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Business
ilFRIULI
Mensile dell’econoMia - suppl. al n. 19 del settimanale il Friuli
direttore Giovanni Bertoli - a cura di Rossano Cattivello - MAGGIO 2015
Michele Degrassi
Questione di efficienza
Alberto De toni
La vera Leadership non è
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in cui iL gruppo di Lavoro
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Tenere la guardia sempre più alta
La ricetta della chiarezza
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L’ultima frontiera del vetro
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Il design è per tutti
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LIBERO PROFESSIONISTA,
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Piatti precotti da gran gourmet
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Finanza agevolata 56
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Diritto
Invia suggerimenti,
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opinioni e commenti
degli imputati
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del 15 maggio 2015
Enti
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del settimanale
Il Friuli Clienti-Fornitori,
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direttore Giovanni Bertoli
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a cura di Rossano Cattivello
Per la tua
pubblicità
Euronews Srl
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IVA,[email protected]
posizioni INPS, INAIL,
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altri Enti
piazza I Maggio, 4 33100 Udine
nica
tel. 0432 512270
Vittorio Regattin
genzia dellegrafica:
Entrate
e la Camera di Commercio
m a g g irilascio
o 2015
InfoCert:
di caselle di Posta elettronica
Info:
[email protected]
cell. 3929806669
ilFRIULI BUSINESS 3
CENTRALI TERMICHE E
FRIGORIFERE
IMPIANTI SOLARI
Costruiamo impianti solari termici volti a
ridurre i consumi energetici e consolidare
lo sviluppo sostenibile ricorrendo ad una
fonte di energia pulita, accessibile e
gratuita: proponiamo soluzioni di integrazione all’edificio in relazione all’utilizzo
ed alle superfici captanti, individuando il
giusto risultato fra costi “benefici”
Realizziamo centrali termiche, frigorifere e sottostazioni di distribuzione ad
elevato contenuto tecnologico, utilizzando apparecchiature e materiale di
prima qualità e sopratutto grazie ad uno
studio preventivo di ingombri e spazi disponibili, riusciamo a proporre soluzioni
estremamente funzionali e razionali
CONDIZIONAMENTO E
RINNOVO ARIA
REGOLAZIONI E QUADRI
ELETTRICI
Eseguiamo impianti di tipo convettivo
abbracciando varie soluzioni ormai consolidate e proprie del nostro know-how aziendale, che in relazione agli impianti da trattare potranno essere di tipo o “tutt’aria” e
quindi dotati di unità di trattamento aria,
canali e diffusori, oppure con “unità di condizionamento locale e aria primaria”
In relazione alla logica di funzionamento
di ogni singolo impianto, alle esigenze del
committente ed in accordo con gli obbiettivi
di risparmio energetico, realiziamo il sistema
di regolazione e controllio, i quadri elettrici di
comando e le linee di alimentazione a servizio
di tutte le apparecchiature
IMPIANTI GAS,
IDROSANITARO E
ANTINCENDIO
MANUTENZIONE
PROGRAMMATA
POST-VENDITA
Realizziamo impianti di alimentazione
gas prestando particolare attenzione agli
aspetti inerenti la sicurezza, impianti idrosanitari e di scarico individuando soluzioni
versatili ed adatte dal punto di vista acustico, impianti di protezione attiva all’incendio in relazione all’edificio
IMPIANTI RADIANTI
Eseguiamo impianti di tipo radiante a bassa temperatura in piena sintonia con gran
parte delle applicazioni, in quanto assicurano massima confort, salubrità, impatto
estetico e acustico praticamente nulla e
soprattutto riduzione dei consumi con
conseguenze rilevanti rispetto ai costi di
gestione ed all’inquinamento ambientale.
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impianti prevedendo un piano di manutenzione
programmata espressamente indiviuata in relazione alla centrale termica. idrica, frigorifera,
di trattamento dell’aria, al tipo di impianto di
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400kW.
L’OPINIONE
Entriamo
nel merito
di giovanni bertoli
È
una questione di merito, ma per davvero. È
opinione diffusa, infatti, che uno dei più importanti
fattori di freno della competitività del Paese sia proprio la
carenza di meritocrazia. Ed è
proprio così, ma di cosa stiamo parlando?
Il merito è una modalità per
organizzare e far funzionare
la società. In questo perimetro il successo (scolastico,
professionale) è attribuibile
principalmente alle capacità
e ai risultati di una persona e
solo marginalmente ad altre
caratteristiche (genere, età,
censo). Per dirla con un motto che affonda le radici nella
nostra cultura classica: ciascuno è artefice del proprio
destino.
La meritocrazia, invece,
è il modello con cui si promuove il principio del merito,
considerando legittimo che
successo, prestigio e potere si
conseguano per doti, capacità e risultati.
motivi del ritardo
Disegnata la cornice, possiamo riempire un quadro,
quello italiano, nel quale
merito e meritocrazia sono
poco o per nulla di casa. Sì,
d’accordo, il merito è difficile da misurare. Qualcuno ci
ha provato e ne sono uscite
diverse classifiche, proposte
da istituzioni diverse. Sapete
cosa le accomuna? La posizione in classifica del nostro
maggio 2015
La meritocrazia è
soffocata da nepotismo,
raccomandazioni,
automatismi e scarsa
trasparenza
Paese nel quadro europeo:
siamo sempre gli ultimi.
I parametri che ci relegano
al ruolo di fanalino di coda
sono facilmente elencabili.
Al primo posto c’è una scarsa
mobilità sociale: Banca d’Italia ci dice che, negli ultimi 10
anni, la probabilità per le famiglie di spostarsi verso classi di reddito diverse è stata
solo del 5 per cento. Ci sono,
poi, ancora elevate diseguaglianze tra uomini e donne.
Siamo pure incapaci di attrarre talenti: i nostri ‘cervelli’ fuggono e non ne arrivano
altri.
Si registra – ed è determinante – anche una carente
cultura del merito. Potremmo discuterne a lungo e individuare una serie di modelli
culturali, di ideologie e credenze che hanno pesato e pe-
Modello culturale ed educativo
Il nostro Paese è fanalIno dI coda nel
confronto InternazIonale. Il cambIamento
non avvIene con legge e nePPure dalla
mattIna alla sera. sI Può PartIre, Però, daI
buonI esemPI, che devono arrIvare dall’alto
sano ancora. Ci basti, a puro
titolo d’esempio, un dato: in
America il 90% della popolazione ritiene che le persone
con maggiori abilità dovrebbero guadagnare di più; il
60% degli italiani crede che
‘tutti dovrebbero guadagnare allo stesso modo’. Si può
davvero parlare di due mondi
diversi.
I fattori che tolgono spazio
al merito si chiamano nepotismo, raccomandazione, automatismi (di carriera, salariali), mancanza di trasparenza,
commistioni o veri e propri
conflitti d’interesse. Questi
fattori sono fisiologicamente
presenti in quasi tutte le società e organizzazioni, ma in
Italia hanno dimensioni abnormi e finiscono per soffocare lo spazio del merito.
dalla famiglia alla scuola
Insomma, c’è un gran
lavoro da fare e ci si deve
impegnare per traguardi
di lungo termine. Siccome
l’affermazione della meritocrazia è strettamente legata
a fattori di tipo culturale, il
sistema educativo potrebbe
e dovrebbe giocare un ruolo fondamentale in questo
indispensabile percorso di
crescita nazionale collettiva.
E il sistema educativo include la famiglia, quale luogo
primario dell’educazione e
di trasmissione dei valori, la
scuola, intesa come ‘palestra’
del merito, ma anche il mondo del lavoro, dove i risultati
dovrebbero essere premiati
nel modo più efficiente, efficace, corretto e trasparente
possibile.
Attenzione, però, perché il
merito è ‘esigente’. Richiede,
infatti, grandi valori morali e
visione del futuro condivisi,
equità nelle opportunità e solidarietà, ma non assistenzialismo, accettazione culturale
della concorrenza e delle differenze, sistemi educativi rispettosi di ciascun individuo,
ma in grado di far emergere
i migliori, mercati del lavoro
trasparenti nei meccanismi
di accesso e funzionamento.
Si tratta di aspetti che investono trasversalmente l’intera realtà di un Paese.
Il salto da fare può sembrare sproporzionato rispetto
alle forze di cui disponiamo.
Può darsi, ma lo stallo meritocratico nel Paese è tale da
richiedere una profonda rivoluzione non solo nei metodi
di organizzazione, ma anche
di cultura.
Queste cose non si fanno
per legge e non si fanno dalla mattina alla sera. Di una
cosa, però, possiamo essere
certi: il cambiamento si innesca con i buoni esempi. E i
buoni esempi devono necessariamente venire dall’alto.
Occorrono, insomma, anche
azioni dimostrative e ad alto
impatto comunicazionale in
grado di richiamare l’attenzione e creare il consenso per
il cambiamento. La classe
dirigente tutta, non soltanto
quella politica, dovrebbe annotarselo in cima all’agenda.
[email protected]
ilFRIULI BUSINESS 5
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Dalla nomina
all’elezione
Leadership LateraLe
Ai mAnAger vengono spesso AssegnAte
responsAbilità senzA un’Autorità
formAle e, in questi cAsi, l’unicA
strAdA è uscire dAgli schemi clAssici
di alberto felice de toni
Roger Fisher, professore ad Harvard, e Alan
Sharp, consulente di management a Londra, in
un loro libro del 1999, dal
titolo “La leadership laterale: come fare le cose quando non sei
il capo”, affrontano un argomento tipico
delle odierne organizzazioni complesse:
come guidare progetti e processi senza
autorità gerarchica. Il tema è affrontato
anche in libri più recenti come quello del
consulente indiano Vijay Mitra del 2014,
intitolato “Cinque strategie vincenti per la
leadership laterale”.
Spesso vengono affidate ai manager
responsabilità per il raggiungimento di
risultati senza che, a questa responsabilità, corrisponda un’autorità formale sulle
persone e sulle risorse coinvolte su questi obiettivi. È il caso delle responsabilità di processo o di progetto, sempre più
diffuse nelle organizzazioni nelle quali
la dimensione orizzontale della collaborazione assume un’importanza chiave.
Sono coinvolti numerosi attori di diverse
funzioni e di diverse professionalità su
obiettivi che possono essere raggiunti
solo attraverso un elevato livello di cooperazione orizzontale.
Il contributo dei singoli attori dipende,
però, da un ‘mercato’ interno del lavoro
dove l’investimento di tempo e impegno
sul progetto è per lo più in concorrenza
con altri incarichi e compiti della persona, non di rado più cogenti se provenienti
dalla gerarchia diretta.
Chi ha la responsabilità del processoprogetto deve, quindi, utilizzare le sue
capacità di persuasione, attrazione e influenza per ottenere e stabilizzare l’impegno sul compito da parte di attori che
hanno l’oggettiva facoltà di sottrarsi implicitamente o esplicitamente regolando il proprio impegno su livelli formali
maggio 2015
e minimali. I responsabili di progettoprocesso devono anche legittimarsi
presso i capi gerarchici funzionali degli
attori coinvolti.
I responsabili del processo-progetto,
che hanno responsabilità gerarchiche
dirette solo su alcuni componenti del
gruppo di lavoro, sperimentano, quindi, l’inefficacia dello stile manageriale
classico che conta solo sull’autorità formale per determinare l’azione e il comportamento degli attori.
diversa consapevolezza
Come uscire dal ruolo classico di leader verticale e diventare un leader laterale? La risposta può essere trovata
a partire dalla consapevolezza che la
vera leadership non è una nomination,
ma è una election.
La nomina, l’indicazione di leader da
parte dei vertici di una organizzazione
non è sufficiente per fare di quella persona un vero leader. Il vero leader, appunto, è quello che viene riconosciuto
come tale dai componenti del gruppo.
In ultima analisi, la leadership non è il
risultato di una nomina dall’alto, ma è il
frutto di una elezione dal basso. Solo il
riconoscimento esplicito o implicito dei
componenti del gruppo fanno del coordinatore un vero leader.
Il riconoscimento dal basso di tutti gli
attori, dipendenti e non, di una vera leadership alla guida di un progetto-processo richiede che il coordinatore possieda
elevate competenze di lettura e interpretazione del sistema degli attori coinvolti,
delle loro situazioni e motivazioni, del
contesto di riferimento, degli eventi e dei
comportamenti, oltre a capacità di comunicazione e influenza interpersonale
in grado di attrarre e sostenere l’impegno
collettivo sugli oggetti di lavoro, e capacità di governo dei processi complessivi
di cooperazione e relazione con il resto
dell’organizzazione.
È l’informale che prepara il formale. Le
relazioni informali sono più importanti
di quelle formali. L’avere potere gerarchico sulle persone non garantisce adesione,
impegno, passione, motivazione. La qualità del lavoro dipende da queste ultime
dimensioni che possono essere accese
prosolo se si attiva un ingaggio ‘interno’ pro
fondo delle persone e non solo un ingaggio
‘esterno’ superficiale. Servono capi non
contesolo competenti verticalmente (sui conte
renuti), ma anche trasversalmente (sulle re
lazioni). Servono leader non solo verticali
(sui loro dipendenti), ma anche laterali
(sui non dipendenti). Servono, cioè, leader
T shaped che possiedano caratteristiche
sia verticali che orizzontali. Ecco perché,
condiper essere veri leader, servono due condi
zioni: essere bravi e dall’infanzia risolta.
[email protected]
ilFRIULI BUSINESS 7
La questione montana - AffrontAre di petto
l’ArretrAtezzA economicA delle nostre
vAllAte può servire A tuttA lA regione
Laboratorio
del cambiamento
I
eri, come oggi la questione meridionale è per l’Italia una zavorra
che impedisce un reale cambiamento per mettere il Paese al passo
con un mondo profondamente mutato. In piccolo e con tutte le sue peculiarità, la questione montana rappresenta per il Friuli un handicap
oggettivo, quando invece potrebbe
diventare un laboratorio di innovazione economica, sociale e perfino
culturale. Il fatto che la montagna
friulana, in gran parte rappresentata dalla Carnia, sia in coda per
sviluppo a tutte le zone dell’arco
alpino, impone a tutti di rivolgere
un’attenzione particolare per analizzare le cause di questa condizione e, soprattutto, per individuare
le possibili soluzioni. Ha provato a
farlo, recentemente, un forum intitolato ‘Una sfida possibile’ e organizzato ad Amaro dai quattro Rotary Club della montagna regionale.
Sono stati chiamati relatori di primo piano, che, ognuno nel proprio
settore, hanno cercato appunto di
individuare la chiave di volta per un
percorso di rilancio.
8 ilFRIULI BUSINESS
roberto siagri
(Eurotech)
turismo come chiave di voLta
puntAre su questo settore e rendere ‘smArt’
il territorio: solo così si generA un circolo
virtuoso che può consentire AllA montAgnA
di ricominciAre A cAmminAre con le sue gAmbe
M
ontagna friulana ‘ostaggio’ di
una sindrome da riserva indiana in un contesto, come
quello regionale, in cui l’autonomia ha
dopato il sistema economico e sociale,
impedendogli di essere competitivo nel
lungo periodo. È un’analisi severa, ma
responsabile, quella fatta da Roberto
Siagri, imprenditore innovativo, presidente del ‘gioiello’ tecnologico Eurotech che ha sede ad Amaro, oltre che
alla guida della Fondazione Museo carnico delle arti e tradizioni popolari.
Si è fatto un’idea del perché la montagna
friulana è l’area più economicamente arretrata dell’intero arco alpino?
“Non ho dati per dire che la montagna friulana è la più arretrata, comincio
però a farmi un’idea del ritardo. Credo
che ci sia, da una parte, il problema di
una classe dirigente non sempre all’altezza dei cambiamenti in atto, come ha
anche sottolineato la presidente Debora
Serracchiani a conclusione del Forum
sulla montagna friulana organizzato
dal Rotary. Dall’altra, le zone periferiche stanno amplificando la situazione
di congiuntura negativa dell’economia
italiana. Contrariamente, poi, a quanto
si può pesare e so che mi attirerò molte
critiche e nemici, io credo che la specialità della nostra Regione abbia giocato
a nostro sfavore in questa fase storica.
Facendo un paragone con lo sport, potremmo dire che la specialità sta alla
Regione come gli anabolizzanti stanno
agli atleti, ovvero a breve ti fanno vincemaggio 2015
INCHIESTA
che sarà fra poco dismessa, così da renderla idonea a ospitare grandi eventi e
il turismo congressuale. Il secondo progetto riguarda un’infrastruttura di calcolo di livello europeo a sostegno della
digitalizzazione del territorio montano,
a supporto delle imprese e della pubblica amministrazione. Questo potrebbe
ulteriormente qualificare e rendere appetibile per insediamenti la zona industriale di Amaro, che è anche la porta di
ingresso della Carnia”.
Chi dovrebbe muoversi per primo, il pubblico
o il privato, e in quale maniera?
“Penso che pubblico e privato debbano agire di concerto, almeno questo è
ciò che si vede nei Paesi in cui le cose
stanno cominciando a funzionare.
Senza una precisa politica di indirizzo che vada a incentivare un ben definito modello di sviluppo, i tempi della
ripartenza non possono che allungarsi.
Bisogna far uscire la montagna da una
logica di protezione e tutela da ‘riserva
maggio 2015
Ci sono energie locali capaci di avviare un
processo di rilancio o sono necessarie che
giungano dall’esterno? Ovvero, la montagna
può camminare con le proprie gambe?
“Sì, ci sono energie locali, anche se
la contaminazione esterna non fa mai
male. Voglio solo ricordare che i processi di innovazione e cambiamento
avvengono sempre ai bordi, ai confini
tra il noto e l’ignoto, il certo e l’incerto,
tra una visione del mondo e un’altra. Ritornando alla domanda, credo che queste energie locali siano, però, intrappolate e vadano liberate. Questo è un altro
compito della politica e delle strategie
di sviluppo da mettere in atto. Se riusciamo a liberare le energie ‘buone’, la
montagna potrà di sicuro camminare
con le proprie gambe, come del resto lo
ha già fatto in altre occasioni”.
roberto masiero
(Iuav)
re, ma alla lunga ti squalificano”.
Quali sono secondo lei i ‘driver’ principali
su cui poter puntare?
“Se si fa ripartire il turismo, puntando su quello di nicchia, e rendiamo smart il territorio tramite una
forte iniezione di tecnologie digitali, di cui ormai la banda larga è solo
una componente necessaria, ma
non più sufficiente, sono convinto
che si potranno anche trainare gli
altri settori. Credo che dobbiamo
mettere al centro il turismo, perché
dietro a questo settore c’è tutta una
cultura dell’accoglienza e dell’apertura al nuovo che è anche propedeutica al rilancio dell’agroalimentare,
del legno e dell’artigianato locale di
qualità. Se ripartono queste filiere,
poi, ripartono anche i servizi a questi collegati.
Ciò detto, credo che la montagna
abbia bisogno di due grandi progetti
infrastrutturali necessari a qualificare e rendere attrattivo il territorio.
Uno di riqualificazione di un area,
vale a dire l’ex fabbrica Linussio di
Tolmezzo, oggi caserma Cantore,
degli indiani’, che con la crisi economica
in atto e con la globalizzazione che spinge
alle porte non è più una logica vincente”.
Una smart land è possibile
La montagna friuLana deve essere gestita in
maniera sostenibiLe, inteLLigente e incLusiva,
superando Le resistenze di un sistema che non
si è ancora accorto che iL mondo è cambiato
S
ostenibile, intelligente, inclusivo: è
questo il concetto di smart, un termine che potrebbe apparire a molti
sconosciuto, forse cattedratico, ma che
nella pratica rappresenta un modo di gestire il territorio, l’economia e la società in
maniera semplice e innovativa. È questo
il concetto proposto per il rilancio della
montagna friulana e, comunque, valido per tutte i nostri paesi, città e, nel suo
complesso, per la stessa regione, come
spiega Roberto Masiero, docente allo
Iuav di Venezia ed esperto appunto delle
smart city.
Smart è un principio che, inconsciamente, le
società hanno sempre cercato: quali sono i
fattori che oggi rendono i nostri territori così
poco smart?
