Dispensa Guerra civile - Cineforum del Circolo

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Dispensa Guerra civile - Cineforum del Circolo
LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
quién? Cae
ceniza,
cae hierro
y piedra y muerte y llanto y llamas,
quién, quién, madre mia, quién adonde?
(chi? Cade
cenere
cade ferro
e pietra e morte e pianto e fiamme,
chi, chi, madre mia, chi, dove?)
Pablo Neruda, 1937
Gli eventi storici
S
ono passati settant'anni da quel lontano
17 luglio 1936, quando la ribellione di
alcuni militari di stanza in Marocco,
capeggiati dal generale Francisco Franco,
contro il governo da poco eletto del Fronte
Popolare Spagnolo, accese la miccia di una
delle più sanguinose guerre civili del secolo
appena trascorso.
In realtà la Guerra Civile Spagnola, che durò
dal 1936 sino al 1939, non fu che l'ultimo atto
di una lunga serie di conflitti e di tensioni che
iniziarono più di un secolo prima, nel 1820,
con l'insurrezione di Cadice. Tale episodio
vide come protagonisti un gruppo di ufficiali
che, con un colpo di mano, tentò di affossare
la monarchia assoluta allora al potere, con lo
scopo di instaurare una monarchia di tipo
costituzionale. Ebbero inizio le cosiddette
"guerre carliste", che opposero le forze tradizionali (le stesse che si ritroveranno nel 1936
nel fronte nazionalista) appoggiate dalla
Chiesa cattolica, alle forze liberali, assai eterogenee e comprendenti monarchici liberali,
repubblicani, e forze di sinistra come socialisti e anarchici.
Questa fase del conflitto si protrasse per oltre
un secolo e sfociò nel 1931 nell'affermazione della repubblica e, pochi anni più tardi, nel
conflitto finale, paradossalmente l'unico
rimasto nella memoria dei più.
Pablo Picasso: Guernica (1937)
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Nella Guerra Civile Spagnola i partecipanti
attivi, da una parte e dall'altra, ricoprivano
tutta la gamma delle posizioni politiche allora esistenti. Da una parte fascisti della
Falange, monarchici, nazionalisti conservatori che si ribellarono al Governo del Frente
Popular regolarmente eletto soltanto alcuni
mesi prima, il 16 febbraio 1936, capeggiato
dal socialista Largo Caballero e appoggiato
dai partiti della sinistra. I Nazionalisti, come
venivano chiamati, erano soprattutto spalleggiati dal clero cattolico, eccezion fatta per la
sua componente basca e catalana che, da
subito, si schierò dalla parte dei
Repubblicani. Questi, fedeli alla Repubblica,
erano rappresentati dalle forze di sinistra,
comunisti stalinisti e trotzkysti, nazionalisti
baschi e catalani, anarchici, liberali. Avevano
dalla loro buona parte del ceto medio e della
classe operaia.
contribuì ad armare i difensori della
Repubblica. Al contrario, le altre democrazie
occidentali, Francia, Inghilterra e Stati Uniti
in particolare, si dimostrarono piuttosto tiepide nell'appoggiare i Repubblicani, mantenendosi sostanzialmente neutrali e scoraggiando
anche la partecipazione di propri cittadini alla
lotta antifascista in terra iberica.
Tuttavia questa freddezza da parte delle
potenze democratiche occidentali nel difendere la giovane democrazia spagnola e i suoi
valori, non trovò riscontro nella società civile
europea e americana. Numerosi antifascisti
provenienti dalle più svariate nazioni del
mondo affluirono in Spagna dando vita a
quelle che vennero chiamate Brigate
Internazionali o andando a ingrossare i ranghi
di altre formazioni che, al pari delle prime, si
opponevano alla prepotenza fascista.
Gli statunitensi diedero vita alla Brigata
Abraham Lincoln, i canadesi al Battaglione
Mackenzie-Papineau, gli italiani formarono
la Brigata Garibaldi, nella quale militò gente
comune, intellettuali e politici che avrebbero
contribuito a costruire, qualche anno più
tardi, la Repubblica italiana. Tra questi vanno
ricordati uomini come Palmiro Togliatti,
Luigi Longo, Pietro Nenni, Carlo Rosselli,
che vi partecipò con la sua organizzazione
Giustizia
e
Libertà, e moltri
altri ancora.
