marco Strada, Margherita Coldebella, Maria Monti, Domenico Cazzolla, Maurizio Del Marco) abbiamo declamato nostre opere alternandoci alla band “La Nuova Risonanza”. Rispetto ad altre volte abbiamo invitato anche i ragazzi che fanno “Slam Poetry” ed è stato subito successo !! ma chi sono questi ragazzacci ? Ci presentiamo: siamo i ragazzi del collettivo poetico Slam Lab Autogestito. Quella che ci appartiene è una poesia “strana”, diversa, che vi vorremmo brevemente presentare: si chiama Slam Poetry. Slam: nel gergo americano significa sberla, impatto; Poetry: poesia. L’arte che da un jazz club di Chicago è giunta in Europa ed ora rappresenta una forma di espressione sempre più diffusa in Italia. Le performance poetiche sono tra le più svariate, recitate o lette: vive. Staccandosi dal foglio le lettere dipingono parole nell'aria e nel corpo, catturano, interagendo con chi ascolta. Sul territorio di Saronno, lo Slam Lab è nato nel mese di marzo 2013 come laboratorio di rime, scrittura creativa e poesia. Fondamentali per Pag. 5 gabbia sterilizzante dell’entertainment ma [...] divengono rito che alimenta, ricodifica, dà significato alla condivisione di un destino comune” ( Davide ‘Skrim’ Fant, Slam Lab – Antologia di testi poetici). Questa è la sensazione che, soprattutto, abbiamo vissuto durante l’incontro di mercoledì sera: di fronte al pubblico si sono presentati due mondi di poeti e due mondi di poesia, che in realtà esistono in unico solco di riscoperta personale e collettiva. Ringraziamo molto i Poeti in Bilico per questo invito e auguriamo a loro, e a tutti, di continuare a cercare nella poesia bellezza e armonia, se non per salvare il mondo, per salvare noi stessi. Aggiungiamo noi e nel noi mi intrufolo anch’io (Sandro) che siamo felici di avere invitato questo gruppo che ci completa nella formazione di questi due mondi di poesia. noi sono stati i suggestivi incontri guidati dai nostri maestri Filippo Saccardo, Filippo ‘Π-pz’ Corbetta e Davide ‘Skrim’ Fant, e arricchiti dalla partecipazione di numerosi ospiti di fama nazionale ed internazionale. Questo cantiere poetico, portato avanti da noi ragazzi in maniera autogestita, ha quindi preso la forma di Slam Lab Autogestito. I nostri interventi si svolti all'interno di contesti tra i più disparati e siamo venuti a contatto col gruppo Poeti in Bilico la scorsa primavera, in occasione di un pomeriggio in ricordo di Simone Cattaneo. Qualunque sia l’occasione, quello che chiediamo alla poesia e di poter dare voce al nostro mondo interiore, di dargli vita e di dargli una forma in continua trasformazione. Ritroviamo nello scrivere e recitare Slam uno spazio utile anche alla comunità “dove il gioco e l’arte non sono relegati alla ESP QUESTO SCONOSCIUTO (Incontro con la cittadinanza ?) . (a cura di Alessandra Reina) Nell'ambito delle manifestazioni per il festeggiamento dei venti anni dell'A.S.V.A.P ed allo stesso tempo per la settimana della salute mentale a Saronno, è stato organizzato un incontro con i cittadini con lo scopo di spiegare il significato di ESP (Esperto in Supporto tra Pari) e le mansioni di questa nuova e poco conosciuta figura lavorativa. L'evento è stato un vero fallimento !! Nessun cittadino si è fatto vedere al di fuori della nostra cerchia di addetti ai lavori, a meno che non vogliamo contare mio marito... Certo, forse avremmo dovuto fare maggiore pubblicità, forse siamo arrivati a farla tardi, forse alla gente non piace avere a che fare con noi “pazzerelli”, forse ci immaginano con la bava alla bocca come degli zombi ovviamente chi si avvicinerebbe a gente così e, meno ancora, affiderebbe un parente a qualcuno che oltre a tutto, “non è normale”, forse la sofferenza mentale in generale non interessa... finché non si è toccati.. Bene, questo è stato un fallimento ma ha messo a frutto le nostre capacità di non abbatterci e risorgere dalle ceneri come la più famosa Fenice. Approfittando del fatto che noi ESP eravamo un bel gruppetto insieme alla nostra tutor, la dottoressa Venieri, al nostro primario, l'esimio dottor Goglio e alcuni volontari, si è deciso di fare il punto tra di noi. Usando una specie di gioco della