Le regole a casa pag. 2
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Le regole a casa pag. 2
Ma perché dobbiamo muoverci in fila per due a scuola? Oppure perché rimettere in ordine i giocattoli, se tanto il giomo dopo devo ritirarli fuori dalle scatole per giocarci nuovamente? Personalmente ritengo che possa essere utile spiegare al bambino il senso delle regole: lo si abitua a riflettere, stabiliamo un dialogo con lui, mostriamo anche rispetto per la sua intelligenza. Attenzione però al gioco dei "perché": se vuole, il bambino può iniziare una trafila infinita di "e perché questo? E perché quello? E perché quell'altro ancora?"... ffi mente affermativa: le regole devono essere comunicate chiaramente al bambino, spiegandogli in maniera non ambigua cosa ci aspettiamo da lui, entro quali intervalli temporali e le conseguenze positive o negative, in caso di rispetto o di infrazione. Sembra banale, eppure troppo spesso gli adulti si dimenticano di anticipare al bambino con chiarezza quale sia il componamento att€so: ad esempio, prima di entrare al supermercato, chiariamo al piccolo cosa può fare e cosa non deve fare? Oppure lo diamo per scontato im_ maginando che il bambino lo sappia per una sona di conoscenza innata? E ancora: gli comunichiamo quali saranno le sanzioni per un comportamento scorretto, oppure scoprirà in maniera imprevista la punizione? Comunicare chiaramente col bambino ha due funzioni fondamentali: d in primo luogo, gli permette di anticipare gli eventi e di dare ordine e senso al mondo; d in secondo luogò, $i consente di scegliere il comportamento da emettere, conoscendo in via anticipata le conseguenze di ogni opzione. m iÉ#'EFlc.i}+tr,é-;:e,o:n i'Fi h,,i,li:i{iì,r.ril {i, É,-z- --*?=tu!-ffiirì\itt.}if Se comunicare le regole è importante, spiegame il senso è più complesso. In alcuni casi è relativamente semplice spiegare il perché di una regola: prima di andare a pran- zo è importante lavarsi le mani perché, in tal modo, si riduce il rischio di ammalarsi. Anche rispettare il tumo di parola è imponante, perché tutti devono avere Ia possibilità di parlare. $:iì Ajl.,i,tdJIrt.l1r'.r,i'ltll-l{il.{ti*"}i,f'rhÉ'f:i.t}q;'Yl'Éii . };s.. :r:, i.:'.r:: Chiariti alcuni dubbi, come organizziamo allora il momento di comunicare le regole al bambino? Direi che ogni famiglia dowà organizzarsi come ritiene più opportuno, ma alcuni piccoli accorgimenti possono essere condMsi: §, innanzitutto, diamo a questo momento la giusta importanza. Mettiamoci seduti accanto al bambino (evitiamo atteggiamenti e posture inutilmente dittatoriali) e comunichiamogli con tranquillità e chiarezzale regole da rispettare; *,. utilizziamo degli esempi concreti, che permettano al bambino di capire la regola esposta. In tal modo, an- che eventuali termini ambigui o generici acquisiranno una loro vividezza nella mente del piccolo; $" illustriamo con chiarezza quali saranno i vantaggi derivanti dal rispetto delle regole e quali invece le sanzioni. Anche in questo caso, evitiamo parole o atteggiamenti inurilmente aggressivi o umilianti il bambino. La sanzione, invece, deve essere presentata come la naturale conseguenza di un'infrazione, non come la condanna da parte di un genitore ostile e deluso; 4. chiediamo al bambino se ha evenruali dubbi o quesiti e non temiamo di rispondere o di discutere con lui. Lunica cosa da non fare è entrare in confusione e iniziare una pericolosa contrattazione della regola. Fatto ciò, per il momento siamo a posto. Anzi, no! Attenzione perché da questo momento il bambino inizierà a osservarci: sapremo noi adulti rispettare le regole che gli abbiamo appena imposto? Progetto TRE-5E| culliver n. 146 t9