Alle
Brigate
Internazionali
aderirono anche
numerosi scrittori e intellettuali
come, ad esempio, Ernest Hemingway
che
contribuì a far
conoscere
gli
avvenimenti spaManifesto di reclutagnoli attraverso
mento del Partito
le sue opere fra
comunista spagnolo
Da subito l'attacco dei Nazionalisti alla giovane democrazia spagnola ebbe grande eco in
tutta Europa e nelle Americhe. Mentre Hitler
in Germania e Mussolini in Italia appoggiarono sin dal primo moneto l'azione del generale
Franco inviando truppe, armi e aerei nella
penisola iberica, i Repubblicani furono sostenuti soprattutto dalla Unione Sovietica che
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le quali Per chi suona la campana e La
Quinta colonna.
Molti intellettuali spagnoli furono vittime
della ferocia fascista. È il caso del poeta
Federico Garcia Lorca, brutalmente assassinato a 38 anni per le sue idee profondamente
antifasciste e per la sua omosessualità.
gnolo repubblicano e delle Brigate
Internazionali portò, in alcuni casi, a episodi
che si fissarono nel ricordo collettivo quali,
oltre al già citato bombardamento di
Guernica, la battaglia di Guadalajara, dall'8 al
18 marzo 1937 che rappresentò da parte
nazionalista un tentativo fallito di isolare
Madrid. Oppure la battaglia della Sierra di
Teruel avvenuta nell'inverno 1937-38, che si
concluse con la sconfitta delle truppe repubblicane. O, ancora, la battaglia del fiume Ebro
a partire dall'estate 1938, conclusasi, anche in
questo caso, con la sconfitta repubblicana.
In circa tre anni di guerra le forze nazionaliste conquistarono i punti chiave del territorio
spagnolo, facilitate dalla difficoltà ad armarsi
dell'esercito repubblicano e delle Brigate
Internazionali, nonché dai vari dissidi interni
alle forze democratiche.
A questo proposito, fra gli episodi più famosi
vanno menzionati gli scontri avvenuti nel
1937 a Barcellona, fra POUM (un partito
comunista di matrice antistalinista) e CNT (la
Confederazione Nazionale dei Lavoratori, il
sindacato anarchico) da una parte e il PSUC
(il partito comunista) e la polizia dall'altra.
Numerosi esponenti di spicco del POUM e
degli anarchici vennero arrestati e le loro
organizzazioni messe fuori legge. Questo epi-
Come detto le dittature europee, Germania in
particolare, inviarono numerose armi ai rivoltosi spagnoli, utilizzando la Spagna come
campo di prova per carri armati e aerei da
guerra. La Guerra Civile Spagnola fu, soprattutto per i tedeschi, un esempio di guerra totale, nella quale non si esitò a colpire i cittadini
inermi allo scopo di creare uno stato di terrore e di scoraggiamento nelle file della popolazione. Il feroce bombardamento sulla cittadina basca di Guernica, perpetrato il 26 aprile 1937 ad opera della Legione Condor della
Luftwaffe ne fu un esempio: 1650 morti, 889
feriti su una popolazione totale di 7000 anime
fu il tragico episodio che venne reso famoso
da Pablo Picasso, con il suo celebre dipinto.
Gli anni del conflitto registrarono, sostanzialmente, una lenta progressione delle forze
nazionaliste verso la conquista del territorio
spagnolo. La strenua difesa dell'esercito spa-
Volontari delle Brigate
Internazionali
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sodio è narrato in Omaggio alla Catalogna,
il libro dello scrittore britannico George
Orwell che prese parte al conflitto arruolato
nelle milizie del POUM, nonché nel film di
Ken Loach Terra e libertà, liberamente ispirato all'opera di Orwell.
È del marzo 1937 la conquista da parte dei
nazionalisti della città di Malaga, mentre nel
giugno dello stesso anno cade Bilbao, con il
conseguente collasso del sistema difensivo
repubblicano.
Nel mese di aprile dell'anno successivo i franchisti raggiungono il Mediterraneo tagliando
in due il territorio repubblicano.
Nei primi mesi del 1939 cade la Catalogna,
prima Tarragona, poi Barcellona, infine
Girona.
