I seminari del giovedì - Dipartimento di Matematica
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I seminari del giovedì - Dipartimento di Matematica
Università di Pavia Dipartimento di Matematica “F. Casorati” 1/35 http://www-dimat.unipv.it I seminari del giovedı̀ Transizione di fase in cristalli liquidi I: Fondamenti e teoria di Maier-Saupe Fulvio Bisi mailto:[email protected] i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione 2/35 • Che cos’è un “cristallo liquido”? i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione • Che cos’è un “cristallo liquido”? 2/35 • Fase intermedia tra quella di un cristallo e quella di un liquido: più propriamente, dovremmo chiamarla fase mesomorfica o mesofase. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione 2/35 • Che cos’è un “cristallo liquido”? • Fase intermedia tra quella di un cristallo e quella di un liquido: più propriamente, dovremmo chiamarla fase mesomorfica o mesofase. • Cristallo: uno schema (“base”) in un punto x0 si ritrova con probabilità finita in x = x0 + n1 a1 + n2 a2 + n3 a3 anche per |x − x0 | → ∞ (ni interi, i ∈ {1, 2, 3}, e {ai } vettori della base). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione • Che cos’è un “cristallo liquido”? 2/35 • Fase intermedia tra quella di un cristallo e quella di un liquido: più propriamente, dovremmo chiamarla fase mesomorfica o mesofase. • Cristallo: uno schema (“base”) in un punto x0 si ritrova con probabilità finita in x = x0 + n1 a1 + n2 a2 + n3 a3 anche per |x − x0 | → ∞ (ni interi, i ∈ {1, 2, 3}, e {ai } vettori della base). • In altre parole, la diffrazione a raggi X presenta picchi di Bragg caratteristici del reticolo, ossia: lim < ρ(x)ρ(x0 ) >= F (x − x0 ) |x−x0 |→∞ con < ρ(x)ρ(x0 ) > funzione di correlazione densità-densità e F (x − x0 ) f. periodica secondo i vettori ai . i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione 3/35 • Liquido isotropo: se si trova uno schema o una particella in un punto x0 , la probabilità di trovare uno schema simile in x lontano da x0 dipende solo dalla densità media di particelle ρ̄: lim < ρ(x)ρ(x0 ) >' ρ̄2 . |x−x0 |→∞ i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione • Liquido isotropo: se si trova uno schema o una particella in un punto x0 , la probabilità di trovare uno schema simile in x lontano da x0 dipende solo dalla densità media di particelle ρ̄: 3/35 lim < ρ(x)ρ(x0 ) >' ρ̄2 . |x−x0 |→∞ • Esiste una lunghezza ξ caratteristica che indica la distanza alla quale si perde la correlazione. La figura di diffrazione a raggi X mostra picchi diffusi di larghezza ξ −1 . i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Le mesofasi si possono ottenere in maniere differenti: 1. Non imponendo ordine posizionale, o imponendo ordine in una o due dimensioni, anziché in tre. 4/35 – Il primo caso è chiaramente quello di un liquido: se la funzione di correlazione è anisotropa, si tratta di una mesofase nematica: ci sono due lunghezze caratteristiche ξk e ξ⊥ . – Il secondo caso può essere descritto come strati di liquido bidimensionale impilati uno sull’altro: mesofase smettica. – Il terzo caso corrisponde a sistemi ordinati secondo due dimensioni in tre dimensioni: mesofasi colonnari. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Le mesofasi si possono ottenere in maniere differenti: 1. Non imponendo ordine posizionale, o imponendo ordine in una o due dimensioni, anziché in tre. 4/35 – Il primo caso è chiaramente quello di un liquido: se la funzione di correlazione è anisotropa, si tratta di una mesofase nematica: ci sono due lunghezze caratteristiche ξk e ξ⊥ . – Il secondo caso può essere descritto come strati di liquido bidimensionale impilati uno sull’altro: mesofase smettica. – Il terzo caso corrisponde a sistemi ordinati secondo due dimensioni in tre dimensioni: mesofasi colonnari. 