“Se per smart si intende semplicemente e giustamente una governance
intelligente, sostenibile e inclusiva e non
l’utilizzo più o meno diffuso di tecnologie digitali, le cause sono sintetizzabili
in due fattori. Il primo è che l’intero sistema politico, economico e sociale italiano
non ha ancora capito che siamo passati
da un modo di produzione industriale a
un modo di produzione digitale. Quando
cambia un modo di produzione, cambia tutto, in particolare il modo in cui si
governano i fenomeni sociali. Quindi il
sistema, invece di accompagnare le trasformazioni, resiste alle stesse, alle volte
in forma persino incosciente, e si muove
come un elefante che vuole partecipare a una partita di hockey
su ghiaccio.
ilFRIULI BUSINESS 9
INCHIESTA
Il secondo fattore è il sistema politico della rappresentanza e della delega,
quindi il sistema elettorale, anche
e soprattutto quello che riguarda i
Comuni. È confezionato in modo
tale che qualsiasi responsabile che
si trovi in un luogo di potere sia, poi,
sotto ricatto dai ‘portatori’ di voti e,
quindi, non possa organizzare di
fatto strategie tali da valutare e governare i fenomeni indotti da qualsiasi scelta. Il che significa non poter
essere smart, visto che essere smart
significa, soprattutto, controllare la
complessità degli indotti prodotti da
determinate decisioni”.
Esistono modelli avanzati di smart
land, cui la montagna friulana può ispirarsi?
“La caratteristica fondamentale
della governance smart è che ogni
smart city è diversa da tutte le altre.
Questo significa che si adatta alle
realtà territoriali, in base a potenzialità, risorse, eccellenze, caratteri. Determina, costruisce, accompagna le singolarità: quindi, tutte
le smart city possono essere buoni
esempi, anche quelle non montane.
Il problema è come innestare all’esi-
stente il potenziale della tecnologica
digitale e non, soprattutto nelle sue
dinamiche adattative e creative, e
come riorganizzare, tenendo conto
delle logiche smart, gli stessi assetti
territoriali. Introdurre queste logiche significa rivedere le aggregazioni non solo funzionali, ma anche
strategiche, relative alle caratteristiche dei territori e, quindi, alla logica
della governance politico-ambientale”.
Da dove si può partire per un rilancio della montagna friulana?
“Caso per caso. Una city o una land
è smart quando con meno risorse si
producono più servizi per i cittadini e per le imprese, utilizzando le
tecnologie più avanzate e sistemi di
gestione intelligenti per ridurre gli
sprechi e gli impatti negativi, siano
essi ambientali, economici, sociali.
Una città intelligente non e un progetto, ma un percorso, un processo
che va avviato con il supporto delle
tecnologie innovative ed essendo
un processo e fondamentale la governance, ovvero la costruzione di
meccanismi di gestione in grado di
ottimizzare il sistema di servizi che
una smart city deve o può offrire”.
Federico
della PuPPa
(Iuav)
IntellIgentI e astutI
Smart è diventato per molti un
‘belletto’ per preSentare come
innovative coSe che non lo Sono
affatto. invece, Significa fare di
più con meno, ovvero fare meglio
M
otorino di avviamento possono essere le istituzioni o le associazioni di
categoria, ma il processo per rendere
smart un territorio deve poi coinvolgere tutti,
cittadini e imprese. È questa la ricetta suggerita
da Federico Della Puppa, docente di Economia e gestione delle imprese allo Iuav di Venezia.
Chi deve essere il motore di un percorso smart?
“Un percorso è smart, cioè intelligente e astu-
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10 ilFRIULI BUSINESS
maggio 2015
INCHIESTA
to, se il ‘motore’ contiene tutti gli ingranaggi e non solo alcuni pezzi. Per restare
nella metafora, un percorso smart ha certamente un motorino di avviamento che
può essere sia l’amministrazione locale,
sia un gruppo di cittadini autorganizzati,
come un’associazione di categoria, ma
proprio come un motorino di avviamento, la sua autonomia non è sufficiente da
sola a mettere in moto un percorso. Serve
a lanciarlo, ma poi ci deve essere la compartecipazione di tutti i soggetti, ognuno
con le proprie caratteristiche, prerogative,
potenzialità e competenze a dare il giusto
apporto. Certamente, le amministrazioni
pubbliche hanno un ruolo fondamentale, ovvero quello di esercitare la funzione
di collettori, di facilitatori dei processi, di
organizzatori; ma le istanze, la domanda
di efficienza ed efficacia dei servizi smart
che un territorio deve e può offrire nasce
solo dal basso, ovvero dalla partecipazione attiva e diretta dei cittadini e delle imprese”.
In tempi di scarsità di risorse finanziarie, sia
pubbliche, sia private, la smart land è fattibile
anche con una bassa intensità di investimenti?
“Assolutamente sì. Anzi, bisogna stare attenti a non confondere le politiche
smart come politiche di spesa in tecnologia. Smart è fare di più con meno, ovvero
maggio 2015
fare ‘meglio’. Oggi abbiamo a disposizioni
strumenti tecnologici e sistemi di relazione che in molti casi si tratta di mettere a sistema e rendere fruibili e utilizzabili per i
cittadini, per le imprese, per i turisti. Spesso non si tratta di inventarsi chissà quali
soluzioni tecnologiche, ma di utilizzare
le risorse già esistenti. Si tratta, ad esempio, di sfruttare le potenzialità date dalla
stessa tecnologia già esistente e presente, mettendola in condivisione. L’esempio più calzante è quello della riduzione
dell’inquinamento associato alla mobilità
privata. Si può risolvere cambiando auto
e, dunque, spendendo per un veicolo più
tecnologico e meno inquinante, ma si possono usare anche altri sistemi, come il car
sharing o il car pooling, ovvero utilizzare
le auto esistenti in modo più intelligente, condividendole. Meccanismi simili si
possono applicare a moltissimi altri campi, ma serve soprattutto un sistema che
metta in relazione domanda e offerta. Il sistema è la chiave, è quello che rende smart
un territorio e la sua economia”.
C’è il rischio che Smart venga utilizzato soltanto
come uno slogan, senza riuscire a dargli concretezza, o peggio serva solo per attingere a contributi pubblici?
“Non solo c’è il rischio, ma è già stato
fatto e lo stanno, purtroppo, facendo tut-
tora, anche con l’ultimo bando nazionale per i piccoli comuni. Il punto è che la
parola smart è diventata una specie di
‘belletto’ da aggiungere a qualsiasi elemento in modo da trasformare proposte normalissime in proposte altamente
innovative, quando di innovativo c’è
ben poco. Non è innovazione acquistare
le Lim per le scuole se, poi, nelle stesse
scuole non c’è il collegamento internet
e la banda larga e, soprattutto, se i docenti non sono formati e preparati per
utilizzare quegli strumenti. Parliamo
di dematerializzare l’economia e abbiamo un sistema di istruzione che prevede ancora libri di testo costosi e pesanti,
che ogni anno devono essere aggiornati
e stampati, su carta spesso molto poco
sostenibile, che gli studenti dovrebbero
trasportare in un carrello e non nei loro
zaini, quando come per qualsiasi software che utilizziamo nei nostri computer se
serve un aggiornamento lo scarichiamo e
non ricompriamo tutto il programma. È
in problema di cambiamento strutturale
del nostro modo di pensare e, purtroppo,
non siamo ancora vicini, ma dobbiamo
insistere e diffondere il vero significato
della parola smart, che vuol dire essere
intelligenti e astuti. E molte proposte, che
oggi vengono chiamate smart, sono molto poco intelligenti e molto poco astute”.
ilFRIULI BUSINESS 11
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IL PERSONAGGIO
Stiamo
trascurando
l’efficienza
Michele Degrassi - L’ex ‘enfante prodige’ deLLa
poLitica regionaLe è oggi manager e consuLente di
numerose aziende private. neL pubbLico è di moda
una furia iconocLasta che vuoLe unire, fondere,
aggregare tutto, mentre è prioritario migLiorare
La gestione quotidiana, prima deLL’assetto societario
A
24 anni, ancora da studente, era già sindaco
di Staranzano, il suo
paese. A 26 anni assessore
regionale alle Finanze, poi a
29 addirittura vicepresidente.
“L’inizio degli Anni ’90 è stato
un periodo di forti cambiamenti” commenta Michele
Degrassi, che proprio in quegli anni imboccò la strada
per una precoce carriera politica fino ai massimi vertici
dell’amministrazione regionale. Anni di grandi riforme,
quella sanitaria su tutte, ma
soprattutto anni in cui la dialettica tra maggioranza e opposizione portava a soluzioni concrete e condivise, che
fecero brillare l’autonomia
del Friuli Venezia Giulia. Poi,
però, la carriera di Degrassi
ha voltato decisamente pagina: prima una fase di passaggio come manager di società
pubbliche, poi l’impegno nel
sistema imprenditoriale privato, come consulente e top
manager.
Cosa si prova a essere stato un enfant prodige della politica?
“Al tempo c’era indubbiamaggio 2015
mente più instabilità delle
giunte regionali, ma il rapporto tra maggioranza e opposizione era costruttivo e basato
sul rispetto. Ricordo, ad esempio, che, anche se sedevo sui
banchi della minoranza, votai
la riforma sanitaria di Fasola
perché era veramente innovativa”.
Poi, cosa è successo?
“Tutto è finito nel 2001,
quando, mentre seguivo il naturale percorso politico, il mio
nome fu tolto dalla lista per
le elezioni politiche la notte
prima della loro presentazione. Così, decisi di chiudere la
mia carriera politica a 34 anni,
un’età però in cui si è ancora
giovani per ripensarsi. Al tempo l’ho considerata una batosta, oggi sono convinto che è
stato un vero colpo di fortuna”.
Come è entrato nel mondo delle
imprese?
“Nel 2001 mi venne offerta
la guida di un’azienda privata e, poi, di una società mista
pubblico-privata. Quindi, nel
2003, fui chiamato da Riccardo Illy, appena eletto alla
Il problema delle
imprese pubbliche è che
il ‘contesto’ è troppo
determinante rispetto
ai veri obiettivi aziendali
presidenza della Regione, per
seguire la riorganizzazione
di Friulia e, successivamente,
il rilancio di Finest. Portati a
termine questi incarichi mi
sono dedicato a seguire esclusivamente aziende private,
o attraverso la mia società di
consulenza Shape Consulting, o direttamente nel Cda,
come per Armonia di cui sono
amministratore delegato”.
Di cosa si tratta?
“Armonia è una holding finanziaria che si occupa di internazionalizzare, in particolare nei Paesi dell’Est europeo,
l’attività di due importanti società cooperative di servizi: a
oggi Armonia dà lavoro a circa
duemila dipendenti”.
È più facile guidare un’azienda
pubblica o una privata?
“Un vecchio manager un
giorno mi disse che se guidi
un’azienda privata hai due incubi la notte: il portafoglio ordini e il conto in banca. Se, invece, amministri una società
pubblica hai comunque due
incubi, ma sono la Corte dei
Conti e i giornali. Ovviamente, è una battuta estremizzata,
ma rende molto bene l’idea. Il
problema è che nelle imprese controllate dal pubblico il
‘contesto’ è troppo determinante rispetto ai veri obiettivi
aziendali”.
Come valuta la politica economia
perseguita dall’attuale amministrazione regionale?
“Conosco
personalmente buona parte dei manager
che la giunta Serracchiani ha
chiamato alla guida delle società regionali e sono
professionisti di alto
livello.
ilFRIULI BUSINESS 13
IL PERSONAGGIO
Mi piange il cuore
vedere imprenditori che
hanno compreso l’importanza
dell’internazionalizzazione,
ma che poi sbagliano strada
Imprese e politica
dovrebbero imparare dal
football americano, mia
grande passione: il gioco è
un ingranaggio in cui tutte
le rotelle sono fondamentali
Mi lascia, invece, un
po’ perplesso la furia
iconoclasta che la politica, già da alcuni anni, esercita con lo slogan della ‘semplificazione’: fondere, unire,
accorpare tutto. È vero che ci
sono troppi enti e società, ma
ogni progetto deve porsi come
obiettivo l’efficienza, che significa prima di tutto migliorare la gestione quotidiana,
non tanto l’assetto societario”.
li a un obiettivo personale.
Questo accade in tutti i partiti e movimenti, su cui vedo
oggi sventolare la bandiera
dell’individualismo. Nel settore privato, invece, ho trovato rispetto e serietà. Quindi,
l’ultima cosa che farei è rientrare in quel mondo”.
Le categorie economiche stanno
svolgendo adeguatamente il loro
ruolo?
“La crisi della classe dirigente non riguarda solo la
politica, ma anche i sindacati
e le associazioni di categoria.
Ogni base, fatta cioè da elettori, lavoratori o imprese, dovrebbe tenere di più il fiato sul
collo dei propri rappresentanti. Purtroppo, il Friuli Venezia
Giulia è in linea con lo scenario nazionale”.
Questo mette in discussione la
stessa natura della nostra Regione?
“Se la nostra autonomia è
messa oggi in discussione è
perché non stiamo sfruttando la specialità e gli elementi
distintivi che l’hanno determinata”.
Per le nostre imprese, il Far East
è l’unica rotta possibile o stiamo
sottovalutando i mercati esteri più
vicini?
“Mi occupo da anni, ormai,
di internazionalizzazione e
ho ben presente l’elenco di errori commessi dalle aziende.
maggio 2015
Quello più frequente è puntare subito al Far East senza
avere costruito un habitat interno adatto, a partire dalla
formazione dei propri dipendenti, sottovalutando poi la
distanza fisica e culturale di
quei mercati. Questo ‘ambiente’ aziendale lo si può creare
cimentandosi, prima, con il
mercato europeo, che offre
comunque interessanti opportunità. Così, mi piange il
cuore nel vedere imprenditori
che hanno compreso l’importanza dell’internazionalizzazione, ma che poi sbagliano
strada”.
Dopo anni che se ne parla, la managerialità si è diffusa tra le aziende locali?
“A macchia di leopardo.
Trovi manager che hanno sviluppato le proprie capacità in
maniera ‘spontanea’, con forte
specializzazione in alcuni settori, ma a cui mancano i fondamentali e una visione completa della gestione aziendale.
Non a caso, in Shape Consulting abbiamo ideato un master intitolato ‘Back to basics’.
Per esempio, in Friuli ci sono
grandi professionisti nel settore finanziario, meno in quello
produttivo e del marketing”.
Il mondo della cooperazione è oggi nel mirino: modello in crisi o deficit del management?
“Il dato positivo è che le
cooperative, non potendo
ripartire gli utili, hanno accumulato un patrimonio e,
quindi, una consistenza finanziaria da far invidia alle
imprese private. Quello negativo, invece, è che non essendoci un ‘padrone’ è mancata
talvolta la concentrazione sul
risultato, così che tutto è stato
affidato all’adeguatezza del
gruppo dirigente e questo ha
determinato risultati molto
diversi. Dove, poi, la politica
ha determinato la nomina dei
vertici, il rischio è cresciuto
in maniera esponenziale”.
Quindi, lo zampino della politica
nell’economia è pericoloso?
“Il problema è che per il
politico contano più i rapporti di vicinanza, rispetto alla
professionalità individuale.
In verità: la fedeltà non è un
valore, mentre lo è la lealtà”.
È tentato da un rientro in politica?
“No. La politica mi ha deluso per i rapporti umani
che alimenta, che vengono
interpretati come funziona-
È una visione pessimistica, non
c’è proprio speranza di cambiamento?
“Il cambiamento è fondamentale, ma esiste un’unica
strada per ottenerlo: l’educazione al senso civico, che solo
in parte può coinvolgere, purtroppo, chi è oggi già adulto, e
che deve essere rivolta, quindi, ai bambini. Ci vuole una
generazione per cambiare,
perché certi traguardi richiedono necessariamente tempi
lunghi”.
Il football americano, sua grande passione prima come giocatore e oggi come allenatore, cosa
può insegnare a politica ed economia?
“Lo spirito di squadra. Se
in altri sport, come il calcio,
il successo di una formazione può essere determinato
anche da una rosa ristretta
di fuoriclasse, nel football
americano il gioco è pensato
come un grande ingranaggio in cui sono fondamentali
tutte le rotelle. Se un’azienda
acquisisce questo spirito, allora diventa vincente. In politica, invece, i peggiori nemici
sono quelli che ti siedono accanto e questo clima ti spinge
all’ambiguità”.
ilFRIULI BUSINESS 15
TUTTI I GIORNI
SIAMO RESPONSABILI
DI QUELLO CHE SAREMO.
Noi di CDA ci immaginiamo così: in viaggio verso il futuro. Rispetto per
l’ambiente, per la comunità e per i soggetti che operano in essa sono la
nostra linea di partenza. L’obiettivo di questo viaggio è rendere possibile la
pausa perfetta, a casa come in ufficio, in fabbrica come in palestra. Forse è
un obiettivo irraggiungibile, proprio come l’orizzonte, ma noi continueremo a
dare il massimo per raggiungere ogni giorno nuovi traguardi di qualità.
C.D.A. di Cattelan srl - via degli Artigiani, 3
33030 Flumignano - Talmassons (UD)
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imprese & finanza
banca friuladria
Pacchetto Pisus
al fianco della
val canale
U
n plafond di 5 milioni
finalizzato a sostenere le
attività economiche del Tarvisiano e un’articolata gamma
di prodotti e finanziamenti a
condizioni vantaggiose, tesi
anche a favorire l’utilizzo dei
fondi Pisus. Il pacchetto, come
spiega il direttore territoriale di
FriulAdria simone schiesaro,
prevede l’anticipo contributi
Pisus attraverso l’apertura di
credito in conto corrente per
un importo pari al contributo
deliberato e comunque fino a
un massimo di 100mila euro;
finanziamenti chirografari finalizzati a coprire la differenza tra
investimento da effettuare e
contributo Pisus oppure mutui
ipotecari di durata variabile da
un minimo di 36 a un massimo
di 120 mesi; anticipo del
transato Pos attraverso un fido
in conto corrente.
La banca, inoltre, si è proposta
quale partner delle piccole
e medie imprese anche per i
finanziamenti agevolati a valere
sui fondi regionali.
Il centro
di Tarvisio
la banca ha preparato, infine,
anche una serie di prodotti e
servizi studiati ad hoc per gli
operatori del Tarvisiano, dal
conto corrente, al leasing, alle
polizze assicurative.
FriulAdria ha inteso testimoniare in questo modo la propria
vicinanza alle esigenze di un
territorio dalle interessanti
potenzialità economiche e
riproporsi con forza come
partner bancario locale capace
di mettere a disposizione della
propria clientela il know-how e
i servizi di un grande gruppo.
18 ilFRIULI BUSINESS
Federazione Bcc - con il Fondo housing sociale un investimento di
50 milioni di euro Per 330 nuovi alloggi in vendita convenzionata.
sono venti le unità abitative già realizzate e in gran Parte assegnate
Soluzione sociale
per la
casa
A
l via il progetto sviluppato in collaborazione
tra il Fondo Housing
Sociale Fvg, gestito da Finint
Sgr, e le Bcc della regione per
favorire l’acceso al credito a
chi desidera acquistare la prima casa.
Fortemente sostenuto dal
credito cooperativo locale, da
sempre vicino al territorio e
alle comunità locali, il Fondo
Housing Sociale Fvg ha l’obiettivo di investire 50 milioni di
euro in Friuli Venezia Giulia e
realizzare almeno 330 alloggi,
entro tre anni, da destinare a
vendita convenzionata, locazione a canone calmierato rispetto al mercato, cioè inferiori del 15%, e affitto con riscatto.
Due i progetti già avviati e
che stanno riscuotendo ampio
interesse, visto che circa il 70%
delle unità è già stato assegnato, grazie alla mix di canoni
calmierati, elevato livello qualitativo degli alloggi e bassi co-
sti di gestione: a Pordenone in
viale Grigoletti 18 unità e a Maniago in via San Rocco 12 unità.
