Black music targata anni `50 e `60

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Black music targata anni `50 e `60
Black music targata anni ’50 e ’60
notte di note
di Giancarlo De Bernardi
Due splendide serate estive hanno fatto da corollario, sulla piazzetta di Maggia, a due grandi serate di Blues, essenzialmente targato anni ’50/’60. Molto
coinvolto il buon numero di spettatori
presenti. Ormai sulla scena da più di
venti anni, il fenomenale e simpatico
R.J. Mischo, persona molto schiva nel
backstage, sa trasformarsi in istrionico
entertainer non appena calca il palco. Il
concerto di Maggia non ha fatto altro che
confermare quanto si diceva di questo
cantante-armonicista, dalla voce potente
e swingante. Innamorato del Blues stile
anni ’50, lo ha riproposto anche in Vallemaggia in tutta la sua grandezza. Durante il suo lungo set ha spaziato dal puro
Rock’n’Roll, con non celati ammiccamenti a Chuck Berry, proprio al sound tipico dei grandi di quell’epoca. Ben marcata l’influenza dei vari Howlin’ Wolf,
Muddy Waters e Sonny Boy Williamson.
Molto interessanti i piccoli siparietti,
quasi incredibili assolo di armonica, con
la band ad accompagnarlo in sottofondo.
R.J. Mischio è certo un fenomeno dell’armonica a bocca, ma non ha mai ecceduto
in virtuosismi fine a sé stessi. Il suo fra-
seggio è comunque stupefacente e a giusta ragione c’è chi lo considera il migliore attualmente in circolazione! Valida la
band che lo ha accompagnato, con Donnie Romano (già ammirato con Sonny
Rhodes) a ritagliarsi il meritato spazio
per i suoi splendidi assolo di chitarra.
A precedere, un gruppo di casa nostra,
i Dorica, che ha presentato un concerto
funky, con influenze soul e rhythm’n’blues, raccogliendo ampi consensi dalla
piazza. Due infatti i bis richiesti.
Seconda serata con in apertura il
gruppo veronese dei Blues Fever, che ha
riproposto brani, tra gli altri, di Buddy
Guy (a cui si rifà il bravo chitarrista
“Black cat” Zoccatelli), Muddy Waters e
Albert King, ormai a tutti gli effetti degli
“standards”.
A seguire il più atteso concerto della
settimana, Otis Grand, accompagnato
dall’ottimo gruppo di Guitar Ray and the
Bluesgamblers. Il chitarrista inglese,
ora residente in California, è stato uno
dei portabandiera del seminale British
Blues negli anni ’70 e non ha deluso, anzi
è parso in forma smagliante e voglioso di
divertire e divertirsi. Non si è certo ri-
sparmiato, regalando due ore abbondanti di musica senza compromessi e di ottima fattura. Finora senza ombra di dubbio il miglior concerto di questa edizione
del Magic Blues. Anche per lui spazio al
grande blues che ha marcato la scena
musicale per un trentennio (anni ’40 –
anni ’60, l’epoca d’oro insomma), essenzialmente brani originali, con omaggi ai
“grandi vecchi” B.B. King, T.Bone
Walker e Otis Rush (di cui è stata riproposta una delle poche cover suonate, il
ritmo rumba di All your love is miss loving). Splendida la sua tecnica chitarristica, grande l’inventiva con assolo sempre diversi uno dall’altro.
Dall’alto della sua esperienza Otis
Grand, malgrado la sua mole, ha colto al
volo l’entusiasmo del pubblico, scendendo ben due volte di persona a “dialogare”
con la sua chitarra in mezzo alla gente
(alla Buddy Guy). Finale a ritmo di
rock’n’roll e di boogie con gente invitata
“on stage” a ballare con Otis e la sua
band. Appuntamento a settimana prossima ad Avegno con la massiccia cantante
E.C. Scott e con l’armonica a bocca di vaglia di Brian Templeton.