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LE MERAVIGLIE DEL BAROCCO NELLE MARCHE a cura di Vittorio Sgarbi_San Severino Marche (MC) 25 Luglio
/ 12 Dicembre _Palazzo Servanzi Confidati; Pinacoteca Tacchi Venturi; Chiesa
della Misericordia Itinerario: Santuario
della Madonna dei Lumi, Santuario del
Glorioso, Chiesa di San Giorgio
Sacro e profano alla Maniera
degli Zuccari. Una dinastia di artisti
vadesi: Taddeo, Federico e Giovanpietro
Zuccari. Dal 27 giugno al 8 novembre_
Polo Museale della Chiesa di Santa Maria dei Servi - Sant’Angelo in Vado (PU)
L’INFERNO DI DANTE: DALI’ e RAUSCHENBERG. Dal 28 febbraio al 1 novembre_ Palazzo Rubini Vesin a Gradara (Pu)
MOSTRA JASAD. Jasad in arabo significa Corpo ed è il titolo di una rivista
unica nel suo genere, edita a Beirut . Dal
29 agosto al 26 settembre. Adriatico
Mediterraneo Festival_spazi espositivi
Ancona
ROVINA, UN’INSTALLAZIONE DI ERICAILCANE all’interno delle stanze abbandonate di Porta Pia Ancona. Dal 26
giugno al 5 settembre.
Visita alla Chiesa-Museo della
Croce di Senigallia tutti i mercoledì ed
i venerdì di agosto dalle ore 21,30 alle
ore 23,30.
CANTIERE ARTISTICO
Per tutto il mese di agosto sara’ possibile
vedere gli artisti all’opera mentre dipingono gli scafi dei pescherecci presso il
cantiere artistico istallato al Molo Mandracchio di Ancona
CINEMANARA.In mostra alla Mole di
Ancona l’arte di Milo Manara. Fino al 15
agosto
I “Rovereschi” espongono nel cortile
di Palazzetto Baviera, Senigallia, fino al
15 Agosto. Pittura, scultura e fotografia.
Uno sguardo sulle donne: dai
Macchiaioli a Modigliani curata
da Stefano Papetti. Fino al 17 ottobre
all’Auditorium di Sant’Agostino di Civitanova Marche
mostra di Roberto Tosato presso
la Banca Popolare di Ancona - piazza
Miliani a Fabriano. Fino al 3 settembre.
Mostra itinerante “Banda Grossi,
storie di brigantaggio nella pittura naive. Fino al 29 agosto_castello di Frontone (Pu)
PAESAGGI Luigi Ghirri - Mario Giacomelli. Fino al 19 Settembre_ Centro Arti
Visive Pescheria di Pesaro
OMAR GALLIANI. La verità della pittura, l’eros del disegno. Dal 6 agosto fino
al 30 ottobre_Palazzo della Pretura Sassoferrato (An)
“L’ISTANTE DECISIVO” fotografie di
HENRY CARTIER BRESSON_Palazzo
Augusti Castracane dalle Centofinestre
a Brugnetto di Ripe - Senigallia (AN).
Fino al 22 agosto.
LUCIANO CASAROLI “una calma raggiunta sul filo del rasoio”. Personale
curata dalla Galleria Portfolio. Palazzo
del Duca Senigallia dal 7 agosto al 7
settembre (approfondimento nelle pag.
Cultura)
VIA CARDUCCI INCONTRA L’ARTE_
pittura en plein air allestita da ProLoco
“Spiaggia di Velluto” lungo via Carducci
Senigallia. Tutti i week end di agosto.
IO E GIACOMELLI testimonianze e fotografie. Itinerari dei Maestri del Gruppo Misa.Dal 15 al 30 agosto_Museo Comunale d’Arte Moderna Senigallia
FABIO TOGNI mostra fotografica. Dal
15 al 22 agosto_ Galleria Expo-Ex Senigallia
GREEN STREET ART dal 17 al 31 agosto_Chiostro Palazzetto Baviera Senigallia
PIERGIORGIO MORETTI e ROBERTO
CIRILLI doppia personale di fotografia
Pro Loco_Salone del Palazzetto Baviera
Senigallia_fino al 21 agosto
LORIANO BRUNETTI mostra fotografica Pro Loco “Spiaggia di Velluto” dal 22
al 29 agosto_Salone Palazzetto Baviera
Senigallia
ONLY POLAROID Mostra fotografica
Pro Loco dal 23 al 31 agosto_Galleria
Expo-Ex Senigallia
ORFEO TAMBURI tra realtà e astrazione. Mostra antologica. Dal 10 settembre al 17 ottobre_Mole Vanvitelliana Ancona
INCONTRI - LIBRI
Eugenio Allegri legge “Novecento”di
Baricco. Sabato 21 agosto ore 21.30_
Rotonda a mare Senigallia
Incontri con l’autore: Sopra le nuvole non piove mai di Roberto Rovaldi.
Mercoledì 25 agosto ore 21.30-Libreria
Iobook Senigallia
La mano dell’organista, Fratelli Frilli editore di Gabriele Prinelli. Venerdì
3 settembre_Libreria Iobook Senigallia
ore 19
Pesce mangia cane, Edizioni ambiente, collana Verdenero di Paolo Roversi.Giovedì 9 settembre ore 19_Libreria
Iobook Senigallia
Luminosa tenebra, Einaudi editore di
Michael Gregori .Domenica 12 settembre_Libreria Iobook Senigallia ore 19
La libraia di Orvieto, Fanucci Editore di Valentina Pattavina.Giovedì 16
settembre_Libreria Iobook Senigallia
ore 19
Il ragazzo che leggeva Maigret, Sellerio Editore di Francesco Recami.Domenica 19 settembre_Libreria Iobook
Senigallia ore 19
Bye bye summer Cucinare zen, Il pun-
to d’incontro edizioni di Anna FataMartedì 21 settembre-Libreria Iobook
Senigallia ore 19
Dal quaderno al blu. Presentazione libro con Asmae Dechan. Festival Adriatico Mediterraneo. Galleria
Dorica Ancona. 29 agosto ore 11
TABU’:conversazione con Joumana
Hadded. Festival Adriatico Mediterraneo. Mole Vanvitelliana Ancona. 30 agosto ore 17.30
Il dialogo mediterraneo. Ricordo di Majid El Houssi. Festival Adriatico Mediterraneo_Mole Vanvitelliana
Ancona. 31 agosto ore 17.30
VOCI DI NUOVI ITALIANI. Incontro
con gli “Italieni” della rivista Internazionale. Festival Adriatico Mediterraneo_Mole Vanvitelliana Ancona. 1
settembre ore 17.30
Reading antirazzista. Festival
Adriatico Mediterraneo_Cortile Palazzo
Jonna Ancona. 1 settembre ore 20.30
Così in terra come in cielo. Incontro con don Andrea Gallo e presentazione libro. Spazi espositivi Ancona_2
settembre ore 17.30
La letteratura della migrazione senza veli. Scrittrici mussulmane si raccontano. Mole Vanvitelliana
Ancona. 4 settembre ore 17.30
OMAGGIO A Franco Scataglini a
cura di Massimo Raffaeli e Francesco
Scarabicchi. Terrazza Museo Archeologico nazionale delle Marche Ancona. 9
settembre ore 21.15
Omaggio a Corrado Cagli. Incontro di approfondimento nella sua
opera. Pinacoteca “F.Podesti” Ancona.
10 settembre ore 21.30
Uomini e paesaggi, Un aperitivo al
Museo: Francesco Benelli della Columbia University Ney York “Il Convento di
Santa Maria delle Grazie: storia di una
costruzione”. Museo di Storia della Mezzadria “Sergio Anselmi” Senigallia.20
agosto ore 18,30
MUSICA
CONCERto di Goran Bregovic_
Sferisterio di Macerata_23 agosto
Concerto di Antonello Venditti_
Piazza del Popolo Ascoli Piceno_17
agosto ore 21.30 (Con l’Eco è gratis)
Mike Mainiero Quartet Mallets, brushes and more_RAMinjazz Rotonda a
mare Senigallia_13 agosto
M. Del Ferro – M. A. Ricci – M. Manzi
“Triangular View”RAMinjazz Rotonda
a mare Senigallia_16 agosto
Barbara Casini – Marco Tamburini - Pietro Lussu - Ares Tavolazzi
“Formidable!”RAMinjazz Rotonda a
mare Senigallia_20 agosto
RENATO SELLANI Piano solo_RAMinjazz Rotonda a mare Senigallia_24
agosto
lavaggi
con
massaggio
MUSICA NUOVA FESTIVAL XIX ed. Presentazione CD “Spoon River Anthology” di Edgar Lee Masters -NEW MUSIC
AND DRAMA ENSEMBLE _3 settembre
ore 21,30_Auditorium S. Rocco Senigallia
MUSICA NUOVA FESTIVAL“Tra antico
e contemporaneo” _18 settembre ore
21,00 Chiesa S. Giovanni Battista Montignano
GLI OTTO GIUSTI_ 22 agosto ore 22
Lazzabaretto Ancona
SPECIAL QUINTET 06-08_ 25 agosto
ore 22 Lazzabaretto Ancona
DJ GRUFF. In apertura, Dj Kame_ 26
agosto ore 2 Lazzabaretto Ancona
ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA DI
AMBROGIO SPARAGNA_28 agosto ore
21_Corte Ancona
BANDA DI PIAZZA CARICAMENTO_
30 agosto ore 21_Corte Ancona
MILAGRO ACUSTICO In concerto_ 31
agosto ore 21_Corte Ancona
BOBAN I MARKO MARKOVIC_ 1 settembre ore 21_Corte Ancona
TERESA DE SIO_ 3 settembre ore 21_
Corte Ancona
RAIZ E RADICANTO_ 4 settembre ore
23.30_Corte Ancona
CARMEN CONSOLI_5 settembre ore
21.30_Area del Porto Ancona
MONSANO FOLK FESTIVAL JESI -13
agosto - Ore 19,00 – Sala Maggiore de
Palazzo della Signoria- Concerto della Memoria.ARMANDA ANIMOBONO
MANCINI & LE SORELLE .A cura e con GASTONE PIETRUCCI e CARLO CECCHI
MONSANO FOLK FESTIVAL ANCONA – 15 agosto - Ore 19,00- Anfiteatro
Romano - Concerto del Tramonto GASTONE PIETRUCCI partecipazione de LA
MACINA
MONSANO FOLK FESTIVAL POLVERIGI
- 18 agosto - Ore 22,00- Chiostro di Villa
“Nappi” - AMEDEO & BELINDA (ItaliaCuba)
PINO SCOTTO + the Fottutissimi live
concert_sab 21 agosto Mamamia alternative music club Senigallia
MOTEL CONNECTION _18 settembre
Mamamia music club Senigallia
BUTCHER MIND COLLAPSE+NERVOUS
KID (21 ago)_FUZZ ORCHESTRA (28
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con la collaborazione di Enzo Prediletto
M E N S I L E
F R E E
P R E S S
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I N F O R M A Z I O N E
C U L T U R A
A N N U N C I
Anno 8_numero 08/09_Ago/Sett 2010
Direttore responsabile
Letizia Stortini
Redazione
Via C.Battisti,12 - 60019 Senigallia (An)
071.79.30.194
cell. 333.20.91.555 - 335.67.97.693
[email protected]
www.ecomarchenews.com
Editore
InfoMarche s.a.s.
[email protected]
Hanno collaborato a questo numero:
Collaborazione grafica
Elisabetta Galli
Sam Benia
Fotografo
Giovanni D’Eboli
Andrea Cesanelli
Redazione
Sofia Provvedi
Maria Antonia Martines
Leonardo Badioli
Anna Foschi
Pier Francesco Paolini
Flavio e Gabriela Solazzi
Paola Raggi
Lorenzo Susannini
Anna Faretta
Pietro Motisi
Paolo Tarsi
Gabriele Rossini
Vincenzo Prediletto
Matteo Garofoli
Alessandra Buschi
Duilio Marchetti
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Per la vostra pubblicità su questa testata:
338.87.99.234 - 328.22.15.574
Iscrizione al registro del Tribunale di Ancona
al numero 22 del 3 novembre 2003
Stampa
Rotopress International s.r.l.
via Brecce_60025 Loreto_AN
tel. 071.75.00.739_fax 071.75.00.570
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S O M M A R I O
L’estate baciosa del sindaco MAURI
SENIGALLIA
La Pirotecnica Santa Chiara di Ascoli
di nuovo protaginista dei fuochi
d’artificio del 18 agosto
pag.3
gante nel suo completo scuro, con la giacca
mollemente slacciata in modo da lasciar
intravedere attraverso una camicia anch’essa sbottonata (quando non sia guarnita di
un’enorme, formidabile cravatta azzurrina)
il corpo tonico e scolpito che vi è contenuto; e abbronzato come si conviene al primo
rappresentante di una città che tiene moltissimo alla Bandiera Blu. Passo e labbro
volitivo sono quelli di un uomo del fare, ma
lo sguardo un tantino sollevato lascia intendere un pensiero ispirato, che vede lontano,
oltre le nostre teste.
