Il Film: Young Europe è un film che incrocia storie di

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Il Film: Young Europe è un film che incrocia storie di
Il Film: Young Europe è un film che incrocia storie di giovani europei, scritto e diretto da Matteo
Vicino e prodotto dalla Commissione Europea, Il film è nato nel contesto del progetto europeo sulla
sicurezza stradale Icarus, coordinato dalla Polizia Stradale Italiana in collaborazione con la
Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale e l'Università La Sapienza di Roma. Per realizzare
l’opera sono state sfruttate le conoscenze tecniche delle diverse istituzioni di Polizia dei quattro
paesi coinvolti. Il film alterna taglio documentaristico, commedia e dramma, traendo spunto dal
successo della tournée teatrale del Progetto Icaro svolta dalla Polizia di Stato e dal libro Young
Europe.
Trama: Il film è tratto dall’ omonimo romanzo di Matteo Vicino, una storia corale con al centro tre
protagonisti – Josephine, Julian, Federico – colti dal quotidiano delle loro giovani vite fino agli
eventi che ne segnano la drammatica svolta. Young Europe è la storia di 5 giovani europei narrata
dal loro punto di vista, un quadro della società di oggi che, attraverso lo sguardo delle nuove
generazioni, tratta il tema della sicurezza stradale. Josephine, ricca parigina lasciata sola dalla sua
famiglia; Julian, giovane irlandese irretito da una lettrice di spagnolo; Federico e Annalisa, due
adolescenti italiani vittime di un adulto senza morale.
Il Cast: Delfine Rouffignac, Michele Gammino, Camilla Ferranti, Maria Luisa De Crescenzo,
Valérie Baurens, Ronnie McCann, Riccardo Leonelli, Catriona Loughlin, Claude Jan, Victoria
Oberli
Analisi: Nel 2006, il Ministero dell’Interno tramite il servizio della Polizia Stradale indice una gara,
volendo premiare lo spettacolo artistico più idoneo per sensibilizzare i giovani contro le “stragi del
Sabato sera”. Matteo Vicino, regista e musicista di Bologna, è il vincitore. Dapprima lui realizza
uno spettacolo teatrale, per poi ricavarne un libro, dal titolo Young Europe. Partendo da
quest’ultimo, Showbiz Movies e Polizia di Stato hanno prodotto un film nel 2011 affidando la regia
proprio a Vicino. Nel film, intitolato proprio Young Europe, il tema principale degli incidenti
stradali torna in tre ambientazioni diverse: in Gran Bretagna, in Francia e naturalmente in Italia. In
questo modo, sembra che il regista voglia “universalizzare” il film. Per noi, è fin troppo facile
pensare che in Italia i problemi non si risolvono mai, e ci ingelosisce l’efficienza amministrativa e
burocratica del Nord-Europa.
In realtà, la possibile immaturità dei giovani non ha alcun confine. Il regista fa in modo che le tre
storie alla fine s’intreccino fra di loro soprattutto astrattamente, nelle motivazioni oscure sottese agli
incidenti stradali: la presunzione, la fatalità, l’imprudenza, la sfortuna, la disattenzione ecc… Ad
esempio la cinematografia di Alejandro Gonzalez Inarritu usa la sceneggiatura a storie
intrecciate riversandola sui propri personaggi, cambiando la loro vita. Nel caso di Vicino, invece,
bisogna che il giovane in sala, innanzi al dramma dell’incidente stradale, impari a distinguere la
componente della fatalità da quella (più responsabilizzante) dell’imprudenza.
Paradossalmente, le tre storie finirebbero a districarsi, quasi universalizzandosi. Il giovane in sala
deve capire che soltanto l’imprudenza (o la presunzione) causa l’incidente stradale, mai la mera
sfortuna. A Vicino interessa poco sceneggiare l’evoluzione caratteriale dei vari personaggi, se per la
maggiore essi non esisteranno più. La morte avviene materialmente, ma pure nell’anima (quando il
“cattivo maestro”, il quarantenne gravemente immaturo, comincia a riconoscere la sua presunzione,
guardandosi le mani che, per la prima volta, non sa controllare). La regia di Vicino è di quelle che
spezzano di continuo l’inquadratura. La macchina da presa si sposta con rapidità da un dialogante
all’altro, mentre mani e braccia entrano all’improvviso in scena, sorprendendo lo spettatore. Il
montaggio si percepisce quasi nel collage di se stesso, persa la continuità ambientale fra le tre
storie. La sua velocità, che fatichiamo a seguire con l’occhio, è in fondo la stessa dell’autista che
sciaguratamente crede di poter tagliare la strada a tutti. Sembra che Vicino “rottami” le
inquadrature, preparandoci al triste epilogo narrativo. L’episodio parigino diviene il più
interessante, in via concettuale. L’attrice esordiente Victoria Oberli interpreta Josephine, e forse ci
ricorda la prostituta Nana in Questa è la mia vita, del regista Godard. Vicino inquadra il
mezzobusto fisso della ragazza, seduta al tavolo. Lei filosofeggia come l’esistenzialista Brice Parain
nel film di Godard, ma aggiungendovi tutto il pragmatismo di Nana. Sembra che Josephine voglia
continuamente recitare un ruolo, agendo nella società, esattamente come gli altri, solo che questi
non lo ammetterebbero, con la loro ipocrisia. E’ il suo pragmatismo, cui però mancherebbe il freno
della responsabilità personale.
Purtroppo, può sempre accadere che qualcuno causi un incidente stradale soltanto per una
disattenzione. Ma bisogna assumersene la responsabilità: anche per questo, si punisce l’omissione
di soccorso. Nel film di Vicino, soprattutto l’attore Riccardo Leonelli, che interpreta il quarantenne
frivolo, causerebbe l’incidente stradale facendo sfoggio del suo ruolo sociale, a discapito degli altri,
più sfortunati di lui. E’ un pragmatismo senza idee, rispetto a quello di Josephine. Le inquadrature
del film si succedono molto rapidamente, come formando un collage. Solo dopo l’incidente, la
macchina da presa si ferma, e freddamente gira attorno all’autovettura in rottami, andando ad
ispezionarla. E’ il momento in cui la polizia stradale compie il macabro rituale di fotografare la
scena. Calato il telo sui cadaveri, lo spettatore percepisce che può solo distinguere il grave sbaglio
dell’imprudenza: nei corpi sanguinanti, nella carrozzeria tagliata, nel silenzio del motore.
Il film Young Europe ha vinto il Premio per la miglior regia al Miff 2012.