2. Introducendo gradi di libertà distinti dalla posizione dei centri di massa delle molecole: per le molecole a simmetria non sferica, il principale candidato è il loro orientamento. Transizioni orientazionali si verificano in cristalli, in cristalli liquidi o in liquidi isotropi (in quest’ultimo caso, si genera anisotropia: questo produce una mesofase nematica). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Introduzione 5/35 I mattoni fondamentali: molecole allungate (nematici, smettici) e molecole discoidali (fasi colonnari e alcuni nematici) 2 nm CH3 O N N O CH3 0.5 nm O Figura 1: PAA: p-azossianisolo, la “drosofila” dei cristalli liquidi. Nel PAA la fase nematica si trova a temperature relativamente alte (fra 116◦ C e 135◦ C a pressione atmosferica); altri composti risultano più facili da studiare: per esempio, la N − (p−metossibenzilidene)−p−butilanilina (MBAA) è nematica fra 20◦ C e 47◦ C. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici uniassici 6/35 1. I centri di gravità delle molecole non presentano ordine a lungo raggio: i raggi X danno solo scattering diffuso. Anisotropia ξk 6= ξ⊥ ; i nematici scorrono come liquidi: p.es., per PAA la viscosità è di circa 0.1 poise (acqua: a T ambiente: 10−2 poise). 2. C’è un ordine nella direzione delle molecole: tendono a disporsi parallele a una direzione, identificata tramite un direttore n . I nematici presentano proprietà ottiche tipiche di un mezzo uniassico, con asse ottico diretto come n (la differenza tra i due indici di rifrazione misurati con polarizzazione parallela e ortogonale è di circa 0.2 per il PAA). Simmetria rotazionale. 3. La direzione di n è arbitraria, in assenza di altre rotture di simmetria (esempio: l’effetto di “guida” delle pareti del contenitore. 4. Gli stati caratterizzati da n e da −n sono indistinguibili. Per esempio, se le molecole possiedono un dipolo elettrico intrinseco, tanti dipoli “up” quanti “down”: il sistema non mostra ferroelettricità. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici uniassici 5. Le fasi nematiche si osservano solo in materiali “achirali”, o in miscele racemiche di materiali chirali nelle l− e r−specie. 7/35 Gli spettri N M R dei nematici mostrano caratteristiche peculiari: la simmetria uniassica causa la separazione di alcune linee, assenti nei liquidi isotropi. D’altro canto, le linee sono strette, la qual cosa è connessa ad un’elevata agitazione molecolare, tipica degli stati fluidi. Figura 2: Disposizione delle molecole in una mesofase nematica (a: molecole tipo ‘asta’; b: molecole tipo ‘disco’)*. *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria 8/35 1. Nematici con molecole polari, con i dipoli allineati sono instabili per la asimmetria testa-coda (sarebbero nematici ferroelettrici). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria 1. Nematici con molecole polari, con i dipoli allineati sono instabili per la asimmetria testa-coda (sarebbero nematici ferroelettrici). 8/35 2. In linea di principio, possono esistere nematici con momento magnetico: non necessariamente asimmetriche; gli accoppiamenti fra momenti magnetici però sarebbero deboli (liquidi ferromagnetici). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria 1. Nematici con molecole polari, con i dipoli allineati sono instabili per la asimmetria testa-coda (sarebbero nematici ferroelettrici). 