L’INCONTRO
Italiani all’estero. Regine Provvedi
italo-francese fa la regista di Cinema a
Berlino
pag. 4
SENIGALLIA
Le mura sono state viste solo come un ostacolo alla espansione urbana. Eppure furono
uno dei primi esempi di fortificazione “alla
moderna”
pag.6 e 7
CULTURA
Un mese a Palazzo del Duca di
Senigallia dedicato a Luciano Casaroli,
dopo Washington
pag.9
CULTURA
Trovate connessioni in Lombardia con
la Maddalena di Senigallia
pag.10
RUBRICHE
La bottega fotgrafica Leopoldi, nel
corso centrale di Senigallia festeggia
gli ottant’anni.
pag.14
E poi ancora...
L ‘ROSP
IL VAGAMONTI
FRESCHI DI STAMPA
L’ARTIGIANO DEL DIRITTO
LE EMOZIONI in psicologia
LIFE4STYLE
GIOCHI
ANNUNCI ECONOMICI
L’ECO IMMOBILIARE con gli annunci
delle Agenzie immobiliari più esclusive
Ce l’ha fatta sentire lungo tutta la campagna elettorale quella certa canzone che aveva nel refrain
una insistente richiesta di baci; e si può anche
comprendere il motivo che induce un bell’uomo a
valersi di tutte le sue qualità per convincere l’elettorato a preferirlo; appena eletto poi, con largo
plebiscito, ce lo hanno rammentato le wags di Vivi
Senigallia innalzando nella sala del Consiglio un
cartello che portava scritto: “Baciami ancora Mauri”: istanza sacrosanta di cui dà testimonianza lo
stesso magazine dell’amministrazione comunale,
ognora sensibile al problema delle pari opportunità.
In capo a cento
giorni dall’insediamento, tuttavia, mi
sono accorta con
molto piacere che
la baciosità del Sindaco di tutti non era
solo una maschera
di convenienza, ma
una pratica politica
per lui naturale che
lo rende anche, in
modo
specifico,
Sindaco di tutte.
L’ho seguito - lo
ammetto - una tipica mattina in cui
si reca alle incombenze del palazzo:
con intento documentativo si capisce, dando fondo
però a quella curiosità che permetTutto ciò che la nostra testata sta realizzando
te al mio genere di
e realizzerà è e sarà sempre grazie alla forza del
cogliere un sacco
ricordo del suo cofondatore, Patrizio Casagrande
di particolari. Il
sindaco arriC O M E P U B B L I C A R E U N A N N U N C I O S U L ’ E C O nuovo
PER POSTA: compilare il modulo in modo chiaro e leggibile ed inviarlo a InfoMarche s.a.s_via va a piedi presto - l’ha detto lui stesso che lo impone la mole di lavoro – ma per niente trafelato,
C.Battisti,12_60019 Senigallia.
scende in cima al corso e lo attraversa zigzagando
PER E-MAIL: scrivere l’annuncio con i dati dell’utente a [email protected]
in modo da non trascurare l’un versante e l’altro:
DI PERSONA: recapitare il modulo in busta chiusa in redazione: via C.Battisti,12_Senigallia.
un bellissimo spreco di tempo si potrebbe definire
Spett.le InfoMarche s.a.s._invio il seguente annuncio
questo suo passaggio che segue l’ispirazione della canzone elettorale; in realtà un cambiamento
cognome _____________________________________ nome ____________________ di stile dell’essere sindaco. Non più i sorrisi limati
città _______________________________________ cap ___________ prov. _________ e i mezzi profili alla Lilligruber ai quali ci avevano
abituati le due amministrazioni precedenti, ma il
tel. ____________________________________ cell. _____________________________ franco, soddisfatto, amichevole, risoluto porgere
testo annuncio ____________________________________________________________ del giovane uomo che si è caricato sulle spalle la
_________________________________________________________________________ responsabilità di tutti noi e di ognuno di noi. Ele-
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La mattina è abbastanza fervida in città anche
dopo serate come queste che riempiono le vie di
vita, di suoni, di colori. Riprende la trama quotidiana; io seguo il sindaco Mauri passo passo a rispettosa distanza per non farmi vedere che lo osservo.
Lui incede con ampia falcata ed elargisce saluti,
entra nei negozi, stringe mani e bacia le signore;
poi giunto in Piazza Roma si intrattiene – non so
se è soltanto stamattina – fino alle nove e mezza,
segno evidente che ha cose importanti da fare a
contatto diretto della cittadinanza. Seduta a un tavolino lo osservo mentre parla amabilmente
con più d’una persona e
trovo il tempo di pensare che un sindaco bello
si addice alla spiaggia di
velluto: un sindaco magari povero considerati
i tempi, ma almeno che
sia alto come la Hunziker e capace di sbarcare per il Caterraduno
senza impaccio e con
disinvoltura. E pensare
che c’è gente che per
avversione politica o interesse particolare non
gli riconosce nemmeno
tutta questa bellezza: eh
no, dico io, lo spirito di
parte non può arrivare
a tanto! E sono convinta che in cuor suo chi lo
critica lo fa solo per invidia, come la volpe (loro)
e l’uva (lui).
Vicino a me ha posato le
biciclette e si è seduto
un gruppetto di ragazzi
e ragazze che potrebbero essere tedeschi o olandesi; e mi accorgo che
lui sta guardando in quella direzione. “Può essere”,
mi viene da pensare, “che adesso per amor di turismo il nostro sindaco bacia anche gli stranieri?” E’
un momento, però, che si dissolve perché adesso
ho l’impressione...non so… però mi pare… incrociamo lo sguardo e in fronte a quello io mi sento
volpe come mai sono stata. Mi confondo, smarrisco ogni forma di logico pensiero e mi accorgo
con qualche meraviglia che anch’io sto mormorando sottovoce il refrain della canzone che lo ha
fatto vincere. Baciami ancora, Mauri.
Anna Foschi
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s e n i g a l l i a
Non c’e’ estate senza i fuochi
“Il fuoco d’artificio è il culmine
dell’istantaneità, la meraviglia senza domani,
l’illusoria apparenza scritta a lettere di fuoco in
una notte d’estate” (Vladimir Jankàlàvitch)
Non è estate se non ci
sono i fuochi d’artificio.
Appuntamento ormai tradizionale dell’agosto sulla
spiaggia di Velluto, i fuochi annunciano che siamo al culmine dell’estate,
nella sua “esplosione”, ma
che presto - dopo ci sarà
la Fiera - dovremo salutarla.
Da oltre cinque anni lo
spettacolo pirotecnico è
affidato alle sapienti mani
della Pirotecnica Santa
Chiara di Ascoli Piceno.
Curiosi, come sempre, di
scoprire tutto ciò che sta
dietro la notizia, abbiamo
conversato con il reponsabile della Pirotecnica
Santa Chiara, Maurizio Di Pietro.
Lo spettacolo del 18 agosto è differente rispetto
agli altri anni? Ci sono delle novità?
“Sicuramente ci sono effetti nuovi come le code di
cavallo, ole sul molo, multiflash ad intermittenza.
Scelta di nuovi colori, più vivaci, di moda”.
Code di cavallo?So inoltre che tra le varie tipologie oltre ai fuochi tradizionali ci
sono quelli in musica, barocco, volo
delle colombine, incendio delle torri...può descrivercele?
“Il tradizionale è tra le forme più
antiche in Italia, dopo solo al barocco che è la più antica in assoluto, la
prima nel mondo. Le altre sono tutte
forme create successivamente tramite le innovazioni tecnologiche. In
commercio oggi ce ne sono molte,
appunto dallo spettacolo in verticale su palazzi (incendio delle torri)
all’abbinamento con la musica...”
Come si arriva a fare quest’atipica
professione?
“Sempre tramite una tradizione familiare e tanta tanta passione”
E la vostra tradizione da quanto
dura?
“Da trent’anni, un paio di generazioni...”
Continuerà?
“Speriamo...”
E’ un lavoro così singolare con rischi e pericoli
“Certo, si lavora con la polvere da sparo, ma noi
ci affidiamo a dei tecnici
superqualificati e specializzati che mettono tutto
in sicurezza. Non solo il
personale che lavora con
gli esplosivi, ma anche il
pubblico che assiste agli
spettacoli. Siamo ben
preparati e qualificati per
qualsiasi evenienza”
La vostra è una struttura molto grande
“Tra le più grandi in Italia
e la più grande del centro.
Lavoriamo anche molto all’estero, in Europa.
Di recente siamo stati in
Spagna per un Festival Internazionale. Stiamo per
partire per la Svizzera“
Sofia Provvedi
STREET ART
Per alcuni sono maestri di una nuova forma di espressione artistica, per altri semplicemente vandali da assicurare alla giustizia. Eppure nessuna metropoli del pianeta può dirsi inviolata dalla performance dei
graffittari, che deturpano le bellezze e abbelliscono le turpitudini dei centri urbani con una irresistibile esplosione di fantasia. A Senigallia un Festival delle arti visive ha promosso la Street Art nel mese di Luglio.
Il Pam Festival, tra i partners Smoking Minds (Manifesto: nasce a Jesi nel 2001 come manifestazione di cultura urbana con l’obiettivo di mostrare determinate discipline della cultura underground in particolare
il writing italiano rendendolo pubblico e fruibile a tutti).
Dal 17 agosto fino al 31 agosto nel chiostro del Palazzetto Baviera di Senigallia è allestita la Mostra Green Street Art aperta dalle ore 20.30 alle 01.00
cani in spiaggia
L’Ente Nazionale Protezione Animali esprime grande apprezzamento per l’insieme delle importanti attività promosse dal Ministro
al Turismo, con l’obiettivo di facilitare il turismo “animal friendly”
e di promuovere nel mondo l’Italia e la sua immagine quale Paese
accogliente per chi viaggia con gli animali. In rilievo l’iniziativa del
Ministro che ha incoraggiato le amministrazioni comunali ad attrezzare aree verdi per gli animali domestici e ad individuare tratti
di spiaggia libera dove i quattro-zampe siano liberi di scorrazzare.
«Purtroppo da allora le amministrazioni locali non si sono distinte
per solerzia - commenta l’Enpa - e sono pochi i sindaci che hanno
destinato agli animali porzioni del verde pubblico. A distanza di un
anno si deve a malincuore prendere atto che le spiagge a 4 zampe
sono ancora un’eccezione»
Cani in spiaggia: in Italia la situazione è ancora complicata
In un’isola così bella come la Sardegna, ad esempio, è vietato l’accesso in spiaggia ai cani dove però pascolano mucche e pecore e
ciò è veramente strano! Nel nostro bel paese abbiamo solo 3 possibilità per andare al mare con il nostro cane: 1) Andare in una spiaggia o lido attrezzato tradizionale che lasci accesso ai cani, ma spesso i gestori non permettono che il cane vada nell’acqua e bisogna
pagare pure un biglietto d’ingresso, per poi farlo morire di caldo
senza poterlo rinfrescare. In alternativa
i cani vengono accettati ma a numero
chiuso 2) Andare in una spiaggia o lido
attrezzata dedicata ai cani accompagnati
dai loro padroni, con strutture apposite,
sponsor vari e biglietto da pagare. Queste spiagge sono affollatissime di cani e
persone che vogliono stare insieme però
questo non permette a chi ha cani dominanti o femmine in calore,
o cani che hanno subìto aggressioni da parte di simili, di andare in
spiaggia in tranquillità. 3) Andare in una spiaggia libera che non sia
inclusa nell’ordinanza balneare del Comune in cui ci si trova, o che
non abbia un regolamento con specificato il divieto di accesso. In
paesi come la Francia, l’Olanda, l’Inghilterra la Croazia e la Grecia
l’accesso ai cani in spiaggia è libero, senza “zone-ghetto” per i cani
e i loro padroni e non esistono “spiagge per cani” e non si pagano
biglietti. Alcuni dicono è questione di igiene? Allora sono forse più
igieniche sulle spiagge le lattine, le bucce di frutta, gli avanzi di cibo
consumati sul posto a imputrescire al sole, le bottiglie da riciclo, i
sacchetti di plastica che uccidono delfini e gabbiani, i quintali di
mozziconi che impestano ogni cm quadrato di sabbia e altre schi-
fezze peggiori? Infine non è giusto che in alcune
regioni italiane se qualcuno apre una spiaggia per
cani e persone debba essere tartassato da permessi da chiedere, documenti da fare, progetti da
elaborare e ispezioni continue da parte delle ASL
e altri assurdi ostacoli. Perciò ringraziamo i gestori
di spiagge che accettano di accogliere anche i nostri amici nel tratto a loro concesso.