“Si tratta di un’iniziativa
innovativa - sostiene Sara
Paganin, senior fund manager di Finint Sgr – la quale si
propone di contribuire alla
soluzione del problema del
disagio abitativo rivolgendosi
alle fasce sociali che ancora
non si possono permettere
l’acquisto dell’abitazione; aiutare la ripresa del settore delle
costruzioni e dell’indotto, tra i
più colpiti dalla crisi, favorendo il recupero urbano di aree
degradate e lo sviluppo sostenibile delle città”.
servizi bancari
“Crediamo profondamente
in questa iniziativa - spiega
Giorgio Minute, direttore della Federazione regionale delle
Bcc – perciò, abbiamo collaborato con il Fondo al fine di
Il complesso
abitativo a
Maniago
creare degli strumenti ad hoc,
come conto corrente, prestito
personale e mutuo casa, per
incrociare le esigenze degli assegnatari. In questa prima fase
sono coinvolte la Bcc Pordenonese e Friulovest Banca in
quanto presenti nei territori in
cui sono localizzate le iniziative di Pordenone e Maniago,
nel mentre le fasi successive
interesseranno gradualmente
Remanzacco, Trieste, Udine,
Monfalcone, Mariano, Porcia
e Lignano Sabbiadoro”.
Accedendo al sito www.
housingsocialefvg.it è possibile entrare nel dettaglio
dell’iniziativa e acquisire ulteriori informazioni relative
ai progetti del Fondo Housing
Sociale Fvg con un ulteriore
link indirizzato al sito delle
Bcc (www.bccfvg.it), dove c’è
la possibilità di richiedere informazioni e consulenza sui
prodotti proposti dalle stesse
banche.
maggio 2015
imprese & finanza
Ripartenza
al rallentatore
A
ncora nervosi i mercati finanziari condizionati dai timori
sulla Grecia: il presidente
dell’Eurogruppo ha ribadito
che ci sono diverse questioni
irrisolte tra questo Paese e i
creditori.
I rendimenti nell’Area euro
continuano a salire, con il
Bund benchmark a 10 anni
che ormai scambia allo 0,65
per cento. Anche il Btp a 10
anni si è portato in prossimità del 2% e il trentennale attorno al 3 per cento. Sul fronte macro, in Italia il settore
servizi è cresciuto ad aprile al
ritmo più veloce degli ultimi
dieci mesi, con l’indice Pmi
che si è portato a 53,1 da 51,6
del mese precedente; delude
il dato degli occupati Adp negli Usa, che ad aprile ha visto
una creazione di 169mila posti di lavoro.
Servizi in creScita - Se negli USa
l’occUpazione creSce meno del
previSto, in eUropa i Segnali poSitivi
Sono a macchia di leopardo. e, poi,
c’è la Solita qUeStione greca
I RISULTATI IN PIAzzA AffARI
cHIUSURA
30-12-2014
cHIUSURA
08-05-2015
VAR %
Danieli
20,58
22,14
7,58%
Danieli risp
13,73
15,82
15,22%
Eurotech
1,61
1,96
21,59%
Generali
17,00
17,59
3,47%
Banca Generali
23,05
32,25
39,91%
fTMIB
19.011
23.000
20,98%
SOCIETA’
Rubrica realizzata
in collaborazione con
In assestamento i listini
europei, stabili le quotazioni
delle materie prime con l’indice Crb che ha concluso la
seduta in area 230 punti. In
consolidamento sui massimi
GRUPPO BANCA POPOLARE DI CIVIDALE
dell’anno i prezzi del greggio.
L’euro continua ad apprezzarsi nei confronti delle principali divise toccando i massimi degli ultimi due mesi
cco le prime parole di Michela Del Piero,
Educale:
appena eletta presidente dell’istituto di credito
“Consci delle nostre potenzialità, sapremo
maggio 2015
ChI CORRE E ChI fRENA
I dati finali dei Pmi dei
servizi relativi ad aprile confermano che l’economia
dell’Area euro si sta espandendo, anche se in alcuni
Paesi il ritmo di crescita rallenta. È il caso della Germania da 55,4 a 54 punti, e della Francia da 52,4 a 51,4; in
controtendenza l’Italia, il cui
indice passa a 53,1 punti dai
51,6 di marzo.
michela del piero alla gUida
Nuovo presidente, stessa autonomia
affrontare con le energie necessarie la grave
congiuntura, mantenendo la Banca Popolare di
Cividale nella direzione della crescita in autonomia, del localismo e della mutualità, che sono i
suoi capisaldi originari”.
Il Cda, parzialmente rinnovato dall’assemblea dei
soci, infatti, ha individuato nella commercialista
udinese la propria nuova guida. laurea in economia e commercio alla ‘Cattolica’ di Milano, abilitata alla professione di dottore commercialista dal
1993, titolare di un avviato studio professionale
nel capoluogo friulano, dal 2004 al 2008 ha
ricoperto pure la carica di assessore alle risorse
finanziarie della Regione. Dal dicembre 2013 è
contro dollaro; il cross eurodollaro si porta a 1,1360 sulla
scia dei rialzo dei rendimenti del Bund e dei dati sotto le
attese del mercato del lavoro
Usa. A pesare sull’andamento della divisa unica anche la
chiusura di posizioni ribassiste sull’euro originate nei
mesi scorsi dalle aspettative
del Qe della Bce.
Il nuovo cda guidato da Michela Del Piero
stata eletta nel consiglio di amministrazione della
Banca Popolare di Cividale.
“Sono consapevole della storia e della tradizione
di questo istituto di credito – ha detto - che nel
prossimo anno compirà 130 anni di attività al
servizio del territorio. Con oltre 1 mila sociazionisti, 600 dipendenti, 75 agenzie operative
in 7 province, oltre 8 miliardi di euro di massa
amministrata la Popolare di Cividale si presenta
come l’unica Popolare indipendente di interesse
regionale del Friuli Venezia Giulia”.
Quello dell’autonomia è stato il punto qualificante
dell’azione della banca friulana che ha resistito
al fenomeno delle concentrazioni degli Anni ’90
e che ne fatto un riferimento imprescindibile nel
panorama creditizio regionale. L’istituto, che ha
appena archiviato una bilancio 2014 con un utile
consolidato di 10,1 milioni di euro, conta di raggiungere sensibili livelli di crescita e di redditività
anche entro la fine di questo esercizio e i dati del
primo trimestre sono confortanti in questo senso.
ilFRIULI BUSINESS 19
imprese & finanza
Tenere la guardia
sempre più alta
AssicurA Group - La società assicurativa, nata daLLo spirito
mutuaListico, sta ampLiando iL cataLogo per famigLie e piccoLe imprese
e rinnovando L’organizzazione per migLiorare uLteriormente i servizi
L
110mila
Numero clienti
20 ilFRIULI BUSINESS
a strada intrapresa sta dando buoni frutti: il modello
realmente mutualistico nel
suo Dna rappresenta un’occasione
vantaggiosa per un’ampia base di
potenziali clienti, composti soprattutto da famiglie e piccole imprese,
affinché si possano dotare di strumenti assicurativi e previdenziali
per mettersi al pari con la media
europea. Per questo è nata nel 1981
Assicura Group, società a servizio
del mondo del credito cooperativo,
della Confartigianato e di Confcooperative, come ricorda il suo presidente Tiziano Portelli.
Con quali numeri vi presentate all’assemblea?
“I risultati, raggiunti in termini di
nuova produzione, pari a complessivi 266 milioni di euro con un incremento del 143%, sono riconducibili all’assai rilevante interesse per
maggio 2015
Il presidente
Tiziano Portelli
la raccolta di prodotti di investimento,
passati da 66 milioni di euro a oltre 206
milioni, ma sono anche frutto dell’aumento di quasi il 50% della previdenza
complementare e della sostanziale con-
maggio 2015
ferma dell’area di protezione con un aumento del 5% dell’area danni, del 13% nel
collocamento delle polizze Cpi e nell’1%
delle polizze temporanee caso morte. I
dati esprimono un trend decisamente
più favorevole rispetto agli andamenti
registrati da Ania a livello nazionale, che
rilevano un aumento di quasi il 30% dei
rami vita e una contrazione del 2,7% dei
rami danni, con una crescita dal 7,4%
all’8,9% dell’incidenza dei premi totali
sul Prodotto interno lordo.
Il portafoglio complessivo dei rami
danni e dei prodotti legati alla protezione sfiora i 46 milioni di euro, mentre
la massa gestita dei prodotti di investimento e della previdenza complementare supera gli 800 milioni di euro, a fronte
di 170mila contratti suddivisi su oltre
110 mila clienti”.
Quali obiettivi vi siete dati per l’attuale esercizio?
“Completare il catalogo prodotti a tutela sia delle famiglie, sia delle piccole e
medie aziende, e semplificare ulteriormente l’operatività per facilitare l’attività
degli intermediari che collaborano con
noi. Parallelamente, vogliamo sviluppare l’attività di intermediazione in collaborazione con la nostra società di brokeraggio, ovvero Assicura Broker, per
soddisfare anche le necessità di aziende
di maggiori dimensioni o per individuare risposte a richieste ed esigenze più
complesse, ampliando ulteriormente il
nostro ambito d’azione a nuovi servizi”.
Qual è il vostro obiettivo di crescita?
“Riteniamo che la strada intrapresa in
questi anni sia corretta, in quanto ci ha
consentito di sviluppare gradualmente
i diversi comparti, garantendo un miglioramento del servizio offerto sia ai
nostri clienti, sia ai nostri collaboratori. Di certo, crediamo molto nel valore
dell’ambito protezione e, considerando
l’attuale sottoassicurazione italiana, che
puntualmente ci differenzia negativamente rispetto agli altri Paesi europei,
punteremo ancora molto su questo settore, convinti che rappresenti
un aiuto concreto nella vita di
ognuno”.
ilFRIULI BUSINESS 21
imprese & finanza
RappoRto costante con il cliente gRazie all’ict
Le nuove tecnoLogie consentono di fornire
una sempre più adeguata consuLenza
U
n mercato in divenire, non solo per
mettersi alla pari con il livello medio europeo, ma anche perché si
evolve sull’onda delle nuove tecnologie e
delle mutate esigenze dei clienti. È per questo che l’offerta di Assicua Group non rimane ferma, realizzando nuovi investimenti
su programmi di sviluppo, illustrati dal direttore generale Sandro Gotti.
Il direttore
Sandro Gotti
Quali invece i traguardi di
lungo termine?
“La sfida che ci siamo
posti è di dotare gli intermediari che collaborano con noi
degli strumenti più performanti
per assistere in modo professionale i loro clienti nell’analisi
dei bisogni loro, dei loro cari o
della loro azienda e affiancarli
nell’individuazione di soluzioni
frutto di una continua sollecitazione del mercato per ottenere,
in forza del gruppo d’acquisto
che rappresentiamo, condizioni chiare e trasparenti che
disciplinino coperture che si
rivelino adeguate e coerenti agli
effettivi bisogni in occasione
del verificarsi degli eventi assicurati, superando le asimmetrie informative che, purtroppo,
sovente, caratterizzano l’offerta
assicurativa”.
22 ilFRIULI BUSINESS
Nel mercato bancassicurativo, quali sono i prodotti oggi più richiesti?
“La bancassicurazione nasce in Italia
all’inizio degli Anni ’80, nell’ambito delle
polizze vita, e solo nell’ultimo decennio si
evolve verso le coperture dei rami danni
e, nell’ultimo biennio, verso le coperture
Rc auto. Assicura, costituita nel 1981 dalla
banche di credito cooperativo, dalla Confartigianato e da Confcooperative regionali, ha invece fin dalla sua origine enfatizzato il valore di protezione e di tutela che
le soluzioni assicurative possono offrire,
privilegiandone la valenza sociale e applicando logiche mutualistiche, per far sì che
i clienti, i soci e gli iscritti degli enti nostri
fondatori affrontino con maggiore serenità
il proprio futuro, adottando le soluzioni più
adeguate per soddisfare l’evoluzione delle
esigenze in funzione del ciclo di vita dell’assicurato”.
Quali sono, quindi, le nuove frontiere del settore?
“Le coperture legate al welfare con l’adesione ai fondi sanitari, per integrare quanto offerto dal servizio sanitario pubblico,
rappresentano un ambito estremamente
rilevante, assieme alla previdenza complementare, per affrontare serenamente con
una consapevole pianificazione il proprio
futuro.
Per quanto concerne la futura offerta
dei prodotti protection, molte compagnie
stanno riflettendo sul passare da una logica di standardizzazione, indispensabile nel
mercato bancassicurativo, a una maggiore
personalizzazione, valutando la fattibilità di realizzare soluzioni assicurative che
possano essere ancor più puntuali in quelle
che sono le specifiche necessità della clientela.
Più che di prodotti, quindi, dovremo
parlare di servizi e, più in generale, di un
complessivo ripensamento del sistema di
offerta. Oggi, 43 milioni di italiani possiedono un computer e ogni giorno 15 milioni
accedono a internet da uno smartphone: ne
consegue che il cliente non solo ha la possibilità di confrontare le proposte offerte dal
mercato, ma vuole poter comunicare con il
suo assicuratore via internet per avere informazioni sulle sue coperture, piuttosto
che per la gestione dei sinistri o per ottenere dei preventivi. Stiamo, pertanto, lavorando per implementare il nostro portale
con un’area riservata in cui il cliente potrà
trovare tutte le informazioni che cerca e per
attivare dei canali di comunicazione quali
app, sms, email per facilitare il contatto in
qualsiasi momento e raccogliere informazioni utili per sviluppare un’ancor più adeguata consulenza”.
Qual è attualmente il vostro indice di penetrazione?
“Assicura Group opera sia nell’ambito
della bancassicurazione, in collaborazione
con 67 banche di credito cooperativo e casse rurali principalmente operanti nel territorio del Friuli Venezia Giulia e in Trentino,
ma anche in altre regioni quali il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia, la Toscana e le
Marche, sia in collaborazione con la Confartigianato e con Confcooperative. Ai differenti ambiti corrispondono indici di penetrazione estremamente eterogenei, ma
anche quando la fidelizzazione del cliente è
prossima al 30% significa che abbiamo ancora un margine di crescita estremamente
rilevante”.
Ci sono delle particolarità del mercato friulano?
“Il mercato regionale si caratterizza per la
presenza storica di prestigiose compagnie,
quali Generali e Lloyd Adriatico, alle quali
si affiancano strutturate reti di intermediari che, professionalmente, rappresentano
l’offerta di tutte le compagnie operanti sul
territorio nazionale. Ormai, però, il mercato assicurativo è globalizzato e si sta muovendo sempre più verso un’offerta multicanale, multiaccessibile e multidevice”.
maggio 2015
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SiStemi
ProduttIvI
La ricetta
della
chiarezza
Cristian
Vida
L
o scorso gennaio la giunta regionale
ha approvato con la delibera le indicazioni sull’igiene degli alimenti e
l’applicazione dei principi del sistema Haccp. Si tratta di un documento, per la prima
volta, frutto della collaborazione tra la Direzione centrale della Salute e le Confindustrie provinciali del Friuli Venezia Giulia,
che rappresenta una vera rivoluzione co-
24 ilFRIULI BUSINESS
pernicana. Controllori e controllati, cioè, si
sono messi attorno a un tavolo per chiarire
una comune interpretazione delle norme,
individuare le corrette prassi da adottare e
prevenire, così, episodi di interpretazione
unilaterali di singoli funzionari che possono penalizzare aziende che, in perfetta
buona fede, rischiano di essere colpite da
sanzioni. È il capogruppo Alimentari e
Bevande di Confindustria Udine, Cristian
Vida, a spiegare nei dettagli la novità.
Ha funzionato bene il metodo ‘partecipativo’ nella redazione delle linee guida regionali sull’Haccp?
IgIene alImentare
Varate le linee guida regionali
frutto di un innoVatiVo metodo
‘partecipatiVo’ tra chi controlla
e chi Viene controllato
“Abbiamo affrontati argomenti ampi
e in maniera articolata, puntando prima di tutto sulla conoscenza reciproca,
perché uno degli obiettivi che ci siamo
dati per l’intero progetto è proprio individuare un nuovo metodo basato sulla
collaborazione tra chi deve vigilare e chi
viene controllato. In questa maniera, si
è voluto rendere le procedure più semplici e trasparenti, con lo scopo finale
di garantire la sicurezza per il cittadinoconsumatore”.
È un metodo replicabile anche in altri ambiti?
“Auspichiamo che sia proprio così.
Infatti, non si tratta di un’iniziativa che
vuole rimanere isolata. Abbiamo già
predisposto dei gruppi di lavoro che possano affrontare aggiornamenti continui
rispetto alle buone prassi da adottare”.
maggio 2015
Quanto pesa, nel quotidiano, l’interpretazione dei singoli funzionari?
“Il principio, anche in questo caso, è che
prevenire è meglio che curare, cercando
di evitare cioè interpretazioni unilaterali.
In questa maniera, noi produttori agroalimentari possiamo sapere cosa è meglio
fare, prima di venire sottoposti a controlli
e magari scoprire, solo in quel momento,
che la pratica adottata non è giudicata
adeguata dagli organi di controllo.
Il problema a monte, infatti, è che esiste una evoluzione normativa quasi quotidiana, cui
non è sempre facile adeguarsi in maniera puntuale, sia per chi vigila, sia
per chi viene controllato.
Questo metodo ‘partecipativo’, così ci consente
di concentrare i nostri
sforzi nell’elevare lo standard qualitativo dei prodotti, che è la nostra vera
mission imprenditoriale.
Inseguire, invece, interpretazioni ondivaghe disperde
risorse ed energie”.
maggio 2015
Un piccolo produttore tradizionale e una
grande multinazionale vengono trattate alla
stessa maniera dai controlli?
“L’introduzione di una normativa semplificata per le Piccola produzioni locali
(Ppl) fatta dalla nostra Regione consente
alle micro-aziende, specie nelle zone marginali, un’attività più efficace. Se appena
ci si eleva per dimensione, però, le regole
sono le stesse sia per una picco
piccola azienda di prodotti locali, sia
per una multinazionale. Que
Questo comporta, inevitabilmen
inevitabilmente, maggiori costi operativi
e di gestione, di cui alla fine
bisogna tenere conto per la
competitività sul mercato”.
Le norme italiane in materia rap
rappresentano un handicap nel con
confronto con i concorrenti esteri?
“Va detto che i principi
normativi sono comuni a tutta
l’Unione Europea, ma che poi
questi stessi vengono spesso rere
cepiti dal legislatore italiano in
maniera più stringente. CertaCerta
mente, questo genera maggiore
sicurezza alimentare, ma anche maggiori
costi che pesano soprattutto quando una
nostra azienda deve confrontarsi nel mercato internazionale”.
Come è possibile, quindi, ridare maggior
equilibrio al mercato?
“È necessario garantire alle nostre
aziende di competere ad armi pari con i
concorrenti esteri. Lo si può fare agendo
in due direzioni. La prima è di aumentare
i controlli sui prodotti in ingresso in Italia. La seconda è fare pressione sugli altri
Paesi affinché non utilizzino le proprie
norme sanitarie come barriera doganale
contro le nostre produzioni”.
L’impegno e il costo del rispettare una normativa molto rigorosa viene riconosciuto dal
cliente finale?
“Il mercato di consumo attuale si sta
segmentando in più fasce. Da una parte,
per esempio, abbiamo consumatori sempre più attenti alle produzioni biologiche,
etiche e certificate. Dall’altra, una fascia di
consumo guarda esclusivamente al prezzo.
Di questo scenario dobbiamo tenere conto
tutti, sia produttori, sia enti di controllo”.
ilFRIULI BUSINESS 25
Fornisce da 25 anni servizi di
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aziende
IndustrIa
Owens-IllInOIs - Lo stabiLimento di ViLLotta
di Chions deLLa muLtinazionaLe ameriCana
è stato rinnoVato e ora è aLL’aVanguardia
per teCnoLogia e basso impatto ambientaLe
1974
130
Anno di
fondazione
Numero di
dipendenti
L’ultima frontiera del vetro
O
wens-Illinois, leader mondiale
nella produzione di packaging in
vetro, ha recentemente investito
oltre 50 milioni di euro per trasformare
lo stabilimento produttivo di Villotta di
Chions in un esempio di eccellenza e
un punto di riferimento mondiale per la
produzione sostenibile di contenitori e
bottiglie in vetro.