verità, ci siamo posti domande l'un l'altro, chiunque avesse qualcosa da chiedere e chiunque volesse rispondere. A poco a poco si è creato un ambiente molto unito emotivamente dove ciascuno si sentiva parte di qualcosa di importante, ho sentito fortemente una grossa unione con tutti, unione di intenti e motivazione ma soprattutto una forte empatia, che, a mio parere, si poteva toccare con mano. Peccato che la città non sia venuta, avrebbe sentito in modo chiaro una delle qualità che contraddistingue il nostro lavoro cioè la capacità di entrare in empatia con l'altro, grazie al nostro vissuto di dolore e grazie alla consapevolezza di noi stessi e delle nostre capacità acquisita con il corso, il tirocinio, il lavoro ed il costante confronto con gli altri e con gli operatori. Devo dire che da un fatto negativo, l'assenza di pubblico curioso, è nato un evento positivo, dove ciascuno di noi, compresi i volontari presenti, si sono portati a casa una bella fetta di emozioni e la soddisfazione di pensare che non sempre tutto è perduto. Confronto tra l’Unità Operativa di Psichiatria e i Medici di Assistenza Primaria (MAP) (a cura di Marco Goglio) Chi sono i M.A.P.? Sono quelli che abbiamo sempre chiamato Medici di famiglia o Medici di base, che da un paio d’anni hanno cambiato il nome ma non il contenuto del loro lavoro. Perché presentarsi ai MAP? Da sempre la “psichiatria di comunità” (quella forma di lavoro in psichiatria per cui si privilegiano gli interventi nella comunità territoriale, quella dove vivono i cittadini) si è impegnata nella sensibilizzazione dei territori e quindi, come importante, riferimento ha sempre valorizzato la medicina di base accanto alle risorse sociali e lavorative presenti nel territorio. Quale può essere il valore di sensibilizzare il medico di famiglia (MAP)? Il medico di famiglia, spesso, è la persona che conosce il nucleo familiare; è quello che ha visto crescere il bambino, l’adolescente, l’adulto, incontrandolo i diverse epoche della sua vita. E, quindi, l’operatore sanitario più vicino alla conoscenza e alla situazione del suo assistito. Naturalmente non sempre, ma spesso, è il medico che fa meno soggezione al cittadino (rispetto allo specialista) e quindi può dare dei consigli, può convincere con modalità ‘amicali’ ad una terapia farmacologica, può consigliare come meglio comportarsi davanti al comparire di un disagio psichico. Ma i MAP dovrebbero già conoscere l’Unità Operativa di Psichiatria (UOP)! Da molti anni sia i Medici di base e la UOP cercano incontri e contatti. Alcuni sono stati fatti ma rimane sempre difficile trovarsi per ragionare intorno al disagio: impegni, congressi, aumento del lavoro, procedure che vengono richieste per migliorare la qualità di cura ma che impegnano sempre di più le ore dei medici. Per questo abbiamo raccolto la proposta dell’As.V.A.P. 4 ed abbiamo avviati contatti col Sindaco di Saronno (MAP dr. Luciano Porro) per organizzare questo evento. Contenuti dell’incontro. La mattina di sabato 18 ottobre, all’interno delle iniziative per la ricorrenza mondiale della salute mentale, abbiamo presentato il lavoro dell’Unità Operativa di Psichiatria proprio per confrontarci e raccogliere eventuali proposte e richieste di approfondimenti da parte dei MAP. Dopo una mia presentazione la dr.ssa Giudici ha presentato il lavoro articolato che svolge il Centro Psicosociale: chi visita, chi prende in carico, chi rinvia al MAP. La dr.ssa Di Gennaro ha chiarito anche gli aspetti relazionali difficili che a volte si instaurano nel rapporto genitori figli (erano presenti all’incontro anche medici Pediatri). La dr.ssa Ferrari ha infine parlato di alcune patologie che noi chiamiamo “di confine” ossia quelle che non sono totalmente di appannaggio alla psichiatria ma coinvolgono altri Servizi ospedalieri o extra ospedalieri: le persone che si ammalano di demenza, le persone che hanno una dipendenza da sostanze stupefacenti. Chi ha partecipato dei medici MAP? La dr.ssa Ivessich (presidente dell’Associazione saronnese dei medici (me.di.fas) e la dr.ssa Tischer hanno sottolineato l’importanza di promuovere incontri e formazione intorno ad alcune