La normativa: a partire dal 2002 la normativa sulle spiagge non è più competenza delle Capitanerie di Porto ma direttamente delle Regioni che posso delegare i singoli Comuni. Fino
a tale data la Capitaneria di Porto fissava il divieto di accesso alle
spiagge da parte dei cani per il periodo giugno-settembre. Alcuni divieti sono fissati a livello nazionale come quello di accesso ai
cani alle spiagge con Circolare del Ministro della Marina Mercantile (ora ministero dei Trasporti e della Navigazione) nº 5171242 del
07.05.1994. L’infrazione a questo divieto è punita dall’art. nº 1164
del Codice della Navigazione che prevede, secondo il d.l. nº 507 del
30.12.1999, una sanzione, in ogni caso ora sono i singoli Comuni a
prendere disposizioni in merito.
Maria Antonia Martines
(approfondimenti sull’argomento su www.ecomarchenews.com)
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3
l’incontro
I TA L I A N I A L L’ E S T E R O
Re g i n e, l a r e g i s t a co n “ t r e c u o r i ”
Ci vuole del metodo per lasciar sopravvivere una
speranza. Ci vuole coraggio per lasciar sopravvivere un sogno. Ci vuole abilità per lasciar sopravvivere una passione.
Regine Provvedi è nata in Francia a Lyon, vive da
31 anni in Germania a Berlino e passa gran parte
dell’estate in Italia, nella casa dei suoi a Marzocca.
“Vengo qui da sempre, da cinquant’anni, prima
con i miei genitori, poi anche da sola. Il mio legame con queste terre è molto forte. Mio padre
è italiano, eugubino. Entrambi i miei nonni sono
italiani, vero simbolo del mio grande attaccamento con l’Italia”.
La incontro nella sua bella casa immersa nel verde
alla periferia di Senigallia, a marzocchetta dove è
tornata anche per questa estate, nel mese di
luglio “Tornerò sempre qui, anzi spero che più
in là riuscirò a trascorrerci più tempo: un mese
l’anno vola via troppo in fretta”
Ha grandi occhi scuri, un bel sorriso. Sincero.
Semplice. Diretto. Incorniciato da lunghi capelli
neri che porta raccolti e che le danno un’aria
vagamente da donna meridionale. Effettivamente non sente di appartenere alla nazione
dove ha scelto di vivere. “Non ho più radici.
Sono Italo-francese, non certo tedesca, anche
se per la città di Berlino ho grande riconoscenza. E’ lì dove ho fatto i miei Studi, l’Università,
dove è nata mia figlia Velia, dopo ho iniziato a
lavorare. A Berlino c’è una qualità della vita invidiabile. Ricca di stimoli, molte sono le offerte
culturali e per chi sceglie un lavoro come il mio
è un luogo che ti accoglie bene”
Regine Provvedi è regista cinematografica,
ma siccome “è difficile vivere di solo Cinema
a meno che tu non sia un regista famoso” mi ha
detto, “ho messo in piedi qualche anno fa una
casa di produzione, la Blue film. Così sono diventata anche produttrice. Siamo due soci, uno
più specializzato per la parte del web – oggi c’è
molta domanda per il tridimensionale – ed io
sono ancora quella più legata ai metodi classici. Lavoriamo anche per la televisione, molto
con il canale francese e tedesco di Arté”. Nella
Tivù italiana non c’è nulla di paragonabile ad
Arté, mi permetto di sentenziare “Infatti, questa
è l’Italia che non mi piace. Un Paese che non
lotta più per far valere i propri diritti. Immobile
e appiattito a subire tutto ciò che ingiustamente gli propinano e non merita. La Blue film ha
avuto delle difficoltà per produrre qui”.
L’Italia, fanalino di coda per la Cultura, Patria del
Cinema, oggi una nazione dove se non sei “amico di” non ti si fila nessuno, ma Regine ottimista
e propositiva “Basterebbe lavorare in sinergia.
Aprirsi a nuove realtà. Nel mio lavoro, oltre che
bellissimo ed arricchente, è utile realizzare co-
produzioni. Di recente ho preso dei contatti con
una casa di produzione romana per provare a lavorare insieme tra Roma, Parigi e Berlino”.
Chi ha una passione, un’intuizione, un sogno nel
cassetto, un progetto deve andare via dal Belpaese che acclama chi rientra in patria dopo aver vinto l’Oscar, ma poi ignora chi semplicemente cerca
di fare ciò in cui crede e ciò che sa fare?
“Andarsene sì, tante volte, ma per fare esperienza,
poi si potrebbe anche tornare. Credo che molte
cose si potrebbero fare anche nelle piccole realtà,
anche tra le ostilità. Tutto può essere cambiato,
persino nel piccolo Comune. Dipende da noi, da
quanto ci crediamo. Non serve la rivoluzione, non
occorre nemmeno il coraggio per farlo. Basterebbe aprirsi all’altro, unirsi in gruppo tra persone
con ambizioni ed aspirazioni simili e combattere
insieme piccole lotte culturali”
Io che mi vergogno sempre più e mi riconosco
sempre meno in una nazione che invecchia, rifletto su ciò che mi ha appena detto, alla necessità
di “fare gruppo” e paradossalmente penso che
all’estero rappresenti un punto di forza di noi italiani, la comunicabilità è una caratteristica che ci
affibbiano una volta oltrepassati i confini. L’Italia,
così chiusa come può continuare ad essere così
socievole? “C’è il clichè del “sole, del mare” che
non è sempre vero, in Svezia ad esempio dove
ho lavorato ho notato maggiori capacità di comunicazione e socievolezza. L’Italia ci ha illusi e
poi disillusi, ma rimane un Paese meraviglioso. La
gente è calorosa ed affidabile. I miei migliori amici
sono marchigiani. Non ci si può rassegnare, anche
perché poi la rassegnazione diventa un alibi per
fermarsi, per non voler cambiare”.
Da piccola in Francia la chiamavano “l’italiana” e
la burlavano perché voleva sempre mangiare la
pasta. Ma in Italia la chiamavano “la francese”. Qui
difende la Francia e in Francia difende l’Italia. In
entrambe si sente a casa. L’unica differenza – dice
lei, ma credo non vera – è la lingua. Dice di parlare
meglio il francese. Ama l’Italia che conosce molto
bene “mia madre francese è un’attenta conoscitrice della storia italiana e ogni volta, fin da bambina, non ci risparmiava mai gite ai castelli, visite ai
Musei. Mi ha trasmesso un grande amore per la
Cultura, soprattutto italiana”.
Nelle Marche, al mare a Marzocca, non si sente
mai fuori luogo “C’è un certo tipo di vita qui che
non ritrovo da nessun’altra parte. C’è qualcosa di
speciale che mi affascina ogni volta, già anche il
semplice parlare, il dialetto mi piace molto, ha un
suono così familiare…e poi il Cielo. La sua luminosità è diversa. C’è una luce singolare che trovi solo
qui, già dopo Ancona è un’altra luce”.
C’è la sua valigia aperta. Pronta per essere riempita di nuovo. Di certo lei non si ferma, non si rassegna. “l’italiana” che forse rincontreremo il prossimo anno, magari dopo l’uscita del suo nuovo film
- una storia ambientata a Berlino tra due giovani
che personificano il bene e il male - “Non c’è nulla che valga di più che veder concretizzato ciò in
cui credi. Non c’è esperienza altrettanto favolosa
come vedere il tuo film sullo schermo”
Letizia Stortini
Otto Sander è l’attore
protagonista di “Little spoon”,
cortometraggio girato da
Regine Provvedi nel 2005
La Bottega delle Marche
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senigallia
le mura, da noi solo un ostacolo
Quando una scelta progettuale diventa irripetibile. Si potrebbe iniziare
L’immagine delle mura di Lucca, uno dei maggiori esempi in Europa di mura cittadine costruite secondo i principi della fortificazione “alla
moderna” nella prima metà del Cinquecento e
conservate completamente integre, può servire
efficacemente da termine di paragone per evidenziare la rilevanza storica delle mura senigalliesi e soprattutto il loro diverso stato di conservazione. A Lucca infatti sono state considerate
un monumento storico e nel corso dell’ottocento
sono state trasformate in passeggiata pedonale,
a Senigallia sono state viste solo come un ostacolo alla espansione urbana.
Eppure anche le mura di Senigallia, attualmente
composte da una fortificazione cinquecentesca
e da un ampliamento settecentesco, sono state
in passato uno dei primi esempi di fortificazione
“alla moderna”. Concepite nel primo trentennio
del Cinquecento sperimentando nuovi modelli
fortificatori, videro la loro conclusione solo alla
fine del XVI secolo con la scelta di un perimetro
che determinò una pianta pentagonale. Alla “città pentagonale”, edificata nella prima metà del
Cinquecento, si aggiunse, nel 1746 una nuova
porzione urbana fortificata, facente parte di un
più ampio progetto di ampliamento anche oltre
fiume, mai concluso.
Questa incompleta realizzazione settecentesca
rappresenta l’inizio del processo di snaturamento
della città pentagonale, producendo un’immagine planimetrica disorganica, deteriorata ulteriormente dagli importanti sventramenti di porzioni
murarie attuati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio
del Novecento, dalla perdita del camminamento sommitale dovuto all’accavallarsi del tessuto
urbano sulla cinta muraria e dalla colmatura dei
fossati. La realizzazione del progetto cinquecentesco delle mura senigalliesi si inquadra nel più
ampio dibattito sorto tra gli ingegneri militari
dell’epoca riguardo alla sperimentazione di nuovi
modelli di fortificazione. Per questo motivo, il valore della lettura delle mura come monumento,
pur se “mutilate” nell’integrità dell’immagine di
insieme, non muta anzi, acquista maggior forza.
soluzione definitiva che prevedesse anche la posL’avvio del progetto si deve a Francesco Maria I sibilità di un’estensione della città murata al di là
Della Rovere duca di Urbino, che nel primo trenten- del fiume. Vennero consultati così Michele Sanminio del Cinquecento decise di procedere all’am- cheli (1484-1559), Gian Giacomo Leonardi (1498modernamento degli apparati difensivi delle prin- 1562), Bartolomeo Genga (1518-1558), Gian Batcipali città del Ducato, ormai inadeguati di fronte tista Gotti e Giovan Battista Belluzzi (1506-1554),
all’evoluzione delle artiglierie. All’epoca in Italia quest’ultimo cognato dello stesso Genga. Un ruoerano attivi nel settore dell’ingegneria militare lo determinante in quest’ultima fase progettuale
Antonio da Sangallo il Giovane (1485-1546) e Pier lo ebbe Michele Sanmicheli, fautore della soluzioFrancesco da Fiorenzuoli detto da Viterbo (1470- ne a pianta pentagonale che vide l’estensione del
1537), più altri collaboratori presenti nei centri perimetro al di là del fiume.
delle Marche, eredi delle sperimentazioni inge- La realizzazione “in cortina” del perimetro muragneristico-militari di Francesco di Giorgio Martini.
rio ebbe inizio, secondo le cronache del tempo
Il Duca interpellò Pier Francesco da Viterbo, inge- nel 1546, ma fu Francesco Maria II (1549-1631),
gnere di gran fama, che svolse la sua attività spes- succeduto nel governo del Ducato a Guidobaldo
so in antagonismo con Antonio da Sangallo. Dopo II nel 1574, a portare a compimento la fortificazioun lungo dibattito circa la miglior forma da adot- ne al di là del fiume, a realizzare la porzione di fortare, la costruzione della cinta fortificata di Seni- tificazione prospiciente il canale, facendo innalzagallia fu intrapresa e improntata in terra, modalità re il Fortino a difesa del porto e procedendo con
molto in uso nel primo trentennio del Cinquecen- l’escavazione del fossato.
to. Alla morte di Pier Francesco di Viterbo, seguita Per tutto il XVII secolo le mura della cinta pentaun anno dopo da quella del Duca Francesco Maria gonale e conseguentemente la “forma” della citI, il progetto fu ripreso e continuato dal suo suc- tà rimasero invariate. Alla fine del secolo però la
cessore Guidobaldo II Della Rovere (1514-1574), il capacità ricettiva della struttura urbana, a causa
quale provvide a completare le mura realizzate in dell’espansione commerciale, mostrò tutta la sua
terra foderandoinadeguatezza,
le di cortina, ma
non solo lunanche a definirgo il fiume, ma
ne il perimetro
anche nei quarstudiando la mitieri limitrofi.
glior soluzione
Diventò quindi
dal punto di vista
indispensabitecnico militare.
le fondere il
Per far ciò Guiquartiere Porto
dobaldo II si sercon la restante
vì del parere di
ma-glia urbana
altri architetti ed
attraverso un
ingegneri militaprogramma di
ri, rimettendo in
riassetto comdiscussione le inplessivo, che
tenzioni progetprevedesse l’eliA Lucca le mura sono state considerate un monumento
tuali precedenti
minazione delle
storico, trasformate in passeggiata pedonale
e studiando una
mura lungo il fiume, la costruzione di un nuovo
ponte e l’ampliamento della città. Questo progetto fu reso possibile a partire dal 1746 attraverso la
realizzazione di un porticato affacciato sul Misa e
l’espansione edilizia oltre le vecchie mura verso i
“prati della Maddalena”. Ciò comportò il raddrizzamento del corso del fiume Misa, l’abbattimento del bastione S. Filippo o della Posta e di Porta
Fagiola per prolungare verso monte i portici e la
strada sulla riva destra del canale, la demolizione
di alcuni tratti della cortina occidentale delle mura
cinquecentesche in corrispondenza delle strade
esistenti per mettere in comunicazione la vecchia
città con il nuovo ampliamento.