Nato nel 1974 come Compagnia Gestione Vetrerie, l’azienda friulana è stata
acquisita nel 1980 da Avir, diventata poi
Owens-Illinois, un colosso da 7 miliardi
di dollari di fatturato e 77 stabilimenti situati in 21 Paesi. Quello in Friuli è dotato
di due forni, con una capacità produttiva
120mila tonnellate all’anno. Occupa 130
dipendenti e serve oltre 250 clienti.
Dopo una breve chiusura dello stabilimento lo scorso dicembre 2014, da marzo la produzione del forno 1 ha ripreso
regolarmente le attività di produzione.
Nel 2016 è previsto il completamento
dell’investimento con la messa a regime
dell’intero stabilimento che tornerà a
funzionare con i suoi due forni completamente rinnovati.
A livello europeo, negli ultimi due
anni, O-I ha investito 280 milioni di euro
in sostenibilità che hanno interessato
tra gli altri gli stabilimenti di Järvakandi
in Estonia, di Harlow in Inghilterra e di
San Polo in Italia.
“Sostenibilità e innovazione – spiega Angelo Breviari, country executive
Italia e Ungheria - sono due dei valori
più importanti per O-I e i nostri clienti.
maggio 2015
Continueremo a investire in processi
orientati alla sostenibilità e all’efficienza
energetica con l’obiettivo di rafforzare
ulteriormente le nostre capacità produttive e consolidare la nostra posizione di
leader di mercato in Italia e in Europa”.
consumi dimezzati
L’innovativa tecnologia sostenibile
installata a Villotta di Chions prevede
l’alimentazione del forno usando l’ossigeno come combustibile al 90%, al posto
della tradizionale alimentazione ad aria
calda, con un conseguente risparmio
di combustibile e una riduzione delle
emissioni di ossidi di azoto, entrambi
dell’ordine del 50 per cento.
Inoltre, il calore di scarto dal forno
viene recuperato per preriscaldare il
rottame di vetro prima di essere sciolto
nel forno e utilizzato per la nuova produzione di bottiglie e contenitori. Grazie
al sistema Orc (Organic Ranking Cycle) il
calore di scarto all’interno dell’altoforno
verrà impiegato per produrre energia
elettrica che contribuirà ad alimentare l’intero stabilimento, in un’ottica di
maggiore efficienza energetica e sostenibilità.
L’impianto all’avanguardia potrà utilizzare fino al 90% di vetro riciclato nel
processo di produzione. Per ogni 10% di
rottame di vetro utilizzato nel processo
di fabbricazione, ci sarà un risparmio 3%
di energia e una riduzione di anidride
carbonica dal 4 al 10 per cento.
La combinazione di tecnologie sostenibili presenti a Villotta è unica nel settore del vetro ed è stata ideata a seguito
di numerosi test all’Innovation Center
del gruppo a Perrysburg negli Stati Uniti.
“L’applicazione di tale tecnologia sostenibile, innovativa a livello mondiale
– aggiunge Breviari - comporta l’approvvigionamento del 90% delle materie prime, tra cui rottame vetro, a meno di 200
chilometri dallo stabilimento. Le bottiglie e i prodotti finali da noi realizzati a
Villotta vengono, poi, distribuiti ai clienti che si trovano in larga parte nell’arco
di 300 chilometri. Per questo motivo
amiamo definirci azienda globale che
pensa locale, in ottica di massima innovazione e raggiungimento dei più alti
standard di sostenibilità”.
Nello stabilimento di Villotta di
Chions viene, inoltre, prodotto Helix,
l’innovativo concetto twist-to-open per
il vino, vincitore dell’Oscar dell’imballaggio 2014 realizzato da O-I con Amorim, leader nella produzione di tappi in
sughero.
ilFRIULI BUSINESS 27
Stark
Il gruppo dI TrIvIgnano,
leader a lIvello mondIale
neglI uTensIlI per meTallo
e legno , sTa InvesTendo
suI servIzI alla clIenTela e
guarda a nuove acquIsIzIonI
Strategia
tagliente
luca
Solari
C
onsolida la propria posizione di
leader mondiale e guarda a nuove
acquisizioni. Il 2015 è iniziato in
maniera molto positiva per Stark, gruppo
industriale con sede a Trivignano Udinese e filiali in Germania, Cina e Brasile e
tra i principali produttori al mondo nel
settore degli utensili per il taglio dei metalli e la lavorazione del legno. Il fatturato
consolidato nell’ultimo anno è cresciuto
del 3 per cento registrando vendite per
22,4 milioni di euro, grazie alla buona accoglienza riservata ai nuovi prodotti lanciati sui diversi mercati che hanno contribuito a incrementarne i volumi.
Fondata da Antonio Solari nel 1962,
inizialmente per soddisfare le esigenze
della clientela del territorio a sud di Udine, Stark è cresciuta fino a diventare uno
dei tre principali player mondiali per la
1962 160
Anno di
fondazione
Numero di
dipendenti
22,4
Fatturato
in milioni
produzione degli utensili per il taglio dei
metalli, i cui prodotti di punta hanno
avuto un ruolo centrale anche per la realizzazione dei tubi utilizzati per le infrastrutture di Expo 2015 . A livello geografico a fornire il contributo maggiore è stata
soprattutto l’area asiatica e in particolare
la Cina.
alta tecnologia
“Ritengo – spiega l’Ad Luca Solari, che
con il fratello Remo guida l’azienda - che
oggi i mercati abbiano bisogno di novità:
i prodotti sono maturi e vanno rigenera-
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28 ilFRIULI BUSINESS
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maggio 2015
Aziende
IndustrIa
processo produttivo, che migliora costantemente l’efficienza e la gestione dei
costi della manodopera”.
logistica come punto di forza
ti. Stark, grazie alle sue produzioni altamente tecnologiche e la struttura R&D di
cui dispone, è in grado di proporre nuove linee. Questa strategia commerciale è
una delle ragioni principali del miglioramento di bilancio. In particolare, riteniamo che sarà ancora il settore del metallo
a trainare questa crescita, senza
peraltro escludere novità
anche dal mondo del legno. Il trend continua a
mantenersi promettente
anche per il 2015, considerato
che i primi mesi dell’anno si sono
mostrati propizi grazie a uno
scenario particolarmente positivo riguardante i costi delle
materie prime e al controllo del
Uno degli attuali obiettivi è migliorare
ulteriormente efficienza e tempi di consegna ai clienti, che per la Stark rappresentano un punto di forza rispetto alla
concorrenza internazionale.
“Per entrambe le linee, metallo e legno, gli investimenti per oltre 2
milioni di euro nel triennio
2012-2015 sono destinati
all’implementazione del
della logistica – continua
Solari -. Oggi la distribu
distribuzione non investe più nel
magazzino, non immobi
immobilizza capitali nelle
scorte e, pertanto,
ini
il processo che inizia con l’acquisizione
dell’ordine e si conclude
con la consegna del prodot
prodot-
Allestimenti & Manutenzioni
to al cliente sta diventando sempre più
breve. A fare la differenza sarà sempre di
più la qualità del servizio offerto. Questa
è la chiave per riuscire a stare sul mercato
con successo. Non dimentichiamo che,
per il cliente, avere un unico fornitore di
tutti i prodotti si traduce in un recupero
dei costi e in un servizio più rapido. Per
questo puntiamo ad arricchire la nostra
gamma di offerta attraverso acquisizioni
di produzioni complementari”.
Nuovi traguardi di crescita, quindi, attendono la Stark, tanto che il Ad dichiara:
“Stiamo pensando a nuove acquisizioni
sui mercati nazionali e internazionali.
Non escludiamo una quotazione al mercato di Borsa italiana Aim e, nel contempo,
siamo aperti all’entrata di nuovi capitali”.
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maggio 2015
ilFRIULI BUSINESS 29
aziende
industria
Fabiano,
Stefano e
Lorenzo Piani
1919
35
7
Anno di
fondazione
Numero di
dipendenti
Fatturato
in milioni
Il design è per tutti
Piaval - La storica azienda di san Giovanni aL natisone è Leader neLLe
sedute heaLthcare, ma sta diversificando anche neL settore contract
rato è di 7 milioni di euro, per il 95% frutto
dell’export, e sono 35 i lavoratori occupati.
a storia di Piaval ha inizio nel 1919
ed è, quindi, una tra le aziende più
antiche del Distretto della Sedia. È
legata alle generazioni, radicate
nel territorio e alla famiglia, che
si sono avvicendate trasformando
un piccolo laboratorio artigianale
in un’azienda di successo internazionale, fortemente specializzata
nella produzione di sedute per il settore healthcare e da alcuni anni molto attiva anche nel settore contract. A
guidare la società di San Giovanni al
Natisone, che oggi è alla quarta generazione, ci sono i T. L’ultima importante evoluzione che l’azienda
ha compiuto è quella a cavallo degli Anni
2000. Forti del know-how nella lavorazione del legno e della qualità di produzione riconosciuta all’azienda, fino a quel
momento prevalentemente indirizzata ai
grandi distributori tedeschi, i Piani comprendono che è il momento di presentarsi al mercato con una propria identità. Il
processo di trasformazione è rapidissimo
e l’azienda avvia la collaborazione con
designer internazionali, investe in nuovi
modelli e diventa una realtà sempre più
competitiva e affermata.
qualità per hotel
L
veri pionieri
“Il nostro successo – afferma Fabiano
Piani - è il frutto di un’evoluzione costante, di tenacia e di passione per la qualità.
Abbiamo saputo proporci con il nostro
brand al momento giusto, ma l’intuizione
determinante è stata fare dell’healthcare
il nostro core business in un momento in
maggio 2015
cui pochissimi affrontavano questo segmento. Possiamo dire di essere stati tra i
primi”.
Piaval ha, infatti, fatto del ‘design accessibile’ la propria specializzazione e
oggi vanta un’ampia modellistica che è il
risultato di una costante ricerca di forma,
ergonomia e design.
“Abbiamo iniziato a produrre le prime collezioni dedicate alle persone anziane
per il mercato tedesco e francese, Paesi molto attenti alla
sfera sociale – aggiunge Stefano Piani – poi il mercato si
è rapidamente allargato e oggi
esportiamo in tutto il mondo. Abbiamo
oltre 90 modelli dedicati all’healthcare,
una gamma ricchissima di accessori, studiamo le necessità specifiche degli ospiti
di strutture sanitarie e geriatriche, individuiamo soluzioni tecniche
ed estetiche che garantiscono alte prestazioni
di comfort ed ergonomia, sicurezza e
design, curiamo i
dettagli che facilitano l’operatore in
ogni funzionalità”.
Per garantire la
qualità totale, Piaval
mantiene al proprio interno tutte le fasi di produzione ed esegue rigorosi controlli su
ogni prodotto. L’azienda è certificata Iso
9001, inoltre molti modelli sono certificati dal Catas e godono della certificazione
Fsc per quanto riguarda il legno. Il fattu-
La specializzazione non ha, però, impedito a Piaval di intraprendere anche nuove
strade. Da qualche anno si sta proponendo con crescente successo nel contract dedicato alla fascia alta di mercato.
“Siamo appena rientrati dal Salone del
Mobile di Milano – spiega Lorenzo Piani
– dove abbiamo presentato le nostre ultime collezioni dedicate a hotel e ristoranti
e siamo molto soddisfatti del riscontro
ottenuto. Quest’anno ci siamo presentati
anche al Fuorisalone, in collaborazione
con la rivista Platform. Gli architetti e gli
interior designer che abbiamo incontrato apprezzano la cura che poniamo nella
lavorazione del legno, riconoscono nei
nostri modelli una qualità che dura nel
tempo, elemento essenziale per l’arredo
degli spazi collettivi. Milano è per noi
da tempo un appuntamento
strategico, ma negli ultimi anni abbiamo
intensificato la presenza fieristica anche su altri mercati
con l’obiettivo di
consolidare sempre di più la divisione contract. Inoltre, promuoviamo il
nostro brand attraverso
operazioni mirate: un nostro
modello è esposto a Torino in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone
e a giugno saremo a Milano in occasione di Expo, nell’ambito delle iniziative
dell’Italian Chair District”.
ilFRIULI BUSINESS 31
Aziende
IndustrIa
Filo diretto
con la fabbrica
Make My desIgn - dieci Aziende del distretto dellA sediA,
con speciAlizzAzioni trA loro complementAri, si sono AlleAte
per fornire soluzioni personAlizzAte A progettisti e designer
I
l distretto friulano della sedia, oggi
meglio conosciuto nel mondo quale
Italian Chair District, si ripensa anche attraverso nuove collaborazioni tra
aziende locali che puntano direttamente
al mercato. Così è nato ‘Make My Design’,
ovvero il primo network di aziende italiane
specializzate nella produzione di componenti, semilavorati e accessori per il settore
legno-arredo che fornisce una consulenza
professionale a designer e progettisti per
la valutazione dei loro progetti di design.
Operanti in settori complementari fra loro
e custodi del know-how che da sempre
rende celebre il Made in Italy nel mondo,
le dieci aziende che compongono la rete
offrono una prima valutazione tecnica
gratuita, per poi rimanere a disposizione
degli utenti che vogliono proseguire nello sviluppo e nella concretizzazione della
propria idea progettuale. Il tutto viene fatto, ovviamente, in maniera innovativa attraverso un portale web.
I protagonisti di questa iniziativa sono
Contorpress, Giada, Italcurvati, MM Tappezzeria, Mocchiutti, Quattroventi, Stei,
Stacco, Woodcraft e Tiver. Queste dieci
aziende, così, sono in grado di offrire le
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32 ilFRIULI BUSINESS
maggio 2015
competenze della produzione, ognuna nel
suo settore di specializzazione: essiccazione, taglio, curvatura e levigatura del legno,
lavorazioni Cnc, lavorazione di metallo,
tappezzeria, imbottitura, verniciatura e
produzione di prototipi.
network lungo la filiera
Come in una filiera tradizionale, il network ha la capacità di realizzare qualsiasi
tipo di progetto in ambito legno-arredo e
il suo servizio vuole rappresentare una valida soluzione ai problemi che designer e
progettisti spesso incontrano nella fase di
sviluppo della propria idea di design.
Il servizio prevede una prima valutazione
tecnica gratuita che gli utenti possono richiedere molto velocemente compilando il
form presente sul sito www.makemydesign.
it e allegando il proprio progetto in formato
pdf. Le aziende valuteranno gli aspetti del
progetto di loro competenza e invieranno
un primo feedback. Potendo contare sulla
serietà e affidabilità del network, i designer
e i progettisti che fossero interessati a proseguire l’analisi della propria idea potranno instaurare un rapporto diretto con le
maggio 2015
aziende e sviluppare il processo produttivo
dell’opera fino alla sua commissione.
dalla consulenza alla produzione
“Con Make My Design – spiega il portavoce del progetto Carlo Piemonte - vogliamo offrire un servizio di consulenza
diretta da parte delle aziende ai designer,
progettisti e architetti che vogliono sviluppare un nuovo complemento d’arredo.
Attraverso la capacità espressa dalla nostra
rete, che va dalla selezione del legno alle finiture più raffinate, possiamo diventare un
partner importante per chi vuole entrare
in diretto contatto con il grande know-how
targato Made in Italy”.
La rete Make My Design ha scelto l’Asdi
Sedia, cioè l’agenzia del distretto, quale
organo gestore del gruppo al fine di promuovere al meglio i progetti del network in
Italia e all’estero. Tra le prime azioni realizzate c’è proprio lo sviluppo del sito www.
makemydesign.it, ovvero un vero e proprio
portale che, oltre a presentare il progetto,
permette agli interessati di visualizzare
nel dettaglio tutte le caratteristiche delle
aziende coinvolte.
ilFRIULI BUSINESS 33
• Impresa
• servizi di lin
internazion
• collegamen
• Movimen
• nei porti
• nei termina
• nei raccord
(raffinerie,
ferroviaria
nea nazionali ed
nali (in partnership)
nti Porti-Retroporti
ntazione ferroviaria
al intermodali
di industriali
acciaierie, cartiere, ecc.)
• Manutenzione rotabili
• revisioni periodiche locomotori e carri
• revamping e rimotorizzazioni
• installazione apparati di sicurezza su
locomotori
• Progettazione, costruzione
e manutenzione raccordi
• rilievi topografici e progettazione
• costruzione nuovi raccordi privati
• manutenzione armamento
• Accompagnamento treni
e servizio ristoro
SiStema
Costruzioni
Dalla ricostruzione
alla rigenerazione
rilanCio del ‘Modello Friuli’ - Nell’ateNeo
friulaNo è Nato uN comitato iNterdiScipliNare
per proporre uN percorSo di rilaNcio
ecoNomico, urbaNiStico e Sociale che Scommette
Su uN piaNo Shock di iNveStimeNti Sul territorio
L
a prima ricostruzione
del Friuli, dopo il terremoto del ’76, consentì la
nascita dell’Università. Oggi,
la stessa Università potrebbe
‘sdebitarsi’ diventando motore
della seconda ricostruzione,
quella che dovrebbe portarci
in un nuovo e attuale modello
economico. Nasce da questa
aspirazione, in seno proprio al
nostro ateneo, il Comitato per
lo studio di un programma di
rigenerazione del territorio
friulano in vista del quarantennale della ricostruzione del
Friuli.
“Non siamo all’indomani di
macerie e morti – commenta
il docente e urbanista Sandro
Fabbro, che assieme ad altri
colleghi ha dato vita all’iniziativa – ma il Friuli deve ricostruire urgentemente il proprio
modello economico e per farlo
l’unico settore che rappresenta
un volano efficace per tutti gli
altri è quello delle costruzioni”.
Il Comitato, a carattere interdisciplinare, non intende
proporre incentivi, contributi
o altri rivoli che in questi anni
si sono dimostrati utili, ma
non determinanti. Suggerisce,
invece, una cura shock, un
piano di breve durata e altis36 ilFRIULI BUSINESS
sima intensità: un miliardo di
euro di investimenti pubblici
in grado di generare ulteriori
due miliardi di investimenti
privati, di aziende e famiglie.
Come nasce la vostra iniziativa?
“Il Comitato intende promuovere, a livello regionale,
gli studi dell’Ingegneria civile,
dell’Architettura, del Territorio
e dell’Ambiente, assumendo
come riferimento di fondo,
e non solo per la sua portata
valoriale ma anche per quella
tecnico-scientifica, l’esperienza di successo della Ricostruzione del Friuli. Questo gruppo, nel quarantennale della
ricostruzione post-terremoto,
che avverrà nel 2016, ritiene
necessario non solo ricordare
quel riuscito processo di ricostruzione, diventato modello
anche a livello nazionale, ma
anche studiare, in ideale continuità, un piano integrato di
rigenerazione del territorio
friulano e, tendenzialmente
regionale, perché questo, negli
ultimi decenni, è stato interessato da una costante perdita
di funzionalità e di qualità e,
quindi, da un processo di grave declino”.
Perché suggerite di rigenerare il
nostro territorio?
“Se non è conservato e rinnovato nella sua funzionalità, anche il territorio, nel suo
insieme, invecchia e degrada
come ogni altra cosa. Il capitale territoriale friulano e regionale è da troppo tempo privo
di adeguati programmi di manutenzione, riqualificazione,
rifunzionalizzazione. La riduzione delle risorse pubbliche
in generale, a cui si aggiunge
la contrazione del bilancio regionale, hanno enormemente
limitato l’intervento pubblico
nei settori interessati, mentre
la permanente crisi economica ha ridotto, negli ultimi anni,
anche la capacità di intervento
diretto sul patrimonio edilizio
da parte dei privati.
Al punto a cui si è arrivati,
pertanto, ogni programma di
rilancio economico regionale,
in assenza di sufficienti garanzie di sicurezza, funzionalità e
attrattività del territorio e delle
sue strutture fisiche rischia di
rivelarsi velleitario”.
Su quali linee, quindi, ci si dovrebbe muovere?
“Innanzitutto, la messa in
sicurezza del territorio per
evitare i prossimi disastri ambientali e sociali. Nondimeno,
la riqualificazione e l’adeguamento antisismico degli edifici, anche oltre le aree a maggior
rischio, la bonifica di territori
inquinati, la prevenzione degli
impatti e dall’inquinamento di
aria, acqua e suolo.