problematiche frequenti negli studi dei medici di base: disturbi d’ansia e panico, disturbi dell’alimentazione, sindromi ansioso depressive. Anche nel Pag. 6 dibattito si è auspicato ad una continuità di incontro proprio per dare al MAP più strumenti possibili per assistere i propri clienti. La cornice delle autorità Hanno partecipato all’evento con contributi personali dettati dalla grande esperienza: il Sindaco dr. Porro che è stato, come detto, uno dei promotori dell’iniziativa; il dr. Rossitto (responsabile del Distretto ASL) che ha caldeggiato uno scambio fitto intorno ai temi della psichiatria, soprattutto in periodi di crisi come quelli attuali; il dr. Reina, responsabile del SERT locale, che già collabora molto col nostro CPS; il dr. Corbella della Direzione Medica del nostro ospedale. Quale futuro a questa iniziativa? Si dice che le buone intenzioni non portano a buoni risultati, ma questa è la scommessa. Tutti, unanimi, sono stati d’accordo a dare seguito a questa iniziativa; sarà importante definire alcuni contenuti monotematici e coinvolgere il maggior numero di MAP. In questi propositi chiedo, come spesso faccio, aiuto all’As.V.A.P. 4 e al Clan/Destino perché possano fungere da stimolo e possano sollecitare le dimenticanze di noi medici. Quindi ci rivedremo il prossimo anno certo che le nostre Associazioni del Fareassieme svolgano il loro ruolo di “grilli parlanti”. QUANDO A DARE I NUMERI NON SONO LE PERSONE … MA LA PSICHIATRIA Mal-essere e psichiatria nel saronnese (a cura di Andrea Furlan) contare 1828 pazienti con almeno una prestazione, le visite ambulatoriali sono state circa 20.000 di cui 394 prime visite, le visite a domicilio 1.600, i gruppi riabilitativi 399. Nel 2014, in soli 10 mesi, la proiezione delle prime visite è in significativo aumento. CRA - È una comunità residenziale aperta che svolge il proprio intervento su 20 utenti, nell’ambito della salute mentale, con programmi terapeutico-riabilitativi a termine e su obiettivi specifici ed individuali. Accanto alla residenzialità, il CRA di Saronno, offre la possibilità di programmi riabilitativi di semi-residenzialità (Centro Diurno - CD), al fine di favorire un accoglimento o la dimissione in modo graduale e rispettando le esigenze ed i tempi dei singoli. I posti per la semi-residenza del Centro Diurno sono dieci. I programmi promossi dal CRA vengono dichiarati nel PTR (Progetto Terapeutico Riabilitativo) dove vengono definiti, in seguito ad una attenta valutazione insieme all’ospite, obiettivi specifici e strumenti idonei al loro raggiungimento; nel rispetto delle indicazioni presenti nel PTI (Piano di Trattamento Individuale) redatto dall’inviante del CPS. Gli interventi riguardano l’area di cura farmacologica, psicologica e riabilitativa. Particolare attenzione viene posta all’autonomia (abilità di base, cura del sé, possibilità di relazioni esterne al Servizio), alla consapevolezza (orientamento alla “recovery” ossia al percorso di guarigione possibile e soggettivo) e all’inclusione sociale (gestione di una casa, questione lavorativa, contatti territoriali). Per promuovere i programmi riabilitativi il CRA si avvale anche di collaborazioni con l’Associazione “AsVAP4”, con l’Associazione “Il Clan/Destino”, con la Cooperativa SUN- CHI, col Comune di Saronno, con Associazioni e Cooperative del territorio. L’età delle persone va dai 18 ai 50 anni; i pazienti soffrono prevalentemente di disturbo schizofrenico, disturbo dell’umore, disturbo di personalità. Il periodo di permanenza in comunità varia dai 3 ai 18 mesi; per alcune indicazioni particolari si può chiedere una proroga all’ASL. Le notti trascorse da persone residenti sono state 6.300 mentre le giornate di pazienti semi-residenti 3.800. CPM - RL - Comunità Protetta a Media Intensità : 10 posti letto, con presenza di operatori nella sola fascia diurna (ore 8-20). Residenzialità Leggera: 4 posti in normale abitazione civile, vede la presenza di operatori in orari concordati durante il giorno ed è prevista per il 2015 l’apertura di un’altra RL. La CPM di Saronno è una struttura residenziale a carattere riabilitativo che costituisce parte integrante