Il progetto prevedeva anche l’ampliamento del
quartiere del Porto tramite la realizzazione ol-tre il
Misa di un altro porticato di fronte ai portici Ercolani
e l’urbanizzazione di una nuova area sul lato ovest
da racchiudere entro un nuovo tratto di mura. Ma
a questo grandioso progetto di espansione ed
ammodernamento della città non corrispose una
crescita del volume degli affari della fiera, che anzi
tra la fine del secolo e l’inizio dell’Ottocento iniziò
una fase di lenta ma inarrestabile decadenza, che
portò alla sospensione e al ridimensionamento
del progetto urbanistico e all’abbandono della
previsione di ampliamento del Porto.
Il sistema di fortificazione così realizzato fra cinquecento e settecento si conserva quasi integro,
anche se poco riconoscibile perché assorbito e
quindi nascosto dalla vegetazione e dai successivi interventi edilizi. Il perimetro lungo il porto,
anche se poco visibile, è praticamente completo
e il tessuto urbano del quartiere racchiuso al suo
interno, ad esclusione delle trasformazioni settecentesche, ha mantenuto la forma originaria. La
parte del fortino verso il fiume è stata demolita
nella metà dell’Ottocento per far posto alla nuova
costruzione del foro annonario, ma il tratto conservato verso la rocca consente di risalire alla sua
esatta dimensione. La cinta muraria era dotata di
fossati, il cui segno intorno al perimetro delle mura
è ancora visibile sul catasto gregoriano, e in alcune
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senigallia
all’espansione urbana
liberando l’antico fossato dai materiali di riporto
foto dell’inizio del Novecento.
Attualmente, a dispetto della sua conservazione
miscelata tra gli interventi urbanistici più o meno
recenti, la forma pentagonale senigalliese rivendica l’ariosità e il respiro per cui fu concepita. La
consapevolezza dell’importanza della tutela dell’identità storica della città, identità che coincide
non solo con la presenza di una realtà architettonica ben definita come la costruzione di una cinta
muraria, ma che si identifica nelle trasformazioni
urbane ad essa correlate, necessita di supporti
culturali urgenti e immediati, affinché la leggibilità delle mura riacquisti il giusto prestigio.
Un corretto approccio al progetto di restauro
delle mura dovrà definire ed esaltare i contenuti spaziali e dimensionali, linguistici, costruttivi e
testimoniali, accompagnando il manufatto verso
una sua nuova identità urbana, stravolta dopo
secoli di usi impropri e di abbandono, e consentendo di restituire alle mura dignità e coerenza
di forma. La finalità del restauro architettonico,
sia urbano sia materico, dove essere orientata
alla fruizione del bene monumentale e con una
profonda attenzione delle modalità d’uso che ne
implichino il rispetto. La conservazione e la valorizzazione del monumento come “contemplazione ruskiniana” è quanto mai auspicabile, poiché
induce alla “leggibilità” del monumento stesso
La sezione di Pittura della Pro Loco “Spiaggia di
Velluto” indice un Concorso “SenigalliArte” (scorci
di Senigallia). Tutti gli amanti della pittura potranno raccontare Senigallia rappresentandola come
preferiscono. Sono ammesse opere pittoriche e/o
grafiche in tutte le tecniche. Coloro che vogliono
partecipare devono recarsi presso la segreteria
della Pro Loco in V.le Bonopera,55. Una volta conclusa l’opera - il supporto non deve avere dimensioni superiori a 40x50 - il candidato dovrà conse-
inserendolo nella contemporaneità. In questa prospettiva assume rilevanza e significato la proposta
di liberare l’antico fossato dai materiali di riporto
volutamente accumulati nei primi anni del secolo
XX, che consentirebbe di recuperare le originali
e grandiose proporzioni, delineando uno dei lati
del centro storico. Se tanto non è più possibile, si
può sempre però creare una pendenza a prato che
scenda verso la scarpa nell’ordine di almeno un
metro/un metro e mezzo. Solo un intervento così
coraggioso potrà dare risultati significativi. Tutto il
resto sono palliativi. Abbassare le quote nell’ordine di cm. e non di m. su una lunghezza del genere,
equivale a non fare nulla.
Fondamentale diventa, in questo caso, il riferimento all’aspetto concettuale e di metodo con i principi
teorici del restauro, scientificamente e criticamente
inteso, con la consapevolezza di operare sull’architettura di una città che esprime un simbolo della
propria storia e, contestualmente, con la volontà di
rivitalizzarla nella realtà contemporanea. Nel caso
delle mura di Senigallia questa scelta progettuale
potrà diventare protagonista, irripetibile ed originale nel momento restrittivo delle scelte attuate
per “riavviare” la memoria storica.
Paola Raggi, Architetto - “Italia Nostra”
Concorso di pittura della Pro Loco
gnarla nei giorni
18 e 19 agosto.
Nelle giornate del
20 e del 21 tutte le opere saranno esposte dalle ore
21 alle ore 24 presso il giardino del fico del Palaz-
zetto Baviera. Durante le due giornate i visitatori
saranno invitati ad esprimere il proprio giudizio.
Valutazione che sarà affiancata a quella di una
Giuria di professionisti. Le opere saranno valutate
e premiate rigorosamente dal vivo.
DIPENDENZE PATOLOGICHE: dove e come si curano
Il DDP è un presidio pubblico del Servizio Sanitario Regionale che ha il compito di governare i
processi operativi, decisionali e di coordinamento
di tutte le unità che si occupano di tossicodipendenza ( Istituzioni del Pubblico, del Privato Sociale
e del Terzo Settore) nell’ambito del territorio di
competenza. Ha una serie di complesse funzioni
riguardanti la realizzazione e la verifica degli interventi sulle dipendenze e sul consumo di sostanze
psicotrope legali e illegali. Il DDP è stato istituito
con delibera n.747 del 29/06/2004; che costituisce
l’atto di riordino del Sistema Regionale dei Servizi
per le Dipendenze Patologiche. Il provvedimento ha profondamente innovato il precedente
modello di rapporti tra servizi pubblici e privati,
introducendo un sistema pubblico dei servizi integrati e connessi nel Dipartimento Dipendenze
Patologiche. Nello specifico a Senigallia il DDP è
composto dalla Unità Operativa Complessa STDP,
del Servizio Sanitario pubblico, dalla Comunità
Diurna gestita dalla Coop. IRS Aurora e dalla Comunità Trattamentale Residenziale della Ass. OIKOS. Il
DDP offre una molteplicità di servizi a soggetti che
presentano problematiche di tossicodipendenza, alcolismo, gioco d’azzardo e altre dipendenze.
Nello specifico si effettuano trattamenti, diagnosi,
cura, riabilitazione e prevenzione ai soggetti, alle
famiglie e alle istituzioni. La dipendenza è una
condizione patologica conseguente ad una molteplicità di cause e fattori di natura individuale, relazionale e sociale. Si manifesta con comportamenti
compulsivi verso una sostanza di natura esogena;
l’uso e l’abuso diventano centrale nella vita di una
persona e il soggetto non riesce a smettere, nono-
stante i danni fisici, psichici, legali e familiari che
l’uso di queste sostanze provocano. In altri casi
invece la dipendenza patologica può derivare da
alcuni comportamenti che il soggetto non riesce
a controllare, che si ripetono in maniera abnorme
e dannosa, quali ad esempio il gioco d’azzardo,
l’uso dei videogiochi o di internet. Le persone che
richiedono un aiuto al servizio vengono accolte
per un colloquio preliminare (accoglienza) in cui
possono esporre il problema ed eventualmente
ricevere le prime cure di carattere medico, psicologico e sociale ritenute necessarie. In seguito
ad una valutazione diagnostica l’equipe, dopo
una elaborazione comune predispone i trattamenti. I trattamenti che si attuano spaziano dal
modulo ambulatoriale integrato nel quale sono
previsti interventi di carattere psicofarmacolo-
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gico, infermieristico, assistenziale, psicoterapico,
individuale, familiare e di gruppo, ai moduli di
intervento semiresidenziale (C.D.) e residenziale
(C.T.). L’équipe opera attraverso uno schema di
riferimento operativo multidisciplinare, all’interno del quale non decide il singolo operatore ma
l’intero gruppo, integrando le informazioni di natura sanitario, tossicologico, psicologico e sociale
acquisite nel corso della valutazione diagnostica.
Il DDP di Senigallia è diretto dalla D.ssa M. Tarini
ed al suo interno opera un gruppo di operatori di
diverse discipline, tre medici di cui due psichiatri,
due psicologi, un assistente sociale, tre infermieri,
un collaboratore amministrativo, oltre a volontari
e tirocinanti psicologi.
Anna Faretta, Psicologa, volontaria DDP
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cultura
una luce fredda ma affocata
Giacinto Scelsi Il sogno 101
Note alla presentazione della Mostra di Luciano Casaroli
il titolo che dice di “una calma raggiunta
sul filo dell’ansia”.
L’espressione mi appare così vera a partire dalla mostra ultima scorsa, che Luciano aveva titolato “sole a mezzanotte”.
Gran sorpresa al vederla, perché lì parve
a tutti che il maestro avesse infine trovato la misura del suo andare, una quiete
raggiunta nell’equilibrio delle campiture dei rossi e dei blu. Di quel rosso
particolarmente parla Sandro Genovali,
rammentando la difficoltà di rinvenire le
parole adatte. Si risolve parlando di “una
luce fredda ma stranamente affocata”.
Ecco dunque cosa scalda di senso quei
paesaggi che una volta mi parvero spenti: la terra che sottrae ogni altra luce e
arde di bagliori nascosti, come fosse materia incandescente.
Finlandia-la luce della mezzanotte_2005 olio su tela
Quale possa essere il rapporto tra un artista e la
sua opera è uno dei temi più indagati dalla letteratura critica e dalla psicologia dell’arte. Se da
una parte si può convenire su una certa premessa
(di Cassirer) per cui l’arte rappresenta una forma
simbolica della coscienza, dall’altra tuttavia non è
concesso un facile andirivieni di significati tra la
mente creativa e la sua creazione.
L’applauso che accoglie Luciano Casaroli quando arriva li comprende entrambi, la persona e
l’opera. Convergono in questo apprezzamento la
conoscenza, comune ai presenti, di lui, della fisionomia, di una vita valorosa e della sua fragilità attuale, e quella dell’opera che torna intermittente
ad affiorare ogni volta che perviene a una meta
provvisoria o al completamento di un ciclo figurativo.
Distinguere comunque è necessario ad evitare di
correre sul filo delle facili induzioni e rischiare in
questo modo fraintendimenti. Luì stesso si sentiva di chiarire, riprendendo certi suoi estimatori:
“Che mano che hai, maestro!” gli facevano quelli
per dire della sua bravura, e lui, puntando il dito
indice sulla testa: “Ma quale mano: è questa che
conta!”.
Uno spirito sommesso ma paradossale lo ha sempre percorso: fin da quando, come si racconta,
frequentava il liceo e aveva chiesto ai professori
che lo bocciassero in modo da convincere la famiglia a lasciarlo seguire la sua via; e lo si percepiva
ogni qual volta si parlava con lui, che ti spogliava di qualche cavolata che potevi dire con quel
modo garbato e risoluto che non spreca parole,
o con dura invettiva se qualcuno non gli andava
proprio giù. Perché in effetti Casaroli riusciva ad
essere provocatore anche in luoghi in cui meno te
lo aspetti: al Gratis per esempio, dove aveva disegnato sul muro un vasto intreccio di figure rosse
eroticamente combinate: si discusse per mesi tra
chi le voleva coprire e lui che reclamava libertà
d’artista.