Teniamo, poi, presente che il
Serve un miliardo di
risorse pubbliche che, poi,
riuscirebbero a generare
un indotto privato di
ulteriori due miliardi
recupero e la valorizzazione di
beni e aree storiche e di valore
monumentale è, orami, non
solo una urgenza funzionale,
ma anche una opportunità per
lo sviluppo turistico-culturale
di parti importanti del territorio regionale.
C’è, poi, il tema della messa
a sistema di tutta l’armatura
infrastrutturale del territorio
nella prospettiva di una maggiore internazionalizzazione
della regione è un tema che
riguarda non solo l’annosa
questione della terza corsia
dell’A4, ma anche la definizione di ruoli e funzioni di città
e territori, sull’asse europeo
Adriatico-Baltico, da Trieste
passando per il Friuli e guarmaggio 2015
SiStema
Costruzioni
sere. Anzi, intende sviluppare
una serie di approfondimenti
e dibattiti da cui scaturiscano
nuove idee da integrare con le
politiche regionali. Suolo, per
nuove espansioni, non ce n’è
più e non possiamo rendere
Sandro Fabbro è docente
di Tecnica e pianificazione
urbanistica all’Università
friulana
dando all’Austria ed alla Baviera come partner privilegiati
verso i mercati centro-europei.
Ciò significa l’ampliamento
del porto triestino, ma deve
includere anche il completamento della rete ferroviaria ad
alta capacità con gli accessi ai
nodi di Trieste, Monfalcone,
Udine, Gorizia e Pordenone
e con il raccordo efficiente, a
tale rete, degli interporti e delle principali zone produttive:
quello, in sostanza, che è stato
recentemente chiamato il porto-regione”.
Proponete nuove colate di cimento?
“Questo piano di rigenerazione del territorio si basa certamente sul riaprire cantieri e
attivare tante imprese, ma non
intende assolutamente porsi in
contrasto né con programmi e
riforme regionali di carattere
più strutturale né con le delicate condizioni ambientali in esmaggio 2015
ancor più vulnerabile il territorio agli effetti disastrosi dei
cambiamenti climatici. Però,
aree urbane centrali e periferiche, opere pubbliche, edifici monumentali e storici, ma
anche l’edilizia privata, soffrono di una ormai prolungata
mancanza di ristrutturazioni
e manutenzioni e buona parte
di questo patrimonio è, inoltre,
mal utilizzato, sottoutilizzato
o inutilizzato per obsolescenza funzionale, in particolare
dal punto di vista energetico,
o perché non più capace di
attrarre utenti, abitanti, domanda. Per esempio, alle zone
militari e industriali dismesse da anni, si aggiunge oggi
l’abbandono di infrastrutture,
centri turistici e commerciali,
zone residenziali periferiche.
L’obiettivo è, dunque, quello
di intervenire sul territorio già
costruito e urbanizzato per rigenerarlo nel suo complesso”.
Non rischia di apparire un libro dei
sogni?
“Il problema centrale diventa, infatti, da una parte la
costruzione più dettagliata
e articolata di questo piano
e, dall’altra, il come e dove
reperire e impiegare risorse
considerevoli di un ordine di
grandezza ben superiore al
miliardo di euro, solo da parte
del pubblico.
Ciò richiede il ricorso consistente ai grandi istituti di credito europeo, come la Banca
Europea di Investimenti, e nazionale, come la Cassa Depositi
e Prestiti, ma anche una forte
capacità politica, legislativa e
operativa della Regione perché,
ovviamente, gli investimenti
pubblici di questo tipo dovrebbero essere esclusi dai vincoli
di bilancio fissati a Bruxelles.
È chiaro che la Regione,
oltre a promuovere e finanziare questo piano, dovrebbe
incentivare tanti altri micro
interventi privati, per esempio
sulla riqualificazione energetica dell’edilizia. Però, oltre
alla Regione, un mega-piano
di questo tipo richiede anche
l’attivazione di altri attori pubblici oltre che, naturalmente,
degli imprenditori e investitori
privati. Alle Università regionali deve spettare il ruolo di
leadership culturale e tecnicoscientifica.
In particolare, all’Università
di Udine, figlia della ricostruzione post-terremoto ed erede
culturale di quella esperienza,
spetta il ruolo di indicare un
modello generale di impostazione e gestione di una così
complessa operazione”.
Perché vi richiamate alla ricostruzione post-terremoto?
“Quella ricostruzione del
Friuli, caso unico in Italia, è
stata condotta a termine, nella
quasi totale interezza, in quasi
dieci anni e senza sprechi patologici di risorse che, è giusto
ricordare, sono state elargite
in gran parte dallo Stato, nella
quantità e nei tempi necessari.
Tutto questo perché fu adottato il principio della sussidiarietà verticale, cioè tra i diversi
livelli amministrativi pubblici,
e la sussidiarietà orizzontale, cioè tra pubblico e privato.
La ricostruzione, ricordiamo,
fu per il 30% pubblica e per il
resto privata. Poi, si ricostruì
‘dov’era e com’era’, ma non con
retrogrado conservatorismo,
bensì con approccio critico
alla modernità, inteso non più
come azzeramento di un passato da considerarsi superato,
come era da poco avvenuto
nelle ricostruzione di Longarone e di Gibellina in Sicilia,
ma come costante e insistente
dialogo con la storia e la geografia dei luoghi, tra passato,
presente e futuro secondo una
visione di sostenibilità.
Dal punto di vista scientifico, poi, il Modello Friuli fa, del
corretto e sobrio uso delle risorse territoriali e finanziarie,
il suo paradigma di fondo.
L’aspetto finanziario della ricostruzione è l’unico che
non è attualizzabile perché è
decisamente superato. Quella
gran massa di finanziamenti
pubblici oggi, anche fossero
disponibili, con le attuali regole di bilancio stabilite dall’UE,
non sarebbero semplicemente
spendibili se non in un arco
di tempo troppo lungo. Tuttavia, un Paese sovrano non
può rinunciare alla possibilità
di realizzare grandi piani di
intervento pubblico non solo
per rispondere a catastrofi più
o meno naturali, ma anche per
rispondere a gravi crisi economiche e sociali. Su questo punto, pertanto, forse più che sugli
altri, è necessario interrogarsi
a fondo”.
ilFRIULI BUSINESS 37
CONCESSIONARIO VELA E MOTORE A LIGNANO SABBIADORO
LEASING ITALIANI E FRANCESI
GAMMA FIRST
GAMMA OCEANIS
FIRST 35
novITà oCEAnIS 35
GAMMA SENSE
GAMMA SWIFT TRAWLER
SEnSE 46
SwIFT TRAwlER 50
da mt. 6,40 a mt. 12,58
da mt. 9,66 a mt. 18,24
da mt. 13,20 a mt. 14.12
da mt 9,98 a mt 14,99
GAMMA GRAN TURISMO
GAMMA ANTARES
GAMMA FLYER
GAMMA BARRACUDA
GRAn TURISMo 38
da mt 9,67 a mt 14,09
AnTARES 30
da mt. 5,80 a mt. 13,50
novITà 5-6-7
SpACEdeck SpoRTdeck SUndeck
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aziende
costruzioni
Tessere di
bellezza
1981
29
1,35
Anno di
fondazione
Numero di
dipendenti
Fatturato
in milioni
Friul Mosaic - L’azienda di
San Martino aL tagLiaMento
opera in tutto iL Mondo
proponendo in chiave
Moderna una tecnica antica
possibilità, da febbraio l’azienda ha
inaugurato uno showroom fisso a
Milano, Friul Mosaic rimane comunque molto legata al territorio;
non a caso il suo staff si compone di
artigiani, altamente qualificati, provenienti dalla storica Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo.
O
ltre 30 anni di esperienza nel
settore musivo e una vision
che abbraccia tradizione e
innovazione: tutto questo è Friul
Mosaic. L’azienda di San Martino al
Tagliamento nasce dalla passione
del fondatore, il maestro mosaicista William Bertoia, per l’arte del
mosaico in tutte le sue applicazioni.
Una passione tramandata alle nuove generazioni che oggi lo affiancano, facendo di questo rivestimento
di origini antiche un complemento
di design, dal forte spirito
contemporaneo; ne
è esempio la menzione speciale del
Best Communicator Award
ricevuta al Marmomacc 2014. In
quest’ottica, negli
ultimi anni, Friul
Mosaic ha fatto nuovi
investimenti in comunicazione e marketing e ha ricercato collaborazioni sempre più strette con
designer, di fama nazionale e internazionale, per lo studio di nuove
collezioni, frontiere di applicazione
e concetti del mosaico. Con un occhio sempre al futuro e alle nuove
maggio 2015
commesse di prestigio
La creatività dell’azienda, sempre al passo con i tempi, l’ha quindi
resa una delle realtà regionali capaci di superare i tempi non semplici
e raggiungere un fatturato pari a
1.350.000 euro nel 2014.
Oggi Friul Mosaic conta 29 collaboratori che realizzano, completamente a mano, opere musive che
raggiungono ogni parte del globo.
Con i suoi preziosi mosaici, infatti, l’azienda riveste gli ambienti più
diversi: hotel, spa e centri
termali, piscine e residenze private. Fra
le più raffinate
opere realizzate,
per citare solo le
più recenti in ordine di tempo, il
Grand Hotel Des
Illes Borromées,
l’Hotel Regina Palace
in Stresa, il Grand Hotel
Duchi D’Aosta di Trieste. E ancora, sontuose dimore in Russia, Stati
Uniti, Giappone e Medio Oriente.
Ma l’intervento più impegnativo riguarda il Santuario Nacional Nossa
Senhora da Conceiçao Aparecida, a
San Paolo del Brasile.
in brasile
Lavori per 3,5 MiLioni
scelti per il santuario più
grande del sud america
O
ltre 2000 metri quadrati di
superficie da rivestire, per
3,5 milioni di euro, comprensivi
dell’acquisto diretto dei materiali;
1.600 ore fino a oggi per il disegno e la sezionatura dei fogli; 280
ore per la progettazione; 12mila
ore per la lavorazione; 14mila fogli di mosaico
disegnati. Sono questi gli incredibili numeri realizzati
dall’azienda di San Martino al Tagliamento per dare
vita a quest’opera grandiosa. Con oltre 18.000 metri
quadrati di superficie coperta, quello dell’Aparecida
è il santuario mariano più grande al mondo e può
contenere fino a 70mila fedeli. L’intervento di Friul
Mosaic riguarderà la cupola rivestita con mosaici in
smalto e oro, rigorosamente italiani e forniti dalla
ditta Orsoni di Venezia, che interpreteranno le opere
dell’artista brasiliano Claudio Pastro. Il mosaico,
che sarà terminato il prossimo mese di giugno con
la posa in opera dell’ultimo quarto, ha coinvolto,
in maniera continuativa dal 2012, otto persone tra
mosaicisti, disegnatori e posatori.
“L’acquisizione brasiliana – spiega barbara bertoia,
che da tempo conduce l’azienda assieme alla sorella
tiziana, a natalina Querin e a William bertoia - è
frutto di determinazione, spirito di squadra e grande
impegno, elementi necessari per mantenere costanti,
su ampia scala, gli standard di eccellenza che ci
contraddistinguono Il santuario dell’Aparecida è
un’importante icona per tutto il Sud America cattolico e, grazie a noi, porterà il marchio Made in Italy”.
ilFRIULI BUSINESS 39
aziende
agroalimentare
Piatti precotti
da gran gourmet
Villa Food - La neonata azienda carnica
reaLizza cibi confezionati di aLta quaLità,
sfruttando Le uLtimissime tecnoLogie: cottura
sottovuoto e pastorizzazione ad aLta pressione
L
a società globalizzata ha portato
ritmi esasperati nella quotidianità
delle azioni compreso il cibo. Se
fino a poco tempo fa la risposta al pasti veloci erano i piatti surgelati e dalla
lunga conservazione grazie agli additivi,
oggi l’esigenza prioritaria è sicuramente
la qualità dei cibi che consumiamo, che
non devono essere surgelati ma freschi,
non devono avere conservanti di alcun
tipo, oltre a essere garantiti da una sicurezza alimentare certificata. A queste
esigenze risponde Villa Food. L’azienda,
40 ilFRIULI BUSINESS
che prende il nome dal paese carnico
Villa Santina in cui si è nata l’anno scorso, produce cibi confezionati o, per meglio dire, ‘preparazioni gastronomiche’,
a base di carne, pesce e vegetali; inoltre,
già nell’immediato sta sviluppando una
linea di prodotti senza glutine, entrati
ormai di uso comune.
Villa Food con occhio attento ha studiato e analizzato il trend dei consumi è
si è specializzata, appunto, nel promettente settore degli alimenti pronti di alta
qualità. La particolarità dei suoi prodotti
è quella di essere già cotti e pronti per il
consumo; con semplici gesti e, soprattutto, con semplici dotazioni di cucina,
come microonde o padelle, si è in grado
in pochi secondi di imbandire una tavola da gran gourmet.
staff di cuochi e chef stellato
L’azienda ha uno staff di cuochi di alto
livello, guidato da uno chef stellato, e
sfrutta sistemi di cottura innovativa, prima fra tutte quella sottovuoto, il tutto as-
maggio 2015
sistito da una specifica struttura
interna di controllo e qualità
che analizza, certifica e garantisce la qualità dei prodotti realizzati. L’azienda, inoltre, collabora
con il Parco agroalimentare di
San Daniele che ha apportato un
prezioso contributo di conoscenze
ed esperienze nel comparto.
Grazie anche a questa gestione, assieme ai sistemi produttivi di cui è dotata, Villa Food ha potuto essere inserita
nell’elenco speciale delle aziende riconosciute quali ‘start up innovative’.
Non a caso il claim ‘Innovative Italian Cooking’, come recita il logo, rappresenta il vero e proprio biglietto da
visita di una realtà industriale che ha
fatto dell’innovazione e della ricerca la
propria missione. In azienda, infatti, è
presente un’attrezzatura davvero innovativa: un pastorizzatore a freddo Hpp,
acronimo inglese che sta per ‘high pressure processing’, ovvero processo di pastorizzazione per mezzo delle alte pressioni. L’impianto è unico nel Triveneto e
tra i soli cinque presenti in Italia.
maggio 2015
ticket per i mercati esteri
La pastorizzazione, propriamente
detta, è ampiamente conosciuta come
processo termico di eliminazione dei
microorganismi. Il processo Hpp, invece, sfrutta le alte pressioni nell’ordine di
alcune migliaia di bar e non le alte temperature, da qui il nome pastorizzatore
a freddo. Grazie a questo sistema, i cibi
trattati in questo impianto vengono stabilizzati microbiologicamente, rendendo il prodotto sicuro dal punto di vista
dell’igiene alimentare. Grazie a questa
innovazione, poi, i cibi si conservano a
lungo in modo naturale in un
semplice frigorifero.
Vista la particolare versatilità di utilizzo di tale impianto,
Villa Food ha deciso di metterlo
a disposizione del sistema delle imprese alimentari del Nord
Italia e non solo, permettendo di
aprirsi alcuni mercati esteri appetibili che vogliono mangiare italiano, ma
che richiedono standard elevatissimi,
come Usa e Giappone; in questi Paesi,
infatti, il processo Hpp è riconosciuto
legalmente per l’ingresso di prodotti
alimentari.
Villa Food, che ha saputo aggregare
diversi imprenditori nella sua compagine societaria, è sorta per il forte desiderio di creare prodotti gastronomici certificati, gustosi, sani e senza l’aggiunta
di conservanti. ‘Cibo del futuro’ è uno
slogan di Villa Food che parte da questi
presupposti nella consapevolezza che
il futuro dell’alimentazione non potrà
essere soltanto quello proposto da Villa
Food, ma i suoi sistemi innovativi certamente sì.
ilFRIULI BUSINESS 41
Produciamo
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42 ilFRIULI BUSINESS
maggio 2015
a ziende
agroalimentare
Frico da
esportazione
Franco
savio
Savio - L’azienda di Bueriis, che produce
un miLione di confezioni aLL’anno, punta
anche ai mercati esteri per far conoscere
questo piatto tipico deLLa nostra terra
I
1950
10
Anno di
fondazione
Numero di
dipendenti
l frico rappresenta da sempre il Friuli e la ditta di Franco Savio lo valorizza, diffondendone le qualità e la
sua bontà da lungo tempo. Questa realtà
gastronomica friulana, infatti,
porta avanti questa usanza cucu
linaria da tanti anni, con grande
attenzione alla tradizione e alal
trettanta voglia di innovazione
e modernità. La Savio nasce a
Bueriis nel 1950 grazie all’inall’in
tuizione del suo fondatore
Olindo Savio,, che operava
come grossista, importatore
e stagionatore di formaggi
nazionali ed esteri. Nel corso
dei decenni successivi, la realreal
tà friulana si distingue tanto per
la continua ricerca di prodotti nuovi
e innovativi, frutto soprattutto dell’abbi
dell’abbinamento produttivo con le sempre più
moderne tecnologie dell’alimentazione,
quanto per la bravura e l’attenzione con
cui non perde le tradizioni e i sapori originali. È fondamentale, infatti, il rapporto
costante che l’azienda riesce a sviluppare
e a consolidare, anno dopo anno, con le
piccole realtà artigianali che riescono a
mantenere inalterati i gusti di un tempo
maggio 2015
delle varie specialità prodotte
grazie alle antiche tradizioni
locali; questo è, di fatto, uno dei
valori aggiunti di tutti i pro-dotti Savio, dal 1950 a oggi.
Grazie a queste scelte la
Savio, oltre al commercio
all’ingrosso, si è orientata
anche all’apertura di punti
vendita specializzati rivolti
al consumatore finale, par-tecipando anche a fiere e vere
e proprie manifestazioni enogastronomiche di importanza mondiale. Attualmente, l’azienda, con sede nella piccola frazione di Magnano in Riviera, impiega da otto
a dieci dipendenti e produce per lo più
due prodotti gastronomici: il frico di
patate, pronto soltanto da riscaldare
in padella, in piastra o al microonde
e quello croccante tipo snack. ProPro
duce, così, circa di un milione di
pezzi e si avvale di diversi canali
di distribuzione: dalle mense, ai
bar, ai distributori automatici,
fino alla distribuzione orgaorga
nizzata e specializzata. InolInol
tre, produce anche nella forfor
ma del privat-label, cioè con
etichettature a marchio persoperso
nalizzato per le principali realtà
del mondo lattiero caseario.
co-marketing per il turismo
“La mia sfida alla distribuzione del frico è inizia formalmente una ventina di
anni fa, ma lavoro in questo contesto fin
dagli Anni ’70 – commenta Franco Savio,
attuale titolare – di questi tempi, con la
recessione e tutti i problemi
che ruotano attorno, non è
facile portare avanti un’attiviun’attivi
tà del genere; tuttavia, sono
sempre stato un combatten
combattente e le sfide mi sono sempre
piaciute, lavorativamente
parlando, così reagisco investendo tutte le mie idee
in questa piccola realtà e
penso di essere riuscito a
d’imporcostruire qualcosa d’impor
tante, tanto per me, quanto per il Fruli
Venezia Giulia stesso. Grazie a questo,
abbiamo anche raggiunto un accordo di
co-marketing con l’agenzia TurismFvg,
apponendo il logo della promozione regionale sulle confezioni: una sorta di riconoscimento a quello che credo di aver
dato alla mia terra.
Il futuro? Sicuramente è mia intenzione
stabilizzarmi e rendere il prodotto frico
una delle eccellenze culinarie nel mondo
– continua Savio - per questo guardo con
attenzione i mercati esteri, come possono
essere quelli degli Stati Uniti d’America e
dell’Oriente più in generale.
Il riscontro che stiamo avendo e sicuramente positivo. Siamo in crescita
costante non lo nascondo, ma come
già detto dobbiamo necessariamente
guardare ai mercati esteri, pur non trascurando minimamente quello italiano.