dell’Unità Operativa di Psichiatria n° 5, della quale rappresenta un elemento costitutivo. Ospita 10 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che soffrono di disturbo schizofrenico, affettivo o disturbo di personalità. La RL è una normale abitazione civile che ospita 4 pazienti su invio del CPS attraverso il PTI (Piano di Trattamento Individuale). I pazienti sperimentano una comune abitazione e la presenza di operatori è limitata a poche ore durante il giorno. Obiettivo di questa residenzialità è quello di aiutare gli ospiti a prendere contatto con le autonomie prima di recarsi in una abitazione privata. Sono abitazioni dove, concordando con il CPS, si può prevedere anche una permanenza prolungata. L’età delle persone va dai 18 ai 65 anni; i pazienti soffrono prevalentemente di disturbo schizofrenico, disturbo dell’umore, disturbo di personalità; sono escluse le patologie con demenze primarie, gravi ritardi. Il periodo di permanenza in CPM dura fino ai 36 mesi; per alcune indicazioni Saronno ed il suo hinterland godono ancora di un relativo benessere rispetto ad altre zone e Regioni d’Italia. Ma è poi così vero? Certo se ci si limita solo a parametri prettamente economici e finanziari potrebbe sembrare sicuramente vero, non vi sono situazioni di particolare degrado, il reddito medio è più che accettabile, la vita sociale gode di momenti di svago, cultura e così via. Tutto farebbe pensare ad un territorio dove la gente, ripeto, gode di una condizione di benessere. A questo punto chi legge si chiederà il perché del titolo: “Mal-essere e psichiatria nel saronnese”, ebbene, come dice un vecchio adagio “non è tutto oro ciò che luccica” e qui entrano in gioco i numeri inerenti all’Unità Operativa di Psichiatria a Saronno (UOP). La UOP è composta dal Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), dal Centro Psico Sociale (CPS), dal Centro Residenziale Alta Intensità (CRA), dalla Comunità Protetta Media Intensità (CPM) e dalla Residenzialità Leggera (RL). A queste strutture dobbiamo aggiungere due associazioni onlus che operano sul territorio in stretta e costante collaborazione con la UOP: un’Associazione di volontari e familiari per l’aiuto ai sofferenti di disagio psichico As.V.A.P. 4 e un’Associazione di cittadini (senza nessuna distinzione se operatori, utenti, volontari o familiari) che opera nell’ambito della “Recovery, dell’ “Empowerment” per il totale reinserimento Sociale e contro lo “stigma”, Il Clan/Destino. Ed ecco i numeri nel 2013: SPDC - Il reparto ha 15 posti letto. Le giornate di ricovero sono state 4.600 per un totale di 390 pazienti, con una durata media di ricovero di circa 12 giorni a paziente. Le cure prestate sono prevalentemente di natura farmacologica ma lo stile di lavoro è determinato da una cultura psichiatrica e psicoterapica attenta ai bisogni del singolo e al sistema di relazioni tra pazienti, tra operatori, tra operatori e pazienti; tale attenzione fa del gruppo di lavoro il primo strumento terapeutico. Inoltre v’è la presenza di volontari che svolgono attività di socializzazione. CPS - Mission del CPS è la prevenzione, la cura e la riabilitazione dei disturbi psichici in età adulta. - Prevenzione Primaria con interventi di educazione sanitaria e ( cosa più difficile in psichiatria che in altri settori della medicina) con interventi mirati alla individuazione ed eliminazione dei fattori di rischio. Cura (prevenzione secondaria) con interventi di individuazione della patologia emergente e di trattamento terapeutico (farmacologico, psicoterapico, sociale). In quest’ambito il paziente segue tre tipologie di percorso a seconda del bisogno/disagio presentato: consulenza, assunzione in cura, presa in carico. - Riabilitazione (prevenzione terziaria) con interventi volti a ridurre le conseguenze della malattia mentale e a recuperare le abilità sociali, lavorative e relazionali. - Reinserimento nel contesto sociale delle persone con disturbi psichici con interventi di supporto alle famiglie e di attivazione del privato sociale e del volontariato-Reinserimento nel contesto sociale delle persone con disturbi psichici con interventi di supporto alle