In questi anni di frequentazione chi voleva ha potuto conoscere attraverso lui la sua pittura; tanto
che posso dire che mi sono note le opere esposte
in questa mostra per averle già viste appoggiate per terra o appese al muro di quei sottoscala
che in mancanza di meglio lui chiamava “studio”:
erano mappe senza luce che trattava con ricerca
da costruttivista, ed erano quei paesaggi collinari
geometrici sotto cieli viola che sembravano anch’essi senza luce per quanto ci apparivano aspri
e crudi. Sofferenza e godimento di una vita trovavano sfogo (oppure scampo) nell’azione artistica:
l’uso o della tavoletta, per esempio, un en plein air
notturno così tanto diverso dall’ascesi che guida
l’incisore quando muove con la mano il suo bulino, ne dà testimonianza e convalida con proprietà
A questo punto dell’ascolto finalmente
mi accorgo che la direzione del rapporto che ci sta a cuore si è all’improvviso
rovesciata: dove prima era l’uomo che
spiegava l’opera, adesso è questa che lo
vuole svelare. Ma solo per poco. Perché,
certo, l’artista costruisce il mondo così
come lo vede, ma lo fa sulla base di un
universo intersoggettivo di significati. E
allora la mente creatrice e la sua creazione si staccano e proseguono ciascuno
per suo conto, indipendentemente. Così
l’opera vive per sé.
Leonardo Badioli
Luciano Casaroli 1992 Photo Aristide Salvalai
Luciano Casaroli
una calma raggiunta sul filo dell’ansia
a cura di
Paola Casagrande e Giovanni Ferri
Washington
Istituto di Cultura Italiano
10 giugno / 9 luglio 2010
Senigallia
Palazzo del Duca
7 agosto / 7 settembre 2010
inediti sull’Abbazia di Ostra Vetere
dal 1891
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Chiuso il lunedì e i festivi sera
E’ fresco di stampa il volume dell’ingegnere Francesco Fiorani su “L’Abbazia di Santa Maria di Piazza. Indagine storica e architettonica per il restauro”,
edito dal Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere in occasione dell’anno centenario della ricostruzione neogotica del monumentale edificio
sacro del paese. E alla monumentalità del tempio
corrisponde la monumentalità del volume: ben
624 pagine di indagine storica e architettonica
che gettano nuova luce su una vicenda abbaziale plurisecolare, parzialmente indagata solo dallo storico locale montenovese don Pietro Paolo
Brunacci alla fine del Seicento. Molti altri autori
successivi ben poco avevano aggiunto a quello
che Brunacci aveva documentato. Il volume di
Francesco Fiorani, con una serrata indagine critica, squarcia i veli delle supposizioni da eruditi e
scopre una incredibile mole di documentazione
inedita, che cambia radicalmente la storiografia in
materia. Molte cose date per certe dalla tradizione
dotta si sono rivelate prive di sostegno documentale, altre sono risultate errate, alcune addirittura
false. Soprattutto nuova è la impostazione complessiva della ricerca archivistica che ha portato
impensati contributi di conoscenza, fino ad indicare l’esatto periodo del primitivo insediamento
monastico benedettino e delle motivazioni ecclesiali e sociali che hanno fatto nascere prima,
crescere e modificare poi la prima chiesa di Santa
Maria di Piazza, più volte ricostruita, ampliata, ricostruita ancora dalle fondamenta, fino all’ultima
impresa architettonica risalente a un secolo fa.
In trentatre capitoli di serrata analisi si dipana la
lezione storico-architettonica, essenziale a comprendere non solo la storia dell’edificio sacro, ma
anche la storia del paese e, almeno in parte, quella
della diocesi. Ora il bel volume, che rappresenta
la terza edizione ampliata ed arricchita da un vasto corredo iconografico, dopo le due precedenti
edizioni del 2002 e del 2009, esce in quest’anno
2010, centenario dell’ultima ricostruzione, grazie
al mecenatismo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e della Banca di Credito Cooperativo di
Ostra Vetere.
numero 08 Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
È uscito da pochi mesi a cura della casa editrice
Quodlibet di Macerata in collaborazione
con la Fondazione Isabella Scelsi di Roma,
Il sogno 101 il racconto autobiografico del
compositore italiano Giacinto Scelsi. Il volume,
a cura di Luciano Martinis e Alessandra
Carlotta Pellegrini, contiene inoltre un saggio
introduttivo di Quirino Principe (Venuto dal
futuro) e un omaggio poetico del compositore
Sylvano Bussotti, Sonetto Scelsi (nel rigore
geometrico dell’ombra).
Il volume è diviso in due parti e nasce da
una serie di sedute di registrazione su nastro
magnetico, con l’esplicita indicazione da
parte del compositore di essere pubblicato
almeno a quindici anni di distanza dalla sua
scomparsa. Nella prima sezione, la più estesa,
registrata nel 1973, vengono narrati episodi
autobiografici, considerazioni di carattere
estetico e filosofico, senza tralasciare i profili
di artisti con cui Scelsi entrò in contatto come
John Cage, Jean Cocteau, Severino Gazzelloni,
Walter Klein, Nikita Magaloff, Henri Michaux,
Pierre Monteux, Virginia Woolf. Mentre la
seconda parte, il ritorno, già pubblicata in
precedenza, ma da tempo fuori catalogo,
(fu registrata su nastro nel 1980), è un lungo
poema visionario considerato dall’autore
come una “autobiografia sulla sua prossima
reincarnazione”.
Giacinto Scelsi, conte di Ayala Valva (Pitelli, La
Spezia 1905 - Roma 1988), studiò composizione
a Roma con Giacinto Sallustio rimanendo però
indipendente dal panorama musicale italiano
a lui contemporaneo. Durante la sua vita
compie numerosi viaggi in Africa e Oriente
soggiornando a lungo all’estero soprattutto
tra Francia e Svizzera. A Ginevra studia con
Egon Koehler che lo avvicina alla musica di
Skrjabin, mentre a Vienna Walter Klein (allievo
di Schoenberg) lo introduce alla dodecafonia
divenendo il primo italiano ad avvicinarsi a
tale tecnica (1935-36). Rientrato a Roma alla
fine degli anni ’40 entra nel gruppo Nuova
Consonanza in cui operano compositori
d’avanguardia come Franco Evangelisti.
Con la recentissima uscita nei primi mesi del
2010 di Shutter Island, l’ultimo film di Martin
Scorsese, trovano per la prima volta spazio in
una colonna sonora due lavori di Scelsi,“Quattro
pezzi (su una nota sola)” (1959) per orchestra
da camera e il terzo movimento da “Uaxuctum
– La leggenda della città Maya distrutta da essi
stessi per ragioni religiose “, per onde Martenot,
7 percussionisti, timpanista, coro e orchestra
(1966), l’unico dei due ad essere presente
anche nel CD Soundtrack accanto a importanti
opere di compositori contemporanei come
Ligeti, Schnittke, Cage, Penderecki, Feldman,
Nam June Paik, John Adams, ecc..
Siamo grati alle edizioni Quodlibet per aver
reso disponibile una pubblicazione a lungo
attesa, indispensabile per avvicinarsi a una
delle figure più emblematiche del panorama
musicale internazionale,in larga parte ancora da
scoprire, con la speranza che in futuro possano
vedere la luce nuove monografie rivolte ai più
significativi compositori contemporanei che
vadano ad aggiungersi alla presente e al testo
del duemila dedicato a Mauricio Kagel “Parole
sulla musica” con conversazioni, discorsi, saggi
e radiodrammi.
Paolo Tarsi
9
cultura
S U L LE TR ACCE DELL A M A DDA L E N A
È stato il nostro Vescovo Pietro Ridolfi o meglio
il suo manoscritto, redatto in elegante latino nel
1596, a stimolare
il nostro interesse
alle connessioni tra
Senigallia e le reliquie della Maddalena, che vi erano
custodite.
Nella Cronaca Senigalliese a proposito
della Chiesa della
Maddalena si legge:
“Vi era in quel tempo presso l’altare
maggiore l’Edicola
di San Giorgio, dove
la figlia del Principe
di Marsiglia, andata
in sposa al Conte di
Senigallia, collocò
con il dovuto decoro
ed onore le reliquie
della Beata Maria
Maddalena e di suo
fratello Lazzaro, che
aveva ottenuto dal
padre dopo intense
preghiere. L’urna era
accompagnata da
una scritta comprovante la loro autenticità. Il bergamasco
Bartolomeo Colleoni, che tanto onore
raggiunse presso i
Veneti per la sua insigne virtù e scienza militare, nel 1449 per conto di
Filippo Principe di Milano occupò con le sue milizie
il territorio di Senigallia. Il frate Bellino Crotti, nativo del Castello di Romano e confessore di Bartolomeo, si imbattè in queste reliquie. Bartolomeo per
pietà e rispetto cristiani rifiutò di impadronirsene,
ma espresse parere favorevole e il suo consenso a
che il frate Bellino le prendesse con sé perché fos-
sero poi solennemente collocate nella chiesa del
Castello di Romano (le reliquie della Beata Maria
Maddalena) e nella chiesa di Covo (quelle di San
Lazzaro). Entrambe le località erano sotto la signoria
del Colleoni ed in esse tuttora le reliquie sono oggetto di grande venerazione
da parte degli abitanti.”.
La prima parte di questo
racconto del Ridolfi è stata da alcuni considerata
poco più che il trascritto
di una leggenda.
Da altri ne è stata rilevata
l’incongruenza con la possibilità che nel forte culto
devozionale della Santa,
travalicante i limiti della
città, sia da identificarsi l’origine della famosa
Fiera franca di Senigallia. Per lasciare decantare
quanto avevamo elaborato sulla probabilità che
anche a questa “pia leggenda” fosse sottesa una
realtà storica (come nel
caso della storia di Sergio,
principe longobardo, figlio di Arioldo), abbiamo
deciso di partire dai dati
incontrovertibili relativi al
frate Bellino Crotti e siamo andati a visitare gli ex
possedimenti del Colleoni
Santella di Covo citati, Romano di Lombardia e Covo.
Per entrambi i siti, che per il loro interesse ed
amenità meritano maggiore notorietà, ci siamo
rimproverati di non averli già visitati, indipendentemente dalle nostre ricerche.
Romano è la cittadina lombarda quale può figurare nell’immaginario collettivo: accogliente al
primo impatto, con architetture medievali perfettamente restaurate, edifici religiosi di grande
interesse e ben conservati (con la particolarità ad informare il sindaco che in paese circolavano
di tre chiese comunicanti), una biblioteca ricca due ricercatori. Fummo piacevolmente raggiunti
di opere e molto attiva nella promozione cul- e sorpresi dal giovane e brillante primo cittaditurale. Insomma una comunità vivace, ordinata no, mentre fotografavamo un monumento, forse
e funzionante, veramente civile. Un arciprete, il la meta che inconsapevolmente ci aveva attiracui grande sapere e disponibilità sono pari alla to a sé nel nostro girare per gli ex-domini del
iniziativa di imprenditore culturale, è riuscito a Colleoni. Ci eravamo imbattuti nella “Santella di
creare un Museo d’Arte e Cultura Sacra, esem- Covo”. Il termine santella indica una edicola voplare per architettura e per la qualità delle opere tiva, all’interno della quale è affrescata una sceesposte. Qui, in un “reliquiario ad urna” in ottone na sacra o un’immagine votiva. Questa di Covo
finemente cesellato e realizzato a Venezia nel è monumentale quanto a dimensioni e fu eretta
1621, sono esposte le reliquie della Maddalena nel 1655.
prelevate a Senigallia; sulla parte
Il grande affresco che conserva, ben
superiore si staglia una piccola
restaurato, è forse la prima grande
statua, alta circa venti centimetri,
raffigurazione (i portali bronzei della
raffigurante la Santa, che lunghe
chiesa parrocchiale sono del secolo
chiome rivestono fino ai piedi.
scorso) che ha come soggetto la conEmozione se possibile più insegna della reliquia di San Lazzaro ad
tensa, quella che il ricercatore
un alto prelato, alla presenza di Bartoprova quando fiuta di essere su
lomeo Colleoni.
una pista interessante, abbiamo
Più che l’immagine, però, ci ha proprovato a Covo. Questo ridente
fondamente coinvolto la scritta che
centro, solare come la luce di
figura nella lapide sottostante:
inizio estate che lo avvolgeva, ha
“A Lazzaro redivivo, vescovo di Marsicome patrono San Lazzaro, il fraglia, la cui sacra testa da Bartolomeo
tello della Maddalena, resuscitaColleoni di Bergamo per consiglio ed
to da Cristo. Nella grande e bella
opera del frate Bellino Crotti da Romachiesa parrocchiale è conservata
no, da Senigallia ove da quattro secoli
la testa del Santo. Prima di entraera in grande venerazione, trasportò
re nel tempio, come a dirci che
l’anno 1449 in questo suo castello di
eravamo giunti al punto giusto,
Covo”.
le formelle del portale bronzeo
Era questo il messaggio, peraltro da
ci illustravano la consegna delle
convalidare con altri riscontri, che inreliquie del Santo da parte di fraconsciamente avevamo cercato? Se
te Bellino ad un Vescovo, sotto lo
esso fosse veritiero, le reliquie di Sansguardo del Colleoni.