Madrid verrà conquistata dai franchisti il 28
marzo. È la fine della guerra; la Repubblica è
sconfitta. Il 1° aprile di quell'anno Franco ne
annuncia la resa. Gli spagnoli saranno destinati a vivere sotto la sua dittatura sino alla sua
La prima guerra mediatica
D
a subito la Guerra civile spagnola
ebbe un forte impatto emotivo in tutta
Europa e anche al di fuori del vecchio
continente. I motivi per cui più di cento anni
di conflitti in terra di Spagna passarono quasi
inosservati, mentre tre anni di guerra, come
abbiamo detto episodio finale di un processo
iniziato nel 1820, furono sotto gli occhi di
tutti, sono vari.
Innanzi tutto, molto giocò il fatto che, mentre
sino a quel tempo la Spagna era un paese relativamente isolato dal resto del mondo, quindi
con pochissima visibilità esterna, nella
Guerra civile vennero coinvolte molte nazioni straniere. Il conflitto assumeva, quindi,
caratteristiche internazionali.
In secondo luogo fu importante il carattere
ideologico che da subito tale conflitto assunse. A misurarsi l'una contro l'altra non erano
solo due fazioni della stessa popolazione; si
trattava di uno scontro fra due differenti ideologie: fascismo e antifascismo. Tutti coloro
che appoggiarono, direttamente o indirettamente, i belligeranti trassero molti argomenti
di propaganda.
Terzo motivo fu la grandissima copertura che
l'evento ebbe sui mezzi di comunicazione di
massa. Non fu solo la carta stampata a dare
risalto al conflitto. Per la prima volta entrarono prepotentemente in gioco e divennero
importantissime tanto la radio, quanto la
fotografia e il cinema. Le scene di guerra e
l'effetto devastante che il conflitto ebbe sulle
popolazioni civili, furono ampiamente divulgate attraverso i cinegiornali, veri e propri
notiziari di attualità.
Infine, quarto e ultimo elemento, l'aspetto
propagandistico con cui vennero utilizzate da
entrambi i contendenti, Nazionalisti e
Repubblicani, il cinematografo e la fotografia. Entrambi i contendenti pensarono di utilizzare le immagini per descrivere le atrocità
compiute nel campo avverso, amplificando o
minimizzando, a seconda delle proprie esigenze, determinati episodi. Tutto ciò fu sicuramente aiutato dalla maggiore “ingenuità”
dello spettatore dell'epoca rispetto ai giorni
nostri, meno avvezzo a utilizzare uno sguardo
critico su quanto gli veniva fatto vedere.
Sta di fatto che numerosi registi e fotografi
che sarebbero in seguito diventati assai famosi si precipitarono in Spagna a riprendere e
poter in qualche modo testimoniare quanto vi
stava accadendo.
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La pr oduzione documentaristica: cinegiornali e r epor tage fotografici
I
primi esempi di cinegiornali risalgono
agli inizi del secolo, immagini prive di
sonoro diffuse senza regole e in maniera
discontinua. Fu solo con l'aggiunta di una
voce fuori campo, della musica e di effetti
sonori, che questi notiziari iniziarono a
richiamare, in maniera crescente, l'attenzione
degli spettatori.
In Italia, a partire dal 1927, il monopolio dell'informazione cinematografica fu appannaggio dell'Istituto Luce. Cosa che non avvenne
in altre nazioni, come, ad esempio negli Stati
Uniti o in Germania, dove l'UFA (Universum
Film Aktiengellenschaft), controllata dal partito nazista rappresentava sì la voce ufficiale,
ma era affiancata da altre compagnie locali
che, pur sotto il controllo del partito, mantennero una propria indipendenza.
Ad accomunare tutti i cinegiornali, fossero
essi realizzati sotto regimi dittatoriali o in
democrazia, erano le immagini. Per risparmiare i produttori utilizzavano le stesse
scene, scambiandosele. A far la differenza era
il commento, che metteva in rilievo in manie-
ra propagandistica, le realizzazioni dello stato
nelle dittature o che vantava la libertà nelle
democrazie.