famiglie e di attivazione del privato sociale e del volontariato. In ambulatorio vengono curate psicosi schizofreniche, depressioni gravi e lievi, nevrosi (ansie, fobie, ossessioni), disturbi del carattere. Nel 2013 possiamo Pag. 7 particolari si può chiedere una proroga. In RL non esiste limite di tempo. In CPM le visite dei conoscenti sono previste nei momenti non occupati dalle attività. Sono possibili permessi a casa preventivamente concordati con l’équipe. In RL le visite vanno concordate con gli abitanti della residenzialità. I numeri che abbiamo visto riguardano solo pazienti ed interventi della Struttura Pubblica, ma se a questi sommiamo quanti, anziché al pubblico si rivolgono ad Operatori o Strutture Private o peggio non vengono assistiti da nessuno, i numeri, aimè, diventano veramente significativi, e senza fare facili allarmismi, preoccupanti. Alla luce di questi dati torno a pormi la domanda di apertura di questo articolo: è davvero possibile affermare che i cittadini del saronnese godono di una situazione di reale ben-essere? O si tratta semmai solo di benessere economico? Ed in questo caso, qual è la differenza tra i due, tra il benessere economico ed il vero ben-essere? È possibile colmarla? Rappresentazione del Gruppo Teatro del Clan/Destino in Sala Nevera il 18 Ottobre 2014 (a cura di Maria Grazia Radice) Il 18 Ottobre in Sala Nevera, nell’ambito della Settimana della Salute Mentale organizzata dall’As.V.A.P. 4 per il suo ventennale di fondazione, il nostro gruppo teatro del Clan/Destino ha esordito con una rappresentazione nella quale quattro signore, di diversa condizione sociale, si trovavano a chiacchierare mentre facevano dei lavoretti. Lidia era una contadina, Sandra rappresentava una contadinotta, Anna era una maestra e Maria Grazia una signora aristocratica. Le quattro amiche, mentre lavoravano, si scambiavano opinioni e commenti su argomenti comuni in chiave ironica e satirica. Mentre le quattro parlavano c’erano degli intermezzi pubblicitari (come alla televisione) in cui intervenivano Davide (in sostituzione di Andrea che per una bronchite non c’era), il nostro registra, e Cinzia che, nelle vesti di una veterinaria, spiegava come in vari modi si potesse somministrare una pillola ad un gatto per Cinzia era la prima volta che recitava davanti ad un pubblico molto numeroso e non ha avuto esitazioni anzi sembrava una professionista. Il pubblico ha molto appezzato la nostra fatica ed impegno, più volte siamo stati interrotti da applausi a scena aperta e da fragorose risate di compiacimento. Un ringraziamento particolare va fatto al nostro registra Davide Lomazzi per il lavoro svolto in tutti questi anni con molta passione e pazienza. Purtroppo, per motivi di lavoro, non potrà più seguire il gruppo e per questo a fine rappresentazione gli abbiamo fatto omaggio del libro di Corrado a nome del Clan/Destino e Lidia gli ha dedicato una suonata di flauto che lo stesso ha particolarmente apprezzato. Auguriamo a Davide che, il successo ottenuto con noi, lo possa spronare nel nuovo lavoro ed a lui auguriamo maggiori successi. Una sera con gli “YELLOW FROGS” (a cura di Sandro Giachino) Serata molto interessante il 18/10 /2014 il trio degli Yellow Frogs (Simone Dal Corso Acoustic bass, Lucio Morandi Piano & Voce, Mario Raimondi Drums) a coinvolto i presenti in una splendida serata di blues. Hanno suonato ininterrottamente per due ore applauditi sonoramente da un interessato pubblico. Il trio ha fermato, sull'ormai terzo loro C D, una parte del modo di re/interpretare il blues. Storie di passione che nascono da improvvisazioni non fine a se stesse, ma con una precisa identità, là dove il blues offre ampi spazi di inventiva. “Il piano” non è mai sottoposto a straordinari funambolici giri di boogie,ma è concreto e sapientemente suonato, mentre il basso è impiegato come sua natura vuole, sostenere e dare corpo con fraseggi sobri o più accentuati; la batteria poi è semplicemente formidabile. Inusuale e interessante trio. Atelier di pittura con “ColoraMente” (a cura Alice ed Eleonora) Domenica 19 ottobre siamo stati invitati dall'Associazione AS. V. A. P. 4 a lavorare con il