8/35 2. In linea di principio, possono esistere nematici con momento magnetico: non necessariamente asimmetriche; gli accoppiamenti fra momenti magnetici però sarebbero deboli (liquidi ferromagnetici). 3. Nematici biassici: sono formati da mattoni fondamentali con forma di lunghi rettangoli. Fase biassica (dibattuta). NB: sono possibili fasi uniassiche con molecole biassiche, e fasi biassiche con molecole uniassiche. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria 1. Nematici con molecole polari, con i dipoli allineati sono instabili per la asimmetria testa-coda (sarebbero nematici ferroelettrici). 8/35 2. In linea di principio, possono esistere nematici con momento magnetico: non necessariamente asimmetriche; gli accoppiamenti fra momenti magnetici però sarebbero deboli (liquidi ferromagnetici). 3. Nematici biassici: sono formati da mattoni fondamentali con forma di lunghi rettangoli. Fase biassica (dibattuta). NB: sono possibili fasi uniassiche con molecole biassiche, e fasi biassiche con molecole uniassiche. 4. Nematici “esotici”: formati da molecole che presentano simmetrie maggiori (esagonale, cubica, icosaedrica). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria 9/35 Figura 3: Rappresentazione qualitativa di nematici biassici.* *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Altre mesofasi Esistono anche altre forme di cristalli liquidi: fra esse, citiamo: 10/35 • le mesofasi colesteriche, legate a soluzioni di specie chimiche chirali (come il colesterolo estere) in liquidi nematici, che presentano una distorsione elicoidale; Figura 4: Rappresentazione qualitativa di una mesofase colesterica.* *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Altre mesofasi • le mesofasi smettiche, caratterizzate da una struttura a strati, con strati spaziati regolarmente. 11/35 – smettici A, la cui struttura è formata da molecole che tendono ad allinearsi ortogonalmente agli strati (comportamento ottico uniassico). – smettici C, con molecole inclinate rispetto alla direzione ortogonale alle piastre; in presenza di un agente chirale, il tilt “precede” passando da uno strato al successivo. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Nematici a differente simmetria e altre mesofasi 12/35 Figura 5: Rappresentazione qualitativa di una mesofase smettica di tipo A.* Figura 6: Rappresentazione qualitativa di una mesofase smettica di tipo C.* i *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Potenziali termodinamici • Energia interna (utile per trasformazioni con V , S, {Nj } costanti) X U = TS + PV + µ0j Nj 13/35 j Nj è il numero di particelle della j-esima specie, nj il numero di moli; µ0j il potenziale chimico per particella e µ̃j quello molare corrispondenti. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Potenziali termodinamici • Energia interna (utile per trasformazioni con V , S, {Nj } costanti) X U = TS + PV + µ0j Nj 13/35 j • Entalpia (P , S, {Nj } costanti) H = U − PV = TS + X µ0j Nj j Nj è il numero di particelle della j-esima specie, nj il numero di moli; µ0j il potenziale chimico per particella e µ̃j quello molare corrispondenti. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Potenziali termodinamici • Energia interna (utile per trasformazioni con V , S, {Nj } costanti) X U = TS + PV + µ0j Nj 13/35 j • Entalpia (P , S, {Nj } costanti) H = U − PV = TS + X µ0j Nj j • Energia libera di Helmoltz (V , T , {Nj } costanti) X F = U − TS = PV + µ0j Nj j Nj è il numero di particelle della j-esima specie, nj il numero di moli; µ0j il potenziale chimico per particella e µ̃j quello molare corrispondenti. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Potenziali termodinamici • Energia interna (utile per trasformazioni con V , S, {Nj } costanti) X U = TS + PV + µ0j Nj 13/35 j • Entalpia (P , S, {Nj } costanti) H = U − PV = TS + X µ0j Nj j • Energia libera di Helmoltz (V , T , {Nj } costanti) X F = U − TS = PV + µ0j Nj j • Energia libera di Gibbs (P , T , {Nj } costanti) X X 0 G = U − PV − TS = µj Nj = µ̃j nj j j Nj è il numero di particelle della j-esima specie, nj il numero di moli; µ0j il potenziale chimico per particella e µ̃j quello molare corrispondenti. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase In un processo che avviene a P e T costanti, si ha X (dG)P T = µ̃j dnj , 14/35 j ossia, la G e le derivate µ̃j = ∂G ∂nj P,T,{ni6=j } hanno lo stesso valore nelle due fasi, rispettivamente. Nessun vincolo, invece, su ∂G ∂G V = S= (1) ∂P T,{nj } ∂T S,{nj } Il comportamento di queste derivate parziali viene usato per classificare le transizioni di fase i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: 15/35 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: sono quelle in cui le (1) presentano una discontinuità. 15/35 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: sono quelle in cui le (1) presentano una discontinuità. 15/35 • Transizioni di fase continue: i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: sono quelle in cui le (1) presentano una discontinuità. 15/35 • Transizioni di fase continue: sono quelle in cui le (1) NON presentano una discontinuità, che si ritrova in una derivata di ordine superiore (transizioni di n-esimo ordine). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: sono quelle in cui le (1) presentano una discontinuità. 15/35 • Transizioni di fase continue: sono quelle in cui le (1) NON presentano una discontinuità, che si ritrova in una derivata di ordine superiore (transizioni di n-esimo ordine). A molte transizioni di fase viene associato un punto critico, ma non sempre (per esempio, la transizione solido-liquido ordinario non ricade in tale casistica). In altre parole, spesso al di sopra di una determinata Temperatura critica Tc una fase non risulta visibile; per T < Tc questa nuova fase appare, spesso in corrispondenza a differenti proprietà di simmetria; in tale caso, una nuova variabile, detta parametro d’ordine viene introdotta per descrivere la fase neonata. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Transizioni di fase • Transizioni di fase del primo ordine: sono quelle in cui le (1) presentano una discontinuità. 15/35 • Transizioni di fase continue: sono quelle in cui le (1) NON presentano una discontinuità, che si ritrova in una derivata di ordine superiore (transizioni di n-esimo ordine). A molte transizioni di fase viene associato un punto critico, ma non sempre (per esempio, la transizione solido-liquido ordinario non ricade in tale casistica). In altre parole, spesso al di sopra di una determinata Temperatura critica Tc una fase non risulta visibile; per T < Tc questa nuova fase appare, spesso in corrispondenza a differenti proprietà di simmetria; in tale caso, una nuova variabile, detta parametro d’ordine viene introdotta per descrivere la fase neonata. • Per le transizioni di primo ordine non sono presenti necessariamente connessioni fra le simmetrie delle due fasi (cfr.: solido-vapore, solido-liquido, liquido-vapore). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Distribuzione statistica Sia B una regione di spazio occuppata da un CL; in ogni punto p ∈ B si trovano N molecole, con i centri di massa distribuiti casualmente, e con un orientazione descritta da un vettore della sfera unitaria S2 con una densità di probabilità f : S2 → R+ integrabile. Se S ⊂ S2 , la probabilità di trovare una molecola orientata in S è: 16/35 Z p[S] := f da , (2) S a è una opportuna misura su S2 . Il numero atteso di molecole orientate in S è: n[S] := N p[S] . (3) In base alle caratteristiche descritte in precedenza f (l) = f (−l) ∀l ∈ S2 (4) i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Distribuzione statistica 17/35 S − := {l ∈ S2 | − l ∈ S} p[S − ] = p[S] ∀S ⊂ S2 . Il vettore m (momento di ordine 1 della densità di probabilità) Z m := lf (l) da = 0 (5) (6) S2 non dà informazioni: ricorriamo al momento di ordine 2 (tensore del secondo ordine): Z l ⊗ lf (l) da . M := (7) S2 Si ha, poiché l ∈ S2 : Z tr(l ⊗ l)f (l) da = trM = S2 e, ovviamente M T = M . Z f (l) da = 1 S2 (8) i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Medie 18/35 Consideriamo un versore e; la quantità < (l · e)2 >:= e · M e = Z (l · e)2 f (l) da (9) S2 è la media di (l · e)2 . Se ϑ è l’angolo fra la direzione e e quella di una molecola, si ha e · M e =< cos2 ϑ > , (10) con le limitazioni conseguenti: 0 ≤ e · Me ≤ 1 . i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Distribuzione isotropa 19/35 Supponiamo che f sia costante. Chiaramente, 1 f = f0 = ; 4π chiamiamo M 0 il tensore associato, che risulta proporzionale a I. Se R è una rotazione attorno al centro di S2 , il cambio di variabile l 7→ Rl lascia inalterato M 0 (f0 costante): Z M0 = Rl ⊗ Rlf0 da , (11) S2 per cui, poiché Rl ⊗ Rl = R(l ⊗ l)RT : M 0 = RM 0 RT . (12) L’arbitrarietà su R porta a concludere che M 0 commuta con ogni rotazione: M 0 R = RM 0 ∀R , i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Distribuzione isotropa 20/35 e, quindi, M 0 = αI; essendo trM 0 = 1: 1 M0 = I , 3 (13) ossia < cos2 ϑ >= 1/3. Risulta naturale definire un tensore d’ordine Q: Q := M − M 0 , (14) che misura di quanto il momento del secondo ordine della densità di probabilità si discosta dal caso isotropo. Lemma: Un tensore L ∈ L(V) commuta con tutti i tensori antisimmetrici di L(V) se e solo se L = αI, α ∈ R. Teorema: Un tensore L ∈ L(V) è isotropo (ossia, QLQT = L ∀Q ∈ SO(V)) se commuta con tutti i tensori antisimmetrici di L(V). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Tensore d’ordine Osservazione: Q può essere nullo anche se f 6= f0 : ad esempio, se la f possiede un asse di simmetria cilindrica, cioè se esiste e tale che, ∀R rotazione attorno ad e 21/35 f (Rl) = f (l), si mostra che prendendo f in modo che le molecole siano distribuite su un cono attorno ad e di semiapertura ϑ = arccos( √13 ) si ha ancora Q = 0. Assumiamo, per semplicità, che se una distribuzione è caratterizzata da M = M 0 , allora è isotropa. Si ha, comunque: trQ = 0 , (15) e, in virtù del Teorema Spettrale, Q può essere cosı̀ rappresentato: Q = λ1 e1 ⊗ e1 + λ2 e2 ⊗ e2 + λ3 e3 ⊗ e3 (16) i con λi autovalori e {e1 , e2 , e3 } autovettori corrispondenti. P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Tensore d’ordine Il caso isotropo corrisponde ad autovalori tutti nulli. Il tensore d’ordine Q descrive un cristallo liquido uniassico se due autovalori sono coincidenti, ad esempio, λ1 = λ2 6= λ3 . 22/35 In tale caso, possiamo scrivere 1 Q = s(n ⊗ n − I) , 3 (17) con s = −3λ1 e n = e3 . Altrimenti, per un cristallo liquido biassico (λ1 6= λ2 ), possiamo porre 1 Q = −(s1 n1 ⊗ n1 + s2 n2 ⊗ n2 ) + (s1 + s2 )I , 3 (18) con n1 = e1 , n2 = e2 , e s1 = −(2λ1 + λ2 ), s2 = −(λ1 + 2λ2 ). Osservazione: Q = Q(p): lo stato può variare da punto a punto. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Parametro d’ordine Lo scalare s viene detto parametro d’ordine per un cristallo liquido uniassico. Ricordando la definizione di M : 1 M = sn ⊗ n + (1 − s)I 3 abbiamo 1 < (l · n)2 >= n · M n = (2s + 1) (19) 3 ossia 1 3 1 s = (3 < (l · n)2 > −1) = < cos2 ϑ − > 2 2 3 23/35 (20) che porta alle limitazione − 12 ≤ s ≤ 1: quella inferiore corrisponde a molecole disposte ortogonalmente a n, quella superiore corrisponde a molecole disposte parallelamente a n. Gli autovalori di Q risultano essere − 31 s, − 31 s e 23 s; da cui la grandezza di Q 2 2 |Q| = tr(Q Q) = s2 ≤ . 3 3 2 T i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 24/35 Potenziale intermolecolare: V = −U0 q 1 · q 2 con U0 > 0, q 1 = m1 ⊗ m1 − 31 I, q 2 = m2 ⊗ m2 − 31 I. Osservazioni: V favorisce la disposizione con m1 k m2 . Il tensore d’ordine risulta essere Q =< q >, con la consueta media d’insieme. Introduciamo lo pseudopotenziale U : U := −U0 q · Q . (21) U è il potenziale avvertito da una molecola nel campo medio creato dalle altre. Si ottiene formalmente da V , ponendo q = q 1 (la molecola 1 è quella ”esploratrice”) e mediando l’interazione tra tutte le altre. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 25/35 La funzione di distribuzione risulta essere 1 − U (q ) f (m) = e kT , Z (22) R dove Z := S2 f (m) da è la funzione di partizione (k: costante di Boltzmann, T : temperatura assoluta). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 25/35 La funzione di distribuzione risulta essere 1 − U (q ) f (m) = e kT , Z (22) R dove Z := S2 f (m) da è la funzione di partizione (k: costante di Boltzmann, T : temperatura assoluta). Pertanto: 1 Q= Z Z qf (m) da . (23) S2 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 25/35 La funzione di distribuzione risulta essere 1 − U (q ) f (m) = e kT , Z (22) R dove Z := S2 f (m) da è la funzione di partizione (k: costante di Boltzmann, T : temperatura assoluta). Pertanto: 1 Q= Z Z qf (m) da . (23) S2 (Osservazione: poiché U dipende da Q, l’equazione (23) è una condizione di compatibilità per i valori medi ammissibili; Q = 0 è sempre ammissibile.) i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 26/35 Rappresentazione: 1 Q = s(ez ⊗ ez − I) + t(ex ⊗ ex − ey ⊗ ey ) , 3 (24) avendo disposto la terna secondo gli autovettori di Q; t viene detto parametro d’ordine biassico (biassicità di fase gernerabile anche da molecole uniassiche). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 26/35 Rappresentazione: 1 Q = s(ez ⊗ ez − I) + t(ex ⊗ ex − ey ⊗ ey ) , 3 (24) avendo disposto la terna secondo gli autovettori di Q; t viene detto parametro d’ordine biassico (biassicità di fase gernerabile anche da molecole uniassiche). Osservazione: • s=0 ⇒ Q biassico nel piano {ex , ey }; • t=0 ⇒ Q uniassico attorno al direttore ez ; • s=t=0 ⇒ Q = 0 (stato isotropo). i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 27/35 Limitazioni: Coordinate sferiche : m = cos ϕ sin ϑex + sin ϕ sin ϑey + cos ϑez (25) con ϑ ∈ [0, π] e ϕ ∈ [0, 2π[. Si ottiene: 3 < ez · qez > 2 1 t = (< ex · qex − ey · qey > 2 s= 3 1 < cos2 ϑ − > 2 3 (26) 1 < sin2 ϑ cos 2ϕ > 2 (27) = = 1 1 − (1 − s) ≤ t ≤ (1 − s) 3 3 β[s(cos2 f (ϑ, ϕ) = e ϑ− 13 )+t sin2 ϑ cos 2ϕ] Z Z= 2π (28) Z dϕ 0 π sin ϑ f (ϑ, ϕ) dϑ , (29) 0 i con β := U0 kT . P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 28/35 Equazioni integrali: 3 s= 2 Z 1 t= 2 Z 2π Z π dϕ 0 0 2π Z (30) sin2 ϑ f (ϑ, ϕ) dϑ (31) π dϕ 0 1 cos ϑ f (ϑ, ϕ) dϑ − 2 2 0 Osservazione: s = t = 0 è soluzione di questa coppia di equazioni integrali: cfr. (23). Cambiamento di