L'abitudine in quegli anni da parte delle compagnie cinematografiche a disfarsi del materiale non utilizzato, fu la causa della mancanza di archivi particolarmente forniti. Tanto
che nel 1936, allo scoppio della guerra spagnola, le compagnie furono prese alla sprovvista, non avendo nulla per illustrare quanto
stava accadendo e furono costrette a utilizzare materiale che nulla aveva a che fare con i
fatti reali, creando degli autentici falsi.
Per ovviare a tutta questa carenza di materiale i maggiori quotidiani e riviste fecero ricorso ad alcuni fotografi che si trovavano dalle
parti della Spagna per altri motivi. Questi
accorsero sui luoghi del conflitto immortalando quei primi, tragici, avvenimenti. Queste
immagini, colte all'inizio del conflitto, furono
fondamentali per esercitare una grande
influenza sulla popolazione civile, sia quella
spagnola, sia quella internazionale.
morte, avvenuta nel 1975.
La pr oduzione anar chica
I
le sale cinematografiche e creando una
Oficina de Información y Propaganda.
n piena Guerra civile, contrariamente a
quanto ci si potrebbe aspettare, la produzione cinematografica non cessò.
Grazie al movimento anarchico, particolarmente attivo in Catalogna, vennero realizzate
numerose opere sia a carattere documentaristico sia di vera e propria finzione incentrate
su quanto stava accadendo in Spagna.
Il sindacato anarchico CNT fu tra i primi a
filmare gli avvenimenti politici e militari di
quei momenti, realizzando film di chiara
impostazione antifascista e di propaganda.
Reportaje del movimiento revolucionario en
Barcelona fu tra i primi documentari a essere
realizzati dalla CNT nel 1936, che fra l'altro
aveva da subito requisito, collettivizzandole,
Donna anarchica accanto
alla bandiera
della CNT-FAI
5
Il documentario, duramente anticlericale,
riprende la tumultuosa risposta della popolazione alla rivolta franchista. L'opera, realizzata dal regista anarchico Mateo Santos, si apre
con le immagini di alcuni edifici della città
distrutti o danneggiati a seguito dei combattimenti fra la popolazione e i franchisti. I
suoni sono in presa diretta, tuttavia vengono
quasi completamente coperti da un commento fuori campo spesso retorico.
lungometraggi di finzione, oltre che reportage dal fronte e dietro le linee, come ad esempio quelli che descrivono la partenza della
famosa Colonna Durruti, composta da miliziani volontari e comandata dall'anarchico
Buenaventura Durruti, che partì da
Barcellona per andare a difendere Madrid,
città nella quale Durruti trovò la morte.
Per questo episodio vennero realizzati alcuni
film-documentario, come Castilla se liberta,
nel quale Durruti, ormai morto, era interpreLa produzione anarchica comprenderà, oltre tato dall'attore Félix Briones.
ai documentari, anche film di propaganda,
La pr oduzione delle organizzazioni mar xiste
C
ontrapposta a quella anarchica vi è la
produzione di film promossa da tutte
le organizzazioni di ideologia marxista vicine alla III Internazionale come, ad
esempio, il Partito Comunista Spagnolo.
A differenza degli anarchici, che puntavano
nei loro film soprattutto a evidenziare la rivoluzione sociale, le organizzazioni di stampo
marxista davano priorità all'aspetto bellico,
mettendo in risalto in particolare lo sforzo
che veniva fatto per vincere la guerra.
Unificación, Ejército popular, El Ejército del
pueblo nace
sono solo alcuni titoli della produzione
comunista,
con una forte
influenza da
parte
della
cinematografia sovietica e di famosi
registi quali
Sergej e Georgji Vasil'ev o
Aleksandr
Dovzenko.
Un’immagine del regista sovieti- Caratteristica
di questi film è che spesso il commento off
tende a identificare il nemico come "invasore straniero", in riferimento ai combattenti
nazisti tedeschi e fascisti italiani che si erano
recati in Spagna in appoggio a Franco.
Analogamente d'altronde, anche la propaganda franchista si basava sulla denuncia di
un'aggressione da parte di forze esterofile di
stampo liberal-comunista.