La Maddalena di Romano ta Maria Maddalena e di San Lazzaro
All’interno le reliquie sono gesarebbero pervenute da Marsiglia a
losamente custodite dietro una robusta grata, Senigallia quattro secoli prima della loro traslacelate alla vista del pubblico da un drappo che zione nel feudo del Colleoni, cioè poco dopo
viene sollevato solo il giorno della festa del Pa- l’anno 1.000.
trono o quando si deve invocare il suo soccorso Questo farebbe chiarezza sulla effettiva antichità
per qualche pubblica calamità: in queste occa- del culto della Santa a Senigallia e renderebbe
sioni si “squarcia San Lazzaro” cioè si rimuove il plausibile l’instaurarsi della Fiera a seguito del
velario, come ci ha detto lo storico locale Rinaldo concorso di pellegrini nel giorno della sua festa.
Monella. In chiesa eravamo stati avvicinati da
una gentile e inquisitiva signora, che poi corse
Flavio e Gabriela Solazzi
...in jazz by the sea
una rivisitazione del disco Tutu, (registrato con
Miles Davis e dedicato al primo arcivescovo anglicano nero del Sudafrica nonché premio Nobel per
la pace nel 1984 Desmond Tutu), il trio del compositore e bandoneista argentino Dino Saluzzi,
James Carter Quintet, Richard Bona Group, Enrico Rava e Stefano Bollani, Maceo Parker & Band,
il panamense Danilo Perez (pianista di Wayne
Shorter) alla guida del suo quartetto e la Colours
Jazz Orchestra impegnata nella presentazione del
nuovo disco Quando m’innamoro in jazz dedicato alle celebri canzoni del compositore Roberto
Livraghi e riarrangiate per l’occasione in chiave
jazz, annunciate durante il concerto dal compositore stesso presente sul palco accanto ai musicisti
della big band.
Al Jazz Village si sono tenuti i concerti gratuiti
‘round midnight, che hanno visto sul palco formazioni e progetti musicali molto diversi tra loro.
Da un lato le sonorità eclettiche del Tingvall Trio,
l’omaggio swing a Django Reinhardt da parte dei
francesi Loïs Coeurdeuil & César Swing, le atmosfere cubane del trio guidato da Ramon Valle, la
formazione di Max De Aloe impegnata in un’ampia “concept-suite”, dall’altra le sperimentazioni
ai confini del folk di Omparty & Luca Aquino, le sonorità elettriche del progetto guidato da Roberto
Cecchetto e quelle decisamente più vicine al rock
alternativo di Eivind Aarset. Quest’ultime in particolare, forse meno adatte al luogo in quanto evidentemente lontane dalle atmosfere del jazz club,
ma che hanno attirato un numero considerevole
di ascoltatori presenti fino alla fine del concerto.
Fano Jazz by the Sea, la rassegna diretta da Adriano Pedini che quest’anno ha compiuto diciotto
anni, festeggia registrando un ampio consenso
da parte del pubblico e ricambiandolo con un
cartellone ricco e di alta qualità. Quest’edizione
infatti ha visto alternarsi tra la Corte Malatestiana,
il Porto-Palcoscenico sull’acqua, il Jazz Village e il
Teatro della Fortuna (al quale si è ricorsi eccezionalmente per due sere a causa del maltempo) artisti importantissimi ognuno dei quali espressione
delle varie diramazioni del jazz contemporaneo.
La novità più grande sono state la serata di anteprima e quella conclusiva, entrambe fuori sede, la
prima a Villa Caprile di Pesaro per un concerto di
Fahir Atakoglu featuring Horacio “El Negro” Hernandez & Alain Caron che ha registrato il tutto
esaurito, mentre per la chiusura è stata scelta la
Golena del Furlo, Acqualagna con un concerto
gratuito della ballerina e cantante ivoriana Dobet
Gnahorè al quale hanno partecipato più di duemila persone.
In nove serate, tra il 22 luglio e il 1 agosto, si sono
alternati artisti quali Marcus Miller, impegnato in Paolo Tarsi
10
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numero 08 Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
bacheca
( [email protected] )
Precisazioni storiche: Senigallia 1943-44
LA LETTERA/
Egr. Direttore,
essendo un assiduo lettore del Suo mensile,
mi sento in dovere di scriverLe questa lettera per poter fare alcune importanti precisazioni di carattere storico.
Diversi mesi fa, nella nostra città, sono stati pubblicati due saggi storici (autori Volpini e Severini) che contengono entrambi delle inesattezze, alcune gravi, e quindi doverosamente da correggere.
Iniziamo per ordine.
Lo storico Volpini nel suo saggio “Senigallia 1943 – 44” in merito alla triste vicenda del giovane LICURGO ALLEGREZZA deve sapere che costui
era il nipote e non il figlio del Podestà (pag.69-70)
Fatta questa prima precisazione (senza rancore verso il Sig. Volpini),
vorrei invece smentire in maniera assoluta il Sig. Olivi (pag.71) ricordando che il Cav. A. M. Allegrezza non è mai stato iscritto a nessuna
POESIA/
LA MERCIFICAZIONE DELL’ACQUA
Sorella acqua,
ricchezza preziosa
madre di vita
da Dio all’uomo
data non infinita,
si vuol privatizzata
e al profitto regalata.
Chiunque in alto
in Italia, in Europa
e su tutta la terra
permette il misfatto
dal Tribunale della Storia
quale criminale contro l’umanità
sia giudicato.
L’acqua fonte di vita
non deve entrare
nel mercato che sbaglia,
sbaglierà e ha sbagliato.
Finge di non saperlo solo chi ruba,
ruberà e ha rubato
perché asseterà e non sarà assetato. Il
grazie delle mafie, Danilo Dolci insegna,
è voto assicurato.
Ma chi aggiusta
gli acquedotti
colabrodo
da società civile sarà glorificato.
F iorella Corinaldesi
loggia massonica essendo di fede cristiano cattolica e, negli Anni ’50,
Presidente dell’Opera Pia Mastai di Senigallia.
Vorrei, invece, che lo storico Sig. Severini portasse dei documenti o, in
alternativa, delle testimonianze attendibili sulla partecipazione del Sig.
Licurgo Allegrezza al plotone d’esecuzione che uccise il 6/2/1944 ad
Ostra tre partigiani (leg. pag. 141 “Zavatti…” del Sig. Severini). Episodio
che l’autore di questa lettera condanna apertamente.
Infatti il plotone di esecuzione era formato esclusivamente dai soldati
tedeschi in ritirata e ciò implica la totale estraneità del Sig. Licurgo A. al
grave fatto di sangue ad Ostra.
Costui cadde vittima, qualche mese dopo, di un’imboscata e venne
fucilato insieme ad altre persone (tra cui una donna e un sacerdote).
ORIZZONTALI:
g
i
o
c
h
i
di
A
l
e
IL COMMENTO/
1 La stagione del Jamboree
7 Si stringono salutandosi
10 Il cavernicolo di una striscia
a fumetti
12 Residente nel capoluogo
14 La sua stretta è micidiale
15 Nuovo Testamento
16 Senza veli
17 Una costellazione
18 Un teatro di Senigallia
21 Però, bensì
23 Tre dell’angoloso
24 Calmo, bonario
25 Il soggiorno che si può fare a
Senigallia
27 Prodigo... ma senza testa
29 Producono more
30 A noi
31 Articolo per signorine
Stessa fine fu riservata al Sig. Bordoni, giovane di 19 anni, estraneo a
qualsiasi lotta di sangue (saggio Sig. Volpini pag.70-71). Mentre scrivo
queste righe mi viene in mente che la Resistenza nel nostro Paese ha
visto protagonisti nel senso migliore del termine, esponenti del Partito Popolare (De Gasperi…) e del Partito d’Azione (Pertini, Nenni). Non
dimentichiamolo. Invito, per finire, il Sig. Severini a smentire pubblicamente, in assenza di prove certe, tramite “L’ECO” le calunnie pubblicate
nel suo libro. Altrimenti la sua credibilità di storico sarebbe seriamente
compromessa.
Cordiali Saluti a tutta la redazione.
A.P, cittadino senigalliese
32 Possono essere
baciate
33 La fine di Guernica
35 Liceali... senza la
prima
39 La dea greca della
discordia
40 I genitori dei
genitori
42 Preposizione
articolata
43 Apparecchi per
correggere difetti di
deambulazione
46 In fondo alla
collina
47 L’io di Leonardo
48 Saltuaria, discontinua
VERTICALI:
1 Si celebra a Senigallia il 4
maggio
2 Sporco di grasso
3 Macerata
4 Sulle colline di Senigallia
5 Enna
6 Tirano una nota slitta
7 I Caddies, gruppo ska punk
statunitense
8 Lo è il loris gracile
9 Si dice rifiutando
10 Una frazione di Senigallia
11 Confusione, disordine
13 Né mie né sue
14 È stata capitale della Germania Ovest
19 Sono pari nei grammi
20 Vale “orecchio”
22 La dictandi indicava le
regole per la redazione di
documenti in latino
25 Come promemoria
26 Tre... romani
28 Dignità, rispettabilità
29 Inizio di giornata
32 Repubblica Italiana
34 Calice... senza fondo
36 Se pubblici, svolgono
compiti che interessano la
comunità
37 Labbra... di Londra
38 In latino indica qualcosa
di indefinibile
41 Edoardo in breve
42 Inizio di scavo
44 La sua durata è superiore
a un singolo ma inferiore a
un album
45 Simbolo chimico dell’iridio
L A P I AG A D E L D I S AG I O S O C I A L E
Lo scorrere dei secoli ha certamente visto
un notevole e progressivo miglioramento
delle condizioni di vita, dei diritti e delle libertà umane, ma tale movimento è
spesso risultato incontrollato e mal distribuito. Difatti il disagio sociale, la povertà,
la miseria, la fame sono state e sono purtroppo realtà fortemente presenti, anche
all’inizio del nostro XXI secolo. Le statistiche mostrano una tendenza di sempre
maggiore allargamento della forbice fra
il ricco ed il povero, denunciando una disparità senza eguali fra occidente benestante e sud del mondo indigente. Questa
è una piaga che colpisce tutti i paesi del
mondo compresa l’Italia. Quali possibili
rimedi per colmare un tale degrado e divario: occorre ad esempio che nel nostro
paese le regioni più ricche intervengono
con sostentamenti, progetti di sviluppo e
risoluzioni economiche in aiuto a quelle
più bisognose. Occorre dunque una vera e
propria politica che stabilisca programmi
e regole affinché si provveda allo sviluppo
economico del nostro territorio. Anche le
Marche, nostra regione, ricca e laboriosa,
non può chiamarsi fuori da tale questione, soprattutto per alcune realtà del no-
stro retroterra. L’Italia, pur essendo fra gli
otto paesi maggiormente industrializzati
e ricchi del mondo, non può chiamarsi
fuori in quanto anche nel “Belpaese” sussistono consistenti realtà di degrado: il 12%
delle famiglie vive al di sotto della soglia
di povertà, per un totale che raggiunge
quasi otto milioni di individui, cifra che
è rimasta invariata negli ultimi cinque
anni; il il 56% delle famiglie disagiate vive
nel mezzogiorno d’Italia, nel quale risiede
il 75% delle famiglie non abbienti. Le responsabilità storiche e politiche di una si-
numero 08_Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
mile situazione affondano in un complesso intreccio di cause che portano sempre
ad un identico risultato: ogni speranza di
attuazione di una politica concreta contro la povertà e la fame del mondo viene
puntualmente disillusa e rinviata a data
da destinarsi. Per questo auspico che tale
speranza continui e renda partecipe la
popolazione e le forze politiche affinché
si attuino le riforme economiche e sociali
necessarie a debellare la piaga del disagio sociale.