Proprio da quest’ultimo ci stanno arrivando alcune soddisfazioni importanti: con sempre maggior richiesta e con
grande interesse, ad esempio, il ‘Frico
Friuli’ sta conquistando Roma; un bel
segnale guardando anche alla diffusione
del prodotto nel mercato italiano”.
ilFRIULI BUSINESS 43
Aziende
Terziario
LifeSafeTy
L’AziendA
udinese propone
un innovAtivo
progrAmmA di
prepArAzione
mentALe e fisicA,
A difesA di
persone e cose
roberto
veronese
Professionisti della sicurezza
L
a mission è ben chiara e si sviluppa in un contesto nuovo e ancora
poco conosciuto: fornire al mercato italiano un nuovo punto di riferimento nel settore della sicurezza attraverso
un innovativo programma di preparazione mentale e fisica delle persone supportato dall’adozione e commercializzazione, sia B2B sia B2C, dei più moderni
prodotti, tecniche e tecnologie esistenti
sul mercato internazionale tanto per la
difesa degli individui quanto delle cose.
Nasce così a Udine LifeSafety, dall’idea
del titolare Roberto Veronese.
“Tutti siamo costantemente alla ricerca della sicurezza per noi, i nostri cari, le
nostre proprietà – spiega -. LifeSafety lo
sa e vuole fare capire che questo fondamentale obiettivo non si raggiunge con
l’improvvisazione ma è il frutto di un costante processo di aggiornamento svolto
sul mercato nazionale ed estero. Questo
eccezionale investimento sul fronte della ricerca consente di generare attività
formative di altissimo livello, ma accessibili a tutti”.
L’obiettivo primario di LifeSafety è
rendere sempre consapevoli le persone
e le aziende sui possibili rischi, affinché
siano in grado di gestirli in ogni occasione nel modo più vantaggioso. Sviluppa, quindi, i temi della prevenzione,
dell’autoanalisi, della sicurezza passiva
e attiva, con una proposta estremamente articolata. Praticamente si toccano
tutti i fronti possibili, dal domestico al
44 ilFRIULI BUSINESS
professionale fino al personale passando per i beni mobili e abbracciando pure
lo spazio informatico. Quindi, privato
o imprenditore, padre o businessman,
madre o imprenditrice, l’azienda friulana fornisce un vero e proprio manuale
d’uso: anzitutto ‘mentale’, ma senza trascurare l’aspetto ‘fisico’.
servizi, formazione e dotazioni
LifeSafety, che attualmente occupa cinque persone, grazie alla grande
know-how nel campo della sicurezza,
mette a disposizione dei suoi clienti
soluzioni personalizzate, economicamente competitive e adatte a ogni esigenza aziendale. Inoltre, facendo parte
di un network di aziende specializzate,
può offrire, a seconda delle esigenze,
servizi integrati di sicurezza e salvaguardia a 360°.
Tra i servizi tecnologici a disposizione, quelli forniti dai dispositivi di
ultima generazione per la geolocaliz-
zazione, non solo dei beni, ma anche
delle persone; funzione sviluppata, in
quest’ultimo caso, dal Progetto SerenEtà.
Tra gli altri servizi, si segnala quello
classico di portierato, declinato però in
maniera innovativa e attuale: consiste
in un’ininterrotta sorveglianza dello
stabile o dell’attività che si svolge in
esso e una supervisione più controllo
di ciò che accade all’interno dell’area
di competenza e contestualmente delle
attività svolte nell’edificio.
“La sintesi della nostra proposta –
chiarisce Veronese - si riflette ottimamente nel messaggio pubblicitario individuato: contro la violenza, ti guida
l’istinto.
In pratica, intendiamo sostenere con
forza due verità. Una obiettiva, perché ricorda in maniera chiara che, per
l’appunto, nella situazione sovente imprevista e imprevedibile della violenza
subita non si può mai sapere realmente
quale sarà la reazione dell’essere umano, in quanto a prevalere è sempre il
complesso istintuale del singolo.
La seconda verità è quella in cui crede LifeSafety. Vale a dire la capacità di
fornire alle persone, attraverso tecniche e tecnologie professionali all’avanguardia, un preciso programma di
formazione, tanto da arrivare a ‘guidarne’, appunto, la reazione istintuale per
quanto riferibile alla sicurezza di persone e cose”.
maggio 2015
L’AZIENDA “Fratelli Perosa” trova le sue
origini nell’attività fondata dal padre 45
anni fa. Nel corso degli anni l’aziendaL’AZIEN
amplia le proprie attività in ambito regio-origini
nale grazie alla selezione di personaleanni fa
Contract & Finiture - Pitture civili e industriali
- Decorazioni
amplia
altamente fidato e ad un costante rinnale g
Isolamenti a cappotto ed acustici - Sistemi in
cartongesso
e
metallici
novo tecnologico delle attrezzature. L’at-altame
tivitàH.
spazia
lavori
Manutenzione stabili e piattaforme aree
22 dai
e 36
mt.di pittura e finituranovo t
particolare come stucchi veneziani, spa-tività s
tolati e moderni effetti decorativi, fino aipartico
lavori più articolati di contro-soffittatura,tolati e
cartongesso,
isolamenti
termici,
L’AZIENDA “Fratelli Perosa” trova le sue origini nell’attività fondata dal
padre 45 anni
fa. Nel corso
degliacustici
anni lavori
carton
e compartimentazioni
antincendio,
l’azienda amplia le proprie attività in ambito regionale grazie alla selezione
di personale altamente
fidatoreae
e com
lizzazione
di
scale
e
divisori
per
uso
civile,
ad un costante rinnovo tecnologico delle attrezzature. L’attività spazia dai lavori di pittura e finitura particolare
lizzazio
commerciale
ed
industriale.
come stucchi veneziani, spatolati e moderni effetti decorativi, fino ai lavori più articolati di contro-soffittatura, comm
Negli
ultimi
anni,
grazie
alla
collaboraziocartongesso, isolamenti termici, acustici e compartimentazioni antincendio, realizzazione di scale e divisori Negli u
ne con i principali architetti della regio-ne co
per uso civile, commerciale ed industriale.
ne, idella
“Fratelli
Perosa”
consolidando
la lorone, i “F
Negli ultimi anni, grazie alla collaborazione con i principali architetti
regione,
i “Fratelli
Perosa” conofferta
di supporto
servizio “chiavi
mano”,per
si prosolidando la loro offerta di servizio “chiavi in mano”, si propongono
come
tecnicoinanche
la offerta
pongono
come
supporto
tecnico
anche
pongo
progettazione.
per
la progettazione.
Il forte carattere innovativo e la risoluta volontà di conservare sempre
il livello
qualitativo del lavoro, ha portato per la
Il forte
innovativo
e la
risolutaIl forte
l’azienda ad acquisire la certificazione SOA in quattro categorie: OG1
– OS6carattere
– OS7 – OS8e
l’Azienda
è certifivolontà di conservare sempre il livellovolontà
cata Sistema Qualità RINA spa ISO 9001:2008.
qualitativo
deldei
lavoro,
haeportato
l’azien-qualita
Grazie ad una accurata selezione dei fornitori ed un coinvolgimento
nella scelta
prodotti
dei processi,
da
ad
acquisire
la
certificazione
SOAda ad
i “Fratelli Perosa” sono in grado di assicurare soluzioni funzionali tali da garantire serietà, competenza ed
in
quattro
categorie:
OG1
–
OS6
–
OS7in qua
esperienza
– OS8
– OS8e l’Azienda è certificata Sistema
Qualità
Qualità RINA spa ISO 9001:2008.
Grazie
Grazie ad una accurata selezione deifornito
fornitori ed un coinvolgimento nella scel-ta dei
ta dei prodotti e dei processi, i “FratelliPerosa
Perosa” sono in grado di assicurare so-luzioni
luzioni funzionali tali da garantire serietà,comp
competenza ed esperienza
Aziende
Terziario
eikon agency - nAtA grAzie AllA FActory dellA Bcc
di MAnzAno, l’AgenziA udinese vuole speciAlizzArsi
nell’AltA ForMAzione, senzA diMenticAre lA creAtività,
Anche oltre l’Aspetto coMMerciAle
Comunicazione
e impegno civile
U
na sede come ‘premio’, un portale
web moderno e già numerosi riconoscimenti giunti dall’Italia e
dall’estero. Sono questi i risultati già raggiunti da Ivan Vadori, giornalista
e regista. La sua agenzia di
comunicazione, Eikon
Agency, è nata lo
scorso 29 gennaio, dopo essere
stata decretata
vincitrice dello
spazio comune
di lavoro alla
Factory
della
Bcc di Manzano
nel palazzo ‘Moretti’ in Piazzale XXVI
Luglio, a Udine. Assieme
ad altre 11 attività lavorative,
presenti alla Factory, Eikon Agency condivide l’idea di unire le competenze di
giovani professionisti friulani under 35.
Per Eikon Agency era necessario avere
un portale che racchiudesse tutte le varie
attività dell’agenzia. Ogni giorno le persone entrano in contatto con vari servizi
che offre la rete. La peculiarità di Eikon è
46 ilFRIULI BUSINESS
competere a 360° su ogni fronte del mondo della comunicazione: dalla grafica al
video, dalla fotografia al web progettando anche app.
“Oltre agli innumerevoli servizi
per i nostri clienti, punteremo molto sui corsi di
formazione – spiega
Vadori – condotti
da professionisti del settore.
I n aug u r a ndo
il nostro sito,
inizieremo per
esempio le lezioni di lingua spagnola che verranno
impartite dall’insegnante Stefania Buosi,
la quale vanta un curriculum
prestigioso. Buosi, infatti, è docente
madrelingua spagnola con esperienza decennale nella didattica: tra le sue
esperienze professionali quella presso
l’Ambasciata Spagnola a Roma, la Scuola Americana a Trieste, il Ministero degli
Affari Sociali dello Stato di Israele”.
Una delle peculiarità di Eikon è quel-
Ivan
Vadori
la di offrire corsi specifici di alta qualità
professionale che non si trovano facilmente in regione.
strumenti utili di lavoro
“Abbiamo appena terminato il primo
corso di Crowdfunding – continua Vadori – perché crediamo molto nelle formazione tra professionisti del settore. Gli incontri sono stati molto apprezzati, poiché
abbiamo dato ai nostri corsisti strumenti
utili di lavoro. Ci vuole lo studio teorico,
ma le persone necessitano di mettersi subito all’opera. Tra i nostri allievi ci sono
state persone che, comunque, hanno dimestichezza con gli strumenti della rete
e lavorano nel settore della comunicazione”.
“Proseguiremo con corsi di fotografia,
socialweb marketing, photoshop – conclude Vadori – è nostra intenzione divulgare il ‘sapere’. Oggi sempre più persone
utilizzano il web, i social, le app per comunicare: tutto scorre in rete”.
Vadori è già diventato famoso perché
autore di un lungometraggio intitolato
“La Voce di Impastato”, dedicato appunto
all’attivista antimafia Peppino Impastato. Il film, che è interamente autoprodotto dal regista friulano che si è avvalso di
più di 30 professionisti della nostra regione, ha toccato circa 70 località in Italia e all’estero, con più di 100 proiezioni
e 25mila spettatori. La tappa più recente
è stata all’Università americana di Harvard, dove lo stesso Vadori ha tenuto una
lezione agli studenti.
maggio 2015
Aziende
Terziario
di vantaggi
Un pianeta
iT PlaneT
LA società di servizi
informAtici, sempLificA
LificA e
rende più economicA LA ‘vitA
vit ’
e conoscenze specialistiche di alto li
livello.
Offre servizi di consulenza, suppor
supporto, assistenza, progettazione e realiz
realizzazione di infrastrutture, networking,
firewalling, sicurezza dei sistemi, siti
web, sviluppo web e database.
deLLe piccoLe e medie Aziende
trA trentino e friuLi
O
vunque, sempre e per qualsiasi
dispositivo: è questo il ‘mantra’
che anima l’offerta di servizi
della It Planet, società specializzata in
servizi informatici proponendo soluzioni che semplificano e rendono più
efficaci ed economiche le dotazioni
delle singole aziende.
It Planet nasce nel 2006 dall’esperienza decennale acquisita del fondatore Denni Tion presso una grande
azienda di informatica a Trento e da al-
varietà di clientela
2006
Anno di
fondazione
tri suoi colleghi che lo seguono in questa avventura. It Planet si sviluppa sin
da subito acquisendo clienti mediograndi e facendo da consulente anche
per altre realtà del settore che quali
cercavano professionalità, esperienza
aditec
Impianti Tecnologici
srl
Attualmente, opera in tutto il Tri
Triveneto. I clienti spaziano da alcune
banche cooperative, aziende di infor
informatica, aziende del settore dei prodotti
petroliferi, unione di farmacisti, Camere di commercio, piccole o medie
industrie.
“Non esiste una tipologia di cliente
– spiega Tion, friulano e amministratore unico dell’azienda - ma per noi è
BUTTO
O
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Tel. 0431.567069
maggio 2015
denni
Tion
importante quello di cui un cliente ha
realmente bisogno. Il nostro motto, infatti, è: la tua azienda ovunque, sempre
e su qualunque dispositivo”.
Fiore all’occhiello della It Planet,
grazie alla grande esperienza, specia-
maggio 2015
lizzazione e professionalità,
sono la virtualizzazione
tramite tecnologia Vmware e Citrix. Si tratta di
soluzioni che semplificano le complessità che
caratterizzano l’IT, supportano le aziende nel
miglioramento dell’agilità, dell’efficienza e della
redditività aumentando
efficienza e riducendo i
costi. Attraverso la virtualizzazione delle applicazioni, inoltre, consentono
di distribuire servizi a qualsiasi dispositivo, sempre e
ovunque, appunto.
programmi di sviluppo
L’azienda, che oltre ai due
attuali soci, conta su quattro collaboratori, ha due sedi, rispettivamente a
Trento e a Talmassons.
“Nostri prossimi obiettivi – aggiunge Tion – è rafforzarci in Friuli, con un
nuovo ufficio molto probabilmente a
Pozzuolo; inoltre, stiamo sviluppando
alcuni servizi cloud per professionisti e
investiremo in un datacenter per servizi web e servizi di outsourcing per le
micro e piccole aziende”.
ilFRIULI BUSINESS 49
nomine
san Daniele a
GuiDa emiliana
nuoVo Direttore
alla manzano
Il modenese Giuseppe Villani (nella
foto), Ad dell’azienda
salumiera Villani che
controlla il prosciuttificio friulano Nuova
Mondiale, è stato
eletto presidente del Consorzio
del Prosciutto di San Daniele Dop.
Vicepresidente per il mandato
triennale sono stati nominati stefano Fantinel e alessio prolongo.
Alla banca di
credito cooperativo
di Manzano il nuovo
direttore sandro
soldà (nella foto),
che sostituisce
angelo zanutto, di
cui era già vice e responsabile
dell’area commerciale. Soldà ha
57 anni, vive a Sammardenchia,
è sposato e padre di quattro
figli.
Da porDenone
Voce nazionale
Il presidente
dell’azienda di
trasporti pubblici
pordenonese Atap,
mauro Vagaggini, è
stato eletto all’unanimità nel direttivo
nazionale dell’Asstra, l’associazione che raggruppa tutte le 153
aziende di Tpl italiane.
conFapi nel
Friuli occiDentale
Il Comitato provinciale della Confapi
ha eletto il suo
nuovo presidente
nella persona di
cristiano pegorini (nella foto),
manager della Palazzetti Lelio.
imprese culturali
Della giunta fanno parte anche
mauro avanzini della Dena
Line di Pordenone, alessandro
Bianchettin della Alfateam
Information Technology di Fiume
Veneto, luigi Dean della Ispef
Servizi Ecologici di Azzano
Decimo, michele Filippi della
Dform di Pasiano di Pordenone,
cinzia ticco paronuzzi della Rbp
di Aviano.
GuiDa Della rete
Della ciViDale
È maurizio Gattesco il nuovo direttore commerciale
della Banca Popolare di Cividale.
Nato a Mortegliano
nel 1957, laureato
in scienze statistiche ed economiche all’università di Padova,
risiede a Udine e vanta una vasta
esperienza in campo bancario
avendo iniziato il suo percorso
professionale nella Banca del
Friuli nel 1984 di cui ha seguito
Scuola di danza ceron
a scuola di danza Ceron, nasce 50 anni
fa, dal progetto pionieristico della coppia,
nel lavoro e nella vita, paola ceron e Bruno
Galliussi. In un periodo povero per il Friuli di
proposte nell’ambito della danza, la coppia aprì
la scuola e avviò una serie di attività didattiche
e di promozione della danza come espressione
educativa e come arte; col suo esempio, poi,
ha contribuito alla nascita di analoghe realtà
in regione e in Veneto. Oggi, la continuità di
questo progetto dalle valenze educative è
garantito dall’attività appassionata e dai contenuti sempre nuovi della figlia Elisabetta Ceron.
Da oltre 30 anni, si dedica a far ‘crescere’ i
talenti artistici, promuovendo la formazione
coreutica: la danza, infatti, secondo questo
approccio, è arte codificata e, prevedendo una
progressione nei programmi e un rispetto dei
tempi degli allievi, diventa strumento di crescita
personale, di sviluppo di coscienza corporea e
di attitudini personali, oltre che possibilità per
uno sbocco professionale. La scuola svolge 46
lezioni settimanali, suddivise tra i vari corsi,
quali danza classica, moderna, hip-pop. La
presenza annuale media è di circa 250 allievi.
Gli insegnanti sono sette e, come sottolinea la
50 ilFRIULI BUSINESS
Un’allieva
Foto Luca Dimastrodonato
per diventare grandi si inizia da piccoli
L
l’intera evoluzione aziendale.
Alla Cividale è giunto nel 2006
diventando responsabile di
diverse aree commerciali. Ora le
è stata affidata la direzione di 75
agenzie della banca operative in
7 province.
camBio al
Vertice Dei periti
Il Collegio dei periti industriali della
provincia di Udine
si è dato un nuovo
presidente, nella
persona sergio
comisso (nella
foto) che raccoglie il testimone
da paolo paravano. Nel nuovo
mandato il segretario è raffaello tosatto, mentre il tesoriere
Daniele mansutti. Nel direttivo,
inoltre, assieme a Paravano siedono i consiglieri igor Battaglia,
renato Grignolo, alessandro
magrini, Jacopo pierdominici e
stefano zoffo.
direttrice elisabetta ceron, “sono tutti docenti
con titolo o con alta formazione artistica ed
esperienza, due elementi che garantiscono alti
standard di qualità e che hanno permesso, nel
tempo, di consolidare il rapporto con gli allievi
con percorsi anche decennali; al momento
attuale, inoltre, rappresentano punto di forza
per reggere ai venti della crisi”.
L’attuale sede di via Baldasseria Bassa a Udine,
di oltre 800 metri quadrati, è disposta su due
piani e comprende sale attrezzate e un’aula
magna con circa 250 posti a sedere. La retta è
rimasta invariata da oltre 5 anni. La scuola, dal
1977 riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione
(Miur), è stata insignita di numerosi premi per
gli alti livelli tecnici e qualitativi raggiunti; la
direttrice, ha contributo, inoltre, alla realizzazione di pubblicazioni, di produzioni video e ha
tessuto una ricca trama di collaborazioni con
coreografi, danzatori, attori, musicisti e registi,
artisti di alta formazione, che contribuiscono
alla realizzazione di eventi, come saggi e festival. Questi eventi rappresentano un momento
di confronto con altre realtà e strumento di
marketing, ma in primis promozione del valore
della danza come arte, nella sua accezione
educativa. La scuola è impegnata anche nel sociale: infatti, durante gli eventi, raccoglie offerte
a favore di Onlus a difesa dell’infanzia e della
dignità di bambini poveri e sfruttati del mondo.
Barbara Piazza
maggio 2015
maggio 2015
ilFRIULI BUSINESS 51
r e s p on s a b i l i t à s o c i a l e
socialis
termometro
dell’impegno
Q
uante sono le
aziende in Italia
che si impegnano in
iniziative di responsabilità sociale d’impresa?
A quanto ammontano
i relativi investimenti?
Quali sono gli ambiti
di impegno preferiti
dalle aziende? Quali
sono i soggetti che
spingono maggiormente le imprese verso
il cambiamento? La
crisi ha influito e sta
influendo nelle scelte?