Fra le organizzazioni marxiste fondate ancora
prima della guerra civile vi è la Alianza de
Intelectuales Antifascistas para la Defensa de
la Cultura, che raggruppava intellettuali spagnoli e non, come André Malraux, Luis
Aragon, Pablo Neruda, Rafael Alberti e molti
altri. Molte sue produzioni filmiche saranno
dedicate, durante gli anni della guerra, alla
difesa di Madrid e alla partecipazione delle
Brigate Internazionali. Defensa de Madrid,
Madrid vive la guerra, Obuses sopra Madrid,
sono solo alcuni dei titoli delle produzioni
dell' Alianza.
A differenza degli anarchici, quindi, le organizzazioni di stampo marxista prediligono un
cinema con intenti didattici e programmatici,
al servizio delle direttive unitarie antifasciste,
tutte tese alla vittoria finale. Purtroppo gli
eventi, come si sa, andarono nella direzione
opposta.
co Alexsandr Dovzenko
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La pr oduzione governativa
A
i film prodotti dai sindacati anarchici
e marxisti a cui abbiamo fatto cenno,
vanno affiancate anche quelle opere
realizzate da case di produzione poste sotto il
diretto controllo del governo del Frente
Popular nonché dei governi autonomi basco
e catalano.
Si tratta di film a chiara impostazione marxista e filo governativa come testimonia il titolo di uno dei tanti documentari prodotti: Todo
el poder para el gobierno.
A questa produzione si deve, inoltre, la realizzazione di alcuni dei film più importanti
realizzati negli anni della guerra civile. Si
tratta di opere di autori già famosi sia nel
campo della cinematografia come Luis
Buñuel che gira España 1936 e che sonorizza
in francese e inglese un suo precedente documentario: Las Hurdes; oppure della letteratura, quali lo scrittore francese André Malraux
che a partire da un suo racconto, L'Espoir,
realizza Espoir/Sierra de Teruel.
Teruel nei giorni della Guerra civile
7
Si tratta di un film finanziato direttamente dal
governo, che gli riconosce una grande importanza soprattutto per la possibile influenza
sull'opinione pubblica e sul governo degli
Stati Uniti. Per questo nel testo, oltre a non
venire mai menzionato il nemico fascista, ma
dipingendo sempre un nemico senza volto,
non vengono neanche mai citati i combattenti anarchici e comunisti, proprio per non urtare la sensibilità della potenza americana.
Purtroppo la realizzazione del film viene rallentata dalla conquista di Barcellona nel 1939
da parte delle truppe franchiste e sarà terminato solo nel 1945. Alla sua presentazione a
Parigi il film, infleunzato dall'estetica del
cinema realista sovietico, non piacque alla
critica comunista francese che lo definì
disfattista, a causa del finale che riprende un
corteo funebre che trasporta piloti morti e
feriti. A discolpa di Malraux va, però, detto
che il finale, come era in origine concepito,
prevedeva un movimento di macchina che dai
feriti avrebbe dovuto salire in cielo a ripren- di speranza. Ciò non fu possibile proprio per
dere una squadriglia di aerei, come simbolo la mancanza di aerei.
Arrivano i r egisti stranieri
C
ome detto la guerra civile spagnola,
da problema interno al paese iberico,
si era ben presto trasformato in una
causa internazionale, con l'arrivo, da una
parte, di combattenti stranieri che affiancarono i repubblicani spagnoli; dall'altra con l'appoggio dei franchisti da parte delle dittature
tedesca e italiana.
Ovvio che, di fronte a questo scenario, anche
i registi di altri paesi furono attratti dagli
eventi che stavano accadendo in terra di
Spagna.
Già abbiamo citato lo scrittore francese, nonché pilota, Malraux. Molti altri seguirono il
suo esempio.
Dall'Unione Sovietica giunsero tempestivamente i registi Boris Makaseev e Roman
Karmen, che iniziarono a girare nel 1936
oltre 1000 metri pellicola per il cinegiornale
Soiuzkinopronika.
Dall'Olanda arrivò Joris Ivens che, nel 1937,
realizzò Tierra de España (o Spanish Earth,
nella dizione inglese), un film di 52' scritto da
Ernest Hemigway, che a sua volta aveva partecipato attivamente alla guerra civile come
combattente. È la storia di un giovane contadino, Julián, che parte dal suo villaggio natio
per andare a combattere al fronte. In tal modo
Ivens riesce a legare la lotta armata in prima
linea con le riforme agrarie, mostrando come
dalle terre collettivizzate si ricavava il cibo
per i soldati al fronte. Il film, purtroppo, così
come Heart of Spain degli statunitensi
Herbert Kline e Geza Karpathi, circolò in
Europa e nelle Americhe solo a guerra ormai
conclusa.