nostro atelier di pittura "Closlieu", all'interno del programma della Settimana della Salute Mentale. Con grande piacere abbiamo allestito uno spazio nella Sala Nevera, in particolare la sala al piano inferiore, in concomitanza della mostra dello splendido artista di seta Marco Brix. Questo abbinamento, ossia il nostro atelier di pittura espressiva, insieme ai lavoro e al modo di operare di Marco, è stato secondo noi vincente e ne siamo stati molto contenti e ammirati. A partire dalle 16.00 sono arrivati i primi bambini (e non solo) a dipingere. Abbiamo visto papà, mamme e figli dipingere insieme, oltre a nipoti, adulti e anziani. Tutte le età racchiuse in un unico momento, in un'unica stanza, condividendo colori e pennelli e dipingendo in totale libertà. Anche Marco è venuto a trovarci e a vedere il nostro lavoro e i nostri strumenti. Fino alle 18.00 abbiamo lavorato ininterrottamente con gruppi di bambini che andavano e venivano ed il bilancio finale è stato positivo: una cinquantina di persone hanno partecipato al nostro laboratorio con entusiasmo, sia da parte nostra che da parte loro, e l'ultima a lasciare la stanza è stata una signora di ottant'anni che, ci ha confidato, citando le sue parole: "mi sono divertita e il mio disegno mi piace tanto!". Con l'augurio che tutte le persone che sono passate di lì in questo pomeriggio di pittura e di gioco si siano divertite e siano tornate un po' bambine, ringraziamo tutti i membri di As.V.A.P. 4 per l'opportunità che ci è stata data. Incontro con l’Associazione “piccoli passi per….” Di Venerdì 31 ottobre 2014 (a cura di Luciano Lisi) E’ stato un vero piacere incontrare Camilla, Anna e Mauro dell’Associazione “piccoli passi per…” di Torre Boldone che opera principalmente nel territorio che afferisce all’Azienda Ospedaliera – Papa Giovanni XXIII di Bergamo. L’incontro è durato poco più di 2 ore ed ha visto Fiorenzo, Lidia ed io in molteplici veste di Soci del Clan/Destino, Soci RUL e ESP a trasmettere le nostre esperienze e il nostro agire nel quotidiano. Ma il risultato più proficuo è stato quello di apprendere da loro quelle che sono le loro caratteristiche: Pag. 8 La “piccoli passi per” è un’Associazione nata nel 1996 da un piccolo gruppo di familiari di sofferenti di disagio psichico che, attraverso l’auto mutuo aiuto, avevano acquisito da un lato maggiore capacità di convivenza con la difficile quotidianità della malattia, dall’altro una maggiore consapevolezza sia dei problemi di malati e famiglie che dei loro diritti. La loro mission è quella di unire le forze per favorire una migliore qualità di vita delle persone con sofferenza psichica, tutelarne i diritti di cittadinanza, sostenere la famiglia, incentivare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Al loro interno alcuni utenti hanno maturato il desiderio di partecipare a corsi per Esperti in Supporto tra Pari e da qui è nato l’incontro di oggi. Noi abbiamo messo a disposizione le nostre esperienze di ESP e dei nostri percorsi al fine di agevolare le loro aspettative. Al termine dell’incontro abbiamo mostrato la reciproca volontà di continuare la collaborazione per migliorare le nostre azioni nelle nostre associazioni e delle persone che in esse operano. Le nostre Pubblicazioni Pag. 9 Mercatino di Natale Presso la sede del “Il Clan/Destino” Via San Giuseppe 36 - Saronno 6-7- 8 Dicembre 2014 - 09.30 /12.30 – 15.00/18.00 13 – 14 Dicembre 2014 – 09.30/12.30 – 15.00/18.00 Festa di Natale Come ogni anno ci troviamo tutti a fare festa e a farci gli auguri, invitiamo tutti i lettori del Giornale ,i loro familiari e i loro amici a partecipare alla nostra festa che quest’anno si terrà : Giovedì 18 Dicembre 2014 Presso ex self – service Prealpi Via San Francesco, Saronno Dalle 17,00 alle 22 Ricordiamo che la festa inizierà con la ormai famosa tombolata, proseguirà con un ricco buffè e musica live. I soci del Clan/Destino in prossimità delle prossime festività augurano a tutti i lettori del nostro giornale Associazione Culturale di Auto Mutuo Aiuto – ONLUS - Via San Giuseppe, 36 -21047 SARONNO - C.F. 94012900125 [email protected] - www.il-clan-destino.it Il Clan/Destino Pag. 10