Quali sono le principali
motivazioni di comportamenti socialmente
responsabili? Quanto
è diffuso il bilancio
sociale? A queste
e altre domande ha
risposto il 6° Rapporto
sull’impegno sociale
delle aziende realizzato dall’Osservatorio
Socialis presentato
all’Università di Udine
lo scorso martedì 21
aprile.
f.barcherini@
mgmtgorizia.com
Composti a tavola
Spreco alimentare - in una settimana ogni famiglia getta nel cestino 6,5
euRo di cibo. seRve una campagna di educazione, come fatto a codRoipo
La mensa
della scuola
‘Bianchi’ di
Codroipo
È
di 8,1 miliardi di euro
il valore dello spreco
alimentare
domestico
italiano nel 2014: 6,5 euro a famiglia e 630 grammi di cibo
gettato, ogni settimana. Sono
dati allarmanti, quelli dell’osservatorio Waste Watcher, promosso da Last Minute Market
in collaborazione con Swg e
Università di Bologna.
Centrale sarà comprendere
le dinamiche sociali che determinano gli sprechi e definire i
ruoli degli attori sociali: istituzioni, imprese, famiglie, scuole. Secondo 4 italiani su 5 “urge
una campagna di educazione
alimentare”. A partire dai più
giovani, possiamo aggiungere.
L’Expo di Milano, appena ini-
sviluppo sostenibile
ziata, inoltre, impone riflessioni sul tema alimentare, sociale
e della cooperazione.
da dove ripartire
Esistono esperienze incoraggianti, come quella della
scuola secondaria di primo
grado ‘Bianchi’ di Codroipo.
Nell’anno scolastico 2012-2013,
in questo istituto, sono stati
raccolti i dati qualitativi sulle
tipologie di cibi accettati, parzialmente accettati e rifiutati
in mensa. L’indagine, svolta in
collaborazione con il Comune e l’associazione Animaimpresa, ha offerto interessanti
spunti di riflessione: con l’aumento dell’età si fa più evidente
il rifiuto a priori del cibo; le pietanze meno consumate sono
sicuramente frutta e verdura;
gli alunni sono poco abituati
a una dieta varia e prediligono pochi piatti e non sempre
i più sani; i genitori sono poco
coinvolti e vanno portati a una
maggior riflessione sul tema.
c’è molto da fare
Nonostante a scuola i docenti compiano un lavoro costante
di sensibilizzazione sul tema
alimenti e salute, quindi, resta
ancora molto da fare. In questo
anno scolastico la ‘Bianchi’ ha
iniziato a eliminare in compostiera alcuni rifiuti, come frutta e verdura, grazie al progetto
‘In mensa stiamo Composti’
promosso da Comune, A&T
2000, Animaimpresa e Camst.
L’auspicio è che tutte queste
iniziative possano, in qualche
modo, favorire la crescita dei
ragazzi, tutelare la loro salute
e farli diventare cittadini più
responsabili.
Giuliana Zamboni
[email protected]
www.animaimpresa.it
Rete scolastica Regionale
dai banchi al tirocinio all’estero
S
abato 18 aprile, presso l’Auditorium ‘Egisto Snidero’ di Staranzano dell’Istituto statale d’istruzione
superiore ‘Brignoli-Einaudi-Marconi’,
si è svolto un convegno dal titolo “La
cooperativa e l’impresa a responsabilità sociale – Modelli d’impresa per la
tutela e la valorizzazione del territorio in un’ottica di sviluppo globale
52 ilFRIULI BUSINESS
sostenibile”. L’incontro rientra in un
progetto rivolto agli studenti di una
rete di scuole superiori della regione
che, al termine del quarto anno
scolastico, effettueranno un mese
di tirocinio in imprese cooperative o
a responsabilità sociale in Francia,
Germania, Regno Unito e Spagna.
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ilFRIULI BUSINESS 53
it club
Trapianto
senza rigetto
Digital transformation
Quando viene introdotta in un’azienda
può portare non solo a un’evoluzione,
ma a una vera e propria rivoluzione.
perchè sia efficace, però, è necessario
prima preparare l’habitat interno
di cristiano di paolo
Il termine ‘digital transformation’ si riferisce alla
sempre maggiore pervasività e disponibilità della
tecnologia nella nostra
società, tanto da finire per
apportare vere e proprie trasformazioni al vivere sociale. Questo processo
evolutivo, che da sempre accompagna
la storia dell’umanità, ha assunto negli
ultimi anni connotati che sembrano
essere più vicini a una rivoluzione che
a un’evoluzione. Questo perché i ritmi
di introduzione delle innovazioni sono
diventati frenetici e con un impatto notevolissimo sulla nostra vita e il nostro
agire.
l’esempio della carta
Il fenomeno si applica anche alla realtà aziendale: talvolta, è trainato dal
mercato consumer, altre volte arriva
con proposte create appositamente per
il mondo del lavoro. Se volessimo esemplificare come si può declinare la digital trasformation in azienda, potremmo
parlare di come si è cercato di ridurre
o eliminare la carta dai processi aziendali. Può sembrare banale, ma spesso i
processi aziendali e, soprattutto, i loro
attori sono legati al foglio di carta, che
si tratti di un documento, di un report
o di una semplice nota. La produzione,
l’utilizzo, la gestione, l’archiviazione e
la distruzione (sempre che quest’ultima
fase avvenga) della carta in azienda ha
un costo sia in termini di tempo, sia di
efficienza dei processi. Produrre e utilizzare documenti digitali ne facilita la
condivisione dentro e fuori dall’azienda, garantisce che quella che stiamo
guardando sia sempre la versione più
aggiornata dell’informazione e semplifica l’archiviazione e la ricerca.
54 ilFRIULI BUSINESS
Richiede un approccio strutturato,
che si concentri principalmente sui
processi strategici per il business
aziendale
Chiarito con questo esempio di come
la tecnologia può impattare sui processi e le organizzazioni, è bene tener presente che l’introduzione dell’innovazione in azienda può e deve andare ben
oltre l’attuazione di progetti come quello citato. La trasformazione digitale in
azienda, per essere efficacie, richiede
però un approccio strutturato che parta, innanzitutto, dalla ricognizione dello stato attuale dei processi e dei prodotti-servizi aziendali, concentrandosi
principalmente su quelli chiave, cioè
strategici per il business aziendale.
fenomeno inarrestabile
È, infatti, proprio su questi elementi
che l’applicazione della digital trasformation può consentire di innescare una
vera rivoluzione, conferendo vantaggi
competitivi notevolissimi. Parlando di
rivoluzioni, vale la pena ricordare come
sia necessario che il clima e la cultura
aziendale vengano preparati e formati
ai cambiamenti, per evitare opposizioni e rigetti. Anzi, sarebbe opportuno
che siano proprio le persone in azienda
a favorire la trasformazione, suggerendo applicazioni e miglioramenti.
Una delle chiavi di questo meccanismo è proprio la continua evoluzione,
la ricerca del passo ulteriore, la presa
d’atto della necessità di adeguamenti
al passare del tempo. Questo ambito
non va, quindi, considerato come la
realizzazione di uno o più progetti una
tantum, ma come una sorta di ‘stato
d’animo aziendale’, di volontà da parte
di tutte le componenti aziendali di una
ricerca del miglioramento e della trasformazione da attuarsi grazie all’innovazione e alla tecnologia.
Può sembrare un tema difficile e
complesso da approcciare: di certo per
essere affrontato con successo necessita di svariate competenze, da ricercare
dentro e fuori dall’azienda. La complessità del tema non deve, quindi, scoraggiare la sua attuazione: come nella
quotidianità anche in azienda la digital transformation non è un fenomeno
arrestabile. Meglio qualche grattacapo
alla ricerca dell’approccio adatto, piuttosto che esserne travolti passivamente.
[email protected]
maggio 2015
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C
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f i n an z a a g e vo l ata
Rubrica realizzata
in collaborazione con
bandi in corso
Petroleum aiuta
le start-uP
F
ino al 30 giugno 2015 si
può partecipare al concorso Petroleum, promosso dalla
Fondazione Obiettivo Lavoro in
collaborazione con la Fondazione Italiana Accenture, per
progetti in grado di generare
nuova imprenditorialità e
occupazione attraverso la
valorizzazione delle eccellenze
italiane. In palio ci sono premi
per complessivi 200mila
euro, di cui 100mila euro in
forma di contributo finanziario
e 100mila euro in forma di
consulenza manageriale a
supporto dell’avvio o dell’implementazione dei progetti.
nuova vita
agli immobili
I
l contributo può essere concesso alle persone fisiche o
alle aziende titolari del diritto
di proprietà, anche pro-quota,
sull’immobile per interventi
di ristrutturazione edilizia,
manutenzione straordinaria, restauro e risanamento
conservativo volti al recupero,
riqualificazione e riuso del patrimonio immobiliare privato. Il
contributo è pari al 50% della
spesa per la parte effettivamente a carico del richiedente
e per la presentazione delle
domande c’è tempo fino al 3
giugno 2015.
ecobonus con
sconto del 65%
I
l Ministero dello Sviluppo
economico ha attivato la
procedura per richiedere l’accesso alla detrazione fiscale
del 65% per gli interventi di
riqualificazione energetica
degli edifici. È possibile presentare on-line la documentazione per i lavori effettuati
entro il 31 dicembre 2015.
Per maggiori informazioni
www.mgmtgorizia.com
56 ilFRIULI BUSINESS
é l’ora dei campanili
Decreto ‘Sblocca ItalIa’ - Via libera a nuoVe risorse per le opere
infrastrutturali nei Comuni sotto i 5.000 abitanti
A
ll’inizio dello scorso
marzo, il Ministero
delle Infrastrutture e
dei Trasporti ha sottoscritto lo
stanziamento di 100 milioni
di euro per la realizzazione di
opere infrastrutturali nei Comuni di piccole dimensioni,
in attuazione dell’art. 3 dello
‘Sblocca Italia’, il decreto che
approva la convenzione con
l’Anci, la quale stabilisce le
modalità e i criteri di attribuzione delle risorse stanziate.
I destinatari sono Comuni
o associazioni di Comuni al
di sotto dei 5.000 abitanti e gli
interventi devono avere un
costo compreso tra i 100mila e
i 400mila euro.
Ricordiamo che il Programma ‘6000 Campanili’ si è
articolato in più fasi. Lanciato
dal ‘Decreto del Fare’, ha visto
lo stanziamento iniziale di
100 milioni di euro ai Comuni sotto i 5.000 abitanti per la
costruzione di infrastrutture,
la ristrutturazione e costruzione di edifici pubblici, la
realizzazione di reti telematiche e la messa in sicurezza
del territorio. L’assegnazione
delle risorse è avvenuta, su
base nazionale, attraverso il
click day del 24 ottobre 2013,
che ha registrato un boom di
richieste arrivate alla casella
di posta elettronica certificata messa a disposizione, tanto
che nella prima mezz’ora era
già stato esaurito quasi totalmente il budget a disposizione. Sulla base di tali richieste è
stata redatta una graduatoria
con i primi 115 progetti approvati, tra i quali figurano anche
quelli dei Comuni friulani di
San Vito al Torre e di Forgaria.
effetto click day
Considerato l’altissimo numero di richieste presentate,
sulla base della Legge di Stabilità per il 2014, sono stati
stanziati ulteriori 50 milioni
di euro, che hanno consentito, tramite scorrimento della
graduatoria, il finanziamento
di altri 59 progetti. Alla fine
di gennaio, sulla base dello
‘Sblocca Italia’, sono stati destinati al programma 6000
Campanili altri 200 milioni
di euro; dei quali, 100 milioni
sono stati assegnati all’inizio
di febbraio e hanno finanziato
119 opere facenti parte della
lista del 2013. Si arriva, così, a
un totale di 293 progetti già finanziati e 250 milioni di euro
già erogati.
Il programma ‘Nuovi progetti di interventi’ firmato a
inizio marzo sblocca gli altri
100 milioni grazie ai quali, secondo le stime del Ministero,
sarà possibile realizzare da un
minimo di 250 a un massimo
di mille interventi.
Diversamente da quanto
avvenuto nel 2013, questa volta i fondi non saranno ripartiti
sulla base di un bando nazionale, ma sarà compito delle
Regioni pubblicare bandi destinati ai Comuni del territorio di competenza. Sarà, invece, mantenuto il meccanismo
del click day, ovvero priorità in
base all’ordine di arrivo delle
domande. L’informativa del
Ministero chiarisce, poi, come
i Comuni ammessi al finanziamento avranno l’obbligo di
pubblicare il bando di gara o
la determina a contrarre entro
il 31 agosto 2015.
Le Regioni nei loro bandi,
sulla base delle priorità stabilite nella sopracitata convenzione con l’Anci, dovranno
privilegiare “gli interventi di
qualificazione e manutenzione del territorio, di recupero
e messa in sicurezza di edifici
pubblici con particolare attenzione a quelli scolastici e
alle strutture socio-assistenziali, di riqualificazione di
aree dismesse e di riduzione
del dissesto idrogeologico”.
Elena Bezzutti
[email protected]
Programma ‘6000 camPanili’ in cifre
100
milioni di euro stanziati nell'ultima fase
250
milioni di euro già erogati nelle precedenti fasi
5.000
100-400
293
250-1000
numero massimo di abitanti dei Comuni destinatari
migliaia di euro di costo degli interventi finanziabili
progetti già finanziati
numero di interventi che si stima di realizzare
maggio 2015
diritto internazionale
Antitrust europeo
La muLtinazionaLe
di alessia sialino
Sono
passati
diversi anni da
quando Mario
Monti era commissario europeo alla Concorrenza, ma la sua
politica rigida e di austerità
nell’applicazione dei criteri di
concorrenza sleale sono rimasti tali, anzi forse si sono rafforzati.
Dopo cinque anni di indagini, la Commissione sferza
il suo colpo mortale e accusa
Google di abuso di posizione
dominante per due motivi: il
motore di ricerca che penalizzerebbe i concorrenti e il sistema operativo che usa e riempie
tutti i suoi prodotti da smartphone a tablet, oltre che pc.
Per ora la guerra è aperta,
perché Google ha 10 settimane per dipanare i dubbi della
Commissione e per giustificare il forte disaccordo che ha
manifestato nell’apprendere la
notizia.
In sostanza l’Antitrust,
dopo aver inviato una lettera
di obiezioni in cui contesta
quanto setto, ha anche deciso
di aprire due procedure contro
il colosso californiano.
La commissaria Margrete
Vestager intravede nel comportamento di Google un
abuso di posizione dominate
in quanto influenza i consumatori sia sull’uso del motore
di ricerca, sia imponendo il sistema Android sugli strumenti
che commercializza.
Per quanto riguarda il motore di ricerca, ritiene che non
sia garantito ai consumatori la
migliore scelta, dove però non
si indica il parametro di riferimento e non si spiega cosa si
debba intendere per ‘migliore
ricerca possibile’; sicuramente ciò che interessa alla commissaria è la limitazione della
ricerca, anche se l’esistenza
di altri motori garantirebbe, a
mio avviso, la possibilità per il
maggio 2015
è accusata di
abuso di posizione
dominante per iL
motore di ricerca
e per iL sistema
operativo android
La commissaria
Ue Vestager
Google sul banco
degli imputati
consumatore di poter scegliere.
Pur non volendo entrare
troppo nei tecnicismi, evidenzio che oggetto della discordia
sarebbe l’algoritmo che governa il motore di ricerca; leggo
che gli algoritmi sono i processi informatici e le formule
che trasformano le domande
in risposte e che, attualmente, quelli di Google sarebbero
oltre 200 indizi, o segnali univoci, che consentono di intuire
che cosa l’utente stia cercando.
La lista di tutti questi segnali
che Google aggiorna costantemente con nomi fantasiosi non
è mai stata resa pubblica e ciò
in virtù della protezione del
proprio know-how.
parola alla difesa
La prova che Google ha già
fornito per liberarsi dall’accusa è che non ha causato danni, ma ovviamente ciò è semplicistico e non risponde alla
fondatezze delle accuse che riguardano il significato più ampio di danno e non solo quello
economico o immediato.
Già in passato la Commissione aveva ammonito Google
sull’uso del motore di ricerca,
in quanto aveva copiato da siti
rivali le notizie che metteva sul
suo motore, ma senza poi procedere ulteriormente a seguito
di promessa di non proseguire.
Altra questione è quella legata al sistema Android. La
maggior parte dei produttori
di smartphone e tablet usa
questo sistema operativo in
combinazione con una serie
di applicazioni e servizi di
proprietà di Google, stipulando accordi per ottenerne
il diritto di installarne le applicazioni sui suoi prodotti,
ritenendo di fare cosa gradita
al consumatore che non deve
installarlo a sue spese, ma è
già compreso nel prodotto di
acquisto. Pur essendo Android
un sistema open source, che
si può personalizzare a pagamento, è ovvio che gli accordi
con Google garantiscono una
maggiore visibilità. Ma ciò non
rispetterebbe la concorrenza,
anzi secondo la commissaria
danneggerebbe, cosa detta
sommessamente, i produttori europei che non riescono a
emergere.
Il precedente in materia fu
quello del commissario Monti
contro Miscosoft, accusata di
imporre Windows per tenere
i concorrenti fuori dal mercato dei computer aziendali,
subendo una sanzione molto
onerosa nel 2012.
La linea scelta dal commissario Vestager è la stessa e
rappresenta il sentire comunitario, il rispetto della concorrenza non solo fra aziende
europee, ma anche contro chi
esercita in altri continenti un
forte potere economico e che
rischia, se non adeguatamente
bloccato, di soffocare la creatività del mercato europeo privo
delle stesse risorse di quello
americano.
Vedremo come si difenderà
Google, che è consapevole che
la UE non vuole modificare
le sue applicazioni, ma vuole
ottenere garanzia sul rispetto
delle regole del libero mercato.
Infatti, per 4 anni la Commissione ha cercato un accordo,
senza peraltro riuscirvi; ora la
nuova commissaria è determinata ad andare fino in fondo
ponendo l’accento anche sulla
tutela del consumatore e così
suggellando la sua credibilità
nella lotta dell’Antitrust.
[email protected]
ilFRIULI BUSINESS 57
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Vienna supera
La crisi russa
Nonostante
un forte calo
del numero
di turisti russi
a causa della svalutazione della moneta russa, il
numero dei pernottamenti
a Vienna è aumentato del
6,3% nei primi tre mesi
del 2015 rispetto all’anno
precedente a 2,47 milioni
di pernottamenti. Considerando la provenienza dei
turisti il maggior numero
è venuto dall’Austria
(537.000 di pernottamenti), dalla Germania
(466.000) e dall’Italia
(157.000).
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slovena Dars
e austriaca
Asfineg hanno firmato un
accordo per la costruzione
del secondo tunnel per il
collegamento stradale fra
Slovenia e Carinzia, da realizzarsi nel periodo 20172023 al costo complessivo
di 312 milioni di euro. 150
milioni saranno a carico
della Dars, che provvederà
alla realizzazione di poco
meno della metà del tunnel
lungo quasi 8 chilometri.
ondata di
inVestiMenti
La Banca
Europea degli
Investimenti
(Bei) cofinan
cofinanzierà la realizzazione di
progetti prioritari in Croazia con un intervento complessivo di 300 milioni di
euro, in numerosi settori.
Si tratta della prima parte
di un finanziamento di
600 milioni di euro che si
pone l’obiettivo di mobilitare investimenti per 8,1
miliardi di euro.
60 ilFRIULI BUSINESS
N
on più semplicemente un
parco divertimenti per una
divertente visita giornaliera,
ma una vera e propria meta turistica che attragga giovani e famiglie
per un’intera vacanza. È questo il
modello imprenditoriale che Gardaland sta oggi perseguendo. Quella
che sorge dal 1975 a Castelnuovo del
Garda, in provincia di Verona, è la
più importante in Italia e dal 2006 fa
parte della multinazionale britannica Merlin Entertainments Group.
Gli obiettivi a breve e medio termine
li descrive Luca Marigo, direttore
Marketing e Vendite.