Ovviamente non manca il cinema di fiction,
legato soprattutto alla produzione hollywoodiana. Marco il ribelle, un film del 1938 di
William Dieterle, con Henry Fonda e
Madeleine Carroll, ne è un esempio. In una
Spagna ricostruita in studio il film
narra la nascita di una coscienza antifascista nella figlia di un contrabbandiere di armi che arriverà a innamorarsi del giovane repubblicano che le
aveva ammazzato il padre.
Non possiamo poi dimenticare uno
dei più grandi successi della produzione di Hollywood, realizzato in
piena Seconda guerra mondiale con
due star del momento: Gary Cooper
e Ingrid Bergman. Si tratta di Per chi
suona la campana, tratto dall'omonimo libro di Hemingway e girato da
Sam Wood nel 1943. La storia è
quella dell'amore fra Robert Jordan,
un professore americano che si reca
Locandina del film di Sam in Spagna per combattere al fianco
Wood Per chi suona la
dei repubblicani e la bella Maria, una
campana
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giovane ragazza violentata dai fascisti, che si so dell'epoca, incassando la cifra di 11 miliorifugia in montagna a lottare per la causa ni di dollari (esattamente come Via col vento).
della Repubblica. Il film fu un grande succes-
La copertina della rivista americana Life con la famosa fotografia di Robert Capa che riprende la morte di
un miliziano.
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MORIRE A MADRID
Regia di Frédéric Rossif. 1962. Documentario
S
i tratta di un film di montaggio realizzato a partire da materiale d'archivio
inedito
proveniente
dalla
Sovexportfilm, dal Filmarchiv der Deutsche
Demokratische Republik, dalla Visnews
Movietone, dalla Pathé, dalla Gaumont e dal
Governo basco in esilio.
Il film, della durata di 85 minuti, ha una chiara impronta impressionista e si colloca in
quella corrente cinematografica francese di
inizio anni Sessanta, contemporanea e parallela alla Nouvelle vague, detta Cinéma-vérité,
e della quale i massimi esponenti, oltre a
Frédéric Rossif, regista francese di origine
montenegrina, sono l'etnografo e cineasta
Jean Rouch, Chris Marker, Bertrand Blier
(figlio dell'autore Bernard). Si tratta di un
cinema fatto di interviste, di inchieste, spesso
raffinato e “diretto”.
In particolare in Morire a Madrid viene ricordata la Guerra civile spagnola attraverso
numerose immagini dei fatti più significativi
di quell'evento quali il bombardamento devastante della cittadina basca di Guernica,
oppure i bombardamenti su Madrid e
Barcellona o, ancora, l'addio della
“Pasionaria” Dolores Ibarruri alle Brigate
Internazionali.
Tuttavia, il carattere di guerra ideologica che
caratterizzò la Guerra civile, nonché il fatto
che, come detto in precedenza, il cinema
fosse utilizzato da ambo le parti esclusivamente come strumento di propaganda, senza
tentare di filmare il reale, rese Rossif impossibilitato a reperire materiale effettivamente
realizzato laddove si sta narrando un determinato fatto.
È il caso, ad esempio, del bombardamento di
Madrid. Nel documentario si vede una donna
che cade a terra mentre tenta di raggiungere i
rifugi antiaerei. Questa scena, sicuramente di
grande effetto, fu in realtà girata a Bilbao.
Inoltre per mostrare l'effetto dei bombardamenti, Rossif si avvale di molte immagini
girate dopo, mentre non compaiono immagini girate durante gli attacchi aerei. Queste, ad
esempio, vengono sostituite con l'immagine
di una cannonata.
Si può quindi affermare che il film di Rossif,
sicuramente molto valido e coinvolgente dal
punto di vista emotivo, va considerato soprattutto un'opera politica contro Franco, piuttosto che un “pezzo” di guerra civile, in quanto
per poter realizzare il film si è dovuto far
ricorso a stratagemmi per sopperire alla
carenza di immagini reali.