Duilio Marchetti
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VERSI DI QUALCHE NOTTE DI MEZZA ESTATE
In quest'ultimo atipico e poetico numero prima della pausa estiva, 'L Rosp vuole offrirvi gli ultimi tre componimenti di quello che sta
diventando uno dei poeti più amati di Senigallia, Quilly. A dimostrazione che anche se il nostro corpo è costretto tra quattro mura, come
quelle
di un'edicola a pochi passi dal mare, la nostra mente può ancora volare fin oltre l'orizzonte.
Buone vacanze e buona lettura!
VURIA ESS UN SASS
SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO
NEL MEZZO DI UN GELIDO INFERNO
Vuria ess un sass, un fil d'erba o n' fior
na foja, na lumaca o n' bagarozz
p'r nun p'nsa più a nient p'n par d'or
senza d'intorna nisciun ch'scassa l'cazz
Spesso il male di vivere ho incontrato
era il torsolo di mela morsicato
era un attimo in attesa del peggio
era uno che mi fregò un parcheggio
In realtà non ha un senso quando infuoca la sabbia
imbrigliare il cervello che anela la nebbia
non è logico in questo paradiso infuocato
agognare un desertico inferno gelato
Vuria scappà p'n mes n't n'atoll
in Polinesia, oppur n'do t'par
p'sta sdrajat tutt l'giorn a moll
dentra c'la meraviglia ch'è c'l mar
e quando il dito medio gli ho mostrato
scese dal Suv un poco infervorato
e il cric a mo' di spazzolino
mi infilò tra il molare ed il canino...
Una steppa di grigi e la condensa che sale
contro un mondo a colori di groviglio animale
da una parte sei solo tra fantasmi emergenti
e dall'altra lo stesso tra milioni di genti
Sa n'par d'calzon corti e na majetta
o anca senza nient si n'c'è nisciun
e si qualcun m'cerca dii c'aspetta
e anca ch'nun rumpess tant i cojon
Ma ad agosto allo zenit di un estate balorda
vai cercando il nadir di un inverno che morda
e via tette via culi, e via tronfie signore
via bambini impudenti ed enormi zanzare
E invec m tocca sta machì sal cul
sal boll, l'condominio, e la buletta
a corr e a fatigà com fossi n'mul
ch'tutt al giorn tira la caretta
Voglio solo dei giorni in cui il cervello riposi
giorni immobili, fermi e a dir poco noiosi
ascoltando la notte la sirena cantare
che richiama nel porto chi si è perso nel mare
A fass l'cul d'l rest nun serv a nient
t'l dig sal còr in man e so sincer
c'è chi ha fatigat tant solament
p'r divn'tà l'più ricc del cimiter...
12
numero 08_Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
numero 08 Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
13
rubriche
LE EMOZIONI
2°parte
I GIOCHI di ALE
Un secolo
Che cos’è la felicità?
a cura della dott.ssa Anna FARETTA,
Psicologa, volontaria DDP
Quando proviamo a descrivere le emozioni
positive piuttosto che quelle negative, il
linguaggio diventa meno ricco e compaiono
notevoli ambiguità espressive, al punto da
confondere emozioni diverse tra loro.Ciò avviene
anche nel caso della felicità, emozione positiva
come la gioia, e talvolta scambiata per essa. La
felicità è uno stato emotivo di benessere vissuto
in modo complessivo e più distaccato da una
esperienza immediata e intensa, che è invece il
tratto caratteristico della gioia. Se ci chiediamo
da cosa dipendano le emozioni positive, per
alcuni la personalità dell’individuo conta più
che il numero o la qualità degli eventi reali
che ne sono all’origine e, dunque, una persona
dal carattere allegro e ottimista proverà più
emozioni piacevoli, indipendentemente dal loro
valore oggettivo. Per altri, invece, vi è un valore
intrinseco legato a ciascun evento e la felicità
dipende dal numero e dall’intensità degli eventi
positivi che ogni persona si trova a vivere. Si può
inoltre affermare che la felicità non è affatto
l’opposto dell’infelicità, poiché gli stati d’animo
sembrano essere distribuiti oggettivamente
in modo non molto diverso nelle persone che
dicono di sentirsi complessivamente felici o
infelici e, dunque, quello che è diverso è il quadro
complessivo che emerge in ciascun individuo.
Pertanto la stessa persona può giudicare la
propria vita, presente o passata, più o meno
felice a seconda del particolare momento che
sta vivendo. Riguardo poi all’intensità degli stati
emotivi, sembra che le persone che percepiscono
più intensamente la sensazione di felicità siano
le stesse che possono sentirsi, a volte, molto
infelici e ciò in quanto vi sono caratteristiche
comuni a tutti coloro che provano intensamente
le emozioni, di qualunque natura esse siano. Per
quanto concerne le caratteristiche personali
o anagrafiche, la felicità non dipende in modo
diretto da variabili come età, sesso, bellezza,
salute, ricchezza o cultura, ma si può ritenere
che essa dipenda fortemente dalla storia
individuale e, inoltre, che essa sia la conseguenza
di un tratto del carattere della persona, cioè
di uno stato psicologico piuttosto stabile nel
tempo che permane in situazioni diverse ed
ha un’origine prevalentemente interna. In ogni
caso nelle persone che si sentono pienamente o
abbastanza felici si ritrovano tratti del carattere
tipici, quali l’estroversione, la fiducia in se stessi,
l’ottimismo, l’impressione di controllo su se
stessi e sul proprio futuro.
e mezzo
sul
Velluto
ORIZZONTALI:
1 Il papa nato a Senigallia
8 Su quello di Levante si svolge la tradizionale
Festa del Mare
12 Snellisce il traffico
14 Istituto Tecnico per Attività Sociali
16 È una disgiuntiva eufonica
17 Veicolo Trasporto Truppe
18 Scorre nella provincia di Ascoli Piceno
20 Con Caio e Sempronio
21 I tre del presepio
22 La sua sorgente si trova a Montemonaco
23 Un tipo di farina
24 Quadrupede agricano
26 Non qui
27 Navata senza pari
28 Una via del centro di Senigallia
30 Tre della schiappa
32 L’osmio
33 La tredicesima lettera dell’alfabeto greco
34 Scorre nella Fiandra francese
35 Il Brooks di Frankenstein Junior
37 Altura, poggio
40 Terni
41 Lei... in molte zone delle Marche
43 Viterbo
45 Un cratere lunare
46 Rabbia, collera
47 Come giare
49 La Miranda attrice
51 Un Phenix dell’anime giapponese
53 Grosso mammifero dalla vista debole
VERTICALI:
1 Registro, convenzione
2 Si respira al mare
3 La metà di otto
4 Andar per mare
5 Una famiglia di strumenti a fiato
6 Negazione inglese
7 Principio di ortografia
8 Accessorio, secondario
9 Scorre in Inghilterra
10 La Piccolo attrice
11 L’arsenico
13 Abitanti dell’antica Calabria
15 La più piccola regione italiana
19 Gruppo etnico del Laos
25 Fu re dei Pitti
29 Faceva coppia con Gian
31 Bloccare, deviare
34 È una ligatura dell’alfabeto latino
35 Macinato... solo un po’
36 Sigla della Lettonia
38 Lo Sharif attore
39 David, regista di Grandi speranze
40 Il numero perfetto
42 Un po’... irrequieto
44 Una contrazione involontaria
46 Andate, partite
48 Dentro
50 Introduce un’ipotesi
52 Strato in breve
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14
FOTO LEOPOLDI:
80 anni di scatti
Foto Leopoldi: la licenza ufficiale è del luglio
1930, ma l’attività era cominciata molto prima,
dice Edmo Leopoldi, al presente decano della fotografia senigalliese: abbiamo foto scattate da noi
fin dal 1925. E già questo dovrebbe bastare a illustrare gli ottant’anni di una impresa familiare, prima artigianale poi sempre più commerciale data
l’evoluzione dei sistemi di riproduzione da quell’epoca a oggi: soprattutto se pensiamo a quanto
dura oggi la ragione sociale di un’impresa. Non
per nulla ci tengono molto, lui e Emma, a celebrare le nozze (di diamante o di quale metallo non so)
della loro professione. Rammentano la dinastia:
da un Leopoldo Leopoldi che fu direttore della
Gazzetta Misena, a suo figlio Amleto, capostipite
nella professione, uomo estroso e carattere anche
lui fumantino: nel foglio di congedo militare era
segnalato come “artista cinematografico”.
Non so se in altre professioni ci sia stata un’evoluzione minimamente paragonabile a quella che
ha investito il mondo della comunicazione per
immagini. Cambiamento di tecniche, di stili, di
mentalità: cambiamento anche di scopi e di modi
della rappresentazione. “Ti ricordi Scarpon?” mi
chiede Edmo con qualche titubanza nel parlare di
un uomo venerato nella memoria come il prete
del Portone. “Ero pronto con la macchina dentro
la chiesa per fare le foto a un matrimonio. Sparo
il lampo al magnesio che serviva da flash, che fa
una luce vivissima e un rumore, una specie di
fffom. Al prete salta il libro dalle mani e viene la
mosca al naso. Si volta verso i fedeli e si mette
a inveire: - Ma insomma! Avete preso la chiesa
per un teatro del varietà? – . Capirai adesso: il
fotografo a un certo punto s’impadronisce degli
sposi e li porta in qualche posto lontano per girare il servizio fotografico: così facendo poi guasta
la cerimonia. E poi come la mettono la sposa? Un
gran decolté, una gamba qua, una gamba là! Io
dico che negli eventi importanti ci vorrebbe una
certa dignità…”
Mentre Edmo racconta poso gli occhi ad ammirare la loro galleria, e mi soffermo sul ritratto
sorridente – severo di Emma quando ancora non
era una signora. “Questa foto l’ha fatta Ferroni”.
La bottega Leopoldi ai primi tempi della Scuola
del Misa era porto sicuro per i patiti della fotografia. Cavalli, Ferroni, Carafoli erano tutti dediti
all’approfondimento delle tecniche fotografiche
e quasi correvano per venire a riferire di una certa grana finissima che avevano ottenuto o di un
certo accorgimento che volevano adottare; e anche Mario Giacomelli si fermava pressoché tutti i
giorni, prima di passare da Angelini, lui che della
tecnica fotografica sembrava (e sottolineo “sembrava”) fare a meno a vantaggio di un’espressività più immediata.
E poi il discorso cade sul suo archivio di immagini
senigalliesi: me lo mostra, una serie di fotografie
la più parte delle quali è ormai nota ai repertori
di questa città. Immagino però che lui possieda
nel retrobottega una grande quantità di negativi
da stampare e da riordinare. Immagino che vi sia
documentata la storia senigalliese lungo questi
ottant’anni, ma Edmo mi spiega che non è così.
Perché lui non metteva da parte le fotografie, e
quelle che sono rimaste si possono consultare
negli archivi dei giornali. C’è stata distruzione,
anche, perché nel dopoguerra più di uno ha cercato di togliere il fez dalle sue fotografie, e le sue
fotografie dall’archivio di Leopoldi, addirittura.
Ma il Leopardo d’oro, il Nettuno d’Argento, il
Premio Puccini, la Festa del Duca? e i personaggi che vi erano premiati, Ave Ninchi, Corrado, la
Baudetti… Edmo ride perché non vuole trovarsi
d’accordo con me sul fatto che debba esserci il
mondo in quei negativi. Guardo intorno gli oggetti che sono in vetrina, in gran parte digitali,
e penso che sia una buona fortuna che abbiano
figli che li sanno trattare. Adesso il negozio è una
generazione più avanti di loro: ci sono un nuovo
Amleto, che segue il negozio, e poi ci sono Laura
e Francesco. Un’altra ne incombe. Ci sarà di sicuro una nuova occasione, un nuovo anno tondo
in cui festeggiare questa impresa familiare che
continua.
Leonardo Badioli
numero 08_Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
r u b r i c h e
l’Artigiano
del diritto
risponde
IL VAGAMONTI
Gabriele Rossini
a cura di Pietro Motisi
LIFE4ST YLE
Non lasciare che l’impronta del tuo
life above the line
piede porti via ricordi ed immagini
a cura dell’Avvocato
NUOVO CODICE DELLA STRADA
Lo scorso numero mi ero ripromesso di dare seguito alla materia delle locazioni.Tuttavia, l’approvazione delle nuove misure del codice della
strada, in parte già entrate in vigore il 31 luglio (le
restanti sono operative dal 13 agosto) impongono una parentesi. Il 28 luglio il Senato ha dato il
via libera al disegno di legge. E’ un pacchetto che
modifica circa ottanta articoli, un terzo del totale.
Queste le novità principali.
Neopatentati e autisti. Tolleranza zero per alcol
e droghe. I neopatentati e i giovani da 18 a 21
anni non potranno bere un goccio di alcol prima
di guidare. Il limite minimo di 0,5 g/l, si azzera per
queste categorie e quelle dei conducenti professionali (tassisti, autisti, camionisti e per tutti
coloro che sono al volante per motivi di lavoro).