Qual è la formula del divertimento che oggi chiede il mercato e come si è evoluta la
Luca Marigo
è il direttore
Marketing e
Vendite di
Gardaland
Negli
ultimi anni
stiamo
crescendo nel
mercato
internazionale,
grazie alla
massiccia
presenza
di stranieri
sul lago di
Garda
Gardaland - NoN più
semplicemeNte uN parco
divertimeNti: la più graNde
struttura italiaNa, giuNta
al quaraNtesimo aNNo
di attività, vuole essere
uNa meta turistica a misura
di giovaNi e famiglie
vostra offerta negli ultimi anni?
“Al fine di fidelizzare la clientela
e attrarre nuovi ospiti, Gardaland
Resort investe costantemente per
arricchire ogni anno la propria offerta. Gli investimenti coinvolgono
allo stesso tempo il parco, l’acquario
Sea Life e il Gardaland Hotel. Ogni
anno il Parco propone molte novità
in termini di attrazioni, show, eventi
e nuove proposte in termini di ristorazione e retail. Nel 2015 abbiamo
inaugurato un’eccezionale attrazione dedicata al segmento dei teenager e giovani adulti. Si tratta del
primo Dive Coaster in Italia: ‘Oblivion – the Black Hole’, le adrenaliniche montagne russe a caduta in
picchiata verticale. Ma non mancano le novità anche per il target delle
famiglie con bambini. Infatti, il 2015
vede l’inaugurazione di Prezzemolo
Magic Village, una colorata e divertente play area per i nostri piccoli
ospiti. L’acquario Sea Life, a sua volta, presenta la novità de ‘L’invasione
dei granchi’. Gardaland Hotel anche
quest’anno propone due nuove camere a tema: si tratta delle camere
Oblivion – the Black Hole, che consentono agli ospiti del resort di vivere un soggiorno da brivido”.
Quale strategia di marketing state adottando?
“L’obiettivo strategico di Gardaland Resort è quello di rafforzare la
sua posizione di destinazione turistica dove soggiornare per più giorni
presso il Gardaland Hotel, visitando
sia il parco, sia l’acquario. Il continuo ampliamento e miglioramento
qualitativo dell’offerta ha, infatti,
l’obiettivo di offrire ai nostri ospiti
maggio 2015
Friuli europa
Il Fesr compIe quarant’annI
ricetta sempre valida
di Fabio cattaruzzi
un’esperienza che non si limiti alla
semplice visita giornaliera. I pacchetti del Gardaland Hotel, i biglietti
combinati Parco più Sea Life, gli abbonamenti stagionali e le campagne
di comunicazione a supporto vanno
anch’essi in questa direzione”.
su quale tipo di mercato state lavorando?
“Gardaland si rivolge prevalentemente al mercato domestico, ma
negli ultimi anni ha puntato sempre
più su quelli internazionali, sfruttando la massiccia presenza
di turisti stranieri che
giungono sul Lago
di Garda. Questi
rappresentano,
infatti, più di un
terzo del totale.
La clientela di
Gardaland Resort è prevalentemente costituita da
famiglie con bambini,
che costituiscono circa i
due terzi dei visitatori del Parco e la
quasi totalità degli ospiti del Gardaland Hotel e del Sea Life. Tuttavia, il
Parco è in grado di attrarre una fetta
molto rilevante di giovani amanti
del brivido grazie a un’offerta sempre più vasta e innovativa di attrazioni adrenaliniche, come appunto
le nuove montagne russe”.
i collegamenti di
trasporto sono
adeguati per i vostri obiettivi?
maggio 2015
“Gardaland è molto ben servita a
livello viario, trovandosi al crocevia
delle autostrade del Brennero e della
Milano-Venezia. Anche i collegamenti ferroviari sono molto buoni,
vista la presenza della stazione ferroviaria di Peschiera, che garantisce a sua volta un collegamento via
autobus con il Parco. Nella stagione
estiva esistono, poi, collegamenti via
bus con campeggi e hotel delle varie
località del Lago di Garda. Infine, gli
aeroporti internazionali di Verona
e Orio al Serio consentono
ottimi
collegamenti
con riferimento ai
turisti internazionali”.
che livello ha raggiunto oggi la
competizione nel
vostro segmento turistico?
“Ci confrontiamo
prevalentemente con i parchi a tema italiani, ma sempre più,
visto il nostro obiettivo di diventare
una destinazione turistica anche internazionale, la competizione coinvolge anche i concorrenti a livello
europeo”.
e quale plus state scomettendo?
“Gardaland è un marchio che si
elecaratterizza per una notorietà ele
imvatissima e un ottimo profilo di im
magine sia a livello nazionale, sia
europeo. Al fine di continuacontinua
re a giocare un ruolo di
leadership nel mercato,
costanpuntiamo su una costan
ecte innovazione e su un ec
cellente livello di servizio.
Inoltre, continuiamo a investire
regolarmente in pubblicità per
comusostenere il marchio e comu
nicare le novità annuali”.
Nato nel 1974 e reso operativo
nella primavera del 1975, il Fondo
Europeo per lo Sviluppo Regionale
(Fesr) compie 40 anni. Inizialmente pensato come strumento
per risollevare economicamente e socialmente le
aree più depresse dell’allora Comunità Economica Europea, concentrate per lo più in Italia,
Irlanda e Gran Bretagna), il Fondo rispondeva a
un’esigenza sentita e condivisa da tutti gli Stati
membri, ovvero quella di riequilibrare il benessere della Comunità mediante un aiuto specifico
a favore dei Paesi più svantaggiati, in un’ottica
di vera solidarietà economica e sociale, e come
strumento per ottenere una coesione di fondo
basata sullo sviluppo economico, soprattutto
all’indomani di una grande crisi petrolifera e monetaria come quelle che aveva investito nei primi
Anni ’70 l’intera economia mondiale e quella
del ‘vecchio continente’, in particolare.
La creazione del Fesr ha rappresentato, quindi, sia una soluzione, sia un’innovazione nelle
politiche sociali ed economiche della Comunità:
ha non solo realizzato concretamente le aspirazioni a una maggiore coesione tra Paesi, anche
molto diversi per lingua e ordinamento, ma ha
pure rappresentato un esempio di solidarietà non
tra individui, ma tra Stati, per il raggiungimento di
un fine superiore al servizio dei singoli.
Da allora molto è cambiato, ma le linee guida,
sebbene aggiornate nel tempo e adattate allo
sviluppo
tecnologico e al
mutamento culturale, ma
soprattutto alla
grande
Il Consiglio d’Europa nel 1975
espansione e trasformazione di quella che oggi l’Unione
Europea, sono rimaste le stesse: investire nelle
piccole imprese per creare posti di lavoro, nelle
infrastrutture utili e funzionali a tal fine, nelle
aree sottoutilizzate e depresse, tra cui quelle
montane, per riconvertirle e valorizzarle. Che vuol
dire competitività per le imprese, comunicazione
e trasporti, ricerca e sviluppo, recupero ambientale, integrazione e sviluppo dell’ambiente urbano
in modo sostenibile, assieme a un uso intelligente dell’energia prodotta e consumata. Una ricetta
antica, ma non antiquata e che oggi rappresenta
la stella polare della politica non solo europea,
ma nazionale e di tutti gli enti che, come la nostra Regione, compongono l’Unione Europea.
[email protected]
ilFRIULI BUSINESS 61
design
Alla fiera
dell’Est...
e dell’Ovest
di Fabio di bartolomei *
La 54a edizione
del Salone del
Mobile di Milano si è chiusa
con un totale
di 310.840 visitatori, in linea
con l’andamento registrato
nel 2013, anno in cui si sono
svolte le biennali dedicate
alla luce e all’ufficio. Con una
presenza del 69% di operatori esteri di alto profilo e con
forte capacità di spesa, come
riconosciuto da tutti gli espositori, il Salone del Mobile ha
confermato, anche in questa
edizione, una forte vocazione
internazionale. Confortante il segnale della presenza
dei russi, si conferma primo
mercato la Cina e secondo
Paese di provenienza degli
operatori del settore la Germania. Inoltre, questa è stata
l’edizione del Medio Oriente:
in particolare, significativa
l’affluenza da Arabia Saudita,
Novità al SaloNe del Mobile - Ottime
premesse per una ripresa del mercatO,
grazie agli investimenti sui prOdOtti
Libano ed Egitto. In crescita
anche i visitatori da Usa, Uk e
India. Come sempre i bilanci
reali le aziende li faranno nei
prossimi mesi, ma possiamo
già dire che è stata un’edizione dal segno positivo.
gioco di materiali
Moltissime le novità presentate delle quali ho fatto una
mia personale selezione: tra
le aziende della nostra regione, Moroso ha esposto il nuo-
Dalla conoscenza ed esperienza maturata in oltre 10 anni di presenza nel settore edile nasce
la Enne Costruzioni s.r.l.
L’impresa giovane e dinamica spazia nel campo
delle costruzioni e ristrutturazioni a 360° e garantisce l’esecuzione di qualsiasi opera edile a
regola d’arte sia civile che industriale dal grezzo
al “chiavi in mano”. Nello svolgere le sue attività, si avvale della collaborazione di personale
dotato di consolidata esperienza ed affidabilità,
per lavori di progettazione e per l’esecuzione di
opere complementari.
L’ impresa opera con qualità, sicurezza e risultato, con tecnici qualificati e specializzati garantendo tempestività, correttezza e puntualità. I
nostri lavori sono il frutto di un impegno costante al miglioramento dello standard qualitativo di
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62 ilFRIULI BUSINESS
maggio 2015
è Sam Son, design Kostantin
Grcic per Magis, una poltroncina dai volumi importanti
realizzata in un materiale
plastico morbido.
vo divano Glider design Ron
Arad, completamente imbottito e rivestito da un particolare tessuto dal colore sfumato, innovativo il movimento
ondulatorio come quello di
un ‘dondolo’. La Cividina ha
presentato la collezione Ala,
design Sebastian Herkner,
composta da poltrone, divani
e pouf in diverse dimensioni
dall’imbottitura molto sotti-
le, ma confortevole. Tra i nuovi prodotti di Chair&More,
Tulip design Kazuko Okamoto, è una poltroncina in
poliuretano integrale con
gambe in legno tornito, interessante anche la possibilità
di inserire una ‘tavoletta’ per
appoggio computer.
Io quest’anno ho progettato circa una quindicina di
prodotti con alcune aziende,
tra essi la poltroncina Cluster
per Linea Fabbrica, azienda
del settore ufficio, che ha la
particolarità di essere realizzata con una rete tecnica
tessuta su mio disegno, posta
in tensione tramite struttura
metallica e seduta imbottita.
Tra le aziende fuori regione un prodotto interessante
ombre cinesi
Nel settore dall’illuminazione, come sempre la ricerca di Artemide ha dato alla
‘luce’ diversi nuovi prodotti
tra i quali la lampada Chlorophilia, firmata Ross Lovegrove, designer organico, un
insieme di foglie trasparenti
illuminate da una fonte di
luce proveniente da un elemento cromato che proietta
sul soffitto una delicata e affascinante immagine.
*Industrial & Interior Designer
Former Design Professor at the
Architecture Faculty of Udine
and Trieste University,
Academy ‘Cignaroli’ of Verona
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maggio 2015
ilFRIULI BUSINESS 63
l av o r o
Il bluff degli incentivi
Tempo deTerminaTo ‘superaTo’ da quello indeTerminaTo
Si riSchia un buco di bilancio per lo Stato Senza duraturi
benefici per l’occupazione e per le aziende
ferivano lavorare come architetti free lance
nelle aziende, con compensi spesso elevatissimi e che accettano di essere assunti come
dipendenti viste le limitazioni in fase di pubblicazione e visto che non dovranno pagare
più la loro cassa professionale.
di alberto giorgiutti
del requisito di sottoccupazione.
Gli ultimi Governi non hanno ancora
e Stefano Di barbara *
La vera precarietà oggi è data dalla scarsa compreso che i pensionati non possono ‘ruformazione delle persone e dalla poca pro- bare’ posti di lavoro ai giovani, visto che sono
Al fine di promuovere forme pensione al lavoro, a prescindere dal tipo disponibili a lavorare ai minimi, ma andrebdi occupazione stabile, il Go- di contratto di lavoro. Tutti gli imprenditori bero utilizzati come ottimi formatori di gioverno con la Legge 190/14, continuano a lamentarsi che non trovano vani che ormai è assolutamente provato che
ha previsto per le assunzioni persone formate e con alta specializzazione non riescono più a essere formati sui banchi
a tempo indeterminato nel e con capacità di concentrarsi 8 ore su 8 per di scuola.
Pochi hanno compreso che oggi, post Jobs
2015 lo sgravio contributivo un’alta qualità del lavoro.
Ulteriore stortura della normativa è det- act, un lavoratore che ha un contratto a tertriennale. Unico requisito
soggettivo necessario del lavoratore è non tata dalle incongruenze: ad esempio, sono mine di tre anni è molto più tutelato di un
aver lavorato a tempo indeterminato con escluse dalla sgravio le assunzioni di lavo- lavoratore assunto con il Jobs act a tempo inla stessa azienda nell’ultimo trimestre del ratori domestici, tipologia contrattuale si- determinato, per il quale in caso di recesso e
2014, cioè quando il Governo stava già pub- curamente svantaggiata in quanto la prassi non fondatezza del licenziamento, è prevista
blicizzando la futura emanazione della nor- prevede nel 99% dei casi la stipulazione di la penale di solo 2 mensilità per ogni anno
mativa, e non aver avuto contratti a tempo contratti a termine con preavviso di soli 15 di lavoro con un minimo di 4 (riducibili a 2
indeterminato con qualsiasi datore di lavo- giorni e facilità del licenziamento, mentre è con la offerta conciliativa). Nel contratto a
ro nei 6 mesi immediatamente precedenti agevolabile l’assunzione di dipendenti as- termine, invece, non si può recedere se non
sunti in precedenza a termine con compensi per giusta causa.
all’assunzione.
Quando oggi un’azienda acquisisce un
Pertanto, dalla fine del 2014 quando si sa- da 80.000 euro annui.
nuovo cliente con cui stipula un contratto
peva della emanazione di questa normativa
rinnovabile di anno in anno, se intende riin tutta Italia vi è stato un picco di contratti a miliardi in gioco
correre al contratto a termine rinnovabile
termine, visto che dopo solo 6 mesi si acquiA oggi risultano già richiesti 2-3 miliardi per assumere 10 dipendenti, deve rispettare
siva il diritto a 3 anni di sgravio fino a 24.180
di agevolazioni e se la norma resta aperta, il vincolo del 20% rispetto ai contratti a temeuro.
Ci permettiamo di dire che sembra che anche per la regolarizzazione dei lavoratori a po indeterminato e pagare il 1,40% di contriquesta normativa sia stata scritta da persone progetto con rinunce tombali al passato, ver- buti aggiuntivi all’Inps, quindi un’aliquota
non tecniche e senza una sufficiente forma- rà fatto un ulteriore ‘buco di bilancio’ di 3-5 del 31,40% circa. Se assume, invece, a tempo
zione giuslavoristica complessiva. Si tratta miliardi. La Ragioneria di Stato ha già messo indeterminato persone ‘agevolate’ e a fine
di una norma finalizzata a creare dati falsati in guardia il Governo che, però, ha minimiz- anno cessa per non rinnovo del contratto
con il cliente, la cessazione ha piena validità
sull’incremento occupazionale. Infatti, non zato il problema.
Il Governo sta agevolando la assunzione oggettiva. Il costo, però, è del 31,40% inferiosono stati posti i dovuti limiti di applicazione, che avrebbero effettivamente dato stabi- di pensionati con sgravio triennale dei con- re con un risparmio fino a 8.060 all’anno. Se
lità di impiego solo ai veri precari. In questo tributi o di professionisti che per anni pre- poi il contratto continua ha risparmiato 8.060
per tre anni, quindi oltre 24mila.
caso l’imprecisione normativa sta agDopo tre anni il rischio del licengravando l’indebitamento dello Stato.
Sproporzione di vantaggi autonomo a partita iva dipendente
ziamento è di sole 2 mensilità ad
Non è stata inserita alcuna norma
Rischio ‘di impresa’
Si
no
anno, pertanto 6 mensilità riducibili
che faccia da filtro su tantissime figure
80 euro di Renzi (se reddito
con offerta conciliativa a 3 mensilità
professionali che, in realtà, di precario
NO
SI
fino a 24.000 euro)
e tale importo è nettamente inferiore
avevano solo il ‘contratto’. Il LegislatoDetrazioni mese su mese
NO
SI
allo sgravio.
re si è dimenticato di inserire il fatto
Assicurazione contro
Pertanto, chi assume in questo
che per precario sottoccupato fino
NO
SI
disoccupazione (NASPI)
periodo a termine è assolutamente
all’avvento del team Renzi, si intenMalattia
NO
SI
svantaggiato come costi rispetto a
deva giustamente chi aveva un redTfr
con
tassazione
competitor che assumono a tempo
dito da lavoro dipendente nell’anno
NO
SI
separata agevolata
indeterminato.
precedente inferiore a 8.000 euro o, se
Assegni familiari
NO
SI
Se la norma resterà attiva al primo
autonomo, inferiore a 4.800.
Buoni pasto
NO
SI
luglio, verranno confermati tutti i
Già prima, per anni, era rimasto
contratti a termine stipulati dal genl’errore normativo in quanto in alcune
NO (se professionista
o imprenditore
SI
Inail
naio dagli stessi datori di lavoro con
Regioni italiane erano iscrivili come
individuale commerciale)
un danno record per le Casse dello
sottooccupati anche i pensionati, in
Sgravio contributivo
Stato.
quanto il reddito da pensione non
NO
SI
triennale fino a 24.080
faceva cumulo per il raggiungimento
*Studio Giorgiutti Alberto & Associati
maggio 2015
ilFRIULI BUSINESS 65
F I S C O
Diritto a una risposta
di karen garofalo
Il 21 aprile scorso, il Consiglio
dei Ministri ha
approvato gli
schemi di tre
decreti attuativi
della Delega fiscale, rispettivamente con oggetto: fatturazione elettronica, internazionalizzazione delle imprese
e certezza del diritto nel rapporto tra Fisco e contribuente.
Ciò premesso, parliamo del
diritto di interpello, istituto
molto importante già in vigore nel contesto delle norme
tributarie che, come è noto,
permette al contribuente di richiedere all’amministrazione
finanziaria un parere in relazione a determinate operazio-
66 ilFRIULI BUSINESS
ni non ancora poste in essere,
per sapere se sono conformi
alle norme tributarie.
Le tipologie di interpello sono
quattro: antielusivo, disapplicativo, ordinario o generalizzato e interpello specifico
per le imprese che operano in
ambito internazionale. Tutte
le tipologie hanno in comune le stesse regole precise da
adottare per la presentazione
dell’istanza all’Agenzia delle
Entrate.
Nell’istanza di interpello il
contribuente deve illustrare
in maniera chiara ed esaustiva il caso concreto in relazione al quale l’Agenzia delle
Entrate è chiamata a esprimersi. In esso devono essere
indicati il tipo di istanza, i
dati identificativi del contri-
Interpello
Un istitUto declinabile
in qUattro diversi modi
buente, la descrizione precisa e puntuale della situazione
concreta e il valore economico del beneficio fiscale di
cui il contribuente ritiene di
potersi avvalere. L’interpello
è inammissibile se mancano i dati identificativi di chi
presenta la domanda o la
sottoscrizione della procura
al professionista che l’ha presentato.
silenzio-assenso
Quando l’istanza ha tutti i
crismi della legalità, l’amministrazione finanziaria ha
l’obbligo di dare una risposta al contribuente entro 120
giorni della sua ricezione. Se
entro tale termine la risposta
non perviene, si intende che
l’Ufficio concordi con l’interpretazione o il comportamento del contribuente, in
virtù della norma che disciplina il cosiddetto silenzioassenso.
L’adeguamento del contribuente al parere fornito
dall’amministrazione finanziaria, impedisce al Fisco
di emettere provvedimenti
impositivi, sempre che non
si dimostri la non veridicità
delle indicazioni contenute
nella richiesta e, inoltre, non
possono essere irrogate sanzioni nel caso in cui il contribuente non abbia ricevuto risposta dall’amministrazione
limitatamente al problema
proposto con l’istanza presentata.
[email protected]
maggio 2015
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