Manifesto del film-documentario di Frédéric Rossif
Morire a Madrid
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L'ASSEDIO DELL'ALCAZAR
Regia di Augusto Genina. Con Rafael Calvo, Maria Denis,
Fosco Giachetti, Andrea Checchi. 1940.
S
i tratta di uno dei cinque film di finzione italiani prodotti durante il fascismo,
che ha come sfondo la Guerra civile
spagnola.
La storia è quella reale dell'assedio alla fortezza dell'Alcazar a Toledo da parte dell'esercito repubblicano. All'interno della fortezza si
erano asserragliate, dopo l'inizio della ribellione di Franco, truppe dell'esercito fedeli al
Caudillo e parte della popolazione civile della
città.
Un errore di valutazione da parte dei repubblicani fece sì che l'attacco all'Alcazar, anziché concludersi in poco tempo come previsto,
si protrasse per 68 giorni senza successo. Gli
assediati riuscirono a resistere sino all'arrivo
liberatorio delle truppe nazionaliste.
Nel film, oltre alle vicende storiche, si
mescolano altre storie, fra le quali quella d'amore fra Conchita e un giovane cadetto poi
ferito a morte; e quella fra Carmen che, dopo
aver compiuto una metamorfosi che la porterà dall'insofferenza verso i disagi dell'asse-
dio, alla dedizione verso i feriti e i sofferenti
diventando crocerossina, si innamora, ricambiata, del capitano Vela, interpretato dall’allora famosissimo Fosco Giachetti.
Il film venne presentato per la prima volta al
Festival del Cinema di Venezia del 1940,
dove vinse, ovviamente, la Coppa Mussolini
per il miglior film italiano. Venne poi rieditato nel 1956 con modifiche poco sostanziali.
A tutt'oggi l'originale del 1940 sembra perduto. Tutte le copie in circolazione derivano dall'edizione del 1956.
Dei cinque film (gli altri sono Le due madri,
di Amleto Palermi, 1938; Carmen fra i rossi,
di Edgar Neville, 1939; L'uomo della legione,
di Romolo Marcellini, 1940; Inviati speciali,
ancora di Marcellini, 1943); L'assedio
dell'Alcazar è quello che meglio “riesce ad
arrivare a una sorta di equilibrio fra le ragioni della propaganda e quelle spettacolari e
drammaturgiche” (A. Costa). A questo risultato, probabilmente, si giunse grazie all'intervento dell'allora capo
della Direzione Generale della
Cinematografia, Luigi Freddi.
Questi, pur essendo a tutti gli
effetti un funzionario di regime, fu
colui che favorì la rinascita del
cinema italiano, cercando di
dotarlo di qualità tali da poter
essere competitivo sul mercato
straniero.
Freddi in fase di “revisione dei
soggetti”, un eufemismo utilizzato
per indicare la censura preventiva,
arrivò a instaurare un vero e proManifesto del film
di Augusto Genina prio rapporto di collaborazione
L’assedio
con autori, registi e produttori.
dell’Alcazar
Per questo le numerose revisioni
11
della sceneggiatura de L'assedio dell'Alcazar,
che Freddi giudicava troppo esplicitamente di
propaganda, portarono a un prodotto sicuramente valido, anche se di parte, con un equilibrio fra la parte storica e la vicenda “fantastica” e fra gli eventi che accadono all'interno
della fortezza e quanto sta avvenendo al di
fuori di essa, cosa questa che rappresenta uno
dei momenti migliori del film di Genina.
Con questo film, e grazie all'intervento di
Freddi, il regime riuscì quindi a raggiungere
almeno tre obiettivi che si era prefissato:
quello di realizzare un film di propaganda che
fosse efficace, dotandolo di spettacolarità
epica e drammatica e garantendo un grande
successo di pubblico.
Restano alcune caratteristiche sgradevoli e
manichee come, ad esempio, la caratterizzazione dei personaggi con la rappresentazione
dei repubblicani brutti e ripugnanti, che bevo-
no e fumano in continuazione, suscitando nel
pubblico una certa repulsione mentre, al contrario, i franchisti hanno solo connotazioni
positive.