Sono previsti nuovi test antidroga sulla saliva e
non più sulla mucosa. La guida in stato di ebbrezza diventa giusta causa per il licenziamento:
potrà essere considerata giusta causa la revoca
della patente disposta a seguito della guida sotto l’influenza di alcol e droghe. Per i ciclomotori,
dal 19 gennaio 2011, sarà obbligatoria una prova
pratica per il conseguimento del patentino e una
lezione teorica sul loro funzionamento in caso di
emergenza. E’ prevista l’introduzione obbligatoria di lezioni di guida in ore notturne e autostrada. Scatta la revoca immediata della patente per
chi è sorpreso a condurre qualsiasi mezzo sotto
l’influenza di stupefacenti. Alla stessa sanzione
soggiace chi guida in stato di ebbrezza e provoca un incidente in cui l’investito subisce gravi
lesioni.
Foglio rosa a 17 anni. Si potrà cominciare a guidare con il foglio rosa a 17 anni, purché si sia già
in possesso della patente A e il minore sia accompagnato da un conducente con patente B
da 10 anni e, previa autorizzazione del ministero,
su richiesta del genitore. Gli over 80, otterranno
il rinnovo della patente dopo una visita medica
specialistica biennale, mentre sale a 68 anni l’età
per condurre mezzi che trasportano persone o
merci (autotreni o autoarticolati con massa inferiore a 20 tonnellate).
Mini stretta per minicar e motorini. Sono previste multe salate per chi produce o commercializza minicar che superano i 45 km/h e per le
officine che “truccano” le prestazioni dei veicoli,
inclusi i motorini (si rischia fino a 3.119,00 euro).
È stato sancito l’obbligo di indossare le cinture
di sicurezza per le minicar, mentre la targa non è
più legata alla vettura ma all’automobilista.
Giro di vite sulla vendita di alcolici. È stato fissato dalle 22 alle 6 il divieto di vendere alcolici da
asporto per tutti i locali pubblici e al banco non
si potranno consumare dalle 2 alle 6, con divieto
di vendita dei superalcolici. Nelle discoteche lo
stop alla vendita scatterà dalle 3 di notte, con deroghe a capodanno e ferragosto. Tutti i locali che
proseguono l’attività dopo le ore 24 disporranno
di un’apparecchiatura per la rilevazione volontaria del tasso alcolemico per la clientela.
Notifica delle multe, recupero dei punti e permesso di guida ad ore. I verbali di contestazione delle violazioni al codice della strada saranno
notificati entro 90 giorni dall’accertamento, non
più 150 giorni. Sarà possibile pagare le multe inferiori a 200 euro a rate (fino a 60), a patto che
il richiedente non abbia un reddito superiore
a 10.628 euro. Per il recupero dei punti perduti
sulla patente si sosterrà una prova d’esame al
termine dei corsi; 6 sono i punti riacquistabili (9
per chi ha la patente professionale). È previsto un
permesso di guida ad ore, rilasciato dal Prefetto,
in favore di chi ha la patente sospesa. E’ una deroga di tre ore giornaliere concessa per motivi di
lavoro o per assistere un familiare disabile.
Un segno di civiltà. Tutela a pedoni e animali.
Chi non si ferma a far attraversare una persona
sulle strisce pedonali rischia un taglio di 8 punti. Lo stesso per chi non concede il passo fuori
dalle strisce a disabili e bambini. Si prevede una
sanzione amministrativa fino a 1.559 euro per
chi, dopo aver causato un incidente con danni
a animali da affezione o protetti, non si ferma
a prestare loro soccorso. I ciclisti indisciplinati
non perderanno più punti della patente.
a cura di Matteo Garofoli
Cool-Hunter: lavoro trendy, ma per pochi eletti
del Club Alpino Italiano
MONTE REVELLONE
Ci troviamo nel “Parco Naturale della Gola della
Rossa e di Frasassi”, e devo aggiungere tra i
meglio mantenuti di tutta la regione Marche. E’
sicuramente che è tra le aree protette meglio
gestite della Regione. Il Parco, pur avendo vette
al di sotto dei 1000 metri, conserva un ambiente
veramente alpino o di alta montagna, dove
numerosi sentieri si inerpicano verso i monti che
conservano un’ampia gamma di flora e fauna con
all’apice il lupo appenninico, ma non solo, gufo
reale e vari tipi di falchi sono solo alcuni esempi.
Vorrei portarvi nel comune di Castelletta. Lo
stesso è raggiungibile da diverse strade, tutte
provenienti dalla SS 76 della Valle Esina. Superata
Jesi usciamo a Serra S. Quirico ed arriviamo in
loco tra strada asfaltata e sterrata superando la
ditta Togni ed ancora nelle vicinanze la sorgente
di Gorgovivo, sorgente a noi molto preziosa per
la sua acqua. Sarebbe meglio uscire a Genga S.
Vittore dove da Falcioni possiamo raggiungere
il posto oppure uscire a Valtreara; superata una
cava, oramai chiusa, raggiungiamo la quota
massima di m. 675 c.a. e in un grande piazzale
possiamo trovare parcheggio.La Castelletta si
trova leggermente più in basso e guardando in
direzione della strada percorsa verso Castelletta,
alla nostra sinistra troviamo una pineta da dove
ha inizio il nostro sentiero. L’ho personalmente
chiamato “la prima Montagna di Gabriele”.
Partenza: h 13,45 da Ripe per raggiungere la
Castelletta intorno alle 14.45. Sentiero, n 108 A,
alle 15.00 dove il segnavia indica: M. Revellone h
0.30. Ci si incammina con i bastoncini alla mano,
Gabriele non da meno nota la bella pineta che ci
da un po di ombra (quando lo percorremmo era
una giornata caldissima,il termometro indicava
38°). La strada da carrozzabile si trasforma in
sentiero che in salita e non più al riparo sale verso
il monte su suolo pietroso, costituito da rocce
calcaree bianche dove è visibile la stratificazione
nel corso delle ere geologiche e dove è anche
possibile trovare fossili. Si raggiunge la vetta alla
quota di m. 841 dove si può ammirare lo stupendo
panorama sulla gola della rossa, dove anni fa
nidificava l’Aquila Reale che per la continua
frequentazione della montagna, specialmente
da parte di arrampicatori, non ha più trovato la
giusta tranquillità per poter lasciare i suoi piccoli.
Poi si riprende lo stesso percorso dell’andata e si
raggiunge l’auto in circa 30 minuti.
Ps: Gabriele è mio figlio e compie 3 anni il 28
agosto...questo per dirvi che in montagna
possiamo andarci tutti, con le dovute cautele.
Molte librerie della zona hanno la cartina e la
guida del parco, possiamo comunque chiedere
informazioni alla comunità Montana chiamando
lo 0732/695251.
Catamarca
Carni
MACELLERIA
da lunedì a sabato
Carne di Vitello
8:00 - 13:30
16:30 - 20:00
Maiale - Agnello - Pollame
chiuso lunedì pomeriggio
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BUONA E’ QUEST’ARIA
di
Maria Antonia Martines
Il Filo Ed.
Quello che colpisce, sin dall’inizio nella lettura di Buona è quest’aria – Stridono le
conchiglie sotto i passi, è l’imporsi del senso visivo
come momento preponderante della formazione
delle immagini. La lirica della Martines può senza
dubbio essere definita una poesia visuale, che va
a ricalcare la scia delle sperimentazioni artistiche e
letterarie portate avanti in maniera trasversale nel
clima avanguardistico di fine XX secolo.
Non sono quindi le cose o i suoni a indicarci i significati, bensì i colori: la pagina bianca si trasforma in
una tela impressionista e le sapienti mani dell’autrice ci guidano nel percorso esplorativo della sua
psiche, dove parola e segno iconico si intrecciano
di continuo.
Il verso, libero da qualsivoglia gabbia metrica, dilata così il suo valore evocativo e si muove in uno
spazio sospeso, in cui le linee di forza sono identificabili lungo i sentieri intricati e allusivi delle
metafore e delle analogie, in cui il colore appare
fondamentale.
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numero 08 Agosto 2010_www.ecomarchenews.com
Italia: patria dello stile e della moda…e delle mode.
Se il mondo-moda da noi non conosce crisi, il motivo è semplice: le mode, per tutto il mondo, le facciamo noi! Ecco perché, nella patria dello stile, non
c’è mercato per i mitici “cacciatori di tendenze”,
mestiere che i giornali femminili e le sezioni lavoro
dei giornali a corto di idee propongono a intervalli regolari come molto “cool”; e non c’è dubbio
che siano anche desiderabili. Di fatto però, se sei
un cool-hunter e vuoi campare del tuo lavoro, ti
tocca abbassare le pretese e migrare mestamente
verso un Paese diverso dallo Stivale. Alcuni la definiscono una “non professione”, per altri è invece
il lavoro più bello, moderno, creativo e più trendy
del momento. Il cool-hunter gira il mondo alla ricerca del nuovo stile (forme, materiali, colori, ecc) e
fornisce ai creativi spunti, idee, dati e analisi su cui
progettare le nuove linee di prodotti di moda.
E’ una professione di cui in Italia si parla molto, ma
che come sempre accade trova un vero mercato
solo all’estero. Alcuni cool-hunter lavorano infatti
all’interno dei team di ricerca internazionali che
fanno capo a grandi agenzie specializzate; altri invece sono consulenti ingaggiati da aziende e atelier per supportare lo sviluppo di nuove collezioni.
Ma a spiattellarci in faccia la realtà dei fatti sono i
cool-hunter stessi che, manco a dirlo, trovano fortuna oltre i confini nazionali ed esportano il loro sapere (ed il loro saper cercare…) ai cugini spagnoli e
francesi soprattutto, i quali stanno sfruttando qualità, competenze, lungimiranza: tutte peculiarità
tipiche del cacciatore di tendenze. Ma il cool-hunter, per quanto “figo” come lavoro, non si impara
stando seduti sul divano di casa o sfogliando riviste
di moda. Si studia, si comincia dal basso facendo
da consulenti a piccole aziende locali e poi, se si è
meritevoli, si arriva all’olimpo delle maison o delle aziende specializzate nella ricerca di tendenze
e nuovi materiali, dove si ricercano anticipazioni
creative. Ma come lavora il cool-hunter? Più semplice a dirsi che a farsi: macchina fotografica al collo,
voglia di girare il mondo, tanto spirito di osservazione e una buona dose di intuito uniti a creatività,
fiuto e libertà. Così si diventa cacciatore di tendenze, dal look al trend notturno, fino agli spettacoli
teatrali più in voga. Antenne supersensibili in grado di captare tutto quello che di nuovo e spontaneo emerge dalla quotidianità, questi professionisti delle tendenze setacciano strade e locali, dai
più trendy ai meno frequentati, raccolgono dati e
si creano un database, reale e virtuale, di tutte le informazioni che potrebbero tornare utili allo scopo;
mostre, spettacoli, cibi, foto, spot, locali, negozi,
oggetti cult e perfino modi di dire. Indispensabile
è la frequentazione costante dei punti strategici
della città per carpirne i cambiamenti di stile e precederne l’esplosione. Il tutto va poi naturalmente
esportato nelle altre città. Letta così, la faccenda si
fa davvero divertente; e lo è, in effetti! Ma quella
che può essere una passione, un’attitudine all’attenzione alla novità emergente, si trasforma ben
presto in un mestiere. I risultati delle ricerche convergono in un “contenitore” di tutte queste news,
che si tratterà il più delle volte di istituti di ricerca e
consulenza strategica, e sono provenienti da tutto
il mondo, attraverso i segugi sguinzagliati nelle città più vive in fatto di tendenze. Gli istituti poi metteranno per iscritto, sottoforma di vero e proprio
rapporto, modello CIA, le segretissime indicazioni
in fatto di tendenze nascenti, per poi girarle alle
grandi aziende che studieranno, su queste basi, le
loro strategie aziendali. Dite la verità, vi è venuta
voglia di tentare il salto e buttarvi nel cool-hunting?
Bene! Avete intuito? Sapete le lingue? Beh, non basta. Come detto prima, occorre una formazione (in
marketing, moda, design o pubblicità). Fatto? Ora,
leggete una rivista nuova ogni settimana scegliendo quella che normalmente non avreste mai letto.
Visitate un blog a caso, scritto da e per persone le
cui passioni non corrispondono alle vostre. Sbarazzarsi di tabu, pregiudizi, dogmatismi e negatività
perché tutto ciò blocca la capacità di raccogliere
nuove idee. Fatto? Ora, espatriate!
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