variabile u := cos ϑ; β[s(u2 − 31 )+t(1−u2 ) cos 2ϕ] f˜(u, ϕ) = e Z Z= 2π Z 1 dϕ 0 f (u, ϕ) du . (32) −1 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 29/35 Energia libera di Helmoltz per molecola: Fm = −kT ln Z (33) 1 1 Fc = U0 Q · Q = U0 |Q|2 2 2 (34) Energia del campo: Da cui: ∂Fc = U0 Q ∂Q ⇒U =− ∂Fc ·q ∂Q (35) c ( ∂∂F Q è la forza generalizzata coniugata a q). Osservazione: L’energia di interazione di una molecola con il campo medio è la stessa per tutte le molecole; l’energia libera e gli altri potenziali termodinamici si riferiscono unicamente agli stati orientazionali. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 30/35 Energia libera totale per molecola, per unità di U0 : 1 1 F (Q) := |Q|2 − ln(Z/4π) 2 β Z Z = Z(Q) = eβ q (m)·Q , (36) S2 avendo normalizzato in modo da avere F = 0 nella fase isotropa. In termini di s e t si ha: Z 2π Z 1 1 1 2 1 1 2 2 F̃ (s, t) = s + t2 − ln dϕ du eβ[s(u − 3 )+t(1−u ) cos 2ϕ] (37) 3 β 4π 0 −1 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 30/35 Energia libera totale per molecola, per unità di U0 : 1 1 F (Q) := |Q|2 − ln(Z/4π) 2 β Z Z = Z(Q) = eβ q (m)·Q , (36) S2 avendo normalizzato in modo da avere F = 0 nella fase isotropa. In termini di s e t si ha: Z 2π Z 1 1 1 1 2 2 1 F̃ (s, t) = s2 + t2 − ln dϕ du eβ[s(u − 3 )+t(1−u ) cos 2ϕ] (37) 3 β 4π 0 −1 Osservazione: I punti stazionari di F sono anche le soluzioni dell’equazione di compatibilità (23). Z ∂Fc 1 =Q− βq(m)eβ q (m)·Q da = Q− < q > (38) ∂Q βZ S2 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 31/35 Ipotesi: t viene assunto piccolo in valore assoluto: parametro perturbativo. Risulta utile usare la Funzione di Dawson: Z x 2 2 d(x) := e−x et dt (39) 0 d0 (x) = 1 − 2x d(x) (40) d00 (x) = 4x2 d(x) − 2d(x) − 2x (41) d000 (x) = 4x2 − 4 + 10x d(x) − 8x3 d(x) (42) Andamenti asintotici: d(x) ≈ 1 2x per 2 d(x) ≈ x − x3 3 x→∞ per x→0 (43) (44) i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 32/35 Fasi calamitiche (s > 0). √ p 1 2 2 1 d( βs) 2 √ F̃ (s, t) = s − s − ln + t (1 + βg( βs)) + O(t4 ) 3 3 β βs 1 1 3 1 1 1 3 √ √ √ √ g(x) := − − − + + 2 4 4x 16x 8 x d( x) 16 x x d( x) (45) (46) Con lim g(x) = − x→0+ 2 15 lim g(x) = 0 ; x→∞ √ (osservazione: per β < 15/2 si ha 1 + βg( βs) > 0 per ogni valore di s. Ponendo t = 0 si ottengono risultati confrontabili con la teoria classica di Maier-Saupe, che partivano da stati uniassici puri. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe 33/35 ∂ F̃ 2 y2 1 1 1 (s, 0) = + + 2− =0 ∂s 3β 3 2y 2yd avendo posto y := radici di √ (47) βs, ossia x = βs = y 2 . Tutto si riconduce alla ricerca delle 3 3 1 1 √ = x. + √ G(x) := − − 2 4x 4 x d( x) β (48) Qualitativamente, l’analisi grafica riprende la struttura già introdotta nella teoria classica, sapendo che lim G(x) = 0 x→0+ lim G(x) = 1 x→∞ G0 (x) > 0 lim G0 (x) = x→0+ 2 15 i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe Sotto una Tc la fase nematica (punto M ) è quella termodinamicamente stabile. kTc = 4.55 U (Tc ) Figura 7: Soluzione grafica per l’equazione di compatibilità; (cfr. 48).* *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. 34/35 (49) i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ? Teoria di Maier-Saupe Il parametro d’ordine a T appena sotto Tc risulta essere Sc := S(Tc ) = 0.44 35/35 (50) in accordo soddisfacente con i dati sperimentali Figura 8: Misure del parametro d’ordine s rilevate con tecniche differenti a confronto con la previsione ricavabile dalla teoria di Maier-Saupe (linea continua).* *Da P.G. de Gennes and J. Prost - The Physics of Liquid Crystals (1993) OSP. i P 2 3 L2 3M 3 3 2 2 ?