All'epoca tutta la critica si espresse positivamente sul film di Genina, raccogliendo consensi anche in settori che tendevano, per
quanto possibile, a non uniformarsi al conformismo dominante. Ad esempio Michelangelo
Antonioni scrisse, a proposito de L'assedio
dell'Alcazar: “È un film scabro, un film di
guerra, robusto e niente affatto raffinato”, con
il pregio, secondo il futuro autore di molti
capolavori della cinematografia italiana degli
anni Sessanta, di aver saputo far scaturire l'aspetto epico della vicenda anche dalla
dimensione individuale del sacrificio e del
dramma.
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TERRA E LIBERTA’
Regia di Ken Loach. Con Ian Hart, Rosana Pastor, Iciar Bollain. 1995
L
iverpool 1994. Una giovane donna
scopre, fra gli oggetti di David, il
nonno appena deceduto, una serie di
ritagli e di vecchie fotografie dalle quali
apprende che l'uomo, in gioventù, aveva partecipato come volontario alla Guerra Civile
Spagnola militando nelle file del POUM, il
Partito Operaio Unificato Marxista.
Addentrandosi nella lettura degli appunti e di
giornali dell’epoca, la ragazza viene a scoprire un frammento di storia a lei sconosciuto,
quello che portò negli anni Trenta, migliaia
di militanti, provenienti da vari paesi del
mondo, in Spagna a lottare a fianco degli spagnoli contro la nascente dittatura di Franco.
Nel film viene dato massimo risalto a uno
specifico e poco edificante episodio di quella
guerra: gli scontri che si svolsero a
Barcellona e in Catalogna tra le forze del
POUM e dei sindacati anarchici da una parte,
e le forze governative e il Partito Comunista
spagnolo dall'altra. Un conflitto fra diverse
anime della sinistra spagnola che ebbe luogo
contemporaneamente a quello con i fascisti
di Franco e che sconvolgerà David, che avrà
una profonda crisi di coscienza che lo costringerà a rivedere tutte le sue posizioni metten-
do persino in dubbio la sua militanza nel
Partito comunista inglese.
La messa al bando delle milizie del POUM,
accusate addirittura di agire per conto dei
fascisti, rappresentò per il giovane la fine
degli ideali e della speranza di poter essere
partecipe della rivoluzione di un popolo.
La sua disillusione lo condurrà ad abbandonare la lotta accompagnando, come ultimo
atto della sua esperienza in terra spagnola, il
corpo della donna amata, come lui combattente del POUM, uccisa dalle milizie governative in un tentativo di disarmare la banda
della quale i due giovani facevano parte.
Il film, anche se non espicitamente, è sicuramente ispirato all'opera letteraria di George
Orwell Omaggio alla Catalogna e, pur soffrendo, forse, di qualche ingenuità e schematismo nel descrivere la progressiva disillusione di David verso il Partito, ha il grande
merito di focalizzare l'attenzione del pubblico
su uno dei capitoli cruciali - la Guerra civile forse in questi ultimi anni un po' dimenticato.
Soprattutto il film di Loach ha il merito di
riportare alla luce un episodio, quello della
messa al bando di gruppi della sinistra ad
opera di un'altra parte di sinistra, che risulta-
Terra e libertà del
regista britannico Ken
Loach. Una scena del
film
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va sconosciuto ai più.
Alla sua uscita in Spagna, il film fu molto
contestato da vecchi combattenti della Guerra
civile quali, ad esempio, Santiago Carrillo
che accusava l'opera del cineasta britannico
di mostrare i comunisti solamente come dei
repressori e degli assassini di propri compagni, dimenticando il ruolo importante che
questi ebbero nel conflitto e il sacrificio di
molti di essi.
La critica ha sicuramente un fondo di verità;
d’altra parte è altrettanto vero che molti combattenti nelle file del POUM e degli anarchici si trovarono, da un giorno all'altro, mar-
chiati della peggiore delle accuse: quella di
essere addirittura spie al soldo dei fascisti.
Per concludere, il film di Loach, così come
molte altre sue opere (è attualmente nelle sale
l’ultima sua fatica: Il vento che accarezza
l’erba, sulla guerra di liberazione irlandese
dalla tirannia britannica) è appassionato e
commovente. E, affrontando un triste episodio del passato, ci permette di riflettere sul
nostro presente e sul pericolo che i dissidi che
spesso nascono all'interno della sinistra
rischino di produrre esiti drammatici, conducendo, inevitabilmente, alla sconfitta.
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